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SOGNO a NORDEST: il GRANDE PONTE tra Trento e Trieste

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Viadotto Danyang-Kunshan

Ci piace chi sogna, chi non ha paura di sfidare la razionalità e lo status quo. Ma a volte si esagera. Come il progetto di collegare Trento e Trieste. Il progetto più visionario e assurdo d’Italia? 

SOGNO a NORDEST: il GRANDE PONTE tra Trento e Trieste

# Trento e Trieste: 200 chilometri in linea d’aria per 4 ore di viaggio

Trento e Trieste distano circa 280 km, se si utilizza la rete stradale senza pedaggi, ma servono così più di 4 ore di guida per andare dall’una all’altra città. Se ci si serve dell’autostrada, i chilometri da percorrere diventano 360, con 3 ore e 40 di guida. Considerando che in linea d’aria le due città sono divise da poco più di 200 chilometri, molti si chiedono se nel terzo millennio non sia assurdo impiegarci così tanto. Allora: o si vola con l’elicottero, o lo si fa con la fantasia. Almeno per ora. 

# Il ponte tra Trento e Trieste: un progetto a lungo bocciato

Credits: Trieste ai Triestini (FB)

E’ così che sulla pagina Facebook di un noto gruppo giuliano, Trieste ai triestini, è comparsa una notizia sulla realizzazione di un ponte che collegherebbe Trento e Trieste. Secondo il post, la prima idea del ponte risalirebbe a 100 anni fa. Il suo progetto sarebbe stato più volte bocciato per l’imponenza dell’opera. Sarebbe tra l’altro sempre stato accantonato per dar precedenza allo studio del ponte sullo Stretto di Messina. Così almeno scrivono i triestini. 

Sempre secondo quanto scrivono nel gruppo, il progetto apparterrebbe allo stesso team di tecnici già apprezzato nel capoluogo giuliano per la realizzazione del “ponte curto“, team di cui, per la verità, non si sa assolutamente nulla. Ma come sarebbe il progetto nello specifico?

# Il ponte del Nord Est a “effetto onda”

Credits: pinterest.it

Il progetto prevede un unico ponte lungo ben 215 chilometri con collegamento dal rione di Gardolo (TN) a quello di Roiano (TS). Il ponte avrebbe una struttura lineare disposta già su tre corsie per ogni senso di marcia (“per evitare così successivi inconvenienti” – spiegano nel gruppo- “lungaggini burocratiche ed inevitabili costi per la realizzazione della terza corsia”) adagiate su arcate in acciaio e cemento armato della lunghezza di 5 chilometri ciascuna. Arcate posate, a loro volta, su 43 piloni. Per mantenere il più possibile la rettitudine del percorso, il ponte avrebbe un andamento crescente e decrescente per superare le montagne che circondano Trento e l’inevitabile discesa verso il mare, creando così un “effetto onda“, come è stato denominato dagli stessi progettisti, per poi trovare una linearità sul tratto sopra il mare fino al Golfo di Trieste.

# Sarebbe il ponte più lungo del mondo

Viadotto Danyang-Kunshan

Secondo quanto comunica il post. il ponte dei record avrebbe un costo complessivo di 5 miliardi di Euro, e sarebbe finanziato in con i fondi PNRR. Sarebbe però sostenuto economicamente anche dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’Associazione dei Reduci Combattenti Partigiani. La gestione della struttura verrebbe affidata ad Autovie Venete, che starebbe già elaborando un piano tariffario particolareggiato, diretto ad agevolare i fruitori del ponte. Sarebbero fin da subito previsti sconti per i residenti di Trieste e Trento ma anche per le città gemellate di Verona e Busto Arsizio. Sarebbero invece auspicate secondo i promotori delle maggiorazioni di pedaggio ai residenti nelle province di Udine, Vicenza e Padova.

Evidente la provocazione, anche se in realtà sarebbe solo “di poco” superiore al ponte più lungo del mondo: il Viadotto Danyang – Kunshan, ufficialmente denominato Danyang Grand Bridge, in Cina, raggiunge i 164.8 chilometri di lunghezza. Verrà superato un giorno dal sogno del Nord Est?

Credits: Trieste ai triestini (FB), El Bigolo (FB)

Continua la lettura con: Anche Milano ha il suo “PONTE SULLO STRETTO”: diventerà mai realtà?

LUCIO BARDELLE

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Una PIOGGIA di BUCHE a Milano

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Milano sembra vivere sul filo delle emergenze. C’è uno smog da primi posti al mondo? Ci vuole la pioggia. Arriva la pioggia? Attenzione a circolare perché l’asfalto di Milano diventa una gruviera di buche. Problemi a Milano da decenni: possibile che siamo sempre allo stesso punto?

Una PIOGGIA di BUCHE a Milano

# Perché nelle città europee le buche non sono un problema?

Si parla spesso di sicurezza stradale. Quella che motiva scelte drastiche come il limite a 30 o perfino a 15 chilometri all’ora a Milano. Ma se la sicurezza è la priorità perché non si fa qualcosa per le buche, che costituiscono un pericolo enorme oltre che cronico per chi circola a Milano? Molti milanesi che viaggiano oltr’Alpe si rendono conto che in altre città non è automatica la correlazione tra brutto tempo e buche sulle strade. Anzi. Basta fare pochi chilometri: un giro per Lugano fa capire come il problema non sia causato dal maltempo. Perché a Lugano e in altre città d’Europa l’asfalto è in ottime condizioni a prescindere dal meteo?

# La soluzione c’è: l’asfalto drenante

Asfalto drenante – Ph. @autostrade_per_litalia IG

Si parla di manutenzione. Sicuramente è una nota dolente specie quando riguarda i lavori pubblici o comunali. Ma in questo caso il problema non è mettere una pezza, il problema è alla radice. Ormai da decenni esiste l’asfalto drenante che evita la formazione delle buche. Questo perché consente alla pioggia di filtrare evitando che ogni goccia si metta a scavare nel cemento per scendere sul terreno dottostante. Viene usato anche da noi sulle autostrade dove una buca formata per la pioggia potrebbe causare stragi di automobilisti e motociclisti. Allora perchè non si usa a Milano? 

Continua la lettura con: Perché MILANO non costruisce PARCHEGGI SOTTERRANEI?

MILANO CITTA’ STATO

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Là DOVE c’era un PARCHEGGIO ora c’è una PIAZZETTA di LOCALI di SUCCESSO

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Credit mascheronirita IG - Piazza San Luigi riqualificata

Un tempo quartiere fuori dalla città, negli ultimi anni rivitalizzato grazie alla trasformazione del parcheggio in una elegante piazzetta e alla nascita di locali, pub e ristoranti.

Là DOVE c’era un PARCHEGGIO ora c’è una PIAZZETTA di LOCALI di SUCCESSO

# La rinascita della piazza dell’antico rione un tempo fuori dalla città

Fino agli inizi del ‘900 questo luogo era fuori dalla città, poco oltre lo scalo ferroviario, un piccolo rione il cui nome San Luigi era dato dalla chiesa inaugurata alla fine dell’800. Il monumentale edificio religioso che domina la piazza, caratterizzata da un colonnato in marmo poco prima dell’ingresso, è sempre stato al centro di questo nucleo abitativo che si è sviluppato nel corso del secolo scorso diventando con il tempo parte di Milano.

Per diversi decenni e fino a qualche anno fa lo spazio antistante era però diventato un brutto parcheggio disordinato. Nel 2021 la sua rinascita con la trasformazione in una elegante piazza pedonale con sanpietrini, pietra, panchine, aiuole e alberi. Il traffico veicolare e i parcheggi sono stati limitati alle due vie laterali, Via Tagliamento, Via Scrivia e la prosecuzione di Via Don Bosco. La riqualificazione ha portato con sé una rivitalizzazione di tutto il quartiere con la nascita di bar, pub e ristoranti, mantenendo intatta l’atmosfera di paese con le sue botteghe e una frequentazione che ha visto aggiungersi giovani e bambini.

Leggi anche: #47 – Le PIAZZE di Milano un tempo ORRENDE e oggi diventate BELLISSIME

# Sottobosco e Sottobanco

sottobosco_milano IG

A scommettere sulla zona ancora prima della riqualificazione, e dove erano presenti solo alcuni locali aperti da decenni, Giorgio Raffaghelli con il suo ristorante Sottobosco in Via Don Bosco. Un ristoro di quartiere, sono pochi i posti a sedere all’interno oltre qualcuno all’esterno durante la bella stagione, che propone un menu ricercato e compatto. Pochi mesi fa a pochi passi dal locale, in Via Tagliamento, ha raddoppiato con la bottega di quartiere Sottobanco per la vendita di alcuni loro prodotti e altri selezionati.

# Il Forno San Luigi di Officine del Dolce e gli storici ristoranti

Maps – Forno San Luigi di Officine del Dolce

Al posto di uno degli storici panifici della zona, il Forno San Luigi dove si poteva trovare il pane ferrarese, ha aperto un altro locale di Officine del Dolce oltre a quello adiacente con proposta gluten free all’angolo con Corso Lodi e un altro poco più in là in Via Massarani. Del vecchio esercizio, con vista sulla chiesa, ha mantenuto il nome e l’insegna. È pasticceria, panetteria, caffetteria e luogo deputato per aperitivi anche fino a tarda sera con molte sedute nella piazza.

A fianco lo storico ristorante pizzeria il Delfino, dall’altra parte della strada di fronte a Sottobosco l’altra storica attività del ristorante Baja Sardinia, specializzato nella cucina dell’isola.

# I pub e i cocktail bar

Credits canaglia.milano IG – Canaglia

Tra le nuove aperture su Via Scrivia troviamo Ustì, uno piccolo spazio informale dove prendere una birra o un drink al bancone e gustarsi un panino, di fronte la new entry Shottino, e infine Canaglia, un cocktail bar in stile vintage operativo dalle 18 all’1 di notte dove bere bevande, cocktail, amari, vini alla mescita e in bottiglia e birre alla spina accompagnati a tapas e taglieri.

Sempre nella via si può trovare c’è Karnelab, macelleria con carni di qualità, che dà continuità agli ambienti di una storica bottega locale.

Leggi anche: I NUOVI LOCALI più interessanti da provare a Milano

# Il ristorante Armonia dalla proposta raffinata

armoniarestaurantbar IG

In Via Tagliamento c’è spazio anche per un ristorante dalla proposta raffinata, Armonia, condotto dai due fratelli Angelica e Rosario Di Arienzo con esperienza negli stellati di Villa Crespi e dell’Alchimia. Tra i piatti originali il millefoglie di sarde a beccafico alveare di pasta ripiena di formaggio erborinato con burro al polline.

