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Il TGV FRANCESE alla conquista dei milanesi: le NUOVE TRATTE SUPER CONVENIENTI per portarci via da MILANO

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Non solo i Frecciarossa. L’alta velocità francese apre le vendite per viaggiare da Milano verso altre due destinazioni italiane. Scopriamo quali sono e quanto costano i biglietti.

Il TGV FRANCESE alla conquista dei milanesi: le NUOVE TRATTE SUPER CONVENIENTI per portarci via da MILANO

# A Torino e sulla Via Lattea con l’alta velocità del Tgv

TGV
(da pixabay)

Se il collegamento tra l’Italia e la Francia è ancora interrotto a causa di una frana occorsa nell’estate 2023, i treni dell’alta velocità francesi puntano sull’Italia. Nello specifico si tratta di due destinazioni da Milano: Torino e Oulx. L’annuncio dell’apertura delle vendita dei biglietti da parte di TGV INOUI offre nuove opportunità di viaggio per i milanesi.

Credits: @apushake Piazza Castello Torino

La prima fermata lungo il percorso è il capoluogo piemontese, dove si può scendere per vedere da vicino la Mole Antonielliana e il sottostante Museo del Cinema, il primo parlamento italiano a Palazzo Carignano, ancora Palazzo Madama, Piazza San Carlo, Piazza Castello, il Museo Egizio, la Sacra Sindone e infine la Basilica di Superga da dove vedere la città dell’alto.

turismooulx IG

La seconda fermata è nel cuore della Val di Susa, a Oulx. Punto di partenza per immergersi nella natura della valle, muovendosi in bicicletta, a cavallo o camminando tra i sentieri, scoprendo i borghi disseminati lungo il percorso. Per gli amanti degli sporti invernali, raggiungibile in bus scesi dal treno, c’è Sauze d’Oulx, una delle stazioni sciistiche più grandi e rinomate del comprensorio della Vialattea.

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# Come sono fatti i treni

tgv_inoui_italia IG

Comfort elevato a bordo di carrozze moderne e ampie, sedili spaziosi e finestrini grandi. Per i passeggeri sono disponibili un portale con film, podcast e riviste digitali da vedere grazie al wifi gratuito a bordo, oltre a prese per ricaricare pc e smartphone.

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# Biglietti a partire da 10 euro

snfc – Biglietti

I prezzi dei biglietti partono da 10 euro, con tariffe ridotte ridotte del 50% per i figli sopra i 4 anni nei viaggi in famiglia, sotto quell’età viaggiano gratis seduti in braccio ai genitori. Con la tessera Carte Avantage previsti altri sconti del 30% o del 60% per tutte le categorie di passeggeri.

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: STOP ai VOLI? I MILANESI sono per abolire i VIAGGI AEREI a corto raggio se c’è un TRENO ad alta velocità

FABIO MARCOMIN

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Quanto rende una CASA? In LOMBARDIA Milano è… all’ultimo posto!

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Uscito l’ultimo report dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa sui rendimenti annui da locazione nelle città italiane. Per un bilocale di 65 mq nelle grandi città italiane si arriva intorno al 5,2%: ma dove sono gli investimenti più convenienti? 

Quanto rende una CASA? In LOMBARDIA Milano è… all’ultimo posto!

# In Lombardia Milano è ultima, Mantova è la prima

Milano è super cara? Anche se per i rendimenti non sembra. Anzi. Meglio investire nelle altre città della Lombardia. Milano infatti è all’ultimo posto insieme a Sondrio come rendimento delle locazioni, sia per i bilocali che per i trilocali: il rendimento medio lordo per entrambi è del 4,4%. In cima alla classifica si scende nella Bassa: prima è Mantova che sfiora il 9%, seguita da Cremona attorno all’8%. Buone le performance anche di Varese, soprattutto per i bilocali. 

# Tra le metropoli trionfa Genova, solo Firenze fa peggio di Milano 

Se si passa all’Italia, le cose per Milano non cambiano. Appare sempre in coda alla classifica: peggio di lei fa solo Firenze. La città più conveniente per gli investitori immobiliari è Genova, dove il rendimento medio arriva al 6,6%. Anche Palermo e Verona assicurano un ritorno superiore al 6%. 

# Nella rivalutazione del capitale investito le cose cambiano: Milano torna in testa con un +132%

Bovisa- case d'epoca in via Imbriani
Bovisa- case d’epoca in via Imbriani

Ma se invece di guardare il rendimento della locazione si osserva la rivalutazione del prezzo dell’immobile, le cose cambiano. Dal 1998 al 2023, limitando l’esame alle grandi città italiane, risulta una rivalutazione dei prezzi del 46%. Quella che si è rivalutata maggiormente è stata Milano con 132,1%, seguita da Napoli con 72,1% e Firenze con il 71,2%.

MILANO CITTA’ STATO

Continua la lettura con: Al via i LAVORI per il “GEMELLINO dell’IDROSCALO”: il progetto per il NUOVO LIDO

FABIO MARCOMIN

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La LINEA C di ROMA riprende la CORSA: le FERMATE in costruzione e future

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Linea C comitato metro x roma

Con lo stanziamento di quasi 4 miliardi di euro per completare il tracciato previsto dal progetto originario, procedono i cantieri per la realizzazione dell’estensione della terza linea metropolitana della capitale avanzano. Ecco fino a dove si estenderà nei prossimi dieci anni.

La LINEA C di ROMA riprende la CORSA: le FERMATE in costruzione e future

# Stanziati 3,8 miliardi per il completamento della Linea C, una parte dilazionata annualmente fino al 2032

Credits geordie_7272 IG – Stazione Metro C

Un totale di 3,8 miliardi. Questo è la somma globale stanziata per completare tutta la linea C. A inizio 2022 tramite decreto ministeriale del Ministero dei Trasporti sono stati assegnati 1,6 miliardi di euro necessari per la costruzione della stazione Venezia e del lotto costruttivo della tratta T2 Venezia – Clodio, nella legge di bilancio per il 2023 ne sono stati destinati altri 2,2 per il tracciato residuo. Questa seconda tranche verrà dilazionata fino al 2032: 50 milioni di euro per ogni anno fino al 2025, 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, 200 milioni di euro per il 2028 e il 2029, poi 500 milioni all’anno  per il 2030 e il 2031 e infine 450 milioni per l’anno 2032. 

Leggi anche: LA RIVOLUZIONE di Metrovia per Roma: 7 nuove linee METROPOLITANE, 1 CIRCLE LINE e 12 linee di METROTRAM

# Un tracciato di 6,5 chilometri di estensione per 7 nuove fermate, oltre alle due in costruzione

Tratta in costruzione Linea C

Attualmente sono 22 le stazioni in esercizio su 26 km di percorso. In costruzione una tratta di tre stazioni: Porta MetroniaColosseo – Fori Imperiali e Venezia.

Sviluppi futuri Linea C

Quella successiva prevede un tracciato di circa 6,5 km e 7 nuove fermate: Venezia, Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano con interscambio con la linea A, Clodio/Mazzini, Auditorium e Farnesina. A 22 giugno 2023 è stata posata la prima pietra della futura stazione Venezia.

Leggi anche: LA RIVOLUZIONE di Metrovia per Roma: 7 nuove linee METROPOLITANE, 1 CIRCLE LINE e 12 linee di METROTRAM

# Nel 2032 l’inaugurazione dell’archeostazione Venezia, nel 2035 fino a Farnesina

Credits webuild – Area museale stazione Venezia

L’inaugurazione della Stazione Venezia è programmata per il 2032. Sarà la seconda archeostazione dopo quella di San Giovanni ma all’ennesima potenza, definita dal Sindaco Gualtieri “la più bella del mondo”. Il primo livello è dedicato ad area museale e prevede al suo interno i resti archeologici emersi nel corso degli scavi, stimati 66.000 metri cubi di scavo archeologico. Gli Auditoria di Adriano sono tra le strutture più interessanti ritrovate.

Credits webuild – Uscite stazione Venezia

I muri perimetrali di contenimento dello scavo arriveranno fino a 85 metri, il corpo stazione invece a una profondità di 45 metri e si sviluppa al centro dell’omonima piazza su otto livelli interrati di 4.500 mq. Previsti anche 27 scale mobili e 6 ascensori. 

La partenza dei cantieri per la tratta Venezia (esclusa)-Farnesina sono programmati nel primo trimestre 2025, con chiusura temporanea durante il Giubileo, e inaugurazione entro il 2035. Nel 2025 dovrebbero inaugurare anche le due stazioni di Porta Metronia e Colosseo con l’interscambio con la linea B. 

Leggi anche: A ROMA ci sarà la stazione METROPOLITANA più BELLA del MONDO? (Video e rendering)

# Niente estensione a Tor Vergata, inserita del dossier Expo 2030

Salta la possibilità di un’ulteriore fermata a Tor Vergata, con una diramazione della linea C, inserita nel dossier di Expo 2030 assegnato però a Riad.

Leggi anche: Expo Roma: Il MASTERPLAN con il PARCO SOLARE URBANO più GRANDE del MONDO

Continua la lettura con: La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

FABIO MARCOMIN

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7+1 terme a poca distanza da Milano dove ritrovare energia e serenità

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Ph. robi_ciaffoni IG

Non c’è niente di più rigenerante di una giornata immersi nelle acque termali, coccolati da fanghi, massaggi e vapori. E senza volersi allontanare troppo da Milano, ecco, in ordine di distanza, i centri termali assolutamente da non perdere per una giornata o un weekend all’insegna del benessere e del relax. Foto Cover: Ph. robi_ciaffoni IG (Bormio)

7+1 terme a poca distanza da Milano dove ritrovare energia e serenità

#1 Cascina Caremma (25 km)

credits: IG @cascinacaremma

A poche decine di chilometri dal centro di Milano, Cascina Caremma è un’azienda agricola dotata di centro benessere immerso nel verde del Parco del Ticino, a 15 km da Abbiate Grasso e a 25 da Milano. L’agriturismo offre camere con bagno interno arredate in un elegante stile di campagna. Ma oltre ad essere il luogo ideale per il benessere, è anche conosciuto per produrre cibi biologici con certificazione ICEa e proporli nel menù a km zero del ristorante.

