Dove andrebbero gli italiani se fossero costretti ad emigrare all’estero? Al primo posto c’è lei. Una scelta condivisa da molti altri europei.
La “TERRA PROMESSA”: se dovessero lasciare il Paese gli ITALIANI si TRASFERIREBBERO QUI
# La Svizzera è il Paese in cui emigrerebbero gli italiani
Credits dalmatian.mapper – Dove si sposterebbero gli italiani
In base ad uno studio in tutta Europa è risultato che se gli italiani fossero costretti ad emigrare all’estero sceglierebbero la Svizzera. Sono già molti quello che ci vivono: al 2021 risultano oltre 328.000 residenti, quella italiana è la più grande comunità straniera in assoluto presente nel territorio elvetico. Tra le motivazioni che hanno spinto e spingerebbero molti altri italiani a varcare il confine ci sono:
la vicinanza con l’Italia, verso la quale è più facile ritornare per andare a trovare i propri cari;
la bassa tassazione per privati e aziende;
la facilità di fare impresa, con meno vincoli e burocrazia, e di trovare lavoro;
una grande libertà personale;
autonomia riconosciuta anche ai più piccoli comuni, che possono progettare e realizzare meglio i lavori pubblici potendo gestire le risorse necessarie senza chiedere sempre allo Stato centrale;
maggior controllo da parte dei cittadini sulle spese effettuate dai loro amministratori;
paesaggi naturali mozzafiato, tra laghi, montagne e vallate;
pulizia e decoro dei luoghi all’aperto, strade, piazze e giardini, e persino nei bagni delle stazioni ferroviarie;
precisione e celerità negli uffici pubblici, in generale una pubblica amministrazione snella ed efficiente;
# Non siamo soli: la prima scelta di altri europei (ma nessuno verrebbe in Italia)
Credits: carolr.lua IG
Ci farebbero compagnia altri cittadini europei: anche da Portogallo, Spagna, Francia, Austria e Germania sono pronti a trovare fortuna nella Confederazione Elvetica. Già oggi tedeschi, portoghesi e francesi rappresentano rispettivamente la seconda, terza e quarta comunità straniera in Svizzera.
# Da Est si guarda la Germania
Credits jiriposival0-pixabay – Berlino
Mentre gli stati dell’Ovest guardano soprattutto alla Svizzera, i cittadini dell’Est Europa come polacchi, cechu, rumeni e dei Paesi balcanici si muoverebbero più a Nord, verso la Germania. Scandinavia e Ingilterra fanno storia a sé: dalla Finlandia e dalla Norvegia si sposterebbero in Svezia, mentre i britannici verso una delle loro ex colonie: l’Australia.
Su un promontorio vicino al Lago di Como c’è un piccolo comune con le stradine lastricate, gli edifici eleganti e il Parco di Villa Serbelloni, un giardino terrazzato con vista sul lago. Si tratta di Bellagio, uno dei borghi più belli di tutto il Lario. Quella che però non tutti conoscono è la sua piccola frazione sconosciuta ai più ma molto pittoresca.
PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como
# L’incantevole passeggiata da Bellagio
Credits: @srake Pescallo
Pescallo è un minuscolo borgo, molto caratteristico e ben curato che si affaccia a est del lago di Como, sul ramo lecchese. Incastonato tra il verde e il bacino d’acqua, Pescallo è visitabile in pochi minuti ma regala straordinari scorci e angoli romantici a chi decide di visitarlo. Raggiungere Pescallo da Bellagio è molto semplice, basta fare una passeggiata di pochi minuti, percorrendo una scalinata che attraversa il promontorio tra ulivi e una vegetazione mediterranea. La camminata, chiamata Salita Cappuccini, è molto suggestiva, ma se si preferisce prendere l’auto bisogna prima di tutto percorrere la strada carrozzabile e poi parcheggiare la macchina vicino a via Pescallo.
# Strette stradine e case colorate
Credits: @gaellekero Pescallo
Pescallo nasce come villaggio di pescatori e ancora oggi mantiene le sue caratteristiche. Intorno ai primi anni del XIII secolo, il borgo era persino uno dei tre paesi lariani che forniva più pesci al mercato di Como e ancora oggi è possibile vedere qualche pescatore locale che esce con la propria barca per andare a pescare. Il borgo è molto caratteristico e uno dei suoi punti forti è il porticciolo da cui si gode di una suggestiva vista del lago: uno scorcio d’acqua incorniciato dalle montagne della Grigna sullo sfondo.
Pescallo è caratterizzato da strette stradine lastricate, costeggiate da antichi edifici, ristoranti, caffè e piccole botteghe. Case colorate e una pittoresca baia che si affaccia sul lago. Tra i luoghi di Pescallo assolutamente da vedere c’è la piazzetta su cui si affaccia la Chiesa dei Santi Biagio e Andrea, da cui inizia poi un dedalo di viuzze. Arrivati poi al porticciolo si resterà incantanti anche dalla casa completamente ricoperta da rampicanti.
# L’evento dedicato alle vele antiche
Credits: @supersusy72 Pescallo
E se ci si chiede se c’è un periodo specifico in cui visitare Pescallo, la risposta è molto semplice. A chiudere la stagione estiva di eventi di Bellagio, c’è la festa dedicata agli appassionati di vele d’epoca e classiche organizzata appunto a Pescallo. Qui il Circolo della Vela di Pescallo e il Grand Hotel Villa Serbelloni ogni anno a settembre organizzano una sorta di sfilata di barche.
“La Dina”. Eccentrica, carismatica, divertente. Con due inconfondibili, giganteschi occhi azzurri.
Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana
# Uno scettro per due
Con Gigetta Morano, si contende lo scettro della prima attrice comica italiana. Non solo: è stata una delle figure più carismatiche ed eccentriche del mondo della recitazione. Clotilde Annamaria Galli, in arte Dina (anzi, la Dina) nacque a Milano il 16 dicembre 1877, da papà Giuseppe e mamma Ermelina Nesti, attrice “minore”, che coinvolse nelle scene sopra i palchi di modesti teatri, anche la figlia, ancora piccina. Qualche tempo dopo la madre di Dina Galli venne scritturata da un altro milanese, Edorado Ferravilla, che diede qualche piccola parte alla ragazzina, allora tredicenne.
# Quegli inconfondibili fari azzurri
La prima occasione, per farsi notare, Dina la ebbe però con Edoardo Giraud, un ex garibaldino, nato anche lui all’ombra della Madonnina, uno scopritore che adocchiò l’estro e la ficcante ironia della nostra attrice. Dina Galli era magrissima, energica, dall’espressività spiccata del volto, con quegli enormi occhi azzurri, che comunicavano più di mille parole. Giraud le propose di cantare in una commedia-rivista, che divenne il trampolino di lancio della carriera della Dina. A 23 anni è Virgilio Talli a scritturarla, in precendenza collaborò proprio con Ferravilla: con Talli la Galli non è più “solo” l’attrice dialettale milanese ma, con l’incarico di “prima attrice giovane, prima amorosa e prima attrice comica”, passa al teatro in lingua italiana. In “Dionisia”, commedia in quattro atti di Alexander Dumas, la Dina fa già un bel salto di qualità, per entrare definitivamente nel mito vestendo i panni di Mome Crevette nella “Dame de Chez Maxim” di George Feydeau, una commedia burlesca, che ha l’obiettivo di fondo di sorprendere, scatenando risate. Pensate che, siamo nel 1900, la nostra attrice milanese interpreta una ballerina del Moulin Rouge, che deve essere “nascosta” da un inappuntabile signore, per non farla trovare dalla moglie, dopo una notte di follie. E’ uno scandalo! Ma il successo è grande.
# Anche talent scout
Così Dina Galli diventa l’attrice ideale per ruoli leggeri, ironici, pungenti, sbarazzini, con personalità da monella. Diventa prima attrice assoluta e, insieme a Giuseppe Sichel e Amerigo Guasti, fonda una compagnia in proprio, dove militano attori e attrici che a breve entreranno nell’Olimpo della recitazione: Enrico Varisio, Paola Pazzaglia e Antonio Gaudisio, solo per fare alcuni nomi. La Galli intanto studia i lavori di un certo Dario Niccodemi: era un commediografo toscano, che scrisse circa venticinque opere teatrali, tra cui “Scampolo” e “La maestrina”, che divennero due rappresentazioni interpretate dalla compagnia della Galli. Passa poi al Cinema, dove è “Ninì Falpalà” nell’omonima pellicola diretta da Amleto Palermi, poi lavora in “Felicita Colombo”, e in “Nonna Felicita”. Nel 1939 è la volta di “Frenesia”, con la regia di Mario Bonnard. Tra il 1933 e il 1950, la troviamo in dodici film, più i quattro tra il 1914 e il 1917.