Spunto: gamberorosso.it

Continua la lettura con: MILANO CAPITALE del BRUNCH: i locali da provare almeno una volta nella vita

FABIO MARCOMIN

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La PASSERELLA di LEGNO sul LAGO a un’ora da Milano

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rosanna3037 IG - Passerelle Gavirate

A un’ora da Milano un piccolo borgo perfetto per una gita romantica fuori porta.

Milano-Gavirate

La PASSERELLA di LEGNO sul LAGO a un’ora da Milano

# Una cittadina a lungo dominata da popoli stranieri

weekend_dipendenti IG – Gavirate

Gavirate, a un’ora da Milano e a poco di più di 260 metri sopra il livello del mare sulle sponde del Lago di Varese, che un tempo prendeva il nome dall’abitato, è stato a lungo dominato da popoli stranieri. Nel corso dei secoli è finito sotto il controlli di galli, romani, longobardi, spagnoli e austriaci. Il territorio è formato da un gruppo di centri storici dalle origini antiche, ognuno dei quali conserva ancora la propria identità, tra questi i più famosi sono Voltorre, Oltrona al Lago e Groppello.

# Le attrazioni più importanti da visitare

klaudia_mod IG – Chiostro Voltorre

Nonostante le sue ridotte dimensioni, appena 13,3 kmq, sono diverse le attrazioni che valgono la penda di essere visitate. Tra queste troviamo le sopracitate frazioni di Groppello, Voltorre con il suo magnifico chiostro risalente al Medioevo, Oltrona con la sua chiesa dalla cui scalinata si può ammirare dall’alto il Lago di Varese

sasperly IG – Murale Romeo e Giulietta Gavirate

Ancora Villa de Ambrosis e Parco Morselli, il Museo della Pipa Paronelli con circa 30.000 esemplari in esposizione e infine a pochi passi dal centro il grande murale di Romeo e Giulietta

Leggi anche: 5 GITE a MILANO sentendosi FUORI MILANO

# Le viuzze del centro e le passerelle in legno sul lago

monics95 IG – Passerella Gavirate

Per concludere la gita fuori porta in modo romantico si può passeggiare tra le viuzze acciottolate del centro, tra gli storici edifici, e arrivare fino al lungolago. Qui è possibile trovare delle passerelle in legno dalle quali osservare incantati i riflessi e i colori dell’acqua all’ora dal tramonto. 

Continua la lettura con: Il “PIÙ BEL BORGO di Lombardia”: a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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A MILANO il PARADISO può ATTENDERE: le migliorie che si aspettano da una vita

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Credits Andrea Cherchi - Tramonto a Milano

Milano ha saputo trasformarsi e reinventarsi durante la sua lunga storia ma, nonostante la sua spinta propulsiva non si sia arrestata, negli ultimi decenni sono diversi i progetti al palo o i problemi irrisolti. Vediamo cosa ancora non è stato fatto.

A MILANO il PARADISO può ATTENDERE: le migliorie che si aspettano da una vita

#1 L’asservimento semaforico dei mezzi pubblici di superficie

Credits ufficio stampa Atm – tram Milano1928 o Carrelli

Sono decenni che si parla di asservimento semaforico per tram, bus e filobus per rendere più efficienti i mezzi pubblici di superficie portando la velocità media a livello delle grandi città europee. In sostanza, all’avvicinarsi del mezzo Atm al semaforo il sistema centralizzato farebbe scattare il verde per rendere fluida la marcia. Il primo progetto concreto è del 2014 ma nonostante i test abbiano dato risultati positivi, con riduzione sensibile dei tempi di percorrenza, sembra che il Comune di Milano se ne sia dimenticato

#2 Tre milioni di alberi con “Forestami”

Credit foresta_mi – Forestami

L’ambizioso progetto “ForestaMI” presentato dal sindaco Sala nel 2018, che prevedeva la piantumazione di 3 milioni di alberi nella Città Metropolitana di Milano entro il 2030, assomiglia sempre più a un’operazione di marketing.

Per prima cosa, da quando il percorso ha avuto inizio, sono stati piantumanti poco più di 280.000 alberi secondo quanto riportato dal sito ufficiale, ossia circa 100.000 alberi in un anno: questo significa che per raggiungere l’obiettivo nei prossimi 9 anni dovrebbero essere messi a dimora quasi quattro volte la media annuale di piante apposte finora.

Come seconda cosa, il progetto è stato rivisto in maniera sostanziale. Inizialmente l’area di intervento era il Comune di Milano, poi traslato su un territorio dieci volte più grande, e inoltre al termine alberi è stato affiancato il concetto di “piante equivalenti”, che comprendono arbusti, cespugli e aiuole.

Leggi anche: La verità di TRUE: ForestaMI è un GRANDE BLUFF!

#3 Le estensioni della rete metropolitana

Nuove linee

Milano ha da anni in progetto l’estensione della sua rete metropolitana, con progetti approvati o in fase di studio e lavori in avanzamento, ma è dal 2015 che non inaugura nemmeno un km di nuove estensioni alle linee esistenti, dopo 4 anni dai precedenti prolungamenti di M2 e M3 e 25 dall’inizio di una nuova linea. Tra i progetti attesi ci sono: il prolungamento della linea M1 di due fermate a nord i cui lavori sono in corso da 13 anni, la M1 verso Baggio, l’estensione della M3 verso Paullo e della M2 oltre Cologno Nord.

#4 La preferenziale interrotta 90-91

Credits milanotoday – Percorso preferenziale stuparich lotto zavattari

Un’altra opera infrastrutturale attesa da tempo è la chiusura della preferenziale 90-91 a ovest tra Zavattari e Stuparich, un tratto di strada oggi in stato di degrado e utilizzata in modo improprio come parcheggio, e a est nel tratto di viale Umbria dove si trova ancora l’edificio abbandonato del mercato rionale. Pare che finalmente ci sia il via libera ai lavori. Staremo a vedere. 

#5 Una rete di ciclabili funzionali e sicure

Credits: milanoevents.it – Incrocio Pista ciclabile Bastioni di Porta Venezia

Milano si sta dotando negli ultimi anni di una rete ciclabile decente ma, soprattutto dopo gli ultimi interventi, non sembra studiata per la reale conformazione della città, a discapito sia degli automobilisti che dei ciclisti. Manca una rete ciclabile funzionale, capillare, sicura, depurata dalle ideologie di chi amministra la città, e che sia utile ai suoi cittadini.

#6 Palasharp, il palazzetto dello sport e della musica abbandonato

Credits emanuele_fitdaddy IG – Palasharp

La tensostruttura conosciuta come Palasharp allestita nel quartiere di Lampugnano nel 1986 dalla famiglia Togni, poco dopo il crollo del palasport di San Siro a causa di un’eccezionale nevicata, ha ospitato per anni concerti di star internazionali e per un decennio le partite dell’Olimpia Milano. Costruita in pratica di abusivismo edilizio, quella che avrebbe dovuto essere solo un edificio temporaneo, è rimasta operativa fino al 2011. Da allora il Palasharp è abbandonato. Si puntava a riqualificarlo e convertito in un palazzetto del ghiaccio per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026. Ma anche questa ipotesi pare tramontata. 

#7 Il bus-terminal a Lampugnano

Lampugnano
Lampugnano

Accanto alla fermata di Lampugnano M1 c’è la stazione dei bus dove attestano le linee extraurbane e quelle a lunga percorrenza dall’Italia e dall’estero. Vista l’importanza di questo luogo si dovrebbe investire per trasformarlo in un vero terminal, con sale di aspetto, biglietterie, negozi, ristoranti e hotel, come le grandi città d’Europa. Ad oggi purtroppo non esiste alcun servizio per gli utenti e regna solo sporcizia e degrado.

Leggi anche: Cristo si è fermato a LAMPUGNANO: a Milano manca un bus-terminal all’altezza di una città europea

#8 Riapertura almeno parziale dei Navigli

Fonte: progettonavigli.comune.milano.it

I milanesi hanno votato “SI” al referendum al quesito per la riapertura integrale dei Navigli nel 2011, ma finora non è stato scoperchiato alcun tratto. Nonostante fosse stato uno dei cavalli di battaglia di Sala nel suo primo mandato, con un progetto già realizzato nei dettagli, l’idea di far scorrere i Navigli lungo lo storico percorso originale è rimasta ferma al palo. Negli ultimi giorni è arrivata l’ennesima doccia fredda da parte del sindaco: i Navigli non verranno riaperti, ha dichiarato. 

#9 La riduzione dell’inquinamento dell’aria

Livelli di inquinamento da PM2.5 Arpa Lombardia 18-03-2020

La battaglia contro l’inquinamento in città è ancora lontana dall’essere vinta, anche perché l’unica strategia è sempre la stessa: disincentivare l’uso dei mezzi privati. Fino ad oggi non sono state sperimentate soluzioni alternative che potrebbero consentire di eliminare gli inquinanti dall’aria, visto anche la conformazione a catino della Pianura Padana dove sorge Milano, come l’utilizzo di torri mangia-smog o i “fog-cannon usati nei cantieri edili e nelle demolizioni per bagnare le polveri e in prova a Torino.

Leggi anche: Il PROGETTO più VISIONARIO per Milano sono le TORRI ANTISMOG

#10 Le periferie trascurate

Credits: palazzi_popolari IG – Quarto Oggiaro

Il tema delle periferie è sempre al centro del dibattito politico. I piani di riqualificazione, cura del territorio e controllo della legalità vengono annunciati ad ogni elezione ma puntualmente il problema non viene mai risolto. Sarebbe opportuno una volta per tutte dare seguito alle azioni programmate per ridare la giusta dignità ai residenti che vivono ai limiti dei confini comunali e non farli sentire cittadini di serie B.

Sensazione anche accentuata dalle iniziative più in voga della giunta, come le piste ciclabili, la lotta alle auto e le limitazioni agli accessi di chi arriva da fuori. Tutte cose gradite a chi vive nei pressi della Madonnina ma di pessimo impatto per chi abita oltre la circonvallazione. 

