Dopo anni di immobilità a causa di vicende giudiziarie e fallimenti l’area tra il Parco di Largo Marinai e viale Molise sta finalmente facendo dei passi in avanti per arrivare a una completa rigenerazione. Attorno altri progetti, sempre nel perimetro del quartiere, stanno riqualificando o dando nuova vita a edifici inutilizzati. Vediamo i cantieri conclusi, in corso e quelli che arriveranno.
La RINASCITA di PORTA VITTORIA: le 5 grandi novità
#1 Il nuovo parco “8 marzo”
Credits Comune di Milano - Parco 8 marzo
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Credits Comune di Milano - Parco 8 marzo targa
Credits Comune di Milano - Parco 8 marzo Milano
Credits Comune di Milano - Parco 8 marzo
Porta Vittoria prosegue la sua rinascita, dopo alcune vicende giudiziarie e fallimenti che aveva messo a rischio la riqualificazione dell’area, con l’inaugurazione del parco “8 marzo” lungo viale Monte Ortigara in continuità con l’asse di verde attrezzato che va dallo storico Parco Formentano in largo Marinai d’Italia fino a oltre viale Mugello a est. La nuova area verde è stata definita uno “slowpark”, pensato per favorire il relax, ed è dotato di:
spazi attrezzati per la ricreazione e la convivialità;
zona lettura progettata come una grande tastiera di computer dove i tasti divengono maxi sedute;
aree gioco per bambini con la prima tripla farfalla d’Europa con scivolo:
zona per la ginnastica dolce.
Lungo il percorso che attraversa il parco si alternano aiuole e portali in acciaio corten con incisi brani estratti da testi di milanesi eccellenti ispirati ai temi della cultura e della natura, mentre nella parte nord est ci sono dei green cubes, “giardini nel giardino”, dove si potranno ospitare funzioni ed attività o installazioni artistiche, performance ed eventi.
#2 BEIC, la Biblioteca Europea
Credits Comune di Milano – BEIC vista esterna
Nel lotto adiacente al nuovo parco, tra via Cervignano, via Monte Ortigara e viale Molise, verrà edificata la BEIC – Biblioteca Europea su un’area di 30.000 mq. Sarà formata da un complesso di due strutture affiancate fra loro e identiche: due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo. Per realizzarla sono stati messi a disposizione 101,574 milioni di finanziamento già previsti nel bilancio dello Stato nell’ambito del PNRR. Ci sarà un deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 e terminare entro la fine del 2026.
#3 Via Piranesi 18, un complesso di 3 nuovi edifici a firma dello Studio di architettura Barbieri & Negri
Progetto via Piranesi 18
Poco distante, a lato del Palazzo del Ghiaccio, è in corso la riqualificazione del lotto di via Piranesi 18 a firma dello Studio di architettura Barbieri & Negri e curata dalla Cooperativa Solidarnosc Piranesi. Verranno costruiti tre nuovi edifici al posto di un vecchio magazzino logistico e recupero uno del primo novecento con affaccio sulla via.
#4 The Hug, 99 appartamenti di design dove prima c’era un edificio ad uso uffici
Al civico 38 di via Piranesi un edificio ad uso uffici verrà sostituito da un complesso residenziale di 99 appartamenti dal nome di The Hug. In tutto saranno tre edifici caratterizzati da un architettura comune in questi ultimi anni, il progetto è a firma dello Studio Asti Architetti e promosso da Nexity, con balconi protetti da frangisole verticali che riproducono il legno e un disegno apparentemente casuale per le aperture di balconi e finestre. All’interno è previsto un rigoglioso giardino interno ad uso condominiale. La conclusione dei cantieri è prevista nel 2024.
#5 In corso XII Marzo sorgerà il 5 Giornate Building al posto del cinema abbandonato
5 giornate building rendering
Dove un tempo sorgeva il Cinema Imperiale, e poi Cinema XII Marzo, al numero 14 di Corso XXII Marzo, ci sarà presto il 5 Giornate Building. Sarà un palazzo residenziale di 7 piani la cui realizzazione è portata avanti dalla società immobiliare Abitare. Il piano strada e il primo piano saranno destinati alle attività commerciali, il resto alle abitazioni. L’edificio avrà un’architettura elegante, con rivestimento in pietra e pietra artificiale e terrazze interne, e un totale di 19 appartamenti, trilocali e quadrilocali. La costruzione è entrata nel vivo all’inizio del 2023, mentre la consegna è prevista entro la fine del 2024.
L’obiettivo: creare una comunità e favorire un’economia circolare, oltre alla cooperazione tra persone. Inserita in una delle zone che sta subendo un’enorme trasformazione, questa gigantesca portineria sarà un hub dedicato agli abitanti del quartiere. Ecco dove si trova e di cosa si tratta.
A Milano la “PORTINERIA” più grande del mondo: servirà un intero QUARTIERE
# Hub Merlata, la portineria di quartiere
Credits: @Cascina Merlata Spazio Vivo FB Hub Merlata
Hub Merlata è il progetto realizzato all’interno di Cascina Merlata per aiutare i suoi cittadini. All’interno sono proposti numerosi servizi tra cui quello di portineria e di ritiro della corrispondenza e dei pacchi, ma offre anche servizi dedicati alla casa e alla persona, dalle piccole manutenzioni edili, idrauliche, elettriche, fino al servizio di fisioterapia a domicilio o di dog-sitter. Hub Merlata vuole rispondere alle necessità della gente del quartiere, zona che si prevede che, entro il 2027, raggiungerà 15mila abitanti, diventando esempio virtuoso di social housing. Cooperazione e comunità sono le parole d’ordine per questa portineria gigante, ma anche attenzione all’ambiente e all’economia circolare. La portineria di quartiere Hub Merlata è già stata inaugurata qualche giorno fa, precisamente il 18 marzo, ed è pronta a semplificare la vita ai propri cittadini. Si trova in Via Pier Pasolini 5, Angolo Via Daimler 8.
# Il progetto di Cascina Merlata: da zona periferica a quartiere da vivere
Hub Merlata è solo un tassello da aggiungere al progetto di riqualificazione del quartiere che si pensa sarà capolinea della futura metro rosa. Cascina Merlata è infatti una zona periferica a nord-ovest della città, da qualche anno è protagonista di uno degli interventi urbani più ambiziosi di sempre. L’obiettivo generale della riqualificazione è quello di inserire funzioni tipicamente urbane all’interno di un’area periferica. Si tratta di una rinascita vera e propria per Cascina Merlata, quartiere nel quale verranno insediate funzioni residenziali, commerciali, culturali, ricreative, di servizio alla persona ed alle imprese. Alcuni edifici residenziali sono già stati realizzati altri si sta progettando di costruirli, ma in totale dovrebbero essere 690 appartamenti in edilizia convenzionata agevolata, 914 appartamenti in edilizia convenzionata ordinaria e altri 410 in fase di realizzazione.
Il quartiere sarà ricostruito all’insegna della sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica: dal punto di vista energetico tutti gli edifici sono in Classe A+ e l’intero quartiere sfrutta sistemi di teleriscaldamento e geotermia. Un intervento attento anche alla comunità che abiterà il quartiere: al piano terra della maggior parte degli edifici ci saranno infatti palestre, servizi sportello bancomat e locali ad uso lavanderia. Non a caso il progetto di Cascina Merlata si chiama Social Village ed è nato per costruire una smart community, alcuni edifici saranno dedicati ad attività in grado di promuovere la conoscenza, la relazione e la collaborazione tra vicini di casa e all’interno del quartiere vengono organizzati corsi per il tempo libero o attività di gioco per i bambini.
Nel 2022 si sono registrati a Milano oltre 6,7 milioni di arrivi in città e più di 9 milioni nell’area urbana. Scopriamo chi sono i viaggiatori che amano visitare la città della moda, del cibo e del business, ma non solo.
I 7 TIPI di TURISTI che visitano Milano
# Fashionista
Non vuole perdersi nulla di ciò che riguarda la moda. Arriva in città con un’agenda fitta di appuntamenti con i più importanti stilisti, negozi di alta moda e sfilate. Ama passeggiare tra le vie dello shopping e le vie del lusso di Milano, cercando le ultime tendenze e le collezioni più esclusive.
Non si accontenta solo di visitare i negozi di alta moda e le sfilate, ma vuole anche scoprire i segreti del mondo della moda. Ama visitare i laboratori, dove può assistere alla creazione di abiti, borse e accessori, e anche avere la possibilità di creare qualcosa di unico e personalizzato.
# Culturale
Alla ricerca di arte, storia, architettura e musei. Visita musei, gallerie d’arte, chiese e monumenti storici come il Duomo, il Castello Sforzesco, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, la Pinacoteca di Brera e il Teatro alla Scala. Spesso sceglie di visitare la città durante la settimana, quando ci sono meno folle e le attività culturali sono al loro apice.
# Enogastronomico
Ama i sapori della tradizione milanese, ma è anche alla ricerca dei gusti unici che solo una grande città sa attirare. Arriva in città con l’intenzione di assaggiare i piatti tipici della cucina milanese, come il risotto alla milanese, l’ossobuco con la gremolada e la cotoletta alla milanese. Ma non si ferma solo alla cucina tradizionale, cerca anche i ristoranti più innovativi e trendy, quelli con una cucina fusion e internazionale, potendo provare l’esperienza di uno dei tanti ristoranti stellati in città.
Non si limita solo a gustare la cucina, ma vuole anche scoprire i segreti dell’enologia del territorio intorno alla città. Milano non è lontana dalle colline del Franciacorta e della Valtellina, famose per la produzione di vini pregiati. Ama visitare le cantine e le aziende vinicole della zona, degustare i vini locali e scoprire i segreti della produzione vinicola.
# Businessman
Non ha tempo da perdere. Durante la sua visita a Milano, cerca di ottimizzare ogni minuto del suo tempo, organizzando riunioni, incontri e pranzi di lavoro. Tuttavia, non si limita solo alle attività lavorative, ma cerca anche di approfittare della città visitando le principali attrazioni turistiche e assaporando la cucina locale.
Inoltre, apprezza anche le attività ricreative e culturali che la città ha da offrire, come i concerti, le mostre d’arte e gli eventi sportivi, che possono rappresentare anche un’ottima occasione per stringere nuove relazioni di lavoro.
# Turista del weekend
Arriva a Milano alla ricerca di un po’ di relax e svago. Ama passeggiare tra le vie del centro, visitare musei e gallerie d’arte, ma anche godersi la vita notturna della città.
Ama anche scoprire la parte moderna e contemporanea di Milano. Come i quartieri multietnici e artistici, Isola, Porta Nuova e Brera, dove si trovano gallerie d’arte, street art e locali alla moda. Ama passeggiare tra queste zone, scoprire gli ultimi trend e assaggiare le specialità culinarie proposte da ogni quartiere.
# Turista di eventi
Arriva a Milano per seguire le principali manifestazioni che la città ha da offrire. Ama i concerti, le mostre d’arte, i festival della moda, lo sport, le fiere e segue con attenzione il calendario degli eventi.
