Il milanese riserva parecchie sorprese. Specie sulle parole apparentemente più trasgressive. Gualtiero Strano ci scrive per documentarci come sono nate due delle parole più popolari e curiose del dialetto di Milano.
BALABIOT e CIUCIAMANUBER, quando il MILANESE suona SCABROSO: l’origine di queste due parole così POPOLARI
# L’origine “francese” dei Balabiot, quelli che “ballavano nudi”
“Per quanto riguarda “balabiot” a me risulta che per la prima volta questa parola venne usata nella grande festa organizzata nel 1796 dalle truppe francesi – appena entrate in città – nel grande spazio del Lazzaretto, oggi non più esistente, dove era stato eretto l’Albero della Libertà simbolo della Rivoluzione.
Finiti i festeggiamenti ufficiali e partite le autorità, lo spazio si affollò di tutti i derelitti, i vagabondi, gli ubriaconi e i poveri di Milano e del territorio dei Corpi Santi che fino ad allora, probabilmente, erano stati tenuti a distanza. Molti erano discinti e molti, in preda all’alcol, si denudarono ballando in una festa pagana e popolare imitando e schernendo le danze ufficiali. Furono definiti allora come “balabiot”, gente che danza nuda, dando alla parola un senso dispregiativo: in pratica persone senza ritegno e di cui non fidarsi, asociali”
# Giuana Sgagnamanuber
Su “ciuciamanuber” io conosco una spiegazioni più cruda di quella proposta che mi sembra edulcorata. Nel linguaggio popolare milanese indica una donna dedita al sesso orale. Senza entrare nel dettaglio, penso che si comprenda bene cosa possa essere il “manuber” nel gergo dei bassifondi.
Ricordo anche che negli anni tra le due guerre e poi anche fino ai primi anni Cinquanta del secolo scorso, a Milano due prostitute abbastanza note erano soprannominate una “Maria Tripirla” e l’altra, appunto “Giuana Sgagnamanuber”. Erano le specialità sessuali delle due prostitute che ognuno, credo, può immaginare con facilità.
L’incremento vertiginoso del costo della vita in questa metropoli costringe molti cittadini a vivere in appartamenti microscopici. Ecco come sono fatti e quanto costano le proposte più piccole in assoluto.
La “CASA BARA”, l’APPARTAMENTO in AFFITTO più PICCOLO del MONDO
# La “casa-bara”: uno spazio di massimo 2 metri cubi
L’incremento vertiginoso del costo della vita ad Hong Kong, che ha portato la metropoli asiatica ad essere una delle più care al mondo, ha costretto molti cittadini a vivere in micro-appartamenti soprannominati casa-gabbia o case-bara. Questo perché sono così piccoli da sembrare dei loculi e inizialmente fatti in metallo, dalle sembianze quindi di gabbie, poi in legno. La dimensione di ogni unità varia tra 1,5 e 2 metri cubi. Dentro si dorme, si mangia, si guarda la televisione e in un alcuni casi c’è un lavandino.
# Il prezzo dell’affitto può arrivare fino a 250 dollari al mese
Nonostante le condizioni di vita impossibile in questi “micro-appartamenti” il costo non è proprio irrisorio: si arriva a pagare fino a 250 dollari al mese. Ogni appartamento può contenere fino a 100 case-bara sovrapposte l’una con l’altra. Spesso queste soluzione è l’unica possibilità per cittadini che vivono grazie all’aiuto del governo e che aspettano una chiamata per andare a vivere in un alloggio popolare.
Un’incredibile opera di ingegneria e del design. Ecco come sono fatte e dove si trovano.
Inaugurate le VELOSTAZIONI SOTT’ACQUA: un’idea per Darsena e Navigli?
# Amsterdam inaugura due parcheggi per biciclette immersi nell’acqua
Nella città delle bicilette per eccellenza sono stati costruiti due parcheggi immersi nell’acqua che possono ospitare un totale di 11.000 veicoli a due ruote. La prima velostazione ad aprire, Stationsplein, ne può contenere 7.000 e si trova in corrispondenza della stazione centrale della metropolitana di Amsterdam, sotto il cosiddetto “Open Harbourfront”.
L’inaugurazione è avvenuta il 26 gennaio 2023, mentre il secondo parcheggio per biciclette da 4.000 posti aprirà a febbraio sull’IJboulevard.
# Il collegamento diretto con la stazione centrale di Amsterdam e della metropolitana
La velostazione più grande è collegata sottoterra all’atrio della metropolitana e alla stazione centrale di Amsterdam e quindi i viaggiatori possono camminare all’asciutto e senza deviazioni da e per i mezzi pubblici.
Le rastrelliere sono a due livelli e sono dotate di una tecnologia di monitoraggio contro i furti.
# Le velostazioni dell’arte
Queste velostazioni sottomarine non sono solo delle incredibili opere di ingegneria, ma anche del design. Il progetto è stato infatti realizzato in collaborazione con il Museo di Amsterdam e all’interno sono presenti delle opere d’arte.
Nella Stationsplein sono state collocate due opere in graffito di Lex Horn dell’ex Swammerdam Institute, all’ingresso sui lati est e ovest sono state realizzate pareti panoramiche che mostrano un frammento di dipinti famosi mentre altri si trovano negli oblò sul soffitto.
# Un’idea per risolvere il problema della sosta dei veicoli a due ruote a Milano?
Potrebbe essere un’occasione per Milano per adottare questa soluzione alla Darsena e lungo i Navigli. Non solo. Nel caso in cui diventasse realtà la riapertura dei Navigli potrebbe dotarsi di parcheggi immersi nell’acqua per biciclette e magari anche motorini, in corrispondenza delle stazioni M4, per recuperare spazio sui marciapiedi e restituire più decoro alla città.
Oltre 100.000 dimissioni in un anno. Un’inchiesta de Il Giorno fa luce sul perché e quanti abbandonano il posto di lavoro a Milano. E per andare dove.
La “GREAT RESIGNATION”: è RECORD di lavoratori che MOLLANO Milano
# La “Great Resignation” dalla Città Metropolitana di Milano: oltre 100.000 dimissioni, quasi raddoppiate in un anno
Prosegue il trend in atto dall’avvento della pandemia che vede i neoassunti nella Città Metropolitana di Milano a fuggire altrove. La “Great Resignation” che ha colpito tutte le grandi metropoli internazionali non ha risparmiato il capoluogo lombardo.
In base ai dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro dell’area metropolitana si è registrato un boom delle dimissioni: nei primi 8 mesi del 2022 la crescita è stata del 23% rispetto allo stesso periodo del 2021, da 71.456 milanesi a 87.896, se si considerano tutti i 12 mesi si superano i 100.000 e senza considerare i contratti a termine non rinnovati. L’aumento delle dimissioni individuali è stato addirittura del 78%, da 14.435 a 25.674.
