Un edificio iconico della città che ha ispirato la costruzione delle Torri Gemelli. Nel restauro di qualche anno fa ha aggiunto un meraviglioso terrazzo con vista sulla città.
TORRE TIRRENA, il palazzo di Milano che ha ispirato le TORRI GEMELLE di New York
# L’edificio che ha ispirato le Torri Gemelle di New York
Credits asti_architetti IG – Torre Tirrena
Conosciuta da qualche anno come Liberty Tower, si trova al civico 4 di piazza del Liberty. La Torre Tirrena è un palazzo a firma degli architetti Eugenio ed Ermenegildo Soncini realizzato tra il 1955 e il 1956. Ha un’altezza di 46,5 metri, con 11 piani, e si caratterizza per uno stile moderno e una struttura portante in calcestruzzo armato.
L’elemento più distintivo della sua architettura sono però i pilastrini binati lungo la partitura verticale delle facciate che si sdoppiano con raccordi obliqui, sia alla base che in cima all’edificio, creando un effetto di chiaroscuro contrastante con le superfici vetrate. Talmente particolari che sono stati ripresi in modo molto più esagerato nelle vertiginose costolature delle Torri Gemelle di New York dall’architetto Minoru Yamasaki.
# La meravigliosa vista dalla terrazza all’ultimo piano
Credits Giacomo Biraghi – Torre Tirrena
Un’altra meraviglia dell’edificio è visibile invece dall’ampio terrazzo posto sul tetto: un invidiabilepanorama su Milano. Da qui si può ammirare la città dall’alto e in un unico sguardo vedere lo skyline di Porta Nuova sulla destra e quello di Citylife sulla sinistra, oppure il Duomo o ancora la cupola della Basilica di San Carlo.
Si può godere di questa vista grazie al restauro della torre avvenuto nel 2021, ad opera di Asti Architetti, che ha compreso anche il trasferimento dei locali tecnici negli interrati e la costruzione di un terrazzo dotato di grandi vasche piantumate, sono presenti cinque ulivi, come affaccio sulla città e open house degli uffici ospitati dall’edificio. C’è inoltre un nuovo volume vetrato arretrato rispetto al filo della facciata.
Immagina le montagne russe dei classici parchi di divertimenti e ora proiettale ad alta quota. A circa 4 ore da Milano, attraversando il confine, c’è uno dei parchi di divertimento più freddi e grandi di sempre. Scivoli di neve, salti nel vuoto, giri della morte, che fanno divertire grandi e bambini. Armandoci di giacche pesanti e tute da sci, ecco tutte le info sul parco di divertimenti sotto zero.
Il PARCO di DIVERTIMENTI nel GHIACCIO a poche ore da Milano
# Uno dei parchi sulla neve più grandi del mondo
Credits: svizzeraunica.it tobogganing park
A Leysin, località svizzera nel Canton Vaud, Regione del Lago di Ginevra, c’è uno dei parchi di divertimenti invernali più belli e più grandi di sempre. Aperto nel 2014, il Tobogganing Park si trova ad un’altitudine di circa 1500m ed è facilmente raggiungibile grazie alla funicolare che parte dalla cittadina svizzera. All’interno si trovano dai 4 ai 10 tracciati lunghi massimo 300 metri, dipende da quanto nevica, dove la gente può divertirsi e trascorrere una mattinata o un pomeriggio sulla neve. In generale il parco offre diverse opportunità di svago come le attività sulla neve, uno snowpark e una pista per lo slittino lunga ben 1,2km.
Il Tobogganing Park è stato ideato dal campione olimpico di bob Silvio Giobellina che ogni anno modifica i vari percorsi. All’interno sono state create anche delle piste adrenaliniche che solo i più temerari possono affrontare. Il punto di partenza delle discese è una torre alta 5 metri e nel parco ci sono anche una pista di neve per gommoni, una pista di pattinaggio sul ghiaccio e una pista di tubing (discesa su un grande pneumatico).
# Il giro della morte in un tunnel di ghiaccio
Credits: @jimmysomers_ Salto su airbag Tobogganing Park Leysin
Tra le attrazioni più adrenaliniche ci sono la curva a 360° da percorrere su una camera d’aria, un vero e proprio tunnel di ghiaccio da attraversare ad altissima velocità quasi a dimenticare le regole della gravità, oppure il salto con atterraggio su un grosso airbag. Naturalmente il parco è per tutti, quindi ci sono anche attrazioni più semplici, ma ugualmente divertenti, e spazi dedicati ai più piccoli. Inoltre ogni anno vengono organizzati eventi e competizioni a livello nazionale e internazionale, ad esempio gare di slittino, di snowboard e di freestyle.
# Info: orari e biglietti
Credits: @hsu_chinman Tobogganing Park Leysin
Il parco è aperto tutti i giorni, ma solo per 3 mesi l’anno durante la stagione invernale. È possibile andarci infatti solo da metà dicembre fino a marzo. Il biglietto costa 29 franchi svizzeri, ma ci sono agevolazioni per ragazzi, bambini e famiglie e le discese durano poco meno di 2 ore. Il biglietto infatti non vale per tutta la giornata ma solo per 1 ora e 50 minuti. Una particolarità? Il parco è aperto anche dopo il tramonto.
A breve distanza dal parco c’è poi lo Snow Village con la sua tipica atmosfera nordica. Qui ci sono igloo arredati in stile Polo Nord, una cappella di ghiaccio, un bar sulla neve e vari ristoranti. Infine, il Tobogganing Park ha anche una grande terrazza dove è possibile gustare del cibo calde, godendosi la vista panoramica sulla valle circostante.
Luca Tavecchio nel suo reportage perIl Giorno ci conduce in una strada della città lasciata nel più totale degrado e abbandono, con cumuli di rifiuti e decine di auto carbonizzate e depredate di ogni cosa al loro interno.
Dove le AUTO BRUCIATE riposano in PACE
# 200 metri di strada dimenticata dal Comune di Milano
Credits Il Giorno – via Bonfadini
Sembra di essere nella periferia estrema di una delle megalopoli asiatiche, dove rimane tutto quello che non deve esser visibile agli occhi dei cittadini, un luogo talmente degradato che viene difficile credere si trovi a circa 5 chilometri da Duomo. Stiamo parlano dei 200 metri iniziali di via Bonfadini, nell’est della città dietro l’Ortomercato. A piedi servono circa 40 minuti, 30 se si prende la vicina metro M3 Corvetto. Nel reportage di Luca Tavecchio perIl Giorno si può vedere i resti delle attività illecite condotte dal vicino ex-campo rom della zona, chiuso da un blitz polizia nel 2021 dopo 30 anni con annessa demolizione delle baracche e sfollamento delle 40 famiglie chi ci vivevano dentro.
Purtroppo dopo quell’intervento, che avrebbe dovuto riportare anche ordine e dignità all’area, la strada è stata abbandonata dal Comune di Milano, lasciata marcire nella più totale indifferenza.
# Il cimitero delle auto bruciate
Credits Il Giorno – Auto bruciate
Quello che si vede appena entrati nella via, come racconta Luca Tavecchio, è un vero e proprio cimitero di auto bruciate, anticipato dal fortissimo odore acre che si alza nell’aria, di almeno 50 veicoli carbonizzati accostati al muro che affianca la strada, oltre a spazzatura e detriti. Scheletri di auto, quasi tutte sono state infatti depredate del materiale presente all’interno per poi entrare a far parte dei quel maxi giro illegale di rottami e rifiuti che ha portato alla chiusura del campo rom.
