Una delle case più caratteristiche e iconiche di Milano è stata messa sul mercato. Vediamo come è fatta, la sua storia e quanto costa acquistarla.
La CASA IGLOO è in VENDITA: questo il PREZZO
# Le iconiche case Igloo della Maggiolina
Case igloo dall’alto
Le case Igloo furono costruite nel 1946, in via Lepanto nel quartiere Maggiolina, ai margini del cosiddetto Villaggio dei Giornalisti, su progetto dell’ingegnere Mario Cavallè. Il piano era quello di realizzare unità abitativeprovvisorie che avrebbero dovuto rappresentare una risposta veloce ai bisogni delle famiglie sfollate, con le case distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. L’ispirazione arrivò dagli Stati Uniti, dove in quegli anni era piuttosto diffusa un’architettura delle dimore circolari. In origine erano 12, oggi ne sono rimaste 8 ma solo 2 hanno mantenuto questo impianto, mentre le altre hanno subito importanti interventi di ampliamento e rifacimento.
Queste bizzarre abitazioni hanno una pianta rotonda di 45 metri quadrati e si sviluppano su due livelli, seminterrato e primo piano, con un sistema costruttivo a volta, formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti. Gli spazi interni erano stati suddivisi per avere ingresso, cucina, bagno e due camere.
# L’annuncio di vendita: 399.000 euro per 90 mq
Credits tempocasa - Casa Igloo
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Credits tempocasa - Esterno Casa Igloo
Credits tempocasa - Interno Casa Igloo
Credits tempocasa - Soggiorno Casa Igloo
Credits tempocasa - Bagno Casa Igloo
Credits tempocasa - Render restauro Casa Igloo
Uno di questi pezzi di storia milanese è oggi in vendita. Sui principali portali di annunci immobiliari viene raccontata come “Una soluzione unica nel suo genere, nascosta tra i grattacieli e i centri commerciali della grande metropoli”. Il testo riporta quanto segue: “La casa è costituita da una base circolare di circa 45mq + 45mq di laboratorio al piano inferiore che risulta essere speculare al piano superiore, è un’autentica cupola realizzata con un sistema a volta formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti. Questa tecnica consente di disporre gli arredamenti interni con una maggiore libertà”. Fa parte della proprietà anche “un giardino privato di 75 mq con box bici/motorino di 8 mq e ingresso indipendente di 20 mq”. Il prezzo? La trattativa parte da circa 399.000 euro.
Milano è circondata da laghi: a massimo un’ora e mezza dalla città si possono raggiungere luoghi dai panorami magnifici dove potersi rilassare, fare un bagno o una camminata tra la natura. Eppure anche dentro Milano ci sono alcuni piccoli laghetti. Sulle sponde di uno di questi c’è un ristorante dove poter pranzare ammirando i riflessi del cielo sull’acqua. E no, non è quello che pensate.
Un RISTORANTE vista LAGO a MILANO
# Il lago dei cigni
Credits: @rachelepittarello Oasi Lago dei Cigni
Non stiamo parlando di un pranzo all’idroscalo, quello conosciuto da tutti come il mare di Milano, ma ci spostiamo esattamente dalla parte opposta della città. Nella periferia ovest di Milano, c’è una piccola oasi che ti catapulta in un’atmosfera completamente diversa da quella della metropoli pur rimanendo in città. Si chiama Lago dei Cigni ed è completamente immersa nella natura: tra aria pulita (o almeno un po’ meno inquinata di quella del centro cittadino) e papere e oche che camminano tranquillamente per i prati di quest’oasi, sembra veramente di essere in un altro mondo. Se ci si vuole rilassare il Lago dei Cigni mette a disposizione comodi lettini e piazzole dove poter prendere il sole, se si vuole invece divertire, nell’oasi si possono praticare sport divertenti e la pesca sportiva.
Il Lago dei Cigni si trova in via Guascona 60 ed è facilmente raggiungibile anche con i mezzi. Basta prendere infatti la metro rossa fino ad Inganni o Bisceglie e da lì prendere la linea 63 dell’autobus e scendere a Muggiano. Ovviamente la macchina rimane il mezzo più facile per raggiungerlo, anche perché poi la si può lasciare tranquillamente nel parcheggio esterno.
# Il ristorante, proposte semplici e genuine
Credits: @valeriacislaghii Oasi Lago dei Cigni
Ed è in questo ambiente immerso nella natura che sembra quasi un miraggio, tra cigni, anatre selvatiche, benessere e gente genuina che si trova il ristorante Oasi Lago dei Cigni. Una location accogliente con personale cordiale e buon cibo. Il loro obiettivo è quello di dare valore alla qualità dei prodotti, perché ogni piccola scelta può fare la differenza. È per questo che il ristorante offre un menù semplice, ma con preparazioni che vogliono emozionare il cliente.
Credits: @oasilagodeicigni Oasi Lago dei cigni
Dal lunedì al venerdì il menù fisso dell’Oasi Lago dei Cigni si compone di panini, hamburger, sfiziosità e fritti vari e insalate con migliaia di combinazioni dalle più semplici con insalata e petto di pollo a quella con pomodorini e gamberetti. Ogni giorno poi, il ristorante propone un menù diverso con tanto di antipasti, primi, secondi e dolci un po’ più elaborati e dove il pesce spesso è protagonista. Con questa doppia offerta il ristorante soddisfa sia la fame di chi è all’oasi ad esempio a pescare e vuole quindi mangiare velocemente, sia la voglia di un buon pesce spada alla griglia di chi invece è andato all’oasi proprio per fare un bel pranzo vista lago.
La rivoluzione della principale arteria dello shopping milanese è entrata nel vivo. Il progetto di rinnovamento comprende alcune opere già realizzate, altre in fase di costruzione e altre ancora da realizzare in futuro. Le ultime novità sul progetto e come si sta trasformando Corso Buenos Aires.
Corso BUENOS AIRES si tinge di ROSSO: diventerà il BOULEVARD MILANESE?
# Avviata la fase di rivoluzione del corso: marciapiedi più grandi, alberi e meno posti auto
Credits Urbanfile– Test di maggio 2021 su Corso Buenos Aires
La rivoluzione di Corso Buenos Aires è entrata nel vivo della sua trasformazione. A seguito del test di maggio del 2021 sul tratto compreso tra via Scarlatti e Pergolesi, con vasi in cemento a bordo marciapiede a simulare la larghezza della strada per valutarne l’impatto sulla viabilità futura, si è passati ora alla fase più operativa. L’obiettivo è rendere l’arteria commerciale più vivibile e green tramite l’allargamento dei marciapiedi, l’eliminazione dei posti auto e la piantumazione di arbusti.
# Cosa prevede la prima fase
Comune di Milano – Rendering prima fase lavori
Il progetto di riqualificazione prevede un vero e proprio restyling, che andrà a unirsi al piano di trasformazione di Piazzale Loreto in un’agorà verde, con lavori previsti in due fasi.
La prima fase partita il 15 maggio 2023 all’altezza di via Spontini, della durata di quattro mesi, prevede la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta su entrambi i lati della via, con una larghezza di circa due metri e con cordoli larghi 50 cm e alti 17. Verrà anche ristretta la carreggiata ad una corsia per senso di marcia ed eliminata la sosta lungo corso Buenos Aires. Ci sarà invece spazio per alcune aree adibite al carico e scarico per gli esercizi commerciali presenti nelle vicinanze.
# La seconda fase dei cantieri: la pista rossa
Comune di Milano – Rendering seconda fase lavori
Dall’autunno di quest’anno fino a dicembre 2024 avrà luogo la seconda fase dei lavori con l’allargamento dei marciapiedi per creare un grande boulevard pedonale e la riasfaltatura della ciclabile in pasta rossa. I marciapiedi avranno una pavimentazione in pietra, mentre sono previste 30 piante in vaso sul tratto occupato dalle rinnovate Corti di Baires.
# La rimozione di tutti i parcheggi è prevista per la fine di agosto
In seguito agli accordi raggiunti tra i commercianti e i tecnici comunali entro agosto verranno eliminati tutti i parcheggi eccetto quelli necessari al carico/scarico delle merci. Le aree di sosta dei taxi dovrebbero invece cambiare di posto: quella di piazza Lima andrà in via Vitruvio e un’altra rimarrà in piazza Oberdan. Anche le piazzole degli alberghi e per la sosta per i disabili dovrebbero traslocare nelle strade limitrofe.
