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Sarà in Italia il TRAFORO più LUNGO del MONDO: 64 Km sottoterra

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bbt-se.com - Galleria Base del Brennero

Una rivoluzione per la mobilità e i trasporti europei. Il progetto e il punto sui cantieri. 

Sarà in Italia il TRAFORO più LUNGO del MONDO: 64 Km sottoterra

# Il tunnel ferroviario da record tra Italia e Austria: 64 Km sottoterra

Galleria di Base Brennero

La Galleria di Base del Brennero è una galleria ferroviaria ad andamento pianeggiante che collega Italia e Austria, tra Fortezza e Innsbruck, per una lunghezza di 55 km. Nel 1994 fu inaugurata a sud di Innsbruck una circonvallazione ferroviaria di 12,7 km, la “Galleria della Valle dell’Inn”. Mettendo in connessione queste due infrastrutture si verrà a creare il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo del mondo: 64 km. La “Galleria della Valle dell’Inn” sarà infatti percorsa solo per un tratto.

# I cantieri aperti

Professione Geometra – Galleria del Brennero

Attualmente sono cinque cantieri attivi, due sul territorio italiano (Lotto H61 Mules 2-3 e 
Lotto H71 sottoattraversamento Isarco) e tre sul territorio austriaco. La futura Galleria di Base del Brennero, destinata esclusivamente al trasporto ferroviario, è prevista a una quota di 794 m s.l.m. sotto il valico del Brennero e con un tunnel composto due gallerie principali a binario singolo. 

# Riduzione del tempo di percorrenza di quasi il 70%

bbt-se.com – Galleria Base del Brennero

La costruzione di questa opera consente di ridurre i tempi di percorrenza di quasi il 70%, passando dagli attuali 80 minuti a 25. Grazie all’eliminazione delle grandi pendenze è possibile infatti fare viaggiare i treni a una velocità superiore a 200 km/h, oltre che far transitare treni merci più lunghi, più pesanti e in numero più elevato. Una rivoluzione per la mobilità e i trasporti europei. Il termine dell’ultimo cantiere di scavo è programmato per il 2028. Per l’attrezzaggio e l’installazione degli impianti tecnologici è previsto la progettazione esecutiva e l’avvio dei lavori nel 2027 con conclusione nel 2032.

Continua la lettura con: La RIVOLUZIONE della MOBILITÀ: le 10 NOVITÀ in arrivo a Milano nei PROSSIMI ANNI

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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VIA LARGA: dove un tempo c’era una LAGUNA, ora c’è un errore di TRADUZIONE

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credits: @mfphotography.cloud (Instg)

Se ti è capitato di passare in Via Larga ti sarai chiesto almeno una volta “perché si chiama così?” No, la risposta non c’entra con la sua larghezza ma con una questione buffa di traduzione. Andiamo a scoprirlo.

VIA LARGA: dove un tempo c’era una LAGUNA, ora c’è un errore di TRADUZIONE

# In origine questa via era una specie di laguna, poi i romani realizzarono le mura difensive della città

credits: blog.urbanlife.org

In origine la via Larga era il punto in cui il Seveso formava una specie di laguna. Poi i romani costruirono le mura difensive e ai suoi piedi una banchina per far approdare le barche (dagli scavi in epoche successive è stata rinvenuta la banchina). Successivamente vennero edificate altre mura, abitazioni e canali per ingrandire la città. L’acqua piano piano è diventata sempre meno importante per questa via fino a scomparire del tutto.

# La via Larga prende questo nome durante la dominazione spagnola nel ‘500: ma il significato non è quello che sembra

A partire dal 1535 gli spagnoli iniziarono un periodo di dominazione su Milano che durò circa 170 anni. Durante questi anni la città subì grandi modifiche ed è proprio in questo momento che via Larga acquisì il suo nome attuale, non perché fosse effettivamente una strada dalle larghe dimensioni ma perché all’epoca era una delle vie più lunghe. Allora perché questo nome? Il fatto è che “largo” in spagnolo significa “lungo”, confuso? Gli spagnoli avevano dato il nome Larga a questa via per sottolineare che fosse la più lunga della città. E largo in spagnolo? Ovviamente si dice “amplio”.

E tu sapevi perché via Larga si chiama così? Faccelo sapere nei commenti qui sotto o sotto il post di Facebook.

Fonte: urbanlife

Continua la lettura con: 10 parole e soprannomi geniali INVENTATI da GIANNI BRERA e diventati di uso comune

ANDRA STEFANIA GATU

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Aperitivo all’aperto? I 10 locali top a Milano

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whereatmilano IG - Al Cortile

Sta arrivando il caldo. Voglia di fare aperitivo? 

Aperitivo all’aperto? I 10 locali top a Milano

Dalla classifica dei migliori locali per fare aperitivo a Milano pubblicata da Agrodolce, abbiamo estratto quelli che secondo noi sono i 10 locali top in assoluto.

#10 Bob

ilcoloredelvetro IG – Bob

Viene definito come un locale elegante dall’atmosfera industrial-chic che serve cocktail artigianali e piatti panasiatici. Se quindi gli aperitivi sono la vostra passione, ma vi siete stancati delle solite patatine, olive e pizzette, penso che Bob in zona Isola potrebbe diventare il vostro posto preferito. Il menu propone cocktail e specialità asiatiche, con un focus sulla cucina di Taiwan. Potrete gustare fantastici panini nel dehors affacciato sulla strada. Un esempio? Il panino farcito con polpo grigliato.

Indirizzo: Via Borsieri, 30

#9 Clotilde Brera

clotildebrera

Un altro posto pazzesco per fare aperitivo a Milano è Clotilde Brera. L’affaccio esterno del locale è una terrazza con tavolini e vista sui tetti di una delle zone più antiche di Milano oltre che sulla Chiesa di San Marco. Una vera e propria esperienza di gusto grazie agli esperti chef e mixologist che propongono il giusto abbinamento tra cocktail/long drink e i piatti del menu.

Indirizzo: Piazza San Marco, 6

#8 Ceresio 7

Credits aleildevi IG – Ceresio 7

Se si parla di vista panoramica non si può non citare almeno un rooftop. Tra tutti i locali con terrazza presenti in città per un aperitivo abbiamo inserito nella nostra top 10 Ceresio 7, che si trova nell’omonima via… proprio al numero 7. L’attico permette di osservare tutto lo skyline cittadino di Porta Nuova e nelle giornate più terse si riescono a scorgere persino le montagne. Il tutto arricchito da due piccole piscine che creano un’atmosfera magica.

Indirizzo: Via Ceresio, 7

#7 Otto

credit: inthemoodfordesign.eu

In Chinatown c’è Otto, un locale sui generis con terrazza esterna e un cortile privato su cui affaccia, insomma un angolino appartato e tranquillo. Tra quelli all’aperto è uno dei migliori per fare aperitivo a Milano, con taglieri di assaggi anche vegetariano da accompagnare ai cocktail. Come suggerisce il nome, il locale si trova al civico 8 della via principale del quartiere.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 8

#6 Librosteria

milano_sguardi_inediti IG – Librosteria

Avete mai bevuto uno spritz mentre scegliete libri da un’intera libreria a vostra disposizione? E non si parla della libreria di casa, ma di una vera e propria libreria. Nella Librosteria nel Borgo degli Ortolani, a sud di Chinatown, è stato ricreato il mix perfetto tra un’osteria e una libreria di libri usati, visto che il locale condivide gli spazi con la libreria Baravaj. Ci si può sedere all’interno e nel dehor esterno affacciato su una piazzetta pedonale con aiuole, per fare aperitivo oppure per leggere un libro.

Indirizzo: Via Cesare Cesariano, 7

#5 Frida

credits: www.fridaisola.it – Bar Frida Isola

Uno dei locali più amati di Milano,  prima dai radical chic e oggi ritrovo fisso per tantissimi giovani, nascosto tra le vie dell’Isola. Il Frida è anti convenzionale per eccellenza e conosciuto per i suoi murales, ha numerosi tavolini nello spazio esterno con giardino e insieme alle piante rampicanti lo rendono un posto perfetto per sorseggiare le tantissime varianti di Spritz in carta.

Indirizzo: Via Antonio Pollaiuolo, 3

#4 Rita’s Tiki Room

milanosocial IG – Tiki Milano

Partiamo dalle basi: che cos’è un Tiki Bar? Sono dei locali a tema esotico, che servono cocktail elaborati – spesso in bicchieri fuori dal comune – e richiamano esteticamente le atmosfere tropicali. Il migliore sulla piazza è il Rita’s Tiki Room di Milano sui Navigli, grazie ai suoi super cocktail a base di rum, con più di 350 etichette, ma tutta la lista di drink è assolutamente da provare, dai frozen drinks ai classici tiki. In accompagnamento le proposte culinarie di Eugenio Roncoroni, basate su una cucina di ispirazione cantonese, con influenze thailandesi, caraibiche, creole, giapponesi.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 69

#3 Un posto a Milano

Credits: cuccagna.org – Cascina Cuccagna

Dai Caraibi alle cascine di campagna ci si mette davvero poco, se si abita a Milano. In zona Porta Romana troviamo infatti la Cascina Cuccagna, l’unica cascina rimasta in centro città, con bar, ristorante e foresteria. Il duo – chiamato Un posto a Milano – è gestito dallo chef Nicola Cavallaro e propone una vasta scelta di cocktail, vini e birre da sorseggiare tra gli spazi verdi che circondano la cascina, compreso un orto.

Indirizzo: Via Cuccagna, 2

#2 Al Cortile

whereatmilano IG – Al Cortile

Sapevate che esiste una Little Italy milanese? Si nasconde nel ristorante Al Cortile, tra la zona Bocconi e la Darsena. In ogni Little Italy che si rispetti, la cucina deve obbligatoriamente essere italo-americana… ma non cadete in frettolosi pregiudizi. Si possono degustare i piatti italiani conosciuti nel mondo per essere stati rovinati dagli americani, ma cucinati con passione e cura tutta Made in Italy. Insomma, qui anche le Fettuccine Alfredo sono deliziose.

Indirizzo: Via Giovenale, 7

#1 Tranvai

ilapinklady IG – Tranvai

Il primo posto della nostra top 10 dei locali migliori per fare aperitivo a Milano se lo è aggiudicato il Tranvai. Un tempo un tram, se non si fosse capito dal nome, oggi locale dall’atmosfera calda e rilassante. Uno dei simboli più rappresentativi della nostra città che nel tempo si sono riconvertiti in saune e ristoranti. Attorno al tram-cucina si trova uno splendido dehor con pergolato ideale per un cocktail o una birra in compagnia, frequentato anche da famiglie con figli.