La parte centrale dell’agriturismo è però la Spa che si suddivide in 3 ambienti: la Zona Interna, con piscina e ampia vetrata panoramica rivolta verso le campagne, la Zona Relax, destinata ai trattamenti (biosauna, bagno di vapore con cromoterapia, area pediluvio e docce aromatiche) e la Zona Esterna nel giardino con sauna finlandese e solarium (solo d’estate naturalmente). Il luogo perfetto per regalarsi un viaggio alla riscoperta del proprio equilibrio interiore dove l’unica cosa che conta è rilassarsi.

#2 Monticello Spa & Fit (37 km)

credits: IG @monticello_spa

Vasche dall’acqua calda con vista sulle Prealpi Lombarde: un’immersione nel benessere e nella natura al Monticello Spa & Fit. Questo grande centro benessere e fitness si trova in Brianza e offre esperienze di ogni genere. La sua struttura moderna, di ben 5000 metri quadrati, ospita 7 vasche interne ed esterne, 14 ambienti sensoriali dove vivere l’esperienza di Calore e Tepore, 15 Cerimonie di Benessere, 45 tipi di massaggi e trattamenti corpo realizzati con prodotti esclusivi. Le vasche sono tutte diverse, con getti, vortici, perlate bollicine, nebbie e vapori, con acque salmastre e non: tutte le forme dell’acqua le trovate qui, per un’esperienza di benessere a 360 gradi.

#3 Terme di Miradolo (55 km)

credits: IG @termedimirandolo

Senza allontanarsi molto dalla città, sulle colline del lodigiano tra Lodi, Pavia e Piacenza si trovano le Terme di Miradolo. Le sue acque termali provengono da ben 4 fonti diverse: Cà de Rho, San Pietro, Vittoria e Saline Santa Maria. Queste preziose fonti curative salso-bromo-iodiche, litio magnesiache e sulfuree, sono note da secoli e sono molto importanti per la prevenzione, la cura e riabilitazione del corpo.

Le terapie svolte sono riconosciute e garantite dal ministero della salute e sono efficaci nel trattamento delle patologie delle vie respiratorie, dell’orecchio, dell’apparato osteoarticolare, vascolare, gastroenterico, urinario e della pelle. Oltre ad offrire un patrimonio di fonti termali immerso nel verde, il centro ha adibito anche una zona dedicata al benessere con diversi percorsi e trattamenti estetici e d’estate ci si può rilassare anche nella grande piscina all’aperto.

#4 Mandarin Oriental Lago di Como (56 km)

credits: IG @mo_lagodicomo

Lusso, riservatezza e relax: ecco le parole d’ordine del Mandarin Oriental sul Lago di Como. Dopo una lunga ristrutturazione, la Spa ha riaperto le porte nell’Aprile 2019 prendendo il posto del CastaDiva Resort & Spa. Situato a Blevio, il Mandarin Oriental vanta un centro benessere con una vista sul Lago di Como. E, ispirato proprio dalle acque del lago su cui si affaccia, offre una scelta di percorsi di vapore, giochi d’acqua e un approccio olistico al benessere.

Si possono trovare cabine trattamenti, due Spa suite private, un salone di bellezza e un centro fitness con macchinari di ultima generazione. Non mancano il circuito Kneipp, una piscina coperta con vasca idromassaggio, la sauna finlandese, il bagno turco, le docce emozionali e una stanza con il sale dell’Himalaya. Ma non solo, con una superficie di 1.300 mq, il Mandarion Orietal offre ai suoi ospiti eleganti camere e suite, 2 ville indipendenti, un ristorante con piatti lombardi e ampi giardini. Inoltre, in estate è possibile rilassarsi anche a bordo della piscina esterna situata su una piattaforma che galleggia sul lago. Insomma, un’esperienza esclusiva da non perdere sul Lago di Como.

#5 QC Terme San Pellegrino (75 km)

credits: IG @elviro79

In un’atmosfera da Belle Epoque, al QC Terme San Pellegrino affreschi e meraviglie del passato si fondono con architetture e installazioni di moderno design regalando un’esperienza a dir poco suggestiva. Le terme risalgono all’epoca in cui si sviluppò il turismo termale e, insieme al Grand Hotel e al Casinò Municipale sono un trionfo di stile liberty. Dopo anni di ristrutturazione il centro si è trasformato in un luogo sui generis dove stucchi e vetrate racchiudono un percorso benessere unico dove il relax è protagonista.

2 edifici ospitano l’intero percorso che conta oltre 30 pratiche termali. Piscine all’aperto e al coperto, saune, bagni turchi, stanze del sale e del ghiaccio e una grande area massaggi. A 24 km da Bergamo e 46 km da Lecco, QC Terme San Pellegrino, ha una posizione strategica perfetta anche per i viaggiatori appena scesi da Orio al Serio che vogliono concedersi una giornata di diversa dal solito.

#6 Terme di Rivanazzano (75 km)

credits: IG @termerivanazano

Le Terme di Rivanazzano vengono inaugurate nel lontano 1913 dopo la scoperta delle prime sorgenti nella zona di San Francesco e da allora sono uno dei centri termali più gettonati dell’Oltrepò Pavese. Alimentate dalle fonti Pozzo Terme e Pozzo San Francesco e ampiamente ristrutturate nel 2012, oggi dispongono di svariati trattamenti e cure tradizionali (fanghi, inalazioni, bagni e idromassaggi), a cui si sono aggiunti i servizi di una Spa, un’area fitness e una sala ristorazione.

Ogni terapia e trattamento sposa la filosofia del “senza miracoli” e dei valori autentici. L’obiettivo è quello di promuovere una visione olistica, sana e sostenibile dello stile di vita. Tutto ciò proponendo servizi di qualità e di prevenzione, convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, a servizio di un benessere autentico e longevo.

#7 Albereta realis & Chateaux (80km)

credits: IG @theduckermagazine

Ricavato da una villa di charme dei primi del ‘900 nel centro di Erbusco, in un contesto lussuoso frequentato da molti vip, l’Albereta Relais & Chateaux è una struttura ormai divenuta un simbolo della Franciacorta. Oltre alla villa, il centro comprende 4 edifici dove sono state ricavate 57 camere e suite eleganti. Mentre, l’area benessere di 2.000 m², comprende una sauna, un bagno turco, una vasca idromassaggio, una piscina con nuoto controcorrente, attrezzature per il fitness e un campo da tennis. Ma l’Albereta Relais, oltre al benessere psicofisico, regala piaceri anche al palato con tre ristoranti specializzati in cucina italiana, rendendolo il luogo perfetto per viziarsi.

#7+1 Terme di Boario (114 km)

credits: IG @termediboario

E per finire, anche se più lontane dalla città, non potevano mancare le famose Terme di Boario. Immerse in un parco di 130.000 metri quadrati in Val Camonica, sono sicuramente fra le terme più frequentate del nord Italia. Il parco termale sorge all’interno di un bellissimo giardino all’italiana, ed è alimentato dall’acqua proveniente da 4 fonti diverse, l’Antica Fonte, Fausta, Igea e Boario che viene sfruttata per le diverse cure e le terapie.

La struttura comprende un Beauty Center per bagni, fanghi e massaggi, e una zona SPA & Wellness dedicata al benessere con due piscine con acqua termale, una piscina esterna con idromassaggio e vista sul parco termale, sauna finlandese, bagno turco, bagno mediterraneo, docce emozionali, percorso Kneipp, cascata di ghiaccio, area relax e la stanza del sale

Continua la Lettura con: Le TERME di MILANO: il cuore del RELAX milanese nasconde un passato MACABRO

SARA FERRI

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I LIGURI contro i MILANESI in vacanza: perché ce l’abbiamo coi milanesi?

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Andrea Di Marco è il fondatore del Movimento Estremista Ligure, il cui obiettivo principale è quello di impedire ai milanesi di riempire le spiagge liguri d’estate. Perché? “Fanno la pipì in mare”. “Dicono: Vi portiamo i soldi!. Ma non siamo al MedioEvo: oggi si può fare un bonifico!”. “Il primo punto del nostro programma: fare della Liguria la prima regione solo over 65”. Il monologo comico di Andrea di Marco.

Continua la lettura con: Luca RAVENNA è un MILANESE a ROMA

MILANO CITTA’ STATO

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Le CITTÀ dell’APOCALISSI: qual è la più TERRIFICANTE del MONDO? (IMMAGINI)

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Ph. jdegheest

Il mondo è bello perché è vario, ma di bello in queste città non c’è molto. In giro per il mondo ci sono città dall’aspetto tetro e deprimente: sembrano uscite da un romanzo apocalittico ambientato in un universo orwelliano. 

Le CITTÀ dell’APOCALISSI: qual è la più TERRIFICANTE del MONDO? (IMMAGINI)

# Dacca, in Bangladesh

Capitale del paese e, con oltre 14 milioni di abitanti, tra le città più popolose al mondo, Dacca è un importante centro industriale e commerciale. Sorge sulle sponde del fiume Buriganga, dalle acque nere e inquinate dagli scarti delle fabbriche, le cui sponde sono sommerse da montagne di rifiuti. Risulta tra le città più inquinate del mondo. 

https://www.faccecaso.com/2020/01/10/alla-scoperta-di-dacca/

# Atene, Grecia

https://thefoodtraveler.net/

Atene è una città con una Storia millenaria, che ci fa pensare alla città come un luogo immerso in un’aurea leggendaria e mitica. Purtroppo nella realtà non è così. Tralasciando le principali attrazioni turistiche come l’Acropoli, la città è in condizioni pessime e degradate. L’enorme quantità di edifici abbandonati abitati da senzatetto e tossicodipendenti è impressionante e molto triste.

# Norilsk, Russia

https://www.greenlifeblog.it/2020/05/03/norislk-una-citta-di-estremi-al-limite-del-mondo/

Dalla zona in cui sorge la città di Norilsk provengono altissime percentuali di elementi chimici come il cobalto e il nichel, ed è sull’estrazione e distribuzione di questi che si fonda l’economia della città. Ed è per questo che la città è una delle più inquinate al mondo, con una popolazione che soffre di patologie, allergie e malformazioni di diverso tipo.

# Amman, Giordania

https://www.travel365.it/

Non curata esteticamente, caotica e sporca, la capitale della Giordania ospita quasi la metà della popolazione dell’intero paese.

