Si può abbinare una gita fuori porta con panorami suggestivi e gustando dei piatti prelibati? Ecco dove si può fare a un’ora sola da Milano.
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3 RISTORANTI PANORAMICI a un’ora da Milano
#1 Rifugio Martina a 1.400 metri d’altitudine
Credits federica.fernicola IG – Rifugio Martina
A 1380 metri di altitudine, a Lezzeno in provincia di Como, c’è il Ristorante Rifugio Martina. Si raggiunge dopo una breve passeggiata nei boschi e sia seduti all’interno che all’esterno si può mangiare godendo di una vista spettacolare sul lago e sulle montagne. La cucina è fatta di materie prime di qualità e nel menu si trovano tutte le specialità tipiche della zona con la polenta al centro dei piatti e che viene accompagnata da diversi tipi di carne, formaggi o proposta nella tipica versione Uncia. Località San Primo, 22025 Lezzeno CORecensioni Google: 4.4/5
#2 Polentoteca Chalet Gabriele con il panorama del Lago di Como
Credits francesco.m.b.2020 IG – Chalet Gabriele
Un altro ristorante con una vista mozzafiato sul Lago di Como e le montagne circostanti è la Polentoteca Chalet Gabriele a Bellagio. Le specialità sono i piatti di montagna come i pizzoccheri, sciatt, polenta e spezzatino. I tavoli si possono scegliere nelle sale interne con grandi vetrati affacciate verso il lago C’è anche una terrazza spettacolare e una vista unica sul lago di Como e le montagne. Località Prà Filippo, 60, 22030 Bellagio CORecensioni Google: 4.5/5
#3 Trattoria Portole con vista sul Lago d’Iseo CHIUSO
Credits scutellainpadella IG – Trattoria Portole
A Sale Marasino, in provincia di Brescia, si può mangiare a pranzo e cena ammirando il panorama offerto dal Lago d’Iseo e dal Monte Isola. Si può scegliere tra la sala interna e la veranda. Tutti i piatti sono abbondanti e la cucina è prettamente locale. Spiccano le tagliatelle al ragù di cinghiale, gli gnocchi di farina di castagne ed il cinghiale con polenta, come dolci la torta di mele. Recensioni Google: 4.4/5
Credits Prateek Katyal-unsplash - Gradini Trans Bhutan Trail
Nel Novecento era definito “il sentiero più bello del mondo”. Uno dei percorsi più antichi, sacri e meravigliosi del nostro pianeta riapre ai turisti dopo quasi 60 anni. Scopriamo questo percorso scenografico e quando riaprirà.
Dopo mezzo secolo ha riaperto il “sentiero più bello del mondo”
# Dopo 60 anni di chiusura riapre il sentiero delle meraviglie
Credits ultimate adventures – Trans Bhutan Trail Mappa
Nel regno buddista sull’Himalaya orientale, in Bhutan, luogo di monasteri, fortezze e spiritualità riapre uno dei sentieri più antichi, sacri e meravigliosi del mondo: il Trans Bhutan Trail. Per molti secoli è stato un vero e proprio punto di riferimento per i pellegrinaggi buddisti, ma in seguito alla costruzione di nuove strade e quartieri, negli anni ’60 è caduto in disuso. La ristrutturazione del percorso è stata curata dalla fondazione Bhutan Canada con il supporto del Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck.
# I luoghi attraversati lungo il percorso di 403 km che dura un mese
Trans Bhutan Trail
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Credits Prateek Katyal-unsplash - Gradini Trans Bhutan Trail
Credits Aaron Santelices-unsplah - Trans Bhutan Trail
Credits Adli Wahid - Taktsang Monastery
Lo storico itinerario del Trans Bhutan Trail si snoda lungo 403 km, collegando nove distretti, 28 governi locali, due comuni, un parco nazionale e 400 siti di interesse storico e culturale. La partenza avviene da Haa, vicino al confine con il Tibet, e l’arrivo è a Trashigang che confina con lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh. Il percorso consente di ammirare luoghi iconici, spirituali e straordinari del Paese come la catena montuosa dell’Himalaya, la più alta del mondo, e i suggestivi templi buddisti. Il viaggio dura circa un mese, a disposizione dei viandanti ci saranno campeggi, alberghi e famiglie pronte a ospitare, e lungo il tragitto vengono attraversati 18 ponti principali e si cammina su circa 10.000 gradini.
# In primavera dovrebbe essere garantito l’accesso a cittadini e viaggiatori internazionali
Credits Prateek Katyal-unsplah – Trans Bhutan Trail
A marzo 2022 è avvenuta l’inaugurazione del sentiero, l’accesso a cittadini e viaggiatori internazionali è garantito invece dal mese di aprile. Si può scegliere di provare questa esperienza a piedi o in bicicletta. In alternativa al percorso originale si può optare per altri più brevi, della durata di 3/4 giorni o una settimana.
Era uno dei luoghi più malfamati di Milano. I milanesi lo chiamavano genericamente piazza Vetra: a quei tempi tutto era piazza Vetra, anche i giardinetti e il parchetto dove un tempo si bruciavano le streghe.
Il Parco delle Basiliche era uno dei luoghi più malfamati di Milano. E il suo vero nome non lo conosce quasi nessuno
Oggi è diventato un luogo trendy anche se non mancano piccoli spacciatori e scalmanati ubriachi nelle sere d’estate. Forse artefice è stato anche lui, il papa polacco a cui è stato intitolato questo (ex) luogo della perdizione.
Infatti il vero nome è Parco Giovanni Paolo II anche se neppure un turista lo potrebbe chiamare così. Per tutti rimane piazza Vetra o, più precisamente, il parco delle Basiliche, così chiamato perchè collega la Basilica di San Lorenzo e la Basilica di San’Eustorgio, in zona Ticinese.
Anche se in Italia si è da sempre convinti che Napoli con la sua teatralità abbia sfornato i migliori attori pochi sanno che Milano ha dato i natali a molte meravigliose attrici, di cinema e teatro, che hanno onorato e ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo.
Il video del giorno: 10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro
#1 Mariangela Melato, la milanese verace
Padre di origini austriache che giunto da Trieste a Milano fece il ghisa e madre milanese doc, sono il binomio vincente per mettere al mondo tre figli dei quali le due sorelle diventeranno attrici. Anna più votata al teatro e Mariangela, nata nel 1941, assolutamente poliedrica, attrice di cinema e teatro, ballerina e cantante. Insignita di numerosi premi vive gran parte della sua esistenza tra set cinematografici e palchi dei più prestigiosi teatri italiani.
Meravigliose le sue interpretazioni sotto la regia di Lina Wertmuller mentre con “Saxofone”, film non molto conosciuto (non certo un capolavoro) girato sotto la regia di Renato Pozzetto che è anche l’attore protagonista, regala una Milano fine anni settanta assolutamente indimenticabile. Tratto da un soggetto di Enzo Jannacci, lo stesso Pozzetto insieme a Cochi Ponzoni e all’incredibile ed estroso Beppe Viola il film si snoda in moltissimi luoghi della Milano di quegli anni regalando un affresco imperdibile.
Mariangela Melato è stata, come dicevamo, anche cantante e ballerina e lo dimostra partecipando a spettacoli teatrali che mettevano in risalto tutto il suo talento. Nel 2013 un tumore al pancreas mette fine alla sua esistenza privandoci di una delle migliori artiste nate in Italia. Poliedrica
#2 Valentina Cortese, candidata all’Oscar nel ’75, ha recitato con attori del calibro di Spencer Tracy, Orson Welles e Audreu Hepburn
La Diva, così chiamata per la sua bravura, nasce a Milano nel 1923 da genitori piemontesi. Debutta appena diciottenne in una pellicola che narra le vicissitudini di una giovane attrice che cerca di sfondare nel mondo del teatro e che alla fine ottiene il successo. Una sorta di premonizione per Valentina Elena, questo il suo nome per esteso, che avrà modo di recitare sui set di tutto il mondo.
Reciterà con attori che hanno fatto la storia del cinema, da Spencer Tracy a Orson Welles e una giovane Audreu Hepburn. Causa gravidanza dovrà rinunciare nel recitare al fianco di Charlie Chaplin che la voleva nel suo “Luci della ribalta”. Sarà candidata come attrice non protagonista al premio Oscar del 1975 e l’amore per suo lavoro la porterà a lavorare fino al 2017 in un film autobiografico dal titolo, indovinate un po’…Diva. Una lunga malattia ci priverà del suo impareggiabile talento nel 2019 a 96 anni compiuti. La star.
#3 Franca Valeri, Signora Snob
Alma Franca Maria Norsa nasce a Milano nel 1920 nella centralissima via Cerva, via posta tra Largo Augusto e via Mascagni. Benestante e colta è costretta a vivere nell’angoscia di una possibile deportazione a causa del suo credo religioso. Anche se solo da parte di padre la Valeri abbraccia la religione ebraica e durante il ventennio evita la deportazione solo grazie a dei documenti falsi.