# Almeno 200.000 sono andati all’estero o tornati al sud negli ultimi 24 mesi
Come se in due anni avessimo perso una città come Brescia. Nella Città Metropolitana di Milano i circa 200.000 lavoratori che se ne sono andati negli ultimi due anni lo hanno fatto per nuove opportunità e soprattutto all’estero per qualifiche medio-alte e in un fuga verso il centro-sud del Paese, dove il costo della vita è minore, per le qualifiche più basse e anche nel pubblico impiego.
# Un terzo dei dipendenti Atm se ne va entro i primi 3 anni
Anche il Comune di Milano segna un aumento dei dipendenti che scappano, spesso nel sud Italia per riavvicinarsi alle proprie famiglie o per lavorare in altri uffici pubblici. Il commento del sindacalista Usi Stefano Mansi: “Degli ultimi 1100 neoassunti in Comune circa 450 si sono dimessi, anche per andare in amministrazioni che offrono stipendi migliori in una città dove il costo della vita e degli affitti è arrivato a livelli record“.
Il caso di ATM è emblematico dove, come riportato durante un’audizione in commissione a Palazzo Marino, i dipendentisi licenziano in media entro i primi tre anni dall’assunzione: la prima motivazione è il costo della vita troppo alto a Milano. Un problema che si riscontra anche all’atto della ricerca di nuovo personale sempre per il medesimo motivo.
Entro la primavera la partenza dei cantieri per il PalaItalia. Vediamo la situazione attuale dell’area interessata dai lavori e come sarà l’arena olimpica di Milano
Il NUOVO PALASPORT di Milano: in partenza i CANTIERI del capolavoro di architettura per lo sport milanese
# Entro la primavera la partenza dei cantieri per il PalaItalia
C’è grande attesa per la costruzione del PalaItalia a Santa Giulia, nel quadrante nord del quartiere di futura realizzazione, l’arena sportiva che ospiterà le gare di hockey maschile durante le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Secondo quanto riferiscono i vertici comunali non ci sono ritardi sulla partenza dei cantieri, che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi primavera per concludersi nell’autunno del 2025. In salita invece i costi dell’opera, la previsione iniziale era di 180 milioni di euro, all’incirca del 30%.
# Un capolavoro dell’architettura per lo sport milanese
Il progetto per la realizzazione del PalaiItalia, il cui bando per la gestione è stato vinto da Eventim CTS, è stato affidato a Sir David Chipperfield e al suo Onirism Studio.
Con i suoi 16.000 posti, la nuova arena sarà la più grande d’Italia e già si preannuncia come un capolavoro dell’architettura. Insieme agli spalti è prevista anche una zona “premium”, con sky box e sale lounge. Ampie hall all’interno precedono l’accesso al parterre e i servizi di ristorazione.
Il concept gioca sulla declinazione della forma ellittica, ma si intravede già la silhouette molto particolare. Inglobato in una superficie complessiva di 10.000 mq, l’impianto è sospeso da terra grazie a pilastri e guadagna volume che formano 3 cerchi, sviluppando altezza e ampiezza.
Nell’ultimo reportage fotografico di Urbanfile si può vedere lo stato attuale dell’area in cui sorgerà l’arena. Ad oggi sono presenti i capannoni utilizzati per la bonifica dei terreni, che per decenni hanno ospitato le fabbriche della ex Montedison, e che in base agli ultimi comunicati sono state concluse con successo. Ora è in fase di completamento la progettazione dell’opera, necessaria per dare l’avvio ufficiale ai cantieri.
#Lunedì 30/1: la mostra che diventa performance live, la storia di Lucio Dalla e la repubblica della comicità
Japan, Body_Perform_Live: in occasione della mostra al PAC, live performance di body art, musica e suoni di Giuseppe Isgrò con Phoebe Zeitgeist dedicata a Yukio Mishima. Inizio performance alle 19.00.
Sinfonica della Scala: appuntamento alle 20.00 con le Sinfonie n. 1 “Classica” e n. 7, e il Concerto per violino n. 1 di Prokof’ev. La Sinfonica della Scala e Riccardo Chailly accompagnano il violino del giovane Emmanuel Tjeknavorian.
Da Balla a Dalla: la vita e le opere di Lucio Dalla nell’omaggio che Dario Ballantini ha preparato come spettacolo teatrale per l’inverno 2023. Un percorso artistico nato come prima parodia di Ballantini, arriva al Teatro Manzoni alle ore 20.45.
La Repubblica Indipendente della Comicità: una volta al mese al Teatro Filodrammatici, va in scena la generazione di comici che ha deciso di cacciare la tossicità dei giorni nostri con il buon umore. Appuntamento a cadenza mensile, con debutto alle ore 21.00.
#Martedì 31/1: un giro in tram e la gara di comici nell’ultimo giorno della merla
Giorni della merla: ultimo dei tre giorni della merla. Secondo il folklore (anche milanese) se gli ultimi 3 giorni di gennaio hanno un clima mite, l’inverno potrebbe durare ancora a lungo. Sarà il ritorno delle merle a sancire l’arrivo della primavera.
Milano Unica: apre l’edizione milanese del salone internazionale del tessile e accessori per l’abbigliamento. A Rho Fiera Milano dal 31 gennaio al 2 febbraio.
Perché Sanremo è Sanremo?: secondo appuntamento dei seminari del Reggiani presso l’Aula G.142, in Cattolica, Largo Agostino Gemelli 1. Dalle 17.00 alle 18.30 si analizza il successo di Occidentali’s Karma.
Dramatram: alla scoperta della città, a bordo di un tram, con la compagnia teatrale che svela i segreti di una città sulle rotaie. Partenze alle 19.00 e alle 20.30 dalle fermate di Piazza Fontana.
Calici Urbani: incontro con un viticultore del Monferrato, che prevede una cena con degustazione di 4 calici di vino. Appuntamento alle 20.30 presso EST Enosteria di via Pietro Calvi 31.
Conosci Mia Cugina? The Italian Swing: la band di Federica D’Andrea alla voce, Giuseppe Civiletti al contrabbasso e Davide Annecchiarico al pianoforte, accompagna il pubblico del Blue Note nelle atmosfere degli anni ’30-’40 e ’50, con inizio alle ore 20.30.
Il padre della sposa: la commedia con Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi, per la regia di Gianluca Guidi, debutta al Teatro Manzoni alle ore 20.45 e resta in scena fino al 12 febbraio.
Anna, Diario figlio della Shoah – La tempesta devastante: il diario di Anna Frank, letto e interpretato dal punto di vista del padre, Otto. In scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle ore 21.00.
Open Mic: ricomincia la ricerca dei nuovi talenti allo Zelig Cabaret di viale Monza. Il pubblico decreta i vincitori delle prossime 5 serate, sparse tra gennaio ed aprile 2023. Primo appuntamento alle ore 21.00.
