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I MILANESI sono… ?

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Simone Lunghi e Delia Giubeli presso La Lory Costumi ritratti da Andrea Cherchi (c)

Se si digita su Google “I milanesi sono…” appaiono ai primi cinque posti queste ricerche che esprimono come i cittadini di Milano vengono più frequentemente definiti. Vediamo queste cinque scelte che presentano diverse sorprese. E quali sono le definizioni più comuni nelle ricerche per gli abitanti di altre città italiane?

I MILANESI sono… ? Le 5 RISPOSTE di Google

#5 I milanesi sono SIMPATICI

Simone Lunghi e Delia Giubeli presso La Lory Costumi ritratti da Andrea Cherchi (c)

Tra le molti virtù dei milanesi non spicca per fama certo quella di essere dei simpaticoni, per questo il risultato può sembrare sorprendente. Eppure le ricerche di Google mettono la simpatia nella top five, all’ultimo gradino, tra le caratteristiche usate per definirci. La prossima però è ancora più una sorpresa.

#4 I milanesi sono TIRCHI

nuvola di Fantozzi

La grande sorpresa: la Milano con il cuore in mano sembra sparita, almeno su Google. Può essere che la recente crisi economica, dovuta prima alla pandemia e poi alla guerra, abbia costretto molti milanesi a tirar la cinghia e ad essere meno generosi di prima. Da questo a pensare che i milanesi sarebbero diventati come i genovesi, tirchi, fa un po’ sorridere. 

#3 I milanesi sono SNOB

Connessi all’opera – Signorina Snob

L’immagine snob accompagna da sempre chi è di Milano. D’altra parte uno dei modi di definire i milanesi è bauscia, quel modo gradasso con cui ostenta un senso atavico di superiorità nei confronti del resto del mondo. 

#2 I milanesi sono FREDDI

Brrrr… Altro stereotipo che dura da secoli: la proverbiale freddezza dei milanesi. Dicono che “sei fredda e senza pietà”, forse per il clima invernale, forse per la dominazione Asburga, o forse semplicemente perché meno sguaiata di altre zone d’Italia, forse tutto questo spiega perché al secondo posto nelle ricerche su Google i milanesi risultano “freddi”. 

#1 I milanesi sono ANTIPATICI

Pozzetto nel film Ricky e Barabba

The winner is…”antipatici“. Niente. Sembra che tra le ricerche dei connazionali a trionfare sia un altro aspetto di cui non essere così fieri. Quindi antipatici, snob, freddi e tirchi: ma davvero, cari amici italiani, ci vedete così?

Per concludere vediamo al primo posto cosa appare nelle ricerche per gli abitanti di altre città.

Gli altri sono… (per Google)

I torinesi sono… antipatici (secondo: falsi e cortesi)

I bergamaschi sono… freddi (secondo: ignoranti, terzo: muratori)

I genovesi sono… tirchi (secondo: davvero tirchi)

I fiorentini sono… antipatici (secondo: chiusi, terzo: maleducati)

I romani sono… italiani (secondo: antipatici, terzo: simpatici)

I napoletani sono… spagnoli (secondo: di cuore, terzo: pigri)

Continua la lettura: La NON guida per i MILANESI in PROVINCIA: cosa NON FARE quando si esce dalla città

FABIO MARCOMIN

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L’incredibile storia del CASTELLO costruito da un SOLO UOMO

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Credits viajandoentrerascacielos IG - Castillo de las Cuevas

Un sogno diventato realtà grazie a duro lavoro, perseveranza, pazienza e un pizzico di follia. Scopriamo questa affascinante storia, come è fatto il castello e dove si trova.

L’incredibile storia del CASTELLO costruito da un SOLO UOMO

# Il castello medievale costruito pietra su pietra

Credits nayako IG – Torre e merletti Castillo de las Cuevas

Serafin Villaràn nato nel 1935 a Cebolleros, nel Nord della Spagna, in provincia di Burgos, ha sempre avuto il sogno di realizzare un maniero. Senza conoscenze architettoniche e ispirandosi ai disegni dei castelli delle favole, nel 1978 compra un terreno e inizia a costruire poco alla volta il suo capolavoro. Utilizza cemento e pietre e sassi dei vicini fiumi Trueba e Nela, nonostante non siano i più adatti per le opere in muratura in quanto necessitano di molta malta, per trasformare il suo sogno in realtà.

# 20 anni per realizzare un sogno

Credits ec_viajero IG – Sommità Castillo de las Cuevas

L’uomo dedicò 20 anni della sua vita per realizzare il maniero da fiaba: Serafin ha lavorato tutti i fine settimana, nei giorni feriali era impegnato come saldatore in fabbrica, con perseveranza e pazienza per dar vita a un castello con uno stile tra medievale e moderno. Il Castillo de las Cuevas, “Castello delle Grotte” oggi domina in posizione panoramica sulla Sierra de la Tesla e dona notorietà alla piccola comunità attirando turisti da tutta la Spagna.   

# Cinque piani e una superficie di 300 mq

Credits viajandoentrerascacielos IG – Castillo de las Cuevas

Il castello si sviluppa su cinque piani, per una superficie di circa 300 mq, con al suo interno un bar/cantina al piano terra, un salone al primo piano e un forno al terzo per cucinare una grande quantità di cibo. A conferire al castello l’aspetto fiabesco sono le torri circolari e merlate, impreziosite dalle pietre arrotondate dei fiumi. Serafin non ha purtroppo potuto vedere l’opera ultimata, perché scomparso nel 1998, ma ci hanno pensato i suoi figli Yolanda e Luis ad investire annualmente i soldi necessari a terminarlo.

Oggi si può visitare gratuitamente, anche se sono gradite donazioni per sostenere gli ingenti costi di mantenimento, e non c’è alcuna intenzione di trasformare il castello in un’attività commerciale per non “sporcare” il sogno del padre.

 

Fonte: SiViaggia

Continua la lettura con: Le TORRI più STRANE del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Il NUOVO PIANO CASA del Comune: riuscirà a sconfiggere il CARO AFFITTI?

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Credits Andrea Cherchi - Case Milano

Il continuo rialzo del prezzo degli affitti a Milano, le ultime rilevazioni la pongono tra le prime città in Europa per il maggior aumento annuale, aumenta le preoccupazioni sul futuro della città che rischia di vedere tagliati fuori giovani e le forze più creative. Prova a venire in soccorso l’amministrazione che presenta il nuovo piano casa. 

Il NUOVO PIANO CASA del Comune: riuscirà a sconfiggere il CARO AFFITTI?

# Gli obiettivi del Piano Casa 2025

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Dal 20 al 22 marzo 2023 si è tenuto il Forum dell’Abitare organizzato dal Comune di Milano per discutere del Piano Casa 2025 e delle strategie da adottare per rendere più facile, sicuro e economico trovare casa anche per le fasce di popolazione più deboli. L’obiettivo del piano è di gestire il caro-affitti, migliorare la qualità della vita nei quartieri popolari, affrontare la questione degli affitti brevi e del costo degli immobili difendendo il diritto di vivere a Milano a prezzi accessibili a giovani, studenti e lavoratori. Tra gli obiettivi a medio termine c’è quello di avere una società capace di ritornare a creare un patrimonio immobiliare, con 25.000 case popolari e 10.000 a prezzi convenzionati, con una visione allargata alla città metropolitana visto anche i futuri sviluppi della rete del trasporto pubblico. 

# Gli interventi legislativi richiesti: limiti agli affitti brevi  

Calderoli Meloni

Per poter ottenere i risultati sperati il Piano Casa, come ipotizzato dal Comune di Milano, dovrà essere supportato da alcuni interventi legislativi del governo. In primis una legge che consenta di gestire e limitare a livello locale il numero degli affitti turistici come già consentito a Venezia e nello specifico per gli appartamenti di proprietà di società. L’Assessore alla Casa e Piano Quartieri, Pierfrancesco Maran, sulla sua bacheca facebook ha scritto: “credo che sia necessario intervenire con il principio ‘per un proprietario un solo annuncio. Significa permettere di affittare temporaneamente la propria casa o una seconda casa, garantendo i piccoli risparmiatori e chi utilizza questa forma di reddito aggiuntivo ma, allo stesso tempo, limitare chi ha diversi immobili e le società private che stanno convertendo edifici in questa direzione.”

L’altro intervento richiesto riguarda l’introduzione di un sistema di detrazioni fiscali rilevanti sull’affitto o sussidi come succede nella maggioranza dei Paesi europei. 

