Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Una delle figure più apprezzate del cabaret meneghino, di quelli che si dichiaravano "milannezi al centopeccento"

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Porcaro

Quasi ventidue anni fa ci lasciava uno dei simboli della Milano che si mescolava con quell’umanità che arrivava dal Sud dell’Italia. Colui che, per primo, aveva saputo interpretare, con comicità e un po’ d’irriverenza, quei milanesi acquisiti che, pur tradendo con il linguaggio la provenienza dal Mezzogiorno, si dichiaravano “milannezi al centopeccento”. Giorgio Porcaro ci lasciava il 4 giugno 2022.

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

# Chi ha inventato la parlata del terrunciello? Porcaro o Abatantuono?

Di sconosciuto – https://fondazionecsc.b-cdn.net/wp-content/uploads/2019/11/8688_derby.jpg, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=10108615 – Giorgio Porcaro al Derby con Abatantuono, Boldi, di Francesco e Faletti

Chi ha inventato la parlata del terrunciello? Porcaro o Abatantuono? La risposta ce la diede Enzo Jannacci, nel programma televisivo Blitz, condotto da Gianni Minà. Era il 1982 e Jannacci dice che “la parlata pugliese, integrata milanesiata, è nata con Porcaro, che aveva predisposizione ad adottare quell’accento e lo faceva molto bene. Poi, facendo la Tappezzeria, ho pensato che quella parlata andava fatta in due, con battute tra Giorgio e Abatantuono”.

Quindi possiamo dire che ad inaugurare quel modo di comunicare, così comico e divertente, è stato Giorgio Porcaro, una delle figure più apprezzate del cabaret meneghino, quello del Derby degli anni ’70 e ’80, personaggio noto al pubblico italiano anche per i film comico-grotteschi in cui ha recitato, come “Io tigro, tu tigri, egli tigra”, “Si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi” e “Sturtruppen 2 – Tutti al fronte”.

# La Tappezzeria di Jannacci e Beppe Viola

Jannacci al Derby

Ma cos’era la Tappezzeria? Era uno spettacolo teatrale nato nel 1982, su progetto di Jannacci e Beppe Viola, con attori del calibro di Diego Abatantuono, Mauro Di Francesco, Giorgio Faletti, Guido Dogui Nicheli, Massimo Boldi, Ernst Thole e, naturalmente, Giorgio Porcaro. Quest’ultimo e Abatantuono danno vita ad uno sketch esilarante che rimarrà nell’antologia del cabaret in versione terronico-meneghina: è il 1978 e, proprio sullo spunto della tappezzeria, vediamo Abatantuono che, col proprio tram, cerca di passare per via Beato Michele da Carcano, naturalmente a Milano, ma viene bloccato da Porcaro che sta lucidando i binari. I due, con quella parlata da meneghin-terrunciello, battono e ribattono battute dandosi del terrone a vicenda. 

# Dal debutto al Derby allo spettacolo la “Tappezzeria”

Porcaro era nato a Benevento il 29 novembre 1952, il padre era finanziere e, per lavoro, si trasferisce a Milano quando il figlio ha soli cinque anni. Nel 1972 c’è il debutto di Giorgio al Derby, poco dopo Gianfranco Funari lo fa recitare nel proprio gruppo chiamato “I Mormoranti”, con Fabio Concato e Bruno Graceffa. Nel 1977 passa invece allo spettacolo la “Tappezzeria”, dove inventa il personaggio del terrunciello. E’ anche il periodo in cui, con Boldi, Di Francesco e Thole, fa parte del gruppo “Repellenti”, altra idea di Jannacci e Viola. Porcaro, da bambino, arrivando a Milano, va ad abitare in via Caracciolo, poi in via Volta ed infine a Milano 3.

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Ma come entra nel mondo del cabaret? “Ho sempre avuto il pallino per questo tipo di spettacolo -confida in un’intervista degli anni ottanta- poi da giovane vidi l’esibizione di un professionista del genere e pensai che, forse, io ero anche meglio di lui. Così mi sono buttato in questo mondo”.

# Film, trasmissioni televisive e un disco musicale al titolo “Milanese con pedigree”

Porcaro

Porcaro, oltre ai circa dieci film girati, alle tre trasmissioni televisive condotte, alle opere teatrali realizzate, nel 1981 ha anche inciso un disco musicale dal titolo “Milanese con pedigree”.

Con i brani, “Fresca”, “La mano a cucchiaietto”, “Gli amici della pelle” e “Sent’bello”, con l’intramontabile ritornello “Slarghes no, vusa no, Africa !, Africa!”, tradotto, “non allargarti troppo, non gridare, Africa…”, con il nome del continente inteso come irriverente marchio del Sud Italia.

Porcaro fu sconfitto dal cancro ad inizio del nuovo millennio, ma la sua comicità, la sua 128 Krups rosa, tanto tamarra, che guidava nei film, quell’alchimia tra lui Jannacci e Viola, lo renderanno eterno.

FABIO BUFFA 

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.