# La prima… a volare in aereo
Nel 1910 la Galli fu la prima attrice italiana a volare in aereo, mentre nel 1921 scampò alla strage del Teatro Diana a Milano, quando un attentato dinamitardo uccise ventuno persone durante uno spettacolo in cui lei era invitata tra il pubblico.
L’ultimo lavoro di Dina Galli fu “Sambo”, del 1950, dove riveste il ruolo di un’anziana contessa, al fianco di Ave Ninchi, Paolo Stoppa, Nando Bruno e Lando Gazzolo, padre del popolare Nando. Nel settembre dello stesso anno le conferiscono la “Maschera d’argento”, premio dei cronisti romani agli assi della “Rivista”.
Dina Galli muore il 4 marzo 1951 nell’albergo Dragoni di Roma. A darle l’ultimo saluto ci sono tanti pionieri del mondo dl Teatro: Livio Pavanelli, Guglielmo Giannini, Aroldo Tieri, Wanda Osiris, Paolo Stoppa. Il funerale avvenne in una Roma piovosa e fredda, nella Chiesa di Santa Maria in Via.
A Rio de Jainero è il simbolo della città, la statua che svetta sulla cima del monte Corcovado. A Milano il Cristo è relegato in periferia e per alcuni anni è rimasto persino senza una mano.
El SIGNURUN, il CRISTO DIMENTICATO di Milano che ha ritrovato la sua MANO de DIOS
# “El Cristùn de cement”: il Cristo di Milano relegato in periferia e senza una mano
Credits Andrea Cherchi – El signurun senza mano
In una delle periferie più difficili della città, in zona Corvetto, c’è El Signurun de Milan“, in modo più rozzo detto anche “el Cristùn de cement”. Una statua imponente di Cristo benedicente che abbraccia un grande crocifisso che, come fosse sulla prua di una nave, è nella posizione di dare il benvenuto a chi entra in città.
Si trova più precisamente in Via San Dionigi 6 su una terrazza di un edificio liberty, non prorio in ottime condizioni, che forma un cuneo tra due biforcazioni della stessa via tra enormi torri di case popolari e piccole case di ringhiera. Sembra il Cristo di Rio de Janeiro, solo che quello di Milano è stato per molti anni senza una mano a causa dei lavori dell’Aem per la sostituzione di un lampione: una ruspa ha troncato quella destra.
# Nel 2020 il ripristino del pezzo di arto
Credits Andrea Cherchi – Signurun con la mano
Una decina di giorni prima del Natale del 2020 la mano ha fatto ritorno al suo posto. Il consigliere del Municipio 5 Chiara Perazzi, di Milano e l’imprenditore Romano Saini decisero di intervenire, nonostante la statua non fosse nemmeno censita da nessuna parte oltre al fatto che non se ne conosce l’artefice, il committente e il motivo della sua costruzione. Probabilmente risalente all’Ottocento e fatta con graniglia e sabbia del Ticino impastate con polvere di cemento, dopo un anno di lavoro dello scultore Antonio Mendola
# Quando la terrazza affacciava sull’acqua
Credits Andrea Cherchi – El signurum sulla terrazza
Un’altra curiosità riguarda la terrazza dell’edificio. Un tempo affacciava sulla Vettabietta, ora ricoperta. Nelle sue acque si dice fosse stata ripescata la statua. Il palazzo si trova invece in una zona di confine, da un lato i numeri dispari di Via Dionigi sono nel Municipio 4, dall’altro quelli pari nel Municipio 5.
Una spiaggia che suona? Impossibile. Invece no perché, oltre al fatto che esiste davvero, si trova in Italia.
La “SPIAGGIA che SUONA”, una delle più belle d’Italia
# Cala Violina nella Maremma toscana
Credits: @ethical_traveller_atisha Cala Violina
Nella Maremma toscana, precisamente a Scarlino nella Riserva Naturale delle Bandite, tra Follonica e Punta Ala, si trova una spiaggia molto particolare. Si chiama “Cala Violina” e qui la sabbia, chiara e granulosa, è composta da granelli di quarzo. Sono proprio questi ultimi che, se qualcuno cammina sulla spiaggia, emettono un rumore un po’ strano, ma allo stesso dolce come quello di un violino.
# Come raggiungerla e come entrare
Credits: @ea.barbo Cala Violina
La spiaggia che suona non è però aperta a tutti, l’accesso è infatti a numero chiuso. Dal prezzo simbolico di 1 euro a persona, in estate, Cala Violina può ospitare un massimo di 700 persone al giorno. Un numero così grande che fa subito capire quanto la spiaggia sia affollata. Per entrare basta prenotare sul sito apposito.
Per raggiungerla, invece, non basta la macchina, ma servono o delle scarpe da trekking o una bicicletta. Si può arrivare alla spiaggia principalmente tramite 2 percorsi: o si percorre un sentiero di 4,5 km lungo il cosiddetto Puntone, oppure si possono fare semplicemente 2km arrivando però in macchina fino al decimo chilometro della Strada Provinciale 158.
# Una delle spiagge più belle della Maremma
Credits: @diaryofaraimbow Cala Violina
Cala Violina è certamente una delle spiagge più particolari della Toscana e d’Italia, ma anche una delle più belle della Maremma. Dall’acqua limpida e con la rigogliosa macchia mediterranea alle spalle, Cala Violina offre un’esperienza unica. Non ci sono stabilimenti balneari, ma prima di arrivare alla spiaggia c’è un chioschetto con tavoli da pic-nic.
In estate si può godere di tutte le sue particolarità, ma per sentire la spiaggia che suona serve un po’ di quiete, quindi meglio andarci o nelle ore meno frequentate o fuori stagione. Lo spettacolo rimane sempre unico!
L’area intorno al Palasharp (Duilio Piaggesi/Fotogramma, Milano IPA)
Quello che molti dicevano sottovoce è esploso come una bomba: i lavori per i giochi sono in ritardo sui tempi. Ormai una consuetudine, come accaduto con la metro e altre grandi opere, ma che in questo caso non si può rimandare la data di inaugurazione con una scrollata di spalle. Perché le Olimpiadi una data certa ce l’hanno. E allora, come prima di Expo quando si ipotizzava di cederlo a Smirne, anche in questo caso si addensano nuvole nere e uccelli di malaugurio: se Milano e Cortina non ce la fanno, si andrà in Svizzera. Dove, pare, si stiano già fregando le mani.
LAVORI in RITARDO: le OLIMPIADI finiranno in SVIZZERA?
# La pista da bob già fuori tempo massimo?
Credits vipiù – Pista da bob Cortina
Partiamo dal Veneto. A Cortina d’Ampezzo è prevista la costruzione della pista di bob, dove si disputa una delle gare più spettacolari delle Olimpiadi Invernali, ma rischia di non essere pronta per il 2026. Lo Sliding center, come riporta il Fatto Quotidiano, ha un costo di 80 milioni di euro e una durata dei lavori stimata in 807 giorni. Vale a dire che se il cantiere si aprisse nei prossimi giorni, e non ci fossero intoppi, la pista sarebbe pronta a settembre 2025 e quindi un paio di mesi prima della consegna al Cio. Al momento però si è solo in fase di gara.
Per questo motivo, come ipotizzato durante l’ultima cabina di regia da parte delll’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Andrea Varnier, si sta pensando a un piano B: traslocare le gare di Bob a St. Moritz in Svizzera. Al netto della riorganizzazione logistica, gli atleti andranno trasferiti, e della sicurezza, da concordare con un’altra Nazione, sarebbe un vero smacco e una magra figura per l’Italia.
# I palazzetti in alto mare
Ph. @Onirism IG – PalaItalia
Se Cortina non ride, Milano è sul punto di piangere. A due anni e mezzo dall’inaugurazione delle Olimpiadi le due strutture principali a Milano sono già in allarme rosso. Il PalaItalia dopo diverse vicissitudini ha visto solo da poche settimane l’avvio di cantiere: siamo già al limite e potrebbe essere ultimato appena in tempo solo se non ci fossero altri intoppi. Che se la vogliamo dire tutta, sono diventati ormai una consuetudine per qualunque opera sul territorio. Ma c’è chi sta anche peggio.
Credits: @gallaratese_today IG
Tempo scaduto per il Palasharp. Attendeva la revisione del progetto come richiesto dal Cio con conseguente aggravio dei costi, ma ormai non c’è più tempo. Ci sono messe anche le suore con un ricorso al Tar contro la trasformazione della tensostruttura in palazzetto. Al suo interno si sarebbero dovuto tenere le gare di hockey su ghiaccio femminile. Ci si è messi all’opera per trovare un degno sostituto: i padiglioni della Fiera di Rho dove si dovrebbero spostare anche le gare di pattinaggio inizialmente previste per l’impianto “Ice Ring” di Baselga in Trentino (cassato perchè troppo costoso). Anche in questo caso però non tutto sta filando liscio con il braccio di ferro tra Comune, che punta a Rho, e il governo che spingerebbe verso impianti già pronti a Torino.
