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CITTÀ TICINO e i BIRRIFICI ARTIGIANALI: una strategia vincente per lo sviluppo dell’economia locale

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Nella Città Ticino c’è una presenza di birrifici artigianali decisamente elevata, se confrontata con altri territori.
In un periodo dove, purtroppo, le produzioni di tutte le merceologie si concentrano sempre di più in poche mani, è stupefacente vedere come intorno a questo prodotto sia vivace lo spirito imprenditoriale.

CITTÀ TICINO e i BIRRIFICI artigianali: una strategia vincente per lo sviluppo dell’economia locale

# Il fenomeno birra artigianale

Si parla di birrificio artigianale in antitesi ai grandi e pochi gruppi mondiali, che hanno concentrato nelle proprie mani la percentuale di vendita più alta del mercato con il loro prodotto pastorizzato.
Birre artigianali significa una grande variabilità di gusti, molto spesso a chilometro zero, anche stagionali, produzioni speciali con tante altre diversità.

Una qualità che è riuscita ad appassionare molti giovani.

# La birra è un prodotto vivo

Da studente di chimica ho avuto la fortuna di lavorare nel laboratorio di analisi della Kronenbourg a Strasburgo in Francia.
Un’esperienza che non si dimentica. Passare le giornate avvolti nei profumi dei fermentatori, l’attesa alla mattina dell’arrivo in laboratorio dei carrelli con tutti i lotti di birra ai vari stadi di produzione, per non parlare della birra “fresca”, quella destinata alla sola città di Strasburgo.
É stata un’esperienza unica, quello sì che era lavorare!

# Qualcosa è cambiato nel mondo della birra

A quei tempi il mondo della birra era diverso. Bere una birra era veramente un rito da perpetrare con tutte le sue regole.
Occorreva avere un bicchiere studiato per ogni birra, e le birrerie andavano a gara per avere i propri bicchieri a marchio con diverse forme, più o meno larghi e più o meno alti.

E poi i bicchieri dovevano essere rigorosamente lavati e sciacquati perché la “schiumetta” si doveva formare perfettamente.
Era infatti da questa “schiumetta” che si giudicava la freschezza di una birra ed anche le tue capacità nel saperla versare.

Oggi ci siamo semplificati la vita e la si beve anche dalla bottiglia (che orrore!).

# I birrifici artigianali come esempio di una nuova economia

D’altra parte i nuovi birrifici artigianali, che fortunatamente crescono in tutte le parti del mondo, sono il migliore baluardo per mantenere diffusa la cultura di questo prodotto che rischierebbe un tremendo appiattimento con una generale standardizzazione.

Ogni città e perchè no ogni paese, potrebbe avere la sua birra e questo sarebbe fantastico.
Difendiamo questo trend acquistando e gustando le birre artigianali.

Continua la lettura con: La BIRRA DELL’UNIVERSITÀ e altri progetti avveniristici del Friuli, la BIONDALAND d’Italia

GIUSEPPE MARZAGALLI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

 

 

La città degli IMPRENDITORI: come si chiamano a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Le 20 PRIME PAROLE che ti vengono in mente quando pensi a Milano

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Credits: B_Me, via Pixabay

Qual è la prima parola che ti viene in mente quando pensi a Milano?
Abbiamo fatto questa domanda in un sondaggio e ne sono venute fuori oltre 1.000.
Complimenti e censure, i luoghi preferiti o quelli più antipatici. Ma tra amore & odio, trionfa l’amore

Le 20 PRIME PAROLE che ti vengono in mente quando pensi a Milano

#20 Belloveso

Credits: milanopocket.it

La prima parola che ogni bambino pronuncia è “mamma”.
La prima parola degli innamorati della storia di Milano non può che essere Belloveso.
Il fondatore di Milano è il re celtico, arrivato sei secoli prima di Cristo alla ricerca di un luogo magico, seguendo le tracce della scrofa semi-lanuta.

Leggi anche: Il fondatore di Milano è BELLOVESO

#19 “Meno male” (che non ci vivo più)

Credits: Clker-Free-Vector-Images, via Pixabay

Ci sono anche molti detrattori di Milano. La città di S. Ambrogio non può piacere a tutti.
I cori di disapprovazione si fondano su molti stereotipi, tra cui “il grigio assoluto“, il meteo avverso “piove sempre“, e “meno male che non ci vivo più“, cui fanno eco applausi e desideri espliciti di chi è costretto a viverci ma non vede l’ora di tornarsene al paesello. A chi ha mollato Milano più che una parola viene in mente una frase. 

#18 Tram 

Credits ufficio stampa Atm – tram Milano1928 o Carrelli

Milano = Tram. L’abbinamento è allo sferragliare immancabile che si sente in ogni parte di Milano. I tram di Milano sono uno dei simboli attorno a cui si raccoglie l’anima identitaria di questa città. Se potessero raccontare le storie che hanno viaggiato in vettura, i tram di Milano sarebbero i custodi perfetti delle vite milanesi. Si accontentano di essere su quelle rotaie da sempre e di compiere, insieme all’inseparabile “manetta”, il loro viaggio da capolinea a a capolinea.

Leggi anche: Il TRAM più ANTICO del mondo è di Milano

#17 Velocità

Credits: B_Me, via Pixabay

Milano è efficiente, organizzata, sempre di corsa. In una parole: veloce. Anche se ci saremmo aspettati di trovarla nelle top 10, la velocità è sinonimo di Milano. Questa stupefacente capacità organizzativa è uno dei pilastri della milanesità, che riesce quasi sempre a far impallidire le popolazioni più stakanoviste.
La velocità si traduce in business, pianificazione dei guadagni, ricchezza ed economia.
Per i pollici versi, invece “Milano va sempre di corsa”.

#16 Inquinamento

Credits: formulapassion.it

Ahia. Si torna a un risvolto negativo che non è un mistero molti, se non tutti, abbinano a Milano. Uno dei problemi più urgenti da risolvere a Milano è legato alla qualità dell’aria, tra le peggiori al mondo. Smog, inquinamento, confusione e traffico sono solo alcune delle reazioni alla domanda posta. Insieme all’incubo di trovare parcheggio, magari più blando ma certamente collegato al problema generale del traffico.

Leggi anche: Qualità dell’ARIA: Milano TERZULTIMA in Europa

#15 Nebbia

Foto Claudio Furlan/LaPresse
30-01-2018 Milano, Italia

Detta anche “scighera“, “nebia” o “nebiun“. La nebbia è la caratteristica di Milano che esprime affetto o repulsione, a seconda di chi la nomina e di come la pronuncia.
Detrattori e innamorati usano la stessa identica espressione, ma con intenzioni opposte. Fateci caso la prossima volta che sentite un amico o un’amica dire “nebbia”. Noi siamo non solo tra chi la considera un elemento positivo, ma la pensiamo ormai più con nostalgia che come qualcosa di attualità.

Leggi anche: Perché non c’è più la nebbia a Milano?

#14 Sicurezza

Credits: https://questure.poliziadistato.it/ – Polizia di Stato in azione per la pulizia delle strade

Salendo in classifica si trova una delle parole più abusate in campagna elettorale. La sicurezza a Milano è da sempre l’emergenza del giorno. I milanesi non si sentono più al sicuro a casa loro. E più che un abbinamento la parola esprime un augurio. 

Leggi anche: RUBA RAPINA fai quello che vuoi questo è il PAESE dei BALOCCHI

#13 Moda

week milanesi
Credits: cameramoda.it

Anche nella declinazione inglese, fashion, moda è una parola chiave di Milano. Un vero e proprio sinonimo, specie se vista da oltre frontiera. La moda Made-in-Italy nasce incontrovertibilmente nel capoluogo lombardo e questo legame rimarrà per sempre, tra le fashion victims, tra gli amanti dello shopping e – soprattutto – tra gli operatori del settore. 

#12 Capitale

Credits: Andrea Cherchi – Milano

Non è il vezzo capitalistico liberale legato alla ricchezza, ma il gioco che tutti fanno, anche all’estero. Milano è identificata come la “capitale morale” della penisola italiana.
Tra coloro che hanno risposto “Milano Capitale” ricorrono anche i motivi: “è la più europea delle città“, “all’avanguardia“, “cosmopolita“. E sotto sotto molti coltivano il sogno che un giorno lo diventi anche politicamente: sarebbe forse il modo di rilanciare il Paese?