Credits Il giorno – Campo nomadi
A quanto sembra però non è completamente chiuso, ancora alcune persone si affacciano dalle baracche rimaste in piedi, così come non sembra essersi fermato totalmente il business della rivendita di ferro e componenti vari quali impianti audio visto che ci sono anche veicoli recenti tra quelli abbandonati sulla strada.
Il tramonto sullo sfondo, i gabbiani che volano in cielo, il rumore delle onde che accompagna la serata e quel profumo di mare che rende tutto più bello. Se si vuole fare questa passeggiata romantica qui però, è meglio portarsi delle scarpe comode. Si chiama Malecón ed è il lungomare più lungo del mondo.
Il LUNGOMARE più lungo del mondo
# Una strada che attraversa l’Avana
Credit: @cuba_and_me_
Il Malecón è una strada fondamentale a Cuba. Basta una sola passeggiata lungo questo viale e si è immersi dentro la vita della capitale, tra il rumore delle onde del mare e il via vai del traffico. Il suo nome originale è L’Avenida de Maceo ed è una grande strada a sei corsie affacciata sul mare, lungo la costa settentrionale della città.
Questa è una delle stradi principali della città ed è diventata il fulcro della vita sociale: i giovani si incontrano lungo il muretto, le mamme passeggiano coi bambini ed è ormai diventato il palco di molti artisti di strada.
# Otto chilometri di lungomare
Credit: @vc_tours
Il Malecón è un viale costiero che si estende per ben 8 km e prende così il titolo di lungomare più lungo del mondo.
Questa lunga strada collega il Puerto de La Habana nella città vecchia, al quartiere Vedado, il cuore commerciale della città: 8 km che collegano la parte più storica della città a quella più nuova. La passeggiata percorre tutta la zona del Centro Habana: il cuore della vita cubana vera, quella meno più turistica ma più autentica.
Non c’è dubbio: lungo il Malecòn si respira la vera Cuba.
#Il lungomare che diventa una superstrada
Credit: @habanero_siempre
Il Malecón venne realizzato nei primi anni del 1900 per creare un lungomare dove gli abitanti potessero passeggiare e godersi l’oceano in piena tranquillità. La sua costruzione fu voluta soprattutto per creare una barriera che proteggesse l’Avana dalle forti onde del mare durante le raffiche di vento.
Rispetto al progetto iniziale il percorso si sviluppò maggiormente, pur mantenendo la realtà pedonale ma negli anni ’50 il boom di automobili cambiò le carte in tavola.
Ed è così che il lungomare diventa una superstrada.
Ora al profumo del sale e al rumore delle onde si mescolano lo smog e il caos della strada tranne nei giorni di mareggiata, quando le potenti onde dell’oceano superano il muro che separa la strada dall’acqua, e il transito delle automobili viene bloccato per sicurezza.
In questi casi le sei corsie sono a disposizione per i pedoni più coraggiosi che decidono di attraversare la strada nonostante le onde.
#Un passaggio obbligatorio quando si è a Cuba
Credit: @dukedecuba
La passeggiata del lungomare de La Avana è una tappa fondamentale quando si va a Cuba.
Il lungomare cubano è sicuramente una delle passeggiate vista mare più famose del mondo. Lo spettacolo è unico: i colori brillanti della macchine si mescolano alle onde del mare, il tutto all’interno di una città viva e caotica come Cuba.
Come raggiungerlo? La passeggiata del lungomare de La Avana si può raggiungere sia partendo dal porto della città vecchia, oppure dal più moderno quartiere del Vedado.
Nell’ultima classifica de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita si assiste a nuovo cambio di vertice: Milano perde posizioni ma resiste nella top ten. Il Sud sempre messo male anche se ci sono diverse città anche al Nord dove si aspira a una qualità della vita migliore. Vediamo quali sono.
Queste CITTÀ nel NORD ITALIA vogliono RINASCERE
# La classifica sulla qualità della vita de Il Sole 24 ore: svettano le città delle regioni a statuto speciale
Credits: @ellabologna – Porta Maggiore
Anche per il 2022 Il Sole 24 Ore ha stilato la classifica delle province italiane in base alla qualità della vita, da quella dove si vive meglio a quella dove si vive peggio. L’indagine prende in considerazione 90 indicatori, di cui 40 aggiornati al 2022, suddivisi in sei macro-categorie:
ricchezza e consumi;
affari e lavoro;
ambiente e servizi;
demografia, società e salute;
giustizia e sicurezza;
cultura e tempo libero.
Si riprende lo scettro Bologna, che era la migliore nel 2020, seguita sul podio da Bolzano e Firenze. Milano pur perdendo 6 posizioni rimane nella top ten, passa dalla seconda all’ottava, grazie al primo posto nell’indicatore “Affari e lavoro” e al quarto in quello di “Ricchezza e consumi”. La performance peggiore è registrata nella categoria “Giustizia e sicurezza” che la vede alla 103esima piazza. Nei primi 10 posti ci sono anche tutte le altre province capoluogo delle regioni a statuto speciale: Aosta, Trento e Trieste. Ma quali sono invece le città del Nord che aspirano a una qualità della vita migliore?
# Rovigo è il fanalino di coda del Nord
Credits e.d.e.r.a IG – Rovigo
Se la parte bassa della classifica è occupata in prevalenza da province del centrosud, ce ne sono diverse anche del nord dove la qualità della vita dovrebbe migliorare. Le ultime dieci del Nord sono infatti queste:
#10 Ferrara: 51esimo posto totale, in discesa di sei. Ultima della sua Regione sembra non le basti il primato di città più bike friendly. #9 Savona: 53esima, in calo di 9 posizioni. Il fattore positivo è la vicinanza al mare: per crescere deve aumentare l’offerta culturale, migliorare i servizi e accelerare nella ripresa economica. #8 Asti: 51esima, in calo di 11 posizioni. Al centro di una regione celebre nel mondo per i vigneti e il buon cibo, per risollevarsi deve abbracciare di più il futuro, premiando l’intraprendenza e l’innovazione. #7 Vercelli: 56esima, a meno 8 posizioni rispetto l’anno prima. Altra città piemontese, la regione più in sofferenza del Settentrione. Deve ritrovare uno spirito d’avventura per risollevarsi da città della noia, puntando al centro invece che ritrovarsi emarginata nella periferia del commercio e delle attività. #6 Mantova: 58esima, in calo di 11 posizioni. La città più “simpatica” della Lombardia è anche la seconda a soffrire di più. Eppure la rivoluzione dello smart working potrebbe premiarla, attirando molti milanesi in fuga dallo smog e dal caro prezzi. Ma per attirarli deve incrementare il suo profilo internazionale, come quello che aveva un tempo. #5 Pavia: 62esima, in calo di 2 posti. La cuginetta di Milano soffre la vicinanza con la metropoli invece di trarre vantaggio dalla sua posizione e da quello che può offrire di diverso. Come per Mantova la strada è di pensare più in grande, meno provinciale più internazionale. D’altronde non era stata scelta dai Longobardi come loro capitale? #4 Biella: 65esima. Pare non essersi più ripresa dalla crisi del tessile e dalla chiusura di Aiazzone. Eppure è un autentico gioiello in mezzo a un territorio da incorniciare, tra Milano e Torino. Sembrerebbe l’ideale per chi vuole lavorare a distanza. Perchè non mettere questa come priorità per recuperare quota? #3 Alessandria: 71esima. Penalizzata da immagine di città ai margini. Tra Lombardia, Liguria e Piemonte ha di tutte queste un po’ e niente. E dire che potrebbe proprio essere questa la sua carta vincente, quella di riuscire a offrire il meglio di ognuna delle tre regioni. Serve coraggio e orizzonti mentali più estesi. #2 Imperia: 72esima, in crescita di 5 posti. La piccola Napoli del Nord si conferma tra le città con la peggiore qualità della vita nel Nord. E pensare che è in una posizione fantastica. Sul mare, un clima straordinario, a due passi dalla regione più lussuosa d’Europa, la Costa Azzurra. Perchè non puntare a integrarsi maggiormente con l’effervescente territorio dei cugini d’oltre frontiera? #1 Rovigo: 77esima, crolla di 16 posti in un anno. Purtroppo la fama sinistra di questa città del Veneto più povero dura da oltre un secolo. Città che ha rifornito mezzo Sud America di emigranti in fuga dalle esondazioni del Po e da una terra avara di tenerezza, tra nebbia, pioggia e zanzare. La soluzione per rilanciarsi? Anche in questo caso pensare più in grande, riuscire ad abbracciare nella sua sfera d’azione zone più ricche come quella di Venezia e delle vicine città di Veneto ed Emilia.
