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DISCO NOSTALGIA: le 10 DISCOTECHE di ogni epoca più AMATE dai MILANESI

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Credits fruttomike IG - Nephenta

In un recente sondaggio alla domanda: “La discoteca del presente (o del passato) che ami (o che amavi) di più”, a centinaia sono i milanesi che hanno indicato il luogo della loro memoria. Questi sono i luoghi dove la febbre del Sabato Sera arrivava alle temperature più alte. 

DISCO NOSTALGIA: le 10 DISCOTECHE di ogni epoca più AMATE dai MILANESI

# Rolling Stones

Credtis: eventshunters.com – Rolling Stone

Basta dire Rolling per far luccicare gli occhi a chi ha più di 40 anni. Ricavato dal cinema Ambrosiano in Corso XXII Marzo nasce nel 1979 come Studio 54 sull’onda del successo del celeberrimo locale di New York, simbolo di trasgressione e del “tutto è possibile”. Nel 1981 diventa Rolling Stone, chiaro tributo al rock e ai suoi adepti. Qui hanno suonato artisti del calibro di Joe Cocker, Bob Geldof, Lou Reed, Iggy Pop, The Ramones e gli Oasis. Tutti i principali artisti e gruppi alternativi, in Italia e all’estero, hanno calcato le sue scene. Per oltre un decennio il venerdì sera suonava la migliore musica pop rock della città. Ha chiuso nel 2009, lasciando un grande vuoto in città. 

# City Square

Credits milanodavedere – City square

Nei pressi della Bocconi il City Square ha aperto nel 1988, al posto dello storico cinema Cristallo, inaugurato nel 1941. Negli anni Novanta ha cambiato nome in Propaganda, diventando un punto di riferimento per le serate di liceali e universitari, per poi chiudere definitivamente e essere sostituito da un piccolo supermercato. Era anche luogo di concerti, cercando di insidiare per anni il primato del Rolling Stones. 

# Plastic

Plastic

Il Plastic era più di una discoteca. E’ stata a lungo il regno della Milano di notte, la vetrina della creatività, dove si sperimentavano le nuove mode e celebre per aver importato il modello New York della selezione all’ingresso che veniva affidata a personaggi mitici e temuti. Senza dubbio il locale di Milano più conosciuto al mondo. Tra i personaggi ed artisti di fama internazionale che l’hanno frequentato ci sono stati Madonna, Elton John, Andy Warhol, Freddie Mercury, Prince. Chiuso nel 2012 nella storica location di viale Umbria 120, ha riaperto in via Gargano (nei pressi della Fondazione Prada) con il soprannome di Plastic Palace. Ma non è la stessa cosa. 

# Shocking

Credits discotechemilano.it – Shocking

L’atmosfera si fa più pettinata e glam chic. Lo Shocking è stato uno dei locali milanesi cult degli anni Novanta, sotto al teatro Smeraldo in spazi ora occupati da Eataly, molto frequentato da modelle e pierre rampanti. Era rinato nell’ultimo decennio grazie a un esclusivo progetto di design dai particolari raffinati, che richiamano lo stile più estroverso degli anni Settanta, con bolle e cerchi a disegnare contorni onirici. Nel 2021 ha chiuso definitivamente i battenti.

# Cafè Solaire

Credits zero.eu – Caffè Solaire

Quando con la stagione estiva si andava a ballare sulle rive dell’Idroscalo. Per anni il Caffè Solaire è stato un tempio della movida estiva milanese. Nel momento topico il locale era dotato di grandi vasche per idromassaggio e le serate erano all’insegna dell’estate e del mare qui rappresentato dal grande bacino dell’Idroscalo. I più temerari chiudevano la serata con un tuffo, rigorosamente proibito, per poi darsi alla fuga. In attesa di rinascere dallo stato attuale di abbandono.

# Rainbow

Foto: Daniela Luchadora (da FB RainbowClubMilano)

Il Rainbow Club è stato uno dei luoghi più importanti, e probabilmente uno dei più longevi, della cultura underground milanese. Punto di riferimento già nei primissimi anni ’80, quando si chiamava Odissea 2001, ha cambiato nome diverse volte negli anni successivi ma è sempre rimasto uno dei music club più importanti per tutti quei generi musicali non commerciali quali punk e post-punk. Ha chiuso nel 2009.

# Nepentha

Credits fruttomike IG – Nepentha

Il Nepentha Milano, il club per eccellenza nel cuore di Milano dove arte e cultura si mescolano con pareti coperte di dipinti e illustrazioni, colori vivaci e musica selezionata. Da 40 anni questo locale a meno di un minuto da Piazza del Duomo, al civico 1 di piazza Diaz, è il punto di riferimento per milanesi e non solo che cercano divertimento e una serata alternativa. Per gli ex Yuppies e i Peter Pan che non vogliono crescere mai. 

# Old Fashion

Credits oldfashionmilano IG – Old Fashion

L’Old fashion Milano nasce dall’unione di due locali, old fashion + the club, nel 1993. In realtà la sua storia è lunga 90 anni, nel 2006 ha infatti ottenuto il riconoscimento di Locale Storico. Si trova immerso del verde del Parco Sempione nel complesso del Palazzo della Triennale. Negli anni Novanta e nei primi Duemila era molto più esteso di oggi, occupando l’intero giardino della Triennale. Di culto le Serate Internazionali del mercoledì dalla seconda metà degli anni Novanta ai primi del Duemila. 

# Hollywood

Credits hollywoodrythmoteque IG – Hollywood Milano

Hollywood Milano è la discoteca più famosa dell’ultimi decenni a Milano, nata nel 1973 con il nome di “Madala”, frequentato da stars internazionali e poi da vip nostrani, calciatori e soubrette soprattutto fino agli inizi degli anni 2000. Epiche le serate della domenica sera con il privé che attirava campioni del calcio, tra cui gli immancabili Vieri e Ronaldo. 

# Loolapaloosa

Credits ugodallapriamilanoinfesta IG – Loolapaloosa

Loolapaloosa Milano è il discopub di Via Toqueville, adiacente all’Hollywood. Una caratteristica del locale e che si può ballare sui tavoli, bancone e sedie, i barman oltre a fare il loro lavoro sono anche dei veri e propri animatori. Per decenni il luogo dove si carburava la serata del week end. 

Continua la lettura con: I 7 LOCALI del PASSATO che i milanesi sognano di RIPORTARE in VITA

FABIO MARCOMIN

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In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa

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Credits: @alessandro.mattucci Fiume Tirino

Lo sapevi che in Italia c’è un fiume che ha l’acqua talmente pulita da essere stata definita “la più pulita dell’intero Continente”? Un primato che ogni anno corsi d’acqua dei Balcani, Grecia e Irlanda si contendono ogni volta con il fiume italiano, ma che spesso è il BelPaese ad aggiudicarsi. Ecco dove si trova.

In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa

# L’acqua limpida e cristallina che aiuta la flora e la fauna del fiume

Ph: @alessandro.mattucci
Fiume Tirino

Siamo in centro Italia, precisamente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo. Il fiume in questione si chiama Tirino e nasce dalla sorgente Capo d’Acqua, nel territorio di Capestrano in provincia dell’Aquila, attraversa tutta la Valle Tirino, scorre per circa 15 chilometri in direzione Sud e entra nella provincia di Pescara.

Potrebbe essere un corso d’acqua come tanti, invece il fiume abruzzese è considerato il più limpido e pulito d’Europa. Il corso del fiume è alimentato da una moltitudine di sorgenti e l’acqua del Tirino alterna un azzurro intenso al verde smeraldo, fino ad arrivare in alcuni tratti ad essere completamente trasparente. Ma l’acqua cristallina ha ottimi effetti anche sulla flora e la fauna del fiume. Sì perché il fatto di essere trasparente fa sì che i raggi del sole penetrino nel fiume per diversi metri e quindi anche nelle zone più profonde avviene la fotosintesi clorofilliana. In questo modo flora e fauna vivono anche nelle zone più basse del fiume.

# Una valle turistica e le sue attività

Ph: @sara.di.giacomo
Tirino

La valle del fiume e il Tirino stesso sono aree recentemente apprezzate dai turisti, qui infatti possono essere fatte varie attività. Tra le più amate c’è il giro in canoa sulle acque del fiume più pulito d’Italia, ma non solo. All’interno della valle sono organizzati anche giri in bicicletta, trekking sulle sponde del fiume o passeggiate a cavallo.

