A un’ora da Milano gli amanti dello sport in bicicletta potranno cimentarsi nel nuovo mega bike park tra le montagne. Quando verrà realizzato e le caratteristiche delle piste.
Il NUOVO MEGA BIKE PARK in arrivo a un’ora da Milano
# Un impianto di 8 piste e un percorso totale di 13 km
Credits RobertoSFR-pixabay – Valle d’Intelvi
Sarà in Val d’Intelvi: un mega bike park adatto a tutti i livelli di esperienza per gli amanti dello sport in bicicletta. Dopo alcuni imprevisti legati soprattutto alle condizioni meteorologiche poco favorevoli, il cantiere si sarebbe dovuto aprire a novembre, il direttore dei lavori ha annunciato il via per la costruzione dell’impianto con conclusione in circa un mese e mezzo. Sul Monte Sighignola, dove si trova “il Balcone d’Italia”, verranno realizzate 8 piste, due per coloro che hanno un’esperienza medio-bassa, mentre le restanti sei, oltre a cambi di pendenza, saranno caratterizzate da ostacoli e dossi. Potranno essere utilizzate sia per chi usa la mountain bike, sia per chi pratica downhill. Il percorso totale sarà di 13 km.
L’investimento complessivo per realizzare l’impianto è di 203.000 euro, 60.000 euro provenienti dal bilancio del Comune di Alta Valle d’Intelvi, i restanti 143.000 euro dal fondo europeo Agricolo per lo Sviluppo Locale tramite un accordo con il Gal (Gruppo di Azione Locale). Il bike park è stato pensato per essere aperto tutto l’anno, meteo permettendo. Come confermato a Como Zero dal vicesindaco Fabrizio Vitali, il comune sta valutando chi si dovrà occupare della sua gestione, che con molta probabilità sarà data in concessione, visto che il progetto prevede anche delle stazioni dove poter prelevare e depositare le biciclette, in cui verranno regolati gli accessi al parco.
Tesori nascosti in ogni angolo del Vecchio Continente stupiscono ogni volta milioni di visitatori. Sono i borghi europei, che dietro mura antiche celano la storia del loro Paese. Ma tra tanta bellezza, qual è il borgo che spicca e che potrebbe essere definito il più bello del continente? Travel365 ha provato a rispondere a questa domanda e, effettuando un sondaggio su un campione di oltre 46.000 utenti della community, ha risposto alla nostra domanda stilando una classifica dei 10 borghi più belli d’Europa. Per visitare il paesino più bello del Vecchio Continente bisognerà salire su un aereo, ma il secondo è facilmente raggiungibile in macchina o treno, sì perché è in Italia.
Questo è il BORGO più bello d’EUROPA (il secondo è in Italia)
# Giethoorn nei Paesi Bassi, il borgo delle fiabe
Credits: @butnomatter.theroadislife Giethoorn
A poco più di 100km da Amsterdam, in Olanda, nel Parco Nazionale Weerribben-Wieden c’è un borgo che ti fa catapultare nel mondo delle fiabe o nella Terra di Mezzo degli Hobbit. In una zona in parte paludosa, ricca di laghi e corsi d’acqua e popolata da moltissime specie animali, come è quella del Parco Weerribben-Wieden, c’è Giethoorn, il borgo più bello d’Europa. Conosciuto anche come la Venezia del Nord, Giethoorn è un paesino di fitti boschi, laghetti, canali, tanti ponti di legno e ancora case e fattorie con tetti costruiti con canne e paglia. Qua i quasi 3000 abitanti e i turisti non si muovono con le macchine, ma con barche, le classiche imbarcazioni sono chiamate punter, o battelli.
Giethoorn è facilmente visitabile in giornata, ma una volta entrati in paese, la pace e la tranquillità che si respirano all’interno ti convinceranno a non andartene più. Il simbolo del borgo più bello d’Europa sono i suoi ponti di legno, se ne contano ben 170, e il centro storico del paese è molto grazioso, con casette con tetti coperti di paglia, balconcini ricchi di fiori e un silenzio invidiabile. Una volta fatto il giro in barca per i canali della Venezia del Nord e visitato il paese, per riempire la giornata, si possono visitare anche i musei del borgo. A Giethoorn ci sono infatti il museo geologico, un museo della storia del borgo allestito in una fattoria ottocentesca e un museo del mare.
# Il secondo: Alberobello e i suoi trulli
Credits: @micheizzo Alberobello
E se per andare a vedere il borgo più bello d’Europa bisogna salire su un aereo, programmare un viaggetto ad Amsterdam e inserire come gita una visita a Giethoorn, raggiungere il secondo borgo più bello del Vecchio Continente è molto più semplice. Siamo in Italia e precisamente in uno dei borghi più unici e iconici al mondo, Alberobello. Dal 1996 inserito nella lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, la particolarità di questo borgo sono naturalmente i suoi trulli. Nel borgo ce ne sono oltre 2000, ma come sono nate queste abitazioni così particolari che ricordano le case degli gnomi? La storia racconta che, ai tempi, i conti proprietari del terreno (dove ora c’è la città) avevano imposto ai contadini del luogo di costruirsi case con materiale a secco. I contadini decisero allora di utilizzare solo pietre e scelsero la forma rotonda e i tetti a cupola per rendere il più stabile possibili gli edifici, che al contrario i proprietari volevano fossero “facilmente distruttibili”.
Mentre i proprietari terrieri si staranno mangiando le mani perché i trulli sono ancora in piedi, Alberobello è diventata una cittadina conosciuta in tutto il mondo. Il paese è diviso in borghi e quelli assolutamente da visitare sono il borgo dell’Aia, quello dove si respira più autenticità, e il Rione Monti, il più antico. Interessanti da vedere sono anche la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova, costruita tra il 1926 e il 1927 riprendendo le fattezze dei trulli, e la Basilica Minore Pontificia Santuario Parrocchia SS. Medici Patroni.
# Gli altri top borghi più belli d’Europa
Credits: @lwgray Ronda
Alberobello è l’unico borgo italiano inserito nella classifica, ma anche tutti gli altri borghi europei nella top10 sono degni di essere citati. Rimanendo sempre sul podio troviamo Ronda, in Andalusia, Spagna. L’antica città risalente al IX secolo che deve la sua fama al fatto di essere arroccata sulla gola di El Tajo, profonda circa 100 metri. Segue al quarto posto Colmar, nell’Alsazia francese. Un susseguirsi di canali, angoli pittoreschi, dedali di viuzze caratteristiche e case color pastello che fanno innamorare i turisti. Arriviamo ora a metà classifica e, al quinto posto, giungiamo in Grecia, precisamente a Oia, Santorini. È la classica Grecia, quella delle cartoline, con case bianche, tetti piatti o a cupola di un colore blu intenso, quella dei muri pieni di bouganville e delle splendide terrazze affacciate sul mare. Una Grecia caratteristica, un po’ stereotipata e anche un po’ cara, ma sempre bella.
Credits: @bledslovenia Bled
Uscendo dai confini, ma senza doversi spostare troppo, il sesto borgo più bello d’Europa si trova in Slovenia ed è Bled. Cittadina romantica e dalle bellezze naturali, quando si arriva a Bled bisogna per forza inserire nel proprio itinerario una passeggiata sul lungolago, simbolo distintivo del borgo, e un giro sull’isola di Santa Maria. Se si ha tempo, l’ideale sarebbe anche combinare la visita del borgo all’esplorazione delle Grotte di Postumia. Al settimo posto c’è poi il suggestivo Hallstatt, in Austria. Incastonato nei paesaggi delle alpi svizzere, il borgo si trova nell’area patrimonio UNESCO del Salzkammergut. Sembra che Halsatt sia stato il borgo da cui si sono ispirati i creatori di Frozen.
# Gli ultimi gradini della classifica
Credits: @nextriptheworld Trakai
Arriviamo ora agli ultimi posti della classifica dei 10 borghi più belli d’Europa. Per l’ottavo più bello siamo in Lituania, precisamente a Trakai. In mezzo a foreste laghi e scorci naturali incredibili, a 30km dalla capitale Vilnius, compare Trakai. Il punto forte del borgo è certamente il suo castello, risalente al XIV secolo e situato su un isolotto al centro del Lago Galvé. Caratteristico è anche il castello del nono borgo più bello del Vecchio Continente, Obidos, in Portogallo. Qui le mura ben conservate e la fortezza con spalti merlati e torri fanno respirare la storia del borgo. E infine, all’ultimo posto della classifica, c’è il paesino svizzero situato a 1606 metri d’altezza nel Canton Vallese, Zermatt.
# Gli altri borghi più belli d’Italia
Credits: @bapt_ou Vernazza
E se nella top10 non compaiono altri borghi del Bel Paese oltre ad Alberobello, l’Italia rimane una terra meravigliosa e i suoi borghi hanno sempre un pezzo di storia da raccontare. Proprio per questo anche se non sono entrate nei 10 più belli del Continente, nella classifica generale compaiono altre bellezze italiane. Quali? La magnifica città verticale della costiera amalfitana, Positano, caratterizzata da ripide scalinate e sentieri tortuosi ma che, insieme alle sue casette, la rendono patrimonio UNESCO. C’è anche la famosa “città che muore” di Civita di Bagnoregio, nel territorio della Tuscia, Viterbo. Non mancano poi la cittadina cinta da mura in provincia di Pisa, Volterra, e la coloratissima Burano. Infine, sempre in classifica, c’è la ligure Vernazza. Uno dei paesi più belli delle Cinque Terre, incastonate tra rocce e mare.
