Un agriturismo che è anche bistrot, cantina e fattoria degli animali. L’esperienza al #99 nella classifica delle 100 esperienze da vivere a Milano
L’APERITIVO in AGRITURISMO a pochi minuti da Milano
# L’agriturismo nel cuore della Brianza
Credits uberto1988 IG – Agriturismo La Camilla
Nel cuore della Brianza, a 30 minuti dal centro di Milano, c’è l’Agriturismo La Camilla. Immerso in 10.000 mq di verde e aperto nel 2000, propone nel suo ristorante una cucina lombarda dagli antipasti, con salumi tipici, ai primi piatti di pasta fresca e specialità a base di carne.
Credits lumebistrot IG
Le materie prime utilizzate sono di produzione dell’agriturismo, come ortaggi, frutta e frutti di bosco, miele, carni di manzo, e provenienti da aziende agricole certificate.
# L’aperitivo tutti i giorni della settimana
Credits lacamillagriturismo IG – Aperitivo
Oltre a ristorante c’è anche una cantina, camere per il soggiorno e sale meeting. A questo si aggiunge un bar bistrot aperto dal lunedì al sabato fino alle 22.00 e la domenica per il brunch, tranne maggio e agosto, che consente di fare un aperitivo “bucolico”. Nel costo di 10 euro, obbligatoria la prenotazione, è compreso un drink e un tagliere con salumi e formaggi di produzione locale da gustare nel locale interno o nel giardino all’ombra degli alberi.
# C’è anche la fattoria con gli animali
Credits lacamillagriturismo IG – Cavalli
Dopo l’aperitivo si può fare un giro nella fattoria con gli animali dell’azienda. Ci sono animali da cortile, pecore brianzole, maiali, manzette e cavalli. Il tour può proseguire poi tra gli orti, il frutteto e il vivaio.
Credits massimo_spallarossa IG – Carrozze dei cavalli
Ci sono persino carrozze d’epoca nella corte e sotto i porticati.
Indirizzo: Via Dante Alighieri 267, Concorrezzo (MB)
Alla centesima posizione tra le top100 gite da fare da Milano una piccola isola caratterizzata da una natura verdeggiante e una storia millenaria, con un museo unico al mondo. Scopriamo dove si trova e come visitarla.
Milano – Isolino Virginia
ISOLINO VIRGINIA, l’isola di LOTO a un’ora da Milano
# Un isolotto triangolare patrimonio Unesco nel Lago di Varese
@gabrieleframa IG – Isolino Virginia
A pochi metri dalla riva del Comune di Biandronno, sul lago di Varese, c’è una piccola e caratteristica isoletta di 9.200 mq e dalla forma triangolare: Isolino Virginia. Inserita nel sito seriale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, dal 1863 è uno dei siti più rilevanti della preistoria europea.
alexandra_urbanistica_mistica IG – Reperto museo sulle civiltà delle palafitte
Qui infatti sono conservati i resti del più antico insediamento palafitticolo dell’arco alpino risalenti a 7.000 anni fa.
# Una distesa di fior di loto e una natura verdeggiante
rikired1223 IG – Isolino Virginia
L’Isolino Virginia è principalmente un’oasi di tranquillità, legata strettamente alla bellezza ambientale del lago, alla vegetazione e alla fauna. Caratteristica la distesa di fiori di loto e ninfee sull’acqua e una natura verdeggiante dove vivono anatre, germani, gallinelle.
# Appena un’ora di auto da Milano
rikired1223 IG – Battello per Isolino Virginia
Per arrivare da Milano ci vuole solo un’ora di auto. Il tragitto più rapido è tramite l’autostrada A8 con uscita a Azzate-Buguggiate, dove si prende la SP1 per poi proseguire sulla SP36 in direzione di via Marconi a Biandronno. Qui si trova un piccolo attracco da dove partono i battelli per il tour sull’isola. Tutti i sabati e le domeniche, nel periodo da aprile a novembre, si può visitarla insieme al museo al costo di 7 euro, con sconti bambini e famiglie.
Al centesimo posto tra i luoghi nascosti di Milano l’unico monumento storico arboreo della città che resiste dalla prima guerra mondiale. Scopriamo perché è stato piantato e come è riuscito a resistere al passare del tempo.
La QUERCIA ROSSA del Ticinese: l’ALBERO più ANTICO di Milano
# La quercia, nata negli Usa nel 1895, è stata trapiantata a Milano in onore agli alpini caduti nella Grande Guerra
La Quercia Rossa di Piazza XXIV Maggio è un gigante buono della storia italiana e in particolare di quella milanese, anche se è nata nel 1895 in America e festeggia quest’anno 125 anni di vita. Si tratta di un esemplare di quercia rossa americana. L’albero fu trapiantato qui alla fine della Prima Guerra Mondiale da Giunio Capè in onore del figlio Giuseppe Capè, giovane alpino sopravvissuto a quel terribile periodo, e di tutti gli alpini che invece non ce l’hanno fatta. Successivamente alla morte di Giunio Capè la cura della quercia è stata affidata al comune di Milano, grazie anche ad un lascito dello stesso prima della scomparsa.
# L’unico monumento storico arboreo di Milano
Credits: tripadvisor.it – Ceppo commemorativo
Nonostante la sua età è ancora molto affascinante e desta la curiosità di molte persone che passando vicino alla Darsena la fotografano. Ad oggi è l’unico monumento arboreo a Milano a rappresentare un avvenimento storico.
# Nel 2019 un imponente opera di rafforzamento strutturale per preservarlo più a lungo possibile
Le operazioni di salvataggio e messa in sicurezza della storica quercia
Nel suo secolo di vita la quercia ha subito dei cambiamenti, come la piazza in cui si trova. Una buona parte delle radici sono state rimosse per fare spazio alla strada e ai marciapiedi, molti cavi sono finiti tra i suoi rami e l’aiuola che lo conteneva si è ristretta. Nel 2019 è stata compiuta un’operazione di rafforzamento strutturale con putrelle in acciaio per sostenere i rami più grandi e rovinati dal passare degli anni e dal maltempo. Questo ci fa capire l’importanza della cura di questi monumenti viventi che stanno là a ricordarci del nostro passato ma guardando con le foglie al futuro.
La nostra epoca sarà ricordata come l’era della rivoluzione delle città. Milano sembra al centro di questa rivoluzione che sta rimettendo in discussione i suoi pilastri. Lo smart working sta spostando persone fuori città, le università a distanza tengono lontani i fuori sede. E ancora è in corso una rivoluzione della mobilità, con sempre più spazio alle bici e meno alle automobili, per non parlare del ruolo del centro, da punto nevralgico di business e di socialità a luogo a rischio di desertificazione. C’è molta incertezza nel futuro di Milano.
Da Stoccolma arriva un’interessante ipotesi di come potrebbero essere ripensati i quartieri della città post Covid. Il futuro potrebbe essere di città che diventano aggregati di “villaggi urbani”, dove si potranno avere i vantaggi dei piccoli paesi senza perdere quelli di una grande città. Ma vediamo il progetto e quali potranno essere le caratteristiche delle città del futuro.
Le città si trasformeranno in “villaggi urbani” che avranno queste cinque caratteristiche fondamentali:
#1 Più senso di comunità
“Conosci i tuoi vicini!” Åsa Mällström non esita a rispondere quando gli viene chiesto cosa le abbia insegnato vivere durante la pandemia da coronavirus, a riguardo di come potremmo cambiare in meglio la vita in città. È una delle tante persone di Stoccolma convinte che essere un abitante della città possa essere compatibile con un senso di comunità e preoccupazione per l’ambiente. Le sue opinioni stanno rivelando una tendenza più ampia che sta prendendo piede nella capitale svedese: un approccio che vede la sostenibilità come un problema sociale che richiede il collegamento delle persone. (…)
#2 Mutuo soccorso: in ogni quartiere ci saranno più persone che chiedono aiuto e più persone che offrono aiuto
“Ci sono più persone di quanto pensi che vorrebbero aiutare nella tua zona“, afferma Åsa, che vive a Solberga, nel sud di Stoccolma, coltivando ortaggi sul suo balcone e nel suo appartamento. “Non abbiate paura di chiedere aiuto.” Nel suo sviluppo, la società di edilizia residenziale pubblica Stockholmshem offre un’area in cui le piccole imprese e le organizzazioni possono testare nuove soluzioni sostenibili – con l’aiuto degli inquilini – prima di commercializzarle in modo più ampio.
I progetti nell’ambito del programma, condotti insieme all’istituto ambientale IVL, si concentrano su tutto, dalla raccolta di più rifiuti alimentari dalle famiglie alla gestione dell’acqua piovana per evitare inondazioni. “Puoi anche prendere in affitto una stanza della società immobiliare nella zona vicina se hai bisogno di un posto per riparare una vecchia sedia, ricamare i vestiti o ripiantare i fiori“, aggiunge Åsa. “Le camere sono convenienti e disponibili tutto l’anno.”
#3 Aumenteranno gli spazi e i servizi condivisi per migliorare la comunità
Gli spazi condivisi che migliorano la comunità sono una delle principali aree di interesse dell’Atrium Ljungberg, uno sviluppatore di proprietà svedese che crea nuovi quartieri cittadini per gli anni ’20 e oltre. “Penso alla sostenibilità nella pianificazione urbana in modo incentrato sull’uomo“, afferma Linus Kjellberg, responsabile dello sviluppo aziendale dell’Atrium Ljungberg. “Consideriamo sia l’ambiente che l’aspetto psicologico di come viene vissuta la vita in città.” I progetti di Stoccolma dell’azienda riflettono una visione della vita urbana che migliora la qualità della vita e allo stesso tempo facilita la vita sostenibile delle persone.
In un momento di profonda preoccupazione per i cambiamenti climatici e il nostro senso di comunità, Åsa, che lavora per le vendite di TV4, si concentra su soluzioni locali che aiutano gli individui ad agire su entrambi. “Abbiamo un piccolo gruppo che condivide cose e servizi tra loro, dagli strumenti per aiutare con lo shopping durante il coronavirus“, afferma. “Sono anche membro di un gruppo di Facebook che ti consente di prendere in prestito oggetti, ricevere assistenza per il trasporto di oggetti, noleggiare l’auto di qualcuno e chiedere aiuto per rinnovare la tua casa“. A Stoccolma, gli sviluppatori lungimiranti stanno progettando case future e le aree circostanti per incoraggiare maggiormente questo tipo di mix. Lo sviluppo dell’Atrium Ljungberg Nobelberget, che conserverà alcuni vecchi edifici insieme a quelli nuovi, ne è un esempio.
Una “cucina comunitaria” sarà condivisa da diversi edifici residenziali con circa 550 appartamenti e resi disponibili attraverso un semplice sistema di prenotazione digitale. Ospiterà 50 persone o ospiterà quasi il doppio di quello in totale. Gli utenti possono prenotare uno chef per entrare e cucinare per loro, dando alla gente locale la possibilità di stare insieme, distendersi e condividere – che si tratti di storie, cose o forse anche di assistenza all’infanzia.
“In molti condomini, l’80% delle persone non conosce il nome di nessun altro che abita lì“, afferma Jon Allesson, responsabile dello sviluppo aziendale per l’innovazione urbana, presso l’Atrium Ljungberg. “Si tratta di creare vicinanza in modo che le persone si sentano a proprio agio. Ci vuole un villaggio per crescere un bambino, come si suol dire.”