Specializzata nella interpretazione di personaggi quali laSignora Snobe laSora Cecioni divide il suo talento tra cinema, teatro e molta radio. Diretta da Fellini, Monicelli, Comencini e molti altri, l’attrice crea una serie di maschere che nell’immaginario collettivo saranno il cliché della sicura milanese e della sora romana. Ne “Il vedovo” con la regia di Dino Risi recita al fianco di Alberto Sordi in una delle commedie italiane più riuscite di sempre. Muore nell’agosto di quest’anno nella sua casa romana. Di lei va ricordato il grande impegno umanitario che l’ha portata anche a fondare una Onlus a sostegno degli animali randagi. Caratterista di razza
#4 Lucia Bosè, la bellissima
Bellissima al punto che gli uomini milanesi spendevano una fortuna nella Pasticceria Galli pur di vederla lavorare dietro al bancone come commessa, Lucia viene proiettata nell’olimpo della celluloide grazie alla partecipazione, e alla vittoria, di Miss Italia nel 1947. Nello stesso anno parteciparono altre donne incredibilmente belle quali Gina Lollobrigida e Silvana Mangano.
Non estremamente talentuosa inizia a recitare grazie alla sua bellezza dirompente salvo poi migliorare col tempo fino a diventare una apprezzata attrice. Madre di Miguel, Paola e Lucia, tutti famosi artisti, vive burrascose storie d’amore con il torero Dominguin (padre dei tre figli di lei) e, pare, con altri famosissimi personaggi, primo tra tutti Pablo Picasso. Nel marzo di quest’anno, complice il Covid che complica un quadro clinico già pesantemente compromesso, Lucia raggiunge il suo amato e mai fedele Dominguin nel regno dei cieli. A volte la bellezza basta e avanza
#5 Greta Scacchi, al fianco di Harrison Ford in “Presunto Innocente”
Pochi sanno che la diva di Hollywood, la bellissima Greta, è milanese doc. Nata nel 1960 nel quartiere Brera da un un artista milanese e da madre inglese l’attrice vive a Milano fino a 4 anni per poi iniziare, a seguito della famiglia, a girare il mondo. Nel 1987 in “Presunto innocente” al fianco di Harrison Ford fa sognare gli spettatori di sesso maschile con la sua sensualità dirompente. Apprezzata da registi italiani solo nella seconda metà della sua carriera viene comunque doppiata per il suo spiccato accento anglofono anche se, intervistata da giornalisti italiani, sfodera non solo un ottimo italiano ma anche qualche parola in milanese. Orgogliosa delle sue origini meneghine si divide tra cinema e serie TV. Internazionale
#6 Adriana Asti, la più disinibita della sua generazione
Nata nel ’31 la Asti si distingue per la sua poliedricità e il fatto di essere disinibita per la sua generazione. Lo si evince dalla partecipazione in “Io, Caligola” di Tinto Brass dove non risparmia di esibirsi senza vestiti. Decisamente più adatta a ruoli teatrali vince numerosi premi. Presta la sua voce anche a molti doppiaggi. Nonostante sia prossima ai 90 anni continua a dividere il suo talento tra televisione e cinema forse non paga dei suoi numerosi riconoscimenti ottenuti nella lunga carriera. Istrionica
#7 Lella Costa, splendida attrice teatrale
Forse la migliore interprete di monologhi tra il comico e il drammatico, Lella nasce a Milano nel 1952. Colta e molto preparata si avvicina al teatro frequentando l’Accademia dei Filodrammatici ma la svolta la ottiene con i corsi della scuola teatrale di Maurizio Nichetti, Quelli di Grock che sapranno esaltare le sue doti. Pur prendendo parte ad alcune pellicole sono gli spettacoli teatrali che la portano alla consacrazione.
Certamente non la sua interpretazione più importante ma segnaliamo a tutti il monologo dedicato alla ipotetica signora Pooh che ascolta “Tanta voglia di lei” analizzando il testo con un umorismo che mette in risalto la sua arte. Autrice di alcuni libri, impegnata politicamente e socialmente, mamma di tre figli, è da esempio su come si possano fare tante cose, e bene, contemporaneamente. Vincitrice dell’Ambrogino d’oro nel 2019. Instancabile.
#8 Angela Finocchiaro, simpatia contagiosa, ha vinto David di Donatello e Ciak d’oro
Di origini siciliane nasce a Milano nel 1955. Sin da subito si intuiscono le doti comiche di una artista che da 45 anni ci fa ridere con le sue interpretazioni cinematografiche e teatrali. Col tempo si dedica, con successo, anche a ruoli drammatici ma la sua mimica e il suo timbro vocale rimangono perfetti per ruoli dove sa far ridere chiunque. Nella sua grande versatilità partecipa anche ad alcune stagioni di Zelig non mettendo limiti al suo talento. Con dei David di Donatello e dei Ciak d’Oro in bacheca si permette anche di recitare in qualche pubblicità che grazie a lei otterranno un grande successo. Irresistibilmente simpatica
#9 Sandra Mondaini, in coppia fissa con Raimondo Vianello, interpreta Sbirulino a fini sociali
Inimmaginabile senza Raimondo Vianello con il quale ha fatto coppia in televisione e nella vita l’attrice milanese è stata soprattutto una vedette del varietà, spettacolo in voga specie prima e dopo la seconda guerra mondiale. Inizia come modella per poi debuttare a teatro con il milanesissimo (ne parleremo in un altro articolo) Tino Scottinello spettacolo “Ghe pensi mi”. La sua dirompente simpatia e l’energia che mette in ogni cosa che fa la porta a spaziare in tutti i campi passando dalla radio al varietà al cinema senza farsi mancare il lavoro di valletta a fianco di Mike Bongiorno.
La vicinanza a Bramieri, Macario e altri mostri sacri del teatro e della rivista non intaccano minimamente la sua verve che continuerà a esibire di fianco a suo marito Raimondo Vianello in una serie di trasmissioni che hanno fatto la storia della televisione. Con il personaggio di Sbirulino approfitta del grande consenso dei più piccoli per sposare alcune cause focalizzate nel sociale. Di grandissima umanità si prodiga in qualunque azione umanitaria lasciando però che i suoi nobili gesti rimangano nascosti ai più come si conviene a chi fa per gli altri per sole ragioni di cuore. Il 15 aprile del 2010 mancherà l’amato Raimondo e sarà per lei un dolore insopportabile al punto che 5 mesi più tardi, malata ma non più motivata nel combattere, cederà a una lunga malattia. La Signora dello spettacolo
#10 Sonia Bergamasco, l’impegnata
Anche se ai più è nota per il suo ruolo della indefessa dottoressa Sironi la bella Sonia, nata a Milano nel 1966, è musicista, regista e attrice di teatro e di cinema. Sposata col talentoso Fabrizio Gifuni dal quale ha avuto due figli, ha lavorato con Giorgio Strehler e Carmelo Bene, quanto basta per definire la caratura artistica.
Anche se la sua professione principale è quella dell’autrice teatrale con circa 20 opere al suo attivo l’attrice ha partecipato a numerose pellicole mostrando al grande pubblico un grandissimo talento. Ci aspettiamo grandi cose.
ROBERTO BINAGHI
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Dopo una lunga pausa di sospensione, il risveglio. Il sindaco tuona contro Roma lamentando una paradosso che il nostro sito, e non solo noi, ha più volte denunciato. Milano ottiene da Roma l’1% di quanto versa in tasse. Si tratta della città con il residuo fiscale più alto al mondo. Qual è la strategia migliore? Continuare a dare soldi a Roma presentandosi poi con il cappello in mano oppure procedere finalmente rivendicando un’autonomia simile a ogni grande città d’Europa?
SALA all’attacco (finalmente): “Da Milano 19 MILIARDI di TASSE. Ma il governo ci nega 50 MILIONI”
“Da Milano 19,2 miliardi di imposte allo Stato. E dobbiamo discutere su 50 mln che ci servono per il bilancio?”
Credits mianews – Beppe Sala
In una conferenza stampa Sala tuona contro il governo segnalando le difficoltà di bilancio del Comune. A fronte di oltre 19 miliardi che Milano dà ogni anno allo Stato, i conti sono a rischio per un buco di 50 milioni. Buco che compromette i servizi ai cittadini. Queste le parole del sindaco:
“C’è un numero che è la somma delle imposte lorde che provengono da Milano e che arrivano al nostro Stato, questo numero é stato nel 2019 di 19 miliardi e 200 milioni. È un numero che fa riflettere. Lo dico perché mi faccio delle domande, questo governo e questo Paese si rendono conto di quanto è la contribuzione che nasce a Milano?”
# “O questo territorio riparte o questo Paese non ripartirà”
“Come si può immaginare di rilanciare questo paese”, si chiede Sala, “se non partendo da chi ha strutture più forti e produce reddito? Non mi sto lamentando che queste tasse vadano a Roma ma davvero dobbiamo discutere su 50 milioni che ci servono per il bilancio?”.
“Che intenzioni ha questo governo?”, si chiede in conclusione il sindaco, “Di valorizzare il nostro territorio? Mi viene da pensare che questo governo premi gli amici e gli amici degli amici e per gli altri ci sia disinteresse. Non voglio arrivare a pensare questo. Dico che questo paese non ripartirà se non da una ulteriore spinta che arriva da questo territorio. E il governo deve aiutare, sostenere e dare l’idea di essere al nostro fianco. Stiamo chiedendo questo”.
Fonte: ANSA
# Milano riceve dallo Stato l’1% di quanto versa
Credits: www.ultimenotizieflash.com
L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.
Dei 40 miliardi versati allo stato quanti ritornano a Milano attraverso i trasferimenti statali?
