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Milano è tra le CITTÀ più LENTE del mondo

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Si dice sempre che Milano corre, non si ferma mai, è instancabile. Eppure secondo il Global Index la città meneghina risulta essere una delle città più lente del mondo. Vediamo come e perché.

Milano è tra le CITTÀ più LENTE del mondo

# A Milano ci si impiega quasi mezz’ora per fare 10 km in auto

Credits: milano.corriere.it
Traffico a Milano

The Global Index fornisce informazioni statistiche per quanto riguarda l’economia, la scienza, l’educazione, la politica e tanto altro. Tra gli studi che vengono pubblicati ci sono anche quelli relativi al viaggio, alla geografia e alla mobilità. È proprio a questo proposito che si è scoperto che Milano è tra le città più lente al mondo. Sì perché secondo i dati statistici per percorrere in auto 10km su una strada milanese ci si impiega mediamente 27 minuti e 30 secondi: solamente 4 città nel mondo fanno peggio.

Per quanto riguarda il traffico, la città più lenta è Londra, dove per fare 10 km ci si mette 36 minuti e 20 secondi. Dopo la capitale britannica, tra le altre città più lente in assoluto ci sono Bangalore, la capitale dello stato indiano meridionale di Karnataka, Dublino, Sapporo, in Giappone, e poi c’è Milano. Persino Roma e Parigi sono più veloci del capoluogo lombardo: Parigi infatti segue Milano con 26 minuti e 10 secondi mentre a Roma, dove ci si lamenta sempre del traffico pensando che sia di gran lunga peggio di Milano, in realtà, per percorrere 10 km in macchina ci si impiega 25 minuti e 40 secondi.

# Il traffico è il primo problema della città

A Milano il traffico è una questione molta calda, sembra che non si riesca a trovare una soluzione, non diciamo per eliminarlo perché è impossibile, ma almeno ridurlo. Specialmente durante le ore di punta, alcune delle principali arterie stradali, come e le Tangenziali Est e Ovest, sono particolarmente congestionate, ma non solo. Anche il centro città, le zone dei Navigli, Corso Buenos Aires non sono da meno. Secondo l’intelligenza artificiale addirittura il traffico e l’inquinamento che ne consegue è il primo problema della città meneghina e sembra che i dati del Global Index lo confermino considerando che inserisce la città nelle top5 delle più lente al mondo.

# Le soluzioni? Più parcheggi e infrastrutture più agili

Come si usa la metro di Milano?
Credits chantal.lisanne IG – M2 Milano direzione sud

Intanto il Comune negli anni ha cercato di affrontare questo problema adottando diverse misure: gli incentivi all’uso dei mezzi pubblici e l’introduzione delle zone ZTL ne sono un esempio. Ma sembrano non bastare. Tra le idee per risolvere il problema, ci potrebbe essere la creazione di parcheggi periferici ben collegati al trasporto pubblico così da incentivare le persone a lasciare le auto private fuori dal centro città e utilizzare poi il trasporto pubblico per raggiungere le destinazioni centrali. Anche un potenziamento delle infrastrutture stradali non sarebbe male, di certo la soluzione non è quella di complicare la guida in città inserendo piste ciclabili sulle carreggiate stesse.

Quello che è sicuro è che non è possibile che quella conosciuta come la città italiana che corre, rientri nelle 5 città più lente al mondo. Quindi, bisognerebbe fare qualcosa.

Continua la lettura con: Le TANGENZIALI sempre più INGOLFATE: 5 proposte per ridurre il traffico

BEATRICE BARAZZETTI

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FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

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Credits: @Fabu023 Franca Valeri

Franca Valeri, al secolo Franca Norsa, nasce a Milano il 31 luglio 1920. La sua prima casa è in via Giuseppe Rovani: il padre era Luigi Angelo, la madre Cecilia Pernetta.

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

# “Già da bambina mi divertivo a raccontare personaggi che conoscevo, sottolineando i loro “tic””

Credits: @brugnolinicola
Franca Valeri

Luigi era ebreo e prese con grande dolore la notizia delle leggi raziali, evento che portò alla disperazione tutta la famiglia. Franca frequenta il Liceo Parini ma, in quanto figlia di ebreo, in quinta viene costretta a sospendere la frequenza: acquisirà la maturità privatamente. Nel 1944, ospite a Roma di una parente, Franca Valeri partecipa ad un’audizione per entrare all’Accademia d’arte drammatica, ma è esclusa. Conosce Ennio Flaiano e Nicola Ciarletta (critico d’arte). Entra nel mondo dell’arte e della recitazione, facendosi conoscere con sketch comici che convincono la Compagnia di Ernesto Calindri a farla lavorare con loro: già da bambina mi divertivo a raccontare personaggi che conoscevo, sottolineando i loro “tic” -raccontò in un’intervista circa 40 anni fa- quando andavo con i miei genitori da amici di famiglia o da parenti, mi veniva sempre chiesto di proporre qualche scenetta, quella che andava per la maggiore era quella della ragazza snob”.

# Inizia interpretando la signorina snob

Credits: amica.it
Franca Valeri

Franca nasce Norsa di cognome, perché decise di chiamarsi “Valeri”, come nome d’arte? “Mio padre non era d’accordo che facessi l’attrice, così, quando venni chiamata a svolgere la mia prima esperienza da attrice, e dovevo scrivere il mio nome per la locandina, scelsi Valeri, per caso, solo perché una mia amica in quel momento stava leggendo un libro di Paul Valery”.

Franca Valeri inizia con la radio, interpretando proprio la signorina snob: saranno 38 le trasmissioni a cui l’attrice milanese partecipa, tra il 1949 e il 2002. Proprio nel 1949 incontra Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci e crea “Il Teatro dei tre gobbi”: “debuttammo a Parigi, recitando in francese, poi siamo tornati in Italia”, proponendo spettacoli che non prevedevano l’uso dei costumi, allora era una rarità. Con Caprioli darà vita ad una storia d’amore durata circa 12 anni, culminata col matrimonio, che finì negli anni sessanta. Nel 1963 conosce il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi (deceduto negli anni novanta), di 17 anni più giovane, avviando una seconda storia sentimentale, che durerà molto tempo.

# “Le donne non sanno far ridere perché hanno un eterno complesso che le fa temere di evidenziare troppo i loro lati ridicoli”

Credits: connessiallopera.it
Franca Valeri

Caprioli la dirigerà in diversi film, commedie che enfatizzavano la sua grade capacità di fare ridere: “le donne sanno ridere di loro stesse– sosteneva Franca Valeri- ma non sanno far ridere: perché hanno un eterno complesso che le fa temere di evidenziare troppo i loro lati ridicoli”. Una considerazione, se vogliamo, un po’ severa verso il proprio genere, ma che sottolineava come “le gabbie mentali” impediscano agli artisti di esprimersi in modo completo. L’antidoto? Il senso della libertà e dell’indipendenza. Virtù che la Valeri ha avuto e ha saputo gestire per tutta la propria vita.

In Tv la dirige Antonello Falqui in trasmissioni come “Le divine”, “Studio uno” e “Sabato sera”, mentre al cinema brucia le tappe con pellicole tipo “Leoni al sole”, “Parigi o cara” e “Scusi, facciamo l’amore”.

# Attrice, comica e cabarettista, drammaturga e regista teatrale

Credits: @lucabianchiniofficial
Franca Valeri

La carriera di Franca Valeri è un ciclone: oltre che attrice, comica e cabarettista, diventa anche drammaturga e regista teatrale: tra il 1971 e il 2003 dirige tredici opere, tra il 1950 e il 2003 è attrice primadonna in 44 film, nel frattempo partecipa a cinquantacinque trasmissioni Tv. In diversi film è sceneggiatrice.  A questi lavori vanno aggiunti circa 20 libri in qualità di autrice o collaboratrice.

Franca Valeri aveva personalità e cultura, umorismo e stile, comicità e quella sensibilità essenziale per far propri i tic e difetti della gente, che poi andava a raccontare attraverso i propri personaggi.  Ma come si definiva, artisticamente? “Mi considero un comico. Penso che la verità abbia le proprie radici in ciò che è comico”. Morì a Roma il 9 agosto 2020, aveva 100 anni.

FABIO BUFFA

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La CORSIA DINAMICA sulla TANGENZIALE: presto il raddoppio

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Credits autostrade.it - Quarta corsia dinamica

Il 29 marzo 2023 si è trasformato in realtà il sogno proibito degli automobilisti milanesi. Il merito va dato al sistema innovativo implementato su un tratto autostradale della città. Come funziona, dove è operativo e dove sarà esteso in futuro.

La CORSIA DINAMICA sulla TANGENZIALE: presto il raddoppio

# Si può viaggiare nella corsia d’emergenza su un tratto di tangenziale dell’A4 

Credits comunedicormano – Svincolo Cormano

A partire dal 29 marzo 2023 si è aperta una nuova possibilità per gli automobilisti su un tratto milanese dell’autostrada A4, che funge da tangenziale nell’area a nord di Milano. Dalla quella data è infatti consentito percorrere per circa 4 km la corsia di emergenza tra lo svincolo di Cormano e quello di viale Certosa, al momento solo in direzione Torino. Quello che una volta era un sogno proibito è diventato finalmente legittimo.

# Tra poco il tratto verrà raddoppiato 

Primo tratto corsia dinamica A4

L’innovazione è stata resa possibile attraverso la realizzazione della quarta corsia dinamica, che consente di gestire il passaggio dal funzionamento a tre corsie più emergenza a quello a quattro corsie senza emergenza. Il sistema sarà disponibile su una lunghezza complessiva di 9,3 km sulla A4, dallo svincolo di viale Certosa alla galleria artificiale antifonica di Cinisello Balsamo. In una nota di Autostrade per l’Italia diramata in occasione dell’inaugurazione viene spiegato il funzionamento della corsia: “offre la possibilità di dedicare al flusso veicolare la corsia di emergenza, quando le condizioni di traffico lo richiederanno e quando la stessa non risulterà interessata da eventi o dal transito di veicoli di soccorso“. 