#4 Co-creazione e connessione digitale
Quando i primi residenti si trasferiranno in 68 appartamenti a Nobelberget questo novembre, saranno in grado di utilizzare una piattaforma e un’app di community digitali. L’idea è nata dal processo di “co-creazione” per l’area: l’uso di focus group e le opinioni delle persone con un interesse diretto nell’area per modellare i nuovi piani di sviluppo.
“Metterà in contatto le persone se sono alla ricerca di un compagno di tennis o di un tuttofare locale“, afferma Linus Kjellberg. Attualmente in una fase pilota, la soluzione potrebbe potenzialmente consentire ai residenti di riunirsi su tutto, dal car-sharing alle consegne di cibo al servizio di babysitter. Le persone che lavorano solo nell’area saranno in grado di registrarsi a una versione diversa dell’app per soddisfare le loro esigenze.
#5 Gli uffici diventeranno spazi di incontro e di creatività invece che luoghi fissi dove lavorare
Il distretto del confezionamento di carne (“Slakthusområdet” in svedese) è una zona industriale nel sud di Stoccolma che vedrà una grande rigenerazione guidata dall’Atrium Ljungberg tra oggi e il 2030. Una nuova stazione della metropolitana verrà aperta e l’area accoglierà più di 10.000 nuovi residenti , con altre 10.000 persone che lavorano nella zona. Al centro dei nuovi appartamenti e uffici ci sarà un centro culturale incentrato sulla musica e sui locali locali, mercati alimentari, mercati, cibo di strada e ristoranti raffinati, insieme a torrefazioni di caffè e birrerie.
Guardando oltre i negozi e i ristoranti, Linus Kjellberg afferma che il concetto di cosa dovrebbe essere un luogo di lavoro si sta evolvendo, con il coronavirus che “accelera” l’attenzione su idee radicali. “Gli uffici diventeranno luoghi di incontro e spazi creativi in cui scegli di stare piuttosto che lavorare da casa“, afferma. “Avere una bella area all’esterno e creare la propria atmosfera diventa più importante.”
Åsa, vegetariano, crede che ognuno di noi abbia un “dovere nei confronti delle giovani generazioni” di promuovere le piccole imprese sostenibili ora. “Sono quelli che spenderanno soldi per frutta e verdura coltivate localmente e passeranno a prodotti non a base di carne e non caseari“, afferma. “Dovrebbero avere la possibilità di farlo senza compromettere la qualità o il prezzo.” A Stoccolma, il compromesso non è sempre un must: i “villaggi urbani” che nasceranno potrebbero offrire il meglio di entrambi i mondi.
Perfino in centro si può mangiare a prezzi per tutte le tasche: questi i sette indirizzi.
Dove MANGIARE in CENTRO spendendo POCO
#1 I panzerotti di Luini
Credits denizozdag IG – Luini
Non si può che partire da Luini e i suoi mitici panzerotti. Oltre 70 anni di storia, nasce nel 1949, il locale è diventato una meta fissa di milanesi e turisti a passeggio nel centro storico. Vincitore dell’Ambrogino d’oro nel 1988 e bottega storica dal 2006, propone il tradizionale street food fritto pugliese nella proposta classica al pomodoro e mozzarella, quella al prosciutto e formaggio e molti altri tra cui quelli al forno e persone la variante dolce. Per un pezzo bastano bastano meno di 3 euro.
Casa Lodi nasce come progetto per valorizzare le specificità del territorio Lodigiano all’interno dell’hinterland milanese in occasione dell’evento internazionale “Expo 2015”. Inizialmente “temporary shop”, in seguito affermato come ristorante specializzato nella cucina lodigiana e non solo. Per spendere il giusto e non rimanere con la fame da provare gli abbondanti taglieri di salumi e di formaggi.
A pochi passi dall’Università Statale c’è uno dei locali simbolo di Milano: Margy Burger. Con oltre 50 anni di storia continua ad essere un punto di riferimento in città. È la prima hamburgheria ad aprire ancora oggi propone hamburger di ottima qualità a prezzi per tutte le tasche, oltre che hot dog, panini e toast.
Da zia Esterina Sorbillo, uno dei locali a Milano del noto pizzaiolo napoletano che ha un punto vendita classico in Largo Corsia dei Servi, si può assaggiare la pizza fritta a forma di mezza luna, lunga e croccante e ripiena di pomodoro e mozzarella nella versione base. Per una porzione bastano 4 euro.
Indirizzo: via Agnello
#5 L’aperitivo al Ravizza dal 1871
Credits nozomi.cecilia IG – Ravizza 1871
A pochi passi c’è Ravizza dal 1871. Un rinomato negozio, fondato nell’800, dedicato all’arte venatoria per gli amanti dello stile sartoriale classico che da qualche anno ha dedicato una parte dei locali a un bistrot con piatti della tradizione siciliana. Da provare l’aperitivo. Con 11 euro insieme al cocktail viene servito al tavolo un piatto pieno di mini panini caldi riempiti di formaggio e salumi vari e si ha la possibilità di servirsi ad un buffet abbondante dove trovare di tutto: verdure grigliate, panzerotti, pasta, riso, polpette, pizzette, fregola e molto altro.
Indirizzo: Via Hoepli 3
#6 La pizza napoletana da Pizzeria Caputo
Credirs maribordo IG – Pizzeria Caputo
Pizzeria Caputo è una delle tante pizzerie napoletane a Milano ma una delle poche con un ottimo rapporto qualità/prezzo, soprattutto perché si trova in pieno centro a 200 metri da Piazza del Duomo. La pizza ha il classico cornice bordo alto e l’impasto morbido. La marinara viene 5 euro, la margherita 6,5 euro.
Indirizzo: Via Falcone 7
#7 I panini al banco da Mandara Gastronomia Napoletana
Credits gastronomianapoletana_1972 IG
Da Mandara Gastronomia Napoletana si può mangiare un panino direttamente in salumeria, affettato al momento e farcito coi prodotti del banco gastronomia. A Milano dal 1972, fino a qualche anno fa in Via Cordusio, il locale si è trasferito ma è rimasto sempre in centro. I prezzi per i panini partono da5 euro. Da provare anche la mozzarella di bufala, le torte salate e il casatiello.
Ponte sullo Stretto di Messina Fb - Alta velocità sud
In base alle ultime opere in cantiere e ai possibili progetti futuri pare proprio che si sia invertita la rotta per quanto riguarda i trasporti nel Mezzogiorno. Faremo colazione a Milano e aperitivo a Palermo viaggiando con i treni dell’alta velocità?
SUD ad ALTA VELOCITÀ: il progetto da PALERMO a BARI. E come potrebbe accelerare il viaggio per Milano
# Alta Velocità da Bari, passando per Napoli, fino a Palermo
Ponte sullo Stretto di Messina Fb – Alta velocità sud
Il trasporto ferroviario nel Mezzogiorno sembra avere cambiato passo negli ultimi anni. Dopo la nuova stazione dell’Alta Velocità nell’hinterland napoletano, ad Afragola, si potrebbe nel prossimo futuro salire sul treno a Bari, con probabile cambio a Napoli, per proseguire a oltre 200 km/h fino a Palermo.
Sono principalmente tre le infrastrutture in costruzione: la linea ad Alta Velocità-Alta capacità ferroviaria tra Napoli e Bari, una nuova linea ferrovia con caratteristiche di Alta Velocità sulla direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e il potenziamento della ferroviaria tra Messina e Palermo.
# Dal capoluogo campano a quello pugliese una nuova linea veloce di 145 km
Credits mobilita.org – Napoli-Bari
Questa nuova linea veloce tra il capoluogo campano e quello pugliese, finanziata con 6,1 miliardi di euro, sarà lunga 145 km e i treni viaggeranno a una velocità massima compresa tra i 200 e 250 km/h. La tratta sarà il primo collegamento diretto tra le due città, oltre che un’alternativa per la Puglia per chi arriva dal nord, e sarà anche parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia – Mediterraneo. I tempi di percorrenza tra Napoli e Bari saranno dimezzati, da 4 ore a sole 2 ore, da Roma a Bari si passerà da 5 a 3 ore. Entro il 2027 è prevista la sua inaugurazione.
# Una nuova linea di Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria
Salerno-Reggio Calabria
Per proseguire oltre è prevista la realizzazione di una nuova linea ferrovia veloce di 207 km sulla direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, con un investimento pari a 13 miliardi di euro, con convogli che viaggeranno tra i 200 e 300 km/h. Nel dettaglio ci saranno alcune fermate e il raddoppio della tratta Paola-Cosenza tramite la nuova galleria Santomarco. I lavori sono stati suddivisi in lotti funzionali e la conclusione di tutta l’infrastruttura è programmata per il 2030. Il tempo di percorrenza da Roma a Reggio Calabria dovrebbe scendere a 4 ore.
# Il raddoppio dei binari da Palermo a Catania e il potenziamento della ferrovia tra Messina e Catania
Credits mobilita.org – Palermo-Catania
In Sicilia sono invece in corso i lavori su due tratte. Stiamo parlando del potenziamento del collegamento ferroviario Palermo – Catania con adeguamento a doppio binario elettrificato su quasi tutti i tratti ancora oggi a binario singolo, a cui si aggiunge quello su tutto il tratto Fiumefreddo-Giampilieri tra Catania e Messina. Un investimento complessivo di 11,2 miliardi di euro per 223 km di binari e treni che potranno viaggiare a una velocità massima di 250 km/h. Tutte le opere dovrebbero concludersi tra il 2025 e il 2030 e consentiranno di ridurre il tempo di percorrenza tra Palermo e Catania dalle attuali 3 ore a 2 e tra Messina e Catania da 1 ora e 15 minuti a 45 minuti.
Per rendere possibile muoversi da Bari a Palermo o addirittura da Milano sempre fino al capoluogo siciliano, manca un altro tassello lungo il percorso: il Ponte sullo Stretto di Messina.
# Il Ponte sullo Stretto di Messina per arrivare da Milano a Palermo in 10 ore con l’Alta Velocità
Webuild – Il ponte sullo Stretto di notte
Fondamentale per rendere possibile un collegamento a bordo di treni ad Alta Velocità da Bari a Napoli e poi verso Palermo, e quindi anche per chi proviene da Milano, sarà la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’iter è stato riavviato il 16 marzo 2023 dal Governo Meloni. Il progetto prevede che Messina e Reggio Calabria siano collegate dal ponte sospeso più lungo al mondo: con una lunghezza complessiva di 3.660 metri ed una campata sospesa di 3.300 metri, con un impalcato largo 61 metri e due torri poste a terra alte 399 metri. L’opera consentirebbe ai treni dell’Alta Velocità di proseguire direttamente da Reggio Calabria per poi puntare verso Palermo. I tempi previsti da Roma a Catania sono di circa 5 ore, altre 2 per arrivare a Palermo. Partendo da Milano si impiegherebbero 8 ore per Reggio e 10 per Palermo.
Se si digita su Google “Milano è…” che cosa appare? Queste sono le 7 caratteristiche più associate a Milano nelle ricerche su Google.
Milano è…? Le 7 CARATTERISTICHE DI MILANO secondo Google
#7 Milano è… un NOME PROPRIO
Un abbinamento grammaticale. Forse non tutti sanno che dal punto di vista grammaticale Milano è un nome proprio. I nomi propri che indicano luoghi sono anche detti toponomi.