# I primi tre progetti messi in campo

Case popolari San Siro

Nell’attesa che la strategia diventi operativa la giunta comunale ha approvato i primi tre progetti per cercare di rispondere all’esigenza abitativa:

  • nel programma “Casa ai Lavoratori” si prevede la possibilità per lavoratori con Isee fino a 26mila euro di prendere in affitto uno dei primi 300 appartamenti di proprietà comunale sfitti individuati dall’amministrazione, in cambio della ristrutturazione che sarà in parte dedotta dai costi della locazione agevolata e che consentirà di avere un’abitazione a circa la metà del prezzo di mercato. L’obiettivo è salire a 2.000 alloggi nei prossimi mesi. I lavoratori a cui è rivolto il programma sono quelli dei servizi essenziali e alle aziende pubbliche e private che decideranno di collaborare con il Comune di Milano;
  • con la delibera “Sostegno Affitti Natalità” viene stanziato un contributo di 250 euro al mese per tre anni alle famiglie under 35 residenti a Milano con un figlio nato nel 2023 e con Isee fino a 30mila euro. A questo bonus è stato destinato un fondo di 3 milioni di euro;
  • con la delibera “Move-in San Siro“, legata al Programma Innovativo della Qualità dell’Abitare, si prevede la riqualificazione e razionalizzazione di unità immobiliari e parti comuni nel quartiere di San Siro, per un totale di 119 appartamenti di cui 75 di proprietà comunale in via Paravia e altri 44 alloggi di proprietà Aler da individuare. Saranno destinati a specifici progetti sociali.

Continua la lettura: Il rialzo record degli AFFITTI in un ANNO a Milano

FABIO MARCOMIN

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In anteprima la STAZIONE di SAN BABILA della M4: le immagini a tre mesi dall’inaugurazione

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Liberata Grasso Fb - Stazione San Babila

Procedono i lavori per l’apertura della futura stazione di San Babila della quinta linea metropolitana di Milano. Vediamo le ultimi immagini del cantiere di Liberata Grasso pubblicate sul gruppo facebook “Milano – Progetti e cantieri”.

In anteprima la STAZIONE di SAN BABILA della M4: le immagini a tre mesi dall’inaugurazione

# Il cantiere di San Babila avanza in attesa dell’apertura della stazione

Prosegue il conto alla rovescia per l’inaugurazione della nuova stazione M4 di San Babila, prevista per il 30 giugno 2023 insieme a quella di Tricolore, con il cantiere che inizia a mostrare dove e come saranno gli accessi per i viaggiatori. Le foto di Liberata Grasso pubblicate sul gruppo facebook “Milano – Progetti e cantieri” mostrano gli ascensori e le scale mobili già allestite con copertura e insegna e le scale fisse già realizzate al grezzo.

In particolare si vede l’ascensore sul lato della piazza opposto a quello in cui sono presenti le fontane, affiancato da scale fisse, e le scale mobili su Corso Europa. 

Liberata Grasso Fb – Scale stazione San Babila a fianco scale M1

Una delle scale fisse è affiancata a quella della M1, che conduce anche al negozio di elettrodomestici.

Credits Urbanfile – M4-M1 Stazione San Babila

L’interscambio tra M1 e M4 sarà possibile solo uscendo e rientrando dai tornelli, come si vede nelle piantina della stazione.

Leggi anche: La nuova stazione della M4 di SAN BABILA

# La nuova maxi area pedonale del centro

Liberata Grasso Fb – Stazione San Babila cantiere marciapiedi

I lavori non riguardano solo la stazione ma tutta l’area in superfice che diventerà pedonale e che sarà al centro della maxi trasformazione che vedrà coinvolti le vie limitrofe: Largo Toscanini, via Durini, Largo Augusto e via Verziere. Al momento infatti è in corso la posa di porfido/pietre sull’area un tempo occupata dai parcheggi per auto sul lato verso Corso Matteotti, che allargherà così il perimento di piazza San Babila, e che proseguirà anche in tutta la porzione di piazza occupata dal cantiere della stazione.

Credits Comune di Milano – Piazza San Babila

Si prevede anche la piantumazione di alberi e nuove aiuole, panchine o altri tipi di sedute. Al termine dei lavori solo i passaggi tra Corso Monforte e Corso Matteotti e l’imbocco con Corso Venezia rimarranno utilizzabili dai veicoli a motore privati. 

Leggi anche: Il centro di Milano diventerà una MAXI AREA PEDONALE: le 5 grandi TRASFORMAZIONI previste

Continua la lettura: La METRO di Milano avrà una STAZIONE FANTASMA?

FABIO MARCOMIN

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La PORTA SUD delle ALPI: rivoluzionerà il trasporto stradale tra MILANO e la SVIZZERA

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Credits comozero - Tunnel Monte Olimpino

Una rivoluzione per i trasporti stradali e una trasformazione paesaggistica dei territori di confine tra i due Paesi. Ecco cosa prevede il progetto.

La PORTA SUD delle ALPI: rivoluzionerà il trasporto stradale tra MILANO e la SVIZZERA

# Una rivoluzione per i trasporti stradali e una trasformazione paesaggistica

Credits marinamigliasso IG – Dogana di Brogeda

Tra i diversi argomenti discussi durante il convegno sul tema AlpTransit tenuto le scorse settimane a Villa Olmo, Como, c’è stato anche la “Porta sud delle Alpi”. Il progetto, in fase di studio dal 2019 e frutto di una ricerca del Politecnico federale di Zurigo, se realizzato potrebbe rivoluzionare i trasporti su strada tra Monte Olimpino e Ponte Chiasso e quindi tra Italia e Svizzera. Tutto questo sarebbe accompagnato da una trasformazione urbanistica e paesaggistica visto che la maggiore parte del traffico pesante verrebbe convogliato in un tunnel sotterraneo liberando la viabilità in superficie. 

Tra le ipotesi di trasformazione del paesaggio il progetto transfrontaliero “Parco fluviale foce del Breggia” tra Chiasso e Como, con una riqualificazione degli spazi verdi e dei percorsi pedonali escursionistici e ciclabili.

# Si prevede una galleria di 4 km e lo smantellamento della dogana di Brogeda

Credits comozero – Tunnel Monte Olimpino

In base al piano proposto verrebbe costruita una galleria della lunghezza di 4 km con partenza dall’uscita autostradale di Monte Olimpino e fine dopo la collina del Penz nel Canton Ticino. La dogana di Brogeda verrebbe smantellata e realizzata altrove. Tra le ipotesi sul tavolo, come riporta Comozero e come spiegato dall’architetto Elena Fontana dello Studio Demattè Fontana che si è occupata del progetto, c’è il mantenimento dell’uscita di Monte Olimpino o l’innesto del nuovo tracciato all’altezza di San Fermo. Il tratto autostradale esistente dismesso, a questo punto, verrebbe declassato a strada statale. Inoltre, le aree residenziali a ridosso di questo tratto verrebbero sgravate dal traffico ‘parassitario’, che non porta dei vantaggi all’economia locale perché è un traffico di passaggio”. Tra i fattori positivi del progetto ci sarebbe anche “l’integrazione di progetti di mobilità lenta e rigenerazione urbana” dato che aumenterebbe “la capacità di interscambio tra i traffici su gomma e i traffici su rotaia“.    

# Il sogno della metropolitana tra Como e Lugano

Credits g_trains_ IG – Alptransit

Anche il trasporto ferroviario potrebbe vedere presto un miglioramento significativo visto che, accanto al progetto della galleria stradale, durante il convegno si è parlato di come risolvere il problema dei collegamenti veloci tra l’Italia e la Svizzera. Con la completa realizzazione dell’AlpTransit verrebbe superata la saturazione dei treni tra Lugano, Chiasso e Como libererebbe le tracce utilizzate per il traffico locale a servizio dei treni ad alta velocità. Si verrebbe a creare una sorta di stazione “unica”, le stazioni dei comuni di Chiasso e Como sono separate da appena 3-4 km, dando vita alla nuova metropolitana ticinese-lombarda

Sul lato svizzero il tracciato proposto permetterebbe di connettere direttamente ferrovia e autostrada integrandosi con il progetto “Porta sud delle Alpi” per una rivoluzione completa di tutti i collegamenti tra Italia e Svizzera.

Fonte: Comozero

Continua la lettura: Il SOGNO della METROPOLITANA tra COMO e LUGANO. Il passo successivo: UNIRLA a quella di MILANO?