# Il progetto “le Corti Segrete”, che riqualifica le ex Corti di Baires, dovrebbe essere completato entro l’autunno 2023
Foto redazione - Corti di Baires
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Foto redazione - Corti di Baires
Foto redazione - Corti di Baires lato
Il primo tassello del corso rinnovato, la rigenerazione delle vecchie Corti di Baires nelle nuove “Corti Segrete”, è in fase di ultimazione. Proprio in questo punto si vedranno i primi effetti della rivoluzione del “boulevard milanese”, nel tratto dove era stato eseguito il test nel 2021.
Credits l22.it – Corti segrete
Il complesso è composto da 166 appartamenti di lusso e 4 suggestive corti interne con giardino e percorsi pedonali per un totale di 13.500 mq. Sono previste una nuova conciergerie/reception, una sala multifunzionale per eventi, uno spazio di co-working e una sala fitness. Come si può vedere dalle foto, gli spazi commerciali, che si sviluppano una superficie di circa 9.000 mq con ogni negozio distribuito su tre livelli, sono stati ormai interamente occupati.
Secondo le intenzioni del Comune sarebbe dovuto essere uno dei tasselli utili a centrare gli obiettivi del Piano Casa con orizzonte 2025 e a contribuire nella riduzione del caro affitti in città anche nel breve termine. Per ora lo stop alla richiesta più importante.
LIMITI agli AFFITTI BREVI per abbassare gli AFFITTI LUNGHI? Il Governo BOCCIA il Comune
Uno degli interventi legislativi richiesti al Governo da parte del Comune di Milano per ottenere i risultati sperati dal Piano Casa 2025 era quello di una legge che consentisse di gestire e limitare a livello locale il numero degli affitti turistici, come succede già a Venezia e per gli appartamenti di proprietà di società. Nel vertice tenutosi il 6 giugno a Roma non è stato raggiungo l’accordo tra Stato e Città Metropolitane sulle richieste dei comuni, con Milano capofila, riguardo le integrazioni alla proposta di regolamentazione degli affitti brevi del Ministro al Turismo Santanché. Nella bozza si prevede una possibile limitazione a due notti di permanenza negli appartamenti gestiti attraverso piattaforme come Airbnb. Secondo l’Assessore alla Casa Maran “il limite delle due notti indicato nella proposta del Governo è insufficiente ad arginare il fenomeno degli affitti brevi“. La strada dell’esecutivo è quella di introdurre una normativa nazionale e non di una ad hoc per Milano, come appunto quella in essere nel capoluogo veneto.
# L’obiettivo principale è ridurre il numero delle licenze
Credits: cappellacciamerenda.it
L’obiettivo principale da parte del Comune di Milano è però quello di limitare il numero di licenze disponibili ai possessori di immobili, soprattutto nelle zone centrali lasciando maggiore libertà in quelle periferiche, per rendere disponibili sul mercato più appartamenti a chi è in cerca di affitti a lungo termine, come studenti e lavoratori, e per ridurre contestualmente i canoni di locazione. Sempre Maran spiega nel dettaglio le richieste di Palazzo Marino: “La Giunta comunale chiede un limite alle licenze per gli affitti brevi per ogni singolo proprietario di case. Ad esempio, se una persona possiede 10 appartamenti, potrebbe metterne solo uno nella piattaforma di Airbnb mentre gli altri dovrebbe proporli per affitti lunghi a lavoratori o studenti. Una proposta che ha provocato solo una tiepida reazione del fronte governativo, preoccupato di non limitare o ledere troppo il diritto di proprietà.”
# I prossimi passi
Credits JoelHuegli-pixabay – Case sui Navigli
Si attende quindi una nota da parte delle Città Metropolitane contenente di nuovo le richieste portate in discussione e una successiva nuova bozza da parte del Ministero del Turisimo. Le distanze al momento sono marcate. Alcuni segnali di apertura sulla possibilità di limitare il numero di licenze ci sono stati, mentre nessuno sulla richiesta dei Comuni di applicare delle zonizzazioni per ridurre la pressione in alcune zone a rischio di sostituzione abitativa.
Se già avete visitato, Firenze, Venezia, Bergamo, Brescia, Bologna, Mantova, Genova e Pavia, ma siete instancabili viaggiatori e cercate mete un po’ diverse dalle solite senza dover percorrere troppi chilometri, una località che potrebbe meritare una gita è sicuramente TORINO. Ben collegata con Milano, solo un’ora di treno con la linea alta velocità o poco più percorrendo l’autostrada, la cittadina sabauda risulterà certamente una piacevole sorpresa.
Un suggerimento per una GITA ad un’ora da Milano? L’elegante e principesca TORINO
# Una regale e decadente eleganza
Credits: @apushake Piazza Castello Torino
Secondo alcuni detrattori Torino non possederebbe nulla di grande impatto turistico o monumentale: non ha un Duomo in marmo di Candoglia, un Colosseo o una Torre di Pisa per intenderci, non può nemmeno vantare una storia di particolare interesse e il suo sviluppo architettonico si è fermato da molto tempo. Non facciamo ingannare, poi, dalle sue orrende periferie, quelle purtroppo sono brutte un po’ dappertutto. Piuttosto i suoi lunghi viali con antichi palazzi lungo i lati, le sue piazze quadrate, dei musei di sicuro interesse, dei monumenti di un certo rilievo, le montagne e il Po le conferiscono una regale e decadente eleganza che la rende inconfondibile.
# Nonostante i suoi difetti ne vale la pena
Credits: @reb._ Torino
La città così profondamente legata alla casata dei Savoia, risparmiati dalla ghigliottina e fortunosamente esiliati all’estero, a lungo vincolata nel bene e nel male all’economia dell’auto della famiglia Agnelli, da tempo immemore in crisi, stenta a ritagliarsi un ruolo di primo piano nazionale e a livello internazionale. Tormentata da un ancestrale senso di inferiorità nei confronti di Milano, insiste in una rivalità dove non c’è mai stata partita. Anche perché invece di cercare una propria strada, provare a rincorrere o a sgambettare Milano è una strategia perdente. Fatta la debita premessa invitiamo però a non fare come molti concittadini che sottovalutano questa città e a spendere invece una domenica o un sabato per recarvici godendosela senza pregiudizi. Ne vale la pena.
# Cose vedere assolutamente
Credits: @brian_lmtg Museo Egizio
Il museo egizio: per quanto le mummie, i sarcofaghi e i geroglifici sia forse meglio ammirarli lungo il Nilo, il museo egizio di Torino viene considerato il secondo al mondo per importanza.
Palazzo Carignano: (Palass Carignan in piemontese), un edificio storico situato nel centro della città. Un pregevole esempio di architettura barocca piemontese.
Piazza Castello: di forma squadrata, ospita al suo centro il complesso architettonico di Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja, incorniciata da eleganti portici costruiti in epoche differenti e importanti edifici cittadini, quali il Palazzo della Prefettura-Armenia Reale, il Teatro Regio la Real Chiesa di San Lorenzo (a nord-ovest).
Duomo di Torino: il Duomo di Torino, dedicato a San Giovanni Battista sorge nella piazza, anch’essa intitolata al santo, nei pressi dei Musei Reali e a pochi passi da piazza Castello e dal Teatro Romano dell’antica Augusta Taurinorum, quindi in pieno centro storico. Tra le chiese di Torino, il Duomo guida sicuramente la classifica di quelle da visitare assolutamente. Si tratta dell’unica chiesa in stile rinascimentale del capoluogo piemontese.
Credits: @italia_in_art Mole Antonelliana
La Mole Antonelliana: nata come sinagoga è divenuta ben presto il simbolo di Torino, si può salire in cima alla Mole e vedere la città da un più alto punto di vista. Inoltre, all’interno ospita il più interessante e completo museo dedicato al cinema.
Piazza San Carlo: rappresenta il salotto buono, il cuore del capoluogo piemontese. Piazza San Carlo è stata ridisegnata e riqualificata in occasione delle Olimpiadi del 2006, diventando oggi un’isola pedonale. Anche qui però, come per Piazza Castello, compaiono i classici portici che ospitano diversi negozi, alcuni degli storici caffè cittadini e le chiese “gemelle” di San Carlo Borromeo (da cui deriva il nome della piazza) e Santa Cristina.
