La nuova classifica dei cognomi e dei nomi più diffusi a Milano. Al primo posto si conferma Hu, per il terzo anno consecutivo. Seguono “il più comune tra gli italiani” e un tipico cognome lombardo a chiudere il podio.
Il COGNOME più diffuso a Milano è CINESE. Tra i NOMI dei neonati comandano LEONARDO e SOFIA
# Hu si conferma al primo posto per il terzo anno consecutivo: 5 dei primi 10 sono di origine straniera
Credits Comune di Milano – Anagrafe
Per il terzo anno consecutivo, in base ai dati comunicati dall’anagrafe del Comune di Milano relativi al primo semestre 2022, il cognome cinese Hu si conferma il più diffuso in assoluto in città con un totale di 4.760 iscritti.
Al secondo posto, con il 16% in meno di residenti registrati, troviamo il cognome Rossi fermo a 4.011 iscritti, chiude il podio un altro cognome italiano, Colombo con 3.358 iscritti. La top ten si divide equamente tra cognomi di origine italiana e straniera: al quarto c’è il cognome Mohamed con 3.353 residenti, al quinto Ferrari con 3.190, al sesto Chen con 2.781, al settimo Russo con 2.614. Chiudono la top 10: Bianchi, Ahmed e Zhou rispettivamente con 2.467, 2.165 e 2021 iscritti.
Facendo invece una distinzione tra maschi e femmine, al secondo posto troviamo rispettivamente Rossi tra i maschi e Mohamed tra le femmine.
# Dal 2015 i nomi più amati sono quelli di Leonardo e Sofia. In crescita Edoardo e Ginevra
Foto di Christian Bowen su Unsplash – Neonato
Dal 2015 i genitori milanesi rimangono fedeli ai nomi più tradizionali, infatti sia per l’anno 2021, con il 4,51%, che per il primo semestre 2022, il nome più scelto tra i bambini è stato ancora una volta Leonardo. Edoardo scalza invece Tommaso al secondo posto.
Anche tra le bambine il nome più amato è sempre lo stesso. Nel 2021 Sofia era primo con il 2,95% delle preferenze, posizione confermata anche nel 2022, così come Beatrice al secondo, mentre Ginevra soffia il terzo posto a Giulia.
GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE
# L’eroe del West ispirato dalle Dolomiti
Credits texwiller_ufficiale IG – Tex Willer
Tex Willer per gli italiani fu il primo contatto di massa con il selvaggio West. Il volto di questo eroe fu ispirato inizialmente a Gary Cooper e i paesaggi furono “inventati” dal suo primo disegnatore, Aurelio Galleppini, sognando l’America e ispirandosi alle rocciose alture della Sardegna e alle Dolomiti.
Il padre di Tex fu Gianluigi Bonelli, nato a Milano il 22 dicembre 1908: figlio di un reduce della prima Guerra Mondiale e di una casalinga, Bonelli appena dopo l’adolescenza è un giovane impiegato nel settore dei tessuti, con una grande passione per tutto ciò che è “avventura”. Ma era appassionato anche della scrittura. A vent’anni manda le proprie poesie al “Corriere dei piccoli”, poi si dedica ai racconti, collaborando per “Il Giornale illustrato” e per “L’Audace”. Scrive romanzi di avventura, poi passa ai fumetti, diventando direttore di “Jumbo”, “Rin Tin tin” e della stessa “Audace”, tutti giornalini d’avventura. Acquista i diritti di quest’ultima testata e fonda “Redazione Audace”, una casa editrice.
# Un fenomeno di massa con picchi di 700 mila copie vendute al mese
Dopo la seconda guerra mondiale, Bonelli si separa dalla moglie, le cede le quote dell’Audace e continua a collaborare per la stessa casa come dipendente, creando personaggi dei fumetti avventurosi come “Il giustiziere del west”, “la pattuglia dei senza paura”, “Occhio Cupo” e “Tex Willer”. Per tutti questi eroi del selvaggio West si affida alle matite creative di Cossio, del milaese di nascita Piffarerio, del milanese d’adozione Bonato e di Uggeri. In particolare chiede la collaborazione di Aurelio Galleppini, che da giovanissimo aveva collaborato, come disegnatore, per una fabbrica tedesca di proiettori e aveva realizzato le scene nei libri dei “Tre Moschettieri”, de “Le Mille e una notte”, dei “Promessi Sposi” e di Pinocchio. Tex parte in sordina, ma presto, grazie anche alle idee innovative di Bonelli, diventa un fenomeno di massa, con picchi di 700 mila copie vendute al mese, senza parlare dell’importanza dei numeri per i collezionisti.
L’attività di sceneggiatore di fumetti, Bonelli non la riserva solo a Tex, ma anche ad altri personaggi da lui stesso inventati, come Plutos, col costume da diavoletto e dalla figura fantomatica, Rio Kid, con ambientazioni nel west, Yuma Kid, alle prese con duelli con gli indiani e Hondo, diventato poi film e telefilm.
# Una famiglia di editori e creativi
Credits bonelli_hq_mega_store IG – Zagor
Bonelli ebbe poi nel figlio Sergio, in arte Guido Nolitta, un degno erede artistico che, oltre a proseguire le avventure di Tex, si dedicò alla realizzazione, tra gli altri, di Zagor, de “Un ragazzo del far west” e de “Il giudice Bean”.
Raccontando di Gianluigi Bonelli, non si possono quindi trascurare le figure del figlio Sergio, come infatti abbiamo citato e dell’ex moglie, Tea Bertasi: si rivela un’eccellente editrice, tanto da far diventare le edizioni Audace un punto di riferimento fondamentale nel panorama dei fumetti d’avventura. Pensate che recentemente il Comune di Mulazzo, in Lunigiana, le ha dedicato una piazza.
Nel 1957 Tea passa il testimone al figlio Sergio, le edizioni cambiano nome diverse volte, per diventare la Sergio Bonelli Editore, ora guidata dal nipote di Gianluigi, Davide. Una famiglia di editori e creativi, capaci di trasformare una follia, come è il fumetto, in una realtà che ha sfornato innumerevoli personaggi di fantasia, che a distanza di decenni rimangono famosi. Famosi col passare delle generazioni.
# Capace di mettersi contro il potere
Colui che iniziò la dinastia era capace di mettersi contro il potere, anche quando il “potere” era quello pericoloso del regime fascista: era infatti il dicembre del 1941 e il Ministero della Cultura Popolare spedisce per “raccomandata espresso” alla direzione de “L’Audace”, che si trovava in via Rubens 10, una comunicazione che sapeva di ultimatum, in cui si scriveva che, “dopo i ripetuti richiami e gli avvertimenti, codesto giornale continua a mantenere un tono assolutamente contrario a quanto è richiesto dalle necessità generali della stampa giovanile“. In pratica il partito fascista chiedeva al direttore Gianluigi Bonelli di “abolire le fisionomie dei personaggi americaneggianti, di riservare il 30% dello spazio a prose narrative o a temi di attualità, sottoponendo le bozze – prima di essere pubblicate – al Ministero della Cultura Popolare“. Naturalmente la lettera finiva col sottolineare che, se entro la fine dell’anno 1941, il giornale non avesse cambiato linea, ci sarebbe stata la sospensione delle uscite.
# La morte del genio dei fumetti
Bonelli
Gianluigimuore ad Alessandria 22 anni fa: era infatti il 12 gennaio 2001 quando si spense in una clinica della città piemontese. Sergio è invece mancato nel 2011, mentre la madre Tea nel 1999. E’ rimasto il figlio minore Giorgio, che dopo un’esperienza da sceneggiatore, da diversi anni è albergatore.
Concludiamo con le parole di Claudio Villa, fumettista che disegnò per Bonelli le avventure di Tex, ma anche realizzatore delle storie di Martin Mystère e Dylan Dog, alla morte di Gianluigi Bonelli: “Lui ha inventato, per primo, il difensore delle minoranze, si è schierato dalla parte di un popolo, gli indiani, sino ad allora considerati come brutti e cattivi. Il suo essere anticonformista nella vita gli ha permesso di creare un personaggio come Tex di grande modernità. Bonelli aveva l’abitudine di immergersi fisicamente nelle mappe dei luoghi in cui ambientava le avventure di Tex. Esattamente come Salgari (…)”.