# Il capoluogo di regione del nord che vuole rilanciarsi: Torino
Credits Wendy Dekker-unsplash – Torino
Il primo capoluogo di una regione del nord in graduatoria partendo dal basso è Torino: sceso di 9 posizioni fino alla 40esima soprattutto a causa della scarsa qualità dell’aria e l’elevata incidenza di crimini denunciati. La caduta determinata dall’incapacità di utilizzare al meglio le connessioni con Milano. Segue Genova alla 23esima, -1 sul 2021, poi Venezia alla 20esima, -4 in meno dalla precedente rilevazione.
Soggiornare in hotel a Milano senza svuotare il portafoglio è possibile. Vediamo dove si trova quello più economico al momento.
L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: meno di 50 euro per una camera a 4 STELLE
# Hotel Idea 4 stelle: un soggiorno milanese a soli 47€ a notte
Camera Idea Hotel
Anche a Milano si può dormire in una stanza d’albergo senza uscirsene con le tasche vuote. Tralasciando la categoria degli ostelli, che anche in centro offrono soggiorni inferiori ai 20 euro a notte, in città si può trovare un hotel dove approfittando magari di prenotazioni last minute si spendono appena 47 euro. Questo è il caso dell’Hotel Idea 4 stelle, che mette a disposizione a quel prezzo una camera di 17 mq, wifi gratuito oltre a tutti gli altri servizi di una struttura di quella categoria.
# Design semplice e funzionale
Idea Hotel
Si caratterizza per un design moderno con elementi d’arredo che concorrono a creare un’atmosfera colorata e distesa, soprattutto nelle aree comuni come la hall e la sala breakfast, e in totale dispone di 234 camere dallo stile semplice e funzionale.
# La prima colazione è il punto di forza
L’hotel si trova tra Quinto Romano e Baggio, facilmente raggiungibile dalla Tangenziale Ovest e mette a disposizione una navetta per andare allo stadio di San Siro distante circa 4,5 km. La prima colazione è il punto di forza della struttura con proposte fatte in casa e ingredienti di prima scelta. All’interno gli ospiti possono anche provare i piatti del Ristorante “Il Meneghino” o gli aperitivi del Lounge Bar. Per chi lo scegli per affari sono disponibili anche sale meeting.
Bar o parrucchiere? Entrambi. A Milano c’è un locale che fa shampoo e piega e nel mentre offre alle clienti una bevanda a propria scelta. Ecco come si chiama e dove si trova.
Lo SHAMPOO BAR di Milano: cappuccino e messa in piega
# L’Hair Bar, l’ “urban Spa” nel centro di Milano
Credits: @hairbar_official Hair Bar
Nel centro città, precisamente in via Turati 3, si trova l’Hair Bar: dove si può combinare la cura dei capelli a un buon caffè, succo di frutta o addirittura ad un po’ di bollicine. Gli ideatori di questo bar, o parrucchiere, innovativo sono Francesca Seralvo e Enrico Stigliano che, dopo un viaggio a New York, hanno deciso di portare in Italia un concept diverso per il servizio shampoo e piega. L’obiettivo è stato fin da subito quello di far sì che i clienti si sentissero in una urban SPA piuttosto che in un “semplice” negozio di parrucchiera, rendendo quindi l’esperienza del sistemarsi i capelli unica.
# Il concept rivoluzionario
Credits: @hairbar_official Hair Bar
Un parrucchiere che non fa taglio e colore, un bar che ti fa la piega. Milano Hair Bar è un misto di idee che si sono riunite in un unico luogo: un salone dai colori pastello realizzato dallo studio di design Paloma Architects. In un’atmosfera chic, Hair Bar basa la sua offerta sui tempi rapidi, lava e fa la piega nel giro di 20 minuti, 40 minuti quando ci mette tanto, andando quindi incontro alle esigenze di una città sempre in movimento e dove velocità è la parola d’ordine. Il salone nasce infatti per quelle persone che non hanno molto tempo e che magari hanno i capelli scompigliati dopo la palestra, o necessitano di un ritocchino in pausa pranzo per essere perfettamente in ordine per la riunione dopo.
# Come funziona
Credits: @hairbar_official Hair Bar
Per quanto riguarda i capelli, il salone propone esclusivamente shampoo e piega e a volte anche piega a secco. Gli appuntamenti si prendono tramite sito o app e la piega che si vuole fare la si sceglie direttamente dal catalogo online o al banco. Nonostante sia aperto da un anno e mezzo, Milano Hair Bar è frequentato dalle celebrity milanesi, Chiara Ferragni per esempio. Il locale è progettato con un grande bancone in centro dove le clienti si possono accomodare e accompagnare la loro acconciatura ad una centrifuga o un bicchiere di vino. Come dicono i proprietari del locale stesso “Il perfetto hairstyle merita il cocktail perfetto”. In più il salone può essere prenotato per organizzare feste in location particolari oppure per fare un classico aperitivo milanese mentre, magari, ci si sta preparando per la serata.
A Milano si punta molto su residenze ed uffici di altissimo livello con elevato costo al metro quadro e questo non ci dispiace affatto. Ci dispiace invece che per quanto riguarda l’edilizia scolastica si preferisca spesso andare al risparmio. Anzi, a volte si esagera.
ABBATTUTE o CHIUSE: la situazione drammatica di queste SCUOLE MILANESI
# Nel Municipio 6 e 7 mancano due importanti scuole perché abbattute o chiuse
Partecipami – Scuola Cardarelli
Quello degli edifici scolastici, obsoleti, sporchi non al passo con le esigenze didattiche attuali quando non sono addirittura assenti, è una emergenza tutta italiana.
Spesso gli studenti devono passare ore ed ore in luoghi provvisori o in prefabbricati di pessima qualità. Come ci segnala il signor Quaranta, la situazione nelle zone 6 e 7 è critica:
“Le zone 6 e 7 di Milano sono prive da anni di due importanti scuole perché abbattute, o chiuse. Si tratta della scuola media Cardarelli in via Strozzi e la scuola elementare Massaua in via Mogadiscio. Per la scuola Cardarelli, i lavori sono fermi per inquinamento del suolo ove sorgeva l’edificio abbattuto nel 2012. L’edificio della scuola elementare Massaua è invece inagibile, poiché si tratta di una struttura a pannelli prefabbricati, provvisoria, ma durata per vari decenni. Le centinaia di alunni sono state sistemate provvisoriamente in edifici inadatti, in via Scrosati.“
Speriamo che le istituzioni competenti diano risposte chiare e veloci su questa situazione decisamente poco dignitosa per Milano e pessima per i ragazzi che la devono subire.
Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it
19 marzo 2023, in occasione della festa del papà, si terrà come ogni anno uno degli appuntamenti che più rappresenta gli sportivi milanesi e non solo. Con un anniversario più che speciale: l’amatissima StraMilano spegne 50 candeline. Ma come è nato il progetto di questa manifestazione sportiva?