Continua la lettura con: La SCIATTERIA tra Duomo e Castello. La DENUNCIA di Urbanfile

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

RISTORAZIONE & MIXOLOGY: l’unione che spopola a Milano

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Credits lady_juliaye IG - Aperitivo Four Season Milano

Una tendenza che si espande a macchia d’olio in città e che instaura un connubio sempre più stretto tra ristorazione e mixology. A partire dagli hotels e proseguendo per ristoranti o cocktails bar, il dialogo tra cucina e beverage prosegue con successo, rendendo il bar coprotagonista della esperienza culinaria proposta. Poteva Milano non fare da apripista anche in questo settore? 

RISTORAZIONE & MIXOLOGY: l’unione che spopola a Milano

# Ristoranti: pizza & cocktail oppure cucina stellata & cantina di vini

Credits: @drymilano
Dry Milano

A titolo meramente esemplificativo citiamo Dry, pizzeria che di recente ha festeggiato i suoi 10 anni di attività. Chiamarla pizzeria è un po’ riduttivo in quanto qui si è accolti da un bancone dove fare aperitivo oppure ci si accomoda per gustare una pizza gourmet accompagnata da cocktail originali. In via Solferino. 

L’Alchimia

E poi Alchimia in viale Premuda ristorante stellato che, accanto alle raffinate proposte di cucina, affianca altrettanto raffinate proposte di mixology frutto di una attenta selezione anche sui vini proposti dal bar manager. Magnifica l’esposizione di vini nel privee del ristorante.

# Hotel & all day dining

Credits lady_juliaye IG – Aperitivo Four Season Milano

Gli hotels hanno da tempo capito l’importanza dell’all day dining. Il cliente va accompagnato e coccolato tutto il giorno. Se con un buon drink, ancora meglio. Nulla di improvvisato, niente è lasciato al caso ma è frutto di attente selezioni operate a monte dagli esperti bar manager. Così accade al Four Seasons di via Gesù, hotel dove si possono degustare pizze gourmet o piatti di cucina italiana accompagnati da estrosi drink studiati dal bartender dell’hotel. 

giardinocordusiomilan IG

La novità è Giardino Cordusio in piazza Cordusio da poco aperto presso l’hotel Gran Melia dove, immersi nel verde, si possono assaggiare pietanze internazionali in abbinamento a cocktail di qualità. 

Leggi anche: La NUOVA TERRAZZA inaugurata nel CENTRO di Milano

# Sushi & cocktail 

elite_sushicocktailbar IG

Element ba che ha da pochi mesi aperto in via Carmagnola. Un elegante locale il cui punto forte è l’accoppiata tra drink e di sum. Qui tra comodi divani e un grande bancone illuminato, si può fare aperitivo con cocktails preparati con ingredienti made in China come il gin cinese o il tè al gelsomino. Non mancano i cocktails classici e i mocktails. Si può anche cenare o fare un gradevole dopo cena. Qui è aperto fino a notte fonda.

In alternativa Élite in via Panfilo Castaldi, un sushi cocktail bar che si è specializzato negli abbinamenti tra sushi e cocktail. Location suggestiva ed elegante, sushi “mediterranei” preparati con materie prime italiane, ottimi cocktails e selezione accurata di pregiati champagne.

Continua la lettura con: Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

ALESSANDRA GURRIERI

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A Milano ci sono 330MILA ABITANTI di MENO di 50 anni fa ma MOLTE più CASE: perché i PREZZI sono alle STELLE?

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dalpo76 IG - Cascina Merlata

Il grande mistero di Milano: dove la legge della domanda e dell’offerta non sembra funzionare. La domanda, ossia il numero di cittadini, è calata negli ultimi decenni, l’offerta continua a crescere, con la costruzione di nuovi progetti immobiliari in tutti i Municipi. Non solo: in periferia vengono realizzati veri e propri quartieri, quasi sempre rigenerando aree abbandonate. Eppure i prezzi continuano a crescere.

A Milano ci sono 330MILA ABITANTI di MENO di 50 anni fa ma MOLTE più CASE: perché i PREZZI sono alle STELLE?

# Nel 1973 c’erano 1,75 milioni di abitanti, oggi poco più di 1,4

Anagrafe – Credits: comune di Milano

Il 31 dicembre 1973 i residenti nel Comune di Milano erano 1 milione e 743mila. Il 31 dicembre 2023 il sistema Statistico comunale riportava il dato di 1.417.597. Numeri in ripresa ma comunque una differenza in negativo di 326mila abitanti. La popolazione si è spostata prevalentemente nell’hinterland dove sono presenti prezzi bassi, spazi più ampi e maggiore disponibilità di verde, ma nel frattempo in città si sono continuate a costruire nuove case. E i prezzi continuano a crescere. Qual è la ragione?

Leggi anche: ABITANTI a MILANO nel 2024: quanti sono?

# Oltre 20.000 appartamenti sfitti, circa il 2,5% del patrimonio immobiliare: le due ragioni dei prezzi in crescita

Progetto ex trotto

In base alle ultime rilevazioni sono circa 20.000 gli appartamenti vuoti in città, pari a circa il 2,5% del patrimonio immobiliare milanese. Anche se altre stime parlano di oltre 100mila appartamenti liberi. Nonostante questo, sul territorio cittadino si contano decine e decine di progetti di nuove complessi residenziali come ad esempio, senza contare gli interventi più piccoli, il quartiere di Cascina Merlata pensato per ospitare circa 12.000 abitanti, SeiMilano a sud ovest nei pressi della fermata di Bisceglie M1 con 1.200 nuove case, il progetto EXTM – Ex Trotto Milano a fianco dello Stadio San Siro per altri 3.000 abitanti. Quasi tutti in periferia o appena oltre la Cerchia dei Bastioni per ovvi motivi di spazio.

Perché allora i prezzi sono in costante aumento? Ci sono diverse ragioni. La prima è che quasi sempre chi non riesce a vendere un immobile preferisce attendere rispetto a ridurre il prezzo. La seconda è che sempre più appartamenti vengono destinati agli affitti brevi, un mercato in forte crescita rispetto a qualche anno fa. 

# Il 40% dei compratori ha tra i 25 ai 34 anni e preferisce una casa nuova per le migliori performance energetiche, più servizi e spazi più ampi

dalpo76 IG – Cascina Merlata

Uno dei motivi che spinge verso la costruzione di nuove abitazioni, al netto del mero profitto economico degli attori in gioco nel settore immobiliare, potrebbe essere il fatto che il 40% di chi compra ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anniOgni anno acquistano in media 11.500 unità immobiliari. Le preferenze di questa generazione sono case più sicure strutturalmente, dotate di servizi di domotica, che consentono il controllo da remoto di tutti gli ambienti e degli elettrodomestici, e ad alto risparmio energetico. Oltre a questo, rispetto all’usato, hanno in media spazi più ampi soprattutto perché fuori dal centro e servizi accessori quali palestre, zone per la ricezione di pacchi, aree per lo smartworking e spazi verdi e comuni fruibili. 

# Rischio scoppio di una bolla immobiliare?

Credits Andrea Cherchi – Torre Velasca dopo la riqualificazione

Nonostante una fetta di popolazione preferisca nuove abitazioni, la maggior parte delle compravendita avviene per l’usato. In Italia solo il 9% vira sul nuovo, di questa percentuale la metà è suddivisa tra Milano e Roma. Il motivo principale è il costo decisamente inferiore, di circa il 43% in meno, di immobili vecchi, sia da ristrutturare che non, nella nostra città. A questo si aggiunge la conversione di torri e grattacieli in edifici residenziali, in prevalenza per affitti brevi come il caso della Torre Galfa e della Torre Velasca.

Nella Grande Mela, secondo il New York Times, si sono svuotati spazi pari a 26 edifici delle dimensioni dell’Empire State Building e molti di questi sono stati o stanno per essere trasformati in nuovo residenziale. Prima Unicredit, poi Bnp Paribas, solo per citare alcuni casi, hanno ridotto la superficie utilizzata per i loro dipendenti che lavorano in parte da casa. Se Milano seguisse il trend di New York l’offerta di altre case crescerebbe esponenzialmente il rischio dello scoppia di una bolla immobiliare non sarebbe affatto da escludere.

Continua la lettura con: Un MONOLOCALE in AFFITTO: dove COSTA di più al MONDO?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il CORTILE degli SCULTORI a Milano

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Alessandra Galli FB - Cortile degli scultori

Nascosto all’interno di un cortile lungo uno dei grandi viali di Milano c’è un piccolissimo borgo a forma di mezzaluna un tempo animato da botteghe di scalpellini. Oggi tutto è cambiato, anche se il fascino di una volta è rimasto intatto.

Il CORTILE degli SCULTORI a Milano

# Un piccolissimo borgo a forma di mezzaluna un tempo animato da botteghe di scalpellini

Maps – Via Mac Mahon 14

Ci troviamo nel Municipio 8, a nord ovest di Milano, più precisamente al civico 14 di Viale Mac Mahon. Nascosto all’interno di questo stradone attraversato da doppio filare di alberi e da una linea di tram, c’è un cortile che nasconde lo storia di un piccolissimo borgo a “mezzaluna” animato un tempo da botteghe di scalpellini. 

Alessandra Galli FB – Cortile degli scultori

Siamo a pochi passi dal Cimitero Monumentale e gli artigiani che vivevano nel Cortile degli Scultori contribuirono ad arricchire il più bel museo a cielo aperto di Milano. Piccoli edifici in mattoni, immersi nel verde, e una vecchia cascina.

Leggi anche: I 2 chilometri di MAC MAHON, la via che attraversa mondi diversi

# A servizio della casa più lussuriosa di Milano

Villa Simonetta

Non distante da qui c’è anche la chiacchierata Villa Simonetta, passata per le mani di molte famiglie nobili e famosa per essere stata teatro di feste lussuriose oltre che di sparizione di una decina di ragazzi in circostanze misteriose. Proprio la cascina del borgo, in origine mulino che aiutava nel lavoro del taglio delle lastre di marmo, era di pertinenza e a servizio della villa. 

Leggi anche: VILLA SIMONETTA: l’incredibile storia della casa più LUSSURIOSA di Milano

# Oggi tra grafici e pubblicitari resiste ancora uno scultore

mbascultore IG

Nel tempo gli spazi del borgo sono stati riconvertiti per essere utilizzati da lavori più moderni, rispetto a punteruoli e martelli. Oggi sono occupati da uffici di grafica e pubblicità, una gallerie d’arte, ma resiste ancora uno scultore: si tratta di Mauro Baldessari, artista e docente, che per il Cimitero Monumentale e il Duomo di Milano ha costruito alcune statue. Nella sua biografia su instagram si definisce “scultore a Milano nel cortile più bello del mondo”. I tempi cambiano ma il luogo continua a mantenere l’atmosfera ideale per dare sfogo all’arte e alla creatività.  