# Milano segna un altro record di precocità

Credits stradeeautostrade.it – Corsia dinamica

L’ennesimo record di precocità per Milano: questo è infatti il primo tratto autostradale in Italia a 4 corsie che viene gestito in modo dinamico. A Bologna infatti avviene solo su tre corsie. Il sistema implementato è in grado di informare gli automobilisti sulla disponibilità della corsia di emergenza. Cosa scrive a riguardo Aspi nel prosieguo della nota: “la A4 tra Cormano e Viale Certosa sarà il primo asset in Italia ad essere dotato di un sistema di gestione dinamico in un contesto a 4 corsie, caratterizzato da un sistema altamente tecnologico AID (Automatic Incident Detection) in grado di rilevare le condizioni della piattaforma autostradale e di segnalare opportunatamente all’utenza lo stato di apertura o chiusura della corsia di emergenza“.

# I milanesi lo usano come una tangenziale

Tratto milanese autostrada A4

Questo tratto autostradale della A4 è considerata dai milanesi a tutti gli effetti una tangenziale. L’arteria scorre infatti in maniera lineare poco oltre i confini amministrativi e ha tre importanti svincoli che permettono di entrare a Milano da viale Fulvio Testi, viale Enrico Fermi e dalla zona di Stephenson-Certosa per poi proseguire lungo Corso Sempione. Consente quindi di andare in orizzontale da un punto all’altro della città, nella parte a nord della stessa, senza doversi fermare a incroci e semafori. 

Spesso però è intasata andando a vanificare la sua funzione di strada tangenziale. L’innovazione introdotta mira proprio a rendere il traffico più scorrevole. Si attende la fine dell’anno per avere i primi dati su come sta procedendo la sperimentazione. 

Leggi anche: Il mistero della TANGENZIALE SENZA NOME (ma sempre intasata)

Continua la lettura: L’AUTOSTRADA per BICICLETTE più lunga d’Italia diventa un’ “OPERA d’ARTE”

FABIO MARCOMIN

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Inaugura nel milanese la “CUPOLA a PETALI” più grande d’EUROPA

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Credits giusy_pezzini IG - Osservatorio hinterland di Milano

Un altro polo d’eccellenza per Milano.

Inaugura nel milanese la “CUPOLA a PETALI” più grande d’EUROPA

# La cupola a “petali” più grande d’Europa, la seconda al mondo

Credits giusy_pezzini IG – Osservatorio hinterland di Milano

Nella Città Metropolitana di Milano c’è un osservatorio astronomico da record. Costruito nella cornice del centro culturale Cascina Grande a Rozzano, può vantare la cupola con la caratteristica apertura a “petali” più grande d’Europa, misura 7 metri di diametro, e al secondo posto nel mondo. Questa tipologia di apertura consente di avere una visione a 360 gradi del cielo. La struttura dell’osservatorio si sviluppa su due livelli, con una sala conferenze principale a doppia altezza e una sala polifunzionale circolare.

# Un raro modello di telescopio di fine ‘800

Credits ecodimilanoeprovincia.it – Telescopio Merz Dallmeyer

Oltre alla cupola da record all’interno della struttura c’è un raro e prezioso telescopio costruito da due dei più importanti marchi europei, G&S Merz e JH Dallmeyer, di proprietà del Gruppo Astrofili Rozzano e risalente al 1870. Lo strumento scientifico è arrivato ai giorni nostri senza modifiche strutturali, presenta diverse parti in ottone e raffinati cerchi graduati con i gradi incisi su una lamina d’argento, ed è stato restaurato funzionalmente da ARASS Brera e sottoposto a tutela della Soprintendenza dei beni culturali di Milano. A questo si affianca un telescopio moderno da quaranta centimetri di diametro computerizzato e un telescopio per l’osservazione delle protuberanze solari.

# L’inaugurazione del civico Osservatorio

Credits cascinagrande.it – Cascina Grande

L’inaugurazione del civico Osservatorio è sabato 27 maggio alle ore 10, alla presenza di Amalia Ercoli Finzi, Grand’Ufficiale della Repubblica e professoressa emerita al Politecnico di Milano e di Fabio Peri, astrofisico e direttore scientifico del Planetario di Milano. La gestione è affidata al Gruppo Astrofili Rozzano, con 40 anni di esperienza nell’ambito dell’astronomia. Completa la struttura un piccolo museo permanente dove sono custoditi documenti storici e immagini d’epoca.

 

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa?

FABIO MARCOMIN

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La Gastro-Parade: i PIATTI TIPICI di Milano più AMATI dai MILANESI

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Credits: @chef__pier Risotto alla milanese

Quali sono i piatti tipici migliori della cucina milanese? Questi i risultati di un nostro sondaggio tra i milanesi. 

La Gastro-Parade: i PIATTI TIPICI di Milano più AMATI dai MILANESI

#7 Ris e erburin

Credits produttoriagricoliticino – Ris e erburin

Apre la gastro-parade un piatto forse non tra i più conosciuti: ris e erburin. Uno dei piatti tipici più semplici della cucina lombarda e milanese a base di riso, abbondante prezzemolo, burro e grana padano grattugiato. Un riso lento, più vicino a una minestra, che a molti fa ritornare alla mente ricordi dell’infanzia.

#6 Mondeghili

Mondeghili

I mondeghili sono stati portati in Lombardia dagli spagnoli tra il Cinquecento e il Settecento: rispetto alle normali polpette sono di manzo ma mescolate a salsiccia, mortadella, pane ammollato nel latte, uovo, formaggio, aglio e noce moscata. E poi fritte nel burro.

#5 Ossobuco

Credits: kung-food – Ossobuco alla gremolada

Qui iniziamo con i pezzi forti della cucina locale. L’ossobuco alla milanese viene fatto con uno specifico taglio di carne specifico, l’ossobuco di vitello, con fette di circa 3-4 cm ricavate sezionando lo stinco del bovino. Fondamentale tenere l’osso e il midollo attaccato alla carne per fare in modo che quest’ultimo si sciolga con la lenta cottura in umido e conferirà al piatto la giusta cremosità. Per chiudere il piatto alla grande non può mancare la gremolada, una cremina fatta con un trito di aglio, prezzemolo e scorza di limone da versare sopra l’ossobuco.

#4 Cassœula

Credits: PH Primo Chef

Alle soglie del podio c’è un altro grande classico: la cassœula, il celebre stufato caldo a base di maiale e verza. Nasce a inizio Novecento durante la dominazione spagnola di Milano e il suo nome deriverebbe da cazzuola, lo strumento usato dai muratori per spalmare la malta e che fa riferimento a quello utilizzato per mescolare durante la cottura. Del maiale vengono usate le parti meno pregiate: piedini, muso, costine, cotenna e frattaglie. 

#3 Risotto allo zafferano

Credits: lucafarina88 IG – Risotto allo zafferano

Il gradino più basso del podio è del risotto allo zafferano, dal pistillo rosso usato per il tipico gusto e colore, con molta probabilità il piatto milanese più conosciuto al mondo. C’è chi lo chiama anche risotto alla milanese o risotto giallo. La tecnica di cottura prevede una tostatura e poi l’insaporimento con il soffritto.  che non viene semplicemente lessato bensì tostato e insaporito con il soffritto.

#2 Panettone

Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco

Al secondo posto una superstar internazionale. Il panettone risale ai tempi in cui a Milano c’era Leonardo Da Vinci. Anche se per questa volta lui non c’entra: lo zampino ce lo mise il cuoco al servizio di Ludovico il Moro. Incaricato di preparare un pranzo di Natale dimenticò il dolce nel forno, da cui lo estrasse quasi carbonizzato.

A quei tempi c’era poco da scherzare: per errori come questi si rischiava la testa. Il cuoco sbadato mentre era in piena disperazione venne salvato dall’intuizione di un giovane sguattero di nome Toni che gli propose: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola».

Il cuoco seguì il consiglio e portò il dolce a tavola. Il grande Ludovico lo fece chiamare. Il cuoco era pronto al peggio e già si vedeva giustiziato nel cortile del Castello o, per lo meno, preso a pedate fin fuori le mura. Invece altro che punizione! I commensali erano entusiasti e il duca gli chiese il nome di quel dolce così buono. «L’è ‘l pan del Toni», rispose il cuoco. Da allora il “pane di Toni”, ossia il “panettone, è diventato il dolce di Milano.

#1 Cotoletta

Credits: PH Fine Dining Lovers

La regina della gastro-parade milanese non può che essere lei: la cotoletta. Ha sbaragliato la concorrenza nel nostro sondaggio. La fetta di lombata di vitello viene prima impanata con uovo e pangrattato e infine fritta nel burro chiarificato, per darle quella crosticina croccante e dorata, rimanendo morbida dentro. Di solito con osso, in alcuni casi la troviamo di dimensione più ridotta, in altri casi gourmet oppure in formato gigante conosciuta come orecchia di elefante.

Note di merito. Da segnalare altri due piatti tra quelli menzionati dai nostri lettori: i “rustin negàa“, letteralmente “arrostini annegati” e la mitica trippa, o büsecca in dialetto, fatta con le frattaglie ricavate da diverse parti dello stomaco dei bovini.

Leggi anche: Le 7 migliori COTOLETTE di Milano (mappe e recensioni)

Continua la lettura con: I PIATTI MILANESI che i milanesi NON CONOSCONO

FABIO MARCOMIN

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QT8 dichiarato «di notevole interesse pubblico»: il QUARTIERE VISIONARIO di Milano aggiunge un altro RECORD

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Ph. @aliciadj2 IG

Arriva il vincolo paesaggistico sul “quartiere visionario di Milano”. Anche se meno radicale rispetto al vincolo monumentale che avrebbe reso intoccabile l’intero quartiere. Vediamo la novità e alcuni segreti che rendono così unico il quartiere con la sigla da robot di Guerre Stellari. Foto Cover: @aliciadj2 IG

QT8 dichiarato «di notevole interesse pubblico»: il QUARTIERE VISIONARIO di Milano aggiunge un altro RECORD

# Dichiarato di interesse pubblico

QT8 è stato dichiarato dal ministero della Cultura di notevole interesse pubblico. Cosa significa? Grazie al vincolo paesaggistico verranno mantenuti intaccati alcuni elementi fondamentali: dalla salvaguardia del paesaggio, alla tipologia degli edifici e del territorio, garantendo così l’identità del modello urbano del QT8. Si è evitata l’ipotesi estrema, quella di assegnare un vincolo monumentale che avrebbe reso impossibile qualunque modifica sul territorio, anche per semplici opere di manutenzione. Ma cosa rende così speciale il quartiere? (NdR)

#1 Il nome in codice da “Guerre Stellari” per celebrare l’ottava Triennale di MilanoArchivio Bottoni, Polimi

Il nome in codice sembra quello di un robot di Guerre Stellari. Invece nasce molto tempo prima e ha un significato ben preciso. Q sta per quartiere. T equivale a Triennale. 8 è l’ottava edizione della manifestazione indetta dal Palazzo dell’Arte e dell’architettura di Milano. 

