Sembravano la nuova frontiera della libertà. Come delle pareti su cui chiunque poteva esprimere il suo pensiero. Unico limite: la legge. Dopo un periodo di libertà piano piano il mondo dei social ha mostrato un altro volto, fatto di algoritmi, ban, censure, blocchi. La cui unica legge era la linea editoriale dei social, sempre più simili a media anche se senza i doveri a cui sono assoggettati i media. La pubblicazione dei file nascosti di Twitter da parte di Elon Musk sta portando alla scoperta quello che tutti sospettavano: le politiche di gestione opache del social network e soprattutto la censura ai danni di utenti ignari, con la complicità delle istituzioni governative. Ecco cosa è venuto alla luce e cosa potrebbe succedere.
TWITTERGATE: perché potrebbe essere il VASO di PANDORA sul mondo dei SOCIAL
# Elon Musk: “Vorrei che Twitter diventasse un’arena inclusiva in cui fosse garantita la libertà di parola“
Credits PhotoMIX-Company-pixabay – Twitter
Elon Musk aveva dichiarato, nel corso di un intervento al Ted2022 di aprile, di aver deciso di acquistare Twitter per un preciso motivo: “Vorrei che diventasse un’arena inclusiva in cui fosse garantita la libertà di parola“. Tutte le azioni da quando è poi diventato ufficialmente il nuovo proprietario, di uno dei social network più importanti del mondo, sembrano andare in quella direzione.
La più imponente è stata il licenziamento della dirigenza responsabile della cancellazione di accountnon in linea con una certa di linea di pensiero, l’ex presidente e imprenditore americano Donald Trump è stato il caso più eclatante, e di probabili censure ai danni di altri utenti sempre per lo stesso motivo. Una politica di censure che è poi diventata conclamata a seguito della pubblicazione di file e comunicazioni nascoste tra dipendenti, dirigenti e istituzioni per oscurare la visibilità di specifici utenti di Twitter. Pubblicazione a cui pochi organi di informazione, specie in Italia, stanno dando risalto. E questo malgrado l’esplosività delle notizie che stanno venendo alla luce. Ma cosa sta emergendo?
#La strategia dello shadow banning per censurare i contenuti degli avversari politici ai DEM
Twitter Ban
Nella prima tranche dei Twitter Files pubblicata è emerso il coinvolgimento diretto della Convention Nazionale Democratica nell’indicare chi dovesse essere censurato, con il sospetto che, dopo l’elezione del nuovo presidente Biden presidente, gli ordini di censura siano partiti direttamente dal governo. L’ex portavoce fino al 2021 della Casa Bianca, Jen Psaki, aveva ammesso che Biden fosse in “contatti regolari” con i social network, perché “fin dall’inizio, questa amministrazione se ne è occupata, perché sappiamo dal principio che la mala informazione e la disinformazione e come si diffondono nel mondo, stanno diventando una sfida“.
Nel secondo lotto di file proveniente dagli archivi che Elon Musk ha voluto rendere pubblici, per tramite di Bari Weiss, ex editorialista del New York Times ora direttrice di The Free Press, viene fuori come Twitter praticasse lo shadow banning contro i conservatori impedendo la diffusione dei loro contenuti, senza che loro ne fossero al corrente. Pertanto, come spiega la giornalista, il successo o l’insuccesso di un utente e dei suoi tweet poteva essere decretato a tavolino da un gruppo ristretto di amministratori e se non gradito l’utente poteva essere inserito in una lista nera e i suoi post non sarebbero mai stati visti, letti o trovati da nessuno.
Si tratta di una forma di censura sottile in cui l’utente può continuare a scrivere e pubblicare come sempre, senza essere sospeso o bannato, ma quel che scrive e pubblica non viene visto da nessun altro sul social network. Una rivelazione che smentisce quanto dichiarato nel 2018 dai dirigenti di Twitter sotto giuramento di fronte al Congresso, dato che sia Vijaya Gadde, che aveva negato questa forma di censura, che Yoel Roth e un nucleo ristretto di dirigenti e impiegati inquadrati nel dipartimento speciale chiamato “Strategic Response Team – Global Escalation Team” (Srt-Get) applicavano questa strategia analizzando in media 200 casi al giorno.
Un dipendente di Twitter aveva in seguito fatto questa ammissione: “Noi controlliamo abbastanza la visibilità (di un utente, ndr). E controlliamo l’amplificazione dei tuoi contenuti. La gente comune non sa quanto lo facciamo“.
# Oscurati contenuti sul Covid divergenti rispetto al pensiero mainstream
Tra i contenuti oscurati ci sono quelli riguardanti punti di vista sul Covid divergenti rispetto al pensiero mainstream. Troviamo ad esempio il caso del professore di Stanford Jay Bhattacharya che si era espresso contro il lockdown in quanto nocivo per la salute dei bambini, e inserito da Twitter nella “lista nera delle tendenze” per limitare la diffusione dei suoi post, o quello del commentatore televisivo conservatore Dan Bongino, che è stato inserito nella “lista nera delle ricerche” per le sue idee politiche rendendo molto più difficile per gli altri utenti ritrovare quel che scriveva.
# Il silenzio dei media americani
Credits zerohedge – Copertura notizia media Usa su file Twitter
In tutto questo fa rumore il “silenzio” dei principali media statunitensi di sinistra, sono stati dedicati soli 14 minuti in totale sul caso dei file di Twitter. Il termine “file Twitter” è stato usato solo sei volte dai conduttori di Fox News, la CNN ha coperto la storia per tre minuti, solo il 9 dicembre, mentre MSNBC ha dedicato due minuti lo stesso giorno, oltre a cinque minuti l’11 dicembre e quattro minuti il 12 dicembre.
Il fatto che gli ex dirigenti di Twitter si incontravano regolarmente con funzionari dell’intelligence statunitense e controllavano i contenuti in base ai loro ordini, è stato quasi completamente ignorato da CNN, NBC, ABC e CBS.
Non solo la copertura riguardo al “Twitter Gate” è ai minimi termini, ma quando se ne parla viene sminuito o tacciato come teoria del complotto. Sulla rete MSNBC i conduttori Mehdi Hasan e Joe Scarborough hanno liquidato le rivelazioni bomba come nulla di importante.
Nessuna traccia di queste rivelazioni anche su tutti gli organi di informazione italiani. Eppure le conseguenze potrebbero essere esplosive.
# Sarà il vaso di Pandora sul mondo dei social?
Credits BiljaST -pixabay – Social network
Le rivelazioni che stanno emergendo, grazie alla pubblicazione dei file nascosti negli archivi di Twitter, potrebbero far aprire un vero e proprio vaso di Pandora sul mondo dei social. Già prima delle elezioni presidenziali del 2020 negli Usa il Federal Bureau of Investigation (Fbi) sollecitò la censura da parte di Facebook delle notizie riguardanti il portatile personale del figlio dell’attuale presidente Joe Biden.
In Italia il quotidiano online Open, fondato da Enrico Mentana, è diventato nel 2021 partner nazionale di Facebook nella cosiddetta “lotta alla disinformazione”, aggiungendosi a Pagella Politica e Facta, entrando a far parte degli oltre 80 fact-checkers di tutto il mondo che analizzano i contenuti sulle piattaforme social in più di 60 lingue diverse.
Di fatto il fact-cecking funziona come una censura perché come spiegato da Meta, il gruppo che detiene Facebook, Instragram e Whatsapp, il partner locale si occupa di verificare la veridicità dei post segnalati e di assicurarsi che non violino gli Standard della Comunità, come successo per le ultime elezioni politiche italiane anche nel caso venissero pubblicate informazioni errate sulla data delle elezioni o sui candidati. A quel punto entra in campo la “sottile censura” di Meta: “Quando i fact-checker segnalano un post come falso, ne riduciamo la visibilità su Facebook e Instagram e aggiungiamo un’etichetta con un link del fact-checker che offre maggiori informazioni sul contenuto analizzato”.
Una “sottile censura” che i files di Twitter starebbero dimostrando essere tutt’altro che indipendente. E se questo dimostrasse che i social invece che delle semplici piattaforme tecnologiche agiscono come dei media, con una loro linea editoriale, gli effetti potrebbero essere dirompenti. Dall’assunzione di responsabilità civile e penali su tutti i contenuti pubblicati all’obbligo di compenso per i fornitori di contenuto, solo per citare due aspetti.
Ormai è quasi certo: da gennaio aumenta il costo dei titoli di viaggio ATM, con molta probabilità subito dopo le festività. Ma ad accompagnare questa notizia poco piacevole ce n’è un’altra: ATM taglia anche le corse.
Il biglietto più caro non basta: ATM da gennaio TAGLIA le CORSE
# Qualche minuto in più di attesa
Tram 1503 – Credits: MilanoGuida
Il motivo ufficiale di questa decisione è sempre lo stesso. Come il biglietto ordinario salirà da 2 a 2,20 euro a causa del caro prezzi dell’energia, anche le corse saranno tagliate per la stessa ragione. Oltre al biglietto ordinario anche ticket giornaliero, biglietto valido tre giorni e carnet di dieci viaggi dovrebbero salire, rispettivamente da 7 a 7,60 euro, da 12 a 13 euro e infine da 18 a 19,50 euro. Ma del taglio delle corse non se n’era ancora parlato. Invece, l’azienda di trasporti milanese fa sapere a Milanotoday che le corse del servizio pubblico di tram e bus saranno ridotte del 3%. Una diminuzione che, secondo ATM, avrà una ricaduta minima sui cittadini, perché si tratterà solamente di aspettare qualche minuto in più alla fermata. Fortunatamente le linee metropolitane non saranno toccate da questa decisione. Ma com’è possibile che ATM abbia dovuto non solo aumentare il costo del biglietto ma anche diminuire le corse pur di sostenere le spese?