FABIO MARCOMIN

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🔴 I CANTIERI del METROTRAM Milano-Brianza in TEMPO REALE: le ultime novità sulle 25 fermate negli 8 Comuni della linea dei record

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Tram Milano Seregno

A metà marzo 2023 è avvenuta la consegna dei lavori all’impresa per l’avvio ufficiale del cronoprogramma previsto per la realizzazione dell’opera. E’ ora online il sito per vedere tutti gli aggiornamenti sulla nuova infrastruttura. Vediamo quali informazioni si possono trovare e le ultime novità sul progetto.

I CANTIERI del METROTRAM Milano-Brianza in TEMPO REALE: le ultime novità sulle 25 fermate negli 8 Comuni della linea dei record

# Quali informazioni sono disponibili nella pagina dedicata al progetto 

Pagina metrotranvia Città Metropolitana di Milano

Sul sito della Città Metropolitana di Milano è disponibile una pagina dedicata al progetto della nuova metrotranvia che andrà da Milano Parco Nord a Seregno FS. Tra le informazioni disponibili ci sono i nomi dei referenti politici e tecnici dell’ente metropolitano responsabili a vario titolo della realizzazione dell’opera, il dettaglio delle risorse stanziate, i documenti e le relazioni sul progetto a far data dal 2009 e nell’area “work in progress” tutti i passi compiuti fino ad oggi e dove saranno inseriti gli aggiornamenti sui cantieri.

Leggi anche: Presentato il CRONOPROGRAMMA per la nuova METROTRANVIA MILANO – BRIANZA: gli 8 Comuni e le 25 fermate del PERCORSO

# Le curiosità sulla linea del record: il tracciato, gli interscambi e i numeri del progetto

lavori consisteranno nella demolizione del dismesso obsoleto impianto tranviario, la nuova metrotranvia sostituisce la dismessa tranvia extraurbana Milano – Desio prolungando il percorso a Seregno, nel rifacimento integrale dell’attuale struttura di armamento e trazione elettrica e nell’installazione dell’innovativa tecnologia impiantistica e di segnalamento. Queste le principali curiosità sulla linea dei record.

  • La lunghezza del percorso: il percorso si sviluppa lungo 14,3 chilometri
  • La distanza tra le fermate: e 25 fermate avranno una distanza media di 540 metri
  • I comuni coinvolti: i comuni attraversati saranno otto, Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.
  • Gli interscambi: al capolinea sud la linea interscambierà con la stazione metropolitana di Maciachini M3, poi sempre a Milano nel quartiere di Niguarda con la futura metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. Al capolinea nord di Seregno ci sarà invece l’interscambio con l’omonima stazione ferroviaria con collegamenti per Saronno, Malpensa, Como, Carnate, Bergamo (Orio al Serio) e Monza. 
  • I costi: l’investimento complessivo è di 258,575 milioni di euro, ripartiti tra Stato, 160 milioni, e Regione Lombardia con gli enti locali, 98 milioni.

# I nuovi tram bidirezionali

ufficio stampa ATM

Il servizio sarà esercito da 18 nuovi tram bidirezionali Tramlink prodotti dall’azienda svizzera Stadler, come l’esemplare arrivato dallo stabilimento di Valencia e consegnato ad ATM nel 2022 e parte di una commessa complessiva di 80 mezzi. Lunghi circa 25 metri, con tre carrozze, progettate per un’elevata resistenza alla corrosione, e tecnologicamente all’avanguardia in termini di sicurezza e comfort.

Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

# Le ultime novità sui tempi: inaugurazione e frequenza dei mezzi

Metrotranvia Milano-Seregno

Rispetto a quanto inizialmente indicato la durata complessiva dei lavori è prevista in 38 mesi, quindi circa 3 anni, e relativa consegna dell’opera non prima dell’estate del 2026. Come previsto dal Programma dei Servizi del Bacino di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia sarà di 5 minuti, e non di 10, la frequenza dei passaggi tranviari negli orari di punta fino a Paderno Calderara, mentre rimane a 10 minuti oltre Paderno Calderara così come a 30 minuti negli orari di morbida.

Continua la lettura: La “Grande Metro Anulare”: ROMA farà la CIRCLE LINE prima di MILANO?

FABIO MARCOMIN

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APRILE inizia alla GRANDE: gli appuntamenti da non perdere del primo weekend del mese #ToDoMilano

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Alessandra Ferri - Credits: Dance Hall News

Il weekend della Domenica delle Palme, della Milano Marathon e dei Musei aperti gratis. E tanto altro. 

APRILE inizia alla GRANDE: gli appuntamenti da non perdere del primo weekend del mese #ToDoMilano

#Scopri il tuo evento preferito:

#Venerdì 31/3: musica d’autore, pop coreano e dj set tedesco

Mattew Lee – Credits: Blue Note
  • Albano: il cantautore pugliese ripercorre l’intera carriera con il suo tour È la mia vita. Il pubblico lo attende al Teatro Dal Verme alle 21.00.
  • Junny: K-pop rappresentato da uno degli esponenti più giovani ed acclamati, per concludere il mese di marzo alla Santeria Toscana. Lo show comincia alle 21.00.
  • Matthew Lee: cronner e pianista dotato di verve straordinaria, è live al Blue Note Milano. Doppio spettacolo alle 20.30 (già sold-out) e alle 23.00.
  • Tributo a Miles Davis: alle 22.00 inizia il fine settimana del Garage Moulinski, con il repertorio di un’icona del jazz, eseguito da Marco Brioschi, Rudi Manzoli, Alex Sabina, Simone Daclon, Daniele Tortora ed Emanuele Serra.
  • Sven Väth: dj set poliedrico, alla maniera del produttore tedesco, che porta il meglio della techno ai Magazzini Generali dalle 23.00.

#Sabato 1/4: tornano i mercatini, la serie A e una stella della danza, insieme a musica made in Milano e due grandi band internazionali 

Alessandra Ferri – Credits: Dance Hall News
  • Little Market: è aperto tutto il giorno, dalle 8.00 alle 19.00 il mercatino di piazza S. Eustorgio. Giocattoli, design e artigianato tra le bancarelle che attendono appassionati o semplici curiosi.
  • Carlo Fava: pianoforte e voce riempiono il pomeriggio del foyer / Atelier del Teatro Menotti. Lo spettacolo promette musica di repertorio e ironia e si intitola Lettere da un luogo che non c’è inizia alle 17.00.
  • Inter – Fiorentina: dopo la pausa dedicata alla nazionale, torna il campionato di serie A. I nerazzurri di Inzaghi ospitano i viola di Vincenzo Italiano alle 18.00, per difendere o migliorare la posizione in classifica e il posto in Champions League.
  • Lazzaro vieni dentro: l’avventura della morte e ritorno di Lazzaro, letta in chiave drammatica e ironica da Giampiero Pizzol e la regia di Carlo Rossi. Alle 18.30 si apre il sipario del Teatro Spazio Rosetum, in via Pisanello 1.
  • Le Bal: danza caleidoscopica che indaga nell’animo umano, grazie alle coreografie di Dynamis. Lo spettacolo è alle 20.00 al Teatro PimOff.
  • The Subways: rock e indie fresco ed espolisivo per la data meneghina della band inglese. Sono attesi al Legend Club alle 20.30.
  • Mamas Gun: modern soul, alternative e prog sul palco del Blue Note. La band britannica si esibisce nel doppio spettacolo alle 20.30 e alle 23.00.
  • La leggenda di Belle e la Bestia: musical con la testi e regia di Luca Cattaneo, musiche di Enrico Galimberti e coreografie di Angelo Di Figlia. In programma al Teatro Argentia di Gorgonzola alle 21.00.
  • L’Heure Exquise: è Alessandra Ferri che interpreta la Winnie de I Giorni Felici di Beckett. Lo spettacolo si pregia delle coreografie di Maurice Béjart ed inizia alle 21.00 al Teatro De Silva di Rho.
  • Scomodo. Vite di uomini, mariti e padri: scritto, diretto e interpretato da Angelo Pisani, lo spettacolo porta in scena l’universo i rapporti di famiglia, osservati dal punto di vista maschile. Al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle 21.00.
  • Esperando: tribute band di Carlos Santana, al Bonaventura Music Club di Buccinasco. Il live inizia alle ore 21.00.
  • Punkreas: band di origine milanese che torna a casa con il Deja Tour. Guest opening Elephant Brain, per il concerto delle 21.00 all’Alcatraz.
  • Springtime voices: concerto di giovani e promettenti artiste di Mila Trani. Dalle 21.00 al Garage Moulinski le giovani voci di Elena Caprera, Maria Mangione, Lucia Botturi e Alice Fenaroli.
  • Röyksopp: ambient e funky che strizzano l’occhio alla dance, per il duo norvegese atteso al Base Milano. Opening con Luca Bacchetta e live attesi dalle 22.30.