Ma c’è anche un problema doping. Per una volta non riguarda gli atleti, ma il laboratorio delle analisi. Qui ci si è messa di mezzo Roma, cosa di cui siamo abituati. Nonostante la manifestazione si tenga al nord, il Coni vuole realizzarlo a Roma, pur mancando spazio all’Acquacetosa, dove vengono testati gli atleti dei campionati sportivi italiani. E anche in questo caso i rischi di essere già in ritardo sui tempi sono molto concreti. Piano piano aumenteranno i tasselli ospitati dai cugini elvetici?
Un ordine del giorno depositato da un consigliere di maggioranza a Palazzo Marino, che nei prossimi giorni sarà discusso in aula, potrebbe innescare una rivoluzione per tutta Italia.
SALARIO MINIMO a Milano: il COMUNE sfida il GOVERNO
# Depositato un ordine del giorno per istituire il salario minimo per dipendenti comunali e lavoratori delle cooperative
Credits hoigole IG – Palazzo Marino
Il consigliere comunale del Partito democratico Daniele Nahum ha depositato un ordine del giorno per istituire il salario minimo per dipendenti comunali e lavoratori delle cooperative. Per presentare l’argomento ha voluto innanzitutto esprimere le condoglianze ai familiari delle vittime dell’incendio scoppiato nella Casa per i coniugi in Via dei Cinquecento e ricordare come “gli eroi che lavorano all’interno delle Rsa, il personale medico e gli infermieri, spesso sono sottopagati” e come siano “i penultimi che aiutano gli ultimi con stipendi alla fame.”
# Milano prova a superare il Governo a sinistra
Credits claudiasaracino5 IG – Palazzo Chigi
La proposta sarà discussa in aula nei prossimi giorni e, se approvata, potrebbe anticipare le mosse di Parlamento e Governo che stanno discutendo da tempo se introdurre un salario minimo nazionale, soprattutto sulla spinta delle opposizioni. Il tema in realtà era emerso già alcuni mesi fa, sempre durante una seduta consigliare, quando al centro della discussione erano finiti i lavoratori sottopagati dei musei e delle biblioteche con una retribuzione oraria di appena 4 euro l’ora: “Lavoratori del Comune di Milano che sono stati assunti tramite una cooperativa”.
# L’obiettivo è porre un freno alle gare al ribasso
Credits andreamcvilltroisi IG – Aula consiglio
L’obiettivo principale di questa proposta, oltre a quella di garantire uno stipendio decoroso a tutti i dipendenti di Palazzo Marino, è di porre un freno alle gare al ribasso e fare in modo che anche ai lavoratori assunti tramite cooperative vengano offerte le stesse condizioni contrattuali o comunque il rispetto di una soglia minima retributiva.
Credits: @corner58_byrobertoconti e @posti_cibi
pizza liquida e calice al Corner 58
Le pizze gourmet: una nuova definizione per descrivere quelle più elaborate e creative, originali come delle opere d’arte. Quali sono le pizzerie di Milano dove assaggiare una pizza gourmet? Eccone 5.
Originali come delle opere d’arte: 5 PIZZE GOURMET a Milano
#1 La pizza liquida da Corner 58, in viale Argonne
Credits: @corner58_byrobertoconti e @posti_cibi pizza liquida e calice al Corner 58
Ovvero…quando la pizza diventa un’opera d’arte. E poi l’accoppiata vincente: pizza e bollicine.
Locale piccolo ma elegante dove la pizza è un’opera d arte. Prima di tutto c’è un assaggio a base di pizza liquida, buonissima, poi si passa alla degustazione delle pizze, tutte squisite, con ingredienti inaspettati come lo yogurt salato o l’emulsione di ostriche. Davvero un viaggio nel gusto che vale la pena di intraprendere magari accompagnando la pizza con un buon bicchiere di champagne.
#2 L’eccezionalità delle materie prime di Dry, in via Solferino
Credits: @drymilano Dry Milano
Ovvero…l’abilità nella pizza gourmet. E poi l’accoppiata vincente pizza e cocktail.
In pieno centro ha sede questa elegante pizzeria industrial chic. Offerta molto varia, le pizze, tutte gourmet, sono eccezionali per qualità della materia prima e per l’uso di ingredienti made in Italy, anche DOP o presidi slow food. Azzeccatissima la scelta di abbinare la pizza ai cocktail che qui sono racchiusi in una lista piuttosto corposa.
#3 La superlievitazione a Lievita, in via Sottocorno
Credits: @lievita_gourmet Lievita
Ovvero…quando la lunga lievitazione fa la differenza. E poi l’accoppiata vincente: pizza gourmet e birra artigianale.
Il locale ha più sedi a Milano e in alcune di esse di recente si è aperta la possibilità di fare aperitivo. Qui in via Sottocorno, dopo qualche piccolo assaggio a base di polpette e parmigiana di melanzane, arriva la pizza. La vera pizza napoletana rivisitata in chiave gourmet, lievitata a lungo e quindi leggera, digeribile e fragrante. Ottimi i dolci e di alta qualità le birre artigianali proposte.
#4 La pizza napoletana all’altra taverna, in via Cadore
Credits: @igastronauti L’altra taverna
Ovvero…quando la vera pizza napoletana la fa da padrone. E poi l’accoppiata vincente: i bordi alti e gli ingredienti di qualità.
In via Cadore si trova questo locale su due livelli, di cui uno al piano inferiore, ma c’è anche un ampio dehors esterno affacciato sul parco Formentano. Si comincia con alcune sfiziosità come le montanari e o i fiori di zucca ripieni di ricotta, e si prosegue con la pizza vera napoletana verace col cornicione alto, soffice e corposo. Ottimi anche i dolci, su tutti, sua maestà la pastiera napoletana che qui è davvero superba.
#5 Lievito madre vivo da Berbere, in via Carlo Botta
Credits: @berberepizzeria Berberè
Ovvero…la rivincita del lievito madre vivo. E poi l’accoppiata vincente: una buona pizza condivisa con buoni amici.
Locale con più sedi a Milano, ha reso l’uso del lievito madre il suo punto di forza. Qui in Porta Romana, il locale è grande e coloratissimo e si possono assaggiare varie sfiziosità, come i crostini con le acciughe oppure con la ‘nduja. Le pizze, arrivano già a spicchi quindi perfette da condividere in compagnia. Gli Ingredienti sono di eccellente qualità come la mortadella di mora romagnola o i capperi di Salina. E per accontentare il palato di tutti, il menu offre anche alcune pizze vegane.
Fino al diciottesimo secolo esistevano a Milano tre chiese particolari intitolate a Maria, ognuna identificata da un colore diverso: bianca, nera e rossa.
Nera, Rossa, Bianca: i TRE COLORI di MARIA a Milano
# La chiesa di “Santa Maria Bianca”: bianca come la veste candida
Credits: ilcielosumilano.it – Affresco della Vergine Maria Bianca della Misericordia
La Chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia, che sorge in piazza San Materno nel quartiere di Casoretto, detta anche abbazia di Casoretto dal nome del quartiere dove è collocata, è stata edificata per conto del nobile Pietro Tanzi nel 1472 dall’architetto Guiniforte Solari.
Fu proprio il nobile che ne finanziò i lavori che decise di apporvi nella dedica l’aggettivo “Bianca” per distinguerla da altre chiese dedicate alla Vergine realizzate nella stessa epoca: appunto Santa Maria Nera eSanta Maria Rossa a Crescenzago. Tutte queste chiese erano metà di pellegrinaggio poste all’entrata di Milano.
Perchè proprio la scelta del colore bianco? Sembra che la scelta del colore sia ricaduta per riprendere il bianco della veste della Vergine rappresentata nell’affresco all’interno della chiesa.
# La chiesa scomparsa di “Santa Maria Nera”: nero come il color del legno
In zona Loreto si trovava una piccola cappella costruita nella seconda metà del XVI secolo, luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Babila, troppo lontana per la comunità vicina al confine col comune di Greco, che a partire dal 1609, secondo la volontà espressa dall’arcivescovo Carlo Borromeo quando era in vita, iniziò l’edificazione di una cappella più grande dedicata a Santa Maria di Loreto, che venne terminata nel 1616, anno della sua dedicazione, e adornata di una statua della dedicataria.
Nella ricostruzione fatta da Urbanfile, nella foto sopra, è possibile ipotizzare l’aspetto originario della chiesa.