# Le linee di bus e tram interessate alla riduzione delle corse
Lo scorso novembre l’assessore alla mobilità Arianna Censi aveva detto: “Ai milanesi possiamo dire o tagliamo o adeguiamo” e così è stato. Nel 2023 ATM si aspetta che i costi saliranno dai 50 milioni annui del 2021 ai 150-170 milioni per il 2023. Un aumento spropositato che gli impedisce di continuare a servire la città nello stesso modo. E quindi il taglio delle corse partirà dal 30 gennaio 2023, ecco quali sono le linee dei mezzi di superficie interessate.
Le linee dei tram che vedranno modiche a gennaio: 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 12 – 14 – 15 – 19 – 27 – 33.
Avanzano i lavori per il nuovo progetto di architettura biofilica realizzato dallo studio giapponese Kengo Kuma and Associates, nella periferia est di Milano, e che rivoluzionerà la vita dei milanesi. Quali sono le sue caratteristiche e quando verrà inaugurato.
TERRAZZE VERDI nel futuro di Milano: la RIVOLUZIONE GIAPPONESE per vivere in simbiosi con la NATURA
# Welcome-Terrazze Verdi: architettura e natura si fondono assieme in un unico progetto
Credits: kengo kuma associates
Il famoso studio di architettura Kengo Kuma ha presentato a marzo 2021 in Triennale il suo nuovo progetto che avrà sede proprio a Milano, per la precisione nel quartiere di Crescenzago.
Credits welcomemilano – Rendering progetto dall’alto
Il disegno di Welcome-Terrazze Verdi, questo il nome del progetto, prevede la costruzione di sei edifici, di diverse altezze, che ospiteranno:
43.500 mqdiuffici
1.000 mq di aule meeting
2.700 mq di spazi co-working
un auditorium
un’area commerciale di 1.800 mq
2.000 mq di ristoranti.
Sono previsti inoltre un supermercato, un’area wellness e alcuni spazi destinati a mostre ed eventi temporanei.
Credits welcomemilano – Rendering esterno e terrazze
Lo spazio sarà scandito da diversi cortili per una superficie di 4.800 mq, in parte coperti da vetrate e in parte aperti, ed un sistema di serre e terrazze ospiterà una fitta vegetazione che si estenderà per 7.300 mq. Yuki Ikeguchi, la progettista, ha affermato che i terrazzamenti sono stati pensati come “estensioni degli spazi esterni” ed accoglieranno “orti, giardini e camminamenti accessibili a tutti”. L’investimento complessivo è di 300 milioni di euro.
# L’architettura biofilica: gli elementi naturali che migliorano salute e produttività
L’identità del progetto si può riassumere in due parole: legno e vegetazione. Il nuovo complesso di edifici sarà uno splendido esempio di architettura biofilica, anche chiamata bio-architettura, che consiste nella stretta correlazione tra strutture artificiali ed elementi naturali e paesaggistici. Questo approccio, come ha spiegato la progettista di Welcome, feeling at work, consente di trascorrere del tempo a contatto con la natura anche nell’ambiente di lavoro.
Seguendo questa visione, gli edifici saranno costruiti con materiali organici e naturali, in modo da creare uno spazio integrato con la natura e la vegetazione, vere protagoniste del concept. Gli elementi naturali, come la luce, l’aria e il legno, stimolano i sensi e la mente, facendo davvero la differenza sul posto di lavoro in termini di produttività, ma soprattutto di benefici per la salute fisica e mentale.
Il progetto sceglie inoltre di andare controcorrente, in una direzione molto diversa da quella presa per le torri e i grattacieli che caratterizzano lo skyline milanese. Il complesso, infatti, si svilupperà con un impianto orizzontale, così da suggerire un’idea di espansione e continuità con il vicino Parco Lambro.
# Verso una definitiva riqualificazione per la zona
credits: pinterest.it – Scalda del Portaluppi
Gli edifici prenderanno il posto del vecchio stabilimento Rizzoli, costruito negli anni Sessanta per ospitare l’omonima casa editrice in piena espansione. Il palazzo è stato dismesso nel 2008 ed è rimasto abbandonato a causa di una serie di limitazioni burocratiche che ne hanno impedito per anni la demolizione. È infatti considerato un edificio storico industriale e al suo interno custodisce una meravigliosa scalinata costruita all’epoca dal famoso architetto Piero Portaluppi, che è stata rimossa prima di procedere alla demolizione dell’edificio.
Lo stabilimento è così diventato un rifugio abusivo, occupato ripetutamente, nonostante i continui sgomberi ed interventi da parte di polizia e vigili del fuoco. L’occupazione e l’abbandono di questo grosso stabile sono state causa di degrado e insicurezza nella zona, al punto che i cittadini hanno spinto il comune a intervenire per sbloccare la situazione e riqualificare così il quartiere. Nasce quindi nel 2019 un primo progetto, moderno ed innovativo, il Novalis City Place, che però rimane solo su carta ed oggi viene sostituito da quello giapponese.
# Demolito il complesso industriale, al via le fasi di bonifica. L’inaugurazione è prevista nel 2024
Credits Urbanfile - Palazzo A Rizzoli macerie
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Credits Urbanfile - Palazzo A Rizzoli macerie
Credits Urbanfile - Palazzo Rizzoli demolito
A fine settembre 2022, come si può osservare dalle foto, è stata completata la demolizione del Palazzo A della Rizzoli Corriere della Sera.
Credits Urbanfile– Bonifica e demolizioni complesso CresCenzago Rizzoli
In questa fase si sta procedendo alla distruzione con le ruspe delle fondamenta e dei piani interrati per poi avviare le bonifiche definitive propedeutiche alla realizzane del nuovo complesso. Il cronoprogramma prevede la consegna di tutta l’area riqualificata entro la fine del 2024.
L’East Gate Hub rivoluzionerà la mobilità della città aprendo una maestosa porta d’accesso a Milano. Vediamo a che punto siamo, tutte le infrastrutture di viabilità previste e quando è prevista l’inaugurazione.
L’EAST GATE HUB: la RIVOLUZIONE per i TRASPORTI con la PORTA d’ACCESSO del futuro a Milano
# In corso la seconda fase del progetto di fattibilità per il “Milan East Gate Hub”
Credits Urbanfile – Milano East gate
Nel 2020 Regione Lombardia tramite una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile ha finanziato 400.000 euro in aggiunta ai precedenti 110.000 euro, sui 2,5 milioni necessari, per la seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica del nodo di interscambio ‘Hub metropolitano Segrate Porta Est Milano – Prolungamento M4 a est di Linate’.Il rimanente delle risorse è arrivato da fondi europei, il 50% del totale, e dallo Stato.
# In sospeso il mall del lusso
Credits mm – Hub porta Est
Il progetto complessivo, per un investimento previsto di oltre 500 milioni di euro, vede coinvolti Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Rfi, lo stesso Comune di Segrate, Sea S.p.a., Westfield Milan S.p.a. MM, incaricata alla redazione del progetto di fattibilità, lo ha presentato ufficialmente nel 2021 con il nome di “Milan east gate hub”. Al momento rimane in sospeso il progetto del mall del lusso Westfield, nonostante la società stia contribuendo a finanziare il futuro hub della mobilità milanese.
# La nuova stazione di porta per l’Alta Velocità ferroviaria
Concept stazione Porta Est
Dopo la stazione di porta di Rho Fiera a nord-ovest con e di Milano-Rogoredo a sud, Milano ne avrà anche una sull’asse ferroviario ad est di Milano. Il nuovo Hub metropolitano di Segrate Porta Est sostituirà l’attuale fermata ferroviaria di Segrate, diventando un importante nodo di interscambio tra treni suburbani, treni a lunga percorrenza, treni ad Alta Velocità e trasporto pubblico locale.
Credits mm – Alta velocità Porta Est
Nei prossimi anni si concluderanno i lavori sulla tratta AV tra Brescia-Verona che unendosi a quella già operativa tra Milano e Brescia, consentiranno di collegare Milano e Venezia in poco tempo. Lo snodo di Segrate diventerà quindi fondamentale per l’accesso da est in città grazie anche al prolungamento della linea M4 da Linate.
# Per la realizzazione della fermata AV e dell’estensione della M4 fino a Segrate sono stati stanziati 420 milioni di euro
Credits MM - Prolungamento M4 Segrate
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Credits mm - Tracciato M4 Segrate
Credits mm - Prolungamento M4 Segrate
Credits mm - Stazione ido
Credits mm - Stazione Idroscalo
Nella finanziaria di fine 2021 di inizio sono stati stanziati 420 milioni di euro per la realizzazione del progetto “Milan east gate hub”. Di questi, 350 milioni serviranno per il prolungamento di 3,1 km della linea M4 dall’Aeroporto di Linate, con un tracciato che proseguirà in sotterranea all’Idroscalo, e le due fermate Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est nel territorio di Segrate.
Credits mm – Planimetria stazione ferroviaria Segrate Porta Est
I rimanenti 80 milioni saranno utilizzati per la costruzione del sottopasso pedonale di collegamento alla nuova stazione dell’alta velocità ferroviaria di Segrate e alcune opere accessorie. Rispetto alle tempistiche originarie l’inaugurazione di tutto il progetto slitterà oltre il 2026, con molta probabilità si dovrà attendere almeno il 2029.