Anno 1947. In una città ancora segnata dalla guerra e dalle macerie, l’architetto Piero Bottoni, in quell’anno commissario straordinario della Triennale di Milano, viene chiamato a progettare un’area sperimentale.

In zona San Siro viene concepito un quartiere libero dalle codificazioni regolamentari degli altri quartieri della città: “l’unico che a Milano presenti le condizioni urbanistiche ideali per l’architettura moderna e nel quale è possibile realizzare, e per qualche caso si sono realizzate, opere di estremo interesse” scrivono le cronache.

La realizzazione del quartiere richiede diversi anni: tra il 1946 e il 1947 si realizzano le prime case, per ospitare molti fra gli sfollati, seguendo undici modelli diversi, progettati da architetti che avevano vinto un concorso nazionale. Nel 1948 si realizzano per la prima volta in Italia case prefabbricate a 4 piani. 

Grande è l’attenzione agli spazi verdi: con la realizzazione dei primi campi gioco per ragazzi, con aree verdi condominiali e con la creazione di un vasto parco, circa 375.000 m². QT8 malgrado il nome robotico nasce con lo scopo di rappresentare un ottimo esempio di vivibilità urbana.

#2 Per molti QT8 era un progetto irrealizzabilequaderni_quartiere_ 0

 “Quando ci si rese conto che, volendo, i programmi si potevano realizzare e nel 1951 se ne videro esposti in parte i consuntivi, durante il periodo della 9° Triennale, qualcuno, anzi molti, credettero che il quartiere sarebbe stato completato in brevissimo tempo e rimasero delusi che così non fosse. Furono critiche negative all’inizio, facili entusiasmi positivi durante il corso delle opere, in tutti e due i casi incomprensione della realtà che è un altra e che è quella espressa nel primitivo programma”, disse Piero Bottoni. (fonte: Archivio.eddyburg.it)

#3 Cosa c’era prima di QT8

archivio.eddyburg.it
archivio.eddyburg.it

E’ lo stesso Bottoni a descrivere che era una zona di baracche e regno dei “barboni”, soggetta alle improvvise piene dell’Olona e di scarsissimo reddito per il Comune: “pareva naturale profetare che non sarebbe mai divenuto un quartiere residenziale […] “. (fonte: Archivio.eddyburg.it)

#4 Com’erano fatte le prime case di QT8

http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0001580/Le prime case, costruite tra il ’46 e il ’47 erano destinate a reduci di guerra e senza tetto. Si trattava di “undici modelli diversi di casette progettate, con concorso nazionale, da esimi architetti di tutta Italia. Modelli che furono variamente utilizzati nella ricostruzione italiana”.
Nel 1948 seguì un programma di sperimentazioni di prefabbricazione e montaggio in cantiere di case a 4 piani e un secondo più vasto è in corso di esecuzione. “Sono queste le uniche sperimentazioni ufficiali fatte in Italia dal Ministero dei Lavori Pubblici, assieme a quelle più limitate fatte a Napoli, che furono del resto una diretta conseguenza di quelle di Milano”, prosegue Bottoni..

#5 I record di QT8

 Tra le opere degne di nota si annoverano:

  • la Casa di 11 piani col sistema a ballatoio e scala esterna: “la sola del genere che esista a Milano e in Italia”.
  • il primo campo di gioco per ragazzi di Milano: campo che fu il propulsore della iniziativa degli altri campi di gioco cittadini.
  • “l’esperimento”: le zone verdi condominiali per lo svago dei ragazzi e il riposo degli adulti che mirano a risolvere il problema del giardino annesso alla casa con minimi di area.
  • la chiesa a pianta circolare vincitrice del concorso della 8° Triennale (1947): “veramente “sperimentale” per la planimetria e la volumetria e persino, si dice, per l’interpretazione della liturgia” – è Santa Maria Nascente.
  • “Il QT8 è il solo quartiere di Milano in cui siano stati realizzati prototipi di architettura straniera (Belgio e Finlandia)“.
  • Al QT8 si è realizzata durante la 9° Triennale la prima esposizione realistica di arredamenti economici popolari entro case reali e destinate ad essere abitate. Entro il grande programma della formazione di QT8 era compreso anche  un parco verde di circa 375.000 mq. destinato ad uso, non solo degli abitanti del Quartiere, ma anche di tutti i cittadini. All’interno anche il Monte Stella, un’altura artificiale costituita con le macerie di tutti gli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti dalla città. Un altro progetto visionario di una città che non temeva di realizzare l’impensabile. 
 
QT8-Q8

Continua la lettura con: Il Monte di Milano, nato da una storia d’amore

Da articolo originale di PAOLA PERFETTI

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Il “LOCALE più BELLO d’EUROPA” è nel “quartiere delle meraviglie”

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Ph. @athenstravel IG

Si trova nel centro di una delle più suggestive capitali europee, in una specie di quartiere delle meraviglie. Scopriamo come è fatto. Foto cover: @athenstravel IG

Il “LOCALE più BELLO d’EUROPA” è nel “quartiere delle meraviglie”

# Il “quartiere delle meraviglie”

Credits mazurek_marzena IG – Quartiere delle meraviglie

Passeggiando nel centro di Atene, in una strada laterale del quartiere alla moda di Psiri, Karaiskaki Street, ci si imbatte in in luogo dove è ricostruito con perfezione il fantastico mondo delle fiabe. Una scenografia composta dai personaggi più famosi e da decorazioni a tema incornicia in alcune occasioni diversi piccoli locali tra cui un bar, una gelateria, una pasticceria, un negozio di caramelle e zucchero filato un negozio di gadget dedicato.

# Il bar ispirato alle fiabe

Credits littlekook_ IG – Little Cook

Tra questi, Little Kook è il locale dove più di tutti si può vivere questa atmosfera magica. Un caffè creativo inaugurato nel 2015, da subito diventato un’attrazione turistica, proprio di fronte all’allegra Pittaki Street con le sue lampade multicolori o decorazioni a tema che “conducono” il cliente al locale. All’esterno un enorme drago sovrasta l’insegna che domina le statue, decorazioni e luci ispirate a un tema stagionale come Halloween o Natale oltre che alle diverse favole.

Credits littlekook_ IG – Interno Little Cook

Le stanze sono ispirate alle fiabe più famose come Jack e il fagiolo magico, Cenerentola, Mary Poppins e appunto Alice nel Paese delle Meraviglie. 

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# Colazione o aperitivo con il Cappellaio Matto o Mary Poppins

Credits stephanie_rd7 IG – Little cook

Si può scegliere tra la colazione, un the nel pomeriggio accompagnato da una fetta di torta abbondante da scegliere tra nomi fantasiosi come Dragon’s Lava o Princess with Rosy Cheeks, un aperitivo servito con i tipici piatti della cucina greca o un cocktail nel dopocena. Ogni cosa è curata nei minimi dettagli, persino i camerieri sono vestiti in base al tema del periodo. 

 

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Spunto: alessandra_worldtrip IG

Continua la lettura con: L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

FABIO MARCOMIN

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5 COLAZIONI all’APERTO da provare a Milano

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credit: zero.eu - Cascina Cuccagna

Quale periodo migliore per fare un’ottima colazione alla luce del sole? Scopriamo questi cinque indirizzi da provare.

5 COLAZIONI all’APERTO da provare a Milano

#1 Un posto a Milano (Porta Romana)

credit: zero.eu

Nell’unica cascina aperta in centro città si può fare colazione come in aperta campagna. Siamo alla Cascina Cuccagna in zona Porta Romana, in via Cuccagna 2, dove nel giardino circondato da orti si può fare colazione seduti ai tavolini coperti da ombrelloni del bar-ristorante “Un posto a Milano”. Da provare la morbida brioche con gocce di cioccolato.

Indirizzo: via Cuccagna, 2

Leggi anche: Dove fare la SPESA CONTADINA a Milano

#2 Panificio Davide Longoni (Porta Romana)

Credits andrealadina IG – Panificio Longoni

Il panificio di Davide Longoni può essere considerato “il panificio dei milanesi”. Si trova sempre in zona Porta Romana, poco distante dalla Cascina Cuccagna. Questa bottega è una vera istituzione a Milano, sia per quanto riguarda la lavorazione del pane che vede  lievitazione naturale e l’utilizzo di grani antichi lavorati a pietra, sia per le brioches. Su tutte spicca quella alla crema di limone e le sfoglie da gustare nei tavolini fronte vetrina o nel dehor esterno tra piante, aiuole e piccoli orti.

Indirizzo: via Tiraboschi, 19

Leggi anche: Le 5 migliori COLAZIONI di MILANO

#3 Onest (Dateo)

Credits aperitivi_urbani IG – Onest

Spostiamoci più a est, in zona Dateo. Onest, il cui nome richiama la parola inglese “nest” che significa nido, è un locale nato nel 2019 aperto da colazione a cena. L’idea delle proprietarie è stata quella di creare un vero e proprio rifugio e questo lo si coglie sedendosi nel cortile esterno, uno dei più belli tra quelli dei locali milanesi, dove ci si può sentire in pace al sicuro. Seduti all’ombra degli alberi tra edere, piccole piante, ciottoli e sassi di colore bianco si può fare colazione con caffè 100% arabica tracciabili e sostenibili e brioches artigianali, da provare quella alla crema.