Dopo il successo del ticket mensile a 9 euro sperimentato nell’estate del 2022, da una settimana è in prevendita il nuovo abbonamento low cost per viaggiare su tutti i mezzi pubblici in tutto lo Stato tedesco. Vediamo quanto costa, da quando sarà valido e dove si potrà utilizzare.
In GERMANIA l’ABBONAMENTO LOW COST per tutti i MEZZI PUBBLICI: quando in ITALIA?
# Partita la prevendita del “Deutschlandticket”
Credits ralfskysegel-pixabay – Stazione Centrale Berlino
Approvato da entrambi i rami del Parlamento tedesco a dicembre 2022, all’interno del terzo provvedimento del pacchetto anti-crisi, l’abbonamento low cost è già in prevendita dalla scorsa settimana in tutta la Germania dopo che è arrivata la ratifica da parte del Senato dei Land. Si chiama “Deutschlandticket “ e al costo di 49 euro consente ai viaggiatori di utilizzare dal primo maggio 2023 i trasporti pubblici regionali e locali a livello nazionale a prescindere dallo stato federale o dalla società dei trasporti da cui hanno acquistato il biglietto. L’iniziativa è stata pensata su un orizzonte di due anni, anche se dal 2024 il prezzo potrebbe salire adeguandosi al tasso di inflazione, e secondo l’Associazione delle aziende di trasporto tedesche potrebbe convincere circa 5,6 milioni di persone ad abbonarsi per la prima volta.
Nello specifico si possono fare viaggi illimitati su metropolitane e treni suburbani, tram, autobus urbani e regionali, treni regionali (Interregio Express (IRE), Regional Express (RE), Regionalbahn (RB). Sono esclusi invece i treni a lunga percorrenza. Il Deutschlandticket si può caricare sulla tessera oppure acquistare via smartphone, temporaneamente anche in formato cartaceo con un codice QR. L’abbonamento si rinnoverà alla scadenza salvo che l’utente decida di interromperlo in modo anticipato.
# Un risparmio per i pendolari e un incentivo per i turisti
Credits stadtbusnormagen – Abbonamento lowcost
Il nuovo abbonamento consentirà un risparmio principalmente ai pendolari, a Berlino sarà più economico del 50% rispetto all’abbonamento precedente, e ogni Land potrà decidere ulteriori sconti in favore di categorie particolari come studenti e anziani. Potrà essere proposto come job ticket dai datori di lavoro e in questo caso il prezzo dovrebbe ridursi a 34,40 euro. Come per il ticket mensile a 9 euro, questa iniziativa consentirà anche di ridurre l’inquinamento prodotto dai mezzi privati e fungere da incentivo per decine di migliaia di turisti che potrebbero scegliere la Germania come meta estiva nel 2023.
Prendendo spunto dall’accordo tedesco tra Lufthansa e la Deutsche Bahn (la società di trasporto ferroviario della Germania), anche i due più grandi fornitori di servizi di trasporto italiano hanno deciso di collaborare per proporre ai loro passeggeri un biglietto combinato treno + aereo. Un viaggio più sostenibile, comodo e che semplifica gli spostamenti delle persone che abitano nelle città senza aeroporti o con scali aerei poco collegati con le città internazionali. Ecco di cosa si tratta.
Arriva il biglietto TRENO-AEREO
# Il biglietto combinato
Credits: ita-airways.com Ita Airways e Trenitalia
Ita Airways e Trenitalia hanno deciso di unirsi per offrire il biglietto treno-aereo: con un’unica transizione i viaggiatori possono prendere sia il treno che l’aereo, così da poter raggiungere l’aeroporto di partenza del proprio volo in treno, oppure tornare a casa sempre con il mezzo ferroviario. Non si sta parlando però di treni come il Malpensa Express per l’aeroporto di Milano, che collega il centro città allo scalo aereo, ma di viaggi extra-regione o, in generale, che comportano svariati chilometri in treno. Un esempio? Grazie alla partnership tra Ita Airways e Trenitalia, una persona può prendere un unico biglietto e con esso salire su un treno alta velocità che da Bologna porta a Roma Fiumicino, recarsi in aeroporto e salire su un aereo Ita Airways.
Il biglietto combinato è però valido solamente per destinazioni internazionali o intercontinentali, per quanto riguarda Ita Airways, e mete domestiche per le tratte offerte da Trenitalia.
# Al via il biglietto integrato per Roma Fiumicino
Credits: @aeroporti_di_roma Roma Fiumicino
Attualmente la proposta del biglietto combinato treno-aereo è utilizzabile solo a Roma, ma si spera che sarà da esempio anche per gli hub milanesi, che sono gli altri grandi aeroporti internazionali del Paese. Nel febbraio di quest’anno, Ita Airways, Trenitalia e Adr (la società Aeroporti di Roma che gestisce gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino) hanno iniziato a lavorare sull’accordo e l’offerta è definitivamente attivada mercoledì 5 aprile, proprio poco prima di Pasqua. Ma come funziona questo biglietto integrato?
# Come funziona
Credits: ita-airways.com sito Ita Airways
Per acquistarlo è sufficiente andare su uno dei canali commerciali, diretti e indiretti, di Ita Airways, è indifferente infatti se si acquista il biglietto sul sito della compagnia aerea, sull’app, tramite agenzia di viaggio, presso il customer center o alla biglietteria Ita in aeroporto. Una volta comprato il biglietto combinato, il passeggero riceverà due carte d’imbarco (per ora, più avanti magari si riuscirà a limitarsi ad un’unica carta d’imbarco e quindi ad un solo check in) e dovrà fare il check in per entrambe le tratte, quella aerea e quella ferroviaria. Per il viaggio in aereo, il check-in si può effettuare fino a 48 ore prima dell’orario di partenza previsto per i voli Internazionali e 24 ore prima del volo Intercontinentale, sui canali di Ita Airways. Per il viaggio in treno, invece, si accede 72 ore prima della partenza al sito check-in.Accesrail.com dove si inserirà il numero del biglietto (o Pnr) di Ita per ricevere la carta di imbarco della tratta ferroviaria.
# Una scelta sostenibile
In realtà Trenitalia ha già stipulato altri accordi con vettori aerei, ma questo è il primo tra due partners italiani. Sul sito della compagnia Emirates si trovano infatti biglietti integrati con viaggi Trenitalia.
La scelta di combinare treno e aereo è vincente e potrebbe diventare il futuro per molti viaggi, non solo per un fatto di comodità, ma anche per il nostro pianeta. Il treno infatti inquina meno dell’aereo, quindi, per le tratte domestiche, è molto più sostenibile scegliere il trasporto ferroviario.
In Irlanda si trova un lago con la forma del simbolo nazionale: la Guinness, la birra scura con il sottile strato di schiuma sulla superficie.
Il GUINNESS LAKE: il LAGO a forma di BIRRA
# Un luogo famoso
Nella valle glaciale chiamata Lug a ‘Lágha, più semplicemente Luggala, nella contea di Wicklow, si trova il lago Lough Tay, uno dei luoghi più visitati e fotografati d’Irlanda, in cui si trova Luggala Castle, castello settecentesco che è stato sfondo di film famosi come Camelot, Excalibur, Braveheart, King Arthur e serie tv come The Tudors. Il castello ha anche ospitato star famose come Mick Jagger, i Beatles e Michael Jackson. Pur essendo una proprietà privata, i visitatori che fanno trekking nel Parco nazionale di Wicklow, possono passarvi e ammirarlo, ma rispettando la privacy del luogo.
Luggala Castle fu costruito dalla famiglia La Touche, fondatori della Bank of Ireland, che era proprietaria del territorio di quella che ora è conosciuta come Guinness Estate, proprietà privata che limita l’accesso al lago. L’area oggi appartiene alla famiglia Guinness, che l’ha acquistata nel 1937 per il matrimonio di Oonagh, figlia di Ernest. Il lago è la principale fonte di acqua per la produzione della famosa birra, e la sua forma ricorda proprio quella di una pinta: acqua scura come la bibita, data dalla raccolta della pioggia e filtrata attraverso la torba, e una striscia di spiaggia bianca, come la schiuma sulla cima del bicchiere.
Il lago è alimentato dal fiume Cloghoge, la spiaggia è stata importata ed è circondato da verdi montagne praticabili con percorsi attrezzati per il trekking, che offrono una spettacolare vista del luogo. I primi sentieri risalgono al 1949, data in cui sono stati tracciati dal Club Alpino irlandese, molti di essi portano a pareti di granito attrezzate per l’arrampicata su roccia, che si pratica nel luogo dagli inizi del secolo scorso. Raggiungendo la cima delle montagne si nota subito la singolare forma del lago e si può ammirare lo stupendo panorama fiabesco, fatto di prati e foreste, nascosto tra i quali si trova il castello bianco di Luggala.