Indirizzo: Via Mac Mahon, 14

Spunto: milanopersempre IG

Continua la lettura con: Le BELLEZZE NASCOSTE di Milano: quali sono e come si possono valorizzare

FABIO MARCOMIN

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Ma chi era “La CASALINGA di VOGHERA”?

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Quando si pensa a Voghera, piccola cittadina in provincia di Pavia, a molti viene in automatico in mente la “Casalinga di Voghera”. L’espressione viene usata di frequente nel dibattito politico ed economico, in particolare nei periodi di crisi e cambiamenti, tanto essere diventato una sorta di mito collettivo. Scopriamo quali sono le vere origini del termine e perché ha assunto una connotazione così negativa.

Ma chi era “La CASALINGA di VOGHERA”?

# Citata come stereotipo da giornali e televisione

Credits: ilsudonline.it
Insieme di giornali

Voghera è diventata famosa in Italia per la “Casalinga di Voghera”. Così viene chiamata “una immaginaria casalinga di una piccola provincia, con un lavoro umile e un basso livello di istruzione, stereotipo quindi della fascia della piccola borghesia dell’immediato dopoguerra con bassa scolarizzazione e dedita ai lavori umili.”
Una definizione che vista oggi cela un’espressione sessista, nonché uno stereotipo ormai sorpassato da anni che però ancora permane nella storia della cittadina. Pochi sanno che la casalinga di Voghera è esistita davvero. E si tratta di un personaggio per niente banale. 

# Una giovane donna con la passione per la scrittura

Parliamo di Carolina Invernizio, nata a Voghera nel 1851.  Era una giovane donna con la passione per la letteratura e la scrittura che, purtroppo vivendo ancora in una società profondamente maschilista, non ebbe mai la possibilità di coltivare a pieno questo suo hobby, rischiando addirittura l’espulsione dalla sua scuola dopo aver scritto un articolo per il giornalino scolastico. Ma Carolina non si è mai persa d’animo e ha continuato a scrivere fino al 1897 quando uscì la sua prima novella e l’anno dopo il suo romanzo, Rina o L’angelo delle Alpi.

# “Casalinga di Voghera”: l’offesa nata dall’invidia per un successo “popolare”

Dal primo scritto seguì una carriera di oltre quarant’anni come autrice di romanzi dallo stile semplice, in modo che tutti potessero leggere le sue storie. I suoi successi vennero incontro alla critica da parte d’intellettuali, tant’è che venne discriminata e presa in giro con nomignoli o espressioni come “La Carolina di Servizio” e, appunto, “La casalinga di Voghera”. Persino Gramsci ebbe qualcosa da dire su di lei e la ribattezzò “onesta gallina della letteratura popolare”. Ma perché questo soprannome poco edificante usato tra le élite, diventasse di dominio diffuso bisogna attendere il secondo dopoguerra con i risultati di un censimento. 

# Termine reso popolare dopo un censimento della RAI: Voghera risultava la città più ignorante

Credits natalecangemi IG – Canone Rai

Il termine “Casalinga di Voghera” è stato poi ripreso negli anni ’60 dopo un censimento della Rai per accertare quante parole, tra quelle usate nei resoconti di attualità politica, fossero davvero comprensibili dall’italiano medio. Vennero realizzate diverse interviste in diverse regioni italiane. I risultati dimostrarono che il tasso di comprensione meno elevato fu circoscritto proprio nella provincia di Pavia, e più precisamente a Voghera.

L’espressione venne utilizzata ancora negli anni ’80 da critico televisivo di nome Beniamino Placido, che accusò Bruno Vespa di usare un “politichese” incomprensibile alla “casalinga di Voghera”.

# Il termine ha un forte valore discriminatorio

credits: electomagazine

Molti, per salvare le apparenze, hanno tentato di definirla come “massaia e angelo del focolare”, un’immagine tanto cara ai sistemi patriarcali. Ma in realtà, l’accezione più comune e più utilizzata è quella di una persona ignorante, analfabeta e disoccupata. Con tutta la discriminazione del caso, non solo verso la donna, cosa che rende l’espressione sessista, ma verso un ruolo e, in generale, verso un’intera fascia di popolazione, quella della medio-piccola borghesia, banalmente ghettizzata sotto il cliché dello zotico ignorante. Ricordiamo che quando il termine è stato ripreso, si viveva ancora in un Paese abbastanza bigotto (ora sembra che la situazione stia migliorando…forse.)

Il Dizionario della Memoria Collettiva parla di questa figura riferendosi a “chi si abbandona alla fruizione passiva della programmazione televisiva senza avere spirito critico o raziocinio”. Altre volte però viene usata come sinonimo di saggezza popolare come colei che darà consigli utili e pratici per la casa e la famiglia e che graviterà soprattutto attorno al pianeta donna e shopping, quindi un significato molto distante da quello che è l’espressione utilizzata nella quotidianità.

# C’era anche la statua

credits: La Repubblica

Diventata ormai una sorta di classico popolare, negli anni ’90 un gruppo di vogheresi ha approfittato del successo di questa figura della casalinga, creando una vera e propria Associazione delle Casalinghe di Voghera con lo scopo di ridefinire questo ruolo. Dopo aver contattato nel 2006 la trasmissione Rai “Il Treno dei desideri”, considerato decisamente casalinghe-friendly, venne fatta realizzare una vera e propria statua della Casalinga di Voghera. Rinnegata da numerose vogheresi, la statua è stata portata via e nascosta chissà dove.

# La “Casalinga Sveva” e Doña Rosa

La Casalinga Sveva – credits: wikipedia

Quello che consola noi vogheresi è che non siamo sole. Per iniziare, c’è il corrispettivo maschile della casalinga ovvero il “Signor Rossi”, ideato dal fumettista Bruno Bozzetto, che incarna l’emblema delle frustrazioni e della capacità di sopportazione dell’italiano medio degli anni ’60. Poi c’è la figura della Casalinga di Treviso, conosciuta grazie al film “Sogni d’Oro” di Nanni Moretti.
Anche in Germania hanno la loro casalinga che viene chiamata Schwäbische Hausfrau o “La Casalinga Sveva”, ma che a differenza nostra, ha un valore positivo in quanto incarna ethos, saggezza popolare e austera parsimonia.
In Argentina c’è Doña Rosa, la più vicina alla casalinga di Voghera, rappresentando una persona comune, senza interesse verso la cultura o la politica o l’economia e che pensa solamente al proprio benessere e quello della propria famiglia.

Continua a leggere con: STEREOTIPI LOMBARDI: come i milanesi vedono gli abitanti delle altre città

SELENE MANGIAROTTI

copyright milanocittastato.it

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Gli INTERSCAMBI da BRIVIDO nella METRO di Milano

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Credits pallin86 IG - Corridoio da M1 a M5

Spostarsi con la metropolitana non è sempre un’avventura serena, soprattutto quando si deve passare da una linea all’altra. Soprattutto a Milano. Vediamo quali sono gli interscambi più a prova di nervi.

Gli INTERSCAMBI da BRIVIDO nella METRO di Milano

#1 Lotto M1-M5: un loop senza via d’uscita

Credits pallin86 IG – Corridoio da M1 a M5

La connessione tra le linee M1 e M5 è una di quelle più intricate di tutta la rete metropolitana. Si rischia spesso di finire in un loop senza via di uscita. Per passare da una linea all’altra si deve infatti percorrere un lungo corridoio, fare diversi piani di scale mobili prestando attenzione a non prendere quella sul lato sbagliato per non ritrovarsi nel mezzanino o peggio ancora fuori dalla stazione. Solo i più sgamati ce la fanno al primo colpo.

Credits Metro5 – Urbanfile – Interscambio M1-M5

#2 A Loreto M1-M2 si rischia di perdere l’orientamento

Credits areccofrancesco IG – M2 Loreto

Un altro interscambio da incubo è quello di Loreto. Le uscite della fermata di Loreto M1 si trovano in piazzale Loreto, quelle della M2 in piazza Argentina, non proprio così comode per un interscambio. Infatti passare dalla verde alla rossa non è così intuitivo e spesso uscendo dalla stazione si rischia di perdere l’orientamento. 

Credits journeyers.it – Interscambio Loreto M1-M2

#3 L’interscambio fantasma tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4

Credits: Urbanfile – Uscita per collegamento M3-M4

L’interscambio tra la linea M3-M4 è l’interscambio più da brividi per eccellenza, per il semplice fatto che non c’è. Infatti nonostante le due linee si incrocino sottoterra, non è stata prevista una fermata di scambio. C’è solo un percorso pedonale parzialmente nel sottosuolo, partendo dalla stazione di Missori M3, che sbuca a metà strada dalla stazione Sforza Policlinico M4 alla fine di via Pantano. Con freddo, pioggia, neve e caldo torrido non è affatto piacevole passare da una linea all’altra.

Credits: Urbanfile – Mappa interscambio M3-M4

#4 A San Babila M1-M4 si deve uscire e rientrare dai tornelli per passare da una linea all’altra

Una delle ipotesti iniziali dell'uscita San Babila M4
Una delle ipotesti iniziali dell’uscita San Babila M4

Nemmeno l’interscambio tra le linee M1-M4 sembra tra i più sensati. Nella stazione di San Babila, pur rimanendo sotto la superficie, gli utenti del trasporto pubblico devono uscire dai tornelli della linea di provenienza e, dopo aver percorso un corridoio, entrare in quella di interscambio passando di nuovo dai varchi di accesso

Credits Urbanfile– M4-M1 Stazione San Babila

#5 Il futuro interscambio all’aperto a Sant’Ambrogio di M2 e M4 

Credits Urbanfile – Sant’Ambrogio M2-M4

L’interscambio alla fermata Sant’Ambrogio tra la linea M2 e M4 ci sarà, ma anche in questo caso i passeggeri saranno obbligati a uscire all’aperto attraversando i tornelli. A proteggere gli utenti durante il trasbordo è prevista una copertura in vetro.