Leggi anche: Cosa offre MILANO di MENO rispetto a BERLINO? Le 7 DEBOLEZZE indicate da chi si trova nella capitale tedesca

#11 Brutta

Credits Urbanfile – Degrado Cordusio

No, dai, non scherziamo. E invece sì. Ai piedi della top10 si posiziona una delle leggende metropolitane più detestate dai milanesi: “milano è brutta” (appositamente con la minuscola).
Milano per i detrattori è anche “sporca“, “caotica“, abitata da strani soggetti (per lo più esauriti), a volte anche “orrenda“. Degustibus (N.d.A.)

#10 I modi di dire milanesi

credits: milanofree.it

Dedichiamo una posizione a sé per alcuni modi di dire tipici milanesi. Di nascita o di adozioni, tutti sanno che la città è “Milan col cœr in man“, “la città del S. Ambrœs“, degli “oh-bej oh-bei”. Tra le risposte, però, trionfano “schighera“, “ciaparatt“taaac!” e per distacco “ciümbia“.

Leggi anche: 10 parole del DIALETTO MILANESE che ognuno dovrebbe conoscere

#9 La Cotoletta (e il risotto e la cassoeula e il Panettone)

Credits: PH Fine Dining Lovers

Milano è la capitale indiscussa del cibo di qualità. Expo2015 a parte, in città si può assaggiare la cucina etnica proveniente da ogni angolo del mondo. Benché nell’immaginario collettivo (e non solo) la cucina tipica milanese è diventata il sushi, “el risott” la “cassœla” e la “cotoletta“, sono sempre in punta di forchetta. Soprattutto la “cotoletta”.
Una curiosità: stranamente il panettone ha fatto la sua prima comparsa solo dopo le prime 400 risposte.

#8 Lavoro

Credits: mitomorrow.it

Andando su in classifica si trovano le risposte forse più banali. Per i milanesi di nascita, le opportunità che Milano può offrire sono “naturali”. Tra le risposte si intuiscono quelle di chi ha scelto Milano per costruirsi un futuro. “Fortuna“, “pane“. In sintesi: “lavoro

Leggi anche: Il momento preferito nel lavoro: come si dice a Milano?

#7 Vita

Forse a sorpresa appare una dimensione più metafisica. Milano è Vita. La grande inclusione di questa città permette a tutti di essere ben accolti e di vivere Milano in ogni sfumatura. Milano è quindi “energia“, “vita nuova“, anche se freneticamente si vive una “vita vera“. Lo scambio di vita è osmosi: chi sceglie Milano si crea la propria vita, vivendola coi milanesi che imparano dalle vite di tutti.

#6 Grazie

Credits: Alexas_Fotos, via Pixabay

I milanesi hanno il cuore in mano. Sono persone generose. E lo si vede in una delle risposte più gettonate. Milano per tutti noi è “Grazie”. “Milano è la città che mi ha dato tanto“, “gratitudine” e anche “riconoscenza” sono l’abbinamento naturale per molti che hanno trovato la loro fortuna venendo o vivendo qui. 

#5 Mare

Credit: voloscontato.it

Una sorpresa in quinta posizione. Milano porta a pensare al mare, a quello che manca, a quello che si vorrebbe ma che si trova lontano da qui. Non solo: Milano fa venire in mente anche “Gli amici che vivono a Milano“, “mia figlia che vive lì, lontana da me“, “gli amici conosciuti al mare” e un più tenero “la mia amica Paola“. 

#4 I 4 luoghi del cuore

otto stelle
Madonnina

In quarta posizione abbiamo raggruppato i luoghi di Milano. Tra le centinaia di risposte, le più ricorrenti sono “San Siro“, dei locali, “le Colonne“. Ma le più gettonate sono queste quattro: “i Navigli” “la Madonnina“, “il Duomo” e “la Scala“. Decisamente pari merito: un piccolo podio con 4 medaglie d’oro.

Leggi anche: La STREET PARADE: le 20 vie più MILANESI

#3 Bella

Credits: @nonseifigo
Naviglio Martesana

Milano si riscatta. Dopo essere stata definita brutta, al terzo posto invece si colloca la parola Bella (o Bellissima). Se si pensa a Milano i milanesi trovano sempre qualcosa che splende di estetica. 

#2 Amore

Chi l’avrebbe detto? Dipinti come freddi, cinici, orientati al lavoro, i milanesi si rivelano invece dei gran romanticoni. Milano per noi? E’ amore. Un amore di appartenenza “F205” o di scelta “fiera/o di essere di Milano“.

Leggi anche: 30 MODI per dire che SEI DI MILANO senza dire che sei di Milano

#1 Casa (mia)

Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi (FB)

Dove c’è Milano c’è casa. Vince alla grande questa parola. Declinata in infiniti modi: “Casa dolce casa“, “Milano è la mia città“, è “casa mia“, è “la città in cui sono nato“, “il luogo dei miei ricordi più belli“, “la mia infanzia“, “il liceo“, “l’università“, “le pizzate con gli amici“, “a Milano ho passato tutta la mia vita“.

Grazie agli amici della pagina Facebook che hanno dedicato una risposta al sondaggio. Personalmente aggiungo che non solo Milano è la mia città, ma che spero di “essere milanese anche nella prossima vita”

Continua la lettura con: I LUOGHI dell’AMORE: dove fare “LA” dichiarazione a MILANO

LAURA LIONTI

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Quando sono stata SALVATA da una BALENA

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Nelle acque dell’Oceano Pacifico meridionale una donna è stata salvata da una balena. Sembra una storia uscita da un libro per bambini, perché a volte risulta difficile immaginare che al mondo esista concretamente una bontà così genuina, dei gesti così puri e buoni. Soprattutto tra esseri viventi così diversi come una balena e un essere umano.

Quando sono stata SALVATA da una BALENA

# Una vita nell’oceano

https://www.weareprojectzero.org/nan-hauser

La ricercatrice Nan Hauser ha studiato i cetacei per gran parte della sua vita, innamorata di questi grandi esseri viventi e del loro habitat, l’oceano. Presidentessa e direttrice del Center for Cetacean Research and Conservation, ogni giorno si occupa di ricerca e salvaguardia dei cetacei e della loro casa.

Era un giorno di settembre come tanti altri, un giorno di immersioni nelle acque profonde del Pacifico, osservazioni e appunti, quando la ricercatrice Nan Hauser inizia a notare uno strano comportamento nella balena che stava filmando: il cetaceo ha iniziato a spingere delicatamente con il corpo la donna verso la propria imbarcazione, insistentemente per una decina di minuti. La ricercatrice e il suo gruppo di colleghi, che inizialmente temevano il peggio, hanno poi capito il motivo di tale atteggiamento: uno squalo tigre aveva puntato la donna, e la balena le aveva salvato la vita.

# Un limite della Scienza?

https://www.pressherald.com/2018/01/08/humpback-whale-saves-brunswick-marine-biologist-from-shark/

La natura buona e altruista delle balene era un fatto già presente agli studiosi, spesso protettrici di foche, che nascondono dai predatori sotto la loro pinna pettorale. Ma mai si era assistito al salvataggio di un essere umano. Paradossale soprattutto se si pensa a tutti i delitti di cui il genere umano si è macchiato le mani nei confronti degli animali, persino nel mondo immaginario della letteratura con Moby Dick.

La stessa protagonista del racconto ha raccontato come – se non fosse accaduto a lei – non avrebbe mai potuto credere ad una storia simile, sostenendo che nella scienza non c’è posto per l’antropomorfizzazione del comportamento animale, ma di questo non si è trattato in questo caso. Ha inoltre dichiarato che l’altruismo non è compatibile con la legge della sopravvivenza, e il perché esista in Natura rimane un quesito a cui proverà a rispondere continuando i suoi studi.

# Un sogno ad occhi aperti

 

Il racconto ha ancora di più dell’incredibile: poco più di un anno dopo dal salvataggio della ricercatrice da parte della balena, queste due si sono incontrate di nuovo. Nan Hauser era a lavorare con la sua squadra nelle acque di Rarotonga, dove era accaduto il fatto l’anno prima, quando un pescatore trasmette via radio l’avvistamento di una balena solitaria non molto lontano da dove la ricercatrice si trovava.  Raggiunto il cetaceo e immersa nelle acque, la scienziata ha riconosciuto l’animale, confrontandolo con le fotografie scattate il giorno del salvataggio, che ha salutato la donna sollevandola sulla propria testa, appena sotto la superficie dell’acqua. Ed è con questo tenero incontro che la balena e Nan Hauser si danno l’addio, poiché già dalla mattina dopo nessuno ha più trasmesso alcun avvistamento della balena.