Dallo Stato il Comune di Milano riceve 125 milioni come contributi o trasferimenti statali, mentre dalla Regione riceve altri 309 milioni di cui 267 versati per il trasporto locale.
Complessivamente il Comune di Milano riceve dallo stato in via diretta o indiretta (tramite le Regioni) 450 milioni a fronte dei 40 miliardi che versa in tasse. Significa che poco più del 5% del bilancio è coperto dallo Stato e Milano riceve indietro dallo stato l’1% di quanto versa.
Che lo sfogo di Sala possa essere l’inizio di una fase nuova in cui tutta la comunità di Milano si compatta per ottenere l’autonomia?
Milano ha scelto di far correre i convogli metropolitani nella direzione di marcia opposta rispetto alle altre città europee. Lo stesso corso di marcia delle automobili invece che quello dei treni. Vediamo perché.
Perché i TRENI della METROPOLITANA di Milano viaggiano “controcorrente”?
# La scelta di andare a destra
Credits isidorodimileto IG – M1 Milano
Sarà capitato a tutti viaggiando in altre città del mondo. Sulla banchina della metropolitana si vede arrivare il convoglio da destra a sinistra. Capita a Parigi, Madrid, Berlino, a Napoli o a Roma. A chi è di Milano questo sembra strano, perché la direzione della metropolitana di Milano è l’opposto. A Milano i treni arrivano da sinistra e proseguono verso destra. Questa è almeno la norma. E questa differenza è ancora più evidente nelle stazioni in cui i binari sono appaiati: a Milano i treni prendono il binario di destra, un po’ come accade per le automobili sulle strade. E il contrario di quello che avviene per i treni delle ferrovie. Quale può essere il motivo?
# La scelta di seguire il Codice della Strada invece che quello delle ferrovie
Perché Milano scelse di adottare la guida a destra? La decisione fu presa ai tempi della costruzione della prima linea metropolitana quando il Comune di Milano scelse di seguire il Codice della Strada, che prevede la guida a destra come senso unico senso di marcia a livello nazionale anche per il trasporto pubblico di superficie, invece che il senso di marcia delle ferrovie come nella metropolitana della capitale. Almeno per la metro si tratta di una scelta di “autonomia” di Milano da Roma: a Milano la metro percorre la stessa direzione di marcia delle automobili, invece che dei treni. Anche se non sempre.
# In alcune stazioni sembra che i treni vadano nel senso opposto
Credits romag73 IG – Missori M3
In alcune stazioni sembra però che i treni vadano in senso opposto. Il motivo è da ricondurre alla conformazione delle stazioni. Dalla linea M2 in poi, infatti, ci sono tratte in cui le gallerie sono sovrapposte l’una sull’altra oppure separate da una banchina ad isola.
Stazione Garibaldi M5
In questo caso pur mantenendosi la direzione di marcia dei convogli verso destra le porte si aprono a volte sul lato sinistro e a volte su quello destro. Tra le fermate con una diversa impostazione troviamo ad esempio Famagosta sulla M2, Missori e Duomo sulla M3, quelle sulla linea M5 e quelle che apriranno nella tratta centrale della M4. In generale su quelle a isola e quelle con i binari sovrapposti si può vedere arrivare il treno da destra invece che da sinistra.
Pensieri sparsi dopo qualche giorno a Parigi. In passato ci ho vissuto. L’ho ritrovata così.
Un MILANESE a PARIGI
Per capirla va girata a piedi anche se si fanno più di 20 chilometri al giorno.
La città più bella del mondo quando piove.
I parigini amano l’eccellenza nelle piccole cose: assegnano premi ad ogni cosa, alcuni locali mettono in vetrina il posto in classifica per uno dei loro prodotti. Ad esempio ho fatto colazione con la settima croissant più buona di Francia.
I tempi cambiano ma la petit déjeuner resta un gustoso punto fisso.
la classica crepe banana cioccolato in rue Montorgueil
Non usa più la prenotazione: si vedono ovunque code per accedere ai ristoranti. La più lunga quella per Bouillon Chartier in rue du Faubourg Montmartre. Per le sale da tè quella per Angelina in rue de Rivoli.
Altra coda prima di uno dei panini più buoni mai mangiati: da Micho in rue de Richelieu.
Molto in voga la cucina asiatica, di qualunque paese, spesso dei più esotici.
Rispetto ad anni fa sembrano in calo i ristoranti italiani e i tipici bistrot.
Locali pieni di persone che lavorano con il computer a qualunque ora del giorno. Dicono che lo Smart working sta svuotando Parigi. Parlano di un nuovo fenomeno: i “Parinciaux”, parigini che stanno a Parigi solo part-time.
Vuitton punta sui pois colorati di Yayoi Kusama, artista giapponese messa fisicamente in vetrina (mascherata da robot), oltre che in formato gonfiabile gigante sul flagship sugli Champs Elysee.
Al Louvre le aree dei pittori francesi sono deserte, le più affollate quelle degli italiani, con ressa davanti alla Gioconda.
Il museo consente a dei pittori di ritrarre dal vivo i suoi capolavori. L’effetto è curioso.
I più bei panorami: da Montmartre e dai tubi sul tetto del Pompidou.
Vista dal Pompidou
I miei posti favoriti restano Place de Vosges, Montmartre, i giardini del Palace Royal.
Palais Royal
Valorizzano al massimo botteghe e negozi tipici: non si vedono nelle zone centrali le classiche catene della ristorazione internazionale né negozi pacchiani.
Supermercati più piccoli e poco invadenti.
Ovunque negozi di francobolli. Si va ancora in biblioteca.
Biblioteca di rue Conservatoire
Tante bici e monopattini, anche se meno ciclabili del previsto e molto poco invasive sulla carreggiata (quasi sempre indicate solo con il simbolo disegnato di una bici).
Niente muri imbrattati, marciapiedi e asfalto molto curati, più pulita di anni fa, soprattutto la metro. Molte fermate sono identificabili con un loro look particolare.
Molti chiedono la carità. Ma lo fanno con stile.
I parigini sembrano diventati più simpatici e gentili, anche se continuano a non saper fare il caffè.
Di palazzi straordinari, con architetture immerse nella natura, ne esistono in tutto il mondo, tra questi ce n’è uno in cui la natura contribuisce in prima persona alla sua affascinante figura.
La straordinaria HOUSE of MUSIC che sembra opera dalla NATURA
Credits: pinterest.com
# Buchi nel soffitto
Buchi nel soffitto in cui gli alberi si inseriscono crescendo, il museo della musica di Budapest, vive in simbiosi con la natura del parco dove è stato costruito. Il museo House of Music racconta la storia della musica a partire da 2.000 anni fa. L’edificio si trova all’interno del parco cittadino e occupa 9.000 metri quadrati, dove prima si trovavano degli uffici Hungexpo. La sua grande particolarità è il tetto: puntellato da 100 buchi, in alcuni dei quali crescono alberi e gli altri permettono il passaggio della luce, mentre il lato inferiore è decorato con figure geometriche, 30.000 forme incastonate nel soffitto, che ricordano foglie in autunno.
L’autore di questo particolarissimo teatro è Sou Fujimoto, architetto giapponese specializzato nella corrente contemporanea di quest’arte. L’autore non solo ha progettato un soffitto pieno di buchi, ma lo ha pensato a strapiombo per ricordare la chioma di un albero e avvolto da una parete di vetro che permetta di percepire la natura circostante. Tutto l’edificio è stato pensato in armonia con la natura: la luce naturale ne illumina l’interno, gli alberi crescono tra i buchi nel soffitto, il parco circostante si vede dalle pareti e viene ripreso nel design delle foglie. House of Music è un progetto legato alla natura, pensato come continuazione del parco cittadino di Budapest.
Al centro di questo edificio c’è anche la musica: i tre piani sono stati pensati per riflettere la triade di movimenti all’interno di uno spartito musicale, al piano terra si trovano due grandi sale da concerto e un piccolo ambiente dedicato agli workshop. L’auditorium con le pareti di vetro ospita spettacoli musicali per 320 persone. Il museo vero e proprio, dedicato a 2.000 anni di musica, si trova invece nel piano seminterrato, dove la più grande attrazione è la mostra permanente Sound Dimensions – Musical Journeys in Space and Time, dedicata alla storia della musica europea.
“Com’è fatta la Cassoeula?”. Chat gpt, il chatbot basato su intelligenza artificiale più famoso del momento, viene interrogata sul piatto principe della cucina milanese. E fa una figura pessima.
La CASSOEULA mette KO l’Intelligenza Artificiale
# Cos’è ChatGPT: “l’enorme intelligenza al servizio dell’umanità”
Credits: @businessdorllc Chatgpt
ChatGPT, acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer, è il chatbot basato su intelligenza artificiale più famoso del momento. Viene descritta come un’applicazione che mette la sua enorme intelligenza al servizio dell’umanità. O anche come “un meraviglioso copywriter con competenze di insegnante, sviluppatore, ricercatore, divulgatore, marketer e qualche altra decina di professionalità”.
Abbiamo provato, curiosi, a testare “il mostro” che tutto sa e tutto conosce, lanciato al pubblico nello scorso novembre e sviluppato da OpenAI, l’organizzazione non-profit fra i cui fondatori c’è anche Elon Musk. Ecco il risultato del Cassoeula Test.
