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Violinista prodigio alla Scala, Luce a Varese e Derby di Supercoppa: gli APPUNTAMENTI dal 16 al 20 gennaio (#ToDOMilano)

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Disney in concert - Credits: Disney Tickets

Terza settimana di gennaio: di scena il teatro, con la prosa e le grandi orchestre sinfoniche milanesi. Ma anche sport e spettacoli. 

Violinista prodigio alla Scala, Luce a Varese e Derby di Supercoppa: gli APPUNTAMENTI dal 16 al 20 gennaio (#ToDOMilano)

Indice:

#Lunedì 16/01: il giovane talento svedese alla Scala, a Varese di può godere dell’ultimo evento di lightning natalizio

Milano Cortina 2026 – Credits: Morabito Immobiliare
  • Verso Milano – Cortina 2026: convegno organizzato da Assimpredil Ance, nella sede di via San Maurilio 21. Dalle 10.00 alle 12.00 si incontrano governo e imprese associate, per la roadmap di realizzazione verso l’evento atteso nel 2026.
  • Daniel Lozakovich: il giovane violinista svedese debutta alla Scala, accompagnato dalla Sinfonica e con la direzione di Riccardo Chailly. In replica per tre serate fino al 18/01 alle 20.00.
  • Andrea Bacchetti & Quintetto d’archi dei Virtuosi Italiani: la Sala Verdi del Conservatorio milanese ospita il grande pianista, accompagnato dal quintetto d’archi dei Virtuosi Italiani. In programma Mozart, Lachner e Haydn, per lo spettacolo che inizia alle 20.45.
  • Spank Up Comedy: serata di stand up comedy con due protagonisti e la presentazione di Luca Anselmi, presso Spank Milano in viale Luigi Bodio 25. Inizio alle 21.15.
  • Luce su Varese: ultimo appuntamento con l’apertura straordinaria di Palazzo Estense, illuminato dalle luci di Natale. Appuntamenti alle 18.30, 19.30 e 20.30 in via Luigi Sacco 5 a Varese.

#Martedì 17/01: Fico solo 

Max Cavallari – Credits: Contrataque
  • Viaggio nel Legno: workshop gratuito a cura della scuola di Architettura per bambini. Due i gruppi previsti, alle 16.45 e alle 18.00 presso Rilegno, in via Pompeo Litta 5.
  • Il seme della violenza: quando l’omofobia si tramuta in omicidio. Ferdinando Bruni, insieme a Francesco Frongia, porta in scena il testo di Moisés Kaufman, all’Elfo Puccini di corso Buens Aires 33. Debutto alle 20.30, in replica fino al 5 febbraio.
  • Ferito a morte: un classico della drammaturgia italiana, in scena al Piccolo Teatro – Strehler di largo Greppi, fino a domenica 22. 11 anni raccontati nell’arco di una mattinata, per la regia di Roberto Andò. Spettacoli alle 19.30 (poi 20.30 e domenica 16.00).
  • Falcone, Borsellino e le teste di minchia: nessuno parla più di mafia in Italia e allora Giulio Cavalli, con Federico Rama alla chitarra, ha deciso di deridere cosa nostra in una prosa teatrale. In scena al Teatro della Cooperativa di Via Hermada 8, fino a domenica 22/01.
  • Incognito: la band acid jazz “monopolizza” l’intera settimana del Blue Note di via Borsieri, proponendo 5 doppi spettacoli alle 20.30 e alle 23.00 fino a sabato 21 gennaio compreso.
  • Theø, Fiks e Plant: la settimana dei Magazzini Generali inizia punk, con il collettivo La Sad composto da 3 giovanissime realtà del panorama italiano. Appuntamento alle ore 21.00 in via Pietrasanta 16.
  • C’è sempre qualcosa che non va: due nuove date al mese per il connubio Andrea Pucci e Teatro Nazionale. A gennaio il Pucci è di scena il 17 e 18, con sipario alle ore 21.00.
  • Fico per sempre: Max Cavallari si cimenta da solo in un nuovo spettacolo, che debutta allo Zelig Cabaret di viale Monza. Sipario alle ore 21.00.
  • Poretcast: va in onda dal Teatro Oscar di via Lattanzio, il secondo episodio del podcast di Giacomo Poretti. Inizio alle ore 21.00, ospite della puntata sarà Mara Maionchi.
  • Tamashi Pigiama: jazz contaminato da Hip-Hop e Soul in scena al Mare Culturale Urbano (Cascina Torrette) di via Gabetti 15. Spettacolo alle ore 21.30.

#Mercoledì 18/01: Canova in danza, le colonne sonore della Disney con la Hollywood Simphony Orchestra nel giorno del derby di Supercoppa

Disney in concert – Credits: Disney Tickets
  • Andrea Gozzi: presentazione ufficiale della app del Maggio Fiorentino, per l’ascolto in realtà aumentata del concerto di Andrea Gozzi. L’occasione è del MEET Digital Culture Center di viale Vittorio Veneto 2, alle 18.30.
  • The Andes Trail: presentazione dell’imminente progetto di Soulbike, che parte il 20/01 per percorrere le Ande in bicicletta. Introduzione alle 18.30, con aperitivi e prodotti gastronomici a km 0, presso Cascina Cotica di via Natta 19.
  • Quasinota: il trio soul-jazz-funky è protagonista del Ramada Winter Fest, presso il Ramada Hotel di via Stamira d’Ancona. Ingresso alle 19.00, buffet e aperitivo e la live che parte alle 19.30.
  • Il Cacciatore di Nazisti: la storia di Simon Wiesenthal, interpretata da Remo Girone sotto la regia di Giorgio Gallione, è in scena nella Sala Grande del Franco Parenti in via Pierlombardo 14 fino a domenica 22. Debutto alle ore 19.45.
  • il Derby di Supercoppa: Milan e Inter scendono in campo per giocarsi la Supercoppa Italiana in qualità di Campione d’Italia e Campione della Coppa Italia. E’ da sette anni che una milanese non si aggiudica il trofeo. L’incontro sarà alle 20 a Ryad, in Arabia Saudita. Ma tutta Milano sarà davanti allo schermo in casa o nei locali che lo trasmettono. 
  • Canova svelato: nel bicentenario della scomparsa di Antonio Canova, gli Illusionisti della danza, guidati da Cristiano Fagioli e Cristina Ledri, interpretano in danza e scultorea e physical theatre le opere del grande pittore e scultore del ‘700. Al Teatro Carcano fino a domenica 22, spettacoli serali (domenica pomeridiano).
  • The strange case of Mr. Stevenson: spettacolo in lingua inglese, scritto e diretto da Laura Pasetti, in scena al Teatro Bruno Munari di via Bovio 5. La vera storia del grande romanziere, che ha inventato il sacco a pelo, con sipario alle ore 20.30.
  • Disney in Concert: al Teatro degli Arcimboldi arriva la Hollywood Simphony Orchestra, per eseguire le sinfonie delle colonne sonore Disney. Sipario alle ore 21.00.
  • Naska: Rebel Unplugged in scena per tre giorni al BASE di via Bergognone 34. Il cantante marchigiano si presenta al pubblico alle ore 21.30.

#Giovedì 19/01: musica sinfonica con i Pomeriggi Musicali 

Gioele Dix – Credits: Teatro Franco Parenti
  • Ayn Rand: presentazione del libro di Stefano Magni, presso l’Istituto Bruno Leoni. Piazza Castello 23 alle ore 18.00.
  • Choro Da Madunina: atmosfere Brazilian al Dasein di via Settala, che dalle 20.00 ospita il trio composto da Oliviero Cerrini, chitarra, Kal dos Santos, voce / percussioni e Martino Pellegrini, violino e mandolino.
  • La settimana della Memoria: primo appuntamento della settimana della memoria, con la presentazione del libro sulla Shoah di Giorgio Cosmacini, intervistato da Armando Torno. Presso la Sagrestia del Bramante in via Caradosso 1, alle ore 21.00.
  • Vittorio Cosma in Open Machine: torna il tastierista della PFM con le sue improvvisazioni in Open Machine. Per la prima volta nella prestigiosa Sala Manzoni delle Gallerie d’Italia, con ingresso da piazza Scala 6. Lo spettacolo inizia alle ore 21.00.
  • I Pomeriggi Musicali: grande ritorno della stagione sinfonica al Dal Verme di via S. Giovanni sul Muro. L’Orchestra, diretta da James Feddeck, propone il 19 alle ore 20.00, in replica sabato 21 alle ore 17.00, le Danze ungheresi e le Variazioni sul tema di Haydn. L’evento gode di una piacevole anteprima aperta al pubblico: la generale nella mattinata, alle ore 10.00.
  • La corsa dietro il vento: arriva al Teatro Cristallo di via Mons. Pogliani a Cesano Boscone, il progetto drammaturgico scritto, diretto e interpretato da Gioele Dix. La narrativa intreccia diverse opere o spunti di Dino Buzzati, nel 50mo anniversario della sua scomparsa. Sipario alle ore 21.00.

#Venerdì 20/01 (orario diurno): Digital Marketing e favole ai bambini 

Favole – Credits: Darkmoon_Art, Pixabay
  • Money Talk Europa: entra nel vivo InvestEU, un fondo da 370 miliardi di euro per le PMI, di Cassa Depositi e Prestiti e Commissione Europea. Se ne parla alle 14.00 a Palazzo Castiglioni, in corso Venezia 47.
  • Favole a Bareggio: lettura di favole, non solo per la buona notte, a cura di Il Viaggio di Metis. Aperto ai bambini a 0 a 7 anni, in via Crispi 404 a Bareggio, dalle ore 17.15.
  • Lavorare nel Digital Marketing: come iniziare? Alle 18.30, al Talent Garden Calabiana, si cerca di rispondere a questa domanda, che porta con se decine di migliaia di posizioni lavorative ancora aperte. Inizio alle 18.30, presso la sede di via Calabiana 6.

Arrivederci a giovedì 19 per gli appuntamenti del weekend milanese

Continua la lettura con: 10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro (video)

LAURA LIONTI

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L’ORTO SOTTOMARINO a due ore da Milano

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Credits: asstal.unirc IG

L’ambiente terrestre sta cambiando e coltivare senza danneggiarlo spesso non è semplice, per questo c’è un luogo dove hanno pensato di staccarsi dal terreno e ancorarsi sotto il mare, con un orto subacqueo.