Continua a leggere con: YOGA con i GATTI? A Milano si può

ALICE COLAPIETRA

copyright milanocittastato.it

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Il PRIMO ASCENSORE al mondo è ITALIANO

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Credits: elledecor.com Ascensore romano

Tutto il mondo dovrebbe ringraziare gli italiani che gli hanno risparmiato milioni e milioni di scale e fatica. Sì perché quel che forse non si sa è che l’antenato del moderno ascensore è nato in Italia e molti anni prima di quanto si possa pensare.

Il PRIMO ASCENSORE al mondo è ITALIANO

# L’antenato dell’ascensore moderno

Credits: elledecor.com
Ascensore romano

Considerando il montacarichi come l’antenato dell’ascensore, sembrerebbe che già tre secoli prima di Cristo, Archimede di Siracusa ne abbia realizzato uno un po’ rudimentale; tuttavia, quello che potremmo definire il primo ascensore è comparso a Roma intorno al primo secolo d.C. Dove? Ovviamente nella grande arena romana, simbolo della potenza e dell’ingegno dell’antico popolo, il Colosseo. Questa macchina serviva per lo svolgimento degli spettacoli che avvenivano nell’Anfiteatro Flavio, ma in pochi hanno potuto assistere al funzionamento del primo ascensore, proprio perché molto nascosto, quasi invisibile.

# L’ingegno degli antichi romani colpisce ancora

Credits: omegaelevatori.it
Sistema ascensore

Il primo ascensore al mondo non è altro che uno dei 28 montacarichi del Colosseo. Veniva usato per far comparire all’improvviso gli animali nell’arena, principalmente per animare gli spettacoli e generare stupore e interesse negli spettatori. Considerando però che ci si trovava nel I secolo a.C. bisogna riconoscere ancora una volta il grande ingegno dei romani: con un sistema di carrucole e botole meccaniche l’antenato dell’ascensore, che veniva azionato dagli schiavi, funzionava perfettamente.

Realizzato in legno, corda e metallo, ogni montacarico del Colosseo aveva la forma di una gabbia e poteva sollevare fino a 300 chili. Gli animali raggiungevano la sabbia dell’arena dopo 7 metri, si pensi quindi alla fatica che facevano i poveri 8 schiavi per ogni montacarico che azionavano le carrucole per sollevare leopardi, leoni, orsi e lupi.

# Un progetto archeologico per recuperare il primo ascensore del mondo

Credits: neuliftmolise.it
Ascensore

Oltre ad essere un altro orgoglio italiano, dato che bisogna ammettere che gli italiani del passato avevano grande inventiva e ingegno (Marconi e la radio, Meucci e il telefono giusto per citarne alcuni), il primo ascensore all’interno del Colosseo potrebbe diventare un’altra attrazione dell’anfiteatro. Proprio per questo motivo, dal 2013 è partito un progetto di archeologia sperimentale che mira a non intaccare la struttura antica, ma allo stesso tempo ricostruire il funzionamento dell’ascensore, in modo da renderlo visibile e visitabile da tutti.

Continua la lettura con: L’ASCENSORE più ALTO del mondo. Prossima fermata: Marte

BEATRICE BARAZZETTI

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Le 5 CAPITALI MALATESTIANE

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I Malatesta furono un’antica famiglia che regnò a Rimini e in alcune zone della Romagna dall’XIII al XV secolo, lasciandosi alle spalle numero tracce ed estendendo i loro domini a diverse città.

Ripercorriamo i loro passi attraverso 5 città che, con i loro monumenti più importanti, ancora portano la testimonianza della grandezza di questa famiglia.

Le 5 CAPITALI MALATESTIANE

# Rimini: la patria dei Malatesta e la tragedia di Paolo e Francesca

credits: @castello_di_gradara

Rimini è la città per eccellenza ricondotta ai Malatesta poiché è il luogo a cui apparteneva la nobile famiglia. Il suo migliore rappresentante fu Sigismondo Pandolfo Malatesta, chiamato anche il Lupo di Rimini, il quale non fu solamente uno dei personaggi più controversi e odiati per le sue imprese politico-militari, ma viene ricordato anche perché fu un grande mecenate artistico. Con i Malatesta, in particolare con uno dei tanti figli illegittimi di Pandolfo, Rimini conobbe il suo periodo di massimo splendore.

Tuttavia, la città fu anche la testimone di una delle più grandi tragedie che segnò la storia di questa famiglia. L’orribile vicenda si svolse nel castello di Gradara. Questa è una storia di due innamorati, Paolo e Francesca, che sicuramente la maggior parte dei lettori conosce, in quanto citati da Dante nelle pagine della Divina Commedia. L’elemento che attira l’interesse all’interno del castello, è proprio la stanza di Francesca e la botola dalla quale l’amante si è calato per sfuggire a Giangiotto accecato di gelosia. Rimasto, però, impigliato in un chiodo, Giangiotto poté infilzarlo ma non solo lui: anche Francesca che si era messa davanti per difendere l’innamorato. 

Infine, tra i monumenti principali legati alla famiglia Malatesta troviamo il Tempio Malatestiano. Innalzato per la città e per celebrare il “Dio Immortale” nel 1450, è ornato da una maestosa facciata realizzata dallo stesso Leon Battista Alberti, ispiratosi all’arco trionfale romano. Il tempio oggi conserva il crocifisso di Giotto e un affresco di Piero della Francesca.

# Fano e la rocca malatestiana a difesa della città

credits: i luoghi del silenzio

La città di Fano deve ai Malatesta l’ampliamento della cinta muraria e la costruzione della “Rocca Malatesta”.  Venne realizzata su antichi resti romani e medievali di un’area portuale tra il 1448 e 1452 da Matteo Nuti, insieme a Brunelleschi, per il volere di Sigismondo Malatesta di fortificare la città. In due tempi diversi, vennero costruiti il recinto interno attorno a un mastio e successivamente le mura esterne vennero estese. Malgrado i cambiamenti subiti, la Rocca fortificata mantenne la sua caratteristica forma rettangolare con grossi torrioni di vedetta ai fianchi.

Fano fa da cornice anche alla splendida corte malatestiana nella quale d’estate vengono allestiti spettacoli musicali e canori, concerti e balletti. Qui, troviamo anche l’ex Chiesa di San Francesco, fatta costruire proprio da Sigismondo con l’idea di farne una cripta familiare. All’epoca considerata come l’edificio più bello, è oggi diventata un rudere che ospita le spoglie di Paola Bianca Malatesta.

# Cervia e il Malatesta Tour

credits: turismo.comunecervia.it

Tra le numerose città che i Malatesta hanno conquistato, troviamo anche la bella cittadina di Cervia. Da qui passa il “Malatesta Tour“, un’escursione in bicicletta che va a toccare le principali città testimoni della grande influenza di questa famiglia. La storia di Cervia è particolarmente legata alla produzione di sale, per questa ragione possiamo trovare il Magazzino torre, dove il sale veniva lavato e asciugato, e il Magazzino Darsena, destinato al suo immagazzinamento.

# Cesena e la biblioteca malatestiana

Malatestiana Library, Cesena

Un periodo di grande fioritura cultura, economica e politica coinvolse la città di Cesena sotto al dominio del Malatesta. L’unico esempio di biblioteca umanistica ancora perfettamente conservata si trova a Cesena, città che è stata sotto al dominio della famiglia dal 1378 al 1465. Realizzata da Malatesta Novello, si tratta si una meravigliosa biblioteca monastico-rinascimentale che nulla ha da invidiare al Tempio malatestiano.

# San Giovanni di Marignano, chiamato anche “Il Granaio dei Malatesta”

credits: altarimini.it

Un piccolo comune di 9.475 abitanti che però porta il “peso” della lunga influenza della famiglia Malatesta. In pochi sanno che questo borgo era una capitale malatestiana. Particolarmente sviluppato nel campo dell’agricoltura, grazie ai suoi terreni e le sue colline fertili, ci si riferiva a San Giovanni di Marignano come il “Granaio dei Malatesta” proprio per la sua abbondanza di grano (e di ottimo vino) e per le sue 100 fosse ipogee.

Continua a leggere con: I 7 CASTELLI più BELLI dell’Emilia Romagna

SELENE MANGIAROTTI

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Guardiamo l’INFOGRAFICA: ma come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Ci sarà una NUOVA FERMATA della METRO sulla M2?