# Chatgpt: “La cassoeula è un piatto veneto e contiene patate…”
Credits: PH Primo Chef
Domanda secca al cervellone: quali sono le origini della cassoeula?
“La cassoeula ha origini antichissime e si pensa che risalga al periodo romano, […] Con il passare del tempo, la ricetta si è evoluta e adattata ai gusti locali, diventando un piatto tipico della cucina lombarda e veneta. La cassoeula è oggi viene preparata con diversi ingredienti come costine di maiale, cavolo, sedano, patate e vino rosso”.
Sul volto, il nostro, quello umano, appaiono subito i primi segni di sconforto. Da quando la cassoeula è un piatto tipico veneto? Ma soprattutto da quando contiene patate? Nella versione “vera” non digitale ci sono cotenne di maiale, costine o puntine, magari anche il codino e il muso o il piedino. Poi ci sono i salamini (alias verzini), e poi c’è la verza (non certo il generico “cavolo”). Infine il vino, ovviamente è bianco e non certo rosso.
# Cavolo, patate e pancetta
Credits: @borotalco_28 Ingredienti cassoeula
Proviamo una seconda volta, magari siamo più fortunati. Ma non ci siamo ancora. “La cassoeula è un piatto tradizionale popolare che risale all’epoca medievale”. Ma poco fa non era di origine romana? E poi ancora: “…si dice che la ricetta sia stata creata dai contadini che cercavano di utilizzare gli ingredienti disponibili nelle loro fattorie, come il cavolo, le patate, le costole di maiale e il pancetta”. E niente, su cavolo e patate l’intelligenza artificiale insiste, e in più si è aggiunta la pancetta: ma quando mai!
# “Assomiglia al coq au vin francese”
Altro giro, altra domanda, altro strafalcione. Esistono piatti tradizionali analoghi alla cassoeula? Certo, risponde il chatbot. “Tuttavia, la cassoeula ha un sapore unico grazie all’utilizzo di ingredienti specifici, come il cavolo verza e il lardo”. Ma come, ora anche il lardo?? Riproviamo con la stessa domanda. Ci vengono suggeriti diversi piatti come il kale stew irlandese, la choucroute alsaziana, l’eintopf tedesco e il bigos polacco. Ma anche “il coq au vin francese, un piatto di pollo cotto in una salsa di vino rosso, cipolle, funghi e spezie.” Ma cosa c’entra ora il pollo? Esprimiamo subito i nostri dubbi al cervellone che prontamente risponde: “Mi scuso per l’errore nella risposta precedente. Sì, hai ragione. Coq au vin è un piatto a base di pollo. Grazie per avermelo fatto notare”. Bravo che almeno ammetti gli errori.
# L’intelligenza artificiale continua a contraddirsi: “nella cassoeula c’è la farina di mais”
Credits: lacucinaitaliana.it – Cassoeula maiale e verza
Rimettiamo alla prova il computer, chiedendo l’elenco degli ingredienti del piatto in oggetto. E stavolta ce li elenca tutti. Tranne uno: la farina di mais? Affondiamo allora il colpo: “Scusa ma a cosa serve la farina di mais?”. La toppa (in risposta) è peggio del buco (l’errore): “Serve per addensare la salsa e conferirle una consistenza più cremosa”. Ma come si fa a fare una salsa con la farina di mais? “Mi scuso per l’errore nella risposta precedente. Ha ragione, la farina di mais non è l’ingrediente più comunemente utilizzato per addensare la salsa in una cassoeula.”
Stoccata finale: “Va bene. Ma poi nella cassoeula non esiste nessuna salsa…”. Risposta: “Mi scuso ancora per gli errori nella risposta precedente. Ha ragione, la cassoeula non prevede la creazione di una salsa”.
A questo punto ci siamo fermati. Prima che il megacomputer decidesse che per dare più sapore al piatto ci volevano i grilli. Che erano già previsti nelle ricette dell’epoca altomedievale. Questo grazie ad una direttiva europea in vigore nel Sacro Romano Impero. Ce lo chiedeva Carlo Magno.
A giugno ci sarà il collegamento diretto Linate San Babila e quindi non ci sarà storia. Ma oggi, qual è il metodo più veloce per arrivare in aeroporto dal Duomo usando i mezzi pubblici? Video di MirkoConlaKappa
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Siamo a poca distanza da Westminster. Nel quartiere superlusso di Nine Elms, che attendeva da tempo la realizzazione della sua opera più ambiziosa. Da quando è stata inaugurata è diventata una delle attrazioni della capitale britannica anche se pochi possono sperimentarla. Vediamo perché e quali sono le sue caratteristiche.
A Londra la “PISCINA del CIELO” dove si NUOTA tra le NUVOLE (immagini)
# Sospesa a 35 metri d’altezza tra due edifici nel centro della capitale britannica
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden dall’alto
La nuova attrazione della capitale britannica. Si chiama “Sky Pool”, letteralmente “piscina del cielo”, ed è una vasca trasparente lunga 25 metri e alta 3 metri che collega due grattacieli di Londra a 35 metri d’altezza con una capienza di quasi 150.000 litri d’acqua. Il vetro è spesso 20 centimetri e chi nuota ha l’impressione di galleggiare a mezz’aria nel centro di Londra. Si tratta della prima piscina di questo genere ad essere stata realizzata nel mondo.
# Un’opera ingegneristica complessa
Credits ecoengineers.com – Mobilità piscina Sky pool
Un’opera ingegneristica tutt’altro che semplice nonostante si tratti solo di una piscina. Dovendo infatti considerare i movimenti spontanei e indipendenti dei due palazzi, a causa del vento e dell’assestamento, è stato previsto un ampio margine di mobilità tra le due porzioni della vasca, sia in altezza che ai lati.
# Vista sul Tamigi e Spa sulla terrazza
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden
Inaugurata nell’estate del 2021, dalla piscina si può vivere l’esperienza di fluttuare nel cielo e godere di una vista incredibile della riva Sud del Tamigi nel più completo relax.
Credits costa_gm_ IG – Embassy garden terrazza
Oltre a questo si potrà rigenerarsi nella SPA su terrazza, prendere un drink nel bar estivo oppure in una orangerie in inverno.
# Un progetto da 1 miliardo di sterline a poca distanza da Westminster
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden dal basso
I due condomini collegati con la piscina si trovano nel quartiere di Nine Elms, a poca distanza da Westminster. La zona si caratterizza per il lusso sfrenato, sottolineato anche dalla presenza di una sede di Apple e dell’ambasciata americana, e il complesso Embassy Garden con la “Sky Pool” ne è un’ulteriore conferma.
Embassy Garden
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Credits misterlorcan IG - Embassy Garden
Credits dillman1 IG - Embassy Garden
Credits cost_gm - Embassy Garden
La scelta di puntare a questo progetto avveniristico darà ancora più lustro al quartiere, fungendo anche da esempio per essere replicato altrove. Per costruirlo ci sono voluti più di 1 miliardo di sterline.
# La piscina è ad uso esclusivo dei residenti e dei loro ospiti
Credits jerad_frankly IG – Embassy Garden
La piscina non è però per tutti. Sono infatti solo i residenti dei due palazzi a potervi accedere, per un appartamento bisogna sborsare dalle 700 alle 900 mila sterline, oppure i loro ospiti.
Spesso si trova ispirazione da Londra: che cosa accadrebbe se Milano imitasse la capitale inglese e creasse una piscina sospesa tra i grattacieli di Gae Aulenti o di City Life?
Per chi è stanco della vita frenetica della città, in Svizzera c’è un piccolo villaggio a 80 chilometri dall’Italia che paga chi sceglie di andare a viverci. Ecco le condizioni previste e i requisiti richiesti per chi vuole cambiare vita.
Milano-Albinen
Il PAESE SVIZZERO a 80 chilometri dall’Italia che paga fino a 70.000 euro per andare a viverci
# Uno dei “borghi più belli della Svizzera”
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen neve
Albinen, un villaggio di sole 241 anime a 1.300 metri d’altitudine è conosciuto per la sua particolare bellezza architettonica, la sua storia e la posizione privilegiata in cui si trova. Dal 2020 per questo motivi è entrato a far parte dell’associazione “I borghi più belli della Svizzera”. Nonostante la sua bellezza, dagli anni ’40 il numero degli abitanti è in costante diminuzione e così l’amministrazione comunale ha deciso di correre ai ripari.
# Un sostegno economico per contrastare il calo demografico
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen
Il regolamento comunale di Albinen ha introdotto nel 2017, entrato poi ufficialmente in vigore a gennaio 2018, un sostegno economico per le persone e per le famiglie che scelgono di andare ad abitarci. L’obiettivo dichiarato è quello di combattere il calo demografico che aveva determinato addirittura la chiusura della scuola locale.
# A 80 chilometri dal confine con l’Italia un luogo perfetto per fuggire dallo stress
Credits Mutinka-pixabay – Terme leukerbad
Il paesino è l’ideale per chi vuole scappare dallo stress e dalla frenesia della città. Si trova a 80 km oltre il confine italiano, a 3 ore di auto da Milano, immerso nella natura più selvaggia e mozzafiato, non mancano le attività da fare tra escursioni, scii, slittini o rilassanti passeggiate. Poco distante dal villaggio si trova la località termale di Leukerbad, conosciuta sin dai tempi dell’Impero Romano.