Indirizzo: via Turroni, 2

Leggi anche: BREAKFAST a CINQUE STELLE: le tre più buone colazioni negli HOTEL di Milano accessibili agli esterni

#4 Horto Milano (Centro)

Credits hortorestaurantmilano IG – Horto

Sul rooftop di The Medelan, un nuovo centro del lusso e del retail in attesa di inaugurazione, sorge Horto. Aperto nel settembre del 2022, questo locale offre una terrazza incantevole che si affaccia direttamente su piazza Cordusio. Concepito per offrire ai clienti un’esperienza multisensoriale, una riscoperta della natura in armonia con il territorio, è il luogo perfetto per una colazione con una vista mozzafiato. Si possono gustare brioches croccanti e burrose, da non perdere il roll al cardamomo. 

Indirizzo: via san Protaso, 5

Leggi anche: Tre COLAZIONI in TERRAZZA con vista DUOMO

#5 Pasticceria Sissi (Tricolore)

Credits mymilanofood – Sissi

Spostiamoci un po’ di nuovo verso Est, in zona Tricolore, arriviamo alla Pasticceria Sissi. Famosa da oltre 25 anni per le brioches più golose e ripiene di Milano, prodotte nel laboratorio annesso. I milanesi che hanno risposto a un nostro sondaggio l’hanno messa al primo posto tra le pasticcerie dove si mangiano le migliori brioches della città. Si possono fare riempire al momento al banco con crema, cioccolato e marmellata e gustare nel grazioso pergolato esterno che fa cornice agli interni in stile bohémien.

Leggi anche: La BRIOCHE più BUONA di Milano si trova qui

Spunto: colazionemilanese IG

Continua la lettura con: APERITIVO all’APERTO? I 10 posti TOP a MILANO

FABIO MARCOMIN

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La grande RIVOLUZIONE ROMANA: come trasformare Roma in Milano in 10 passi

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Ph. Stefan Keller

Gli svizzeri vogliono Milano capitale. Questa la sintesi dell’articolo del Tages Anzeiger (“Milano è la capitale migliore“) che sostiene che Milano è la vera capitale d’Italia. Per rimediare, proponiamo una breve guida di come Roma si può trasformare in Milano. 

La grande RIVOLUZIONE ROMANA: come trasformare Roma in Milano in 10 passi

#1 Primo passo. Rendere gotica la Basilica San Pietro

Milano non potrebbe mai tollerare di avere un potere estraneo al suo interno.
Rendere gotica San Pietro sarebbe un atto di grande impatto storico che porterebbe a una nuova sottomissione del papato dal potere temporale.

#2 Secondo passo. Rendere quadrato Castel Sant’Angelo

Il Castel Sant’Angelo tondo non va bene. Trasmette un’idea da “volemose bbene”, di eterno accomodamento. Bisogna renderlo netto, quadrato come il Castello Sforzesco.

#3 Terzo passo. La viabilità

Bisogna mettere i tram, creare l’Area C e cambiare il nome di grande raccordo anulare in tangenziale. Mettere nelle strade della capitale dei generatori di nebbia.

calendario dell'avvento

#4 Quarto passo. Un solo fiume non basta

Milano non si accontenta di un solo corso d’acqua. Occorre scavare per creare dei nuovi canali oltre al Tevere.

navigli romani con generatori di nebbia
navigli romani con generatori di nebbia

#5 Quinto passo. Spianare i colli

Niente più colli: ridurre salite e discese perché creano impedimenti al movimento. Bisogna togliere ogni alibi alla pigrizia.

#6 Sesto passo. Aggiungere un nuovo anello al Colosseo

Perché non può più essere secondo a San Siro.

#7 Settimo passo. Ripartire dalla base

Corsi di dizione per affinare l’eloquio.

#8 Ottavo passo. Riparare le rovine

Togliere dai palazzi antichi le istituzioni e concentrarle tutte all’EUR.
Ci vuole poi un piano massiccio di ristrutturazione delle rovine romane: renderle funzionali, altrimenti venderle ai giapponesi come hanno fatto i berlinesi con i resti del muro.

credits: @sa_saraandreon su IG

#9 Nono passo. Introdurre la produttività

Vincolare ogni contratto di lavoro dell’amministrazione pubblica alla presenza e alla produttività.

#10 Decimo passo. Trasformare Roma in una miniera d’oro

Perché è assurdo che la città con il patrimonio artistico più prezioso al mondo viva di assistenzialismo e di debiti.

Continua la lettura con: Per innamorarsi di Milano a un romano bastano tre minuti

MILANO CITTA’ STATO

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“Se si paga l’attesa si riduce”: la crisi del SISTEMA SANITARIO nazionale in LOMBARDIA

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credits: milanofree.it

Nel film “Il medico della mutua”, un cinico Alberto Sordi sosteneva che gli italiani sono un popolo di malati immaginari, il cui scopo non era quello di curarsi veramente, ma andare dal proprio medico della mutua per farsi prescrivere e, di conseguenza, riempire la propria casa di scatole di farmaci di ogni genere. Siamo nel 1968 e la sanità, per come la conosciamo oggi, era completamente diversa: dopo cinquantacinque anni le cose sono andate meglio o peggio? La Lombardia è ancora l’eccellenza di cui tutti parlavano? E soprattutto, al giorno d’oggi, si può parlare di truffa ai danni del cittadino o forse c’è qualcosa di poco chiaro? O forse qualcosa che non conosciamo.

“Se si paga l’attesa si riduce”: la crisi del SISTEMA SANITARIO nazionale in LOMBARDIA

# Per capire il presente bisogna conoscere il passato

Prima di chiamarsi SSN (Sistema Sanitario Nazionale) esistevano le mutue che per le malattie “comuni” fornivano agli iscritti coperture sanitarie che variavano fra il 50 e l’80 per cento del salario che percepivano. Un’altra grande differenza è che la copertura sanitaria era garantita per un numero massimo di giornate all’anno e tutta questa situazione è durata per circa trent’anni.

# 1978: nasce il SSN

Credits: nursetime.org
Legge nascita SSN

Fino a quando viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 883 del 23 dicembre 1978, data ufficiale della nascita del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). I principi su cui si fonda sono: universalità, uguaglianza ed equità. Nel mondo si comincia a parlare della sanità italiana come un progetto ambizioso e riuscito, perché, nonostante tutto e a differenza degli altri paesi la sua caratteristica dell’universalità non trova eguali. Tant’è vero che nell’articolo 32 della nostra Costituzione viene messo nero su bianco il diritto alla salute.

Il Sistema Sanitario Nazionale permette a tutti i cittadini residenti in Italia e all’estero di ricevere prestazioni totalmente gratuite (se in possesso di requisiti ben precisi: patologie gravi e invalidanti, reddito basso, disoccupazione) oppure in assenza di questi, l’assistenza viene garantita dietro un pagamento che viene chiamato comunemente ticket che è uguale in tutta la penisola. Allo stato attuale il costo massimo di una prestazione con l’SSN è pari a 36 € e il tetto massimo di reddito da non superare è di 38000 € annui.

# Lombardia: sanità privata convenzionata

credits: swissinfo.ch

Nel corso degli ultimi anni sono accadute parecchie cose. Ai già affollati ospedali pubblici si sono aggiunte cliniche e istituti privati che (essendo anche aziende) hanno cercato di allargare il loro bacino d’utenza anche ai malati mutualistici. Una mossa che ha portato, soprattutto negli anni ‘90, ad avere enti sanitari privati convenzionati con la mutua. Una mossa che ha permesso al malato di poter scegliere la struttura dove potersi curare. Il tutto senza essere obbligato a farsi visitare in forma privata (o “solvente” come viene chiamata nell’ambiente). Anche perché, diciamoci la verità, i medici che visitano con la mutua, lo fanno anche privatamente e se sono i medesimi, la loro competenza non dovrebbe variare in base al tipo di paziente che si trova di fronte.

# Un modello di eccellenza… fino al Covid

Credits: viagginews.it
Formigoni

Durante il governo Formigoni, il Sistema Sanitario Nazionale Lombardo raggiunge i vertici dell’eccellenza. Da tutta Italia giungono i pazienti che ammaliati da questa efficienza vengono a farsi curare all’ombra della Madonnina. Tutto questo è un vanto per il governatore che riesce a farsi rieleggere più volte, quasi come se fosse ad interim. Il punto più alto di questa situazione si raggiunge quando il presidente Obama giunge a Milano per studiare la sanità lombarda per cercare di proporre una cosa simile negli Stati Uniti (quello che verrà chiamato Obamacare nda), ma che non riuscirà mai a decollare.

Verso la fine degli anni 2000 diverse strutture private finiscono per essere investiti da scandali che minano alle fondamenta e alla credibilità della sanità lombarda. Il SSN si ribattezza ATS (Agenzia della tutela della Salute) ma il dramma sta per investire tutta la sanità e in particolare quella della Lombardia. Siamo nel 2019 alle porte del Covid 19.

# Le lunghe attese

credits: milanofree.it

Ora non starò qui a raccontare quello che è successo negli anni recenti appena passati. L’OMS ha recentemente annunciato della fine della pandemia e tutte le restrizioni sono crollate (a parte rari casi).

Quello che emerge nella sanità è una situazione profondamente cambiata. I pazienti sono tornati ad affollare sale d’attesa e ambulatori e spesso la lamentela più comune è che per ottenere una certa prestazione ha dovuto aspettare mesi se non addirittura anni. Alcuni hanno accettato la situazione senza battere ciglio e altri hanno dovuto rinunciare a curarsi per disperazione (anche a discapito della propria salute). Altri ancora si sono ammalati gravemente perché durante il Covid non poteva eseguire controlli che probabilmente gli avrebbe salvato la vita. Chi ha potuto, ha preferito rinunciare all’assistenza sanitaria e rivolgersi solo ed esclusivamente al privato. L’AST ha promosso le tariffe smart che permettono al malato indigente di pagare una modica cifra per ottenere in tempi la prestazione richiesta. Hanno aperto centri poliambulatoriali che garantiscono prestazioni di ogni genere pagando un prezzo molti vicino all’eventuale ticket sanitario e appellandosi al prezzo calmierato.