Ecco, questi sono i 10 locali migliori per fare aperitivo a Milano secondo noi. Ma per fortuna la nostra città è piena di sorprese, segnalateci i vostri preferiti!

Indirizzo: Via Tirano c/o Naviglio della Martesana Angolo, Via Gianfranco Zuretti, 63

Fonte: Agrodolce

Continua la lettura con: La GUIDA di Vogue degli APERITIVI di MILANO: i 10 INDIRIZZI IMPERDIBILI

Articolo di ROSITA GIULIANO aggiornato dalla redazione

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La seconda vita dell’Albero della Vita: questo sarà il suo futuro

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Credits Andrea Cherchi - Albero della vita in funzione

In occasione dell’Expo i milioni di visitatori accorsi da tutto il mondo hanno potuto apprezzare l’originalità e la diversità dei padiglioni dei vari stati, quelli a tema legati a un determinato alimento o prodotto così come le piccole o grandi attrazioni sparse sul Cardo e sul Decumano. Di sicuro, l’attrazione che più ha colpito tutti soprattutto a livello sonoro e luminoso è stato l’Albero della Vita. Ma che fine ha fatto e farà?

La seconda vita dell’Albero della Vita: questo sarà il suo futuro

# Nel 2025 attesa la rinascita grazie a MIND

MIND

MIND è una delle più grandi partnership pubblico-privato in Italia per la realizzazione di infrastrutture di ricerca. Già sede di ospedali di cura e ricerca medica come IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio ed enti di ricerca quali Human Technopole, ospiterà anche l’attività di ricerca di due università milanesi di livello internazionale, Università degli studi e Politecnico di Milano, assieme a illustri ospiti internazionali come Berkeley SkyDeck Europe. Ed è proprio MIND che ha lanciato un progetto di riqualificazione dell’Albero della vita da completare nel 2025, ovvero a due lustri di distanza dall’Esposizione Universale milanese.

# Piazzale Expo 2015

Credits Andrea Cherchi – Albero della vita Expo

L’Albero della Vita è diventato un simbolo della città e come tutti i simboli deve essere preservato e valorizzato. Igor De Blasio, amministratore delegato di Arexpo ha dichiarato che svariate volte in molti si sono chiesti in questi anni post Expo cosa sarebbe diventato l’Albero della Vita, e che nel 2024 sarà delineato il progetto della nuova piazza sottostante che si chiamerà piazzale Expo 2015 che tornerà a offrire spettacoli, oltre ad ad essere un punto di riferimento per Mind come per la città intera.

# La seconda vita dell’Albero della Vita

Credits Andrea Cherchi – Futura piazza Expo2015

Se l’Albero è stato il simbolo del rilancio di Milano, l’idea è quello di rigenerarlo e di dargli una nuova vita. Nei prossimi mesi verrà lanciata una manifestazione d’interesse rivolta alla città per raccogliere proposte su quella che sarà la seconda vita dell’Albero anche se De Biasio qualche idea ce l’ha già: “Mi piacerebbe che l’Albero diventasse un po’ quelle che sono le fontane di Burj Khalifadi a Dubai, con spettacoli quotidiani che attirino turisti e siano un punto di aggregazione per le 60mila persone che ogni giorno vivranno il nuovo quartiere di Mind”. Sicuramente, lo spettacolo sarà diverso da quello visto durante i sei mesi di Expo perché a detta dell’AD sarebbe sbagliato ripetere dopo così tanti anni quello che era una bellissima esibizione. La tecnologia ha fatto dei grandi passi avanti e quindi non potrà che esserci un aggiornamento in linea con i tempi presenti. Le modifiche tecnologiche permetteranno anche di contenere i costi di manutenzione. Se per l’Albero della Vita, il futuro è assicurato, restano invece molti dubbi sul destino dell’Open air theatre, l’arena all’aperto da 6000 posti a sedere.

Resta da capire (ma questa è opinione personale) se la maestosa colonna sonora dell’Expo, Wild Side del maestro Roberto Cacciapaglia, sarà ancora di accompagnamento alle esibizioni luminose di quello che è stato l’albero artificiale più grande e famoso d’Italia e d’Europa. Perché chi come il sottoscritto all’Expo ci ha lavorato quella musica se la ricorda bene e non la dimenticherà mai.

Continua la lettura con: Il VILLAGGIO fatto solo di CASE sull’ALBERO

CARLO CHIODO

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Bagni pubblici quasi come opere d’arte: un’idea per Milano?

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starenkov.universal IG

A Milano i bagni pubblici sono pochi e spesso in condizioni degradate. Milano conta appena 49 bagni pubblici, molti dei quali sono fuori uso, costringendo i turisti a dover utilizzare i bagni di bar, ristoranti e negozi. In alcune città estere hanno provato, con grande successo, a trasformare i bagni pubblici in vere opere d’arte, belli e allo stesso tempo funzionali, in modo da garantire un servizio efficiente a chiunque. Eccone alcuni esempi.

Bagni pubblici quasi come opere d’arte: un’idea per Milano?

# The Tokyo Toilet (TTT)

galen_lowe IG

“Piccoli santuari di pace e dignità”, così li definisce il regista Wim Wenders. Questi bagni, con i loro colori, vogliono rappresentare l’accoglienza giapponese.

Leggi anche: I BAGNI TRASPARENTI: li portiamo a Milano? (VIDEO)

# Servizi ispirati alla cultura dell’origami – Hiroshima

Credits pinterest-arcdaily – Hiroshima

Complesso di 17 bagni pubblici in cemento, in differenti colori, integrati alla perfezione con il contesto del parco in cui sorgono. Dotati di superfici esterna repellente allo sporco che ne rende facile la manutenzione.

# Un bagno pubblico al circolo polare artico – Norvegia

starenkov.universal IG

Lungo una delle strade più turistiche della Norvegia si trova “Ureddplassen”, bagno pubblico a forma di onda che si affaccia sul mare.

# Perry Lakes bathroom – Marion, Alabama

roawr123 (tripadvisor) – Perry Lakes

All’interno del parco Perry Lakes a Marion, Alabama si trovano tre strutture, una diversa dall’altra, con un design armonioso con l’ambiente circostante.

# Kumutoto toilets – Wellington, Nuova zelanda

virginiagkelly IG – Kumutoto

Struttura in acciaio e cemento la cui forma ricorda dei tentacoli. Il progetto ha vinto nel 2012 il premio NZIA Wellington Architecture Awards.

# Ultime novità

Credits Comune di Milano

Solo recentemente il Comune di Milano ha annunciato la costruzione di 110 nuovi servizi igienici gratuiti da distribuire in tutta la città. Sul totale sono 70 quelli automatizzati, di cui:

  • 49 in sostituzione di impianti già presenti su suolo pubblico;
  • 21 da fornire e installare in nuovi siti già individuati;
  • 40 da fornire e installare ex novo, previa individuazione delle relative posizioni in accordo con il Comune.

L’obiettivo è quello di riuscire ad avere le prime strutture entro quest’estate. Riuscirà Milano a rispettare questo progetto e ad avvicinarsi anche solo minimante al livello che hanno raggiunto molte altre città? Noi ce lo auguriamo, in quanto i bagni pubblici sono un servizio essenziale per tutta la comunità.

Continua la lettura con: Il video del giorno: BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

FABIO MARCOMIN

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7 milanesi atipici: c’è chi non crede alla loro esistenza

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Credits Andrea Cherchi - Donna in Galleria

Milano è una metropoli con carattere europeo, talmente abituata a confrontarsi con cose che non le appartengono, di default, che quasi ha perso un carattere predominante che la identifichi: la nebbia, che non c’è più, lo stress, che è arrivato in ogni parte d’Italia, il lavoro, ahimè anche questo latita di tanto in tanto. Ma se c’è una cosa che ancora non si può negare è che i milanesi almeno agli occhi di chi arriva da fuori sembrano quasi sempre la stessa persona: ordinati, metodici, amanti della bella vita, fighettini, manager anche se sono dog-sitter o commessi, con ogni rispetto di queste due categorie di super lavoratori. Tuttavia esistono dei milanesi atipici, talmente tanto che c’è chi non crede alla loro esistenza.

7 milanesi atipici: c’è chi non crede alla loro esistenza

#1 Il cinese milanese (il Milacinese)

Chinatown

Sono i nuovi milanesi: i milacinesi, quelli della generazione Z, figli dei primi cinesi trasferiti a Milano negli anni ’90. Vestono come Guè Pequeno, con gli occhi a mandorla e i capelli liscissimi che ondulano ad ogni passo, vanno in giro con tecnologia portatile all’ultimo grido e se li chiami “cinciullai” ti rispondono: “wè, àlura?”. Sulla carta d’identità hanno scritto “luogo di nascita: Milano”, non hanno mai preparato un riso alla cantonese e non sanno minimamente come sia fatta Canton, la città natale dei genitori.

#2 Il milanese impiegato nella pubblica amministrazione

Credits hoigole IG – Palazzo Marino

Beh si, in una città dove sono tutti Junior e Senior manager di multinazionali straniere, tutti piccoli – medi imprenditori, tutti dirigenti, avvocati, magistrati, dottori, personal trainer, il milanese impiegato nella pubblica amministrazione, è atipico ma esiste. In Comune, in Regione, allo Stadio, e perfino nelle caserme Interregionali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, così come alla Caserma Santa Barbara in Perrucchetti o in Piazza Novelli, anche Milano ha la sua fetta di impiegati nelle Pubblica Amministrazione.

#3 Il milanese che non tifa né Milan, né Inter, né Juventus

Boldi si finge romano in Tifosi (1999). Credits: @romanzogiallorosso (INSTG)

Ma per il Napoli, la Bari, o la Roma, la Samp, il Bologna, il Lecce. Perché Milano ha accolto tutti, ha avuto generazioni di lavoratori partiti dal Sud, dal Centro e, questi, come i cinesi di cui sopra, hanno fecondato la generazione successiva lasciando le radici lì dove le avevano impiantate…e così oggi molti milanesi sono tifosi apolidi, non tifano per le tre grandi squadre del Nord ma per altre. Vanno allo stadio acquistando il biglietto del tifo di casa ma poi supportano la loro squadra. Sono milanesi atipici, stando alle stime di tifo cittadino ma, tuttavia, esistenti.