La domanda che sporge spontanea è: ma il fatto che si navighi nel fiume non potrebbe causare l’inquinamento delle sue acque? È il Comune di Capestrano a dare l’autorizzazione di navigare su alcuni tratti del fiume, essenziale è però che le barche non siano a motore e bisogna assolutamente evitare di passare nei tratti non navigabili.

Continua la lettura con: Il FIUME di LATTE a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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GARIBALDI – LA FERMATA DI GAE AULENTI🟢🏙️

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Lo sapevi che quando scendi a Garibaldi entri nella “nuova Milano”? Probabilmente sì, perché l’intera zona circostante la stazione è l’area di Porta Nuova, la city di Milano. Piazza Gae Aulenti, l’Unicredit, Corso Como, Biblioteca degli Alberi sono il centro della Milano del futuro e dello skyline.

Ph. Luca Bravo-Unsplsh – Milano Gae Aulenti

Altre curiosità sulla fermata Garibaldi: 

  • Garibaldi è uno dei principali hub di Milano: mette insieme stazione dei treni e l’interscambio tra M2 e M5
  • E’ l’unica fermata a essere stata capolinea di due linee diverse. La stazione della linea 2 fu attivata il 12 luglio 1971: era il nuovo capolinea della tratta proveniente dalla Centrale. Garibaldi fu poi anche capolinea della M5 dall’inaugurazione del marzo del 2014 fino al 2015, quando la linea venne prolungata fino a San Siro Stadio
  • Garibaldi FS della M2 è stata l’unica stazione all’interno del Comune di Milano (al di fuori c’erano anche Gobba e Gorgonzola) a possedere quattro binari (attualmente ridotti a tre). I due centrali vengono utilizzati per la normale fermata dei treni, gli altri due, posizionati all’esterno delle banchine di attesa, sono praticamente inutilizzati: uno dei due è stato rimosso, mentre l’altro viene a volte utilizzato per il parcheggio di materiale rotabile ATM. I binari supplementari dovevano servire al progetto, mai realizzato, delle linee celeri della Brianza, un gruppo di linee di metrotranvie che avrebbero dovute essere portate sotterranee, con un interscambio diretto con la metropolitana 

Continua la lettura con: Qt8, una fermata da rapper

MILANO CITTA’ STATO

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Milano non fa schifo ma… la SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade sì

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Gira sui social l’immagine dei turisti giapponesi che puliscono il ponte Sisto a Roma: forse servirebbe il loro aiuto anche a Milano? Come ci si poteva aspettare, tante sono le segnalazioni riguardanti la spazzatura abbandonata. Ecco allora un altro esempio, questa volta siamo in zona Morgantini.

Milano non fa schifo ma…la SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade sì

# Più intransigenza contro chi sporca, più rispetto per Milano 

Come in questo caso segnalatoci dalla nostra lettrice Chiara, in zona Via Capecelatro, Morgantini, la presenza di immondizia è piuttosto diffusa e la cosa si ripete con frequenza. Spesso una delle cause sono bivacchi improvvisati che lasciano rifiuti vari, come sigarette, bottiglie di birra, cartoni di vino…

Come intervenire?

#1 Più zelo anche contro chi sporca

Si è mostrata intransigenza per diversi aspetti, dalle mascherine ai pass o alle regole del lockdown, che ha dimostrato che se la pubblica amministrazione vuole, riesce a esercitare controlli con rigore e severità. Perché non applicare lo stesso zelo per ciò che reca disturbo alla vivibilità di tutti i cittadini, come chi sporca le nostre strade?

#2 Educare al rispetto per la città

Non solo: si deve iniziare un’opera di educazione nei confronti di tutti i cittadini e di chi frequenta la nostra città, anche stranieri che sovente sono molto ligi a rispettare le regole nei loro paesi ma una volta arrivati qui si adeguano subito al malcostume e al lassismo.

#3 Pulire di più e meglio

Basta andare oltre frontiera, in Francia, Svizzera o Austria per vedere in azione chi pulisce gli spazi comuni ogni giorno, fin da prima dell’alba, a intervenire con grande cura per eliminare ogni traccia di sporcizia. Il nostro auspicio sarebbe quello di rivedere i netturbini armati di scopa in giro per le strade, una maggior diffusione di cestini, una collaborazione dei custodi e dii chi gestisce la pulizia delle abitazioni e ovviamente una maggior vigilanza. Perché non istituire il Netturbino di quartiere? Addetti che su più turni che oltre a pulire e segnalare facciano opera di educazione.  Non raccontiamoci che non ci siano soldi: il tema spesso è che bisogna lavorare meglio e controllare con più attenzione chi lavora, intervenendo su chi lo fa con trasandatezza. 

Anche perché a Milano non possiamo rassegnarci alla sporcizia e alla maleducazione. 

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… i progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati all’incuria?

ANDREA URBANO

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CIRCLE LINE: tutta la VERITÀ sul PROGETTO più sognato dai milanesi

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Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Il sistema di trasporti milanese è il più capillare tra tutte le città italiane: compete a livello europeo per numero di km della rete metropolitana e per quantità di linee tranviarie, offrendo una discreta intermodalità. Il gap principale con le principali metropoli internazionali risiede nel fatto che le linee sotterranee e quelle ferroviarie non garantiscono un interscambio circolare con linee radiali ai pendolari che entrano in centro dalle stazioni più periferiche delle diverse linee. Vediamo un confronto con le principali città europee e il futuro progetto della circle line milanese.

CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

In Europa le Circle Line esistono da anni in diverse metropoli. Vediamo le principali.

#1 A Londra la “Circle Line” esiste dal 1905

Mappa Circle Line di Londra
Credits: wikipedia.org – Mappa Circle Line di Londra

A Londra la “Circle Line” esiste nella sua estensione definitiva dal 1905 e ha un percorso a forma di spirale da Hammersmith a Edgware Road. La linea scorre in sotterranea nella parte centrale e le gallerie ferroviarie sono appena sotto la superficie e di dimensioni simili a quelle delle linee principali britanniche.
La sua lunghezza è di 27 km per 36 stazioni, di cui quasi tutte offrono interscambi con la linea ferroviaria principale, e condivide il tracciato con altre linee, amplificando così l’effetto rete.

#2 A Parigi c’è un servizio di metropolitana circolare svolto da due linee e un anello metropolitano in costruzione

Mappa Metropolitana di Parigi
Credits: wikipedia.org – Mappa Metropolitana di Parigi

La stessa funzione della “Circle Line” londinese è replicata a Parigi tramite le linee 2 e 6 che, sulla falsa riga della nostre linee filoviarie 90-91, compiono due semicerchi incontrandosi ai due capolinea per intercettare tutte le altre linee metropolitane radiali e tranviarie della città. In totale sono 26 km di linea per 53 fermate.
La differenza con Milano sta nel numero di passeggeri trasportati e nella frequenza di passaggio: grazie a treni al posto di autobus e senza il problema del traffico stradale, le linee della Ville Lumière sono di un’altra categoria.

Progetto Grand Paris, Linea 15
Credits: wikipedia.org – Progetto Grand Paris Express, Linea 15

Un progetto in costruzione è il Grand Paris Express ovvero quattro linee di metropolitana automatica regionale ad anello attorno a Parigi, oltre al prolungamento di due linee di metropolitana esistenti, che raggiungeranno una estensione totale di 200 km nel 2030.

In particolare la linea 15, esterna al comune parigino, garantirà un rapido spostamento circolare tra tutte linee entranti dall’area metropolitana e consentirà di raggiungere pendolari all’esterno della regione metropolitana grazie all’interconessione con le altre linee circolari del progetto, la 16 e la 18.

#3 Mosca ha inaugurato parzialmente la sua terza circle line che a regime sarà anche la più lunga del mondo

Credits: mos.ru – Cartina nuove linee metropolitane Mosca

Nella città natale di Dostoevskij ci sono ben tre linee circolari, una più centrale e due più periferiche:

  • la linea 5, il cerchio di colore marrone nell’immagine sotto, è la prima linea circolare della metropolitana di Mosca, aperta nel 1954 intorno al centro città, che intercetta le linee radiali della città per una lunghezza di 19,4 km con 12 stazioni e una frequenza di 90″ come tutte linee della capitale;
  • la seconda è l’Anello centrale di Mosca, la linea numero 14, e comprende i quartieri centrali e della prima periferia, ad una distanza media di 4/5 km più esterna rispetto alla linea 5, correndo sul percorso del piccolo anello ferroviario di Mosca, una ferrovia a binario singolo costruita in epoca zarista (1902-1908) ricostruita a doppio binario assieme alle vecchie stazioni presenti sulla linea tra il 2012 e il 2016;
  • infine la Big Circle Line, la linea circolare più lunga del mondo con suoi 70 km di estensione, parzialmente aperta e che sarà completamente operativa entro la fine del 2022. Interscambia con 20 stazioni su 11 linee metropolitane radiali, tre stazioni sulla ferrovia Moscow Central Circle (MCC), 13 stazioni delle linee suburbane Moscow Central Diameters e 11 stazioni ferroviarie.