# Attrazioni da evitare e il piacere unico da assaporare
Credits: @russo_alice Torino
Ci sarebbe forse anche altro, ma non lo riteniamo degno di particolare menzione come il finto villaggio medioevale o i Murazzi, uno dei luoghi preferiti della vita notturna torinese. Personalmente, poi, eviterei di andarci quando espongono la Sindone di dubbia origine, poiché si potrebbe trovare una eccessiva calca di entusiasti. Piuttosto Torino è facilmente visitabile a piedi non essendo certo una città di grandi dimensioni e, se dopo aver passeggiato qualche ora volete prendere una pausa, suggerisco di assaggiare il cioccolato, dove Torino in questo sì forse è imbattibile.
Su circa 275 domande presentate Milano è risultata l’unica italiana tra le 10 vincitrici del premio. A cosa serviranno le risorse assegnate.
MILANO PREMIATA per le BICICLETTE: questo il nuovo percorso
# L’obiettivo di Bloomberg Initiative for Cycling Infrastructure
Credits IgorSaveliev-pixabay – In bici a Milano
Il 3 giugno 2023 a New York, in occasione della Giornata mondiale della bicicletta, la Bloomberg Philanthropies dell’ex sindaco di New York ha annunciato i vincitori della Bloomberg Initiative for Cycling Infrastructure (BICI). L’obiettivo di questa iniziativa sviluppata in collaborazione con la Global Designing Cities Initiative è di sostenere le città nella progettazione di strade per aumentare i tassi di utilizzo delle biciclette, a rivitalizzare i quartieri e a promuovere la salute e il benessere delle loro comunità. Ogni città avrà a disposizione risorse economiche, assistenza tecnica per sviluppare i progetti, per la progettazione di strutture ciclabili, la raccolta di dati e il coinvolgimento dei residenti.
# Tra le 10 vincitrici anche Milano: 400.000 dollari di premio
Credits figa.bike IG – Ciclabile
C’è anche Milano tra le 10 città vincitrici del premio, provenienti da 10 Nazioni di cinque continenti e che rappresentano collettivamente più di 15 milioni di residenti. In totale sono state presentate 275 domande, tra il 10 novembre 2022 e il 3 febbraio 2023, da città con oltre 100.000 residenti. A ottenere il premio più alto, da 1 milione di dollari, è Fortaleza in Brasile. Le altre, insieme a Milano, riceveranno invece un finanziamento di 400 mila dollari: Addis Abeba (Etiopia), Bogotà (Colombia) Lisbona (Portogallo), Mombasa (Kenia), Pimpri-Chinchwad (India), Quelimane (Mozambico), Tirana (Albania) e Wellington (Nuova Zelanda).
# Il premio verrà destinato a un nuovo percorso ciclabile di 6 km che intercetta 40 scuole
Ciclabile via Pavia-Piazza Argentina
Le risorse verranno utilizzate per realizzare un nuovo percorso ciclabile della lunghezza di 6 km da via Pavia a piazza Argentina che intercetta circa 40 scuole, di cui una decina di scuole di secondo grado, alcune sedi universitarie e numerose scuole di primo grado, infanzia e primarie. Su 1,5 km del percorso sono previste ciclabili in segnaletica con interventi strutturali per l’adeguamento delle intersezioni stradali, su altri 3,6 km interventi di moderazione del traffico dove la sezione stradale non permette di ricavare percorsi ciclabili dedicati e sui rimanenti 600 metri una riqualificazione complessiva della sezione stradale e dello spazio urbano e interventi di piste ciclabili in struttura.
L’obiettivo è favorire gli spostamenti casa-scuola degli studenti in totale autonomia e sicurezza creando contestualmente spazi più sicuri e aree verdi in prossimità degli istituti scolastici. Il costo del progetto è pari a 1 milione e 160 mila dollari, circa 1 milione e 84 mila euro, pertanto non avendo ricevuto il premio più importante, che avrebbe sostanzialmente coperto tutte le spese, il residuo di poco più di 700 mila euro sarà a carico del Comune di Milano.
Un modo per incentivare la raccolta differenziata anche in Italia? Da molti anni esiste in Scandinavia un sistema di riciclaggio dei rifiuti che consente di fare la spesa utilizzando le bottiglie di plastica e lattine vuote. La stessa cosa accade in Germania anche per il vetro. Questo tipo di rifiuti può essere conferito nei contenitori di raccolta automatici presenti presso i supermercati, anche in punti di vendita diversi da dove è stata effettuata la spesa precedente. Per ogni oggetto inserito si ottiene del denaro oppure un compenso che il consumatore può utilizzare nel relativo supermercato.
Gli importi riconosciuti variano in base al tipo rifiuti riciclato. In Finlandia si ricevono 15 centesimi per un lattina, 20 centesimi per una bottiglia di plastica piccola e 40 per una grande. In Germania 8 centesimi di euro per le bottiglie di vetro, 15 centesimi per le bottiglie di plastica piccole e 25 centesimi per quelle grandi. Al termine della procedura viene erogato uno scontrino con la cifra totale recuperata e che si può presentare in cassa per utilizzarlo sotto forma di sconto.
# Iniziativa per ridurre la sporcizia e la povertà
In realtà non si tratta di un vero e proprio guadagno perché l’importo erogato è una sorta di “cauzione sul vuoto” addebitata al cliente al momento dell’acquisto di bottiglie e lattine e poi restituita nel caso di conferimento delle stesse bottiglie diventate rifiuti nei contenitori presso i supermercati. Non esiste un limite di inserimento e per questo il sistema svolge indirettamente due funzioni, accanto a quella principale di incentivare il riciclo. La prima è quella di consentire a chi vive in povertà di riuscire a mettere qualcosa sotto i denti grazie alle bottiglie recuperate per strada e agli importi accumulati e la seconda, conseguente alla prima, di contribuire a tenere pulite le città.
Milano se l’è vista davvero brutta. Verso il tramonto della Seconda Guerra Mondiale era stata infatti scelta come “città bersaglio” dagli alleati. La volevano radere al suolo, come hanno fatto con Dresda. Ma qualcosa, per loro, è andato storto. Per nostra fortuna.
Milano “città bersaglio”, da radere al suolo come DRESDA: che cosa l’ha salvata
# Fatta a cerchi concentrici, come un bersaglio dal cielo
Estate 1943. Milano subisce in pochi giorni sessanta attacchi aerei che provocano tra i 1.200 e i 2.000 morti. Un terzo delle costruzioni vengono distrutte o gravemente danneggiate. Tutto ebbe inizio nel 1940 quando gli inglesi considerarono Milano un obiettivo prioritario per le fabbriche, per lo snodo ferroviario e per le caratteristiche della città: il fatto di essere a cerchi concentrici la faceva assomigliare a un grande bersaglio, di cui il centro risultava particolarmente affollato e, per le strade strette, facilmente incendiabile.
# La difesa per i cittadini
Credits: archivio Publifoto intesa Sanpaolo
Per salvare le persone, una mezzora prima dell’attacco si levava una prima sirena, mentre una seconda segnalava il bombardamento imminente. In caso di attacco, i portinai avevano il dovere di aprire i portoni per aiutare i viandanti a trovare riparo negli androni.
Inizialmente gli attacchi avvennero di notte ma successivamente furono anche di giorno.
# Come Milano riuscì a evitare il destino di Dresda
Nelle ultime fasi della guerra gli strateghi angloamercani avevano studiato per Milano un trattamento simile a Dresda che andò interamente distrutta anche per il grande incendio che le bombe provocarono sui palazzi. Ma Milano riuscì a salvarsi soprattutto per le caratteristiche dei palazzi: in gran parte fatti di pietra e cemento e dunque non infiammabili come le case in legno tipiche della Germania.
Nella parte ovest del Parco di Trenno, lungo la via Cascina Bellaria, sorge il cimitero di guerra inglese, dove si trovano 417 lapidi di soldati caduti, in massima parte piloti abbattuti dalla contraerea.
Milano Città Stato è a favore di chi cerca di recuperare la storia e la bellezza che la città è in grado di offrire al mondo, perché promuovere la bellezza ha sempre generato effetti positivi.