#4 Il milanese che viene dal nord

Credits miss__trainspotter__2002 IG – Treno svizzero Stazione Centrale

Eh già, perché questa storia che a Milano sono tutti del Sud è la più grande bufala dopo quella della nebbia. Da Varese, da Como, dalla Svizzera. A Milano c’è gente del Nord, ci sono milanesi che vengono dal Nord, gente che per difformarsi dal mood cittadino degli appartamenti di 70 mq che costano come l’oro, hanno preferito la villetta ad Arese e la tranquillità del paesino a Nord di Milano o, ancora, la cittadina più piccola ma con tutti i servizi. Sono gli atipici ma veri, milanesi del Nord.

#5 Il milanese in pensione

paolo.tammy IG – Umarell

Milano e lavoro è uno stereotipo tutto italico che nasce dal boom degli anni ’60 e continua fino ai giorni nostri. Dire vado a Milano è spesso seguito dalle parole “a lavorare” o “per lavoro” e l’antitesi del lavoro è proprio la pensione. Ma può essere che a Milano ci siano anche i pensionati? Ebbene sì, il milanese va in pensione, come tutti gli altri (almeno quelli della generazione scorsa) e se fai un giro a Corso XXII Marzo, il giovedì alle 9, puoi anche vederli. Ma siamo sicuri che tutti i milanesi pensionati vadano a controllare lo stato di avanzamento lavori dei cantieri? Qualche dubbio, perché il milanese pensionato quando va in pensione cerca un altro lavoro.

#6 Il milanese squattrinato

Senza tetto in centro

Milano, posto di ricchi: c’è chi ha i soldi e chi fa finta di averli, chi li guadagna lavorando e chi li guadagna con il genio, con il culo, con l’illegalità. Però a Milano devi avere i soldi, senza quelli potresti non essere in grado di capire la città e starne fuori. Restare fuori da un sistema economico, fuori dal business. Ma l’economia è un’onda sinusoidale, oggi sei povero, domani sei ricco e poi di nuovo povero, fa parte del gioco del lungo periodo. Pertanto non credi che possano esistere, a Milano, milanesi squattrinati, eppure è così. Si tratta di nobili decaduti perché hanno gestito male le loro carte, di chi ha troppo amato vivere la città, di chi ha rifiutato eredità imbarazzanti per stile di vita, di chi si è accontentato di poco e non è riuscito a stare al passo con il cambiamento. Sono milanesi atipici, talvolta li vedi anche di notte dormire su qualche cartone, ed esistono.

#7 Il milanese di Milano

Milanese

Last but not least la categoria più impropria e più atipica di tutta la classifica: ma voi, lo sapevate che a Milano ci sono i milanesi di Milano? Tutti dicono di no, la cosa che più spesso sentirete dire è che “comunque i genitori non erano di Milano!”. E invece, rullo di tamburi, a Milano ci sono milanesi che da generazioni nascono e muoiono a Milano, lasciano genesi che si ripetono nel tempo e poco male se il cognome Hu ha superato Rossi già nel 2014, dieci anni fa, i longobardi sono atipici ma esistono, e insistono, su quella che è la loro città.

Continua la lettura con: 5+1 tipologie di MASCHIO MILANESE

MARCO POLITO

copyright milanocittastato.it

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Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?

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pexels-pixabay - Parco divertimenti

Nel mese di settembre 2022 era programmata la posa della prima pietra, ma il cronoprogramma non è stato rispettato. Se venisse costruito diventerebbe il parco tematico più grande d’Europa, superando il più famoso parco di Gardaland e addirittura DisneyLand Paris. Questi i dettagli del progetto e l’investimento previsto.

Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?

# In Campania il parco più grande di DisneyLand Paris?

Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix

Più grande dello storico e più famoso parco italiano di Gardaland e addirittura di Disneyland Paris. Sono state queste le promesse fatte dai promotori presentando a maggio 2022 il più grande parco tematico più grande d’Europa da realizzare dell’ex cava Cementir a Maddaloni, in provincia di Caserta, da tempo in disuso. La scelta del nome è ricaduta su Ludo&Felix. Il parco dovrebbe svilupparsi su un’area di 100 ettari con attrazioni di ogni tipo, dalla cultura, al turismo, al divertimento e essere suddiviso in due aree:

  • Ludo su 40 ettari dedicata alle attrazioni;
  • Felix, il polo culturale di altri 60 ettari.

# Un investimento di 400 milioni di euro da finanziare in parte con fondi pubblici

Ph: appiapolis.it – Presentazione Ludo&Felix

L’investimento necessario alla realizzazione del parco di divertimenti è stato stimato in 400 milioni di euro, di cui 130 milioni da privati e il residuo che sarebbe dovuto arrivare tramite le risorse del PNRR. Avrebbe dovuto essere una grande opportunità lavorativa per molte persone della zona, grazie alla necessità di 3.500 figure, di cui 1500 dipendenti diretti e gli altri 2000 creati dall’indotto.

# L’unico vero grande parco a tema italiano

Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix

Sempre secondo quanto dichiarato dai promotori questo parco sarebbe l’unico grande parco a tema del BelPaese completamente italiano e colmerebbe il vuoto di strutture ricettive turistiche-culturali di grandi dimensioni nell’area metropolitana di Napoli. Nei suoi spazi previsto anche un cinema da 1000 posti e la possibilità di ospitare anche fiere internazionali, con l’obbiettivo di richiamare turisti dall’Italia e dall’estero.

Con la creazione di questo parco a tema, , l’area metropolitana di Napoli colmerebbe un vuoto per quanto riguarda le . L’obiettivo è di avere un nuovo prodotto turistico capace di attirare turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero.  

# Rimarrà solo un sogno?

Credits 12019-pixabay – Parco divertimenti

Il progetto vedrà mai luce? Facciamo qualche passo indietro. Nel mese di giugno 2022, poco dopo l’annuncio del progetto, si erano aperte le candidature con l’arrivo di migliaia di curricula e centinaia di ragazzi selezionati per sostenere i corsi di formazione necessari a lavorare nel parco. A luglio sempre dello stesso anno, Filippo Ferdinando Gustavo Vettone, uno degli ideatori di Ludo & Felix, aveva confermato la posa della prima pietra nel terza settimana di settembre, dal 20 al 22. Pur se in ritardo sulla tabella di marcia iniziale tutto sembrava quindi procedere come previsto. 

A mettere però in discussione sono arrivate le dichiarazioni il Presidente della III Commissione permanente del Consiglio regionale della Campania, Giovanni Mensorio, che rendeva noto sempre a luglio con una nota come non fosse stata “assunta nessuna iniziativa dalla Commissione da egli presieduta, è stato mai avviato alcun procedimento teso a verificare la realizzabilità di tale progetto”. 

La replica arrivata pochi giorni dopo da Vettone: “Il nostro progetto nasce come iniziativa privata e quindi con l’idea di non dover necessariamente dipendere dai fondi pubblici. Per questo motivo non è ancora stata fatta una richiesta ufficiale alla Regione, ma, ovviamente, qualora ci fosse interesse, c’è tutta la volontà, anche in un secondo momento, di coinvolgerla per una collaborazione”

Area ex cava maggio 2023

Quelle date ovviamente sono trascorse senza che nulla accadesse, in alto le immagini dell’area a maggio 2023, e si sono riversate molte ombre sull’effettiva nascita del mega parco divertimenti. Verrà prima o poi realizzato o rimarrà solo un sogno?

Continua la lettura con: Il MEGA PARCO di DIVERTIMENTI nel GHIACCIO a poche ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il piccolo principe dei ponti di primavera: il paese a un’ora da Milano che svetta tra le mete del primo maggio

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Ph. @villa_il_geraneo IG

Il piccolo principe dei ponti di primavera. Si tratta di una tra le località più ricercate dagli italiani quando c’è un week end: un piccolo paese della Lombardia che pochi conoscono. Foto Cover: @villa_il_geraneo IG

Milano-Monvalle

Il piccolo principe dei ponti di primavera: il paese a un’ora da Milano che svetta tra le mete del primo maggio

# La perla nascosta del Lago Maggiore

Credits stefanozorzitto IG – Monvalle

Secondo i motori di ricerca tra le località più gettonate per i week end di ponte in primavera c’è Monvalle. Si trova in provincia di Varese: conta poco meno di 2.000 abitanti, e può essere considerato la perla nascosta del Lago Maggiore su cui gode di tre punti di accesso: il Lido, la spiaggia del Gurée ed il porto naturale del Cantone.

Le prime tracce di questo piccolo borgo risalgono all’anno 1035, mentre nell’Historia del Verbano di Fra Paolo Moriggia pubblicata nel 1603 si trova il riferimento all’origine del nome chiamato Monvalle “per aver egli Monti e Valli”. 

# Le attrazioni più interessanti 

Credits ottocento.italiano IG – Monvalle

Tra le cose da vedere a Monvalle ci sono alcuni edifici in via Cadorna, Diaz, Gramsci, Piave, Broletto, in località Carpanéé: una strada in acciottolato ben conservata che conduceva al “castrum” medievale con torre, di cui ormai non rimangono tracce, se non alcuni portali e un affresco di devozione. Valgono una visita anche le chiese Santo Stefano Protomartire e l’oratorio di S. Nazaro e Celso nella frazione di Turro.

# Il Sentiero dei Mulini

Credits g.nonini IG – Mulino di Monvalle

Suggestivi anche la Foce Monvallina e l’antico mulino nella frazione di Turro, che si trova lungo il sentiero dei Mulini che mette in comunicazione i mulini per secoli hanno caratterizzato la vita locale a ridosso dei fiumi Monvallina e Bardello. Per gli amanti dello sport all’aria aperta ci sono anche altri percorsi come il “Percorso Natura” oltre alla possibilità di sport acquatici, quando il livello del lago lo consente, partendo dal Lido di Monvalle, dalla spiaggia del Gurée ed dal porto naturale del Cantone. Per chi cerca relax invece può scegliere di riposarsi sul lungolago o la spiaggia.

# Come arrivarci

 

Partendo da Milano ci vuole circa un’ora di auto, tramite l’Autostrada A8 con l’uscita a Sesto Calende-Vergiate e poi la strada statale 629 e la strada provinciale 32.

Continua la lettura: La gita più bella #26 – Una delle “SPA più BELLE del mondo” è a due ore da MILANO

FABIO MARCOMIN

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Quando a Milano c’era la fiera Campionaria

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Prima del Fuorisalone, la grande protagonista di Aprile a Milano era lei. La “mamma” di Expo. 

Quando a Milano c’era la fiera Campionaria

Ex Fiera campionaria

# 1920: nasce la fiera campionaria

Aprile 1920: nasce la prima Fiera Campionaria. Viene organizzata sui Bastioni di Porta Venezia per iniziativa di otto imprenditori con 1200 espositori di cui 256 esteri.
Nel 1923 si trasferisce tra piazza Giulio Cesare e largo Domodossola, l’area che costituiva la Nuova Piazza d’Armi cittadina e che diventa il nuovo quartiere fieristico di Milano. 