Tra le altre Circle Line esistenti, famosa la Sbahn (S41 in un senso, S42 nel senso opposto) di Berlino, oltre a quella di Madrid.

Leggi anche: Finiti i tunnel per la CIRCLE LINE più GRANDE del MONDO

# La situazione Circle Line a Milano: il progetto approvato e le sue lacune

Circle line Milano
Credits: Urbanfile – Circle line Milano

La linea angolare in fase di realizzazione in città prevede l’aggiunta di altre 6 fermate (Tibaldi quasi terminata, Porta Romana in realtà spostata dall’attuale posizione per incrociare M3, Istria con M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata) alle 6 esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera) con una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, l’acquisto di 20 treni dedicati e una cadenza di 15′, quindi non una frequenza da linea metropolitana.

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Indubbiamente una bassa frequenza è un fattore determinante per renderlo un servizio efficiente e utilizzato, problema risolvibile con l’acquisto di più treni, mentre il ridotto numero di stazioni e la mancanza di tracciato nel quadrante ovest di Milano sono due elementi che lo rendono un progetto deficitario.

Leggi anche: I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE

# Il progetto che ci vorrebbe per chiudere il cerchio

Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle Line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line

Per questo sarebbe necessaria una vera linea metropolitana circolare, sempre su parte del percorso della linea S9, ma con 36 fermate chiudendo l’anello ad ovest come nel progetto in alto nelle due immagini, una linea alla pari di Londra, Parigi e Mosca.

# Il tracciato da sud-ovest e nord della futura M6 potrebbe essere una delle possibili alternative

Credits Urbanfile – Metro M6 lato ovest

La futura M6 potrebbe idealmente chiudere il percorso circolare, pur con un cambio di linea, secondo quanto detto dall’Assessore alla mobilità di Milano Arianna Censi: “Al ministro presentiamo una proposta che ha un obiettivo: completare il percorso di Circle Line per cui chiediamo il finanziamento con lo scopo di connettere tutte e cinque le linee e costruire una rete capillare che faccia da moltiplicatore delle potenzialità del sistema del trasporto pubblico.Il blog Urbanfile immagina ulteriori 14 fermate da sud-ovest a nord, oltre a quelle ipotizzate per il tracciato da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo, con capolinea alla fermata della Circle Line di Mind-Merlata.

Leggi anche: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

# Circle Line una e trina: 90/91 e tangenziali

Ipotesi delle 3 circle line
Ipotesi delle 3 circle line

Per fare un vero salto di qualità però, oltre a prevedere di trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico, il percorso ideale di una “circle line” dovrebbe seguire quello di una se non entrambe le tangenziali:

  • Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
  • Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

L’immagine in alto serve a delimitare in maniera spannometrica le tre Circle Line, esclusa quella filoviaria, per approfondimenti ne abbiamo parlato qui.

Leggi anche: Il TRIANGOLO D’ORO: ci vuole una linea rapida degli aeroporti milanesi

Continua la lettura con: COME si VIAGGIA in TRENO in Svizzera: le COSE MIGLIORI che si dovrebbero importare in Italia

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Come un ANIMALE che morde l’ARIA

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Ph. Kelly L - Pexels

Si dice che la nostra civiltà abbia smarrito il senso dello spirito.

Come scrive il Prof. Capozzi, “la civiltà occidentale, un tempo cristiana, ora pressoché disgregata nella secolarizzazione radicale, ha trasferito e distorto il senso religioso del peccato, dell’espiazione, della redenzione sul piano socio-politico e su quello dei rapporti tra uomo e natura.”

Il problema è che non è l’essere umano che può produrre il risveglio. È lo spirito che può coinvolgere gli uomini.
L’uomo è vuoto perché è estraneo a questo processo. Come fa l’essere umano a riproporre un modo di sé che non ha più?

È necessario produrre assenza, non presenza.
Non è facile, perché siamo educati a un continuo sforzo razionale, siamo educati all’attività non alla sua remissione. Ma questa nuova percezione dovrebbe nascere dalla fine di questo sforzo che continua a rincorrere se stesso come un animale che morde l’aria.

Quando si resta assenti, improvvisamente si percepisce, ma quando si cerca di descrivere la percezione questa sfugge.
Serve stimolare gli inconsci per farli finire in mare aperto perdendo ogni approdo, soprattutto l’idea di se stessi.

C’è una grande dispersione e difficoltà nel gestire questo processo. Anche perché ognuno di noi ha soprattutto bisogno di un’idea di sé, per quanto sbagliata, per esistere. Quando metti in crisi quella idea sbagliata di te, si apre un vuoto che fa paura.

Tutte le nostre azioni di ogni giorno, anche se non ce ne accorgiamo, rimandano a un fine che siamo noi, all’idea di noi stessi. Se quell’idea di noi, conscia o semi conscia, crolla, di conseguenza crolla l’interazione tra noi e il reale che abbiamo intorno.

Bisogna avere il coraggio di lasciare spazio a questa paura. Di vivere la paura della perdita di sé, il vuoto di non avere un Io per integrare il rapporto tra noi e l’esistenza.
Solo lasciando spazio al vuoto, a questa voragine che annichilisce nel terrore, si può cedere allo spirito che ci educa alla novità di noi stessi.

Continua la lettura: La fine del whatever it takes

LA FENICE

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Da che COSA si RICONOSCE a Milano chi NON è di Milano

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Credits Szymon Fischer-unsplash - Piazza Duomo

In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “Da cosa riconosci a Milano che qualcuno non è di Milano?”. Scopriamo i 10 segnali inequivocabili.

Da che COSA si RICONOSCE a Milano chi NON è di Milano

#1 Non attende chi esce prima di entrare nella metro

Credits: bresciaoggi.it

La metropolitana è uno dei primi banchi di prova. Se una persona non rispetta la regola di attendere per entrare nel vagone solo dopo che sono usciti gli altri viaggiatori e di piazzarsi davanti alla porta bloccando l’uscita, anche se scenderà molte fermate più avanti, non può essere di Milano.

Da come entra in metro senza lasciar scendere prima di salire e stando in mezzo alle porte impalato…” – Cit. Cristina B.

#2 Spinge il pulsante della porta per uscire dalla metro

Sempre in metropolitana per riconoscere un non milanese basta osservare se quando il treno si ferma spinge il pulsante delle porte per uscire: se lo fa è lampante.

Preme il pulsante per aprire le porte della metro” – Cit. Cosmina Aloisio

#3 Si mette a sinistra sulle scale mobili

A sinistra sulle scale mobili

Un’altra delle regole da seguire in metropolitana e in tutte le scale mobili in città è solo una: rimanere sul lato destro per lasciare libero quello sinistro a chi ha più fretta.

Non tiene la destra sulla scala mobile” – Cit. Giovanni S.

Leggi anche: Le 5+1 REGOLE NON SCRITTE nella METROPOLITANA MILANESE

#4 Gira in centro vestito elegante nel week end

Credits Szymon Fischer-unsplash – Piazza Duomo

Riconoscere un non milanese in centro a Milano è molto facile, soprattutto nel weekend. Se è vestito in modo elegante, non può essere di Milano. 

Va in galleria vestito come ad un matrimonio” – Cit. Luca S.

#5 Sbaglia il genere dei mezzi del trasporto pubblico

Credits: pixabay.com – Tram Milano

Ritorniamo al trasporto pubblico. Il non milanese si riconosce subito se quando deve indicare una linea cittadina non usa correttamente gli articoli per i mezzi pubblici: a Milano l’autobus è femminile, esempio la 90, il tram è maschile, esempio il 24.

“Da che articolo usa davanti ai numeri degli autobus/tram” – Cit. Vanessa P.