# Mumbai, India 

https://www.focus.it/

La dicotomia tra ricchezza e povertà a Mumbai è molto evidente: grattacieli e palazzi lussuosi a pochissimi metri da baraccopoli e dimore che quasi stanno su per miracolo. Due stili di vita completamente diversi ma che convivono negli stessi spazi e si incrociano per strada.

Ma non solo paesi poveri: nel mondo ci sono anche città dall’aspetto apocalittico che sono centri molto benestanti oppure delle aree urbane industriali importanti nell’economia mondiale.

# Kowloon, a Hong Kong

A nord della penisola di Hong Kong, Kowloon è diventata dagli anni 50 un centro industriale molto rilevante, in particolare per la produzione tessile. Questa zona ha visto quindi un enorme crescita: è stata perfino sottratta della terra al mare, così da poter edificare nuove porzioni di territorio. La città si presenta quindi come un oceano immenso di grigio cemento, tra palazzi e grattacieli di ogni dimensione e forma.

# Linfen, Cina

https://www.voloscontato.it/

Capitale per la produzione del carbone, Linfen risulta essere la città più inquinata al mondo. Gli abitanti godono dei raggi solari diretti solo pochi giorni l’anno, poiché le nubi di smog sono così dense da oscurare il sole. Un ritratto di una città che potrebbe essere il triste destino del resto del mondo.

# Huaxi Village, China

https://www.laogai.it/

Sintesi perfetta tra collettivismo socialista e capitalismo asiatico spinto agli estremi, questa città sembra davvero essere uscita da un film. Le famiglie residenti vivono in ville tutte uguali tra loro, guidano macchine di lusso e accedono a numerosi vantaggi destinati solo ai residenti, come l’assistenza sanitaria. Questa ricchezza e benessere è sostenuto dagli stessi cittadini, che lavorano 7 giorni su 7 nelle 58 industrie presenti nella città, senza la possibilità di licenziarsi e cambiare vita. Il prezzo per tutto questo è quindi la libertà.

# Nad Al Sheba 3, quartiere di Dubai, Emirati Arabi Uniti

https://www.keblog.it/item/nad-al-sheba-3-quartiere-di-dubai-emirati-arabi-uniti/

Subcomunità a sud di Dubai, questo quartiere ospita centinaia di villette tutte uguali fra loro. I residenti hanno accesso a qualsiasi servizio immaginabile, dai campi di golf alle piscine: una piccola città capace di soddisfare qualsiasi bisogno e desiderio dei cittadini.

Continua a leggere: La CITTÀ dove i CITTADINI vivono tutti nello stesso PALAZZO

ALICE COLAPIETRA

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Il NUOVO PALASPORT di Milano: avanza il cantiere dell’ “ANFITEATRO VOLANTE” dello sport italiano

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Ph. @Onirism IG - PalaItalia

Negli ultimi giorni di novembre 2023 è stata posta la prima pietra per la costruzione del palazzetto destinato a ospitare le gare di hockey maschile alle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026: il PalaItalia. Tutte le caratteristiche della nuova arena multifunzione della città e quando dovrebbero concludersi i lavori.

Il NUOVO PALASPORT di Milano: avanza il cantiere dell’ “ANFITEATRO VOLANTE” dello sport italiano

# La posa della prima pietra per la costruzione dell’arena olimpica

Credits Urbanfile – Posa prima pietra PalaItalia

Pur se in ritardo sulla tabella di marcia iniziale, avanzano i lavori per la costruzione dell’arena olimpica nel quadrante nord di Santa Giulia. Dopo le prime lavorazioni nell’estate 2023, l’avvio dell’edificazione vera e propria è avvenuta il 28 novembre dello stesso anno. 

Nel cantiere, dopo la realizzazione delle fondamenta, sono comparse le gru che hanno il compito di elevare la struttura in altezza nel prossimo anno di lavori.

# Una struttura “onirica” che sembrerà fluttuare in aria

davidchipperfield.com – Area Santa Giulia

Finalmente una struttura che coniuga funzionalità e design in ambito. Milano attendeva da decenni un impianto simile dopo il crollo del tetto del palazzetto accanto allo Stadio Meazza, a causa della grande nevicata dell’85, che ha costretto alla sua successiva demolizione. A curare il progetto dell’Arena di Santa Giulia, chiamata anche Pala Italia, è Onirism Studio di Sir David Chipperfield. La gestione è invece in carico a Eventim CTS, leader mondiale nell’ambito degli eventi e che ha acquisito la piattaforma di biglietteria online di Ticketone. 

La sua forma ellittica prende ispirazione dall’archetipo dell’anfiteatro, rimane sospesa da terra grazie a una sere di pilastri e presenta tre anelli di altezze diverse ricoperti di led che sembrano fluttuare l’uno sull’altro.

Onirism – Pala Italia

Al suo interno sono previsti:

  • ampie hall che precedono l’accesso al parterre;
  • una zona “premium” con sky box e sale lounge;
  • 16.000 posti a sedere;
  • servizi di ristorazione.  

All’esterno:

  • una spaziosa piazza di oltre 10.000 mq, pensata per ospitare eventi;
  • pannelli fotovoltaici sul tetto;
  • un parcheggio multipiano per 2.750 veicoli.

# Extra costi su del 50%, consegna entro la fine del 2025

Rimane ancora da sistemare il nodo extra costi, rispetto ai 180 milioni di euro è stato registrato un incremento del 50%, dovuti principalmente alla necessità di recuperare il tempo perduto e dal lavoro su tre turni. L’esborso è previsto che sia tutto a carico dei privati ma il Sindaco Sala, a margine della posa della prima pietra, non aveva escluso un intervento a sostegno delle aziende coinvolte da parte del governo. “Da Milano non possono arrivare, non abbiamo disponibilità. Vediamo se al di là del grande impegno privato il governo potrà collaborare“. 

Il cantiere deve concludersi in tempo per l’ispezione del Comitato Olimpico, quindi entro la fine 2025, per consentire la disputa delle gare di hockey maschile di Milano Cortina 2026. L’evento sportivo è programmato dal 6 al 22 febbraio 2026.

# La “metro 13” forse solo a metà

Progetto Metrotranvia 13

Non arriverà di sicuro in tempo la metrotranvia 13, la nuova infrastruttura pensata per collegare Repetti M4 a Rogoredo M3. La linea sarebbe stata utile proprio ai tifosi durante le Olimpiadi Invernali 2026 dato che una delle fermate è prevista proprio nei pressi del PalaItalia. Con molta probabilità l’inaugurazione solo dopo l’evento, qualche speranza per l’apertura di una parte del tracciato ma al momento non vi è alcuna certezza.

Leggi anche: La “METRO 13” di MILANO: arriverà in tempo?

Continua la lettura con: Il FUTURO di MILANO: le GRANDI OPERE che la RIVOLUZIONERANNO nei prossimi anni

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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IRELAND WEEK, la settimana dedicata all’ISOLA di SMERALDO

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pexels laura tancredi - Festa di San Patrizio

Poteva mancare a Milano la settimana dedicata all’Irlanda? No. Perché a Milano tutto è possibile, anche la settimana tutta verde, con protagonista l’isola di smeraldo.

IRELAND WEEK, la settimana dedicata all’ISOLA di SMERALDO

# Open Milano il cuore dei festeggiamenti

viola_mmm IG – Open Milano

Una festa ricca di musica, film, mostre fotografiche dal 10 marzo fino a culminare nei festeggiamenti finali il 17 nel giorno di San Patrizio.

_michelacurcio_ IG – Ireland week Via Dante

Il cuore dei festeggiamenti sarà Open Milano ma anche via Dante dove sarà allestita una mostra fotografica e numerosi pub e ristoranti che aderiranno all’iniziativa per far degustare le specialità irlandesi come irish stew ossia stufato di agnello con patate, o bacon and cabbage cioè pancetta e cavoli o infine il soda bread, caratteristico pane senza lievito

# Gli altri luoghi della Ireland Week

Spiritdemilan Ireland week 2024

E poi danze, musica fiumi di whiskey come all’Hard rock café che propone 2 concerti dedicati rispettivamente ai Cranberries e agli U2. E ancora Spirit de Milan, dove ci sarà un festival dal 15 al 17 marzo, tutto made in Irlanda con danze tipiche irlandesi e musica a go go. Cinema Anteo poi, ospiterà una rassegna di cinema irlandese, Ireland film festival, che offre la possibilità di vedere o rivedere capolavori cinematografici in lingua originale come The Quiet girl o The Commitments. 

Per gli amanti dello sport, sarà possibile seguire il torneo di rugby sei nazioni, attraverso maxi schermi che verranno appositamente istallati presso i pub aderenti all’iniziativa. 

Continua la lettura con: Le 5 FISSAZIONI TIPICHE di MILANO e dei MILANESI 

ALESSANDRA GURRIERI

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MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

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Mignani

Una pubblicità e uno slogan diventato una filosofia di vita nella nostra città negli anni ’80.

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

# Gli anni in cui si voleva dimenticare gli anni di piombo

Credits ricordi_anni80e90_magenta IG – Pensilina metro con doppia M

Siamo nella Milano di metà anni ottanta, un periodo in cui la città vuole lasciarsi alle spalle quel mondo in bianco e nero degli anni di piombo, del terrorismo, degli omicidi di Tobagi, di Marangoni e quel rimbombo terribile di suoni e di urla della strage di Piazza Fontana, accaduta quindici anni prima, ma ancora così presente nell’anima dei milanesi. E’ una metropoli che vuole uscire la sera, senza paura, uomini e donne che hanno una voglia incontrollata di riprendersi in mano la città. Le donne voglio emanciparsi e il lavoro è lo strumento irrinunciabile per tale ambizione. Dal lavoro passa tutto: sì, anche il sentirsi vivi e la felicità.

# La “Milano da bere”, una pubblicità e uno slogan diventato una filosofia di vita

Credits: @milanopersempre.it
Milano da bere

In questo clima di rinascita, di luci e di colori, il divertimento e lo svago diventano bisogni primari.  In Tv, sui manifesti lungo le strade, sulle pagine dei giornali, arriva uno slogan, prepotente e leggero: “Milano da bere”. E’ la pubblicità di un amaro, ma quella frase diventerà una filosofia di vita, un modo d’essere e di sentirsi, un po’ auspicio e un po’ certezza, ben presto sarà una delle frasi più popolari d’Italia, nel bene e nel male.