#6 Milano è… VIVA
Forte della manifestazione estiva al Castello che prende lo stesso nome, Milano risulta viva. Una qualità indiscutibile.
#5 Milano è… troppo fredda sto sotto le mie lenzuola
Al quinto posto una sorpresa. Appare una strofa della canzone Pepsi & Coca di Danien & Theø.
#4 Milano è… una METROPOLI
Secondo comune d’Italia Milano è al centro di una delle più popolose aree metropolitane d’Europa (la prima d’Italia, secondo l’OCSE). Una metropoli (dal greco antico μήτηρ = madre e πόλις = città/popolazione) è una città di grandi dimensioni con più di 1 milione di abitanti, centro economico e culturale di una regione o di un Paese, e spesso nodo di comunicazioni internazionali. Secondo il City Reptrack Milano è tra le 10 metropoli con la migliore reputazione al mondo (nona posizione).
#3 Milano è… SEMPRE MILANO
Al terzo posto un evergreen, una declinazione del vecchio detto Milan l’è semper on gran Milan, nato dalla canzone milanese degli anni trenta Lassa pur ch’el mond el disa (ma Milan l’è on gran Milan).
#2 Milano è… stata CAPITALE D’ITALIA
Milano è stata anche capitale. Dal 286 al 402 dopo Cristo, Milano è stata capitale dell’impero romano d’occidente, quando Roma non lo era più. Napoleone la rese capitale del Regno d’Italia nel 1805 per una decina d’anni.
#1 Milano è… nome MASCHILE o FEMMINILE
Milano è maschio o è femmina? Questa sembra sia la domanda che si fanno di più quelli che cercano Milano su Google. In generale sono femminili i nomi delle principali città. Anche Milano. Pochi sanno però che nei Promessi Sposi Manzoni usa Milano come maschile e il Milano, seppur di rado, capita di sentirlo ancor oggi. in questi casi il definitivo passaggio dall’antico o popolare maschile al femminile è dovuto al sostantivo città che tutti avvertono più o meno sottinteso.
Le altre “sorelle” lombarde
Ma come sono le altre sorelle lombarde? Qui tra le prime opzioni scelgo quelle più affascinanti:
Brescia è… una malattia che non va più via (coro degli ultras della squadra di calcio)
Bergamo è… la Napoli del Nord (Bergamo è la terza città lombarda per numero di napoletani)
Monza è… rito ambrosiano (almeno per la Chiesa fa sempre parte di Milano)
Mantova è… un mondo addormentato in una calda luce (citazione di Baudelaire)
La linea M5 copre un bacino di utenza abbastanza significativo, trasporta ogni anno circa 50 milioni di passeggeri, e serve zone e punti di interesse rilevanti come l’Università Bicocca, il quartiere Isola, la Stazione di Porta Garibaldi, il Cimitero Monumentale e lo Stadio di San Siro. Proprio in occasione di partite e concerti chi usa la linea per arrivare all’evento viene sottoposto a una dura prova, soprattutto nelle giornate più calde.
LINEA M5, una METROPOLITANA di FUOCO
# Gli aspetti positivi della linea
Stazione Garibaldi M5
Partiamo dagli aspetti positivi della linea, la tecnologia e l’innovazione, le stesse presenti anche sulla M4:
Guida driverless, quindi senza conducente e con gestione remota dalla sala di controllo ATM, la prima a Milano e la seconda in Italia dopo la metropolitana di Brescia;
le cosiddette “barriere anti-suicidio” con apertura contestuale alle porte del treno e utili per evitare la caduta volontaria (o involontaria) di persone all’arrivo del convoglio in stazione e il conseguente investimento;
tornelli con porte ad altezza uomo e a chiusura rapida per evitare lo spiacevole salto del tornello e ridurre al minimo il fastidioso accodamento e di conseguenza l’evasione tariffaria.
# Cosa potrebbe migliorare
credit: mobilita.org – Linea Lilla
Vediamo invece quello su cui si dovrebbe intervenire:
la progettazione del tracciato conseguente all’unificazione dei due tratti di Bignani-Porta Garibaldi e Porta–Garibaldi – San Siro inizialmente previsti come due linee separate. Per permettere ai treni di passare tra edifici e stazioni della M2 e della stazione ferroviaria di Garibaldi è stato realizzato un sali-scendi con una curva a raggio stretto tra Isola e Monumentale provocando usura di binari e ruote con i conseguenti forti rumori e vibrazioni provenienti dai treni in transito (gli interventi hanno sensibilmente ridotto il problema ma non risolto)
essendo M5 una “metropolitana leggera”, quindi con impatto minore rispetto alle “metropolitane pesanti” come M1-2-3, treni e stazioni sono di dimensione ridotta. Questo in combinazione con un numero insufficiente di convogli ed una frequenza massima inadeguata ai picchi di affluenza, a causa soprattutto della mancanza di deposito, rende il viaggio poco piacevole in caso di partite o concerti allo Stadio di San Siro.
# Perchè la linea M5 può essere definita come una “linea di fuoco”
Credits esariutta-pixabay – Sauna
Partendo dai problemi evidenziati, treni di dimensione ridotta e bassa frequenza durante gli eventi a San Siro, esiste un problema forse ancora più grande: un sistema di climatizzazioneinefficiente con i treni affollati che unito alla mancanza di finestrini può portare realmente a situazioni critiche. Sembra di essere in una vera e propria sauna:
vetri appannati
i passeggeri madidi di sudore
difficoltà di respirazione
cattivi odori
La gravità dell’esperienza, provata per la prima volta nel 2019 in occasione di un concerto e ripetuta altre volte, è che si verifica di frequente anche nei periodi più freschi dell’anno al solo riempimento delle carrozze.
# Le possibili soluzioni da implementare
Le soluzioni possono essere varie e nessuna esclude l’altra:
prevedere impianti di condizionamento più efficienti e potenti
sistemi alternativi di ricircolo dell’aria all’interno delle carrozze
far salire la frequenza a un treno ogni 90 secondi, in particolare per gli eventi, dato che linea consentirebbe di scendere a 75 secondi ma non nelle condizioni attuali di assenza di deposito e numero di treni non adeguato
estendere l’orario di chiusura della linea in occasione degli eventi, oltre a quanto previsto ora, in modo da diluire i passeggeri in più viaggi
Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it
In alcuni casi a singhiozzo, in altri in modo più spedito, prosegue la trasformazione della città. Vediamo cosa sarà realizzato nel prossimo lustro.
La VISIONE del FUTURO: le GRANDI OPERE che RIVOLUZIONERANNO Milano nei prossimi 5 ANNI
#1 Le metropolitane
M4 fino a San Cristoforo Fs
Credits milano.corriere – Metro M4
A fine novembre 2022 ha aperto la tratta della M4 dal capolinea est a Dateo, a giugno 2023 fino a San Babila. Entro la fine del 2024 verrà inaugurata tutta la linea, da Linate Aeroporto a San Cristoforo FS per un totale di 15 km e 21 stazioni con interscambi a San Babila con M1, a Sant’Ambrogio con la M2 e collegamento in superfice a Missori con M3.
Pur se a rilento, i lavori sono iniziati 12 anni fa, entro il 2026 dovrebbe aprire l’estensione della M1 a nord con le due nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola e una lunghezza di 1,9 km.
A ovest la M1 dovrebbe arrivare fino a Baggio, con tre nuove fermate: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi. L’appalto, previo il finanziamento degli extra-costi dovuto all’aumento del costo delle materie prime, dovrebbe essere assegnato alla fine del 2023 e la nuova tratta potrebbe aprire tra il 2028 e il 2029.
M4 fino a Segrate
Credits mm – Prolungamento M4 Segrate
Interamente già finanziato il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4 fino a Segrate, con fermata intermedia Idroscalo-San Felice. Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate passando sotto l’Idroscalo. Anche in questo caso si attende lo stanziamento dei fondi extra per poter far partire i cantieri e vedere l’inaugurazione tra il 2028 e il 2029.
#2 Le metrotranvie
Milano-Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno
Il tracciato sarà lungo 14,3 chilometri con 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e attraverserà otto comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. La linea sarà connessa alla stazione ferroviaria di Seregno al capolinea nord e a Milano Maciachini M3 al capolinea sud, mentre a Niguarda la nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. L’investimento complessivo è di 258 milioni di euro con inaugurazione tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
La metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, che corrisponde all’odierno tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta e che si allungherà fino a Cascina Gobba M2. I lavori in corso riguardano il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, operativo secondo le previsioni entro i primi mesi del 2024. L’intera tratta tra il 2029 e il 2030.
La metrotranvia 13 tra la fermata della M4 Repetti che serve il quartiere Forlanini e la stazione M3 di Rogoredo e relativo hub ferroviario dei treni regionali, suburbani e alta velocità. Un tracciato di 17 fermate, 9 delle quali già presenti. Dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi Invernali, dato che una fermata servirà il Pala Italia, ma ad oggi i cantieri non sono ancora stati avviati.
Credits: Skidmore, Owings & Merrill Vista aerea lato Ripamonti
Lo Scalo Romana è quello più avanti con i lavori tra i 7 scali ferroviari in disuso in città, anzi in anticipo per quanto riguarda la costruzione del Villaggio Olimpico tra via Lorenzini e via Ripamonti che sarà pronto nel 2025. Tra il 2026 e il 2027 si vedrà lo sviluppo completo con il parco al centro, 70.000 mq tra uffici e retail nel lato verso piazzale Lodi e la riconversione del Villaggio Olimpico in residenze.
Lo Scalo Farini è quello più grande tra tutti quelli che verrà rigenerato nei prossimi anni. Al suo interno è previsto un parco, aree verdi diffuse, residenziale, commerciale e uffici e il campus dell’Accademia di Brera. Quest’ultimo è al momento l’unica parte che vedremo realizzata nei prossimi anni, i lavori sono partiti nell’estate del 2022 e si dovrebbero concludere nel 2025.
L’ex scalo Greco-Breda diventerà il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia, con parte degli appartamenti destinati all’affitto. Il progetto “Innesto” realizzato da Redo e a firma di Barreca & La Varra è risultato vincitore al bando di Reinventing Cities. Si sviluppa su un’area di 6 ettari e i cantieri sono già stati avviati nel 2021, con le opere di bonifica, e stanno procedendo senza intoppi.
Credits Comune di Milano – Lambrate scalo ferroviario 3
Dovrebbero aprire verso la fine del 2023 i cantieri per la realizzazione del progetto “Lambrate Streaming”, per rigenerare lo scalo di Lambrate. Ci saranno: un maxi-parco pubblico di circa 41.000 mq, un nuovo quartiere di 19.000 mq con 307 nuove abitazioni e un sistema di tre piazze-giardino collegate tra loro. Tra il 2027 e il 2028 la conclusione dei lavori.
Nel 2021 sono partite le demolizioni degli edifici presenti nell’ex scalo ferroviario di Rogoredo, un’area di quasi 22.000 mq. Qui nel 2025 sorgerà un quartiere residenziale per oltre 1000 abitanti, sviluppato da Redo Sgr, con appartamenti in edilizia convenzionata, una residenza universitaria e un parco attorno.