Credits Ufficio Stampa - Nuova convalidatrice contactless su bus 73
Il pagamento con carta di credito o bancomat è disponibile già da qualche anno in metropolitana. Il servizio verrà esteso nei prossimi giorni su tutta la rete di trasporto pubblico di superficie. Vediamo come funziona.
Anche su BUS e TRAM di Milano si potrà PAGARE col CONTACTLESS
# Dopo la metropolitana si potrà pagare con carta o bancomat anche su bus e tram
Nel 2018 il pagamento contactless era stato reso operativo sulla metropolitana, oggi è attivo su tutte è cinque le linee, consentendo a chiunque di scendere in banchina avvicinando carta di credito, bancomat o il telefono dotato di app per i pagamenti sui tornelli abilitati. L’innovazione arriva ora anche su bus, tram e filobus. La data da cerchiare sul calendario è quella di giovedì 13 aprile 2023 quando su tutta la rete di trasporto di superficie, dopo la sperimentazione su tre linee dal 2020, si potrà pagare il biglietto direttamente a bordo del mezzo. Nei giorni scorsi infatti Atm ha terminato l’installazione dei 1500 dispositivi per il pagamento grazie un investimento complessivo pari a 12 milioni di euro. I circuiti abilitati sono Mastercard, Visa, American Express, Maestro e VPay.
# Come funziona il sistema
Credits Ufficio Stampa – Nuova convalidatrice contactless su bus 73
Il pagamento avviene come in metropolitana solo che, al posto dei tornelli, la carta o il telefono è da avvicinare al nuovo lettore con schermo lcd installato su un palo all’interno del bus o del tram. L’avvenuto pagamento viene segnalato da una luce verde e da un bip di conferma. Se si rimane all’interno della zona tariffaria Mi1-Mi3 l’operazione si rende necessaria solo alla salita sul mezzo di trasporto, oltre questa zona tariffaria si deve ripetere anche prima della discesa per consentire il corretto calcolo della tariffa e le linee coinvolte sono le seguenti: 121, 130, 140, 165, 166, 327. L’obiettivo di Atm è passare dal 60% dei biglietti paperless, 47 milioni in totale dall’avvio del servizio, all’80% nei prossimi anni.
# Dal primo maggio altre funzioni con il rilascio della nuova versione dell’app Atm
App atm
L’innovazione Atm coinvolgerà a maggio2023 anche l’app che con la nuova versione vedrà migliorate alcune funzionalità. Tra queste ci sarà il calcolo del percorso di viaggio, la visibilità per l’acquisto di biglietti e abbonamenti e delle fermate preferite. Nel 2024 poi verrà presentata un’app rivoluzionata rispetto a quella attuale che consentirà ad esempio di caricare l’abbonamento sullo smartphone.
Sono in corso da 12 anni i lavori per la costruzione di 1,9 km di metropolitana e due stazioni, Sesto Restellone e Cinisello-Bettola, che avrebbero dovuto inaugurare per Expo2015. I cantieri sono al momento fermi dopo che l’ultima società appaltante ha risolto il contratto per alcuni inadempienze di altre aziende, tra cui la mancata realizzazione di alcune opere come manufatti essenziali per la metropolitana. Le stime più ottimistiche ipotizzano la conclusione dei lavori non prima del 2026.
La stazione di Sesto Restellone
Credits stedase IG – Sesto Restellone
Tra le due stazioni di prolungamento della M1 quella di Sesto Restellone è quella più avanti con i lavori. Sono già stati posati i binari e il corpo stazione ha la sua conformazione quasi definitiva ma il cantiere è in pausa.
La stazione di Cinisello-Bettola
Credits arpan98 IG – Cantiere Bettola M1
Sono fermi anche i lavori presso la stazione di Cinisello Bettola dove la situazione è ancora più in alto mare. Attualmente si presenta come un “cratere” dove avrebbe dovuto esserci il centro commerciale e nelle ultime foto si vede la galleria al grezzo in arrivo dalla stazione di Sesto-Restellone e un abbozzo di quello che dovrebbe diventare la stazione vera e propria.
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
Il 30 giugno 2023 si attende l’inaugurazione di due nuove stazioni della quinta linea metropolitana di Milano, Tricolore eSan Babila. Il restante tracciato della M4aprirà entro la fine del 2024. Vediamo lo stato di avanzamento dei rispettivi cantieri.
Il cantiere della stazione Tricolore
Credits Urbanfile - Stazione Tricolore M4
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Credits Urbanfile - Stazione Tricolore M4
Credits Urbanfile - Ascensore stazione Tricolore M4
La stazione di piazza Tricolore è quella in fase più avanzata tra le due previste in apertura la prossima estate. L’area pedonale in pietra è di fatto conclusa, come si vede dalle foto di Urbanfile, mentre per le uscite è in corso la posa finale del rivestimento delle pareti e mancano le ultime rifiniture così come in pannelli esterni in vetro della copertura delle scale mobili. Rispetto al progetto originale sono sparite le aiuole.
Le foto dalla stazione di San Babila
Liberata Grasso Fb - Cantiere stazione San Babila
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Liberata Grasso Fb - Cantiere stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Stazione San Babila foto scale
Liberata Grasso Fb - Stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Ascensore e scale stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Scale stazione San Babila a fianco scale M1
Il cantiere di piazza San Babila inizia a far vedere dove e come saranno gli accessi per i viaggiatori. Le foto di Liberata Grassopubblicate sul gruppo facebook “Milano – Progetti e cantieri” mostrano gli ascensori e le scale mobili già allestite con copertura e insegna e le scale fisse già realizzate al grezzo. Sulla piazza saranno presenti scale fisse e un ascensore. Su corso Europa scale mobili con uscita e entrata a livello strada. La stazione avrà un interscambio con la linea M1, anche se si dovrà uscire e rientrare dai tornelli.
La tratta a Ovest della M4: da Santa Sofia a San Cristoforo FS
Credits Urbanfile - Cantieri M4
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Credits Urbanfile - Frattini
Credits Urbanfile - Tolstoj M4
Credits Urbanfile - Gelsomini M4
Credits Urbanfile - San Cristoforo uscite M4 metropolitana
Credits Urbanfile - San Cristoforo uscite M4 lato binari stazione ferroviaria
Dopo l’apertura della tratta est, con la sistemazione quasi definitiva delle aree di superficie, ora è in corso la riqualificazione delle aree lungo la tratta ovest. Dalle ultime immagini di Urbanfilesi può osservare la situazione di alcuni cantieri: Frattini, Tolstoj, Gelsomini e San Cristoforo. Le stazioni della tratta centrale di Sforza-Policlinico, Santa Sofia e Vetra sono quelle più in ritardo con i lavori, a causa dei ritrovamenti archeologici, e non sono ancora alla fase di sistemazione a livello strada.
Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line
Tra le stazioni previste per la nuova Circle Line, dopo quella Tibaldigià inaugurata a dicembre 2022, altre due avranno la precedenza rispetto alle altre: Stephenson e MIND-Merlata. Per la seconda è già stato presentato un primo rendering.
MIND-Merlata, la stazione green
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
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Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato strada
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato passerella
La stazione di MIND-Merlata verrà costruita tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano. La sua struttura è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale e dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione 3TI Progetti, come spiegato da Urbanfile, si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.
A tutti è capitato, di ritorno a Milano da un viaggio in una città europea e non solo, di provare un po’ di amarezza mista a rabbia. Ci asteniamo assolutamente dal pensare che l’erba del vicino sia sempre più verde e anzi, siamo convinti che la nostra città stia diventando sempre più moderna, tecnologica e attrattiva. I prezzi delle case in continuo rialzo e l’aumento di visitatori italiani e stranieri in continua crescita ne sono la prova. Resta però quella sensazione di sconforto rassegnazione nel vedere che alcune cose non cambiano mai. E pensare che spesso basterebbe così poco.
L’AMAREZZA del ritorno a Milano da UN VIAGGIO in una GRANDE CITTÀ d’EUROPA
# Ad esempio… ritorno da Madrid
Milano v.s. Madrid
Una scarsa attenzione per l’arredo urbano, una modesta valorizzazione del patrimonio archeologico e monumentale, un’illuminazione sempre un po’ deprimente, pulizia di strade e marciapiedi non sufficiente…Certo ogni città ha i suoi problemi e per scoprirli magari si dovrebbe soggiornare lunghi periodi, ma noi cerchiamo di prendere il meglio dagli altri. Come ci segnala il nostro lettore Livio Dario Brambilla dopo un viaggio a Madrid:
“Sono da poco rientrato da un viaggio a Madrid. Non ho avuto il tempo per testare meglio la città però alcune cose le ho notate:
Nessun graffito sui muri e sui treni
Pulizia assoluta
Parchi pubblici enormi e tenuti benissimo
Quasi nessuno che chiede la carità
Polizia sia urbana che nazionale ovunque, sia di giorno che di notte
Nessuno ha tentato di vendermi accendini, fiori o quant’altro
La benzina costa in media 20 cent in meno
I taxi si possono prendere al volo e costano poco, nessun tassista si è lamentato o peggio rifiutato per corse brevi.