# È una truffa questa?

In realtà viviamo una crisi molto più profonda e che trova le sue radici nell’esperienza pandemica che tutti hanno vissuto. Non sono un medico e non sono un infermiere e quindi non faccio parte di quella categoria che veniva applaudita in strada dai balconi e che veniva chiamata eroe. La truffa non sta nel cercare di guadagnare soldi non aprendo ambulatori mutualistici: perché se non c’è spazio è perché l’AST ha un budget prestabilito per ogni struttura sanitaria, quando queste sforano, rimangono senza fondi per potere garantire le visite. Quante volte vi siete chiesti: se andassi privatamente troverei subito lo spazio. Quest’affermazione in parte è vera, ma la verità non è che pagando ricevi una prestazione migliore, pagando trovi spazio perché c’è meno richiesta. Non tutti possono permettersi di pagare cento euro (se non di più) quando stanno male.

Tutto questo fa parte di una serie di eventi specifici strutturali sui quali la pandemia ci presenta il suo conto ogni giorno dopo giorno. È triste, è cinico, è un peccato, ma è la verità dei fatti e non è una truffa.

Continua la lettura con: Milano al TOP nella SANITÀ: 7 ospedali della città tra i 200 migliori al mondo (Newsweek)

MICHELE LAROTONDA

copyright milanocittastato.it

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FUNAMBOLICO e FESTIVALIERO: l’ultimo weekend di Maggio #ToDoMilano dal 26 al 28

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Ph. @andrea_loreni_il_funambolo IG

Tra l’Aperitivo World, la corsa dei single, il compositore di Expo, MiAmi e altri festival…  c’è anche uno dei più celebri funamboli del mondo che attraversa Porta Nuova a 140 metri di altezza.

FUNAMBOLICO e FESTIVALIERO: l’ultimo weekend di Maggio #ToDoMilano dal 26 al 28

# Trova il tuo evento:

#Venerdì 26/5: World Aperitivo Day, la corsa dei single, il funambolo e il compositore dell’Albero della Vita di Expo

Roberto Cacciapaglia – Credits: Box Office Verona
  • Aperitivo Festival: è il World Aperitivo Day e in una delle città simbolo, apre un festival di 3 giorni dedicato a degustazioni e intrattenimento. Il festival è diffuso in tutta Milano, ma la sede per info e masterclass è Nhow di via Tortona.
  • Storie di Donne Samurai: inaugura una mostra che porta gli ospiti a conoscere le donne coraggiose, attraverso le strade di Kyoto. Rimane in allestimento fino al 31 luglio presso Tenoha.
  • Strasingle: corsa non competitiva di 5 km, alla rincorsa dell’anima gemella. Comunque per fare nuove amicizie, con la partenza da piazza Gino Valle, alle ore 18.00.
  • The Walk – Un funambolo tra i grattacieli a Milano: traversata a 140 metri d’altezza, su una fune tesa tra il Bosco Verticale e la Torre Unicredit. Comincia così, alle 20.00, il BAM Circus: protagonisti il grande funambolo Andrea Loreni e la musica di Cesare Picco.
  • Black Works V: capitolo del progetto di William Forsythe, inedito a Milano, interpretato alla Scala dal Corpo di Ballo residente. L’inizio è fissato per le ore 20.00.
  • Elvenking: band friulana che porta il suo rock e un nuovo capitolo del progetto Reader Of The Runes. Preceduti sul palco da Great Master e Helikon, suonano al Legend Club dalle 20.00.
  • Bull Brigade: 15 anni di punk e sonorità street, per la band italiana che torna a calcare il palcoscenico per l’occasione. Sono ospiti della Santeria Toscana 31, il concerto inizia alle 20.15.
  • Orquesta ConClave: ritmi cubani e jazz latino americano, per Celebrate Cuba al Blue Note di Milano. Protagonista anche la cucina a tema, almeno nel primo spettacolo delle 20.30, in replica anche alle 22.30.
  • Sia orecchio alle mie voci…: ultimo dei concerti per la Musica al Museo della Scienza, che ospita Erginda (un’opera per il Teatro delle Vergini). In programma nell’esclusiva Sala del Cenacolo, con gruppo corale e musicale, alle ore 21.00.
  • Modà: ultimo appuntamento anche con la band, che ha già suonato due volte a Milano. Torna al Teatro degli Arcimboldi e lo spettacolo inizia alle 21.00.
  • Roberto Cacciapaglia: l’indimenticato compositore della musica che ha fatto sognare 21 milioni di persone all’Albero della Vita di Expo. È in tour per presentare il suo nuovo disco in uscita e suona, alle 20.45 al Conservatorio Verdi di Milano.

#Sabato 27/5: Festival Music e Sunset Session al tramonto, gala di danza e sfida nerazzurra in serata

Samuel – Credits: Giglionews
  • Olimpia – Dinamo Sassari: al Forum la prima gara di semifinale dei Play Off di basket. L’Olimpia sulla strada della finale incontra la spumeggiante squadra della Sardegna. Alle ore 18. 
  • Festival Musical Square: prestigiosa rassegna di musica da camera che approda a Milano. Parte alle ore 18.30, con Chapliniana. Continuerà anche per altre date a Giugno, sempre al Teatro Lirico – Giorgio Gaber.
  • Corona Sunsets Session: l’anteprima del festival che si tiene in estate a Lajatico, prevede un aperitivo al tramonto ed esibizioni dal vivo. In programma alle 18.30 in piazza Tre Torri, con ingresso gratuito. Ospiti Samuel, Jack Sasselli e Simona Severini.
  • Joyce Elaine Yuille: la raffinata interprete jazz, è protagonista del palco del Blue Note, insieme al quartetto tutto made in Italy, Jazz Inc. Intrattengono gli ospiti con la consueta formula dello spettacolo alle 20.30, replicato alle 23.00.
  • Inter – Atalanta: sfida tutta nerazzurra tra i freschi vincitori della Coppa Italia e finalisti della Champions e i bergamaschi della Dea. In palio: un posto per la Champions dell’anno prossimo. Fischio di inizio, alla Scala del Calcio, alle 20:45.
  • Gala di Danza: spettacolo di danza classica e contemporanea, che vede protagonisti Ramon Agnelli, Rita Pompili e Carola Puddu. Appuntmaneto alle 21.00 al Teatro degli Arcimboldi, sipario alle ore 21.00.
  • Aqua: band danese ormai famosissima a livello mondiale, che porta in tour i suoi più grandi successi. Li troviamo al Fabrique, il concerto inizia alle ore 21.00.

#Domenica 28/5: corsa del PoliMi, percussioni e Mozart per i più piccoli, le prove della Scala e un giro con il FAI alla scoperta dei circondari

Corsa PoliMi – Credits: runlikeneverbefore.com
  • Mercatone dell’Antiquariato: con l’ultima domenica del mese, ritornano gli espositori del chilometro del vintage. Appuntamento dalle 9.00 alle 19.00 al Naviglio Grande.
  • Adidas Runners PoliMiRun Spring: l’evento sportivo universitario più importante d’Italia, che attende migliaia di corridori. Corsa competitiva e non competitiva partono dal PoliMi alle 9.30.
  • Vi-Lamoreux: teatro danza che celebra Renzo e Lucia di Manzoni, in un passo a due a cura di Alma Rosé e Sanpapié. In scena alle 10.30, 11.30 e 12.30 presso San Carlo al Lazzaretto.
  • Musica da Camera – Closing: ultima rappresentazione della rassegna domenicale del Teatro Gerolamo. Per la chiusura, che inizia alle 11.00, un quintetto di solisti della Sinfonica di Milano.
  • Mondi Sonori delle Percussioni: sperimentazioni sonore per un pubblico giovane e di bambini, alla Fabbrica del Vapore. Gli spettacoli, alle 15.00 e alle 16.30, comprendono anche laboratori didattici.
  • Prove aperte della Filarmonica della Scala: occasione per accedere alla Scala a prezzi popolari ed assistere alla prova del concerto del lunedì. L’iniziativa è benefica, l’ingresso è a prezzo contenuto. La prova inizia alle 15.
  • Milano tra liberty e razionalismo: domenica del FAI dedicata Alla Scoperta dei Circondari. Si parte dalla Palazzina Appiani alle 16.00, per proseguire sull’asse nord-ovest per raggiungere di corso Sempione.
  • Cajkovskij 5: occasione per assistere all’esibizione dell’Orchestra Sinfonica Giovanile, diretta da Alondra de La Parra. Il concerto, che ha in programma la sinfonia N. 5, inizia alle 18.00 all’Auditorium di largo Mahler.
  • Il Flauto Magico: spettacolo adatto a bambini e ragazzi tra i 6 e i 14 anni, al Teatro Lirico Giorgio Gaber. Inizia alle 18.30 e ci sarà anche un family lab, per imparare le coreografie.
  • Eleonora Strino: una delle jazziste più rinomate a livello internazionale, talento inestimabile alla chitarra, è di scena al Blue Note. Unico spettacolo, alle 20.30, per presentare un nuovo lavoro discografico.
  • Catch me if you can: prima volta assoluta in Italia, per il musical da cui è tratto il celebre film. Torna alla sua prima edizione al Teatro Manzoni, sipario alle 20.45.
  • Shake Your Speare: una serie di estratti dai capolavori del genio inglese, in scena con una compagnia di attori del tutto particolari. L’incontro è a La Scighera, il sipario si leva alle ore 21.30.