#4 La riqualificazione di grandi aree
MIND
Nuovo campus Statale al MIND
MIND sta prendendo sempre più forma nell’area che fu sede di Expo2015. Diventerà un Parco tematico scientifico tecnologico di 650mila metri quadrati, con tre importanti funzioni pubbliche prevalentemente: il nuovo polo ospedaliero IRCCS Galeazzi già inaugurato, il polo di ricerca per le Scienze della vita Human Technopole per il quale è prevista la costruzione di un secondo grande edificio accanto a Palazzo Italia nei prossimi anni e il Campus dell’Università Statale con i primi studenti previsti nell’anno accademico 2024/2025. Sono iniziati i lavori anche nell’area di West Gate di 300.000 mq che prevede uffici, residenze e un Mobility Hub.
Nhood trasformerà piazzale Loreto, da attuale vuoto urbano, un congestionato snodo di traffico, in un nuovo spazio di vita, un polo di aggregazione restituito alla comunità grazie a un investimento di 80 milioni di euro. Con il nuovo progetto il piazzale diventerà in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile, sarà un’agorà verde che metterà in connessione NoLo e l’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova. Il nuovo volto della piazza si potrà vedere nel 2026.
Credits Wolf visualizing architecture – Aria ex-macello residenze
Nell’area dell’ex-macello, in abbandono da anni, che si estende per 15 ettari si svilupperà “Aria”, il progetto di riqualificazione proposto dall’operatore immobiliare Redo e uscito vincitore nell’ambito della seconda edizione di Reinventing Cities nel 2021. Ci sarà un “quartiere low cost” per 1.200 residenti con canoni a partire da 500 euro, il nuovo campus IED, un nuovo polo museale scientifico, un grande parco e servizi per residenti. La prima parte sarà inaugurata nel 2026.
Il Masterplan Bovisa-Goccia firmato Renzo Piano prevede che la Goccia diventi un grande parco scientifico-tecnologico, con un polmone di 40.000 mq con 1.000 alberi che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati, uno destinato ad ospitare lo “Smart city innovation hub“, l’altro la “Fabbrica dello sport“, ampliando l’attuale campus della Bovisa. Ci saranno residenze universitarie, un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia e 3 edifici per aule e una sala ipogea. Entro il 2026 la conclusione di tutti i lavori.
Sempre in zona Bovisa verrà realizzato il progetto MoLeCoLa “Mobility, Learning, Community Lab” che prevede la realizzazione di un distretto tecnologico innovativo e sostenibile fondato su tre elementi: abitare, produrre e interagire. Ospiterà residenze, uno studentato, attività commerciali, coworking, l’ headquarter di Ferrovie Nord e sarà integrato al disegno dello spazio pubblico, ricco di aree verdi attrezzate.
Sei Milano è un progetto di rigenerazione urbana su un’area di oltre 300.000 mq in prossimità della metro Bisceglie, disegnato dall’archistar Cucinella. Un nuovo quartiere multifunzionale con uffici, spazi commerciali e residenze, immerse in un parco di oltre 16 ettari. La fine del primo lotto residenziale è prevista entro la fine nel 2023, conclusione definitiva entro il 2025.
L’area di Symbiosis sta proseguendo il suo sviluppo che dovrebbe concudersi entro un paio di anni. In costruzione il progetto “Vitae” scelto tra i progetti vincitori del concorso “C40 – Reinventing Cities” caratterizzato da una “Spirale verde”, un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio, filari sui tetti che si alternano a terrazze e orti e serre stagionali, il nuovo Hq di Moncler, nell’area retrostante la scuola internazionale e la nuova sede di Snam con un edificio tre volumi sovrapposti articolati in 14 piani, un grande parco con specchi d’acqua e persino un “Teatro Verde”.
#5 Le opere olimpiche
Il Villaggio Olimpico
Credits: Skidmore, Owings & Merrill
Come abbiamo visto nel paragrafo dedicati alla rigenerazione degli scali, una delle opere più attese per le Olimpiadi è Villaggio olimpico, pronto per il 2025 e che ospiterà gli atleti durante la manifestazione del 2026. Post evento subirà un’immediata riconversione in un quartiere a impatto ambientale zero secondo i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building). Gli edifici lato parco e ferrovia saranno residenze per 1.000 studenti universitari, gli altri a edilizia convenzianata, l’Olympic Village Plaza sarà la nuova piazza del quartiere con negozi e esercizi al piano strada.
Il Pala Italia
Ph. @Onirism IG – PalaItalia
Il PalaItalia con i suoi 16.000 posti sarà l’arena sarà la più grande d’Italia e già si preannuncia come un capolavoro dell’architettura. Inglobato in una superficie complessiva di 10.000 mq, l’impianto è sospeso da terra grazie a pilastri e guadagna volume che formano 3 cerchi, sviluppando altezza e ampiezza. I lavori termineranno nel 2025 e nel 2026 ospiterà le gare di hockey sul ghiaccio maschile alle Olimpiadi Invernali.
Entro il 2026 il Mediolanum Forum di Assago, che dispone attualmente di 12.000 posti a sedere, verrà ampliato e riqualificato per ospitare il pattinaggio di figura e lo short track. Saranno interessati dai lavori sia la pista centrale, che si trova a 4,60 metri d’altezza rispetto al suolo, sia quella secondaria al pianterreno.
La Milano Arena Hockey
Credits emanuele_fitdaddy IG – Palasharp
IlPalasharp, in zona Lampugnano, dovrebbe rinascere come Milano Arena Hockey, o Hockey Arena. Avrà una capienza di 8.200 posti per le manifestazioni sportive e 9.700 per gli eventi di spettacolo. La tensostruttura ospiterà le competizioni di hockey su ghiaccio femminile in occasione dei giochi invernali di Milano-Cortina del 2026. Il progetto dovrà però essere modificato e la speranza che i termini di consegna vengano rispettati.
Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto
L’area ex Innocenti rinasce con la “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala che qui trasferirà i laboratori oggi ospitati nell’edificio dell’ex Ansaldo in Tortona. L’edificio si compone di un’unica enorme costruzione di acciaio e legno di 66.000 mq di superficie scandito da 4 campate di 28,8 metri di lunghezza, i laboratori ne occuperanno 34.000, in cui ci saranno anche le sale prove, le sartorie, i depositi con oltre 2.500 posti container su 4 livelli con 4 linee carroponte, oggi tenuti in alcuni capannoni in affitto nel comune di Pero. I lavori inizieranno nel 2024 e dovrebbero durare circa 3-4 anni.
La riqualificazione del palazzo gemello dell’Arengario, liberato dagli uffici comunali, consentirà l’ampliamento di altri 1.000 mq del Museo del Novecento. Previste due soluzioni di collegamento, con e senza passerella. L’investimento complessivo sarà di circa 18,5, di cui 5 milioni donati da Giuseppina Antognini, presidente della Fondazione Pasquinelli. Si svilupperà su 4 piani con un percorso espositivo dagli anni Ottanta ai giorni nostri.
La Biblioteca Europea sarà si svilupperà su un’area di 30.000 mq. Sarà formata da un complesso di due strutture affiancate fra loro e identiche: due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo. Per realizzarla sono stati messi a disposizione 101,574 milioni di finanziamento già previsti nel bilancio dello Stato nell’ambito del PNRR. Ci sarà un deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 e terminare entro la fine del 2026.
Nelle vicinanze di quello che un tempo era il malfamato “boschetto della droga” sorgerà quello che il Presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi ha definito “bosco della musica” o meglio “Campus della Musica”. Grazie a un investimento di circa 47 milioni di euro verrà realizzato un campus ospiterà circa 600-800 studenti, il dipartimento dei nuovi linguaggi, dall’elettronica alla musica applicata, al jazz, al rock, al pop, un auditorium da 350 sedute per i concerti, un bar e un ristorante, decine di aule e laboratori all’avanguardia, sale prova, fab lab, co-working e uno studentato da 200 posti letto. L’inaugurazione è prevista nel 2026.
Il Museo Nazionale della Resistenza
Museo Nazionale-Resistenza
A Milano sorgerà anche il nuovo Museo Nazionale della Resistenza ai Bastioni di Porta Volta, tra via Montello e via Volta, sul lato opposto rispetto alla “piramide” della Feltrinelli. Una volta realizzato, avrà una superficie di circa 3.800 mq all’interno della quale saranno esposte fotografie e documenti storici per raccontare ai visitatori i fatti e i valori della liberazione e della resistenza. L’investimento è di poco più di 17 milioni di euro. Entro la fine del 2023 è previsto l’avvio dei lavori la cui durata è stimata in circa 2 anni.
#7 I nuovi grattacieli
La torre Faro
Rendering Acpv – Torre Faro
A lato dello Scalo Romana sorgerà la “Torre Faro”, la nuova sede di A2a. Sarà alta 144 metri per 28 piani complessivi e disporrà di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Progettata dallo studio Antonio Citterio – Patricia Viel si caratterizzerà per una forma tubolare e due ambienti panoramici: lo sky garden, che sarà alto circa tre piani, e un belvedere che con molta probabilità sarà accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri. L’inaugurazione è programmata per le Olimpiadi del 2026 con il graduale ingresso dei 1.500 dipendenti dislocati oggi nelle varie sedi.
Il progetto della coppia di edifici “Gioia 20 Est”, alto 98 metri di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest” di 64 metri. Le due torri ad uso terziario, che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine, andranno a coprire gli ultimi due buchi rimasti in questa porzione del Centro Direzionale. Consegna prevista tra fine 2025 e inizio 2026.
Palazzo Sistema sarà una nuove torre della Regione Lombardia di 26 piani e un’altezza di circa 100 metri, con terrazze verdi a doppia e tripla altezza, insieme a specchiature modulari di vetro fotovoltaico. Sulla copertura del corpo più basso ci sarà un grande tetto di giardino pensile. Sarà costruito all’Isola, tra via Pola, via Rosellini, via Taramelli e via Abbadesse.
Citywave sarà il quarto grattacelo di Citylife. Già soprannominato “lo sdraiato”, l’ambizioso intervento di Bjarke Ingels Group (BIG) farà da quinta alle Tre Torri e sarà composto da due edifici autonomi collegati da una struttura a portico sospeso lunga ben 140 metri. Il più basso, circa i 50 metri d’altezza, comprenderà un hotel di 10 piani e più di 120 camere, il più alto adibito ad uffici arriverà a 110 metri di nell’estremità strutturale. Le attività di scavo sono iniziate nel 2022 e la consegna è prevista nel 2025.
Hai un sogno che vuoi segnalarci o realizzare, scrivici qui: info@milanocittastato.it. Più è ambizioso, più ti aiuteremo.
A Milano l’Anno Nuovo non inizia il primo Gennaio bensì a Settembre, dopo la pausa estiva. Questo momento è accompagnato da un reset dei mesi precedenti per lasciare spazio ad una nuova fase di vita.
Quasi una necessità, per fare cose nuove, rimediare alle cattive abitudini dell’anno passato o iniziare nuove esperienze suggerite magari da un viaggio estivo appena conclusosi.
Come tutti i propositi, la maggior parte di essi non verranno rispettati, ma il solo fatto di panificarli ed immaginarli ci pone psicologicamente in una condizione di piacere ed entusiasmo.
Ma quali sono i più comuni buoni propositi della nuova stagione?