Ma non si limita solo alle manifestazioni più famose e blasonate, vuole anche scoprire gli eventi più nascosti e insoliti. Milano ospita infatti molti eventi di nicchia, come quelli dedicati alla Filosofia, alla Scienza, all’Arte Contemporanea e al Cinema, dove si possono scoprire nuovi talenti e tendenze.
# Turista in famiglia
Arriva a Milano con i figli al seguito. Ama scoprire la città con i bambini, visitando parchi, musei interattivi e attrazioni per famiglie. Milano offre molte opportunità per le famiglie, con parchi come il Parco Sempione e il Giardino Zoologico e musei come il Museo di Scienze Naturali o quello della Scienza e della Tecnica.
Ama visitare luoghi dedicati ai più piccoli, come l’acquario civico, il planetario o il MUBA e passeggiare nei grandi parchi cittadini. Spesso non si fa mancare una visita fuori città per il vicino parco di divertimenti Leolandia, dove si possono trovare attrazioni per tutte le età, con giochi e spettacoli.
Sono sempre stato un appassionato di cinema. Negli anni della mia gioventù, l’appuntamento nelle sale cinematografiche era quasi d’obbligo. La lettura di articoli e riviste specializzati era quasi un’ossessione. Il sognare, un giorno, di lavorare per il cinema era un desiderio che non mi faceva, quasi, dormire la notte. Quando passeggiando per piazza Duomo, ho trovato la pubblicità di una scuola di scrittura creativa e regia cinematografica, ho avuto la sensazione che, in qualche modo, il mio desiderio fosse alla portata di mano, che si potesse realizzare.
Da quel momento in poi, le mie letture si sono concentrate tutte sull’argomento cinema. Era una bella sensazione spendere giorni interi nelle librerie e acquistare monografie, sceneggiature, tornare a casa e studiarle fino ai minimi dettagli. Uno di quei posti, da me frequentati al tempo, era il cinema Anteo che da sempre è sinonimo di buon cinema e di cultura.
Una COLAZIONE da CINEMA
# L’Anteo, non solo un cinema
Credits marcogasparetti99 IG – Cinema Anteo
La storia del cinema Anteo comincia alla fine degli anni Settanta, quando Lionello Cerri decide di rilevare in via Milazzo una vecchia sala cinematografica ormai in stato di abbandono da anni. La struttura, come anche diversi palazzi nei dintorni, è tipica dell’architettura fascista e Cerri, deciso a modificare radicalmente tutto, contatta l’architetto Renzo Gerla che propone di ammorbidire e smussare gli angoli e allontanarsi definitivamente dalla concezione razionalista del Ventennio. L’intuizione di Cerri risulta vincente e negli anni successivi, nonostante i notevoli e diversi cambiamenti del quartiere, il cinema Anteo diventa un punto di riferimento degli appassionati di cinema. Come altre sale cinematografiche, ha dovuto subire l’avvento delle prime Pay per View (Tele+, Stream), l’avvento di Sky, Netflix, Amazon ecc..
Credits andysal IG – Cinema Anteo
Consapevole dei grandi cambiamenti in corso per cinofili, nel 2017 decide di acquistare nuovi spazi adiacenti e fa nascere quello che oggi conosciamo come Anteo Palazzo del Cinema. Un progetto ambizioso che comporta un ampliamento importante, le sale diventano undici dislocate su quattro piani e infine il bar diventa anche un ristorante e la libreria è un punto di ritrovo per parlare del film appena visto. Insomma non solo un cinema, ma un vero e proprio progetto culturale. Oltre alla rinomata programmazione dei film di Ken Loach, Jim Jarmush, Alex Infascelli o Nanni Moretti, le sale vengono ustae anche per presentazioni letterarie.
# Facciamo colazione all’Anteo?
Credits spaziocinema IG – Colazione all’Anteo
I cinema da sempre aprono al primo pomeriggio. L’Anteo decide di invertire questa regola non scritta e da qualche anno propone, tra i vari eventi, la rassegna Colazione all’Anteo.
Questo progetto nasce dopo la riapertura delle sale in seguito alla pandemia. Domenica e mercoledì, il cinema apre alle dieci del mattino e al costo di cinque euro si può fare una colazione con caffè o cappuccino con mini brioche e in seguito andare al cinema a vedere le ultime programmazioni. I film proposti, durante questa rassegna innovativa, non sono di certo pellicole minori, infatti, abbinati alla colazione sono stati proiettati titoli come: La Mano Di Dio di Paolo Sorrentino, Tre Piani di Nanni Moretti, Emprire of Lights diì Sam Mendes, Mixed by Erry di Sydney Sibilia e anche piccolo blockbuster come Shazam o Creed 3.
Sul sito dell’Anteo si trovano informazioni complete e dettagliate che fanno dello spazio non un semplice cinema, ma un posto dove si respira a trecentosessanta gradi un’esperienza con la settima arte in maniera totale. Anche gastronomica.
La primavera a Milano è straordinaria. E’ un periodo magico da vivere in città e fuori. Nell’arco di massimo un’ora/un’ora e mezza di macchina si possono vivere esperienze uniche. Ne abbiamo scelte dieci.
10 GITE TIPICHE dei milanesi a PRIMAVERA
#1 Montevecchia
«Quella delle terrazze di Montevecchia è tra le più belle posizioni della Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie, e si affaccia dritto a sud; nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa. […] Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume, le nebbie, che salgono dalle pianure e dai laghi la sfiorano fruttuosamente»
E’ considerato il “monte di Milano”, da cui si gode una vista magnifica sulla città che dista una trentina di chilometri. Sul punto più alto sorge il santuario della Beata Vergine del Carmelo, di origini medievali.
I Pian dei Resinelli si trovano su una grande sella ai piedi della Grignetta, tra i 1200 e i 1300 metri d’altitudine, e si estendono sui comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco. Si raggiungono da Lecco in trenta minuti d’auto. Dalla loro posizione si gode una splendida vista che spazia fino al Monte Rosa, dominando la pianura, il ramo di Lecco e i bacini dell’Alta Brianza. Dai Pian dei Resinelli partono numerosissime escursioni che portano a rifugi (rifugio Porta, rifugio Rosalba, rifugio Antonietta, rifugio Brioschi). Gita apprezzata dai free climbers che trovano, sulle guglie della Grignetta, numerose vie di arrampicata adatte a tutte le difficoltà.
Il punto di partenza della teleferica è situato in località Versasio, sempre nel lecchese. In 5 minuti permette di raggiungere i 1300m dei Piani d’Erna. Per gli amanti del brivido si può fare trekking fino alla cima del monte, un vero e proprio balcone da cui godere di una vista mozzafiato. Altre funivie o funicolari che portano sopra il lago si trovano anche a Barzio con i Piani di Bobbio, Moggio con i Piani di Artavaggio e Margno con il Pian delle Betulle.
Resegone rifugio Azzoni
#4 Parchi avventura
I più arditi possono provare una scarica di adrenalina nei diversi parchi avventura presenti nelle vicinanze di Milano. C’è chi offre un volo sopra un canyon, la camminata sospesi su un filo o il bungee jumping.
Segnaliamo il più grande parco della Lombardia (www.jungleraiderpark.com) o quelli più vicini: Rescaldina (Via Pietro Nenni, 20027 Rescaldina MI) o quello di Caglio (Lecco) con un percorso di circa due ore.
#5 Villa Carlotta a Tremezzo (Lago di Como)
Luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice direttamente sul lago. In primavera (ma bisogna beccare proprio il momento giusto) il giardino di Villa Carlotta offre un autentico mare di azalee multicolori, disposte in alti cuscini arrotondati lungo alcuni sentieri. L’effetto è straordinario, sia per la varietà cromatica, sia per le dimensioni raggiunte dagli arbusti. All’interno si trovano alcune importanti statue tra cui alcune del Canova e un quadro di Francesco Hayez.
In generale il lago di Como è una tappa d’obbligo per una gita in primavera. Bellagio, Cernobbio, Menaggio, Lenno, c’è l’imbarazzo della scelta.
#6 Santuario della Madonna del Ghisallo
In mezzo ai due rami del lago di Como sorge il piccolo Santuario della Madonna del Ghisallo dal quale si può godere un’incantevole vista. Dall’inizio del Novecento, il santuario divenne meta di molti ciclisti professionisti e amatoriali e tanta era la diffusione di questo particolare percorso che alla fine della II Guerra Mondiale, la Madonna del Ghisallo fu proclamata Patrona ufficiale dei ciclisti italiani. L’interno del Santuario ospita centinai di cimeli dei ciclisti di ogni tempo: bici, magliette, medaglie, gagliardetti, coppe. Nel 2006 è stato inaugurato il Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo, posto sul piazzale alla destra del Belvedere Romeo, aperto durante i weekend.
#7 Grazzano Visconti: il borgo e il castello
Il borgo, interamente disegnato dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone con l’aiuto dell’architetto Campanini, riprende lo stile rinascimentale e si sviluppa a ferro di cavallo intorno al castello. Il Duca lo ha progettato in modo che i suoi abitanti avessero tutte le comodità e i vantaggi dell’epoca moderna e al tempo stesso vi potessero studiare e lavorare per esprimere la propria creatività attraverso le arti e l’artigianato, come avveniva nel periodo medioevale. Nei dintorni di Piacenza a poco più di un’ora da Milano.
Si rimane dentro i confini della città metropolitana, a una trentina di chilometri da Milano, a 5 da Abbiategrasso. Colline e boschi presso il Ticino. La principale attrazione è l’omonima Abbazia cistercense di epoca medievale.
#9 La biciclettata lungo l’Adda (Trezzo sull’Adda lungo la Martesana)
Fra i più interessanti itinerari per gli amanti delle due ruote è quello della Martesana: seguendo il canale del Naviglio Piccolo in direzione contraria al corso dell’acqua si raggiunge il fiume Adda a Trezzo, attraversando in circa 30 km dieci diversi comuni della Brianza. Una volta arrivati a Trezzo si può proseguire il giro sull’Adda fino alla famosa centrale idroelettrica in stile modernista, costruita nel 1906.
#10 Primo bagno in Liguria
Niente di meglio che vivere una domenica di primavera al mare, osando un primo bagno, soprattutto se si è emuli di Wim Hof. A Ponente suggeriamo Varazze o Varigotti. A Levante Camogli, Santa margherita, Punta Chiappa e Recco con focaccia al formaggio.
La sliding doors delle funicolari. Se si trovano oltre il confine sono valorizzate come attrazioni turistiche da promuovere a livello nazionale e internazionale. Ma se si trovano dall’altra parte della frontiera il loro destino è appeso a un filo. Con danni non solo per il turismo ma soprattutto per chi ci vive.
Le SLIDING DOORS delle FUNICOLARI: SUPERSTAR in Svizzera, ABBANDONATE in Lombardia
# Il Canton Ticino e le funicolari superstar
Funicolare Lugano – Credits: ticino.ch
Sono una delle sue principali attrazioni. Basta digitare sui motori di ricerca “attrazioni del Canton Ticino” e tra i primi posti appaiono loro, le funicolari. Addirittura esiste una sezione a loro dedicata sul sito di promozione turistica del Canton Ticino. “In Ticino trenini di montagna, funicolari e funivie permettono di raggiungere facilmente vette, paradisi naturali, punti panoramici e molte altre bellezze montane della regione”, così si apre la sezione del sito. Nel solo Cantone sono 25.