La STRAMILANO compie 50 anni: la storia della corsa più amata dai milanesi
# Le origini della corsa più amata in città
Credits: valseriananews.it StraMilano
Era infatti il 1972 quando da un’idea dell’esploratore meneghino Renato Cepparo partì per la prima volta un’ondata gioiosa di corridori a percorrere le vie del capoluogo lombardo, regalando alla città un’indimenticabile giornata di festa. Al via si presentarono 3.500 partecipanti ai quali se ne aggiunsero altri 3.000 fuori quota e, nonostante l’aspetto ludico di questa prima epica StraMilano, vollero partecipare anche alcuni affermati atleti italiani. La storica performance del maratoneta cortinese De Menego gli permise di essere ammesso alla maratona olimpica di Monaco di Baviera. Solo nel 1976 la corsa fu ufficialmente aperta anche ai professionisti, che risposero con grande entusiasmo all’invito degli organizzatori rendendo StraMilano una delle tappe più attese della stagione agonistica. La corsa ha mantenuto il suo status di manifestazione sportiva aperta a tutti, e i primi arrivati al traguardo, tradizionalmente quasi sempre di origine kenyota-etiope, hanno la fortuna di guadagnarsi un premio in denaro che per il 50esimo anniversario corrisponde a 1000 euro per la medaglia d’oro. Naturalmente i premi per il podio vengono assegnati 90 giorni dopo gli esami antidoping.
# I podi e le caratteristiche della StraMilano
Credits: stramilano.it StraMilano1988
La Half Marathon, come viene conosciuta all’estero, dopo l’esordio a inizio anni ’70 ha visto crescere progressivamente il numero di partecipanti e nel decennio degli anni ’80 ha regalato alle cronache sportive la tripletta o triplete, se vogliamo usare un’analogia con un termine calcistico, del runner nostrano Alberto Cova, trionfatore nel 1983, nell’84 (anno in cui ha vinto anche l’oro olimpico alle olimpiadi di Los Angeles sui 10000 piani) e nell’86, che diventa il secondo vincitore italiano della competizione dopo il successo di Franco Fava nel 1978. Dopo un’altra affermazione del mezzofondista italiano Gelindo Bordin nel decennio successivo, la StraMilano parla quasi solo kenyota, grazie alle affermazioni di Moses Tanui prima e di Paul Tergat in seguito, quest’ultimo vincitore addirittura di 6 competizioni di fila. Vari atleti kenyoti conserveranno il podio anche per i due decenni a seguire sino ai giorni nostri, e gli iscritti alla più famosa corsa italiana lieviteranno a vista d’occhio. Qualche dato tecnico: il tracciato principale è di 20 km, per l’esattezza 21,097. Il percorso principale parte e termina a Piazza Castello, mentre sia la 5 che la 10 km partono dal Duomo e terminano all’arena civica.
# Il presente e il futuro
Credits: @logosnews.it StraMilano
Oggi nel 2023, Milano è pronta ad accogliere di nuovo atleti, appassionati e famiglie che si riverseranno sulle strade per trascorrere una mattinata all’insegna del divertimento, dello sport e dell’aria aperta. “La StraMilano è una manifestazione sportiva che, soprattutto negli ultimi anni, coinvolge e fa partecipare i cittadini sempre con grande entusiasmo” ha affermato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “È bello festeggiare oggi i 50 anni e le 50 edizioni di questa straordinaria corsa che nel corso del tempo è diventata un vero e proprio punto di riferimento sia per i corridori professionisti sia per i runner amatoriali e le famiglie. E così sarà anche nel futuro, qualunque sia la forma che prenderà la nostra amata città. Sono certo che anche quest’anno le tre gare, 10 km, 5 km e Half Marathon, saranno vissute con sportività e allegria da tutti i partecipanti grandi e piccoli, atleti e semplici appassionati, facendo del 19 marzo una giornata di vera festa.”
# Il programma
Credits: @stramilanoofficial StraMilano2023
Il programma di quest’anno è presto scritto: alle 9.00 i primi a partire da Piazza Duomo saranno i partecipanti alla StraMilano 10 Km, la corsa non competitiva che vede corridori di ogni età e livello percorrere le vie più caratteristiche della città. Alle 9.30, sempre da Piazza Duomo, partirà invece la StraMilanina, dove i protagonisti saranno i più piccoli. I mini atleti e i loro accompagnatori attraverseranno il centro storico di Milano per 5 Km, incoraggiati da simpatici personaggi dislocati lungo il percorso. L’arrivo è fissato per tutti all’ Arena Civica Gianni Brera, dove grandi e piccoli, potranno riprendersi dalle fatiche della corsa e godere di momenti di relax e divertimento. Infine alle ore 10.00 sarà la volta della Stramilano Half Marathon con partenza e arrivo in Piazza Castello. Se per caso ci stavate pensando, le iscrizioni finali terminano il 18 marzo, 24 ore prima dello start. Ah, per la cronaca io ho partecipato due volte. E tutte e due le volte ci sono andato solo per abbuffarmi al punto di ristoro di metà corsa. Non prendetemi come esempio, please!
Infuria il dibattito, si infiammano le polemiche. Sempre da più parti si accusa che Milano è peggiorata. Ma è proprio così? Questa l’esperienza di Cristiano Cervigni
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
La società americana ESCAPE esperta in tiny house e Ikea, da sempre specializzata nell’ottimizzare gli spazi, hanno dato vita al progetto di una minicasa sostenibile, autosufficiente e accogliente. Un’abitazione subito pronta all’uso. Ecco come è stata pensata e quanto si spende per averne una.
Le MINICASE fai-da-te di IKEA: prezzi bassi e costruibili ovunque
# Abitare nelle minicase sta diventando un vero e proprio stile di vita
Credits: idealista.it
Le minicase sono piccoli rifugi che possono essere posizionati e trasportabili ovunque, come in mezzo al verde per godersi a pieno la natura. Hanno preso piede inizialmente negli Stati Uniti d’America, dove abitare in micro case è ormai diventato uno stile di vita, per poi diffondersi a macchia d’olio sul mercato internazionale. Tra i vantaggi di questa soluzione abitativa c’è quello di potersi trasferire cambiando città senza comprare una nuova casa e quindi con un notevole risparmio. Tra gli svantaggi c’è il fatto di vivere in spazi ridotti, avere molti meno oggetti e vestiti rispetto ad una classica abitazione, e rinunciare a qualche comodità.
La minicasa Ikea è frutto della collaborazione con Escape, che da anni costruisce mini case sostenibili e trasportabili. Ikea è riuscita a creare uno spazio dove vivere piccolo, ma comodo. Definite dall’Archtectural Digest come “chic, sostenibili, funzionali e convenienti”, praticamente perfette, queste minicase sono super luminose, forse anche perché la luce gioca molto sulla percezione dello spazio, costruite con materiali interamente riciclabili e garantiscono poche emissioni.
Progettata avendo come modello i camper, la tinyhouse dell’azienda svedese ha una una dimensione di 17 mq con una lunghezza di 8 metri e utilizza il legno di cedro come materiale per la sua struttura. Al suo interno ci sono tutte quello presente in una qualsiasi abitazione: un letto, un vano portaoggetti, un bagno, lavatrice, asciugatrice, cucina, scaldabagno e riscaldamento, divano pieghevole, un tavolino e prese USB.