Lo abbiamo chiesto ai milanesi che ci hanno risposto così:
I 10 buoni propositi per l’Anno Nuovo (che a Milano inizia a Settembre)
#1 Un piano di attività fisica
credits: lapalestra.it
Comunemente, si pensa che i picchi di iscrizione in palestra si verifichino intorno alla primavera, quando la bella stagione è alle porte e l’incubo della prova costume imperversa negli animi dei più sensibili.
Tuttavia, anche il mese di settembre registra un elevato numero di iscrizioni dovuto al confronto del physique du role ansiosamente sostenuto nei luoghi di vacanza, dove i più “fortunati” non si sono risparmiati in ostentazioni di ogni tipo, tali da far imbarazzare anche i più menefreghisti in fatto di muscoli, glutei sodi e pancia piatta.
Palestra o no, ci sono anche altri modi, come quello di programmare una serie di attività sportive all’aria aperta.
#2 Un obiettivo di crescita personale
Negli ultimi anni l’attenzione verso le discipline spirituali e olistiche è cresciuta notevolmente. Il desiderio di proiettare la propria realizzazione verso l’interno ha spinto molti ad incuriosirsi ed avvicinarsi ad un universo fatto di meditazione, di yoga, di materie che promuovono il potenziamento della personalità e la crescita personale.
L’obiettivo è quello di vincere lo stress, trovare la calma interiore, imparare a gestire le proprie emozioni e raggiungere i propri obiettivi di vita attraverso accurati e specifici programmi ed attività.
#3 Organizzare viaggi per la stagione successiva
Pescoluse – Credits: @siviaggiare_puglia (INSTG)
Mark Twain diceva: ”Il viaggio è fatale al pregiudizio, al bigottismo e alla ristrettezza mentale, e molti di noi ne hanno estremamente bisogno proprio per questo motivo. Le vedute ampie, sane e buone non possono essere acquisite vegetando in un piccolo angolo della Terra”. Per fortuna si viaggia sempre di più e, per tanti, rientrare a casa dopo un viaggio presuppone un periodo di inquietudine nel quale mantenere il piacere del viaggio appena trascorso diventa molto difficile. Guardare una foto, usare un oggetto o indossare un vestito comprato in vacanza sono alcuni dei trucchi con cui cerchiamo di prolungare quelle sensazioni. Che però raramente hanno la stessa intensità, perché nulla si avvicina al viaggio stesso.
Per questa ragione diventa molto frequente programmare nuovi viaggi, perché il piacere scatta nel momento esatto in cui si comincia a pensare di voler partire.
#4 Iscriversi ad un nuovo corso
La curiosità è insita nella condizione di essere umani. Voler imparare nuove cose, scoprire ciò che ancora non conosciamo e godere dei piaceri di una nuova attività sono tutte ragioni che ci spingono a frequentare nuovi corsi: siano essi di fotografia, di cucina o di arti marziali, sembra che settembre sia il mese giusto per iniziare, come a scuola. Tra tutti, spiccano per numero di iscrizioni i corsi di lingue, probabilmente incentivati da un viaggio all’estero appena trascorso, che ci ha fatto innamorare del luogo, o di una persona e quindi della lingua stessa.
Possono essere di persona o sul web.
#5 Cambiare lavoro/mettersi in proprio
Fino a qualche anno fa si trovava un lavoro stabile e lo si manteneva per tutta la vita. Che fosse piacevole, soddisfacente o ben remunerato faceva poca differenza. Oggi le cose sono cambiate e, se da un lato si accusa la poca stabilità legislativa ed economica del mondo lavorativo, dall’altro lato la crisi è diventata un’opportunità per reinventarsi e lanciarsi in nuove avventure, tirando fuori quell’audacia e quella creatività che costituiscono la base stessa del successo.
#6 Risparmiare
Per tutte le ragioni sopra descritte, risparmiare è diventato il mantra di tutti. Che sia per realizzare un progetto personale e lavorativo, per far fronte a situazioni di disagio o semplicemente per affrontare spese improvvise, la necessità di mettere da parte del denaro spinge molti ad inserirlo nei buoni propositi della stagione a venire.
#7 Guadagnare di più
Se è vero che da un lato oggi si è costretti ad un adattamento forzoso per la scarsità dei posti dei lavoro, dall’altro lato si sta sviluppando una nuova e sensibile tendenza a non volersi accontentare, scatenando una dinamicità professionale ed un turn over lavorativo che mirano a migliorare la propria condizione di vita e quindi della società stessa.
#8 Trovare l’amore
“La vita non vale di essere vissuta senza amore” diceva Serge Gainsbourg. E come dargli torto. Alzi la mano chi non vuole trovare l’amore. Ragion per cui, impossibile non inserirlo nei buoni propositi dell’anno nuovo. Sarà che la percentuale delle relazioni che finiscono aumenta con l’arrivo dell’estate, o per le vacanze che mettono a dura prova anche le coppie più stabili, Settembre è il mese giusto per guardare avanti e desiderare qualcuno di nuovo!
#9 Fare nuove conoscenze
Se è vero che la vita non vale di essere vissuta senza amore, è altrettanto vero che fare nuove conoscenze ed allargare la propria cerchia di amici ha solo effetti benefici: aumenta il confronto, lo scambio, la condivisione e lo stimolo verso nuovi interessi e orizzonti. Ognuno di noi, ogni anno dovrebbe incontrare e frequentare persone nuove. Inserirlo tra i buoni propositi e quanto di meglio si possa fare!
#10 Obiettivo salute
Oggi siamo tutti più informati, e questo è un bene. Come conseguenza, siamo anche più attenti e sensibili verso tematiche a noi care. Una di queste è l’alimentazione, ma anche lo sport è la vita sana. Se abbiamo passato l’estate tra i bagordi abbiamo probabilmente così tanti sensi di colpa da arrivare ad inserire l’impegno per una vita più sana tra gli obiettivi del nuovo anno. Tra tutti i buoni propositi salute, tra i milanesi spicca: smettere di fumare!
Non mi resta che augurarvi che possiate realizzare e mantenere se non tutti, almeno la maggior parte di essi : )
Felice Anno Nuovo!
RAFFAELLA APPICE
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano era the place to be. L’indirizzo immancabile nei pomeriggi milanesi. Il suo creatore è stato un grande milanese.
Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO
Ph. vareseNews
# Da San Babila alla conquista del mondo
Trovare una foto di Elio Fiorucci in cui lui non sorrida è un’impresa, perchè in ogni immagine che lo immortala lui esprime il proprio “essere”, positivo e sognatore, pacato e con un approccio spalancato sul mondo. Se non fosse stato così, non sarebbe diventato uno dei maggiori simboli mondiali della moda e del costume. Fiorucci la creatività la trovava guardando il mondo, viaggiando, imparando, con la curiosità di un bambino non ancora condizionato dalle diffidenze. Poche settimane fa è caduto l’ottavo anniversario della morte dello stilista che, partito da un bizzarro negozio in piazza San Babila, ha conquistato il pianeta.
# Le atmosfere della swinging London a Milano
A dirla tutta, l’epopea di Fiorucci, nato a Milano il 10 giugno 1935 e mancato il 20 luglio 2015, inizia nel negozio di calzature del padre: “siamo cinque fratelli, io ero quello meno bravo a scuola. Mio padre mi propose dei lavorare con lui nel negozio che gestiva -raccontò in un’intervista rilasciata ad una Tv nazionale alcuni anni prima di lasciarci- accettai e mi accorsi subito di quanto sia stimolante lavorare in un esercizio commerciale, dove incontri e ti confronti con tante persone; per me fu addirittura terapeutico, perchè mi lasciai alle spalle paure e timidezza”.
Poi nel 1965…. “andai in Inghilterra a trovare mia sorella che studiava a Cambridge, ovviamente mi recai anche a Londra e lì entrai nel negozio di Biba, che allora aveva un’influenza nel costume quanto i Beatles; mi trovai immerso in un mondo giovane, dinamico e caratterizzato da voglia di cambiamento”, e quel mondo lo volle portare a Milano.
# La “Milano da vivere”x
Credits: @spazio.70 Milano, anni ’70. Modelle Fiorucci in piazza San Babila.
E’ il 1967 e, in Galleria Passarella, apre il primo negozio a marchio“Fiorucci”, con gli interni ideati da Amalia del Ponte, scultrice milanese allora trentunenne.
In quel negozio era in vendita di tutto: vestiti, dischi, accessori, c’erano le commesse in minigonna che si muovevano, leggiadre, tra generi comprati in Gran Bretagna e altri esotici. All’inaugurazione del negozio arrivò anche Adriano Celentano, con il propio Clan, su una lussuosa automobile. Vent’anni più tardi sarebbe arrivata la “Milano da bere”, quella era invece una “Milano da vivere”, con quella preziosa capacità di sorprendersi tipica dei bambini.
A far pubblicità a quel negozio, nel cuore pulsante del centro di Milano, fu la giornalista Myriam De Cesco, poi Elio ci mise del proprio, al punto da diventare l’imprenditore della moda, capace di coniugare il Made in Italy in senso trasgressivo, rivoluzionario, ma mai volgare. Anzi: “io ero un ribelle che ha creato anche cose scandalose, ma non ho mai voluto adottare la volgarità, puntando invece sulla dolcezza, senza offendere”.
# La “Love Therapy”
Ph. Amalia del Ponte
Fiorucci ha saputo farsi amare in tutto il mondo, da Milano a Londra, dall’Oriente a New York e Los Angeles, proprio negli Usa ha lasciato il segno, aprendo negozi che hanno fatto la storia della moda, seguita dalle personalità più famose, come Madonna, Andy Warhol e il writer Keith Haring. Quest’ultimo, ad inizio degli anni ottanta, fu chiamato proprio da Fiorucci per disegnare le pareti del negozio nei pressi di San Babila, che divennero un’opera d’arte al servizio dei clienti.
Elio Fiorucci si occupò di beneficenza e di ambiente, organizzando iniziative per la tutela degli animali, tra cui le magliette che contestavano l’uso della lana d’Angora. Per la città di Milano ha anche creato il logo dei City Angels e la stessa gli ha riconosciuto l’Ambrogino d’Oro nel 2006.
Tre anni prima aveva creato il progetto “Love Therapy”, con capi d’abbigliamento vivacemente colorati, dal “carattere” gentile ed ingenuo e dal prezzo accessibile ai più. Nel 1984 raccontò la storia della propria azienda attraverso un album di figurine della Panini.
Elio Fiorucci comparve anche in un film, nel 2000, il titolo era “La fabbrica del vapore”, di Ettore Pasculli, una pellicola girata interamente a Milano.
Acque fredde e limpidissime all’interno di un’area protetta regionale.
Le CASCATE SEGRETE a 20 km da Milano
# Acque freddissime e limpide in un’oasi nascosta a mezz’ora da Milano
Credits ilsaronno.it – Bagno nelle cascate segrete
Sono così segrete che in pochi le conoscono. Ci troviamo a Ceriano Laghetto, in provincia di Monza Brianza, a poco più di 20 km da Milano. A svelare queste piccole cascate è stato il vicesindaco del Comune Daniele Cattaneo su TikTok, il giorno di ferragosto 2023. Il salto è infatti poco più di un metro, ma lo spettacolo naturale è comunque suggestivo. Le cascate sono formate dal torrente Lombra che nasce a nord del territorio comunale, nella zona di Cogliate-Misinto, al cui volume si aggiungono le acque depurate scaricate dalle aziende. A testimoniare la pulizia del torrente è la grande presenza di pesci. La temperatura è invece molto fredda in quanto l’acqua proviene da decine di metri sotto la terra.