#Tutto il we: MiAmi e 3 giorni di festival dedicati al cibo, al surf, ai bambini e perfino al Medioevo

Funambolo tra i grattacieli di Milano – Credits: BAM
  • Cibo a Regola d’Arte: festival del food con workshop, lezioni e degustazioni, insieme ai migliori chef del momento. Apre venerdì 26 e dura fino a domenica 28, in Triennale da viale Alemagna.
  • SSFF, Skate and Surf Festival: eventi culturali ed artistici, con proiezioni delle nuove produzioni su surf e skate. Dal 26 al 28 all’Ex Macello di viale Molise.
  • Festival dei Bambini: evento che dura fino a domenica 28 maggio, con animazione territoriale dedicata ai bambini e ragazzi dai 3 ai 12 anni. Il fulcro è il Castello Sforzesco, ma tutti gli eventi sono disponibili a questo link.
  • BAM Circus: tre giorni di attività per famiglie, adulti e bambini, sul prato della Biblioteca degli Alberi. Il primo spettacolo funambolico di Milano, teatro di strada, danza e molto altro ancora, da venerdì 26 a domenica 28.
  • Chiostro in Fiera: mostra-mercato di alto artigianato, con proposte di ogni tipo, nel chiostro del Museo Diocesano. Dura fino a domenica 28 maggio, apertura alle 11.00 tutti i giorni.
  • MI AMI Festival: festival di primavera all’Idroscalo, che affianca nomi noti a veri e propri debuttanti. Apre venerdì sera con i Verdena e continua fino a domenica 28 maggio, al Circolo Magnolia di Segrate.
  • Il Suono dell’Arte: serate di improvvisazione e concerti con La Filarmonica, che si lascia ispirare dalla mostra sul surrealismo. In replica per tutto il weekend al MUDEC.
  • Medioevo a Binasco: tre giorni all’insegna del Medioevo, con l’apertura della locanda e la cena medievale di venerdì sera, per arrivare ai workshop di falconeria e musica d’epoca. Fino a domenica 28, via Matteotti è nella macchina del tempo.
  • Primavera di Baggio 2023: ritorna la stagione concertistica nella Chiesa Vecchia di Sant’Apollinare. Spettacoli venerdì 26 e sabato 27 alle ore 20.45.
  • Theatrical Mass: sfida finale delle 8 compagnie teatrali che hanno partecipato al concorso. Ognuna presenta un estratto di 20 minuti, sarà il pubblico a decretare i primi 3, che verranno messi in scena la prossima stagione al Teatro del Borgo. La finale si svolge 27 e 28 maggio.
  • Sempre fiori mai un fioraio!: omaggio all’irriverenza di Paolo Poli, che il Teatro Gerolamo ricorda con lo spettacolo di Pino Strabioli. In scena sabato alle 20.30 e domenica alle 16.00.
  • IliadLand: due giorni di attività all’aperto e street food, per celebrare i 5 anni del brand in Italia. Si tiene sabato e domenica presso l’ex scalo di Porta Genova.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa?

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Ph. imustbedead - Pixabay

La prima pietra era prevista a settembre 2022, ma la data non è stata rispettata. Diventerebbe il parco tematico più grande d’Europa, superando il più famoso parco di Gardaland e addirittura DisneyLand Paris. Ecco i dettagli del progetto e l’investimento previsto.

Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa?

# In Campania il parco più grande di DisneyLand Paris?

Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix

La promessa fatta dei promotori dell’iniziativa è che diventi il più grande parco tematico più grande d’Europa, superando quindi non solo lo storico e più famoso parco italiano di Gardaland ma addirittura Disneyland Paris. La presentazione è avvenuta nel maggio 2022 e l’area individuata per la sua realizzazione è quella dell’ex cava Cementir a Maddaloni, in provincia di Caserta, da tempo in disuso. Ludo&Felix, questo il nome scelto per il parco, dovrebbe occupare un’area di 100 ettari con attrazioni di ogni tipo, dalla cultura, al turismo, al divertimento e essere suddiviso in due aree: Ludo su 40 ettari dedicata alle attrazioni, e Felix, il polo culturale di altri 60 ettari.

# Un investimento di 400 milioni di euro supportato anche dal PNRR

Ph: appiapolis.it
Presentazione Ludo&Felix

L’investimento necessario alla realizzazione del parco di divertimenti è stato stimato in 400 milioni di euro, di cui 130 milioni da privati e il residuo tramite le risorse del PNRR. Una grande opportunità lavorativa per molte persone della zona: 3.500 le figure richieste di cui 1500 dipendenti diretti e gli altri 2000 creati dall’indotto.

# L’unico vero grande parco a tema italiano

Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix

Con la creazione di questo parco a tema, l’unico grande parco a tema del BelPaese completamente italiano sempre secondo quanto dichiarato dai promotori, l’area metropolitana di Napoli colmerebbe un vuoto per quanto riguarda le strutture ricettive turistiche-culturali di grandi dimensioni. L’obiettivo è di avere un nuovo prodotto turistico capace di attirare turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Nei suoi spazi un cinema da 1000 posti e la possibilità di ospitare anche fiere internazionali. 

# Rimarrà solo un sogno?

Credits 12019-pixabay – Parco divertimenti

Il silenzio degli ultimi tempi non è però una notizia positiva, ma facciamo un passo indietro. Nel mese di giugno 2022, poco dopo l’annuncio del progetto, si erano aperte le candidature con l’arrivo di migliaia di curriculum. Le centinaia di ragazzi selezionati attendevano di sostenere i corsi di formazione necessari per poter successivamente lavorare nel parco.

A luglio sempre dello stesso anno, Filippo Ferdinando Gustavo Vettone, uno degli ideatori di Ludo & Felix, aveva fatto il punto sull’evoluzione del progetto confermando la posa della prima pietra nel terza settimana di settembre, dal 20 al 22. A mettere in discussione queste dichirazioni il Presidente della III Commissione permanente del Consiglio regionale della Campania, Giovanni Mensorio, che rendeva noto sempre a luglio con una nota come non fosse stata “assunta nessuna iniziativa è dalla Commissione da egli presieduta, è stato mai avviato alcun procedimento teso a verificare la realizzabilità di tale progetto”. 

Quelle date ovviamente sono trascorse senza che nulla accadesse e si sono riversate molte ombre sull’effettiva nascita del mega parco divertimenti. Verrà prima o poi realizzato o rimarrà solo un sogno?

Continua la lettura con: L’incredibile PARCO ACQUATICO “più bello d’Europa”, raggiungibile in treno diretto da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il VA PENSIERO rappresentato alla Scala nel 1842 divenne l’INNO del Risorgimento italiano

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Per Giuseppe Verdi era un periodaccio. Aveva perduto la moglie e due figli e la sua seconda opera, “Un giorno di regno”, era stata un fiasco. Stava per dare alle fiamme anche il “Nabucodonosor” quando le parole del coro Va, pensiero, sull’ali dorate gli ispirarono una melodia elettrizzante. Il Nabucco fu messo in scena per la prima volta alla Scala il 9 marzo 1842. Fu un trionfo con 64 repliche.

I patrioti italiani si identificarono negli ebrei esuli e il Va, pensiero con le sue parole “Oh mia patria sì bella e perduta!” riecheggiarono nei moti risorgimentali. Lo stesso Verdi venne scritto sui muri come acronimo di “Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Il Nabucco portò molta fortuna a Verdi: sul palco della prima come soprano cantava Giuseppina Strepponi. Nel 1859 sarebbe diventata sua moglie.

Continua la lettura con: L’ombra di Verdi in piazza Buonarroti

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Mamma, MALPENSA ha perso l’AEREO: ITA passa ai TEDESCHI, voli trasferiti a Fiumicino

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Ph. @aeroclubnovaracameri IG

E’ ufficiale. L’ex compagnia di bandiera italiana passa in mani tedesche. Un accordo che sposterà ancora di più il baricentro dei voli internazionali da Milano a Roma. 

Mamma, MALPENSA ha perso l’AEREO: ITA passa ai TEDESCHI, voli trasferiti a Fiumicino

# Altro accordo a spese dei contribuenti. E di Malpensa

Credits: milanomalpensa-airport.com

E’ arrivata la conferma ufficiale. La firma dell’accordo su ITA Airways. Come riporta Il Sole 24 ore, Lufthansa acquisterà il controllo dell’ex compagnia di bandiera italiana attraverso tre fasi successive che la porteranno a detenere il 90% entro il 2025. Si tratta di un accordo non indolore per l’Italia. Prima del closing il Tesoro si impegna a rimpinguare la cassa di Ita Airways con 250 milioni dei contribuenti italiani. Ma le brutte sorprese non finiscono qui. A rimetterci sarà soprattutto Malpensa.

Secondo il piano industriale un ruolo prioritario viene assegnato all’aeroporto di Fiumicino per renderlo ponte per Nord Africa e Sud America, con rafforzamento di collegamenti anche per Asia e Nord America. E’ prevista “una graduale uscita da Malpensa”, dove resterà Swiss. Dall’estate del 2024 verrà anche trasferito il volo Milano – New York di Ita a Linate. 

# Da Hub a scalo di periferia

Si avvera pertanto il grido di allarme nell’articolo: Il MATRIMONIO tra ITA Airways e Lüfthansa: un danno per il sistema aeroportuale milanese pubblicato lo scorso 8 febbraio. Nell’articolo avevamo scritto che: “Nel silenzio generale, ancora ebbri di gioia per la nuova fermata della linea blu nel piccolo aeroporto attaccato alla città a ridosso delle case, i nostri amministratori nemmeno si accorgono del disastro al quale Milano e tutto il sistema aeroportuale dell’area metropolitana sta per andare incontro”. Le reazioni non si erano fatte attendere con impacciate e timide prese di posizione di qualche politico locale tese a rassicurarci sul ruolo di Milano e della Lombardia e del Nord Italia in generale per quanto riguarda la loro centralità nel traffico aereo. Purtroppo ora che siamo in dirittura di arrivo per quanto riguarda la conclusione dell‘accordo, tutto appare più chiaro, scontato come da pronostico: Malpensa non sarà un aeroporto fondamentale per le strategie del nuovo gruppo.

# Milano sempre più lontana dalle grandi d’Europa

Gli hub principali saranno ROMA FCO e FRANCOFORTE.  Secondo il piano industriale sembra che Linate, appena rimesso a lucido con tanto di taglio di nastro e banda musicale, servirà ad alimentare i due HUB per i collegamenti intercontinentali.

Risultato? Milano viene confinata alla periferia dei voli intercontinentali: per andare a Tokyo o a Seoul si dovrà fare scalo a Roma o a Francoforte. 