#6 Non usa l’articolo prima del nome proprio

Durante una conversazione per cogliere in fallo chi non è Milano basta ascoltare quando parla in riferimento a un’altra persona: se non antepone l’articolo, come il Luca, la Giulia, è di sicuro forestiero.

Non mettono l’articolo davanti ai nomi propri” – Cit. Clara B.

#7 Cammina lentamente

Credits: milanonordwalk.it – Camminare

Vige il detto chi va piano non è di Milano….

Dal camminare lento” – Cit. Maria L.

#8 Non è stressato

Un’altra caratteristica del non milanese che salta immediatamente all’occhio è il fatto di avere un viso rilassato, colorito e senza occhiaie. Chi è tranquillo non è di Milano. 

No occhiaie, no stress, calmo, sereno” – Cit. Odra T.

#9 Non si lamenta del ritardo dei mezzi

Credits: leggo.it – pensilina intelligente

Nonostante l’efficienza dei mezzi pubblici a Milano sia un vanto per i suoi cittadini, non appena si registra un piccolo ritardo il milanese è subito pronto a imprecare. Chi arriva da fuori Milano resta calmo anche di fronte a ritardi di minuti. 

“Non si lamenta se il mezzo arriva in ritardo rispetto a ciò che indica il display” – Cit. Jacopo B.

#10 Chiama la brioche…cornetto

Credits: @gelateriacreamgarden – Cappuccio e brioches

Un cliente che per colazione al bar chiede un cornetto, insieme al caffè, non può essere di Milano. Per il milanese c’è solo la brioche, senza alcuna discussione.

“La mattina al bar…un cappuccino e un cornetto per favore”Cit. Valeria C.

Leggi anche: Le 5 GAFFE più comuni a MILANO

Continua la lettura con: Le PAROLE MILANESI più UTILIZZATE da chi VIVE a Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”

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Credits peternewman - Skystation

Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Scopriamo chi l’ha progettata e dove si trova.

La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”

# Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo

Credits peternewman – Skystation

Nel distretto finanziario londinese di Canary Wharf, nella Crossrail Place vicino all’ingresso della stazione ferroviaria Elizabeth Line di recente apertura, l’architetto britannico Peter Newman ha installato Skystation: una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Il designer l’ha definita come “una scultura pubblica interattiva e un sedile” i cui contorni sono stati progettati per “adattarsi alla forma umana distesa e incoraggiare la contemplazione del cielo e dell’architettura che lo incornicia“. Newman ha aggiunto che la panchina “crea un’opportunità di pausa, riflessione e interazione all’interno di uno spazio pubblico. La gravità mette il passato sotto di noi, quindi guardare in alto è come pensare al futuro“.

# A forma di UFO e realizzata in alluminio e bronzo

Credits robotrobbiethe IG – Skystation Londra

La particolarità più curiosa di questa panchina, per se non voluta di proposito dal famoso designer, è la sua forma che ricorda quella di un UFO. Realizzata in alluminio e bronzo, ha tutte le sembianze di un disco volante e ha preso ispirazione dalla forma della chaise longue LC4, uno dei mobili più conosciuti del 20° secolo progettato dagli architetti Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand.

# Non è l’unico esemplare al mondo

Credits ricardo.randall.313 IG – Skystation Salisbury

Skystation è stata ideata per essere un luogo confortevole in cui sedersi e può ospitare fino a 12 persone, ma non è l’unica al mondo. Si tratta infatti solo dell’ultima della serie installata in varie località del Regno Unito e in Lussemburgo.

Fonte: Dezeen

Continua la lettura con: Il PONTE degli UBRIACHI: sembra farti fare un salto nel nulla

FABIO MARCOMIN

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Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

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ph. MilanoToday - Municipio 5

Lo scollamento sempre più accentuato tra la cittadinanza e la politica, si accentua anche da come quest’ultima viene percepita. Ecco l’accusa di Massimiliano Tonelli dalle pagine di “Milano Today”

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

# Milano allo specchio vede i suoi difetti

ph. MilanoToday – Municipio 4

Dopo il trauma delle strade deserte, riempite solo dai suoni delle ambulanze in sirena, Milano si è guardata spesso allo specchio nel tentativo di trovare una nuova identità da cui ripartire. Molto spesso sono emerse le eccellenze della città che, raccontate forse con troppa enfasi, hanno comunque dato la carica ai milanesi.

Negli ultimi mesi, invece, succede che si mettano in luce più i difetti rispetto ai pregi. A costo di uscirne con le ossa rotte, Milano fa la conta dei “danni” e, insieme alla pandemia, vuol scacciare anche altri incubi metropolitani. Oggi è Massimiliano Tonelli di “Milano Today” che riporta la sua esperienza.

Leggi anche: Il simbolo di RINASCITA per MILANO è la PISTA CICLABILE più LUNGA d’Italia

Dimensioni del comune piccole, ma soggezione grande

ph. MilanoToday – Municipio 5

Piccola premessa logistica: la ripartizione in 9 circoscrizioni, è una scelta voluta per portare la politica più vicino ai problemi dei cittadini. Purtroppo in alcuni casi, sembra aver portato i problemi della politica proprio sotto casa dei milanesi.
Massimiliano Tonelli, cui capita di transitare davanti ad alcune di queste sedi, denuncia l’aspetto «assai scadente esternamente quanto a qualità architettonica e manutenzione» di alcune di loro.

Tonelli prende in mano il biglietto da visita con cui si presentano i Municipi 4, 5 e 6 e si domanda se «Un’istituzione collocata in un contesto inadeguato, trascurato, disorganizzato, scrostato e cadente ci comunica autorevolezza». Auspica poi «un piano per dare ai territori delle sedi istituzionali all’altezza, di cui poter andar fieri e non da avvicinare con soggezione o raccapriccio».

Leggi anche: FUGA da MILANO: prima per cancellazioni anagrafiche. Dove scappano i milanesi?

# Amministrazioni che non scaldano i cuori. Anzi…

ph. MilanoToday – Municipio 6

Tutta qui la critica? È solo un fatto squisitamente estetico?
Assolutamente no: Massimiliano Tonelli critica i «Malintesi nati della scelta di una segmentazione della città in 8 spicchi», i cui confini sono stati tracciati perché in qualche modo si doveva dividere Milano i 9 zone. (8 spicchi più più il cuore, rappresentato dal Municipio 1).
Peccato che i confini degli “spicchi” siano stati decisi a scapito delle identità dei quartieri, assegnando in due circoscrizioni uno stesso territorio.

Il suo distretto, il Corvetto, che ha una grande componente identitaria, si ritrova così amministrato dai Municipi 4 e 5, con Chiaravalle totalmente nel municipio 5 e slegato da Corvetto, col quale invece ha un legame indissolubile. «I municipi invece non scaldano granché i cuori».

Leggi anche: 9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

# «Quello del Municipio sia l’edificio più bello»

Cosa si può fare per riavvicinare i milanesi ai Municipi e viceversa?
Massimiliano Tonelli suggerisce di trasformare i piccoli progetti già attuati in «piani organici o visionari».
Immagina una città dove le sedi istituzionali siano le più belle di ogni quartiere, efficienti e architettonicamente interessanti.
Edifici da cui i milanesi siano attratti; non respinti con raccapriccio perché «trascurati, disorganizzati, scrostati» e decadenti. Sedi istituzionali degne di questo nome, che comunichino autorevolezza, stimolando fiducia.

Continua la lettura con: La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

LAURA LIONTI

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Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi

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Credits: foto di Marco Gualmini schema dei tunnel

Molti milanesi si recano al parco pubblico “Biblioteca degli Alberi” a Porta Nuova per trovare relax, tranquillità e il contatto con la natura. Ma forse non molti sanno che sotto di loro c’è molto più movimento di quanto si può pensare stando in superficie. Diverse gallerie attraversano questo sottosuolo e solo alcune griglie di ventilazione che si possono osservare nei prati e tra i cespugli ne tradiscono la presenza. Ma quanti tunnel ci sono veramente in zona Porta Nuova? Contiamoli…

Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi

# Una parentesi storica

Credits: blog.urbanfile.org
Stazione delle Varesine

Prima del 1840 la zona di Porta Nuova era extraurbana e rurale. Dal 1840, sul terreno oggi occupato dalla Biblioteca degli Alberi passava la linea ferroviaria Milano-Monza, la seconda attivata in Italia. Il tracciato antico partiva dalla stazione milanese il cui edificio esiste ancora oggi all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Monte Grappa e attraversava da sud a nord il parco.