L’autore di questa pubblicità, per l’amaro Ramazzotti, è Marco Mignani, allora era un rampante quarantenne, che aveva già dimostrato di saperci fare con le frasi ad effetto, per promuovere “cose”.

# Dai Baci Perugina ai “dieci piani di morbidezza” della Scottex

Mignani era nato a Milano il 15 ottobre 1944: dopo aver frequentato il Liceo Parini, entra nell’Agenzia Publinter, poi passa alla LPE. A ventiquattro anni inventa la pubblicità dei Baci Perugina, con quello slogan, “l’amore cerca l’azzurro di un bacio”. Ad inizio degli anni settanta entra nella sezione italiana dell’americana DDB, nel 1974 passa ad un altro mostro sacro della rèclame, la TBWA: qui diventa direttore creativo e realizzerà gli spot diventati tanto famosi come i “dieci piani di morbidezza” della carta igienica, oppure, sempre per la Scottex, quella pubblicità che, con l’esperimento del bicchiere di vino rosso che strabocca sul pannocarta, vuole dimostrare quanto sia resistente lo Scottex Casa.

Mignani “arruola” l’allora popolare e amata Enza Sampò, e le affida la pubblicità della Dixan, poi fonda la RSCG assieme ai soci Mezzano e Costantini: “perchè RSCG? perchè sono le iniziali di coloro che ci hanno finanziato, per diventare un’importante agenzia di pubblicità: Roux, Seguela, Cayzac e Goudar”, disse Mignani in un’intervista degli anni ottanta.

Con questo marchio, realizza le notissime rèclame della Valda, della Piaggio, della Palmera e della Citroen…la Citroen BX, con quello slogan “è facile da amare”.

# Nel 1985 la collaborazione con Ramazzotti, nel 1987 la campagna per la DC

Nel 1985 viene poi creata la pubblicità della Milano da bere, con Ramazzotti, è un periodo in cui la pubblicità è l’anima del commercio, ma anche il costume delle nostre città. I pubblicitari sono talmente sotto pressione e sollecitati dal creare nuove idee e nuove proposte che, tanti di loro, vanno in tilt: si dice che il 60% dei pubblicitari fosse in terapia da uno psicologo. “Io dallo psicologo non ci vado -disse Magnani in un’intervista di quei periodi- consiglierei casomai agli psicologi di andare dai pubblicitari…”. Poi spiegava che ormai anche quelle categorie avevano bisogno di farsi pubblicità, ma in molti interpretarono quel suggerimento di Mignani, un po’ come dire, “noi pubblicitari dobbiamo essere talmente esperti dell’animo e delle abitudini della gente, che, in quanto a psiche, rischiamo di saperne di più degli specialisti”.

Il 1987 è l’anno in cui la Democrazia Cristiana vuole trasformarsi in partito “giovane”, “fresco”, lasciandosi alle spalle la polverosa immagine della “Balena bianca”. Per svecchiarsi, la Dc affida la pubblicità della campagna elettorale proprio a Marco Mignani.

Arrivano poi le campagne pubblicitarie per il Burghy, per l’acqua Vera, il Beltè, insomma, le sue idee per vendere prodotti creano miti, effimeri ma riconosciuti da chiunque, che ancora adesso sembrano così reali e marcatamente attuali.

# Le promozioni sociali negli anni duemila e la scomparsa per un brutto male

Mignani

Poi arrivano le promozioni sociali, come quella del Telefono Azzurro, che Mignani proporrà per tanti anni. All’inizio degli anni duemila gli viene diagnosticato un tumore al colon, si fa curare e il pericolo sembra scampato. Tant’è che crea la MPM (Mignani, Pinter, Mondonico), ancora pubblicità sociale e ancora preziose collaborazioni, come quella con Mauro Galbiati.

Ma nel 2007 torna quel “male”, che porterà via il creatore della Milano da bere il 31 marzo 2008. Nel 1991 a Lamberto Sposini Mignani confidava: “oggi quello slogan e quella pubblicità non li rifarei più. Perchè? Perchè a metà degli anni ottanta, secondo le statistiche e i sondaggi, la percentuale degli italiani che voleva venire a vivere a Milano era esageratamente alta. Oggi in pochi vorrebbero venire qui. La città e la gente sono cambiate”. Erano passati solo 5/6 anni da quello slogan, ma quanto in fretta era mutata la nostra città.

FABIO BUFFA 

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AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

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PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

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CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

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Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

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ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Luca RAVENNA è un MILANESE a ROMA

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“Pur essendo milanese vivo a Roma”. Il monologo comico di Luca Ravenna.

Continua la lettura con: I barbieri del Sud vs i barbieri di Milano

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“FERMATE i TRENI a IDROGENO in Lombardia”: fine all’energia “pulita”?

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Struttura treno a idrogeno

La richiesta di Legambiente. Queste le motivazioni. Sarà lo stop per la nuova frontiera della combustione?

“FERMATE i TRENI a IDROGENO in Lombardia”: fine all’energia “pulita”?

# Legambiente chiede di abbandonare il progetto: concentrarsi sui problemi strutturali della linea Brescia-Edolo

Linea Brescia-Edolo

La richiesta è stata fatta direttamente da Dario Balotta, Presidente Legambiente Basso Sebino, dopo un principio d’incendio avvenuto il 3 marzo 2024 all’esterno di una automotrice nella stazione ferroviaria di Sale Marasino sulla Brescia-Edolo. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato conseguenze peggiori, ma secondo l’associazione ambientalista questo è l’ennesimo segnale che dovrebbe spingere FNM ad abbandonare il maxi-progetto dell’idrogeno sulla linea, concentrando gli sforzi sulla risoluzione dei problemi atavici strutturali e in primis la sicurezza.

Le parole di Balotta: “Mentre gli amministratori di FNM sognano un futuro roseo fatto di costosissimi treni ad idrogeno che forse saranno messi in linea nel 2025 circolano ancora i treni ALn 668 vecchi di 50 anni come quello che è andato a fuoco (ferrovie.it segnala che il treno avrebbe 30 anni). Eppure persino Trenitalia il 17 febbraio scorso aveva radiato definitivamente l’ultima automotrice che aveva sbuffato sulla Brescia – Parma per mezzo secolo ormai ferma da tempo e sostituita dai nuovi ‘Colleoni’“.

Leggi anche: Il PRIMO TRENO a IDROGENO in ITALIA presentato a Milano

# I primi treni previsti in servizio tra il 2024 e il 2025

Credits alstom.com – Coradia Stream

Nel 2020 il Consiglio di Amministrazione di FNM ha infatti deliberato l’acquisto di 6 elettrotreni alimentati a idrogeno, con l’opzione per la fornitura di altri 8 per un investimento è di oltre 160 milioni. I convogli, il primo è stato presentato all’interno di EXPO Ferroviaria 2023, sono sviluppati sulla base della piattaforma Alstom Coradia Stream, dotati di celle a combustibile a idrogeno, con una capacità totale di 260 posti a sedere e un’autonomia superiore a 600 chilometri.  Si tratta dei primo treni a zero emissioni dirette di Co2 per l’Italia e l’obiettivo è mettere in servizio i primi 6 sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo tra il 2024 e il 2025.

# Svanirà il sogno della Hydrogen Valley?

Struttura treno a idrogeno

La messa sui binari dei treni ad energia pulita si inserisce in un progetto più ampio dal nome H2iseO, che punta a dar vita alla prima Hydrogen Valley italiana nel territorio della provincia di Brescia. Si prevede a tal proposito l’attivazione del primo dei tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 nel 2025, nel Comune di Iseo. La costruzione di altri due impianti è programmata per il 2026. La produzione di idrogeno servirà per far funzionare, entro la fine del 2025, anche 40 bus che andranno a sostituire l’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi in Valcamonica.

Fonte: ferrovie.it

Continua la lettura con: TRAM come METRO: la LIGHT RAIL sarebbe utile per Milano?

FABIO MARCOMIN

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A MILANO si può essere FELICI?

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Chris_and_Ralph-pixabay

E se ci provassimo anche a Milano? Se provassimo a seguire le power 9, le 9 regole allunga vita? Sono ormai arcinote le zone blu, luoghi dove vivono centenari più che in qualsiasi luogo al mondo, luoghi dove vengono seguite queste 9 regole salva vita. Uno di questi luoghi è in Sardegna nell’Ogliastra.

A MILANO si può essere FELICI?

#1 Movimento spontaneo: a passeggio per la super pedonale Garibaldi-BAM 

fietzfotos – Camminare a Milano

Muoversi durante la giornata senza necessariamente organizzarsi allo scopo. Fare le scale senza prendere l’ascensore, compiere le commissioni quotidiane a piedi per esempio. Incorporare movimento durante la giornata decidendo di andare a piedi per Milano. Il posto top? La superpedonale da Garibaldi fino alla Biblioteca degli Alberi. 

#2 Aperitivo per persone positive

Credits monticellospa IG – Aperitivo

Ebbene sì signore e signori, fare aperitivo con gli amici è salutare, perché rinsalda le relazioni sociali positive. L’alcol, come moderazione, è una mera componente ovviamente, ma aiuta. Circondarsi di persone empatiche positive e propositive, migliora le aspettative di vita. 

#3 Respirare nei parchi 

Ph. @Francescopesce71 IG

Lo stress incide sulle nostre emozioni, sul comportamento e persino sulla nostra salute. Respiro lento, profondo. No respiri corti e ansiogeni, sì ai respiri lenti che permettano al corpo di distendersi e rilassarsi. Nella città dello smog si può trovare rifugio all’interno dei suoi molti parchi. Al limite anche andando a Monza. 

#4 Dieta vegetariana nella capitale dell’Healthy Food

Credits: @artistidelvegetariano Artisti del Vegetariano

Si sa che mangiare troppa carne, specie rossa, non fa per niente bene. Non mangiarne affatto, o limitarsi a fettine di carne di maiale ogni tanto, aiuta a essere più sani. Si a frutta, legumi, verdura di stagione a go go che a Milano si possono trovare nei super-riforniti mercati oppure nei numerosi ristoranti di cibo genuino. 