# “Numeri impressionanti e iniziamo a fare fatica a reperire gli alimenti“
Credits Paola Bucci Buccianti FB – Coda al Pane Quotidiano
Sono sempre di più le persone che si mettono in coda al Pane Quotidiano per chiedere un sacchetto di alimenti da portare a casa. Si tratta soprattutto di persone che hanno una casa e un lavoro, quasi mai senzatetto, ma sono in difficoltà economica tra affitti, bollette, libri di scuola dei figli e quindi costretti a ridurre i costi per pranzi e cene. Alla mattina della vigilia di Natale erano già oltre 2.000 i milanesi in coda al punto di viale Toscana e in attesa di ricevere un pacco con pasta, sugo, latte e panettone dai volontari. Erano di più al Pane Quotidiano di viale Monza. Gli stessi numeri si sono registrati anche il 25 dicembre per un totale di 10.000 persone in 2 giorni. Un trend proseguito in modo drammatico anche negli ultimi giorni dell’anno.
Credits Andrea Cherchi – Pane Quotidiano
Il commento dell’amministratore delegato di Pane quotidiano, Luigi Rossi: “Numeri impressionanti e iniziamo a fare fatica a reperire gli alimenti: le aziende stanno più attente ad avere pochi eccessi di produzione, ci regalano meno rispetto alla domanda che è esplosa».
# In tutto il 2022 sono state 1,3 milioni di persone a chiedere aiuto alla associazione
Pane Quotidiano
In tutto il 2022 si sono recate solo al Pane quotidiano ben 1,3 milioni di persone per chiedere un pasto. A questi numeri vanno aggiunti quelli di coloro che usufruiscono delle mense presenti in città, una su tutte quella dell’Opera San Francesco, o dei pacchi viveri e aiuti che le associazioni, istituzioni, Ong e reti di volontariato distribuiscono in tutta l’area metropolitana. Il commento del direttore della Caritas Luciano Gualzetti riportato sul Corriere Milano: “Il tema della povertà alimentare è appesantito da quello sopravvenuto della povertà energetica e in questo periodo di feste tradizionali affiorano più visibilmente anche le difficoltà di chi si ritrova anche con relazioni familiari spezzate o rarefatte“.
Era stato annunciato come il progetto “Robin Hood”: iniziare a far pagare ai più ricchi per coprire il buco di bilancio. Ma dopo l’annuncio dei giorni scorsi è il sindaco a tirare il freno a mano: almeno per la prima parte del 2023 il ticket di ingresso per Area C rimarrà invariato. Se non arriveranno però ulteriori fondi dal governo il rincaro sarà inevitabile.
Robin Hood può attendere: “NIENTE RINCARO Area C a INIZIO 2023”
# Il sindaco Sala: “Lo escludo sicuramente in tutta la prima parte dell’anno“
Credits mianews – Beppe Sala
Il sindaco Beppe Sala, a margine degli auguri di fine anno del questore Giuseppe Petronzi alle forze dell’ordine in piazzetta Reale, ha allontanato per il momento l’ipotesi di aumento del ticket per entrare in Area C: “Lo escludo sicuramente in tutta la prima parte dell’anno” aggiungendo che il rincaro da 5 a 7,50 euro “è ancora tutta da verificare“.
Per scongiurarlo del tutto è necessario però che arrivino ulteriori fondi dal governo visti i limitati spazi di manovra del Comune di Milano: “Lo vedremo più avanti, in questo momento negli equilibri di bilancio che abbiamo approvato oggi e che certificano la spesa totale non abbiamo preso questo tipo di decisione. Vogliamo vedere se poi arriveranno più fondi dal governo, quello che spesso succede e che ci permetteranno di non fare aumenti“.
# Dal 9 gennaio scatta l’aumento dei biglietti ATM, possibili rincari per le mense scolastiche
Credits: milano.corriere.it Biglietti atm
Il 29 gennaio sono state approvate le linee di indirizzo del bilancio di previsione 2023 dove sono sono stati definiti gli aumenti del prezzo dei biglietti ATM, che partiranno dal 9 gennaio, e possibili rincari sulle mense scolastiche. Il commento del sindaco: “Scatta dal 9 gennaio l’aumento del biglietto di Atm. Potranno esserci degli aumenti sulle mense scolastiche legati ai parametri Istat. Sono aumenti però contenuti perché capiamo le difficoltà del momento. Noi ad oggi (…) non so se riusciremmo a garantire il funzionamento delle case vacanze come tutti gli anni. Il 12 gennaio vorremmo deliberare definitivamente sul bilancio per poi consegnarlo alle commissioni consiliari“.
# Tramonta il piano Robin Hood, l’idea di far pagare i più ricchi?
Quindi sembra arrestata l’ipotesi di far pagare ai più ricchi il buco di bilancio come era stato prospettato nei giorni scorsi con l’operazione Robin Hood.
Al momento non vengono messe in atto le iniziative ipotizzate, in particolare oltre al rincaro di Area C, un intervento sui pass per la sosta delle secondo auto e una tariffa per Area B.
Complici anche le sanzioni alla Russia, la Cina si conquista il posto di capotavola anche per il prodotto tipico del cenone di fine anno.
Capodanno con CAVIALE….CINESE
# Il caviale russo sinonimo di qualità e lusso
Mar Caspio
Il caviale viene ricondotto storicamente alla Russia e a un’immagine di qualità e lusso. Un tempo infatti la produzione di questo alimento era concentrata nei paesi affacciati sul Mar Caspio, compreso l’Iran e, ovviamente, la Russia. Qui è infatti presente il Beluga, lo storione che fornisce il caviale più raro e costoso.
La Russia, dopo essere diventata nel 18esimo secolo il più grande produttore ed esportatore mondiale di caviale, trasformandolo in un simbolo aristocratico di eleganza e buon gusto, ha dovuto cedere il passo. Prima a causa del crollo dell’Unione Sovietica e conseguente disgregazione dei sistemi di gestione e controllo esistenti, poi con dichiarazione dello storione quale specie a rischio nel 1998 e nel 2005 il definitivo divieto di pesca prima in Russia e poi in tutti i paesi del Caspio.
# L’ascesa dell’Italia quale primo produttore al mondo
Lavorazione del caviale
A succedere alla Russia era arrivata l’Italia. Nella nostra penisola si mangia e produce caviale almeno dal XVI secolo, era numerosa la presenza di storioni selvatici nel fiume Po. Con lo sviluppo delle coltivazioni in Lombardia e in parte anche in Veneto, grazie all’acqua di alta qualità, l’Italia era infine riuscita a diventare il maggior produttore ed esportatore di caviale al mondo.
Il caviale made in Brescia, con le etichette Calvisius e Ars Italica è venduto per il 90% all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Francia, oltre che Giappone e Russia. Altre aziende produttrici di caviale nel nostro Paese sono Caviar Giaveri e Cru Caviar. Nel 2021 sono state prodotte in totale 55 tonnellate di caviale, pari al 33% della produzione europea e al 16% di quella mondiale.
# Oggi l’80% del caviale in commercio proviene dalla Cina
Credits JLB1988-pixabay – Muraglia Cinese
Il primato italiano è durato circa 20 anni prima che la Cina arrivasse a dominare il mercato. Nonostante i numerosi tentativi degli Stati Uniti nel provare a competere in termini di quantità e costi con quella cinese, il caviale della Terra del Dragone è arrivato ad essere il piùvenduto al mondo in termini di quantità assoluta.
Tutto è iniziato nel 2003 quando Kaluga Queen, una delle aziende leader sostenuta dal governo cinese, si è lanciata nell’allevamento degli storioni nel lago protetto di Qiandao. Oggi la produzione nazionale è pari circa all’80% di quella mondiale, grazie anche un costo della manodopera nettamente inferiore e a leggi e regolamenti meno restrittivi, come quelli sull’uso di conservanti che permettono al caviale di durare più a lungo.
Non può quindi stupire il fatto che molti dei ristoranti stellati anche europei acquistino e servano caviale prodotto in Cina per via della disponibilità sul mercato, ai prezzi decisamente competitivi e ad un accettabile rapporto qualità-prezzo
# Il paradosso italiano
Anche in Italia la grande maggioranza del caviale che si trova nei ristoranti e nei supermercati è di origine cinese, in quanto venduto a prezzi più bassi. Un vero paradosso quindi che nonostante il nostro Paese sia uno dei più grandi produttori di caviale, lavorato in stabilimenti ad alta tecnologia e sottoposti a rigidi controlli, sia costretto ad importarlo in quanto il grosso della produzione è destinato all’esportazione.