Credits Urbanfile – M4-M2 Stazione Sant’Ambrogio

Continua la lettura con: Le STAZIONI di Milano più scomode: dove se sei di fretta, perderai il treno

FABIO MARCOMIN

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Le 7 CASE sull’ALBERO più belle d’ITALIA

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Credits: fattoriedicelli.it Fattorie di Celli
Chi dice di non averla mai voluta probabilmente sta mentendo. Non c’è bambino che non l’abbia desiderata, invidiata a chi ce l’avesse e chiesta più e più volte al papà, al nonno e a chiunque avesse provato ad accennare di volerla costruire. Si sta parlando della casa sull’albero, che tutti si immaginano come una sorta di rifugio di sopravvivenza o come una casa costruita dagli scoiattoli, magari di quelli che parlano come nelle favole, e arredata tutta in legno.

Le 7 CASE sull’ALBERO più belle d’ITALIA

Sarà per questo immaginario legato alle case sugli alberi che molti esperti nella ricettività turistica hanno deciso di costruire case sugli alberi immerse nella natura, con tutti i comfort e una vista e una sensazione di pace invidiabile da tutti. Non c’è bisogno di andare in chissà che posto per trovare queste case, ecco allora le 7 case sull’albero più belle in Italia con l’ausilio della guida lonelyplanetitalia.it.

# Tenuta Bocchineri in Calabria

Credits: @filrougefm22
Tenuta Bocchineri

“La casa sull’albero è unica nel suo genere nel Sud Italia. Ti affacci e vedi i daini”. La casa sull’albero della Tenuta Bocchineri in Calabria, precisamente a Rogliano, soddisfa tutti i requisiti per diventare una delle case sull’albero più belle d’Italia. Contatto con la natura, tranquillità, a misura d’uomo, perfetta per una fuga e per isolarsi un po’ da tutto il resto. La casa della Tenuta Bocchineri ha una verandina, un balconcino, bagno, doccia, ma anche TV, Wi-Fi e una graziosa scala a chiocciola per salire.

# Laperegina in Abruzzo

Credits: @nuvolafrica
Agriturismo Laperegina

Nel paesino fantasma dove è stato girato “Omicidio all’italiana“, c’è un angolo di pace dove la paura che il soprannome del paese si porta dietro viene completamente dimenticata. In provincia di Pescara, esattamente a Corvara, c’è una casa sull’albero circondata da ruscelli e tanti animali, a 850 metri di altezza. Si tratta di una parte della struttura del BioAgriturismo Laperegina e la storia di questa casetta è nata proprio per caso. Lo stesso proprietario racconta che un giorno una coppia di Torino era giunta all’agriturismo, ma voleva dormire in una camera più spartana e a contatto con la natura. Fu lì che notarono la casetta appena costruita sul mandorlo in giardino. Così si mise un letto matrimoniale e un armadio, creando un’atmosfera romantica e affascinante.

# La Awen Tree House in Umbria

Credits: @ilariascicchitano
Awen Tree House

Siamo a due chilometri da Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, proprio sul Lago Trasimeno, qui si trova la Awen Tree House. Una casetta sospesa, a circa 30 metri da terra e di circa 20 metri quadrati. Un soggiorno nella graziosa casetta sull’albero è perfetto per una vacanza all’insegna della sostenibilità: la casa è stata costruita secondo le tecniche della bioedilizia ed è immersa nei magnifici paesaggi del Lago Trasimeno, in un boschetto di lecci, offrendo la possibilità di seguire tanti percorsi culturali, ambientali e di benessere.

# Il Rifugio nel Bosco in Sicilia

Credits: @78_luke
Casa sull’albero Parco Avventura Madonie

Già il nome è tutto un dire, il Rifugio nel Bosco permette di soggiornare in 3 diverse case sull’albero, una più bella dell’altra, e fa vivere l’esperienza di essere immersi nella natura. Il rifugio nel Bosco è all’interno del Parco Avventura Madonie, non tanto lontano da borghi con cassette in pietra e balconi fioriti. Quindi, dopo aver goduto di tutti i comfort e relax regalati dall’esperienza sulla casa sull’albero, si possono visitare i classici paesini siciliani.

# Fattorie di Celli in Toscana

Credits: fattoriedicelli.it
Fattorie di Celli

A Poppi, in Toscana, c’è una struttura chiamata Fattorie di Celli, che regala forse una delle esperienze più magiche che si possono godere su una casa sull’albero. Non solo tanta tranquillità e tutti i comfort per vivere una vacanza un po’ diversa dalle solite, ma la particolarità di questa casa è che ha ampie vetrate che permettono di ammirare il bosco-giardino, mentre si è comodamente sdraiati sul letto. E il balconcino poi? Tutto in vetro, se si guarda in basso si vede l’incredibile verde della zona.

# Il giardino dei Semplici in Piemonte

Credits: @si.inst
Giardino dei Semplici

A Manta, in provincia di Cuneo, c’è una casetta sull’albero che sembra appena uscita da una fiaba. Si trova nel Giardino dei Semplici, in mezzo alle fronde di una quercia possente, circondata da un terrazzo da cui godere di una magnifica vista. In questa casetta c’è una romantica camera da letto e un bagno, la colazione poi è servita dalla struttura.

# Il Villaggio di Baffy in Val D’Aosta

Credits: @ilvillaggiodibaffy
Il villaggio di Baffy

Una capanna sull’albero, ecco cosa propone il Villaggio di Baffy, in Valle d’Aosta, precisamente a Gressan, a pochi chilometri da Courmayeur. Anche questa capanna è uno di quei luoghi dove potersi dimenticare dello stress e vivere attimi di relax. Si tratta di un mini-chalet in legno, costruito tra tre larici centenari. La vista che regala è sulla conca di Aosta e le cime sovrastanti e qui la ninna nanna sarà cantata dagli animali abitanti del giardino e dal ruscello che scorre.

Continua la lettura con: Le CASE SOSPESE a un’ora da MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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Il BOOM dei FRONTALIERI: RECORD di sempre per i TRENI tra MILANO e il CANTON TICINO

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Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox - instagram)

In costante crescita anno dopo anno i passeggeri che viaggiano tra Canton Ticino e Milano. Non solo per motivi di studio e lavoro, ma anche nei weekend. C’è sempre più voglia di Svizzera (e del suo sistema fiscale)? Ecco i dati pubblicati dalla compagnia ferroviaria italo-svizzera.

Il BOOM dei FRONTALIERI: RECORD di sempre per i TRENI tra MILANO e il CANTON TICINO

# Nel 2023 raggiunti i 22,8 milioni di passeggeri trasportati

Treno TILO

Nel comunicato diffuso il 19 febbraio 2024 la società TiLo, la compagnia ferroviaria formata da Trenord e le Ferrovie Federali Svizzere, ha pubblicato i dati relativi ai passeggeri trasportati nell’anno 2023. Il numero continua a salire anno dopo anno, toccando il numero record di 22,8 milioni, pari a una media di 69.000 viaggiatori giornalieri. Il mese con più utenti è stato ottobre, con 78.000 in media ogni giorno feriale. 

# Boom dei passeggeri frontalieri: +65% al confine con Chiasso

Credits fernbahnkunde IG – Stazione di Chiasso

La crescita dei passeggeri ha riguardato anche quelli frontalieri, sempre con numeri record: +65% quelli che hanno attraversato il confine a Chiasso, +57% quelli che sono passati da Gaggiolo. Durante i giorni feriali sono transitati tra Chiasso e Como S. Giovanni 8.100 passeggeri, contro i 4.900 del 2022, tra Stabio e Cantello-Gaggiolo sono passati dai 2.600 dell’anno precedente ai 4.100 del 2023.

Leggi anche: LONDRA si AVVICINA a MILANO (in treno): la NUOVA TRATTA in Svizzera in 5 ORE

# Lugano e Milano le stazioni più frequentate

Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox – instagram)

La stazione con più utenti TiLo è stata quella di Lugano, con quasi 25.000 passeggeri su 235 collegamenti. A seguire la Stazione di Milano Centrale, con una media feriale di 12.200 passeggeri ma contando solamente su 32 treni al giorni del collegamento RE80.

# Nei weekend e nei giorni festivi una crescita del 20%

Gli spostamenti non sono solo per motivi di studio e lavoro. Anche durante i weekend e i giorni festivi è stato registrato un incremento dei passeggeri: in media 48.000 viaggiatori al giorno, pari al 20% in più rispetto al 2022.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con:  Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

FABIO MARCOMIN

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La GUIDA di Vogue degli APERITIVI di MILANO: i 10 INDIRIZZI IMPERDIBILI

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milanosecrets IG - Pasticceria Cucchi

Una selezione di 10 indirizzi elaborata dal magazine Vogue dove gustare ottimi cocktail in compagnia, tra storia, creatività e design.

La GUIDA di Vogue degli APERITIVI di MILANO: i 10 INDIRIZZI IMPERDIBILI

#1 Bar Basso, un punto di riferimento per la Design Week

Credits: @e15furniture – Bar Basso

Se dici Bar Basso dici aperitivo, uno dei locali preferiti di Milano dove incontrarsi per un drink e per stare in compagnia. Da anni punto di riferimento per la Design Week, richiamata all’interno con i pezzi di design che lo arredano, è forse il bar in città più amato e conosciuto dai milanesi e non solo. La sua fondazione da parte di Giuseppe Basso risale agli ’30, come osteria, il successo arriva nel 1972 dopo l’invenzione per errore del “Negroni sbagliato” con le bollicine al posto del gin.

Indirizzo: via Plinio,39

#2 Bene Bene, il bar dei creativi milanesi

benebenebar IG

Non troppo distante c’è il bar dei creativi milanesi, Bene Bene. Qui si possono trovare drink di qualità, una selezione musicale curata nei minimi dettagli, ma soprattutto tutto quello che serve per dare sfogo ai pensieri out of the box. Dalla playlist a parte che suona in bagno, creata dalla radio indipendente milanese FrittoFM, ai quadri di giovani artisti contemporanei appesi alle pareti.

 
Indirizzo: Via Morgagni 31

 

#3 Combo, l’ostello-bar in un contesto fuori dal tempo

Combo

Il nome dice già cosa aspettarsi, una combinazione di usi e servizi. Combo, sul Naviglio Grande, infatti è ostello, bar, luogo per lo studio e il lavoro, incastrato in un contesto silenzioso con giardino. Perfetto per un ottimo drink in compagnia con musica di sottofondo mai invasiva e che al contrario concilia il relax. 