Mi hanno detto che il pericolo maggiore sono i borseggiatori, ma lì almeno non li portano in televisione.“
Vi invitiamo allora a segnalarci altri esempi di città dove alcune cose funzionano meglio e dalle quali potremmo prendere esempio.
Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it
ANDREA URBANO
Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…
Milano Art Week: settimana completamente dedicata all’arte moderna e contemporanea. Tanti gli appuntamenti speciali e le opportunità di incontro diffuse per la città. Info QUI.
Jeff Berlin: la leggenda del basso elettrico, forse il miglior solista al mondo, si presenta in quartetto al Blue Note. Doppio spettacolo alle 20.30 e 22.30.
Modà: quarta e ultima serata della band a Milano. Ancora al Teatro degli Arcimboldi, alle 21.00, con l’affascinante arrangiamento per orchestra.
Freaks & Comedy Show: serata di stand-ip comedy allo Zelig, per riprendersi dal torpore lungo weekend. Sorrisi ed acrobazie a partire dalle ore 21.00.
Benfica – Inter: molti schermi nei locali in città per la prima delle milanesi impegnata ai quarti di Champions. La prima si gioca a Lisbona.
#Mercoledì 12/4: la serata di Milan – Napoli, revival con Pravo, Caputo e Zero
Renato Zero – Credits: Metropolitan Magazine
Il Salotto Musicale: lo speciale appuntamento nella Sala Esedra Museo Teatrale Alla Scala, ospita Clara Riccucci al clarinetto e Federico Pulina al pianoforte. Inizio alle ore 18.00.
Il gabbiano – Progetto Čechov, prima tappa: al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler è prevista una trilogia tutta Čechov. Il primo epsidio è Il Gabbiano, che debutta alle 19.30 e resta in replica fino al 16 aprile.
La numero 13: flusso di esperienze e riflessioni che una donna esprime passando accanto ad una tomba del Monumantale, la tomba numero 13. In scena fino al 29 aprile al Teatro Elfo Puccini. Il primo sipario è alle 19.30.
Pupo di zucchero – La festa dei morti: se è vero che la notte di Ognissanti il mondo dei vivi e quello dei morti si ricongiungono, lo spettacolo di Emma Durante lo può dimostrare. Debutta alle 19.30 al Piccolo Teatro – Melato e resta in scena fino al 23 aprile.
Abbrassens: monologo e canzoni di Brassens, proposte tradotte per la prima volta in italiano. L’idea è di Alberto Patrucco, insieme al duo Jacopo e Dimitri Pugliese. Al Teatro della Cooperativa alle 20.00, in replica fino al 16.
La vertigine di Giulietta: musica, danza e acrobazie che ruotano intorno ai tormenti della Giulietta di Shakespeare. In scena al Teatro Menotti alle 19.45, fino a domenica 23.
L’uomo che oscurò il Re Sole: Alessio Boni e Alessandro Quarta portano in scena Moliere nella Sala Grande del Franco Parenti. Debutto alle 20.00, in replica fino al 30 aprile.
Miracoli Metropolitani: dramma ironico o commedia dispotica? Succede di tutto nella cucina di un ristorante che fa consegne a domicilio per tolleranti alimentare. In scena fino a domenica 23 aprile nell’altra sala dellì Teatro Elfo Puccini. Debutto alle 20.30.
Let’s get lost: Peppe Ragonese omaggia Chat Baker, suonando e rivisitando i migliori sccessi di una leggenda del jazz. Al Blue Note alle 20.30.
Lolita: reading teatrale di Paolo Calabresi, sulle musiche di Violetta Zironi, è la Nota del martedì del Teatro Carcano. Sipario alle ore 20.30.
Tre uomini e una culla: la delicata commedia in stile francese, per la regia di Gabriele Pignatta, è in scena al Teatro Manzoni. Sipario alle 20.45, in replica fino al 23/4.
Ispirazioni: Robert Schumann e Francisco Goya nel concerto del pianista Javier Perianes. Alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano alle 20.45.
Sono cambiato: si presenta così Angelo Duro, con il nuovo spettacolo previsto al Teatro degli Arcimboldi. Se sarà meno scontroso o incazzato, si scoprirà dietro il sipario, che apre alle 21.00.
Tropea: la pop band milanese parte da “casa” con il suo nuovo Spring Inferno Tour. Alle 21.00 sono live ai Magazzini Generali.
Geolier: rap napoletano, routine quotidiana e accento sui bambini, sono live all’Alcatraz. Lo show inizia alle 21.00.
Lil Tjay: al rap napoletano risponde quello doc di new york, un po’ old school e molto meno melodico. Lil è ospite del Fabrique alle 21.00.
Calibro 35: la band rock italiana riprende il confronto coi fans a 3 anni dalle ultime esibizioni live. Dove Eravamo Rimasti Tour alle 21.00 al Circolo Magnolia di Segrate.
Patty Pravo: la ragazza del Piper, oggi Pigramente Signora, è live a Milano al Teatro Nazionale. Lo spettacolo ricco di grandi successi e aneddoti, è previsto alle 21.00.
Sergio Caputo: 40 anni di carriera da quel Sabato Italiano per il cantautore milanese, celebrati con un concerto live al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle 21.00.
The Beatbox: tribute band per i Beatles, omaggiati nello spettacolo live The Magical Mistery Story. Tutto il meglio del repertorio del quartetto di Liverpool è al Teatro Repower di Assago, alle 21.00.
Renato Zero: primo dei 3 appuntamenti meneghini con l’istrionico tour Zero a Zero, una sfida in musica. Renato si prende il palco del Mediolanum Forum fino a sabato 15 e aspetta i suoi sorcini alle 21.00.
Milan – Napoli: il derby italiano per accedere alle semifinali di Champions. La prima è a San Siro alle 21.
#Giovedì 13/4: Lucia di Lammermoor alla Scala, mercatini e Tori Amos
Tori Amos – Credits: pitchfork.com
Giovedì dei mercatini milanesi: è uno dei giovedì più pieni di mercatini, diffusi nei quartieri di Milano. Dal vintage di Piazza Diaz e di Via Olona, al mercato agricolo del Villaggio Barona al Buono in Tavola di via Ansperto e San Maurizio al Monastero Maggiore, La città si sveglia presto e finisce a tardo pomeriggio. Orari diversi tra le 8.30 e le 19.00.
Ta ta ta taà! – Altri pomeriggi Under30: la violinista Andrea Obiso e il Direttore George Pehlivanian, sono i protagonisti assoluti della maratona al Teatro Dal Verme. Alle ore 10.00 c’è la prova aperta al pubblico, alle 18.45 la conversazione-concerto col pubblico e alle 20.00 lo spettacolo.
Lucia di Lammermoor: riparte con l’opera di Donizetti la stagione lirica del Teatro alla Scala. ConLisette Oropesa che interpreta Lucia e Juan Diego Flór nei panni di Edgardo, resta in scena fino al 5 maggio. Sipario alle 20.00.
Janis take another little piece of my heart: debutta al Teatro Bruno Munari uno spettacolo tratto dalla vita e le canzoni di Janis Joplin. In scena alle 20.30 Marta Mungo e Davide Del Grosso, padroni di casa fino al 13 maggio.
La donna seduta: liberamente ispirato dalle parole del fumettista argentino Copi, lo spettacolo racconta un mondo apparentemente lontano, ma che ci coinvolge intimamente. In scena fino a domenica 16 al Teatro Litta, sipario alle 20.30.
Zio Vanja: il peggio della famiglia disfunzionale nel capolavoro di Anton Čechov, che il Teatro Fontana ospita a partire dalle 20.30. In replica fino a domenica 16/4.
Il Dio bambino: monologo quanto mai attuale di Gaber e Luporini, interpretato da Fabio Troiano. È di scena fino a domenica al Teatro Carcano, per la regia di Giorgio Gallione. Il debutto è alle 20.30.
Rach Festival #1: celebrazione dei 150 anni dalla nascita di Sergej Rachmaninov. Rende omaggio la Sinfonica di Milano, con il solista Alexander Romanovsky al pianoforte e la direzione di Claus Peter Flor. Inizio spettacolo alle 20.30 all’Auditorium.
Ida Nielsen & The Funkbots: la stupenda bassista scoperta da Prince, è in concerto al Blue Note, con la consueta formula del doppio appuntamento. Primo spettacolo alle 20.30, in eplica alle 22.30.
46 tentativi di lettera a mio figlio: monologo divertente e in parte autobiografico per Claudio Morici, che mette in scena le fragilità maschili. Dal 13 al 16 aprile al Teatro della Contraddizione. Debutto alle 20.45.
Sette Spose per Sette Fratelli: musical amato dal pubblico, con tanto di orchestra dal vivo, arriva al Teatro Nazionale e debutta alle 20.45. La commedia resta in scena fino al 30 di aprile.
Volevo fare la showgirl: è Gianpaolo Gambi che questa settimana si incarica di portare a Milano il “politicamente corretto” e il “pensiero inclusive” e gli l’accento sulle “famiglie non tradizionali”. Chissà quali le novità in scena al Teatro Lirico alle 21.00.