# Fino agli anni ’90 il torrente era inquinatissimo
Non sempre però questa piccola oasi nascosta è stata salubre. Al contrario, tra gli anni ’80 e la metà degli anni ’90, il fiume Lombra era soprannominato il “fiume nero” a causa del suo alto livello di inquinamento, a tal punto che i quotidiani nazionali lo descrivevano all’epoca come un luogo in cui erano presenti essere viventi mutanti.
Le cascate si trovano all’interno del Parco delle Groane, un’area protetta regionale di 7.770 ettari che si estende fino alla provincia di Como, nella parte che ricade sotto il Comune di Ceriano Laghetto. Il luogo esatto non è indicato ma è facilmente raggiungibile con una passeggiata nel parco. L’obiettivo del vicesindaco, che ha portato a visitare il luogo a un centinaio di persone che hanno risposto al suo appello sui social, è quello di valorizzare al meglio tutta l’area del parco in cui sono presenti il torrente e le cascate.
Nuovo ritardo all’orizzonte. Potremmo vedere prima il Monza giocare a San Siro che arrivarci con la metro. Le ultime novità e come sarà il tracciato.
La M5 a MONZA: una metro chiamata DESIDERIO
# Dopo la M1 anche la M5 in alto mare
Hub m1-m5 a Monza Bettola
Monza sembra destinata a soffrire quando si tratta di metropolitane. La situazione più tragicomica riguarda il cantiere di prolungamento della M1, 1,9 km per due fermate di cui una al confine col capoluogo brianzolo, aperto da oltre 12 anni e al momento fermo in seguito alla risoluzione del contratto da parte dell’azienda incaricata dell’esecuzione dei lavori. C’è però un altro fronte aperto, quello della M5. L’opera è già stata interamente finanziata con 1,265 miliardi di euro, importo che sarà da rivedere soprattutto a causa dell’aumento dei costi dei materiali, ma ancora non sono stati avviati i cantieri.
In seguito alle sollecitazioni e alle preoccupazioni espresse da parte dell’opposizione in consiglio comunale, come riportato dailcittadinodimb.it, l’Assessore alla Viabilità del Comune di Monza Giada Turato ha dichiarato che l’amministrazione si sta concentrando sull’organizzazione dei cantieri e sulla sistemazione in superficie delle fermate e che non è stata chiesta alcuna modifica strutturale al progetto. Il confronto in atto con MM riguarda i manufatti lungo il tracciato e la predisposizione delle uscite di sicurezza delle gallerie.
Ricordiamo quindi come sarà l’estensione della M5 verso nord. Il tracciato sarà di 13 km e attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5. Le stazioni aggiuntive saranno: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. I convogli utilizzati saranno gli stessi in servizio oggi per il tratto milanese della linea.
# L’inaugurazione: spostata dal 2026 al 2031
credit: mobilita.org – Linea Lilla
Il cronoprogramma iniziale prevedeva l’inaugurazione dell’estensione della M5 fino a Monza entro il 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali o almeno entro la fine di quell’anno, ma modifiche progettuali e il reperimento delle risorse hanno rallentato l’iter. I tempi si sono poi ulteriormente allungati a causa della pandemia e della guerra che hanno anche comportato un aumento dei costi.
Al termine del confronto tra l’amministrazione monzese e MM, i passi successivi saranno la progettazione definitiva e la pubblicazione della gara per l’appalto integrato che dovrà assegnare la stesura del disegno esecutivo e la realizzazione dell’infrastruttura. Se non ci saranno altri ostacoli lungo il percorso, l’avvio del cantiere per il prolungamento della linea metropolitana potrebbe avvenire nei primi mesi del 2025 e i primi viaggi tra la fine del 2030 e l’inizio del 2031.
Le cascate sono uno dei fenomeni naturali più spettacolari, con la loro potenza e maestosità creano scenari davvero incantevoli. Se al fascino dell’acqua che cade aggiungiamo l’ambiente suggestivo delle grotte, ciò che ricaviamo è un paesaggio meraviglioso e quasi magico. Scopriamo quindi le 5 cascate sotterranee più affascinanti del mondo. Partiamo da casa nostra.
Le CASCATE SOTTERRANEE più BELLE (in ITALIA e nel MONDO)
#1 La cascata del Lago di Ernestina in Piemonte
credits: guidapiemonte IG
La più vicina a Milano. In Piemonte, a circa tre ore da Milano, si trova la Riserva naturale delle Grotte di Bossea. Si tratta di lunghe caverne calcaree, che si estendono per circa 2km con un dislivello di quasi 200 metri, divise in due zone. La parte superiore, dove ci sono strettissime gallerie, e quella inferiore, attrezzata per le visite turistiche, sono tra loro comunicanti attraverso la cascata del Lago di Ernestina.
Il paesaggio interno è davvero suggestivo, con enormi stalattiti e stalagmiti che raggiungono i 10 metri d’altezza e piccoli torrenti sotterranei. È proprio uno di questi che si tuffa in un laghetto cristallino, generando una fragorosa cascata mozzafiato.
#2 La Sala della Cascata in Abruzzo
credits: flange_7 IG
Ci vuole qualche ora in più (6) per trovare un vero gioiellino tutto nostrano: le cascate nelle Grotte di Stiffe. In Abruzzo, nel cuore del Parco regionale del Sirente-Velino, si trova una lunga serie di cunicoli sotterranei che conduce a quella che è conosciuta come la Sala della Cascata.
In una sorta di stanza, incastonata tra le rocce, un corso d’acqua si getta, a circa 20 metri d’altezza, lungo la parete rocciosa. Nel 2007, un secondo ampliamento del percorso ha permesso di scoprire una seconda cascata sotterranea, che sembra compiere un salto di 25 metri, per poi finire in un piccolo laghetto.
La maggior parte di queste grotte sono tutt’oggi inesplorate, ma le viscere della terra nascondono certamente ancora tanti altri segreti.
#3 Le cascate sotterranee più grandi d’Europa
credits: eyecandycollectives IG
Al di fuori dei confini, ci sono le cascate di Trummelbach, in Svizzera. Sono le cascate sotterranee più grandi d’Europa e le uniche al mondo ad essere originate da una ghiacciaio.
L’acqua, dopo un tortuoso percorso tra i canyon, si getta in una grotta dando vita ad uno spettacolo meraviglioso. Ma questa non è l’unica cascata, all’interno della montagna ce ne sono infatti ben 10, tutte osservabili attraverso delle finestrelle scavate nella roccia. I giochi d’acqua e le ripide pareti rocciose creano un’atmosfera davvero unica e suggestiva, tanto che pare che J. Tolkien si sia lasciato ispirare da questo paesaggio per il suo romanzo fantasy Il Signore degli Anelli.
Si trovano a circa 4 ore da Milano.
#4 Le altre cascate sotterranee più belle del mondo
credits: rhiannonkate89 IG
Sempre in Europa c’è la White Scar Cave, una grotta davvero spettacolare nel North Yorkshire, in Inghilterra. La grotta, scavata nel calcare, è lunga circa 6 kilometri e tra le rocce spuntano di tanto in tanto piccoli tuffi d’acqua. Tra queste piccole cascate, una è particolarmente affascinante: si getta da un’apertura sul soffitto della caverna e scroscia sulle pietre sottostanti, andando a formare un piccolo laghetto.
credits: checkitofftravel IG
Per concludere ci spostiamo in America, in Tennessee per la precisione, per scoprire le incantevoli Ruby Falls. Nella città di Chattanooga, nel 1928, l’esploratore Leo Lambert, scoprì una cascata sotterranea, a cui diede il nome di sua moglie: Ruby
Il luogo è diventato in breve tempo un’attrazione turistica e tutt’oggi attrae ogni anno oltre mezzo milione di turisti. La visita alla cascata inizia con la discesa nella grotta attraverso un ascensore fatto interamente di vetro, che permette così di godersi uno spettacolo meraviglioso fin dall’inizio, reso ancora più magico dalle luci a led colorate.
La Ruby Falls è anche la prima attrazione degli Stati Uniti ad aver ottenuto la certificazione Green Globe, come attrazione turistica sostenibile e attenta all’ambiente.
Ad Ascona in Svizzera, sulla collina affacciata sul Lago Maggiore, una location da favola che ha avuto tra i suoi “ospiti” Herman Hesse e Carl Jung. Scopriamo le sue affascinanti architetture del ‘900 del suo polo museale immerse tra piante esotiche e originali.
MONTE VERITÀ: quando si cercava la “TERZA VIA” a due ore da Milano
# L’architettura del ‘900 immersa nella natura del Lago Maggiore
Il Monte Verità è un luogo speciale per una vacanza immersa nella natura, con i suoi 7 ettari tra piante esotiche ed originali e esperienze come il percorso magnetico Arcobaleno di Chiara, e la gioia di un salto indietro nel tempo alla scoperta dell’architettura e del design del primo Novecento. Infatti, su questa collina affacciata sul Lago Maggiore nel Canton Ticino, all’inizio del ‘900 nacque una colonia alternativa e vegetariana: ospitò tra gli altri personaggi come Herman Hesse, Isadora Duncan, Carl Gustav Jung e Alexej von Jawlensky.
Questa località venne scelta all’inizio del secolo scorso da chi cercava una terza via tra il blocco capitalista e quello comunista e venne a crearsi una comunità che popolò il monte Monescia con i loro indumenti “della riforma” e i capelli lunghi, lavorando giardini e campi, costruendo spartane capanne in legno e rilassandosi con bagni di sole integrali, da cui mosse i primi passi la colonia nudista di Monte Verità.
# Tutto il complesso museale da esplorare sul Monte Verità
La comunità, oggi un insediamento ispirato alla quiete green e al design funzionale, è una poliedrica realtà animata da vivaci stagioni culturali tra i cui confini trovano spazio strutture alberghiere, un centro congressi e un interessante complesso museale che di recente ha ritrovato uno dei suoi edifici più simbolici. Il complesso museale diffuso da vedere:
# Casa Anatta: il restauro conservativo curato dagli architetti Carlo Zanetti e Gabriele Geronzi ha riportato all’antico splendore le pareti in legno, gli angoli arrotondati e l’ampia terrazza di Casa Anatta. All’interno si può osservare il riallestimento dell’esposizione permanente Monte Verità – Le mammelle della verità, immaginata nel 1978 da Harald Szeemann, e la nuova mostra multimediale gemella Le verità di una montagnadi Andreas Schwab.
# La piccola casa aria-luce Casa Selma: costruita nel 1904 dai primi coloni.
Credits: wikipedia.org – Museo Casa Selma
# La Casa dei Russi: sede di piccole mostre temporanee.
Credits: geronzi.ch – La casa dei Russi
#Il Padiglione Elisarion: custode dell’opera Il chiaro mondo dei beati di Elisar von Kupfer.
# L’Albergo Bauhaus: opera della fine degli anni Venti dell’architetto Emil Fahrenkamp, è una struttura fedele ai dettami di razionalità e funzionalità della celebre scuola tedesca, fonde dettagli costruttivi originali come camere vista lago e ampie terrazze con arredi in stile e geometrie interne che incorniciano il panorama.