La regina delle sfide. Aereo contro alta velocità sulla Milano Roma. Ce lo siamo chiesti tutti: qual è il modo più veloce per tornare e rientrare dalla Capitale partendo dal centro di Milano? La risposta nel video di The Flight Club
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Le architetture più incredibili che hanno inaugurato nel 2022.
I 10 EDIFICI più BELLI inaugurati nel 2022
#1 Il padiglione Salmon Eye, un centro culturale galleggiante ricoperto di squame argentate
Credits annececilienat IG – Salmon Eye
Il padiglione Salmon Eye, nato dall’idea dell’imprenditore Sondre Eide, è un centro culturale galleggiante dalla forma audacemente curvilinea e ricoperto 9500 squame argentate che si riflettono tra acqua e cielo per essere notato a chilometri di distanza. Costruito in acciaio inossidabile e posizionato al largo del fiordo più lungo al mondo nelle acque norvegesi si pone l’obbiettivo di diffondere una maggiore sensibilità sul tema della acquacoltura e sulla pesca dei salmoni.
#2 Radio Hotel and Tower, il grattacielo tetris di New York
Credits Paolo guidali IG – Radio Hotel NY
Il Radio Hotel and Tower, progettato per ricreare un villaggio verticale colorato, assomiglia Tetris o la Wooden House di Sou Fujimoto ed è la prima torre progettata dallo studio MVRDV a New York. L’edificio è una sovrapposizione di volumi di differenti cromie, che oltre a movimentare la monotonia dei prospetti, consente di individuare in modo semplice, dall’esterno, le diverse attività ospitate al suo interno: hotel, uffici e servizi di ospitalità assenti in questa parte di città.
#3 CapitaSpring, un oasi verticale di 280 metri
Credits znodmd IG – Capitaspring
CapitaSpring è un grattacielo firmato da BIG e Carlo Ratti Associati pensato come un giardino e città verticale senza soluzione di continuità: un’oasi naturale di 80.000 piante che si sviluppa lungo i 280 metri di altezza dell’edificio. Al suo interno ci sono uffici, residenze e spazi collettivi e punta a rinnovare lo skyline di Singapore.
#4 The Valley, tre torri radicate su un basamento pensato come una concrezione minerale (Amsterdam)
Credits se posso IG – The Valley
The Valley è un grattacielo, progettato dallo studio MVRDV, di 198 appartamenti, uffici e showroom incastrati l’uno sull’altro e suddivisi su tre torri radicate in un massiccio basamento pensato come una concrezione minerale. Premiato come miglior grattacielo del mondo nel 2022, è un gioco di tetris in vetro e pietra pensato per “riportare una dimensione verde e umana nell’inospitale zona d’uffici di Amsterdam Zuidas”.
#5 Sluishuis, il condominio sull’acqua (Amsterdam)
Credits martinlanting IG – Sluishuis
Sluishuis è un edificio di architettura moderna che si ispira alla tradizionale tipologia a corte centrale comune in tutta Europa, innovativo in molti suoi aspetti che spaziano dalla geometria ai volumi, e realizzato prendendo in prestito molte tecniche da quelli navali. Si trova sulle acque del lago artificiale Ijsselmeer, ad Amsterdam, ed è stato pensato per ospitare 442 appartamenti.
#6 Plateforme 10, la cittadella “sospesa” dell’arte e della fotografia (Losanna)
Credits gafsou_m IG – Plateforme 10
La nuova casa della fotografia di Losanna, Plateforme 10 ha al suo interno una cittadella d’arte che ospita anche il Photo Elysée e il Mudac progettato da Aires Mateus, nasce dalla riconversione di capannoni e depositi paralleli ai binari ancora in funzione. L’edificio è una sovrapposizione di due volumi, con una finestra a nastro che separa e taglia profondamente il cemento in prospetto, di cui quello superiore è sostenuto da appena tre pilastri per far sembrare come se il Museo fosse sospeso.
#7 Novartis Pavillon, un luogo di apprendimento, conoscenza e scambio di saperi (Basilea)
Credits novartisch IG – Novartis Pavillon
Novartis Pavillon è la prima architettura moderna che arricchisce il grande campus della casa farmaceutica pensata per essere completamente aperta ai cittadini di Basilea. Progettato da Michele De Lucchi e AMDL CIRCLE, si affaccia sulle rive del Reno a Basilea ed è stato concepito come un luogo di apprendimento, conoscenza e scambio di saperi tra addetti e pubblico dalle modeste dimensioni, ma dalle ambizioni smisurate.
#8 Centro Veil, un centro socioculturale di mattoni “lucenti” (Le Havre)
Credits fabienneduhavre IG – Centro Veil
Il Centro Veil è un centro socioculturale di Le Havre ispirato direttamente a quei “magazzini in mattoni che popolavano le banchine vicine”. Gli architetti di K-Architectures hanno progettato un’icona riconoscibile come segno distintivo della città, un’involucro di mattoni “lucenti” al cui interno si trovano spazi per qualsiasi tipo di attività sportiva compresa la parete per l’arrampicata e vari spazi pensati per la comunità.
#9 House of Music, la casa della musica nella natura (Budapest)
Credits icu_bedi IG – House of Music
House of Music di Budapest, l’attesissimo polo culturale dedicato creazione della musica e del suono in uno dei parchi pubblici più antichi del mondo, è stato progettato dall’archistar Sou Fujimoto e riunisce una perfetta acustica ad una particolare attenzione per la natura. Al suo interno è presente anche un percorso museale e una scuola per apprendere le basi della musica.
#10 Tenjin Business Center, il grattacielo di “pixel” (Fukuoka)
Credits knaa___ IG – Tenjin Business Center
Il Tenjin Business Center, disegnato dallo studo OMA, è l’edificio per uffici per il centro economico di Fukuoka dell’isola di Kyushu in Giappone. Pensato come uno spazio prevalentemente destinato al lavoro all’interno di un edificio con una volumetria “né di edificio basso né di una torre”, all’esterno appare come un incastro di “pixel” vetrati che si sviluppa a livelli sfalsati rimanendo proporzionato al contesto architettonico circostante.
Proseguono i lavori per realizzare il tratto milanese della pista ciclabile che attraverserà la Pianura Padana collegando Venezia con Torino. Vediamo gli ultimi aggiornamenti sui cantieri.
AVANZANO i LAVORI per VenTo: la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino
# 705 km di pista ciclabile da Venezia a Torino passando per Milano
VENTO: pista ciclabile – Politecnico di Milano
Procedono i lavori per realizzare il tratto milanese della “superstrada” a due ruote VenTo: una pista ciclabile di 705 km, di cui 264 dentro aree naturali protette, che collegherà Venezia a Torino passando da Milano. Il progetto ideato dal Politenico di Milano nel 2016, a cui sono seguite successive migliorie tecniche e diversi incontri pubblici, è inserito all’interno dell’itinerario ciclabile europeo Eurovelo 8, da Cadice in Spagna a Limassol, a Cipro. L’investimento complessivo è pari a 182 milioni di euro, di cui 137 già stanziati, e a regime una volta terminati i lavori si prevedono a regime oltre 400.000 visitatori e un indotto di 100 milioni di euro sul territorio.
In futuro passerà da Milano anche l’itinerario Europeo Eurovelo 5 Londra-Roma-Brindisi, che attraverserà il centro storico della città attraverso la direttrice Certosa-Sempione per uscire verso Pavia lungo il percorso del Naviglio.
# Il tratto milanese, lungo 5,14 km, parte dalla Darsena e arriva fino al confine con Assago
Credits Comune di Milano – Tratto VenTo da realizzare
In totale il tratto milanese della ciclovia sarà lungo 5,14 km dei 350 km di tutta la Lombardia, con inizio in Darsena e arrivo ad Assago, lungo l’asta dell’Alzaia Naviglio Pavese. La si potrà percorrere in doppio senso di marcia dall’ex porto milanese fino alla fine del territorio comunale. La ciclabile sarà sempre ad almeno un metro e mezzo dal Naviglio: ciclisti e pedoni avranno spazi separati.
Vento Milano
Il progetto, che prevede la realizzazione di 4,27 km di tracciato partendo da via Darwin, si suddivide in 3 lotti per un un costo complessivo di 6,5 milioni di euro: il primo tratto ha un valore di 2,5 milioni di euro, di cui 750.000 euro provenienti da un finanziamento statale erogato dalla Regione Lombardia e il residuo coperto delle casse del Comune di Milano così come gli altri due lotti, ognuno avente un costo di 1,5 milioni di euro.