#Domenica 2/4: la Milano Marathon apre la domenica delle Palme e delle visite al museo. In serata grande musica internazionale classica, sinfonica e pop/rock

Milano Marathon – Credits: Milano Marathon
  • Milano Marathon: è arrivato anche il giorno della Maratona che si svolge in città. Partenza e arrivo in corso Venezia, con il percorso che si snoda attraverso la Capitale Morale. Primo sparo alle 9.00. Info su percorso e viabilità QUI.
  • Domeniche al Museo: puntuale con la prima domenica del mese, anche Aprile ospita i musei gratis. È possibile visitare, tra gli altri, Brera, il Castello, il Museo del Novecento e quello del Cenacolo.
  • Mercatino di Brera: artigianato e collezionismo che torna, puntuale, con la prima domenica del mese. Dalle 8.00 davanti alla Pinacoteca di Brera, continua anche martedì 4.
  • Professori dell’Orchestra del Teatro alla Scala: domenica sinfonica con i protagonisti della Filarmonica della Scala, che esegue musica da camera nel ridotto dei palchi Arturo Toscanini. Il programma inizia alle ore 11.00.
  • Wunder Mrkt: allo Spirit de Milan è tornata la domenica del mercatino di artigianato e fatto a mano, che riempie la giornata dalle 11.00 alle 21.00.
  • Charlotte M: idolo della generazione Z, la Moccia propone un doppio spettacolo domenicale. Il suo Live Tour è al Teatro Dal Verme alle 16.00 e alle 20.30.
  • Mdi Ensemble: concerto che celebra la Pasqua ebraica e quella cristiana, con l’ensamble atteso al Memoriale della Shoah. In programma Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen alle 17.00 e, in replica, alle 20.00.
  • Stabat Mater per la Domenica delle Palme: i Civici Cori, con Luigi Panzeri all’organo e Andrea Stringhetti al violoncello, eseguono il capolavoro di Antonín Tůma. Alle 17.00 per la direzione del M° Mario Valsecchi.
  • Vietato sporgersi dentro: a dispetto del titolo, Alice Gagno esplora l’universo femminile e lo fa con sottile ironia. Lo spettacolo è scritto e diretto da Alessandra Casella, in scena al Teatro LabArca alle 19.30.
  • Festival rock al femminile: serata interamente dedicata a Non una di meno e al rock femminile al Barrio’s Live. Dalle 19.30 si alternano sul palco le band Missklang, Violafuel e Shaskull.
  • Rudolf Buchbinder: il pianoforte delicato del solista austriaco, riempie il Teatro alla Scala. In programma Mozart, Schubert e Beethoven, sipario alle ore 20.00.
  • Situazione drammatica: progetto di lettura che spazia nella drammaturgia contemporanea, portato da Tindaro Granata. Ultimo appuntamento al Teatro Carcano alle ore 20.30.
  • Sasha Torrisi: l’ex Timoria canta Lucio Battisti, in un concerto tributo che è anche il suo cavallo di battaglia. Doppio spettacolo al Blue Note, alle 20.30 e alle 22.30.
  • Passio: le figure femminili del Vangelo rievocate dallo spettacolo scritto e interpretato da Alessia Pellegrino. In scena al Teatro Guanella alle ore 20.30.
  • Samantha Fish: Faster World Tour arriva anche a Milano ai Magazzini Generali, per uno show ricco di rock e blues. Inizio concerto alle 21.00, insieme al chitarrista Jesse Dayton.
  • Aldous Harding: cantautrice neozelandese, classe 1990, che riesce sempre a rinnovarsi senza perdere grinta e anima rock. Al secolo Hannah Sian Top, è live sul palco della Santeria Toscana alle 21.00.

#Tutto il we: feste enogastronomiche per Valtellina e carbonara, Roger Waters circondato da prosa, performing art e danza classica

La Bayadere – Credits: iO donna
  • Valtellina in festa: da venerdì a domenica, itinerante dentro a Biassono (MB), la Valtellina è rappresentata da stand enogastronomici, prodotti tipici e tribute band di Vasco e Beatles.
  • Festival della carbonara e della cucina romana: 3 giorni dedicati alla cucina e alla tradizione romana, con appuntamento al parcheggio di largo Vela di Arcore (MB). Carbonara e omaggi alla canzone popolare romana saranno i protagonisti fino a domenica 2/4.
  • Se ci sei batti un colpo: 13 personaggi tutti interpretati da Fabio Mascagni, diretto da Laura Curino. Inizia così il weekend del Teatro Litta, alle 19.30 e continua fino a domenica 2.
  • Turangalîla: fine settimana pieno di note sinfoniche, all’Auditorium Cariplo di largo Mahler. In programma fino a domenica un capolavoro del novecento, con Luca Buratto solista al pianoforte e la direzione di Maxime Pascal.
  • The Last Minutes Before Mars: spettacolo di danza, realtà virtuale e interazioni con il pubblico, ideato da Darren O’Donnell. Fa parte della rassegna FOG e si svolge negli spazi di Zona K, in via Spalato 11, da venerdì a domenica. Orari dei doppi spettacoli QUI.
  • Il fanciullino: bilanci e racconti di una vita, scambiati tra i quattro protagonisti di un incontro in balera. Da venerdì a domenica al Teatro Leonardo da Vinci, debutta alle 20.30.
  • Come una foglia portata dal vento: primo festival di danza del Teatro LinguaggiCreativi. Ogni sera un doppio spettacolo di performing art, che inizia venerdì alle 20.30 e si conclide domenica alle 19.00.
  • La Bestia: metafora della vita che ha per protagonisti un gruppo di ragazzi e un oscuro suicidio di una di loro, in giovane età. Lo spettacolo, scritto e diretto da Omar Nedjari è in replica al Factory32 da venerdì alle 20.00 a domenica alle 16.00.
  • L’intrusa: weekend all’insegna della leggerezza e della passione del drammaturgo Eric-Emmanel Schmitt. Diretta da Angelo Savelli, è Lucia Poli che interpreta la pessimista a rischio pazzia. In scena al Teatro Gerolamo il 31 e l’1 alle 20.00, domenica 2 alle 16.00.
  • Anime sole: musical ambientato a Las Vegas, che racconta le storie di 6 ambiziose anime che vengono stritolate dalla città delle luci. In scena all’Eco Teatro venerdì e sabato (20.45) e domenica alle 16.00.
  • Roger Waters: secondo appuntamento con il palco centrale di This Is Not a Drill Tour. La leggenda dei Pink Floyd è al Forum di Assago venerdì e sabato alle 21.00.
  • La Bayadere: un classico della danza internazionale, che interpreta il più classico dei triangoli amorosi, al Teatro degli Arcimboldi. In scena sabato (20.00) e domenica (16.00) con ballerini internazionali e gli allievi dell’accademia ucraina.
  • Dream: performing arts tra danza, musica e teatro nella rassegna Fog della Triennale. Sul palco di viale Alemagna sabato 1 e domenica 2 alle 17.30.
  • Sonoma: danza spagnola, con le coreografie di Marcos Morau, che la compagnia La Veronal interpreta tra la vita e le opere di Luis Buñuel. Sabato alle 19.00 e domenica alle 16.00 sul palco della Triennale.
  • Il matrimonio era ieri: cinica e irriverente scena di uno sposo che arriva tardi al suo matrimonio, ma scopre di essere stato impersonato da un attore assunto per l’occasione. In scena al Teatro Guanella sabato alle 21.00 e domenica alle 15.30.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Esiste anche un’altra SARDEGNA: le mete nascoste che faranno IMPAZZIRE i MILANESI

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Credits: @italiapozaszlakiem Cala Domestica

Costa Smeralda, Porto Cervo, La Maddalena, L’Asinara… Si parla sempre più di Sardegna esclusiva, quella dei milionari, degli yatch club con selezione all’ingresso basata su conti a sei zeri, quella dei “wow, hai la casa in Sardegna!” o quella del “Io vado da anni, sempre, in quel villaggio!”. Eppure esiste anche un’altra Sardegna: più accessibile e non meno bella.