Inter – Atalanta: quarto di finale di Coppa Italia di grande calcio di scena a San Siro. L’Atalanta di Gasperini cerca il colpaccio a casa dei nerazzurri milanesi.
#Mercoledì 1/2: live con Alestorm & Gloryhammer, Madeleine Peyroux e i The Kooks, mentre a teatro si può scegliere tra il noir, gli stereotipi italiani o la storia
Alestorm & Gloryhammer: pirate e metal in un a serata imperdibile all’Alcatraz di via Valtellina. Apertura cancelli alle 17.00 e inizio spettacolo alle 18.00, per l’affollatissimo palco che vedrà come open guests anche Wind Rose e Rumahoy.
I Vespri siciliani: dopo 34 anni tornano in scena alla Scala i Vespri con la regia di Hugo de Ana e la direzione d’orchestra affidata a Fabio Luisi. Sipario alle ore 19.00.
Palma Bucarelli e l’altra Resistenza: storia e gesta dell’appassionata direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma, che ha rischiato la vita per salvare le opere d’arte durante la seconda guerra mondiale. Debutta all’Elfo Puccini di corso Buenos Aires alle 19.30, in replica fino al 26/2.
Madeleine Peyroux: la voce senza tempo di una novella Edit Piaf è al Blue Note di via Borsieri, con la classica formula del doppio spettacolo. Vero e proprio marchio di fabbrica del Blue Note, primo spettacolo alle 20.30 con replica alle 22.30.
L’avvelenatrice: storia noir di una lady in nero che ha avvelenato ben tre mariti benestanti, facendola sempre franca. In scena al Teatro Filodrammatici alle ore 19.30, in replica anche sabato alle 21.00.
Sqürl: duo made in MYC formato dal regista Jim Jarmusch e dal compositore Carter Logan, che presentano la sonorizzazione dei fil di Man Ray. Lo spettacolo si tiene in Triennale alle ore 21.00.
Laboratorio artistico: Davide Paniate conduce allo Zelig un nuovo appuntamento del laboratorio che propone nuovi interpreti di stand up comedy. Mercoledì di umorismo in viale Monza alle ore 21.00.
Tipi: one man show di e con Roberto Ciufoli, che propone un’ampia carrellata di tipologie e stereotipi di varia umanità. In scena anche il 2 febbraio al Teatro Martinitt di via Pitteri 58, con spettacolo alle ore 21.00.
Legally Blonde. La rivincita delle bionde: è in scena il musical che rende omaggio alla caparbietà e alle capacità delle donne, ambientato in una confraternita femminile di un campus californiano. Sipario alle ore 21.00.
The Kooks: tornano i grandi live in città, con il rock indie di stampo britannico sul palco del Fabrique di via Fantoli. Inizio spettacolo alle ore 21.00.
#Giovedì 2/2: tributi a Queen e Beatles, insieme alla musica di Mondo Marcio e Amanda Tenfjord; in scena anche Moni Ovadia, Aristofane e i freaks
Oylem Goylem: un altro gradito ritorno, questa volta al Teatro Carcano di Porta Romana. Moni Ovadia è in scena con il suo miglior successo fino a domenica 5 e inizia alle ore 19.30.
Le Rane: una delle rappresentazioni più note di Aristofane, arriva al Teatro Fontana di via Boltraffio 21. In scena un coro cittadino diverso ogni sera, con le scene realizzate dagli allievi di Brera, per la regia di Marco Cacciola. In programma fino al 10 febbraio, debutto previsto alle 20.30.
Help!: la cover band più fedele dei Fab Four di Liverpool è al Blue Note di via Borsieri per un doppio spettacolo. Primo evento alle 20.30, secondo alle 22.30.
We Will Rock You: al Teatro Nazionale di piazza Piemonte arriva l’atteso musical di Galileo e Scaramouche. La colonna sonora, eseguita sempre dal vivo, è l’appassionante musica dei Queen. In scena fino a domenica 5 febbraio, debutto alle ore 20.45.
Mondo Marcio: il Magico Tour del rapper milanese, gioca in casa per il concerto in programma ai Magazzini Generali di via Pietrasanta 14. Inizio spettacolo alle ore 21.00.
Freaks & Comedy Show: un cast a metà tra il fenomeno da baraccone e l’arte circense anima il palco dello Zelig. Enzo Polidoro, Didi Mazzilli, Eddi Mirabella e Ale Petrone animano la serata dalle 21.00.
Amanda Tenfjord: la cantautrice greco-norvegese, rappresentante della Grecia all’ultimo Eurovision Song Contest, approda al Circolo Magnolia di Segrate. Appuntamento in Circonvallazione Idroscalo alle ore 21.00.
#Venerdì 3/2 (orario diurno e pre serale): l’ultimo panettone
San Biagio: la mattina del 3 febbraio, si rinnova la tradizione di fare colazione con l’ultimo panettone superstite delle feste natalizie. Conservarlo per mangiarlo oggi potrebbe tenere lontano i malanni dell’inverno.
Il nuovo Codice degli Appalti: l’ordine dei commercialisti di Milano organizza un convegno per scoprire il nuovo codice degli appalti. Dalle 9.00 alle 17.00, presso Confcommercio di corso Venezia 47, relatori e governo allo stesso tavolo dei lavori.
All light, Everywhere: proiezione del lavoro di Theo Anthony datato 2021. Alle 18.30 presso MEET Digital Culture di viale Vittorio Veneto, si inizia con il rinfresco del MyLounge, per poi proseguire con la proiezione dalle 20.00.
Arrivederci a giovedì 2 per gli eventi del primo weekend di febbraio
Meneghino, Leonardo, Hitachi Rail, MAAB. Forse non tutti sanno che ci sono diversi tipi di treni che percorrono le linee della Metropolitana di Milano. Ognuno con sue caratteristiche distintive. Li vediamo, scoprendo su quali linee corrono nel video di Milano in Metro
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La Dune House, un’abitazione particolare che si fonde con il paesaggio e si mimetizza con l’ambiente circostante. Il suo prezzo è meno alto di quello che si può immaginare.
Vivresti sotto una SPIAGGIA? La CASA dentro una DUNA sulle rive dell’Atlantico
# Costruita dentro una duna
Il nome che ha adottato questa casetta non poteva essere più azzeccato: “Dune House”, ovvero letteralmente “casa duna”. Il suo design è stato progettato nel 1975 dall’architetto William Morgan, specializzato in queste strutture fuse con il terreno. L’idea scaturì dopo che un violento uragano si scatenò nella zona, abbattendo le abitazioni e formando alte dune naturali. Morgan prese una di queste dune e la trasformò in una nuova dimora, anche come segno di rivalsa per ciò che era andato perduto.
Oggi, la Dune House è abitata da Carl Drew e sua moglie Jennie Malloy, definiti “pazzi” dal proprio figlio per aver fatto la scelta di acquistarla. In realtà, nonostante la forma totalmente fuori dal comune, nasconde un valore molto importante. La stessa coppia ha affermato di apprezzarla proprio perché è costruita seguendo il concetto di sensibilità ambientale. Infatti, è una struttura inserita nell’ambiente, che non lo domina o deturpa.