La ciclabile è stata realizzata in sede protetta riservata affiancata da un nuovo marciapiede con il reimpiego di masselli del pavé e sampietrini lungo la sponda del canale, a cui si aggiunge il rallentamento del traffico in carreggiata, oltre alla nascita di aiuole alberate e spazi di sosta per auto, moto e biciclette. Inaugurata qualche anno fa l’area pedonale tra la Darsena e via Darwin,
Comune di Milano – Lotto 1 Vento
Il tratto tra via Don Rodrigoe via Gattinara dove l’Alzaia è destinata esclusivamente al traffico pedonale e ciclabile, è stato chiuso all’inizio di maggio, eccetto tra la Conca Fallata e via Boffalora per consentire a auto e moto di accedere alle abitazioni del quartiere. I lavori in corso interessano l’alzaia Pavese sino all’altezza di via Fra Cristoforo. La chiusura dei cantieri per il primo lotto è ormai in dirittura d’arrivo, manca il disegno delle pista ciclabile di attraversamento all’incrocio con viale Liguria.
I locali e le discoteche di Milano si preparano per animare il capodanno 2023 a suon di musica di ogni genere, dall’hip-hop all’indie. Ecco dove scatenarsi l’ultima notte dell’anno.
Lo facciamo Indie, Gospel o Swing? La NOTTE di CAPODANNO nei LOCALI di MILANO (Speciale #ToDoMilano)
# La festa di 105 al Fabrique
105 in the city
Il Capodanno 2023 al Fabrique vedrà l’evento 105 in the city. Dalle 22.00 all’alba si alterneranno in consolle Fabio Liuzzi di Tutto Esaurito e Antonio Pivati di 105 Music & Cars.
# All’Alcatraz c’è la cena lussuriosa di Wonderland
All’Alcatraz c’è Wonderland, con una lussuriosa cena a partire dalle ore 19.30 e poi una selezione di musica che va dagli anni ’80 ai ‘200 per scatenarsi tutta la notte.
# Il Gran Galà dello swing allo Spirit de Milan
Credits: @d.parisio Spirit de Milan
Lo Spirit de Milan prepara un capodanno a tutto swing con Gran Galà New Year’s Eve 2023. Alle ore 20.30 si parte con il cenone, a seguire dalle 23.00 la musica dal vivo con la Monday Orchestra e a mezzanotte, brindisi con spumante, lenticchie e cotechino. I festeggiamenti proseguono con la musica anni ’70/’80 dei Jumping Jive.
# Party in stile rock n’roll all’Hard Rock Cafe
Hard Rock Cafè Milano
Per la serata di San Silvestro, a partire dalle ore 20.00, all’Hard Rock Cafe Milano c’è un party in stile rock n’roll. Musica dal vivo e buon cibo con cena e festa con ospiti alcune iconiche rock star italiane tra cui Andy dei Bluvertigo, Eva Poles dei Prozac+ e Noyse dei Punkreas.
Il Rock’n’Roll Club ospita invece alle ore 22.00 il PoGo! New Year’s Eve Party, con selezione musicale rigorosamente rock.
# Emo Night Milano al Legend Club e Linoleum e Fresh Prince Night al Magnolia
Al Legend Club, dalle ore 21.30, ritorna la Emo Night Milano mentre al Magnolia di Segrate dalle ore 23.00 c’è la festa di Capodanno targata Linoleum e Fresh Prince Night.
# L’Harlem Gospel Choir in concerto al Blue Note
Credits terrymacario IG – Harlem Hospel Choir
L’Harlem Gospel Choir, il coro fondato nel 1986 da Allen Bailey, torna in concerto Al Blue Note di Milano con una doppia esibizione alle 19.00 e alle 23.00, il primo con cenone e il secondo con brindisi di mezzanotte.
# Il Circolo Arci Bellezza propone i party Sono Così Indie e Megamix 90s/2000s
Dalle ore 23.00 al Salone degli Eventi e nella Palestra Visconti, presso il Circolo Arci Bellezza, per il capodanno 2023 ci saranno i party Sono Così Indie e Megamix 90s/2000s. Doppia sala, doppio dj-set, doppia festa per iniziare nel modo migliore il nuovo anno.
# Capodanno a Mare 2023 al Mare Culturale Urbano
Si festeggia con il Capodanno a Mare 2023 al Mare Culturale Urbano. La partenza è con il cenone di fine anno a partire dalle ore 20.00, con animazione per bambini, e dalle ore 23.30 alle 03.30 il dj-set di Luca De Gennaro, Missin Red e Sunday Lapolees.
# Il party 007 Skyfall ai Magazzini Generali
Skyfall Magazzini Generali
Dalle ore 20.30, l’orario di inizio della cena, inizia il Capodanno d’Italia 2023 con party a tema 007 Skyfall ai Magazzini Generali. Nel locale allestito a tema 007 sono previsti speciali live show e sorprese e dalle ore 23.30 per tutta la notte si potrà ballare sulle note di musica commerciale, hip hop, reggaeton e le migliori hit del momento.
# La musica elettronica dal Volt Club al Superclub
Superclub Milano
Da mezzanotte al Volt Club per gli amanti della musica elettronica c’è la serata di capodanno con live di David Mayer, Ivory e Lolla Fedolfi, all’Amnesia Milano una no-stop elettronica con Alex De Tuglie, Iglesias, Roberto Surace, Alex Rubia, Blacksun e VithzA in console con ingresso dalle ore 02.00 di domenica primo gennaio, dalle ore ore 01.00 invece Le Cannibale festeggia il capodanno al Superclub con la musica Nicola Mazzetti, la giapponese Hiroko Hacci e il giovane talento Giale.
Foto di Jannis Lucas su Unsplash - Via Montenapoleone Milano
Ci scrive Roberta, milanese preoccupata per il futuro della città, sempre più elitaria e selettiva.
“Non riesco più a CAPIRE questa città”
# Ritenere logico far pagare l’Area B e l’aumento dei biglietti Atm è paradossale
Credits greenplanner.ita IG – Obliteratrice ATM
“Ritenere anche solo minimamente logiche decisioni quali farepagare l’Area B, aumentare i prezzi dei mezzi pubblici e quanto ho letto nell’articolo (Operazione Robin Hood) sarebbe paradossale. Milano diventerebbe invivibile per chi lavora. Io vivo non lontano dal capolinea della metro, ma per arrivarci prendo l’auto. Motivo? Mezzi pieni, organizzati male, rumorosi. Dovrei impiegarci il triplo del tempo. Inutile chiedere all’Atm di fare delle modifiche.
# Mancano molti collegamenti fondamentali
Le situazioni da risolvere a Milano sono molte. Non ci sono collegamenti tra Bisceglie e la gialla o la viola (occorrerebbe cambiare 2 volte per quest’ultima), ma solo con la verde a Cadorna. Il Comune ha previsto altre fermate della metro solo dove ci saranno i nuovi centri residenziali e l’università.
C’è chi ha l’auto in centro ma la usa solo in vacanza o una volta nel weekend.
Chi viene a Milano per lavorare o il weekend per acquistare dovrebbe pagare? L’economia non sosterrebbe la scelta, non parliamo dell’Area B a pagamento.
# Si stanno facendo discorsi solo per prendere soldi ai cittadini
Credits Claudio Agostoni Fb- Area B
Si stanno facendo discorsi solo per prendere soldi ai cittadini. È l’unica città in Italia. Nel resto si gira ancora con i diesel di 20 anni fa. Stiamo esagerando. Occorre sempre andare incontro ai cittadini. Nel frattempo io vedo costruire tanti palazzi alti uno vicino all’altro con prezzi assurdi (con un anticipo di 100000€ poi un mutuo “rateale consistente” dai 30 anni minimo in su.)
La cultura deve essere per tutti, mai per pochi. Il prezzo fa la sua parte.
Non riesco più a capire questa città, sempre più di élite, come un hotel privato ha scelto un target di cittadini e di turisti. Tutto questo mi preoccupa.“
Video di MilanoInMetro sulle tratte extraurbane di Milano. In viaggio da Sesto Marelli a Sesto Primo Maggio Fs con uno sguardo alla futura passerella pedonale, che scavalca i binari ferroviari, nell’ambito del progetto di rinnovo di tutta la stazione progettata da Renzo Piano (dal minuto 8.12).