Bar Funicolare – Lugano
Tra le più celebri: la Ferrovia del Monte Generoso, che sul versante italiano è raggiungibili solo a piedi, e le due celebrità di Lugano, la Funicolare del Monte Bré e quella per il Monte Salvatore, entrambe promosse in tutta la regione e pure oltre frontiera. Sì, in Lombardia, dove il destino delle funicolari può essere molto diverso.
# La splendida funicolare liberty abbandonata da mezzo secolo
Se si va dall’altra parte del lago di Lugano, sul versante italiano, le cose cambiano. Dove un tempo c’era una spettacolare funicolare liberty oggi rimangono solo delle rovine da cui si possono ammirare quelle più fortunate che sfrecciano su e giù sopra Lugano. Era un gioiellino, una funicolare liberty che collegava Lanzo d’Intelvi con Santa Margherita, borgo sulle rive del lago, di fronte a Lugano. La funivia è abbandonata da decenni, rendendo così Santa Margherita un paese fantasma, raggiungibile solo in battello, e privando la valle più vicina a Milano di una potenziale attrazione per un turismo nazionale e internazionale.
L’opera fu costruita ai primi del Novecento e consentiva una visione panoramica senza eguali sul lago di Lugano durante i 18 minuti con cui si colmava il dislivello di circa 600 metri dalla riva del lago sottostante al bellissimo belvedere di Lanzo. Ai tempi era una meta turistica molto famosa, tanto che erano venduti biglietti cumulativi comprensivi di viaggio in ferrovia da Milano Centrale, gita in piroscafo sul lago e salita in funicolare al belvedere. L’attività rimase in essere fino al 1977 quando, alla scadenza della concessione, cessò l’esercizio e la funicolare fu abbandonata.
Ora sul Belvedere ci sono i resti della funivia. Non si possono neppure visitare benché siano come un museo a cielo aperto. Per riattivare la struttura esiste un Comitato. Secondo le sue stime basterebbero 10 milioni di euro per riportarla in esercizio. Una cifra che, pare, Regione Lombardia non abbia intenzione di sostenere.
Lasciando così le rovine puntate proprio verso le spettacolari funicolari di Lugano che nelle sliding doors delle funicolari hanno preso la parte giusta. Pochi chilometri e la storia delle funicolari interrotte si fa perfino più assurda.
# La funicolare sul Lago di Como chiusa a tempo indeterminato
Ph. http://www.aapigra.it/
Pochi chilometri separano il lago di Lugano da quello di Como. Un territorio unico al mondo che attira turisti da ogni parte del pianeta. Monti a picco sull’acqua del lago che si aprono in vallate con picchi su panorami unici al mondo. Mentre sul versante ticinese i monti sono uniti alle acque attraverso funicolari spettacolari tutto cambia se si passa sul versante italiano. Non solo la funicolare liberty di Lanzo abbandonata da mezzo secolo. La new entry è quella che era più affascinante e anche utile sulle rive del lago: la funicolare che portava dal lago (Argegno) a Pigra. Un paese con una vista fantastica, una perla sul monte altrimenti raggiungibile solo tramite una strada tortuosa e da brividi. La funicolare per Pigra era una grande attrazione e dava vita al paese, ma da alcuni mesi è incredibilmente chiusa.
Il 17 ottobre 2022 è partita l’ultima corsa. Da allora tutto è fermo. Scf Monterosa, la società che dirige la funivia, ha annunciato il ritiro “per carenza di personale e problemi di salute” del caposervizio Carlo Samonini. Non si tratta dunque di problemi economici, anche perché le funicolari in servizio non possono chiudere in perdita: le eventuali minusvalenze vengono coperte da regione Lombardia. In questo caso occorre un nuovo bando da parte di Atpl che dà in gestione gli impianti di risalita regionali. Doveva essere una pausa di pochi giorni, siamo già a cinque mesi e nulla si vede all’orizzonte. Quindi qual è il problema? Sembra che per la nuova concessione l’ente regionale voglia attendere la scadenza delle altre concessioni in regione per metterle a gara tutte assieme. Il problema è che nell’attesa, a differenza degli altri impianti che vanno in scadenza, la funicolare di Pigra è chiusa. E più si aspetta più si mette a rischio il futuro del paese.
La preoccupazione per abitanti e turisti è che Pigra, senza funivia, possa seguire la sorte di Santa Margherita, diventando un altro borgo fantasma: “Se non riapre per l’estate il paese rischia di morire”, dicono dall’associazione “Amici di Pigra”. E pensare che il sindaco Giovanni Balabio ha grandi idee per l’impianto. Ha avallato infatti un progetto per dotare la funicolare di un’illuminazione notturna per renderla ancora più attraente per i turisti che popolano il lago nei mesi più caldi. Ma non ha fatto i conti con l’autosabotaggio della politica per cui il destino anche di questa funicolare rimane appeso a un filo.
#Lunedì 20/3: dopo la grande serata dei pianisti, la musica di Salmo e il ritorno di Pucci per celebrare l’equinozio di primavera
Francesca Michielin – Credits: Via Audio
Equinozio di primavera: inizia ufficialmente anche la primavera astronomia, oltre a quella paesaggistica che a Milano ha fatto fiorire un po’ tutto. L’equinozio avviene alle 22.24.
Storia del concerto per organo e orchestra: conferenza di Maria Cecilia Farina e Cristina Scuderi sul concerto per organo e orchestra. Alle ore 18.00 presso la Sala Crociera della Statale, in via Festa del Perdono.
Grandi Pianisti alla Scala: l’appuntmento con i grandi solisti del lunedì del Teatro alla Scala, è con Jan Lisiecki. È la prima volta che il pianista canadese si esibisce da solista. Il programma, di Chopin, parte alle 20.00.
Piotr Anderszewski: un grande pianista si contrappone anche al Conservatorio Giuseppe Verdi. Alle ore 20.45 è in programma il concerto su musiche di Bach, Szymanowski, Webern e Beethoven.
Stefano Rampone: l’irriverente comicità di uno degli autori di Tintoria o Trio Medusa, approda Live al Teatro degli Acimboldi. Già sold out in tante città, a Milano debutta alle 21.00.
Francesca Michielin: tour teatrale della primavera, con i maggiori successi dell’interprete femminile tra le più interessanti del panorama. È di scena al Teatro Lirico alle ore 21.00.
Salmo: nuovo tour pre estivo per il rapper di Olbia. Torna al Mediolanum Forum di Assago, alle ore 21.00.
C’è sempre qualcosa che non va: Andrea Pucci tra gli spostamenti del suo tour, trova il modo di ripassare da Milano. In scena al Teatro Nazionale alle 21.00, in replica anche martedì 21/3
#Martedì 21/3: con la luna nuova si rinnova il cartellone teatrale, Starset e Ben Bohmer in concerto, una curiosa sfida tra centro e periferie milanesi
Starset – Credits: Radiomusik
Luna Nuova: alle 18.23 è tempo di luna nuova, con il passaggio da luna calante a luna crescente, si passa dal periodo in cui ci si deve liberare da ciò che non è più necessario a quello della conquista, dei nuovi progetti, delle nuove sfide.
Apple banana: la divertente dualità tra l’io umano e quello animale. Meglio un cellulare o una banana? La risposta in scena fino al 26 marzo al Teatro Elfo Puccini. Debutto alle 19.30.
Europeana, breve storia del XX secolo: bizzarra ricostruzione della storia del secolo scorso in Europa. Non sempre in timeline rigrosa, è di scena al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello) fino al 2 aprile. Sipario alle 19.30.
Starset: recupera la data di HorsizonsTour rimandata l’anno scorso. La band americana si esibisce all’Alcatraz, preceduta da Smash Into Pieces, che aprono alle 19.30.
Bad Dante Bad English Bad Opera: 4 performer e 3 musicisti ricreano il viaggio di Dante sul palco della Triennale. In scena anche giovedì 23 marzo, sempre alle ore 19.30.
L’Uomo dal Fiore in Bocca: le manifatture teatrali milanesi mettono in scena Pirandello al Teatro Litta. Con Francesco Paolo Cosenza e Nicholas De Alcubierre, debutta alle 20.30 e resta fino al 2 aprile.
Quasi una serata – Tre atti unici: teatro dell’assurdo di Ethan Coen, che debutta al Teatro Leonardo. Resta in scena fino a domenica 26 e il sipario apre alle 20.30.
La regola dei giochi: il dramma della solitudine, presentato sotto forma di episodi, dal Gruppo della Creta. In scena al Teatro Franco Parenti alle 20.30, in replica fino a domenica.
Centro vs Periferia: una sfida tutta meneghina, con tanto di VAR affidata a Giacomo Poretti e arbitro, Massimo Bernardini. A sfidarsi Stefano Boeri e Don Virginio Colmegna al teatro Oscar, alle 20.30.
Cosa nostra spiegato ai bambini: Ottavia Piccolo porta in scena al Carcano la storia di Elda Puccini, nell’edizione di Stefano Massini. Debutta alle 20.30, in replica fino a domenica 26/3.
Ulysses Owens Jr: doppio spettacolo per il talentuoso batterista, che si esibisce al Blue Note. Appuntamenti alle 20.30 e alle 22.30.
La dolce ala della giovinezza: una superlativa Elena Sofia Ricci interpreta la sola e depressa anima scritta da Tennessee Williams. Debutta al Teatro Manzoni alle 20.45, godibile fino al 2 aprile.
Cristophe: l’emozionante storia di un senzatetto parigino, scritto diretto e interpretato da Nicola Russo, arriva al teatro Elfo Puccini. Resterà in replica fino al 7 aprile e debutta alle ore 21.00.
Ben Bohmer: portatore sano di musica house, il compositore e dj tedesco approda al Fabrique. Begin Again World tour inizia alle 21.00.
#Mercoledì 22/3: Milano celebra la cacciata degli Austriaci, aprono due grandi mostre e si sfidano due rapper: uno di Milano Ovest e l’altro di Manchester Sud
Ernia – Credits: Rockon.it
5 Giornate di Milano: appuntamento storico con la data conclusiva dell’insurrezione di Milano contro gli austriaci. Il 22 marzo del 1848 i milanesi cacciano gli Asburgo, seppure temporaneamente.
Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo: si apre al Mudec una mostra contenente dipinti, manufatti e sculture di grandi artisti del surrealismo. In mostra fino al 30 luglio, apertura alle ore 9.30.
La Pace Preventiva: apre alle 10.00 la personale di Michelangelo Oliviero Pistoletto in mostra nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Protagonista fino al 6 giugno è la colomba bianca, simbolo universale della pace.
Candlelight celebra Ludovico Einaudi: doppio spettacolo presso la Casa Cardinale Ildefonso Schuster. Alle 20.00. e alle 22.00 Luca Rampini esegue le musiche del Maestro Einaudi. In replica anche sabato 25/3.