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 83

#4 Turbo, il bar-cattedrale della mixologia

turbomilano IG

Un chilometro più ovest c’è Turbo, aperto nel 2020, un bar-cattedrale della mixologia caratterizzato da pareti di colore blu e una serra idroponica da dove vengono prelevate le erbe e spezie per realizzare i drink. I piatti sono preparati con cura certosina secondo la logica di spreco zero. Nel pieno del regno dell’aperitivi, ma allo stesso tempo distante dalla ressa dei locali lungo il canale, trovandosi in una traversa di Via Ludovico il Moro.

 

Indirizzo: Via Andrea Ponti 4

#5 Lido Liquor Bar, dove bere cocktail in un ambiente famigliare

leonardofollieri IG – Lido liquo bar

A pochi passi dai Navigli c’è Lido Liquor Bar, aperto da poco. Per chi vuole ordinare un bicchiere di vino o un cocktail senza troppi fronzoli e con ampia scelta è il locale ideale. Un locale alla mano e famigliare, dove incontrarsi per un semplice appuntamento o per parlare di argomenti importanti. In tarda sera diventa una sorta di nightclub, dove scatenarsi con le danze. 

Indirizzo: Piazzale Cantore, 4

#6 House of Ronin, con il cocktail e sake bar Madame Ching 

Credits: IG @teoflove

Quattro piani neo liberty con un’osteria giapponese al piano terra, un ristorante giapponese di alto livello al primo e al secondo piano e una superficie di 200 mq con 4 stanze private per il karaoke. Tutto questo è House of Ronin, dove ogni sala è dedicata a un tema diverso, tutti legati a diversi decenni e stili del Giappone, e accompagnate da un eccezionale cocktail e sake bar chiamato Madame Ching dove bere sentendosi nel Paese del Sol Levante.

Indirizzo: via Vittorio Alfieri, 17

#7 Pasticceria Cucchi, un aperitivo immersi nella storia milanese

milanosecrets IG – Pasticceria Cucchi

La Pasticceria Cucchi, fondata nel 1936 da Luigi Cucchi e sua moglie Vittorina col nome di Cafè Chantant, conserva ancora il fascino di un tempo coi banconi in legno scuro e i lampadari di cristallo in stile candeliere. Sempre più spesso, oltre a gustare delle croccanti brioche, in questo storico locale della città ci si ritrova per assaporare un drink ben fatto fino all’orario di chiusura.

Indirizzo: Corso Genova,1 

#8 Bar Quadronno, la prima paninoteca a tenere aperto fino a tarda notte

Credits mikymatei IG – Bar Quadronno

Spostandosi più in centro c’è il Bar Quadronno, la prima paninoteca a tenere aperto fino a tarda notte in città. Nacque qui negli anni ’60 il panino imbottito, con squisitezze gastronomiche e salsine varie e novità incredibili per quegli anni, come il mitico panino al prosciutto di “scimmia”. Per molti milanesi e non solo questo è il locale migliore dove mangiare un panino, ma visto il suo orario è uno dei ritrovi preferiti dove fermarsi per degustare un cocktail in compagnia.

Indirizzo: Via Quadronno, 34

#9 Palinurobar, dove bere vini naturali

polkadot_mag IG – Palinurobar

Di poco fuori dalla circonvallazione esterna, in zona Loreto, troviamo Palinurobar. Tra i primi locali in città a proporre vini naturali senza solfiti, che ormai hanno preso piede quasi come lo spritz, nato dall’idea di quattro amici. Niente a vedere con le classiche enoteche, un luogo conviviale dove sentirsi a proprio agio sorseggiando un buon calice di bianco o di rosso.

Indirizzo: Via Paisiello, 28

#10 Eterno Milano, per un ritorno agli anni ’80

eterno_milano IG

Andiamo ancora più verso est, a 500 metri dalla fermata Susa della M4, per fare tappa da Eterno Milano. Varcando la soglia sembra di fare un passo indietro agli anni ’80, grazie alla cura del design voluta da proprietari, circondati da forme geometriche e rotondeggianti e dai colori rosso e blu. Luogo d’incontro perfetto per un appuntamento al calar del giorno, al centro di una zona prescelta durante la fashion per le sfilate più periferiche.

Indirizzo: Viale Campania, 30

Fonte: Vogue

Continua la lettura con:5 APERITIVI a BUFFET a Milano 

FABIO MARCOMIN

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LONDRA nomina i “PASSANTI” con FATTI STORICI. Come si potrebbero RINOMINARE le LINEE S di MILANO?

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Tfl-Timeout - London Overground

Cambiano i colori e i nomi celebrano momenti storici della capitale britannica. Con quali riferimenti culturali, storici e geografici potrebbero essere rinominate le linee suburbane milanesi?

LONDRA nomina i “PASSANTI” con FATTI STORICI. Come si potrebbero RINOMINARE le LINEE S di MILANO?

# Nuova identità visiva per la Overground

maps-london – London Overgroung oggi

Il Sindaco di Londra Sadiq Khan e la Transport for London hanno annunciato e presentato la nuova identità visiva della rete Overground, prevista dall’autunno del 2024. La rete, costruita efficientando linee ferroviarie poco utilizzate o dismesse tra il 2007 e il 2015, ha visto crescere in fretta il suo utilizzo arrivando oggi a trasportare oltre 3 milioni di passeggeri a settimane. Si tratta di ferrovie urbane, la cui funzione può essere assimilata alle nostre linee suburbane e al passante

# Cambiano i colori e i nomi celebrano momenti storici della città

Tfl-Timeout – London Overground

A cambiare sono i colori delle linee, prima tutte di colore arancione e per questo conosciute anche come “ginger lines”, e i nomi, scelti in seguito a una consultazione tra passeggeri, storici e la comunità, che celebrano momenti storici nell’immigrazione e nell’uguaglianza delle donne, onorando attivisti e lavoratori.

Questi i colori e i nomi scelti:

  • la viola Lioness Line (da Euston a Watford Junction) dedicata alla nazionale femminile inglese di calcio;
  • la turchese Mildmay Line (da Stratford a Richmond/Clapham Junction) dal nome di un ospedale a Shoreditch che ha avuto un ruolo importante durante l’epidemia dell’Aids degli anni ’80;
  • la verde lime Windrush Line (da Highbury & Islington a Clapham Junction/New Cross/Crystal Palace/West Croydon) dal nome della Generazione Windrush e della loro eredità. La Windrush è stata la nave che portò in Inghilterra il primo flusso di lavoratori provenienti dalle ex colonie britanniche con il compito di contribuire alla ricostruzione la Nazioni dopo la distruzione della Second Guerra Mondiale;
  • la rosso mattone Weaver Line (da Liverpool Street a Cheshunt/Enfield Town/Chingford) per ricordare lo storico commercio tessile dell’est di Londra;
  • la fucsia Suffragette Line (da Gospel Oak a Barking Riverside) dal nome del movimento delle Suffragette;
  • la blu navy Liberty Line (da Romford a Upminster) dal nome dell’indipendenza storica del popolo di Havering.

Queste le parole del sindaco della capitale britannica: “Questo è un momento estremamente emozionante, che trasforma il modo in cui pensiamo alla rete di trasporti di Londra. Dare a ciascuna delle linee colori e identità distinti renderà più semplice e facile per i passeggeri spostarsi. Nel reinventare la mappa della metropolitana di Londra, stiamo anche onorando e celebrando diverse parti della storia e della cultura locale uniche di Londra.”

# Come si potrebbero chiamare le linee suburbane che attraversano Milano

Mappa Ferrovie suburbane e passante 2023

Per le cinque linee metropolitane avevamo provato ad ipotizzare un nome internazionale: M1 Duomo Line, M2 Station Line, M3 Fashion Line, M4 Fly Line e M5 Expo Line. Le linee suburbane di Milano, che attraversano la città e viaggiando lungo il passante, hanno già un colore che le contraddistingue ma non hanno un nome associato. Quali potrebbero essere:

  • Linea Grande Milano S1 (Saronno-Milano passante-Lodi) per ricordare il territorio della provincia di Lodi un tempo ricompresa in quella di Milano
  • Linea Seveso S2 (Mariano Comense-Milano passante-Milano Rogoredo) per ricordare il disastro della fuga di diossina del 1976;
  • Linea S3 Armenia Film (Saronno-Milano Bovisa-Milano Cadorna) in memoria della Bovisa quartiere “capitale” del cinema italiano molto prima di Cinecittà
  • Linea Milano Nord S4 (Camnago-Milano Bovisa-Milano Cadorna)
  • Linea Città Giardino S5 (Varese-Milano passante-Treviglio) per il collegamento con Varese
  • Linea Risaie S6 (Novara-Milano passante-Treviglio) che conduce verso le prime aree del Piemonte famose per le loro colture di riso
  • Linea dei Laghi S7 (Lecco-Molteno-Monza-Milano) con fermate che servono i laghi di Annone, Garlate e di Como
  • Linea Alessandro Manzoni S8 (Lecco-Carnate-Milano Porta Garibaldi) perché conduce a “quel ramo del Lago di Como” citato nell’incipit dei Promessi Sposi
  • Linea Università S9 (Saronno-Seregno-Milano-Albairate) che serve Bocconi, Bicocca e Politecnico
  • Linea Cattaneo S11 (Chiasso-Como-Milano-Rho), per ricordare il grande Carlo cattaneo che teorizzava per l’Italia un sistema federale tipo svizzero
  • Linea Autostrada del Sole S12 (Melegnano-Milano passante-Milano Bovisa-Cormano), per ricordare la costruzione della storica autostrada italiana che collega nord e sud Italia
  • Linea Leonardo S13 (Pavia-Milano passante-Milano Bovisa) per identificare il canale pensato da Leonardo da Vinci che arriva fino alla città della Certosa

Leggi anche: Se le linee della METROPOLITANA di MILANO avessero un NOME INTERNAZIONALE, come si chiamerebbero?

Spunto: The Guardian

Continua la lettura con: La METRO più VELOCE del MONDO: come un FRECCIAROSSA sottoterra

FABIO MARCOMIN

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MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

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Arcangeli

È stata una delle personalità milanesi più incisive nel panorama dello spettacolo teatrale, della canzone e della radio. Il padre era professore universitario a Torino, mentre la madre era una nobildonna toscana. Parliamo di Maria Pia Arcangeli, nata nella nostra città il 23 gennaio 1918. Sin da ragazzina aspirava a fare l’attrice, una vocazione poco accettata dai famigliari, perché, allora, una donna dello spettacolo era vista come una “poco di buono”.