#5 Il segreto della felicità? La comunità dei milanesi

È importante identificarsi in un gruppo e sviluppare il senso di appartenenza ad esso. Coltivare amicizie, intensificare gli incontri, circondarsi di relazioni affettuose e non tossiche, è un grande beneficio. Purché si tratti di persone supportanti, amorevoli e che ci facciano stare bene. Milano è la città italiana dove probabilmente il senso di comunità è più forte. Ma va incrementato ogni giorno. 

#6 La regola dell’80% nella città delle mini porzioni

Credits jamestownspine.com – Blue zones

Pare che gli abitanti delle zone blu consumino il pasto più “piccolo” nel tardo pomeriggio o a inizio serata. Dopo di che non si deve mangiare più nulla anche se lo si vorrebbe. Fermare il pasto dunque quando si inizia a essere sazi. Sazi all’80% insomma. Quello che capita ormai in tutti i ristoranti di Milano dove le porzioni diventano sempre più piccole. 

Leggi anche: A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA

#7 La famiglia anche tra i single

Nella città del business questo punto può sembrare un po’ ostico. Anche se non solo è doveroso, ma è anche sano. I centenari delle zone blu hanno curato i genitori anziani, superato ostacoli e tempeste senza mollare al primo intoppo, cresciuto figli cui dedicare il proprio tempo. La città dei single potrebbe estendere il concetto di famiglia, prendendosi cura anche di chi non ha vincoli di sangue. 

#8 Luogo di appartenenza: alla riscoperta dei quartieri

Credits: @ellimist83
Porta Romana “un nome in ogni quartiere”

Bisogna frequentare il luogo che ci fa stare bene. Chiesa, palestra, baretto di quartiere. Ovunque possiamo sviluppare senso di appartenenza e ovunque possiamo mettere radici, proprio là sviluppiamo una piacevole routine di benessere. In una Milano sempre più a misura di quartiere è un altro punto a favore per chi aspira alla felicità. 

#9 Perché? 

Chris_and_Ralph-pixabay

Aldilà della classica domanda cosmica sul senso della vita, é importante, doveroso, dare un senso alla nostra giornata, che abbia uno scopo costruttivo, che abbia un senso profondo per noi e la nostra vita. Più densa di significato è la nostra giornata e maggiore sarà il benessere conseguente. In breve, è il momento di uscire dalla ruota del criceto così diffusa a Milano. 

Continua la lettura con: Le 5 FISSAZIONI TIPICHE di MILANO e dei MILANESI 

ALESSANDRA GURRIERI

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FARE la SPESA a MILANO: si ride o si piange?

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“Ho fatto l’errore più grave che si può fare in Italia: fare la spesa al Carrefour”. “L’Eurospin è l’unico posto a Milano dove la gente sorride”. Il monologo comico di Nathan Kiboda

Continua la lettura con: I barbieri del Sud vs i barbieri di Milano

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PERCHÈ i TRENI GIAPPONESI hanno questi LUNGHI “NASI”? Potrebbero essere utili anche da noi?

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shortycolossus-pixabay - Shinkansen

Le prime versioni avevano la parte anteriore completamente diversa. Scopriamo perché sono stati modificati i modelli successivi e da cosa avrebbero preso spunto i progettisti per la forma attuale.

PERCHÈ i TRENI GIAPPONESI hanno questi LUNGHI “NASI”? Potrebbero essere utili anche da noi?

# Da cosa deriva il soprannome di “bullett train”

Di Nessun autore leggibile automaticamente. Cassiopeia sweet presunto (secondo quanto affermano i diritti d’autore). – Nessuna fonte leggibile automaticamente. Presunta opera propria (secondo quanto affermano i diritti d’autore)., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3117011 – Shinkansen 0

Partiamo intanto dal soprannome dato ai treni dell’alta velocità giapponesi, gli Shinkansen, che nel corso dei decenni hanno visto evolvere la loro forma. “Bullet train”, in italiano treno proiettile, non si riferisce alle prestazioni di corsa dei convogli sui binari come si tenderebbe a pensare, ma alle fattezze del muso del mezzo nelle sue prime versioni. La parte anteriore era stata fatta infatti assomigliare in origine agli aerei di linea, quindi arrotondata, e pertanto sembrava il proiettile di una pistola.

# Il cambio obbligato del “muso” a causa del boom sonico

shortycolossus-pixabay – Shinkansen

La forma del treno non causava problemi di aerodinamicità all’aperto e il convoglio viaggiava tranquillamente a oltre 200 km/h. Un aspetto che però non era stato valutato durante la fase di progettazione era la presenza dei numerosi tunnel sulle linee ferroviarie e delle conseguenze provocate dal passaggio dei treni sia in ingresso che in uscita. In queste situazioni il muso arrotondato era un limite dato che non consentiva al convoglio di spingere velocemente tutta l’aria entrando e uscendo dalle gallerie, causando un forte scuotimento e un importante onda d’urto, come un piccolo boom sonico e un rumore talmente forte da essere percepito anche a chilometri di distanza.

La prima soluzione fu quella di ridurre la velocità prima dell’entrata e durante l’attraversamento della gallerie a 90 km/h, ma questo faceva perdere troppo tempo lungo il percorso. Per questo motivo si decise di cambiare la parte anteriore.

# Come il becco del Martin Pescatore

LubosHouska-pixabay – Martin Pescatore

La soluzione definitiva fu appunto quella di rimodellare la punta del treno allungandola, consentendo in questo modo all’aria di creare una scia attorno al treno e non generare quei botti spaventosi anche a velocità medie di oltre 300 km/h. Pare che Eiji Nakatsu, ingegnere e birdwatcher, prese spunto dalla natura e in particolar modo da un uccello per modificare in modo più efficiente i convogli giapponesi. Il lungo naso degli ultimi Shinkansen non sarebbe altro che una “copia” del becco del Martin Pescatore che, grazie alla sua forma stretta e lunga, riesce a tuffarsi nell’acqua per afferrare le sue prede senza arrecare il minimo disturbo.

Continua la lettura con: Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

FABIO MARCOMIN

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7 NUOVI LOCALI interessanti da provare a Milano

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juliette_elodie IG - Rosticceria Palazzi

Alcuni tra i locali più interessanti da provare in città, freschi di inaugurazione all’inizio del 2024.

7 NUOVI LOCALI interessanti da provare a Milano

#1 Element Ba, il sushi bar in un mood milanese

elementbamilano IG

Una delle aperture più interessanti tra i locali milanesi è Element Ba, un cocktail bar mescola la cucina orientale in ambiente milanese al 100%. Per aperitivo e cena viene proposta selezione di Mu Dim Sum con farciture, tra gli altri, al totano, al Nero di Seppia, con gamberi e spinaci, pollo, verdure, manzo, charsiu, la coppa di maiale caramellato, e mezzaluna nel bosco. Da bere cocktail a base di Sakè o lici, con nove referenze realizzate dal barmanager Massi Yu, una rivisitazione di quelli classici, oltre a vini, birre artigianali, analcolici.

Indirizzo: Via Carmagnola, 9

Leggi anche: Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

#2 Giardino Cordusio, il cocktail bar metropolitano in una serra tropicale

sunsethospitalitygroup IG – Giardino Cordusio

Aperto al pubblico da pranzo fino a mezzanotte, nel cuore di Milano, c’è Giardino Cordusio, un cocktail bar metropolitano in una serra tropicale. Situato al piano terra del nuovo hotel cinque stelle lusso Palazzo Cordusio Gran Hotel Meliá nel cuore della città, dove un tempo c’era la sede di Assicurazioni Generali, il locale si caratterizza per grandi vetrate sul soffitto impreziosite da lampadari di cristallo a cascata scenografici. La drink list prevede una proposta di mixology italiana, una carta per il dopo cena, una carta dedicata al Negroni e Martini, una per i prodotti di fascia alta. 

Indirizzo: Piazza Cordusio, 2

Leggi anche: Il GIARDINO METROPOLITANO del COCKTAIL BAR nel centro di Milano

#3 Varrone Pizza, impasti leggerissimi per una pizza in stile napoletano contemporaneo

camimangiacose IG – Varrone Pizza

Altra apertura del 2024 da provare è Varrone Pizza. Dopo il successo de “La Griglia di Varrone” dedicato alla carne a Milano e la prima pizzeria aperta a Lucca, che ha già ricevuto i due spicchi del Gambero Rosso, Massimo Minutelli raddoppia in città in zona De Angeli. La pizza proposta è in stile napoletano contemporaneo, con il cornicione alto, con impasti leggerissimi realizzati con farine di grani antichi macinati a pietra e lievitati almeno 48 ore. I prodotti sono bio e molti di questi dai presidi Slow Food. Francesco Martucci, miglior pizzaiolo del mondo per 50 Top, è al forno. Nel menu sono presenti intere sezioni dedicate alle marinare e alle margherite, oltre alle variati classiche, ai salumi e la pizza in due cotture.

Indirizzo: Via Federico Faruffini, 15

#4 Cerere – Cibo dalla Terra, un nome che dice tutto 

cereremilano IG

Fresco di apertura è Cerere – Cibo dalla Terra, in un piccolo locale con solo 24 coperti. Il nome dice tutto, gli ingredienti arrivo dalla terra alla tavola. Frutta e verdura sono infatti coltivati dalla coppia Giorgia Codato e Mauro Salerno, che condividono l’avventura del nuovo ristorante, dal proprio orto fuori Milano. L’olio è quello degli ulivi centenari del padre di Salerno, pasta, conserve e fermentati sono fatti in casa, il pesce è di quello pescato all’amo e la carne arriva da allevamenti etici e sostenibili. A guidare la cucina, che punta su ricerca e creativa, sono gli chef con esperienze in ristoranti stellati Roberto Cogni e Mario Garcia.

Indirizzo: via Moscova, 24

#5 Rosticceria Palazzi, la riapertura a firma Tannico e Perdomo

juliette_elodie IG – Rosticceria Palazzi

In questo caso di tratta di una riapertura. La nuova gestione di Rosticceria Palazzi è dei co-fondatori di Tannico, Marco Magnacavallo e Juliette Bellavita, e dello chef Matias Perdomo con i soci Simone Press e Thomas Piras. Un locale accogliente che propone ogni giorno circa 15 piatti diversi, tra quelli più sostanziosi e golosi, come le polpette, le cotolette e le lasagne, ma focaccia e pizza. Il tutto da gustare seduti o da asporto. 