Scopriamo le condizioni per chi vuole cambiare vita e trasferirsi tra le montagne svizzere.
# I benefici per chi sceglie di abitare ad Albinen: da 24 a 70.000 euro
Credits bnyfeler IG – Albinen
Il comune versa a singoli, coppie e famiglie disposti a costruire o acquistare una casa un contributo una tantum per il sussidio abitativo di:
25.000 franchi, circa 24.000 euro, in caso di singoli
50.000 franchi, circa 48.000 euro, a coppie
in aggiunta 10.000 franchi, circa 9.600, per ogni bambino già nato o entro i 10 anni di età, per massimo due figli.
# Le condizioni da rispettare per ricevere il sostegno economico
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen neve
Per essere idonei a ricevere gli incentivi del piccolo comune svizzero bisogna però rispettare delle condizioni molto rigorose:
i membri della famiglia devono avere meno di 45 anni;
devono rimanere a vivere nel paese almeno 10 anni;
l’immobile da acquistare, ristrutturare o costruire deve avere un valore minimo di 200.000 franchi, circa 192.000 euro, e deve essere un’abitazione permanente, non una seconda residenza;
il 70% dei lavori in caso di costruzione o ristrutturazione dell’immobile devono essere assegnati a società con sede nel Cantone;
gli stranieri devono avere un permesso svizzero C valido.
Se si decide di andar via dal paese prima dei 10 anni si dovrà restituire per intero il contributo ricevuto.
# I fondi disponibili coprono le spese fino a 10 famiglie
Ph. @lesplusbeauxvillagesdelaterre IG
Gli incentivi sono sotto forma di rimborso e pertanto verranno versati al termine dell’acquisto dell’abitazione o al termine dei lavori per ristrutturarla o costruirla. Nel caso che i beneficiari decidano di trasferirsi da Albinen prima dei 10 anni dovranno restituire il contributo, eccetto quello erogato per i figli.
Il comune ha affermato che “al massimo da cinque a dieci giovani famiglie” potranno beneficiare del supporto economico. La prima famiglia a rispondere ai requisiti e a ottenere il contributo ha traslocato alla fine del 2018.
Le possibilità sono quindi limitate. Per chi ha l’esigenza di un cambio radicale di vita potrebbe essere un’occasione da cogliere al volo.
Il test effettuato sui bus dell’azienda di trasporti di Pordenone ha dimostrato l’efficacia di queste pellicole nel ridurre drasticamente la contaminazione derivante dall’inquinamento atmosferico. Ecco come funzionano.
in Friuli PELLICOLE MANGIASMOG sui BUS: quando a Milano?
# Uno studio italiano conferma l’utilità della fotocatalisi con biossido di titanio per “mangiare” lo smog
Credits sanificazioniroma – Fotocatalisi
Lo studio pubblicato a firma dell’oncologo Umberto Tirelli, del biochimico Salvatore Chirumbolo dell’Università di Verona e del Luca Berto chimico di Treviso sulla rivista scientifica internazionale Journal of Photochemistry and Photobiology ha dimostrato come la fotocatalisi con biossido di titanio innescata dalle pellicole WiWell di Polcenigo, in provincia di Pordenone, riesca a ridurre drasticamente la contaminazione microbica derivante dall’inquinamento atmosferico.
# La sperimentazione con pellicole trasparenti sui bus
Credit atap_bus IG – Bus Pordenone
Il processo della fotocatalisi è stato sperimentato da Atap, l’azienda di trasporti della provincia di Pordenone, e da Mom, della provincia di Treviso tramite l’applicazione di pellicole brevettate dalla WiWell di Polcenigo sui vetri interni dei bus. Come spiegano i ricercatori quando il fotocatalizzatore “entra in contatto con una sorgente luminosa emette degli elettroni“ questi “in un tempo infinitesimale disgregano le molecole d’acqua e le trasformano in perossido d’idrogeno.” In seguito “il moto convettivo dell’aria fa in modo che gli inquinanti vengano in contatto con il perossido e vengano resi innocui.”
# Ridotti del 95% gli inquinanti
Wiwell pellicola fotocatalitica
Il test è stato effettuato ad aprile e settembre del 2021 con finalità sanitaria in concomitanza della pandemia. Tramite un un dispositivo posizionato all’interno dei bus, che rileva otto parametri dell’aria, tra i quali anidride carbonica, il biossido di azoto e le polveri sottili, è stato dimostrato l’abbattimento del 95% degli inquinanti di PM10.
Uno dei problemi storici di Milanoè l’alto livello di smog, presente anche all’interno dei mezzi pubblici a causa non solo dei gas di scarico ma anche del pulviscolo prodotto dagli pneumatici e degli impianti frenanti. Perché non iniziare da qui per migliorare il benessere dei milanesi?
#Lunedì 6/2: omaggio a Gaber e le colonne sonore dei super eroi Marvel
Giorgio Gaber – Credits: imusicfun
Safe Internet Day: la giornata per sensibilizzare gli adulti sui pericoli corsi dai minori sul web, è celebrata in Università Cattolica con un talk di esperti. Ingresso da largo Agostino Gemelli dalle 9.00 alle 13.00.
Perché Sanremo è Sanremo?: ultimo dei 3 incontri-seminario del Enrico Reggiani in Aula G 142 alla Cattolica, con ingresso da largo Gemelli. Inizio seminario alle 17.00 con l’analisi di Zitti e Buoni.
Mi manca Gaber: un omaggio ad un grande milanese è il primo appuntamento di Che Musica a Milano!, rassegna che la Premiata Trattoria Arlati dedica alla scena musicale milanese. Appuntamento alle 19.30 al Sotto di Arlati, via Nota 47.
Dreamscapes, l’opera del sogno: incontro con lo psicanalista e accademico Vittorio Lingiardi, è la proposta del Teatro Carcano per la rassegna Follow the Monday. In scena dalle 20.30 in Porta Romana.
Serate Musicali: la rassegna di inizio settimana del Conservatorio Giuseppe Verdi, vede l’esibizione di Davide Alogna al violino ed Enrico Pace al pianoforte. Inizio programma alle ore 20.45 in via Conservatorio 12.
Marvel in Concert: le colonne sonore dei super eroi Marvel sono l’omaggio che la Hollywood Simphony Orchestra dedica al pubblico questo lunedì. L’esibizione è al Teatro Arcimboldi di via Innovazione, alle ore 21.00.
#Martedì 7/2: parte il Festival a Sanremo con tanti milanesi in riviera. Per chi è in città si rinnova il calendario teatrale oltre a tanta musica, dalla classica al fusion, o le parodie di Virginia Raffaele
Virginia Raffaele – Credits: LaWebstar
Carbonio: messa in scena di un incontro ravvicinato del terzo tipo, tra centinaia di terrestri e un alieno che risulterà privo di molecole di carbonio. Le indagini e i resoconti dei testimoni al Piccolo Teatro Mariangela Melato, fino a domenica 26 febbraio. Debutto alle 19.30.
Il resto della settimana: un epico viaggio alla conquista del primo scudetto del Napoli, tra canzoni sportive e allegre ricostruzioni. Questi gli ingredienti della cronaca portata in scena da Peppe Servillo, accompagnato da Cristiano Califano, in scena al Carcano fino a a domenica 12, debutta alle 19.30.
Gabriele Boggio Ferraris Quartet: il jazz fusion del quartetto è l’ospite di Jazz@Cuccagna, di Cascina Cuccagna nel cuore di Porta Romana. Inizio esibizione alle 19.30.
Se Mendelssohn avesse inciso con i Beatles: il trio d’archi OP3 propone al pubblico del Blue Note di via Borsieri un programma con musiche di Bach/Iron Maiden, J.Pachelbel/Green Day, Fat Boy Slim, e F. Mendelssohn/The Beatles. Inizio alle ore 20.30.
Cyrano de Bergerac: l’opera di Rostard debutta alle 20.30 al Teatro Elfo Puccini di corso Buenos Aires, precisamente nella sala Shakespeare. Edizione con la regia di Arturo Cirillo che resta in scena fino a domenica 12/2.
La Locandiera: opera di indipendenza a tutto tondo di Carlo Goldoni, che Corrado D’Elia porta in scena come regista e protagonista. Edizione modernizzata, che debutta al Teatro Leonardo Da Vinci di via Ampere alle ore 20.30. In scena fino a domenica 19 febbraio.
Bruce Liu: prima assoluta del pianista canadese, protagonista alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano con un programma diviso in due parti. Prima parte dalle opere di Rameau, seconda parte Chopin e chiusura con Liszt. L’inizio dell’esibizione è fissato per le 20.30.
Samusà: Virginia Raffaele e tutti i suoi personaggi, che poi in realtà potrebbero essere le imitazioni e le parodie di ognuno di noi, sono a Milano al Teatro Lirico – Giorgio Gaber. Debutto alle 20.45, in scena fino a domenica 12/2.
Closer: i 4 personaggi dipinti dalla penna di Patrick Marber, sono l’ispirazione che Fabrizio Falco propone al Teatro Filodrammatici. Debutto alle 21.00, in scena fino a domenica 12.
Festival di Sanremo: debutta anche la rassegna canora nazional popolare, che propone le sue interminabili maratone televisive fino a sabato 11. La pattuglia milanese è composta da Gianluca Grignani, Paola e Chiara, Articolo 31, Coma_Cose, Tananai e Lazza, oltre ad uno dei superfavoriti milanese d’adozione: Marco Mengoni.