# Con circa 60.000 euro si compra la versione super accessoriata
Credits Ikea-escape – Interno minicasa
I prezzi vanno dai 47.550 dollari per il modello base ai 63.350 dollari se si sceglie la versione super accessoriata con tutti gli arredi IKEA. Al cambio attuale sono rispettivamente 45.000 e 60.000 euro. L’alimentazione è resa possibile dalle batterie di accumulo e quindi funziona senza rete elettrica, consentendo un sensibile risparmio energetico.
Questo nuovo stile di vita, meno stanziale, poco inquinante e che ha bisogno di spazi ridotti si diffonderà anche in Italia?
Le botteghe storiche, negozi che profumano di veridicità e che portano avanti nel tempo le loro tradizioni, spesso tramandate di generazione in generazione. Alcune di loro sono davvero curiose.
Le BOTTEGHE STORICHE più STRANE di Milano
Quando si parla di botteghe storiche a Milano si intendono negozi di nicchia, ultracentenari, ma anche grandi magazzini come la Rinascente, perché sì, per essere bottega storica non c’è bisogno di essere un piccolo negozietto di quartiere. Nel 2020 le botteghe storiche nel capoluogo lombardo erano oltre i 500: ma quali sono le più strane in assoluto, quelle che vendono le cose più bizzarre? Ne abbiamo scelto 5+1.
#1 Le botteghe storiche che organizzano funerali: Pompe funebri Turati Niguarda e Fusetti
Credits: zaubee.com Fusetti
L’agenzia di pompe funebri in via de Calboli 18 è iscritta all’Albo delle Botteghe storiche a Milano grazie alla sua attività iniziata, non nel secolo scorso, ma bensì alla fine dell’Ottocento. Dal 1892, Pompe funebri Turati Niguarda offre infatti servizi funebri ai milanesi, e ora si è specializzata anche nell’organizzazione di funerali per animali domestici. Ma quest’agenzia funebre non è l’unica ad essere iscritta all’albo: anche Fusetti, che oggi conta tre sedi distribuite in città, è diventata bottega storica. Quest’ultima nasce nel 1931 come agenzia di trasporti, si chiamava “La società generale di trasporti e Onoranze Funebri FUSETT”, ma dopo la seconda guerra mondiale cambiò denominazione concentrandosi sull’organizzazione di cerimonie funebri.
E dopo le pompe funebri, a Milano tra le botteghe storiche più strane della città, uniche nei sui generis, c’è anche un’impresa di pulizie. Si tratta di Impresa Speranza S.r.l. in via Ronchi, in attività da più di cent’anni, ha aperto infatti nel 1900.
#3 Le chiusure lampo di Nardo Villa
Credits: @mbeventsbymarcia Nardo Villa – Chiusure Lampo e Zip
In via Durini 24, c’è una bottega storica specializzata nella vendita delle chiusure lampo. Opera a Milano da più di 80 anni, ha aperto infatti nel 1938, e oggi la ditta Villa Nardo si può definire come la specialista delle lavorazioni con zip e chiusure lampo in tutta Italia. Grazie ad una lavorazione artigianale su misura, produce vende e consegna ogni tipo di cerniera.
#4 Paride fabbrica parrucche con capelli naturali
Credits: @paride_parrucche Paride Parrucche
Tra le circa 600 botteghe storiche milanesi ce n’è poi una che si distingue da tutte le altre: è Paride Parrucche in Largo Ildefonso Schuster, 1. Paride Parrucche è un laboratorio artigianale nato nel 1937, che da quel momento produce parrucche a mano e rigorosamente con capelli naturali. Qui i proprietari sono molto attenti alla qualità dei prodotti e curano tutto nei minimi dettagli. È sicuramente una delle botteghe storiche milanesi più strane di tutte perché, seppure ci siano molti barbieri e parrucchiere iscritti nell’Albo delle botteghe, è l’unica che vende solo parrucche.
#5 L’unica bottega etnica
Credits: @milanopalmadise African Oriental Kraft
Non tanto strana per quello che vende, ma piuttosto unica, è l’African Oriental Craft in via Confalonieri. Si tratta dell’unica bottega storica specializzata nella vendita di prodotti africani e orientali. Un arredamento etnico all’interno del quale si può trovare di tutto: monili, soprammobili, borse, tende, parei, cuscini, bijoux e altro. Yohannes Primo, giovane commerciante originario dell’Eritrea, ha aperto l’African Oriental Craft a Milano nel 1965 e ancora oggi il “Magazzino”, come ama definirlo il proprietario, è fulcro della comunità eritrea milanese.
#5+1 Il sex shop candidato a bottega storica
Credits: milano.corriere.it Sex Shop (prima)
Non è ancora bottega storica ma la sua possibile candidatura sta già facendo parlare e sicuramente diventerebbe una delle più strane in assoluto. Si tratta del sex shop in piazza Sempione 6 che, come afferma il suo proprietario Giulio Sabbatini, dall’anno prossimo avrà tutti i requisiti per essere riconosciuto bottega storica di Milano. Il negozio ha aperto nel 1974 e l’anno prossimo spegnerà le sue prime 50 candeline, in più la gestione del sex shop è sempre rimasta all’interno della famiglia Sabbatini e questo rende il negozio un papabile candidato all’albo. Fu infatti il padre dell’attuale proprietario ad intuire il potenziale commerciale che ruotava intorno al sesso e a decidere di vendere materiale erotico. Non resta che aspettare per sapere se la possibilità che il negozio che vende sex toys e lingerie diventi veramente bottega storica, oppure che sia solo una provocazione.
Nel caso, certamente vincerebbe il premio di bottega storica milanese più particolare.
Da quali città provengono gli abitanti di Milano? Qualche sorpresa emerge dall’ultimo censimento. E qualche differenza tra uomini e donne.
Queste le CITTÀ di origine dei MILANESI
In base ai dati dell’ultimo censimento, queste le dieci città d’origine dei milanesi.
#10 Torino
#9 Foggia
#8 Reggio Calabria
La città che sale – Umberto Boccioni
#7 Cosenza
#6 Genova
Credits berlui65 IG – Crozza
#5 Roma
Eros Ramazzotto – Credits: TvZap
#4 Catania
Diletta Liotta
#3 Bari
#2 Palermo
#1 Napoli
# Qualche curiosità: 6 universitari su 10 arrivano da fuori
Se si considera il genere, Napoli è prima sia al maschile che al femminile. Tra gli abitanti di sesso maschile i primi sei posti sono occupati da città del Sud. Compare al nono posto Crotone, mentre esce dalla top 10 Torino.
Considerando gli abitanti di genere femminile aumenta la quota di Roma e compare al nono posto Taranto.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per il diritto allo studio universitario (ANDISU), nell’anno accademico 2020/2021 a Milano sono stati iscritti oltre 182.000 studenti, di cui il 59% provenienti da altre regioni italiane.
Dopo l’aumento delle strisce blu e la possibile introduzione del pass a pagamento per la seconda auto nel nucleo familiare, si fa strada anche l’ipotesi di far pagare il pass ai possessori di una sola auto.
PARCHEGGIO a PAGAMENTO per tutti, anche per i RESIDENTI?
# L’obiettivo del Comune di Milano: da 50 a 40 auto ogni 100 abitanti in 10 anni
Credits cheautocompro.it IG – Area C
Tutto nasce dal target fissato dal Comune di Milano: ridurre le auto in città. L’obiettivo è scendere da 50 a 40 ogni 100 abitanti in 10 anni, rendendone antieconomico il possesso e l’utilizzo in favore del trasporto pubblico. Tra gli strumenti già operativi ci sono Area C e la più recente Area B che fungono da deterrente allo spostamento con il mezzo privato.