# La bomba di Piazza Giulio Cesare

Nel 1928, in occasione dell’inaugurazione della IX edizione della Campionaria, ha luogo un grave attentato: una bomba, posta sotto un lampione in piazza Giulio Cesare, uccide venti persone che erano in attesa del transito del re Vittorio Emanuele II, che era il bersaglio dell’attentato e che avrebbe dovuto inaugurare la Fiera. 

Il 12 settembre 1946 la Fiera Campionaria Internazionale inaugura la nuova Fiera Milano, ricostruita dopo i pesanti bombardamenti subiti nella seconda guerra mondiale. Con l’adesione dell’URSS nel 1951 Fiera Milano diventa, in piena guerra fredda, il punto di incontro commerciale tra Est e Ovest.

# La vetrina dell’innovazione internazionale

Negli anni Sessanta e Settanta la Fiera Campionaria di Milano diventa un volano del boom industriale italiano, affermandosi all’estero come la vetrina più nota e prestigiosa del Made in Italy. Nel 1985 la Fiera Campionaria lascia spazio alla grande Fiera d’Aprile, che segna il passaggio dell’attività espositiva dalla formula generalista a quella delle manifestazioni settoriali specializzate.

Dal 2006 la Fiera si è trasferita nell’area di Rho che ha in seguito ospitato anche l’edizione di Expo. Della vecchia Fiera Campionaria, l’unico polo rimasto in funzione è quello di Fieramilanocity che ospita ancora delle esposizioni. Il resto dell’area oggi è diventata City Life. 

La caratteristica della Fiera Campionaria era di rappresentare una esposizione generalista, dove erano mostrati ogni tipo di prodotti provenienti da ogni parte del mondo. Una vera e propria vetrina dell’innovazione internazionale che per Milano ha costituito un’antesignana dell’Expo del 2015. 

Continua la lettura con: Da Fiera a City Life: le mille facce del Portello

MILANO CITTA’ STATO

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“La mia storia è fatta di relazioni con persone che mi hanno aiutato a essere meglio” (Alessandro Fracassi)

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“La mia reazione è stata: voglio provarci con la persona che stimo di più intellettualmente”, “Siamo stati bravi a far funzionare quell’idea lì in Italia”. Alessandro Fracassi (founder di @Moltiply Spa – Ex Mutui On Line Spa) a @fermento.online www.fermento.online @fermento.online  #fermento

Qui sotto il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, qui:

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Continua con: “Uomini e donne sono diversi: non mi piace quando si dice che non ci sono differenze”

FRANCESCA MONTERISI

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La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

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ar-architettiroma.it - Estensioni metro a Milano

A luglio 2023 la linea M4 ha aperto altre due fermate, Tricolore e San Babila, portando la rete a 104 km di estensione. Tra settembre e dicembre 2024 è in programma l’entrata in funzione delle restanti fermate, ma sono diversi i progetti già approvati o in fase di studio per il prolungamento di altre linee esistenti o di realizzazione di linee aggiuntive anche fuori dai confini comunali. Ecco quali sono i prolungamenti programmati e quelli possibili nel prossimo futuro.

La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

# M1: si allungherà di 5,4 km, confermato il primato in città con 43 fermate 

La linea M1 crescerà di 5,4 km grazie a due prolungamenti, uno a nord e l’altro ad ovest, arrivando a 32 km di tracciato e 43 fermate.

Prolungamento M1 Monza-Bettola

A nord sono già state realizzate le gallerie per estendere il tracciato di 1,9km con le due nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola. I lavori sono partiti oltre 12 anni fa e sono stati fermati dalla vecchia impresa, che ha rinunciato al contratto. Si attende quindi il bando per quella nuova. Mancano inoltre 38 milioni di euro, anche se circa 20 dovrebbe essere stati ottenuti dal Sindaco di Cinisello Balsamo. L’apertura del nuovo tratto di linea dovrebbe avvenire al 2027, sempre che il nuovo appalto venga assegnato entro l’anno.

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

A ovest è già stata approvata l’estensione della linea rossa da Bisceglie a Baggio, con la realizzazione di tre nuove fermate: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi. Il costo dell’opera è interamente coperto, dopo lo stanziamento di 145 milioni di euro di extra costi, ed è pari a 550 milioni. La gara d’appalto è attesa entro aprile-maggio 2024, i cantieri entro il 2025 e l’inaugurazione per il 2030-2031.

Leggi anche: Metro e treni: il 50% dei cantieri a Milano sono fermi o in ritardo

# M2: si attende lo studio di fattibilità per il prolungamento da Cologno a Vimercate con una metropolitana leggera

Prolungamento M2

La linea M2 verrà prolungata da Cologno Nord a Vimercate, anche se come metropolitana leggera. Il primo progetto è stato presentato nel 2019 da MM e rivisto più volte, la stessa partecipata milanese è stata incaricata di realizzare un approfondimento per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Si prevede un tracciato di circa 12 km che serva i comuni di Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. Al momento manca un milione di euro, in carico a Regione Lombardia, per il completamento dello studio di fattibilità tecnico-economica per individuare il percorso migliore.

M2 a Rozzano

A sud una possibile estensione, che ha ottenuto le migliori performance nell’analisi costi-benefici ma senza ancora uno studio di fattibilità, potrebbe arrivare nel comune di Rozzano.

Leggi anche: Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

# M3: allo studio due prolungamenti per la linea, a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo

I progetti di prolungamento della linea metropolitana M3 viaggiano più lentamente rispetto alle altre, ma sono comunque allo studio l’estensione a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo.

Credit: nord24milano.it

Alla fine del 2020 è stata messa a disposizione una somma di 350mila euro per finanziare lo studio di fattibilità del prolungamento della M3 a nord di due fermate, nei comuni di Cormano e Paderno Dugnano. Da allora nessuna novità a riguardo. 

Tracciato M3 fino a Paullo

La vicenda sul prolungamento della linea gialla fino a Paullo dura invece ormai da 30 anni anche se la scelta sulla tipologia di percorso e servizio è stata fatta. L’ultimo progetto elaborato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. In totale sono circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia, e rispettivamente: 4,4 km e due fermate, 10,9 km e 8 fermate. L’investimento necessario è salito a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie. Mm Spa dovrebbe elaborare studio di fattibilità tecnico-economica entro il 2025, con l’obiettivo di partire con i lavori entro il 2028.

Leggi anche: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

# M4: entro il 2024 entreranno in funzione le restanti 13 stazioni della nuova linea. In fase avanzata di progettazione due prolungamenti oltre i due capolinea

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

La nuova linea metropolitana milanese, la blu o M4, dopo numerosi ritardi e rinvii ha inaugurato la prima tratta di 5,6 km tra Linate Aeroporto e Dateo il 26 novembre 2022, più altre due a luglio 2023, quelle di Tricolore e San Babila. Il tratto rimanente, dal centro alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS dovrebbe entrare in funzione tra settembre e dicembre 2024

Leggi anche: Il video del giorno: Inaugurazione M4, le NUOVE STAZIONI della METRO BLU

Nel frattempo sono già in fase avanzata di studio la realizzazione di due prolungamenti verso ovest e verso est.

Prolungamento M4

Nel progetto ufficializzato a dicembre 2021 che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ne ha infatti approvato il Piano di fattibilità tecnica. Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e ci saranno due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. Il finanziamento dell’opera è quasi completo, vanno reperiti 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime da aggiungere ai 420 milioni di euro già messi a disposizione. Per la fine dell’anno potrebbe arrivare il progetto definitivo. L’inaugurazione non dovrebbe avvenire prima del 2030.

Leggi anche: La GRANDE PORTA dell’EST: il grande HUB METRO-FERROVIARIO del futuro di Milano

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

La linea blu potrebbe allungarsi verso ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs. Tutti gli enti coinvolti, comuni, Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia, hanno approvato il prolungamento, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva, per una lunghezza massima di 4 km.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

In base agli ultimi aggiornamenti il Comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi ad un prolungamento con percorso breve, con una sola fermata a Buccinasco, in quanto tale soluzione risulterebbe meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’investimento previsto sarebbe di 150 milioni di euro, un costo di esercizio annuo di 3,5 milioni di euro ed un rapporto tra benefici e costi in area ampiamente positiva. Ad oggi manca ancora la scelta del percorso ufficiale e il relativo studio di fattibilità.

# M5: entro il 2031 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 11 fermate. Ipotizzate altre due estensioni: verso Bresso e Settimo/Magenta

La linea lilla dovrebbe raddoppiare la sua estensione entro il 2032, con 13 km e 11-12 nuove fermate a nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale e sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest.

Tracciato M5

Il progetto di estensione della M5 a nord prevede l’attraversarmento i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi e 11-12 fermate. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, quelle certe sono: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’opera è stata finanziata con 1,265 miliardi di euro, di cui 900 milioni di euro stanziati dallo Stato Italiano, ma vanno trovati ancora circa 300 milioni di extra costi, per completare il finanziamento. Il 30 novembre 2023 è stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri, entro il 2024 è atteso il bando, nel 2025 l’avvio dei cantieri e nel 2032 l’entrata in funzione del prolungamento.

Sbinamento M5

La linea potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km. Dopo la realizzazione di un studio preliminare il progetto è stato messo in stand-by.

Prolungamento M5 Settimo Milanese

In fase di partenza c’è anche uno studio fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha inoltre approvato uno studio di fattibilità su estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato, da realizzare comunque come metrotranvia veloce o Brt. L’ipotesi più probabile pare però essere una terza, un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Anche si questa si attende uno studio di fattibilità e l’investimento stimato per la costruzione del tracciato è di 350 milioni di euro. 

Leggi anche: La M5 si allunga oltre San Siro? Il progetto per estendere la linea di 11 chilometri

# Circle Line: una metro semi-circolare sul percorso della S9 e futura S16 con 12 fermate, interscambi con 5 linee metropolitane e passaggio dei treni ogni 10 minuti

Circle line Milano
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano

Tra le linee più interessanti del futuro sistema di trasporto milanese c’è la circle line, una metro semi-circolare di 12 fermate sul percorso della linea S9 e della futura S16, nel tratto compreso tra Rho Fiera e San Cristoforo FS. La linea dovrebbe vedere altre 3 nuove stazioni, oltre a quella Tibaldi-Bocconi inaugurata a dicembre 2022: Istria con interscambio con la M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata a nord-ovest. Insieme alle 7 stazioni esistenti di San Cristoforo, Romolo, Porta Romana in fase di riqualificazione, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera ci saranno un totale di 12 stazioni a servizio della città e dei pendolari in ingresso. Tenendo conto del transito delle due linee suburbane si dovrebbe arrivare a una frequenza media di un treno ogni 10 minuti.