# Per completare la stazione dell’alta velocità e le altre opere mancano però ancora circa 100 milioni di euro
Credits mm- Integrazione nodo East Hub
Le risorse assegnate ad oggi non sono però sufficienti per completare tutta l’infrastruttura e quelle accessorie. e All’appello mancano infatti ancora circa 100 milioni di euro, fatto salvo un ricalcolo dovuto all’aumento del costo dei materiali. Per costruire la stazione dell’alta velocità sono da stanziare 3-4 milioni per le opere connesse al rifacimento del piano binari e 20 milioni per le opere complementari, i restanti andranno per la bretella stradale SP160-via Mondadori, il parcheggio e terminal bus nelle due stazioni della M4 e le passerelle meccanizzate.
# Le opere collaterali
Tra le opere collaterali ci saranno:
Credits westfieldmilan – Cassanese Bis
il completamento della Cassanese bis, una bretella di collegamento tra la BreBeMi e la tangenziale Est di Milano. Il primo lotto già realizzato e a carico di Serravalle, il secondo tratto a carico di Westfield è prossimo alla conclusione, mentre i cantieri del terzo lotto verranno avviati entro l’estate 2023;
Credits Comune di Segrate – Percorsi ciclopedonali
dei percorsi ciclopedonali per realizzare un sistema di mobilità dolce integrato attorno all’area del nuovo hub e da e verso Milano e Segrate.
La Val Cavargna, collocata a nord-ovest dal lago di Como e situata nel territorio delle Alpi Lepontine, si estende per un intervallo di altitudine principale di oltre 1500m e conserva un patrimonio naturale e storico di indubbio valore. Porta d’accesso della Val Cavargna può essere considerato il comune di Carlazzo, tappa ideale per cominciare il percorso alla scoperta dei territori della vallata: disposti lungo questo itinerario ad anello ci sono Cusino, San Bartolomeo, San Nazzaro e Cavargna, i quattro comuni caratteristici della valle composti da meno di duemila abitanti. Infine si giunge a Val Rezzo, per terminare il tragitto con il piccolo comune di Corrido, direzione Porlezza e Lago di Lugano. Tracciate le coordinate, ecco a voi dieci motivi per cui visitare questa suggestiva oasi naturale a due ore da Milano. Come walk with me!
Val CAVARGNA: 10 motivi per visitare la VALLE al confine con la SVIZZERA
#1 Una vallata incontaminata
Credits: @chiara.bugna Val Cavargna
Il primo motivo è forse il più scontato: la Val Cavargna è un luogo lontano dagli invasivi centri urbani e in cui ci si può rifugiare per vivere momenti di relax, scoprire i suoi tesori, passeggiando per sentieri immersi nella natura, e ammirare i panorami mozzafiato. Il rilievo più alto della valle è il Pizzo di Gino (2245 m.) e consente di avvicinarsi nella zona di passaggio tra Alpi e Prealpi, collegate alla Valle Albano. La vallata è disegnata dal torrente Cuccio: il fiume la percorre in tutta la sua lunghezza e sfocia nel lago di Lugano, è diviso in due rami, quello orientale detto Cuccio di Cavargna e quello occidentale detto Cuccio di San Bartolomeo.
#2 Il Ponte del Saltone e la Riserva Naturale Lago di Piano
Credits: @giovanna_scatti_e_pensieri Lago di Piano
Percorrendo la strada che porta direttamente a Corrido si oltrepassa il Ponte del Saltone, alto 136 metri sopra una stretta gola naturale tra le più profonde d’Europa. Di notevole interesse naturalistico è la Riserva Naturale Lago di Piano, intorno all’omonimo bacino, con paesaggi di incantevole bellezza. Dal punto di vista artistico e culturale segnaliamo la chiesa parrocchiale Santi Giacomo e Fedele, la chiesa di Santo Stefano e la chiesa di San Giorgio (nella frazione di Gottro). Da Carlazzo si può anche intraprendere la Via del Ferro, un itinerario tematico che ripercorre tracciati storici di cui scriverò a breve.
#3 San Lucio
Credits: @fabry9139 Oratorio San Lucio
Un luogo incantevole che merita di essere visitato è l’oratorio di San Lucio e il rifugio omonimo, posizionati sopra Cavargna. Il culto del santo popolare acclamato per la sua bontà e carità, è diffuso dagli abitanti della valle che emigravano per lavoro. Tra le chiese, in particolare da visitare a Cusino sono la chiesetta di S. Ambrogio e gli affreschi della Chiesa parrocchiale come quello di S. Cristoforo e Santi presente sul campanile a dare il benvenuto ai pellegrini che si recavano a S. Lucio.
#4 Il Pizzo di Gino
Credits: @matteo_taiana Pizzo di Gino
Caratterizzato dalle distese coreografiche di Astro Alpino, il Pizzo di Gino è il punto più ricco di fiori della zona. Nei mesi di maggio, giugno e luglio, periodo migliore per osservare la sua flora, l’escursionista viene accolto dalla miriade di fioriture di immensa bellezza. Invece i boschi estesi ed intricati della valle, in cui tra le specie arboree merita un posto particolare l’abete bianco, sono popolati da specie significative quali cervo, capriolo, camoscio alpino e cinghiale. La presenza delle piante legnose permette la crescita e la riproduzione di numerose specie di funghi, tra cui quello più caratteristico: il “Barbuscion” (Grifola frondosa).
#5 Il “Sentiero delle Quattro Valli”
Credits: @massimo.villa58 Parco Val Sanagra
Il “Sentiero delle Quattro Valli”, nel territorio di Cusino, è un bellissimo percorso di 45 Km. Gli appassionati di trekking si possono cimentare in tre tratti che richiedono un totale di percorrenza di circa 20 ore. La prima tappa si snoda tra il Parco della Val Sanagra e l’agglomerato montano di Oggia, il cui Collegamento strategico è l’area naturalistica di Malè. La strada prosegue in salita sino al Roccolo e a un laghetto dove si snodano due vie principali: una che conduce all’Alpe del Rozzo e poi all’Alpe Aigua, mentre l’altra prosegue verso caseggiati visibili in lontananza.
#6 La Linea Cadorna
Credits: @larecluta Linea Cadorna
Il territorio lariano offre la possibilità di andare alla scoperta delle trincee e postazioni fortificate, un pezzo di storia lasciato in eredità dalla guerra. Infatti una parte del tracciato difensivo noto come Linea Cadorna, interessa i territori della Val Cavargna. La Linea di “Occupazione, Avanzata, Frontiera, Nord (Linea O.A.F.N) si trova nel comune di San Nazzaro, alle pendici del Pizzo di Gino, una struttura fortificata interessante dal punto di vista architettonico e un autentico esempio di patrimonio di muratura.
#7 Il Monte Garzirola e il Bosco Sacro
Credits: @nicolepalano Monte Garzirola mt 2116
Il paese di Cavargna è il punto di riferimento della valle, da dove si possono raggiungere le località più caratteristiche per poter ammirare il paesaggio montano attorno. Partendo dall’oasi di Segur, dove sono racchiusi i monti di Cavargna, uno scenario paesaggistico ricco di pascoli ed alpeggi. Il fulcro dell’intera vallata, invece, è il passo di San Lucio che ha da offrire molto sotto il profilo storico, naturalistico e paesaggistico. Da Cavargna si può attraversare il Bosco Sacro, un magnifico faggeto che costituisce un’efficace barriera prevalanghe. Infine, per i camminatori più esperti e allenati, c’è la salita sino alla vetta del Monte Garzirola ed il suo rifugio dal quale poter ammirare il panorama sul lago di Lugano.
#8 LaMatüscia e i Canestrelli di Cusino
Credits: @elly14.9 Matüscia
Tra le specialità che deliziano i piaceri del palato da degustare dopo un’escursione lungo i sentieri della valle ci sono la Matüscia e i Canestrelli di Cusino. La Matüscia, piatto della tradizione contadina, è un tortino salato il cui impasto è formato da pane raffermo, ammollato nel latte ed al quale venivano successivamente aggiunti avanzi di minestrone di riso e verdure già cotte. I Canestrelli, invece, sono sfoglie sottilissime, di color crema brunito e dal sapore delicato.
#9 Un panorama immenso
Credits: @mascellanigiovanni Val Cavargna
L’anello della Val Cavargna, percorrendo prima la SP10 e poi la SP11, porta al piccolo borgo di Val Rezzo e, infine, al comune di Corrido, costituito dalle frazioni di Bicagno, Cancellino, Molzano e Vesetto. Situato sui ripiani morenici che ricoprono le ultime pendici del Monte Colmen, il territorio domina l’ampio conoide depositato dal torrente Cuccio che, sboccando dalla Val Cavargna, si getta nel Ceresio più a sud, nei pressi di Porlezza. Da non perdere l’imponente parrocchiale dei SS. Materno e Martino: dal piazzale antistante la chiesa si può ammirare un vasto panorama verso i laghi di Lugano e del Piano, cui fa da sfondo la lontana Grigna.
#10 Il lago di Lugano
Credits: @luganomeerzicht Porlezza
La valle affaccia sul lago di Lugano, diviso a metà fra Italia e Svizzera ed ammirabile attraverso i monti e i sentieri di cui sopra. Da San Bartolomeo di Cavargna al primo comune comasco di Porlezza situato sul Lago di Lugano in direzione sud ci vogliono solo 13 km. E dato che di citazioni a metà fra laghi e cinema (come di un buon caffè) non possiamo mai essere sazi, concedetemi la conclusione scontata. Val Cavargna: what else?