Wayne Krantz: la grande padronanza della chitarra e l’improvvisazione del chitarrista americano, salgono sul palco del Blue Note. Consueta la formula del doppio spettacolo alle 20.30 e alle 22.30.
Quartetto Prometeo ft.Mariangela Vacatello: inedito Quintetto Appassionato, con la pianista che si unisce al Quartetto. Si esibiscono al Conservatorio Giuseppe Verdi alle ore 20.45.
Mistero Buffo: ha compiuto 50 anni l’opera di Dario Fo e Franca Rame. Uno dei migliori interpreti contemporanei di Fo, Mario Pirovano, celebra al Teatro Lirico questo importante traguardo, alle ore 20.45.
Meekz: il rapper mascherato di Sud Manchester porta, per la prima volta in Italia, la sua storia e musica. È possibile ascoltarlo al Circolo Magnolia di Segrate alle 21.00.
Ernia: da Bonola al palcoscenico più importante della sua città, il rapper milanese attende i suoi fans al Forum di Assago, a partire dalle 21.00.
#Giovedì 23/3: il Festival di San Nolo, la risposta milanese a Sanremo, Lombardia Beer Fest e MIA
Festival San Nolo – Credits: festivalsannolo.it
MIA Fair: la prima e più importante fiera dedicata all’arte della fotografia, apre al SuperStudio Maxi. Dalle 12.00 alle 21.00, continua fino a domenica 26.
Lombardia Beer Fest: edizione 2023 della festa della birra di piazza Città di Lombardia. Apre alle ore 18.00, con ingresso gratuito fino a domenica 26/3.
Festival di San Nolo: irriverente, iconico e attesissimo, torna il Festival della Canzone a Milano. Prima serata alle ore 19.00 al District 272 di via Padova. Seconda semifinale il 24 e finalissima sabato 25/3.
Il Piccolo Principe: a metà tra il musical e la performing art, debutta al Teatro Repower di Assago l’edizione della celebre favola di Saint-Exupéry. Sipario alle 20.30, resta in scena fino al 2 aprile.
La fabbrica degli stronzi: ipocrisia e mediocrità messe in scena al Teatro Fontana, grazie alla produzione di Kronoteatro. Sipario alle 20.30, in replica fino a domenica 26.
Diario di Accattone: lettura del diario di Pier Paolo Pasolini che scopre Roma, il cinema e sé stesso, mentre si appresta a girare il suo primo film. Interpreta Danilo Nigrelli al teatro Oscar alle 20.30.
Judi Jackson: la giovane interprete americana porta al Blue Note il suo tributo a Nina Simone. Doppio appuntamento con gli spettacoli delle 20.30 e 22.30.
Made in Ilva: poesia, musica e perform arts del monologo interpretato da Nicola Piazola. Sul palco del Pacta Salone le acrobazie di un operaio ILVA, nella critica a quel contesto industriale. Debutta alle 20.45.
La Bottega del Caffè: Michele Placido è il protagonista di questa commedia di Goldoni, in scena al Teatro De Silva di Rho alle 21.00.
La fabbrica dei sogni: artisti strampalati e una folle psichiatra abitano ancora un vecchio manicomio, abbandonato da tutti tranne che da loro. Lo spettacolo, con Sal Da Vinci è in scena al Lirico fino al 25 marzo.
Queen Extravaganza: la tribute band dei Queen, selezionata da Brian May e Roger Taylor, è uno degli appuntamenti più attesi di questo giovedì. Sono protagonisti all’Alcatraz, dalle ore 21.00.
Germano Lanzoni: stand up comedy imbruttita al Garage Moulinski di via Pacinotti. Inizio spettacolo alle 21.30.
#Venerdì 24/3 (orario diurno e pre serale): Fa la cosa giusta e la grande mostra dedicata a Helmut Newton
Helmut Newton Legacy – Credits: Palazzo Reale
Fa la Cosa Giusta!: 19esima edizione della fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Apre alle 9.00, chiude domenica 26 all’Allianz MiCo, lungo i padiglioni 3 e 4.
New European Bauhaus in Milan: evento pubblico di apertura a Milano su come vivere meglio il patrimonio culturale in Europa. Apertura lavori alle 9.30 presso Aula Rogers 2 del Politecnico, Ed. 11 in via Ampère.
Helmut Newton. Legacy: per celebrare i 100 anni dalla nascita del celebre fotografo, apre i battenti una mostra a Palazzo Reale. In allestimento fino al 25 giugno, l’apertura ufficiale è alle 10.00.
Uno dei problemi di Milano: i bagni. Spesso sono in condizioni orrende. Eppure si possono trovarne alcuni molto accoglienti, puliti e gratis anche in centro. Video di MilanodaScrocco.
20 marzo: alle ore 22.15 inizia ufficialmente la primavera, è tempo di pensare a gite fuori porta e anche a viaggi a lunga distanza. La promozione messa in campo da Italo e le tratte disponibili.
VIAGGIARE ad ALTA VELOCITÀ a MENO di 10 EURO in tutta Italia: le tratte SUPERSCONTATE
# A meno di 10 euro con i treni alta velocità
Credits lp_car2022 IG – Italo treno
Per godersi appieno la primavera la soluzione ideale di viaggio rimane sempre il treno, ancor di più se quello ad alta velocità. Se poi si può farlo a prezzi stracciati ancora meglio. Italo ha messo in campo una promozione che consente di viaggiare tra diverse città italiane con prezzi a partire da soli 9, 90 euro.
# Le tratte super scontate
Mappa Italo Treno
Le tratte disponibili a questa tariffa sono soprattutto nelle regioni del Nord Italia: Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia oltre a Emilia-Romagna e Toscana. Eccole nel dettaglio:
Milano – Reggio Emilia
Genova – Milano
Udine – Vicenza
Bologna – Firenze
Bologna – Brescia
Bologna – Venezia
Ferrara – Firenze
Ferrara – Pordenone
L’offerta prevede un numero limitato di posti. Per usufruirne è consigliabile prenotare in anticipo scegliendo il giorno giusto.
Tra la fine del 2023 e la fine del 2026 saranno diverse le torri e i grattacieli ad essere inaugurati a Milano. Il punto sui cantieri.
I NUOVI GRATTACIELI in arrivo a Milano nel PROSSIMO TRIENNIO
2023
#1 Entro l’autunno 2023: il “Nido verticale”, 120 metri per 23 piani
Credits Andrea Cherchi – Torre Unipol
La struttura della torre Unipol a firma dell’architetto Cucinella, ormai nota come il “Nido verticale” per la sua forma e struttura, è stata completata così come il rivestimento esterno.
In fase di installazione finale la copertura a sbuffo prospicente l’ingresso. Alto 120 metri per 23 piani il grattacielo che affaccia su via Melchiorre Gioia e la Biblioteca degli Alberi dovrebbe essere occupato entro l’autunno 2023.
#2 Trilogy Tower: tre torri in zona Portello. I lavori partiti a giugno 2021 dovrebbero finire entro il 2023
Credits Urbanfile – Trilogy Tower
Trilogy Towers è un complesso residenziale in zona Portello con affaccio su CityLife e il vicino Monte Stella, firmato da Abitare In. Il progetto strutturale è dell’ingegner Alfonso Corredor di Studio PP8, mentre il progetto architettonico è di BAEC (Building Appraisal & Estimating Consulting). Costituito da tre torri di altezze diverse collegate al piano terra e denominate rispettivamente: Gold, Diamond e Platinum, la più alta avrà 17 piani e un’altezza di 68,80 m.I lavori sono iniziati a giugno del 2021 e a fine febbraio 2023 sono quasi arrivati al termine esternamente con le facciate completamente liberate dalle impalcature. Entro la fine dell’anno il cantiere dovrebbe concludersi.
#3 Terminal Tower: alta 65 metri per 18 piani presso il capolinea San Cristoforo della linea M4
Credits: grattacielimilano.it
Nel 2021 sono iniziati i lavori di costruzione della Terminal Tower che comprende 33 unità residenziali, su una torre di 18 piani su 65 metri d’altezza, di cui 20 trilocali, 7 bilocali, 6 quadrilocali oltre a 40 posti auto. Il progetto si colloca in un’area al centro di un importante progetto di riqualificazione urbana che prevede la realizzazione di un parco di circa 140.000 mq e della nuova linea metropolitana cittadina M4 San Cristoforo integrata con la fermata della linea suburbana S9.
L’edificio è in fase di spacchettamento. Alla fine del 2023 si prevede la consegna degli appartamenti.
2024
#1 Città Contemporanea 3.0: tre edifici in linea più una torre di 92 metri nel progetto di Cascina Merlata pronti alla fine del 2024
Credits Andrea Cherchi – Lotto 3.0 Città Contemporanea
Città Contemporanea 1.0 e 2.0 già consegnate, iniziati da poco i lavori per il lotto 3.0, tutto il progetto è frutto della collaborazione tra lo studio Antonio Citterio Patricia Viel e CMB. Insieme hanno condotto una co-progettazione integrata che si esplica nella qualità dei materiali, nella scelta degli elementi di design degli edifici e degli spazi pubblici. In questo terzo lottosono previsti quattro edifici, tre in linea, più una torre di 25 piani e 92 metri, per un totale di 357 appartamenti. Tutti questi edifici fanno parte del lotto R7 riservato all’edilizia convenzionata del progetto di Cascina Merlata.
Credits Urbanfile – Città contemporanea lotto r7
La prima parte del lotto con la torre, arrivata al tetto a inizio 2023, e un edificio a stecca di 10 piani è arrivato ormai a conclusione. Tutto il progetto dovrebbe terminare nel 2024.
#2 Park Towers: le due torri affacciate sul fiume Lambro. La più alta raggiungerà i 77 metri
Park towers
Park Towers Milano è un progetto di Asti Architetti gestito da BlueStone, primario sviluppatore immobiliare. Le due torri di 77 e 55 metri d’altezza, entrambe con affaccio sul parco Lambro, sono composte da 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e si svilupperanno su un area verde di circa 5.000 metri quadrati ad esclusiva fruibilità dei residenti con spazi comuni come co-working, palestra, area gioco bambini, delivery room, sala eventi. Alla fine di febbraio 2023 la torre alta ha raggiunto 18esimo piano, mentre quella piccola è arrivata in cima. La consegna è prevista nel 2024.
#3 I grattacieli fratelli “Gioia 20 Est” e “Gioia 20 Ovest”, alti rispettivamente 98 e 64 metri
Gioia est e ovest
Il progetto di “Gioia 20” è suddiviso in “Gioia 20 Est”, alto 98 metri di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest” di 64 metri. A fine 2020 sono state predisposte le aree di cantiere e le opere speciali propedeutiche a scavi e fondazioni, queste ultime iniziate nel 2021. Le due torri ad uso terziario, che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine, andranno a coprire gli ultimi due buchi rimasti in questa porzione del Centro Direzionale. Consegna prevista entro la prima metà del 2024.