Leggi anche: La CIRCLE LINE di MILANO: ora e nel futuro

# M6: una nuova linea da sud-est a sud-ovest con ipotesi di estensione a nord in direzione di Rho Fiera o Mind. In alternativa capolinea a Opera con interscambio stazione AV della Milano-Genova. I cantieri non partirebbero prima del 2030

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Nel Pums è prevista un’altra linea metropolitana per Milano, la linea M6 o linea rosa, al momento l’ultima linea metropolitana radiale in fase di analisi. La linea nelle ipotesi iniziali avrebbe dovuto fungere da collegamento tra la periferia nord-ovest e quella sud-est di Milano, passando per il centro della città. Nel piano del 2010 la linea prevedeva 37 fermate (tra le quali Quarto Oggiaro, viale Certosa, Pagano, Porta Genova, piazza XXIV Maggio, Porta Romana, via Lombroso, Ponte Lambro).

Credits milano.corriere – M6 Milano

L’ ipotesi allo studio da parte del Comune di Milano prevede un tracciato che colleghi Ponte Lambro ad est e la Barona ad ovest. Nella finanziaria 2022 sono stati stanziati 4,5 milioni di euro per lo studio di fattibilità tecnica di M6 che interesserà la parte sud del milanese in connessione con le linee della metropolitana 2 e 3.

Credits Urbanfile – M6 lato ovest ipotesi da Urbanfile

L’amministrazione comunale di Milano ha inoltre presentato una proposta al governo per ottenere i finanziamenti utili a chiudere “idealmente” il semicerchio Ovest della Circle Line, dato che quest’ultima correrà sulla cintura ferroviaria e sarà un’infrastruttura a parte rispetto alla metropolitana, facendo arrivare la M6 fino a Cascina Merlata/MIND connettendo tutte le altre linee.

Mappa M6

Lo stesso governo vorrebbe invece che la linea proseguisse a sud lungo l’asse del Ripamonti per arrivare a Opera dove sta lavorando per il progetto di una stazione dell’alta velocità sulla Milano-Genova, che possa quindi interscambiare con il possibile capolinea alternativo della M6. I cantieri, in caso di approvazione del progetto definitivo e di ottenimento dei fondi necessari, non partirebbero prima del 2030.

Leggi il progetto qui: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

Continua la lettura con: Il passante strategico, la “sesta linea della metropolitana”: le tratte dove è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

FABIO MARCOMIN

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21 fatti sull’Isola che non conoscevi

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Credits Andrea Cherchi - Isola

L’ex quartiere della mala, ora è considerato uno dei 10 quartieri più cool del mondo. Questi sono i fatti che non tutti i milanesi conoscono. 

21 fatti sull’Isola che non conoscevi

Credits Andrea Cherchi – Isola

#1 Uno dei quartieri più cool del mondo. La rivista Time Out ha inserito Isola nella top ten dei quartieri più “cool” in cui vivere. In particolare, la classifica pone Isola all’ottavo posto, dietro sette zone altrettanto particolari di Dublino, Honk Kong, Shanghai e altre.

#2 Il quartiere più radical chic. Se chiedete a un milanese come definirebbe l’Isola oggi, la risposta probabilmente sarebbe “radical chic”. Zona di periferia urbana ma vicinissima al centro, orgogliosa della sua origine popolare e nuova meta della movida milanese, attaccata alla sua solida tradizione artigiana che è sempre più relegata nell’angolo dall’apertura di nuovi locali e dagli arrivi dei nuovi creativi, nostalgica delle “occupazioni” e degli “abusivi” eppure sempre più affollata di negozi alla moda e appartamenti di lusso.

#3 L’Isola era davvero un'”isola”. Isola era uno dei Corpi Santi di Milano, una terra di cascine agricole che venne annessa al Comune solo nel 1873. Era una zona considerata un’ “isola” dai milanesi, sia per motivi simbolici che per ragioni più concrete. Era un dedalo di vie e di palazzi, dove chi non li conosceva difficilmente vi si avventurava. Inoltre esisteva un limite fisico che lo isolava dalla città: la ferrovia di Garibaldi. A collegarla con Milano c’era solo un ponticello fino agli anni Sessanta, quando entrò in funzione il cavalcavia Eugenio Bussa.  

#4 La terra della Ligéra. Un tempo l’Isola aveva fama di essere un quartiere malfamato, rifugio della rinomata e temuta mala milanese, una microcriminalità che viveva per lo più di piccoli furti e ricettazione, cui la musica popolare milanese spesso e volentieri strizzava l’occhio. Fu chiamata la Ligéra.

#5 Il Robin Hood di Isola. Uno degli esponenti più celebri della Ligèra fu Ezio Barbieri. Nato a Isola il 1 novembre 1922, entrò nell’immaginario collettivo come il Robin Hood di Isola. A bordo di un’Aprilia nera targata “777”, che allora era il numero della Questura, lui e i suoi soci rapinavano banche, derubavano automobilisti, “ripulivano” imprenditori milanesi, colpevoli di arricchirsi con la borsa nera. La leggenda narra che Barbieri, con la refurtiva, si recava in via Pietro Borsieri per distribuire ai più poveri parte del denaro e dei beni rubati. Nell’aprile del 1946 riuscì a organizzare la più grande rivolta nella storia delle carceri italiane.

Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale e BAM

#6 BAM e Gae Aulenti. Tra i simboli della “nuova Milano” ci sono la Biblioteca degli Alberi, il parco botanico con vari percorsi affollato nelle giornate di sole, e piazza Gae Aulenti, la sontuosa piazza attorniata da grattacieli dove si può letteralmente camminare sull’acqua o far risuonare la voce attraverso le trombe più famose di Milano

#7 La Casa della Memoria. Istituzione in memoria delle vittime del 1900 dove, al suo interno, si trovano mostre e conferenze dedicate ai valori di libertà e democrazia. La sua struttura esterna, realizzata tra il 2013 e il 2015, si presenta come un parallelepipedo dai materiali poveri che richiamano il legame con la tradizione artigiana e industriale del quartiere.

#8 Il mercato plastic-free. Uno dei luoghi più frequentati nel quartiere è stato riqualificato e riaperto nel 2022. Il mercato Isola è il primo in Italia dichiaratamente plastic-free. La somministrazione dei cibi o delle bevande al suo interno o per asporto, non fa uso di plastica mono uso. All’interno del mercato Isola si trovano due botteghe di carne, una di pesce, sushi fusion, frutta, verdura, pasta, birra, pizza, dolciumi, salumi e un bar per la pausa caffè.

#9 La fontana miracolosa. Il Santuario Santa Maria alla Fontana con i bei cortili porticati, le vasche interrate e decorati da affreschi seicenteschi, ospita la “fontana degli undici zampilli”, un tempo ritenuta fonte miracolosa. Era la piccola Lourdes di Milano. Secondo la leggenda la chiesa fu edificata proprio in seguito a una guarigione miracolosa. 

#10 La pizza al trancio “miracolosa”. Nel quartiere di Isola si può mangiare quella che a Milano viene definita la “pizza al trancio più buona” di Milano. Precisamente in Via Genova Thaon di Revel, 28, c’è Pizzeria alla Fontana, locale storico aperto nel 1973. La pizzeria è conosciuta per l’abbondanza dei suoi tranci. La pizza, alta, come vuole la tradizione, e lievitata in modo corretto, è farcita al momento. Ma il motivo della sua bontà risalirebbe indietro nei secoli. Con un ingrediente addirittura “miracoloso”: l’acqua della fontana degli 11 zampilli. 

#11 Il Secret Bar. Il White Rabbit è uno Speakeasy e, come tale, vi si può accedere solo grazie alla parola d’ordine, che cambia ogni mese. Al suo interno si trova un bellissimo locale in legno, con musica dal vivo, barman eccelsi e una taverna in stile proibizionismo americano. 

#12 Il monumento ai caduti. Opera di Carlo Ramous del 1972, che riporta alcuni dei nomi dei caduti nella lotta contro il fascismo. Il monumento si trova in piazzale Segrino dove è stato riallocato in seguito a una richiesta degli abitanti del quartiere, ai commercianti di via Borsieri e alle associazioni Don Eugenio Bussa, in vista dei lavori di riqualificazione della zona e, in particolare, al rinnovamento della zona Garibaldi.

#13 Fonderia Napoleonica Eugenia. In via di Thaon di Revel si trova un luogo dall’atmosfera unica. Nel 1806 venne fondata la Fonderia Napoleonica Eugenia, prestigiosa fonderia di bronzo, così chiamata dai fratelli Manfredini in onore di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia. Oggi gli antichi edifici ospitano un museo, dedicato alla storia dell’arte fusoria, e locali destinati a eventi, mostre e concerti. 

milanosguardinediti.it – Fonderia Napoleonica

#14 Il regno dei bikers. Via Thaon de Revel è anche considerata il regno dei Bikers, dove il tempo sembra essersi fermato agli anni Cinquanta: officine, negozi di abbigliamento, locali, backery, librerie e barber shop.

#15 La Mojazza. Era l’antesignano del Monumentale. Il Cimitero della Mojazza era un antico cimitero storico dell’Isola: derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d’acqua e quindi estremamente fangoso. Il verbo mojà, in dialetto milanese, significa infatti inzuppareammollare o intingere in un liquido, da cui il sostantivo mojàscia che sta per poltigliamelmafanghiglia. Nel cimitero avevano trovato sepoltura personaggi illustri quali Cesare Beccaria o Giuseppe Parini. Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre 1895 con l’apertura del nuovo Monumentale dove furono trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza.

#16 L’Isola delle Brioche Colorate. Nel quartiere suscita attenzione un barettino dalle “deliziose creazioni” di pasticceria tradizionale partenopea sfornate al laboratorio artigianale interno. Si tratta di “Aroma Napoletano”, famoso per “il cornetto ischitano che ha conquistato Milano”. E, soprattutto, per le brioche colorate.

#17 Il Jazz Festival. L’ AH-UM MILANO JAZZ FESTIVAL si tiene in genere a fine maggio. Per sei giorni l’Isola si trasforma in un grande laboratorio musicale, con un programma ricco di serate speciali e concerti gratuiti del circuito “Isola Jazz Club”, organizzati in gallerie d’arte, cortili, locali, ristoranti e negozi, dall’ora dell’aperitivo a notte fonda, che fanno risuonare musica live in ogni angolo del quartiere. 