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Nuova fermata M2

La richiesta arriva dell’amministrazione comunale di uno dei comuni dei dintorni di Milano, che così eguaglierebbe il record di fermate di metropolitana di Cologno Monzese e Gorgonzola tra i comuni della Città Metropolitana di Milano. Vediamo perché è stata proposta e dove verrebbe realizzata la stazione.

Ci sarà una NUOVA FERMATA della METRO sulla M2?

# Il Comune di Cernusco sul Naviglio passerebbe da 2 a 3 fermate di metropolitana 

Credits: structurae.net – Fermata Cernusco sul Naviglio

Nell’estate del 2021 l’amministrazione comunale di Cernusco sul Naviglio ha richiesto e ottenuto, nell’ambito della fase di pubblicazione del Pums della Città Metropolitana di Milano, che venisse inserita la possibilità di aggiungere una nuova fermata alla linea M2 sul proprio territorio.

In questo modo il comune passerebbe dalle attuali due fermate a tre, eguagliando il record di fermate di metropolitana di Cologno Monzese e Gorgonzola. Il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile, è “lo strumento di pianificazione che si propone di soddisfare la domanda di mobilità delle persone e delle imprese” nei 1.575 kmq di territorio che comprende Milano e tutti i comuni dell’hinterland.

# La localizzazione della nuova stazione della linea M2

Credits: wikipedia.org – M2 con nuova fermata

Il punto prescelto per la realizzazione della nuova stazione della linea M2, in direzione nord-est, è già stato individuato: all’altezza di Via Melghera tra la fermata di “Cascina Burrona” del Comune di Vimodrone e quella di “Cernusco sul Naviglio” nei pressi di Cascina Melghera. Si aggiungerebbe alle altre due fermate: “Cernusco sul Naviglio” e “Villa Fiorita” diventando la prima stazione del paese arrivando dal centro di Milano.

Per realizzarla non ci sarebbe bisogno di scavare tunnel o costruire manufatti nel sottosuolo in quanto la stazione sarebbe totalmente in superficie come tutte quelle presenti sul ramo esterno della linea verde, da Cimiano fino al capolinea di Gessate.

Una posizione strategica perché in grado di rispondere a numerose esigenze di quella parte di territorio comunale, incluso anche il complesso immobiliare di prossima realizzazione in via Melghera. In quell’area oggi è ancora presente uno degli alberghi incompiuti lascito dei Mondiali di calcio degli anni ’90, tenuti in Italia, un altro ecomostro come quello abbattuto dal Comune di Milano all’interno del Parco Agricolo Sud dall’allora giunta Pisapia.

Continua la lettura con: Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: le ULTIME NOVITÀ sull’HUB del futuro di Milano

FABIO MARCOMIN

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La storia triste del BORGO SOSPESO costruito su un PONTE

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https://www.google.com/amp/s/www.prometeomagazine.it/2021/07/29/cina-il-ponte-con-le-case/amp/

Chi non conosce il Ponte Vecchio di Firenze? Famoso per le case e botteghe costruite proprio sul ponte nel 1300. In un’altra parte del mondo esiste qualcosa di simile, ma ancora più particolare.

La storia triste del BORGO SOSPESO costruito su un PONTE

# Un’idea per attirare turismo

https://www.google.com/amp/s/www.prometeomagazine.it/2021/07/29/cina-il-ponte-con-le-case/amp/

A Chongqing, in Cina, esiste un intero quartiere costruito sopra un ponte, a strapiombo sul fiume Liziang: un esempio della più moderna ingegneria infrastrutturale.

I motivi alla base dell’esistenza di questo bizzarro quartiere sono meramente di tipo economico e turistico: l’amministrazione locale ha voluto inventarsi qualcosa di talmente curioso e unico da attirare ondare di turisti.

 

# Il BIZZARRO villaggio turistico

https://youtu.be/KaXB30xEIoQ

Infatti, il quartiere è un quartiere turistico, composto da costruzioni e residenze in stile più occidentale, incastrate tra altre in stile più tradizionale cinese. Per accontentare tutti.

Nonostante sia ornato da bizzarri elementi, come uno scuolabus sospeso a mezz’aria, pupazzi e statue (tra cui una che rappresenta una miniatura del Cristo Redentore di Rio), questo quartiere turistico non ha avuto un gran successo.

 

# Il triste destino

https://youtu.be/KaXB30xEIoQ

Gli accesi colori con cui gli edifici sono stati dipinti, in contrasto con l’uggioso e grigio cielo della maggior parte dei giorni dell’anno in questa zona della Cina, non sono bastati a rendere questo quartiere sospeso una famosa attrazione di successo.

Oggi versa in condizioni di semi abbandono, desolato e malinconico, ma rimane comunque visitabile. Viene animato solo dai fattorini, che in sella ai loro motorini attraversano il villaggio in tutta fretta, passando davanti a serrature abbassate e statue silenziose e dai sorrisi sbiaditi.

Continua a leggere con: Štivor: nei boschi della BOSNIA si trova un VILLAGGIO ITALIANO

ALICE COLAPIETRA

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VENIWHERE: Venezia la nuova frontiera del Work-from-Anywhere

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Ph. Burkard Meyendriesch (Pixabay)

La pandemia ha insegnato a tante realtà che non si può dipendere al 100% dal turismo. Venezia vuole diventare un nuovo punto di riferimento per lo smart working “mondiale”

VENIWHERE: Venezia la nuova frontiera del Work-from-Anywhere

# Veniwhere, perché a Venezia?

Immaginate di essere uno dei tanti lavoratori che, costretti dallo smart working durante la pandemia (diciamo) appena passata, hanno scoperto che, anziché dover lavorare dalla camera da letto, in realtà potreste svolgere il vostro lavoro in qualsiasi angolo del mondo.

Immaginate, inoltre, che una delle città che più vi hanno incuriosito quando ci avete trascorso un weekend, magari a Carnevale, sia Venezia. Vi sarete di certo chiesti: “Come si fa a vivere a Venezia? Chi vive a Venezia? Dove si fa la spesa? Come ci si sposta tra i vari quartieri (sestieri…) della città?”

# Veniwhere, work from Venice

Immaginate infine che un’azienda del calibro di Cisco, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la Fondazione Università Ca’ Foscari e la Fondazione Venezia, faccia partire un nuovo progetto, proprio a Venezia: questo prende il nome di Venywhere.

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Credits: @Enzo_Pedrocco(FB)

Lo scopo del progetto è quello di offrire al popolo sempre più numeroso dei nomadi smart workers la migliore esperienza possibile nell’ecosistema veneziano, in maniera totalmente sostenibile. Vuole diventare un collante tra Venezia e chi deciderà di passare un periodo della sua vita in questa fantastica città.

# veniwhere.it

Il sito istituzionale del progetto conta già più di 15000 visite e più di 1200 iscritti. Proprio nel sito vengono dettagliati i pilastri su cui si basa il progetto e l’interesse verso di esso si sta dimostrando sempre più grande. Il portale ha l’obiettivo di rendere facile l’ “atterraggio” e la permanenza a Venezia a chiunque avrà il piacere di scegliere la città come propria “base” per un periodo di almeno 6 mesi. Consulenza mirata per i primi step legati ai visti e permessi, alla scelta del miglior conto corrente in Italia. Un aiuto concreto nella ricerca di casa, corsi, sport e attività locali. Spazi di lavoro condivisi, networking e volontariato. Il tutto al fine di creare una comunità di persone che vorranno sperimentare un nuovo modo di vivere il lavoro e la città in forma attiva e coinvolgente.

Credits: @massimo_venezia(FB)

#A chi è destinato Veniwhere

La pandemia ha fatto emergere quale sia il rischio, per una città come Venezia, dato dal dipendere al 100% dal turismo. Questo progetto vuole creare delle nuove dinamiche per quanto riguarda la fruizione di Venezia. I target principali a cui Venywhere si rivolge sono quattro:

  • lavoratori dipendenti. Chiunque abbia la possibilità di svolgere il proprio lavoro per periodi prolungati lontano dalla sede dell’azienda per cui lavora, e decide, da solo o in compagnia, di vivere un’esperienza più unica che rara
  • i freelance e i nuovi “nomadi digitali”: liberi professionisti, artisti, o chiunque possa lavorare in qualsiasi angolo di mondo, influenzato dall’atmosfera unica che solo Venezia può offrire
  • aziende interessate a spostare settori interi per periodi prolungati a Venezia
  • gli stessi residenti veneziani, che potranno contare sul progetto come supporto al loro lavoro remoto, facilitandone la permanenza in città
May be an image of one or more people and outdoors,
Credits: @Fabrizia_Vassallo(FB)

# Fondazione Venezia e Università Ca’ Foscari

Michele Bugliesi, presidente della Fondazione di Venezia, sottolinea come Veniwhere rappresenti “una dimensione alla cui crescita la nostra Fondazione continua a contribuire, che renda Venezia capace di attrarre persone con elevato capitale umano, interpreti dei nuovi modelli del lavoro e portatrici di idee e di progetti, a cui offrire impieghi pregiati e accoglierle quali nuovi residenti di una città vivace, inclusiva, contemporanea.”