Nel 1864 fu aperta la prima Stazione Centrale di Piazza della Repubblica e, sempre nel nostro parco, passava da ovest a est la linea che arrivava da Torino e proseguiva lungo l’attuale viale della Liberazione. Per concentrare il traffico sulla nuova stazione, la linea per Monza fu deviata sulla linea per Torino. Quest’area era diventata un bivio ferroviario.

Nel 1931, con l’attivazione della Stazione Centrale moderna, la zona di Porta Nuova perse importanza dal punto di vista ferroviario. Le linee per Monza e per Torino furono infatti intercettate a monte, presso Greco e presso Certosa rispettivamente, per essere condotte alla nuova stazione lungo la cintura ferroviaria nord. Il vecchio bivio fu dismesso e rimase attiva solo una parte dello scalo. Era la famosa stazione delle Varesine, che si trovata fino agli anni ‘60 all’angolo tra via Galileo Galilei e viale Liberazione. Molti ricorderanno il luna park costruito al suo posto dopo la sua dismissione e attivo fino agli anni ‘90.

# Tunnel 1: la ferrovia Milano-Monza

Credits: foto di Marco Gualmini
Tunnel 1

Negli anni ‘60 del ‘900 per la zona compresa tra Porta Nuova, Piazza della Repubblica e la Stazione Centrale era in progetto la costruzione di un Centro Direzionale, con molti grattacieli, nuove arterie stradali e sviluppo del trasporto pubblico. Il piano, che fu realizzato solo in parte, comportò la costruzione della Stazione di Porta Garibaldi.

Per collegare la stazione Garibaldi a Monza, fu aperta nel 1963 una nuova linea che ricalcava il tracciato della ferrovia Milano-Monza storica fino a Greco, ma in sotterranea. Pertanto sotto la Biblioteca degli Alberi si trova un ampio tunnel ferroviario che scende dalla stazione lungo l’edificio basso di colore rosso che si può osservare verso sud-ovest e curva per passare alla sinistra del Palazzo della regione Lombardia, sotto via Restelli, a nord. I viaggiatori che partono dalla stazione Garibaldi in direzione di Monza, Lecco o Bergamo dai binari delle banchine 13-20, percorrono questo tunnel.

# Tunnel 2: la M2

Credits: foto di redazione
M2

La prima tratta della metropolitana verde M2 fu aperta tra le stazioni di Caiazzo e Cascina Gobba nel 1969, poi prolungata alla stazione Centrale nel 1970 e a Garibaldi FS nel 1971. Il tratto di tunnel compreso tra la fermata Moscova e Garibaldi passa marginalmente sotto la Biblioteca degli Alberi. Proviene da via Pirelli, prosegue lungo via Sassetti dove incrocia il tunnel ferroviario per Monza e curva verso sud, al di sotto degli edifici circostanti il giardino verticale, per giungere sotto piazza Freud davanti alla stazione Garibaldi ed entrare nella fermata omonima.

Leggi anche: M5: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO dell’EXPO

# Tunnel 3: la M5

Credits: foto di redazione
M5

Nel luglio 2007 iniziarono i lavori per la costruzione della linea 5 lilla la cui prima tratta partiva dalla stazione Garibaldi in direzione di viale Zara. Il progetto iniziale fu notevolmente rivisto in corso d’opera tanto che avrebbe dovuto essere costituito da due linee distinte  : M5 e M6. Una difficoltà importante fu l’attraversamento del sottosuolo con l’incrocio dei tunnel preesistenti a Porta Nuova e le fondamenta dei costruendi grattacieli di piazza Gae Aulenti. Il percorso attuale giunge da viale Zara attraverso il quartiere Isola con fermata in via Volturno, quindi prosegue sotto il parco della Biblioteca degli Alberi in direzione nord-sud per poi curvare a sud di piazza Gae Aulenti al di sotto di via Castiglioni. Sotto via Giuseppe Ferrari, alla profondità di  ben 20 metri di profondità.

Una curiosità: un breve tunnel, sempre sotto la Biblioteca degli Alberi, mette in collegamento la linea M5 con la stazione della linea M2. Il portello di accesso a questa galleria può essere visto per un istante viaggiando sulla M5 tra le fermate Garibaldi e Isola.

# Tunnel 4: il passante ferroviario

Parallelamente alla M5 ma più in superficie si trova la fermata del passante ferroviario di Garibaldi, il cui tunnel prosegue parallelamente alla metropolitana lilla per un buon tratto sotto via Ferrari e via Castiglioni.

# Tunnel 5: il sottopasso stradale dei giardini di Porta Nuova

Credits: foto di Marco Gualmini
schema dei tunnel

Infine non poteva mancare un tunnel stradale: il “tunnel dei giardini di Porta Nuova”, che dal 2009 collega viale Liberazione con via Luigi Sturzo e la Stazione Garibaldi. Non si tratta però di un tunnel sotterraneo in quanto l’asfalto è al livello stradale della città, ma è coperto dal terrapieno su cui poggia piazza Gae Aulenti.

# La superstrada mai realizzata

Sopra i binari della stazione Garibaldi passa un cavalcavia molto particolare. Appare infatti molto largo, come se dovesse ospitare una superstrada, ma termina alle due estremità con piccole rampe di accesso curve, del tutto inadeguate: è il cavalcavia Eugenio Bussa.

Sarebbe stato parte di un asse viario ad alto scorrimento diretto tra corso Sempione e viale Zara, la cui realizzazione avrebbe comportato lo sventramento di diversi quartieri, tra cui Isola. Il piano regolatore del 1953 prevedeva anche la realizzazione di due strade tra piazza Freud e viale Melchiorre Gioia. Per fortuna l’opera è rimasta incompiuta e il cavalcavia Bussa è l’unica vestigia rimasta a ricordare quest’opera eccessiva, concepibile solo nel pieno del boom economico di Milano.

Continua la lettura con: Quella volta che la STAZIONE CENTRALE doveva essere vicino a piazza Cinque Giornate (ma la Storia ha deciso diversamente)

MARCO GUALMINI (Appassionato di ferrovie ed autore del libro “le ferrovie scomparse di Milano“)

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QT8 – UN MESSAGGIO IN CODICE?🔴🧮

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Lo sapevi che QT8 è nato per celebrare l’ottava triennale? La stazione è stata attivata l’8 novembre 1975 come prolungamento proveniente da Lotto divenendo così il nuovo capolinea della M1 fino al 1980.

Il nome? Q sta per quartiere, T equivale a Triennale, 8 è l’ottava edizione della manifestazione indetta dal Palazzo dell’Arte e dell’architettura di Milano nel 1947.

QT8

Altre curiosità sulla fermata di QT8: 

  • Fu proprio Piero Bottoni, commissario straordinario della Triennale di Milano, che nel 1945 promosse la realizzazione del “Quartiere sperimentale” QT8 e al suo interno del Monte Stella che fu realizzato con le macerie degli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti da Milano
  • Le case del quartiere furono costruite seguendo undici modelli diversi, progettati da architetti che avevano vinto un concorso nazionale
  • QT8 è stato negli ultimi anni reso noto al grande pubblico italiano dal rapper Matteo Professione, conosciuto con il nome d’arte di Ernia, originario del quartiere, di cui parla spesso nelle sue canzoni (come “QT” e “King QT”)

Continua la lettura con: Bonola, la fermata in superficie

MILANO CITTA’ STATO

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“Vengo a vivere a Milano dove mi consigli di CERCARE CASA?”

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Un classico. Con l’arrivo dell’estate arrivano anche richieste come questa. La domanda che mi ha fatto un amico che si trasferisce a Milano. Gli ho consigliato queste zone per unire comodità (ha l’ufficio vicino a Porta Nuova), costi e qualità della vita. Che ne pensate?

“Vengo a vivere a Milano dove mi consigli di CERCARE CASA?”