Dopo la sua demolizione fu costruita una nuova chiesa in Via Giovanni Pierluigi da Palestrina nella quale si trova la statua lignea policroma del XVII secolo raffigurante la Madonna col Bambino, proveniente dalla chiesetta demolita della Madonna di Loreto, il cui colore scuro pare sia stato il motivo delle sua denominazione “Santa Maria Nera”.
Quel che rimaneva del luogo e degli edifici che facevano parte del complesso del monastero di Loreto vennero demoliti completamente nel dopoguerra. Oggi di tutto ciò rimane soltanto il grande piazzale moderno di Loreto.
# La chiesa di “Santa Maria Rossa”: rossa come il colore dei mattoni
Chiesa di Santa Maria Rossa
Sulla strada che da Milano portava a Bergamo e Venezia sorgeva fin dal X secolo una chiesetta dedicata alla Vergine. Circa due secoli più tardi vi si costituì una comunità di canonici regolari che professavano la regola di Sant’Agostino e venne edificata, sui resti dell’antica cappella, una chiesa più ampia, che crebbe in splendore con l’affermarsi dell’importanza della “Canonica di Crescenzago”. Si chiamò da subito Santa Maria Rossa, probabilmente per il prevalere dei mattoni a vista nell’aspetto esterno e interno dell’edificio e per distinguerla dalle altre chiese dedicate alla Vergine nelle zone limitrofe.
Un villaggio per miliardari esigenti costituito, stando al progetto, da 732 ville che nelle fattezze ricordano i castelli della Baviera e quelli francesi della Loira. Finiture di pregio e la possibilità, da parte degli acquirenti, di personalizzare gli interni. Questa, la sintesi di come avrebbe dovuto presentarsi un villaggio parzialmente costruito nella parte nord ovest della Turchia.
In pratica, il più grande fallimento immobiliare della Turchia degli ultimi anni con bancarotta della società costruttrice, un bosco completamente raso al suolo e un villaggio dall’aspetto che spazia dal kitsch allo spettrale.
La CITTÀ FANTASMA da 200 milioni di dollari
# Il SOGNO di Burj Al Babas
credits: fortementein.com
Burj Al Babas è un sogno ideato nel 2014 e che, nel 2016 grazie al duro lavoro di 2.500 operai edili, ha visto nascere i primi tratti. Con le unità immobiliari che venivano proposte tra 260.00 e 420.000 euro a secondo della grandezza e della posizione più o meno panoramica, la costruzione registrava uno stop importante nel 2018 quando 350 unità erano state finite e 230 erano in lavorazione. Crisi politica nella nazione, crisi economica e, probabilmente i primi seri dubbi da parte degli acquirenti, si segnava uno stop che diventava poi definitivo. Nessuna nuova acquisizione e molti dei futuri proprietari che, sfiduciati dai vari problemi sorti, chiedevano indietro i propri soldi.
# Tutto fumo e niente arrosto
credits: @burj_al_babas su IG
Un iniziale investimento previsto di oltre 200 milioni di euro e un giro di affari che tra case e un centro commerciale di alta gamma circondato da un grande parco con dei laghetti avrebbe fruttato molti, moltissimi soldi. La posizione tra Istanbul e Ankara, un progetto che, stando agli sviluppatori, avrebbe fatto gola a molti dei ricchi abitanti del Medio Oriente. Sarot Group e il loro socio, Bulent Yilmaz, non avevano dubbi riguardo al successo dell’operazione. Ma gli affari non sono andati secondo le previsioni e da lì a poco si assisteva al fallimento della società immobiliare ideatrice del sito. Stando a Bloomberg, il più grande fallimento nella Turchia degli ultimi anni.
# Nessuno ci ha mai messo piede
credits: @burj_al_babas su IG
Nel 2019 Sarot group dichiarava bancarotta e con esso terminava ogni ulteriore possibilità di vedere completata la città dei castelli. Rimangono ad echeggiare, tra le vie desolate e intralciate dal materiale di costruzione abbandonato, le parole dell’allora sindaco di Mudurnu, del quale il villaggio fa parte, che sosteneva a gran voce che moltissime persone avrebbero pagato per visitare la cittadina. Ad oggi, gli unici visitatori sono stati un paio di gruppi musicali che hanno ambientato i loro filmati tra le case e i soli curiosi di poter scattare qualche foto nel paese abbandonato che racconta di un sogno che, con ogni probabilità, rimarrà tale.
Credits: ilgiorno.milano.it - La scritta in caratteri nord-etruschi
In via San Vito, non lontano da piazza Vetra, si trova una scritta in caratteri nord-etruschi, un graffio misterioso. Si legge “Leponzio”, ma da destra a sinistra. Che cosa significa?
La SCRITTA INVERSA di Vetra: LEPONZIO, chi era costui?
LEPONZIO: chi era costui?
I Leponzi erano una popolazione celtica.
Il territorio leponzio faceva parte della provincia romana della Rezia, la cui zona a sud compresa Mediolanum (Milano), era sotto il controllo degli Etruschi intorno al 600-500 a.C., quando i Leponzi iniziarono a scrivere iscrizioni funerarie nel loro alfabeto di Lugano, una delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale.
# La pietra più antica di Milano (viene da Varese)
Solo successivamente, con l’ampliamento del territorio dell’Italia antica, il territorio venne a far parte della Gallia Transpadana.
La scritta ritrovata a Milano recita: “23 miglia da Mesoliano” e sembra essere stata portata qui dal Varesotto. Ecco Mediolanum, la terra di mezzo, la terra al centro del mondo. Chi portò la pietra e la incastonò in quella corte? Mistero.
Credits simone.carcano IG - Treno Trenord in ritardo
Che cosa rappresenta per i milanesi la propria regione? Ecco come viene vista: i risultati di una nostra inchiesta.
Quello che i MILANESI PENSANO della LOMBARDIA
#1 Lombardia e Milano: due corpi estranei
Mappa Città metropolitana
Milano e la sua area metropolitana sono considerati una realtà a parte rispetto al resto della Lombardia. Questo il primo risultato che emerge da una serie di interviste fatte ai milanesi sul tema del rapporto con la Regione.
Una città di oltre 4 milioni di abitanti prettamente votata al terziario e ai servizi che fa da catalizzatore per tutta la regione, con le sedi delle più importanti multinazionali, eventi legati alla moda, al design, al cibo e molto altro, è visto come un’area che ha esigenze e caratteristiche del tutto diverse dal resto della regione, fatta di piccole città sparse tra campagne, laghi e montagne dopo prevalgono agricoltura e industria. Un divisione che si vede anche durante le elezioni.
#2 I trasporti non sono all’altezza
Credits simone.carcano IG – Treno Trenord in ritardo
Una differenza che i milanesi sottolineano è nel trasporto pubblico. A Milano lo si giudica efficiente e viene utilizzato più del mezzo privato per spostarsi in città, mentre quello regionale di Trenord che dovrebbe mettere Milano in connessione le altre città lombarde viene considerato per niente adeguato. Lontano anni luce dagli standard europei e in alcuni casi anche in un confronto con altri territori italiani.
Questa è stata una grande doccia fredda accusata in questi ultimi anni. Si è scoperto che la sanità da sempre un vanto per la Regione Lombardia, si è mostrata gravemente inefficiente. Per prenotare una visita medica o un intervento chirurgico si deve in molti casi aspettare mesi, a volte anni. Uno choc per molti, soprattutto per lo sbilanciamento nei servizi tra quello garantito dal pubblico e quello a pagamento dei privati.
#4 Locomotiva d’Italia grazie a Milano
Pil Milano
Se la Lombardia può essere considerata la locomotiva d’Italia, per i milanesi la maggior parte del merito è di Milano. Anche i fatti lo dimostrano. Partendo dal Pil prodotto, nella città metropolitana di Milano se ne concentra il 46% di quello regionale e il 10% di quello italiano, al turismo che presenta percentuali simili, agli eventi di rilevanza mondiali che attraggono milioni di visitatori e agli ingenti investimenti nella rigenerazione urbana. Si può dire che Milano è la locomotiva della Lombardia e di conseguenza dell’Italia.
#5 Uno scrigno ricco di storia e paesaggi naturali mozzafiato
Credits minree-pixabay – Lago Maggiore
C’è però anche un elemento positivo che emerge dalla ricerca. Per molti milanesi la Lombardia rimane comunque una delle regioni più belle d’Italia. Uno scrigno ricco di storia, dai borghi antichi disseminati tra pianura, valli, montagne e laghi, alle città come Mantova, Como e Bergamo. Con paesaggi incantevoli grazie ai laghi più belli del mondo, Lago di Como, Lago d’Iseo, Lago di Garda, Lago Maggiore, e alla catene montuose, dalle Orobie all’Alta Valtellina. Quello per la loro regione si potrebbe definire un amore geografico ma non amministrativo. Forse è il caso che si prenda coscienza che sarebbe meglio avere due regioni invece che una sola di 10 milioni di persone. Quasi il doppio rispetto alla seconda più popolosa.