# La lotta alla sosta selvaggia e l’aumento di risorse per il bilancio comunale
Altri obiettivi sono la lotta alla sosta selvaggio e l’aumento di entrate per il bilancio comunale. Il saldo parcheggi disponibili su strada nelle strutture pubbliche e private è di meno 180.000, tenendo conto anche delle auto che arrivano da fuori città e che sono costrette a parcheggiare su marciapiedi o aiuole. Inoltre il Comune vuole rispondere all’accusa di tartassare chi arriva da fuori: la sosta a pagamento per i residenti consentirebbe di far pagare anche chi è in area C, finora non toccato dalle misure dell’amministrazione. Per questo motivo, oltre al possibile aumento delle aree con strisce gialle blu e dell’estensione dell’orario e dei giorni di sosta a pagamento anche oltre la cerchia filoviaria, è in corso di valutazione l’introduzione del pass a pagamento per tutti. Ma come funziona oggi il pass?
# La sosta per i residenti
Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano
Oggi a Milano per i residenti è possibile parcheggiare gratuitamente sia sulle strisce gialle che quelle blu, le prime vietate e le seconde a pagamento per gli altri utenti, se in possesso di pass per la sosta del relativo ambito di zona. Il regolamento comunale non pone poi limiti al numero di auto per cui si può chiedere un pass, è solo necessario che ognuno venga associato alla patente di un componente del nucleo familiare.
# Il pass a pagamento per tutti
Credits notizie.it – Pass residenti Milano
Tra le ipotesi previste nell’aggiornamento nel Piano urbano della traffico urbano, e in linea con gli obiettivi del Piano aria e clima, l’amministrazione milanese ha valutato però un cambio netto nel sistema dei pass: metterli a pagamento per le seconde auto e nello scenario più restrittivo addirittura per tutti i residenti e quindi anche per il nucleo familiare in possesso di un solo mezzo. Nello specifico verrà valutata la “trasformazione progressiva di tutte le autorizzazioni alla sosta su strada in pass onerosi con modulazioni basate sulle caratteristiche dell’utenza e delle classi dei veicoli”.
Questo provvedimento andrebbe a colpire centinaia di migliaia di milanesi che si troverebbero a pagare un pass per ogni auto, con tariffe modulate in base al tipo di veicolo e all’utenza. I critici contro queste politiche restrittive sottolineano che tutto questo avviene in un contesto in cui il costo del biglietto del trasporto pubblico è aumentato e le corse di tram, bus sono state tagliate. A breve potrebbe poi essere il turno della metropolitana.
Si tratterebbe quindi di un concreto aiuto al miglioramento del traffico e della sosta in città o solo un altro strumento per fare cassa?
# Lunedì 13/3: Apre l’Ireland Week, il lunapark della pizza, Marco Travaglio, Symil, Massimo Ranieri e Durdust
Ireland Week – Credits: Good Housekeeping
Ireland Week: seconda edizione della rassegna che porta l’Irlanda a Milano, con oltre 50 eventi diffusi. Cibo, musica, letteratura e gusti dell’isola verde, in attesa del clou: San Patrizio. Info e programmi QUI.
Millennium Gardens: prima settimana di apertura piena per la mostra dedicata a Irene Balia e Loredana Galente. Presso Galleria AeraB, a cura di Alessandra Redaelli, dalle 10.00 di mattina.
Myung-Whun Chung dirige alla Scala: continua il matrimonio tra il grande Direttore d’Orchestra e il podio Scaligero. Alle 20.00 il Maestro torna a dirigere un programma di Schubert e Brahms.
Il Luna Park della Pizza: DaZero&Friends inaugura un format, che farà arrivare i maestri pizzaioli di tutto il mondo alla sede di via Dell’Orso. Si inizia alle ore 20.30.
Serate Musicali: il violoncello di Narek Hakhnazaryan e il piano di Gyorgy Thchaidze, protagonisti al Conservatorio Giuseppe Verdi. L’esibizione inizia alle ore 20.45.
Finale Premio Wondy: sesta edizione della finale che premia sei romanzi finalisti. Al Teatro Manzoni conduce Drusilla Foer, dalle 20.45.
Milan Salernitana: dopo la vittoria in Champions, i rossoneri inseguono la Champions in campionato.
Pota Boyz: appuntamento con il buon umore, per iniziare la settimana col ritmo giusto. Serata di improvvisazione, allo Zelig Cabaret alle ore 21.00.
Rosario Miraggio: serata neo melodica napoletana ai Magazzini Generali. Alle 21.00 è atteso il Vivo solo di te Tour.
La Repubblica Indipendente della Comicità: anche il Teatro Filodrammatici propone stand-up comedy e satira, con giovani comici che si avvicendano sul palco, a partire dalle 21.00.
La Favola Mia: terzo appuntamento, dopo i bis di fine gennaio, con Giorgio Panariello. Il ritorno è al Teatro degli Arcimboldi alle ore 21.00.
Marco Travaglio – I migliori danni della nostra vita: Travaglio racconta al Teatro Lirico gli ultimi 5 anni d’Italia. Il sipario si apre su ironia e racconti circostanziati alle ore 21.00.
Syml: unica data italiana per il Phases Tour dell’artista made in USA. È possibile ascoltarlo al Circolo Magnolia di Segrate alle ore 21.00.
Massimo Ranieri: torna anche la voce di Tutti i Sogni Ancora in Volo. La seconda parte del suo tour è a Milano al Teatro Nazionale, alle ore 21.00.
Dardust: doppia anima e doppio spettacolo a Milano per Dario Faini. Duality Tour in scena lunedì 13 e martedì 14 alle 21.00, all’Auditorium di largo Mahler.
# Martedì 14/3: debutti teatrali, una leggenda della musica di New Orleans, Devin Townsend ed Eros Ramazzotti
Eros Ramazzotto – Credits: TvZap
Io sono mia moglie: la storia vera di Charlotte Von Mahlsdorf debutta al teatro Elfo Puccini. Sipario alle 19.30, resta in scena fino a domenica 19/3.
Per caso, per sbaglio, per amore, eroine all’opera: tre eroine dell’opera lirica ispirano questo spettacolo che Lella Costa e Francesco Michieli mettono in scena al Carcano, alle ore 19.30.
Devin Townsend: recupera l’unica data italiana del Lightwork European Tour. L’artista canadese attende i fans al Live Clun di Trezzo s/Adda, a partire dalle ore 20.00.
Mozart 90 in blu: al Teatro della Cooperativa c’è la storia di due donne, che risollevano la loro vita appellandosi alle radici. Con Cinzia Marseglia e Lucia Vasini, debutto alle 20.00, in scena fino al 19 marzo.
Tchaïka: liberamente tratto dal Gabbiano di Checov, Tita Iacobelli porta in scena il suo spettacolo. Doppio appuntamento martedì 14 e mercoledì 15 nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti, alle 20.00.
La Bibbia che non ti aspetti: seconda serata dello spettacolo talk che Giacomo Poretti, per la regia di Paolo Bignamini, propone al Teatro Oscar. Serata dedicata ad Andrea Tarabbia, che inizia alle 20.30.
La morte e la fanciulla: in contemporanea, nella sala Grande dell’Elfo Puccini, va in scena anche il dramma di una donna che decide di farsi giustizia da sola. Debutto alle 20.30, in scena fino a domenica 26.
Donald Harrison: arriva al Blue Note una leggenda della musica di New Orleans. Doppio spettacolo alle 20.30 e alle 22.30, accompagnato da Dan Kaufman al pianoforte, Nori Naraoka al contrabbasso e Brian Richburg alla batteria.
Madame Bovary: la classica versione della Emma di Flaubert, nell’edizione con Annig Raimondi e Antonio Rosti. Al Pacta Salone alle 20,45, in scena fino al 19/3.
