La città di Milano avrebbe bisogno di un team di supereroi per difenderla e proteggerla dalle minacce che possono compromettere la sicurezza e la qualità della vita dei suoi cittadini. Abbiamo provato ad immaginarci la squadra dei Milano Defenders, composta da sette supereroi, ognuno con poteri unici e caratteristiche specifiche per risolvere i problemi della città.
I SUPEREROI di Milano
# Milanomorph: in continua trasformazione
È un supereroe capace di cambiare forma a piacimento, diventando qualsiasi oggetto o elemento della città, replicando la capacità di Milano di trasformarsi e rinnovarsi. Il suo potere gli consente di infiltrarsi ovunque e scoprire le informazioni necessarie per risolvere i problemi della città. Inoltre, è capace di mimetizzarsi con l’ambiente circostante, rendendosi invisibile ai nemici. Milanomorph può quindi aiutare la città a risolvere problemi di spionaggio, di infiltrazione, di furto e di sorveglianza.
# Piazzaforce: solleva edifici e infrastrutture
È un supereroe con la forza e l’agilità per muoversi velocemente tra le piazze della città e combattere i criminali. Capace di controllare la forza e la gravità degli oggetti intorno a lui. Grazie a questo potere, può sollevare edifici interi, deviare meteoriti e creare campi di forza che proteggono la città dagli attacchi esterni. Il suo potere può essere utilizzato per proteggere i monumenti e gli edifici storici della città, nonché per prevenire disastri naturali come terremoti o inondazioni.
# Metropolex: controlla la tecnologia del pianeta
Metropolex è un nome che richiama la grande dimensione di Milano e la sua importanza come centro urbano e finanziario. È un supereroe che ha il potere di controllare e manipolare l’elettricità e la tecnologia. Grazie a questo potere, può riparare qualsiasi sistema elettronico o tecnologico, compreso il sistema di trasporti della città. Inoltre, può utilizzare l’elettricità come arma contro i nemici. Metropolex può quindi aiutare la città a risolvere problemi di guasti elettrici, di attacchi informatici e di cyber-sicurezza.
# Tramblaze: il più veloce di tutti, si muove in tram
È un supereroe che utilizza il tram per muoversi in città e salvare la gente dai criminali. Ha il potere di viaggiare a una velocità incredibile. Grazie a questo potere, può spostarsi da un punto all’altro della città in pochissimo tempo, raggiungendo qualsiasi luogo in pochi secondi. Tramblaze può quindi aiutare la città a risolvere problemi di traffico, di emergenze mediche e di situazioni di pericolo.
# Navigator: un fulmine nelle acque dei Navigli
Il nome richiama i famosi Navigli di Milano, i canali che attraversano la città. Il supereroe è dotato di abilità acquatiche che gli permettono di muoversi rapidamente sui canali e di salvare le persone in difficoltà. Inoltre ha il potere di vedere il futuro, può prevedere gli eventi che accadranno nella città e anticipare le conseguenze delle azioni dei nemici. Può utilizzare il suo potere per trovare soluzioni creative ai problemi della città. Navigator può quindi aiutare la città a prevenire disastri e a trovare soluzioni innovative per affrontare le sfide del futuro
# Fashion: crea abiti con superpoteri
È un supereroe che ha la capacità di creare abiti e accessori con poteri speciali, come la telecinesi o l’invisibilità. Fashion è ispirato al mondo della moda e del design che caratterizza la città di Milano, ed è in grado di utilizzare la sua creatività e la sua abilità nell’arte della sartoriale per creare oggetti unici e potenti, compresi abiti e accessori che migliorano la vita dei cittadini, rendendoli più sicuri e confortevoli. Il suo costume è fatto di tessuti di alta moda, con colori vivaci e fantasie che richiamano le passerelle della Fashion Week.
# Duomo: crea un campo di forze per proteggere i cittadini
È un supereroe dotato di una forza sovrumana e può volare in alto, come le guglie del Duomo di Milano. Il suo costume è ispirato all’architettura gotica del Duomo, con il nero e il grigio che rappresentano la pietra e il marmo. Duomo ha anche la capacità di creare un campo di forza intorno a sé per proteggere i cittadini dai pericoli, come se fosse una cattedrale che protegge i suoi fedeli.
È certamente uno dei parchi di divertimento più affascinante, stravagante e particolare del mondo. Una parte di una vecchia salina trasformata in lunapark per far riscoprire la bellezza di questo posto senza tempo. Tra rocce antiche milioni di anni e ruote panoramiche, andare nella Salina di Turda è uno dei viaggi nel centro della terra che vale la pena compiere. Ecco dove si trova precisamente e da dove viene questa pazza idea di costruire un parco di divertimenti sotterraneo.
Il LUNA PARK più strano del mondo: si trova SOTTOTERRA
# Una salina vecchia milioni di anni
A Turda, in Transilvania, a pochi chilometri da Cluj, una delle città rumene più belle, si trova una salina molto particolare. Le origini di questa miniera di sale sono antichissime: già i Romani nel II secolo, infatti, scavarono nella miniera nel tentativo di trovare il salgemma, ma le prime vere testimonianze a riguardo risalgono solo al Medioevo. Una cosa però è certa: i giacimenti di sale di Turda hanno più di 13 milioni di anni e si sono formati con l’evaporazione di un antico mare. Ma non solo, l’immensità delle saline è veramente impressionante: raggiungono 1,2 km di profondità e occupano 45 km quadrati. E pensare che è stata creata tutta a mano, niente esplosivi né nulla.
# Ruota panoramica e pista da bowling
Tornando però al parco di divertimenti più impressionante del mondo, si può dire che l’idea di associare un luogo così antico a qualcosa di così moderno è stata vincente. Nel 1932 la miniera fu chiusa e usata come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, ma solo nel 2010 si decise di riscoprire questo luogo. Così diventò un Museo d’Arte Contemporanea molto particolare. La salina di Turda, infatti, oggi accoglie molti visitatori, che si addentrano nei meandri della terra per assistere a concerti, visitare mostre e vedere la stanza più particolare di tutte, quella della ruota panoramica.
A circa 120 metri di profondità si trova infatti una ruota panoramica, una pista di bowling e addirittura una spa per la cura delle vie respiratorie. E non è tutto. Sottoterra ci sarà anche un anfiteatro e si può ammirare uno spettacolo naturale indescrivibile: delle “cascate di sale” che vanno dritte nei laghi sotterranei.
# Un tuffo nella storia e un bagno in piscina all’interno del Museo
La salina è aperta dalle 9 alle 17 e l’ultimo ingresso deve essere fatto almeno un’ora prima, quindi entro le 16. Il prezzo del biglietto è di circa 10 euro (50 lei rumeni) e chi ci è stato conferma che vale veramente la pena fare un giro in questa miniera. Nel museo si può fare poi un tuffo nella storia dell’estrazione del sale, osservando alcuni macchinari medievali, ma si può anche fare un bagno nella piscina calda con acqua tra il 26 e i 28 gradi. Oltre alla ruota panoramica alta 20 metri, poi, c’è anche complesso sportivo con campi da pallamano, calcetto e badminton. La salina di Turda è un vero gioiello della Romania.
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Le NOVITÀ che i milanesi SOGNANO per la città
# Un punto panoramico sempre fruibile con ristorante
A Milano mancano punti panoramici sempre aperti dove osservare la città e dove potersi sedere a mangiare come lo Space Needle di Seattle. Ad oggi è presente solo un ristorante, il MiView al 20esimo piano del World Join Center, ad oggi il più alto di Milano. Da qui si può vedere Citylife, il parco del Portello e il Duomo in lontananza, ma solo se si va a pranzo o a cena pagando cifreda capogiro. Tutti gli ultimi piani dei grattacieli milanesi sono aperti solo in occasioni speciali e nessuno ha un ristorante. Persino il locale previsto sulla Torre Galfa non è stato mai realizzato.
Sarebbe una vera rivoluzione per la città e fino a pochi anni fa sembrava che questo sogno si potesse realizzare. Al momento purtroppo la riapertura dei Navigli è al palo, nonostante fosse stata votata da oltre il 90% dei cittadini partecipanti al referendum nel 2011. Per questo motivo l’annuncio dell’avvio dei lavori sarebbe una novità molto apprezzata dai milanesi. Si è stimato un costo di 400 milioni per l’intera opera, cifra tutto sommato irrisoria se confrontata alle potenziali ricadute per quella che era definita “una grande Venezia”.
# Marciapiedi in pietra e strade alberate
Rispetto alle altre grandi città europee i marciapiedi di Milano sono imbarazzanti. La maggior parte sono in catrame, che spesso con il caldo si scioglie, la manutenzione è scandalosa, ci sono buchi, toppe strane. In breve, un disastro. Sia per migliorare l’estetica che la sicurezza dei pedoni ai milanesi piacerebbe che venissero realizzati o rifatti in pietra e affiancati sui bordi o lungo le strade da file di alberi o grandi piante in vaso per ridurre le isole di calore.