Dalla terrazza di 412 metri quadri si gode di una vista a 360 gradi senza confini fino all’orizzonte. Per oltre mezzo secolo, l’attico del 29° piano è stato la dimora di un’unica famiglia. È inoltre il primo edificio ad aver superato l’altezza della Madonnina (108,5 metri) fino ad allora il punto più alto della città. Video di NatiPerVivereaMilano
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Un museo che sta girando tutto il mondo e che dopo la sosta a Parigi sbarca nella città meneghina. A Milano inaugura il Baloon Museum, un museo temporaneo che sì ha come protagonisti i palloncini. Un’esperienza immersiva che fa tornare bambini, ecco tutti i dettagli.
POP AIR a Milano: arriva il BALOON MUSEUM
# Installazioni gonfiabili con 1 milione di palline e 400 mila palloncini
Credits: @baloonmuseum Baloon Museum Parigi
Questa volta i protagonisti del museo temporaneo sono dei palloncini: tante installazioni gonfiabili che occupano 6 mila metri quadri di spazio. Si tratta della mostra Balloon Museum – Pop Air, che inaugura venerdì23 dicembre al Superstudio di via Tortona, 27 a Milano e rimane aperta al pubblico fino al 12 febbraio.
All’interno dello spazio in Tortona sono state allestite installazioni composte da più di un milione di palline e 400mila palloncini, oltre a proiezioni, suoni e luci che fanno da padroni. L’obiettivo della mostra è quello di far giocare i suoi spettatori che, come tutti gli altri musei simili che stiamo scoprendo, non stanno solo a guardare, ma entrano nelle installazioni.
# Gli orari e il costo del biglietto
Credits: @baloon_museum Baloon Museum
Il Baloon Museum – Pop Air è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20, il sabato dalle 9:00 alle 23:00 e domenica dalle 9:00 alle 21:00. Inaugurando in un periodo di feste, la mostra ha degli orari un po’ vari, con alcune aperture straordinarie: il 24 dicembre e il 31 dicembre è aperto dalle 9:00 alle 19:00, a Natale dalle 15:00 alle 22:00 e il primo gennaio dalle 9 alle 23:00. L’ultimo ingresso deve sempre essere un’ora prima. Il costo del biglietto varia dai 14 euro (ridotto) ai 20 (intero).
Alla mostra espongono 18 artisti. Tra le installazioni che si attendono di più c’è Silenus, il gigante addormentato che sembra respirare, gonfiandosi e sgonfiandosi, di Max Streicher e l’intervento site-specific Giallo 368, del collettivo Penique Productions, una stanza avvolta da un involucro leggero e colorato animato dall’aria generata da ventilatori.
In questo hotel sembra di entrare in universo parallelo fatto di arte, di personaggi dei fumetti e delle saghe di fantascienza e molto altro. Scopriamo come è fatto e dove si trova.
L’ART HOTEL di MILANO popolato dai PERSONAGGI dei FUMETTI
# In viaggio dentro un universo parallelo
Credits lombardiasecrets IG – Collini Rooms
A Milano c’è un hotel dove sembra di ritrovarsi un universo parallelo, dove spazio e tempo conoscono dimensioni inedite e dove la creatività è trasposta in mille concetti e forme artistiche: il Collini Rooms. Nei suoi ambienti spiccano le opere d’arte dell’artista Federico Unia, meglio conosciuto come Omer.
Credits collini rooms – Spiderman
In questo “Art hotel” i clienti possono incontrare i personaggi dei fumetti, di lungometraggi, saghe e cartoni animati del mondo della fantasia, da quelli Marvel a quelli della Disney. Tra questi ci sono Batman, Superman, Spiderman, Hulk, Yoda di Star Wars, il Capitano Jack Sparrow del film “i Pirati dei Caraibi” e Paperino, solo per citarne alcuni.
# C’è spazio anche per i dinosauri e una giungla
Credits collini rooms – Dinosauri
Non mancano nemmeno i dinosauri. Nelle sale dell’hotel o sul tetto, per dominare dall’alto e osservare i passanti, ci si può imbattere in Velociraptor, Triceratopi e Tirannosauro Rex.
Per chi vuole atmosfere più naturali c’è persino una giungla con pareti e opere che richiamano quella tipica ambientazione, dai fenicotteri alle zebre fino ai coccodrilli.
Un predestinato al successo. Per via del suo nome evocativo, del suo design elegante oltre che per la sua impronta verso un futuro più sostenibile. Il Nido Verticale. Vediamo gli ultimi aggiornamenti sui cantieri e quando verrà inaugurato.
Il NIDO VERTICALE, la nuova ICONA dello Skyline di Milano
# Design innovativo in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante
Credits pepperetti IG – Torre Unipol
Il suo nome richiama il progetto architettonico di Stefano Boeri. Il suo design all’avanguardia gli permetterà di entrare di diritto nella classifica dei grattacieli europei più suggestivi. La sua sostenibilità prometterà a Milano di conquistare riconoscimenti a livello internazionale. Tutto questo sarà la Unipol Tower, o meglio il Nido Verticale, la nuova torre progettata dallo studio Mario Cucinella Architects.
# In fase di montaggio la gonna “a sbuffo” e in esecuzione i lavori all’interno
Credits Andrea Cherchi – Dettaglio Torre Unipol
I lavori sono iniziati nel 2017 e il grattacielo è stato completato nella forma e nella struttura, così come nel rivestimento esterno, nei mesi scorsi. Gli ultimi aggiornamenti vedono completata la passerella che corona il grande oblò sulla cima della torre.
L’inaugurazione è prevista a marzo 2023 ed entro l’estate dovrebbe essere occupato dalla società di assicurazioni UnipolSai.
# Il Nido Verticale, alto 125 metri per 23 piani fuori terra, sarà la nuova sede milanese del Gruppo UnipolSai
Credits: www.mcarchitects.it
Il progetto per il nuovo headquarter del Gruppo Unipol si colloca nel nucleo pulsante di Porta Nuova e, come la Unicredit Tower, sdoganerà il concetto di avere una torre come sede, ponendosi in modo incisivo nello skyline milanese.
Questo nuovo grattacielo comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma sarà la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città.
# Un ellittico grattacielo scenografico di vetro e legno
Credits: www.mcarchitects.it
Il grattacielo ha una particolare struttura ellittica che gli consente di inserirsi armoniosamente nell’ambiente circostante. E la geometria a rete della sua facciata non è altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. La facciata è stata infatti realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formano uno scenografico nido verticale. I materiali utilizzati per la costruzione sono il vetro, legno e cemento.
# L’esterno del grattacielo ha una “doppia pelle”, isolante d’inverno e in grado di limitare il surriscaldamento d’estate
Credits simplemax71 IG – Torre Unipol
La Unipol Tower è un edificio eco-sostenibile ed innovativo che sfrutta ogni opportunità di efficienza energetica. L’involucro esterno dell’edificio è formato da una “doppia pelle” in grado di isolare l’ambiente dal freddo invernale e, allo stesso tempo, di limitare il surriscaldamento estivo.
Oltre a questo con l’installazione di pannelli solari e l’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana il consumo di risorse è ridotto al minimo. Tutte queste caratteristiche consentiranno al nuovo edificio, una volta terminato, di ottenere una certificazione LEED Platinum.
# Non solo uffici: anche uno sky restaurant
Credits: www.mcarchitects.it
La torre avrà anche una forte vocazione urbana. Infatti, oltre agli uffici, i quali potranno accogliere circa 2.000 persone, ospiterà una sala congressi di oltre 220 posti e diversi giardini pensili interni.
Ma non solo: verrà realizzato anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica dove verranno organizzati anche eventi pubblici e culturali.
Insomma, sembrerebbe che il Nido Verticale abbia tutti gli elementi per diventare un landmark elegante e turisticamente attrattivo.
Il Prof. Ugo Bardi sgancia la bomba sul suo blog in lingua inglese: www.senecteffect.com. L’effetto Seneca, da lui concepito, sta a significare che qualsiasi sistema complesso, di qualsiasi natura esso sia, può rapidamente crollare nonostante si presenti solido o addirittura in crescita e resistente a sollecitazioni esterne. Questo effetto sta per colpire l’Europa. Pubblichiamo un ampio estratto della sua analisi, tradotto dall’inglese.
La FINE dell’EUROPA: questo sarà il nostro futuro?
# La prima organizzazione continentale: l’impero romano
Consoli romani
“L’Europa ha una lunga storia che risale a quando le calotte glaciali si ritirarono alla fine dell’ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa. A quel tempo, i nostri remoti antenati si trasferirono in una terra incontaminata, la coltivarono, costruirono villaggi, strade e città. Viaggiarono, migrarono, si combatterono, crearono culture, costruirono templi, fortezze e palazzi. Sulla costa meridionale dell’Europa è emersa una vivace rete di scambi commerciali, resa possibile dai trasporti marittimi sul Mar Mediterraneo. Da questa rete, verso la fine del primo millennio a.C., nacque l’Impero Romano. Comprendeva la maggior parte dell’Europa occidentale.”
# Crollo dell’impero, Europa in rovina
“Come tutti gli imperi, l’Impero Romano attraversò il suo ciclo di gloria e declino. Nel V secolo d.C., quando l’Europa entrò nel Medioevo, l’Impero era scomparso se non come ricordo della passata grandezza. Nei secoli successivi, la popolazione dell’Europa occidentale è scesa al minimo storico, forse meno di 20 milioni di persone. L’Europa divenne una terra di fitte foreste, rovine portentose, piccoli villaggi e piccoli signori della guerra che si combattevano l’un l’altro. Nessuno avrebbe potuto immaginare che, secoli dopo, gli europei sarebbero diventati i dominatori del mondo.”