#18 Il Clown Festival. Un altro festival che si tiene nel quartiere è il Milano Clown Festival: ogni anno, durante il Carnevale Ambrosiano, ospita i migliori artisti in arrivo da tutta Europa. E’ una kermesse che offre al più ampio pubblico possibile il meglio del nuovo teatro di strada e nuovo circo europeo, concentrata nel quartiere con spettacoli a rotazione all’aperto e al chiuso, dal mattino alla sera, nelle strade e nelle piazze, nei teatri e nei pub.

credits: www.fridaisola.it – Bar Frida Isola

#19 Il Frida Market. Frida Isola è un locale che fa da ristorante, ma anche da negozio molto attento all’ecosostenibilità. E’ composto da tre sale con due grandi vetrine che danno sul verde cortile interno: tra le fronde degli alberi, si possono trovare articoli vintage, bijioux dal design creativo e tantissimi prodotti originali, creati dalla contaminazione di diversi stili. Periodicamente, la domenica, il Frida Isola ospita il Frida Market, un mercatino all’interno del suo shop completamente dedicato all’homemade.

#20 Il distretto della Street Art internazionale. La domenica è il giorno più ambito dagli appassionati di Street Art quando, complici le serrande abbassate e le strade deserte, non solo i muri ma anche clair, tombini, energy box semaforici esplodono in un turbinio di colori. Da via Gaetano de Castillia a Piazzale Minniti (opera di Microbo), da via Cola Montano (Zedz) a viale Sturzo, senza dimenticare le incursioni di Pao e i murales all’interno di locali come il Frida, il quartiere è una galleria a cielo aperto della più rappresentativa Street Art cittadina di questi anni.

#21 Sarà la nuova Isola? L’area che oggi è conosciuta come Nolo, compresa tra Greco, Casoretto e Turro, fino a circa dieci anni fa era un quartiere popolare solitamente noto alle cronache per fenomeni come spaccio, prostituzione, scippi, case occupate oltre a degrado e sciatteria di strade e muri. Negli ultimi anni grazie a una trasformazione spontanea, la zona è diventata una delle preferite da studenti, giovani professionisti e creativi attratti dai prezzi bassi delle case e degli affitti, ma anche da un arinascente atmosfera. Secondo molti sarà la “nuova Isola” di Milano. 

Continua la lettura con: 21 fatti su Lambrate che non conoscevi

e con: 21 fatti sulla Bovisa che non conoscevi

ANDREA ZOPPOLATO

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Il giardino incantato della Lombardia

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ilnico_89 IG - Giardino Heller

Una storia lunga oltre 120 anni, un luogo che ha visto il passaggio di alcuni dei più famosi artisti internazionali, un connubio armonico tra arte e natura.

Il giardino incantato della Lombardia

# Una storia lunga oltre 120 anni

ilnico_89 IG – Giardino Heller

La nascita di questo luogo meraviglioso risale ai primi del ‘900. Fu il dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII, l’austriaco Arturo Hruska, a innamorarsi perdutamente delle bellezza del Lago di Garda a tal punto da decidere nel 1903 di trasferirvi il proprio studio e acquistare un terreno. Da quel momento iniziò a realizzare uno dei giardini privati più magici e più ricchi di biodiversità d’Italia. Verso la fine del secolo, nel 1988, André Heller lo scoprì durante un soggiorno Gardone Riviera in provincia di Brescia dato il suo stato trascurato decise di raccoglierne l’eredità.

# Un luogo che ha visto passare alcuni dei più famosi artisti internazionali, da Lou Reed a David Bowie

laandre7 IG – Giardino Heller

Heller, artista universale di fama mondiale, acquisto quindi questo giardino incantato e per 30 anni ha invitato molti amici artisti in questo luogo meraviglioso per ritrovare energia e relax. Tra questi Lou Reed, Laurie Anderson, Hans Magnus Enzensberger, HC Artmann, Gert Jonke, David Bowie, Brian Eno e Peter Gabriel

# Una superficie di 10.000 mq e 3.000 specie botaniche da tutto il mondo

elenaltini IG – Giardino Heller

Oggi i nuovi proprietari Jovanka e Hans Porsche, in collaborazione con l’artista, proteggono con generosità e amore il Giardino Botanico – Fondazione André Heller che sviluppa su una superficie di 10.000 mq e contiene al suo interno 3.000 specie botaniche da tutto il mondo. Una raccolta eccezionale che tocca tutti i continenti, dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa. A renderla ancora più incredibile è il fatto che sia perfettamente inserita nel suo ambiente naturale, ricreato con dedizione nei minimi dettagli.

# Un connubio armonico tra arte e natura

melaniatruglio IG – Giardino Botanico Heller

La biodiversità viene arricchita e completata da sculture contemporanee rende il giardino botanico un’opera d’arte totale. Si cammina infatti tra ruscelli, cascate, stagni con carpe Koi, colline in pietra dolomitica, cactus e torri ricoperte di edera, combinate magistralmente con strutture artificiali, effetti scenografici sorprendenti e sculture di artisti quali: Keith Haring, Roy Lichtenstein, Auguste Rodin, Fernand Leger, Pierre-Auguste Renoir e molti altri. Un connubio armonico tra arte e natura.

# Come arrivarci, quando è aperto e quanto costa

Milano-Giardino Botanico

Da Milano dista circa due ore di auto. Si prende l’autostrada A4 fino a Brescia e poi dirigersi sulla Strada Statale Gardenese e prendere l’uscita di Gardone Riviera. Il giardino botanico si trova in Via Roma 2, dove è presente un parcheggio. Gli orari di apertura sono dalle 9 alle 19 da marzo a ottobre, tutti i giorni, e il prezzo dei biglietti è di 12 euro per adulti e 5 euro per bambini dai 6 agli 11 anni, pagamento solo in contanti.

Continua la lettura con: Il GIARDINO SEGRETO di PORTA MAGENTA: il “magnifico” dono di Ludovico il Moro a Lorenzo de’ Medici

FABIO MARCOMIN

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Le 10 aree urbane più grandi d’Europa: Milano è al quarto posto!

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Credits: aviontourism.com

181,8 kmq: questa è la superficie del territorio comunale di Milano, piccolo se paragonato alle grandi città del mondo. Una vera e propria metropoli tascabile. Le cose però cambiano di molto se si usa il parametro della continuità urbana invece di considerare i confini politici. L’Istituto Demographia ha redatto la classifica delle città più grandi per estensione, calcolandole in base al “continuum urbanizzato” della loro area metropolitana, quindi non quella definita dei confini amministrativi. Con questo nuovo metodo Milano viene proiettata tra le più grandi aree urbane d’Europa. 

Le 10 aree urbane più grandi d’Europa: Milano è al quarto posto!

#10 Roma, sei volte più grande di Milano per estensione amministrativa, ma più piccola di 700 kmq per area urbana

Roma
Roma

Roma si classifica decima nella classifica delle città più grandi d’Europa. L’area urbana di Roma risulta minore di quella amministrativa, con una superficie di 1.145 km quadrati, risultando con questo calcolo più piccola di Milano anche se i suoi confini amministrativi sono sei volte più estesi: 1.287,36 kmq contro i 181,8 kmq. Il suo centro storico, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede dentro la città e alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura, è tra i 55 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List.

#9 Madrid, la città stato spagnola: 3 volte più grande per confini amministrativi ma più piccola di Milano per area urbana

In nona posizione troviamo Madrid con un’area urbana di 1.365 chilometri quadrati, circa il doppio di quella amministrativa che con 604,3 km² è poco più di tre volte quella di Milano. Una delle città stato d’Europa, centro politico della Spagna e sede del governo e residenza del monarca spagnolo.

#8 Berlino, la più grande città del “Nord Europa” 

La città stato (StadtStaat) di Berlino si prende l’ottavo posto nella classifica delle aree urbani più grandi d’Europa con i suoi 1.368 kmq. L’estensione della superficie amministrativa sfiora i 900 kmq, subito dopo Roma, quasi cinque volte più di Milano. Il suo sviluppo è stato costante nel tempo attraverso l’inurbazione di paesi precedentemente autonomi, fino alla costruzione del muro nel 1961 che ha tagliato la città in due: Berlino Est e Berlino Ovest. Oggi il muro che divideva la città è stato in parte demolito ma resta uno dei simboli della Germania del dopoguerra.

#7 San Pietroburgo, la città federale antica capitale della Russia

Credits: musement.com – Hermitage Museum San Pietroburgo, Tour Virtuale

Spostiamoci in Russia. Un’altra città stato al settimo posto: San Pietroburgo. La sua area urbana è di 1.372 kmq e ha in comune con Roma il fatto di averla inferiore rispetto a territorio amministrativo, in questo caso di 100 kmq. Prima di avere di nuovo il nome odierno, nel corso della sua storia lo ha cambiato tre volte diventando Pietrogrado nel 1914, Leningrado durante il regime comunista e infine San Pietroburgo con la caduta del Muro di Berlino. Tra i simboli più importanti della città c’è l’Hermitage Museum, tra i musei più visitati al mondo grazie alle sue incredibili collezioni d’arte.

Leggi anche: San Pietroburgo-Milano: il GEMELLAGGIO INTERROTTO. Sala ci ripensi

#6 Istanbul, divisa tra Europa e Asia, ha 500 kmq in meno di Milano ma i confini amministrativi più estesi d’Europa

Credits: siviaggia.it

Divisa dallo stretto del Bosforo in due parti, tra Europa e Asia, Istanbul è la città più grande della Turchia e al sesto posto nella classifica delle maggiori aree urbane d’Europa con 1.375 kmq. I confini amministrativi sono quattro volte più estesi, 5.343 kmq, nessun’altra città come lei in Europa. Una delle principali attrazioni della città è il quartiere di Sultanahmet con i minareti e le cupole di magnifiche moschee secolari che dominano il panorama cittadino, il lussuoso palazzo del sultano e l’impressionante cisterna sotterranee. 

#5 Londra, la capitale della finanza europea, con 100kmq meno di Milano

Quinta posizione per Londra: città stato (città contea) e capitale della Gran Bretagna, conta 8.825.000 abitanti. La sua area urbana si estende per 1.739 kmq, poco di meno i confini amministrativi con 1.572 kmq. Il suo PIL è uno dei più importanti del mondo e la capitale vanta una delle economie più fiorenti in assoluto in Europa e non solo. Tra tra le tante attrazioni capaci di attrarre turisti da tutto il mondo, solo per citarne alcuni, Il Big Ben, il British Museum e il Tower Bridge.