# Metropolitana H24
Fare andare la metropolitana anche di notte, almeno nei weekend, è un’altra delle novità che piacerebbe ai milanesi. Crescerebbe l’utenza del traporto pubblico e circolerebbero meno veicoli privati. Ci sono diversi esempi in Europa e nel mondo, Londra, Berlino, Copenaghen e New York solo per citarne alcuni: quindi perché non farlo anche a Milano?
# La Metro dove ancora non c’è
Restando in tema c’è anche il sogno di chi si trova lontano dalla metro. Molti centri dei dintorni: Paullo, Peschiera, Magenta, Segrate, la stessa Monza non vedono l’ora di poter venire a Milano con la metropolitana. Ma anche in città ci sono numerose zone troppo lontane dal mezzo pubblico più amato: viale Certosa, Quarto Oggiaro, la Bocconi e i quadranti che attendono ancora la M4. Senza contare il sogno proibito della circle line.
Un sogno che si accompagna a un incubo che molti milanesi hanno: che Milano diventi una città a misura di ricchi, lasciando fuori le forze più giovani e creative della città. Una preoccupazione che vive soprattutto chi abita in affitto. Difficile immaginare una soluzione al caro prezzi. Per ora resta il sogno.
# Aria pulita
Forse il sogno più grande e più diffuso. Zero inquinamento e aria pulita. Respirare senza conseguenze per polmoni, arterie e altri problemi ancora più gravi è una delle novità che i milanesi desiderano di più. Si sarà capito che nella conca della Pianura Padana non serve a nulla ridurre le emissioni? Serve attivare tecnologie di ventilazione e depurazione dell’aria, altrimenti per sei mesi all’anno Milano resta una camera a gas. Forse il sogno più ambizioso è questo: un’amministrazione che abbia il coraggio di introdurre a Milano le migliori tecnologie del mondo per risolvere questo problema.
Un record davvero imbattibile, al massimo eguagliabile, e un altro primato tutto italiano. Scopriamo questa spiaggia a poco più di 3 ore da Milano. Foto Cover: @e.wonderfulife IG
La SPIAGGIA più PICCOLA del MONDO è a 3 ore da Milano
# L’eccezione della Riviera
Sulla Riviera celebre nel mondo per le sue immense spiagge si trova anche un’eccezione da primato mondiale. Stiamo parlando della Riviera Romagnola dove non ci sono solo Rimini, Riccione e compagnia danzante. C’è anche Savignano a Mare, frazione del comune di Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena. Quasi sconosciuta, semintrovabile, anche perché è quella che viene considerata “la spiaggia più piccola del mondo”.
# Un solo bagno e un fazzoletto di spiaggia libera
Questo record è imputabile alla presenza di un unico stabilimento balneare gestito dal Camping Village Rubicone (la parte con gli ombrelloni blu riservata agli ospiti e quella gialla a pagamento) e un fazzoletto di spiaggia libera. Ma le dimensioni non contano, almeno per i servizi. Sul retro della spiaggia si trovano infatti un campeggio 4 stelle con bungalow forniti di jacuzzi e un ristorante davanti alle rocce, sulla foce del fiume Rubicone, con una meravigliosa terrazza dove cenare la sera con una vista mozzafiato.
# Un altro record: il comune sulla costa meno bagnato dal mare
Questa spiaggia si trova tra Gatteo Mare, dalla quale è separata dal fiume Rubicone, e San Mauro Mare. La lingua sabbiosa si estende per 241 metri di lunghezza portando Savignano sul Rubicone a detenere un altro record: quello di comune costiero italiano meno bagnato dal mare.
Per arrivarci da Milano servono circa 3 ore e mezza, prendendo l’A1 in direzione Bologna e poi l’A14 in direzione Taranto con uscita a Valle del Rubicone.
La Francia risponde all’attacco dell’Italia che dal 2021 ha introdotto il Frecciarossa da Milano a Parigi. Ecco le tratte veloci previste dal nuovo servizio introdotti in Italia dai cugini d’Oltralpe. Velocità alta ma con bassi costi. Ma bisognerà attendere ancora un po’.
“Project Allegro”, l’ALTA VELOCITÀ LOW COST punta sull’ITALIA: i TRENI da e per MILANO
# “Project Allegro”: due linee di alta velocità con fermata anche a Milano
Dalla Francia arriva la risposta all’Italia, che dal 2021 ha lanciato il servizio del Frecciarossa da Milano a Parigi, con la sua principale azienda di trasporto ferroviario Snfc al lavoro per introdurre sulla rete dell’alta velocità del nostro Paese un servizio di treni low cost. Il piano dovrebbe essere presentato il prossimo 26 aprile al Comitato di impresa europeo (Cee), l’ente interno a Sncf responsabile di strategie di espansione estera, come riporta le Parisien. Nello specifico è prevista l’attivazione di due linee: la Torino-Milano-Roma-Napoli e la Torino-Milano-Venezia.
# Dovrebbe essere ricalcato il servizio low cost utilizzato da Snfc in Spagna
Il modello operativo dovrebbe ricalcare quello dei treni low cost Ouigo, che ha due collegamenti da Madrid in direzione di Barcellona e di Valencia, con cui Snfc è già presente dal 2021 in Spagna. La gestione del servizio e la vendita dei biglietti dovrebbe essere sempre a carico della controllata italiana della compagnia ferroviaria francese, Svi – Sncf Voyages Italia, che già ora gestisce l’attraversamento della frontiera dei treni in viaggio tra Parigi e Milano.
I primi viaggiatori dovrebbero salire a bordo dei nuovi treni da giugno 2026 con il servizio a regime in modo graduale a marzo 2028. I tragitti giornalieri previsti, tra andata e ritorno, sarebbero 13 di cui 9 sulla direttrice Milano-Roma e 4 su quella Torino-Venezia. Le connessioni quotidiane da Milano a Parigi passerebbero invece da tre a cinque.
In 12 anni di lavori non si è riusciti a realizzare 1,9 km di metropolitana. Ora arriva un nuovo stop a tempo indeterminato.
La METRO di Milano avrà una STAZIONE FANTASMA?
# La stallo sul prolungamento della M1 verso Monza
Se a fine febbraio si parlava di slittamento al 2026 dell’estensione della linea M1 verso Monza, la notizia più recente potrebbe portare a uno stop al progetto per un periodo di tempo indeterminato. L’ultima società appaltante ha infatti risolto il contratto e ci vorranno almeno altri 18 mesi solo per trovarne un’altra.
Tra i motivi di questa decisione la mancata realizzazione di alcune opere come manufatti essenziali per la metropolitana e il centro commerciale sopra il futuro capolinea di M1, e anche di M5, da parte di altre aziende incaricate. Come ricorda infatti l’associazione HqMonza “la stazione di Cinisello Bettola per M1 e M5 è stata inserita, insieme alla realizzazione di 2.500 parcheggi sotterranei, in una convenzione collegata alla licenza edilizia per la realizzazione del nuovo mega centro commerciale ex Auchan. Doveva essere finito nel 2021 e invece non è stato posato un solo mattone.”
# Gli esposti dell’associazione HqMonza per il cantiere aperto da 12 anni, per 1,9 km di linea e 2 fermate, e ancora in alto mare
Dopo 12 anni di lavori non si è riusciti a realizzare 1,9 km di metropolitana e due stazioni, Sesto Restellone e Cinisello-Bettola, che avrebbero dovuto inaugurare per Expo2015. Per questo motivo l’associazione HqMonza ha deciso di presentare due esposti all’Anac e al Sifip (servizio ispettivo nazionale della finanza pubblica) per capire se “siamo di fronte o no a una economica, trasparente ed efficiente esecuzione dei progetti e degli appalti. Chiediamo due ispezioni che possano far luce una volta per tutte sull’intrico di accordi, convenzioni, progetti, appalti, finanziamenti che si è sviluppato intorno al prolungamento della M1 e alla realizzazione della nuova stazione M1-M5 di Bettola”.
# Cinisello-Bettola rischia di rimanere una stazione fantasma
Nel 2019 era avvenuto la rottura del diaframma, la barriera di cemento che che divideva le due gallerie: una partita da Cinisello Balsamo e l’altra dall’attuale capolinea di Sesto FS. Il tunnel del prolungamento è di fatto completato per intero ma mancano le infrastrutture. Per quanto riguarda le due stazioni quella più indietro sulla tabella di marcia è Cinisello Bettola, attualmente un “cratere” dove avrebbe dovuto esserci il centro commerciale e dove si vede la galleria al grezzo e poco più, che rischia di rimanere una stazione fantasma. Un problema che però andrebbe a coinvolgere anche la stazione di Sesto Restellone, in fase avanzata e con i binari già posati, che però non potrà entrare in funzione finché non sarà attivo il capolinea.