L’ORTO SOTTOMARINO a due ore da Milano

# Basilico sottomarino

A Noli, in Liguria, l’Ocean Reef Group ha brevettato un orto che consente di coltivare lattuga e basilico tra i sei e gli otto metri di profondità, sotto la superficie del mare. L’esperimento è tutto italiano: nasce dell’idea di Sergio Gamberini, il quale, grazie alla sua esperienza come presidente dell’Ocean Reef Group, che si occupa di attrezzature e servizi per le attività subacquee, si è reso conto che il microclima a queste profondità è ideale per l’agricoltura.  Sott’acqua, infatti, la temperatura rimane costante, l’umidità è indubbiamente alta ed insetti e parassiti raggiungono facilmente le piante, il che consente di evitare l’utilizzo di pesticidi. Dopo un paio di anni di sperimentazione, l’Orto di Nemo ha cominciato a dare ottimi risultati.

Credits: matteo_triangeli_ IG

leggi anche Sull’Adriatico la prima PISTA DA SCI di fondo in riva al MARE 

# Il rispetto dell’ambiente

Dopo due anni di esperimenti, l’orto è stato in grado di ospitare ben 5 biosfere, contenitori di plastica che conservano al loro interno le condizioni ideali per la crescita delle piante: una temperatura costate di 26 gradi, una percentuale di umidità dell’83% e un’alta concentrazione di anidride carbonica. L’Orto di Nemo, il cui nome ricorda il capitano Ventimila Leghe sotto il Mare, opera di Jules Verne, che appunto abitava un sottomarino, dimostra che l’agricoltura alternativa funziona e non è dannosa per l’ambiente. Gli abitanti del mare, nei quattro anni della sua esistenza, si sono adeguati alla presenza dell’orto: granchi e polpi passano senza disturbare la crescita delle piante, mentre i cavallucci marini vi hanno trovato il luogo ideale per la riproduzione e l’allevamento dei propri piccoli. Nel rispetto dell’ambiente si ottengono risultati dal punto di vista produttivo.

Credits: matteo.mapelli, IG

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# Le colture

Ad oggi la produzione dell’Orto di Nemo non ha ancora raggiunto la commercializzazione, nonostante chi ne abbia mangiato i prodotti ne faccia un’ottima pubblicità. Le piante coltivate sono la lattuga e il basilico, ingrediente essenziale per il pesto ligure, ma i proprietari dell’orto vedono nel proprio futuro anche la possibilità di far crescere fragole e piselli, nonché funghi. Gli esperimenti per la coltivazione di questi e altri nuovi prodotti sono già partiti e le speranze sulla loro sopravvivenza sottomarina sono alte. Il tipo di produzione brevettata dall’Ocean Reef Group è un’ottima alternativa al cattivo sfruttamento della superficie terre e gli esperimenti continuano a dare risultati positivi, chissà che questo non sia il futuro dell’agricoltura italiana.

Credits: matteo.mapelli, IG

Fonte: L’orto sottomarino di Noli, in Liguria 

# Noli, da antica repubblica marinara a uno dei borghi più belli d’Italia

Panorama di Noli

Posizionata sulla Riviera di Ponente, in provincia di Savona, dal 1192 al 1797 Noli è stata il capoluogo dell’omonima repubblica marinara. Nel centro storico si respirano ancora atmosfere medievali di antico splendore. Con un percorso di circa 3 chilometri si può prendere un sentiero, citato da Dante nella Divina Commedia, che porta a Capo Noli vetta, il punto più alto del promontorio (276 m). Il comune è stato recensito come uno dei borghi più belli d’Italia. Si può raggiungere in treno scendendo alla stazione di Spotorno-Noli. 

Continua la lettura con VAL SANAGRA: 7 MOTIVI per visitare la VALLE che si affaccia su LAGO di COMO

SARAH IORI

 

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, Bormio, Lucchio, i Dolmen d’Italia, l’altra Santa Margherita, Val Cavargna, Labirinto della Masone, Cornello dei Tasso, il presepe sommerso, il ponte tibetano più alto d’Europa, Rasiglia, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLugano, il borgo superocolorato di PomponescoMerano, Isole Caraibiche della Lombardia, Morcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLecco, Mandello del Lario, Peccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di Livigno, il 09, l’Acquaworld, Grotte di Soprasasso, Sankt Moritz, la Casa dei Maghi, il fiordo norvegese d’Italia di Crap de la Parè, Ciaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, il Treno del Natale, il capolavoro del Cinqucento Gualtieri, Lago di Carezza, Moltrasio “il borgo dell’amore”, Villa Selvatico, Castel Savoia la reggia della Regina Margherita, Glacier Express, Courmayeur, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italiano, La funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val Sanagra, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamo, Il castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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I 7 TEATRI ITALIANI considerati tra i “più BELLI del MONDO”

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Prosa, lirica o poesia, poco importa: la lunga tradizione del teatro italiano porta con sé anche la storia dell’architettura teatrale, regalandoci in dote alcuni dei teatri più belli del mondo. Ecco quali sono stati inseriti nella selezione di StarsInsider. 

I 7 TEATRI ITALIANI considerati tra i “più BELLI del MONDO”

# Teatro Scientifico, Mantova: inaugurato da Mozart

Credits: @kings_luxury IG

Fastoso teatro progettato tra il 1767 e il 1769 dall’architetto Antonio Galli Bibiena, che ha anche affrescato personalmente alcuni degli ordini di palchetti in sala.
È considerato uno tra i più belli del suo genere, il teatro all’italiana, ed è stato inaugurato il 3 dicembre del 1769 da un promettente quattordicenne: Wolfgang Amadeus Mozart. Il ragazzo prodigio incanta il pubblico con uno strepitoso successo, il Teatro di Mantova rapisce il padre di Mozart, che scriverà: «nella mia vita non ho mai visto nulla, nel suo genere di più bello».

Leggi anche: Il più antico TEATRO coperto del MONDO

# Teatro Verdi, Busseto (PR): intitolato al maestro quando era ancora in vita

Verdi – Credits: @loves_united_parma IG

Essendo il paese che ha dato i natali a Giuseppe Verdi e, per questo, molto fiero, Busseto e i bussetani si sono sentiti in diritto/dovere di dedicare un teatro al Maestro Verdi, mentre lui è ancora in vita.

Non si sa per scaramanzia o vere ragioni estetiche, fatto sta che Verdi ne resterà il più lontano possibile, pur avendo contribuito in maniera generosa donando 10.000 lire.
Uccel di bosco all’inaugurazione del 15 agosto 1868, con due opere verdiane, possessore di un palco nel quale non metterà praticamente mai piede, Giuseppe Verdi contesta soprattutto l’invadenza dei bussetani nella sfera privata della propria vita.
Il teatro resta comunque uno dei più belli al mondo, sotto alcuni rigidi criteri oggettivi, come l’acustica di questo “scrigno sonoro”, l’architettura della sala e del palcoscenico e le decorazioni pittoriche.

# San Carlo, Napoli: il più antico lirico del mondo

San Carlo – Credits: @selim_tales IG

Oggi affettuosamente abbreviato in San Carlo, si tratta in realtà del Real Teatro di San Carlo, simbolo di una Napoli che ambisce, nel 1737, a brillare come capitale europea.
Per la gioia del popolo napoletano il San Carlo è, tra i teatri in attività, il più antico lirico del mondo.
L’architettura è quella tipica del teatro all’italiana, ma molto più in grande. Il San Carlo è infatti il teatro più grande che è stato realizzato ai tempi, usato poi come guida per essere imitato nella maggior parte dei teatri lirici e d’opera in Europa.
Inaugurato il 4 novembre del 1737 con l’Achille di Sciro, il San Carlo ospitava nel ‘700 circa 3285 spettatori, ridotti poi a 1386 per motivi di sicurezza.

Leggi anche: Il TEATRO FOSSATI di corso Garibaldi: dalle stelle alle stalle. Cosa è diventato oggi?

# Teatro Farnese, Parma: costruito in abete rosso del Friuli

Farnese – Credits: @labavoni IG

La storia di Parma ci regala un’altra perla, il Teatro Farnese, interamente costruito in abete rosso del Friuli, dedicato alla dea della guerra Bellona ed inaugurato il 21 dicembre del 1628 con la rappresentazione di Mercurio e Marte su musiche di Monteverdi.
Alcuni studi di architettura ritengono il Farnese di Parma, uno dei primi teatri teatri ad essere dotato di un arco di proscenio permanente, sebbene per molto tempo non fosse quello utilizzato per la messa in scena delle rappresentazioni.
Quasi del tutto distrutto dai bombardamenti della II Guerra Mondiale, questo capolavoro è stato ricostruito alla fine degli anni ’50, con l’impiego di tutto il materiale di recupero disponibile, ed è tornato in attività soltanto nel 2011, grazie al Maestro Abbado e l’Orchestra Mozart.

# La Fenice, Venezia: per due volte rinato dalle sue ceneri

La Fenice – Credits: @teatrolafenice IG

Il destino nel nome di questo meraviglioso teatro, due volte distrutto ed una volta di più ricostruito. È il principale teatro dell’opera di Venezia, uno dei più prestigiosi del pianeta ad ospitare un Concerto di Capodanno, La Fenice di Venezia rincorre i suoi stessi record cercando di migliorarli.
Inaugurato per la Festa della Sensa, il 16 maggio 1792 con la rappresentazione de I giuochi d’Agrigento di Paisiello, si presenta subito come un gioiello dell’acustica. Per questo motivo si inserisce da subito nel circuito d’Europa, preferito da molti autori e direttori d’orchestra.

Due incendi, il primo il 13 dicembre del 1836 e il secondo, 29 gennaio 1996, avrebbero messo la parola “fine” su qualunque velleità artistica veneziana. Non a La Fenice, che risorge letteralmente dalle sue ceneri.

Leggi anche: Dove si trovano i resti del TEATRO ROMANO di Milano, una delle meraviglie della capitale imperiale

# La Scala, Milano: il tempio della lirica mondiale

La Scala – Credits: @teatroallascala IG

Progettato da Giuseppe Piermarini e sorto dalle ceneri che hanno distrutto il Regio Ducale, il Teatro alla Scala viene edificato con decreto dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. Inaugurato nel 1778 con il nome di Nuovo Regio Ducal Teatro, La Scala è considerata tra i più prestigiosi teatri al mondo.
È uno dei gioielli di Milano, coccolato dalla popolazione, in quanto sono stati proprio i milanesi a chiedere a gran voce quel decreto all’Imperatrice, certi che il ritorno di una stagione musicale a Milano avrebbe contribuito al prestigio della città.
Così è da quasi 250 anni.