#1 Isola

Per Milano è quella che Prenzlauer Berg è per Berlino: il quartiere dei fighetti (specie se ci si avvicina a Porta Nuova). 
Anche i prezzi delle case ne hanno risentito. Decisivo per il suo successo lo spostamento a Porta Nuova del centro di gravità permanente della città e l’apertura della lilla. Il punto debole è che non si trova un albero.
Prezzi case (Acquisto): 4.500 – 5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro

#2 Chinatown – Procaccini 

Altro quartiere supertrendy in grande crescita. Da ghetto di immigrati cinesi è ormai uno dei posti più alla moda della città. Il fulcro è via Paolo Sarpi. La posizione è fantastica: vicina a Porta Nuova e al Parco Sempione. Altro vantaggio è che si trovano un sacco di negozi con merce a basso prezzo. 
I prezzi delle case sono aumentati ma girando per le vie secondarie del quartiere si possono trovare ancora buone occasioni.
Prezzi case (acquisto): 4.500-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1600 euro

#3 Centrale

Si dice sia la nuova frontiera di una Milano il cui centro si sta spostando verso nord. La creazione della city a Porta Nuova ha rilanciato una zona a lungo poco frequentata e ancora vissuta con sospetto. I pro sono la vicinanza con la Stazione che prima o poi dovrà essere riqualificata e l’apertura di centri ufficio e di spazi di coworking di successo (in particolare gli spazi di Copernico). Il grande vantaggio sono i collegamenti: stazione e due linee della metro. Il punto debole è che è ancora quartiere di passaggio o di lavoro, ma non residenziale: basta visitarla di sabato o domenica per soffrire di solitudine.
Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro

#4 Maggiolina

Il quartiere più residenziale della zona compresa tra la Centrale e viale Zara. Si trovano villette molto gradevoli, spesso con giardino e piuttosto isolate. Punto debole è l’alto tasso di insicurezza (furti in casa).
Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1400 euro

#5 Lambrate

Indicato per chi non si preoccupa di essere vicino al centro ma desidera ritrovarsi un un quartiere ben servito e in cui si respira aria da vecchia milano. Ha anche molti spazi verdi e il Lambro può riservare scorci sorprendenti. A cercare bene si possono trovare case di una bellezza unica, specie dalle parti di via Ventura. Anche i prezzi sono più che abbordabili.
Punto debole: la lontananza.
Prezzi case (acquisto): 3.500 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1300 euro

#6 Bicocca

Credits: blog.urbafile.com

Quartiere molto moderno, con una popolazione giovane che beneficia dell’Università, dell’Hangar Bicocca e delle nuove costruzioni attorno all’Arcimboldi. Apprezzato da chi ci vive e ben servito dai mezzi.
Punto debole: occorre cercare il luogo giusto per non sentirsi in un deserto posturbano.
Prezzi case (acquisto): 3.000-3.500 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1200 euro

#7 Via XX Settembre

Per chi se lo può permettere la zona attorno a via XX settembre (Triennale) presenta alcuni tra i più bei palazzi e villette della città. Si tratta di una zona residenziale molto sicura che ha dalla sua la vicinanza con il centro e la presenza di spazi molto ampi. Punto debole: il costo, anche se meno alto rispetto ad altre aree di pregio. E cercando bene si possono trovare belle occasioni.
Prezzi case (acquisto): 5.000-6.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1300-1700 euro

Ultimo consiglio generale: sta migliorando molto la vivibilità lungo la linea gialla a sud di Milano. Porta Romana, Corso Lodi fino a Brenta possono presentare ottime soluzioni.

Per chi vuole provare fuori Milano: I migliori paesi dove vivere nell’hinterland milanese

ANDREA ZOPPOLATO

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Hỳbris, tamponi e i giapponesi di Ponte Sisto

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Pensieri del giorno

#1 I giapponesi di Ponte Sisto

Roma. 7.30 del 4 luglio. Un gruppo di turisti giapponesi ha pulito il Ponte Sisto. Lezione di dignità.

#2 Ridiamo umanità alla cura

In nome del principio del salvare anche una sola vita si sono imposte restrizioni, obblighi, limitazioni alla libertà individuale come mai avvenuto nella storia.
Se prendiamo per buono lo stesso principio, ora bisogna capire che il sistema attuale sta costando molte vite.
 
Se chi arriva in ospedale per qualche brutto male ha un tampone positivo, diventa automaticamente difficile curarlo, perché si deve isolarlo e ricoverarlo in un’area ad hoc.
 
La verità ora è che se uno è positivo per un male che ha una letalità inferiore allo 0,1% (da rapporto decessi/contagi nell’ultimo mese), non può più venire curato al meglio per la patologia più grave che ha.
Questo sta costando ogni giorno morti, altrimenti evitabili, oltre che devastare gli ultimi momenti di vita di persone private dei loro cari e di un contatto umano.
 
Occorre fare quanto prima come i Paesi che hanno eliminato l’uso dei tamponi e che trattano il Covid come qualunque altra malattia.
Dobbiamo ridare umanità alla cura dei malati.
 

#3 La hybris e i problemi del mondo

hỳbris 〈ìbris〉 s. f. – Traslitterazione del gr. ὕβρις
 
Nella cultura greca antica è personificazione della prevaricazione dell’uomo contro il volere divino: è l’orgoglio che, derivato dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi.
 
Credo che la hybris sia il grande male dei nostri tempi. 
 

Continua la lettura con: La libertà sempre più in basso

 
ANDREA ZOPPOLATO
 

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ABACUS: nuovo CONCEPT di TRAM che sfrutta i BINARI FERROVIARI

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Credits futuroprossimo.it - Abacus vista laterale

È in arrivo la nuova frontiera del tram? E’ stato presentato un concept di tram elettrico che potrebbe rivoluzionare il modo di spostarsi tra le città e i dintorni, senza inquinare. Vediamo come è stato immaginato e come funziona.

ABACUS: nuovo CONCEPT di TRAM che sfrutta i BINARI FERROVIARI

# Abacus: il tram elettrico che sfrutta le tratte ferroviarie abbandonate

futuroprossimo – Abacus

Nell’ambito di un concorso globale di design istituito dalla compagnia di veicoli elettrici Arrival, Future Mobility Competition, i tre designer Lea Haats, Erik Mantz-Hansen e Konstantin Wolf hanno presentato un concept di tram elettrico pensato per migliorare la mobilità tra le aree rurali e le città della Germania settentrionale, recuperando vecchie infrastrutture e tratte ferroviarie abbandonate.

Implementando questo mezzo di trasporto si ridurrebbero le emissioni provocate dai mezzi privati che si muovono per le strade e si costruirebbe un collegamento efficiente e pulito tra città e campagna. I binari verrebbero dotati di sistemi ad induzione per evitare di installare pesanti batterie su Abacus.

Leggi anche: Il primo TRAM-TRENO in partenza nella città Ticino: lo stesso modello in arrivo a Milano per le OLIMPIADI

# Guida autonoma e una vetrata per ammirare i panorami esterni delle campagne

futuroprossimo – Abacus vista laterale

Ricalca il sistema hop-on hop-off di alcuni tram di San Francisco, dove i passeggeri possono fermarli con il classico gesto del saluto ma in questo caso sarà un software di guida autonoma a riconoscere la gestualità umana. Il rivestimento esterno è composto da una superficie vetrata che consentirà di osservare a 360 gradi i panorami delle campagne tedesche per un’esperienza di viaggio amplificata. 

Leggi anche: SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

# Un corrimano multifunzionale

Credits dezeen-futuroprossimo.it – Corrimano Abacus

All’interno del tram è presente un corrimano che, oltre ad essere un piccolo capolavoro minimalista, svolge più di una funzione: ci si può aggrappare, ci si può sedere o usarlo come supporto per appoggiarsi. Per agevolare i passeggeri con problemi di mobilità è invece previsto il pianale ribassato e una rampa retrattile per gli utenti su sedia a rotelle.

Si potrebbe in futuro sperimentare a Milano come alternativa alle metrotranvie?

 

Fonte: Futuro prossimo 

Continua la lettura con: La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano 

FABIO MARCOMIN

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Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane

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Credits Andrea Cherchi - Parco Sempione

In questa calda, torrida, infuocata estate ci si ritrova a Milano come nel Sahara, alla ricerca disperata di qualche oasi di refrigerio. 

Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane

# I parchi cittadini: dal Parco Sempione al Parco Nord

Credits Andrea Cherchi – Parco Sempione

I parchi sono la prima “risorsa” per trovare refrigerio in città. A Milano è il Parco Sempione il re indiscusso, in pieno centro e il più facilmente raggiungibile con la metropolitana ed è anche il più scenografico con il Castello Sforzesco da un lato e l’Arco della Pace dell’altro e in mezzo un laghetto dove nuotano indisturbati pesci, anatre e germani reali.

Credits lavalecate IG – Parco Monluè

In Porta Venezia c’è il Parco Indro Montanelli, adatto sia per rinfrescarsi che per immergersi nella cultura del Museo di Storia Naturale o del Planetario, oppure il Parco Monlué, nella zona orientale della città, che sorge tra il lato destro del fiume Lambro e la tangenziale est. 