A Milano qualsiasi desiderio culinario può essere soddisfatto. Non manca proprio nulla. Si può trovare il locale specializzato in lasagne, pasta fresca, cannoli. C’è pure qualcosa che va storta. Anche se piace proprio per questo.
Merenda Time: TORTE STORTE come a CASA
# La sTORTA, la torteria artigianale
Un locale nato dalla passione di famiglia per le torte: il proprietario Federico discende da generazioni di pasticceri. Non solo: si vuole far sentire come a casa. La sTORTA è infatti una torteria artigianale che come dice il nome “non punta a torte dalle forme perfette, ma alla bontà di quelle caserecce, create con prodotti genuini e che potrebbero essere state sfornate dalla vostra nonna.” L’atmosfera che si respira è molto piacevole e rilassante, grazie anche i colori a pastello delle pareti, alle luci soffuse, alle piante, ai libri e alle mensole, che sono storte anche loro.
# Torte dolci e salate dalla colazione all’aperitivo
Ci si può fermare per bere un caffè, un succo di frutta o una tisana, approfittare dei menu pranzo che comprendono da una 1 a 3 fette di torta oltre all’acqua e caffè, con prezzi da 5 a 9,50 euro, oppure prendere una singola fetta di torta, sia dolce che salata, anche a merenda. Per chi vuole è possibile anche fare aperitivo, sempre con assaggio di torte dolci o salate.
La torteria si trova nel cuore di Lambrate, in via Teodosio 12.
Metà dei Duemila. Sono già passati vent’anni. A Milano si parlava di Emo. E di truzzi. Ecco come eravamo in questo video pubblicato sul canale MilanoVintageTv
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
A Milano siamo sempre di corsa, anche quando si tratta di dover fare un tour della città. Foto Cover: Andrea Cherchi.
La PRIMA VOLTA a Milano: 10 cose da mostrare per fare COLPO
Mai come negli ultimi anni la nostra metropoli si è trasformata in tutto e per tutto, dal suo ventre, con l’inaugurazione della nuova linea della metropolitana, all’altissimo, nel nuovo svettante skyline di Piazza Gae Aulenti.
In questo senso, tra retaggio del passato e ambizioni futuristiche già in atto, ecco quali sono le 10 cose da mostrare a chi viene a Milano per la prima volta e perché mostrargliele – insomma, un bigino per fare bella figura in quattro e quattr’otto.
#1 Tetto del Duomo
E’ il rooftop più rooftop di Milano. Mentre i grandi hotel e i grandi marchi del glamour fanno a gara per proporre aperitivi a volo d’uccello, le terrazze del Duomo sono lì dalla fine dell’800, aperte al pubblico in maniera libera o tramite le visite guidate dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, così da proporre la cosa più preziosa e impagabile della nostra città: la vista fino al Resegone all’ora del tramonto. Tra una guglia, un pinnacolo, una occhiata allaMadonnina, sempre più vicina durante la salita, è divertente provare a riconoscere i volti dei santi e dei protagonisti della storia che qui hanno una loro effigie: strizzate gli occhi e ci troverete pure Mussolini! Attenzione però a non lasciarvi spaventare. Tre cose almeno potrebbero farvi drizzare i capelli: l’altezza, i Gargoyles e il fantasma della Carlina.
#2 Castello Sforzesco
E’ il maniero di Milano, e la cosa incredibile è che non tutti lo sanno. Conserva pregevolissime raccolte, dal Museo Egizio al museo delle armi; dalle corti e pozzi di epoca remota e persino un affresco con un elefante. Anche qui si succedono storie di fantasmi, apparizioni e stranezze, e non ci si può aspettare diversamente viste le vicissitudini di cui è stato protagonista il Castello, dagli Sforza ai Visconti fino a Napoleone. Talvolta è possibile percorrerlo nei sotterranei o tra le merlate, eppure, quello che rimane conservato come uno scrigno tutto l’anno è un tris di capolavori che tutto il mondo ci invidia e forse non tutti conoscono:
la Pietà Rondanini, scultura metafisica e ultimo capolavoro incompiuto (oltre che esempio di ‘non finito’) di Michelangelo Buonarroti, oggi nell’ex Spedale Spagnolo;
il grande gonfalone civico di Sant’Ambrogio (intorno a straordinari arazzi fiamminghi) – la copia si trova nella Sala Alessi, a Palazzo Marino;
la Sala delle Asse di Leonardo da Vinci, un pergolato verde affrescato solo di recente riportato alla luce degli studiosi e del pubblico.
#3 Cenacolo di Leonardo
Un miracolo: di tecnica, di bravura, di storia, di mistero, di potere dell’immagine. L’Ultima Cena di Leonardo: è straordinario già solo il fatto che sia arrivata ai giorni nostri, visto che Leonardo non era uomo di “pancia” e che per non dipingere davvero ‘a fresco’, come la tecnica dell’affresco richiede, bensì usò una miscela di uova e materiali organici a presa meno rapida ma assai più deperibili. E’ un segno del cielo il fatto che sia sopravvissuta ai bombardamenti aerei della notte del 10 agosto 1943, quando tutto il resto del Cenacolo crollò e questo muro, così unico al mondo, rimase in piedi. Per visitarlo bisogna mettersi in fila: virtualmente, prenotando la visita; fisicamente, perché le code sono all’ordine del giorno. La visita, di appena pochi minuti, può essere completata dall’ingresso alla adiacente Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di cui questo Refettorio Conventuale fa parte, e con la neo-recuperata Vigna di Leonardo, nella Casa degli Atellani, la attigua casa dove Leonardo visse nel XV secolo e dove, durante Expo, è stato riportato alla luce il suo lussureggiante giardino e i grappoli che il Modo donò al genio. Dan Brown, con il suo Codice da Vinci, ha consacrato un mito che già mito era: bando alle ricostruzioni surreali o meno, è un miracolo da vedere.
#4 Vicolo dei Lavandai e Navigli
I Navigli restano l’ultima parte del tracciato fluviale di cui Milano erano solcata per portare il marmo di Candoglia al Cantiere del Duomo. Vederli di sera ha un effetto “bohemien”, ma la bellezza di certi scorci, come il Vicolo dei Lavandai, la delizia di una passeggiata a bordo d’acqua, sulla ritrovata Darsena, e le corti di certe case di ringhiera con gli atelier degli artisti sono da gustare in piena tranquillità di giorno, quando i due Navigli ‘che non sapevano navigar”, recitava una vecchia canzone, sono quasi assopiti, solcati da qualche battello che, fino a tarda sera, offre l’occasione pure di navigarli en plein air.
#5 La Scala
E’ il teatro dei teatri, il tempio della lirica occidentale, il palco dove ancora si dice si muova il fantasma della Callas e dove, i più fortunati hanno visto danzare due mostri sacri del Balletto danzare: Carla Fracci e Roberto Bolle. La sua ‘prima’ è l’evento per eccellenza: per tradizione avviene il 7 di dicembre, in onore di Sant’Ambrogio. Visita consigliata tutto l’anno, grazie anche al museo e alle prove aperte. Per la cronaca: è stato il primo edificio d’Europa a venir illuminato interamente con la corrente elettrica (correva l’anno 1883).
#6 San Maurizio
La chiamano la Cappella Sistina di Milano per la presenza del più vasto ciclo milanese di affreschi. Sono opere del Luini, oltre a decorazioni dei Campi, del Boltraffio e forse del Foppa, e costituiscono un perfetto esempio dello sviluppo dell’arte cittadina dopo il soggiorno di Leonardo da Vinci. E’ uno di quei luoghi ancora scarsamente conosciuti dagli stessi milanesi. Uno di quei templi cittadini in cui ancora si può assistere a tradizioni bizantine, immersi in uno spirito d’altre epoca. Appartenente al complesso del monastero di San Maurizio, San Maurizio al Monastero Maggiore è il più antico cenobio femminile di Milano: la chiesa tramezzata risale all’inizio del Cinquecento. Accanto, sempre su Corso Magenta, insiste il Museo Archeologico e tutta l’area che in tempo faceva parte di Milano, capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
#7 Parco Sempione (Triennale, Arco della Pace, Arena)
Ecco un altro caso in cui la movida offre la possibilità, più o meno consapevolmente, di scoprire brani straordinari della storia passata di Milano. Il Palazzo della Triennale, il Palazzo del’Arte, esempio di architettura razionalista degli anni ’30, è particolarmente ambito per le sue mostre temporanee, il suo Museo del Design e per il giardino con niente meno che i Bagni misteriosi di De Chirico come fontana. L’Arco della Pace, quello che nella visione di Napoleone avrebbe costruito l’asse Castello Sforzesco di Milano – Arc du Triomphe di Parigi, sempre più spesso fa da fondale a scene cinematografiche e serate goliardiche, entrando nel gergo dei più giovani a identificare una certa zona “cool” delle serate meneghine. L’Arena: il luogo di arrivo di ogni maratona di Milano. Un tempo veniva allagata per intrattenere i milanesi con le naumachie; oggi è il ‘Colosseo monco’ di Milano è sfruttato bene giusto dai runners che vogliano fare jogging in pieno centro città.