# Olimpico, Vicenza: l’ultimo capolavoro del Palladio

Credits: @teatrolimpicovicenza IG

Ultimo capolavoro del Palladio, commissionato dall’Accademia Olimpica, il Teatro è – a parere di chi scrive – il più bello tra queste meraviglie. Inaugurato il 3 marzo 1585 con l’Edipo Tiranno di Sofocle, l’Olimpico di Vicenza si ispira ai teatri ed anfiteatri antichi.
L’architettura è infatti molto particolare: la platea è disposta su 13 ordini di gradoni, fiancheggiata da due ali e rifinite in cima da un’esedra a colonne.
Il percorso per giungere in platea passa dalle suggestive sale affrescate, denominate Odeo e antiodeo.
Palladio non vedrà mai la fine di questo capolavoro, a causa della morti improvvisa, ma noi saremo sempre grati a lui e a tutti gli architetti e decoratori, soci dell’Accademia Olimpica, che lo hanno voluto e realizzato.

Fonte: MSN.IT

Continua la lettura con: I 10 SEGRETI che si nascondono nel TEATRO ALLA SCALA, il tempio della lirica mondiale

LAURA LIONTI

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L’Asmarina di BUENOS AIRES: il quartiere più esotico di Milano

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quartiere eritreo

Uno degli effetti più tangibili della globalizzazione è l’intreccio che si viene a creare tra città appartenenti a mondi profondamente diversi: Asmara, capitale dell’Eritrea, colonia italiana fino al 1947 e indipendente dal 1993, viene soprannominata la piccola Roma, per le sue somiglianze intrinseche con le atmosfere italiane. A Milano, c’è un quartiere situato a due passi dalla via dello shopping per eccellenza, corso Buenos Aires, che è arrivato a meritarsi il nomignolo di Asmarina.

L’Asmarina di BUENOS AIRES: il quartiere più esotico di Milano

quartiere eritreo
Una veduta di via Lecco

Un quartiere unico

Gli eritrei registrati a Milano sono 1.558, ai quali si aggiungono 571 etiopi e 293 somali, persone riunite dal comune passato coloniale italiano dei loro Paesi d’origine.

Numeri che non hanno nulla a che vedere con gli oltre 27.000 cinesi presenti in città, eppure la zona compresa tra viale Tunisia, piazza della Repubblica, viale Vittorio Veneto e corso Buenos Aires è un caso unico in Italia di quartiere abitato in modo stabile da una popolazione straniera che non sia quella del Celeste Impero, per di più con tutte le diversificazioni e le contaminazioni derivanti da tre generazioni di insediamento: la prima arrivò nel 1974.

Leggi anche: Via Paolo Sarpi e le chicche di Chinatown

Oggi, non solo è fluida l’identità dei figli dei pionieri dal Corno d’Africa, immersi nella continua tensione e dicotomia tra la cultura italiana e quella dei propri padri, ma così è anche quella del quartiere, capace di essere la Goutte d’Or meneghina così come un fulcro LGBTQ della città: piazza Oberdan è il punto d’arrivo del Gay Pride e via Felice Casati è un importante punto di ritrovo per la comunità.

quartiere eritreo
West Aires, o Asmarina, a sinistra di Porta Venezia nella foto

Musica, maestro

Purtroppo a Milano, al di là di qualche sporadico evento, non esiste ancora un centro dove andare ad ascoltare l’etno-jazz dall’Etiopia, paese che coi suoi spiritual e Minstrel shows ha dato il là a quel processo che ci ha portato il blues, il cui arricchimento e fusione con altri ritmi ha generato il jazz.

Sicuramente, girovagando per le vie di Asmarina si potranno talvolta apprezzare le melodie di questi suoni lontani, facendosi inebriare mentre si è di passaggio da un locale all’altro.

quartiere eritreo
Hailu Mergia: il jazz etiope vi sorprenderà

Pasti esperienziali

Per chi vuole apprezzare la cucina del Corno d’Africa, c’è l’imbarazzo della scelta: i piatti forti sono il wat, uno stufato con pollo, manzo o agnello, varietà di vegetali e una miscela di spezie, con influenze dall’India e dal Sahara, e le crêpes enjera, la base dello zighinì, piatto unico dove, disteso sopra le enjera appunto, troviamo dello spezzatino piccante di pollo o di manzo, con verdura cotta, legumi vari ed insalata fresca, pomodoro, cipolle e spezie.

I migliori ristoranti affascinano a partire dal nome: non poteva ovviamente mancare l’Adulis (dal nome di un sito archeologico situato nella regione del Mar Rosso Settentrionale dell’Eritrea, porto antichissimo), e il Warsà (parola urdu che sta per “eredi”: buona parte dell’Africa Orientale è culturalmente e socialmente molto vicina all’India) in via Melzo. Restano invece solo nel ricordo l’Asmara e il Massawa (città portuale con influenze portoghesi e ottomane, oltre che ovviamente italiane), ormai chiusi. 

quartiere eritreo
Gli interni del Warsà

Un patrimonio difforme

Il miglior esempio di ciò che è oggi la comunità habesha (parola che è all’origine del termine “Abissinia”, e che comprende eritrei ed etiopi) a Milano è il Love, piccolo club gestito da una famiglia etiope di sole donne: una madre e le sue tre figlie. Il cocktail bar è gettonatissimo tra i giovani e mette insieme la musica hip hop più contemporanea alle serate con DJ emergenti e underground in un ambiente spartano, senza pretese, lontano dagli attuali canoni europei.

Alcuni tra i principali prodotti d’esportazione habesha in Italia sono la poliedrica scrittrice Erminia Dell’Oro, spesso e volentieri protagonista al Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, la celebre manifestazione, e Hailé Selassié, al contempo sanguinoso dittatore e padre del rastafarianesimo.

Un imperatore a Milano

Da YouTube a Ethiopian Airlines

Per i più curiosi, fortunatamente da Malpensa partono voli quotidiani per Asmara e Addis Abeba.

Leggi anche: Le 10 destinazioni più interessanti che si possono raggiungere dagli aeroporti di Milano

Per gli altri, c’è Asmarina, il documentario di Medhin Paolos e Alan Maglio, dedicato tutto al quartiere e alla comunità habesha di Milano, la cui seconda generazione è stata poi sviscerata in Appuntamento ai Marinai, spin-off del primo lavoro.

 

quartiere eritreo
Gli hotspots di Asmarina evidenziati nell’articolo

Continua la lettura con: La riscossa del Giambellino

HARI DE MIRANDA

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Dalla Fiera a CITYLIFE: le mille facce del PORTELLO, il quartiere del cambiamento

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Vista aerea di Milano ovest
Vista aerea di Milano ovest

Tra le tante zone di Milano che negli ultimi anni hanno subito un processo di trasformazione tale da renderle irriconoscibili rispetto a com’erano anche solo a inizio millennio, quella del Portello è una delle più notevoli.

Dalla Fiera a CITYLIFE: le mille facce del PORTELLO, il quartiere del cambiamento

Il quartiere, nato Portell in dialetto milanese (“sportello”, “porticciuola”), prende il nome dall’omonima strada che portava da piazza Sempione a Rho.

Leggi anche: Le auto più veloci del mondo si costruivano al Portello

Qui sorgevano gli storici stabilimenti dell’Alfa Romeo, sviluppati su di una vastissima area che aveva ospitato l’EXPO 1906.

La sortie des usines

citylife
Immagine di repertorio degli stabilimenti Alfa Romeo del Portello

Al loro interno, si svolse una parte importante della vita del quartiere e della città, raggiungendo un culmine il 23 giugno 1959 con la visita del presidente francese Charles de Gaulle in occasione dell’inaugurazione dell’impianto dedicato alla produzione della Dauphine, in collaborazione con Renault.

Negli anni successivi, però, Milano si espanse molto: motore della ricostruzione industriale e culturale dell’Italia postbellica, finì per inglobare in pieno il Portello che passò dall’essere una zona periferica al diventare parte integrante del tessuto cittadino.

Nel 1986, l’ultimo dipendente dello stabilimento venne trasferito al più recente sito produttivo di Arese e venne così lasciato campo libero all’estensione della Fiera, lì presente dal 1906 ma ora fiorente con nuovi padiglioni, inaugurati nel 1997 (arrivarono ad essere 26 nel periodo dal ‘97 al 2006 – oggi, dopo il dislocamento a Rho, ne rimangono solo quattro) sui vecchi spazi dell’Alfa Romeo, la cui demolizione è terminata nel 2004.

L’High Line mesopotamica: preistoria, presente e futuro di Milano

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Una vista suggestiva del Parco del Portello

Il nuovo look del quartiere passa però soprattutto da “Progetto Portello”, uno dei tanti piani di riqualificazione urbana che stanno interessando Milano. Tra i suoi obiettivi principali, oltre al recupero delle aree dismesse dell’Alfa Romeo attraverso la creazione di un nuovo grande parco, vi è lo sviluppo di aree e piazze attrezzate, servizi e nuovi insediamenti residenziali, commerciali e terziari, al fine anche di ricostruire e riallacciare il contesto di origine ottocentesca della città interna alla circonvallazione alla città più recente della zona periferica del nord-ovest. Parliamo di un’area di 385.000 m2.

Una delle novità più visibili è il Parco del Portello, progettato dall’americano Charles Jencks e dal tedesco Andreas Kipar, considerato l’iniziatore dell’architettura di paesaggio in Italia, sviluppato attorno a tre collinette pensate in continuità col Monte Stella a San Siro e giudicato da alcuni come la High Line milanese.

Leggi anche: Il Portello è la piccola High Line di Milano

Non solo, perché Jencks ha spiegato come i tre rilievi (di cui uno, Helix, ispirato alle ziqqurat mesopotamiche) rappresentino preistoria, storia e futuro di Milano, in una sorta di spirale del tempo, mentre il giardino vuole allegorizzare quelli che sono i ritmi armoniosi dell’Universo, dal battito del cuore all’alternarsi delle stagioni.

Plagi d’autore

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Veduta aerea della nuova piazza del Portello, intitolata a Gino Valle

Alla voce “piazze” troviamo certamente quella intitolata al suo architetto curatore, il friulano Gino Valle: al momento la più grande della città, con i suoi 20.000 m2.

Leggi anche: La classifica delle 5 piazze più grandi di Milano

La piazza ospita dal 2014 la nuova Casa Milan, trasferitasi lì dalla sede storica di via Turati (e per adesso non ha portato bene), oltre che un bassorilievo denominato Grande Cancellatura per Giovanni Testori, su 23,4×2,47 metri realizzato dall’artista siciliano Emilio Isgrò, quello dell’accusa di plagio a Roger Waters.