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La sera di Natale Milano è entrata nelle case degli italiani grazie al racconto di “Stanotte a Milano” di Alberto Angela su Rai Uno. Riviviamo i momenti salienti della puntata dedicata alla città con le curiosità principali. Clicca qui per rivedere la puntata: Rai Uno
“STANOTTE a MILANO”: i momenti salienti del VIDEORACCONTO di Alberto Angela
#1 Il Duomo, la chiesa più grande d’Italia
Guglia della Madonnina – Rai Uno
Il documentario si apre con la guglia maggiore e la Madonnina, punto più alto della chiesa più grande d’Italia: il Duomo di Milano misura 11.700 mq di superficie. Nella penisola italiana solo la Basilica di San Pietro ha una maggiore estensione ma si trova nel territorio dello Stato del Vaticano.
#2 Le insegne luminose sono apparse prima che a Piccadilly Circus e Times Square
Insegne luminose Times Square Rai Uno
Una curiosità sulle insegne luminose presenti un tempo sulla parete dell’edificio sul lato opposto rispetto al Duomo di Milano: sono apparse prima che a Piccadilly Circus e Times Square, anche se da qualche decennio non ci sono più. La pubblicità era infatti presente già negli anni ’20.
#3 Il Teatro alla Scala primo teatro al mondo a essere illuminato con la corrente elettrica
Credits: wikipedia.org – Lampadario Teatro alla Scala
Il Teatro alla Scala è stato il primo teatro al mondo a essere illuminato con la corrente elettrica, nel 1.883, con il maestoso lampadario da 2.450 lampadine.
Libretti opera digitali Rai Uno
In origine il Teatro alla Scala era aperto al popolo, che stava in platea in piedi mentre i palchi erano riservati ai nobili. La platea era utilizzata anche come luogo di incontro, una sorta di piazza osservata dall’alto dai ricchi che si godevano lo “spettacolo” della vita comune. Nel tempo il teatro si è evoluto per arrivare al giorno d’oggi ad avere delle comode poltrone in velluto con piccoli schermi digitali su cui scorre il libretto dell’opera.
La Pinacoteca di Brera, rispetto agli altri musei italiani, non è frutto di donazioni di raccolte di privati. Proprio come per il Louvre, nell’idea di Napoleone doveva infatti essere una versione in piccolo del celebre museo francese, è stato il risultato di una razzia di opere proveniente da chiese e ville nobiliari prevalentemente dal nord Italia. Tra quelle più importanti ci sono: Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, il Cristo Morto del Mantegna o il Bacio di Hayez.
#5 Le curiosità sull’Ultima Cena di Leonardo da Vinci
Cenacolo di Leonardo – Rai Uno
Il Cenacolo o Ultima Cena di Leonardo da Vinci è uno dei dipinti più importanti al mondo, Patrimonio dell’Unesco, posizionato su una delle pareti del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Tra le curiosità dell’opera c’è la scelta di realizzarla sul muro illuminato da delle grandi finestre per portare la luce sul dipinto stesso e un foro presente sulla tempia destra di Cristo, dove il genio fiorentino aveva piantato un chiodo da cui partivano dei fili per mettere tutte le componenti dell’Ultima Cena in una armoniosa prospettiva.
La volta della stazione centrale di Milano, realizzata in ferro e vetro, è la più grande in Italia. La sua larghezza è di 72 metri e ha un peso di quasi 10.000 tonnellate.
Via di fuga nei bagni della Sala Reale del re in Stazione Centrale – Rai Uno
Una cosa che forse pochi conoscono è la presenza di una sala reale, luogo costruito per Vittorio Emanuele, e soprattutto che uno degli specchi presenti all’interno del bagno cela una via di fuga per il re la sua famiglia per scappare sui tetti in caso di pericolo.
#7 Il Pirelli Hangar Bicocca con la più grande installazione artistica di Milano
Pirelli Hangar Bicocca- Rai Uno
Un tempo cuore industriale di Milano e della Lombardia, la riqualificazione della Bicocca ha portato un teatro, l’università e il museo Hangar Bicocca con la più grande installazione artistica di Milano: 7 grandi torri di cemento, i 7 palazzi celesti di Anselm Kiefer che si è ispirato alla mistica ebraica.
La tappa successiva del racconto di “Stanotte a Milano” si concentra sulla storia dei Navigli, la vita di Alda Merini che qui viveva e raccontava la vita della città e dei canali e la rinascita della Darsena avvenuta in occasione dell’Expo2015.
Credits Lgraniczny-pixabay – Colonne di San Lorenzo
Poi si passa al ricordo della Milano capitale dell’Impero Romano d’Occidente, con la Basilica e le Colonne di San Lorenzo ancora conservate, e le strutture scomparse come: l’anfiteatro, uno dei più grandi d’Italia con i suoi 40 metri d’altezza, il palazzo imperiale, il circo per la corse dei cavalli o il teatro da 8.000 spettatori sotto le fondamenta di palazzo Mezzanotte in piazza Affari.
#10 La Pinacoteca Ambrosiana, la prima biblioteca pubblica d’Europa
Veneranda Biblioteca Ambrosiana
La Pinacoteca Ambrosiana, ai tempi il primo museo pubblico di Milano con alcune delle opere più importanti al mondo, e la sua biblioteca che fu la prima biblioteca pubblica d’Europa e che conserva le 1119 pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, la più grande raccolta di studi e disegni del genio fiorentino.
#11 L’ombelico di Milano, la cripta di San Sepolcro
credits: milanosguardiinediti.com – Cripta di San Sepolcro
Il racconto della città si sposta di pochi passi sotto la superficie dove c’è “l’ombelico di Milano”, così chiamato dal Cardinale Federico Borromeo, e centro esatto di Milano come indicato da Leonardo da Vinci: la Cripta di San Sepolcro. Qui si mescola reperti preistorici con l’epoca romana, medievale e rinascimentale.
#12 Piazza dei Mercanti, il cuore medievale di Milano
Piazza Mercanti Andrea Cherchi
La chiusura di “Stanotte a Milano” avviene nel cuore medievale di Milano in piazza dei Mercanti, con il Palazzo delle Ragione realizzato nel 1233 e il pozzo nel centro datato 1500 dove un tempo c’era la pietra dei falliti: qui coloro che erano accusati di bancarotta fraudolenta si sedevano nudi per punizione e veniva espropriati di tutti i loro beni per saldare i creditori.
Infine il ritorno in piazza del Duomo passando dalla Galleria del Futurismo del Museo del Novecento con uno sguardo privilegiato sulla cattedrale dalla sala dedicata a Lucio Fontana.
La costruzione del quarto grattacielo di CityLife, già soprannominato “lo sdraiato”, è partita a maggio 2021 con le opere di scavo. Vediamo gli ultimi aggiornamenti sui cantieri e quando verrà inaugurato.
CityWave: la GRANDE ONDA nel futuro di MILANO
# Proseguono i lavori per lo “sdraiato”, il quarto grattacielo di Citylife, con il porticato sospeso di 140 metri
Citywave a Citylife
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Credits: lamilano.it - Citywave
Credits: lamilano.it - The Gate
Credits: lamilano.it - Citywave 1
Credits: lamilano.it - Citywave
Credits: lamilano.it - Citywave
Credits: corriere.it - Il quarto grattacielo
Credits: corriere.it - Il quarto grattacielo
La costruzione del quarto grattacielo di CityLife, già soprannominato “lo sdraiato”, è partita a maggio 2021 con le opere di scavo. La struttura sarà formata da due edifici di altezze diverse collegati da un lungo porticato sospeso di 140 metri, che andrà ad occupare le aree fino a poco tempo fa utilizzate dai campi di paddle, trasferiti in un’area vicino al Vigorelli, e da moduli di cantiere.
Sotto il portico, della nuova quinta del quartiere “CityWave” progettata dallo studio di architettura BIG, ci saranno spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina.