Credits eastriver_martesana IG – Eastriver

A nord e est della città troviamo due dei parchi più estesi, il Parco Nord e il Forlanini, mentre tra le novità ci sono la Biblioteca degli Alberi nella cornice dei grattacieli di Porta Nuova o l’Eastriver, un giardino lungo il naviglio della Martesana aperto a tutti con diverse attrezzature dedicate ai cittadini e affacciato direttamente sull’acqua.

Leggi anche: Cascate, laghetti, torrenti: 6 POSTI dove RINFRESCARSI in Lombardia

# Le piscine all’aperto: dalla più storica alla più suggestiva

Credts: IG @milanosport_official – Piscina Romano

Le piscine all’aperto sono un’altra meta imprescindibile per combattere il caldo. La piscina Romano è la più storica di Milano ed è anche quella più frequentata, oltre 110.000 presenze a giugno, molto apprezzata anche la piscina Saini immersa nel Parco Forlanini.

https://natipervivereamilano.com/2020/07/17/i-bagni-misteriosi-una-delle-piu-belle-piscine-di-milano/

In Porta Romana ci sono i Bagni Misteriosi, forse la piscina più suggestiva della città, dove si tengono anche spettacoli e concerti nelle sere d’estate. In alternativa ci sono la piscina Argelati tra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, la Sant’Abbondio e la Cardellino.

surf all'idroscalo
surf all’idroscalo

All’interno dell’Idroscalo per gli amanti del surf c’è Wakeparadise di Milano, un impianto che crea onde vertiginose grazie a potenti pompe è consente di allenarsi e fare acrobazie con la tavola rimanendo in città.

Leggi anche: Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

# Le spiagge urbane di sabbia o erba

Credits: @maremilano
mare culturale urbano

Ci sono infine le spiagge urbane. La spiaggia per eccellenza è quella di Mare Culturale Urbano all’interno Cascina Torrette in zona San Siro: qui è stata ricreata una vera spiaggia di sabbia con sdrai e ombrelloni per immaginare di essere in riva al mare.

Idroscalo.org – Spiaggia Idroscalo

All’Idroscalo si può prendere invece il sole nella spiaggetta posta nel lato sud-ovest del lago artificiale e fare il bagno. 

Continua la lettura con: 4 piscine, aree verdi e attività: il NUOVO MULTI SPAZIO SPORTIVO di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’angolo di THAILANDIA, dall’accesso segreto, a tre ore da Milano

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Credits: @sapi80 Lerici, La Caletta Nascosta

Un paradiso esotico nascosto sotto circa 400 gradini. Un angolo che ricorda molto la Thailandia, ma invece è in Italia, a poco più di 3 ore da Milano.

L’angolo di THAILANDIA, dall’accesso segreto, a tre ore da Milano

# La piccola Thailandia di Lerici dall’accesso segreto

@sapi80
Lerici, La Caletta Nascosta

Liguria, riviera di Levante. Tra Lerici e Tellaro, sull’ultimo lembo di costa ligure oltre le Cinque Terre, c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia. In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare, e chi sa della sua esistenza custodisce il segreto senza rivelarlo. Individuare l’accesso per quest’angolo esotico non è facile, ma una volta trovato se ne rimane stupiti.

# La “Caletta di Lerici”: nascosta dietro un cancellone e un vicolo di 400 gradini

Si chiama la “Caletta di Lerici” ed è un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare. Per raggiungerla bisogna prendere la direzione per Tellaro, si può parcheggiare gratuitamente sulla strada verso il camping Maralunga e poi camminare circa 150 metri. L’ingresso è pressoché irriconoscibile: dopo un cancellone verde c’è una scritta sul muro e un piccolo vicolo fatto di gradini, tra i 300 e 400 per la precisione. Basta iniziare a scendere i gradini e si arriverà a La Caletta.

# Una liana che oscilla con il vento

Credits: @ruggiero_russo76016
Lerici, La Caletta Nascosta

La Caletta di Lerici è nascosta tra il Golfo dei Poeti. Qui si può trovare la pace dei sensi, nessun rumore, solo le cicale e i grilli che cantano, accompagnati dal rumore del mare. La spiaggia è intima e molto piccola, in mezzo al mare emerge un alto faraglione e, guardando attentamente verso l’acqua, si può vedere una liana che oscilla al vento e raggiungibile solo a nuoto. La Caletta è un’area selvaggia, pressoché incontaminata. Le sue acque infine creano un gioco di colori tra l’azzurro del mare e il verde degli alberi riflessi, o il rosso del tramonto ligure.

Fonti: instagram.com

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BEATRICE BARAZZETTI

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BONOLA – UNA DELLE 4 FERMATE CON L’EDIFICO ESTERNO🔴🏪

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Bonola M1

Lo sapevi che la M1 ha pochissime stazioni esterne? Sono quasi tutte completamente sotterranee ad eccezione di Lampugnano, San Leonardo, Molino Dorino e Bonola che hanno l’ingresso in superficie e non a livello interrato.

Altre curiosità sulla fermata di Bonola: 

  • Bonola non doveva essere il nome della fermata: avrebbe dovuto chiamarsi “Olona” come il fiume che nasce presso il Sacro Monte di Varese e si sviluppa interamente in Lombardia. Alla fine però si decise per Bonola, prendendo il nome da una vicina piazza.
  • A Bonola si trova l’omonimo centro commerciale, il primo nato a Milano, inaugurato nel 1988. 
  • La piazza è intitolata a Federico Bonola, esploratore milanese che visse a lungo in Egitto e tracciò diverse mappe nei territori attorno al fiume Nilo. 

Continua la lettura con: Porta Romana, la fermata delle terme

MILANO CITTA’ STATO

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La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

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Ipotesi Linee T Pums

Nei prossimi anni Milano potrebbe essere circondata da metrotranvie: a differenza delle metropolitane non viaggiano in sotterranea, ma traggono beneficio dal transitare in corsie riservate e dall’asservimento semaforico.

Da nord a sud, da est a ovest, alcuni progetti sono già partiti, altri partiranno in futuro, qualcuno non è stato nemmeno ipotizzato ma è fortemente auspicato.

La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

I lavori in avanzamento e quelli attesi

#1 La metrotranvia nord (o Gronda Nord): operativa nel 2030

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord

La metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, è la prima linea in parte realizzata: in realtà è l’attuale tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta. In futuro costituirà un collegamento tangenziale nel nord milanese tra Cascina Gobba M2 e Certosa FS, intercettando quindi anche la linea M3, utilizzando il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere.

I lavori interessano al momento il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, che dovrebbe avere le fermate operative entro il 2023, dopo l’interruzione a causa del ritrovamento di amianto nel terreno e per la cui bonifica sono stati stanziati 4,4 milioni di euro. Per la altre tre tratte da realizzare, da piazzale Bausan a Villapizzone, da Fulvio Testi a Niguarda e dal Quartiere Adriano a Cascina Gobba M2 sono stati messi a disposizioni tutti gli 86,3 milioni di euro necessari tramite il PNRR. L’orizzonte 2030 potrebbe essere quello più plausibile.

#2 La metrotranvia Milano-Seregno in attesa dell’avvio cantieri

Metrotranvia Milano Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno

La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.

È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i comuni di Desio e Seregno. La linea sarà lunga 14 km e attraverserà 8 comuni attraversati. Tra ricorsi, contro-ricorsi, richiesta di modifiche di cittadini e associazioni, la partenza dei lavori è stata posticipata in più occasioni. L’ultimo avvio dei cantieri era stato programmato per l’estate del 2022 ma ancora Palazzo Isimbardi attende l’ultima autorizzazione del Cipess, il comitato intergovernativo di programmazione economica per liberare i 260 milioni stanziati dagli ultimi governi a copertura integrale della realizzazione dell’infrastruttura.

#3 La metrotranvia Milano-Limbiate pronta nel 2027 salvo ulteriori stop

Milano-Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate e che ha rischiato seriamente la dismissione per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono.

La trasformazione in metrotranvia è prevista da anni e al momento, tra sostituzione del servizio in alcune tratte con dei bus e riammodernamento dei binari, il servizio è sempre in bilico e in autunno potrebbe essere rimpiazzato da bus sino all’inizio dei cantieri. Per cause di varia natura, burocratica e finanziaria, la scadenza per l’affidamento dei lavori è slittata al 31 dicembre 2022 mentre la partenza a settembre 2023. Di conseguenza l’apertura al pubblico dal 2025 ad aprile 2027.