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La copertina dell’ultimo album di Roger Waters vs la cancellatura “Quel che resta della parola” di Isgrò

Da piazza Gino Valle parte il ponte ciclopedonale della società inglese Arup, già incaricata della costruzione delle ruote panoramiche di Londra e di Singapore, decorato in policromia dall’artista austriaco Jorrit Tornquist per la gioia degli occhi di chi attraversa il sottostante viale Renato Serra.

CityLife: la città dei grattacieli

L’elefante nella stanza del Portello è però lui, CityLife.

Il nome viene dal consorzio formato ad hoc da Generali Properties S.p.A, Grupo Lar, Gruppo Ras, Lamaro Appalti S.p.A. e Progestim S.p.A. per portare avanti un progetto da 520 milioni di euro (iniziali), comprendente la realizzazione, tra gli altri, di tre grattacieli, un museo d’arte contemporanea e un’area residenziale.

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Le due torri di CityLife a luglio 2018

I primi due grattacieli costruito sono stati: la Torre Hadid e la Torre Isozaki.

La Torre Hadid, progettata da Zaha Hadid, o Torre Generali, di cui è sede, soprannominata Lo Storto per via della sua forma affusolata, è alta 192 metri ed è stata inaugurata a ottobre 2017.

Già due anni prima era stata aperta la Torre Isozaki, detta anche Torre Allianz, di cui è sede. Progettata da Arata Isozaki e Andrea Maffei, soprannominata Il Dritto in contrapposizione allo Storto, arriva a 249 metri, con la guglia: 18 metri in più della Torre Unicredit di Porta Nuova, che però è considerato l’edificio più alto d’Italia per altezza strutturale (la guglia ufficialmente non vale), e così allora Il Dritto si ferma a 209 metri.  

La terza arrivata è la Torre Libeskind, progettata da Daniel Libeskind, soprannominata Il Curvo. Inaugurata nel 2020, è alta 175 metri.

Nulla esiste finché non ha un nome

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Rendering di CityLife nel 2020: da sinistra a destra, lo Storto, il Curvo e il Dritto

La città si è già portata avanti e infatti la piazza soggiacente i grattacieli si chiama Tre Torri, così come la fermata della M5, che serve il quartiere insieme a quella del Portello.

Milano resta la città italiana col più alto numero di grattacieli propriamente detti: ospitiamo infatti 16 dei 37 edifici sopra i 100 metri d’altezza nel nostro paese.

Al di sotto delle torri, sorge quello che pretende di essere il più grande shopping district urbano d’Italia, con 80 negozi, 1 supermercato, 20 tra ristoranti e bar e 7 sale cinema per un totale 1.200 posti.

Paesaggi gentrificati

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Le residenze Hadid e Libeskind

Per quanto riguarda la zona residenziale, vi sono i complessi realizzati da Hadid, affacciati sul nuovo parco pubblico di CityLife e su piazzale Giulio Cesare, in un sito storicamente di prestigio, e quelli progettati da Libeskind, tra piazzale Giulio Cesare e piazza Amendola, con vista sulle Alpi da una parte e sulla città dall’altra.

Il progetto del museo d’arte contemporanea è stato invece abbandonato e i soldi ad esso destinati, circa 43 milioni di euro, sono in larga parte finiti per essere investiti nel rifacimento del Palazzo delle Scintille, l’ex padiglione 3 della Fiera, ellittico e polifunzionale, costruito in stile liberty (salvaguardato) dall’architetto Paolo Vietti Violi. Riaperto il 21 novembre 2017, ha già ospitato un importante convegno sul verde pubblico milanese ed oggi è una delle punte di diamante delle mire cosmopolite della città.

 

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Il Palazzo delle Scintille

Passando alle cose serie, tra i migliori luoghi dove mangiare nel quartiere c’è Il Lusso della Semplicità, il primo ristorante dello chef e personaggio televisivo Alessandro Borghese. In viale Belisario 3, all’interno di un palazzo firmato Gio Ponti ma al 1° piano, per sottolineare la connessione sentimentale con l’uomo della strada in contrapposizione alla dilagante moda dei rooftop, ha una cucina che lui stesso definisce “eclettica e contemporanea, con un forte richiamo alla tradizione”.

Il locale è situato in un ideale punto punto mediano nella geografia di Milano, tra i capisaldi come la Madonnina o la Torre Velasca e i nuovi giganti firmati da alcune delle più grandi archistar internazionali.

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Gli hotspots del Portello evidenziati nell’articolo

Continua la lettura con: L’Asmarina di zona Buenos Aires

HARI DE MIRANDA

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A Milano il QUARTIERE in Italia dove i PREZZI delle case sono saliti di più

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Credits conor.adam IG - Ticinese

Dalla ricerca effettuata da Scenari Immobiliari e presentata al Forum di Santa Margherita Ligure è emerso un trend in salita sia per il numero di compravendite sia per il valore degli immobili. Tra i quartieri con la più marcata crescita dei prezzi al primo posto in Italia c’è un quartiere di Milano che piazza anche altri nella top 10. 

A Milano il QUARTIERE in Italia dove i PREZZI delle case sono saliti di più

# Nel biennio 2021-2022 ripresa delle compravendite a Milano

Credit: monitorimmobiliare.it

A salire sono però anche i prezzi e nella classifica dei quartieri con gli aumenti maggiori Milano si prende tre delle prime cinque posizioni a livello italiano. Vediamo la graduatoria completa.

# Ticinese batte piazza Navona a Roma e Crocetta a Torino

credits: @moni.bigh (INSTG)

Quali sono i quartieri in Italia in cui i prezzi delle case sono saliti di più?

#1 Il quartiere in Italia che ha visto la crescita maggiore dei prezzi degli immobili è quello di Porta Ticinese con un aumento del 6%.

#2 Al secondo posto troviamo il quartiere romano di piazza Navona, con una crescita del 5,3%

#3 Al terzo il quartiere Crocetta a Torino

#4 Si torna a Milano con Porta Romana su del 4,9%

#5 Ancora Milano con la zona attorno a piazza Firenze su del 4,8%.

Dal sesto posto in giù troviamo piazza Amadeo a Napoli, piazza Carlo Felice a Torino, Santo Stefano a Bologna, di nuovo Milano con via Settembrini e la zona tra corso Buenos Aires e la Stazione Centrale con un rialzo del 4,3%, pari a quello registrato per gli immobili sul lungomare Nazario Sauro a Bari.

Continua a leggere con: La mappa della RICCHEZZA di Milano: il quartiere più ricco d’Italia e quelli più poveri della città

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

La GRANDE MILANO: il NUOVO ORIZZONTE per migliorarci la VITA

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Centro geografico di Milano

Milano ha un problema di spazi. Si prevede che con questa amministrazione si completeranno tutte le grandi opere di riqualificazione della città. Serve fissare un nuovo orizzonte per Milano: un orizzonte che non può essere limitato all’interno dei confini attuali. Ma che dovrebbe coincidere almeno con l’area metropolitana definita dall’OCSE che è molto più ampia di quella amministrativa. 

La GRANDE MILANO: il NUOVO ORIZZONTE per migliorarci la VITA

# Il “fortino di Milano”

Area Metropolitana di Milano (OCSE)

La grande opportunità di Milano è la Grande Milano. Non solo rendere più grande Milano dal punto di vista amministrativo, dotandola di poteri e risorse simili a quelli di una Regione o di una Provincia autonoma, come accade per le più rilevanti città d’Europa. Ma significa osare a livello strategico, considerando Milano come centro nevralgico e di regia di un territorio più vasto.

Il paradosso di Milano è che chiunque abbia un’esperienza internazionale riconosce come valore principale di Milano il suo territorio: se prendiamo un’area entro il paio d’ore di viaggio, Milano ha nei dintorni un territorio unico al mondo, con mare, laghi, monti e città d’arte, un territorio a cui non è paragonabile neppure lontanamente quello di Parigi, Londra o Berlino. Eppure i milanesi storicamente misurano come valore la distanza dal centro. Vale di più quanto più si è vicino al centro e si prova un sentimento quasi di ostilità per chi ogni giorno arriva da fuori, quasi che Milano fosse per molti vista come un fortino. 

Ma cosa significa mettere Milano al centro di una Milano più grande? Significa soprattutto aumentare le connessioni e soprattutto la loro velocità. Non solo: ci vuole una presa di coscienza per cui Milano dovrebbe supportare e alimentare i progetti più rilevanti del suo territorio, fornendo una regia di insieme come avviene per le grandi metropoli d’Europa con il loro territorio circostante. Vediamo un esempio di quattro linee di azione che, secondo quest’ottica, dovrebbero essere considerate prioritare per Milano. 

#1 Milano e la montagne

Credits lastampa – Progetto funivia Alagna-Zermatt

Innanzitutto le montagne. Milano è una città che ha una posizione ottima per accedere alle Alpi, non è un caso che ospiterà le Olimpiadi invernali. Eppure è fortemente slegata dalle “sue” montagne, in particolare proprio dalle destinazioni più vicine. A circa due ore di auto si arriva da Milano sul comprensorio del Monte Rosa, attraverso la Valsesia o a Champoluc, oppure sul versante del Cervino. Gli appassionati di sci stanno seguendo con grande interesse il nuovo progetto per collegare Cervino e Monte Rosa creando così un comprensorio immenso e a un’altezza unica, capace di consentire lo sci alpino per 12 mesi l’anno. Tutto questo a poca distanza da Milano. Perché dunque Milano non è tra i protagonisti di questo progetto? E perché Milano non spinge perchè ci siano connessioni dirette o ancora più veloci con treno o corriere presso queste e altre destinazioni di montagna? Altre città d’Europa, ad esempio, Nizza o Antibes, nel Sud della Francia, inseriscono nei loro pacchetti i collegamenti giornalieri con le località sciistiche del territorio che vengono promosse anche nelle città della costa. O come Monaco di Baviera, Lione o perfino Vienna che promuovono le località montane a loro più vicine come fossero un’emanazione del territorio cittadino. Integrare e connettere Milano con le montagne più vicine significa migliorare la qualità della vita per chi vive a Milano, anche se riguarda zone al di fuori del comune cittadino. 