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

# Il primo lavoro alla Eiar a Torino

ildiscobolo.net – Maria Pia Arcangeli

Studiò all’Università di Torino e, casualmente, venne a sapere di un concorso alla Eiar chiamato “L’ora del dilettante”, che si teneva proprio nella città sabauda. Partecipò con la canzone milanese “Lassa pur ch’el mund el disa”, brano di due meneghini doc come Alfredo Bracchi e Giovanni D’Anzi. È il 1938 e Maria Pia, per un anno, viene scritturata dalla radio di Torino. L’Arcangeli iniziò ad esibirsi negli spettacoli studenteschi, cantando canzoni popolari: per lei fu un’esperienza preziosa per entrare nel mondo della canzone dalla porta principale. Alla radio era conosciuta come “quella che canta le canzoni milanesi”. D’altronde non poteva che essere così, visto che per lei ebbe un innamoramento artistico proprio Giovanni D’Anzi, che le preparò diversi brani, tra cui “La gagarella del Biffi Scala” e “La guta”.

# Il debutto a teatro nella compagnia di Nuto Navarrini

Poi è la volta del teatro, con il debutto nel 1940 nella compagnia di Nuto Navarrini, per passare, un anno dopo, a quella di Nino Taranto.

Dicevamo dell’innamoramento artistico di D’Anzi, ma solo artistico…perché quello sentimentale arrivò da Carlo Minellono dei San Martino d’Arundello, in arte semplicemente Carlo Minellono, attore toscano che ebbe molto successo nella prima metà degli anni quaranta. Maria Pia e Carlo si sposarono e, nel 1946, ebbero il loro unico figlio, Cristiano, che diventerà uno dei più popolari autori di canzoni italiane: citiamo “Gocce di pioggia su di me”, “Comprami” e “Soli”.

Cristiano nacque ad Arona perché la Arcangeli e il marito decisero di “sfollare” da Milano al lago Maggiore. All’età di un solo anno, Cristiano perde il padre e la Arcangeli si ritrova da sola a crescere il bambino. Ma ciò non le impedirà di partecipare a diversi spettacoli, tra Gallarate e Varese, vicino a casa.

# Il cinema con Tognazzi e il ritorno alla radio con la trasmissione “Ciaciarem in cicinin”

Arcangeli

Nel 1948 la troviamo al fianco di Ugo Tognazzi in “Notte a Venezia”, poi torna alla radio, conducendo, con Evelina Sironi, Fausto Tomei e Liliana Felman (tutti milanesi) la trasmissione “Ciaciarem in cicinin”, un programma che fece conoscere al grande pubblico sia la Arcangeli che la parlata milanese. Era un programma che lasciava molto spazio all’improvvisazione, a dimostrazione della grande sintonia tra i quattro conduttori.

La sua esperienza conta anche “Nonna Felicita” e “Felicita Colombo”, per poi passare al cinema con alcune pellicole come “La vita agra” e “La Celestina”. Era la metà degli anni Sessanta.

# Gli spettacoli al Derby e al Piccolo Teatro di Milano

Credits Piccolo Teatro – Piccolo Teatro

Nel 1966 debutta al Derby Club al fianco di Walter Valdi, Evelina Sironi e tanti altri personaggi che hanno fatto la storia del divertimento milanese.

“Allora il Derby non era soltanto un luogo in cui si rideva, c’erano anche spettacoli, come quelli in cui era protagonista mia madre, in cui si chiacchierava e si interagiva col pubblico”, disse Cristiano Minellono in un’intervista di diversi anni fa.

Siamo appena oltre la metà degli anni sessanta e la Arcangeli va a Genova per recitare con Alberto Lionello e, un anno dopo, è al Piccolo Teatro di Milano. Fu una delle prime protagoniste del Festival della canzone Meneghina, un evento che attirava tantissimo pubblico e che sfornava talenti di prim’ordine.

Prima di chiudere l’attività artistica e di andarsi a riposare in Brianza, la Arcangeli recitò ancora con Pietro Mazzarella, Gino Bramieri e Rita Pavone. Memorabili furono le sue esibizioni al fianco di Erminio Macario.

Maria Pia Arcangeli morì il 12 dicembre 1999, ed è un vero peccato che Milano abbia un po’ trascurato questa figura carismatica e vivace dell’arte sotto la Madonnina.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

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D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

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DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

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VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

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Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

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GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

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GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

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MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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🛑 Arrivati i fondi: TRE NUOVE FERMATE per la M1 e la FRECCIARANCIO

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Credits: Urbanfile

Forse è la volta buona. Il Ministero dei Trasporti ha annunciato l’allocazione dei fondi necessari per diversi progetti nel settore dei trasporti a Milano. Disco verde per l’estensione della linea rossa. Ma non solo. Foto cover: urbanfile.org

🛑 Arrivati i fondi: TRE NUOVE FERMATE per la M1 e la FRECCIARANCIO

Decreto del governo per finanziare tre rilevanti progetti per Milano. I fondi sono arrivati da Roma. Lo ha comunicato Arianna Censi, assessore alla Mobilità. Vediamo quali sono.

# Tre nuove fermate sulla rossa

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

La prima importante opera sbloccata è l’estensione della M1 fino a Baggio per un totale di 3,3 chilometri di nuova linea. Il costo totale è di 543 milioni di euro, di cui 145 milioni sono stati stanziati dal Ministero dei Trasporti. Ci saranno tre nuove stazioni oltre Bisceglie: Parri-Valsesia, Baggio Centro e Quartiere Olmi. Si prevede una durata dei lavori di circa 5 anni e mezzo.

# Gli altri progetti finanziati: il “Frecciarancio” e l’ampliamento del deposito per i treni della linea M1

Milano Limbiate

Viene finanziato anche il progetto “Frecciarancio”, la metrotranvia Milano-Limbiate. L’opera è finanziata con risorse statali e degli enti locali per un totale di circa 148 milioni di euro. I lavori dovrebbero durare circa tre anni e mezzo.

Altri finanziamenti sono stati destinati, infine, all’ampliamento del deposito Gallaratese per i treni della linea M1.

Continua la lettura con: La metropolitana a Bergamo?

MILANO CITTA’ STATO

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Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE

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identià golose - Food District

Procede il completamento di un nuovo polo per la ristorazione dinamica e sostenibile all’interno di un’area industriale in disuso e ora in fase di rigenerazione. Come si sta sviluppando, le prime aperture e quando dovrebbero essere assegnati tutti gli spazi. 

Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE

# Certosa District: “il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef”

Credits realstep – Certosa District

Il progetto di Milano Certosa District, partito dalla rigenerazione di un’area industriale abbandonata che con La Forgiatura è stata trasformata in un campus integrato di 30.000 mq, si sta arricchendo poco alla volta con un distretto del food. In questo nuovo quartiere sviluppato dalla società immobiliare RealStep tra Via Varesina, Via Mac Mahon e Via Oriani, prima sede dei gruppi Koelliker e Sandvik, si sta creando un polo per la ristorazione dinamica e sostenibile: il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef e degli imprenditori che amano la stagionalità, rispettano prodotti e ambiente e fanno anche tanta ricerca” come raccontato dal suo direttore generale spiegato da Vincenzo Giannico.

# Un’area complessiva di 100.000 mq di cui 6.000 dedicati a 20 ristoranti

Area Certosa District

Al momento la superficie destinata al nuovo “quartiere” è di circa 100.000 mq, con probabile incremento nei prossimi anni. In queste ex aree industriali in disuso in fase di rigenerazione hanno trovato e troveranno spazio anche uffici, spazi di co-living e 20 locali tra ristoranti, caffè e luoghi per il dopocena, oltre ad aree verdi e a multinazionali. Qui la Whirlpool ha creato la sua nuova sede europea. Gli spazi dedicati alla ristorazione sono distribuiti su 6.000 mq tra Via Varesina, Via Brunetti e Via Giovanni da Udine.

# Prime inaugurazione nel 2023. L’obiettivo è assegnare tutti gli spazi entro il 2026

Certosa District

A occupare i locali sono e saranno brand già presenti a Milano, con metrature variabili tra gli 80 e i 900 mq. Sono tre gli spazi inaugurati finora: i primi due nel 2023, Crosta (forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo), Loste Café (una bakery di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro entrambi formati a Copenhagen), e Lafa (cucina araba e mediorientale di Hippolyte Vautrin, titolare di Røst e Kanpai) il 20 febbraio 2024. L’obiettivo è creare un comunità, creando eventi in grado di coinvolgere a zona tramite la partecipazione di famosi esponenti di spicco della ristorazione, prendendo ispirazione dai casi di successo di altre città come Parigi, Copenhagen e New York. Entro il 2026 si prevede di assegnare tutti gli spazi rimanenti.

Continua la lettura: A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

FABIO MARCOMIN

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Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

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Egalite

Ristoranti, pasticcerie e pizzerie. Vediamo tutte le novità del febbraio milanese, un vero e proprio festival di novità interessanti.

Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

#1 Égalité triplica: corso Sempione sempre più francese

Égalité 

Si conferma vincente la formula proposta dalla pasticceria Égalité, che dopo il successo di via Melzo e di via San Simpliciano, apre in corso Sempione in zona Arco della Pace. Un tripudio di croquet monsieur, baguettes e Madeleine oltre ai vini francesi proposti per l’aperitivo serale. 

#2 Deposito Enoteca: il boom dei vini naturali

deposito_enoteca IG

In via Felice Casati, zona Porta Venezia, ha aperto questa enoteca con cucina che propone vini naturali, a conferma del grande successo che a Milano stanno ottenendo questo tipo di locali. Si può fare un aperitivo oppure fermarsi per cena, accompagnando il pasto da vini italiani ed europei tutti rigorosamente naturali.

#3 Locanda Sempione: il mix di cucine regionali

locandasempione IG

Una novità questa, in corso Sempione, che vuole offrire ai clienti una cucina varia che va ad abbracciare molteplici regioni italiane come la Puglia con le bombette o il Piemonte con la classica tartare di fassona. Ci sono anche numerose proposte di piatti tipici milanesi e assai varia la proposta di pietanze a base di pesce. 

#4 Eggs: fusion Milano-Roma

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Apre in via Solferino questo locale che da Roma parte alla conquista di Milano. Il centro della proposta culinaria sono le uova ma soprattutto, è interessante il connubio tra cucina romana e milanese, quasi a voler fondere le due culture gastronomiche. Un esempio? I supplì con ripieno di risotto e ossobuco.