#Mercoledì 8/2: talento alla Scala, musica techno e jazz, un classico di Cechov, il podcast di Giacomo Poretti
Electric Callboy – Credits: electricallboy.com
Michele Bianco: al Teatro alla Scala è l’ora del Salotto Musicale. Alle 18.00 è di scena il giovane fisarmonicista, che propone un vasto programma di Semenov, Bach, Janáček, Ganzer, Kusyakov, Sbordoni, Zubitsky, Čajkovskij.
Electric Callboy: unica data italiana per il Tekkno Tour ’23, che si tiene all’Alcatraz di via Valtellina. Lo spettacolo inizia alle 19.00, preceduto dall’esibizione degli Holding Absence.
Come vorrei non morire: la storia autobiografica di Daria Attolini, autrice, protagonista e regista della storia che la vede ricostruire pezzi di vita, nella sua riunione col padre prima perso, poi ritrovato e infine perso di nuovo. Nella sala 3 al Teatro Franco Parenti fino al 12/2, debutto alle ore 20.00.
Foy Vance: il compositore nord irlandese è il protagonista del doppio set live al Blue Note di via Borsieri. Primo spettacolo alle 20.30 e seconda replica alle 22.30.
Il Giardino dei Ciliegi: il classico di Cechov debutta al Teatro Menotti per restare fino a domenica 26 febbraio. In scena Milvia Marigliano e Rosario Lisma (anche regista) per il debutto alle ore 20.00.
Colti a Sorpresa: spettacolo di improvvisazione teatrale dove i concorrenti gareggiano e improvvisano sulle domande poste dal pubblico. Alle 21.15 presso Corte dei Miracoli via Mortara
Beast in Black: imperdibile data italiana per il tour Dark Connection 2023, che vede i Beast in Black tornare da headliner al Live Club di via Mazzini a Trezzo s/Adda. Apertura cancelli alle 19.00, inizio spettacolo alle 20.15 con i Firewind e main event alle 21.30.
Manifesto delle emozioni maschili: è la proposta di Alberto Penna, ospite del neo direttore artistico del Teatro Oscar, Giacomo Poretti. Dalle 21.00 è l’ora del Poretcast, il podcast in diretta dalla sala di Via Lattanzio 58.
#Giovedì 9/2: il Salone della Creatività, visite serali al Cenacolo, il Lago dei Cigni on Ice
Cenacolo Vinciano – Credits: Gordon Johnson da Pixabay
Abilmente Milano 2023: l’appuntamento con il Salone della Creatività DIY torna al Superstudio Maxi di via Moncucco, per una 4 giorni tutta dedicata alla community di appassionati. Apertura dalle 9.30 alle 18.30, da giovedì a domenica 12/2 compresi.
Giochi senza Bandiere: presentazione del terzo volume della trilogia di Lorenzo Zucchi. Appuntamento alla libreria Les Mots di via Carmagnola (angolo via Pepe) a partire dalle 18.30.
I Pomeriggi Muscali: consueto appuntamento con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Diretti dal Primo Direttore James Feddek, con il primo violino di Veriko Tchumburidze, l’appuntamneto è per la prova mattutina aperta al pubblico, alle ore 10.00; oppure lo spettacolo alle ore 20.00 al Teatro Dal Verme.
Incompiute: l’incompiuta di Schubert e la N. 9 di Bruckner sono il programma che la Sinfonica di Milano eseguirà all’Auditorium, sotto la direzione di Victor Pablo Perez. Due giorni di spettacoli in largo Mahler: giovedì alle 20.30, venerdì ore 20.00.
Circo Kafka: l’agghiacciante attualità ispirata dal Processo di Kafka, è in scena al Teatro Oscar fino al 12 febbraio. Debutto alle ore 20.30 per la rappresentazione che porta la firma di Claudio Morganti alla regia, con Roberto Abbiati e Johannes Schlosser.
Oblomov Show: ispirato da un famoso romanzo russo, Stefano Cordella dirige una riduzione teatrale da lui stesso ideata. In scena al Teatro Litta di corso Magenta fino al 12/2. Sipario alle 20.30.
Last Organ Trio: al Blue Note arriva il trio che propone un omaggio ai più grandi chitarristi jazz della storia. Tribute to the Jazz Guitar Masters inizia alle ore 20.30.
Miracolato: il comico Max Angioni, già protagonista e molto richiesto dal pubblico, torna nella città metropolitana con il suo monologo portafortuna. Al Teatro Cristallo di Cesano Boscone alle ore 21.00.
Portatori Sani di Stand Up: i 4 interpreti di Stand Up si alternano sul palco dello Zelig Cabaret, insieme ad alcune guest star. Inediti e repertorio più noto al pubblico, a partire dalle ore 21.00.
Il Lago dei Cigni on Ice: costumi e coreografie da fiaba, completate da piroette e acrobazie sui pattini da ghiaccio, sono la cornice di un’edizione on ice della fiaba musicata da Cajkovskij. Ospite all’Arcimboldi dalle ore 21.00.
Kocomo night: Cascina Nascosta propone il concerto di Raffaele Kohler, Vincenzo Costantino e Mell Morcone alle ore 21.00. Ingresso consigliato dal lato viale Alemagna.
Aperture serali straordinarie al Cenacolo Vinciano: per ampliare l’offerta di visita, il cenacolo Vinciano resterà aperto con 17 aperture straordinarie dalle 19.00 alle 22.00. Il primo di questi appuntamenti parte il 9 febbraio, ultimo ingresso alle ore 21.45.
#Venerdì 10/2 (orario diurno e preserale): rigenerazione urbana ed economia circolare, gli instagrammers milanesi a Palazzo Reale
Vetra Building – Credits: Elle Decor
Bello è per tutti: Vetra Building fra architettura e rigenerazione, come esempio di riqualificazione da area degradata a polo del business e della socialità. Alle 11.30 alle 14.00, presso AXA IM Alts in via Wittgens.
Milano Circolare: talk dedicato in particolare ai settori moda e design, nell’ambito del piano Aria e Clima, che si interroga sull’economia circolare in città. Ospitato da BASE in via Bergognone, inizia alle 14.00 e continua sabato alle 19.00.
Metti le mani in pasta!: in tutti i negozi Lush è possibile realizzare una maschera fresca e rigenerante per il viso. Da soli o in compagnia dei partner, l’appuntamento diffuso inizia alle ore 17.00.
Game Oven: appuntamento settimanale di gioco e laboratorio di cucina dedicato ai ragazzi dai 14 anni in su. Inizio alle ore 18.00 a Cascina Cotica, in via Natta (zona Lampugnano).
La lingua visitata dalla neve: la poesia di Stefano Guglielmin alla Chiesetta del Parco Trotter, in via Mosso 7, con l’introduzione di Angela Paganardi. Inizia alle 18.00
Instameet su Bosch e un altro Rinascimento: appuntamento tra gli instagrammers di Milano, con la visita alla mostra di Palazzo Reale. Ritrovo alle 18.15 puntuali, la visita (senza guida) inizia alle 18.30 precise.
MEET Movie: secondo appuntamento con i laboratori di MEET Digital Culture Cente Protagonisti che Simone Spoladori e Filippo Lubrano parleranno di importanza della narrazione in un mondo sempre più digitalizzato e di multiverso. Alle 18.30. in viale Vittorio Veneto.
Che ci fanno i re Magi a Milano? La storia è davvero curiosa. E c’è lo zampino del solito furto d’Oltralpe. Questa volta opera dei tedeschi.
Re Magi: una parte delle reliquie si trovano a Milano
# I resti dei Re Magi a Milano per volontà divina
Secondo la tradizione, il carro con cui Sant’Eustorgio da Costantinopoli trasportava le reliquie dei Magi si fermò improvvisamente lungo l’attuale Porta Ticinese. Per quanto ci provassero a rimetterlo in moto, non ci riuscirono. Così Eustorgio lo interpretò come segno della volontà divina e fece edificare una nuova basilica, per deporli al suo interno. Oggi è una delle basiliche paleocristiane di Milano, una delle più antiche della città, risalente a quando Milano era capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
# Il furto del Barbarossa
Nel 1162 le truppe dell’imperatore Federico I di Svevia detto “Barbarossa” trafugarono le reliquie che vennero portate nella Cattedrale di Colonia. Nel 1904 furono in parte restituite e sono attualmente conservate in una teca all’interno della basilica presso il sarcofago dei Magi.
Domenica 5 febbraio. La prima pagina di Le Parisien lancia l’allarme: Parigi sta perdendo abitanti. I dati sono drammatici: “In 10 anni Parigi ha perduto 123.000 abitanti, per ragioni economiche o legate alla qualità della vita. La tendenza amplificata dalla crisi sanitaria, non sembra prossima all’inversione. La domanda è: è irrimediabile?”.
“PARIGI si SVUOTA”: in 10 anni persi l’equivalente di abitanti del CENTRO CITTÀ
Estratti dall’articolo di prima pagina di Le Parisien:Il faudra bien repeupler Paris (Bisogna Ripopolare Parigi)
“Bisogna ripopolare Parigi”, questo il titolo dell’articolo di prima pagina di Le Parisien di domenica 5 febbraio 2023. I numeri dell’ultimo studio statistico sono impietosi. I residenti di Parigi passati in dieci anni da 2.240.621 a 2.117.702, il punto più basso da oltre 20 anni. “Parigi ha perduto l’equivalente degli abitanti di Parigi Centro, ossia dei primi 4 arrondissment messi assieme.”