Leggi anche: Funivia Alagna – Zermatt: il progetto per unire Cervino e Monte Rosa

#2 Milano e i laghi

Credits: geographicus.com – Antica cartina Lago Maggiore, Lago di Como e Lago di Garda

Milano dovrebbe prendere più consapevolezza su un territorio unico al mondo. Che oltre alle montagne ha a breve distanza anche dei laghi tra i più belli al mondo. Altra notizia di queste ore è il progetto per creare una metropolitana leggera che colleghi Trento con il Lago di Garda. Un progetto strategico perché potrebbe collegare Monaco con il Lago di Garda via treno, portando così il Lago di Garda ancora di più nell’orbita di Monaco. Questo dovrebbe spronare Milano a fare lo stesso con i laghi più vicini, come quello di Como o il Maggiore, che sono ancora al Novecento come connessioni. Immaginiamo se ci fosse una metropolitana leggera che colleghi Milano con il lago di Como o il lago Maggiore. Non solo: se ci fossero più collegamenti anche con il resto delle località dei due laghi. Oggi in treno si arriva a Como e si può poi proseguire sul lago solo in auto o in battello. Se Milano considerasse il lago di Como come qualcosa che consente di migliorare la vita dei suoi cittadini e la sua capacità di attrarre turismo, dovrebbe studiare il modo di incrementare trasporti e connessioni con tutto questo territorio. Spingendosi anche a un altro grande lago a poca distanza di Milano, rinomato dal turismo internazionale, ma sottovalutato dai milanesi: il lago di Lugano. 

#3 Milano e il Canton Ticino

Milano e l’Italia vivono da almeno vent’anni un periodo complicato dal punto di vista economico e finanziario. Non passa anno che l’Italia non perda terreno nei confronti dei competitor. Alle richieste di infrastrutture o di nuovi ambiziosi progetti si risponde in modo automatico che non ci sono le risorse. Anche per la zavorra di un debito colossale. E pensare che la soluzione ce l’abbiamo davanti agli occhi. A una cinquantina di chilometri da Milano si trova uno dei paesi più ricchi al mondo. Non solo: nell’area di confine si parla la nostra stessa lingua e storicamente si era parte del Ducato di Milano. Un territorio da sempre connesso a Milano, che utilizza Malpensa come aeroporto internazionale e che ha ottimi collegamenti con Milano, sia come treni che come autostrade. Eppure, come ha dichiarato in una recete intervista al nostro sito il sindaco di Lugano, c’è poca comunicazione e collaborazione con l’amministrazione milanese. Immaginiamo se per i più importanti progetti che riguardino l’area di Milano e il Canton Ticino allo stesso tavolo si sedessero sempre i rappresentanti delle due città. Si potrebbe cooperare, accedere a maggiori finanziamenti, estendere la partecipazione a più finanziatori, creare occasioni di integrazioni e di condivisione in una linea d’azione comune. Perché invece di continuare a presentarsi a Roma con il cappello in mano per ottenere più fondi, l’amministrazione di Milano non iniziasse a cooperare guardando gli occhi verso i nostri vicini a Nord?

Leggi anche: Intervista al sindaco di Lugano: “la vicinanza con Milano è un arricchimento culturale”

#4 Il treno più veloce del mondo: a Venezia in 15 minuti

In altre zone del mondo la sfida è quella della velocità delle connessioni. In particolare Cina e Giappone si stanno superando nella realizzazione di linee superveloci. Il Giappone sta costruendo una linea ferroviaria con il treno più veloce del mondo, capace di raggiungere una velocità di 800 chilometri all’ora. Immaginiamo l’impatto che potrebbe avere per Milano poter raggiungere in treno Roma in 45 minuti o Venezia in 15 minuti. Significherebbe estendere ulteriormente i propri orizzonti e poter considerare un unico territorio quello che va dal Mar Adriatico al Mar Ligure, consentendo ai cittadini di Milano di poter muoversi in giornata su tutto il territorio, alle imprese di potersi decentrare e disporre di un mercato più ampio e più connesso, al commercio di prendere il volo, ai turisti di godere da Milano di luoghi straordinari. Certo può sembrare difficile modificare l’orizzonte di una città che al momento mira a migliorare la qualità dei cittadini lottando per i pochi spazi verdi disponibili, ma basterebbe poco, come capire che la soluzione al problema di mancanza di aria e di spazi in città ce l’abbiamo attorno a noi. Tutto quello che serve è capire che per i milanesi la vita si migliora estendendo gli orizzonti di Milano. A quel punto, tutto ciò che ci manca sotto casa lo possiamo trovare a poca distanza. Come montagne, laghi, mare e città tra le più belle del mondo. Che in qualche modo sono esse stesse parte di Milano. La Grande Milano. 

Continua la lettura con: Lampugnano: il progetto per rilanciare il peggiore bus terminal d’Europa

ANDREA ZOPPOLATO

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Un MUSEO d’ARTE CONTEMPORANEA a Milano. Queste le PROPOSTE di UrbanFile

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Credits Urbanfile - Vanke Pavillon Expo2015

Milano è una delle poche grandi città di spessore internazionale a non avere un Museo d’Arte Contemporanea. Ecco come potrebbe essere e dove si potrebbe costruire: le suggestioni del sito di innovazione urbanistica  Urbanfile.

Un MUSEO d’ARTE CONTEMPORANEA a Milano. Queste le PROPOSTE di UrbanFile

# Il progetto di Libeskind che doveva sorgere a Citylife

Credits Urbanfile – Museo Libeskind Cityilfe

Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Cultura del Governo Vittorio Sgarbi ha evidenziato come sia inconcepibile come Milano non abbia “un museo d’arte contemporanea come si deve“, soprattutto se, come ricorda Urbanfile, un progetto per costruirne uno era stato realizzato da Daniel Libeskind per CityLife nel lontano 2008. Una sorta di arena in torsione con terrazze verdi e un rooftop ricoperto da alberi e dal quale avere un’inedita vista sulla città. Purtroppo per l’eccessivo budget richiesto per mantenerlo da parte del Comune di Milano l’idea è stata stralciata.

# Il Museo d’Arte Contemporanea sul sito di MIND

Credits Urbanfile – Vanke Pavillon Expo2015

L’idea del sottosegretario alla cultura è quella di localizzarlo nell’area di MIND, che un tempo ospitava Expo2015. Se arrivassero fondi dal governo per la gestione di un futuro Museo d’Arte Contemporanea si potrebbe riprendere in mano il progetto di Libeskind e aggiornarlo. In alternativa, propone Urbanfile, si potrebbe rielaborare in una versione più grande il padiglione Vanke un tempo presente sul sito espositivo e sempre progettato dall’architetto polacco.

# Nello Scalo Farini insieme al campus dell’Accademia di Brera

Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini

Un’altra possibilità potrebbe essere quella di far nascere il Museo d’Arte Contemporanea di Milano in uno dei 7 scali ferroviari che verranno rigenerati. il più adatto per via dei maggiori spazi potrebbe essere quello di Farini e in questo modo potrebbe dialogare con il vicino campus dell’Accademia di Brera.

Qui l’articolo: Urbanfile 

Continua la lettura con: Il GARAGE TRAVERSI diventa LOUIS VUITTON

FABIO MARCOMIN

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Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

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Fehmarnbelt

“Una nuova porta d’ingresso per l’Europa”. Nel 2029 si potrà passare dalla costa nord della Germania all’isola di Copenaghen in 7 minuti di treno o in 10 minuti di auto grazie a un tunnel lungo 18 km e profondo 40 metri sul fondale del mar Baltico. In futuro da Milano, grazie ai corridoi ferroviari europei, si potrà arrivare in treno o in auto fino a Copenaghen in modo ancora più rapido da Amburgo, senza prendere un traghetto o senza allungare passando per la Danimarca continentale. E a quel punto proseguire fino in Svezia fino a capo Nord, senza soluzioni di continuità. Vediamo gli ultimi aggiornamenti sui cantieri.

Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

# Costruito il porto operativo: nel 2023 verranno realizzati i primi settori del tunnel

Credits FemernAS YT – Vista aerea porto Rødbyhavn

Il cantiere per il tunnel Fehmarnbelt è attivo dall’inizio del 2021 a Rødbyhavn, dove è stato costruito il porto operativo, il più grande tra i due che saranno realizzati e che sarà utilizzato per la spedizione delle grandi quantità di materiali da costruzione. A Puttgarden, in Germania, i lavori per la costruzione sono cominciati alla fine dello stesso anno con la realizzazione dell’area di cantiere e delle strade di accesso. 

Credits FemernAS YT – Entrata tunnel da Danimarca

All’inizio del 2022 è iniziata la realizzazione dell’entrata del tunnel sia sul lato danese che quello tedesco, entrambe le strutture avranno una griglia luminosa sul tetto per garantire una transizione graduale tra la luce naturale e quella nel tunnel.

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt

Nel 2023 partirà la costruzione dei primi settori del tunnel e nell’anno successivo inizierà la posa degli stessi sul fondo del mare. Tra il 2025 e il 2028 all’interno delle gallerie verranno asfaltate le strade per i veicoli, posati i binari ferroviari e tutta l’infrastruttura tecnologica necessaria al funzionamento del tunnel. Nel 2029 è prevista l’inaugurazione.

# Il “Fehmarn Belt Tunnel” sarà lungo 18 Km unendo Danimarca e Germania in soli 7 minuti

Definito dal Ministero dei Trasporti danese come “una nuova porta d’ingresso per l’Europa”  il “Fehmarn Belt Tunnel” sarà lungo 18 km e si troverà a 40 metri sotto il Mar Baltico. A differenza del tunnel della Manica o della galleria Seikan in Giappone, questo tunnel non sarà costruito sotto il fondale marino, ma poggerà su di esso.

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt connessione con rete ferroviaria Europea

Grazie a quest’opera ci vorranno soli 7 minuti in treno, che potranno correre fino ai 200 km/h, e 10 minuti di auto dalla costa nord della Germania all’isola di Lolland, da cui si raggiunge Copenaghen, la distanza da Amburgo a Copenaghen si ridurrà da 450 km a 320 km e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. 

# Tutti i numeri di questa incredibile infrastruttura da 7 miliardi di euro

Credits femern.com – Sezione Tunnel

Il tunnel Fehmarnbelt comprenderà un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati. L’infrastruttura sarà composta da 79 blocchi di cemento, ciascuno lungo 217 metri, e 10 elementi speciali con un piano inferiore per l’utilizzo delle attrezzature di esercizio e manutenzione del tunnel. Ogni elemento del tunnel pesa 73.000 tonnellate, pari a 14.000 elefanti. La quantità di acciaio utilizzata nel tunnel è equivalente a circa 50 Torri Eiffel e saranno impiegate direttamente fino a 3.000 persone per la sua costruzione.

Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro, uno di questi proveniente dall’Unione Europea, e secondo le stime dovrebbe essere ripagato in 40 anni dal pedaggio stradale dei veicoli che vi transiteranno. La parte ferroviaria del tunnel sarà inserita nella rete TENS, la rete di treni diurni e notturni europea.

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero 

# Il tunnel prende il nome dall’isola tedesca di Fehmarn e consentirà la nascita del nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt”

Il tunnel si collegherà all’attuale Fehmarn Belt, un ponte che connette l’isola tedesca di Fehmarn alla terraferma. Toccherà poi l’isola danese di Lolland, a sud di Copenhagen. Il nome è preso appunto dalla famosa isola tedesca attraversata, Fehmarn, nello Schleswig-Holstein a Nord della Germania. Questa zona del Mar Baltico è molto turistica ed offre sia tantissime attività all’aria aperta legate alla natura e al mare sia molte visite a siti culturali. Con il nuovo ponte nascerà anche il nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt” con itinerari in comune tra i due Paesi e tra le città di Copenhagen, Malmö e Amburgo.

Nota finale: 18 chilometri di ponte. Una distanza sei volte maggiore a quella che divide la Calabria dalla Sicilia. 

Continua la lettura con: Il progetto del TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del mondo per collegare Emirati Arabi e India

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: la via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

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Lungo l’Alzaia Naviglio Pavese, dalla circonvallazione esterna (incrocio viale Liguriaviale Tibaldi), passando sotto il cavalcavia Schiavoni, accanto al ristorante Erba Brusca, per arrivare al confine con Assago e tornare infine indietro alla Conca Fallata: in tutto abbiamo contato 104 cartelli di divieto di sosta in 4,2 chilometri.

Un record da guinness dei primati? Andiamo a scoprirlo in questo video con slalom tra sponde pericolanti, auto in sosta, una speciale hit-parade per il Festival di Sanremo e tanti, tantissimi cartelli spuntati da quasi un anno lungo gli argini. Argini che nel giro di qualche tempo – una volta rafforzati – entreranno a far parte della VEnTO, la grande ciclabile che da Venezia porterà a Torino.

divieto di sosta

FLAVIO INCARBONE con la collaborazione di ANDREA CHERCHI

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

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Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

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L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

La sfida: di corsa contro la metro

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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La BORSA di VUITTON a forma di AEREO che costa più di un AEREO

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La borsa aereo, lanciata dalla maison francese per la collezione autunno/inverno 2021, non è più in produzione e nemmeno in vendita nelle boutique. Si può però ancora acquistare presso una delle case d’asta più famose del mondo. 

La BORSA di VUITTON a forma di AEREO che costa più di un AEREO

# Un vero modellino con ali, motore e cabina di pilotaggio

Chris Brown con Airplane Bag

In occasione della collezione maschile autunno/inverno 2021, Louis Vuitton ha stupito il mondo per una borsa sui generis sia per la forma che per il prezzo: l’Airplane Bag, a forma di aereo, era stata messa in vendita al costo di un aereo vero.

L’accessorio può considerarsi un vero modellino: sono rappresentate nel dettaglio ali, motore e cabina di pilotaggio in cui si possono addirittura riporre dei piccoli oggetti. Inutile sottolineare che l’intera borsa è rivestita con la famosa pelle marrone che caratterizza le creazioni del marchio francese.

# Allo stesso prezzo si può acquistare un vero aereo (usato)

Questo accessorio, secondo il marchio, avrebbe lo scopo di rappresentare il binomio viaggio-lusso, e cosa meglio di un aereo potrebbe farlo? Effettivamente la scelta è davvero azzeccata e il risultato è fenomenale, peccato che il web non si sia risparmiato le critiche e le battute riguardo al prezzo. Nel mondo della moda non è certo una novità che gli accessori arrivino a costare oltre 30.000€, ma il fatto divertente è che con un prezzo persino inferiore si può comprare un aereo vero Cessna, per quanto usato.

# La borsa è fuori produzione: un esemplare è in vendita da Sotheby’s a quasi 65.000 euro

 

Vuitton Sotheby’s

La borsa è fuori produzione e pertanto si può trovare in vendita solo come usato. Complice anche la prematura scomparsa a soli 41 anni del designer Virgil Abloh, che l’ha creata, è cresciuta molto di valore e un suo esemplare è acquistabile sul sito della casa d’aste Sotheby’s a un prezzo raddoppiato rispetto a quello originale: 64.649 euro.

Oggi, quindi, allo stesso costo dell’Airplane Bag si possono comprare ben due aerei Cessna usati. 

Continua la lettura con: L’HOTEL di “LUSSO” in mezzo al NULLA

FABIO MARCOMIN

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Il PALAZZO con i BALCONI a TRAMPOLINO: una nuova frontiera per l’edilizia urbana?

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Questo edificio propone una nuova filosofia costruttiva. Ecco da cosa prende ispirazione e il motivo dei balconi così sporgenti.

Il PALAZZO con i BALCONI a TRAMPOLINO: una nuova frontiera per l’edilizia urbana?

# Nel colore si ispira agli edifici modernisti della città

Credits ducholozka IG – Unikato

Il palazzo Unikato a Katowice in Polonia si ispira agli edifici modernisti della città, un tempo luminosi ma che, esposti per anni allo smog, si sono gradualmente sporcati diventando quasi neri e creando un contrasto con il bianco delle finestre. Terminato nel 2018, la facciata dell’edificio si caratterizza infatti per una finitura scura, mentre il basamento è ricoperto da un foglio di alluminio economico che si ossida poco alla volta nel tempo. La progettazione è stata curata dallo studio KWK Promes.

# I balconi sono un’estensione dell’appartamento

Credits efodte IG – Unikato

Secondo le indicazioni di chi ha finanziato il progetto i balconi dovevano essere un ripostiglio per piccoli appartamenti diventando un’estensione dell’appartamento, fornendo allo stesso tempo privacy per i residenti. 

La loro disposizione è nella stessa direzione su tutte le facciate, insieme alla posizione spostata rispetto al profilo irregolare dell’edificio, creando una caratteristica silhouette riconoscibile nel quartiere. I balconi sulla facciata orientale, adiacenti al muro con il lato più corto e che sporgono ben oltre il profilo dell’edificio, sono stati pensati per catturare molto di più la luce proveniente da sud. Oltre che consentire a chi ci abita di provare la sensazione di spingersi nel vuoto. 

Questa filosofia costruttiva di proiettare in lungo i balconi ispirerà nuove costruzioni urbane?

 

Continua la lettura con: Il GRATTACIELO a forma di NUVOLA

FABIO MARCOMIN

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ANTONIO BASSANINI, il costruttore che “INVENTÒ” il NOVECENTO

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Che Milano sia la capitale del design è un fatto assodato da anni. Basti pensare alle grandi costruzioni architettoniche che sono state erette nel corso dei decenni. Basti pensare ai grandi architetti e designer che hanno esportato la loro arte nel mondo (Fabio Novembre, Gio Ponti, Gio Pomodoro). Basti pensare che da qualche anno il nostro Politecnico organizza la Milano Arch Week che attrae migliaia di visitatori amanti del design e delle costruzioni. Infine la costruzione di City Life è stata la ciliegina sulla torta che ha proiettato definitivamente Milano verso il futuro.

Eppure il problema è che oggi quando si passa davanti ad un grattacielo o a un palazzo famoso tutti ricordano magari il nome dell’architetto, ma mai quello del costruttore. Non sono parole mie, ma di Chiara Bassanini, figlia di Antonio Bassanini che da tutti è riconosciuto come il costruttore che “inventò” il Novecento.

ANTONIO BASSANINI, il costruttore che “INVENTÒ” il NOVECENTO

# Origini umili e rapido successo

Credits adidesignmuseum IG – Antonio Bassanini

Le origini non furono semplici, suo padre un modesto casaro rimase vedovo quando il futuro costruttore aveva solo cinque anni. Bassanini non conobbe mai la madre e questa fu una mancanza molto importante durante la sua vita. La leggenda narra che il fatto che sia sposato a quarant’anni e ancora vergine sia dovuto al fatto che per l’assenza della madre abbia pensato prima alla dote delle sue tre sorelle. Infatti con le prime commissioni ha costruito e regalato tre palazzine ciascuna. Già alla fine degli anni trenta, la sua ditta era l’unica che poteva vantare tremila dipendenti e ciascuno di loro descriveva il Bassanini come un uomo con un rigore che poi era il cardine invisibile del suo lavoro.

# Bassanini e Milano

Ex Fiera campionaria

Nonostante le sue origini non fossero milanesi, il suo lavoro è strettamente legato alla città che ancora oggi conserva o ricorda le tracce del suo lavoro: gli stabilimenti Pirelli, quelli della CGE Ansaldo, la Innocenti, la Bianchi, Carlo Erba, ma soprattutto fu l’artefice di molti padiglioni della Fiera Campionaria. Il lavoro del Bassanini, infatti, è stato a tutti gli effetti una componente essenziale della realtà economica e sociale italiana e in particolar modo quella della Lombardia e più specificatamente di Milano (cit. Franco Bassanini nda).

Negli anni sessanta in pieno boom economico, in pieno miracolo italiano, il suo nome è sinonimo di garanzia e alla sua ditta viene affidato l’incarico di costruire (non solo a Milano) diverse sedi di importanti enti pubblici o società. Suoi, a Milano, sono le sede dell’INPS, INAIL e INA.

Anche la chiesa si accorge della sua maestria e gli affida l’incarico per costruire Santa Maria in Beltrade, San Fedele e Sant’Ignazio di Loyola, senza dimenticare il suo intervento per il restauro del campanile di Sant’Ambrogio.

# Un pioniere della costruzione

Ma dove nasce il successo di Antonio Bassanini? In realtà fu un pioniere della costruzione. Fui il primo ad utilizzare nuove tecniche del calcestruzzo armato, ma anche a livello umano, fu il primo nella ricerca per la sicurezza sul lavoro. Una visione avveniristica, considerando che ai tempi la tutela e la sicurezza sul posto di lavoro non era di certo tra le cose più importanti. Bassanini fino agli ultimi della sua vita dedicò le sue energie organizzando campagne contro lo sfruttamento del lavoro nero e contro le violazioni delle norme assicurative e antinfortunistiche. Senza contare che durante gli anni della guerra, essendo un convinto non interventista, per evitare di mandare i suoi operai a lavorare per i tedeschi, pensò di dividere in due gruppi: uno che andava normalmente a lavoro e l’altro che fingeva uno scontro sindacale, cosa che impediva l’arruolamento.