# I numeri di “Citywave”: fino a 110 metri d’altezza, un hotel da 10 piani e il parco fotovoltaico più grande di Milano con 11.000 pannelli
Credits Urbanfile - Citywave
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Credits Urbanfile - Citywave vista dall'alto
Credits Urbanfile - Citywave interni
Credit Urbanfile - Interno Citywave
Credits Urbanfile - Citywave vista da lontano
L’edificio più basso, circa 50 metri d’altezza, comprenderà un hotel di 10 piani e più di 120 camere, il più alto adibito ad uffici arriverà a 110 metri di altezza nell’estremità strutturale. Il rivestimento in pannelli fotovoltaici della struttura costituirà il parco fotovoltaico più grande di Milano ed uno dei più grandi parchi fotovoltaici urbani in Italia, con una superficie di circa 11.000 mq di pannelli, in grado di fornire una produzione di energia stimata in 1.200 MWh l’anno. Oltre a questo il quarto grattacielo di Citylife è stato progettato per un consumo inferiore di energia del 45% rispetto allo standard, grazie ad esempio all’uso termico delle acque di falda, con un risparmio di 520 tonnellate l’anno di CO2, pari alle emissioni assorbite da 20.000 alberi.
Credits Urbanfile – Progetto Citywave
Con la nuova configurazione vengono ridistribuiti i 51.000 mq di volumetrie delle tre unità di Concentrazione Fondiaria non ancora edificate su viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro e viale Berengario, concentrandoli interamente sul lato di viale Boezio-Cassiodoro. In questo modo verrà garantita anche una miglior continuità delle aree verdi e degli spazi pubblici pedonali.
# Gli ultimi aggiornamenti sui cantieri e la data di fine lavori
Credits Urbanfile - Cantiere Citywave
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Credits Urbanfile - Cantiere Citywave a Citylife
Credits Urbanfile - Cantiere Citywave
Credits Urbanfile - Lavori al cantiere Citywave
I cantieri in questa fase sono ancora concentrati sulla preparazione e bonifica dei terreni, sia nel lotto di viale Duilio a ovest che in quello di viale Boezio ad Est. L’edificazione vera e propria di CityWave è prevista tra la primavera e l’estate del 2023, mentre la conclusione dei lavori e la consegna dell’edificio dovrebbero avvenire entro la fine del 2025.
# Le risorse aggiuntive finanzieranno altri interventi di rigenerazione nel Municipio 8
Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille
La riqualificazione dell’area dell’ex-fiera con le “Tre Torri”, le residenze e il parco, ha già permesso di destinare risorse, già investite, per intervenire su alcuni luoghi e edifici pubblici: piazza VI Febbraio, il Palazzo delle Scintille, il risanamento di due edifici scolastici e la realizzazione di nuovi orti oltre al “progetto di fattibilità per la copertura del velodromo Vigorelli”. Risorse aggiuntive sono state accordate con quest’ultima variante al piano, la cui conclusione è stata posticipata al 17 ottobre 2026, perestendere al quartiere il progetto di Parco Artline con le opere d’arte a cielo aperto, la ristrutturazione degli edifici di edilizia pubblica del Municipio 8, la ricostruzione degli impianti sportivi di di via Washington e di via Iseo e alla sistemazione del Parco Monte Stella.
Vediamo le esperienze da provare quando ci si trova in visita dalla “regina delle nevi” a tre ore da Milano. Selezione da VanityFair
5 COSE da fare d’inverno a COURMA, la “regina delle nevi” per i milanesi
#1 Sciare tra le montagne più imponenti d’Italia
Credits beppe_villa IG – Sciare a Courmayeur
La cosa più da fare è sciare a Courmayeur Mont Blanc, uno dei comprensori più estesi della Valle d’Aosta, e che si estende su due versanti: quello dello Chécrouit e quello della Val Vény. Sono disponibili oltre 100 chilometri di percorsi, 33 piste, 18 impianti e si può arrivare a un’altitudine di 2.750 metri sulla Cresta d’Arp. Una delle piste più suggestive da percorrere è la n.2 Val Veny, affacciata sul versante ovest di fronte al Monte Bianco regala degli scorci panoramici mozzafiato.
#2 Fare i fuoripista sul Monte Bianco
Credits enry_cotton IG – Fuori pista Monte Bianco
Solo per i più avventurosi e i più esperti, ci si può divertire con i fuoripista sul Monte Bianco. La Vallée Blanche è la discesa più rinomata, 20 km di percorsi tra vette leggendarie, che raggiunge Chamonix attraversando il ghiacciaio della Mer de Glace. La Toula-Courmayeur, che scende lungo il versante italiano del Monte Bianco da punta Helbronner verso Courmayeur, è consigliata a quelli con più anni di fuoripista alle spalle in quanto presenta un dislivello di 2100 metri. Per un’esperienza ancora più adrenalinica si può salire a bordo di un elicottero e farsi portare sul versante sudovest del massiccio del Monte Bianco per discese mozzafiato sui diversi numerosi itinerari in Val Veny e Punta Helbronner.
#3 Ciaspolare sulla neve e tra i villaggi
Credits guidealpinecourmayeur IG – Ciaspolata
Ciaspolare sulla neve e tra i caratteristici villaggi attorno a Courmayeur è un’altra delle più belle attività che si possono fare. Dal Tor D’Entreves, nel punto in cui si incontrano la val Veny e la Val Ferret, situato nei pressi della partenza della Sky Way, al Tor de Pavillon, passeggiata in quota ai piedi del Bianco, si può passeggiare scoprendo boschi incantati e sentieri inaspettati. Il percorso più lungo è l’anello dei 4 km di Tor di Vercuino, con partenza dal centro di Villair, ai piedi del Mont de La Saxe per arrivare alla parte superiore della frazione dove ci si inoltra nel bosco chiamato Lo Bois du Ban.
#4 Salire sull’ottava meraviglia del mondo
Credits giulia_ottino IG – Vista dallo Skyway
Da qualche anno è possibile salire sull’ottava meraviglia del mondo per i panorami meravigliosi che si possono osservare: Skyway. Grazie alla funivia che da Pontal porta fino a Punta Helbronner a 3.466 metri di altitudine, si arriva direttamente ai piedi dei ghiacciai e delle grandi vette delle Alpi e si può ammirare da vicino il massiccio del Monte Bianco.
#5 Prendere un aperitivo in centro
Credits francy.gipsy IG – Aperitivo a Courmayeur
Non può mancare un aperitivoin centro a Courmayeur per chiudere la giornata, il rito dell’apré-ski è un classico per chi si trova in visita alla regina delle nevi. Un drink seduti in all’aperto in uno dei tavoli di via Roma, la strada dei locali e dello struscio della cittadina, con la vista spettacolare del comprensorio del Monte Bianco, non ha prezzo.
Dopo il precedente slittamento, arrivano altri due anni di ritardo. Ecco quali sono i problemi da risolvere e la data di inaugurazione aggiornata.
La prossima METRO è in RITARDO di 4 ANNI
# La M5 non arriverà a Monza prima del 2031
credit: discoradio.it
Dopo lo slittamento dal 2027 al 2029, si aggiungono altri due anni di ritardo alla realizzazione del prolungamento della linea M5 da Bignami a Monza Polo Istituzionale. La notizia arriva direttamente dal sindaco di Monza Paolo Pilotto: “Entro il 2024 mi è stato assicurato che si procederà al bando a cui seguiranno 7 anni di cantiere. Ho sentito Sala e MM5: d’ora in poi i nostri incontri saranno a scadenza mensile per un costante aggiornamento.”
L’ultimo atto amministrativo prima della gara d’appalto era previsto per quest’anno, ma per una concatenazione di problemi i tempi si sono ulteriormente allungamenti e l’estensione della linea non avverrà prima del 2031.
# Covid, problemi progettuali e aumenti dei costi alla base dello slittamento
Credits ilcittadinomb.it – Ultime fermate M5 a Monza
Le cause principali allo slittamento dell’opera sono dovuti allo stallo per la pandemia, da alcuni ostacoli nel progetto definitivo per le fermate della Villa Reale e del Polo istituzionale e dell’aumento dei costi con conseguenti conti da rifare anche per via della crisi energetica e economica che ha fatto salire il prezzo dei materiali.
Palazzo Marino ha quindi formulato istanza di proroga di due anni rispetto ai tempi fissati nella convenzione per la sottoscrizione dell’Ogv, Obbligazione giuridicamente vincolante, con scadenza non più al 31 dicembre 2022 ma al 31 dicembre 2024.
La convenzione dovrà quindi essere riscritta insieme al Ministero delle Infrastrutture visto che i fondi stanziati di 1,265 miliardi di euro, di cui 900 milioni da parte dei precedenti governi, non saranno più siufficienti per realizzare l’opera.