Tra le grandi realtà metropolitane con le quali Milano vuole o meglio si illude di competere è quella peggio servita a livello di collegamenti aeroportuali. Solo per citarne alcune, Zurigo, Francoforte, Madrid, Amsterdam, Monaco, Londra , Parigi … inutile sottolineare nuovamente quali conseguenze a livello economico possa portare una simile penalizzazione.

Per salvare nuovamente il carrozzone romano perennemente in debito e sovradimensionato di personale, si doveva pur sacrificare qualcuno. Milano, ovviamente. 

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma

ANDREA URBANO

Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…

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 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

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Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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Lo scopriremo solo VIVENDO a MILANO

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Ph. @milanoeprovincia IG

Ci sono cose di Milano che si scoprono solo vivendoci. Come queste risultanti da un nostro sondaggio dello scorso febbraio. Foto Cover: @milanoeprovincia IG

Lo scopriremo solo VIVENDO a MILANO

# …che Milano nasce come città d’acqua 

A chi la vede da lontano Milano appare come una città in mezzo alla pianura, avvolta da nebbia e zanzare. Pochi sanno invece che Milano è una città d’acqua. Si trova lungo la “linea dei fontanili”, quel tratto di terra in cui nel sottosuolo si incontrano strati geologici di differente permeabilità che permettono alle acque più profonde di raggiungere la superficie. Sono 5 i grandi corsi d’acqua che raggiungono o sfiorano la città: l’Olona, il Lambro, il Seveso, oltre a Ticino e Adda. A questi si aggiungono anche torrenti minori. Tranne il Lambro, tutti i fiumi naturali che attraversano Milano sono stati interrati e passano sotto il livello stradale. Anche per questo non è più così nota come la Milano di un tempo che Casanova definiva “la seconda Venezia”.

#…che non si sente più parlare in milanese

Nella nazione dei campanili, quasi ogni città riflette ancora espressioni dialettali tipiche. Spesso il dialetto locale si fonde con l’italiano dando a ogni città una sua lingua caratteristica. Ma questo non accade a Milano dove, ormai, quasi ogni traccia del dialetto risulta scomparsa. 

#… che la mobilità è uno stile di vita 

A Milano muoversi è uno status symbol. L’auto è un inferno: mancano parcheggi e le carreggiate vengono ristrette sempre di più. Si litiga sull’importanza delle ciclabili e ci si entusiasma per ogni nuovo progetto della metropolitana. 

Metro onirica

#… che è più sporca di quello che ci si aspetta

Anche se ha l’immagine di città mitteleuropea, la principale differenza con le altre a nord delle Alpi è la sporcizia che si trova sulle strade, nei giardini, sui muri imbrattati, nelle zone di periferia. Di questo tutti i milanesi ne soffrono. 

#…che il cornetto lo chiamano brioche

La stessa cosa, al contrario, che sorprende i milanesi quando vanno verso Sud. 

#…che anche lavorando puoi rimanere povero

Nota dolente. Altra scoperta vivendoci è l’alto costo della vita. Tanto più si guadagna tanto più si spende. Lo stesso stipendio che altrove fa vivere quasi da nababbi, a Milano può esaurirsi prima della fine del mese. 

#…che ha angoli di rara bellezza

Vivendo a Milano si scopre che al contrario di altre città italiane, come Roma, Venezia o Firenze che ti rovesciano addosso la loro bellezza, Milano al contrario ha una bellezza riservata, segreta, da scoprire. Quanto più la si vive, tanto più si scoprono meraviglie nascoste in un cortile, in un vicolo secondario, un palazzo. Come le Torri Imperiali, l’Hangar Bicocca o i capolavori d’arte contenuti all’Ambrosiana o alla Pinacoteca di Brera. 

#…che i milanesi DOC sono sempre più rari

Difficile incontrare un milanese DOC. Anche perché pure chi è nato a Milano ama definirsi in base a origini anche lontane, tipo il nonno austriaco o il bisnonno irlandese. 

#…che si aspettano week end e vacanze per scappare (ma quando si va via, poi ti manca sempre)

Milano è forse la città dove si programma di più il futuro in Italia. Così è per i progetti di lavoro, ma soprattutto per il tempo libero che, spesso , coincide con una fuga dalla città. Nei week end Milano si svuota e dopo ogni ferie si progetta già quella successiva. Tutti non vedono l’ora di andarsene ma poi bastano pochi giorni per sentirne la mancanza. E si è felici di ritrovarla. 

#…che se non trovi qualcosa a Milano, non la trovi da nessun’ altra parte

La metropoli tascabile. Si gira a piedi, almeno le zone centrali, ma al tempo stesso trovi qualunque cosa. Ciò che non trovi qui difficilmente la puoi trovare da qualche altra parte. 

#…che è l’unica città Europea in Italia

E forse l’unica che si senta più europea che italiana. 

#…che non potrei vivere da nessun’altra parte al mondo 

Una fregatura. Se vivi a Milano lo spirito critico si impenna, si è preda di uno stato d’insoddisfazione perenne, noti qualunque difetto. E per quanto la città ti possa apparire piena di cose che non vanno, risulta impossibile immaginarsi altrove.

Un ringraziamento speciale a chi ha partecipato al sondaggio

La musica vive qui – Credits: Milano Music Week

Continua la lettura con: Milano è unica: le 7 cose che la distinguono dalle altre città del mondo

MILANO CITTA’ STATO

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La TRASFORMAZIONE dei PADIGLIONI di FIERAMILANOCITY: cosa diventeranno in FUTURO

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Credits Urbanfile - Rendering interventi fiera

È tempo di rivoluzione per gli edifici realizzati alla fine degli anni ’90 per l’espansione della vecchia fiera. Scopriamo come diventeranno e cosa sarà realizzato. 

La TRASFORMAZIONE dei PADIGLIONI di FIERAMILANOCITY: cosa diventeranno in FUTURO

# Un investimento di 146,4 milioni di euro

Credits Urbanfile – Masterplan Fieramilanocity

Dal 2023 al 2026, ci sarà una rivoluzione nell’area compresa tra viale Scarampo, Serra, via Gattamelata e il parco di CityLife. Fondazione Fiera investirà 146,4 milioni di euro per ristrutturazioni e nuovi edifici. A essere interessati sono i padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity, il padiglione di via Gattamelata e l’area tra via Gattamelata e piazza Carlo Magno. Nel masterplan in alto, che delinea le area di intervento pur non essendo ancora il progetto finale, si vede dove saranno localizzati gli interventi.

# La trasformazione dei padiglioni 1 e 2

Credits Urbanfile – Rendering interventi fiera

Partiranno a luglio i lavoro per la ristrutturazione interna dei padiglioni 1 e 2, che si sviluppano lungo viale Scarampo in zona Portello e che erano stati realizzati in parte nel 1997 per espandere la vecchia Fiera: è previsto il trasferimento del MiCo-Nord con un investimento di circa 19,3 milioni di euro di euro. I lavori dovrebbero concludersi nel 2025

# Il nuovo centro di produzione Rai

Credits Andrea Cherchi – Antenna Rai

Al posto del “padiglione dell’Agricoltura” di via Gattamelata, che invece verrà demolito, troverà spazio il nuovo centro di produzione della Rai, in uscita dalla sede di Corso Sempione e dagli spazi di via Mecenate, e parte degli uffici di Milano. L’investimento per questo intervento è di 93 milioni di euro e sono state ipotizzate 8 sale di registrazione. La consegna e l’inaugurazione del nuovo polo televisivo della tv nazionale dovrebbe avvenire entro le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026.

# L’Accademia, l’Archivio Storico di FFM e uno studentato

Credits Urbanfile – Rendering Torre e stecca Fieramilanocity

Nell’angolo del lotto compreso tra il Vigorelli e il parco di Ciylife verrà costruito uno nuovo edificio a stecca lungo via Colleoni e una torre di 23/25 piani in piazza Carlo Magno nei cui spazi verranno distribuiti: l’Accademia che forma le figure professionali della filiera espositiva e congressuale, l’Archivio Storico di Fondazione Fiera Milano con documenti che risalgono anche alla prima fiera campionaria del 1920, uno studentato e altre enti di formazione della città. Il cronoprogramma prevede un cantiere a fasi con conclusione entro il 2026 e un investimento di circa 62 milioni di euro.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Il “GEMELLINO dell’IDROSCALO”: al via il progetto per il NUOVO LIDO

FABIO MARCOMIN

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La GALLERIA d’ARTE del PASSANTE

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Fondazione Artepassante - Murales Villapizzone

Un progetto nato per salvare degli spazi di RFI dall’incuria e che propone arte in tutte le sue sfumature, dalla pittura al teatro, dalla musica al ballo.

La GALLERIA d’ARTE del PASSANTE

# Artepassante per salvare degli spazi di RFI dall’incuria

Fondazione Artepassante – Spettacolo teatrale Odissee negli spazi

Il progetto Artepassante nasce del 2012 su iniziativa di Belle Arti APS in qualità di affidatria degli spazi da parte di RFI e altri soggetti. L’obiettivo era il recupero di tali spazi, salvandoli dall’incuria e dal degrado, e la loro valorizzazione con progetti culturali, artistici e sociali in collaborazione. Il riconoscimento del valore sociale degli inteventi è stato riconosciuto da Regione Lombardia, dal Comune e dai Municipi Comunali sotto forma di patrocinio e da privati con il finanziamento tramite bando ai progetti presentati. Dopo 12 anni e 27 organizzazioni in 24 spazi viene data vita a Fondazione Passante, partecipata da Belle Arti APS e da altre associazioni per proseguire il progetto.

# I luoghi del passante che esplorane le arti

Fondazioneartepassante – Piantina dei luoghi dell’arte nel passante

Le iniziative di Artepassante esplorano tutte le sfumature dell’arte: la pittura, la fotografia, il canto, il teatro, il ballo. Ogni stazione del passante da quella di Porta Vittoria a quella di Villapizzone e dedicata ad alcune delle arti le cui attività sono gestite da diverse associazioni. 

 

L’ultimo progetto è un grande murales chiamato “Costituzione” realizzato da molti giovani artisti, per raccontare con i loro tratti e le loro immagini diciotto tematiche differenti, in occasione della Civil Week di questo mese di maggio nello Spazio Polline della stazione di Villapizzone.