2025
#1 The Gate: il quarto grattacielo di Citylife soprannominato “lo sdraiato”, toccherà la quota massima di 110 metri
Il quarto grattacielo
The Gate, soprannominato dai milanesi anche “lo sdraiato” per rimanere in linea con le definizioni date alle vicine tre torri il dritto, lo storto e il curvo, è l’ambizioso intervento di Bjarke Ingels Group (BIG): la nuova porta d’ingresso alla città. Due edifici autonomi collegati da una struttura a portico sospeso lunga ben 140 metri, sotto il quale ci saranno spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina. L’edificio più basso, circa i 50 metri d’altezza, comprenderà un hotel di 10 piani e più di 120 camere, il più alto adibito ad uffici arriverà a 110 metri di nell’estremità strutturale. Attualmente sono in corso i lavori per le strutture di contenimento propedeutiche allo scavo in profondità per i sotterranei dell’immobile. La consegna è prevista nel 2025.
#2 Syre: la nuova torre di 70 metri in arrivo a San Siro
Credits abitare.co – Syre
A San Siro lungo via Rospigliosi, nell’isolato compreso tra piazza Axum, via Capecelatro e via Pessano, sorgerà un nuovo complesso residenziale di pregio. Il progetto sviluppato da Marco Piva, dal nome Syre, prevede la costruzione di una torre alta 70 metri per 22 piani e un edificio da otto per un totale di 120 appartamenti in vendita in edilizia libera, da bilocali fino a pentalocali. Accanto a questi due edifici dovrebbe essercene un terzo dedicato ad affitti calmierati per un totale di 22.000 mq di superficie di nuova edificazione. Abitare Co. è stata incaricata della commercializzazione, i prezzi dovrebbero attestarsi attorno ai 6.500 al mq, con consegna degli immobili prevista entro luglio 2025.
#3 Hippodrhome, una torre di circa 80 metri con affaccio sull’ippodromo di San Siro a firma di Beretta Associati
Credits Urbanfile – Hyppodrome
I lavori per la realizzazione del progetto immobiliare Hippodrhome a Lampugnano, a pochi possi dal cuore antico del borgo, sono iniziati nel 2021 e sono ora in fase avanzata. Si prevede una torre di 22 piani di circa 70-80 metri d’altezza, appoggiata su un edificio di 6 piani, che si affaccerà sull’ippodromo di San Siro. Il nuovo complesso abitativo di oltre 16 mila metri e 135 unità abitative, avrà al suo interno palestra, locker room e area di coworking. La chiusura del cantiere è programmata per il 2025.
2026
#1 Torre Faro A2A sarà il primo grattacielo nel sud Milano, alto 145 metri per 28 piani. In ritardo sulla tabella di marcia, inaugurazione a inizio 2026
Torre Faro A2A
Torre Faro sarà la nuova sede milanese di A2A, la più grande multiutility italiana. L’edificio servirà a raggruppare sotto un unico tetto gli svariati uffici sparsi sul territorio. Caratteristica saliente del progetto sarà l’originale “spaccatura” centrale a circa 60 metri d’altezza con giardini pensili oltre che l’uso di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Raggiungerà i 145 metri per 28 piani complessivi. I cantieri preparatori sono iniziati alla fine del 2022, con la bonifica e le operazioni propedeutiche allo scavo delle fondamenta. La conclusione dei lavori è prevista nel 2025, anche se al momento sembrano un po’ a rilento, mentre l’inaugurazione per le Olimpiadi del 2026 con il graduale ingresso dei 1.500 dipendenti dislocati oggi nelle varie sedi.
Il nuovo grattacielo della Barona si chiamerà TheTris e prenderà il posto di quello in costruzione e i cui lavori si sono interrotti, Skydrop. La progettazione è stata affidata allo studio di Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST e in base alle prime informazioni dovrebbe essere una torre di poco più di 100 metri d’altezza suddivisa in tre moduli, da questo deriva il nome dell’edificio, il primo di 8 piani, il secondo di 6 e il terzo di 4. In totale dovrebbero esserci tra i21 e i 25 piani. I cantieri sono già avviati e dovrebbero terminare fra circa 3 anni.
#3 Torre Sistema, 26 piani e 122,50 metri d’altezza per un nuovo edificio di Regione Lombardia
Palazzo Sistema sarà un nuovo luogo di lavoro per Regione Lombardia, dove verranno aggregate altre funzioni sparse in diversi edifici di Milano. La nuova torre sarà di 26 piani per un’altezza di circa 122,50 metri, con terrazze verdi a doppia e tripla altezza, insieme a specchiature modulari di vetro fotovoltaico. Sulla copertura del corpo più basso ci sarà un grande tetto di giardino pensile. Al piano strada ci sarà un giardino autosufficiente, progettato secondo i principi del Dry Garden, con avvallamenti nel terreno per permettere la raccolta di acque piovane, favorendo la mitigazione climatica. Sono previsti di tre anni di lavori dall’affidamento dell’appalto, il costo stimato è di 28 milioni di euro, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2023.
#4 M.I.C., la Torre Multiforme con un’altezza massima di 94,5 metri attesa per il 2026
MI.C. darà un nuovo volto al vecchio Hotel Michelangelo, che per cinquant’anni ha dominato con la sua mole rosso mattone il lato orientale della Stazione Centrale. Inaugurato alla fine degli anni Settanta con i suoi 17 piani e 306 camere, l’Hotel Michelangelo è stato un’icona della storia di Milano. Nel 2020 è stato poi dismesso e trasformato nel primo centro convalescenza Covid-19.
Credits parkassociati – Mic dal basso
Il nuovo edificio sarà composto da due torri adiacenti, alte fino a 94,5 metri, che si sviluppano da un volume in cortina che lega il complesso al suo isolato. Il dinamismo è alla base del progetto e a sorprendere è proprio la facciata del nuovo edificio: sarà multiforme. In fase avanzata la demolizione dell’hotel con consegna programmata per il 2026.
La motivazione dell’amministrazione: migliorare la viabilità. Risultato? Smantellare una tipica pavimentazione storica che altre altre città europee invece tutelano. I milanesi si mobilitano.
PAVÈ sì o PAVÈ no? Scatta la PETIZIONE tra i MILANESI
# All’estero curano con gelosia il loro pavé, a Milano si elimina
Quando viaggiamo all’estero in città come Varsavia, Sofia, Salonicco, Praga, Lublino, Monaco di Baviera o Vienna passeggiamo volentieri su queste pavimentazioni di pietra pulite e perfettamente levigate.A Milano invece vengono rimosse nel silenzio generale dopo essere state ridotte in condizioni pessime dalla scarsa o assente manutenzione. Un male della Milano degli ultimi anni che forse pensa troppo a costruire il nuovo ma si dimentica di prendersi cura dell’esistente. Teatro dello smantellamento è oraVia Montegani, dove diversi cittadini si stanno mobilitando. La strada scelta è una raccolta firme per salvare le pavimentazioni di sanpietrini e pavé. Ecco il link della petizione: petizione per salvare il pavé.
Credits: partecipaMI.it Flashmob per difendere il pavè
# Nato dai ciottoli di fiume diventato un simbolo di Milano
C’eravamo tanto amati
“Pavé” è una parola francese: significa “pavimento” e si riferisce ai ciottoli di pietra usati per la pavimentazione delle strade. A Milano, la storia del pavé risale almeno al XV secolo, quando i ciottoli di fiume furono utilizzati per la pavimentazione di molte strade della città.
Ma è nel corso del XIX secolo che il pavé divenne uno dei materiali preferiti per la pavimentazione delle strade di Milano. Negli anni ’30 del XX secolo, l’ingegnere Piero Puricelli sviluppò un innovativo metodo per creare un pavé di calcestruzzo precompresso, che fu utilizzato per la realizzazione di molte delle nuove strade della città. Il pavé di Puricelli aveva una serie di vantaggi rispetto al tradizionale pavé di ciottoli di pietra, tra cui la maggiore resistenza all’usura e alla rottura, la maggiore aderenza e la maggiore facilità di installazione.
Oggi, il pavé di Milano è diventato un’icona della città e un elemento distintivo del suo paesaggio urbano. Molti dei vecchi pavimenti di ciottoli di pietra sono stati preservati, mentre il pavé di Puricelli è stato utilizzato per la realizzazione di nuove strade e piazze della città. Il pavé è diventato anche un elemento di ispirazione per l’arte e il design, con molti designer che si ispirano alle sue forme e texture per creare opere d’arte e prodotti di design.
I problemi del pavé sono soprattutto per chi si muove su due ruote, anche se i difensori della pavimentazione storica di Milano dicono che il problema non è per il pavé ma per la sua cattiva manutenzione. Che è poi il problema più diffuso sulle strade di Milano.
Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it
Si diceva fare i portoghesi, intendendo viaggiare a scrocco, senza biglietto. Da qualche tempo esiste un’altra nazionalità che può viaggiare sui mezzi di trasporto pubblici regionali e comunali della Lombardia. Ma lo può fare in modo legale.
PASSAPORTO Passepartout: con questo si VIAGGIA GRATIS in Lombardia
# Chi erano i portoghesi senza biglietto
Ph. mykhailo_kolisnyk
L’espressione “fare i portoghesi” viene utilizzata per chi non paga il biglietto del trasporto pubblico. Ma da dove nasce questa usanza?
Sembra che derivi dal fatto che i cittadini di nazionalità portoghese erano soliti non pagare il biglietto sui tram a cavallo che circolavano a Lisbona nel XIX secolo. In quel periodo, i portoghesi erano generalmente considerati un popolo molto povero e quindi non erano in grado di permettersi il costo del biglietto. Ma c’è un’altra versione che porta dritto a Milano.
L’espressione avrebbe origine nel XIX secolo a causa della presenza di molti immigrati portoghesi a Milano, i quali si rifiutavano di pagare il biglietto sul tram. Ora una decisione della politica regionale potrebbe modificare la nazionalità per descrivere chi viaggia senza biglietto.
# Il passaporto che consente viaggi gratis in tutta la Lombardia
Credits simone.carcano IG – Treno Trenord in ritardo
I lusitani potrebbero non sentirsi più chiamati in causa quando qualcuno scavalcherà il tornello della metro o salirà sul tram senza biglietto.
Per viaggiare sui treni di TRENORD e, a quanto pare, su tutti i mezzi pubblici della regione basta presentare un documento comprovante la nazionalità ucraina per essere esentati dal biglietto.
Come possiamo leggere dalla pagina di TRENORD:
“Milano, 14 marzo 2022 – I cittadini ucraini, in fuga dalla guerra, possono viaggiare gratuitamente sui treni Trenord per raggiungere la propria destinazione in Lombardia o transitare verso altre regioni. Secondo quanto contenuto in una circolare a capitreno e personale d’assistenza in vigore dal 4 marzo 2022, il passaporto ucraino o altro documento di identitàdi queste persone sono riconosciuti quale concessione a viaggiare.
Trenord, inoltre, mette a disposizione i propri operatori di assistenza per favorire l’accoglienza nelle stazioni ferroviarie, secondo le indicazioni impartite da Prefetture e Protezione Civile.”