#8 Quadrilatero della Moda (Via Monte Napoleone, Via della Spiga)
La Milano da bere degli anni ’80 è rimasta ferma a questo indirizzo, che comprende l’area dall’Ottagono di Galleria Vittorio Emanuele fino ai Giardini di via Palestro. Un tempo questo era il regno dei macellai e delle botteghe: oggi anche le ultime gloriose insegne hanno dovuto sgombrare il campo di fronte al potere d’acquisto dei colossi della moda, ma il bello è che, con un po’ di costanza e tanta faccia tosa, si può ancora cogliere l’occasione di una ‘svetrinata’ per perdersi nel dedalo di vie e viuzze, spesso solo pedonali, e lanciarsi alla caccia all”indovina chi viveva qui’, visto il susseguirsi di targhe e cimeli; entrare in qualche portone aperto inforcare le scale e scoprire androni di rara decorazione e scultura. Ricordarsi che c’era il monte dei pegni in età napoleonica, dopotutto, servirà a dire che la vera ricchezza è saper riconoscere il bello che si ha davanti, più che limitarsi ad acquistarlo.
#9 Piazza Gae Aulenti (percorrendo Corso Garibaldi e Corso Como)
E’ il grande simbolo della Milano rinascente. Il nuovo skyline di Milano, con il Palazzo dell’Unicredit, il Bosco Verticale, il BAM (Biblioteca degli Alberi) e il Padiglione in legno a lambire questa piazza degli affari e degli incontri, dei grandi show urbani e della nuova finanza. E’ il punto di cesura tra quello che c’è stato – la dolce vita di Corso Como; la grande eleganza di Corso Garibaldi con i suoi bistrot e i palazzo bassi -, e quello che Milano punta a diventare.
10 Palazzo Lombardia
Entra in classifica anche questa ultima chicca: il 39mo piano del Palazzo Lombardia, il Palazzo della Regione. Sostituire il Pirellone nel cuore dei milanesi era cosa difficile, ma questa enorme scatola di vetro e tubi in cima, più in cima di tutta Milano, pare esserci riuscita. Nelle giornate terse altro che Resegone: sembra di avere l’intera Pianura Padana ai propri piedi. Attendiamo che si possa riaprire al pubblico.
Si cerca sempre di scappare da Milano quando si vuole stare a contatto con la natura, pur non mancando luoghi dove sentirsi in campagna restando in città. Scopriamo insieme quali sono.
Dove MILANO è ancora CAMPAGNA
#1 La natura selvatica del Bosco in Città
Bosco in città è un parco di circa 110 ettari situato ad ovest della città, in Municipio 7. Oltre che a zone di bosco, orti urbani, prati e campi coltivati, il parco è attraversato da diversi corsi d’acqua che si intrecciano in un punto a formare un vero e proprio lago.
#2 I laghi del Parco delle Cave
Il Parco delle Cave con 135 ettari è il terzo parco di Milano per dimensioni e sorge nell’ex area delle 5 cave sorge. Inaugurato nel 2002 ospita un percorso di 5 chilometri per gli amanti della corsa, piste ciclabili, percorsi botanici, quattro campi da bocce, calcio, basket e percorsi equestri. Al suo interno sono presenti 3 “grandi laghi”, alcuni dove si può praticare la pesca sportiva, e sono custodite due antiche cascine, Cascina Linterno e Cascina Caldera. Una vera oasi naturale in cittàricca di vegetazione autoctona e di fauna quali anfibi, rettili, uccelli, conigli ed addirittura volpi.
#3 I boschi del Parco Nord
Il Parco Nord è nato dall’unione di più parchi e dalla conversione di una parte del piccolo aeroporto di Bresso. Si estende per circa 640 ettari in sette comuni oltre Milano ed è definito un parco periurbano metropolitano. Il secondo parco più grande della città ospita al suo interno due laghi e un bosco, dove sentirsi a stretto contatto con la natura, oltre a percorsi ciclopedonabili che connettono le diverse zone. Alcune aree sono praticamente non attraversabili per la densità di piante, arbusti e altro ancora, questo a beneficio delle varie famiglie di animali presenti
#4 Tra i conigli di Citylife
L’avveniristico quartiere di Citylife non è fatto solo di grattacieli iconici, architetture di design e negozi di moda. La riqualificazione di quello che era un tempo la Fiera di Milano ha portato anche alla realizzazione di uno dei parchi più grandi in città. Nei pressi dei cespugli si nascondono e corrono in mezzo al prato molti simpatici coniglietti, una presenza insolita per una città e che ci trasporta direttamente in un paesaggio di campagna.
#5 L’angolo di Amazzonia con i pappagallial parco Sempione
A Milano ci sono anche i pappagalli. Per l’esattezza al Parco Sempione, una nutrita colonia di bellissimi pappagalli verdi sorvolano ogni giorno l’area e si ritrovano ogni sera su un acero americano. Si tratta di parrocchetti dal collare che svolazzano nel parco meravigliando i presenti.
#6 Molino Dorino, l’ultimo mulino con macine e ingranaggi ancora integri
Il Molino Dorinoè l’ultimo mulino con macine e ingranaggi ancora integri esistente a Milano. Citato nelle mappe già nel XVII secolo veniva usato per macinare i cereali delle corti lombarde della zona. Possiede ancora le cinque macine, i relativi ingranaggi e le cinghie di trasmissione, tutto in buono stato di conservazione. Situato tra la stazione della metropolitana a cui ha dato il nome, il complesso architettonico della motorizzazione civile e il raccordo che collega la strada statale del Sempione e la Tangenziale Ovest di Milano, è uno dei resti della tradizione agricola milanese in città.
#7 La chiesa di San Marchetto nel parco delle risaie
La struttura religiosa si trova nel mezzo dei campi del Parco Agricolo Sud di Milano, per l’esattezza nel Parco delle Risaie. Come si nota dalla foto, in primavera quando i campi vengono allagati sembra quasi sospesa su un isolotto. L’origine del nome S. Marco pare sia da collegare agli Eremitani di S. Agostino del Convento di S. Marco in Milano.
Forlanini è un parco urbano che con i suoi 750.000mq è il più grande di Milano e deve il suo nome all’aviatore Enrico Forlanini. Inaugurato negli anni ’70, è una vasta area alberata ed ombreggiata che predispone al relax, grazie anche al Laghetto Salesina, uno specchio d’acqua sia di falda che piovana. Intorno ad esso si possono fare piacevoli passeggiate estraniandosi per un istante dal caotico vivere cittadino.
#9 Boschetto di Rogoredo, un parco rinato dal degrado
Il boschetto di Rogoredo è stato per anni tristemente noto per le vicende di cronaca legati allo spaccio di droghe e ai decessi conseguenti al loro abuso. In seguito ad un’intensa attività di presidio delle forze di polizia, di allontanamento e presa in carico dei tossicodipendenti e successiva pulizia e ripristino dell’area, il luogo è ritornato ad essere fruibile dai cittadini come polmone verde lontano dai rumori e lo stress. La campagna che entra in città.
#10 Il parco delle Basiliche, una delle aree verdi più suggestive di Milano
Il parco delle Basiliche è una delle aree verdi più suggestive di Milano. Circondato dalle storiche basiliche tra cui la Basilica di San Lorenzo, il più grande edificio a pianta centrale dell’Occidente cristiano, ha una vegetazione rigogliosa composta da olmi, platani e faggi e bordato da un roseto dalla superba fioritura. Un’oasi di pace e relax tra la natura in pieno centro.
Un po’ come in ogni fenomeno migratorio. All’inizio sembra qualcosa di episodico, procede a ondate, riguarda solo alcune nicchie. Poi il fenomeno si fa più continuo, massiccio, finché se ne accorgono anche i mass media più tradizionali.
# Milano: l’àncora di salvezza per una città allo sbando
Milano attrae i romani. Può sembrare un segnale di forza per la nostra metropoli ma temiamo sia dovuto alla debolezza ormai cronica della capitale. La realtà è che sempre di più scappano da una città diventata l’ombra sbiadita del suo glorioso passato, che riempie le cronache più per vicende di ratti, cinghiali e gabbiani che per prodezze umane. Gli animali spadroneggiano tra un sistema di trasporti vecchio di decenni, la pessima gestione dei rifiuti dalla raccolta allo smaltimento, una sterminata periferia allo sbando, un traffico al collasso e una delinquenza sempre più in linea con quella dei paesi sud americani.