Massimo Warglien, professore a Ca’ Foscari, ideatore e coordinatore del progetto, aggiunge: “Venywhere vuole contribuire a disegnare il futuro di Venezia come città del lavoro contemporaneo. Venezia offe una occasione unica di integrare lavoro e vita quotidiana, reinventando lo spazio lavorativo”.

# Cisco a Venezia

Dalle parole dell’amministratore delegato di Cisco Italia, Gianmatteo Manghi, si può capire quali siano le garanzie offerte dall’azienda: “per Cisco realizzare un modello di lavoro moderno e inclusivo ha sempre rappresentato una priorità irrinunciabile: lo dimostra il fatto che da sei anni siamo primi nella classifica Great Place to Work“, ha dichiarato. “Era dunque naturale che prendessimo parte in maniera proattiva al progetto Venywhere, grazie al quale avremo modo di testare ulteriormente le nostre tecnologie di collaboration e di raccogliere i dati necessari per definire le linee guida del futuro del lavoro”.

Continua la lettura con: Il WORKOTIUM: lo smart working in un RESORT di LUSSO

LUCIO BARDELLE

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Tutta una questione di KNOW HOW: ma come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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I 10 BAR del CUORE dei MILANESI

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Alcuni di questi hanno fatto la storia della città e ne sono diventati uno dei simboli. Altri sono più recenti ma hanno già conquistato il cuore dei milanesi. Scopriamo quali sono i più amati. 

I 10 BAR del CUORE dei MILANESI

#1 Bar Basso, dove è nato il “Negroni sbagliato”

Credits: @e15furniture Bar Basso

Fondato come osteria negli anni ’30 da Giuseppe Basso, poi diventato bar dopo la seconda guerra mondiale, sale alla ribalta alla fine degli anni ’60 con l’avvento di due barman veneziani, Renato Hausamann e Mirko Stocchetto. L’idea vincente è quello di rilevare il bar e farlo diventare il luogo principe dei cocktails, anche se il successo lo si deve all’invenzione per errore del “Negroni sbagliato” con le bollicine al posto del gin. Da allora è forse il bar in città più amato e conosciuto dai milanesi e non solo.

Indirizzo: via Plinio,39

#2 Bar Magenta, uno dei più storici della città

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

Bar Magenta è uno dei locali più storici della città, aperto da oltre 100 anni. Il suo bancone retrò e quell’atmosfera della Milano che non c’è più lo rendono uno dei bar più apprezzati dai milanesi. Da sempre poi è il locale principe degli universitari fighetti di Milano.

Indirizzo: via Giosuè Carducci 13

#3 Portineria14, nato per ricostruire il tessuto sociale del quartiere

Credits Andrea Cherchi – Portineria14

Portineria14, a pochi passi dal Naviglio Pavese, nasce dall’idea di tre amiche con l’obiettivo di creare un bar-portineria per ricostruire il tessuto sociale del quartiere, per entrare in relazione con le persone e ritrovare fiducia nel prossimo. Un esperimento riuscito e molto apprezzato. Tra i servizi del locale il ritiro di pacchi, il banco alimentare e il reperimento di professionisti.

Indirizzo: Via Ettore Troilo, 14

#4 Cova, una delle storiche eccellenze milanesi

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Il bar-pasticceria Cova è una delle storiche eccellenze milanesi, che dopo essere stata acquisita dal gruppo del lusso francese LVMH, ha esportato il suo brand anche fuori dall’Italia con nuovi locali. Il locale di via Montenapoleone è meta imprescindibile per chi vuole fare colazione nel Quadrilatero e sentirsi parte per un attimo della “Milano bene”.

Indirizzo: via Monte Napoleone, 8

#5 Camparino in Galleria, uno location scenografica nel cuore di Milano

Il Camparino in Galleria

Affacciato sia su Piazza Duomo che sulla Galleria Vittorio Emanuele II, Camparino è uno dei bar più famosi di Milano. Il bitter Campari è l’alcolico utilizzato per realizzare alcuni dei migliori cocktail al mondo e in questo locale viene proposto in tutte le sue varianti. Una location scenografica nel cuore della città, tra la preferite anche dai turisti.

Indirizzo: piazza del Duomo, 21

#6 Gattullo, un punto d’incontro per più di mezzo secolo

Credits pasticceriagattullo IG – Gattullo

Il bar-pasticceria Gattullo nasce dagli anni ’60 ed è stato un punto d’incontro per più di mezzo secolo. Da qui sono passati tutti, famosi e meno famosi, artisti e sportivi, oltre agli abitanti della zona e agli studenti della vicina Università Bocconi. La pasticceria Gattullo fa inoltre parte di quel ristretto gruppo di pasticcerie storiche milanesi, da Cova a Taveggia, riconosciute come simbolo della città.

Indirizzo: Piazzale di Porta Lodovica, 2

#7 Pavé, un’istituzione in città

Pavè

Pavè è un’istituzione a Milano, una delle pasticcerie più rinomate in assoluto, dove i milanesi vanno per godersi una colazione gourmet. Nato del 2012, è stato premiato come miglior bar di Milano e tra le 50 migliori pasticcerie italiane dalla guida Gambero Rosso per otto anni di seguito. Un locale dall’atmosfera informale e con cibo di ottima qualità.

Indirizzo: via della Commenda, 25

#8 Nottingham Forest, dove trovare i migliori drink di Milano

Credits urpurossi IG – Nottingham Forest

Dal 2007 al 2016 nella lista di “The World’s 50 Best Bars”, il Nottingham Forest è riconosciuto come il locale dove si bevono i migliori drink di Milano. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, si passa dai drink molecolari a quelli fusion fino ai caraibici, serviti in bicchieri assurdi: a forma di teschio, di vasca da bagno, di conchiglia. 

Indirizzo: viale Piave 1

#9 Bar Picchio, la rivincita del bar di quartiere

Credits Andrea Cherchi – Caffè Picchio

La rivincita del bar di quartiere, che ha saputo mantenere il suo stile anche con il passare degli anni. Bar Picchio è frequentato da una clientela di affezionati, offre i suoi aperitivi a prezzo stracciato, e accoglie i milanesi in un’ambientazione vecchia Milano, con ancora il tavolo da biliardo e il telefono pubblico. Un approdo sicuro e apprezzato dai milanesi nostalgici.

Indirizzo: via Melzo, 11

#10 Terrazza Duomo 21, tra i locali preferiti per fare aperitivo

Credits dany_dany1108 IG – Terrazza Duomo21

Terrazza Duomo 21 è uno dei locali preferiti per un aperitivo in centro città. Un elegante cocktail bar con arredi di lusso e terrazza con vista sul Duomo, che ospita anche dj set dal vivo, dove il selfie o la foto con la cattedrale sullo sfondo è d’obbligo.

Indirizzo: piazza del Duomo, 21

Continua la lettura con: E se chiamassimo le LINEE della METRO con il nome di PERSONAGGI STORICI di Milano?

FABIO MARCOMIN

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L’Hotel FUNGO, l’ALBERO GIGANTE e il LETTO VOLANTE: i RESORT più STRAVAGANTI del mondo

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https://www.idealista.it/news/vacanze/hotel-speciali/2013/12/17/101441-una-notte-magica-al-one-by-the-five-di-parigi

L’estate si avvicina. E con lei aumenta la voglia di vacanze fuori dall’ordinarie. Come quelle da vivere nei resort più stravaganti del mondo. 

L’Hotel FUNGO, l’ALBERO GIGANTE e il LETTO VOLANTE: i RESORT più STRAVAGANTI del mondo

# Alloggiare dentro un FUNGO GIGANTE

In Cina esiste un resort, chiamato Yixing Mushroom Outdoor Luxury Hotel, che si trova nella provincia di Guizhou ed è uno dei resort più particolari al mondo: gli alloggi sono a forma di fungo gigante.