#5 Rosticceria Palazzi: la rinascita del locale

rosticceriapalazzi IG

Una riapertura questa per un locale che rinasce a nuova vita. Rosticceria Palazzi in via Plinio resta ferma la ricca proposta gastronomica da asporto a base di lasagne, pasta fresca o arrosti, ma si può adesso sostare per un aperitivo sfizioso accompagnato da un buon calice di vino. 

#6 Ultra: pizza & cocktail

ultra.milano IG

In viale Montenero apre questa nuova pizzeria che vuole sfruttare il trend positivo e che spopola in città, ossia l’abbinamento pizza e cocktails. Pizze classiche o gourmet, ingredienti freschi e di stagione, accompagnate dunque da cocktails classici o rivisitati. Non mancheranno le pizze al padellino o sfiziosità regionali italiane

#7 Section80 bar: musica e tavola fredda

section80bar ig

Si tratta di una casa di produzione cinematografica situata in via Farini che ha aperto anche uno spazio bar con tavola fredda e possibilità di fare aperitivo con un buon cocktail. Qui si viene per incontrarsi, condividere, vedere un video o ascoltare buona musica in totale relax.

Continua la lettura con: I MEMBERS CLUB più ESCLUSIVI di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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COME sono NATE le MAPPE di Milano?

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stagniweb.it - Busetti - Mappa Busetti centro storico

Scopriamo chi ha inventato le mappe che sono arrivate ai giorni nostri e che vengono utilizzate da milanesi e turisti, nonostante l’avvento di app e gps. 

COME sono NATE le MAPPE di Milano?

# Otello Busetti, amante della musica e dell’arte

confcommercio.it – Busetti

Otello, figlio di Itala imprenditrice nel tessile e Emilio amante di arte, musica, disegno, fu l’unico rispetto agli altri suoi 5 fratelli a nascere a Parma. Studia musica e arte già dalla scuole primarie, passioni ereditate dal padre, e per mantenersi agli studi riproduceva le colonne sonore di film muti nei cinema con il violino. Ritornato in famiglia a Milano all’età di 13 anni riesce a trasformare in qualcosa di concreto la sua passione artistica frequentando prima la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, specializzandosi in disegno prospettico e toponomastica, e riesce a sviluppa il suo desiderio di ricerca e di voler fare il censimento dell’esistente di vie, piazze, palazzi. 

# L’idea in un tram degli sposi, dei turisti e di un tram prontosoccorso

Proprio all’interno dell’istituto progettò un ampliamento di quello che fino a quel momento era l’utilizzo solito del tram, per essere uno “strumento di connessione e di conoscenza”. Immaginò ad esempio come usi alternativi il tram degli sposi, quello dei turisti e persino un tram prontosoccorso, che avrebbe dovuto avere corsie preferenziali. Fu implementato solo per tratti brevi durante la guerra.

# Per ATM si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland 

Milano Sparita e da ricordare – Autobus

ATM fu fondata nel 1931 prendendo in carico la gestione della rete, nel 1933 prese avvio il servizio della rete filoviaria, mentre nel 1939 assunse l’esercizio delle autolinee interurbane. La carriera di Otello Busetti inizia come disegnatore di piante e mappe presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, per poi essere assunto come Capo dell’Ufficio Tecnico dell’autonoma Azienda Tranviaria Milanese proprio nell’anno della sua fondazione. Si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland. Le guide erano realizzate a mano e con i disegni dei monumenti in chiave prospettica. 

# Tra le guide più significative “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi”

stagniweb – Mappa Busetti 1964 con tram, bus e prima tratta M1

Le due edizioni più significative delle Guide Busetti furono “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi” (edizioni dal 1959 al 1966). Con l’inaugurazione della prima tratta della M1 nel 1964, si avvera il sogno di Otello di vedere la rete di trasporti spingersi verso la periferia. Nella guida di quell’anno sono visibili i percorsi di tram, bus, filobus e della metropolitana rossa. Busetti era un vero e proprio testimonial del trasporto pubblico, che secondo lui era da usare anche per recarsi in vacanza, e questa sua visione turistica della città era talmente “futuristica” che le sue guide erano delle vere e proprie enciclopedie informative per residenti e visitatori di Milano.

# Esemplari di carte e guide conservate nella vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco

stagniweb.it – Busetti – Mappa Busetti centro storico

Di tutto il materiale Busetti mantenne in seguito il copyright per poi sviluppare questo lavoro con la propria Casa Editrice EIA (Edizione Italiane Artistiche) poi chiamata Edizioni Guide e Piante BusettiAlcune esemplari di carte e molte edizioni di guide realizzate da Busetti, del periodo che vanno dagli anni ’30 agli anni ’70, sono conservate negli spazi di quella che era la vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, oggi Museo con la Civica raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”.

Fonte: confcommerciomilano.it

Continua la lettura con: Per la CENTRALE prendiamo la I o la N? QUANDO gli AUTOBUS di MILANO erano indicati con una LETTERA

FABIO MARCOMIN

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La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

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Credits wikipedia.org - Metro Genova

La prossima estate la metropolitana più corta d’Italia, la settima più corta del mondo, festeggia i 35 anni dalla sua inaugurazione: 8 fermate per 7 chilometri. L’amministrazione comunale è al lavoro per recuperare il terreno perduto.  

La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

# I cantieri in corso per aprire 2 nuove fermate

wikipedia.org – Metro Genova

Il capoluogo ligure detiene ancora oggi il poco invidiabile primato della metropolitana più corta d’Italia: collega il centro storico con la parte iniziale del quartiere di Rivarolo ed è costituita da 8 fermate per 7 km. In confronto con altre reti nel mondo si piazza al settimo posto. Negli ultimi anni sta però cercando poco alla volta di recuperare il terreno perduto: previste nuove stazioni e chilometri di tracciato aggiuntivi alla sua rete composta da una sola linea, compreso il tracciato sopraelevato dello skytram.

Procedono nonostante qualche stop, a causa del ritrovamento di un’antica fornace romana che sarà esposta nella Certosa di San Bartolomeo, i cantieri per estendere la linea a nord. Un percorso di 550 metri verso la Valpolcevera e il quartiere di San Fruttuoso con una nuova stazione: Canepari. L’inaugurazione prevista prima a febbraio e poi a luglio 2024, slitta alla fine dello stesso anno. Verso est è stato completato il primo tratto in uscita dalla stazione di Brignole verso la futura stazione Martinez/Terralba, la cui apertura è stata posticipata alla fine del 2024. Previsto all’esterno un parco alberato, un piazzetta coperta con tettoie metalliche, un parcheggio d’interscambio da 135 posti e l’accesso dal ponte di Terralba.

Nel progetto esecutivo redatto da Hypro, Ferrotramviaria, Ets e Atp, e approvato da determina comunale, è stato stimato un investimento complessivo aggiornato di 96,3 milioni di euro.

# Consegnate le aree di cantiere per completare la stazione Corvetto

Rendering stazione Corvetto Genova

Dopo la conclusione della progettazione esecutiva per il completamento della stazione di Corvetto, mai terminata sino ad oggi, il 2 ottobre 2023 sono state consegnate le aree di cantiere all’azienda esecutrice. La stazione posizionata a metà percorso tra quelle esistenti di De Ferrari e l’attuale capolinea di Brignole, prevede un investimento di oltre 56 milioni di euro di cui 43,8 provenienti dal Pnrr, e dovrebbe inaugurare nel 2026. Secondo gli studi dovrebbe servire oltre 1,4 milioni di passeggeri all’anno, Castelletto, Manin, Portoria e parte di Carignano.

# Finanziata estensione fino a Rivarolo, allo studio quella fino all’Ospedale San Martino

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Oltre ai cantieri in corso sono possibili altre estensioni in futuro. La più probabile è verso nord con una fermata successiva a Canepari, in piazza Pallavicini a Rivarolo. Qui è previsto l’interscambio con i treni locali della linea dei Giovi e con le linee bus. Le stanziamento delle risorse necessarie, 74,5 milioni di euro a copertura anche del secondo lotto della tratta Martinez-Terralba, è diventato ufficiale. Affidato a gennaio 2024 il bando di gara per l’aggiornamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. Si sta però già pensando di allungarla ulteriormente fino a Mira Lanza o addirittura Bolzaneto.

Verso est è stato ci si vuole spingere fino all’ospedale di San Martino, con due fermate: una sotto viale Benedetto XV e una in corrispondenza di via Mosso. Il finanziamento richiesto è pari a 240 milioni di euro. Un prolungamento ancora più importante rispetto al passato dato che nelle stesse aree è prevista la realizzazione della nuova stazione ferroviaria di Terralba, il capolinea per i treni metropolitani

# Attesi i fondi per la realizzazione di 4 nuove stazioni verso ovest

Prolungamento metropolitana di Genova

Verso Ponente si ipotizza invece una biforcazione con un nuovo tracciato di un chilometro e 4 nuove stazioni. Redatto lo studio di fattibilità, sono necessari circa 556 milioni di euro.  per realizzarla. 

La nuova tratta per Sampierdarena prevede queste fermate dopo la stazione di Dinegro:

  • la prima sotto via Dino Col a servizio del Matitone, del casello di Genova Ovest e dei numerosi uffici della zona;
  • la seconda sotto Villa Scassi a beneficio dell’ospedale;
  • la terza in piazza Montano con l’interscambio con la ferrovia;
  • l’ultima a Fiumara, a servizio del centro commerciale e di importanti luoghi di lavoro tra cui Arpal e la Asl.

Anche in questo caso si attende l’assegnazione dei fondi da parte del governo. 

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# Il progetto Skymetro: la metropolitana sopraelevata di 7 km nella Valbisagno

Interno stazione Skymetro

Anche Skymetro, già finanziato con 398 milioni, farà parte della metropolitana di Genova. Si tratta di una metropolitana aperta e sopraelevata di cinque metri da terra attualmente in fase di progettazione definitiva. Un tracciato di 6,9 km e 7 fermate da Brignole, con interscambio con la metropolitana classica, a Molassana. La linea, che avrà due binari, prevede queste stazioni intermedie: Romagnosi. Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo. Terminato l’iter autorizzativo i cantieri dovrebbero avviarsi a luglio 2024, per la metà del 2027 è programmata invece la consegna dell’opera. 

Skymetro estensione Prato

L’avvio dei cantieri è previsto , al termine dell’iter autorizzativo. Il Comune di Genova sta studiando già la sua estensione di 3,3 km e 3 fermate fino a Prato, che ha costo stimato di 212 milioni di euro, per servire anche i comuni della città metropolitana.

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FABIO MARCOMIN

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