# Affacciata sull’Oceano
La Dune House è un duplex, costituito da due unità da circa 70 metri quadrati e ognuna con una camera da letto e un bagno. La sua bellezza risiede anche nella posizione, che si affaccia direttamente nell’Oceano Atlantico e dona una vista mozzafiato.
Osservandola dalla strada, la casa nemmeno si nota e sembra di trovarsi davanti ad una piccola collina. Infatti, il tetto è ricoperto da uno strato di manto erboso e l’intera struttura è stata costruita per assecondare le forme del terreno.
Pare, inoltre, che il prezzo di acquisto sia stato intorno a 1 milione e 850 mila dollari. La coppia formata da Carl e Jennie, però, ora può godersi una dimora con uno stile unico, con un elegante ponte di legno che conduce all’ingresso, arredamento fatto su misura e due grandi finestre circolari, come una vera e propria terrazza sull’oceano.
Proseguono i lavori per costruire la pista ciclabile lunga 165 km che disegna un anello tra tre regioni mentre si è sospesi a mezz’aria sopra l’acqua. Ancora prima di essere terminata è già stata definita “la pista ciclabile più bella d’Italia”. Quanto bisognerà attendere per percorrerla tutta?
La PISTA CICLABILE più BELLA D’ITALIA si avvicina al TRAGUARDO: il punto sui lavori per completare l’anello sospeso sull’ACQUA
# Un percorso suggestivo di 165 km su un anello attorno all’intero lago di Garda
Già definita “la pista ciclabile più bella d’Italia”, prima ancora di essere completata. Si tratta della Garda by bike che, una volta terminata, sarà un sentiero lungo 165 km che percorre tutta la circonferenza del lago di Garda. La pista ciclabile prevede sia tratti esistenti sia sentieri di nuova costruzione per pedalare dalla Lombardia, al Veneto, fino in Trentino. L’investimento complessivo è di 345 milioni di euro.
Questa pista ciclabile ha una caratteristica mozzafiato: molta parte del percorso è costruita a mezz’aria sopra l’acqua, dando la possibilità di sorvolare i confini regionali con vista lago. Non solo: il sentiero sarà collegato alla VenTo e alla Ciclovia del Sole e alle piste ciclabili europee Eurovelo Route 7 e Eurovelo Route 8.
# Nei punti a strapiombo è ancorata alle pareti rocciose
La struttura portante è composta da un reticolo di travi in acciaio. Nei tratti in cui la pista ciclabile è completamente a strapiombo, la struttura è ancorata alle pareti rocciose che si affacciano sul lago mente negli altri tratti la base si appoggia su piloni metallici sagomati ancorati al terreno.
Le gallerie esistenti stanno venendo ristrutturate per permettere di accogliere la pista ciclabile nei punti dove non è possibile realizzare tratti esterni.
# Di notte la pista è illuminata a LED
La pavimentazione del Garda by bike a strapiombo è realizzata con listelli di finto legno trattati per resistere agli agenti atmosferici mentre alcuni tratti paralleli alle vie carrabili sono realizzate in cemento.
Il sentiero segue la pendenza naturale del terreno ma la sicurezza dei ciclisti è sempre garantita da una ringhiera in acciaio curvilinea che segue il profilo della pista ciclabile, senza ostacolare la vista. La pista è larga 2,5 metri, è illuminata con un sistema di illuminazione a led per la notte e ha anche una parte dedicata ai pedoni.
# L’itinerario della pista ciclabile da Limone sul Garda a Nago-Torbole
L’itinerario si estende per circa 89 Km nel territorio bresciano attraversa, tra gli altri, i comuni di Desenzano, Sirmione, Lonato per poi costeggiare la riviera verso nord nei comuni di Salò, Gardone Riviera fino a Tremosine sul Garda e Limone sul Garda. Il tratto di percorso più impegnativo, di 27 Km da Gargnano a Limone sul Garda, può essere superato con i mezzi di linea di Navigarda.
Sulla sponda orientale, quella veronese, il tracciato è lungo circa 69 Km e attraversa i territori di Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Lazise, Bardolino fino a Malcesine, ricalcando parzialmente il tracciato della ciclopista del Sole.
Infine sulla sponda trentina, per una lunghezza di 7 km, attraversa i comuni di Riva del Garda e Nago-Torbole.
# I tratti che si possono già percorrere
I tratti operativi non sono ancora molti, i lavori sono un po’ a rilento, ma ad oggi si può andare in bicicletta:
lungo i 2,5 km che vanno dall’Hotel Panorama di Limone sul Garda al confine con il Trentino, un tragitto che offre uno spettacolo straordinario per il fatto di essere stato costruito interamente a strapiombo sul lago;
nelle parti dell’itinerario ciclabile che si incrociano con la famosa Ciclovia del Sole e con i route 7 e 8 di EuroVelo;
sul tracciato tra Riva del Garda e Torbole;
sulla ciclabile da Gragnano a Tremosine, esistente da inizio Novecento e definita da Churchill l’ottava meraviglia del mondo.
# L’inaugurazione nell’anno delle Olimpiadi del 2026
Garda By like sarà ultimata nella sua interezza entro la fine del 2026, l’anno delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina. Tra i tratti in fase di cantiere c’è quello dalla centrale idroelettrica di Riva del Garda fino alla galleria per la Via Ponale, mentre in progettazione, quella dalla Galleria Panda alla Galleria Orione. Per altri è in corso il processo di raccolta dei fondi necessari alla loro costruzione.
Lungo questo sentiero si incontreranno paesaggi pazzeschi e dei punti panoramici da togliere il fiato, per non parlare di tutti i borghi che si potranno visitare lungo il tragitto.
Con la sua caratteristica di avere dei tratti costruiti a strapiombo sul lago, questa pista ciclabile è già molto amata anche solo per i pochi chilometri a Limone sul Garda già aperti al pubblico. Si aggiudicherà davvero il titolo di “pista ciclabile più bella d’Italia”?
A differenza del suo predecessore, sarà un jet privato e viaggerà a una velocità inferiore pur infrangendo il muro del suono. Quando partiranno i primi voli.
L’erede del Concorde: il JET SUPERSONICO potrà volare da Milano a Londra in 30 MINUTI
# Più lento del suo antenato, sfonderà comunque il muro del suono: 1.610 km/h
Il jet supersonico è stato sviluppato dalla società Aerion Corporation, fondata da Robert Bass nello Stato americano del Nevada, in collaborazione con Airbus. Il nome dell’erede del Concorde è AS2 anche se rispetto al suo “predecessore”, che raggiungeva i 2.179 km orari, viaggerà “solo” alla velocità Mach 1.4: circa 1.610 chilometri orari, comunque oltre la velocità del suono. Da Milano a Londra si impiegherebbero appena 30 minuti. L’altra differenza con l’areo anglo-francese è che sarà un jet privato.