All’interno, nonostante la forma bizzarra e unica, il lusso è protagonista. Tra i servizi offerti c’è anche la grande piscina all’aperto, giostre e giochi di luci che intrattengono i più piccoli, ma non solo. 

Viene ricreato un ambiente surreale, colorato e magico in una zona della Cina dominata da colline e dai grandi foreste di pini, che aggiungono valore al villaggio. Ma questo non è l’unico resort così stravagante nel mondo. Vediamone altri. 

https://www.trip.com/hotels/xingyi-hotel-detail-24393649/mushroom-outdoor-luxury-hotel/

# Il GRANDE ALBERO, tra radici giganti e porte nascoste

https://fpsgames.it/crazy-house-in-vietnam-la-strana-storia-dellhang-nga-guesthouse-a-dalat/

Per rimanere in un mondo fantasy, in Vietnam esiste un resort, la Casa Pazza di Hang Nga, che presenta caverne, case di legno sugli alberi, stanze e scale nascoste in cui i bambini si lanciano in avventure ed esplorazioni. La struttura è stata progettata per somigliare ad un grosso albero, in cui ogni stanza è associata ad un animale, che determinerà le decorazioni e il tema della stanza.

# Il LETTO VOLANTE, dormire fluttuando nel vuoto

https://www.idealista.it/news/vacanze/hotel-speciali/2013/12/17/101441-una-notte-magica-al-one-by-the-five-di-parigi

Fermandoci invece in una città più vicina a noi, Parigi, non possiamo nominare il One By the Five, l’hotel di lusso che sembra magico. In questo posto è possibile dormire su un letto che da l’illusione di fluttuare nell’aria, avvolti da basse luci fredde, che contribuiscono alla sensazione di trovarci ovunque fuorché nella città dell’amore.

Continua a leggere con: Gli HOTEL PIÙ PARTICOLARI della LOMBARDIA: 7 notti strane vicino a Milano

ALICE COLAPIETRA

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La rivincita dei NERD: come si dice a Milano?

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#7 luoghi di Milano da vivere (anche) con la pioggia

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A noi innamorati di Milano basta sicuramente poco per provare emozioni in città. La pioggia che forse arriverà tra aprile e maggio potrebbe essere l’occasione per apprezzare in particolare alcune quinte teatrali milanesi. Aspettiamo quindi il primo scroscio vero e, possibilmente senza ombrello, ma solo con il cappuccio della felpa tirata su, andiamo a gustarcele di persona…

 

#7 luoghi di Milano da vivere (anche) con la pioggia

# GAE AULENTI

Credits: @cross_eyed_mary
Gae Aulenti

Il nuovo centro di Milano è un luogo perfettamente metropolitano che si sposa alla perfezione con il fascino del cielo grigio, tra le architetture contemporanee che hanno reso la piazza l’icona assoluta del nuovo millennio milanese. Le tettoie coperte possono essere un ottimo punto di osservazione per cogliere la sana incoscienza dei bambini che si bagnano copiosamente con l’acqua della chiara fontana, mentre inseguiamo lo skyline da un punto di vista decisamente privilegiato.

 

# I NAVIGLI

Un’area milanese il cui interesse non diminuisce nemmeno con la pioggia è, nemmeno a dirlo, quella dei Navigli. Se siamo sul Pavese, possiamo salire sui ponti di collegamento da una sponda all’altra perdendoci a immaginare il giorno in cui l’area, pedonalizzata, tornerà alla vita notturna che le compete. Se invece siamo su sua maestà Naviglio Grande, facendo attenzione a non scivolare sulla rizzata lombarda, possiamo sederci ai tavoli di un bar e ammirare l’infilata delle case dell’altro lato rese magnificamente romantiche dalla pioggia battente.

 

# LE 5 VIE

Il nome dell’area trae origine dal crocicchio dove via del Bollo, via Santa Marta, via Santa Maria Podone, via Santa Maria Fulcorina e via Bocchetto si incontrano. Negli ultimi anni è divenuta un distretto in cui design, moda e cultura fioriscono tra piccoli negozi, artigiani, gallerie e edifici storici. Sappiamo bene che Milano va amata anche con la pioggia, perché non c’è Fuorisalone senza pioggia. Dalle vetrine dove un manichino accoglie l’ultimo vestito nero o verde, scrutando i vicoli bui e deserti del centro della città, penseremo sicuramente a quanto sia bella la vita

 

# PARCO SEMPIONE

Veder cadere gocce dentro a una pozza d’acqua al Parco Sempione è sicuramente una grande prova di milanesità (anche acquisita va bene!). Mentre ci riposiamo sotto uno dei baracchini di street food, guardando verso il Castello Sforzesco e immaginando un giorno di pioggia nei secoli passati della storia di Milano, potremmo pensare di noleggiare un Veloleo, veicolo a tre ruote con pedalata assistita, che ci porterà negli angoli più nascosti del parco, in un’atmosfera di fascino ulteriore acuita dalla malinconia dei pochi runners che non si sono fatti scoraggiare dal meteo

 

# STAZIONE CENTRALE

Credits Damiano Baschiera-unsplash – Stazione Centrale

Sicuramente è bello, arrivando a Milano, indugiare nella Galleria delle Carrozze, osservando la Mela del Pistoletto, il profilo del Pirellone, la lunga prospettiva nascosta di Vittor Pisani, immaginando quello che la città sarà pronta a donarci, sia questa la nostra prima volta qui o il nostro ennesimo ritorno a casa. Ora c’è anche la splendida opportunità di sostare ai dehors del nuovo mercato centrale, per gustarsi un meritato aperitivo osservando i vetri bagnarsi di acqua battente mentre sullo sfondo il tram carica passeggeri per la sua prossima corsa.

 

# BRERA

Credits Andrea Cherchi – Brera

Non parliamo ovviamente qui delle infiltrazioni d’acqua avute nel recente passato dalla splendida Pinacoteca, che comunque ci può offrire un riparo se ci bagniamo troppo, dall’alto del suo splendido cortile, ma dell’atmosfera assolutamente unica che si respira nel quartiere, quando magari alle suggestioni della pioggia aggiungiamo quelle autoinflitte della notte. Passeggiare anche solo con lo sguardo a terra, in queste vie di pavé, regala sensazioni di appartenenza, nonostante le nostre chiavi di casa non siano probabilmente in grado di aprire i portoni in zona.

 

# SAN BABILA

Credits: mapio.net

Quello che per molti è solo un posto (anche abbastanza informe) di passaggio, può divenire luogo eletto in condizioni particolari, pensando magari che siano finalmente conclusi i lavori a lungo protratti della M4. Immaginiamo di aver fatto a shopping a sufficienza lungo il Corso e di voler rifiatare per qualche minuto prima di tornare a casa in metropolitana. La piazza, guardiamola per una volta, è praticamente tutta porticata, anche se non siamo a Torino: percorrerla tutta, in cerchio, osservando frammenti di cielo plumbeo, ci restituirà appieno quella dimensione urbana che consideriamo casa.

Continua a leggere con: La FERMATA del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno alla STAZIONE CENTRALE

LORENZO ZUCCHI

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Il BAR più ECONOMICO di Milano: un caffè? 50 centesimi

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Credits: Francesca Cento - Bar mio caffè

Nella città più cara d’Italia c’è un bar dove una tazzina di caffè non supera i 50 centesimi, un vero record. Scopriamo il suo segreto e dove si trova.

Il BAR più ECONOMICO di Milano: un caffè? 50 centesimi

# Milano è da anni la città più cara d’Italia e anche sul caffè non scherza: può sfiorare i due euro. Ma c’è un’eccezione nel centro di Milano

credit: comunicaffe.it – Pasticceria Marchesi in Galleria Vittorio Emanuele II

Per capire se una città è cara basta guardare il costo di una tazzina di caffè: in media a Milano non scende mai sotto 1 euro e più ci si sposta in direzione del centro più il prezzo si impenna anche a causa della location: da Cracco e Marchesi in Galleria e da Lavazza in Piazza San Fedele si paga € 1,30, così come le nuove piccole torrefazioni dedicate agli specialty coffee, da Starbucks in Cordusio si arriva € 1,80. Ma dal 2017 c’è un eccezione, dietro piazza del Duomo: Bar Mio Caffè. Ecco il loro segreto.