Credits: wikipedia.org – Albergo
# Villa Semiramis: costruita nel 1909 dall’architetto torinese Anselmo Secondoin stile art-nouveau di Villa Semiramis.
Credits: swiss-historic-hotels.ch. – Villa Semiramis
# Una piantagione di tèe una casa dedicata alla degustazione e alla scoperta del valore culturale della famosa bevanda.
# Casa Monescia: rifugio di Alexander Wilhelm de Beauclair primo segretario della colonia vegetariana
# La piccola Casa Marta: un’accogliente capanna nel bosco arricchita da una composizione unica di arredi realizzati a mano dal carpentiere Francesco Luschner.
Milano non si fa proprio mancare nulla. Dopo il ristorante temporaneo sospeso in aria a 50 metri d’altezza, si può cenare con piedi a mollo nell’acqua.
CENARE con i PIEDI nell’ACQUA a mezz’ora da Milano
# Il White Dinner Water Show, una cena elegante con i piedi immersi nell’acqua
Credits villarenoir IG – Dinner Show
Milano non si fa proprio mancare nulla. Dopo il ristorante temporaneo sospeso in aria a 50 metri d’altezza con vista Expo nel 2015, dove fare colazione, pranzare e gustare un cena gourmet senza pavimento sotto i piedi, da qualche anno nell’hinterland si può mangiare con i piedi a mollo nell’acqua di una piscina. Siamo a Villa Renoir, a Legnago, una location immersa nel verde a 30 minuti da Milano con una piscina di 650 mq e una villa costruita in stile classico, che ospita eventi e ceremonie e dove durante l’estate viene organizzata la White Dinner Water Show. Questo evento, che si svolge solitamente in due date nel mese di luglio, è stato realizzato per la prima volta nel 2017. L’idea di dare vita a questa cena elegante in piscina è venuta al proprietario dopo che una coppia di sposi ha scelto di effettuare il taglio della torta direttamente in acqua.
# Musica live con dj set, coreografie mozzafiato e videomapping in 3D
Credits villarenoirmilano IG – Dinner Water show
Per partecipare alla cena si può prenotare il tavolo direttamente in piscina. Il menu è solitamente a base di pesce con antipasto, primo, secondo e bevande incluse. La serata non comprende però solo la cena. C’è anche musica live con dj set, coreografie mozzafiato, videomapping in 3D e animazione da villaggio. I clienti che hanno prenotato il tavolo in acqua, in alternativa si può cenare in giardino, potranno anche ballare direttamente in piscina durante il Dance Party Show.
# Il dress code richiesto per l’occasione
Credits villarenoirmilano IG
Il dress code richiesto è elegante, preferibilmente in bianco. Per gli uomini bermuda, camicia bianca e papillon, per le donne gradita la donna corta.
I tavoli vengono posizionati in modo che i commensali si possano bagnare fino alle ginocchia e anche il livello dell’acqua viene abbassato per l’occasione.
Indirizzo: Strada Vicinale delle Robinie s/n, Legnano (MI)
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen
Un’infrastruttura da record con luci, colori e installazioni artistiche da attraversare a piedi, in bicicletta e con il monopattino.
Lo SPETTACOLARE TUNNEL solo per BICI e PEDONI più LUNGO del MONDO (Immagini)
# Ha una lunghezza di circa 3 km
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen
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Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Pareti tunnel Bergen
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen colori
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen monopattini
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen pattini
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen percorso
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen uscita
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen
Il Fyllingsdalstunnelen è stato inaugurato il 16 aprile 2023 a Bergen, in Norvegia. Il tunnel collega le nuove aree residenziali di Mindemyren, il quartiere universitario di Kronstad e uno dei luoghi di lavoro più grandi della contea, l’Haukeland University Hospital. Lo scavo attraversa il monte Løvstakken, alto poco meno di 500 metri.
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen percorso
Con i suoi 2,9 km di estensione è il tunnel ciclopedonale più lungo del mondo realizzato appositamente, secondo al mondo considerando il tunnel di Snoqualmie vicino a Seattle negli Stati Uniti di 3,6 km e che occupa una galleria ferroviaria abbandonata.
# Un risparmio di 6 km per i cittadini
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen uscita
Ci vogliono circa 8-10 minuti per attraversarlo in bicicletta o monopattino e 36 minuti a piedi. Senza questo tunnel il percorso sarebbe stato di quasi 6 km e 20 minuti più lungo. Le corsie pedonali e ciclabili sono larghe rispettivamente 2,5 e 3,5 metri e sono state installate 100 telecamere per la sicurezza. A fianco corre una linea tranviaria della cittadina e il tunnel serve anche da via di fuga per i passeggeri a bordo del tram.
# Uno spettacolo di luci e installazioni artistiche
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen pattini
Non è solo un tunnel da record, ma è anche uno spettacolo per gli occhi. Un progetto da 27 milioni di euro che presenta al suo interno un’illuminazione dinamica colorata che si attiva quando un ciclista o un pedone vi entra da entrambi i lati.
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen
In questo modo gli utenti sono avvisati della presenza di quelli che provengono della direzione opposta. Lungo le pareti e al centro della rotonda sono presenti delle opere d’arte pensate per rendere più piacevole il viaggio al suo interno.
Quando guardiamo un film con i supereroi ciò che il regista ci chiede è di “sospendere la nostra realtà” per tuffarci in un mondo in cui si può volare o si può sparire con un mantello e per quelle 2 ore di film noi crediamo che sia possibile.
Ecco, l’artista del giardino dei Tarocchi ci chiede la stessa cosa, per questo il giardino è protetto da un doppio muro, per essere separato dal mondo esterno come ha voluto Niki
de Saint Phalle. Il muro è inteso quindi come una soglia da varcare per entrare in una “pausa magica” nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni.
Il GIARDINO dei TAROCCHI: la “pausa magica” dalla realtà
# Il giardino ispirato a Gaudì
Credit: @margheritamontalbanoart
Superata questa soglia ci si ritrova in 2 ettari di terreno (donati all’artista dalla famiglia
Agnelli), pieni di immagini evocative, ispirate dalla visita al Parque Guell di Antonio Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo.
Credit: @maremmalocal
La costruzione del parco inizia nel 1979 e termina nel 1996, apre poi al pubblico nel 1998.
Si può visitare e si può creare il proprio percorso personale tra le 22 sculture ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi.
Il colore di queste statue è strabiliante, sembra di camminare tra magia ed esoterismo; il consiglio è di andare al tramonto, la luce offre dei colori unici.
# Un percorso unico
Credit: @malax975
Nei percorsi all’interno del giardino sono disseminate moltissime citazioni, frasi, messaggi nascosti, ideogrammi, numeri e pensieri dell’artista, tutti da scovare lasciando ovviamente sospesa la realtà.
Niki de Saint Phalle ha arredato alcune di queste sculture rendendole abitabili, come la scultura/abitazione Imperatrice-Sfinge, enfatizzando così lo stretto rapporto tra arte, architettura e design.
Altri rapporti evidenti sono l’integrazione arte-natura, tradizione-contemporaneità, forme-colore, materia-spirito, così da fare del Giardino dei Tarocchi, un’opera totale.
Indirizzo: Strada Garavicchio, 2, 58011 Pescia Fiorentina GR (Capalbio)
La villa, restaurata negli anni ’20, è stata trasformata in un resort a cinque stelle, con servizi di prima classe da far invidia agli hotel di lusso più blasonati. Per Forbes è una tra le ville più belle al mondo per le vacanze.
La VILLA RESORT da 1.000 EURO all’ORA a pochi chilometri da Milano
# Tra le undici ville più belle al mondo per le vacanze secondo Forbes
Villa Cassinella fronte
Villa La Cassinella, una bellissima residenza lacustre appartata restaurata negli anni ’20 del secolo scorso dall’ingegnere Carlo Mantegazza, si trova sulla sponda occidentale del Lago di Como, nel Municipio di Lenno all’interno del Comune di Tremezzina in provincia di Como. Da Milano è raggiungibile in poco più di un’ora.
Camera della villa
La tenuta conta 30.000 mq di giardino e quattro case. Da qualche anno è diventata un resort di lusso che mette a disposizione di chi vi soggiorna 37 locali, 17 posti letto, una dependance, darsena, campo da tennis, piscina e approdo direttamente dal lago.
Credits benasimyuksel IG – Villa La Cassinella
Si arriva anche a oltre 160.000 euro alla settimana per prenderla in affitto, pari a quasi 1.000 euro all’ora. Talmente inaccessibile, esclusiva e bella che Forbes l’ha messa nell’elenco delle undici ville più belle al mondo per le vacanze.
# La piscina a sfioro con piastrelle in oro 22 carati
Vista lago dalla villa
La villa, circondata da bellezze naturali e arredata con mobili antichi italiani di altissima qualità, opere d’arte e oggetti scelti da tutta Europa, offre una varietà di comfort e servizi di prima classe.
Piscina Villa La Cassinella
La Terrace House, terrazze private e zona pranzo con vista panoramica sul lago, una sala cinema, un bagno in stile spa che serve la palestra Technogym completamente attrezzata e un campo da tennis illuminato. La vera chicca è la piscina a sfioro riscaldata rifinita con piastrelle riflettenti in oro 22 carati circondata da meravigliosi giardini.
# Dal personal trainer all’autista privato
Campo da tennis villa
Qualsiasi esigenza di cui il cliente ha bisogno è a portata di mano. A disposizione all’interno della tenuta ci sono: chef privato, team di maggiordomi, pulizie, giardinieri, chi si occupa di mantenere e manovrare le barche, concierge e manager. Si può richiedere inoltre un appuntamento con l’estetista, il parrucchiere, il personal trainer, l’istruttore di tennis, di Yoga o Pilates, l’insegnante di ballo, il massaggiatore, il personal shopper. Per chi ha figli c’è la baby sitter. Oltre a questo ci si può far preparare un menu personalizzato e organizzare l’itinerario turistico, magari facendosi trasportare dall’autista privato. Insomma, un resort a cinque stelle con servizi da far invidia agli hotel di lusso più blasonati.
Così vicina a Milano ma, per storia e tradizioni, così lontana da essere, assieme al territorio bresciano e cremasco, più veneta che lombarda. La Bergamasca è una terra ricca di storia e di natura, tanto montuosa quanto pianeggiante. Basta passeggiare per le vie del suo capoluogo per respirarne l’atmosfera dei passati secoli veneziani, la cui influenza vive ancor oggi nelle sue piazze, nello stile delle case, nei dialetti locali, nelle tradizioni e nell’arte, influenzata dalla ricca Venezia e dai suoi artisti.
Oggi però non vi condurrò alla scoperta delle bellezze artistiche custodite tra la città alta e bassa di Bergamo: usciremo alla scoperta di alcune delle innumerevoli bellezze nascoste nella provincia bergamasca, tra le sue valli, le sue calde pianure e le alte vette orobiche.
Le 10 ATTRAZIONI IMPERDIBILI della BERGAMASCA
#1 Salto degli Sposi
Credits: visitbergamo.net – Salto degli Sposi
Basta incamminarsi a poca distanza dal passo della Presolana, a 1297 mt, in un facile sentiero boschivo per imbattersi in un “Belvedere” davvero originale, e già la presenza delle tre statue che incontriamo lo dimostra. Siamo sul monte Scanapà, e da qui la vista spazia sulla sottostante Val di Scalve, sul torrente Dezzo e fino alla Valcamonica, il silenzio e i colori della natura fanno la loro parte rendendo questo posto quasi magico, tanto da aver attratto con la sua bellezza una coppia di novelli sposi del XIX secolo.