A questo degrado generale si aggiunge una totale mancanza di progettazione nella riconversione delle enormi aree dismesse abbandonate, l’assenza di una visione di sviluppo economico nel medio e lungo termine nonché una totale incapacità ripensare ad un futuro che non si basi sullo statalismo e che non renda il turismo l’unica vera eccellenza di Roma, turismo oltretutto che sta diventando sempre più mordi e fuggi ed accattone. Tutto questo rende la vita nella città eterna un tormento. Tanto che l’unica àncora di salvezza diventa il treno per Milano.
# La nuova invasione dei romani a Milano, tra cornetti e Roma Club
Alcuni ricordano precedenti storici, come quando una Roma in piena e irreversibile decadenza per cercare un disperato rilancio aveva spostato il centro dell’impero a Milano. Tante aziende negli ultimi anni si sono trasferite da Roma a Milano seguite dalle legioni dell’Urbe che abbandonano la capitale al suo inesorabile declino e alla sua definitiva marginalizzazione.
Non serve poi tanto impegno per accorgersi di questo fenomeno socio economico scartabellando sui giornali o ascoltandolo in tv. Di questa gesticolante presenza ci si era già accorti da qualche anno, come avevamo scritto ne La nuova invasione dei romani a Milano guadagnandoci una vagonata di insulti. Si sono moltiplicate le trattorie che propongono piatti della tradizione laziale, per altro molto gustosi, e il sentire la parlata di rugantino passeggiando tra Brera e il Duomo, tra Piazza Gae Aulenti e City Life, o richiedere un “cornetto” nei bar, è oramai entrato a far parte della nostra quotidianità. A queste sonorità non facciamo più nemmeno caso.
E’ tanta e tale la presenza di Romani dalle nostre parti che è sorto persino un Roma Club Milano che proietta tutte le partite della Maggica tra cori e bevute. Per par condicio ci auguriamo nasca presto pure un Lazio Club Meneghino.
# Il grande pericolo
Sia chiaro, a scanso di equivoci e di eventuali denunce, questi ulteriori arrivi sotto al Duomo non ci disturbano affatto. Anzi, sono una presenza che va a tutto a nostro beneficio, potenzialità che porteranno ulteriore crescita economica in una delle aree urbane già tra quelle maggiormente dinamiche del mondo. Qualcosa che ci inorgoglisce a dimostrazione di quanto Milano sia sempre attrattiva.
C’è chi dice che con questa invasione potrebbero arrivare a Milano anche problemi che stanno rovinando la Capitale. Abbiamo assistito nei millenni ad invasioni, distruzioni, bombardamenti, si sono avvicendati Celti, Romani, barbari, spagnoli, austriaci, Francesi, burocrati e perfino macellai “savoiardi” dalle rive del Po. Davvero ci potremmo allarmare per così poco? Qualche ”anvedi” e un po’ di profumo di bucatini all’amatriciana non ci faranno certo venire la puzza al naso…
Ciò che veramente preoccupa, invece, è il potenziale colpo di grazia per Roma che sta perdendo le sue migliori intelligenze. L’idea di una capitale in disfacimento può solo essere fonte di apprensione, soprattutto in un sistema come quello italiano dove potere e soldi pubblici sono fortemente accentrati nella Capitale. Come può una città in disfacimento governare un Paese? La soluzione: risollevarla o toglierle potere. Tertium non datur.
Forse non tutti sanno che a Milano esiste un negozio molto particolare. Di proprietà del Tribunale, il negozio rivende abiti e oggetti anche delle più grandi marche a prezzi stracciati. Ecco com’è possibile.
A Milano c’è il NEGOZIO del TRIBUNALE: dove si vendono a PREZZI STRACCIATI abiti e prodotti di negozi falliti
# Meglio di un outlet
L’Istituto vendite del tribunale di Milano è un affare per gli acquirenti e dà una mano anche a chi vanta crediti verso aziende fallite. Ma cos’è un istituto di vendite giudiziarie (IGV)? In generale gli IVG sono soggetti privati che, con concessione ministeriale, sono autorizzati alla vendita all’incanto (tipicamente vendita all’asta) di beni disposta dall’autorità giudiziaria, nonché alla custodia dei beni mobili e alla amministrazione giudiziaria di beni immobili. A Milano questo istituto di vendita si chiama Sivag e ormai quasi dieci anni fa ha deciso di aprirsi un proprio Store in via Carlo Farini, 47, angolo con via Longoni, non molto distante dal Cimitero Monumentale. Il negozio è aperto dal martedì al sabato dalle 10:30 alle 19:15, la domenica è chiuso mentre il lunedì rimane aperto solo il pomeriggio dalle ore 14. All’interno si possono comprare prodotti a prezzi bassissimi, come se si fosse in outlet, ma un po’ particolare, perché vende merci di negozi falliti.
# La nascita del negozio dei fallimenti
SivagStore Milano nasce nel 2014 ed è stato il primo negozio di questo tipo in Italia. L’obiettivo era quello di ottenere il giusto compenso dalla vendita dei beni mobili rimasti a quei negozi falliti, trovando un’alternative alle aste pubbliche in blocco da cui si ricavava sempre meno rispetto al reale valore mercato dei beni. È così che l’Istituto di Vendite Giudiziarie Sivag S.p.A. è stato autorizzato a vendere i vari prodotti a prezzi ribassati nel suo negozio, che ai tempi doveva essere temporaneo. Partendo da due primi casi di fallimento, Cernobbio s.r.l. e Vittadello, a novembre 2014 ha aperto SivagStore e ha iniziato a vendere la merce a partire da -80% rispetto al prezzo di listino. Il negozio avrebbe dovuto chiudere nel dicembre dello stesso anno e ai tempi gli obiettivi erano quelli di far fruttare di più i beni confiscati e pignorati e aiutare una città che risentiva ancora della crisi economica. Inutile dire che l’idea sia stata un successo, visto che il negozio di vendite giudiziarie è aperto ancora oggi ed è stato replicato da molte altre città.
# Una buona idea per ripagare i debiti dei negozi
SivagStore si è ora aggiornato e attraverso il sito è possibile controllare quali merci gli arrivano. Si possono quindi scegliere i prodotti guardando le foto direttamente dal proprio smartphone o computer e poi recarsi in negozio per acquistarle, non è consentita la vendita online. Il negozio viene rifornito continuamente, a volte anche ogni giorno, e all’interno si vendono principalmente abiti, anche se non è difficile trovare qualche prodotto alternativo all’abbigliamento. Il negozio dei fallimenti è stata una buona idea anche per ripagare i debiti che questi negozi purtroppo accumulano ad esempio nei confronti di fornitori.
Dopo anni di immobilità a causa di vicende giudiziarie e fallimenti l’area tra il Parco di Largo Marinai e viale Molise sta finalmente facendo dei passi in avanti per arrivare a una completa rigenerazione. Attorno altri progetti, sempre nel perimetro del quartiere, stanno riqualificando o dando nuova vita a edifici inutilizzati. Vediamo i cantieri conclusi, in corso e quelli che arriveranno.
La RINASCITA di PORTA VITTORIA: le 5 grandi novità
#1 Il nuovo parco “8 marzo”
Credits Comune di Milano - Parco 8 marzo
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Porta Vittoria prosegue la sua rinascita, dopo alcune vicende giudiziarie e fallimenti che aveva messo a rischio la riqualificazione dell’area, con l’inaugurazione del parco “8 marzo” lungo viale Monte Ortigara in continuità con l’asse di verde attrezzato che va dallo storico Parco Formentano in largo Marinai d’Italia fino a oltre viale Mugello a est. La nuova area verde è stata definita uno “slowpark”, pensato per favorire il relax, ed è dotato di:
spazi attrezzati per la ricreazione e la convivialità;
zona lettura progettata come una grande tastiera di computer dove i tasti divengono maxi sedute;
aree gioco per bambini con la prima tripla farfalla d’Europa con scivolo:
zona per la ginnastica dolce.
Lungo il percorso che attraversa il parco si alternano aiuole e portali in acciaio corten con incisi brani estratti da testi di milanesi eccellenti ispirati ai temi della cultura e della natura, mentre nella parte nord est ci sono dei green cubes, “giardini nel giardino”, dove si potranno ospitare funzioni ed attività o installazioni artistiche, performance ed eventi.