# Il segreto? I proprietari comprano i chicchi di caffè dal Centro America e li tostano direttamente al bar

Credits: Francesca Cento – Bar mio caffè

La “rivoluzione del caffè”, questo il claim della società milanese “Il Caffè del mio bar” che ha aperto a giugno 2017 il suo primo locale a due passi dal Duomo in via Gonzaga 7. Un’iniziativa di successo che ha portato ad inaugurare altri due locali a Sesto San Giovanni. Laura Fabio è una dei soci e spiega come i loro bar riescano a tenere il prezzo di un caffè a soli 50 centesimi: “Vendiamo la tazzina a 50 centesimi. Come ci riusciamo? Siamo noi i produttori diretti del caffè: lo compriamo dal Centro America, lo tostiamo, lo impacchettiamo e in tutti questi passaggi riusciamo a risparmiare tanto da poter vendere il prodotto finale a 50 centesimi e ad aver anche un piccolo guadagno“. 

# Anche le altre bevande sono a prezzi record

Credits Jonathan Pellicanò Google – Prezzi il caffè del Mio bar

Non è però solo il caffè a costare poco per la media di Milano. Anche l’orzo e il ginseng hanno un prezzo di 50 centesimi. I cappuccini, dal classico a quello a soia, così come l’orzo in tazza grande e il marocchino si pagano solo 1 euro.

 

Continua la lettura con: Il BAR più ECONOMICO d’ITALIA? Bastano 30 CENTESIMI per un caffè

FABIO MARCOMIN

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La fermata del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno a MONTENAPOLEONE (M3)

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https://www.building-gallery.com/building/news/

Basta il nome per immaginare il luccichio di prodotti di lusso. Una guida speciale per la fermata del lusso di Milano. Quando pure la Metropolitana sembra una location della Fashion Week.

La fermata del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno a MONTENAPOLEONE (M3)

# Il PERCORSO: il quadrilatero della moda

https://www.in-lombardia.it/it/turismo-in-lombardia/milano-turismo/milano-quadrilatero-della-moda

Scendendo a Montenapoleone, è assolutamente consigliato farsi un giro per il Quadrilatero della Moda, anche solo per una passeggiata tra il lusso e l’eleganza degli atelier. Infatti qui sono quasi tutte concentrate le migliori e più lussuose gioiellerie, boutique e showroom della Moda, tra Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia.

 

# Il PALAZZO STORICO: Palazzo Morando, il museo della moda

https://www.milanopocket.it/palazzo-morando-costume-moda-immagine-milano/amp/

In Via Sant’Andrea si trova il palazzo Morando, un edificio storico che oggi è la sede del Museo di Milano e della collezione Costume Moda Immagine. All’interno si possono visitare delle stanze stupende, come il Salottino Dorato e la sala egizia.

 

# La CASA MUSEO: Museo Bagatti Valsecchi, il museo delle arti decorative

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Museo_Bagatti_Valsecchi

Si tratta di una delle case-museo meglio conservate in tutta Europa. Ospita le collezioni d’arte rinascimentale e gli oggetti d’arredo rinascimentale e neorinascimentale raccolti da Fausto e Giuseppe, i fratelli Bagatti Valsecchi che fecero costruire questo palazzo come propria dimora.

 

# Il GARDINO SEGRETO: Paper moon Garden

https://flawless.life/it/italia/milano/paper-moon-giardino/

Con lo splendido giardino segreto, il Paper Moon Garden è un ristorante raffinato ed elegante che si trova all’interno di un altrettanto elegante palazzo in via Bagutta. La cucina che offrono è una cucina tipica milanese, tradizionale ma anche attuale e contemporanea.

 

# Il RISTORANTE MODERNO: Zelo, cucina italiana dallo stile eclettico

https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187849-d716299-Reviews-Zelo-Milan_Lombardy.html

In via Gesù si trova questo bellissimo ristorante: una cucina italiana d’altissima qualità tra pezzi di arredamento dallo stile eclettico e moderno.

 

# IL RISTORANTE TRADIZIONALE: Don Lisander, il regno del risotto

https://www.mitomorrow.it/online/ultime/milano-don-lisander-conte-ristoratori/

Questo ristorante prende il nome da Alessandro Manzoni, chiamato affettuosamente dai milanesi Don Lisander. La cucina è tipica milanese e lombarda.

 

# Il NEGOZIO: Antichi Ricordi

http://www.antichiricordiantiquariato.it/

Questo è uno dei negozi storici di antiquariato di Milano, con un’ampia offerta per gli amanti dell’antiquariato e del retró.

 

# La GALLERIA D’ARTE: Building Gallery

https://www.building-gallery.com/building/news/

È un luogo dedicato all’arte in tutte le sue forme ed espressioni. Come si legge sul sito, si tratta di “una nuova concezione di galleria d’arte, libera da ogni limitante definizione, in cui cultura e mercato avanzano paralleli, la cui ricerca comprende non solo artisti affermati ma anche giovani protagonisti della scena artistica internazionale” (https://www.breradesigndistrict.it/location/building-gallery/).

 

# L’EDICOLA: il chiosco Vogue

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Per i cercatori dei posti più instragrammabili di Milano: il chiosco Vogue è sicuramente il posto che non sapevate di voler trovare. Si tratta semplicemente di un chiosco-edicola con una grande insegna di Vogue, ma è diventato uno dei luoghi simbolo della nostra città della moda.

 

# Il LUOGO ICONICO: Armani’s properties

https://www.armani.com/it-it/experience/armani-hotels

Questa zona è famosa anche per essere la zona di Armani: le sedi amministrative, i negozi, gli hotel e i ristoranti di Armani si trovano quasi tutti concentrati intorno a Via Montenapoleone. Anche solo osservare da fuori gli stupendi edifici che ospitano queste attività è una delle cose da fare se ci si trova in zona. Su tutti il megastore di Armani proprio all’uscita della fermata di Montenapoleone.

Continua a leggere con: La FERMATA DEL GIORNO: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione WAGNER

ALICE COLAPIETRA

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L’ARCHI-VACANZA: le CASE più INCREDIBILI realizzate da ARCHISTAR in cui ognuno può DORMIRCI DENTRO

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Credits Airbnb Host Sarah - Ex of In House

Dimore lussuose, icone architettoniche, case bizzarre. Ecco quali sono le più incredibili e quanto costa dormirci.

L’ARCHI-VACANZA: le CASE più INCREDIBILI realizzate da ARCHISTAR in cui ognuno può DORMIRCI DENTRO

#1 La Muralla Roja in Spagna, l’iconico complesso di appartamenti postmoderni di Ricardo Bofil da 120 euro a notte

Credits Zhifei Zhou-unsplash – Muralla Roja

La Muralla Roja è un complesso di appartamenti postmoderni realizzato a Manzanera, Calpe, Spagna e progettato dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill per il cliente Palomar S.A. nel 1968. Terminato nel 1973 è stato inserito nell’elenco delle opere più iconiche dell’architetto. Si caratterizza per la sua imponenza, la scala magrittiana e i colori che sfumano dal rosa al rosso, all’azzurro del cielo e del mare. Per soggiornare una notte il prezzo è di 120 euro.

 

#2 Cube House progettata da Piet Blom a Rotterdam: per dormire in un cubo servono 200 euro a notte

Credits: @davewlbg
case Rotterdam

Progettata dall’architetto olandese Piet Blom, Cube House o Kubuswoningen a Rotterdam si compone di una fila di 38 case di colore giallo acceso a forma di cubo, più due più grandi, una accanto all’altra e sopraelevate da terra. La loro inclinazione di 54,7 gradi crea un effetto visivo surreale sia dall’interno che dall’esterno. L’architettura crea anche un passerella pedonale su una delle strade più trafficate della città. Il costo di un pernottamento è di 200 euro.

 

Leggi anche: Le CASE CUBICHE: baracconata o d’ispirazione anche per Milano?

#3 Ex of In House dell’architetto Stevan Hall, la casa geometrica nel bosco da 450 euro a notte vicina a New York

Credits Airbnb Host Sarah – Ex of In House

Ex of In House è una villa progetta nel 2016 da Steven Hall a Rhineback, circa due ore da New York. Realizzata come una scultura organica che esplora un linguaggio spaziale che cerca di collegare l’energia degli spazi interni con l’ecologia del sito. La geometria della casa, alimentata esclusivamente tramite energia solare, è composta da un’intersezione di trapezi e sfere. I visitatori vengono accolti da uno sfera di legno intagliato lo cui forma caratterizza la facciata, mentre gli spazi interni generati sono caratterizzati da grandi volumi. Per dormire in questa curiosa struttura, disponibile su Airbnb, ci vogliono 450 euro a notte.

