Le VEDOVELLE di Milano: perché si chiamano così e che cosa le rende così uniche

Sono uno dei simboli di Milano. Tutti le conoscono ma pochi sanno tutti i loro segreti

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Come ogni città che si rispetti, anche Milano possiede fontanelle civiche, dalle quali ci si può abbeverare gratuitamente. Qui sono chiamate Vedovelle o talvolta Drago-Verde a seconda delle frequentazioni dei vari quartieri della città. Sono uno dei simboli di Milano, presenti in tantissime piazze, dal centro alla periferia. Tutti le conoscono ma pochi sanno tutti i loro segreti. 

Le VEDOVELLE di Milano: perché si chiamano così e che cosa le rende così uniche

Vedovella

Le fontanelle sono presenti in tutte le città italiane: a Milano sono chiamate Vedovelle, a Torino i Torelli (torèt) e a Roma i Nasoni. Ad oggi, nella nostra città, ce ne sono di funzionanti e distribuite su tutto il territorio del Comune più di 400. 

# Perchè “vedovelle”?

Il nome di Vedovella deriva dal filo d’acqua incessante che sgorga dal loro rubinetto, simile al pianto perenne di una vedova inconsolabile. Invece, l’altro soprannome, Drago-Verde, deriva dal loro rubinetto in ottone a forma di drago. Tipica era o è, tra i milanesi, l’usanza di dire: “andiamo a bere al bar del drago verde”! (Tanto è gratis!).

Oltre al nome presentano delle caratteristiche uniche. 

# La bacinella per far abbeverare gli animali

fontanella Milano o Vedovella ghisa catalogo anno 1898
fontanella Milano o Vedovella ghisa catalogo anno 1898

Le Vedovelle hanno una struttura in ghisa, dipinta del color verde scuro. Sono alte circa un metro e mezzo e larghe cinquanta centimetri. Le tipiche fontanelle di acqua potabile sono composte da una torretta a base quadrata marchiata con lo stemma del Comune di Milano, sormontata da un pignone, un “cappellino a pigna”. Alla base sono munite di una bacinella semi-circolare (che serviva per far abbeverare gli animali) e dal pilastrino dal quale spunta una testa di drago.

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# La prima vedovella di Milano: l’unica dorata

La leggenda narra che la prima Vedovella sia quella istallata in piazza della Scala verso la fine degli anni Venti del ‘900. Tuttavia vi sono testimonianze fotografiche che risalgono alla fine dell’800 che mostrano la presenza di una fontanella, più piccola, proprio nello stesso punto.

Quella di Piazza della Scala oltre ad essere la più antica tra le Vedovelle, è l’unica realizzata in ottone dorato e non in ghisa. È incorniciata da una elegante greca in mosaico, e fu disegnata dall’architetto Luca Beltrami. Questa fontanella ha la bocca di drago ispirata da uno dei doccioni del Duomo, scoli d’acqua visibili sulle parti laterali della cattedrale, che hanno la forma di mostri  – figure spaventose, da cui scola l’acqua piovana.

# Senza rubinetto

Come notano in molti le Vedovelle non hanno il rubinetto. Questo non comporta uno spreco di acqua in realtà. Anzi il suo flusso continuo, svolge l’importante funzione di mantenere l’acqua in movimento. Ed è di quantità irrisoria in confronto alla portata distribuita dall’acquedotto milanese. Infatti, a fronte di un flusso istantaneo medio erogato di circa 7500 litri/secondo, la portata dell’insieme delle fontanelle è pari a 8 l/s.

# Dove va a finire l’acqua

La portata di acqua in uscita dalle fontanelle, non viene dispersa: raggiunge i depuratori di Milano attraverso la fognatura, per poi essere impiegata dai consorzi agricoli per l’irrigazione dei campi a sud della città. Inoltre questo flusso continuo ne preserva la freschezza e la buona qualità, soprattutto in corrispondenza delle “teste morte”, ovvero delle tubazioni terminali cieche.

# La mappa delle Vedovelle

Dove trovare le Vedovelle? Si può girare per la città oppure dare uno sguardo al sito www.fontanelle.org che visualizza la posizione delle fontanelle d’acqua a Milano, Roma e in altre città. 

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TIZIANA LEOPIZZI

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Tiziana Leopizzi
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