Pesa la natalità in caduta libera (“nuovi nati scesi da 31.977 nel 2001 a 23.763 nel 2022”), e il flusso negativo tra nuovi entranti e chi lascia la Capitale, “in cerca di migliori condizioni di vita e a costi inferiori”.
Mentre la Capitale perde abitanti le altre grandi città francesi li aumentano, “in particolare Bordeaux, Lione, Nantes e Marsiglia”.
# Il nuovo fenomeno: i “Parinciaux”
Ph. LUM3N
Una delle cause principali è la “rivoluzione del lavoro a distanza” che sta generando il fenomeno dei “Parinciaux”,i Parigini part-time: “soprattutto giovani (under 40) e impiegati in professioni intellettuali”. 1 su 2 di loro si è trasferito via da Parigi dopo il 2020 e “per il 62% di loro Parigi ha perduto l’attrattiva che aveva prima della pandemia”.
In sintesi, la preoccupazione è che Parigi stia sempre più diventando una città in grado di “attirare turisti ma non chi la sceglie per viverci”.
Considerando quello che sta accadendo anche a Londra o a Milano, stiamo assistendo a un trend irreversibile per le grandi città?
Le regioni potranno chiedere l’autonomia per tutte le materie previste dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione. Vediamo quali sono, come funziona la procedura e cosa cambierà per l’Italia.
APPROVATO il testo dell’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: cosa cambierà per l’Italia e per Milano
# Approvato il disegno di legge per l’autonomia differenziata
Calderoli Meloni
Il 2 febbraio 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge, proposto dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, sulla cosiddetta “autonomia differenziata”. Il testo andrà alla Conferenza unificata, chiamata a esprimersi sulla legge di attuazione, poi potrebbe tornare in Consiglio dei ministri per il via libera definitivo e infine la legge seguirà il consueto iter di approvazione parlamentare. L’obiettivo del governo è di raggiungere le prime intese tra lo Stato e le regioni entro la fine dell’anno.
# Le materie oggetto dell’autonomia: tutte le regioni potranno chiedere la competenza esclusiva sulle 23 materie previste dalla Costituzione
Il meccanismo prevede che tutte le regioni a statuto ordinario, Lombardia compresa, potranno chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie previste dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione in seguito alla riforma del Titolo V approvata nel 2001.
Tra le materie oggetto della richiesta di autonomia ce ne sono venti a legislazione concorrente:
rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni;
commercio con l’estero;
tutela e sicurezza del lavoro;
istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
professioni;
ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
tutela della salute;
alimentazione;
ordinamento sportivo;
protezione civile;
governo del territorio;
porti e aeroporti civili;
grandi reti di trasporto e di navigazione;
ordinamento della comunicazione;
produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
previdenza complementare e integrativa;
coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;
enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale;
giurisdizione e norme processuali;
ordinamento civile e penale;
A queste se ne aggiungono tre di competenza esclusiva dello Stato:
giustizia amministrativa limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace;
norme generali sull’istruzione;
tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
# La procedura per ottenere l’autonomia
Autonomia differenziata
La procedura per ottenere l’autonomia prevede che le regioni ne facciano richiesta al presidente del Consiglio e al ministro per gli Affari regionali. Entro 30 giorni quest’ultimo, dopo un confronto con i ministri competenti per le materie oggetto dell’autonomia, avrà facoltà di avviare il negoziato con la regione. In seguito ad alcuni passaggi burocratici ci seguirà l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri e la successiva emanazione della legge per l’autonomia della regione.
# L’accordo può durare al massimo 10 anni
Tra i punti presenti all’interno del disegno di legge c’è l’obbligatorietà di indicare la durata dell’accordo tra la regione e lo Stato, che non può essere superiore ai 10 anni e che si rinnoverà in automatico salvo una delle parti in causa non decida di interromperlo. Nel caso si decidesse di cessare l’autonomia, le cui modalità dovranno essere specificate nell’accordo, questa dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.
# I livelli di prestazioni essenziali
Nel quadro dell’autonomia dovranno essere determinati i LEP, i livelli di prestazioni essenziali che lo Stato deve garantire su tutto il territorio nazionale, attraverso una cabina di regia con tutti i ministri competenti prevista nella legge di bilancio per quest’anno approvata alla fine del 2022. Dovrà essere anche specificato a quali materie sono riconducibili.
# Cosa cambia per le regioni italiane
Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia
Tutte le regioni che otterranno l’autonomia potranno emanare norme e leggi più adatte alla tipologia del proprio territorio, alla struttura socio-demografica ed economica, consentendo di rispondere in modo più efficiente e con una spesa inferiore ai bisogni delle realtà locali.
L’autonomia differenziata prevede inoltre l’attribuzione delle risorse corrispondenti alle materie richieste, che dovranno essere determinate da una Commissione paritetica Stato-regione incaricata di valutare annualmente gli oneri finanziari, coerentemente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, garantendo sempre l’equilibrio di bilancio. Il finanziamento delle funzioni attribuite avverrà attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali a livello regionale.
# Cosa cambia per Milano
Pil Milano
Per Milano l’autonomia della Lombardia potrebbe significare una semplificazionenell’ottenimento di fondi per fare investimenti pubblici, riducendosi la necessità di interfacciarsi con lo Stato centrale, e minori passaggi burocratici per lo sviluppo di progetti per la città. A questo si aggiunge la facoltà della regione di attribuire delle specifiche funzioni, relative alle materie oggetto di autonomia, anche a comuni, province e città metropolitane. Il Comune e la Città Metropolitana di Milano potrebbero quindi ricevere a loro volta un pezzettino di autonomia per poter competere meglio con le altri metropoli europee, con la speranza in futuro di diventare una Città Stato ed essere veramente autonoma.
Senza considerare che il territorio di Milano per numero di abitanti secondo la Costituzione ha le carte in regola per chiedere autonomia, poteri e risorse da regione.
Niente scalinata del mitico teatro Ariston di Sanremo, al suo posto gli artisti scenderanno le scale – più vere e vissute – delle stazioni della metro di Milano, per calcare poi il palco di SanMetro il primo festival della canzone metropolitana.
SANMETRO: il primo FESTIVAL della CANZONE METROPOLITANA
# Un’idea di Open Stage, Atm e Metro5
SanMetro_grafica
Il contest musicale che fa il verso al famosissimo e chiacchieratissimo festival (o festivàl per dirla alla Pippo Baudo) che si svolge in Riviera nasce da un’idea di OpenStage in collaborazione con Atm e Metro5 (la società concessionaria per la progettazione e la costruzione della M5, che poi la gestisce attraverso il suo socio Atm). L’obiettivo è quello di promuovere e celebrare la forza della musica a tutti i livelli, anche a quelli sotterranei!
Tra le finalità, come comunica Atm, c’è quella di “promuovere attivamente un ambiente sempre più inclusivo, dedicando il festival a tutti coloro che vogliono mettersi in gioco e intrattenere il pubblico metropolitano“. “Il progetto”, prosegue la nota, “vuole essere un momento di intrattenimento anche per chi sta tornando a casa dal lavoro, magari proprio per andare a vedere Sanremo in TV”.
# Nel solco di Sound Underground
Sound Underground Bicocca
L’iniziativa SanMetro nasce nel contesto di Sound Underground, il progetto che offre spazi in metropolitana definiti e autorizzati alle fermate di Garibaldi, Loreto e Bignami a chi desidera esprimere le proprie doti canore, contribuendo rendere viva e vitale la metropolitana.
Sono diciotto i concorrenti che si sfideranno a suon di musica in una tre giorni di live da martedì 7 a giovedì 9 febbraio, dalle ore 15 alle 17, proprio in concomitanza con il Festival di Sanremo. Nove i finalisti che saranno selezionati dalla giuria di esperti e dal pubblico, che potrà votare il suo cantante preferito della giornata attraverso il “televoto” attivo sul profilo Instagram di Open Stage (@openstage.it)
# La finalissima venerdì 10/2, vincitore incoronato da Marco Maccarini
Sound Underground Loreto
La serata finale che incoronerà il vincitore sarà presentata dal conduttore televisivo Marco Maccarini. L’appuntamento è fissato per il 10 febbraio alle ore 18 sul palco di Bicocca M5 e sarà trasmesso sui canali social di Rockit. Una giuria d’eccezione sancirà la graduatoria finale e sarà composta da Lorenzo Campagnari (autore televisivo), Cesareo (Elio e Le Storie Tese) e Dario Falcini (direttore di Rockit).
Credits documento piano Città Metropolitana Milano - Estensioni metropolitana
La metropolitana di Milano ha inaugurato il 26 novembre 2022 il primo tratto della quinta linea metropolitana, la M4, e tra i progetti futuri c’è anche la realizzazione della linea M6. Sono però i prolungamenti, approvati e ipotizzati da tempo, che interessano maggiormente i milanesi perché consentirebbero di ridurre il traffico in entrata nella città. Ecco quelli che hanno la priorità maggiore.