Jackson Live: la tribute band composta da danzatori di alto profilo, accompagnata da musicisti di valore, porta in scena il repertorio e le coreogradie del Re del Pop. Impersona MJ Andrea Imparato, alle 21.00 al Teatro Repower di Assago.
Largo al Factotum: raffinato e divertente viaggio nella musica classica, con Elio all’interpretazione dei classici da Mozart a Weill. Accompagna Roberto Prosseda al pianoforte e li troviamo al Teatro De Silva di Rho alle 21.00.
Tori Amos: unica data italiana per la dotatissima interprete statunitense. È possibile ammirarla al Teatro degli Arcimboldi, per lo show che inizia alle 21.00.
Mi Ami preview: una delle 4 anteprime di avvicinamento al Festiva Mi Ami di fine maggio, è di scena al Teatro Filodrammatici. Ospiti della prima serata sono Andrea Poggio e Guinevere alle 21.15.
VelvEtnoJazz: alle 21.30 chiudono questo giovedì le sonorità jazz contaminate da inflienze mediterranee del quartetto latin-jazz. Sono gli ospiti del palco al Garage Moulinski.
#Venerdì 14/4 (diurno e serale): design a San Vittore, antiquariato a Novegro e in centro, chiude la settimana un ponte tra la art week e il prossimo grande evento milanese
Senza Invito a San Vittore – Credits Repubblica del Design
Senza Invito: esposizione di opere e concetti di design realizzati dai reclusi, in una conferenza stampa per giornalisti che presenta un progetto unico e con soluzioni innovative. Dalle 10.30 alle 11.30 presso il carcere di San Vittore.
BUIO Art Festival: le opere di 6 artisti visivi affermano la visione del contrasto tra il buio e la luce. La mostra apre alle 11.00 in via Laghetto 2 e resta fino al 21 aprile.
Brocantage: mostra del collezionismo e delle curiosità dell’antiquariato giunge alla sua 266 edizione. Apre alle 12 di venerdì e continua per tutto il fine settimana al Parco Esposizioni di Novegro.
Laghetto Street Market: artigianato, ingegno e collezionismo per il mercatino di via Festa del Perdono. Apre alle 8.00 e chiude alle 18.00.
Firmacopie con Flavia Cercato:Il Mio Libro/Scatola Lilla ospita il firmacopie di presentazione del romanzo Il destino dell’ortica. Con l’autrice a partire dalle 18.30.
Degustazioni d’arte: le visioni prospettiche di M.C. Escher, le provocazioni di Marcel Duchamp e i “giochi” di Maurizio Cattelan in un talk condotto da Giorgio Fipaldini. Alle 19.00 a Casa Xiaomi.
Everything by NOHLAB: opening che si propone di fare da anello di congiunzione tra la Art Week e il Salone del Mobile. Succede alla 19.00 al MEET Digital Culture Center.
Milano città operosa e industriosa: ci sono prodotti così famosi che hanno travalicato i confini di città, stato e mondo, entrando nel mito. Molti di questi non si sa che sono nati proprio qui.
Siamo CAMPIONI DEL MONDO: 10 celebri prodotti che sono di Milano, anche se pochi lo sanno
#1 Lambretta
Il nome viene dal Lambro e da Lambrate, il quartiere dove si trovava l’azienda meccanica Innocenti di Milano, che la produsse dal 1947 al 1972 segnando un’epoca (e diventando concorrente della pisana Vespa).
La mitica compressa effervescente prodotta dalla Bracco, storica azienda farmaceutica meneghina. Oggi questo integratore alimentare in grado di assicurare nuova energia per il corpo e per la mente è stato superato in fama da altri, ma intere generazioni gli devono i voti scolastici e la promozione.
#3 Il Tratto Pen
E’ il pennarello più tecnico e professionale del mondo – per i più piccoli ci sono i Giotto, in variante matite e pastelli. A produrlo dal 1975 è la Fila, di Pero.
#4 Brugola
Il Signor Egidio Brugola (Lissone, 1901 – Lissone, 1958) depositò il brevetto di questo attrezzo nel 1945, ma l’azienda esiste da 1926, ed è tuttora attiva in quella via Aliprandi dove il capostipite della famiglia diede fissò il primo bullone di un successo planetario.
#5 La Linea della Agostina
A disegnarla fu Osvaldo Cavandoli. A renderla eterna fu Carosello. A ricordarla è ancora oggi quella buffa parlata in slang milanese.
#6 Moleskine
Sono “la” agenda business per eccellenza. Colorata, di design, minimal ma eleganei: l’idea è parigina, coglie certe finezze delle legatorie francsi della fine del XIX secolo e l’inizio del XX, ma la produzione è italiana, frutto di una combinazione di lavoro artigianale a mano e lavoro industriale automatizzato.
#7 Tucano Urbano
L’icona dell’eleganza tecnica per i motociclisti, da città come da fuoristrada. Tra Peschiera Borromeo (Milano Sud) e Milano centro produce abbigliamento e accessori per moto, bici e scooter.
#8 Le patatine San Carlo
Degno di un “Forse non tutti sanno che“, la rosticceria San Carlo già nel 1923 era famosa per le sue porzioni di croccanti patatine servite nel minuscolo negozio di via Lecco-Porta Venezia.
Negli anni sono arrivati la consacrazione dal pubblico sempre più ampio, il successo, l’impero e la distribuzione in tutto il mondo. Per celebrarne il successo, nel 2016 è stata messa in commercio una versione della patatina al forno con la ricetta delle origini (nella foto, un frame della sua réclame).
#9 I nani di Fiorucci
Sono della Kartell, azienda nata nel 1949 a Noviglio, dove ancora si trova. Famosa in tutto il mondo per lampadari e sedie e arredi in materiale plastico coloratissimo e pop, negli anni ’80 e ’90 fece impazzire grandi e piccini con questo nano diventato uno delle icone di un’altra icona di Milano, la boutique-brand Fiorucci.
10 Coppa dei Campioni
La fabbrica della Coppa dei Campioni, ma anche della Coppa Uefa, della Supercoppa, e di numerosi trofei, medaglie, anche olimpiche, targhe e premi assortiti si trova a Paderno Dugnano.
Il proprietario Giorgio Losa è il titolare della Gde Bertoni: nata nel 1900 come bottega artigianale, fino al 1995 era conosciuta come “Bertoni, Milano”.
Nel 1972 vinse l’appalto della federazione calcistica mondiale per la progettazione e la realizzazione del trofeo che doveva prendere il posto della Coppa Rimet, che nel 1970 il Brasile aveva vinto definitivamente battendo 41 l’Italia in Messico. Da allora il signor Losa ha conquistato il mondo, ma non lo ha fatto sapere a molti.
Un celebre detto dice che : ‘se Milano avesse lu mari sarebbe una piccola Bari’. Ebbene Milano il mare lo ha eccome. Ma a differenza delle altre città costiere, se l’è costruito tutto da sola.
L’IDROSCALO, storia e curiosità del piccolo MARE di Milano
#1 Origini: l’era degli idrovolanti
Idroscalo il 12 luglio 1959 (FARABOLAFOTO)
L’idroscalo fu realizzato alla fine degli anni venti come scalo per idrovolanti che, all’epoca, rappresentavano gli aerei di linea per eccellenza sulle grandi distanze. Gli aerei terrestri infatti avevano il problema di non disporre di lunghe piste adeguate per le operazioni di decollo e atterraggio in quanto la situazione aeroportuale dopo la prima guerra mondiale era disastrosa. Gli idrovolanti non avevano tale problema perciò, fin dall’inizio della seconda guerra mondiale, le principali rotte erano coperte da essi.
Nel 1926 si pensò quindi alla realizzazione dello scalo. Il progetto fu curato da Gino Utili che individuò l’area al confine con i comuni di Segrate e Peschiera Borromeo.
I lavori iniziarono nel 1928 e furono condotti speditamente, tanto che nel 1930 lo scalo venne inaugurato, anche se mancante di alcune parti come gli hangar, i locali amministrativi e di controllo. La costruzione di queste parti procedette più a rilento.
#2 Sede di competizioni internazionali
Già durante i lavori si comprese che, oltre all’utilizzo originario, la grandezza del bacino acquatico fosse tale da poter consentire un utilizzo sportivo. Nel 1934 infatti si tennero i Littoriali del Remo e nel 1938 gli europei di canottaggio e motonautica.
Nel tempo gli idrovolanti furono sempre meno usati e i fini sportivi soppiantarono gli usi aerei dell’area.
#3 La cittadella dello sport
Dopo la seconda guerra mondiale e il successivo rimboschimento degli anni Cinquanta, l’Idroscalo diventò un classico delle domeniche per i milanesi e gli abitanti dell’hinterland, attirati dal connubio tra il verde e la presenza di spiagge dove potersi rilassare.
Oggi si estende su 1,6 chilometri quadrati ed è sede di eventi e manifestazioni sportive. Si possono infatti praticare 22 discipline tra cui : rugby, vela, canoa, pallamano, perfino surf.
Vi sono aree giochi per i bambini, giardini dedicati ai cani, spiagge estive attrezzate.