Indirizzo: Via Plinio, 9

#6 Trattoria del Ciumbia, cucina lombarda e milanese in un locale che richiama le storiche osterie di Brera

trattoriadelciumbia IG

Cucina lombarda e milanese alla Trattoria del Ciumbia in Brera, senza tralasciare delle rivisitazioni come la costoletta alta con l’osso impanata con pane grezzo o la Trippa e le Lumache della Valtellina in umido. Presente la proposta di piatti di pesce e vegetariani. L’ambiente è stato curato Dimorestudio e richiama le storiche osterie del quartiere con un perfetto mix bilanciato con uno stile più moderno. Per feste e drink dopo cena è disponibile un privé, per le cene una sala privata per un massimo di dieci persone.

Indirizzo: Via Fiori Chiari, 32

#7 Casa Camperio, un locale eclettico a due passi dal Castello Sforzesco

casacamperio IG

Stefano Lascatti Busato ha aperto a pochi passi dal Castello Sforzesco un locale destinato a far parlar di sè: Casa Camperio. Un luogo eclettico, allo stesso tempo ristorante gourmet e lounge bar, con una cucina che è un mix tra la tradizione orientale e quella italiana. Ai fornelli Ruwan Livera e Stefano Ceriani, con preparazioni raffinate e curiose: tra questi troviamo lo spaghetto alla bolognese con taleggio e macis, i raviolo di ossobuco, il polpo caramellato o il rombo con tè affumicato. Della mixology se ne occupa invece Andrea Lascatti Busato, con un drink list fuori dal comune.

Indirizzo: Via Giulini, 6

Continua la lettura: I 10 migliori PUB e LOCALI LGBTQ+ a Milano, la capitale ARCOBALENO

FABIO MARCOMIN

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I 10 QUARTIERI con le CASE più COSTOSE d’ITALIA: il 90% sono a MILANO

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Ph. @andreacherchi_foto IG

Analizzando i dati del portale Immobiliare.it aggiornati al mese di febbraio 2024 Milano continua a confermarsi come la più cara del Paese. Anzi, sembra ormai un Paese a sé stante. La top ten è quasi un assolo, eccetto per un imbucato. Scopriamo la graduatoria nel dettaglio. Foto cover: Andrea Cherchi

I 10 QUARTIERI con le CASE più COSTOSE d’ITALIA: il 90% sono a MILANO

# Il podio è tutto milanese: per un immobile nel centro storico servono oltre 10.500 euro al mq

Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Guglie Duomo

Milano è sempre più cara, quante volte lo si sente dire? L’ennesima conferma arriva ancora una volta dalla fotografia sul mercato immobiliare. Facendo un’analisi tra i dati delle prezzi medi di vendita aggiornati al mese di febbraio 2024, disponibili sul portale Immobiliare.it, Milano porta quasi tutti i suoi quartieri nella top ten dei più costosi. 

#1 La prima piazza se l’aggiudica il centro storico dove per comprare casa servono in media 10.586 euro al mq

#2 Si conferma al secondo posto l’area Garibaldi, Moscova, Porta Nuova, sempre più vicina ai 10mila euro e per la precisione a 9.591 euro al mq

#3 Completa il podio la zona che comprende Arco della Pace, Arena e Pagano con 9.248 euro al mq.

# L’unica eccezione nella top 10: un quartiere di Roma 

Quartieri con le case più care d’Italia

Allargando lo sguardo alla top ten troviamo:

#4 Al quarto posto l’area di Quadronno, Palestro, Guastalla con quotazioni medie pari a 8,731 euro al mq

#5 Al quinto la prima e unica zona in classifica non di Milano: il centro storico di Roma, dove servono in media 7.877 euro al mq per acquistare casa

Sopra i 7mila anche i quartieri di Porta Genova, Ticinese e di Porta Venezia, Indipendenza con valori immobiliari medi rispettivamente di 7,752 euro e 7.748 euro al mq

A chiudere la top ten tre zone comprese tra il perimetro del centro e quello della circonvallazione esterna: all’ottavo posto Solari, Washington dove si pagano in media 6.945 euro al mq, al nono Porta Romana, Cadore, Montenero dove se ne pagano 6.935 e infine al decimo Fiera, Sempione, Citylife e Portello dove ne “bastano” 6.654 al mq.

Continua la lettura con: Una CASA in PERIFERIA di Milano COSTA come ai PARIOLI

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Dal secondo ANELLO agli ultimi RENDERING: MILAN e INTER fino all’ULTIMO STADIO

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Urbanfile -- Restyling San Siro

Dalla costruzione del secondo anello di San Siro, ai progetti di riqualificazione e costruzione di nuovi stadi per le due società milanesi fino alle ultime suggestioni, con uno sguardo agli esempi provenienti di altre città.

Dal secondo ANELLO agli ultimi RENDERING: MILAN e INTER fino all’ULTIMO STADIO

# Le rampe elicoidali nella costruzione del secondo anello di San Siro

Credits: @Milàn l’era inscì Urbanfile Flicker
San Siro anni ’70

Il secondo anello allo stadio di calcio di San Siro del 1955 è stato progettato dall’architetto Armando Rocca. Ideò una serie di rampe elicoidali esterne appoggiate sulla vecchia struttura, in modo da conferirgli l’immagine di un vero e proprio stadio. Difatti questi sono stati i motivi per cui la Soprintendenza recentemente si è espressa per la salvaguarda con il vincolo culturale per questo anello, a partire dal 2025 quando saranno raggiunti i settanta anni della sua esistenza.     

# La “forzatura” del terzo anello

Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro

In tale veste ormai storica e in seguito con l’aggiunta del terzo anello e la relativa copertura finiti nel 1990, il Meazza – progettato da Enrico Hoffer, Cesare Ragazzi e l’ingegner Leo Filzi – si è meritato l’appellativo di La Scala del Calcio. Tuttavia, non avendo previsto gli effetti conseguenti al sopralzo, il risultato ottenuto è stata una forzatura che ha creato un piuttosto discutibile “fuori scala” non solo sull’intorno, problemi irrisolti di acustica e al terreno di gioco a causa della limitata circolazione dell’aria, problemi che si sono aggravati negli anni per l’aumento sia concerti che della frequenza del numero di partite giocate, nazionali ed europee.

Leggi anche: La “Scala del calcio”, lo STADIO dei RECORD

# Il progetto per lo stadio dell’Inter alla Bovisa

Stadio Bovisa Boeri

In seguito, sono state a proposte più soluzioni sul tema di nuovo stadio, in condivisione, in uso esclusivo di proprietà o per la ristrutturazione del Meazza sempre in condivisione oppure per una sola squadra. Nel 2008 Boeri Studio ha verificato la fattibilità di costruire per la società calcistica F.C. Internazionale un nuovo stadio di proprietà valutando quattro aree di Milano simili, Rho-Pero, Rozzano, Sesto San Giovanni e Bovisa, dove su quest’ultima ha elaborato uno specifico progetto. Certamente caratterizzato da una pregevole immagine innovativa, lo stadio dell’Inter a Bovisa è stato ideato per un moderno utilizzo continuo di molteplici attività, con spazi commerciali e strutture ricettive complementari, in un’area dotata di buoni collegamenti infrastrutturali e viabilistici. La proposta, inserita in un masterplan disegnato da OMA per la Bovisa su una superficie di 727.000mq, includeva all’interno della nuova struttura sportiva sufficienti parcheggi sia per i pullman che per le auto. Il solo limite di questo efficace progetto è quello di aver incluso eccessive volumetrie aggiuntive per incrementare ulteriormente gli incassi.                                  

# La proposta dell’impianto per il Milan al Portello

ppan.it – Stadio Portello Milan

Nel 2014 Barbara Berlusconi, terzogenita di Silvio e all’epoca manager di vertice del Milan, promosse il progetto, elaborato da ARUP Milano, per un impianto sportivo al Portello contornato da delle strutture di servizi, nei pressi della nuova Casa Milan, perché ospitasse solo le gare dei rossoneri, lasciando all’Inter la gestione del Meazza. Aggiudicatosi il bando della Fondazione Fiera relativo alla riqualificazione di alcuni padiglioni del Portello e l’ottenimento di terreni inutilizzati vicini, la società preferì rinunciare all’operazione per non aver considerato di dover bonificare quei pertinenti terreni e per altri costi aggiuntivi, oltre che per la intensa protesta degli abitanti contro l’ipotesi di uno stadio costruito nel mezzo del quartiere.

# La “Cattedrale” di Inter e Milan con l’abbattimento del Meazza

Rendering nuovo stadio San Siro, la Cattedrale di Popolus

Successivamente nel 2017 il sindaco Sala si dichiarava favorevole alla ristrutturazione del Meazza con ingressi separati delle due squadre, come era stadio ideato da Boeri Studio nel 2004È del 2019 un’altra ipotesi per un nuovo stadio da realizzarsi nell’area di proprietà comunale a San Siro, in condivisione tra i due club, che scelsero nel 2021 il progetto la “Cattedrale” previo l’abbattimento dell’impianto esistente. È stato elaborato dello studio americano Populous, specializzato in impianti sportivi nel mondo, dalla capienza di 65mila posti, rispetto ai 75mila del Meazza attuali, con un aumento di quelli executive e prevedendo anche la realizzazione di un distretto, per lo più commerciale e terziario.

Credits dpstadiomilano.it – Masterplan Nuovo stadio

A fine 2022, dopo nuovi rendering, il Consiglio comunale approvò la realizzazione del nuovo impianto sportivo a San Siro, richiedendo di aumentare la capienza a 70mila posti, di investire 40 milioni di euro nel quartiere attorno allo stadio, di aumentare il verde del 50% cento e la sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area. Erano obiettivi difficili da realizzarsi e in effetti da allora non sono stati più presentati ulteriori rendering o masterplan, permanendo sempre la forzatura di questa ipotesi per un nuovo stadio a San Siro.