Sia ben chiaro, siamo solidali con tutte le vittime di una guerra, però può sorgere la domanda sul perché tale diritto debba essere garantito solo agli ucraini e non a tutti i popoli in fuga da una guerra. Non solo. Consentire il viaggio a tutti gli ucraini, esclusivamente in base alla nazionalità e non perché realmente rifugiati di guerra, può portare al paradosso di consentire il viaggio gratis anche a persone di cittadinanza ucraina che erano arrivate in Italia prima dello scoppio della guerra. Magari anche benestanti.
Finirà che questa decisione porterà a sostituire i portoghesi con gli ucraini?
Una stacanovista dello spettacolo. Ha dato volto e voce a personaggi conosciuti da tutti.
LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome
# I mille nomi di un’eterna bambina
Credits wikipedia -pubblico dominuo – Liù Bosisio
E’ una donna coraggiosa, sincera, appassionata, che non ama le convenzioni e neppure i convenevoli. Capace di trasformare i suoi sogni giovanili in una carriera straordinariamente completa.
Liù Bosisio è un’artista a tuttotondo: attrice, doppiatrice, ma anche scrittrice, pittrice e ceramista. Nasce a Milano il 30 gennaio 1936, a 16 anni entra nell’Accademia d’arte Drammatica, dopo una fanciullezza non felice: “da piccina mi chiamavano Cicci, che col passare degli anni è diventata la bambina che c’è in me, che mi aiuta a vivere“.
Poi la soprannominarono Adua, “perché mi fecero credere che mio padre era morto in Abissinia. In realtà lui, che era un pittore e che abitava per conto proprio, morì quando io avevo cinque anni, soffocato dal gas della cucina“.
I nomignoli di questa nostra attrice, che all’anagrafe fa Luigia Bosisio Mauri, sono stati anche Lella, Biscotto, Bambi e infine Liù: “perchè a scuola di teatro eravamo due Luisella (Luigia), così per non confonderci, mi soprannominarono Liù”.
A 19 anni conclude gli studi di recitazione, interpretando la commedia “Ma non è una cosa seria“, di Pirandello. La sua padronanza scenica impressionò Romolo Costa, che la volle al Teatro Manzoni di Milano.
La sua arte del recitare inizia a diventare una filosofia di vita, visto che “l’attore per me è un tramite, uno strumento per fare arrivare delle emozioni, delle sensazioni; non è possibile recitare senza sapere da dove arriva il testo, chi lo ha scritto e qual è stata la sua vita“.
# Una stacanovista dello spettacolo
Bosisio
Liù Bosisio è sempre stata una stacanovista dello spettacolo, rigorosa, attenta e autocritica. Il pubblico l’ha sempre amata, perché si accorge che lei stessa ama il pubblico.
Il teatro è il suo contesto congeniale, qui ha recitato in “Mon Bebè”, “L’Isola del Tesoro”, “La Tempesta” di Shakespeare, “L’Orlando furioso”, “Bertoldo Beroldino e Cacasenno”, e in tante altre opere dimostrando sempre una vena artistica unica.
# “Ciao signora Pina!!”
Nel cinema debutta a 26 anni ne “La Marcia su Roma”, al fianco di Gassman e Tognazzi. In tutto ha lavorato in una ventina di pellicole, quella che le ha regalato la notorietà è stata “Fantozzi”, anche se, quando parla di quest’opera, si capisce che rappresenta una parentesi che non le ha lasciato un bel ricordo: “per 40 anni mi sono sentita chiamare per strada “Ciao signora Pina!!“, il pubblico davanti a quel film ha sempre riso, mi chiedo perché. La gente non capisce che quei lavori non hanno nulla di comico: Pina è una donna che resiste, di fronte alle umiliazioni e alle sfortune subite dal marito e dalla famiglia“.
# La voce di superstar internazionali e dei cartoni animati
Noi degli anni ’80 – Hello Spank
Liù Bosisio è anche una nota doppiatrice, capace di valorizzare la categoria degli attori che danno le voci ai protagonisti di film e cartoni animati: è la voce di Geraldine McEvan, di Julie Harris, Susan Anspach in “Provaci ancora Sam”, solo per fare alcuni nomi. Nei cartoni è la voce di Spank, di Doraemon, di Marge dei Simpson, Coco in Kimba il Leone bianco, di Kunik nell’Uomo trigre e tanti altri ancora.
# I personaggi e gli attori più amati da Liù Bosisio
Quali sono i personaggi dell’animazione che stanno più a cuore alla Bosisio?
“Spank e Doraemon, per quest’ultimo avevo escogitato il vezzo di allungare alcune parole, per esempio orologio diventava orologiolo. Ma in Rai dissero che era diseducativo e mi bocciarono l’idea“.
Liù Bosisio è anche mamma, di Luca: “è nato quando avevo vent’anni, abbiamo pure recitato insieme in diverse opere, l’ultima in un lavoro per la televisione con Lando Buzzanca.”
Ha dichiarato di avere un bel ricordo di Alberto Sordi: “ne, “Il Tassinaro”, sul set faceva caldissimo, io stavo svenendo e lui mi fece aria con un giornale. Un piccolo gesto, ma importate“.
E sugli attori contemporanei, la Bosisio che opinione ha? “Apprezzo Stefano Accorsi, Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher, un’attrice che appena la vedi sullo schermo capisci che quel lavoro sarà di qualità“.
Ville-caverna: la nuova frontiera per l’immobiliare? Con sempre meno spazio disponibile sopra la superficie delle città, perché non puntare al sottosuolo?
La VILLA-CAVERNA: la nuova frontiera dell’immobiliare?
# Al riparo degli eventi ambientali estremi
Credits: fuorisalone.it villa caverna
La villa caverna, chiamata nCaved, si trova sull’isola greca di Serifos. E’ stata costruita nel sottosuolo per ripararla dagli eventi atmosferici: i forti venti di tramontana avrebbero messo a rischio un edificio in linea con il suolo. Per questo lo studio Mold Architects ha trovato una soluzione molto semplice: costruirla sotto terra.
# La villa-caverna: tra vedute panoramiche e modernità
Si tratta di una casa-rifugio, caratterizzata da un’alternanza di vuoti e di pieni. I muri longitudinali sono in pietra a secco, così da proteggere l’intero edificio, mentre le pareti agli altri lati sono delle ampie vetrate che offrono una vista magnifica.
Credits: archdaily.com villa caverna
Con uno sguardo dritto sul mare all’altezza dell’orizzonte, all’interno della villa-rifugio si sta come su un’isola. L’arredamento è ultra moderno. Ci sono tre piani: camera da letto e soggiorno, uniti tra loro, e una guest house con ingresso indipendente.
Credits: archdaily.com interno villa cavernaCredits: archdaily.com interno villa caverna
La villa-caverna vuole entrare in armonia con il contesto naturale in cui è inserita. Gli architetti infatti hanno costruito l’esterno con pietra, cemento a vista, legno e metallo. L’idea di sfruttare il sottosuolo per viverci potrebbe diventare una soluzione per le nostre città?
Destinato a rivoluzionare lo skyline di Londra. Un progetto incredibile: gallerie panoramiche, ascensori verticali esterni e trasparenti, ristoranti e bar, senza nessun ufficio. Lo studio Foster + Partners ha sperato a lungo che si accendesse la luce verde per realizzarlo. Le tappe della vicenda.
Il TULIPANO, il “GRATTACIELO più BELLO del MONDO”, non sboccia (Rendering)
# Il futuristico grattacielo senza uffici: sarebbe diventato il secondo più alto di Londra con 305,3 metri, dopo “The Shard” di Renzo Piano
Credits: lanuovalondra.it
The TulipTower, il grattacielo progettato degli architetti Foster + Partners, era destinato a rivoluzionare lo skyline di Londra. Caratterizzato da una forma che ricorda il fiore del tulipano, consisteva in un grattacielo di 305,3 metri senza uffici ma con numerose gallerie panoramiche, con delle parti esterne, un ristorante e posti didattici. Sarebbe diventato il secondo edificio più alto della città dopo i 309 metri di The Shard realizzato da Renzo Piano. Si sarebbe dovuto costruire al 20 di Bury Street, a pochissima distanza dal 30 St Mary Axe, altro edificio firmato da Foster + Partners. Ma qualcosa è andato storto.
# Ascensori trasparenti verticali e vista a 360 gradi sulla città
Credits: futuroprossimo.it - The Tulip
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The Shard sullo sfondo
Terrazze panoramiche
Base del grattacielo
Tra le immagini rilasciate dallo studio di architettura britannico spiccano gli ascensori esterni trasparenti per spostarsi nei piani alti della struttura godendosi il panorama cittadino. La torre panoramica in cemento sarebbe stata avvolta da una serie di attrazioni, mentre all’interno erano previste strutture educative, sky box, ristoranti e caffè. Ecco la cronistoria di tutta la vicenda fino all’esito finale.
# Prima approvato dalla City of London: ha “il potenziale per diventare un’icona architettonica”…
Inizialmente il progetto fu approvato dalla City of London nel 2019, secondo la quale The Tulip aveva “il potenziale per diventare un’icona architettonica”. Alcune associazioni erano contrarie perché il nuovo grattacielo avrebbe bloccato la vista della Torre di Londra. A questo si sarebbe aggiunto il rischio per la stessa Torre di venire scartata dalla lista dei siti patrimonio dell’umanità UNESCO.
# …ma bocciato dal sindaco e poi dal governo. Con questa motivazione
Credits: futuroprossimo.it
Inizialmente era stato il sindaco di Londra Sadiq Khan a bloccare il progetto, in quanto “nonconforme al piano di sviluppo della città”, e anche il London City Airport aveva sollevato perplessità sulla possibilità che la particolare struttura del grattacielo avrebbe potuto interferire con il controllo del traffico aereo.
Il team Foster + Partners aveva quindi deciso di fare ricorso. Nonostante alcuni cambiamenti al progetto, è arrivata però la bocciatura definitiva da parte del governo. In base alle motivazioni le misure che sarebbero state prese per ridurre drasticamente le sue emissioni di carbonio durante la sua costruzione non avrebbero compensato gli aspetti ambientali non sostenibili dell’edificio, una torre di cemento con un belvedere in cima.
Per ora il sogno è svanito. Verrà riproposto in futuro?
Si andrà da Milano a Londra a bordo di treni veloci? Il piano allo studio e i passi che sono stati compiuti.
MILANO – LONDRA in 5 ore e mezza in TRENO: diventerà realtà?
# Da Milano a Londra con l’alta velocità per battere l’aereo
Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi
Nell’estate del 2020 l’annuncio del progetto Green Speed di Eurostar per collegare con l’alta velocità la capitale britannica con altre grandi città del continente europeo. Oggi il servizio connette Londra a Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Lione, Marsiglia, Avignone e Rotterdam, attraverso il tunnel della Manica.
L’allora Segretario ai trasporti del Regno Unito Grant Shapps confermava il pieno appoggio del Parlamento di Londra: “Tra le destinazioni da aggiungere in futuro ci sono Bordeaux, la Spagna, il Portogallo, Ginevra e Svizzera, l’Italia, l’Austria e Francoforte. In definitiva, vogliamo vedere connessioni senza soluzione di continuità con reti continentali ad alta velocità verso moltissime destinazioni europee”.