# Il percorso della linea: 12,8 km e 11 fermate
Tracciato M5 wikipedia
La linea lilla raddoppierà la sua estensione con 13km e 11 nuove fermatea nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale e sarà così la prima metropolitana a collegare due province. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, ci saranno: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale.
Credits Carlo Ratti Associati - Masterplan Expo Roma 2030
Sull’onda di Expo 2015 a Milano, la capitale prova ad aggiudicarsi l’edizione del 2030. A fine novembre si terranno le votazioni per scegliere la città vincitrice. Scopriamo il masterplan con cui Roma proverà a battere la concorrenza.
Expo Roma: Il MASTERPLAN con il PARCO SOLARE URBANO più GRANDE del MONDO
# Presentato il masterplan di candidatura per Expo Roma 2030
Credits Carlo Ratti Associati – Expo Roma 2030
Lo studio di design internazionale Carlo Ratti Associati, insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett, ha svelato il masterplan per la candidatura di Roma per Expo 2030 concepita sotto il tema “Persone e Territori, Insieme: Rigenerazione Urbana, Inclusione e Innovazione”. Il Comune di Roma ha presentato la sua proposta al Bureau International des Expositions il 7 settembre 2022 e il nome della città vincitrice verrà votato dai 170 Stati membri del BIE a novembre 2023. Le altre candidate sono Busan della Corea del Sud, Odessa dell’Ucraina e Riad dell’Arabia Saudita.
# Sarà il Parco Solare Urbano più grande del mondo
Credits Carlo Ratti Associati – Masterplan Expo Roma 2030
L’elemento centrale della candidatura di Roma sarà il più grande Parco Solare Urbano del mondo, che sarà per Expo 2030. L’obiettivo è trasformare il quartiere di Tor Vergata, luogo prescelto per realizzare l’esposizione universale, in un distretto di innovazione e di sostenibilità con l’impiego di energia da fonti rinnovabili e il contributo di ogni paese al parco solare che darà energia all’esibizione e inizierà un processo di decarbonizzazione del quartiere. Il complesso delle Vele di Calatrava verrà terminato e utilizzato come padiglione e insieme a tutti gli altri che verranno costruiti è pensato per essere totalmente riutilizzabile dopo l’evento.
# Il sito di Expo 2030 Roma si suddivide in tre aree: la Città, il Boulevard e il Parco
Credits Carlo Ratti Associati – Rendering Roma 2030
Il masterplan prevede che il sito di Expo 2030 Roma sia suddiviso in tre aree principali: la Città, il Boulevard e il Parco, “in una disposizione da ovest a est tra il mondo artificiale e il mondo naturale che devono esistere in armonia se vogliamo avere successo nella lotta al cambiamento climatico.”
Italy, Rome, Acquedotto Claudio – A beautiful morning at Aqueduct Park
Si passerà da una graduale transizione da urbano a naturale man mano che ci si sposta da ovest a est. La Città dell’Ovest funge da Expo Village, e dopo l’evento diventerà un’estensione del campus dell’Università di Tor Vergata. Il Boulevard, l’asse pedonale centrale, è un percorso attraverso tutti i padiglioni nazionali affiancato da percorsi utilizzabili da veicoli elettrici autonomi. Il Parco a est sarà ricoperto da una vegetazione lussureggiante e accentuato da edifici tematici, tra cui “Pale Blue Dot”, un padiglione dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale.
# Il complesso delle “Vele” di Calatrava sarà uno dei padiglioni ammiraglia
Credits claudio_basili IG – Vele Calatrava
Il complesso delle “Vele” di Calatrava sarà uno dei padiglioni ammiraglia di Expo 2030 Roma, al suo interno ci saranno eventi pubblici e verrà mostrata la trasformazione di Tor Vergata. A fianco ci sarà l’ingresso principale del sito espositivo con una serie di nuovi collegamenti di trasporto e mobilità come il lungo corridoio verde che collega Expo 2030 Roma agli adiacenti siti archeologici della via Appia e agli altri edifici e monumenti storici di Roma.
Una delle personalità più strane ed eccentriche della storia di Milano è senz’altro Luisa Amman, nobildonna, amante dell’arte, al punto da voler diventare lei stessa un’opera, come nel 1913, quando in un ballo in costume a Roma, si presentò vestita d’oro, con un pavone al guinzaglio.
LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano
# Una ragazza fragile e misteriosa
Credits: @divinamarchesa Luisa Amman
Nacque a Milano il 23 gennaio 1881, figlia di un ricco imprenditore del settore del cotone, Alberto Amman (la madre si chiamava Lucia Bressi), aveva una sorella, Francesca, maggiore di qualche anno. Sin da bambina dimostra, malgrado la forte timidezza, di interessarsi a personalità potentied istrioniche, come Luigi II di Baviera, l’attrice Sarah Bernhardt e la figura femminile del Risorgimento, Cristina Trivulzio di Belgioioso (milanese pure lei).
A 15 anni Luisa e la sorella perdono il padre, poco dopo la madre, così rimangono sole e ricchissime. Le due ragazze sono cresciute dagli zii paterni, entrano nel mondo dello sport, ma soprattutto in quello dell’arte. Luisa ha una bellezza imperfetta e cupa e la timidezza fa di lei una figura tanto fragile quanto misteriosa. A 19 anni sposa il Marchese Camillo Casati Stampa di Soncino: alla famiglia Amman mancava l’ascendente nobile, agli Stampa il denaro, quindi è un connubio perfetto. Il viaggio di nozze lo fanno a Parigi, nel bel mezzo della “Exposition”, che cambierà la capitale francese e l’approccio della Amman con la bellezza, l’arte e la cultura.
# Con D’Annunzio diventa Kore
Credits: @divinamarchesa Luisa Amman
Luisa iniziò a diventare una donna dalla raffinata stravaganza, il marito la asseconda nelle sue passioni verso l’arte e la mondanità; ebbero poi una figlia (Cristina) ma alla Marchesa milanese mancava qualcosa. Si allontana dal marito e conosce Gabriele D’Annunzio: Luisa ha 22 anni, il Vate 40, inizia tra loro un amore intensissimo, lui le “regala” il soprannome di “Kore”, ovvero Persefone, la dea minore degli inferi, regina dell’oltretomba. D’Annunzio la fa entrare nel mondo dell’arte dalla porta principale, così la Amman inizia una metamorfosi che la trasformerà in una vera opera, creandosi una maschera caratterizzata da un trucco macabro ispirato alla principessa di Belgioioso, dai capelli rossi di Sarah Bernardt e dagli abiti originali e audaci di Virginia Oldoini Verasis, nobile fiorentina.
Luisa Amman trasforma le proprie case in musei ricchi di opere d’arte, tra l’altro lei era anche una appassionata collezionista. Architettonicamente rende le proprie abitazioni stravaganti, con un arredamento caratterizzato dal bianco e dal nero.
# Un’opera d’arte vivente
Credits: @instaicons.it Luisa Amman
Veste perle inanellate in fili che arrivano fino a terra, strisciando sui ludici pavimenti. Si incipria il volto di bianco, con lunghe sopracciglia nerissme e i capelli rossi, il tutto reso ancor più spettacolare dai suoi occhi grandi e verdi. Passeggia con due cani (uno bianco l’altro nero) oppure tenendo al guinzaglio un ghepardo. È ormai una donna che fa tendenza, ora si direbbe influencer, e sono molte le signore che tentato di imitarla nel look.
E il marito? E la figlia? Sembra averli dimenticati, tutta presa com’è da quel personaggio che si è creata, da quella maschera, che la farà diventare musa dei futuristi, da Carrà a Depero, da Marinetti a Balla. Conosce nuovi amori, come Kees Van Dongen e Augustus John. Inizia a viaggiare in modo quasi ossessivo e, sulla carta d’identità, oltre a sottrarsi diversi anni di età, al posto della foto ci mette un piccolo dipinto relativo ad un proprio ritratto. Ma il troppo stroppia, il lusso è molto costoso ed in poco tempo Luisa Amman azzera le disponibilità economiche: è costretta ad andare a vivere in Inghilterra, dove abita la figlia, ma i rapporti con la ragazza non sono buoni. Rimarrà povera e sola a Londra, dove morirà il 1 giugno 1957.
La città simbolo della velocità schiaccia sul freno. In arrivo la rivoluzione della mobilità. Tutti a velocità da bicicletta.