Gatta Morta: serata spot per Francesca Reggiani e il suo monologo. Al Teatro Manzoni, solo questa sera, il racconto tra vero e falso o buono e cattivo, è di scena alle 20.45.
Freaks & Comedy Show: fenomeni da baraccone ed acrobati, interpretati ed amplificati ad arte, catapultano il pubblico nel mondo del circo. Succede al Teatro Cinema Martinitt, alle ore 21.00.
Tranquilli, poi vi spiego: il dirompente talento di Laura Formenti e il suo stile stand-up comedy, parla al pubblico di bugie. Ci sarà da ridere e riflettere allo Spazio Arca, alle ore 21.00.
Eros Ramazzotti: Mediolanum Forum prenotato tutta la settimana dal cantante romano e il suo Battito Infinito Tour. 4 giorni di passione, sul palco anche il 15, il 17 e il 18 marzo, alle ore 21.00.
#Mercoledì 15/3: debutta alla Scala l’ultima opera di Offenbach, un giovane talento russo stupisce Milano, prog australiano e l’hip hop di Leicester
King Gizzard and The Lizard Wizard – Credits: Pitchfork
Les Contes D’Hoffmann: l’opera in 5 atti di Jacques Offenbach, è di scena al Teatro Alla Scala dal 15 al 31 marzo. Sipario di debutto alle 19.30 per questa edizione firmata in regia da Davide Livermore.
S/Calvino – o della libertà: riflessioni sul concetto di libertà, che Mario Perrotta esegue partendo da Gli Antenati di Calvino. In scena al Teatro Carcano fino a domenica 19, debutta alle 19.30.
Dmitry Batalov: alla Sala dei Donatori della Fabbrica del Vapore, è ospite il 23enne pluripremiato pianista russo. Presenta in esclusiva il programma di Autour, tra autori recenti e Vladimir Gorlinsky, alle 20.30.
Scott Henderson: il leggendario musicista della Florida si esibisce al Blue Note, nella consueta formula del doppio spettacolo. Primo spettacolo alle 20.30, a seguire alle 22.30.
Tutti parlano di Jamie: musical tratto dalla storia della Queen at 16 britannica, in scena al Teatro Nazionale fino al 26 marzo. Debutto alle ore 20.45, in scena a date alterne.
Paul Lewis: Dedicato a Schubert – parte I è la proposta di metà settimana alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Inizio alle ore 20.45.
Siamo positivi: i Carta Bianca, in scena con Sara Santostasi, provano a cambiare il paradigma della negatività degli ultimi 3 anni. In scena al Teatro Cinema Martinitt alle ore 21..00.
King Gizzard and The Lizard Wizard: unica data italiana per la band prog e psichedelica australiana. Si esibiscono all’Alcatraz alle 21.00.
Easy Life: hiphop, soul e indie pop dalla band di Leicester, che presenta in anteprima per l’Italia il nuovo disco. Lo fa ai Magazzini Generali, con inizio alle ore 21.00.
#Giovedì 16/3: prima assoluta al Dal Verme, un inedito duo al Blue Note e Tamino per la musica o lo chansonnier milanese per eccellenza
Giangilberto Monti – Credits: Qui Brescia
Winter Garten: apertura della mostra dedicata alla fotografa milanese Barbara Barberis. Apertura alle 18.00 alla Galleria Matria di via Melzo. Resta fino al 15 aprile.
Pomeriggi Musicali: matinée alle 10.00 aperta al pubblico e spettacolo alle ore 20.00 al Teatro Dal Verme per l’Orchestra i Pomeriggi Musicali diretta da James Feddeck. In programma anche una prima assoluta di Filippo Del Corno.
Il nuovo mondo: all’Auditorium della Fondazione Cariplo è in scena fino a domenica 19 il concerto di Antonin Dvořàk, eseguito da Lucas & Arthur Jussen al pianoforte, diretto da Vincenzo Milletarì. Debutto alle 20.00.
Bianco su Bianco: dall’infanzia difficile e violenta alle medaglie olimpiche di Sochi, è la storia che l’ex Cirque du Soleil Davide Finzi Pasca porta in scena con atleti acrobati. Al Teatro Menotti, dalle 20.00 fino a domenica 19 marzo.
Omar Sosa e Jaques Morelenbaum: per la prima volta insieme, il pianista e il violoncellista si presentano in formazione minima al Blue Note. Unico spettacolo alle 20.30, dove ritmo e silenzi saranno protagonisti per emozionare.
Tamino: tappa milanese del tour che porta il giovane artista di origine egiziana, a presentare il suo ultimo disco. Sarà sul palco dell’Alcatraz alle ore 20.30.
La prova: Bruno Fornasari tocca ruvido uno dei nervi più scoperti della “nuova società”. Pone domande scomode e pretende risposte chiare e risolutive al Teatro Filodrammatici, con sipario alle 21.00 e fino al 26/3.
Ferzaneide: i ricordi e le persone che hanno influenzato i film di Ferzan Ozpetek, raccontate da lui stesso al Franco Parenti. Nella Sala Grande alle ore 21.00.
Bon Entendeur: per la prima volta assolta in Italia, arriva la musica elettronica del duo francese. Il Transatlantic Tour sbarca al Circolo Magnolia di Segrate, alle ore 21.00.
Giangilberto Monti: torna lo chansonnier milanese, accompagnato dalla sua più recente formazione in trio. Repertorio, teatro-cabaret e cavalli di battaglia dalle 21.30 al Garage Moulinski.
#Venerdì 17/3 (orario diurno e pre serale): è il giorno di San Patrizio
St. Patrick’s Day – Credits: Cedigros
S. Patrick’s day: dalle 11 eventi al Pogue’s Irish Pub e dalle 17.00 danze in strada con Irish Buskers & Dance Show.
Leggere la musica con le carte da gioco: laboratorio di lettura musicale con strumenti ludici, proposto da Mauro Montanari. Dalle 10.00 alle 12.00 in Corso Venezia 41.
Meta Brain: live in Bicocca l’evento divulgativo che approfondisce le relazioni tra cervello, videogiochi e VR. Dalle 10.00 alle 13.00 presso l’Edificio U6 in piazza dell’Ateneo Nuovo.
Dono e Altruismo Intelligente: presentazione del libro di Marco Annoni“La felicità è un dono”. Alle 17.00 presso la Sala 13 di UniMi, ingresso da via Conservatorio 13.
Aperitivo letterario al femminile: Simona Colaiuda, che presenterà in anteprima il suo romanzo “Ventitré” al Bistrot Letterario Incipit23, alle 18.15
Le migliori città dove guidare un’auto. Sono stati utilizzati diversi parametri, come la congestione del traffico, il numero di auto per abitante e la qualità dei trasporti pubblici. Questo il risultato. Fonte: RankingRoyals.
Le MIGLIORI città del mondo per chi guida un’AUTO
# Una sola europea tra le top 5
Nella classifica spadroneggiano le città del Nord America. Al primo e al terzo posto il Canada con Calgary e la capitale Ottawa. In mezzo la città degli sceicchi: Dubai. Al quarto compare la prima città europea, non troppo lontana dal confine italiano: Berna, la capitale della Svizzera.
# In Europa dominano tre Paesi
Stoccolma – Ph. robertaengland
Molto sbilanciata la rappresentanza delle singole nazioni. Il paradiso in Europa per gli automobilisti sembra ritrovarsi nelle città di tre Paesi: Svizzera, Germania e Svezia. La metà delle top 30 sono infatti in queste tre nazioni. Dietro a Berna, la Svizzera piazza anche Zurigo, Basilea e Ginevra. Praticamente tutte le principali città elvetiche risultano su misura dell’automobilista, grazie a tunnel, disponibilità di parcheggi, strade ben tenute e mezzi pubblici di livello mondiale. Ottimo il ranking anche per la Germania con alcune delle più importanti città dell’Ovest: addirittura otto. Anche guidare in Svezia è un piacere nelle sue tre più grandi città in classifica: Goteborg, Malmoe e Stoccolma.