Non si tratta però solo di assistere a spettacoli teatrali, ammirare quadri e installazioni o ascoltare musica o letture di testi letterari. Chiunque può essere parte attiva.

# I corsi e i laboratori nelle stazioni

Fondazione Artepassante – Corsi di musica

I corsi e i laboratori aperti a tutti i milanesi sono il fiore all’occhiello della Fondazione. Troviamo ad esempio corsi di musica nello Spazio Polline della stazione di Villapizzone, corsi di commedia e tango argentino alla stazione di Repubblica curato da Zorba Officine Creative o il corso di clown per bambini alla stazione di Dateo del Collettivo clown.

Continua la lettura con: Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

FABIO MARCOMIN

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“Do it yourself”: a Milano c’è il NEGOZIO degli ACCESSORI PERSONALIZZATI

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Credits: @cloudshop_italy CloudShop Milano

In città c’è un negozio davvero particolare: più che un negozio è un laboratorio che realizza accessori su misura. Vediamo dove si trova. 

“Do it yourself”: a Milano c’è il NEGOZIO degli ACCESSORI PERSONALIZZATI

# Cloud Shop: “do it yourself”

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

Se si è in cerca di un passatempo diverso a Milano, in via Bramante 18, c’è un negozio davvero particolare. Si chiama Cloud Shop e più che negozio sarebbe meglio chiamarlo laboratorio, sì perché qui si possono creare i propri accessori personalizzati e poi comprarli. Cloud Shop è un laboratorio DIY, che non è nient’altro che l’acronimo di “do it yourself”, l’equivalente italiano del fai da te. Una moda che sta spopolando in città, e non, da diversi anni e che questo negozio ha capito di dover sfruttare. Oltre per un ritorno alla manualità, il bello del fai da te è che si possono personalizzare gli oggetti rendendoli unici e impossibili da copiare alla perfezione, così che solo chi ha realizzato quell’oggetto potrà vantarsi di averlo.

Cloud Shop Milano si trova nel quartiere Chinatown: via Bramante è infatti una traversa di Paolo Sarpi, e l’insegna è scritta sia in cinese che in italiano, ma in generale non sarà difficile capire qual è il negozio in questione perché il logo è ben riconoscibile: saturno appoggiato su una nuvoletta.

# Si può scegliere tutto: dall’accessorio, alla colla, alle decorazioni

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

I principali oggetti che si possono personalizzare in questo negozio sono cover, di quasi tutti i modelli di telefono, porta cuffie, porta foto, specchi, mollette e mollettoni. Cloud Shop mette a disposizione una colla crema, la base da cui partire per personalizzare il proprio accessorio, e poi una serie di decorazioni che vanno dai fiori ai personaggi dei cartoni animati più conosciuti. Ovviamente si può scegliere tutto fin dall’inizio, quindi anche il colore della colla stessa. L’unica regola di Cloud Shop è dare sfogo alla propria fantasia. E per chi non ha una grande manualità o non sa come personalizzare il proprio accessorio, c’è sempre a disposizione il personale del negozio.

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

Cloud Shop è aperto tutti i giorni dalle 11:30 fino alle 20:30 e, essendo il negozio abbastanza piccolo, si consiglia di prenotare prima, così da essere sicuri di trovare posto. I prezzi degli accessori dipendono ovviamente da quale oggetto si sceglie di decorare, un esempio, la cover base trasparente parte da 10 euro. Ma dipende anche da quali charm si decide di applicare e da quanti colori diversi di colla si vuole usare. Diciamo che in generale il costo di un accessorio si aggira tra i 15 e i 30 euro.

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Gli INTRUSI “stranieri” che si nascondono nei PIATTI tipici milanesi

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Mondeghili

La cucina di Milano, come del resto la sua popolazione, è da sempre fiera della propria identità. Ma allo stesso tempo non disdegna l’apertura verso l’esterno, verso stimoli che vengono da fuori, verso innesti “forestieri” che si integrano, si fondono e arricchiscono il substrato gastronomico, o in generale sociale e culturale, meneghino.

Gli INTRUSI “stranieri” che si nascondono nei PIATTI tipici milanesi

Nei piatti tipici che si sono plasmati nei secoli dei secoli, e che sono stati confezionati nelle cucine delle regiure milanesi e in gran parte della Lombardia troviamo le stesse colonne portanti: riso piuttosto che pasta, paste fresche e ripiene piuttosto che secche, carne di maiale in prevalenza oppure bovina, diversi ortaggi e insalate, pochissimo pesce (d’acqua dolce), tanti formaggi, abbondante burro, latte e farina da polenta. Ma se guardiamo con occhio attento è possibile scovare intrusi che nulla hanno a che fare con queste basi tradizionali. 

# Lo zafferano

Credits: @chef__pier
Risotto alla milanese

Quello più intenso, profumato e di color giallo oro è l’elemento chiave per la preparazione del classico risott giald: lo zafferano. Aromatizzante e colorante, la spezia della famiglia delle Iridacee non veniva certo dagli orti della Lombardia ma è originaria dell’Asia Minore ed è stata introdotta nel Mediterraneo dagli Arabi dopo le Crociate, a partire dal XIII secolo. Oltre ad essere usato come colorante per le vetrate del Domm de Milan, e ovviamente per il risotto, lo zafferano ebbe un largo impiego nella farmacopea, sulla base di proprietà magico-simboliche che ne assimilavano le virtù a quelle dell’oro.

# Il cedro e l’arancia candita nel panettone

Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco

Altro intruso eccellente, su per giù del medesimo colore, va ricercato nel dolce simbolo della città ambrosiana. Nel panettone, preparato con lombardissime farine uova burro e miele, troviamo la frutta candita, in particolare cedro e arancio. Ingredienti che venivano da lontano e che hanno iniziato ad entrare nelle preparazioni gastronomiche nel rinascimento come elemento pseudo-vitaminico, come dolcificante e come surrogato delle spezie di provenienza asiatica.

# Il limone nella gremolata

Credits: PH Divina Milano

Parente stretto del cedro e dell’arancio è il limone. Anche in questo caso, il suo inserimento, sia come scorza sia come succo, nei piatti milanesi inizia nel Tre-Quattrocento come aromatizzante più economico e reperibile delle spezie orientali. Era molto ricercato e veniva utilizzato per insaporire i dolci ma anche molti piatti di carne come la cotoletta alla milanese, la fricassea, le scaloppine, il fritto misto di frattaglie di vitello. In particolare la scorza è tutt’oggi un elemento fondamentale e caratteristico nella preparazione della gremolata, la salsa di prezzemolo e aglio, dal sapore deciso e inconsueto, che viene usata in accompagnamento dei tipici oss bus.

# Mondeghili

Mondeghili

E infine ecco un esempio di quando “lo straniero” non ha invaso il piatto…ma il suo nome! È il caso dei mondeghili, le classiche e golosissime polpette milanesi fritte nel burro chiarificato e composte da carne lessa, pane raffermo, prezzemolo, aglio, noce moscata e pan grattato. Il nome risalirebbe alla dominazione spagnola che a sua volta deriverebbe dall’arabo al-bunduc dove significava proprio sfere di carne fritte. I castigliani hanno iniziato a chiamare la preparazione albondiga, poi milanesizzata in albondeghito che mutò nell’attuale mondeghilo.

Continua la lettura con: I PIATTI MILANESI che i milanesi NON CONOSCONO

STEFANO CORRADA

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L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

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Credits: @zizania.milano Zizania

Tra i tanti aperitivi che si possono provare a Milano, ce n’è uno davvero particolare dove divertimento è la parola d’ordine.

L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

# “Facciamo drink con cose dentro e riso con cose sopra”

Credits: @zizania.milano
Zizania

In zona Colonne, la primavera dello scorso anno ha aperto il locale che serve uno degli aperitivi più pazzi di Milano. Irriverente, pop e colorato, è così che si potrebbe definire Zizania in via Celestino IV 11, un cocktail bar che sperimenta sia per quanto riguarda le proposte di drink sia per quelle di cibo. Per descriversi usa una frase molto semplice “facciamo drink con cose dentro e riso con cose sopra”. Sì perché Zizania prepara cocktail particolari, un esempio è il drink “Atmosfere”, con Vodka sour con sferificazione, artigianale e completamente naturale, alla menta, banana, melone, cioccolato, litchee, blu curacao. Ma soprattutto all’interno del drink ci sono palline che scoppiettano in bocca, ognuna ad un gusto diverso e quindi sembra di bere contemporaneamente più cocktail. In più i barman di Zizania amano giocare con gli abbinamenti, in “Ancora Tu” uniscono Mezcal (distillato messicano ottenuto dalla pianta dell’agave), alla marmellata di fico e barbabietola, cranberry juice, lime, crustas di paprika e sale affumicato. Per quanto riguarda il cibo, invece, Zizania si propone come una sorta di sushi made in Italy, serve infatti i suoi Rizi, palline di riso con sopra specialità italiane.

Ma cos’è che rende il locale così particolare?

# Mini-canestro, bolle di sapone e vasca delle caramelle

Credits: @zizania.milano
Zizania

Da Zizania domina un’atmosfera giocosa e divertente che conquista tutti i suoi clienti. Il locale è molto piccolo ma dall’arredamento ricercato: un mix di oggettistica di tutti i tipi  uniti a frasi al neon particolarmente divertenti (si può dire che i proprietari di Zizania non abbiano peli sulla lingua). Le pareti sono coloratissime, ma il punto forte del locale è il mini-canestro da basket appeso alla porta del bagno, dove ognuno può mettersi a giocare o addirittura improvvisare piccoli tornei, dove magari chi perde offre da bere.

E poi, ad ogni tavolo ci sono delle bolle di sapone, con cui giocare mentre si sta passando la serata con gli amici, e all’interno del locale si può trovare una piccola vasca piena di caramelle.

# Prezzi e orari

Zizania è aperto dal martedì alla domenica dalle 17:30 alle 2 di notte. I prezzi sono nella media: i cocktail normali costano 12 euro, mentre quelli speciali 15. Il loro sushi all’italiana di accompagnamento viene portato invece senza sovrapprezzo.

 

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BEATRICE BARAZZETTI

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