Esiste anche un’altra SARDEGNA: le mete nascoste che faranno IMPAZZIRE i MILANESI

Credits: @Eleonora Uccheddu
Costa Verde

Un patrimonio nazionale che altre mille mila culture ci invidiano. Facendo atto di tutto questo ed esaltando una delle caratteristiche che più ci contraddistingue, non solo calcisticamente parlando, quale è “l’amor di Patria”, più convinti di Foscolo sulle sue amate sponde, troviamo il modo di smitizzare l’idea di SARDEGNA ESCLUSIVA. Perché esistono posti che, silenziosamente, possono stupire le due facce del turista “Ricercatore di tranquillità – Non intento a spendere un rene”, regalando quelle stesse emozioni e perché no, andando oltre anche le aspettative. Ed il trucco è semplice. Conoscere, vivere e scoprire luoghi meno “noti” della Sardegna.

# Sud Ovest selvaggio

Credits: @Eleonora Uccheddu
Sud Sardegna

Prima di tutto, non fermarsi ad Olbia o Alghero ma, sorvolare l’intera isola per arrivare nel capoluogo di regione, Cagliari, è già una delle migliori opzioni per risparmiare sul volo aereo, anche perché arrivano tutte le compagnie e tutti gli aerei che hanno come partenza Milano e dintorni (Malpensa, Bergamo, Linate). Ed è proprio qui, nel Sud Sardegna che possiamo immergerci, senza spendere in quattro e quattrocchi tutta la quattordicesima sudata nelle ultime giornate afose di caldo meneghino di luglio, in un itinerario che va a costeggiare il Sud-Occidente. Risalendo la città del meraviglioso Bastione di Sant’Efisio, in poche decine di chilometri siamo catapultati in una Sardegna più arcaica, più selvaggia ma, incantevole. Non a caso fresca, fresca dal Festival di San Remo ci arriva la notizia del luogo in cui è stato girato il video della canzone vincitrice della 72 esima edizione. Infatti, “Due Vite” di Marco Mengoni, ha scelto un vero deserto.

# Piscinas nel deserto: 7 chilometri di spiaggia

Credits: @Eleonora Uccheddu
Piscinas

Con un vento caldo, impercettibile ma, costantemente allineato con le note che vanno a definirsi tra il susseguirsi di linee ondulate sulle dune. Ed è proprio a Piscinas, su quella che è denominata Costa Verde (Arbus) che ci imbattiamo come meta quasi orientale. Un paesaggio desertico, paradossalmente ben noto ai turisti tedeschi, amanti dello scorrazzare in lungo ed in largo con il camper. Innumerevoli, infatti, i campeggi alla buona e le zone di sosta che questa zona offre. Dalle macerie di antichi siti minerari dell’estrazione del carbone sovrastati da una fitta vegetazione si apre una strada sterrata che porta ad una delle più impensabili immagini: una spiaggia di sabbia di 7 chilometri, acqua cristallina ed un forte, buonissimo profumo di mare. I servizi pochi e necessari: qualche chiosco sulla spiaggia, un buon ristorante ed un piccolo stabilimento balneare che conta pochi lettini. Un vero e proprio tesoro nascosto tra le dune di sabbia brillante, dalle quali grandi e piccini si dilettano addirittura a scendere come con lo slittino sulle piste. Annoverato tra i Patrimoni dell’UNESCO, qui di umanità se ne vede ben poca ma, il silenzio del deserto compenserà tutti i sensi.

# Nebida e lo scoglio più alto d’Europa

Credits: @Eleonora Uccheddu
Nebida Porto Flavio

Salendo diversi chilometri, lasciandoci alle spalle Piscinas, ci imbattiamo in Nebida: vero e proprio gioiellino sia dal punto di vista naturale e paesaggistico sia da quello storico ed archeologico. Come molti, moltissimi siti dell’isola, conserva una perfetta coesione tra ambiente ed influenze umane. Il fotogramma di una bella storia antica che racconta anni ed anni di passato ma, così ben visibili nel presente. La bellezza della ricchezza di centinaia e centinaia di gallerie delle antiche miniere cha risalgono nientemeno che all’epoca romana, ha lasciato un inimmaginabile tesoro di paleo ed archeo-storia. E da Nebida che si può avere una delle migliori viste panoramiche della zona: ci troviamo sulla costa a poco più di 14 chilometri circa da Iglesias.

L’intera cittadina dell’800 è incorniciata in archi e archetti del sito archeologico che hanno come culmine di bellezza una strada panoramica che corre sui faraglioni e che non può che fare a meno di far tuffare lo sguardo sì nel mare blu ma, anche sulla maestosità di scogli che si ergono dal mare in tutta la loro grandezza. Primo tra tutti, quello che è lo scoglio più alto d’Europa “Pan di zucchero” che con i suoi 133 metri di altezza è una pietra preziosa incastonata nella sempre più cristallina acqua. Un ambiente mozzafiato unico al mondo. Arrampicarsi, costeggiare e tuffarsi nelle acque della parte meno conosciuta della Sardegna chiama subito alla mente una sensazione di smarrimento, di ritorno primordiale e di contatto con una natura così selvaggia, perfetto sinonimo di relax e spensieratezza.

# Cala Domestica, un piccolo fiordo dalle acque basse

Credits: @gianlucanonnis_
Cala Domestica

Non poco distanti e molto più comode da raggiungere via mare, decine sono le proposte per il noleggio di gommoni e piccole barche, ci si aprono una serie di calette e mini-spiagge dove la concezione di “perdizione” si insinua completamente nell’Essere del naufrago che vi si ritrova. Dopo una nuotata, per niente faticosa, vista la concentrazione di salinità dell’acqua pulitissima che fa letteralmente galleggiare, qualche bracciata in pagaia od ore ed ore interminabili a fare snorkeling, possiamo farci riscaldare dalla tiepida sabbia della riva di Cala Domestica, un nido, un porto sicuro. Un’insenatura, quasi un piccolo fiordo con le acque basse, ideali per famiglie e bambini. Un ottimo posto dove fare un pranzo al sacco, una spiaggia candidamente bianca e dai granelli di sabbia per niente fastidiosi, quelli che sembrano piccole perline e che vanno ancor più ad impreziosire la permanenza. Davanti, si affaccia il panorama di uno dei mari più belli di tutta l’Isola, pennellato da una delle scale di colore più invidiate dai pittori del Der Blaue Reite: azzurro- celeste- turchese- indaco, blu a svista d’occhio fino all’orizzonte.

# La piccola Parigi sarda e le spiagge da surf

Credits: @Eleonora Uccheddu
Spiaggia San Nicolò

Per chi in questo miniviaggio però non ha trovato tutto quelle che le località del Nord Sardegna possono dare, quale Movida/divertimento ed attività da fare in gruppo, niente paura. Perché a pochissimi chilometri da questa spiaggia incantata c’è una delle località più gettonate dai surfisti di tutto il mondo e si sa, il mare bello “piatto-come una tavola” piace a tutti ma, l’adrenalina di cavalcare l’onda è sempre dietro l’angolo. Per questo c’è Buggerru, mistico e riservatamente felice nido di pensionati in inverno, meta allegra e movimentata d’estate che ospita, appunto scuole di surf. A poche bracciate dal centro storico della cosiddetta “Piccola Parigi”, nome dato a Buggerru all’inizio nel XXI sec. troviamo chilometri di spiagge, che anche nel periodo più centrale dell’estate, mai affollate, estendendosi per vastità interminabili offrono innumerevoli occasioni di far festa di giorno e di notte: la più vicina San Nicolò. Lo scenario che ci si apre è strepitoso, con un’alta costa ai lati ed un susseguirsi di vegetazione mediterranea, pinete e piccole dune, Per i camperisti e i vagabondi o semplicemente per i più sognatori, è d’obbligo una nottata sotto il cielo punteggiato di stelle: da ammirare a poche centinaia di metri dal suolo la Via Lattea, tersa e chiarissima, vista la pochissima quantità di inquinamento luminoso che solo questa zona offre.

# La fine del viaggio nella Sardegna sconosciuta

Credits: @Eleonora Uccheddu
Miniera di carbone

Il nostro piccolo itinerario si ferma qui ma, la voglia di esplorare i luoghi più remoti di questa area verrà da sé, basta approdare sulle coste di questa meravigliosa regione per scoprire più che un Nuovo Continente un vero e proprio paradiso terrestre… In realtà, non dobbiamo dimenticarci che la Sardegna, a tutto tondo, non è altro che una delle regioni dell’Italia, la Bell’Italia. Un piccolo pezzetto di patrimonio nazionale che altre mille mila culture, specialmente quelle oltre oceano, ci invidiano. Quelle per cui, all’ordine del giorno su tutti i social media, vengono sponsorizzate ed o pubblicate pagine e compagini di contenuti: “Consigli su come vivere l’Italia”, “dove devi andare o meno in Otalia”, “ se sei in Italia, ricorda, il cappuccino si può bere solo a colazione” etc, etc.