# Il lato luminoso del periodo buio
Credits: www.ilparmense.net
“A volte, i crolli portano con sé il seme della ripresa. È quello che ho chiamato il “rimbalzo di Seneca”. Per qualche ragione, noi moderni disprezziamo il Medioevo, chiamando l’era “l’età oscura”. Ma non c’era niente di oscuro durante il Medioevo europeo. L’Europa era povera in termini materiali, ma gli europei sono riusciti a creare una cultura di raffinata letteratura, splendide cattedrali, musica sofisticata, tecnologie avanzate e molto altro. Una delle ragioni per la prosperità della cultura europea è stata la presenza di strumenti che mancavano in altre regioni del mondo. Una era la lingua latina, usata per mantenere viva l’antica cultura classica e le sue conquiste. Ha anche aiutato il commercio e creato forti legami culturali in tutto il continente. Gli europei hanno anche ereditato la maggior parte della legge e della cultura romana e delle tecnologie romane in campi come la metallurgia e la fabbricazione di armi.”
# Dalla conquista del Medio Oriente alla crisi demografica
“Con l’Europa che si stava riprendendo dal crollo del V secolo, nuove miniere di metalli preziosi nell’Europa orientale iniziarono a pompare ricchezza nel continente. Il risultato è stato esplosivo. Già nell’800 Carlo Magno, re dei Franchi, poté riunire un esercito abbastanza potente da creare un nuovo Impero europeo, il “Sacro Romano Impero”. Con la fine del millennio, la popolazione europea stava crescendo rapidamente e aveva bisogno di spazio per espandersi. L’Europa era una molla a spirale, pronta a scattare. Nel 1095, un’ondata di eserciti emerse dall’Europa, schiantandosi nel Vicino Oriente. Era il tempo delle Crociate.”
“Inizialmente, l’invasione del Medio Oriente fu un successo spettacolare.” (…) Ma “dopo due secoli di lotte, gli eserciti europei furono costretti ad abbandonare la Terra Santa, sconfitti e allo sbando. A questo punto l’Europa si ritrovò di fronte al problema che aveva cercato di risolvere con le Crociate: la sovrappopolazione. Il problema si risolse per mezzo di un rapido collasso demografico, prima con la grande carestia (1315-1317), poi con la peste nera. L’Europa del XIII secolo era talmente indebolita che rischiava seriamente di essere sopraffatta dalle armate mongole provenienti dall’Asia. Fortunatamente per gli europei, i mongoli non potevano sostenere un attacco su vasta scala così lontano dal centro del loro impero.
# Il grande rimbalzo
“Nonostante le devastazioni della peste nera, l’Europa ne è emersa con la sua cultura, struttura sociale e conoscenza tecnologica ancora intatte. L’Europa non si è solo ripresa, ma è rimbalzata in modo spettacolare. Le tecnologie di costruzione navale sono state migliorate, consentendo agli europei di navigare attraverso gli oceani. Durante le loro liti intestine, gli europei avevano anche trasformato le armi da fuoco in armi terribilmente efficaci. Durante il XVI e il XVII secolo respinsero i tentativi dell’Impero Ottomano di espandersi in Europa. Gli ottomani subirono un duro colpo in mare a Lepanto, nel 1571. Poi, furono decisamente sconfitti sulla terraferma durante l’assedio di Vienna, nel 1683. Con i loro confini orientali ora al sicuro, gli europei ebbero mano libera per espandersi all’estero.”
# Dalle conquiste coloniale le risorse per una poderosa fase di crescita
“Il XVI secolo vide la nascita di un modello che sarebbe durato per diversi secoli. Gli eserciti europei avrebbero invaso i regni stranieri, schiacciato ogni resistenza militare e sostituito i leader indigeni con quelli europei. A volte usavano gli abitanti locali come schiavi, a volte li spazzavano via e li sostituivano con coloni europei. Le nuove terre erano un’incredibile fonte di ricchezza. L’Europa ha importato metalli preziosi, legname, spezie e persino cibo sotto forma di zucchero prodotto dalla canna da zucchero. L’afflusso di oro e argento dall’estero ha stimolato l’economia europea e il legname ha permesso agli europei di costruire più navi. E le importazioni di cibo permisero alla popolazione europea di crescere e di schierare nuovi eserciti che potessero conquistare nuove terre che producessero ancora più cibo.”
# La crisi del Seicento: guerre, peste, carestie
Ricchezza nei diversi paesi europei. Da Foquet and Bradberry
“Tuttavia, l’espansione dell’Europa iniziò a rallentare nel XVII secolo. La guerra dei 30 anni, dal 1618 al 1648, fu un terribile disastro che potrebbe aver sterminato il 10% della popolazione europea. Poi, come al solito con le guerre, seguì un’altra esplosione di peste. L’Europa sembrava aver raggiunto un nuovo limite alla sua espansione. Lo zucchero non era sufficiente, da solo, a sostenere la necessità di materiali per mantenere ed espandere ulteriormente l’impero europeo. Il legno era necessario per produrre navi e, allo stesso tempo, per essere trasformato nel carbone necessario per fondere i metalli. Ma gli alberi erano esauriti in Europa e l’importazione di legname dall’estero era costosa. La maggior parte dei paesi dell’Europa meridionale ha visto le proprie foreste diminuire e la crescita arrestarsi.”
# Il segreto di un nuovo successo: il carbone
“Nonostante le difficoltà, le economie del Nord Europa, (soprattutto l’Inghilterra) ripresero rapidamente a crescere dopo la crisi del XVII secolo. Il trucco era un nuovo sviluppo tecnologico: il carbone. Il carbone era già stato utilizzato come combustibile in epoca romana, ma nessuno nella storia lo aveva utilizzato su così vasta scala. Con il carbone, gli europei non avevano più bisogno di distruggere le loro foreste per produrre ferro. Quello fu l’inizio di un nuovo rimbalzo di successo. All’inizio del XX secolo, l’Europa dominava il mondo intero, direttamente o indirettamente.”
# La fase di consolidamento: unificare l’Europa sotto un unico potere centrale
Napoleone si ritira
“Come tipico degli imperi, con le conquiste completate, arrivò un momento di consolidamento. Non più avventure rischiose di singoli stati, ma un governo centrale per gestire l’impero e tenerlo unito. Per gli antichi romani, era stato compito di Giulio Cesare creare uno stato forte e centralizzato. Per l’Europa moderna, è stata una storia molto più difficile: come domare un gruppo di stati litigiosi che sembravano passare la maggior parte del loro tempo a combattersi? L’imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V (1500-1558), fu tra i primi a tentare, senza successo. Il suo successore, Filippo II di Spagna (1527-1598), cercò di sottomettere la Gran Bretagna con la sua “armata invincibile” nel 1588, ma fallì anch’egli. Il declino della Spagna ha lasciato spazio alle altre potenze europee per riprovarci. Napoleone Bonaparte (1769-1821) ci riuscì quasi, ma i suoi sogni imperiali affondarono a Trafalgar e poi morirono congelati nelle pianure russe. Poi è stata la volta della Germania. Il tentativo iniziò nel 1914, e di nuovo nel 1939. In entrambi i casi fu un tragico fallimento. Anche la debole Italia aveva sogni imperiali. Negli anni ’40, Benito Mussolini tentò di ricreare una nuova versione dell’antico Impero Romano nel Mar Mediterraneo. Totale fallimento, di nuovo.” (…) “Con la fine della seconda guerra mondiale, l’Europa è uscita dalla lotta distrutta, impoverita e umiliata.”
# Il Brexit per l’Europa è stato come perdere una guerra
“L’ultimo (e forse definitivo) tentativo di unificare l’Europa è stata l’Unione Europea. I creatori dell’Unione hanno capito che era impossibile unificare l’Europa con mezzi militari, quindi hanno cercato di farlo sotto forma di una zona franca economica e di un parlamento eletto. È stato un tentativo coraggioso, ma non ha funzionato. Non avrebbe potuto funzionare. L’Unione ha affrontato enormi forze ostili, sia interne che esterne. Gran Bretagna e Francia avrebbero dovuto bilanciare il potere tedesco, ma quando la Gran Bretagna ha mollato, nel 2020, l’Unione ha subito una sconfitta economica equivalente a quella militare subita dalla Germania nella battaglia d’Inghilterra, nel 1940. In entrambi i casi, avevano tentato assorbire la Gran Bretagna nell’Europa continentale, e avevano fallito.”
# Il suicidio dell’Europa: l’autodistruzione economica e culturale
Credits: ursulavonderleyen IG
“La defezione della Gran Bretagna ha lasciato l’Unione Europea con la Germania che la dominava. Proprio come durante la seconda guerra mondiale, il governo tedesco non ha mai capito che imprimere il proprio peso non era il modo per farsi apprezzare dagli stati vicini. Il risultato è stato la crescita di forze anti-europee in tutto il continente, il movimento chiamato “sovranismo” che mira a ripristinare il potere degli stati-nazione e a sbarazzarsi dei burocrati dell’UE. Finora, questo movimento ha svolto solo un ruolo marginale in politica, ma è riuscito a far odiare profondamente l’UE da tutti coloro che non ricevono lo stipendio da Bruxelles. Proprio come è successo nel 1941, l’Europa è ora impegnata in una battaglia disperata su due fronti diversi, ma la lotta è ora principalmente economica e culturale, non militare: è una guerra di “dominio a tutto spettro”. La lotta è ancora in corso, ma sembra già chiaro che l’Europa sia stata sconfitta. Proprio come la Germania si era autodistrutta con un attacco militare alla Russia nel 1941, l’Unione Europea si sta autodistruggendo con le sue sanzioni economiche contro la Russia. In effetti, l’Europa sta commettendo un lento e doloroso suicidio. Ma è così che funziona il dominio a spettro completo: distrugge i nemici dall’interno.”