# Bassanini, gli architetti e la fiducia

Credits adidesignmuseum IG – Ponte Lambrate

Si dice che di solito non corra una comprensione totale tra chi disegna il progetto e chi lo costruisce. Per Bassanini era necessario costruire non solo con i materiali, ma anche costruire una sinergia con chi ti affida un progetto. Da questa convinzione, gli architetti Pietro Portaluppi e Mario Boschini affidarono al Bassanini la costruzione del complesso di Via Foppa, mentre società come le Ferrovie dello Stato si affidarono per la costruzione del cavalcavia sullo Scalo Lambrate (perfettamente funzionante ancora oggi).

#La mostra a lui dedicata

Credits adidesignmuseum IG – Mostra Antonio Bassanini

Già due anni fa il nome di Antonio Bassanini era tornato in auge grazie soprattutto al volume Antonio Bassanini, costruttore del Novecento, edito da Silvana Editoriale e curato da Giovanna Franco Repellini e Andrea Strambio De Castillia. Milano vuole celebrare colui che ha tanto amato e ha tanto donato alla città, organizzando una mostra itinerante che porta lo stesso nome del libro. Fino al 15 gennaio 2023 sarà ospitata presso l’ADI Design Museum in Piazza compasso d’oro 1.

Continua la lettura con: LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

MICHELE LAROTONDA

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Sarà l’anno delle PERIFERIE? Le 7 ZONE di Milano su cui puntare per comprare CASA nel 2023

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Ph. fietzfotos

Se si parla con qualcuno che vive negli USA, centro e periferie si capovolgono: abitare in centro viene ritenuto pericoloso mentre alcune zone dei dintorni sono quelle più ricercate. Si è concluso un altro anno record per il mercato immobiliare di Milano. Nella rivalutazione delle periferie sta accadendo quello che capita in altre grandi metropoli?

Sarà l’anno delle PERIFERIE? Le 7 ZONE di Milano su cui puntare per comprare CASA nel 2023

Credits: milanoallnews.it – Corvetto

In base ai dati emersi da ricerche su motori di compravendita sono le periferie che stanno registrando e registreranno in futuro la maggiore crescita a livello di valori immobiliari.

Queste le 7 zone su cui puntare per acquistare o investire:

#1 Corvetto- Rogoredo

I prezzi dovrebbero crescere con l’incremento più elevato fuori dalla cerchia filoviaria, con quotazioni superiori ai 3.700 euro al metro quadro.

#2 NoLo

Ancora con margini di crescita c’è North of Loreto, in particolare l’area tra le fermate di Precotto e Turro.

#3 Rovereto- Pasteur

Per un bilocale di 50 metri quadrati dovrebbero servire almeno 220mila euro.

#4 Cascina Merlata

Molto promettente il nuovo quartiere di Cascina Merlata, a nord-ovest della città.

#5 Viale Certosa

L’asse lungo viale Certosa dovrebbe rivalutarsi grazie ai futuri progetti di riqualificazione.

#6 Abbiategrasso – Chiesa Rossa

La zona tra Abbiategrasso e Chiesa Rossa dovrebbe vedere un rialzo dei valori immobiliari superiore al 7%.

#7 Bocconi

Per chi invece è interessato principalmente a immobili da investimento le zone migliori rimangono quelle attorno alle università, su tutte le abitazioni vicino alla Bocconi.

Continua la lettura con: Volano i prezzi delle case a Milano: il quartiere boom

MILANO CITTA’ STATO

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🔴 Il COMUNE va all’ATTACCO dei PARCHEGGI sui PARTERRE ALBERATI: scelta ecologica o pregiudizio ideologico?

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Dopo il divieto in Area B ai mezzi Euro 4 e euro 5, dopo l’annuncio della città a 30 all’ora, arriva una nuova mossa del Comune per scoraggiare l’uso delle auto a Milano. 

Il COMUNE va all’ATTACCO dei PARCHEGGI sui PARTERRE ALBERATI: scelta ecologica o pregiudizio ideologico?

# Allo studio una mappatura dei parterre alberati per eliminare i parcheggi sui parterre alberati

Via XX Settembre

L’assessore all’Ambiente Elena Grandi ha annunciato che il Comune di Milano sta elaborando una mappatura di tutti i parterre alberati in città insieme a uno studio sullo stato di salute degli alberi le cui radici sono spesso danneggiate dalle auto in sosta selvaggia o che dovranno essere abbattuti e rimpiazzati perché a fine vita: “Dobbiamo partire da qui per attuare il piano di liberazione dei filari alberati dalla sosta selvaggia”. 

Uno degli obiettivi dell’Amministrazione comunale è infatti l‘eliminazione dei parcheggi sui parterre alberati, nella più ampia manovra che comprende tra le varie ipotesi anche il pagamento annuale del permesso dei residenti per i possessori di una seconda auto e la trasformazione della città in un’immensa area a 30 km/h.

Leggi anche: PARCHEGGI a pagamento, rincari, multe: considerare i CITTADINI come dei BANCOMAT è una strategia VINCENTE?

# Gli interventi allo studio

Credits Urbanfile – Mappa parterre alberati da liberare dalle auto

Come riferisce Urbanfile.org, gli interventi al vaglio al momento riguardano 16 strade: viale Molière e via Milton al Parco Sempione, viale D’Annunzio in Darsena, il parterre centrale viale Umbria, viale Beatrice d’Este e viale Gian Galeazzo, via Ponte Nuovo a Gorla-Crescenzago e via Sant’Erlembaldo entrambe nel programma del Municipio 2, via Tavazzano alla Cagnola, via Desiderio Da Settignano in zona Fiera Tre Torri, via Procaccini, via Moscati e via Londonio in zona Bullona-Sempione e le vie Celoria, Pacini e Ponzio a Città Studi.

Leggi anche: Operazione “ROBIN HOOD”: STOP PARCHEGGI GRATIS alle seconde auto, rincaro AREA C, AREA B a pagamento

# No parking, no auto

Credits ferrovie.it-FS – Foto parcheggio Stazione Centrale

Le buone intenzioni del Comune di Milano, di dare maggior decoro e ordine alle strade della città e di preservare la salute degli alberi, si scontra con le critiche di chi rivendica la necessità di muoversi in auto per entrare e per circolare a Milano. Soprattutto preoccupa il fatto che ridurre progressivamente gli spazi utilizzabili per parcheggiare possa da un lato ingolfare ancora di più il traffico, dall’altro impedire l’accesso e la circolazione in città da parte di persone che lavorano o che portano sviluppo al commercio della città.  Tutti gli interventi in programma e allo studio vanno nella direzione di eliminare non solo i posteggi abusivi ma anche quelli regolari, senza proporre una valida alternativa.

I progetti di parcheggi interrati in costruzione e allo studio sono infatti pochi per sopperire alla domanda di residenti e cittadini dell’hinterland che lavorano in città, nonostante la riduzione nel numero di veicoli posseduti dai primi, così come quelli di interscambio per consentire a chi vive fuori Milano di entrare in città utilizzando il trasporto pubblico, sia perché impossibilità a causa di Area B e sia per una decisione personale di lasciare il mezzo oltre i confini comunali.

Si tratta di una scelta ecologica o un pregiudizio ideologico che, in nome di una proiezione dissociata dalla realtà rechi più danni che vantaggi a Milano? Questo l’interrogativo che ultimamente accompagna ogni decisione della giunta mossa a ridurre il traffico cittadino. Eliminando poco alla volta i parcheggi su strada dove andranno a finire le auto, visto che un box costa in media 30.000 euro e non tutti possono permetterselo? E senz’auto una metropoli può avere un futuro?

Continua la lettura con: CRISTO si è fermato a LAMPUGNANO? Il progetto per rilanciare il peggiore BUS-TERMINAL d’Europa

FABIO MARCOMIN

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Into the Wild: la LINEA del BUS più isolata della terra

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Serve tanto coraggio e resistenza al freddo per percorrerla, e forse anche un po’ di sconsideratezza. Ecco la storia dell’incredibile Dalton Highway Express.

Into the Wild: la LINEA del BUS più isolata della terra

In Alaska esiste una delle linee bus più pericolose e isolate della terra: il Dalton Highway Express è un servizio che percorre la famosa Alaska Route 11, una strada di ben 666 chilometri che attraversa lo stato del nord fino all’insediamento di Deadhorse, sulla costa dell’Oceano Artico.

# Sulla “strada più isolata della Terra”

Il titolo di ”strada più isolata della Terra” le viene spesso attribuito perché l’enorme tragitto, oltre che avere alcuni tratti sterrati e altri asfaltati, ha poche stazioni di servizio molto distanti fra loro (con più di 600km di strada può essere un bel problema) e non è possibile né chiamare né usare internet a causa dell’assenza di campo.

Per questo motivo se si vuole compiere il tragitto a bordo del proprio mezzo è necessario avere almeno una radio o un telefono satellitare, per evitare di ritrovarsi da soli in mezzo ai ghiacci e agli animali selvatici. É meglio farsi trovare preparati per evitare brutte sorprese, chi è abituato a viaggi di questo tipo sa che se non ci si prepara sufficientemente la situazione potrebbe diventare un incubo in poco tempo.

# L’unica strada che conduce al Circolo Polare via terra

Dalton Highway - Steffanie Reed 2007 060.jpg
credit: daltonhighwayexpress.com

La strada fu costruita nel 1974 per poter raggiungere la zona petrolifera di Prudhoe Bay. Inizialmente la Dalton Highway era destinata solo ai grandi camion, ma nel 1994 lo Stato ha aperto l’autostrada pure ai veicoli privati, anche se continua a rimanere opportuno attraversarla con dei mezzi idonei, viste le strade fangose, le polveri, i ghiacci e le valanghe.

La Dalton Highway è l’unica strada che conduce al Circolo Polare via terra, il percorso offre panorami incredibili passando attraverso gli altopiani dello Yukon-Tanana, il fiume Yukon, il passo Atigun e la catena montuosa Brooks, per poi finire sulle rive dell’Oceano Artico.

# Un viaggio panoramico

Nonostante tutti i pericoli più di vent’anni fa è nato il Dalton Highway Express, che si definisce come la linea di bus più isolata della terra. Questo servizio non effettua molte fermate e deve essere prenotato con almeno 14 giorni di anticipo.

Il bus non è nato per fare i tour, ma piuttosto come un servizio di trasporto tra la città di Fairbanks e il villaggio Deadhorse, che però garantisce comunque un itinerario panoramico tra la natura incontaminata dell’Alaska.