#4 Milano, “Milan l’è on gran Milan”, prima in Italia con quasi 1.900 kmq (nonostante i soli 182 Kmq di area amministrativa)

Foto di: Andrea Cherchi

A un soffio dal podio Milano. Si potrebbe rimanere sorpresi nel vederla tra le aree urbani più grandi, ma secondo Istituto Demographia la sua superficie si estende per 1.881 kmq. Una misura di quasi dieci volte più grande dei suoi confini amministrativi, fatto che pone molte domande sulla definizione dei confini attuali, scelta che risulta slegata da motivazioni urbane e geografiche. La più europea delle città italiane e capoluogo lombardo, accanto al suo monumento simbolo, il Duomo, con la luminosa facciata in marmo e l’architettura tardo-gotica, al Castello Sforzesco e al Teatro alla Scala, tra le attrazioni più recenti ci sono i quartieri dei grattacieli di Citylife e Porta Nuova.

#3 Parigi: il doppio di Roma e 700 kmq più di Milano

Al terzo posto, ma per distacco su Milano, troviamo Parigi. La capitale francese ha una situazione simile alla nostra città: molto piccola come confini amministrativi, con appena 105,4 kmq e quasi la metà di Milano, e molto più grande come area urbana, 2.509 chilometri kmq.  Conosciuta da tutti come Ville Lumiere ha come principali attrazioni il museo del Louvre, Montmartre, il quartiere latino, il Centre Pompidou ma soprattutto la Tour Eiffel e gli Champs Elysées, ed è una delle mete principali delle coppie che, innamorate, vogliono viversi a pieno una delle città più romantiche del mondo.

#2 Düsseldorf, la sorpresa tedesca: 800kmq più grande di Milano e seconda in Europa

Credits: aviontourism.com

Una vera sorpresa. Se pensiamo alle grandi città tedesche ci vengono in mente Berlino, Monaco, Amburgo, Francoforte. Il secondo posto della graduatoria se lo prende una città lungo le sponde del Reno: Düsseldorf. La sua area urbana ha estensione di 2.684 kmq, talmente grande da contenere due porti interni oltre ad essere la sede di alcune università, tra cui la famosa accademia d’arte e l’Università Heinrich-Heine. La superficie compresa all’interno dei suoi confini amministrativi è invece di poco più estesa di quella del comune di Milano: 217 kmq. Tra le attrazioni principali della città troviamo il Castello Jägerhof, antica residenza principesca.

#1 Mosca, l’unica europea tra le 10 più grandi del mondo, è 3 volte più estesa dell’area urbana di Milano

La città più grande d’Europa con 5.891 kmq di estensione è Mosca, al settimo posto della classifica mondiale, tre volte quella milanese. I suoi confini amministrativi sono circa la metà, davanti a lei ha comunque solo Instanbul. La capitale della Russia e città stata (o città federale), coloratissima e rigorosa, è caratterizzata dalla presenza di numerosi luoghi d’interesse, soprattutto a livello storico e culturale. La città è servita da un’ampia rete di trasporti, che include 4 aeroporti internazionali, 9 stazioni ferroviarie e la metropolitana, con tre circle line, che è una delle più grandi e profonde del mondo, la più frequentata in Europa e tra le più frequentate al mondo. Sono molti i luoghi di interesse, tra questi vanno citati il Cremlino, la Piazza Rossa e la Cattedrale di San Basilio, il Teatro Bolshoi e il convento di Novodevichy.

Fonte: CorriereDemographia World Urban Areas

# La top 5 per confini amministrativi

Abbiamo visto quindi la classifica per aree urbana. Considerando i confini amministrativi dei comuni le posizioni sono completamente differenti. Troviamo infatti al primo posto Istanbul con 5.343 Kmq, poi Mosca con 2.511 e Londra con 1.572 a chiudere il podio. Quarta San Pietroburgo con 1.439, quinta Roma con 1.287, che è anche il comune più esteso dell’Unione Europea. E Milano? Con 182 kmq è molto distante. Però si può consolare: è comunque più grande di Parigi. 

Continua la lettura con: METRO 24h: le città che hanno il servizio NON-STOP e come si potrebbe fare a MILANO

Articoli di MARCO ABATE aggiornato dalla redazione

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La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio

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webuild - Stazione Capodichino

Si svela la futura stazione gioiello: ispirata all’antica struttura realizzata nel XVI secolo. Come è fatta e i due record che batterà quando entrerà in funzione. 

La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio

# La nuova stazione gioiello di Capodichino 

webuild – Rendering progetto stazione Capodichino

Dopo le stazioni dell’arte, come Toledo e Università, sulla linea L1 della metropolitana di Napoli è in fase di costruzione un’altra stazione gioiello, quella a servizio dell’Aeroporto di Capodichino. Si inserisce nella tratta tra Piazza Garibaldi/centro Direzionale e Capodichino di 3,2 km. Il progetto, realizzata da un consorzio guidato da Webuild su disegno dello studio RSHP di Londra, prevede anche la riqualificazione di tutta l’area urbana circostante. 

# Si ispira al pozzo di San Patrizio e ha una profondità di 50 metri

webuild – Stazione Capodichino

La stazione è ispirata al Pozzo di San Patrizio, profondo 54 metri e costruito a Orvieto nel XVI secolo: si caratterizza per una pianta circolare del diametro interno di circa 33 metri e una profondità di circa 50 metri. Si presenta con un unico spazio aperto con 8 ascensori centrali e quattro scale elicoidali che risalgono su lungo le pareti fino a un atrio a vista in corrispondenza del piano stradale. La stazione si estenderà su una superficie esterna di oltre 3.000 mq. 

A copertura della stazione una struttura metallica di 65×53 metri di 450 tonnellate, ispirata ad un hangar, alta 8 metri dal piano stradale e composta da profili tubolari di acciaio di colore blu e arancione che formano elementi tridimensionali. Gli infissi in vetro consentiranno di illuminare la stazione sfruttando al massimo la luce naturale creando giochi ed effetti di luce al variare delle ore del giorno.  

# Una stazione e una linea da record

Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana

Quando sarà operativa la stazione stabilirà due record: collegherà gli utenti dall’aeroporto al centro città in appena 9 minuti, contro i 12 della metro milanese, e consentirà a Napoli di essere una delle prime città al mondo ad avere un collegamento diretto metropolitano tra i tre grandi poli della mobilità cittadina: porto, aeroporto e rete ferroviaria, inclusa l’alta velocità.

Leggi anche: La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

Continua la lettura con: I RENDERING della FUTURA STAZIONE di BERGAMO: sarà più bella della Centrale?

FABIO MARCOMIN

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I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

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Il Paese dei Faraoni si prepara a una rivoluzione a livello di trasporti ferroviari, con l’arrivo dell’alta velocità. Le linee previste e gli obbiettivi del maxi piano approvato e finanziato.

I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

# Un maxi piano dei trasporti ferroviari

Il governo egiziano ha messo in campo un piano d’azione per rivoluzionare il trasporto della Nazione con una rete ferroviaria ad Alta Velocità/Alta Capacità. L’obiettivo della rete è quello di supportare il turismo fornendo diversi programmi di viaggio e di integrarsi con gli aeroporti, i porti marittimi e le autostrade esistenti per mettere a disposizione opzioni di trasporto multimodali. I treni andranno a collegare anche i centri logistici e le moderne aree di sviluppo agricolo.

# Quattro linee per un totale di 2.250 km

Attualmente in Egitto esistono 5.085 km di linee ferroviarie tutte a scartamento standard. Dal 2018 è iniziata la pianificazione di una rete di linee ferroviarie ad Alta Velocità. Sono previste 4 linee per un totale di 2.250 km andando a connettere oltre 80 città e i Paesi vicini quali Sudan e Libia, garantendo un trasporto pubblico a circa il 90% della popolazione.

# Le prime due a partire

La prima linea è stata progettata per collegare Ain Sokhna, Alessandria, Alamein e Matrouh, nei pressi del confine egiziano-libico, con una lunghezza di 660 chilometri. Metterà in collegamento anche il Mar Rosso e il Mediterraneo nell’ottica di un’iniziativa strategica più ampia volta a collegare i Paesi arabi del Nord Africa.

La seconda collegherà Assuan e Abu Simbel, migliorando le relazioni tra Egitto e Sudan e dimezzando il tempo di viaggio da Il Cairo ad Assuan da 11 a 5 ore. La lunghezza prevista è di 1.100 chilometri e metterà in connessione le aree di produzione delle materie prime e le cave con i porti di esportazione. 

# I treni prodotti da Siemens

Il governo egiziano ha sottoscritto un accordo del valore di 8,1 miliardi di euro con il ramo mobilità della multinazionale Siemens, per la costruzione della rete ferroviaria ad Alta Velocità con un progetto in collaborazione con due società partner, Orascom Construction e Arab Contractors. Prevista la consegna di 41 treni ad alta velocità, che potranno viaggiare fino ai 250 km/h, 94 treni regionali, 41 treni merci e otto depositi e stazioni per le merci.

 

Continua la lettura con: La NUOVA FERROVIA MILANO-MALPENSA: il work in progress dei cantieri

FABIO MARCOMIN

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Milano sud, la nuova frontiera di Milano: le novità sui cantieri di Symbiosis e Scalo Romana

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Credits Urbanfile - Sede Snam

Il centro della scena se lo è preso ora, e sarà così per i prossimi 6-7 anni, la zona di Milano Sud, oltre la circonvallazione. Scopriamo i progetti in corso e il punto sulla trasformazione dell’area.

Milano sud, la nuova frontiera di Milano: le novità sui cantieri di Symbiosis e Scalo Romana

# Arrivati al tetto gli edifici del Villaggio Olimpico nell’ex Scalo Romana 

Credits scaloportaromana.com – Layout Villaggio Olimpico

Milano Sud è in pieno fermento: almeno per i prossimi 6-7 sarà al centro della scena di Milano. 

Nuovi rendering Villaggio Olimpico

Il cantiere più rilevante è quello dell’ex Scalo Romana, la cui riqualificazione è affidata al Fondo Porta Romana, promosso e gestito da COIMA SGR e partecipato da Prada Holding, Covivio e il fondo COIMA ESG City Impact Fund (CECIF). Le strutture del Villaggio Olimpico, sei stecche che ospiteranno 1.400 atleti durante le Olimpiadi Invernali 2026, sono già arrivati al tetto. 

Fabio Marcomin – Villaggio Olimpico

La consegna è prevista a marzo 2025, in anticipo di tre mesi rispetto ai termini previsti. Al termine dell’evento sarà riconvertito nel più grande studentato d’Italia in Edilizia Residenziale Sociale, con circa 1.700 posti, e i 10.000 mq di servizi connessi alla manifestazione saranno trasformati in servizi privati di interesse pubblico e generale.