# Il futuro che ci aspetta: ritorno al Medio Evo?
“E adesso? Era inevitabile che l’Europa cessasse di essere un impero. Le risorse umane e materiali che avevano reso possibile il dominio europeo non ci sono più. Ma non era inevitabile che l’Europa si autodistruggesse. L’Europa avrebbe potuto sopravvivere e mantenere la sua indipendenza rimanendo in buoni rapporti con le altre potenze eurasiatiche, Cina, Russia e India, ma scegliere di interrompere le relazioni commerciali, culturali e umane con il resto dell’Eurasia non è stato solo un suicidio economico. È stato un suicidio culturale e morale. Quindi, cosa succederà alla povera Europa? La storia, come al solito, fa rima: non dimenticate che nel 1945 il piano ufficiale degli Stati Uniti era quello di distruggere l’economia tedesca e sterminare la maggior parte della popolazione tedesca. Per fortuna il piano è stato accantonato, ma quell’idea potrebbe tornare di moda? Non possiamo escludere questa possibilità. In ogni caso, un’Europa impoverita potrebbe tornare a qualcosa di non dissimile da ciò che era durante l’Alto Medioevo: spopolata, povera, primitiva, una mera appendice del grande continente eurasiatico. Eppure, l’Europa si è ripresa più di una volta da terribili disastri. Potrebbe succedere di nuovo. Non presto, però.”
In città ci sono circa una ventina di piccoli teatri, tra quelli presenti da decenni, e sopravvissuti a pandemia e crisi economica, e quelli sorti negli ultimi anni. Scopriamone alcuni tra i più interessanti.
I PICCOLI TEATRI di Milano
#1 Lab Arca, un piccolo sottomarino urbano
Credits LabArca Teatro Musica IG – LabArca
Associazione Arcaduemila, fondata nel 2007 da un gruppo di operatori teatrali, ha sede operativa presso il teatro LabArca. Uno spazio crocevia di varie esperienze artistiche, rivolto a bambini, ragazzi e adulti amanti del Teatro contenitore di tante discipline
artistiche in dialogo: recitazione, musica, danza, arti visive. Viene definito come un piccolo sottomarino urbano in quanto realizzato in una specie di ipogeo.
Indirizzo: via Marco d’Oggiono 1
#2 Factory32, un teatro dal sapore internazionale
Credits helen_andtheatre IG – Factory32
Factory32 nasce nel 2018 dall’idea di Valentina Pescetto, fondatrice e direttrice artistica, dalla trasformazione di un vecchio magazzino di tappeti in un nuovo teatro dal sapore internazionale. Una scuola di teatro per bambini, ragazzi e adulti, guidata da professionisti di grande livello come: Pietro De Pascalis, Alberto Oliva, Monica Faggiani, Rosario Lisma, Mino Manni e Michael Rodgers.
Indirizzo: via Giacomo Watt, 32
#3 Il Teatro della Contraddizione, famoso per i suoi “spettacoli-mondo”
Credits scimmienude_teatro IG – Teatro della Contraddizione
La fondazione del Teatro della Contraddizione risale al 1992. Una compagnia, una
scuola e un teatro alla ricerca di una nuova grammatica contemporanea che già alla
fine degli anni ‘90 produce spettacoli-mondo che annullano la separazione tra spazio scenico e platea, inglobando il pubblico nella scena. Non si tratta più di assistere a uno spettacolo ma di partecipare a un’esperienza.
Indirizzo: via Privata della Braida, 6
#4 AltaLuce Teatro, con corsi di teatro dai 4 ai 99 anni
Credits nardirolina IG – Alta Luce Teatro
AltaLuce Teatro nasce nel 2012 come spazio teatrale, scuola di teatro e compagnia. Propone corsi di teatro dai 4 ai 99 anni, tra cui gioco teatro per i più piccoli, corsi esordienti e avanzati per adulti, teatro ragazzi, e public speaking e ospita in stagione artisti noti su scala nazionale.
Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande, 190
#5 FE – Fabbrica dell’Esperienza, un centro di ricerca, formazione e creazione artistica
FE – Fabbrica dell’Esperienza prende vita nel 2012 dall’incontro di diverse realtà artistiche che collaborano a una visione comune e grazie a un gruppo di professionisti quali Alessandro Zatta fondatore di Salti teatrali Piattaforma dell’Arte Visive e Visonarie, Irina Casali, figlia di Renzo Casali e Liliana Duca (fondatori della Comuna Baires), e Dora Dorizzi, già attrice della Comuna Baires. Lo spazio è un centro di ricerca, formazione e creazione artistica.
Indirizzo: via Francesco Brioschi, 60
#6 Spazio Tertulliano, un ponte generazionale fra il teatro di tradizione e quello sperimentale
Credits ruggeromuccioni IG – Teatro Spazio Tertulliano
Spazio Tertulliano trova spazio nell’edificio in via Tertulliano, in precedenza sede di Pim Spazio Scenico. La sua forza è stata quella di creare un ponte generazionale fra il teatro di tradizione e quello sperimentale ospitando le giovani compagnie milanesi. Tra gli spettacoli prodotti e ospitati ci sono quelli che rivisitano la grande drammaturgia del Novecento e dall’altro cercano di raccontare il presente con il senso di universalità che è proprio dei classici.
Indirizzo: via Tertulliano, 68
#7 PimOff, uno spazio per progetti innovativi, multidisciplinari e con tematiche attuali
Credits pimoffmilano IG – PimOff
Pim Spazio Scenico, oggi PimOff, è stato inaugurato nel 2005 dalla fondatrice e direttrice artistica dell’Associazione Pim Spazio Scenico, in una piccola sala da ballo tra i capannoni industriali delle batterie Varta di via Tertulliano 68. La sua attenzione è da sempre rivolta a progetti innovativi, multidisciplinari e con tematiche attuali. Nel 2010 si è trasferito in nuova sede in via Selvanesco, tra la periferia agricola del Parco Sud di Milano e quella urbana di Gratosoglio.
Indirizzo: via Selvanesco, 75
#8 Teatro Arsenale, l’arte teatrale nelle sue varie declinazioni
Credits martybassi IG – Teatro Arsenale
Il Teatro Arsenale è uno dei piccoli teatri storici di Milano. Fondato nel 1978, si definisce un mondo, o un sogno, tutto dedicato all’arte teatrale nelle sue varie declinazioni. La sua proposta comprende: insegnamento, spettacoli, esplorazione di nuove forme, teatro e architettura, teatro e musica, performance, produzioni autonome e commissioni, libri e altre forme che si alternano in un continuo flusso di scoperta e approfondimento dell’arte del teatro e delle sue derive.
Indirizzo: via Cesare Correnti, 11
#9 Il Trebbo, il teatro dei “comizi poetici”
Credits angela_fm6 IG – Teatro il Trebbo
Il Trebbo nasce sulla Riviera Romagnola, verso la metà degli anni Cinquanta, grazie a un gruppo di amici che comincia ad allestire dei “comizi poetici” nei quali va in scena la poesia: quella di Dante, soprattutto, ma anche degli autori del Novecento. Nel 1957 è un’associazione con presidente Giuseppe Ungaretti e Toni Comello quale attore e regista di riferimento e colui che decide di portare gli spettacoli a Milano.
Attivo dai primi anni ’60 il teatro milanese porta ora in scena un repertorio che verte non solo sulla poesia, ma anche sulla storia del Risorgimento, sulla Resistenza, sui temi e sugli eventi che animano il dibattito civile di quel periodo di grandi speranze.
Indirizzo: via Edmondo de Amicis, 17
A.MuziFalconi-FACTORY32
Fonte: Foyer, da un’iniziativa di Carroccio6, un libro a cura di Roberto Borghi con la collaborazione di artiste e artisti e anche un ciclo di mostre che vuole porre l’attenzione sui “piccolissimi teatri” che stanno conoscendo un momento di grave difficoltà.
La prima parte di questo progetto espositivo inaugura giovedì 15 dicembre 2022 dalle 18.30 alle 22.30 e potrà essere visitato fino al 4 febbraio 2023 dal mercoledì al venerdì dalle 15.30 alle 18.30 negli spazi di Carroccio6 in via Carroccio 6.
Ultimo weekend prima del Natale. Tra la caccia al regalo last minute, grande musica ed eventi eccezionali, Milano promette due giorni e tre notti scoppiettanti.
Gli appuntamenti da non perdere a Milano nell’ULTIMO WEEKEND prima delle Feste (#ToDoMilano 16-18 dicembre)
#Venerdì 16/12: apre la mostra di Zerocalcare, la musica dei Simply Red, la comicità di Luca Ravenna, si balla e si beve allo champagne party
Simply Red – Credits: Live Nation
Zerocalcare: apre alla Fabbrica del Vapore (via Procaccini) l’attesissima mostra di Michele Rech. Bozzetti, video e tavole originali con oltre 500 creazioni, in mostra fino ad aprile 2023.
Champagne Cocktail Party: selezione di bollicine e pietanze abbinate, per un cocktail party e DJ set presso Illy di via Montenapoleone 19. L’evento è un brindisi gratuito, dalle 19.00 alle 22.30.