Tre zone della città dove si possono trovare affitti a prezzi sostenibili (quasi) per tutti.
I 3 QUARTIERI di Milano dove l’AFFITTO costa meno di 500 euro al mese
# Solo 8.500 posti letto per 89.000 studenti fuori sede
Credits Valter Repossi – Urbanfile– Aparto Ripamonti
Milano città universitaria, ma con pochi studentati. In base a una recente ricerca di Scenari Immobiliari sono meno di 8.500 i posti letto disponibili in studentati o strutture convenzionate su circa 89.000 universitari provenienti da fuori la Città Metropolitana di Milano. Questo significa che per trovare un luogo dove vivere gli studenti sono obbligati a ripiegare sul mercato immobiliare privato dove i costi sono decisamente inferiore. Lo stesso problema è sulle spalle dei giovani lavoratori.
# Il prezzo medio di un monolocale a Milano sfiora i 900 euro mensili
Credits: immobiliare.it
Prendendo ad esempio le quotazioni di Immobiliare.it il prezzo medio al metro quadro a Milano è di 21,73 euro: per un monolocale di 40 mq vuol dire spendere 869 euro al mese. Anche le stanze non sono da meno. Per quelle abbastanza comode per atenei e poli di attrazione, pur se in zone semiperiferiche, si toccano punte di 950 euro mensili.
L’ultimo osservatorio di Tecnocasa segnala come in queste tre zone si riescano a trovare soluzioni di monolocali a meno di 500 euro al mese, anche se quasi sempre sono richiesti contratti a tempo indeterminato come garanzia, oltre a costi d’agenzia e diverse mensilità anticipate.
Dance Tram Milano Dancing City - Credits: Milano Dancing City
Milano diventa Dancing City con la danza si diffonde nelle vie del centro (e su un tram). Ma non solo: ci sono anche mostri sacri del pop, dell’heavy metal e una formula all you can eat di gelato.
Milano DANCING CITY: gli appuntamenti per chi resta in città nel weekend dal 14 al 16 luglio #ToDoMilano
#Venerdì 14/7: Bregovic al Castello e i Depeche a San Siro
Depeche Mode – Credits: Live Nation
mario nigro. Opere 1947 – 1992: Palazzo Reale inaugura la mostra che si presenta come la più ampia retrospettiva dedicata all’artista livornese. Apre il fine settimana e resta in allestimento fino al 17 di settembre.
Tangenziali #4 in notturna: cosa è cambiato a Milano, tra il Forum di Assago e i campi di riso? Lo si può scoprire con questa camminata notturna ai margini della tangenziale. Ritrovo alle 18.45 alla MM2 Assago, poi ci si incammina fino a notte fonda. Info e prenotazioni QUI.
La vita a 30 anni: party a tema al Carroponte, che intende coccolare i trentenni con la colonna sonora della loro vita. Si inizia alle 19.00 e si prosegue ben oltre la mezzanotte.
Bang Bang… di colpo lui (la storia di Tenco e Dalida): la vita, le opere, la morte e i buchi investigativi nella ricostruzione dei suicidi di questi due artisti. Spettacolo musicale e di narrazione, scritto e interpretato da Sandra Zoccolan, in scena nella Corte d’Onore di palazzo Sormani alle 19.30.
Libro della Quiete: concerto meditativo, dove prima si gioca alla ricerca della quiete con campane tibetane e atmosfere elettroniche, poi si scatena l’anima con le poesie. Lo spettacolo è alle 20.00 al Garage Moulinski. in scena Paola Fernandez Dell’Erba.
Free Stage: seconda ed ultima serata della festa che vede il palco dello Zelig Cabaret, “aperto” a chiunque voglia esibirsi. La serata inizia alle ore 21.00.
Goran Bregovic: raffinato ed eclettico autore del sound folk, arriva a Milano accompagnato dalla Wedding and Funeral Band. Si accomodano nel Cortile delle Armi al Castello e attendono il pubblico dalle 21.00.
Party101: dance show pensato per i giovanissimi e che attrae anche tutti gli appassionati della musica Disney, con Matt Bennett in console. Prima assoluta italiana al Fabrique alle ore 21.00.
British Lion: unica data italiana del tour europeo di questa band, che in formazione annovera il bassista degli Iron Maiden, Steve Harris. Hard rock di qualità al Legend Club, a partire dalle ore 21.00.
Depeche Mode: la tappa intermedia del minitour italiano di Memento Mori, è per Milano uno dei grandissimi eventi dell’estate. Il ritorno di Dave e Martin è atteso da anni e lo spettacolo è in programma a San Siro alle 21.00.
Bandiera Gialla: serata di musica e ballo allo Spirit de Milan. Alle 22.30 apre il concerto di Jane Jeresa, a seguire dj-set con Splendido Splendente di Andrea Amici.
#Sabato 15/7: all you can eat di gelato, congedo estivo dello Zelig e Iron Maiden all’Ippodromo
The Return of Gods e Iron Maiden – Credits: Stone Music
I colori dell’organo – la Venezia di Callido: concerto raccontato in matinée presso la Chiesa di San Nicolao della Flue, in via Dalmazia. Alle 11.30 è Michele Zanella a dare la voce narrante all’organo.
Gelato all you can eat: check-in, braccialetto e due ore di tempo per consumare più coppette gelato che si può. Questa la formula che Tiramisù(via Matteotti) propone per rinfrescare i milanesi rimasti in città. Inizio alle ore 16.00.
Sagra dello Gnocco: decima edizione della sagra che propone gli gnocchi accompagnati da ogni tipo di condimento. Gli Amici della Buona Cucina attendono il pubblico in piazza Roma a Brugherio. La cucina apre alle 19.00.
I pomeriggi Musicali alle Stelline: viaggio in 3 secoli di storia della musica, insieme al Rhapsody Saxophone Quartet, che si esibisce nel Chiostro delle Magnolie. Da Handel a Nino Rota, passando per Rossini, il programma del concerto che inizia alle ore 19.00.
Aperiti vi amo: cocktail e musica per un happy hour in compagnia di tutti i locali di via Regina Margherita a Biassono, località San Giorgio. Dalle 19.30 in poi, aperitivo open air e dj set per tutti, ma con prenotazione obbligatoria.
Ivreatronic: serata dance all-night-long alla Triennale, con il collettivo che propone 5 ore di techno, musica elettronica e downtempo. Dalle 19.30 con Cosmo, Enea Pascal, Foresta e Leonar.
Finalissima Super Open Mic: con la finalissima della speciale ricerca talent, si congedano gli spettacoli di Area Zelig e Giancarlo Bozzo. Il pubblico ha decretato il vincitore che si esibisce nell’ultima piece, per poi essere inserito in programmazione la prossima stagione. Sipario alle 21.00.
Venere & Adone – Shakespeare in Musica: omaggio alla verve dell’autore inglese e al suo poemetto composto ai tempi della peste a Londra. In scena al Castello Sforzesco, a cura di Pacta Teatri, alle ore 21.00.
The return of the Gods: festival heavy metal in edizione meneghina all’Ippodromo Snai San Siro, che vedrà come main event l’esibizione degli Iron Maiden alle 21.00. Si inizia alle 14.00 con The Raven Age, la band del figlio di Steve Harris (Iron Maiden) e a seguire Blind Channel, Epica, Stratovarius e infine gli attesissimi headliner.
Arctic Monkeys: prima tappa italiana per la band britannica, che si esibisce all’Ippodromo La Maura. Inizio concerto alle ore 21.00.
Samantha Iorio Trio: raffinati arrangiamenti e autobiografia, nel concerto che la vocalist propone all’Apres-Coup alle 21.30. Successi italiani ed internazionali, che Samantha ha interpretato al fianco degli autori originali, completano il menu della serata.
#Domenica 16/7: Milano Dancing City, Tributo a Vasco e Róisín Murphy al Castello
Dance Tram Milano Dancing City – Credits: Milano Dancing City
#Danzami, Milano Dancing City: grande danza che utilizza Milano come palcoscenico open air, per spettacoli diffusi dalle 16.00 alle 19.00. Grandi coreografi e progetti di eccellenza, tra piazza Duomo, un tram e i Caselli Daziari di Porta Sempione. Info e programma QUI.
Mercatino dell’artigianato e del collezionismo di Brera: bancarelle di oggettistica, vintage e modernariato tra via Fiori Chiari e via Formentini, nella domenica milanese. Dalle 8.00 la mostra mercato che ha come tema l’artigianato di eccellenza.