Credits: @Eleonora Uccheddu
Pan di zucchero dal mare

Che poi? Che ne sanno loro? Dimenticandoci di tutto questo ed armati di pennarello per cerchiare sul calendario i giorni che vogliamo e possiamo dedicare alle nostre ferie, facciamoci ispirare da tutta la bellezza che un luogo così favoloso come la Sardegna può offrire, senza per forza cercare di accaparrarsi la meta e la località più In voga ma, semplicemente quella che ci farà star meglio. In ogni caso, sperduta o meno che sia la nostra meta, l’accoglienza, il buon cibo e il buon bere della Sardegna ci trasporteranno comunque nella più esclusiva delle esperienze , letteralmente ALL-INCLUSIVE.

Continua la lettura con: Le 10 più BELLE SPIAGGE d’ITALIA (National Geographic)

ELEONORA UCCHEDDU

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Prima in Italia: apre la CORSIA DINAMICA su un tratto di TANGENZIALE

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Credits astra.admin.ch - Corsia dinamica

Dal 29 marzo 2023 grazie a un sistema innovativo su un tratto autostradale di Milano si realizza il sogno proibito degli automobilisti. Come funziona e dove è operativo.

Prima in Italia: apre la CORSIA DINAMICA su un tratto di TANGENZIALE

# Sul tratto di tangenziale dell’A4 si può viaggiare nella corsia d’emergenza

Credits comunedicormano – Svincolo Cormano

Dal 29 marzo 2023 su un tratto milanese dell’autostrada A4, che funge da tangenziale nella parte Nord della città, si può viaggiare nella corsia di emergenza, tra lo svincolo di Cormano e lo svincolo di viale Certosa in direzione di Torino. Un sogno proibito che diventa legittimo per gli automobilisti.

Autostrade per l’Italia ha reso disponibile questa innovazione grazie alla realizzazione della quarta corsia dinamica che, come spiegato in una nota Aspi, “offre la possibilità di dedicare al flusso veicolare la corsia di emergenza, quando le condizioni di traffico lo richiederanno e quando la stessa non risulterà interessata da eventi o dal transito di veicoli di soccorso“. Il sistema sarà disponibile su una lunghezza complessiva di 10 km sulla A4.

# Un altro record di precocità per Milano

Credits stradeeautostrade.it – Corsia dinamica

Si tratta del primo tratto autostradale in Italia a 4 corsie ad essere gestito in modo dinamico, un altro record per Milano, e che utilizza un sistema in grado di segnalare agli utenti la fruibilità della corsia d’emergenza. La nota di Aspi: “la A4 tra Cormano e Viale Certosa sarà il primo asset in Italia ad essere dotato di un sistema di gestione dinamico in un contesto a 4 corsie, caratterizzato da un sistema altamente tecnologico AID (Automatic Incident Detection) in grado di rilevare le condizioni della piattaforma autostradale e di segnalare opportunatamente all’utenza lo stato di apertura o chiusura della corsia di emergenza“.

# Per i milanesi è una tangenziale

Tratto milanese autostrada A4

Per i milanesi questo tratto autostradale della A4 è una tangenziale, visto che scorre in maniera lineare appena oltre il confine comunale e ha tre importanti svincoli che consentono di entrare a Milano da viale Fulvio Testi, viale Enrico Fermi e dalla zona di Stephenson-Certosa per poi proseguire lungo Corso Sempione. 

Una “tangenziale” da sempre intasata. Riuscirà l’innovazione introdotta a rendere più fluido il traffico?

Leggi anche: Il mistero della TANGENZIALE SENZA NOME (ma sempre intasata)

Fonte: Milano Today

Continua la lettura: L’AUTOSTRADA che SUONA una SINFONIA se rispetti i limiti e stai sulla destra

FABIO MARCOMIN

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L’ “UNIVERSITÀ più BELLA del mondo” è in Italia: si studia in SPIAGGIA nel “Paradiso Terrestre”

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Ph. Josi Gerardo della Ragione

L’università più bella al mondo si trova in Italia. Ecco dov’è.

L’ “UNIVERSITÀ più BELLA del mondo” è in Italia: si studia in SPIAGGIA nel “Paradiso Terrestre”

# A Bacoli l’università “più bella del mondo”

@tony_ci90
Villa Ferretti

L’università di Napoli Federico II è una delle università più antiche del mondo. Fu fondata il 5 giugno 1224 dall’imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia e diventò nel tempo l’ateneo più rilevante del capoluogo campano. Ed è proprio una delle sedi dell’Università statale di Napoli a essere stata definita da molti come l’”università più bella del mondo”.

# La villa della mafia trasformata in sede universitaria da sogno

@dario_grande
VIlla Ferretti

Dal letame nasce il fiore. Anzi, una magnifica università. Sì, perché il primo cittadino di un comune della città metropolitana di Napoli ha deciso di rendere un bene confiscato alla mafia polo universitario per i giovani studenti campani. Si tratta di Villa Ferretti a Bacoli, ai piedi del Castello di Baia in una città di mare dal grande patrimonio archeologico, e tra poco anche città universitaria. Villa Ferretti è una dimora storica risalente al periodo Ottocentesco e il suo punto forte, che sarà ben gradito dagli studenti, è la magnifica vista mare che la villa regala. 

È stata inaugurata come sede universitaria il 27 ottobre 2023 alla presenza del sindaco di Napoli e del comune di Bacoli e ospiterà parte del Dipartimento di Studi umanistici dell’Ateneo di Napoli Federico II, nello specifico i corsi di digital humanities.

Credits: @uninait
Inaugurazione sede universitaria Villa Ferretti

L’adattamento degli spazi della villa ad aule universitarie è forse l’apogeo del recupero culturale di questa residenza storica di Bacoli. Villa Ferretti ha infatti una storia un po’ turbolenta: negli anni ’90 era casa di un noto boss di camorra, ma nel 1995 fu confiscata alla mafia e due anni dopo iniziò il suo recupero. Oggi è diventata una delle università più bella del mondo, se non la più bella. Ma perché è così affascinante?

# Panorama mozzafiato e spiaggetta privata nel “paradiso terrestre”

Credits: @tony_ci90
vista da Villa Ferretti

È certamente il panorama mozzafiato di cui si può godere dal balcone e dalle finestre di Villa Ferretti che rendono la dimora storica, ormai polo universitario, l’Università più bella del mondo, come è stata definita da alcuni siti specializzati. Bacoli fin dall’antica Roma era stato definito come un “paradiso terrestre”, un luogo dalla straordinaria bellezza che era meta vacanziera dagli antichi romani e, in seguito, dai ricchi signori dell’Ottocento.

Dalla villa si può ammirare un panorama senza eguali e, oltre a ciò, la villa è dotata di una spiaggetta privata e di un parco molto ampio. Così, gli studenti potranno andare a fare delle pause caffè godendosi il rumore del mare o rilassarsi tra una lezione e l’altra seduti su salviette distese sulla spiaggia. Un’immagine invidiabile, che rende l’università di Bacoli la più bella del mondo e gli studenti che la frequentano i più fortunati di tutti.

 

Continua la lettura con: Le 5 CURIOSITÀ più incredibili sulle UNIVERSITÀ milanesi

BEATRICE BARAZZETTI

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7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

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Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Non ci sono solo Porta Nuova o gli ex scali. Milano è ricca di luoghi straordinari da riqualificare completamente.

7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

#1 Porto di Mare – Corvetto

riqualificare alla grandeQuesta vasta area comprende un’ex area industriale che si porta dietro tutti i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo e un quartiere popolare difficile dove l’immigrazione ha reso ancora più complicata la situazione.

La zona di Porto di Mare oggi quasi adibita a terziario di sera si svuota completamente, ha visto negli anni diverse ipotesi di riqualificazione tramite ad esempio la Cittadella giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan, ma nessuna di questa ha avuto esito positivo. 