Nel 1871 il giovane musicista polacco Maximilian Prihoda giunse in questa valle per far visita alla famiglia, che aveva possedimenti nella zona, innamorandosi del luogo e decidendo di stabilirvisi assieme alla moglie, la pittrice Anna Stareat. I due fecero del Belvedere il loro nido d’ispirazione, passandovi ore ed ore ad osservarne la natura e il fascino enigmatico di quel salto, tanto che, come narra la leggenda, un giorno decisero di gettarsi da quel dirupo abbracciati l’uno all’altra. I corpi vennero rinvenuti ancora abbracciati, come in un eterno gesto d’amore che rimane tutt’oggi un mistero.
Oggi restano le loro sagome metalliche a ricordo di questa triste e romantica storia, e la scenografica vista di questo Belvedere.
#2 Polittico di Ponteranica
Credits: montagneepaesi.com – Polittico di Ponteranica
Nella gotica chiese dei SS. Vincenzo ed Alessandro a Ponteranica, non molto distante da Bergamo, è custodita una delle più belle opere pittoriche di Lorenzo Lotto, genio del Rinascimento italiano che trascorse nella bergamasca ben tredici anni, realizzando alcuni dei suoi più grandi capolavori. Lorenzo Lotto è strettamente legato a Bergamo e al suo territorio, potremmo quasi dire che i suoi più grandi capolavori siano stati realizzati in questi territori, molto più che a Treviso, Venezia e nelle Marche.
Il polittico di Ponteranica è un vero gioiello nascosto, eseguito dall’artista nel 1522 su commissione della Scuola del Corpo di Cristo e collocato a sinistra dell’altare maggiore. Il dorato scrigno ligneo riflette ancora di più la bellezza dell’opera, nella cui tavola superiore è raffigurato Cristo Risorto, vincitore della morte su questo tappeto di nuvole, uno sguardo intenso e profondo verso lo spettatore.
Ai lati del Redentore, Lotto rappresenta l’Annunciazione, in uno sfondo buio, illuminato solo dalla Colomba. Nei pannelli inferiori si trovano San Pietro, con le immancabili chiavi, Giovanni Battista e Paolo, mentre il paesaggio terreno alle loro spalle ricorda proprio la natura circostante, le colline della Val Brembana di cui Ponteranica è parte.
#3 Clanezzo
Credits: primabergamo.it – Clanezzo
Clanezzo è un borgo fluviale all’imbocco della Val Brembana, che conserva ancora un fascino medioevale dove il tempo sembra essersi fermato, è perciò la meta ideale per fare due passi tra storia e natura. Scendendo verso la confluenza tra il fiume Brembo e il torrente Magna, la prima cosa che si incontra è il medioevale ponte di Attone, una possente struttura in pietra che scavalca il torrente, edificato per volere del conte di Lecco Attone attorno al X secolo.
Questo ponte fu per anni l’unica via d’accesso alla Val Brembana e quindi importantissima via di commercio con il mondo germanico, non è dunque un caso che, al di la del ponte si trovi l’antica dogana eretta per la riscossione delle gabelle. Seguendo la strada verso il Brembo, arriviamo ad un altro complesso di edifici, il porto, realizzato attorno al XVII secolo durante l’epoca veneziana, utile per l’attraversamento del Brembo a scopi commerciali.
Il fascino di antico borgo di frontiera è ancora vivo tra queste mura, da cui fino all’inizio del ‘900 partirono traghetti, alcuni diretti anche a San Pellegrino Terme, e dove, verso il 1878, venne realizzato uno dei primissimi ponti con funi portanti realizzati in Italia, il cosiddetto “Put che bala”.
#4 Cassiglio
Credits: provinciabergamasca.com – Chiesa di Cassiglio
Poco battuta e conosciuta, posta tra la Val Brembana, di cui ne è una diramazione, e la lecchese Valssassina, la Val Stabina e il borgo di Cassiglio vantano un itinerario artistico e naturale di tutto rispetto. Per raggiungerla dalla Val Brembana basta salire fino ad Olmo al Brembo, e da qui trovarsi faccia a faccia con questo affascinante paese montano di 110 abitanti. Ma perché vale la pena fermarsi a Cassiglio? La risposta vi sarà chiara appena giunti alla chiesa di San Bartolomeo, risalente al 1468, sopra al cui ingresso è affrescata una rara e pregevole “danza macabra” tardo gotica, risalente anch’essa alla seconda metà del XV secolo. L’affresco parla chiaro, nessuno è immune alla morte, ne il papa, qui raffigurato accanto ad un macabro scheletro, ne l’imperatore, ne tanto meno i nobili o i cavalieri.
Una danza tra la vita e la morte, che probabilmente decorava l’intera parete dell’edificio, e che incontriamo nuovamente camminando poche centinaia di metri più avanti, lungo la strada che porta a Valtorta, sulle pareti di Casa Milesi. Abbiamo cambiato epoca, ma la danza macabra rimane, anche se sarebbe più giusto chiamarla “serenata macabra” vista la scena che si svolge lungo la prima finestra centrale, dove un uomo, in eleganti vesti barocche, sta corteggiando la giovane dama alla finestra non curandosi della freccia incoccata nell’arco di quel macabro scheletro, che lo unisce al destino dei due vecchi popolani.
Il gusto veneto di queste scene tardo barocche è sdrammatizzato dai personaggi che animano la parte inferiore dell’edificio, un orso, animale che abitava queste valli, una scimmia e altri animali che sembrano non preoccuparsi del corso della natura. Da Cassiglio è possibile anche seguire alcuni sentieri di trekking fino alla cosiddetta “grotta dell’isola” oppure rilassarsi al lago artificiale di Cassiglio, da cui partono altrettanti sentieri verso la Valsassina.
#5 Clusone
Credits: ilgiorno.it – Clusone
Centro più importante dell’alta Val Seriana, Clusone è un pittoresco borgo medioevale circondato dalle montagne. Passeggiare per le sue vie permette al visitatore di scoprire alcuni dei suoi tesori, tra cui il bellissimo orologio astronomico incastonato nella torre del municipio o la gotica chiesa dei disciplini.
L’orologio venne costruito nel 1583 da Pietro Fanzago, ed è un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, oltre ad essere uno dei più antichi e pregevoli esempi di orologio-planetario d’Europa. Molto più famosa della “danza macabra” di Cassiglio è quella affrescata sulla facciata dell’oratorio dei disciplini di Clusone, realizzata nel 1484/85 per volere dell’omonima confraternita.
Il tema del ciclo è lo stesso trattata in Val Stabina, ma in maniera più solenne e pomposa, con una morte incoronata e sovrana, vittoriosa su papi, vescovi, cardinali, imperatori, dogi e regnanti d’ogni nazione. A differenza dell’affresco di Cassiglio, qui si conosce il suo autore, l’albinese Giacomo de Buschis. Una visita a Clusone non puó dirsi completa, senza aver provato i tipici scarpinocc, una specie di casoncello ripieno di formaggio e spezie.
#6 Gromo
Credits: borghipiubelliditalia.it – Gromo
Uno dei borghi più belli d’Italia, Gromo sembra non aver perso quel fascino medievale che la rese nota come la “piccola Toledo” per via della sua celebre produzione di armi ed armature, soprattutto al servizio della repubblica di Venezia. Oggi come allora il suo cuore è la centrale piazza Dante, su cui si affacciano il turrito castello Ginami, oggi sede di un ristorante, la gotica chiesa di San Gregorio e il quattrocentesco palazzo Milesi, oggi sede del comune e del “Museo delle armi bianche e delle pergamene”.
#7 Santuario di San Patrizio
Credits: tripadvisor.it – Santuario di San Patrizio
Arroccato sulle prealpi orobiche a 620 metri d’altezza, questo antico santuario è l’unico in Italia dedicato all’apostolo d’Irlanda St Patrick. Fondato da alcuni mercanti irlandesi nel XII secolo probabilmente come voto per esser sfuggiti alle razzie dell’imperatore Federico Barbarossa nei territori bergamaschi, conserva al suo interno un pregevole ciclo di affreschi rinascimentali del 1514.
Il santuario è raggiungibile sia in macchina che a piedi, attraverso un sentiero in salita che parte dal centro di Colzate e giunge fino alla rupe su cui poggia il sacro edificio. Proprio lo sotto si trova la fontana di St Patrick le cui acque, secondo la tradizione, avrebbero qualità miracolose.
#8 Fraggio
Credits: photo.cuboimage.it – Fraggio
Un piccolo borgo montano a quasi 1000 metri, rimasto inalterato nel tempo ed oggi quasi del tutto disabitato. Il Borgo di Fraggio, frazione del comune di Taleggio, è raggiungibile a piedi percorrendo una mulattiera ed è un escursione ideale per chi è alla ricerca di un angolo di pace fuori dalla frenesia delle città.
Posto sull’antico confine tra Repubblica di Venezia, che qui aveva una dogana, e Ducato di Milano, sembra che qui tutto si sia fermato. Attorno a noi solo antiche case in pietra, il rumore dell’acqua che scorre dal lavatoio e la mole medioevale dell’oratorio di San Lorenzo, vero gioiello nascosto.
#9 Valle del freddo
Credits: incavallina.it – Valle del freddo
In questo angolo della Val Cavallina, a soli 360 metri d’altitudine, avviene un fenomeno che unico in nel suo genere in tutto il continente europeo. Si tratta della riserva naturale della Valle del freddo, così chiamata perché le temperature qui scendono fino a 2 gradi, permettendo in estate la fioritura di stelle alpine e rododendri.
Il fenomeno è dovuto al fatto che l’acqua nel terreno si ghiacci, permettendo in estate la fuoriuscita di aria fresca attraverso delle fessure nel terreno. Gli abitanti chiamano questa valle la “valle del diavolo” perché, secondo la leggenda, fu il diavolo a crearla. Leggende o meno, la valle del freddo è un luogo ideale in cui rifugiarsi durante i caldi week end estivi.
#10 Pizzo Coca
Credits: orobie.it – Pizzo Coca
Se anche voi siete amanti dell’alpinismo allora la meta ideale nella bergamasca è il Re delle Orobie, il Pizzo Coca. Coi suoi 3050 mt d’altezza il Pizzo divide la bergamasca dalla Valtellina. La via che ci conduce sul Pizzo potremmo anche dividerla in due gradi di difficoltà per una durata complessiva di circa 5/6 ore di cammino.
Partendo da Valbondione, ultimo paese della Val Seriana, superiamo il fiume Serio e iniziamo la nostra salita, di poco più di 2 ore, fino al Rifugio Merelli al Coca, a 1892 metri. Salendo ancora più su, raggiungiamo il Lago Coca, a 2108 metri, circondato dalle tre vette più alte delle Orobie, i Pizzi Coca, Redorta e Scais. Dal lago ha inizio l’alpinismo vero e proprio, salendo piano e lungo la via per esperti che conduce ai 3050 metri del Pizzo Coca e della sua croce, da cui la vista è davvero incredibile.