# Nel 2022 l’annuncio della fusione tra Eurostar e AV Thalys
Credits jolienvgaalen IG – Eurostar
Tra le premesse per raggiungere l’obiettivo era prevista la fusione di Eurostar con la società ferroviaria AV Thalys, cosa che è avvenuta nei primi mesi del 2022 in seguito all’approvazione da parte della Commissione Europea. Nello specifico Thalys è entrata a far parte nel gruppo Eurostar. Per il momento non esiste una data di lancio effettiva per i nuovi collegamenti rapidi, anche perché mancano ancora lunghi tratti di binari adatti all’alta velocità in direzione di Francia e Svizzera dopo Torino e Milano e tra Lione e Lilla, ma il progetto non si è fermato.
Nella gara per dar vita al futuro servizio di alta velocità ferroviaria potrebbero inoltre entrare in gioco anche altri operatori, visto che E Getlink precedentemente noto come Eurotunnel ha aperto ad altre aziende: Trenitalia si è già dimostrata interessata e quanto pare anche Renfe, la compagnia spagnola, potrebbe farsi avanti.
# Questi sarebbero i possibili tempi di percorrenza
Nel caso il progetto diventasse realtà questi sarebbero i tempi di viaggio previsti per arrivare a Londra da:
Definirlo solo un (talentuoso) bassista sarebbe riduttivo. Perché Saturnino Celani una ne pensa e cento ne fa. Noto per la sua storica collaborazione con Jovanotti (“l’incontro con Lorenzo è sui Navigli, a Milano, nel 1991”) è diventato anche imprenditore nel mondo della moda. Dopo la Saturnino Eyewear, ha creato le Saturnino Shoe e SatuSocks: calzini sia per uomo che per donna, fatte in cotone pettinato effetto spugna, dai colori brillanti. Vendute solo online. Ma come trascorre la sua giornata tipo a Milano?
24 ORE non stop a MILANO con SATURNINO
# “Sono arrivato a Milano che non conoscevo nessuno”
Marchigiano doc, forte è anche il legame con Milano. “Senza dubbio è una città che ti assorbe, ti influenza e ti ispira – ammette- Arrivai da Ascoli Piceno nel 1989, avevo 20 anni, me lo consigliò il mio insegnante di basso elettrico: “Vai a Milano, lì potrai trovare persone con cui condividere i tuoi progetti”, mi disse. E così feci. Quando arrivai non conoscevo nessuno. Ma da subito ho capito che qui tirava un’aria diversa. Lo stesso anno suonai in pubblico, prima nell’Aula Magna della Bocconi facendo le cover dei Police, e poi in un bel locale, il Tangram con il chitarrista Gigi Cifarelli. Quella sera mi ascoltò Patrick Djivas, il bassista della PFM. Mi disse che gli ero piaciuto e qualche anno dopo mi chiese di andare in sala di registrazione per incidere con Gatto Panceri”. Ma qual è la giornata tipo del bassista e imprenditore? Ecco l’intervista di Saturnino Celani per noi.
# Raccontaci la tua giornata tipo
Credits: @saturnino69 Saturnino Celani
Suono perché mi piace improvvisare. Le pianificazioni non mi sono mai andate molto a genio. Non riesco a darmi una routine. Non c’è una regola fissa, il mio lavoro è vario come ubicazione e contenuti. Ci sono giorni dedicati al business, con call e meeting, e altri dedicati alla creazione artistica. Magari comincio la giornata pensando “Questa mattina vado in show room poi lungo il percorso ricevo una telefonata e così stravolgo l’idea di partenza”. Il mio telefono per fortuna squilla spesso e accetto volentieri le proposte che mi piacciono. Quando devo registrare passo magari una giornata intera in studio, lo studio di registrazione è come un vero strumento. Milano offre il meglio. C’è lo studio di Pino Pischetola detto “Pinaxain via ia dei Fontanili, uno dei più bravi sound engineer in Italia. La prima sala di missaggio certificata Dolby Atmos in Italia. Domani vado da Daniele Lazzarin, in arte Danti mi stimola tantissimo. Da Cesare Marocco ho registrato la colonna sonora per “Marco inedito”: il documentario sugli ultimi cento giorni di Marco Pannella, diretto da Simona Ventura, e realizzato a quattro mani con il suo compagno, Giovanni Terzi. È stata davvero una bella esperienza. È importante che i giovani conoscano Pannella, gli dobbiamo le grandi battaglie di libertà.
# Sei un musicista di successo, perché creare un brand di occhiali e poi di calzini e scarpe?
Credits: @saturninoshoes Saturnino shoes
L’accessorio è proprio ciò che più mi piace: deve essere sempre un dettaglio importante, deciso, con carattere, perché è dai dettagli che si denota l’originalità delle persone. Con gli occhiali tutto è partito quando un mio vecchio paio di “Ray-ban Wayfarer”, acquistato a New York molti anni prima in un negozio di occhiali vintage, si è rotto e, non potendo risaldare la parte lesa, il mio ottico mi ha detto “perché non realizzi una tua linea di occhiali”. Ho un socio illuminato e un team fantastico che mi ha accompagnato finora. Per i calzini mi affido a un calzificio storico in provincia di Lecce. Le Saturnino Shoes sono il risultato di un eccellente lavoro di squadra, a quattro mani con il designer Luigino Cardinali. Sono prodotte a Montegranaro, nelle Marche, distretto calzaturiero per eccellenza, secondo la tradizione del “fatto a mano” e del “su misura”. Non sono sneaker ma vera scarpe da riposo con suola in gomma e le puoi risuolare all’infinito avendo fondo a cassetta. Si possono ordinare solo online. Tempo di lavorazione tre settimane e ti arrivano a casa. Stiamo lavorando ad uno sviluppo dell’anfibio, il super-anfibio, pensato per i grandi palchi…La scarpa on stage ha la stessa importanza sul palco che ha il sottocasco per i piloti di Formula 1.
# A che ora ti svegli?
Mi piace svegliarmi presto per avere più tempo a disposizione per la giornata, che è sempre troppo breve quando hai il privilegio di fare quello che ti piace. Alle 8 sono già operativo.
# Il primo pensiero?
Un pensiero di gioia, per avere accanto a me Alberta (Alberta Bargilli, produttore esecutivo Rai cultura, lavora negli studi di corso Sempione, ndr). Ho trovato la persona giusta. Sono ormai quasi due anni che stiamo insieme. Un po’ lei a casa mia o io da lei e mi sto impegnando perché questa storia continui ad essere bellissima. Come diceva John Lennon: “L’amore è come una pianta preziosa. Non puoi solo accettare di riceverla e lasciarla appoggiata sulla credenza o fare finta che sopravvivrà da sola. Dovrai continuare ad innaffiarla. Dovrai davvero prendertene cura e nutrirla”. E poi può sembrare banale mi sveglio contento di essere vivo e in buona salute. Quando avevo 14 anni sono stato vittima di un incidente abbastanza grave, rimasi otto mesi su una sedia a rotelle. Il lato positivo della faccenda? Con il rimborso assicurativo decisi di investire tutto nell’acquisto di strumenti musicali”.
# Come inizi la giornata?
Avvio le cose con calma, non amo entrare di corsa nella giornata. Circa mezz’ora di piegamenti braccia gambe e allungamenti per accelerare il metabolismo. Un’abitudine che ho preso durante il terribile lockdown e ho mantenuto, prima andavo in palestra. La colazione è un rito a cui tengo moltissimo: tre uova strapazzate senza nulla solo un pizzico di sale, una moka 4 tazze e kefir magro con mirtilli, poi un integratore la carnetina di due grammi. Di fronte piazzo il computer e seguo sempre una serie televisiva di Netflix che magari ho già visto in italiano e la rivedono in lingua inglese senza sottotitoli per fare pratica di inglese, è un metodo molto utile, me lo ha suggerito un insegnante di inglese per memorizzare le parole, se ci sono in sottotitoli non funziona. Infine rispondo alle mail, faccio zapping a caccia di notizie, con un occhio ai social. Ho appena comprato su Amazon una T-shirt vintage degli Smiths.
# La beauty routine?
Una volta un bimbo molto piccolo mi ha chiesto: “Ma perché tu non hai i capelli?” e io ho risposto: “Perché mi crescono già tagliati”. Mi faccio pochissimo la barba ma passo tanto tempo a radermi la testa. Deve essere impeccabile. E devo dire che la testa è abbastanza complessa come rasatura. Una doccia calda è la soluzione migliore per preparare la testa alla rasatura: ammorbidisce il capello e rilassa la pelle. Per detergere la cute uso lo stesso gel doccia allover capelli e corpo. A questo punto sono pronto per uscire. Prima giro fuori con Oliva. Vengo spesso a passeggiare al parco Sempione, che è vicino, molto vicino, a casa oppure facciamo un giro dell’isolato, Oliva ha memorizzato tutti i negozi dove le danno i biscotti.
# Ore 11
Dipende. Poche settimane fa sono andato con l’amico Massimo Poggini, un giornalista musicale di razza (autore della biografia di Saturnino Testa di basso) a parlare con gli studenti del liceo Manzoni di musica e di Lucio Dalla che lo racconta in un bel libro Immagini e racconti di una vita profondo il mare . Mi sono portato il basso e mi anno chiesto di suonare qualcosa. È stato il momenti più sfidante, perché avere la loro attenzione non è semplice. Una persona libera eterno sperimentatore. Oggi c’è molto conformismo e poca ispirazione autentica. È fondamentale invece creare itinerari di ascolto alternativo. Ai ragazzi ho detto: “non siate conformisti. Non sentitevi sbagliati a non seguire il branco. Non soltanto in fatto di gusti musicali.”
# Pausa pranzo
Credits: @diiulor80 La taverna dei golosi
Dipende. A volte salto persino il pranzo. Se sono in casa, in zona Sempione c’è “La taverna dei golosi”, è come se fosse la mia cucina di casa: petto di Pollo alla Griglia con Zucchine…oppure un’insalata o un’ottima sfogliatina di ricotta e carciofi. Se sono nello show room, scendo da Eataly, che ho praticamente sotto l’ufficio. Mi piace anche il caffè della Triennale con le grandi vetrate che affacciano sul Parco, un posto delizioso e dopo faccio un giro anche al bookshop firmato da Patricia Urquiola, strepitoso. Ma soprattutto, per me, il massimo è telefonare last minute a un amico o ricevere una telefonata inaspettata: “Sei libero? Ci vediamo a pranzo?”.
# Ore 15-19
Il momento privilegiato, quello della solitudine creativa. Adesso sto scrivendo pezzi per un progetto solista e ne ho realizzato un altro di stampo post punk con un quartetto femminile, flauto violino viola e tutti i giorni il basso, Il rapporto con lo strumento ha bisogno di una frequentazione costante anche mezz’ora ma tutti i giorni… ascolto musica. Sono un compulsivo musicale. Quindi, da compulsivo, mi piace saltare di palo in frasca a seconda di quello che mi emoziona. Più la ami, più ne vuoi conoscere e ne scopri di nuova. Adoro Il vecchio e immortale vinile. Benché l’audio digitale abbia sicuramente parametri di nitidezza pressoché insuperabili, il vinile ha qualcosa che va oltre il semplice ascolto, chiede raccoglimento, attenzione, tempo, un po’ come la cerimonia del the giapponese o la cottura della pasta. Un classico che amo ascoltare e riascoltare è Unknown pleasure dei Joe Divisionoy Division. L’album contiene dieci canzoni che oramai sono diventate leggenda; la chitarra sputa scintille come una fiamma ossidrica. Con il basso a reggere spesso l’impalcatura del tutto. Poi, all’improvviso, si abbatte una pioggia di note che provoca in profondità sussulti dell’io e in superficie tende un agguato alla nostra pelle.