Dai finestrini dell’autobus è possibile incontrare con lo sguardo le numerose specie che vivono lungo la Dalton Highway: alci, lupi, orsi, renne e buoi muschiati, e molto altro. Vhi ci è stato dice che il panorama cambia continuamente, da chilometro a chilometro e nel corso delle stagioni, riservando sempre inedite scoperte.

Continua la lettura con: L’autobus più lungo del mondo

JACOPO CESARETTI

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Il video del giorno: MISTERI e SUPERSTIZIONI di Milano

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Misteri, usanze e le superstizioni presenti a Milano. Note o meno note, dalle più antiche alle più moderne, nel video di Milano Misteriosa.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

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Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

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Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

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Quanto spendono gli studenti di Milano?

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M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

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Le tre strade più trafficate di Milano

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L’aperitivo più economico a Milano Centro

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Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

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Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

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Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

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Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

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Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

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Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

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M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

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Mi sono trasferita a Milano

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Evoluzione animata della metro di Milano

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DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

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Il primo COWORKING con PAUSA SCI

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Ph. stevanaksentijevic

L’idea di sciare e lavorare sembra avere successo: già nelle prime tre settimane la struttura ha avuto una cinquantina di utenti. Ecco come funziona il nuovo progetto.

Il primo COWORKING con PAUSA SCI

Il coworking è una tendenza in crescita ovunque. Per chi non lo sapesse, il coworking consiste nell’utilizzo di uno spazio di lavoro condiviso da professionisti che lavorano in ambiti diversi ma che hanno bisogno di un ambiente collaborativo e produttivo per portare avanti i loro progetti. La nuova frontiera del coworking sembra essere questa: realizzarli nei pressi di luoghi di svago. Questa l’idea sviluppata a Livigno. 

# Livigno avanguardia nel settore?

Credits: pexels.com

Negli ultimi anni, il numero di start-up e di freelance che scelgono di trasferirsi a Livigno per lavorare e vivere in un ambiente tranquillo e immerso nella natura è aumentato considerevolmente. Il coworking offre loro la possibilità di avere un ufficio a disposizione senza dover sostenere i costi e le responsabilità di una struttura indipendente. Inoltre, condividere lo spazio con altri professionisti stimola la creatività e la condivisione delle conoscenze.

Il primo spazio di coworking aperto a Livigno è stato “Coworking Livigno” che si trova nel centro della città e offre una vasta gamma di servizi come sale riunioni, connessione internet ad alta velocità e un’area comune per rilassarsi. Inoltre, organizzano eventi e incontri per creare una comunità tra i professionisti che lavorano lì.

# Il nuovo progetto

Negli ultimi mesi è nato il progetto “Altipiani Coworking” che, situato in una posizione privilegiata tra le montagne, offre una vista panoramica su Livigno e sulle Alpi. Lo spazio è dotato di attrezzature all’avanguardia, sale riunioni, un’area relax e un’area esterna dove i professionisti possono godersi la bellezza della natura durante le pause.

La struttura si trova proprio ai piedi delle piste in cui si svolgeranno le gare olimpiche di snowboard e freestyle e ospita un centro servizi di ben seimila metri quadrati con dentro di tutto: la biglietteria, le attività commerciali per la vendita di materiale sportivo, noleggio attrezzature, un ristorante che porta la firma di uno chef stellato, e lo spazio di 200 mq per lo smart working.

Ci sono venti postazioni, una sala riunioni, wifi, stampanti, maxi schermo per proiezioni, due salette insonorizzate, un’area relax e se richiesti vengono forniti anche tablet e pc. Si accede all’area su prenotazione, direttamente dagli impianti di risalita, con un costo di 9 euro mezza giornata e di 15 tutto il giorno.

Continua la lettura con: Le migliori località sciistiche della Lombardia (mappa)

JACOPO CESARETTI

copyright milanocittastato.it

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🔴 MILANO sempre più CAPITALE dei SINGLE: il 40% dei milanesi vive da SOLO

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Il capoluogo lombardo si conferma anche per il 2022 una città dove il concetto di famiglia tradizionale è sempre meno presente. Ecco gli ultimi dati dell’anagrafe comunale.

MILANO sempre più CAPITALE dei SINGLE: il 40% dei milanesi vive da SOLO

# Oltre 304.000 nuclei familiari sono costituiti da una sola persona

Credits Comune di Milano – Anagrafe

Milano sempre più capitale dei single. Dopo il record negativo di nuovi nati, il 25% in meno rispetto al periodo pre-covid, dai dati forniti dall’Anagrafe comunale per l’anno 2022 arriva l’ennesima conferma che il capoluogo lombardo non è una città per famiglie: su 762.990 nuclei familiari sono ben 304.554 quelli costituiti da una sola persona, il 39,9% del totale. A seguire ci sono i nuclei composti da due persone, e non si tratta necessariamente di coppie ma anche due amici o amiche che abitano insieme per motivi di studio, di lavoro o altro, tipo un genitore solo con unico figlio, con 159.022 componenti pari al 20,8%. Quindi 6 milanesi su 10 vivono da soli o in compagnia di un’altra persona. 

Leggi anche: Milano non è città per neonati: nuovo record negativo di NUOVI NATI

# Il 30% è di famiglie composte da 3 e 4 persone 

Credits MabelAmber-pixabay – Famiglia

Osservando gli altri dati si scopre che il 17,6% delle famiglie ha tre componenti, 134.386 persone, il 12,6% ne ha quattro, 96.402 persone, e il 5,1% è composta da cinque persone. I nuclei con con sei sono 16.550, pari al 2,2%, quelli con sette 7.418, l’1%. Sotto il punto percentuale troviamo le famiglie con otto, nove o più persone rispettivamente lo 0,4%, lo 0,2% e lo 01,% sul totale.

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: A Milano il 2022 è stato l’anno PIÙ CALDO e MENO PIOVOSO di sempre

FABIO MARCOMIN

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🔴 FUNIVIA ALAGNA-ZERMATT: il progetto di unire 580 km di PISTE in un comprensorio unico al mondo (aperto 12 mesi l’anno). A due ore da Milano

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Credits lastampa - Progetto funivia Alagna-Zermatt

Un grande sogno degli appassionati dello sci potrebbe diventare realtà. La nuova infrastruttura, se verrà realizzata, metterebbe in connessione il comprensorio del Cervino-Matterhorn con quello del Monte Rosa rappresentando un trait d’union storico tra Sud e Nord delle Alpi. Cosa prevede il progetto e quanto tempo ci vorrà per realizzarlo.

In seguito a segnalazione dell’Associazione “Ripartire dalle Cime Bianche”, alla fine di ogni paragrafo pubblichiamo alcune rettifiche inerenti il progetto.

FUNIVIA ALAGNA-ZERMATT: il progetto di unire 580 km di PISTE in un comprensorio unico al mondo (aperto 12 mesi l’anno). A due ore da Milano

# L’obiettivo è creare creare uno dei più estesi comprensori al mondo

Credits PublicDomainPictures-pixabay – Cervino

Nello scorso mese di dicembre è stato consegnato lo studio di fattibilità, alla Monterosa Spa e a un Comitato promotore che riunisce molte categorie economiche a sostegno del progetto, per creare uno dei più estesi comprensori al mondo a 2 ore di auto da Milano: con 5 vallate collegate, 38 vette sopra i 4mila metri intorno e, in totale, 580 chilometri* di impianti sulle Alpi tra Italia e Svizzera. Nei prossimi mesi sarà compito della Regione Valle d’Aosta esaminare il dossier e, in caso di valutazione positiva, procedere con uno studio economico e uno di impatto ambientale e infine un progetto esecutivo.

*in totale sono 490 i km di impianti

# Al centro del progetto la funivia Alagna-Zermatt

Credits lastampa – Progetto funivia Alagna-Zermatt

L’elemento centrale del progetto è la realizzazione di una funivia tra Alagna e Zermatt: si andrebbe così a collegare il comprensorio del Cervino-Matterhorn con quello del Monte Rosa* rappresentando un trait d’union storico tra Sud e Nord delle Alpi. Le valli messe in connessione sarebbero quella di Valtournenche, Val d’Ayas, di Gressoney, di Alagna e di Zermatt, mentre i comprensori quelli di Zermatt in Svizzera, Cervinia-Valtournenche, Champoluc, Gressoney e Alagna. In 30 minuti si potrà andare dalla ski area del Cervino Ski Paradise a quella del Monterosa Ski e viceversa.

*In inverno non sarebbe un comprensorio sci ai piedi perché nel Vallone delle Cime Bianche
non si può sciare e da Zermatt e da Cervinia gli sciatori che arriverebbero ad Ayas sarebbero prossimi allo zero, dovendo passare ore sugli impianti fra andata e ritorno.

# “In città costruiscono le metropolitane per spostarsi più rapidamente, in montagna le funivie

Credits: Mattern Horn Race

L’opera farebbe crescere il turismo in tutta l’area destagionalizzando la proposta turistica. Verrebbero infatti a crearsi nuove opportunità per il turismo estivo*, legato a sentieri e mountain bike, oltre agli effetti positivi per chi vive in Alta Valle, con una riduzione dei tempi di percorrenza rispetto all’auto. Il commento del sindaco di Alagna, Roberto Veggi,, riguardo al progetto: “L’impianto non è progettato solo e unicamente in funzione dello sci. Anzi: è in primis uno strumento per collegare più vallate alpine e per unire due comprensori che già esistono. In città costruiscono le metropolitane per spostarsi più rapidamente, in montagna le funivie“. 

*In estate non sarebbe possibile promuovere il vagheggiato percorso da Alagna a Zermatt perché il collegamento Gressoney/Ayas è incompleto.

# Due anni di lavori previsti per un investimento di 75 milioni di euro

L’impianto sarebbe removibile, senza una nuova pista da sci nel vallone ma con un’area per il free ride*, e servirà un anno di tempo per la progettazione definitiva e due stagioni estive per i lavori. L’investimento previsto è pari a 75 milioni di euro.

*Il Vallone delle Cime Bianche, salvo rare mete riservate allo scialpinismo (es. Bivacco Città di Mariano) non si presta allo sci fuoripista (freeride). Il versante orografico dx (Courtod) è perennemente sotto valanga salvo 15 giorni l’anno in primavera inoltrata. Nella Comba di Aventine si passerebbe fra massi sporgenti e si dovrebbe risalire dai pianori di Rollin e del Mase: non propriamente l’ideale per lo sci in discesa.

Fonte: Il Sole24ore

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FABIO MARCOMIN

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