# Interni di extra-lusso con le più avanzate tecnologie
L’AS2 è stato pensato per trasportare 8-10 passeggeri, con un design di lusso sostenibile, sedili proprietari di Aerion, cabina insonorizzata e climatizzatore, connettività ad alta velocità, ambiente full digital, illuminazione OLED avvolgente e cucina completa con suite di elettrodomestici di ultima generazione.
# La produzione dei velivoli inizierà nel 2023. Il primo volo nel 2027
La costruzione dei velivoli inizierà nel 2023 all’interno dell’Aerion Park della società, in Florida, un campus integrato per la ricerca, la progettazione, la produzione e il supporto degli aerei supersonici di Aerion. Una produzione che sarà il più possibile attenta all’ambiente, il centro infatti sarà alimentato tramite energia, ridurrà al minimo le emissioni inquinanti e impiegherà un sistema di riciclo dell’acqua. L’As2 sarà il primo velivolo progettato per accettare carburanti sintetici ingegnerizzati per ridurre l’impatto inquinante.
Sempre da qui nel 2025 decolleranno i jet per i primi voli di prova. Il primo volo con passeggeri è invece programmato nel 2027 dalla pista dell’aeroporto di Orlando Melbpurne che verrà realizzata accanto all’Aerion Park.
Ha vinto l’Emporis Skyscraper Award che premia il miglior grattacielo costruito l’anno precedente. Scopriamo come è fatto e dove si trova.
The Valley è il “più BEL GRATTACIELO del MONDO”
# Tre torri radicate su un basamento pensato come una concrezione minerale
Un grattacielo, progettato dallo studio MVRDV, di 198 appartamenti, uffici e showroom incastrati l’uno sull’altro progettato per “riportare una dimensione verde e umana nell’inospitale zona d’uffici di Amsterdam Zuidas”. Ricorda una valle, come indica il suo nome: The Valley.
Il grattacielo di Amsterdam è stato premiato come miglior grattacielo del mondo nel 2021 nell’ambito dell’Emporis Skyscraper Award, si compone di tre torri radicate in un massiccio basamento pensato come una concrezione minerale.
# Un gioco di tetris in vetro e pietra
Un gioco di tetris in vetro e pietra frastagliata con la facciata realizzata mediante complessi calcoli che consentono un importante controllo sull’esterno, tenendo conto della quantità di luce diurna all’interno, i problemi di privacy per i residenti e i limiti strutturali.
The Valley prende il nome dalla “valle terrazzata” che mette in connessione le tre torri e che crea un sentiero pedonale tra gli spazi centrali presenti tra il quarto e il quinto piano.
Sempre a questi piani si trovano due piscine che hanno anche una funzione di lucernari per la “Grotta”, lo spazio pubblico interno sottostante.
Milano potrebbe essere nata anche prima di Roma. Fin dalla preistoria l’area dove sorge la città di Milano era abitata: i primi ritrovamenti risalgono al terzo millennio a. C.
In questo video di Gianluca J.P. e Milano Misteriosa viene mostrato con reperti archeologici e tratti storici tutto ciò che si conosce al momento riguardo alla fondazione della città di Milano.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Travel365 ha stilato la classifica dell’anno delle spiagge più belle della Penisola. La guida di viaggi online ha chiesto ai membri della sua community, circa 20mila, di esprimersi a riguardo: ogni membro ha espresso 5 preferenze su un ventaglio di oltre 100 spiagge italiane: dai risultati, ecco qual è la spiaggia più bella d’Italia. Spoiler: le prime sei posizioni appartengono tutte a due sole regioni italiane.
La SPIAGGIA più BELLA d’Italia: la classifica del 2022
# La Spiaggia dei Conigli e perché si chiama così
È la Spiaggia dei Conigli a Lampedusa la spiaggia più bella d’Italia. Già insignita di molti premi, come quello di spiaggia più bella d’Europa nel 2015, anche Travel365 definisce la spiaggia la più bella della Penisola. La spiaggia è un’area protetta dove il gabbiano reale e moltissime tartarughe vivono serenamente, uno spazio di sabbia bianca e mare cristallino che rendono la spiaggia magica.
Cosa c’entrano i conigli con una spiaggia di mare? Pare che il nome sia stato dato per errore. La prima volta che fu chiamata così era il 1824, quando l’ammiraglio britannico Smith chiamò la spiaggia “Rabit Island”, rabit in arabo significa però collegamento e si fa quindi riferimento all’istmo che collegava l’isola alla costa. Ma la spiaggia è diventata velocemente “Rabbit Island” (Spiaggia dei Conigli) e una serie di leggende iniziarono ad essere tramandate sul luogo, tipo quella che sull’isola viveva una colonia di conigli.
# Lo scenario da sogno della Spiaggia dei Conigli
La Spiaggia dei Conigli o Isola dei Conigli fa parte della Riserva Naturale “Isole di Lampedusa”, per questo non tutti possono accedervi liberamente. Per visitare la spiaggia bisogna infatti prenotarsi. L’isolotto, ai tempi collegato alla terra ferma con un ponte di sabbia oggi scomparso, ha una superficie di circa 4,4 ettari ed è un posto incantevole a sud ovest dell’isola di Lampedusa. I suoi gestori la definiscono “una autentica meraviglia, in uno scenario da sogno, immersa in un’atmosfera incantata, con una incredibile fauna marina e un’acqua la cui limpidezza e le cui sfumature azzurre attraggono visitatori e turisti da ogni parte del mondo”. Ed è proprio così, lo confermano tutti i turisti, che da sempre la definiscono la spiaggia più bella d’Italia.
# La classifica completa
E mentre la Spiaggia dei Conigli è la spiaggia più bella d’Italia secondo Travel365, la più bella d’Europa e la decima più bella del mondo secondo la classifica del 2022 di Tripadvisor, ecco le altre spiagge più belle della Penisola. Travel 365 mette al secondo posto la spiaggia dalla sabbia e rocce bianche e dai ciottoli rosa di Cala Mariolu nell’Ogliastra in Sardegna.
Al terzo posto un’altra spiaggia sarda: Cala Goloritzé e il suo famoso pinnacolo di 143 metri nella parte sud del golfo di Orosei in provincia di Nuoro.
Per il quarto posto si ritorna in Sicilia, in questo derby delle spiagge tra Sicilia e Sardegna, con la Cala Rossasull’isola di Favignana nelle Egadi. Al quinto posto c’è La Pelosa a Sassari in Sardegna: qui il mare dall’acqua quasi trasparente e la sabbia bianca finissima sono degni dei paradisi tropicali. Di seguito, la classifica completa dal 6° posto in giù:
Quante volte ci si è trovati ad arrivare in ritardo ad un appuntamento perché il bagno di casa era occupato e non ci si poteva preparare. O quante volte proprio per essere in orario ad un impegno ci si è prenotati la mattina stessa per fare la doccia ad un’ora precisa, battendo sul tempo il resto dei componenti della casa? Queste sono le dinamiche quotidiane di chi vive in una casa con un bagno solo, ma in Italia c’è una villa dove questo problema si annulla.