Infatti, non si era considerato che non esiste al giorno d’oggi in Europa un nuovo stadio in condivisione tra due squadre, e che in occasioni come queste, anche nel privato, di solito si bandisce un concorso aperto internazionale di progettazione o si incarica un personaggio di indiscussa fama mondiale. Oltre a questo non si era tenuto nemmeno conto che accanto agli stadi dei maggiori club europei non c’è un centro commerciale (lo ha solo la Juve dal 2011 con uno stadio da 40mila spettatori) e che pure questi metodi per fare ricavi aggiuntivi sono ormai obsoleti. Altri aspetti riguardano infine la realizzazione di verde prevalentemente impermeabilizzato e per le criticità non risolte dato il tipo di cantiere. Il vincolo al Meazza posto dalla Soprintendenza sul secondo anello, non preventivato dalle parti in campo, ha vanificato definitivamente questa ipotesi.  

# Le proposte di ristrutturazione di Aceti e di J M Architecture

gazzetta.it – Galleria panoramica Aceti

Nel frattempo, l’opposizione all’abbattimento del Meazza, pur molto attiva, aveva adottato delle strategie poco attrattive, proponendo solo un suo uso in comune da parte dei due club, quando il Maracanà è l’unico stadio al mondo ristrutturato condiviso e caldeggiando, come alternativa all’abbattimento, lo studio di fattibilità” Galleria panoramica dello studio Aceti. Si ipotizzava il mantenimento del terzo anello, nonostante gli evidenti difetti che si sono manifestati durante l’utilizzo dovuti alla sua concezione, e la creazione in sommità di una galleria vetrata per varie attività, riducendo così la capienza dell’impianto.  Infatti, è stato nettamente rifiutato dalle due società e dall’amministrazione comunale. 

gazzetta.it – Restyling San Siro Mascheroni

Inizialmente era stato presentato dal Comitato Coordinamento San Siro anche l’interessante concept “Diamante”, di un buon livello internazionale, a firma di J M Architecture, che si caratterizzava per la rimozione del terzo anello, ma in quella fase progettuale non evidenziava alcuni aspetti necessari. Tipo un maggior impatto comunicativo, un approfondimento dello studio della nuova copertura e su come effettivamente si potesse prevedere di ristrutturare il Mezza mentre le due squadre continuerebbero a giocare, oltre a una capienza maggiore in seguito richiesta alle due società dall’amministrazione comunale. 

# La suggestione delle ex area Falck di Sesto San Giovanni per uno stadio a tinte rossonere

Credits milano.corriere.it – Rendering Stadio Milan

Nell’estate del 2022 il club rossonero, cambiando di proprietà, ha manifestato di nuovo l’intenzione di costruirsi uno stadio in proprio, incaricando Norman Foster and  Partnes che ha presentato una mirabile proposta di un impianto nell’ex area Falk sul sito privato di Milano-Sesto, però inadatta per la dimensione del lotto, per la viabilità e per la necessità di bonificare il terreno che in precedenza aveva un uso industriale.                        

# Lo “stadio Bosco” di Boeri a La Maura

Stadio Bosco Boeri La Maura

Lo stadio bosco del 2023 è un discusso progetto di Stefano Boeri architetti, dove viene indicato che le due squadre rimangano entrambe a San Siro. Il Milan avrebbe il suo nuovo stadio – ricalcando il modello geniale del “bosco verticale” senza ottenerne però una vera connotazione – a La Maura in un area destinata ad attrezzature sportive e  all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, con i limiti di consumare suolo a verde e di essere lontano dalle fermate della metropolitana.       

E l’Inter starebbe in un Meazza riqualificato, con la trasformazione di piazzale Axum in un’area verde e in un parco pubblico, e avendo in parte parcheggi interrati. In entrambi i siti sarebbero state previste consistenti volumetrie aggiuntive,  come nei progetti precedenti di nuovi stadi a Milano.

# Il progetto del Milan a San Donato e l’ipotesi di quello dell’Inter a Rozzano

Rendering Stadio Milan San Donato

Un’altra successiva iniziativa ancora del Milan di realizzare un nuovo stadio, sarebbe su un’area di San Donato Milanese, compresa tra la stazione ferroviaria e l’autostrada A1, acquistando un terreno del San Francesco, dove Sportlifecity, prevedeva di costruire una cittadella dello sport. Tuttavia, risulta lontana dalle fermate della MM, e dal planivolumetrico dell’americano Studio Manica si nota che ingloberebbe pure imponenti volumi per attività accessorie, occuperebbe per i parcheggi parte del Parco Agricolo Sud, difficilmente autorizzabile, e dovrebbe pure ottenere la necessaria variante dall’amministrazione comunale.

Stadio Inter

E c’è inoltre un’ipotesi di uno stadio di proprietà dell’Inter in un’area privata di Rozzano presso la Cascina Nuova abbandonata, sita a sud di Milanofiori e della Tangenziale, e a est dell’A7. Luogo comodo da raggiungere in automobile, ma che avrebbe bisogno del prolungamento della metropolitana fino a Rozzano: pure questo progetto, forse in fase di revisione per aumentarne la capienza, è dello Studio Populous e sarebbero indicate pure alcune volumetrie accessorie e impatterebbe anch’esso su un’area attualmente verde.

Leggi anche: “Il MILAN avrà lo STADIO più BELLO del MONDO”: come sarà e quando ci sarà la prima partita

# Lo studio preliminare per il restyling di San Siro di Arco Associati 

Urbanfile.org — Restyling San Siro

A fine gennaio è stata presentata una nuova suggestione per ristrutturare il Meazza, ideata dallo studio Arco Associati che prevede una capienza di 75mila posti e l’innesto di un altro anello intermedio tra il primo e il secondo, riservato agli ospiti vip. Inoltre, per tre lati dell’impianto verrebbe posta una galleria commerciale contenente pure i varchi di ingresso e la copertura verrebbe ampliata per attutire l’inquinamento acustico, senza però precisarlo, e quella esistente che ha già creato problemi al terreno di gioco.                       

È dotata anche di un’area attrezzata a parco e ancora di due torri destinate a uffici o attività ricettive, ma non è chiaramente specificato come le squadre potrebbero continuare a giocare durante lo svolgimento dei lavori, dato che in Italia i tempi, come i costi, preventivati non sono mai rispettati: il fatto sarebbe forse possibile solo con un’affidabile organizzazione e l’ausilio di sofisticati software tridimensionali. Al di là delle valide intenzioni, questa proposta non appare realmente come una miglioria dello stato attuale. Anche il recente interessamento di We Build a questi rendering sembrerebbe solo una dichiarazione di intenti, non pensando di bandire una gara di appalto per un progetto di qualità e per i lavori occorrenti.

# Uno stadio nell’area di Porto di Mare?

Credits Urbanfile – Nuovo stadio a Porto di Mare

Data l’incertezza che ha contrassegnato queste vicende negli ultimi anni l’amministrazione Comunale potrebbe finalmente farsi protagonista e diventare la persuasiva e illuminata regista di due operazioni: promuovendo con determinazione la soluzione di un autorevole concorso internazionale o incaricando figure di indiscussa di fama mondiale (per esempio dei premio pritzker) sia per la ristrutturazione del Meazza che per la costruzione  di un nuovo stadio. In questo caso offrendo come localizzazione, con un’accordo di reciproca convenienza, l’area di Porto di Mare di proprietà del Comune di Milano, area già considerata dal Milan per costruirsi un proprio stadio nel 2017. Essendo un sito ben servito dalla metropolitana 3 gialla, dal passante ferroviario e dall’alta velocità a Rogoredo ed è in prossimità delle tangenziali, inoltre è lontana dalle case e accanto all’esistente Parco Cassinis.                                               

Questa idea appare più affascinante e meglio realizzabile delle ipotesi avanzate dai due club, sia dal lato architettonico sia urbanistico, per gli aspetti di viabilità, impatto ambientale e pure per le volumetrie accessorie non indispensabili: si eviterebbe così un ulteriore consumo del suolo, che è tuttora così alto in città e nell’hinterland in questi anni, e un modo superato di aumentare i ricavi delle due società.    

# Gli esempi di Bayern Monaco, Real Madrid e Juventus   

Esemplare è invece, l’Allianz Arena, progettata da Herzog & de Meuron, sede dell’FC Bayern Monaco che è visitata da ben cinque milioni di turisti all’anno per le sue due attrazioni: il tour dell’Allianz Arena e il Museo dell’FC Bayern. E pure il Real Madrid che, avendo il Comune di Madrid vietato la realizzazione di un albergo accanto allo stadio, sta costruendo con grande creatività e lungimiranza un futuristico terreno retrattile, per ospitare molteplici eventi e massimizzare in questo modo i ricavi. Nel caso più opportuno che rimanesse una sola squadra al Meazza, durante la ristrutturazione risulterebbe più semplice seguire l’esempio delle società torinesi, quando era in costruzione l’Allianz Stadium nel 2006. In quel caso con la chiusura del Delle Alpi, la Juventus ritornò nell’ex stadio Comunale, che era stato rinnovato e ribattezzato in Olimpico in occasione dei XX Giochi olimpici invernali, rimanendoci fino al 2011 in condivisione con il Torino fino all’apertura del proprio nuovo stadio.

davidchipperfield.com – Area Santa Giulia

Milano merita davvero degli impianti sportivi di qualità, innovativi e simbolici, come lo è stato l’Arena Civica o ad esempio lo sono gli stadi a firma di Herzog & De Meuron a Monaco e a Pechino, il progetto di restyling del Camp Neu di Norman Foster del 2007, non realizzato per l’avvenuta sostituzione del presidente del Barcellona, e la futura Arena Santa Giulia il nuovo PalaItalia ideato da David Chipperfield, in modo che possano contribuire a rappresentare adeguatamente la leggenda delle due squadre milanesi.

Leggi anche: La PRIMA PIETRA dell’ “ARENA ONIRICA” di Milano

Continua la lettura con: La PIAZZA dello STADIO: da no man’s Land a OASI GREEN. Il progetto di rilancio

GUIDO ANGELINI

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Dove si trovano le GRANDI DONNE a MILANO: i percorsi al femminile

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Il libro/guida “Percorsi femminili a Milano” di Enza Plotino ci consente di celebrare la festa della donna ripercorrendo le tracce delle grandi figure femminili milanesi della storia, dell’arte, della cultura e della società.