Per questo non rimane indifferente alla sollecitazione e alla petizione rivolta al sindaco Sala dall’associazione Riaprire i Navigli, per la riconnessione della Conca di Viarenna alla Darsena. Foto Cover: @moniaunaguidapermilano IG
Riaprire la CONCA DI VIARENNA per riportare Milano alla sua MAGNIFICENZA
La conca di Viarenna è stata una conca di navigazione, ora inutilizzata, che permetteva di superare il dislivello di quasi due metri tra il Naviglio Grande e la Cerchia Interna di De Amicis. Fu studiata persino da Leonardo da Vinci per perfezionare la connessione del naviglio della Martesana, alla cerchia navigabile.
Oggi rimane soltanto una lunga vasca con un’edicola che riporta il decreto ducale che esenta dal pedaggio e dal dazio i barconi destinati al trasporto di materiale per la costruzione del Duomo con la formula “Ad Usum Fabricae”, da qui il modo convenzionale di definire “a ufo” per indicare chi non paga.
Con la copertura del Naviglio Vallone e della Cerchia interna negli anni Venti del Novecento si è interrotta la via d’acqua e la conca fu trasformata in semplice monumento, ormai priva di qualunque funzione. Monumento lasciato al degrado e all’incuria decennio dopo decennio.
Foto Credit: https://www.riaprireinavigli.it/
Rilanciamo la richiesta di Roberto Biscardini, Presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli, che, insieme a Empio Malara ed ad altre associazioni promuovono ormai da anni una petizione rivolta al Sindaco, affinché il Comune di Milano dia corso alla riapertura della Conca di Viarenna.
# Riaprire la Conca per “restituire a Milano un pezzo importante della sua antica magnificenza distrutta e abbandonata”
Così Biscardini motiva la necessità di questa iniziativa: “La riapertura della Conca di Viarenna, già votata dal Consiglio comunale e inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, può essere realizzata, come estensione della Darsena, indipendentemente dallo stato di avanzamento e dalle decisioni che verranno assunte per quanto riguarda il progetto di riapertura dei Navigli a Milano. Anzi, non possono essere utilizzate le incertezze che ancora incombono sul progetto per la riapertura dei Navigli per eludere un’opportunità che questa Giunta non deve lasciarsi scappare.
E’ una proposta chiara che consente al Comune di Milano di fare un passo avanti significativo e di fare subito ciò che si può fare, senza compromettere eventuali decisioni su tutto il resto.
Riconnettere la Conca alla Darsena è una straordinaria opera di riqualificazione urbana che qualificherebbe l’azione di questa Giunta, per restituire a Milano un pezzo importante della sua antica magnificenza distrutta e abbandonata. Così i milanesi faranno giustizia almeno in parte del disastro compiuto con la chiusura dei Navigli milanesi circa 100 anni fa.”.
# Un intervento di semplice ripristino
In Comune sembra tutto pronto ormai da anni: la riapertura è stata votata in Consiglio e inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, eppure sembra essere a un punto morto. Un vero peccato per un intervento, dall’investimento modesto in proporzione al ritorno d’immagine, al decoro e alla valorizzazione in chiave turistica che sarebbe in grado di apportare a Milano. A maggior ragione per il fatto che si tratta di un ripristino di una situazione preesistente, quindi non di immaginare e progettare qualcosa di nuovo, ovvero la riconnessione idraulica e la riqualificazione della conca.
Dalle realizzazione di piccole cose si capisce quello che può essere una visione di più ampio respiro: la giunta saprà battere un colpo o rimarrà immobile, in barba alla visione che prevedeva la riapertura integrale dei navigli, ma che in realtà non riesce a ripristinare nemmeno una conca?
Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it
In base a un report della Clean Cities Campaign il nostro Paese detiene il record assoluto in Europa per città con zone a traffico limitato. L’inquinamento però non sembra risentirne.
ITALIA prima in Europa per ZTL: sono più della metà dell’intero continente
# Sono 172 su 320
Ztl
In base a un report della Clean Cities Campaign, coalizione europea di oltre 70 ONG, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030, in Italia c’è oltre il 50% delle cittàeuropee con una zona a traffico limitato: sono 172 sulle 320 attive nell’Unione Europea. Un primato che divide il giudizio tra chi desidera la guerra totale alle auto e chi invece rivendica più libertà di utilizzo del proprio veicolo. A prescindere dall’aspetto ideologico, l’unico dato certo è che non sembrano avere alcun impatto sul grande nemico: l’inquinamento. Dalla loro introduzione, infatti, non risultano effetti significativi sugli elementi inquinanti.
# A Milano la ZTL da record
Credits espansionetv – Area B e Area C
Milano prima con Ecopass, poi diventata Area C e Area B, ha la più grande ZTL d’Italia e tra le più grandi d’Europa: è una delle città che ha più investito nella creazione di aree ad accesso limitato. Se ne contano infatti altre più piccole con divieti diversi come quella in zona Garibaldi, Ticinese o Arco della Pace.
Per quanto riguarda Area C, che coincide con il territorio del Municipio 1, nell’arco di 10 anni dalla sua introduzione ha registrato una riduzione delle emissioni di PM10 allo scarico, da 1 tonnellata all’anno a 0,3, di PM10 totale da 4,5 tonnellate a 1,7 e degli ossidi di azoto da 64 tonnellate a 14. Anche se i critici sottolineano però che questa diminuzione sarebbe controbilanciato da un aumento di inquinanti nelle zone all’esterno. L’Area B, che invece copre quasi tutto il territorio comunale, è attiva da qualche anno ma solo da maggio 2022 sono in funzione tutte le 188 telecamere e dalla fine del 2022 le limitazioni più stringenti per l’accesso e la circolazione in città.
Nonostante tutto però Milano continua ad essere tra le città più inquinate del Paese, contendendosi il primato con Torino, con alcune rilevazioni che l’hanno portata ad essere in alcune giornate anche tra le più inquinate al mondo.
Un confronto con le grandi città e diverse tra le località più visitate del mondo: quello che emerge da alcuni report del settore immobiliare.
Con 1 MILIONE di euro quanti METRI QUADRI si COMPRANO a Milano
# Il rialzo dei prezzi delle case in linea con l’inflazione
Global Index Knight Frank
Nell’ultimo report Global House Price Index relativo al terzo trimestre del 2022, redatto dalla società inglese di consulenza nel settore immobiliare Knight Frank LLP, su 56 paesi e territori analizzati si registra una crescita media dei prezzi dell’8% annuo anche se tenendo conto dell’inflazione si passa a un dato reale di -0,3%. In 48 delle 56 aree esaminate è ancora presente una fase di salita dei prezzi su base annua. La Turchia è in testa nettamente alla classifica anche se in gran parte sembra essere dovuto all’inflazione dilagante. Nella top ten ci sono principalmente Paesi dell’est europeo, oltre a Islanda e Israele
# Italia al 36esimo posto, i prezzi delle case crescono meno dell’inflazione
Global Index Knight Frank con focus Italia
La graduatoria vede l’Italia nella seconda metà: al 36esimo posto con una crescita nominale del 5,2% e un dato al netto dell’inflazione di -2,6%. Tra i territori davanti al nostro Paese troviamo ad esempio Portogallo, Bulgaria, Singapore, Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Giappone, Germania e Francia. Dopo l’Italia ci sono in successione Malta, Svizzera, Norvegia e Spagna.
# Il rialzo maggiore in Italia? In Sardegna e sul lago di Como
Knight Frank – PIRI 100
Facendo un focus sulle città, utilizzando in questo caso il Prime International Residential Index (PIRI 100) che monitora l’andamento dei prezzi in 100 città chiave, località di mare e e sciistiche, sono 85 quelle che hanno registrato una crescita dei prezzi positiva o stabile nel 2022. Dubai è in cima per crescita dei prezzi, per il secondo anno consecutivo, con un +44,2% davanti ad Aspen e Ryadh. In Europa il rialzo maggiore si è avuto a Praga, Atene e in Provenza-Costa Azzurra. In Italia ai primi posti ci sono Sardegna e Lago di Como. Milano si è attestata al 2.5%.
# Quanti metri quadri si comprano con 1 milione di euro a Milano?
Knight Frank – Mq ogni milione di dollari
Analizzando i prezzi al mq si può notare come a Dubai con un milione di dollari a disposizione si riesca a comprare un immobile di circa 105 mq, ipotizzando invece un milione di euro la metratura salirebbe a 120 mq.