La CASA dei BAGNI: è in Italia la casa record, su 30 locali 19 sono gabinetti
# Tra le 10 case più assurde d’Italia
Era il lontano 2017 quando Agent pricing pubblicava la classifica delle 10 case più assurde messe in vendita in Italia: tra queste c’era quella con più bagni in assoluto. Agent pricing è una start up innovativa che in un’unica applicazione per mobile permette di consultare tutti i prezzi delle case vendute online, indipendentemente dall’agente immobiliare che ha postato l’annuncio. Cinque anni fa l’idea di Agent pricing era rivoluzionaria, oggi è una tra tante. Tra le case più assurde in vendita c’era il monolocale più piccolo del Paese, il metro quadro più costoso d’Italia (nel 2017 era 23mila euro al metro quadro, si provi a pensare quanto costerebbe oggi con il balzo all’insù che ha fatto il mercato immobiliare) e l’attico con la vista più bella, che non poteva non essere in una delle isole più eslusive d’Italia, Capri.
Ed è proprio a Capriche, oltre ad esserci la casa con la vista più bella, c’è l’abitazione con più bagni in Italia. 19 bagni per 30 locali complessivi, in pratica un bagno e mezzo per ogni camera. Anzi, se si pensa che nei 30 locali totali ci sono anche cucina, sala e studio, per ogni camera da letto ci sono circa due bagni. La casa era in vendita su idealista.it e contava 800 metri quadrati.
# Una passione caprese: le stanze da bagno
Consultando annunci immobiliari più recenti, si è scoperta però una passione dell’isola di Capri, quella per le case con tanti bagni. Nonostante la casa dai 19 bagni non sia più in vendita, Idealista.it propone numerose ville nell’isola dei faraglioni che hanno più toilette che altro. Tra queste si trova Villa “La Vedetta”, un’abitazione con giardino e piscina di 13 locali complessivi suddivisi in 400 metri quadri, di queste 13 stanze ben 8 sono bagni. Ma in proporzione, le due ville in vendita vicino alle spiagge di Marina Piccola hanno ancora più servizi che camere: precisamente sul mercato caprese c’è una casa di 500 m² (300 m² calpestabili) con 12 locali e 8 bagni e un’altra di 475 m² con 8 locali e 5 bagni.
I giornali escono in edizione straordinaria, Indro Montanelli, sul Corriere, scrive: “è una stupefacente organizzazione in un paese disorganizzato“.
Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano
# Il furto di 600 milioni di lire senza sparare un colpo
Entrando nel mese di febbraio, i milanesi che hanno i capelli bianchi e che hanno conosciuto la Milano precedente a quella da bere, hanno un riflesso condizionato, una sorta di sussulto emotivo, un misto di paura e fascino. Perché il colpo di via Osoppo è la rapina delle rapine, senza sparare un colpo. Paura, perché il ricordo di una rapina mette sempre un po’ di inquietudine, e fascino, perché riuscire a rubare tanti soldi con astuzia, organizzazione, senza usare le armi, un certo fascino lo crea, alla faccia del politicamente corretto.
Era il 27 febbraio 1958, il furgone della Banca Popolare di Milano, poco dopo le 9 del mattino, arriva in via Osoppo, proveniente da Piazzale Brescia. Alla guida del mezzo c’è un dipendente della banca, mentre sul sedile posteriore si trova una guardia armata. Poco prima dell’incrocio con via Caccialepori il mezzo viene bloccato dall’organizzazione di rapinatori, che con un dinamismo preciso rubano circa 600 milioni di lire, 114 in contanti.
# L’azione della banda dei 7 rapinatori
La banda di rapinatori è composta da, Ferdinando Russo, detto Nando il Terrone, Arnaldo Gesmundo, detto Jess il bandito, Arnaldo Bolognini, ex partigiano, Eros Castiglioni, che faceva il pugile, Enrico Cesaroni, Luciano De Maria e Ugo Ciappina.
Uno dei rapinatori è a bordo di un camion, sperona il furgone portavalori che si blocca. Nel frattempo un altro bandito spacca il finestrino dal lato della guardia e gli sfila via l’arma, a quel punto altri dei sette banditi caricano i sacchi e le valige con i contanti e i documenti sul camion OM Leoncino. Una Giulietta è pronta a sgommare per portare via coloro che non erano sul furgone riempito di quel “tesoro”.
“Qualcuno cercò di intervenire – raccontò alcuni anni fa Arnaldo Gesmundo, originario di via Padova, mancato recentemente – da un balcone ci lanciarono dei vasi di fiori e noi, per dimostrare quanto eravamo tranquilli e sereni, nell’allontanarci abbiamo simulato gli spari del mitra con la bocca…tarattatà tarattatà“.
I giornali escono in edizione straordinaria, Indro Montanelli, sul Corriere, scrive: “è una stupefacente organizzazione in un paese disorganizzato“.
# La mobilitazione di Polizia scientifica e Interpoll e i primi arresti
Polizia scientifica e Interpoll si mobilitano: vengono setacciati Lorenteggio e il Giambellino, perché si pensa che i ladri si siano rifugiati in quelle zone, visto che alcune valigie del portavalori erano state trovate, svuotate, in quell’area. 4 mila uomini, tra poliziotti e carabinieri, cercano i banditi, senza esito. Ma il 31 marzo, poco dopo un mese dall’agguato, cinque dei malviventi vengono arrestati. Pare che a “tradirli” siano i “toni”, ovvero le tute da operaio che utilizzò la banda per il colpo e ritrovati nell’Olona, con tanto di targhetta di chi li aveva venduti: era un negozio di Modena e il titolare evidentemente mise gli inquirenti sulla giusta strada.
Un già anziano Luciano De Maria raccontò che: “eravamo due bande e ci siamo messi insieme per il colpo di via Osoppo, scegliamo il 27 perchè è giorno di stipendi. Eravamo in sette, il mio compito era quello di guidare il camioncino che fece l’incidente con il portavalori“.
“Volevo fare qualcosa di eclatante, ma senza spargimento di sangue – confidò ancora De Maria – quando mi hanno messo in carcere mi scrissero centinaia di donne e, per pudore e rispetto verso di loro, non dico cosa scrivevano e cosa mettevano nelle lettere…“.
# Il colpo di via Osoppo è stato fonte d’ispirazione per film e libri
Una parte del denaro viene recuperata, altro invece era stato già speso, e un po’ fu “imboscato”. De Maria e Gesmundo, raccontarono quella rapina con enfasi aulica, sottolineando l’attenzione ad evitare spargimenti di sangue: “allora la vita umana veniva rispettata, anche se eri nel pieno di un’operazione da centinaia di milioni di lire. Oggi per 50 euro sono pronti ad uccidere“.