 

#4 Palais Bulles, il palazzo a bolle da 1.000 euro a notte di Anti Lovag in Francia

Credits sardvnix IG – Palais Bulles

Il Palais Bulles è un edificio costruito dall’architetto ungherese Anti Lovag tra il 1975 e il 1989 per conto dell’industriale francese Pierre Bernard. Si trova a Cannes e si presente come uno spazio avvolgente e scultoreo di cemento sui toni della terra. Acquistato dallo stilista Pierre Cardin alla morte del proprietario che l’aveva commissionato, dal 1999 è nella lista dei Monumenti Storici del Ministero della Cultura francese. Oggi è possibile pernottarvi all’interno di questo complesso, diventato hotel, al prezzo di 1.000 euro a notte.

 

#5 Villa Leoni dell’architetto Pietro Lingeri sull’Isola Comacina si può affittare per 3.000 a notte

Credits villaleoni_lagodicomo IG – Villa Leoni

Villa Leoni sull’Isola Comacina è stata progettata nel 1938 dall’architetto Pietro Lingeri per la famiglia Leoni Malacrida, proprietaria di uno stabilimento dolciario sulla sponda occidentale del Lago di Como. Classificata come monumento storico dal Ministero dei Beni Culturali la villa è organizzata in questo modo: il soggiorno al piano terra e le camere al primo piano si affacciano a sud verso il lago con ampie vetrate, i locali di servizio sono distribuiti sul lato rivolto verso la montagna. Un altro elemento distintivo sono i colori: la facciata principale è rifinita in stucco color guscio d’uovo, le cornici in abete sono verde oliva, le travi del patio sono rosa salmone e gli interni sono dipinti di azzurro, verde e rosa chiaro. Per affittarla una notte servono ben 3.000 euro.

Leggi anche: Un PARADISO TERRESTRE abitato solo da UN UOMO a 1 ora e mezza da Milano

Fonte: DomusWeb

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FABIO MARCOMIN

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I 5 TRENI più LUNGHI del mondo

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https://www.justaustralia.it/viaggiare-australia/ghan-train-attraversare-laustralia-stile/

“Ma quanti vagoni ha?”

“Come i treni a vapore, di stazione in stazione”, cantava in un suo famoso pezzo Ivano Fossati. E nonostante oggi, rispetto a un recente passato, la maggior parte delle persone preferisca viaggiare in aereo grazie anche all’esplosione delle low cost, il treno resta sicuramente il più romantico fra i mezzi di trasporto.

In Italia e in Europa ci sono convogli decisamente rapidi e di ultima generazione che quasi ci hanno tolto questo romanticismo, ma nel mondo, e in particolar modo in alcune zone di viaggio remote, i treni sono l’unico mezzo per spostarsi su centinaia e centinaia di chilometri di territorio. In alcuni di questi paesi, a causa della fiumana di persone che utilizzano questo mezzo di trasporto, i treni sono di una lunghezza smisurata. Scordatevi quindi lo sketch di Pozzetto e dei suoi amici campagnoli che ammiravano il passaggio di un piccolo minuto treno di provincia nel giro di dieci secondi ne “Il Ragazzo di Campagna”. Chiudete le valigie e saltate su a bordo con me.
Ecco a voi i treni più lunghi del mondo.

I 5 treni più lunghi del mondo

# In Giappone troviamo il Tokaido Shinkansen N700 (400 metri)

By MaedaAkihiko – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=109777828

Opera sulla linea Tokaido Shinkansen, una linea ferroviaria ad alta velocità gestita dalla JR Central (Central Japan Railway Company). Questo percorso è stato ufficialmente aperto nel lontano 1964 e la tratta completa collega la capitale Tokyo a Osaka.

Il Tokaido, in linea col paese che gli ha dato vita, è indubbiamente il più tecnologico fra i treni della nostra rassegna odierna. Al massimo della sua espansione può raggiungere 16 carrozze, che una dopo l’altra e con gli spazi fra di esse permettono di raggiungere la lunghezza complessiva di ben 400 metri.

# Tra Mosca e San Pietroburgo si viaggia a bordo del Sapsan (mezzo chilometro)

https://www.railwaypro.com/wp/knorr-bremse-to-equip-sapsan-high-speed-trains/

Il treno Sapsan è il treno elettrico russo ad alta velocità che opera tra Mosca e San Pietroburgo, in Russia.
Lanciato a dicembre 2009, può raggiungere la velocità di 250 km/h ed è lungo circa 500 metri. Come per tutto ciò che di recente gravita attorno al mondo russo (notizie comprese) l’incertezza regna sovrana a causa del conflitto con l’Ucraina che sta mettendo in ginocchio non solo gli ucraini, ma anche le centinaia di milioni di russi che non appoggiano l’operato del governo.

# Il SJ classe Rc svedese, un convoglio elettrico sia per passeggeri sia per merci (529 metri)

https://www.flickr.com/photos/treflyn/

É il treno elettrico più usato in Svezia. Ma in realtà, l’SJ è un convoglio che viene utilizzato sia come treno passeggeri che come treno merci. Le locomotive di penultima generazione Rc furono introdotte per la prima volta in Svezia in 1967 per sostituire le locomotive di classe Ra del 1950 e, con l’occasione, anche la lunghezza dei treni fu ampliata. Il treno Rc più lungo può trainare fino a 17 carrozze: il record però si è raggiunto nel 2012, quando questo imponente convoglio in occasione di un importante viaggio merci era composto da ben 22 carrozze, raggiungendo la lunghezza di 529 metri.

# Il “The Ghan” in Australia, la più lunga tratta nord-sud del mondo (1,2 chilometri)

https://www.justaustralia.it/viaggiare-australia/ghan-train-attraversare-laustralia-stile/

Ovvero, l’unico treno passeggeri che corre tra Darwin e Adelaide in Australia, coprendo una distanza di 2978 km in circa 54 ore. L’intero treno tira una media di 26 vagoni, che sono fatti interamente di acciaio. La lunghezza massima complessiva è di circa 1 chilometro e 200 metri. Il Ghan prende il nome dai conducenti di cammelli provenienti dall’Afghanistan che sono arrivati in Australia durante gli ultimi anni del XIX secolo.

# Il treno SENZA NOME della Mauritania (2,5 chilometri anche se con una sola carrozza passeggeri)

https://ilnuovociclismo.forumfree.it/?t=48001912

In assoluto, il vincitore della nostra classifica è un serpentone infinito che si trova in Mauritania: è lungo addirittura 2,5 Km e, come è giusto che sia, si prende la medaglia d’oro della nostra categoria odierna e anche un po’ più di spazio rispetto ai suoi più corti colleghi.

Questo treno senza nome collega il centro minerario di Zouérat, situato nel nord del paese, con il porto di Nouadhibou, che si trova sulla costa nord-occidentale. La ferrovia su cui viaggia è di vitale importanza per la Mauritania perché la sua industria mineraria, in particolar modo quella del ferro, copre oltre metà delle esportazioni del paese.
Considerando che in ogni vagone possono essere trasportate fino a 85 tonnellate di minerali ferrosi, a pieno carico può trasportare oltre 20.000 tonnellate di minerali.
Inoltre, fino a poco tempo fa l’unico modo per viaggiare su questo treno era quello di saltare su un vagone appena possibile, in quanto non era prevista la presenza di vagoni passeggeri.

Per far fronte alle innumerevoli richieste di turisti, travel blogger, curiosi e amanti dei treni di recente è stato inserito un vagone passeggeri alla fine del treno. Nell’unica carrozza destinata ai passeggeri ci sono presenti cabine da 6 posti ciascuna. Il biglietto costa poco meno di 3 euro, prezzo più che onesto vista la quasi totale assenza di confort. Il treno di solito è molto affollato, soprattutto quando parte dalla costa per raggiungere il centro minerario. Questo perché per molti abitanti risulta essere il modo più veloce ed economico per andare a trovare i parenti o arrivare a determinati mercati per vendere le proprie mercanzie. Non di rado, nei vagoni merci vuoti, è possibile intravedere persone accompagnate da bestiame. E la durata? Un viaggio da un capo all’altro della ferrovia varia in base al carico trasportato. Vuoto, il treno impiega circa 16 ore per
percorrere il tragitto, invece, se carico, la durata del viaggio arriva a oltre 20 ore.

Continua a leggere con: La FORTEZZA del DESERTO: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo

CARLO CHIODO

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NO PERDITEMPO: come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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