Dove si trovano le GRANDI DONNE a MILANO: i percorsi al femminile

# I “Percorsi femminili a Milano”

Percorsi femminili a Milano

L’8 marzo, la giornata internazionale della donna, può essere celebrata anche attraverso una passeggiata al femminile per Milano. Come? Il libro/guida Percorsi femminili a Milano di Enza Plotino (All Around edizionii) attraversa la città sulle tracce delle grandi figure femminili milanesi della storia. Come Adelaide Bono, la mamma dei fratelli Cairoli, la pittrice del primo Seicento Fede Galizia che riuscì ad imporsi sulla scena artistica milanese con i suoi ritratti di importanti personalità cittadine e il celebre dipinto Giuditta con la testa di Oloferne. La contessa Francesca D’Adda (1794-1877), moglie del famoso architetto Luigi Cagnola (tra le opere realizzate, l’arco di Porta Ticinese e l’Arco del Sempione) compositrice e pianista dalla tecnica prodigiosa, tiene concerti ,partecipa alle Accademie Musicali che si tengono nelle case dei milanesi ricchi e nobili. Laura Solera Mantegazza, filantropa e patriota, fu tra i fondatori del Pio Istituto di Maternità nel 1850, dell’Associazione Generale di mutuo soccorso delle operaie di Milano nel 1862. E tantissime altre. Una caccia al tesoro nascosto più che una guida turistica.

# Le tre statue di donne a Milano 

Credits Andrea Cherchi – Statua Cristina Belgiojoso

Il nome delle donne va ricordato. Purtroppo, i dati sulla toponomastica milanese non confortano: le donne sono poco menzionate, le vie, le piazze, i giardini sono dedicati di più agli uomini. Secondo il censimento di Mapping Diversity, su 4.480 vie e piazze, 2677 sono dedicate alle persone: 2523 uomini, solamente 135 donne pari al 5%.

La prima statua (su 121) intitolata ad una donna è stata collocata in Piazza Belgioioso nel 2021 e ritrae Cristina Trivulzio di Belgiojoso, intellettuale, filantropa e un’eroina del Risorgimento: organizzò un battaglione per partecipare alle Cinque Giornate.

Una scultura in bronzo è stata posta poi in largo Richini nel 2022 a memoria della celebre astrofisica Margherita Hack. E’ la prima in tutta Italia dedicata a una scienziata. Un mezzo busto della matematica Maria Gaetana Agnesi (1718-1799) lo possiamo trovare invece nel cortile della Pinacoteca di Brera.

# Il Parco 8 marzo in zona Porta Vittoria e il giardino dedicato a Luisa Fantasia

Credits Comune di Milano – Parco 8 marzo targa

Nel 2023, in occasione della giornata internazionale della donna, è stato inaugurato il Parco 8 marzo, quasi 30.000 m2 con 400 alberi, un’area giochi e una per la lettura.  Inserito nell’asse di verde attrezzato che dallo storico Parco Formentano in largo Marinai d’Italia si sviluppa a est fino a oltre viale Mugello, comprende l’area dove è previsto venga realizzata la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (BEIC). In via Forze Armate 279 un giardino è stato dedicato a Luisa Fantasia, uccisa il 14 giugno 1975, quando aveva poco più di trent’anni e una figlia di appena 18 mesi, da due malavitosi.

Continua la lettura con: “MILANO si sta trasformando in una DUBAI italiana”: intervista a DOMENICO WANDERLINGH

CRISTINA TIRINZONI

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I 10 migliori PUB e LOCALI LGBTQ+ a Milano, la capitale ARCOBALENO

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Sfumato il tentativo di trasformare il quartiere attorno a via Sammartini, la prima gay street italiana, nel quartiere gay milanese, a prendere il testimone di punto di riferimento della cultura della comunità LGBTQ+ della città è stata Porta Venezia. Qui si possono trovare la maggior parte dei locali più gettonati della città, ai quali se aggiungono alcuni in altre zone di Milano.

Leggi anche: Via Sammartini è stata la prima Gay Street d’Italia

I 10 migliori PUB e LOCALI LGBTQ+ a Milano, la capitale ARCOBALENO

#1 Leccomilano – Un buco di Bar

10 MIGLIORI pubs e locali LGBT a Milano
Credits leccomilano IG – LeccoMilano

“Leccomilano – Un buco di Bar”, con un nome che è tutto un programma, ha aperto nel 2014 al civico 5 di Via Lecco. In pochi anni si è affermato nel panorama cittadino come il locale gay sorseggiare i cocktail più buoni. Si tratta di hipsteria a tutto tondo, dove trovare colazioni gustose, aperitivi appetitosi con scelte vegetariane e vegane e cocktail fantasiosi, su tutti il Femellas e il Prince Albertine.

Indirizzo: via Lecco, 5 

#2 Mema Cafè

Mema Cafè
Credits memamilano IG – Mema Cafè

Il Mema Café è uno dei più recenti a Milano, di proprietà di Paolo Sassi già gestore del Leccomilano, ma ha già conquistato un posto in prima fila tra i bar gay in Porta Venezia. Posizionato in Largo Bellintani, una piazza rinnovata diventata il prolungamento di via Lecco, e da poco è anche champagneria. La frequentazione è più slow rispetto agli altri locali: sciure, daddy, persone che guidano le tendenze e lobby gay. 

Indirizzo: largo Fra Paolo Bellintani, 2

#3 Mono

Mono Milano
Credits monobarmilano IG – Mono Milano

Uno dei locali più gettonati per un pre e post-aperitivo è il Mono bar, all’angolo con via Panfilo Castaldi. In questo spazio gay friendly si viene catapultati in un’atmosfera tipicamente anni ’70, con un ricco calendario di appuntamenti che vanno dal DJ set alle mostre. 

Indirizzo: Via Panfilo Castaldi, Via Lecco, 6

#4 Red Café

10 MIGLIORI pubs e locali LGBT a Milano
Credits redcafemilano IG – Red Cafè

Altra istituzione nel quartiere è il locale di Zainesh, detta La Za, Red Cafè. A fianco di Leccomilano, questo piccolo locale LBGT offre ai suoi clienti ogni venerdì sera un aperitivo multietnico. La clientela è vero melting pot di culture, si ritrovano e trascorrono momenti di relax e divertimento italiani, eritrei ed etiopi.

Indirizzo: via Lecco, 5

#5 Lola Bar

Lola bar Milano
Credits lola.bar.milano IG – Lola bar Milano

Una delle più piacevoli novità tra i bar LGBTQ+ di Milano è Lola Bar. Si trova in via Tadino, proprio alle spalla di Via Lecco. Per chi cerca cocktail dal gusto e dal nome originale questo è il locale ideale. Ce ne sono davvero per tutti i gusti, con nomi davvero fantasiosi e bizzarri tra cui: “T* gender” con Tequila, blue curaçao, lime e essenza di lavanda, “Love at first sight” a base di vodka e liquore al dry orange e “Amami uovo” a base di porto bianco e zabaione.

Indirizzo: via Tadino, 6

#6 Pop

misbottoni IG – Pop

Al civico 5 troviamo Pop, che si definisce come un Transfeminist cocktail bar with a content. Un bar queer dove fare colazione, pranzare, fare aperitivo e prendere parte a un interessante calendario di eventi che include presentazioni di libri, mostre, dibattiti e tavole rotonde. 

Indirizzo: via Alessandro Tadino, 5

#7 Sui Generis

10 MIGLIORI pubs e locali LGBT a Milano
Credits luiy.o IG – Sui Generis

Rimaniamo sempre nei paraggi per entrare da “Sui Generis”. Inaugurato non da molto, ha ben presto saputo ritagliarsi un posto di riguardo tra i locali LGBT+ preferiti di Porta Venezia. Conosciuto per i drink e per l’ottimo cibo, dall’aperitivo al dopo cena, su suo sito si presenta come “uno street bar di Milano dove l’amore è celebrato in tutte le sue sfumature.”

Indirizzo: via Panfilo Castaldi 31, angolo Via Lecco

#8 NoLoso

Noloso
Credits festivalino IG – Noloso

A metà tra un cocktail bar e una galleria d’arte. Si presenta così NoLoso, aperto da Gianni Macario a Nolo, uno dei quartieri più ricercati degli ultimi anni. Ambiente curato nei minimi dettagli, a fianco ha inaugurato di recente anche la pizzeria, fluido e piacevole. Imperdibili i cocktail dai nomi ironici come No.Loreggo e il brunch della domenica mattina.

Indirizzo: Via Luigi Varanini, 5

#9 Don’t Tell Mama

dontelmamamilano IG

Restiamo sempre a Nolo per scoprire un queer cabaret con piano bar di nuova apertura: Don’t Tell Mama. Siamo a Milano ma sembra di essere nella Grande Mela di qualche decennio come viene descritto sul sito: “È un bar del Village di New York a Milano. E’ un ritorno al futuro nei locali della vita gay, lesbica e queer degli anni 70, 80 e 90. È il Mary’s Crisis in un seminterrato di Groove street. È il palco off off Broadway del Barracuda a Chelsea.” Tutti i venerdì e sabato serate drag show, queer cabaret e piano bar dal vivo, da accompagnare con aperitivi e cocktail dai nomi eccentrici come “Sue Ellen”.

Indirizzo: via Pietro Crespi, 10

#10 Black Hole

Black Hole
Credits gardengatemilano IG – Black Hole

Spostiamoci a sud in un locale storico nell’ambiente LGBT: il Black Hole. Una realtà poliedrica attiva oltre 20 anni che mette a disposizione una location con 7 diverse sale dove ballare a ritmo di musica pop, rock e revival, bere un cocktail o cenare. Durante la bella stagione si può approfittare del grande giardino interno, con alberi, panchine in pietra e tavoli in legno.

Indirizzo: viale Umbria, 18

Continua la lettura con: Là DOVE c’era un PARCHEGGIO ora c’è una PIAZZETTA di LOCALI di SUCCESSO

FABIO MARCOMIN

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Quelle differenze “assurde” tra i BARBIERI del SUD e quelli di MILANO

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“Il 90% delle coppie a Milano assomigliano ai Coma Cose“. “In 8 anni mi sono tagliato i capelli solo due volte a Milano“. “Spesso programmo le vacanze a casa per tagliarmi i capelli”. “Ci sono due cose che non cambiamo mai: una è la squadra di calcio, l’altra è il barbiere“. “A Milano costa più metterli che tagliarli i capelli”. Il monologo comico di Carmine Del Grosso tratto da “Solo uno spettacolo tra amici”. 

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