Credits Urbanfile – Idea progetto IMMdesignlab

Tutta la zona compresa tra Via Fabio Massimo, Via Sant’Arialdo e Via S. Dionigi, una vasta area comunale occupata da orti, carrozzerie, depositi di materiali edili e non solo e alcune roulotte, potrebbe diventare un’altra porzione del parco di Porta di Mare, ampliare l’adventur park già presente oppure un nuovo quartiere eco-sostenibile come quello presentato da IMMdesignlab, uno dei vincitori del New European Bauhaus nel 2021.

riqualificare alla grande
Credits: milano.repubblica.com

Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed è stato infatti recentemente predisposto l’abbattimento, magari per realizzare un viale alberato ciclo-pedonale.

#2 Via Bonfadini e l’ex-campo rom – Rogoredo

Credits Il Giorno – Auto bruciate

Un’altra area che avremmo bisogno quanto prima di essere riqualificata è quella nella parte iniziale di via Bonfadini, oggi uno spettrale cimitero di oltre 50 veicoli bruciati, e nello spazio un tempo occupato dal parco rom. Si potrebbe approfittare della rigenerazione del loto adiacente e di quello di Santa Giulia nord per togliere degrado e restituire un luogo fruibile per i cittadini.

Salomone-Bonfadini

Leggi anche: Dove le AUTO BRUCIATE riposano in PACE

#3 Turro

riqualificare alla grande
Credits: yelp.com

I Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya è un parchetto degradato in zona Turro, che necessiterebbe un abbellimento così come anche le zone adiacenti; ad esempio troviamo i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele che si presentano pieni di graffiti e in abbandono. Essendo vicino allo scalo di Greco, che a quanto  sembra verrà riqualificato grazie al programma Reinventing Cities, anche Turro ne potrebbe beneficiare. Potrebbe diventare una nuova Isola. Isola è diventata quella che è, semplicemente perché era vicina a Porta Nuova. Next big thing.

#4 Ospedale delle malattie infettive di viale Jenner

Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Su Viale Jenner lungo la circonvallazione c’è l’ex ospedale delle malattie infettive Bassi abbondonato da tempo. In stile anni venti, è una palazzina di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. Solo una piccola parte del complesso è stata recuperata, diventando presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica. Si potrebbe recuperare tutto il complesso per un utilizzo museale e un’area verde a servizio dei cittadini.

 

#5 Le 5 vie – Centro storico

Credits: lamarydiaries.weebly.com – Le 5 vie

Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.

Nuovo palazzo via Santa Marta

La zona necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico.  Tra le notizie positive c’è il cantiere in corso per la costruzione di un edificio che andrà riempiere il vuoto lasciato dalla demolizione di un palazzo all’angolo di via Santa Marta, ma ancora molto rimane da fare per dare degno lustro al quartiere più antico della città.

Leggi anche: Il PALAZZO SVENTRATO di Milano si prepara a RINASCERE

#6 L’ex fabbrica Cederna – Gratosoglio

Credits La Conca FB – Ex fabbrica Cederna

Lasciata a se stessa è gran parte dell’ex fabbrica Cederna in via Gratosoglio, chiusa nel 2020. All’interno dei 30.000 mq di superficie anche gli spazi che ospitavano l’asilo e i vecchi alloggi per i dipendenti del cotonificio. Esistente dall’800 in legno, prima di essere costruito come lo vediamo oggi, si sviluppa sulle sponde del Lambro Meridionale le cui acque venivano utilizzate per la produzione di tessuti e per la tintoria. Potrebbe diventare un maxi spazio per il coworking.

 

#7 Cascina Monterobbio – Barona

Credits salviamo_cascina_monterobbio IG – Cascina Monterobbio

In questo caso l’antica Cascina Monterobbio di via San Paolino al quartiere Barona, alle porte del Parco Agricolo Sud, non è abbandonata ma rischia di esserlo a breve. Il sito è sempre più malconcio, ammalorato e viene “tenuto in vita” grazie autogestione di un gruppo di anziani con il circolo culturale Virgilio Ferrari. Purtroppo i bandi per la sua riqualificazione vanno sempre deserti e nella parte inutilizzabile il tetto è sfondato, ci sono accumuli di materiale crollato, crepe e degrado. Si potrebbe pensare a un riutilizzo agricolo e didattico.

 

Continua la lettura: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Ufficiale: Milano avrà PIRELLINO e TORRE BOTANICA. Ma il PONTE-SERRA “non si farà più”

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Credits Urbanfile - Serra in Porta Nuova

Poche settimane fa scrivevamo di come il progetto di Pirelli 39 fosse sparito dai radar e che per diversi motivi avrebbe potuto essere stravolto se non bloccato. Ora sono arrivate due novità importanti a riguardo. Vediamole nel dettaglio e capiamo come verrà trasformato questo lotto del distretto finanziario milanese.

Ufficiale: Milano avrà PIRELLINO e TORRE BOTANICA. Ma il PONTE-SERRA “non si farà più”

# Manfredi Catella, ceo di Coima, sul ponte serra: “Non si farà più“. Nel 2024 via ai lavori per Pirellino e Torre Botanica

Credits Urbanfile – Serra in Porta Nuova

La notizia era quasi certa ma il 28 marzo 2023 è arrivata l’ufficialità: stop al progetto del Ponte-Serra. A sancirlo in maniera definitiva è stato Manfredi Catella ceo di Coima, come riporta Il Sole24ore, a margine della presentazione a Milano dell’accordo di partnership tra Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl) e Coima per attività di “Fair and social housing”. Nell’occasione è arrivata però anche la data, e quindi la conferma del resto del progetto, relativa alla partenza dei lavori per costruire i due grattaceli: “Melchiorre Gioia 20 è un cantiere così come Pirelli 35 e Pirelli 39 che chiude quel settore del quartiere e stiamo finalizzando il progetto con l’avvio del cantiere nel 2024 per il Pirellino e per la torre botanica“. Per la passerellacome abbiamo già detto non si farà più“.

La decisione è stata presa in seguito alla bocciatura alla Consulta della Legge Regionale che prevedeva in caso di recupero immobiliare un incremento volumetrico del 25%, se il palazzo oggetto di riqualificazione risultava abbandonato da più di 5 anni. La riduzione di questo indice al 10% da parte della giunta di Milano ha portato Coima ad eliminare la parte pubblica del progetto. 

Credits: Coima – Ponte a scavalco Melchiorre Gioia

Il ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia avrebbe dovuto subire una radicale trasformazione diventando un nuovo hub a servizio della città, uno spazio aperto per eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness dedicato ad essere un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, ed estensione della Biblioteca degli Alberi”. La vera chicca della riqualificazione sarebbe stata la Green house: una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali. Purtroppo non vedrà mai la luce.

Vediamo quindi cosa rimane del progetto, la sua genesi e le caratteristiche dei due grattacieli.

# L’investimento per il nuovo progetto immobiliare di Pirelli 39 è di poco inferiore al miliardo di euro

Credits Urbanfile – Progetto Pirelli39 senza ponte

Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architettura per l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di archittettura provenienti da 15 Paesi. Il progetto Pirelli 39 si posiziona al centro dell’area Porta Nuova Gioia in una posizione strategica fra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest, e rappresenta il punto di accesso a Porta Nuova provenendo da nord verso il centro città. La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.

Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG tra cui: certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore, zero uso di combustibili fossili, livello di emissioni operative di CO2 già allineato con gli obiettivi EU 2050, recupero edilizio >70% dell’edificio esistente e contenimento delle emissioni di costruzione.

Eliminato dal progetto il ponte serra, scopriamo la Torre Botanica e il Pirellino riqualificato.

# La “Torre botanica”, che cambia colore in ogni stagione è il nuovo grattacielo di Porta Nuova, alta 110 metri e con 1.700 mq di verde

Credits: Coima

La Torre Botanica sarà un vero e proprio polmone verde in grado di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno e assorbire 14 tonnellate di anidride carbonica grazie ai 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani. Una sorta di sandwich di verde composto da piante e alberi in grado di “mangiare” lo smog e produrre ossigeno, un’evoluzione del “Bosco Verticale” di cui proprio Stefano Boeri è il progettista.

La torre residenziale di 110 metri d’altezza cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni per via della diversità di piante presenti. Inoltre la torre sarà parzialmente autonoma: con 2.770 metri quadri di pannelli fotovoltaici l’edificio sarà in grado di produrre il 65% del proprio fabbisogno energetico.