Shaka Wake Day: wakeboard, grigliatina e tante attività, dalle 10.00 mattina al tramonto, nell’oasi naturale del Lago dei Cigni. Adatto per tutti i livelli, ritrovo da via Guascona 60.
Frozen: cinema per bambini a cura de Il Clan deimarmicchi, presso la Cineteca del Cinema Arlecchino, in viale Fulvio Testi. La proiezione inizia alle ore 11.00.
Collecting Wor(l)ds: visita guidata al Parco delle Cave e co-creazione di un glossario che riconfigura la relazione umana con gli ecosistemi acquatici e non. Appuntamento dalle 16.00 presso Cascina Linterno, in via F.lli Zoia.
Martesana Dimanche: in via Agordat angolo via Bertelli, nelle vicinanze dell’Anfiteatro Martesana, consueto appuntamento settimanale gratuito. Cantautori italiani e stranieri sono i protagonisti di oggi, con inizio alle ore 19.30.
Clauscalmo: speciale open studio, con suite di improvvisazione di Clara Romita e la sua band. Il set apre le porte dell’Atelier Musicale presso la Casa degli Artisti. Inizio ore 18.30.
L’ecletticità della fisarmonica: Vapori d’Estate questa settimana ospita il Quintetto del Conservatorio Giuseppe Verdi, che interpreta un programma vasto di fisarmonica. Alle 19.30, alla Fabbrica del Vapore, con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria.
40 anni di Bollicine: omaggio a Vasco Rossi con la tribute band Vasco Revolution Live. Apre la serata del Parco Tittoni a Desio la guest Angelae alle 21.00. A seguire il main event.
Róisín Murphy: apprezzata e sempre imprevedibile artista irlandese, che arriva in tour per anticipare un nuovo lavoro. La nuova CooCool e tutti il repertorio, sono in scena al Castello Sforzesco alle ore 21.00.
Passepartout e Mister Ripley: la band che ha incantato l’estate sforzesca pochi giorni fa, accompagna la voce di Passepartout in una serata jazz manouche. Dalle 22.00 allo Spirit de Milan.
#Tutto il we: 90 libri in 90 minuti a Milano, sagre stagionali, Grecia in festa
Polenta – Credits: Cookist
Grecia in Festa: format itinerante, che questo fine settimana propone street food greco a Biassono. Fino a domenica 16, in piazza Don Umberto Ghioni, tutte le sere dalle 18.00, domenica anche a pranzo dalle 11.00.
Festa della Polenta: 3 giorni di buon cibo, musica e polenta alla Baita di Santa Maria a Cuveglio (VA). Domenica mattina è previsto anche un concerto di arpa e violino all’alba.
Rassegna dei Vini: 42^ edizione per la degustazione di vini premiati dell’Oltrepo Pavese. Ruota intorno al Parco Comunale di Canneto Pavese (PV) e presenta vini, spumanti, specialità tipiche e musica dal vivo da sabato 15 a lunedì compreso.
Tutti i libri del mondo, o quasi, in 90 minuti: 90 opere, una al minuto, è lo scintillante format proposto da La Macchina del Suono a Palazzo Sormani. In scena sabato e domenica alle ore 19.30.
#To-DO Milano torna a settembre. Buone vacanze Milano!
Siamo nel pieno dell’estate: per gli amanti del mare spesso è difficile scegliere tra le numerose spiagge italiane. Il portale Holidu ci viene in aiuto selezionando le preferite dall’analisi dei dati su Instagram e Tik Tok.
Questa è la SPIAGGIA ITALIANA più AMATA del 2023
# La regina dell’estate 2023: la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia
Credits sara_sicuro_ IG – Porto Selvaggio
Dubbi su quale spiaggia rilassarsi o cercare l’abbronzatura perfetta? Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza tra i più noti d’Europa, ha stilato una classifica con le top 50 spiagge italiane del 2023, utilizzando i dati di Instagram e TikTok. Partendo dalla lista completa delle spiagge, marine, baie e cale in Italia presenti nel database di Google Maps, sono state selezionate quelle con i punteggi più alti e con più di 500 recensioni e poi sono stati estratti i dati dei conteggi dei post su Instagram e delle visualizzazioni su TikTok di Luglio 2023.
La regina dell’estate è risultata la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia, in località Nardò, in provincia di Lecce, nel Salento, con oltre 63000 visualizzazioni su Instagram e addirittura oltre 3 milioni di su TikTok. Caratterizzata da una costa rocciosa e frastagliata e circondata da una vasta pineta e macchia mediterranea tipica del territorio salentino, la spiaggia si affaccia su un mare cristallino ed è inserita in una riserva naturale di oltre 400 ettari. L’accesso è possibile solo tramite sentieri da percorrere a piedi. Ma quali sono le altre spiagge che insidiano il suo primato?
# Nei primi cinque posti solo sud, eccetto un “antico borgo ligure”
Credits: @clickfor__levanteligure IG
Nelle prime cinque posizioni c’è un dominio quasi totale del sud, eccetto per la spiaggia in seconda posizione, quella dell’antico borgo marinaro di Boccadasse, quartiere di Genova: ha totalizzato quasi 130 mila visualizzazioni su Instagram ma 1,8 milioni su TikTok.
Le dune bianche di Porto Pino – Ph. @infidomalessere IG
Sul terzo gradino del podio la spiaggia di Porto Pino, frazione del comune di Sant’Anna Arresi nel Sud della Sardegna, con 83.889 visualizzazioni su Instagram e 1,5 milioni di su Tik Tok che ritraggono le sue celebri dune bianche. La top 5 è completata da San Pietro in Bevagna, del comune di Manduria in Puglia, con 44.416 visualizzazioni su Instagram e 2,1 milioni su Tik Tok e quella di Mari Pintau, nel Golfo di Cagliari, rispettivamente con 29.640 e 2,2 milioni di visualizzazioni.
# Dominio Sardegna: 39 spiagge su 50, di cui 7 in top ten
credits: IG @keep.on.walking.28 – Sardegna
Scorrendo la graduatoria vediamo come quasi l’80% delle posizioni è occupato dalla Sardegna, con 39 spiagge su 50 di cui 7 nella top ten. Oltre alle due in terza e quinta posizione, anche le ultime cinque che chiudono la lista delle 10 più amate sono sarde: Porto Giunco, Su Giudeu, Punta Molentis, S’Archittu e Cala Domestica. Con 3 spiagge c’è la Puglia, a quelle già citate si aggiunge la Spiaggia del Frascone in località Porto Cesareo, e la Liguria, oltre a Boccadasse troviamo Bonassola e Varigotti fanalino di coda con appena 121 visualizzazioni su Instagram e zero su Tik Tok.
La Toscana è rappresentata da due spiagge dell’Isola d’Elba, quella della Padulella in località Portoferraio e di Cavoli, in località Campo nell’Elba. Marche, Calabria e Abruzzo ne hanno una ciascuna.
Se si sta cercando un posto dove organizzare un primo appuntamento, ecco 7 ristoranti romantici che potrebbero essere l’ideale.
I RISTORANTI per un PRIMO APPUNTAMENTO a Milano
# Moebius tra Repubblica e Centrale
Credits: @moebiusmilano Moebius
In via Alfredo Cappellini 25, tra Repubblica e Centrale, c’è Moebius, un elegante ristorante ricavato da un ex-spazio industriale. Ha aperto nell’agosto 2019 ed è uno spazio di circa 700 metri quadrati suddivisi oggi in cocktail bar, tapa bistrot e ristorante sperimentale. Mentre il tapa bistrot, aperto giovedì e domenica dalle 18 all’una e il venerdì e il sabato dalle 18 alle 2, è un luogo d’incontro fra tradizioni culinarie, il ristorante sperimentale propone cucina all’avanguardia.
Per il tapa bistrot il ristorante Moebius fa scegliere ai suoi clienti una carta che combina tapas, piatti di portata e cocktails in uno spazio con tavolini, poltrone e divanetti, tavoli ordinari e un Social Table. Ma la vera chicca del locale, dove magari prenotare per il primo appuntamento, è la sala vetrata posta su una piattaforma sospesa al centro del locale. È qui che viene offerta la cucina sperimentale e creati di Moebius. Nel ristorante si possono anche ascoltare concerti di musica jazz e swing e dispone di due dehors.
# Frangente in zona Porta Venezia
Credits: @frangentemilano Frangente
Frangente è la nuova idea dello chef Federico Sisti che ha deciso di aprire un locale tutto per sé dove poter cucinare liberamente e lasciarsi ispirare. Lo spazio è coinvolgente e rilassato, niente di particolarmente impegnativo, ma non manca quell’eleganza milanese e soprattutto la buona cucina. La cucina è a vista per favorire l’incontro tra lo chef e i clienti, che possono notare con quanta cura viene preparata ogni ricetta. Il locale è aperto dal lunedì al giovedì dalle 19:15 a mezzanotte, mentre il venerdì e il sabato apre anche a pranzo dalle 12:30 alle 14:30. Ma dove si trova il Frangente? In via Panfilo Castaldi, 4, ai confini settentrionali della zona tra Porta Venezia e Lazzaretto.