Leggi anche: I NUOVI RENDER del futuro VILLAGGIO OLIMPICO allo Scalo Romana 

# Un nuovo studentato e il grattacielo A2A 

duepiedisbagliati-Urbanfile – Ex provveditorato

Dopo l’inaugurazione dello studentato Aparto Ripamonti, sul lato opposto di Via Ripamonti al civico 42 è in fase preliminare di riqualificazione un altro edificio pronto a essere trasformato nella stessa destinazione d’uso: l’ex Provveditorato agli studi. In corso ora la manutenzione straordinaria e le attività propedeutiche alla sua successiva demolizione.

Rendering Acpv – Torre Faro

Lungo Viale Isonzo è finalmente partito il cantiere la sorgerà la torre A2A di 144 metri e 28 piani, soprannominata la Torre Faro, che dal 2026 ospiterà 1.500 dipendenti sparsi in diversi uffici in città. Si caratterizza per una forma tubolare e due ambienti panoramici: lo sky garden, alto circa tre piani, e un belvedere che accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.

Leggi anche: Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano

# La sede Snam avanza spedita, fermo al palo il progetto Vitae

Sede Snam

Spostiamoci nel Symbiosis Business District, il cui sviluppo è curato da Covivio. Dopo il debutto dell’ultimo edificio con gli uffici di Bollinger e Louis Vuitton, con il nuovo mega terrazzo “zen”, è a buon punto la costruzione della futura sede Snam che ospiterà a Milano la maggior parte dei dipendenti oggi a San Donato Milanese.

Credits Urbanfile – Snam

Si sviluppa su 19.000 mq tra via Condino e via Vezza d’Oglio e si compone da tre volumi sovrapposti articolati per totale di 14 piani. La prima parte è già stata rivestita dell’involucro esterno. Il progetto è a firma dello studio di architettura Piuarch. Ci sarà un parco, di oltre 8.500 mq, progettato dal paesaggista Antonio Perazzi, con un vero e proprio “Teatro Verde” che verrà utilizzato per attività all’aperto ed eventi. 

Vitae – Reinventing cities

Il progetto Vitae, progetto vincitore del concorso internazionale di Reinventing Cities, è ancora fermo al palo. Questo in sintesi il progetto: “la “Spirale verde” è un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio simboleggia la doppia elica del DNA, l’abbraccio tra ricerca e biofilia.” Dopo i primi interventi di bonifica e palificazione avvenuti tra il 2020 e il 2021 non si è mosso più nulla.

Leggi anche: SYMBIOSIS: la prossima frontiera di Milano con la TORRE circondata da un «TEATRO VERDE»

# L’Hq di Moncler con “serra bioclimatica”

Rendering nuova sede Moncler

In fase avanzata anche il cantiere per il nuovo quartiere generale della casa di moda Moncler tra viale Ortles, via Gargano e via Broni. Il progetto è dello studio Antonio Citterio Patricia Viel e prevede la preservazione della ciminiera della preesistente fabbrica, già sanata e poi rifunzionalizzata per mitigare le condizioni termiche dell’immobile attraverso l’immissione di aria esterna in una “serra bioclimatica” che circonda il perimetro dell’intero edificio.

Credits Urbanfile – Sede Moncler

Il complesso è sviluppato su una superficie totale di 37.000 mq. Al centro è previsto un giardino circolare che sarà irrigato con la cisterna attigua all’immobile convertita in un serbatoio di acqua piovana. La consegna lavori è programmata per il 2024.

Continua la lettura con: ARIA nuova per l’EX MACELLO: il quartiere “low cost” e il distretto museale scientifico

FABIO MARCOMIN

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Il flop degli affitti brevi: a Milano due appartamenti su tre sono vuoti

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Ph. pierre9x6 - pixabay

Cresce in modo costante l’offerta degli immobili destinati agli affitti brevi. Il numero è di fatto uguale a quello della capitale, ma appena uno su tre è occupato per oltre 60 giorni in un anno. Due appartamenti su tre, pertanto, restano sfitti per quasi tutto l’anno. La fotografia del mercato e i motivi di questa situazione.

Il flop degli affitti brevi: a Milano due appartamenti su tre sono vuoti

# Due appartamenti su tre restano sfitti

corriereecomomia – Tassi occupazione airbnb

Concluso il Salone del Mobile con le cifre record raggiunte dagli appartamenti dati in affitto, arriva una doccia fredda sul settore. I dati elaborati dal Centro Studi Rescasa-Confcommercio: sono circa 20.510 gli immobili messi a reddito per locazione di breve periodo a Milano, un numero simile a quello di Roma, malgrado il Comune di Milano abbia molti meno abitanti. Solo poco più del 32% di questi è stato occupato per oltre 60 giorni negli ultimi 12 mesi. Tra le più grandi città per popolazione in Italia la performance di Milano è la peggiore.

# Perché rimangono vuoti

offtopiclab – Annunci Airbnb da 2010 a 2023

Il presidente di CleanBnB Spa, Francesco Zorgno, il più grande gestore italiano di immobili in affitto breve, spiega i principali motivi di questo basso livello di occupazione. A determinare le scelte del mercato sono in prima battuta i clienti che prediligono soluzioni gestite in modo professionale, quindi con determinati standard e senza i limiti del caso. L‘host non professionale fatica infatti a mantenere la disponibilità dell’appartamento per lunghi periodi, non è capace di rispondere a una delle tendenze in ascesa che è quella della tariffa dinamica, proponendone di più vantaggiose in caso di last minute, non è flessibile con le modalità di rimborso, non consentendo ad esempio al cliente di disdire a ridosso della prenotazione senza penali.

Fonte: Corriere Economia

Continua la lettura con: Il DARK SIDE dell’IMMOBILIARE: la LOMBARDIA è la regione con PIÙ CASE all’ASTA

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Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

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Credits Life Of Pix-pexels -Trasporto pubblico Berlino

Niente più tabellini con gli orari di bus e tram? Queste le finalità di un test potenzialmente rivoluzionario che sta per partire a Berlino. 

Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

# Autobus e tram senza orari: i due obiettivi

Credits: berlinomagazine.com – Trasporto pubblico a Berlino

Dal 1° luglio 2024, la BVG, l’azienda di trasporti pubblici di Berlino, darà il via a un progetto pilota che riguarderà alcune linee del sistema di tram e autobus. La grande novità è che si proverà un modello alternativo a quello in vigore ormai ovunque degli orari fissi, basato invece su intervalli di tempo prestabiliti. Due sono gli obiettivi di questa innovazione: il primo è di alleggerire lo stress degli autisti, obbligati a rispettare gli orari nonostante le variabili del traffico. Il secondo è di offrire un servizio più affidabile per i passeggeri.

# Il test: ottimizzare percorsi e frequenza di bus e tram

Ph. Tilgnerpictures – Pixabay

Si proverà pertanto a non dare indicazioni di orari rigidi che spesso vengono disattesi. Invece si procederà a informare i viaggiatori in tempo reale degli intervalli di minuti che separano un mezzo dall’altro sulla stessa linea. Questo sistema di gestione dinamica del traffico dovrebbe anche permettere ai veicoli di sincronizzarsi in modo ottimale, evitando la concomitanza di più mezzi alla stessa fermata, riducendo così i tempi di attesa per i passeggeri. Non solo: grazie all’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la comunicazione, sarà possibile ottimizzare i percorsi e le frequenze in base alla domanda effettiva.

Fonte: IlMitte.com

Continua la lettura con: Milano raddoppia la rete: entro il 2030 sarà più estesa di quella di Berlino?

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Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

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Blocco autostrada foto

Riapre dopo anni il tappo sulla A9 che ha messo in tilt il traffico per la Svizzera e per il lago di Como. La bella notizia si accompagna però a una doccia fredda: disco rosso al progetto svizzero di raddoppio del tratto autostradale. 

Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

# La riapertura per l’Ascensione dopo oltre 3 anni

Un appuntamento fisso per i milanesi che si recano sul lago di Como o nel Canton Ticino: la coda per il cantiere eterno sulla A9 tra Como e la frontiera svizzera. Ma dopo anni di tribolazioni si vede finalmente la luce in fondo al tunnel: mancano meno di venti giorni alla fine dell’incubo degli automobilisti. La Società Autostrade ha confermato che per il 9 maggio, giorno dell’Ascensione, i lavori saranno completati. Definitivamente. “Entro giovedì 9” – ha annunciato la società – “l’autostrada sarà percorribile senza restrizioni, con tutte le corsie disponibili in entrambi i sensi di marcia. Il cantiere sarà smantellato nei giorni precedenti. E, se non viene ancora indicato il giorno e l’orario esatto della riapertura totale al traffico, la scadenza resta comunque quella dell’Ascensione”.

Le ultime code saranno dunque per le festività del 25 aprile e del primo maggio, poi si potrà tornare a corsie regolari come non si vedeva sulla tratta da oltre tre anni. Fino all’Ascensione, lo schema dei lavori rimarrà sempre lo stesso: lavori 24 ore su 24, sette giorni su 7 e deviazione di carreggiata per tutti i mezzi provenienti da Milano e diretti verso il Ticino con transito su una sola corsia in entrambi i sensi di marcia.

Il lungo intervento ha richiesto un investimento di oltre 60 milioni di euro. «Al termine, i tunnel saranno in condizioni ideali per 50 anni», garantisce la Società Autostrade. L’apertura del cantiere potrebbe mettere un freno a un altro progetto per rendere il traffico più scorrevole. 

# «Spostare l’A9 è l’ultima delle priorità»

Negli ultimi anni è stato avanzato nel Canton Ticino un doppio progetto per interrare l’autostrada dell’ultimo tratto in Svizzera, tra Balerna e Chiasso, dal centro di Chiasso fino alla frontiera, ipotizzando anche un raddoppio dell’autostrada in territorio italiano. Per discutere di questo progetto ci sono stati incontri tra autorità ticinesi e italiane, ma il progetto è stato revocato negli scorsi giorni. Perché «il tracciato dell’autostrada, una volta finite le ristrutturazioni, va bene così com’è senza prendere altri spazi e spostarlo verso ovest», ha dichiarato l’ingegner Bruno Tarantola del Settore infrastrutture dell’Amministrazione provinciale di Como. Che ha aggiunto: «È un’idea che non dovrebbe venire avanti prima di aver realizzato altre importanti arterie che mancano alla rete stradale lombarda. Spostare l’A9 dovrebbe essere una delle ultime cose da fare». In sintesi, gli svizzeri premono sull’acceleratore del nuovo progetto, ma in Italia si frena. Tipico. 

Fonte: Corriere del Ticino

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