#2 BEIC, la Biblioteca Europea
Nel lotto adiacente al nuovo parco, tra via Cervignano, via Monte Ortigara e viale Molise, verrà edificata la BEIC – Biblioteca Europea su un’area di 30.000 mq. Sarà formata da un complesso di due strutture affiancate fra loro e identiche: due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo. Per realizzarla sono stati messi a disposizione 101,574 milioni di finanziamento già previsti nel bilancio dello Stato nell’ambito del PNRR. Ci sarà un deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 e terminare entro la fine del 2026.
#3 Via Piranesi 18, un complesso di 3 nuovi edifici a firma dello Studio di architettura Barbieri & Negri
Poco distante, a lato del Palazzo del Ghiaccio, è in corso la riqualificazione del lotto di via Piranesi 18 a firma dello Studio di architettura Barbieri & Negri e curata dalla Cooperativa Solidarnosc Piranesi. Verranno costruiti tre nuovi edifici al posto di un vecchio magazzino logistico e recupero uno del primo novecento con affaccio sulla via.
#4 The Hug, 99 appartamenti di design dove prima c’era un edificio ad uso uffici
Al civico 38 di via Piranesi un edificio ad uso uffici verrà sostituito da un complesso residenziale di 99 appartamenti dal nome di The Hug. In tutto saranno tre edifici caratterizzati da un architettura comune in questi ultimi anni, il progetto è a firma dello Studio Asti Architetti e promosso da Nexity, con balconi protetti da frangisole verticali che riproducono il legno e un disegno apparentemente casuale per le aperture di balconi e finestre. All’interno è previsto un rigoglioso giardino interno ad uso condominiale. La conclusione dei cantieri è prevista nel 2024.
#5 In corso XII Marzo sorgerà il 5 Giornate Building al posto del cinema abbandonato
Dove un tempo sorgeva il Cinema Imperiale, e poi Cinema XII Marzo, al numero 14 di Corso XXII Marzo, ci sarà presto il 5 Giornate Building. Sarà un palazzo residenziale di 7 piani la cui realizzazione è portata avanti dalla società immobiliare Abitare. Il piano strada e il primo piano saranno destinati alle attività commerciali, il resto alle abitazioni. L’edificio avrà un’architettura elegante, con rivestimento in pietra e pietra artificiale e terrazze interne, e un totale di 19 appartamenti, trilocali e quadrilocali. La costruzione è entrata nel vivo all’inizio del 2023, mentre la consegna è prevista entro la fine del 2024.
L’obiettivo: creare una comunità e favorire un’economia circolare, oltre alla cooperazione tra persone. Inserita in una delle zone che sta subendo un’enorme trasformazione, questa gigantesca portineria sarà un hub dedicato agli abitanti del quartiere. Ecco dove si trova e di cosa si tratta.
A Milano la “PORTINERIA” più grande del mondo: servirà un intero QUARTIERE
# Hub Merlata, la portineria di quartiere
Hub Merlata è il progetto realizzato all’interno di Cascina Merlata per aiutare i suoi cittadini. All’interno sono proposti numerosi servizi tra cui quello di portineria e di ritiro della corrispondenza e dei pacchi, ma offre anche servizi dedicati alla casa e alla persona, dalle piccole manutenzioni edili, idrauliche, elettriche, fino al servizio di fisioterapia a domicilio o di dog-sitter. Hub Merlata vuole rispondere alle necessità della gente del quartiere, zona che si prevede che, entro il 2027, raggiungerà 15mila abitanti, diventando esempio virtuoso di social housing. Cooperazione e comunità sono le parole d’ordine per questa portineria gigante, ma anche attenzione all’ambiente e all’economia circolare. La portineria di quartiere Hub Merlata è già stata inaugurata qualche giorno fa, precisamente il 18 marzo, ed è pronta a semplificare la vita ai propri cittadini. Si trova in Via Pier Pasolini 5, Angolo Via Daimler 8.
# Il progetto di Cascina Merlata: da zona periferica a quartiere da vivere
Hub Merlata è solo un tassello da aggiungere al progetto di riqualificazione del quartiere che si pensa sarà capolinea della futura metro rosa. Cascina Merlata è infatti una zona periferica a nord-ovest della città, da qualche anno è protagonista di uno degli interventi urbani più ambiziosi di sempre. L’obiettivo generale della riqualificazione è quello di inserire funzioni tipicamente urbane all’interno di un’area periferica. Si tratta di una rinascita vera e propria per Cascina Merlata, quartiere nel quale verranno insediate funzioni residenziali, commerciali, culturali, ricreative, di servizio alla persona ed alle imprese. Alcuni edifici residenziali sono già stati realizzati altri si sta progettando di costruirli, ma in totale dovrebbero essere 690 appartamenti in edilizia convenzionata agevolata, 914 appartamenti in edilizia convenzionata ordinaria e altri 410 in fase di realizzazione.
# La comunità al centro
Il quartiere sarà ricostruito all’insegna della sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica: dal punto di vista energetico tutti gli edifici sono in Classe A+ e l’intero quartiere sfrutta sistemi di teleriscaldamento e geotermia. Un intervento attento anche alla comunità che abiterà il quartiere: al piano terra della maggior parte degli edifici ci saranno infatti palestre, servizi sportello bancomat e locali ad uso lavanderia. Non a caso il progetto di Cascina Merlata si chiama Social Village ed è nato per costruire una smart community, alcuni edifici saranno dedicati ad attività in grado di promuovere la conoscenza, la relazione e la collaborazione tra vicini di casa e all’interno del quartiere vengono organizzati corsi per il tempo libero o attività di gioco per i bambini.
Nel 2022 si sono registrati a Milano oltre 6,7 milioni di arrivi in città e più di 9 milioni nell’area urbana. Scopriamo chi sono i viaggiatori che amano visitare la città della moda, del cibo e del business, ma non solo.
I 7 TIPI di TURISTI che visitano Milano
# Fashionista
Non vuole perdersi nulla di ciò che riguarda la moda. Arriva in città con un’agenda fitta di appuntamenti con i più importanti stilisti, negozi di alta moda e sfilate. Ama passeggiare tra le vie dello shopping e le vie del lusso di Milano, cercando le ultime tendenze e le collezioni più esclusive.
Non si accontenta solo di visitare i negozi di alta moda e le sfilate, ma vuole anche scoprire i segreti del mondo della moda. Ama visitare i laboratori, dove può assistere alla creazione di abiti, borse e accessori, e anche avere la possibilità di creare qualcosa di unico e personalizzato.
# Culturale
Alla ricerca di arte, storia, architettura e musei. Visita musei, gallerie d’arte, chiese e monumenti storici come il Duomo, il Castello Sforzesco, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, la Pinacoteca di Brera e il Teatro alla Scala. Spesso sceglie di visitare la città durante la settimana, quando ci sono meno folle e le attività culturali sono al loro apice.
# Enogastronomico
Ama i sapori della tradizione milanese, ma è anche alla ricerca dei gusti unici che solo una grande città sa attirare. Arriva in città con l’intenzione di assaggiare i piatti tipici della cucina milanese, come il risotto alla milanese, l’ossobuco con la gremolada e la cotoletta alla milanese. Ma non si ferma solo alla cucina tradizionale, cerca anche i ristoranti più innovativi e trendy, quelli con una cucina fusion e internazionale, potendo provare l’esperienza di uno dei tanti ristoranti stellati in città.
Non si limita solo a gustare la cucina, ma vuole anche scoprire i segreti dell’enologia del territorio intorno alla città. Milano non è lontana dalle colline del Franciacorta e della Valtellina, famose per la produzione di vini pregiati. Ama visitare le cantine e le aziende vinicole della zona, degustare i vini locali e scoprire i segreti della produzione vinicola.
# Businessman
Non ha tempo da perdere. Durante la sua visita a Milano, cerca di ottimizzare ogni minuto del suo tempo, organizzando riunioni, incontri e pranzi di lavoro. Tuttavia, non si limita solo alle attività lavorative, ma cerca anche di approfittare della città visitando le principali attrazioni turistiche e assaporando la cucina locale.
Inoltre, apprezza anche le attività ricreative e culturali che la città ha da offrire, come i concerti, le mostre d’arte e gli eventi sportivi, che possono rappresentare anche un’ottima occasione per stringere nuove relazioni di lavoro.
# Turista del weekend
Arriva a Milano alla ricerca di un po’ di relax e svago. Ama passeggiare tra le vie del centro, visitare musei e gallerie d’arte, ma anche godersi la vita notturna della città.
Ama anche scoprire la parte moderna e contemporanea di Milano. Come i quartieri multietnici e artistici, Isola, Porta Nuova e Brera, dove si trovano gallerie d’arte, street art e locali alla moda. Ama passeggiare tra queste zone, scoprire gli ultimi trend e assaggiare le specialità culinarie proposte da ogni quartiere.