# Il piacere non conosciuto di Saturnino quel è stato?
Credits: youtube.com Gaber
Mi è capitato di ascoltare per caso un brano di Giorgio Gaber che non conoscevo Un’illogica allegria. L’illogica allegria di cui parla Gaber che spesso ci sorprende, è quel un momento in cui ad un certo punto, da solo, realizzi che anche se il mondo va in rovina, riesci a trovare in piccole cose un motivo per stare bene. Per me è stata un’illuminazione. Accidenti mi sono detto, ho un presente meraviglioso e ero sempre proiettato avanti, a domani. Il piacere non conosciuto è questa cosa qui: essere nel presente, in quello che stato facendo, dicendo e ascoltando, è una gioia che non conoscevo.
# Qual è l’ora più bella della giornata?
Credits Andrea Cherchi – Parco Sempione
Il tramonto, al parco Sempione. Il sole che tramonta all’orizzonte è una musica all’ultime sue note. Non mi ritrovo invece nel rito milanese dell’aperitivo non bevendo alcolici. A 17 anni sono andato in coma etilico e poi non ho più bevuto.
# Ore 20
Cena in casa. E spesso in compagnia di amici. Alberta è bravissima ai fornelli, io mi occupo dell’acquisto delle materie prime di qualità, alla base del successo dei piatti… In casa mi piace starci. Ascolto musica, suono, leggo e cerco di riordinare le idee. Nella sala con il grande divano bianco, tutto ruota intorno a un proiettore e all’impianto home theatre B&W, un vero cinema. Vivo la casa in modo molto intenso: non ci sono proprio, o non ne esco quasi. Ma con un non so che di passeggero: l’ho presa in affitto in una zona di Milano che mi piace molto vicino al Parco Sempione, in realtà mi voglio sempre sentire pronto alla fuga. In realtà un trasloco improvviso sarebbe una bella fatica: la casa, che nasce minimalista, poi è diventata massimalista, perché si riempie di cose, non riesco a fare il cosiddetto riordino io. Sono un accumulatore seriale, ci sono 4.500 cd. E tutti i regali dei fan. Una volta ho ricevuto il calco della mia testa in una scatola da parte di una ragazza. Come diceva Oscar Wilde: “il superfluo è l’essenziale”.
# Ma non eri il principe delle notti milanesi?
Credits: @saturnino69 Saturnino Celani
Era un periodo in cui ero da poco tornato single e spesso uscivo con l’idea di rimorchiare. Se mi invitano a una festa ci vado volentieri se mi piace, ma ho molto ridotto il presenzialismo fine a sé stesso. Salvo eccezioni. Sono stato a sentire Paolo Conte alla Scala. Francamente non ho capito le polemiche che hanno preceduto il concerto, perché lui in quel tempio ci può entrare e può farlo senza profanare nulla. Fra un concerto in uno stadio e quello in un teatro c’è la stessa differenza che passa fra un pranzo con cinquanta invitati e una cena a due a lume di candela: perché abbiamo l’ambizione di creare musica da ascoltare, non da ballare. Nei teatri c’è un silenzio religioso. Nel mio piccolo a febbraio con il coreografo e danzatore Nicola Galli presentato in prima assoluta Zelig, una commistione tra musica e danza alla scoperta di nuovi linguaggi al Teatro grande di Brescia.
# A che ora vai a dormire?
Quando sono stanco, fisicamente o mentalmente. Sul comodino ho impilati almeno mezzo metro di volumi, ora sto leggendo Il contrabbasso, dello scrittore tedesco Patrick Süskind, l’autore del best seller “Il Profumo”, me lo ha dato Emilio Russo (regista, drammaturgo e direttore artistico del Teatro Menotti). C’è l’dea di portarlo in scena. Un testo teatrale unico: visionario, irresistibilmente comico. È il monologo di un mite contrabbassista che vive in un monolocale completamente isolato dal resto del mondo. Divorato da un feroce amore/odio per il proprio strumento, frustrato da una carriera ai massimi livelli ma pur sempre nell’ultima fila dell’orchestra di stato, il protagonista si innamora di Sarah, una fascinosa (e ignara) cantante solista. E così, comincia ad architettare un piano folle…
Di cosa si tratta in realtà e per quale motivo è stata realizzata.
L’EDICOLA di Milano “TRASFORMATA” in MINI-CASA che costa come un ATTICO
# Un’installazione fa diventare l’edicola una casa dai prezzi folli
Cristina Donati Mayer – Facciata edicola casa
Un’edicola diventa una piccola casa dai prezzi folli. Il piccolo chiosco abbandonato e inutilizzato da anni in piazza Tricolore è stato trasformato nei giorni scorsi, con un’installazione artistica, in una mini abitazione dal costo al metro quadro alle stelle. Per la trasformazione è stata applicata stampa all’esterno struttura che riproduce delle pareti con mattoni in pietra faccia, una portone d’ingresso e due finestre, una con i fiori sui davanzali.
# Home expensive Home
Credits Maria Teresa Ionnasci FB – Dettaglio Edicola Milano
Al centro dell’arco soprastante il portone c’è una scritta che dice “Home expensive home” con la parola expensive che sostituisce “sweet” tagliata da una riga orizzontale rossa.
Cristina Donati Mayer – Cartello cara casa
Alla sinistra invece un finto annuncio, proposto da “Casa Cara franchising network”, per l’affitto del sontuoso appartamento di 4 mq, prima edicola, con vista mensa dei poveri e hotel a 5 stelle a “soli” 3.500 euro al mese.
# La provocazione dell’artista milanese Cristina Donati Meyer contro il caro prezzi delle case
Cristina Donati Mayer – Edicola casa
Si tratta di una provocazione realizzata dall’artista milanese classe 1985 Cristina Donati Mayer, co- fondatrice e promotrice dell’Associazione culturale artistica “M’Arte” e titolare, con altri colleghi artisti, dello studio artistico Artelier dei Navigli in Vicolo dei Lavandai, per denunciare il caro prezzi delle case a Milano.
Questo è quanto ha scritto sulla sua bacheca facebook: “L’opera potrebbe anche strappare un sorriso, ma molto amaro, perché la situazione degli affitti e del mercato immobiliare a #Milano e nelle grandi città è totalmente fuori controllo. Ogni giorno vediamo proposte folli e spropositate che mai potranno incontrare la crescente domanda di alloggi da parte di giovani coppie, lavoratrici precarie, studenti, ma anche del ceto medio; tutti e tutte sempre più espulsi dalla città per ragioni economiche. Nel silenzio di #Regione , #Aler, #ATS e #Comune di Milano. La #gentrificazione e le non politiche urbanistiche stanno cancellando definitivamente il #dirittoallacasa e al decoroso abitare.”
Credits: @wild_chia
Castello di Gaudì in Lombardia
Ricorda molto Casa Batlò e il giardino catalano del famoso Antoni Gaudì, eppure non è molto lontano da Milano. A circa 2 ore e mezza dalla città meneghina c’è infatti il castello di Gaudì lombardo, che di fatti è stato costruito da un “Gaudì”, ma non quello che conosciamo tutti.
La MAGIA di GAUDÌ nel CASTELLO FATATO a due ore da Milano
# Mosaici coloratissimi e architettura onirica
Credits: @debora__nana Castello di Gaudì in Lombardia
Grosio è un piccolo paesino in provincia di Sondrio, nella parte nord-orientale della Valtellina, con circa 3500 abitanti e a 600 metri di altitudine. È proprio qua che si trova un giardino incantato che negli anni è diventato sempre più famoso e che ha iniziato ad essere conosciuto come il Castello di Gaudì lombardo. Tra mosaici coloratissimi realizzati con materiali di vario tipo, soprattutto trovati in discarica, una volta arrivati a Grosio, si può visitare il piccolo Eden personale che Nicola di Cesare si è costruito. Dopo circa quarant’anni di lavoro, l’artista è riuscito a trasformare quello che era un ammasso di rocce tipico di un ambiente montano, in un “castello incantato”, dove, ovunque ti giri, puoi scorgere vasi, sculture, fontane e mosaici coloratissimi. Un mix di arte naif e architettura onirica approdata in Lombardia in un paesino ai piedi delle montagne, ma chi è Nicola di Cesare e da dove gli è venuta l’idea di realizzare un luogo così?
# La storia del Gaudì Lombardo
Credits: @wild_chia Castello di Gaudì in Lombardia
Nicola di Cesare nasce in Abruzzo nel 1950 ma si trasferisce a Grosio per amore già negli anni ’70. Dopo aver lavorato come cuoco e ferroviere, anche in Svizzera, decide di costruirsi la propria casa sulle pendici delle Alpi Retiche e non soddisfatto del progetto propostogli dai costruttori dedica tempo e fatica per lavorarci lui stesso. È così che inizia ad imbattersi nelle difficoltà di costruire una casa su una rocciosa montagna, ma ben presto il primo muro prende forma. È un muro decorato con un mosaico, il primo dei tanti che caratterizzeranno poi la casa. Certo non si può dire che Nicola di Cesare non sia un uomo pratico e che non abbia voglia di lavorare, e tanto meno che non sia dotato di grande creatività, perché oggi il giardino di Nicola è diventato una vera e propria opera di Land Art. Seppure l’uomo dica di non essersi ispirato all’architettura catalana per questo giardino, Nicola ha iniziato ad essere chiamato il “Gaudì di Grosio” e ad essere sempre più ammirato da compaesani e turisti.
# Tasselli di mosaici realizzati con bottiglie e fanali rotti delle macchine
Credits: @kettyortalli Castello di Gaudì in Lombardia
207 scalini di sentieri, grotte, vigne, arcate, mosaici, vasi e oggetti creati solo con materiale di riciclo, è questo il Castello (anche se poi vero e proprio castello non è) del Gaudì lombardo. I tasselli rossi dei mosaici sono ricavati da frammenti di fanali di auto incidentate e il blu invece è realizzato con pezzi di bottiglie di vetro di succhi di frutta. Elemento importante è la natura, da cui l’artista ha ricavato alcuni materiali, ma soprattutto che grazie a fiori e piante fa da contorno all’opera architettonica. Altra particolarità del “castello” di Grosio sono le scritte incise su parapetti, specchi, scalini e sulle pavimentazioni in pietra, qui si possono leggere detti popolari, pensieri o auguri. Il giardino lo si può trovare in fondo alla via Rovaschiera (sulla sponda rocciosa circa a metà paese), è rimasto comunque proprietà privata, ma il proprietario lo fa visitare a richiesta.