#4 Il giardino dei giochi dimenticati
Qualche curiosità: all’interno dell’Idroscalo c’è Aulì Ulè, che è il giardino dei giochi dimenticati, e uno spazio dedicato all’arte associato con l’Accademia delle belle arti di Brera, che ha permesso la creazione di un laboratorio permanente e in espansione dove i giovani studenti possono lavorare ed esporre.
#5 Le sue doti uniche
L’Idroscalo si tratta di un bacino artificiale a suo modo unico al mondo. Lungo circa due chilometri e mezzo e largo trecento metri, profondo tra i tre e i cinque metri, è alimentato da acque sorgive. Presso l’idroscalo, soprattutto nel periodo estivo si organizzano eventi, festival e concerti. I festival più importanti sono il Gods of Metal, l’Evolution Festival, il Mi Ami Festival e l’Aquabike Music Festival. Tra gli eventi sportivi ha ospitato i campionati del mondo di Canottaggio (1988, 2003) e di Canoa/Kayak (1999, 2008, 2010, 2015).
Cantante, attrice, autrice di canzoni e donna sempre attiva nell’ambito dell’impegno civile. Maria Monti, all’anagrafe Monticelli, è una milanese raffinata, riferimento per la cultura e lo spettacolo, non solo della nostra città.
MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia
Maria Monti
Nasce a Milano il 26 giugno 1935, prima ancora dei vent’anni si esibisce nei cabaret meneghini, cantando brani composti da lei stessa. Fu proprio lei a coniare il termine “cantautore”: è il 1959, la casa discografica RCA deve organizzare uno spettacolo per lanciare alcuni suoi artisti, con l’esibizione di Sergio Endrigo, Gianni Meccia e proprio di Maria Monti. Il produttore Vincenzo Micocci deve realizzare una locandina e, proprio alla presenza della Monti, si chiede con quale termine artistico chiamare questi cantanti, che scrivono loro stessi le canzoni che propongono. Maria Monti suggerisce la parola “cantautore” e Micocci accetta subito la proposta.
# Musica con Gaber e Jannacci
Maria Monti – Giorgio Gaber
La nostra artista lavorò con Paolo Poli in due commedie degli anni sessanta e settanta, prima ancora fece parte della compagnia di Ugo Tognazzi e Lauretta Masiero nel varietà “Uno scandalo per Lilly”, mentre nel 1955 apparì per la prima volta in televisione nello spettacolo “Primo applauso”.
In riva al mare, nella incantevole Baia del Silenzio di Sestri Levante, scrisse “Goganga” con Giorgio Gaber, che per un po’ fu il suo fidanzato. I due parteciparono poi al Festival di Sanremo nel 1961, con il brano “Benzina e cerino”, scritto da Enzo Jannacci, altro prezioso collaboratore della Monti.
# Cinema con Leone e Bertolucci
Maria Monti
Il suo esordio teatrale risale al 1954, in “Quando la luna spunta all’idroscalo”, mentre nel Cinema esordì nel 1962 in “Canzoni a tempo di twist”, per chiudere nel 2009 con “L’ultimo re”. In mezzo ci sono stati 25 film, tra cui “Giù la testa” di Sergio Leone, “Novecento” di Bertolucci e “La ragazza di via Millelire” di Gianni Serra del 1980, che racconta la vita difficile e spesso crudele dei giovani di allora nelle periferie di Torino.
# La regina del Folk
Fabio Buffa
E’ considerata una delle “regine” del Folk, ma soprattutto una delle primissime (forse addirittura la prima) cantautrice italiana. Ha collaborato anche con De Gregori, Dalla e Venditti.
Con Giorgio Gaber ebbe un grande successo in giro per l’Italia con lo spettacolo”Giorgio e la
Maria”, mentre nel 1964 vide il proprio disco, “Le canzoni del no”, sequestrato, per la canzone “La marcia della Pace”, in cui alcune strofe sono contro la Nato, il servizio militare e il concetto di Patria.
Memorabile è l’interpretazione della canzone “La Balilla”, interpretata con Gaber. La Monti ha realizzato, nove 33 giri, quindici 45 e cinque Ep. E’ stata in cinque trasmissioni Tv, tre sceneggiati più innumerevoli spettacoli teatrali.
Delle canzoni da lei stessa scritte, affermò, in un’intervista di alcuuni anni fa, di essere ancora legata a “L’Amatura” e “I fili della luce m’han tagliati”.
Credits Milano arte e pensieri Fb - Casa dell'edera
In salita le compravendite, ma si assiste a un crollo verticale per le richieste di abitazioni in affitto in città. Vediamo la situazione nel dettaglio nell’ultimo report di Immobiliare.it.
CROLLO della DOMANDA per le CASE in AFFITTO a Milano
# Nel primo trimestre 2023 prezzi in salita per l’acquisto di immobili in Lombardia, stabile quello delle locazioni
Credits emaarrigoni-pixabay – Lombardia
Nell’ultimo report di Insights, l’Osservatorio trimestrale sul settore residenziale curato da Immobiliare.it, emerge un quadro contrastante del mercato lombardo e milanese. In un contesto generale positivo per la Lombardia in questo inizio di 2023, dove si registra una crescita del 3% dei prezzi di vendita degli immobili, la media è di 2.440 euro al mq, e un aumento del 7,3% delle compravendite, i prezzi delle locazioni rimangono invariati a 15,5 euro/mq e la domanda cala del 6% contro una crescita dell’offerta del 10%.
# La domanda di case in affitto a Milano è crollata di oltre il 20%
Credits Andrea Cherchi – Milano case
Facendo un focus sul mercato immobiliare di Milano la situazione differisce rispetto a quella regionale. Nel primo trimestre 2023 i valori di vendita salgono di appena lo 0,7%, sfiorando i 5.200 euro/mq, e le compravendite aumentano del 3,6%, della metà rispetto al dato generale della Lombardia. I dati più interessanti riguardano però le locazioni. A fronte di una crescita dei prezzi del 3,3% a 21,6 euro al mq, la domanda di case in affitto ha registrato un vero crollo: pari a un meno20,7% che si accompagna a un accumulo di stock del 20,4%. Al contrario nell’hinterland si evidenzia una crescita del 2.2%.
Milano non è però l’unica città della Lombardia a registrare questo trend. A Cremona e a Pavia la domanda è calata rispettivamente del 23,5% e del 34,3%, in sensibile discesa anche i comuni di Bergamo, Lodi, Mantova, e Sondrio.
Spopolano le auto elettriche anche se preoccupa sempre il problema dei punti di ricarica. La soluzione potrebbe arrivare da una startup tedesca.
L’idea tedesca: ricaricare l’AUTO ELETTRICA con i LAMPIONI STRADALI
Ph. andreas160578
Rilanciamo il progetto di qualche anno fa di una startup tedesca, Ubitricity: creare un sistema per cui lampioni della città non servano solo a erogare energia luminosa, ma che siano anche dei carica batterie a emissioni zero per le auto elettriche.
Il progetto sembra interessante per diversi motivi.
Innanzitutto perché si parla di innovazione e sostenibilità con un progetto applicabile in ogni grande città.
Quindi, un progetto interessante, dallo zero impatto ambientale ma dal grande impatto sociale: l’applicazione di una piccola scatola metallica al lampione e la presenza di una presa elettrica potrebbero rendere più facile l’operazione della ricarica delle auto elettriche, spazzando via la diffidenza dei molti intimoriti dall’uso di veicoli elettrici per la difficoltà delle sorgenti di ricarica
Perché il progetto si propone come innovativo e pure facile da usare. Oltre al focus ambientale e dell’elettrico, propone anche un sistema di pagamento con apposita carta, da saldare online in un secondo momento (simile a quelle usate a Milano per il car sharing).
E vogliamo metterci l’affare economico? Riportava ilmitte.com: “secondo l’azienda, le centraline applicate ai lampioni costeranno all’amministrazione decisamente meno rispetto alla costruzione di nuove stazioni di ricarica. Trecento euro anziché quasi diecimila”.
In Germania si è partiti con la sperimentazione, anche a Berlino. E Milano dove i lampioni non mancano. Perché restare al palo?
A Milano la crisi abitativa è un problema presente da anni e che fatica a trovare una soluzione nonostante gli interventi messi in campo. Vediamo come potrebbe essere risolta in modo relativamente semplice.
La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO
# 11.000 appartamenti vuoti tra sfitti e inagibili
Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano
Secondo gli ultimi dati dell’Unione inquilini-CubNel a Milano “sono attualmente oltre 17.500 le famiglie in attesa di casa popolare e almeno 10.000 le famiglie sottoposte a sfratto o esecuzione immobiliare, a fronte di meno di 1.000 alloggi all’anno assegnati”. Un dato importante tenendo conto sono circa 11.000 gli alloggi Aler e Mm totalmente vuoti, con una quota maggiore a carico della prima, su un totale di circa 58.000.
Perché quindi molti milanesi non hanno una casa? Una parte di quelle disponibili è inagibile, circa il 30%, l’altra è semplicemente sfitta.