A Milano cosa si potrebbe comprare? In base agli ultimi dati diImmobiliare.it con quella cifra si possono trovare in media abitazioni di circa 190 mq, quasi il 60% più grandi rispetto a Dubai. Il discorso cambia prendendo come riferimento il Municipio 1, l’area più costosa della città, dove con un milione di euro non si arriverebbe nemmeno a100 mq. Ampiamente sotto questa soglia Melbourne, Berlino, Miami. Sotto i 50 metri quadrati si potrebbero comprare a Parigi, Londra e New York. Fuori gara il Principato di Monaco: un milione di euro basta per una casa da poco più di 18 mq.
Le sorti dello Stadio di San Siro hanno suscitato polemiche a non finire. C’è chi vi è troppo affezionato e chi invece crede che sia ormai troppo vecchio e che ci sia bisogno di un nuovo stadio milanese. Mentre sembra che il futuro di San Siro sia stato deciso (verrà demolito), come ci scrive Livio Brambilla, si potrebbero in realtà trovare nuove idee per il simbolo dello sport milanese.
San Siro sì, San Siro no? Una grande opportunità per creare la GRANDE MILANO
# La lettera di Livio: lasciamo San Siro dov’è e cerchiamo nuove idee
Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro
La lettera di Livio Brambilla:
“Leggo in continuazione polemiche a non finire relative alla costruzione del nuovo stadio di Milano.
San Siro si, San Siro no. Lo demolisco, no, non lo demolisco. Lasciamo San Siro dov’è e cerchiamo di avere idee che escano dagli schemi. Sarà contento anche Sgarbi. Anzi, oltre al museo del volo che già esiste e credo sia il più importante in Italia, propongo la realizzazione coordinata con la costruzione dello stadio di un altro museo che possa ricomprendere vari aspetti. Dal territorio, con la civiltà di Golasecca, all’arte moderna. Perché non rivoluzionare completamente il progetto portando lo stadio nelle zone delocalizzate di Malpensa sistemando così una situazione di degrado e allargando la Città di Milano di 40 Km ?
# Lo Stadio a Malpensa?
Ci sono aree delocalizzate che la Regione non riesce a sfruttare (mancanza di idee o di interessi), altre aree già compromesse tipo aree dismesse o una cava parzialmente chiusa dove non si cava ma si fanno solo lavorazioni. Ci sono i collegamenti: una strada a scorrimento veloce che collega l’aeroporto a due autostrade per non dire tre, treni, bus e ovviamente aerei. Volendo si potrebbe anche pensare a un collegamento fluviale. Canali, navigli e fiume sono vicini. Poi a Malpensa non era / è prevista la realizzazione di una Hydrogen Valley?
# Nel Parco del Ticino?
credits: @lugano.region
Mettiamo insieme i vari pezzi di un puzzle e realizzeremo qualche cosa di importante. Partendo dal progetto di Boeri (lo stadio bosco-verticale) si potrebbe inserire lo stadio con tutte le sue infrastrutture perfettamente nel contesto del parco del Ticino migliorando ciò che adesso è fatiscente o malmesso.
Si potrebbe realizzare un centro commerciale (il progetto esiste già ed è già stato approvato); si potrebbe creare una viabilità interna al comparo con navette elettriche a guida autonoma che colleghino l’aeroporto, lo stadio, il centro commerciale, gli alberghi ed il museo di Volandia.
# Basta avere la voglia e il coraggio di realizzare progetti innovativi
Stadio San Siro demolito
Altro ancora si potrebbe fare, basta avere il coraggio e la volontà. Per esempio a breve, sembra, ci sanno collegamenti con velivoli a decollo verticale che dovrebbero collegare l’aeroporto con la città. Anche questo potrebbe essere uno stimolo a questo tipo di trasporto. Questa è una idea, sempre che non leda altri interessi consolidati. In questo caso non c’è idea che tenga.
Un’ultima osservazione: lasciamo perdere la distanza dal centro di Milano perché sarei curioso di sapere su 70.000 spettatori che vanno allo stadio quanti vengono da Milano e quanti da fuori.”
Una volta al mese a Milano si può assistere ad uno spettacolo teatrale in una location unica.
Il DRAMATRAM: a Milano si può assistere ad uno SPETTACOLO teatrale sul TRAM
# Il percorso: uno spettacolo all’interno e all’esterno
Credits: viaggiandoatestaalta.it Dramatram
Dramatrà è un’associazione milanese che conta oltre 50 collaboratori e che ha un obiettivo: quello di portare il racconto, la struttura, l’energia e l’emozione teatrale fuori dal teatro. Attraverso la loro arte, lavoratori dello spettacolo, grafici e drammaturghi vogliono far riscoprire la bellezza del teatro tra storie di luoghi, di persone e di territori. E allo stesso tempo vogliono promuovere il patrimonio storico-artistico, archeologico e naturalistico del territorio lombardo attraverso iniziative ed eventi. Ed è proprio uno di questi eventi organizzati da Dramatrà che porta uno spettacolo teatrale su un tram storico di Milano.
Siamo sul tram1503, una vettura d’epoca che ha quasi un secolo di storia da raccontare, e che, partendo da Piazza Fontana, una volta al mese attraversa tutti i luoghi storici della città. Dal Duomo a Piazza Mercanti, da Missori a Porta Ticinese e da Cadorna a Castello. Si passa davanti ad edifici importanti come la Chiesa di Santa Maria Presso San Satiro, Santa Maria delle Grazie, San Maurizio ma anche il Museo delle Vigne di Leonardo e, mentre si guarda la città, ci sono due giovani attori che ne raccontano la storia.
# Il Dramatram: tra bisticci, dichiarazioni d’amore e leggende di Milano
Credits: viaggiandoatestaalta.it Dramatram
I protagonisti del Dramatram, è così che si chiama lo spettacolo organizzato sul tram storico anni ’20 dall’associazione Dramatrà, sono Bruno e Camilla. Bruno è un bigliettaio che lavora otto ore al giorno a bordo della linea 23. Camilla è una contessa annoiata che sale sul tram solo per aggiornarsi sui pettegolezzi della città. E tra un bisticcio e una dichiarazione d’amore, i due raccontano storie e leggende di Milano.
Il Dramatram è organizzato una volta al mese, ma la data del 28 giugno è già sold out. Il prossimo spettacolo ancora prenotabile si terrà il 4 luglio in due slot orari, partenza alle 19 o alle 20:30. Il costo del biglietto per gli adulti over 19 è 32 euro, ma c’è uno sconto coppie (se si viene in 2 si paga infatti 27 euro a testa). I bambini fino a 6 anni compiuti non pagano e i ragazzi tra i 7 e i 18 anni possono acquistare il biglietto ridotto a 23 euro.
Verona è tra le prime città italiane ad installare i cestini smart, dispositivi innovativi per la gestione dei rifiuti urbani. Come funzionano e a che punto è Milano.
A Verona i CESTINI che fanno TUTTO
# I cestini smart a Verona
Credits: amiavr(FB) – i primi cestini smart installati a Verona
I cestini intelligenti stanno diventando una soluzione innovativa per la gestione dei rifiuti. Verona è una tra le prime città italiane ad adottare questo innovativo sistema di raccolta dei rifiuti. Questi cestini, dotati di tecnologie avanzate, offrono una serie di vantaggi che contribuiscono a migliorare l’efficienza della raccolta differenziata e a mantenere le strade più pulite.
# Cosa fanno i cestini smart
I cestini intelligenti, noti anche come cestini smart, sono dotati di sensori che monitorano il livello di riempimento dei rifiuti all’interno. Questi sensori inviano segnali alle autorità competenti quando il cestino raggiunge una determinata capacità, consentendo di pianificare la raccolta in modo più efficiente. Questo sistema di monitoraggio in tempo reale evita che i cestini straripino e che i rifiuti si accumulino per strada, riducendo così l’insorgere di problemi igienici e migliorando l’aspetto delle aree urbane.