Il colpo di via Osoppo è stato fonte d’ispirazione per film e libri, nell’immaginario collettivo rappresenta uno degli esempi più chiari del gettare il cuore oltre l’ostacolo, e ben oltre la legge, per raggiungere un obiettivo di grande guadagno economico e di sfida con se stessi e con il destino.
L’unico luogo totalmente pedonalizzato di tutto lo Stato. Ecco dove si trova e come è stato costruito.
Il VILLAGGIO dove i TETTI diventano STRADE
# Una conformazione terrazzata aggrappata al fianco di una montagna
Aggrappato al fianco dei monti Elburz in Iran, a un’altitudine di 1.050 metri, c’è un villaggio dall’architettura unica al mondo: Masuleh. Fondato nel X secolo, fa parte della contea di Fuman nella provincia di Gilan ed è circondato da foreste. Si presenta come una conformazione terrazzata che si sviluppa lungo un dislivello di circa 100 metri.
# I tetti delle case sono strade e cortili per chi ci abita sopra
La struttura di questo villaggio è fatta in modo che i tetti delle case inferiori diventino cortile, marciapiede e strada per chi vive in quelle superiori. Le strade possono essere percorse solo dalla persone a causa dei labirintici passaggi che collegano i diversi livelli delle abitazioni. Masuleh risulta l’unico luogo completamente pedonalizzato di tutto lo Stato.
# Il perfetto esempio di ecosostenibilità
Masuleh può essere portato ad esempio come luogo ecosostenibile. In primis per i materiali utilizzati per costruire le abitazioni, in legno e argilla, poi perché la ridotta larghezza e lunghezza delle strade non consente il passaggio delle auto.
Al primo posto assoluto delle cose di cui si lamentano i milanesi, a giudicare almeno dalle mail che riceviamo per la rubrica #milanononfaschifoma. I taxi o, piuttosto, la loro assenza. Specie in certe ore e in certi luoghi. Come la sera in Centrale.
È più facile che un CAMMELLO passi per la cruna di un AGO, che trovare un TAXI in CENTRALE
# Dopo le 18 e nel week end inizia la caccia al tesoro
Una delle cose che chi è abituato ad andare all’estero trova più curiose a Milano sono i taxi. O, più precisamente, i tassisti. Nelle grandi città d’Europa i taxi sono quasi sempre guidati da immigrati, da stranieri che a stento conoscono la lingua del paese che li ospita. Tipico. Ovunque. Ma non a Milano. Non solo. Un mistero di Milano è l’impossibilità di “toccare” i tassisti, per qualunque amministrazione, in particolare per la questione delle licenze.
Il risultato è che se si prende un taxi a Milano si trovano conducenti quasi sempre eleganti, educati, che parlano un italiano perfetto, che conoscono ogni aspetto della città. L’unico problema è che spesso non si trovano. Soprattutto quando servirebbero di più. Nelle sere di pioggia, ad esempio, sembra impossibile trovarne uno. Lo stesso accade quando ci sono i grandi eventi di Milano, come la Settimana della Moda o il Fuorisalone. Così come la sera o nelle ore di punta alla Centrale. Secondo uno studio di TaxiBlu, il consorzio cittadino più grande, dopo le 18 e nel fine settimana circa il 30 per cento delle chiamate rimane insoddisfatto. Ma realmente i tassisti sono una “casta intoccabile” e godono di privilegi tipo i parlamentari di Roma?
# Qualche numero: le nuove licenze mancano da vent’anni
Il dato più appariscente è questo: da quasi vent’anni non vengono più collocate sul mercato nuove licenze per i taxi a Milano. In un periodo di tempo in cui Milano è cresciuta di circa 150 mila abitanti ed è passata da 2 a 10 milioni di turisti all’anno, in particolare durante grandi eventi come Expo, la finale della Champions, Fuorisalone o le Settimane della Moda.
Per guidare un taxi serve una licenza. A Milano risultano al momento meno di cinquemila licenze, 4.855 per la precisione. Le licenze vengono assegnate in base al pubblico presente sul territorio comunale, per ottenerle servono una serie di requisiti che sembrano alla portata di (quasi) tutti: avere compiuto l’età di 21 anni, essere in possesso della cittadinanza italiana o di un altro Stato dell’Unione Europea, non aver riportato condanne e non essere titolare di un’altra autorizzazione o concessione amministrativa. Il problema, come scritto, è che da quasi vent’anni nessuna amministrazione le sta più assegnando. Anche perché una licenza si può rivelare un autentico tesoro.
La licenza non è solo un permesso ma un vero e proprio bene patrimoniale che vale come una casa. A Milano la si può comprare da qualcuno che decide di smettere, va in pensione o, in generale, interrompe la sua attività. Il “blocco” delle assegnazioni ha portato a un’impennata del valore delle licenze che rientrano nella trattativa privata e quindi oggetto di libera contrattazione: il prezzo di una licenza taxi nella maggior parte dei casi si aggira tra 100.000 e 200.000 euro. Questo è il punto chiave che porta i tassisti ad alzare le barricate contro qualunque ipotesi di aumento del numero delle licenze: per un principio economico incrementando la loro offerta si riduce il loro valore. E chi ha versato fino a 200.000 euro per ottenerla non può certo farsi intenerire da turisti in coda, al freddo, sotto la pioggia, di notte, per aspettare un mezzo che vale un tesoro.
Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it
Quando a Milano si andava in disco il pomeriggio. Di alcune non c’è più traccia se non nei ricordi dei giovani degli anni ’80 e ’90, di altre se ne sente ancora parlare anche se hanno cambiato completamente stile. Sono le discoteche del pomeriggio, locali che nel ventennio prima del nuovo millennio diventarono i luoghi di ritrovo per la maggior parte dei giovani milanesi.
Le DISCOTECHE del POMERIGGIO: la FOTOGALLERY degli anni ’80 e ’90
# La Milano da ballare alla luce del sole
La Milano da ballare, prima, non era solo by night. C’era un tempo in cui le discoteche erano aperte fin dal pomeriggio e popolate da giovani adolescenti che avevano voglia di divertirsi. Le discoteche del pomeriggio nascono negli anni ’70, ma è solo a partire dagli anni ’80 fino a metà dei ’90 che diventano una moda. La scelta di aprire le discoteche anche il pomeriggio fu un lampo di genio: accontentava quella voglia di divertirsi dei giovani minorenni che non potevano entrare nelle discoteche la sera, perché riservate agli over 18. E così, tra il fumo delle sigarette e dei fumogeni che creavano l’ambiente e i drink particolarmente carichi, la musica era la vera protagonista della giornata. Si sceglievano i locali in base al genere che veniva suonato ma, in quasi tutte, la chiusura era riservata ai lenti. In perfetto stile “Tempo delle Mele”:
# Le discoteche più frequentate
Ma quindi quali erano le discoteche pomeridiane più frequentata a Milano?