# Altri 5.000 gli alloggi da liberare
Credits: milanoallnews.it – Corvetto
A questi 11.000 appartamenti se ne sommano circa 5.000 che dovrebbero essere liberati per “decadenza economica”, poiché i proprietari nel tempo hanno superato la soglia Isee prevista per godere dei benefici di una casa popolare ma continuano a viverci. In un numero minore, nell’ordine di qualche centinaio, ci sono anche abitazioni sulle quali pende un “decreto di rilascio” che è esecutivo sin dal momento della firma. In questo caso hanno perso il diritto ad abitarci per varie illegalità: subaffitti, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi (magari perché si ha una casa altrove), subentri o ospitalità non dichiarati, abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione.
# Assegnazioni rallentate per problemi amministrativi, economici e interessi politici
Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro
A ben vedere quindi non esiste solo il problema dell’occupazione abusiva. In confronto alle casistiche sopra elencate, gli alloggi abusivi appaiono davvero come un problema marginale. La lenta assegnazione delle case popolari è sempre stata imputata all’abusivismo, quando in realtà, il numero delle abitazioni occupate è decisamente inferiore rispetto a quelli che dovrebbero essere liberi ma inagibili o sfitti. Quelli in carico a MM, sui circa 28.000 totali, nel 2021 erano scesi sotto quota 800.
Alla base della crisi abitativa ci sono quindi problemi di tipo burocratico e amministrativo che non consentono di rendere disponibili gli immobili in tempi ragionevoli, nel triennio 2018-2021 sono stati ristrutturati e assegnati appena 3.000 immobili da parte di MM per conto del Comune di Milano e il prossimo lotto sarà di 300, numeri ancora minori da parte di Aler.
A questo si aggiungono le difficoltà economiche, nel far fronte alle spese di ristrutturazione degli immobili da assegnare, e infine la politica che da anni utilizza l’abusivismo come capro espiatorio per questioni elettorali. I quartieri popolari assicurano infatti moltissimi voti durante le elezioni e alterarne gli equilibri può essere una mossa controproducente.
A volte un milanese è riconoscibile a vista d’occhio. Se in Italia la prima cosa a tradirlo è la parlata e quella piccola puzza sotto il naso che molti percepiscono, anche nel mondo ci sono alcuni comportamenti che lo fanno identificare. Ecco allora qualche regola per evitare di dare il peggio di noi in una città estera.
Quello che i MILANESI NON dovrebbero fare nel resto del MONDO
#1 Pretendere il rispetto del tempo che vige a Milano
Credits: Pinterest
Scena tipica: milanese che fa ballare il piede e tamburella le dita sul tavolo con faccia storta in attesa dell’arrivo del cameriere. Un’attesa che sembra eccessiva, ovunque.
A Milano vige una regola categorica: ogni minuto è importante quindi mai perdere tempo. Anche in vacanza. E si pretende che anche all’estero si abbia lo stesso rispetto del tempo che vige in città. Quasi mai è così però: ogni luogo ha i suoi ritmi e, molto spesso, sono più lenti di quelli di Milano.
#2 Superare gli altri
Credits: allafinediunviaggio.com andare di fretta Milano
In città, anche senza volerlo o rendersene conto, è una corsa unica. Il milanese ha fretta e questa fretta la dimostra ovunque: in strada, strombazzando a chiunque non sia ancora partito allo scatto del verde, o sul marciapiede, sbuffando ogni volta che qualcuno cammina leggermente più lento del solito. Ed è proprio per questa premura tipica del meneghino che a Milano superare gli altri è la normalità:che tu sia in bici, a piedi, o in auto, se vai lento io ti supero. Il problema è tuo, non mio. C’è anche una certa tecnica nel sorpassare sui marciapiedi: si controlla bene lo spazio a disposizione, si fa capire a quello dietro l’intenzione di superare e si parte in accelerata. Se tutto questo a Milano è normale, all’estero non è così. Addirittura in alcuni paesi del Nord Europa ci sono gli scooter che stanno in coda dietro alle macchine: per un meneghino questo sarebbe follia. Peggio, una perdita di tempo.
#3 Pensare che con l’aperitivo venga offerto del cibo
Credits: @laprosciutteriamilano aperitivo Milano
A Milano l’aperitivo fa anche da cena. Seppure anche alcuni aperitivi milanesi stiano diventando scarni (solo con qualche patatina, olive e due o tre salatini), l’aperitivo che conosciamo tutti, in realtà, è così abbondante che sostituisce la cena. All’estero non è così. La maggior parte delle volte, anzi, per poter mangiare mentre si beve uno spritz (anche nello scegliere il cocktail meglio stare attenti) devi ordinare il drink e poi a parte patatine, tagliere o qualsiasi cosa tu voglia accompagnare al bicchiere.
#4 Pretendere il pane al ristorante
Credits: @robina_90 Pane
Al ristorante siamo abituati a chiedere il rifornimento del pane quante volte vogliano, perché tra chi vuole fare la scarpetta e chi aspetta che gli arrivi il piatto mangiando il pane, quest’ultimo almeno una volta finisce sempre. All’estero, invece, è meglio stare un po’ più attenti nel mangiare subito tutto il pane dentro al cestello, perché lo portano con il contagocce e chiederne altro non è visto di buon occhio.
#5 Non esistono le brioches ripiene di marmellata
Credits: @greencaffè_ferrara Brioches alla marmellata
Se si dovesse andare in Francia, innanzitutto, mai parlare di brioches ma piuttosto di croissant. Ma in generale le brioches che conosciamo noi non si trovano ovunque, soprattutto quella ripiene di marmellata. Cioccolato, crema ormai ci sono un po’ ovunque, anche se in alcuni paesi si predilige ancora il croissant vuoto piuttosto che una buona brioches farcita. Ma quella alla marmellata? È pressoché impossibile da trovare, chissà perché all’estero non piaccia…
#6 Pretendere un caffè buono
Credits: comunicaffè.it Pausa caffè
Non esiste italiano che una volta all’estero non si sia lamentato del caffè. Ed ha anche ragione. Il caffè in Italia è imbattibile e se si esce dai confini sarebbe meglio non ordinarlo più fino al rientro. Innanzitutto la maggior parte dei caffè sono annacquati e quando si decide di provare un espresso, il sapore è così pessimo da non voler più vivere l’esperienza del caffè fino al ritorno a Milano.
#7 Non salutare gli altri
Credits: adnkronos.com Saluto
A Milano si è sempre un po’ diffidenti con gli altri e per questo non si ha la tendenza di salutare. Salutare uno sconosciuto può essere un segno di una disponibilità equivoca. Assurdo, ma molti lo pensano. Salendo sul bus e in ascensore, ad esempio, al massimo si accenna un sorriso ma non si saluta mai. Questo però non succede all’estero e quindi spesso un milanese risulta maleducato, quando in realtà è solo abitudine. Quindi, una volta usciti dai confini italiani, ma in generale forse meglio dire milanesi, meglio salutare chi si incontra.
#7+1 Parlare male dell’Italia
Credits: r101.it spettegolare
La parola più spregiativa in tedesco è Nestbeschmutzer: l’insozzatore del nido. E’ il modo in cui si definisce la persona che denigra il luogo in cui vive. L’italiano medio, invece, quando esce dallo Stivale, tende a parlare male del suo Paese. Spesso per fare colpo sugli amici stranieri. Una consuetudine che forse si tramanda da secoli da quando si voleva compiacere il dominatore di turno. Il milanese doc a volte dice anche di peggio. Magari non per compiacere ma perché molti a Milano dell’Italia un po’ si vergognano. Eppure, è segno di classe non parlar male all’estero del proprio paese. Anzi, va difeso dalle critiche altrui.
Il ristorante Consorzio Stoppani nasce già con un concetto innovativo. Il nome completo include anche “la sagra urbana” e infatti l’idea del locale è quella di proporre un viaggio tra i sapori della tradizione di più di 100 sagre sparse per l’Italia in un unico luogo, nel centro di Milano. Grazie alla collaborazione con numerosi piccoli produttori vuole mantenere vive le manifestazioni che lungo tutto lo Stivale sono legate ai prodotti delle terra, della cultura e della musica proponendo piatti tipici dal gusto particolare.
Anche la cucina milanese trova spazio in questo ristorante con la rivisitazione, da parte dello chef siciliano alla guida, della cotoletta di maiale che prevede l’aggiunta dei pistacchi all’interno della panatura e una fresca scorza d’arancia.
# Il tram dehor: senza biglietto, consumazione obbligatoria
Credits aperitivi_urbani IG – Consorzio Stoppani
L’innovazione e l’originalità non si ferma ai piatti. Il locale si presenta infatti all’interno con dei drappi gialli che scendono morbidi dal centro della sala formando un copertura che ricorda gli stand delle sagre e a lato del bancone c’è in sosta un apecar di colore blu.
Credits Andrea Cherchi - Tram Dehor
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Credits Andrea Cherchi - Interno Tram Dehor
Credits Andrea Cherchi - Tram Dehor personaggi
Credits Andrea Cherchi - Tram Dehor
# Di Caprio e Beyonce
La novità più curiosa di questi giorni arriva però dall’esterno dove è comparso un tram che non porta da nessuna parte. Si tratta infatti di un tram dehor, che replica le fattezze del tram storico 28 dell’ATM, la mitica Carrelli. Senza ruote e finestrini ma con sedie e tavoli dove sedersi a gustare uno dei piatti della tradizione italiana, in compagnia di Leonardo di Caprio o Beyonce. Proprio così. Per rendere ancora più bizzarro questo dehor sono state posizionate delle sagome raffiguranti alcuni personaggi “in attesa dell’ordinazione”.