Un’altra caratteristica interessante dei cestini intelligenti è la compattazione automatica dei rifiuti: questi sono in grado di comprimere i rifiuti all’interno, consentendo di contenere una quantità maggiore di rifiuti rispetto ai cestini tradizionali. Vengono così ridotte la frequenza necessaria per svuotare i cestini e il volume complessivo dei rifiuti, ottimizzando lo spazio disponibile e l’utilizzo dei mezzi di trasporto necessari per la raccolta. Sono infine alimentati ad energia solare.
# Amia e i cestini smart
Amia (l’azienda che gestisce i rifiuti in città) ha già installato 7 contenitori in diverse aree della città, come piazze, parchi e zone pedonali. Altri cestini verranno consegnati e quindi installati nelle prossime settimane. Questa iniziativa ha ricevuto un feedback positivo da parte dei cittadini, che apprezzano l’efficienza della raccolta e la pulizia delle strade. Inoltre, i cestini intelligenti contribuiscono a sensibilizzare i residenti sull’importanza della corretta gestione dei rifiuti e del riciclaggio. L’adozione dei cestini intelligenti rappresenta un passo importante verso una gestione più sostenibile dell’ambiente urbano e un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella salvaguardia dell’ambiente.
Fonte: amiavr.it
# A Milano sono in fase di sperimentazione
Credits cambioclima.it – Cestini intelligenti Milano
E a Milano? Il Comune di Milano è partito con la sperimentazione dei nuovi cestini intelligenti nelle zonedel divertimento serale: corso Como, Porta Venezia tra via Lecco e largo Bellintani, corso Buenos Aires e piazza Argentina, con otto cestinicompattatori.
A questi si affiancano fino a 800 nuovi cestini tradizionali, distribuiti in tutti i quartieri, dotati di una croce sulla bocca del contenitore, un sistema che impedisce la formazione di mini discariche condominiali e dovrebbe evitare attività di smaltimento aggiuntive che sono costate 675.000 euro negli ultimi anni al Comune di Milano.
Sembra che la maggior parte dei personaggi pubblici più facoltosi faccia a gara per costruire la dimora più strana. In effetti, basta avere un po’ di fantasia e un buon portafoglio e poi si può fare tutto. Come costruire una Casa Bianca in miniatura in cima ad un grattacielo.
La MEGA VILLA costruita sul TETTO di un GRATTACIELO
# La villa a 2 piani di Vijay Mallya a Bangalore: con piscina ed eliporto
Credits: socialup.it Villa sul grattacielo
Vijay Mallya è uno degli uomini d’affari più ricchi dell’india, un indiscusso business man di circa 65 anni e presidente del United Breweries Group, un conglomerato indiano specializzato nelle bevande, principalmente alcoliche, e in altri investimenti in settori come infrastrutture aeronautiche, proprietà immobiliari e fertilizzanti. Insomma Vijay Mallya ha un conto in banca di miliardi di euro e proprio per questo si può permettere di costruire una villa su un grattacielo. L’uomo d’affari ha infatti fatto realizzare una villa, una replica della Casa Bianca, in cima al Kingfisher Tower, grattacielo nel cuore della città di Bangalore, nel distretto indiano meridionale di Karnataka.
La villa a 2 piani è stata costruita su una gigantesca lastra a sbalzo rispetto alla torre sottostante andando a creare il 33esimo e 34esimo piano della Kingfisher Tower. Copre un’area di circa 40mila metri quadrati, poco meno, e non si fa mancare proprio nulla: sulla sommità del grattacielo ci sono infatti un giardino, un eliporto, una piscina e una piattaforma panoramica su tutto il perimetro per avere una vista a 360 gradi.
# All’interno la palestra e una cantina di vini
Credits: today.it Villa in costruzione
Sviluppata da Prestige Estates, la società di sviluppo immobiliare nel sud dell’India, la villa non ha nessun collegamento con il grattacielo su cui è posta e i suoi 39 appartamenti sottostanti. Per accedere alla casa di Vijay Mallya si prendono infatti 2 ascensori privati esterni.
La costruzione della villa è iniziata nel 2010 ma i lavori risultano ancora non completati interamente. La Casa Bianca indiana costruita sul grattacielo, al suo interno, dovrebbe avere una piscina interna riscaldata, una palestra, una spa e una cantina di vini interrata, oltre ovviamente a diverse camere da letto, bagni, cucina e saloni. Se ultimata si stima che valga circa 20 milioni di dollari. Tuttavia il miliardario Vijay Mallya sembra aver avuto qualche problema con le banche, che pare abbiano richiesto rimborsi e bloccato i suoi conti, quindi, anche se la villa sul grattacielo sembra ultimata dall’esterno, in realtà mancherebbero dei lavori da fare, soprattutto all’interno.
Ci sono luoghi che fanno a gara per replicare monumenti famosi. Las Vegas su questo ha costruito la sua fortuna, gli Emirati Arabi e la Cina stanno seguendo le stesse orme. E noi? Visto che ci hanno rubato la Gioconda abbiamo un credito verso il mondo intero. Dovremmo andare in giro per le più belle città del globo e “zanzare” i monumenti famosi. Così, per ripicca. E, soprattutto, per rendere Milano una autentica capitale del mondo.
Però, se rubi la Tour Eiffel devi avere anche un buon piano su dove metterla. No, non per nasconderla, ma perché altrimenti dà fastidio. Ad esempio, a Milano, quali monumenti potremmo riprodurre e, soprattutto, dove potremmo metterli?
10 MONUMENTI FAMOSI da portare a Milano (e dove metterli)
#1 Torre Eiffel al posto dell’Albero della Vita
torre eiffel, milano
Sarebbe da mettere nell’area Expo al posto dell’Albero della Vita che sta cadendo a pezzi. Dalla cima si vedrebbe tutta Milano e anche un po’ di lago di Como. Immaginate i cinesi in visibilio.
#2 La Statua della Libertà a Melegnano
statua della libertà: anche la copia torna a Milano
Abbiamo l’originale sul Duomo. La copia si potrebbe riprodurre al Casello di Melegnano: “da qui si entra nel mondo civile”.
Al posto del vecchio palasport, a fianco dello Stadio. Oppure al posto proprio dello stadio, se lo si vuole demolire. Potremmo farci suonare dentro Fedez & JAX oppure farci giocare le vecchie glorie di quando Milan e Inter dominavano il mondo.
Nel parco Agricolo, perché a nord occuperebbe la visuale. E ci starebbe da dio.
#5 La lanterna sul Naviglio
lanterna sul naviglio, milano
All’entrata del Naviglio Grande. Un faro nella nebbia.
#6 Il Ponte di Broooklin sull’Adda
ponte di brooklyn, milano
Da mettere sull’Adda. Mentre il Golden Gate andrebbe sul Ticino. Qualcosa troveremo anche per il Lambro.
#7 La Sirenetta all’Idroscalo
sirenetta, milano
Deve stare vicina all’acqua altrimenti rischia la morte per asfissia. La mettiamo all’Idroscalo e organizziamo anche un bel mercato del pesce. Certo, dovremmo prima chiedere il permesso alla Madonnina.
#8 La torre di Pisa in Duomo
torre di pisa, milano (ops)
In Piazza del Duomo. Lato Museo del Novecento. Bisognerebbe discutere se raddrizzarla o meno, ma sono sicuro che si troverebbe una quadra.
#9 Il Partenone sulla Montagnetta
partenone, milano
Ci vuole una collina. Deve stare in alto. Sulla Montagnetta di San Siro.
#10 La Muraglia Cinese ai confini della Grande Milano
muraglia cinese, milano
Da disseminare sui colli piacentini come confine della grande Milano.
Molti stereotipi, luoghi comuni, leggende metropolitane circolano sul vivere a Milano. Spesso sono falsi. Cerchiamo di scoprire com’è davvero vivere a Milano.