Milano capitale SLOW? Il piano: VELOCITÀ MASSIMA a 30 all’ora
# Milano preme sul freno
Credits doanme-pixabay – Limite 30 km orari
Nella seduta del consiglio comunale di giovedì 22 dicembre, tra i temi in calendario c’era un ordine del giorno depositato e sottoscritto da ventisette consiglieri, tra cui Marco Mazzei, primo firmatario, Giulia Pastorella, Lisa Noja, Gabriele Rabaiotti e Valerio Pedroni, per trasformare Milano in una città a 30 km/h. In caso di approvazione della relativa delibera la giunta del capoluogo lombardo sarebbe invitata a istituire il limite di velocità in ambito cittadino su tutte le strade urbane, salvo quelle a grande scorrimento dove rimarrebbe il limite dei 50 km/h. Milano seguirebbe così la strada di altre città, come Parma, Bologna o Parigi.
Dopo Area C e Area B, quello della “città 30” sarebbe un altro provvedimento pensato per disincentivare l’uso dei veicoli a motore privati per muoversi all’interno della cintura urbana e potrebbe prevedere anche degli strumenti sanzionatori. Infatti, tra le azioni che la giunta sarebbe chiamata a mettere in campo, ci sarebbe un “cruscotto” per monitorare i dati sull’inquinamento, il traffico, la sosta irregolare e gli incidenti. Le informazioni ricavate potrebbero poi essere usate eventualmente per installare degli autovelox al fine di assicurare il rispetto dei nuovi limiti di velocità.
Il piano, se approvato, entrerebbe in vigore dal primo gennaio 2024.
Comune di Milano, bilancio a rischio: «Mancano 80 milioni di euro». Per intervenire i milanesi pagheranno di più e vedranno tagliati alcuni servizi. Una situazione paradossale, come denunciato da Paolo Ghirardelli su Facebook.
“MILANO versa allo STATO 11 miliardi ogni anno. Ma deve tagliare i servizi per un BUCO di 80 milioni”
L’annuncio dell’assessore Emmanuel Conte: «A oggi mancano 80 milioni». Se non ci saranno interventi del governo, questo significa una cosa solo: il taglio dei servizi. «Non potendo aumentare le entrate saremmo costretti a trovare queste risorse nella spesa e quindi dovrò chiedere a tutti i colleghi un sacrificio e di rivedere i propri bilanci». Quale soluzione, allora? Anche l’assessore ribadisce la storica battaglia di questo sito: «Il dato strutturale resta quello di un nuovo rapporto tra lo Stato e il ruolo dei comuni. Non sono le Regioni ma i comuni che meritano un’autonomia differenziata che tenga conto della loro condizione storica e della funzione che svolgono». In una parola sola: occorre rendere Milano una città stato sul modello delle grandi città d’Europa. Ancora più tranchant è Paolo Ghirardelli che così scrive su Facebook.
# 11.000.000.000,00 (UNDICI MILIARDI) annui di residuo fiscale: tasse pagate qui e spese altrove dallo Stato
“MILANO. Capitale economica del Paese chiamato Italia.
1,5 milioni di abitanti.
3,5 miliardi (abbondanti) di bilancio annuo del comune.
50.000 € (scarsi) di PIL procapite (come Londra).
11.000.000.000,00 (UNDICI MILIARDI) annui di residuo fiscale: tasse pagate qui e spese altrove dallo Stato.
Di fronte ad un “piccolo” problema di bilancio il governo di centro destra si dà le alternative che si darebbe qualunque altro governo:
– tagliare i servizi
– aumentare le tasse
– elemosinare 80 milioni dallo Stato
Dopo avere mantenuto per decenni e salvato più volte dal fallimento città come Roma e Napoli, ora Milano deve umiliarsi per chiudere il proprio bilancio.
NESSUNO che rilevi il fatto che si tratta dello 0,00% del residuo fiscale annuo! E che questi soldi (e molti altri) dovrebbero rimanere a Milano!
E in giunta ci sono quelli che dovrebbero spingere per l’autonomia…
A Febbraio si vota e nessun candidato parla di lottare per trattenere anche solo in parte il residuo fiscale.
Se non verrà fuori qualcosa di nuovo potrei constatare quanto è bello il mare d’inverno…“
PAOLO GHIRARDELLI
# In realtà il residuo di Milano è ancora più alto: riceve dallo Stato l’1% di quanto versa
Credits: www.ultimenotizieflash.com
L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.
Dei 40 miliardi versati allo stato quanti ritornano a Milano attraverso i trasferimenti statali?
Dallo Stato il Comune di Milano riceve 125 milioni come contributi o trasferimenti statali, mentre dalla Regione riceve altri 309 milioni di cui 267 versati per il trasporto locale.
Complessivamente il Comune di Milano riceve dallo stato in via diretta o indiretta (tramite le Regioni) 450 milioni a fronte dei 40 miliardi che versa in tasse. Significa che poco più del 5% del bilancio è coperto dallo Stato e Milano riceve indietro dallo stato l’1% di quanto versa.
L’Idroscalo raddoppia. La notizia che avevamo dato in anteprima, ora è ufficiale: il sindaco Giuseppe Sala, nel suo podcast mattutino “Buongiorno Milano’’, ha annunciato il cronoprogramma dei lavori che trasformeranno la storica piscina di piazzale Lotto. La rivoluzione sarà totale e consentirà attività sportive durante tutto l’anno. Vediamo come diventerà e quando verrà inaugurato.
🔴 L’IDROSCALO avrà un GEMELLO: annunciato il progetto per il NUOVO LIDO
# Il Lido di Milano parlerà spagnolo
Credits: www.milanodavedere.it – Lido di Milano
La piscina del Lido di Milano è chiusa da ormai tre anni, inutilizzata anche a causa di scarsa manutenzione in parte dovuta anche alla pandemia. Tutto il Lido è off limits dalla fine di questa estate. A fine 2020 il Comune di Milano aveva accolto il progetto di partenariato pubblico-privato per il la riqualificazione del complesso progettato alla fine degli anni Venti dall’ingegnere Cesare Marescotti e inaugurato nel 1931.
Il bando lanciato dall’amministrazione comunale aveva visto vincitori gli spagnoli della Ingesport Health and spa consulting, in cordata con altre società, che lo avranno in gestione per 42 anni rilevandola da Milanosport. L’investimento è a loro carico, per trasformare il Lido di Milano in un “parco sportivo fruibile tutto l’anno e non solo nei tre mesi estivi”, e sarà di 25 milioni di euro.
# Da piscina a “specchio d’acqua”: il Lido diventerà un piccolo gemello dell’Idroscalo per praticare canoa e kayak e altri sport
Credits Comune di Milano – Nuovo Lido di Milano
Il Lido di Milano verrà trasformato in un piccolo gemello dell’Idroscalo. Come rivelato dal sindaco, “i lavori riguardano il recupero e la riqualificazione degli edifici storici, la salvaguardia dell’uso sportivo di tutta l’area, la realizzazione di un nuovo centro sportivo indoor al fine di sfruttare le potenzialità della struttura nell’arco dell’intero anno. E verrà poi postagrande attenzione al verde. Scomparirà la grande piscina, ma a favore di uno specchio d’acqua stile piccolo Idroscalo, dove praticare canoa e kayak tutto l’anno. A questo si affiancherà un’altra vasca, sempre estiva. Sorgerà poi una nuova palazzina che ospiterà un centro sportivo attrezzato e dedicato al fitness”.
Credits Comune di Milano - Nuovo edificio del Lido di Milano
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Credits Comune di Milano - Vista laterale nuovo edificio del Lido di Milano
Credits Comune di Milano - Nuovo edificio del Lido di Milano
Verrà poi realizzata un’altra vasca estiva, una “nuova palazzina che ospiterà un centro ludico-sportivo molto attrezzato” dedicato al fitness e verrà demolito e ricostruito il Padiglione delle Cabine.
# La nascita del nuovo Lido attesa per il 2025
Credits Comune di Milano – Vista area nuovo Lido di Milano
E’ lo stesso sindaco a indicare le date dei lavori: “Si parte con i lavori a gennaio: serviranno 24 mesi per la realizzazione del nuovo centro sportivo, la trasformazione dell’attuale piscina, la realizzazione di quella nuova e la manutenzione degli immobili esistenti. E poi ulteriori sette mesi per la demolizione e la ricostruzione del padiglione cabine individuali. Parte una nuova vita per un luogo della nostra città che tanta parte ha avuto e avrà nella vita dei milanesi”.