I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ IMPORTANTI per la METROPOLITANA di Milano
#1 M1 fino a Baggio: un prolungamento di 3,5 km fino alla tangenziale ovest. Entro il 2023 è attesa la gara per l’affidamento dei lavori. L’inaugurazione è prevista per il 2028-2029
Prolungamento M1
Dopo l’approvazione dello studio di fattibilità, nel 2021 è stato realizzato il progetto definitivo. Entro il 2023 è prevista l’indizione della gara per l’affidamento dei lavori, prevista inizialmente nell’autunno 2022, slittata a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e motivo per cui il Comune di Milano attende lo stazionamento di ulteriori risorse. Il prolungamento si estende per circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea Bisceglie della Linea M1. Sono previste tre nuove stazioni e, in particolare, quella di Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale.
Il nuovo tragitto aggiunto ai 4,46 chilometri del ramo di linea già in esercizio fra le stazioni Pagano e Bisceglie, comprendente 7 stazioni, consente di raggiungere uno sviluppo complessivo di circa 8 chilometri e 10 stazioni, per un totale, su tutta la Linea 1, di 43 stazioni per circa 32 chilometri di lunghezza. La durata dei lavori è stimata in 4-5 anni e pertanto le fermate dovrebbero essere operative tra il 2028 e il 2029.
#2 M2 da Cologno Nord a Vimercate: in fase di approfondimento il prolungamento tramite metropolitana leggera
Un’area così densamente abitata e trafficata, nell’est della Brianza, necessita di collegamenti veloci di trasporto pubblico per ridurre il numero di auto in ingresso a Milano e relativi ingorghi e inquinamento. Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate.
MM è stata incaricata di realizzare un approfondimento per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli per la prosecuzione delle M2 con una metropolitana leggera. Seguirà poi lo studio di fattibilità tecnico-economica le cui risorse sono già state stanziate nelle finanziaria 2022.
M2 a Rozzano
Una ulteriore destinazione da raggiungere potrebbe essere Rozzano a sud prolungando la M2 dalla fermata di Assago Forum.
#3 Paullo M3: finanziato nuovo studio di fattibilità per un’estensione mista metro-metrotranvia di 11 fermate
M3 fino a Paullo PFTE
La Paullese è uno delle arterie stradali più trafficate che entrano a Milano, intercettando i flussi di auto provenienti da Cremona e Crema. La M3 si ferma ad oggi al confine con il Comune di Milano, con il capolinea di San Donato ancora dentro la città. Sono ormai 30 anni che il territorio attende la prosecuzione del tracciato.
Le ultime novità arrivano dall’assegnazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile di 5,5 milioni per la redazione dell’ennesimo, e si spera ultimo, PFTE (progetto di fattibilità tecnico economico) per la realizzazione di un’estensione della linea in una doppia modalità: metro e metrotranvia. Da San Donato la linea proseguirebbe come metropolitana per circa 5 km e altre due fermate, San Donato Centro e Peschiera Centro, poi come metrotranvia per altre 9 fermate.
#4 M4 in direzione Trezzano sul Naviglio a sud-ovest e fino a Segrate a est
Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest
Ormai scontato il prolungamento della M4 ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva. L’ipotesi numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. In questo modo si intercetterebbe il traffico esterno alla città, attestandosi la fermata appena oltre la tangenziale ovest.
Secondo le ultime informazioni sia comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero indirizzati ad un prolungamento con percorso breve perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio.
Credits mm – Tracciato M4 Segrate
Ad est invece è già stato approvato e finanziato il prolungamento della linea con 2 fermate, Idroscalo e Segrate, per interscambiare con la futura stazione dell’Alta Velocità Porta Est. I lavori per l’estensione di 3,1 km, il cui costo è di 350 milioni di euro, dovrebbero concludersi nel 2029.
#5 Attesi gli studi di fattibilità per portare la M5 fino a Settimo Milanese e oltre fino a Magenta
Prolungamento M5 Settimo Milanese
Ad oggi sono 5 le fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino e il capolinea con deposito di Settimo Milanese. Un primo studio preliminare di fattibilità è stato realizzato nel 2019 e a questo si è aggiunta una delibera per un altro studio di fattibilità che valuti un’estensione supplementare fino a Magenta per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato.
Ad oggi la soluzione più accreditata sarebbe quella di allungare la M5 fino a Settimo Milanese con la metropolitana e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit). In caso di esito positivo degli studi di fattibilità tecnico-economica i lavori non termineranno prima del 2030.
Un grande milanese fu il riferimento principale tra i direttori d’orchestra del mondo intero.
CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto
# “Io sono contro tutte le dittature”
Abbado
Il senatore a vita è colui che ha avuto l’onere e l’onore di “illustrare la Patria per altissimi meriti (…)” e Claudio Abbado, che senatore a vita lo diventò nel 2013, nominato da Giorgio Napolitano, questi “altissimi meriti” li aveva e, comunque la si pensi, gli vanno riconosciuti. Qualcuno lo bollò come “comunista”, lui di fronte a questa etichetta rispondeva in modo pacato e tranquillo, come era solito comportarsi, dicendo che, “io ho preso sempre posizioni di grande avversione nei confronti del nazifascismo, il cui ricordo, di quando ero bambino, è caratterizzato dalla paura e dai partigiani uccisi in piazza. Sono sempre stato contrario anche alla politica dell’Urss, insomma io sono contro tutte le dittature“.
# La scelta di “democratizzare” la musica
Di sinistra lo era, e lo dimostrò anche nel proprio lavoro, quando decise di “democratizzare” la musica portandola nelle fabbriche e coinvolgendo gli studenti nell’arte classica. I suoi concerti alla Innocenti Leyland, alla Necchi di Pavia e all’Ansaldo, hanno fatto la storia, della musica e del mondo operaio. Mondo verso il quale il Direttore d’Orchestra milanese aveva cercato di andare incontro promuovendo prezzi popolari dei biglietti. Anche perchè, in fabbrica, un operaio resta tale, mentre alla Scala è “pubblico”, al pari della Milano-bene.
# Una famiglia di musicisti
Claudio Abbado nacque a Milano il 26 giugno 1933, in una famiglia di musicisti: il padre era insegnante di violino, nonché professore al Conservatorio Giuseppe Verdi, mentre la madre era insegnate di pianoforte. “I miei genitori mi diedero stimoli eterogenei e preziosi, visto che mia madre era anche autrice di libri per bambini e aveva dolcezza e fantasia, mentre mio padre mi inculcò la disciplina nello studio; mamma e papà con due approcci diversi e fondamentali per le mie basi“.
Il piccolo Claudio ha le idee chiare su cosa vuole fare nella vita: “ero ancora un bambino e andai con i miei genitori alla Scala, rimasi affascinato ascoltando i Notturni di Claude Debussy, rapito da quelle sonorità e dal carismatico talento del direttore d’orchestra, Antonio Guarnieri che, con un gesto piccolissimo della bacchetta, faceva uscire suoni straordinari“.
# Dal Conservatorio Giuseppe Verdi al debutto alla Scala
Abbado frequenta il Conservatorio Giuseppe Verdi, poi va a Vienna studiando all’Accademia per due anni, cantando, tra l’altro, nel coro della Gesellshaft Der Musikfreunde, avendo la possibilità di seguire le prove dei più grandi direttori d’orchestra del mondo. A 25 anni vince il concorso per entrare nella più antica orchestra americana, la New York Philharmonic. Torna in Italia e diventa direttore sinfonico al Verdi di Trieste, poi torna a Milano dirigendo alla Piccola Scala.
Nell 1960 debutta alla Scala, diventandone direttore musicale dal 1968 al 1986. Abbado ampliò il repertorio del più noto teatro milanese, con opere di Berg, Schoenberg e Stravinsky, ma anche con commissioni di nuove opere: promosse poi un rinnovamento nell’approccio all’esecuzione, attraverso un metodo filologico.
# Il successo in tutto il mondo
Viaggiò e lavorò in lungo e in largo per il mondo, raccogliendo successi e riconoscimenti, diventando per diverso tempo il riferimento mondiale principale tra i direttori d’orchestra.
Il suo lavoro lo ha sempre svolto con umiltà, concentrazione e approfondimento: “quando sono sul podio mi sforzo sempre di creare un contatto umano con i musicisti e il mio obiettivo è sempre quello di essere un servo dei grandi compositori“. Un’ammissione di umiltà che Abbado ha sempre utilizzato come metodologia artistica: “parto dal presupposto che non bisogna mai essere totalmente soddisfatti del proprio lavoro, sento il bisogno di scavare sempre di più nella partitura, per farne uscire qualcosa di nuovo. Poi ho quella sensazione di dover sempre imparare qualcosa, perchè nella musica non c’è mai un limite, oltre al quale non trovi più nulla di nuovo, la musica è continuo cambiamento“.
# Fondatore di orchestre come la Filarmonica della Scala e la Mahler Chamber di Lucerna
Credits antoniconteddu IG – Filarmonica della Scala
Ricordiamo che Abbado fu direttore artistico della Staatsoper di Vienna, fondatore di orchestre come la Filarmonica della Scala e la Mahler Chamber di Lucerna, in Svizzera.
Sempre critico nei confronti dei tagli alla cultura, tuonò contro il governo Berlusconi e contro una classe politica priva di strumenti per comprendere l’importanza dell’arte.
Claudio Abbado morì a Bologna il 20 gennaio 2014, dopo una malattia che ne minò gli ultimi periodi di vita.