# Non solo bar: a Milano il tram è anche una sauna
Tram sauna
A Milano c’è forse una delle saune più inusuali da provare almeno una volta nella vita. All’interno del giardino delle QC Terme di Piazza Medaglie d’oro, nella cornice di un tratto ben conservato della mura spagnole, si trova un tram che ospita la prima bio-sauna del mondo. Il modello di tram è sempre lo storico Carrelli, nato sul finire degli anni 20 del ‘900.
E’ una villetta unifamiliare in via Perrone di San Martino 8, nel Villaggio dei Giornalisti. Fu progettata da Luigi Figini dal 1934 al 1935 come propria abitazione, seguendo i principi dell’architettura razionalista.
Nel Villaggio dei Giornalisti c’è VILLA FIGINI, la villa in stile Le Corbusier
L’architetto si ispirò a Villa Savoye, costruita presso Poissy da Le Corbusier. In particolare, come in quella, anche nella villa milanese sono applicati i “cinque punti della nuova architettura“, enunciati dallo stesso Le Corbusier, basati sulla sostituzione dei muri portanti con uno scheletro in cemento armato.
Villa Savoye
I 5 punti erano:
#1 I Pilotis (pilastri) sostituiscono i voluminosi setti in muratura. L’edificio è retto così da alti piloni di cemento armato che elevano la costruzione separandola dal terreno.
#2 Il Toit terrasse (tetto a terrazza) ha la funzione di restituire all’uomo il suo rapporto con il verde, che non è solo sotto l’edificio ma anche e soprattutto sopra. Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all’uso del calcestruzzo armato.
#3 Il Plan libre (pianta libera) elimina la funzione delle murature portanti che “schiavizzavano” la pianta dell’edificio, permettendo all’architetto di costruire l’abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento.
#4 La Façade libre (facciata libera) consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento.
#5 La Fenêtre en longueur (o “finestra a nastro”) consiste nella facciata che può essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni.
La villa è una piccola villa unifamiliare di 18 metri di lunghezza e 12 di altezza. Luigi Figini la progettò dal 1934 al 1935 come propria abitazione. Il palazzo ha forma di un parallelepipedo, scavato al suo interno per accogliere delle terrazze sui piani, la superiore delle quali contiene anche una piccola piscina.
Se stilassimo una classifica dei problemi che maggiormente affliggono Milano, il traffico e lo smog sarebbero certamente sul podio. Urgono soluzioni creative.
TAXI non solo per RICCHI: una soluzione per rendere Milano più vivibile
# Inquinamento: problemi di salute e troppi mezzi in circolazione
Credits uritaxi – Taxi Milano
Purtroppo smog e polveri sottili risultano essere una delle principali cause di problemi legati alla salute soprattutto dei bambini. Oltre alle questioni sanitarie l’enorme numero di mezzi in circolazione rende spesso gli sposamenti un vero e proprio calvario con tempi di percorrenza decisamente incerti. Non parliamo poi del cercare parcheggio, che oramai è diventato un vero e proprio incubo. In certe zone, soprattutto in alcune ore, trovare posto per la macchina è un’impresa impossibile.
La politica delle strisce blu e dei divieti pare non dare i risultati sperati. Considerato che questi ultimi il più delle volte non vengono fatti nemmeno rispettare.
# Serve una rete di trasporti efficiente H24
Credits: @seva_energiarinnovabile Smog a Milano
Sicuramente non bastano dei cartelli a far sparire le auto dalla circolazione e, non ce ne vogliano ciclisti e sostenitori dei monopattini, questo tipo di mobilità, che speriamo continui comunque a svilupparsi in futuro, non potrà mai in ogni caso sostituire il traffico automobilistico. L’unico modo per diminuire il flusso di automobili e camion in circolazione è avere una rete di trasporti efficiente e ramificata che funzioni H24 che raggiunga capillarmente anche tutti i paesi dell’hinterland ferrovie comprese. Un aspetto che però non viene mai preso in considerazione è il ruolo strategico dei taxi.
# Non più un mezzo per ricchi
Credits: @juwauclair Taxi New York
Chi è stato all’estero sa bene che, mentre da noi le auto con il tassametro sono considerate un mezzo da “ricchi”, in tante città straniere vengono invece utilizzati con regolarità da cittadini e turisti. Una loro maggiore diffusione ottimizzerebbe gli spostamenti e diminuirebbe le auto parcheggiate in zone già asfissiate dai ogni tipo di mezzo. Senza scomodare Londra o New York, da Bucarest a Tangeri e da Mosca al Cairo il taxi viene utilizzato con molta frequenza per spostarsi.
Evidentemente la prima soluzione sarebbe quella di aumentarne il numero in circolazione, la seconda proposta decisamente innovativa potrebbe essere quella di applicare degli sconti per chi ha abbonamenti ai mezzi pubblici.
# Servono sconti e promozioni per incentivarne l’uso
Oppure incentivare delle promozioni per chi viaggia in certe fasce di orari, associare il costo del ristorante o del cinema con il costo del taxi offrendo un unico pacchetto. Quante volte molti di noi sono stati tentati di lasciare l’auto parcheggiata in garage o sotto casa per andare a qualche evento, ristorante o concerto pensando di chiamare il taxi, ma poi abbiamo desistito per via dei costi e per la difficoltà di reperire una ex auto gialla?
Non si potrà forse da domani, ma da oggi si deve cominciare a pensare ad ogni possibile soluzioni che vada oltre ad un cartello di divieto o ad un balzello per circolare.
Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it
Vanno avanti i lavori per la costruzione del primo borgo residenziale milanese, Forrest in Town, e si intravede quale sarà l’aspetto finale degli edifici. Le immagini dal cantiere e la data prevista per la sua conclusione.
Avanza FORREST in TOWN, il primo BORGO RESIDENZIALE di Milano
# L’ex fabbrica Galbani si trasforma nel primo borgo residenziale di Milano
Credits forrestintown – Vista dalla strada
Nel sud di Milano è in corso un progetto, portato avanti dal Gruppo Building, che intende trasformare l’ex fabbrica Galbani nel primo borgo residenziale milanese all’insegna della sostenibilità, del relax ma soprattutto della socialità: Forrest in Town.
credit: forrestintown.it
La firma è di uno degli architetti milanesi più famosi, Daniele Fiori, che ha voluto aggiungere design e tecnologia all’ambiente tradizionale delle case di ringhiera.
Anche la posizione è simbolica, si trova infatti situato in una delle zone milanesi più rivalutate negli ultimi anni: il Naviglio Grande, tra via Biella, Via Simone Martini e Via Bonaventura Zumbini a pochi passi dal nuovo business district The Sign.
# Una corte di design che coniuga tradizione e innovazione
Forrest in town interni
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credit: forrestintown.it
credit: forrestintown.it
credit: forrestintown.it
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Credits forrestintown - Interno appartamento
Il design è quello che contraddistingue gli interni degli appartamenti e i giardini interni. La caratteristica principale di questa corte moderna è proprio il contrasto tra tradizione e innovazione, che poi a pensarci bene è il filo rosso che unisce ogni angolo della città di Milano. Gli interni delle residenze sono state pensate per rappresentare l’aspetto moderno e tecnologico restando fedeli ad un unico presupposto: la cura. L’attenzione ai dettagli è ciò a cui il progetto punta e può essere uno spunto per il resto della città: perché non prestare attenzione anche alle piccole cose?
# Un’oasi di relax di 4.500 mq a stretto contatto con la natura
credit: forrestintown.it
Il cuore pulsante della corte sarà il giardino di 4.500 mq pensato per risvegliare la socializzazione, una sorta di piazza o di agorà trascorrere tempo insieme ma soprattutto per non perdere quell’innato bisogno di natura che spesso chi vive in città chiude in un cassetto. Tutto il complesso residenziale sarà realizzato seguendo i criteri della bioedilizia e del contenimento energetico. L’innaffiamento delle aree verdi avverrà grazie al reimpiego delle acque di pozzo e anche l’inquinamento sonoro sarà ridotto al minimo e contenuto all’interno dei locali tecnici interrati. Il benessere personale potrà essere ritrovato nella SPA e nella palestra posta sotto al giardino.
# La situazione del cantiere a inizio 2023
Credits gruppobuilding IG - Forrest in Town
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Credits gruppobuilding IG - Forrest in Town
Credits gruppobuilding IG - Interni appartamenti forrest in Town
Le ultime immagini dal cantiere per la costruzione del complesso residenziale di 10.000 mq, risalenti all’inizio del 2023, mostrano diverse unità immobiliare nel loro aspetto quasi definitivo, configurate con uno sviluppo da cielo a terra su più piani con scale di collegamento interne, sia esternamente che internamente. Il lato lungo via Simone Martini è già in fase avanzata, come segnalato da Urbanfile, quello di via Biella e via Zumbini è invece in costruzione. I lavori dovrebbero concludersi entro il 2024.