A volte prendere un treno diventa una missione impossibile se hai i minuti contati. Soprattutto in queste stazioni di Milano.
Le STAZIONI di Milano più scomode: dove se sei di fretta, perderai il treno
#1 In Centrale: il freno dei tapis roulant
Chi si è occupato di progettare i percorsi per andare a prendere un treno o una metropolitana in Stazione Centrale si deve essere divertito parecchio. Sia che si provenga dalla stazione dei treni o si esca dalla linea M2 o M3, salire su un treno può diventare un percorso ad ostacoli. Tra tunnel, tapis roulant e scale mobili che si intersecano in modo perpendicolare e parallelo perdersi è un attimo e arrivare in ritardo è quasi una certezza.
Soprattutto i tapis roulant sembrano fatti apposta per frenare chi è in ritardo. Invece di arrivare in linea retta al piano superiore, procedono a zig zag. E se sono affollati (quasi sempre) invece di accelerare, frenano. Molto meglio le care vecchie scale.
#2 Porta Garibaldi: l’enigma dei binari
La stazione di Porta Garibaldi è fatta di lunghi rettilinei, corridoi incrociati e binari nascosti. Sbagliare binario diventa quasi inevitabile. Per non perdere il treno è consigliato arrivare in tempo perché è molto probabile scegliere la direzione sbagliata e trovarsi esattamente dal lato opposto della stazione. Le banchine dell’alta velocità, dei treni regionali e di quelli del passante sono infatti dislocate tutte in luoghi diversi, senza alcun nesso apparente.
Leggi anche: Le STAZIONI TRAPPOLA di Milano
#3 Missori M3: la discesa infinita verso la banchina della metro (senza ascensori e scale mobili)
La stazione Missori, con entrata dalla piazza o lato Corso Italia, è una delle trappole per chi ha fretta di prendere la linea gialla in direzione Comasina. Soprattutto se non si è in perfetta forma fisica. Infatti, passati i tornelli, l’unica possibilità per andare al piano banchina è scendere per due rampe di scale fino a meno 20 metri: non esistono scale mobili o ascensori. Solo la stazione Duomo M3 scende più in profondità tra quelle della linea gialla, ma al contrario di Missori è dotata sia di ascensori che di scale mobili.
#4 Porta Venezia: occhio al corridoio “trappola”, utilizzato come pista da ballo
Nella fermata di Porta Venezia M1 si rischia di finire di rimanere intrappolati in una pista da ballo. Nel mezzanino, che collega l’ingresso alla metro sotto Piazza Oberdan e le uscite di Corso Buenos Aires, giovani ballerini e ballerine di Milano ogni pomeriggio si danno appuntamento per ballare. In certi momenti diventa un ingorgo fatto di persone ferme. Non solo, nel caos perdere l’orientamento tra direzione passante o metro è davvero molto facile.
Leggi anche: Le SORPRESE della METRO di Milano
#5 Loreto: la distanza infinita tra rossa e verde
Gli interscambi tra linee metropolitane diverse sono pensati per velocizzare il trasbordo dei passeggeri rimanendo nel sottosuolo. Non sempre però sono così comodi e vicini. Uno di questi è l’incrocio tra linea verde e rossa nella stazione di Loreto. La prima infatti passa sotto piazza Argentina, la seconda, pur intersecando la linea verde nello stesso punto, ha l’accesso ai binari da piazzale Loreto. Pertanto per passare velocemente da una all’altra, o per accedere alla M2 dall’entrata della M1 o viceversa e prendere la metro, bisogna correre e scegliere al volo la giusta destinazione.
Continua la lettura con: Linee METROPOLITANE IMMAGINARIE utilizzando le stazioni di Milano
FABIO MARCOMIN
Copyright milanocittastato.it
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Leggi anche: BlackStone fa shopping nelle Isole, l’ex Ilva si converte all’idrogeno. Varie & eventuali
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.