# DistrEat in zona Naviglio Pavese
Credits: @distreat_milano Distreat
In via Imperia, 3 c’è il DistrEat, un locale aperto e accogliente, piacevole e poliedrico e che si può frequentare e vivere durante tutta la giornata. Come dice il nome stesso è un “distretto” del mangiar bene e dello star bene, dove scoprire sapori e fare nuove conoscenze. DistrEat è sempre aperto, dalle 8:30 del mattino fino all’una di notte, e qui si possono assaggiare i piatti della cucina italiana arricchiti da un tocco di novità. DistrEat inoltre condivide gli spazi esterni con Altavia, l’agenzia internazionale di comunicazione, e insieme ad essa ha creato uno spazio che contiene un giardino, un ristorante, una galleria d’arte e una piazza. Qui spesso poi vengono organizzati concerti, eventi o appuntamenti culturali aperti a tutti.
# Al Garghet non lontano da Chiaravalle
Credits: @algarghet Al Garghet
Vecchia osteria con balera, Al Garghet si trova a sud di Milano, precisamente in via Selvanesco, 36. Il nome viene dal verso delle rane, il menu è scritto in dialetto su quaderni a quadretti, e il pianoforte, il camino, i paralumi creano un’atmosfera conviviale. Il ristorante è quasi interamente in legno, rustico e rurale come se fosse un cottage inglese con tovaglie scozzesi (in autunno e inverno) e floreali (in primavera e estate). Le ampie vetrate poi mostrano il giardino botanico con i sassi. Il menu de Al Garghet varia a seconda delle stagioni ma quello che si può sempre trovare è la tradizione milanese: risotto giallo, ossobuco, il rognone, la rostisciada, la casseuola e naturalmente la cotoletta. Gli ingredienti utilizzati sono quasi tutti naturali e paste e dolci sono fatti in casa.
# El Porteno, l’argentino di Milano
Credits: @elportenoprohibido El Porteno Prohibido
El Porteño è il ristorante argentino di Milano che in città conta ben 5 sedi, una in zona Arena, l’altra in Darsena e poi ci sono El Porteño Prohibido, Gourmet e Flores, il cocktail bar elegante e raffinato collegato al ristorante El Porteño Prohibido e incentrato sulla miscelazione classica e sulle rivisitazioni dei drink più noti. Tutto all’interno di questi ristoranti è costruito intorno all’affascinante città di Buenos Aires e il nome stesso del locale fa riferimento agli abitanti della capitale argentina. In un ambiente elegante e raffinato i must assolutamente da provare sono le grigliate di manzo, maiale e vitello.
# Le Meraviglie in viale Monza
Credits: @cice_vi Le Meraviglie
Le Meraviglie in viale Monza, 258, è un ristorante dove poter assaggiare paste fatte in casa, scegliere tra diversi tagli di carne, tra cui la Fiorentina, e mangiare una buona pizza. Lo staff è giovane e motivato e l’ambiente ricercato ed internazionale. La location è un mix tra industrial e vintage con i suoi specchi, mattoni a vista, piante, tendaggi rossi e installazioni al neon. Le Meraviglie è aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena e il menu propone i grandi classici senza tempo della cucina italiana, interpretati però in modo giovane e contemporaneo.
# Mitù in Porta Venezia
Credits: mitu.restaurant Mitù
Mitù è il primo ristorante gourmet colombiano comparso a Milano. Inaugurato nel 2021 il ristorante in via Panfilo Castaldi, 28 vuole portare un po’ di Colombia in città, lo stesso nome Mitù viene da una piccola città colombiana che è porta di ingresso per la foresta amazonica. Mitù vuole essere un luogo magico e gli spazi sono eleganti ma dal tocco informale: la natura fa da padrona, le lampade e le ceste di paglia alludono alle attività della vita rurale e ci sono persino delle ceramiche dipinte a mano. L’obiettivo di Mitù è infatti quello di far immergere nella cultura latina l’ospite, facendogli assaggiare cibi autentici della tradizione colombiana. Il ristorante è aperto dal lunedì al sabato dalle 18:30 a mezzanotte e il sabato è aperto anche a pranzo dalle 12:30 alle 15.
Per più di mille anni, dal V secolo a circa il XV, Milano ha avuto due cattedrali, o come vanno chiamate, una cattedrale doppia. La più antica e minore, era intitolata a Santa Maria Maggiore, posizionata a Est. La più recente, di solo qualche decennio probabilmente, e grande, è la più famosa Santa Tecla. È probabilmente a loro che Sant’Ambrogio in un suo scritto si riferisce chiamandole “basilica vetus e minor” e “nova e maior”.
# “Invernale” ed “Estiva”: quando la cattedrale doppia era di moda
Questo curioso impianto, oggi ormai caduto in disuso, ha una lunga tradizione, secondo Attilio Pracchi era addirittura la più comune forma durante il Medioevo. Gli esempi sono innumerevoli anche se poco conosciuti, e dislocati in tutta Europa (nell’attuale territorio tedesco, francese e nell’Europa orientale), addirittura si sono rinvenute tracce di questo impianto sulle coste dell’Africa settentrionale, oltre che ovviamente in Italia. In Lombardia oltre a Milano avevano la cattedrale doppia Pavia, Cremona, Bergamo, Brescia, Como, per un breve periodo forse anche Mantova. Di certo Milano era quella più importante.
La spiegazione di un tale insediamento va di certo ricercato negli usi e nella mentalità della chiesa e della popolazione dell’epoca. Esso infatti non può essere solo un caso vista la durata millenaria della coesistenza. Queste due chiese venivano anche chiamate “invernale” ed “estiva”, poiché durante ogni periodo pasquale avveniva il passaggio, una vera e propria processione, da Santa Maria Maggiore a Santa Tecla. E viceversa durante la terza domenica d’ottobre.
# Ci sono ancora dei resti della doppia cattedrale
Tale rituale non era da attribuire però a fattori pratici, come lascerebbero immaginare gli appellativi di “invernale” ed “estiva”. Bensì va ricondotto ad aspetti simbolici educativi cristiani, e alla corrispondenza necessaria di tali aspetti coi luoghi liturgici addetti a comunicarli. Tale bipartizione infatti rimanda a temi molto cari alla teologia cristiana del medioevo: cielo e terra, invisibile e visibile, divino e umano…
Le rovine dell’abside della Basilica
Alcuni resti archeologici della cattedrale doppia, sono visitabili nel sotterraneo del Sagrato del Duomo di Milano, nelle vetrine della metropolitana della fermata Duomo, e nel museo del Duomo.
Progettato dallo studio BIG sarà formato da due edifici autonomi collegati da una struttura a portico sospeso lunga ben 140 metri. Soprannonimato lo sdraiato sarà il quarto grattacielo dell’area.
Si completa la riqualificazione affidata al Fondo Porta Romana, per 1.400 atleti durante le Olimpiadi Invernali 2026. Diventerà poi il più grande studentato d’Italia in Edilizia Residenziale Sociale
Arena da 16.000 posti che ospita le gare di hockey maschili ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Dopo l’evento sarà utilizzato per altri eventi sportivi e concerti.
Ospiterà circa 600-800 studenti grazie a un investimento di circa 47 milioni di euro. Ci sarà un auditorium da 350 sedute per i concerti e uno studentato con 200 posti letti.
Rendering Bosco della Musica
#2026: Il nuovo Campus scientifico dell’Università Statale al MIND
Si estenderà su una superficie di 15.000 mq con un common ground aperto ai cittadini.
Credits: Mind Milano – 5- Campus Scientifico Statale
Il grattacielo di A2a di 144 piani e 28 piani ai confini dell’ex Scalo Romana. Avrà una forma tubolare uno sky garden di tre piani, e un belvedere probabilmente accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.
Credits acpv – Torre Faro
#2026: LOC, si completa la rigenerazione di Piazzale Loreto
Diventa un’agorà verde ad opera di Nhood Italy. Il traffico viene spostato all’esterno con la novità di 3 nuovi edifici, un anfiteatro in centro e 3.900 mq di verde.
Il nuovo laboratorio del Teatro alla Scala nel quartiere Rubattino. Un’unica enorme costruzione di acciaio e legno da 66.000 mq con un giardino d’inverno all’interno del Palazzo di Cristallo.
Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto
Il progetto di rigenerazione dello scalo di Lambrate. Ci saranno: un maxi-parco pubblico di circa 41.000 mq, un nuovo quartiere di 19.000 mq con 307 nuove abitazioni.
Credits Comune di Milano – Lambrate scalo ferroviario 3
#2028: si completa la rigenerazione dei rimanenti spazi dell’ex Scalo Romana
Con il parco al centro, 70.000 mq tra uffici e retail nel lato verso piazzale Lodi.
Masterplan Scalo Romana
#2029: La linea M1 a ovest con tre fermate oltre Bisceglie: Parri, Baggio, Olmi
Il tracciato si snoda per 3,5 km con deposito oltre la Tangenziale Ovest.
Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi
Dove in futuro è prevista la stazione dell’alta velocità di Porta Est. L’estensione sarà 3,1 km in sotterranea all’Idroscalo con fermate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est
Finalmente inaugura la prima metropolitana in Italia a collegare due province. Investimento di 1,2 miliardi di euro. 5 anni di ritardo rispetto al primo progetto: doveva inaugurare prima delle Olimpiadi del 2026.
#2032-2035: arrivano i progetti più visionari
L’amministrazione più visionaria della storia di Milano inanella una serie di progetti, tra i più sognati dai milanesi, tra cui:
Il Parco Orbitale, il più grande parco urbano metropolitano del mondo
La Circle Line: il grande cerchio che fa da raccordo tra tutte le linee della metro e che finalmente mette in connessione tutto l’hinterland milanese
La riapertura dei Navigli: dopo aver eliminato le auto in centro cade la grande scusa della viabilità. I navigli vengono riaperti secondo il progetto originale. Milano torna a essere una città d’acqua.
I due grandi tunnel sotto Milano: da Nord a Sud, da Ovest a Est, tutte le auto riescono a muoversi sotto Milano potendo accedere a ogni zona senza aumentare il traffico.
Milano, capitale mondiale delle tecnologie antismog: Milano diventa la città d’avanguardia al mondo per le tecnologie di depurazione dell’aria. L’aria di Milano risulta così tra le più pulite al mondo.
Milano diventa città stato: dopo anni dal primo progetto finalmente Milano diventa una città regione, come lo sono tutte le principali città europea, come Berlino, Vienna, Amburgo, Madrid, Londra, Bruxelles, Zurigo, Budapest e tante altre. Con l’autonomia Milano può così disporre direttamente di 11 miliardi di euro all’anno per diventare una vera metropoli internazionale.
L’obiettivo annunciato del Sindaco è di ridurre da 49 a 40 le auto ogni cento abitanti. La strategia comprende, oltre all’inasprimento delle regole di Area C e di Area B, anche la riduzione delle vie accessibili dalle auto private e dei parcheggi su strada. L’ultima novità messa in agenda.
Il QUADRILATERO della MODA sarà OFF-LIMITS per le AUTO PRIVATE e senza PARCHEGGI
# Il Quadrilatero della Moda diventerà off-limits per le auto private
Credits car_spotting.tommy IG – Auto in via Montenapoleone
Il Sindaco Sala e la giunta comunale proseguono nella lotta alle auto.
Dal 30 ottobre 2023 la tariffa per entrare in area C passa da 5 a 7,50 euro mentre si attende l’ultimo passaggio in Consiglio comunale per rendere operativa la Ztl anche nei weekend. La novità è che la zona più esclusiva della città diventerà off-limits per le auto private: “Questo è un messaggio chiaro su come vogliamo che sia la circolazione nel centro della città” spiega il Sindaco Sala. Dal 2024 non potranno più circolare all’interno del reticolo di strada racchiuse nel Quadrilatero della moda. L’accesso sarà garantito solo per lo carico e scarico e il transito di taxi e Ncc. Nei prossimi mesi verrà definito l’intervento nel dettaglio.
Foto di Jannis Lucas su Unsplash – Via Montenapoleone Milano
A questa misura, inserita nella maxi-delibera di giunta approvata martedì 11 luglio 2023, si aggiunge lo stop ai parcheggi dal primo semestre del 2024, salvo la possibilità per residenti e domiciliati di accedere a box o posti auto interni di proprietà e quando possibile di sostare negli spazi dedicati. Verranno eliminati i posti auto lato strada a rotazione, non dei residenti, e gli ingressi saranno presidiati da telecamere. Il Sindaco Sala: “Il messaggio che vogliamo dare ai cittadini è di non entrare in centro perché non possono parcheggiare. Fanno eccezione ovviamente i parcheggi sotterranei, se chi entra va nel parcheggio a pagamento la sanzione non scatterà. Ma il messaggio è questo“.
# Nella Cerchia dei Bastioni si potrà sostare al massimo due ore
La lotta alle auto si estende però a tutto il centro città, quello nel perimetro della Cerchia dei Bastioni, che corrisponde all’Area C e al Municipio 1. Da ottobre 2023 cambieranno le regole per la sosta in centro: si potrà lasciare l’auto parcheggiata al massimo per due ore consecutive dalle 8 alle 19 tutti i giorni della settimana. Il motivo è spiegato dal Sindaco Sala: “C’è molta sosta a Milano che chiamiamo parassitaria, cioè di chi viene in città e pianta la macchina tutto il giorno e toglie spazio di sosta a chi ne ha bisogno, per questo stabiliamo una limitazione“.
Dal primo ottobre 2023 sarà vietato invece l’accesso in città, quindi oltre le telecamere di Area B, ai mezzi pesanti senza il sensore capace di rilevare l’angolo cieco nello specchietto. Se in possesso di contratto di acquisto del dispositivo potranno circolare fino al 31 dicembre 2024, i mezzi più leggeri hanno invece un anno di tempo in più. Questo intervento è stato deciso a seguito dei diversi incidenti mortali che hanno coinvolto pedoni e ciclisti.
Il Sindaco Sala dice che “non siamo contro le auto ma contro il traffico non regolamentato“: è davvero così? Le opposizioni sono sul piede di guerra: solo voglia di cassa e guerra ideologica che stanno snaturando Milano, è la loro accusa.
E’ stato inaugurato un ristorante in una sfera. Ma cosa ci fa un ristorante in una sfera? E dove si trova? E apparirà anche a Milano?
La SFERA, l’ultimo progetto folle e futuristico di Oscar Niemeyer
Niemeyer Sphere, così si chiama la futuristica costruzione dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer adibita a ristorante. Recentemente inaugurato, l’edificio sta stupendo gli abitanti della città che la ospita e i curiosi turisti. Ma cosa ci fa un ristorante in una sfera? E dove si trova?
# L’ultimo progetto folle e futuristico di Oscar Niemeyer
Credit: @niemeyer_sphere
L’idea di questa geniale costruzione non è stata solo di Niemeyer: tutto è partito da Ludwig Koehne, direttore della Kirow Ardelt, un’azienda tedesca che produce gru. Ludwig voleva creare un ristorante e lounge bar per l’azienda e ha scelto l’architetto brasiliano proprio perché lo riteneva «semplicemente adatto a questo progetto di costruzione». Lo stile di Niemeyer è stato sempre caratterizzato da un pizzico di follia e futurismo, e anche in questo progetto ha lasciato la sua inconfondibile impronta. Purtroppo però l’architetto non ha potuto vedere la costruzione terminata poiché è morto a ben 104 anni durante i lavori.
# Come una navicella spaziale planata sulla fabbrica
Credit: @niemeyer_sphere
L’edificio quindi è stato progettato per essere un luogo di relax e ristoro per i lavoratori della fabbrica, ma si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica. Infatti – nonostante non sia aperto al pubblico – è possibile visitarlo in piccoli gruppi e può anche essere affittato per l’organizzazione di eventi privati. La cosa che forse stupisce di più è il contrasto netto tra lo stile della fabbrica e quello della sfera: la Kirow Ardelt si presenta come un edificio semplice in mattoni rossi, a cui è stata aggiunta questa sfera high-tech… un po’ come una navicella spaziale che si è posata sull’edificio con leggerezza, senza distruggerlo.
# Il ristorante in connessione con il cielo
Credit: Berlino Magazine
La Sphere ha un diametro di 12 metri ed è organizzata su 3 livelli in cui ciascuno ha una funzione ben precisa: si parte dal lounge bar, salendo si trova il ristorante e poi una bellissima terrazza panoramica. Céu è il nome di questo strano ristorante, che in portoghese significa proprio “cielo“, simboleggiando la connessione tra questo e la struttura tramite grandi finestre. Queste permettono al ristorante di avere una vista pazzesca ma senza trasformarsi in una specie di serra: per evitare ciò sono state installate 161 finestre triangolari a cristalli liquidi, tecnologia che consente di oscurare i vetri in pochi secondi.
Chi non vorrebbe organizzare una festa in questo ristorante spaziale?
autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.