# Turista di eventi
Arriva a Milano per seguire le principali manifestazioni che la città ha da offrire. Ama i concerti, le mostre d’arte, i festival della moda, lo sport, le fiere e segue con attenzione il calendario degli eventi.
Ma non si limita solo alle manifestazioni più famose e blasonate, vuole anche scoprire gli eventi più nascosti e insoliti. Milano ospita infatti molti eventi di nicchia, come quelli dedicati alla Filosofia, alla Scienza, all’Arte Contemporanea e al Cinema, dove si possono scoprire nuovi talenti e tendenze.
# Turista in famiglia
Arriva a Milano con i figli al seguito. Ama scoprire la città con i bambini, visitando parchi, musei interattivi e attrazioni per famiglie. Milano offre molte opportunità per le famiglie, con parchi come il Parco Sempione e il Giardino Zoologico e musei come il Museo di Scienze Naturali o quello della Scienza e della Tecnica.
Ama visitare luoghi dedicati ai più piccoli, come l’acquario civico, il planetario o il MUBA e passeggiare nei grandi parchi cittadini. Spesso non si fa mancare una visita fuori città per il vicino parco di divertimenti Leolandia, dove si possono trovare attrazioni per tutte le età, con giochi e spettacoli.
Sono sempre stato un appassionato di cinema. Negli anni della mia gioventù, l’appuntamento nelle sale cinematografiche era quasi d’obbligo. La lettura di articoli e riviste specializzati era quasi un’ossessione. Il sognare, un giorno, di lavorare per il cinema era un desiderio che non mi faceva, quasi, dormire la notte. Quando passeggiando per piazza Duomo, ho trovato la pubblicità di una scuola di scrittura creativa e regia cinematografica, ho avuto la sensazione che, in qualche modo, il mio desiderio fosse alla portata di mano, che si potesse realizzare.
Da quel momento in poi, le mie letture si sono concentrate tutte sull’argomento cinema. Era una bella sensazione spendere giorni interi nelle librerie e acquistare monografie, sceneggiature, tornare a casa e studiarle fino ai minimi dettagli. Uno di quei posti, da me frequentati al tempo, era il cinema Anteo che da sempre è sinonimo di buon cinema e di cultura.
Una COLAZIONE da CINEMA
# L’Anteo, non solo un cinema
La storia del cinema Anteo comincia alla fine degli anni Settanta, quando Lionello Cerri decide di rilevare in via Milazzo una vecchia sala cinematografica ormai in stato di abbandono da anni. La struttura, come anche diversi palazzi nei dintorni, è tipica dell’architettura fascista e Cerri, deciso a modificare radicalmente tutto, contatta l’architetto Renzo Gerla che propone di ammorbidire e smussare gli angoli e allontanarsi definitivamente dalla concezione razionalista del Ventennio. L’intuizione di Cerri risulta vincente e negli anni successivi, nonostante i notevoli e diversi cambiamenti del quartiere, il cinema Anteo diventa un punto di riferimento degli appassionati di cinema. Come altre sale cinematografiche, ha dovuto subire l’avvento delle prime Pay per View (Tele+, Stream), l’avvento di Sky, Netflix, Amazon ecc..
Consapevole dei grandi cambiamenti in corso per cinofili, nel 2017 decide di acquistare nuovi spazi adiacenti e fa nascere quello che oggi conosciamo come Anteo Palazzo del Cinema. Un progetto ambizioso che comporta un ampliamento importante, le sale diventano undici dislocate su quattro piani e infine il bar diventa anche un ristorante e la libreria è un punto di ritrovo per parlare del film appena visto. Insomma non solo un cinema, ma un vero e proprio progetto culturale. Oltre alla rinomata programmazione dei film di Ken Loach, Jim Jarmush, Alex Infascelli o Nanni Moretti, le sale vengono ustae anche per presentazioni letterarie.
# Facciamo colazione all’Anteo?
I cinema da sempre aprono al primo pomeriggio. L’Anteo decide di invertire questa regola non scritta e da qualche anno propone, tra i vari eventi, la rassegna Colazione all’Anteo.
Questo progetto nasce dopo la riapertura delle sale in seguito alla pandemia. Domenica e mercoledì, il cinema apre alle dieci del mattino e al costo di cinque euro si può fare una colazione con caffè o cappuccino con mini brioche e in seguito andare al cinema a vedere le ultime programmazioni. I film proposti, durante questa rassegna innovativa, non sono di certo pellicole minori, infatti, abbinati alla colazione sono stati proiettati titoli come: La Mano Di Dio di Paolo Sorrentino, Tre Piani di Nanni Moretti, Emprire of Lights diì Sam Mendes, Mixed by Erry di Sydney Sibilia e anche piccolo blockbuster come Shazam o Creed 3.
Sul sito dell’Anteo si trovano informazioni complete e dettagliate che fanno dello spazio non un semplice cinema, ma un posto dove si respira a trecentosessanta gradi un’esperienza con la settima arte in maniera totale. Anche gastronomica.
La primavera a Milano è straordinaria. E’ un periodo magico da vivere in città e fuori. Nell’arco di massimo un’ora/un’ora e mezza di macchina si possono vivere esperienze uniche. Ne abbiamo scelte dieci.
10 GITE TIPICHE dei milanesi a PRIMAVERA
#1 Montevecchia
«Quella delle terrazze di Montevecchia è tra le più belle posizioni della Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie, e si affaccia dritto a sud; nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa. […] Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume, le nebbie, che salgono dalle pianure e dai laghi la sfiorano fruttuosamente» E’ considerato il “monte di Milano”, da cui si gode una vista magnifica sulla città che dista una trentina di chilometri. Sul punto più alto sorge il santuario della Beata Vergine del Carmelo, di origini medievali.
I Pian dei Resinelli si trovano su una grande sella ai piedi della Grignetta, tra i 1200 e i 1300 metri d’altitudine, e si estendono sui comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco. Si raggiungono da Lecco in trenta minuti d’auto. Dalla loro posizione si gode una splendida vista che spazia fino al Monte Rosa, dominando la pianura, il ramo di Lecco e i bacini dell’Alta Brianza. Dai Pian dei Resinelli partono numerosissime escursioni che portano a rifugi (rifugio Porta, rifugio Rosalba, rifugio Antonietta, rifugio Brioschi). Gita apprezzata dai free climbers che trovano, sulle guglie della Grignetta, numerose vie di arrampicata adatte a tutte le difficoltà.
Il punto di partenza della teleferica è situato in località Versasio, sempre nel lecchese. In 5 minuti permette di raggiungere i 1300m dei Piani d’Erna. Per gli amanti del brivido si può fare trekking fino alla cima del monte, un vero e proprio balcone da cui godere di una vista mozzafiato. Altre funivie o funicolari che portano sopra il lago si trovano anche a Barzio con i Piani di Bobbio, Moggio con i Piani di Artavaggio e Margno con il Pian delle Betulle.
#4 Parchi avventura
I più arditi possono provare una scarica di adrenalina nei diversi parchi avventura presenti nelle vicinanze di Milano. C’è chi offre un volo sopra un canyon, la camminata sospesi su un filo o il bungee jumping. Segnaliamo il più grande parco della Lombardia (www.jungleraiderpark.com) o quelli più vicini: Rescaldina (Via Pietro Nenni, 20027 Rescaldina MI) o quello di Caglio (Lecco) con un percorso di circa due ore.
#5 Villa Carlotta a Tremezzo (Lago di Como)
Luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice direttamente sul lago. In primavera (ma bisogna beccare proprio il momento giusto) il giardino di Villa Carlotta offre un autentico mare di azalee multicolori, disposte in alti cuscini arrotondati lungo alcuni sentieri. L’effetto è straordinario, sia per la varietà cromatica, sia per le dimensioni raggiunte dagli arbusti. All’interno si trovano alcune importanti statue tra cui alcune del Canova e un quadro di Francesco Hayez.
In generale il lago di Como è una tappa d’obbligo per una gita in primavera. Bellagio, Cernobbio, Menaggio, Lenno, c’è l’imbarazzo della scelta.
#6 Santuario della Madonna del Ghisallo
In mezzo ai due rami del lago di Como sorge il piccolo Santuario della Madonna del Ghisallo dal quale si può godere un’incantevole vista. Dall’inizio del Novecento, il santuario divenne meta di molti ciclisti professionisti e amatoriali e tanta era la diffusione di questo particolare percorso che alla fine della II Guerra Mondiale, la Madonna del Ghisallo fu proclamata Patrona ufficiale dei ciclisti italiani. L’interno del Santuario ospita centinai di cimeli dei ciclisti di ogni tempo: bici, magliette, medaglie, gagliardetti, coppe. Nel 2006 è stato inaugurato il Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo, posto sul piazzale alla destra del Belvedere Romeo, aperto durante i weekend.