I progetti futuri

#1 La metrotranvia sud-est entro le Olimpiadi del 2026

Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Quartiere Forlanini e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminando al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. Sarà lunga 4,7 km e avrà in totale 17 fermate, di cui 9 già esistenti e in condivisione appunto con il tram 27. La linea dovrebbe essere operativa entro le Olimpiadi Invernali del 2026.

Leggi anche: OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

#2 Linea E o T Sud: l’attuale 24 fino a Noverasco

Ipotesi Linee T Pums

Non diventerà probabilmente una metrotranvia ma costituirà una delle future linee di forza del trasporto di superficie, le cosiddette linee T, che beneficeranno dell’asservimento semaforico, adeguamento delle banchine e fermate (in parte già realizzato) e l’impiego di mezzi ad alta efficienza.

L’ipotesi allo studio è il prolungamento della linea fino a Noverasco passando per Opera e Locate Triulzi. In previsione di questo tracciato Viale Ripamonti è stata riqualificata attraverso uno spartitraffico centrale alberato ai lati e adatto ad ospitare i binari, oltre a piste ciclabili e messa in sicurezza degli incroci tramite realizzazione di rotatorie.

La prima tratta potrebbe essere quella che arriva fino al complesso ospedaliero dello IEO, per una lunghezza di 900 metri, con nuovo capolinea in via Ripamonti e attestamento a binari tronchi nel mezzo della strada presso lo IEO. Il 23 dicembre 2020 infatti, con Decreto Dirigenziale, il Comune di Milano ha designato il Responsabile Unico del Procedimento del prolungamento della linea 24 all’IEO.

# Cosa si potrebbe ancora realizzare

Certamente queste linee, insieme ad altri prolungamenti tranviari ipotizzati e in fase di studio, potranno portare notevoli benefici ai fruitori del trasporto pubblico milanese e a quelli che vorrebbero usarlo.

Se però si volesse pensare a completare il lavoro di programmazione trasportistica, altre linee sarebbero sicuramente utili, ad esempio:

  • Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
  • Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
  • Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5, ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese.Queste ultime due ipotesi di metrotranvie potrebbero diventare realtà come linea metropolitana, la numero 6 o linea rosa, in base a a quanto immaginato dall’attuale amministrazione del Comune di Milano.

Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.

Leggi anche: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

Continua la lettura con: 5 progetti di NUOVE LINEE della METRO più d’AVANGUARDIA nel mondo

FABIO MARCOMIN

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SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

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Snap in viaggio

Le regole sempre più stringenti per accedere ad Area C, e in futuro anche per varcare i confini comunali quando il sistema di Area B sarà a regime, favoriranno l’incremento della micromobilità, dalle biciclette ai monopattini. Un’idea tutta italiana potrebbe dare un aiuto a chi rischia di non potersi muovere a Milano. Vediamo di cosa si tratta e perché potrebbe essere utile per i milanesi.

SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

# Milano città senza veicoli privati entro il 2050?

Credits espansionetv – Area B e Area C

Il futuro di Milano sarà sempre di più senza veicoli con il motore a combustione, benzina e diesel, e anche lo spazio per quelle elettriche sarà ridotto vista l’idea di rendere il capoluogo lombardo una città senza auto entro il 2050. Già oggi le zone con limite di velocità a 30 km/h, le piste ciclabili e le misure anti-traffico e anti-inquinamento come Area C e Area B stanno limitando la circolazione di auto private.

Leggi anche: Milano e il nuovo “SOCIALISMO a 4 RUOTE”: in futuro MAI PIÙ AUTO PRIVATE in città

# Snap, la mini auto a pedalata assistita

Snap

La micromobilità giocherà quindi un ruolo estremamente importante, sono ormai migliaia le biciclette e i monopattini in giro per le strade. Dalla Puglia arriva una soluzione che potrebbe aiutare molti milanesi, che preferiscono mezzi più comodi, a spostarsi nonostante le limitazioni. Stiamo parlando di Snap, una mini auto a pedalata assistita con motore elettrico frutto dell’idea di un ingegnere meccanico e di un designer grazie ad un finanziamento regionale.

# 60 km di autonomia e solo 130 kg di peso

Snap in viaggio

Questo veicolo è pensato appositamente per circolare nelle aree urbane e nelle ZTL, come Area C e Area B, e con due batterie da 20 chili ha un’autonomia di 60 Km. La versione da 250 W è comparabile a una bici, mentre servono targa e assicurazione per quelle più potenti da 1000 W e da 4.000 W, quest’ultima omologata come quadriciclo leggero L6e. Il peso di questo mezzo di trasporto è di soli 130 kg e il bagagliaio ha una capienza di quasi 400 litri. Il prezzo? Il listino parte dai 7.000 euro per arrivare ai 10.000 euro.

Fonte: Automoto.it

Continua la lettura con: Il CAMPER più PICCOLO del mondo: costa come una Panda

FABIO MARCOMIN

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La NUOVA METRO FRENA: Bresso e Cusano si allontanano?

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Credits Atm - Passeggeri alla stazione M5

La metro lilla potrebbe estendersi verso nord, oltre che in direzione Monza con il già progetto interamente finanziato, anche nei comuni di Bresso e Cusano Milanino. Lo studio di fattibilità tecnica di MM sembra però allontanare questa ipotesi. Vediamo le ultime novità e come dovrebbe essere il prolungamento.

La NUOVA METRO FRENA: Bresso e Cusano si allontanano?

# L’analisi costi-benefici è insoddisfacente per portare la M5 fino a Bresso e Cusano Milanino 

Credits corriere-L’Ego Hub – Estensione metro 2030

Nei 200 km di rete metropolitana, che il Sindaco Beppe Sala si augura possa raggiungere Milano entro il 2030, non rientrano quelli che la estenderebbero nei comuni di Bresso e Cusano Milanino. Il rischio concreto è che non lo siano nemmeno dopo quella data. Infatti, nel documento di MM sull’aggiornamento di fattibilità tecnica, per lo sbinamento della linea lilla verso i due Comuni, l’analisi costi-benefici ha evidenziato un risultato insoddisfacente con un coefficiente di 0,51. Il rapporto minimo richiesto deve essere uguale o superiore a 1 altrimenti non viene garantita la sostenibilità dell’opera e pertanto l’intervento non è giustificato. Nonostante quindi il prolungamento sia stato in parte già finanziato, con 15 milioni di euro, al momento resterà fermo al palo.

La nota di MM: Non si procederà con lo sviluppo progettuale della predisposizione di un grande manufatto realizzato a cielo aperto a valle dell’asta di manovra di Bignami (attuale capolinea M5), che consentirebbe di non interrompere l’esercizio durante i lavori di allacciamento della linea esistente con quella da realizzare verso Bresso e Cusano Milanino“. 

# La palla passa alla politica 

Credits Atm – Passeggeri alla stazione M5

Il commento del sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi, che ha partecipato all’assemblea pubblica di Bresso tra i Comuni coinvolti. “È il metro usato dai tecnici per fare le opere […] L’importante ora è la spinta politica perché sono le istituzioni poi a dover decidere se finanziare il progetto. […] è un’opera indispensabile per la mobilità del Nord Milano. Lo sbinamento andrebbe a prendere Comuni non toccati dal metrò”.

L’opposizione nel Comune di Cinisello insiste invece sulla metrotranvia in quanto complementare alla M5, così come già emerso dal progetto di fattibilità del 2019” e che solo grazie alla sua realizzazione sarebbe possibile alzare il coefficiente e fare lo sbinamento

# Il progetto di prolungamento: 5 fermate e 5,5 km di tracciato

Sbinamento M5

Lo sbinamento della linea M5 alla fermata Bignani sarebbe propedeutico all’estensione della linea M5 di circa 5,5km dal Parco Nord a Cinisello Balsamo. Nelle ipotesi iniziali erano state previste cinque fermate: due a Bresso, una a Cusano Bresso, e due a Cinisello Balsamo. Quest’ultimo comune potrebbe vedere aggiungersi altre fermate oltre alle 4 già previste nel prolungamento della linea verso Monza.

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: Una rete di 200 km di METROPOLITANA a Milano entro il 2030: sarà più estesa di quella di Berlino?

FABIO MARCOMIN

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