# Le isole felici
Ci sono anche città che rappresentano un’eccezione, le uniche a rappresentare la loro nazione: Osaka per il Giappone, Oslo per la Norvegia, Perth per l’Australia e la città stato di Singapore. Le italiane? Non pervenute.
La polemica del giorno. Venerdì 10 marzo la consigliera del Comune di Milano Monica Romano pubblica un post in cui chiede di porre fine alla «gogna social» nei confronti delle borseggiatrici del metrò: «Quest’abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi Atm e di diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di follower è violenza, ed è molto preoccupante». Il post è stato subissato di critiche, perfino violente, tanto che la consigliera sta valutando se denunciare chi la sta minacciando.
Video o non video il fenomeno della sicurezza sulle strade e sulla metro è evidente. Un esempio dei molti video che si trovano in rete, realizzato da KingAsh
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Uno dei comuni dell’hinterland ha avanzato la richiesta di una nuova stazione della linea verde che, se venisse costruita, lo porterebbe ad eguaglierebbe il record di fermate di metropolitana di altri due comuni della Città Metropolitana di Milano. Le motivazioni della proposta e dove verrebbe realizzata la stazione.
Una NUOVA FERMATA della METRO sulla M2?
# Il Comune di Cernusco sul Naviglio con 3 fermate di metropolitana eguaglierebbe il record di altri due comuni
Credits: structurae.net – Fermata Cernusco sul Naviglio
Nell’ambito della fase di pubblicazione del Pums della Città Metropolitana di Milano, nell’estate del 2021, l’amministrazione comunale di Cernusco sul Naviglio si è vista approvare la proposta di aggiungere una nuova fermata alla linea M2 sul proprio territorio. Il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile, è “lo strumento di pianificazione che si propone di soddisfare la domanda di mobilità delle persone e delle imprese” nei 1.575 kmq di territorio che comprende Milano e tutti i comuni dell’hinterland.
Se venisse realizzata porterebbe il comune ad eguagliare il record di fermate di metropolitana di Cologno Monzese e Gorgonzola, perché passerebbe dalle attuali due fermate a tre.
# Dove verrebbe costruita la nuova stazione della linea M2
Credits: wikipedia.org – M2 con nuova fermata
L’area per la realizzazione della nuova stazione della linea M2 è stata già individuata, sarà nei nei pressi di Cascina Melghera, all’altezza di via Melghera, esattamente a metà strada tra la tra la fermata di “Cascina Burrona” del Comune di Vimodrone e quella di “Cernusco sul Naviglio”. Diventerebbe la prima stazione del paese arrivando dal centro di Milano, in aggiunta alle altre due fermate “Cernusco sul Naviglio” e “Villa Fiorita”.
La stazione sarebbe totalmente in superficie, come tutte quelle presenti sul ramo esterno della linea verde da Cimiano fino al capolinea di Gessate, e pertanto non ci sarebbe bisogno di scavare tunnel o costruire manufatti nel sottosuolo per costruirla.
# Le motivazioni alla base della richiesta
primalamartesana.it – Ex Albergo Melghera
La richiesta dell’amministrazione di Cernusco sul Naviglio è stata motivata dalla posizione strategica della futura stazione, in quanto utile a rispondere a numerose esigenze di quella parte di territorio comunale, incluso anche il complesso immobiliare di prossima realizzazionein via Melghera. In quell’area era presente uno degli alberghi incompiuti lascito dei Mondiali di calcio degli anni ’90, tenuti in Italia, la cui demolizione è in fase avanzata. Al suo posto verranno realizzate delle residenze, una RSA e degli spazi verdi.
Auto parcheggiate in prossimità della fermata dei mezzi pubblici
La situazione del traffico a Milano è da sempre critica: telecamere, divieti e sezionamenti della città in ordine alfabetico servono a poco. Tendono piuttosto a concentrare auto e camion in zone periferiche già allo stremo della sopportazione. Altrettanto drammatica, se non peggiore, risulta essere l’emergenza parcheggi: strisce blue posizionate a casaccio, mercati rionali e mancanza di posti auto sotterranei rendono la ricerca di un parcheggio un’esperienza frustrante con conseguenti grandi perdite di tempo.
Le FERMATE dei MEZZI PUBBLICI trasformate in PARCHEGGI per le AUTO
# Mancanza di controlli e arroganza della gente
Auto parcheggiate in prossimità della fermata dei mezzi pubblici
Purtroppo questo stato di cose del quale si è ampiamente parlato non fa che aggravarsi. Come si vede dal parcheggio in foto, il proprietario o proprietaria del SUV non ha trovato un posto più adatto al suo ingombrante mezzo, se non la sosta in prossimità della fermata della filovia. Per quanto sbiadite, le strisce gialle che delimitano lo spazio da lasciare libero sono ancora visibili. Cosa si evince da questa immagine? Sicuramente la maleducazione e l’arroganza di chi ha piazzato li suo veicolo davanti al palo della fermata della linea 92, ma non solo. Emerge anche una carenza di controlli. Possiamo tutti testimoniare personalmente quanto i parcheggi in prossimità delle fermate siano ormai la “normalità”, allora perché fare le leggi se poi tanto si fa finta di niente e non si fa nulla per farle rispettare?
# Le conseguenze di una città senza parcheggi
Allo stesso tempo, certo maggiori controlli e sanzioni a chi parcheggia dove non dovrebbe incentiverebbero le persone a sostare l’auto negli appositi posti, ma il problema dei parcheggi rimane. Perché? Perché non ci sono! La soluzione non è abolire le macchine o far finta che non esistano…il numero di parcheggi disponibili non è proporzionato al numero delle macchine che circolano. Le conseguenze poi si vedono. La gente parcheggia dove non si dovrebbe e si creano problemi alla circolazione anche dei mezzi pubblici, che non possono sostare nelle apposite fermate.
Forse non tutti sanno che a Milano si trova la Bocca della Verità, meno rinominata della omologa romana, ma altrettanto affascinante. Scopriamola insieme.
La bocca della verità di Milano
# Dove ci troviamo
Redazione – Bocca della verità
Siamo nel cuore di Dergano tra via Tartini e via Carnevali. Incastonata nel muretto di mattoni che separa il giardino della piazzetta da un parcheggio privato si può vedere una rappresentazione della famosa Bocca della Verità. Rispetto alla versione romana, la cugina milanese è più piccola e realizzata non in marmo, ma in terracotta.
# Le poesie
Redazione – Poesie
Affisse sullo stesso muro di mattoni si trovano anche una serie di poesie, da Pablo Neruda a Pablo Garcia Màrquez, da Madre Teresa di Calcutta a Leopardi. Molto interessanti anche i due poster con una serie di foto che immortalano il passato del quartiere, quasi diventandone una sorta di memoria storica.
# Il giardino
Redazione - Parco Bocca della Verità
1 of 2
Redazione - Parco Bocca della Verità
Redazione - Immagini quartiere
Davanti alla Bocca della Verità si trova un giardinetto “curato e pulito tutti i giorni da cittadini volontari residenti a Dergano”, come recita un cartello presente. Tra le varietà di piante presenti, anche una mimosa in piena fioritura.
# Il dettaglio nascosto
Redazione – Bicicletta su muretto
Basta alzare leggermente lo sguardo e si potrà notare una bicicletta “parcheggiata” in modo molto creativo proprio sul muretto.