#7 Grazzano Visconti: il borgo e il castello
Il borgo, interamente disegnato dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone con l’aiuto dell’architetto Campanini, riprende lo stile rinascimentale e si sviluppa a ferro di cavallo intorno al castello. Il Duca lo ha progettato in modo che i suoi abitanti avessero tutte le comodità e i vantaggi dell’epoca moderna e al tempo stesso vi potessero studiare e lavorare per esprimere la propria creatività attraverso le arti e l’artigianato, come avveniva nel periodo medioevale. Nei dintorni di Piacenza a poco più di un’ora da Milano.
Si rimane dentro i confini della città metropolitana, a una trentina di chilometri da Milano, a 5 da Abbiategrasso. Colline e boschi presso il Ticino. La principale attrazione è l’omonima Abbazia cistercense di epoca medievale.
#9 La biciclettata lungo l’Adda (Trezzo sull’Adda lungo la Martesana)
Fra i più interessanti itinerari per gli amanti delle due ruote è quello della Martesana: seguendo il canale del Naviglio Piccolo in direzione contraria al corso dell’acqua si raggiunge il fiume Adda a Trezzo, attraversando in circa 30 km dieci diversi comuni della Brianza. Una volta arrivati a Trezzo si può proseguire il giro sull’Adda fino alla famosa centrale idroelettrica in stile modernista, costruita nel 1906.
#10 Primo bagno in Liguria
Niente di meglio che vivere una domenica di primavera al mare, osando un primo bagno, soprattutto se si è emuli di Wim Hof. A Ponente suggeriamo Varazze o Varigotti. A Levante Camogli, Santa margherita, Punta Chiappa e Recco con focaccia al formaggio.
Una magica passeggiata sopra i boschi svizzeri per immergersi nella natura e guardare il mondo da un altro punto di vista. È questa la spettacolare esperienza che ci regala il treetop walk di Necktal, il primo sentiero sospeso tra le cime degli alberi della Svizzera. A quattro ore da Milano: ma merita il viaggio.
Una CAMMINATA tra le cime degli ALBERI, non (troppo) lontano da Milano
# Camminare su un sentiero sospeso tra gli alberi
Il sentiero sospeso tra le cime degli alberi del bosco si trova a Mogelsberg, un tempo comune a sé stante e oggi frazione di Neckertal, comune nato dall’unione di paesi più piccoli di cui Mogelsberg è il capoluogo.
Nel pittoresco paese svizzero con la chiesetta bianca dal campanile appuntito sorge il bosco dove è stato costruito questo spettacolare percorso pedonale.
# Un sentiero di 500 metri in armonia con l’ambiente circostante
Il sentiero di Mogelsberg è formato da una struttura in legno e acciaio che garantisce stabilità al percorso e allo stesso tempo si integra in armonia con l’ambiente circostante.
La passerella è lunga circa 500 metri e si alza dolcemente tra gli alberi fino a raggiungere la vetta delle chiome a circa 20 metri d altezza. Per chi non soffre di vertigini è possibile salire ancora, fino alla piattaforma panoramica a 50 metri di altezza, dalla quale ammirare un panorama mozzafiato sulle colline e le montagne circostanti. Il sentiero è privo di barriere architettoniche ed è dotato di paratie di sicurezza per permettere a tutti, anche chi è in carrozzina, di raggiungere la cima degli alberi e vivere questa meravigliosa esperienza.
# Quaranta stazioni per vivere i suoni e i profumi della foresta
Lungo il sentiero si trovano circa quaranta stazioni che danno informazioni utili sul luogo e sull’habitat naturale. Il sentiero permette infatti di ammirare da vicino le piante e gli animali che le abitano, immersi nei suoni naturali e nel profumo del bosco. Un’esperienza naturale a contatto con il mondo animale e vegetale che permette di scoprire i segreti del bosco e i suoni della foresta.
Milano è la città del futuro e si trasforma sempre, a volte lasciandosi alle spalle anche qualcosa di caro. Come i luoghi dell’infanzia dove un tempo i milanesi passavano a divertirsi per ore ed ore. Scopriamo quelli che innescano più nostalgia.
I LUOGHI del nostro TEMPO delle MELE a Milano (che non esistono più)
# Il Luna Park alle Varesine
Alla fine degli anni ’60 dopo la demolizione della stazione ferroviaria delle Varesine, sostituita qualche centinaio di metri più avanti da quella di Porta Garibaldi, e la rimozione di binari dei binari, lo spazio lasciato vuoto fu occupato dal Luna Park delle Varesine. L’’area fu interamente occupata dalle giostre dal 1972 fino allo sfratto avvenuto a metà degli anni ’80, quando le Ferrovie dello Stato vendettero l’intera area, e alla chiusura definitiva nel 1998. Chi è nato prima della seconda metà degli anni settanta si ricorda bene il profumo di zucchero filato o il primo giro sulle montagne russe con vista da batticuore su Milano. Era anche un classico festeggiare qui in stile Grease la licenza media o la maturità.
Lo zoo di Milano nei giardini di Porta Venezia con zebre, orsi, ippopotami, tigri, leoni, foche, serpenti e soprattutto l’elefantessa Bombay con il suo spettacolo è stato per quasi 70 anni una meta obbligata per i bambini di Milano. Inaugurato nel 1923 riscosse un gran successo ma con il tempo il numero degli animali diminuì, riducendo la presenza, e inoltre le gabbie troppo piccole e le pessime condizioni di vita degli animali portarono a numerose proteste. Nel 1992 la struttura chiuse definitivamente i battenti.
Fino agli anni ’70 Milano era ricchissima di sale cinematografiche, oltre 160. Il centro era una vera e propria “Broadway Milanese” scintillante di luci e di locandine dei cinema. Andare al cinema per molti significava andare in centro. Tra i cinema più famosi si ricordano il Corso, l’Astra, l’Excelsior, il Manzoni e il Capitol che ospitò nel 1960 la prima milanese de La dolce vita e le prime nazionali di Rocco e i suoi fratelli e de La ciociara, con la presenza di Vittorio De Sica e Sophia Loren.
Il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, costruito nel 1924 a pochi passi dall’antica fabbrica del ghiaccio Frigoriferi Milanesi, che serviva l’Ortomercato, aveva una tra le piste di pattinaggio coperte più grandi d’Europa. Ma non solo. Il Palazzo del ghiaccio è stata anche uno storico spazio di concerti, specie negli anni sessanta. Tutto il complesso è diventato caveau privato sotterraneo, mentre l’edificio con la pista per pattinare dal 2002 è stato trasformato in uno spazio congressi e meeting.
Il Palasport di San Siro, a poche decine di metri dallo stadio Meazza con il quale formava un grande polo sportivo, era un’arena coperta dedicata a sport e concerti. Inaugurato a metà anni Settanta, era uno dei più grandi del mondo e poteva contenere 18mila spettatori, ma fu utilizzato solo fino al 1985 quando la grande nevicata fece crollare la copertura. In seguito demolito, su parte dell’area potrebbe sorgere il nuovo stadio di calcio.
# Il nuovo Arti
Per molti è stato lo svezzamento cinematografico. Non solo proiettava film ma prima e dopo la proiezione si intrattenevano i piccoli milanesi con spettacoli con pupazzi a grandezza umani rappresentanti i personaggi i Walt Disney. Aperto nel 1951 dopo la ricostruzione di un palazzo distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il cinema Arti (circa 500 posti) era in via Mascagni, poco lontano da piazza San Babila, e nei primi decenni era una sala d’essai ospitando film d’autore. A partire dal 1977 il cinema con la nuova gestione di Luigi De Pedys, cambia radicalmente natura: abbandona il film d’autore, stipula un contratto in esclusiva con la casa Disney e si qualifica come Nuovo Arti – Casa Disney. Da questo momento fino alla chiusura offre film per bambini. L’inaugurazione della sala avviene il 14 settembre 1977 con una serata di gala cui partecipano, tra gli altri, il capo divisione Disney Europa e il sindaco Tognoli. Il film d’apertura è Paperino e c. in vacanza. Il cinema Arti ha chiuso nel 2006.
# La Fiera Campionaria
Non si può concludere con quello come era l’appuntamento fisso della primavera dei milanesi. Prima del Fuorisalone, prima di Expo era la grande fiera in cui per giorni si trovava quello che sembrava il meglio che di nuovo il mondo aveva da offrire. La Fiera Campionaria era una città nella città. Fu inaugurata nel 1920, inizialmente a Porta Venezia, ma dopo tre anni trovò la sua sede permanente, nell’area dietro piazza Amendola dove oggi c’è City Life. Tra le più gloriose, l’edizione del 1968 che ebbe 13687 espositori provenienti da 67 nazioni e venne visitata da più di 4 milioni di persone.