# Central Park
Il Central Park si trovava in un enorme struttura in fondo a via Padova, angolo via Rovigo, con il dj chiuso in un finto elicottero e una Manhattan stilizzata sulle pareti.
# Vogue
In Corso Buenos Aires il sabato e la domenica pomeriggio si andava al Vogue.
# Caesar’s Palace
Più familiarmente il Caesar. In Corso di Porta Romana, con le sue statue di plastica.
# Shocking Club
Uno degli ultimi a mollare la disco di giorno. Si trovava sotto il Teatro Smeraldo e le sue code sul marciapiede sono uno dei ricordi indelebili della Milano degli anni Novanta.
# I locali Dark: l’Histeryca e il Taxi Club
Erano gli anni delle mode che identificavano i diversi gruppi. Paninari da una parte, dark, rockabilly, ska, teddy boys, mods dal lato opposto. I loro luoghi del pomeriggio erano l’Histeryca e il Taxi Club di via Redi dove risuonavano Smiths, Cure e i Depeche.
# Le Cinemà: il top per i paninari
Il ritrovo eletto per i paninari dei primi anni Ottanta era Le Cinemà di via Ricciarelli. Dove si ballavano i Duran, i Pet Shop Boys, gli Wham!, i Dead Or Alive con le mani immancabilmente sulla cintura El Charro.
# L’Odissea 2001
Nota come solo l’Odissea, altro ritrovo di culto di quegli anni in via Besenzanica lungo via Forze Armate dove si suonava musica rock.
# Linea club
Altro punto di riferimento dei paninari e, prima, dei sanbabilini. Proprio in piazza San Babila il “linea”, tra i più pettinati e più inaccessibili di Milano. Quante lacrime per chi veniva “rimbalzato” dai buttafuori.
# Merry go-round e Belle Epoque
Molto ambito l’accesso anche per il Merry go-round di via San Pietro all’Orto e il Belle Epoque poi diventato Ipotesi, in piazza XXIV Maggio, su due piani.
# Altre disco degli anni Ottanta
Milano in quegli anni brulicava di discoteche. Altri locali che ebbero i loro momenti di gloria nei pomeriggi degli anni Ottanta sono la 23th in via Canonica, il Divina di via Molino delle Armi, il Vogue in via Carducci, lo Zeus in Moscova, l’Amnesie di via Cellini, il SI o Si, poi 222 di via Vittadini, il Time di corso Lodi, già Skylab, e l’Anyway in corso Europa.
# Quelli degli anni Novanta
La maxi discoteca del Parco delle Rose, poi Borgo del Tempo Perso, con le sue tre piste e piscina in zona Corvetto. Il City Square, in via Castelbarco, l’Hollywood, il Tocqueville e il Rolling Stone. Ecco alcune foto per un tuffo nei ricordi dei weekend milanesi.
# I lenti più gettonati
“The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, “Careless Whisper” degli Wham!, “Time after time” di Cindy Lauper, “True” degli Spandau Ballet e “Save a Prayer” dei Duran Duran.
Qual è più vicina a Milano tra Brescia e Bergamo? Dipende. La distanza in chilometri tra Milano e Brescia è quasi doppia rispetto a quella che c’è tra Milano e Bergamo. In auto da Milano prima si arriva a Bergamo e poi a Brescia. Se si prende il treno però la situazione si ribalta.
BRESCIA è più VICINA di BERGAMO a Milano (in treno)
# Da Milano a Brescia in 36 minuti con l’alta velocità
La distanza in chilometri in auto tra Milano a Brescia è quasi doppia rispetto a quella che c’è tra Milano e Bergamo, 57 contro 91 se si percorre la più breve e costosa BreBeMi, mentre la durata del viaggio è rispettivamente di 1 ora 20 minuti e di poco meno di un’ora. La situazione si ribalta però se si sceglie di percorrere lo stesso tragitto utilizzando il treno. Partendo dalla Stazione Centrale e prendendo l’Eurocity si arriva a Brescia in 46 minuti, con i convogli dell’alta velocità di Trenitalia o Italo ne bastano 36. In entrambi in casi si tratta di un servizio no-stop.
In treno da Milano a Bergamo servono invece almeno 48 minuti con il servizio regionale di Trenord, con tre fermate intermedie.
# Dal dicembre 2016 è attiva la nuova linea AV fino a Brescia
Il collegamento ferroviario tra Milano e Brescia fa parte della linea che arriva fino a Venezia. Nel dicembre 2016 è stata inaugurata la nuova linea Alta Velocità/Alta Capacità Treviglio – Brescia, per una lunghezza di 39,6 km, che affianca quella standard. La realizzazione di quest’opera, che rientra nel più vasto progetto di realizzazione del collegamento ferroviario AV/AC Milano – Venezia e del corridoio TEN-T Mediterraneo-, ha consentito di ridurre i tempi di percorrenza tra le due città.
# La linea per Bergamo è a scartamento ordinario
La linea dal nodo di Treviglio a Bergamo è invece a scartamento ordinario e non consente quindi il transito di convogli veloci. Questo spiega il maggior tempo necessario per arrivarci in treno da Milano rispetto a quello che serve per collegare il capoluogo lombardo con Brescia.
La prima del genere in Italia. Una vista a 360 gradi su un paesaggio inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità Unesco. Come è stata realizzata e quali sono le sue caratteristiche?
La CASA TRASPARENTE nel BOSCO: eletta “miglior BIO SPA d’Italia”. A un’ora e mezza da Milano
# La Glass House, la prima casa di vetro italiana
Su una collina nel cuore del Monferrato, a un’ora e 20 minuti da Milano, c’è la Glass House, la prima casa di vetro italiana con una suggestiva vista a 360 gradi sul paesaggio circostante riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2014. L’arredamento interno ed esterno è composto tutto da componenti di design italiano di alta gamma.
# La migliore Bio Spa d’Italia
La casa è stata costruita interamente in vetro, acciaio e legno e funzionante con domotica e attrezzata con le più moderne tecnologie, come il primo purificatore d’aria e un impianto fotovoltaico ad alto potenziale.
A questo si aggiunge Wi-fi, TV, camino, salone, cucina, camera, bagno e la Spa composta da sauna, Bagno Turco e Cromoterapia. Una Spa che le ha consentito di aggiudicarsi il Best Bio Spa Award 2021.
# Circondata da un giardino botanico di 2.000 mq
La suite è immersa in un giardino botanico di 2000 mq arricchito da centinaia di specie di fiori e piante appositamente selezionate e integrate per regalare una esperienza unica in ogni stagione. Nel patio esterno è presente l’area relax con annessa Jacuzzi Virtus esterna. Il prezzo? Per una notte bisogna mettere in conto 490 euro a coppia.