Com’è VIVERE a MILANO? La FOTOGRAFIA dei MILANESI
Credits pixabay-paologhedini
# Nel bene o nel male… amiamo Milano
– «Non è “l’isola che non c’è” ma non vivrei in nessun’altra città, amo Milano con tutte le “magagne“, con tutti i suoi lustrini, viva Milano» – Monica Vilani
– «Anch’io sono innamorata di Milano e ci sto benissimo!» – Cristina Perfetti
– «Vivo a Milano da sempre è la mia città, ma si può migliorare, sanità, sicurezza, pulizia meno snobismo» – Sandra Tesoro
– «Uno spettacolo!! Sia nel bello che nel brutto, vale la pena viverci.» – Nory Bianchi
# I grandi nemici: incuria e inciviltà
– «Premetto che sono di Milano e amo questa città. Gli ultimi anni si vive perennemente arrabbiati, nessuno fa rispettare le regole, pattumiera in ogni dove, sui marciapiedi scorrazzano bici e monopattini, passando in certe strade odore pazzesco di urina, per non parlare della criminalità. La città non merita questa inciviltà perché è davvero bella!» – Lorena Valtorta
– «Sala dovrebbe far ritornare gli operatori ecologici, spariti da tempo» – Graziella Chini
– «Sono pienamente d’accordo con lei, io ho dei ricordi quando il netturbino girava ( ognuno per la sua zona ) con due sacchi nel carrettino più un bastone che serviva a pulire le feritoie sotto il marciapiede perché quando pioveva non si formassero le pozzanghere, allora sì che la nostra Milano era un gioiello, adesso c’è gente che la fatta diventare un lerciume e sono profondamente rammaricata.» – Mila Sarta
– «Possiamo iniziare noi cittadini ad essere più civili educati e rispettosi delle regole. Poi l amministrazione si impegni a fare il resto. Ma noi viviamo a Milano e noi dobbiamo impegnarci» – Loredana Arnaboldi
Lunghi monopattini
# Una città da ricchi?
«Meno inclusiva, più elitaria di 20 anni fa» – Adolfo Sanfilippo
Residenze Hadid Citylife
# Ci vivo, ma non la amo
«Una città che non riesco ad amare pur avendo una grande movida e grandi eventi internazionali come il fuori salone, la moda e molto altro. Sono milanese di adozione: la mia città o meglio quella che amo è Firenze» – Barbara Ferrero
Credits Andrea Cherchi – Design week
# Ma quanto mi costi?!
«Si vive benissimo, unico neo i costi delle case» – Massimo Rampini
Cristina Donati Mayer – Edicola casa
# Si lavora troppo?
– «Lavorare e fatturare. Se sei giovane, hai tutta la movida che vuoi, ma almeno 12 ore al giorno te le farai lavorando e nel traffico» – Cristina Beccati
– «A Milano solo lavorare lavorare lavorare, quando esco da Milano mi sento la tranquillità ma velocemente mi sento la nostalgia di ritornare a Milano, dico la verità: l’Italia ma soprattutto Milano mi ha dato tanto» – Mahmoud Elabd
Credits elenagemma-pixabay
# Dipende
– «Per i giovani è la più bella città d’Italia, perché ti dà la possibilità di realizzarti in quello che vuoi, c’è cultura, divertimento. Quando diventi anziano meglio un posto più tranquillo con il mare.» – Patrizia Goggi
– «Stressante e vitale. Quindi potenzialmente bellissima. Dipende da te» – Elena Scarabelli
Concertone in Piazza Duomo – Credits: Radio Italia
# Il segreto?La milanesità: “si può fare”
– «L’ essenza di Milano, il ” Core”, non sono solo le strade, i palazzi, il Duomo, Il Castello Sforzesco, i grattacieli di P.zza Gae Aulenti, la Galleria del Toro ecc.ecc. ma piuttosto è la mentalità, la filosofia di vita, le aspettative, la progettualità, lo stimolo, la sensazione che “si può fare,” …l’ inventiva, la trasgressione positiva che ti porta all’innovazione! È una città rivoluzionaria e nello stesso tempo conservatrice! E poi ” Milan El coeur in man”» – Liliana Germiniani
Nel mondo del lavoro, in special modo in Italia, gli aspetti da migliorare sarebbero tanti se davvero si volesse aumentare la produttività, la competitività e soprattutto la soddisfazione dei lavoratori. Pessime consuetudini, antichi malcostumi di stampo sabaudo e superate concezioni degne del secolo scorso, rendono gli ambienti lavorativi italiani luoghi sia poco formativi che poco stimolanti.
Dinosauri, stipendi, frustrazione: i 10 PROBLEMI TIPICI di chi LAVORA a MILANO
Sebbene buona parte delle grandi aziende si trovi nella nostra città, di gran lunga la capitale economica del paese con la sua sviluppata area metropolitana, e per quanto sia una realtà ricca e dinamica, le criticità che si riscontrano nelle aziende pubbliche o private sono comuni a quelle del resto d’Italia. Chi nella sua esperienza ha avuto modo di cambiare posto di lavoro potrà sicuramente confermare l’esistenza di figure e abitudini negative. Queste sono solo alcune.
#1 I dinosauri
Credits: it.depositphotos.it lavoratori
In un paese dove le più alte cariche superano spesso gli ottant’anni cosa aspettarsi? Sembra incredibile ma in tantissime aziende troviamo anziani attaccati alle scrivanie come cozze agli scogli. Sebbene già in pensione da diversi anni con trattamenti economici spesso da privilegiati, il posto non lo mollano mai. Spesso vengono riciclati come consulenti e sono gratificati con auto aziendali, carte di credito, benefit di diverso tipo e passano il tempo a dire che prima sì che si lavorava seriamente ma se ne guardano bene dal trasmettere loro competenze ai più giovani colleghi.
La prassi di una scarsa condivisione delle conoscenze e delle responsabilità è però in generale di tutti quelli che hanno un ruolo di un certo rilievo: tenersi i segreti fino alla tomba è un modo di rendersi indispensabili fino all’età della pensione che spesso poi, come detto, in pratica non arriva mai.
#2 I raccomandati
Un’altra piaga del nostro sistema è la diffusa presenza di raccomandati a tutti i livelli. Sono figli, nipoti, amici di dirigenti (spesso in età da pensione da anni), ai quali viene riservata una corsia preferenziale per entrare nel mondo del lavoro. Un esempio recente lo possiamo avere nella fondazione Milano – Cortina per i prossimi giochi olimpici invernali. Nell’organigramma troviamo la nipote di Draghi, il figlio di La Russa, per carità probabilmente sulla carta tutto lecito e corretto da un punto di vista formale, eticamente però viene da domandarsi quali percorsi di selezione siano stati attuati, quali meriti e competenze abbiano i selezionati oltre al grado di parentela con persone “influenti”. Sono poi molte altre le figure che forse se sparissero ci guadagneremmo…
#3 L’accentratore
L’accentratore vuole che tutto passi dalla sua scrivania e dal suo pc, ogni decisione anche la più banale deve passare da lei o da lui, tutto deve essere gestito in modo tale che in sua assenza le cose si fermino e si sia costretti a contattarlo sul cellulare anche per chiedere come si apre la porta del cesso…
#4 I Supermanager
I super manager, strapagati, straricompensati con innumerevoli bonus spesso arrivano promettendo grandi cambiamenti e il risultato sono fallimenti e situazioni peggiori di quelle che avevano ereditato…
#5 Il/la frustrata
Boss Donna (immagine da pixabay.com)
La frustrazione è uno stato emotivo piuttosto diffuso sul lavoro. L’uomo tende a sfogare la frustrazione con un atteggiamento negativo e rabbioso. La donna, invece, superiore o collega che sia, tende a scatenare sui colleghi il suo stato di lavoratrice, madre, moglie, accusando la società patriarcale maschilista di farla guadagnare meno e di averle impedito di fare la carriera che meritava.
#6 Il capo ufficio uomo o collega arrogante
Pensa di essere sempre giovane divertente, il più delle volte invece risulta solo essere arrogante, ripetitivo e quando può scarica il lavori sugli altri.
#7 Gli assenteisti
Ogni cambio di stagione, di temperatura, ogni raffreddore, ogni sconfitta della propria squadra del cuore o una qualunque ricorrenza religiosa diventano l’occasione per non presentarsi sul posto di lavoro. Sono perennemente malati, hanno sempre un problema di salute, parlano sempre dei loro problemi e rivendicano il sacrosanto diritto di andare in ferie tanto che quando lo sono mandano il certificato medico dal loro paese natale (spesso di altre regioni) o dal luogo di villeggiatura perché hanno lavorato talmente tanto durante l’anno che hanno un inspiegabile mal di schiena…viene sempre da sospettare che ci marcino e si approfittino di una legislazione molto tollerante.