Una notte in archivio: visite guidate al Palazzo del Senato, alla scoperta dei pezzi più significativi custoditi al suo interno. Tre turni, di 45 minuti ciascuno, alle 19.30, 20.00 e 21.00. Ingresso da via Senato 10.
Delitto a Parigi: cena con delitto al Dito Divino di via Gaetano Negri 8. Puntuali alle 20.30 per cenare con i protagonisti del giallo.
Christmas Concert: programma tradizionale e classiche melodie di Natale sono gli ingredienti del concerto che l’Orchestra di Fiati di Milano tiene all’Auditorium Baldoni. Appuntamento in via Quarenghi 21, alle ore 21.00.
Shardana: la clarinettista e compositrice jazz sarda Zoe Pia è al Teatro Rosetum di via Pisanello1. Sardegna misteriosa nelle sue composizioni, con inizio alle ore 21.00.
Simply Red: Mick Hucknall & co. sono al Mediolanum Forum con il loro Blue Eyed Soul Tour. I fan li attendono da oltre un anno, lo spettacolo inizia alle 21.00.
In alto mare: tre naufraghi su una zattera in mezzo al mare, senza più cibo, devono decidere di mangiare uno di loro. Alla Corte dei Miracoli di via Mortara 4, alle 21.30.
Comedy Game: è il titolo del nuovo spettacolo di Luca Ravenna. Il comico milanese accoglie il pubblico al Franco Parenti di via Pierlombardo 14. Sipario alzato alle 22.00.
#Sabato 17/12: Babbo Running, asinelli in cascina, i colori del Natale al Castello, musica con Sinfonica & cioccolato, Coez, Il Volo e Bob Sinclair
Bob Sinclair – Credits: Unione Monregalese
Babbo Running: ritorna la divertente 5 km non competitiva, che si corre tra la natura del Parco Sempione. Partenza alle ore 9.00 con un dress code: vestiti da Babbo Natale. Ritrovo nei pressi dell’Arena Gianni Brera.
Red Bazar: edizione dedicata al vintage e all’artigianato per il Sabato di Lambrate, che torna in via Conte Rosso dalle 10.00 alle 18.00.
Colazione sotto l’albero: un sabato mattina diverso attende le famiglie con bambini all’associazione Mitades di via Giorgi 15. Dalle 10.30 si può fare colazione e, a seguire, letture e attività di gioco a tema natalizio.
Gli asinelli per Babbo Natale: evento speciale di Cascina Cuccagna, che oltre agli addobbi sfodera 3 asinelli in visita a Babbo Natale. Si può fare un percorso per bambini nella corte della cascina con doppio orario, alle 10.30 e alle 13.30.
I colori del Natale: visita guidata alla Pinacoteca del Castello e laboratorio conclusivo. Mattinata dedicata a bambini e famiglie, per scoprire i capolavori dedicati alla Natività e decorare il proprio presepe. Inizio visita alle ore 10.30.
Loppis 2022: all’Atelier Forte in via Corelli 34, dalle 15 alle 21, atmosfere svedesi con musica, dolci e corti teatrali. Iscrizione: www.atelierforte.com
Il circo delle pulci del prof. Bustric: magia e recitazione si fondono nella favola che Sergio Bustric propone al Teatro Franco Parenti. Spettacolo per bambini dai 5 anni, inizio alle ore 16.00.
Concerto da gustare: avventura musicale all’Auditorium di largo Mahler, con la Sinfonica di Milano per l’ascolto e Ernst Knam per la degustazione di praline. Novità assoluta che parte proprio sabato 17.
Inno alla gioia: l’Orchestra amatoriale ContrArco, insieme a Corale Lirica Ambrosiana e Intende Voci Chorus, esegue un programma di Beethoven. Alla Sala Verdi del Conservatorio alle 20.30, per celebrare i 10 anni di AIMA-aps.
Vero a metà: comicità e interazione nel nuovo spettacolo che Aurora Leone porta al Teatro S. Babila di corso Venezia 2. Sipario alle 20.30 per le parole di una comica, che «non possono essere prese seriamente. Sono vere a metà».
Coez: unica data milanese per il rapper di Nocera Inferiore. Il classe 1983 è ospite del palco del Teatro Arcimboldi, in via Innovazione 2, lo spettacolo inizia alle 21.00.
Il Volo: torna in Italia il trio delle meraviglie, dopo aver incantato tutto il mondo. Tra 10 Years e Sing Morricone, emozioni assicurate al Mediolanum Forum a partire dalle 21.00.
Bob Sinclair: l’eclettico e leggendario DJ francese sale alla console dei Magazzini Generali, in via Pietrasanta, per far ballare fino all’alba i nottambuli milanesi. Inizio alle 23.00.
#Domenica 18/12: debutta il terzo Villaggio di Natale di Milano, “inizia il letargo” al BAM. Musica (e balli) per tutti i gusti: dalla Scala a Emperor e Mayhem, I Ministri, Fabrizio Moro e un Gran Gala di danza
Gran Gala di danza – Credits: nikidinov, Pixabay
Winter Day: ultimo appuntamento per le passeggiate culturali del BAM, il parco dellaBiblioteca degli Alberi. Attività e workshop tutto il giorno, dalle 9.00 alle 18.00, che chiude con un concerto itinerante. Le giornate si risveglieranno in primavera.
Le pulci pettinate: edizione natalizia del grazioso mercatino vintage di NoLo, che si tiene in via Stazio dalle 10.00 alle 18.00. Botteghe artistiche e vintage, riferimento: La Salumeria del Design.
East Market, Xmas Edition: il mercato di via Mecenate 88 propone l’edizione natalizia nell’ultima domenica utile per trovare il regalo giusto. Aperto dalle 10.00 alle 21.00.
Villaggio di Natale del Parco Trotter: è arrivato il momento anche per il terzo villaggio milanese dedicato alla magia del Natale. Bancarelle, attività, letture e laboratori, terranno compagnia alle famiglie in via Giacosa, dalle 10.30 alle 17.30.
Christmas Show: un folle calendario dell’Avvento, Babbo Natale e gli elfi in questo spettacolo pomeridiano al Teatro degli Arcimboldi. Sipario alle 16.00 in via Innovazione 2.
Concerto di Natale: Art & Music Insieme organizza un concerto di musica sacra natalizia, arie e duetti dedicati al Natale, presso la Chiesa della Medaglia Miracolosa. Appuntamento alle ore 16.00 in via F.lli Rosselli 6.
Les Italiens de l’Opera: Gran Gala di danza con i primi ballerini italiani della scuola parigina de l’Opera. In scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber dalle ore 16.00.
Christmas in jazz: nella splendida Sala degli Affreschi della Società Umanitaria, in via S. Barnaba 48, Chiara Costa Quintet rivisita in jazz i grandi classici del Natale. Inizio spettacolo alle ore 17.00.
Michael Volle: recital di canto al Teatro alla Scala con il baritono, accompagnato al pianoforte da Helmut Deutsch. Inizio alle ore 20.00, con programma di Mozart, Shubert e Listz.
Emperor + Mayhem: unica data italiana per il metal norvegese delle due band, che si avvicendano dalle 18.00 sul palco dell’Alcatraz, in via Valtellina 25.
I Ministri: spettacolo di “quasi inediti”, per la band che propone dal vivo brani solitamente non inclusi nelle scalette dei tour. Li troviamo sul palco dei Magazzini Generali, via Pietrasanta 14 alle 21.00.
Fabrizio Moro: coda invernale del lunghissimo tour che porta il cantautore romano al Medilanum Forum di Assago. La mia voce show parte alle ore 21.00.
#Per tutto il weekend: scorpacciata di mercatini alla ricerca di regali last minute, apre la stagione di danza alla Scala e chiude il mondiale di calcio
Mercatini di Natale – Credits: chriswanders, Pixabay
Wunder Mrkt edizione Natale: due giorni di mercatini natalizi ai Bagni Misteriosi di via Botta 18. Nella curiosa cornice, il Natale è in scena sabato e domenica, dalle 10.00 alle 21.00.
Green Christmas: 9 edizione del mercatino natalizio a impatto zero di Milano. Sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 alla Fonderia Napoleanica Eugenia di Via Thaon di Revel Genova 21.
Frida Market: abbigliamento, illustrazione, handmade e design per sostenere i piccoli brand emergenti del Frida Isola, che apre con ingresso gratuito. Sabato 10.00-20.00 e domenica 10.00-19.00 in via del Pollaiuolo 3.
Villaggio di Natale di Segrate: sabato e domenica è aperto il Villaggio di Natale alle porte di Milano. Si tiene sotto il grande albero di Natale di piazza S. Francesco, ed è aperto dalle 10.00 alle 18.00.
Quando babbo divenne Natale: favola natalizia con protagonista un bimbo sfortunato ed elfi pasticcioni. In scena sabato e domenica al Teatro Manzoni, con orari mattutini.
Lo Schiaccianoci: apre anche la stagione dei balletti al Teatro alla Scala. Nel 30° anniversario dalla scomparsa di Nureyev, la fiaba di Clara e il principe tornano a guidare la danza scaligera. Spettacoli sabato 17 e domenica 18.
Finali dei mondiali di calcio: sabato 17 la “finalina” che assegna il bronzo. Domenica 18 la finale tra Francia e Argentina che decide il titolo di campione del mondo per i prossimi 4 anni. Dopo la pausa mondiale e quella natalizia, Milano aspetta il ritorno di Milan e Inter a San Siro.