#8 I corrotti
Corruzione (immagine da pixabay.com)
Che prendano o diano non importa, la mazzetta per loro fa parte del proprio bagaglio professionale. Ogni occasione è buona per pretendere o elargire soldi in cambio di favori a scapito della legalità o della correttezza.
#9 Stipendi bassi e precarietà
A tutte queste figure che rendono il lavoro negli uffici poco piacevole dobbiamo aggiungere gli stipendi, in generale vergognosamente bassi se non per alcune figure che prendono molto. Nel nostro paese la forbice tra stipendi alti e stipendi bassi è molto ampia a differenza del Nord Europa ad esempio.
La precarietà, contratti che non garantiscono alcune stabilità, rende la vita di molti lavoratori un inferno. Non possono avere accesso al credito, comprare un’auto e pagarsi una vacanza diventano sogni, acquistare una casa un miraggio…
#10 Gli stagisti
Stagelunghi, pesanti e non remunerati. Spesso (non certo sempre) una forma di sfruttamento legalizzata dove si lavora gratis e si ottiene in cambio un panino e una bottiglia d’acqua.
#10+1 Visione Ottocentesca: si misurano le ore non i risultati
Stress al lavoro (immagine da pixabay.com)
Una visione ottocentesca del lavoro basato non sul risultato ma sulle ore trascorse alla scrivania, lo scarso utilizzo delle moderne forme di lavoro agile, la contrarietà nel ridurre sensibilmente l’orario di lavoro dando modo ai lavoratori di trascorrere molto più tempo con la famiglia egli amici permettendogli di utilizzare molte più ore di tempo libero per la propria felicità.
Sarebbe davvero auspicabile che un cambiamento di molte abitudini tossiche a livello lavorativo avvenisse proprio da Milano la capitale del lavoro e delle svolte epocali.
Un posto magico, molto suggestivo che si trova nell’isola di chi, come cantano i Dik Dik e Fiorella Mannoia, “ha negli occhi il blu, della gioventù, di chi canta hippi hippi pi”. Stiamo parlando di una spiaggia davvero unica che si può raggiungere in seggiovia.
La SPIAGGIA a cui si arriva in SEGGIOVIA
# The Needles, la spiaggia dei 3 faraglioni sull’isola di Wight
Credits: @_zhang_jun_jie The Needles
Si chiama The Needles, letteralmente aghi, e si trova all’estremità occidentale dell’Isola di Wight, l’isola nel Canale della Manica a circa 6,5km al largo delle coste dell’Hampshire che, per la sua bellezza e i suoi paesaggi, ha ricevuto lo status di “Area di Eccezionale Bellezza Naturalistica”. La spiaggia The Needles è chiamata così perché regala la vista su tre faraglioni di pietra calcarea dalla forma allungata, ma che in realtà non assomigliano per nulla a degli aghi. L’insieme dei faraglioni si chiama così infatti per un quarto faraglione che completava la fila ma che nel 1974, a causa di una violenta tempesta, crollò completamente. Quest’ultimo, chiamato “La moglie di Lot” era appunto a forma di ago e dava il nome all’intera fila. Nonostante quindi i 3 faraglioni che ci sono ancora non ricordano questa forma, il complesso ha mantenuto il suo nome caratteristico.
Credits: @onboardribs The Needles
Oggi, l’ultimo faraglione termina con un faro, costruito dalla Trinity House (l’autorità generale britannica per i fari) e entrato in servizio nel lontano 1859, rimase in funzione fino al 1994. L’immagine del faro, che con le strisce bianche e rosse in contrasto con il mare turchese è uno spettacolo per gli occhi, è diventata ormai l’icona dell’Isola di Wight.
# La seggiovia del Needles Pleasure Park
Credits: theneedles.co.uk The Needles
Raggiungere The Needles, situato nella Alum Bay, non è però così facile, o meglio. All’interno dell’isola di Weight ci si muove tranquillamente, se però si ha un po’ di pazienza. Sì perché le strade sono molto strette e quindi se si vuole raggiungere la spiaggia dei 3 faraglioni in macchina o con i mezzi pubblici ci si impiegherà comunque un po’ di tempo. Una volta arrivati in zona, si può scegliere se scendere verso la spiaggia a piedi o in seggiovia e in entrambi casi, poi, prendere una barca per raggiungere le formazioni rocciose. Chi c’è stato consiglia di prendere la seggiovia, diventata ormai lei stessa un’attrazione.
Credits: tripadvisor.it The Needles
La seggiovia è infatti in realtà una delle attrazioni del Needles Pleasure Park, un piccolo parco divertimenti situato su un’altura vicino ai 3 faraglioni. Una volta saliti si può ammirare dall’alto le scogliere dell’Alum Bay per poi arrivare alla spiaggia sottostante e godersi la vista spettacolare delle pittoresche rocce e del faro. Ma non è finita qui perché l’Alum Bay è conosciuta anche per la sua sabbia multicolore e dalla seggiovia si può vedere anche questo.
Generalmente la funivia è aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 16:00, ma gli orari possono cambiare in base alle condizioni meteorologiche e ai periodi dell’anno.
A qualche ora da Milano si può sfrecciare giù dalla montagna con dei tricicli davvero particolari. Un’idea che è nata per dare la possibilità agli amanti dello slittino di scendere le ripide strade di montagna anche d’estate e che, oggi, tra sgommate, sorpassi e punti panoramici, la rendono un’esperienza davvero unica.
A poche ore da Milano si può SFRECCIARE giù dalla MONTAGNA con un TRICICLO
# 6 km e mezzo di adrenalina
Credits: @retrodepot.ch Männlichen
A circa 5 ore da Milano si può scendere per 6,5 km giù dalle montagne, con cosa? Con Summer Gemel, l’innovativo slittino estivo ideato in Svizzera. Ci troviamo a Grindelwald, il rinomato comune situato nel Canton Berna, in Svizzera, conosciuto da tutti perché dà il nome ad uno dei personaggi più temuti nel magico mondo di Harry Potter. Ma in realtà il paese svizzero ha molto da offrire. Nella regione montuosa dell’Oberland bernese, Grindelwald è conosciuto per la sua bellezza naturale, ma anche per la storia e la cultura che le sue architetture tipiche delle Alpi svizzere raccontano. Uno dei suoi punti più conosciuti è sicuramente la stazione del treno Jungfrau, la più alta d’Europa che si trova a 3.454 metri d’altezza e offre panorami magnifici. Un paese quindi che regala diverse esperienze ai suoi abitanti e ai turisti che decidono di trascorrere qui un weekend o più.
Da poco, oltre a tutto ciò, a Grindelwald si può anche scendere con un triciclo-slittino, per poter vivere le belle montagne della regione della Jungfrau con un po’ di adrenalina.
# I tricicli si guidano proprio come uno slittino
Credits: swissactivities.com Summer Gemel
Sviluppato da ALPN Design e prodotto in Svizzera, Summer Gemel ha portato nell’Oberland Bernese la possibilità di viversi vere ed emozionanti discese in slitta sui sentieri di montagna. La discesa inizia a Männlichen a 2225 di altezza, da qui, attraversando prati incontaminati, boschi e le vette più incredibili, si arriva dolcemente alla stazione intermedia Holenstein. Per poter raggiungere il paese bisogna proseguire poi a piedi, ma ne vale la pensa se si vuole ad esempio fare una bella grigliata in uno dei punti barbecue di Grindelwald.
L’esperienza offerta da Summer Gemel è adatta a tutti, anche ai bambini. Il triciclo lo si guida spostando il proprio peso da una parte e dall’altra, proprio come uno slittino, ma è munito di un sicuro freno a disco. Prima di partire con la discesa viene fornito a ciascuno l’equipaggiamento necessario, ovvero casco, guanti e paragomiti.
# I mountaincars in Alto Adige
Credits: vivosuedtirol.com Mountaincars Plose
Ma non solo a Grindelwald si può scendere giù dalla montagna con il triciclo. Un giro sullo slittino estivo lo si può fare anche in Italia. Siamo a Plose vicino a Bressanone, in Alto Adige, e qua si possono percorrere 9km tra i sentieri montani il sella al proprio mountaincars, una sorta di go-cart su tre ruote, senza pedali, senza motore e che va in montagna. Percorsi più brevi li si possono fare anche a Plan in Val Passiria, Watles in Val Venosta, Ladurno in Val di Fleres e in Val Senales (tutte in Alto-Adige).