L’incredibile densità delle aree urbane centrali è un fenomeno che riguarda un numero sempre più alto di città, per molti architetti ciò può costituire un problema ma per altri può essere una risorsa e una sfida per sviluppare nuove idee: se aveste poco più di un metro a disposizione, sareste in grado di farci una casa?
Nella CASA più STRETTA del MONDO si vive così
Un passante scatta una foto della Keret House. Kacper Pempel / Reuters
La Keret House è una piccola abitazione inserita tra due edifici già esistenti nel centro di Varsavia, in Polonia. Il progettista, l’architetto polacco Jakub Szczesny, ha costruito quella che viene definita “la casa più stretta del mondo”: l’ampiezza è di solo 122 centimetri nel suo punto più largo.
La casa è stata progettata per essere collocata in uno spazio di 92 centimetri nel suo punto più stretto e 122 centimetri nel suo punto più largo. Il record della casa più stretta al mondo (solo 14 metri quadrati!) le ha fatto ottenere nel 2019 la nomina di ”una delle case più iconiche del mondo”, conquistando così un posto tra i progetti internazionali premiati dal portale di architettura Iconic Houses
# Come dare spazialità e profondità a una casa larga un metro
Keret House, Varsavia (Photo–by–Bartek–Warzecha)
L’abitazione di due piani è dotata di un mini-bagno, una mini-cucina e una mini-camera da letto. È tutto compattato in pochissimi metri quadrati ma non manca nulla e l’architetto, per contrastare il senso di soffocamento dato dagli spazi così ristretti, ha curato ogni minimo dettaglio per dare più profondità possibile alle stanze. L’utilizzo di pareti bianche, la forte esposizione al sole e l’arredamento semplice ed essenziale servono proprio a dare un senso di ariosità alla casa.
# Una casa laboratorio temporanea
La Keret House però non è solo una casa, è anche un luogo di lavoro creato dall’architetto Jakub per lo scrittore e regista israeliano Etgar Keret. La Keret House infatti serve a tempo indeterminato come casa temporanea per scrittori itineranti, a cominciare proprio dallo scrittore israeliano Keret.
Un albero di Natale da film dell’orrore. Ecco dove si trova e i commenti impietosi dei residenti.
La “medusa di Natale”: nel milanese c’è “l’ALBERO più BRUTTO del MONDO”
# A Cologno Monzese l’albero di Natale è da film dell’orrore
L’albero di Natale. Foto Lucia S.
Un utente su facebook ha pubblicato una foto dell’albero di Natale di Cologno Monzese chiedendosi in modo ironico “Cosa è?”. Nell’immagine si vede un abete scarno di decorazioni, se si esclude una serie di filamenti di luci azzurre funzionanti solo a metà, e senza nemmeno una pallina appesa.
# I commenti impietosi dei cittadini
L’impressione è di ritrovarsi davanti a una medusa gigante e i commenti sotto il post sono impietosi, eccone alcuni:
“Dopo lo spelacchio di Roma abbiamo la medusa di Natale“
“Va bene che si deve risparmiare la luce, ma così non si può vedere“
“Sono 10 anni che spero lo facciano per bene, e niente, va solo peggio, piùttosto non fatelo“
“È una protesta con se stessi“
“Che tristezza, neanche un albero di Natale decente. Vai a Brugherio ed è incantevole, Cernusco idem. Cologno sempre peggio“
o ancora “un mezzo albero“, “meglio spento“, “vergognoso“, “atroce“, “schifezza“, “tristezza“.
Credits romametropolitane - Sviluppi futuri metropolitana Roma
Milano ha inaugurato il primo tratto della quinta linea metropolitana. La capitale non resta con le mani in mano: sono state annunciate le estensioni delle linee esistenti e il project review della futura Metro D. Vediamo nel dettaglio quali dovrebbero essere le nuove stazioni metropolitane di Roma.
Le ESTENSIONI attese per la METROPOLITANA di ROMA
# Annunciati i prolungamenti delle linee delle tre metro A, B e C
Mappa metro di Roma
L’assessore alla mobilità di Roma Eugenio Patanè ha confermato di essere pronto ad affidare a Roma Metropolitane il progetto di prolungamento delle tre linee metro A,B,C dopo avere ricevuto il nulla osta da parte della commissaria straordinaria di Governo, Maria Lucia Conti.
Nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della capitale è previsto che:
Estensione Metro A Roma
la Metro A prosegua oltre il capolinea Battistini in direzione Bembo con due diramazioni, la linea A2 verso Acquafredda con fermate intermedie Torrevecchia e Montespaccato, la linea A1 verso Monte Mario con fermate intermedie Valle dei Fontanili e Millesimo;
Estensione Metro B Roma
la metro B sarà prolungata oltre l’ultima fermata di Rebibbia con altre due fermate metro, Torraccia Basilio e Casal Monastero;
Credits romametropolitane – Sviluppi futuri Metro C
la metro C dovrebbe arrivare a Colosseo (ex-Fori Imperiali) con una stazione intermedia, interscambiando con Metro B, entro l’inizio del Giubileo del 2025. Nei successivi 10 anni dovrebbe spingersi fino al previsto capolinea di Clodio/Mazzini, con interscambio a Ottaviano con la metro A, grazie allo stanziamento di stanziati 2,2 miliardi di euro da parte del governo italiano.
Tra gli sviluppi futuri un’estensione di altre due fermate fino a Farnesina, dopo Clodio/Mazzini, e ulteriori 5/6 fermate fino a Grottarossa e eventuale diramazione fino all’Ospedale S. Andrea.
# Il progetto per la Metro D, la futura quarta linea romana
Credits romametropolitane – Metro D
Per quanto riguarda la linea D, la futura quarta linea metropolitana di Roma ora inserita nel PUMS, si attende il project review per valutare tutti gli aspetti tecnico-progettuali dell’opera. Nel 2019 l’Assemblea Capitolina aveva confermato l’interesse dell’amministrazione a proseguire nella realizzazione del progetto della Linea D Ojetti-Agricoltura, di circa 20 km e 22 fermate, anche se inizialmente si vedrà la costruzione della tratta prioritaria Fermi-Salario per poi proseguire fino ai due capolinea.
Dal mese di luglio 2022 sono in corso i lavori per riqualificare lo storico palazzo annesso al Museo della Permanente. Vediamo l’aggiornamento sui cantieri e i rendering definitivi. Fonte e foto: Urbanfile
Svelato il NUOVO VOLTO della TORRE della PERMANENTE
# A luglio 2022 la partenza dei cantieri
Credits Urbanfile - Cantiere Torre della Permanente
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Credits Urbanfile - Cantiere Torre della Permanente
Credits Urbanfile - Cantiere Torre della Permanente dall'alto
Credits Urbanfile - Cantiere Torre della Permanente ultimo piano
A luglio 2022 è stato avviato il cantierenell’edificio in via Turati 32 a Porta Nuova, una torre di 12 piani annessa al Museo della Permanente e acquistata nel 2021 da Artisa Group AG, per la sua ristrutturazione e riqualificazione. I lavori sono entrati nel vivo e, come si vede nelle ultime immagini di Urbanfile, il palazzo è stato completamente svuotato e il blocco ascensori originale è stato demolito per far spazio a uno più ampio. I marmi e un pavimento in mosaico sono invece stati protetti durante i lavori e non verranno toccati.
In seguito alle richieste della Commissione Comunale per il Paesaggio sono stati pubblicati i rendering definitivi della Torre della Permanente che dovrebbe essere pronta tra circa un anno. Il progetto, che rispetta il disegno originale dei fratelli Castiglioni, prevede che l’edificio venga occupato da un paio di aziende e che sia caratterizzato da una sopraelevazionedi due piani che coniuga i materiali originali con ampie vetrate che danno luce alla nuova lanterna.
La solidarietà torna a viaggiare su quattro ruote: dal 12 dicembre riprende a circolare per le strade di Milano il Bus degli Angeli.
Il BUS degli ANGELI riparte da Milano
# Attivo dal lunedì al venerdì dalle 21 a mezzanotte
Bus degli angeli
Il servizio sarà attivo tutte le sere dal lunedì al venerdì, dalle 21.00 alla mezzanotte, fino al prossimo mese di marzo, per portare pasti caldi, bevande, coperte, indumenti e assistenza qualificata a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto.
Il Bus degli Angeli, un 12 metri dalla livrea bianca personalizzata, è stato riadattato dai tecnici dell’officina Atm di viale Molise. Equipaggiato con servizi di prima accoglienza, è attrezzato con le classiche sedute, con tavolini su misura e armadietti per coperte e vestiti. È stato dotato inoltre di una zona comfort, con scaldavivande e attrezzature per accogliere e assistere i più bisognosi.
Un’iniziativa che Atm sta portando avanti in questi anni per promuovere un ambiente sempre più inclusivo e contribuire a sensibilizzare tutta la comunità sui temi della sostenibilità sociale.
# Il percorso del bus
Ufficio stampa Atm – Bus degli angeli ATM
Il servizio raggiunge le zone della città dove maggiore è la necessità di prestare assistenza.
Lunedì – Corso Buenos Aires, Viale Maino, Porta Romana, Piazza 24 Maggio
Martedì – Piazzale stazione di Porta Genova, Piazzale Lotto, Fermata M1 Lampugnano
Mercoledì – Corso Buenos Aires, Viale Maino, Corso di Porta Vittoria, Via Larga, Piazza Duomo
Giovedì – Corso Buenos Aires, Corso di Porta Vittoria, Largo Augusto, Via Larga, Piazza Duomo