# Il “Pirellino” riqualificato ospiterà una terrazza panoramica e sarà alto circa 95 metri

Credits: Coima – Pirellino

L’oggetto principale del concorso internazionale di architettura è il “Pirellino”, al civico 39 di via Pirelli, che fino qualche anno fa era occupato dagli uffici tecnici del Comune di Milano. Le opere di rimozione dell’amianto e “svestizione” dell’edificio sono arrivate a conclusione. Manterrà la sua struttura originale, ma subirà una pesante riqualificazione, per renderlo moderno e rispondente ai più alti standard di efficienza, rivestito di vetrate e con una terrazza panoramica all’ultimo piano che porterà a circa 95 metri l’altezza dell’edificio.

Immagine di copertina: Urbanfile

Continua la lettura: I 7 GRATTACIELI più IMPRESSIONANTI in costruzione nel MONDO

FABIO MARCOMIN

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Il SEGRETO “MIRACOLOSO” della PIZZA al TRANCIO più BUONA di Milano

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Credits: @pizzeria.alla.fontana Pizzeria alla fontana - l'originale

Tra le strette vie c’è una pizzeria storica che fa la pizza al trancio migliore di Milano. Da molti anni nel cuore dei milanesi, questo ristorante nasconde però un segreto “miracoloso” nella ricetta dell’impasto. Ecco qual è.

Il SEGRETO “MIRACOLOSO” della PIZZA al TRANCIO più BUONA di Milano

# Aperta dal 1973

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Nel quartiere di Isola si può mangiare la “pizza al trancio più buona” di Milano. Precisamente in Via Genova Thaon di Revel, 28, c’è Pizzeria alla Fontana, locale storico aperto nel 1973 e amato da moltissimi milanesi che oggi, oltre alla sua classica pizza, offre la possibilità di gustare anche piatti tipici come lasagne e spaghetti cacio e pepe. Il ristorante nasce come pizzeria al trancio e per i primi otto anni di attività rimane fedele alla specialità della casa, con il tempo però aggiunge alla proposta anche primi e secondi piatti, nonché dolci.

Ma perché è così buona? La pizzeria è conosciuta per l’abbondanza dei suoi tranci: il ristorante offre infatti due formati, quello normale (già grande di suo) e quello super, e condisce tutte le sue pizze molto abbondantemente. Impossibile non uscirne sazio. La pizza, alta, come vuole la tradizione, e lievitata in modo corretto, è farcita al momento, consigliati sono il trancio doppia mozzarella e qualsiasi altra pizza con i salumi. Ma il motivo della sua bontà risalirebbe indietro nei secoli. Con un ingrediente addirittura miracoloso.

# Una pizza benedetta?

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Il locale è di fronte al Santuario della Fontana, edifico poco conosciuto ma da cui il ristorante prende il nome. L’interno è molto spartano, un arredamento semplice tipico degli anni in cui ha aperto, e anche l’esterno rispecchia lo stile. Quello che non tutti sanno sulla pizza al trancio di Pizzeria alla Fontana è che potremmo definirla una pizza “benedetta”…

Credits: @ilenia.montaglio
Chiesa di Santa Maria alla Fontana

Sì perché nel momento in cui si va a pagare si potrà scorgere una lavagnetta che parla di un’acqua miracolosa con cui dovrebbe essere fatto l’impasto della pizza. Si tratta dell’acqua santa del santuario di fronte il locale, sul retro di Santa Maria alla Fontana c’è infatti un’antica fonte ritenuta miracolosa e si dice che la ricetta originale della pizza al trancio di Pizzeria alla Fontana sarebbe dovuta essere con quest’acqua. 

Leggi anche: L’acqua di Lourdes di Milano

# Un ottimo rapporto qualità-prezzo

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Per quanto riguarda il prezzo, invece, Pizzeria alla Fontana è riuscita a mantenere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Nel formato normale le pizze vanno dai 4,50€ ai 7,50€, mentre per la scelta super i prezzi salgono e si aggirano tra i 6,50€ e i 10,50€. Anche per le altre proposte della casa i prezzi sono nella media, un esempio sono i dolci a 5€ l’uno. Qui, infine, si può mangiare un piatto di lasagne molto economico, con cinque euro ti porti a casa una bella porzione. Che sia un miracolo o meno, solo chi la prova può scoprirlo. 

Fonti:instagram.com

Continua la lettura con: La PIZZA più BUONA di Milano: 2023 edition

BEATRICE BARAZZETTI

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Le STRADE di Milano con le CASE MENO CARE

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Credits mirta.warren IG - Via Rombon

Riuscire a trovare una soluzione abitativa a prezzi accessibili a Milano, per chi percepisce uno stipendio “normale”, non è un’impresa facile. Vediamo le vie della città dove è più conveniente trovare casa.

Le STRADE di Milano con le CASE MENO CARE

# Il quadrante nord: le strade sotto i 190mila euro per un trilocale

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

La cosa certa è che le abitazioni meno costose si trovano in periferia, nonostante stiano registrando una crescita più marcata dei prezzi rispetto anche a molte zone centrali, ma non tutte sono economiche allo stesso modo. A nord tra le meno care troviamo via Satta e Amoretti a Quarto Oggiaro o via Cogne verso l’area dell’Ospedale Sacco, con quotazioni immobiliari pari 184.000 in media per un trilocale. Sopra i 200.000 euro ci sono via Gallarate, via Falck, via Lampugnano e via Padova, attorno a una media di 216.000 euro troviamo via Crescenzago, via Gorla, via Adriano e viale Monza.

# Il quadrante sud: la via dove si trovano trilocali a 180mila euro

credits: @chiaravallemilanese IG

Andando all’estremo opposto, a sud, troviamo le vie con le case più economiche della città, Nello specifico la parte finale di via Ripamonti, dove per un trilocale di 100 mq servono circa 180.000 euro in media, con quotazioni simili anche in via San Bernardo nel quartiere Chiaravalle, via Cassanese e via Quaranta. A livelli analoghi anche via Manduria in Ronchetto delle Rane. In via dei Missaglia e le strade del Gratosoglio come via dell’Arcadia i valori superano invece di poco i 190.000 euro.

# Il quadrante ovest: le più economiche sono attorno ai 200mila euro per un trilocale

Credits: radiopopolare.it

Spostandoci a ovest troviamo Baggio, con alcune strade tra cui le vie Forze Armate e via Mosca, registra prezzi attorno ai 200.000 euro per un trilocale, con valori simili nelle vie Giuseppe di Vittorio e Vittorio de Sica in quinto Romano e via Novara. Via Lorenteggio e via Giambellino si attestano a una media di poco oltre i 210.000 euro in linea con le abitazioni attorno a via Bisceglie.

# Il quadrante est: sotto i 220mila euro non si scende

Credits mirta.warren IG – Via Rombon

Puntando ad est troviamo le abitazioni comprese tra la via Rubattino e il Fiume Lambro, in via Rombon e nelle traverse interne oltre alle altre vie di Lambrate più vicine ai confini comunali: qui per un trilocale di circa 100 mq si arriva a una media di 220.000 euro. Si spende poco di più, circa 222.000 euro, in via del Futurismo e Manzù in Santa Giulia, in via Mecenate e nelle strade interne del quartiere Forlanini.

Leggi anche: Quanto VALE una CASA a MILANO: le ZONE più CARE e i quartieri SOTTO I 2MILA EURO al metro quadrato

Fonti: Borsino Immobiliare, Idealista

Continua la lettura: Il PAESE con le CASE meno CARE d’Italia è a due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il BAR più ANTICO di Milano

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Caffè alla Borsa

Nella capitale dell’aperitivo la fanno da padrone bar e caffé. Ma qual è stato il primo bar della città? E qual è il bar più antico tra quelli ancora in attività? Domande che prima o poi a ogni milanese viene da farsi. 

Il BAR più ANTICO di Milano

# La grande novità nella capitale del Lombardo-Veneto

1801. Milano è la capitale del Lombardo-Veneto sotto dominio degli austriaci. La abitano circa 140.000 persone. Quell’anno apre un bar: in Piazza degli Affari, vicino alla Borsa di Milano. Si chiama: “Caffè alla Borsa”. Il successo è istantaneo: il caffè diviene subito un luogo di incontro per gli uomini d’affari, i banchieri e i commercianti della città che, da tradizione perenne dei milanesi, lo usano come centro di scambio di informazioni e di negoziazioni finanziarie.

# Il boom del caffè

Caffè alla Borsa

Il Caffè alla Borsa introduce anche la novità di servire in un luogo pubblico il caffè, all’epoca ancora una bevanda poco conosciuta e apprezzata, contribuendo così a diffondere la cultura del caffè a Milano e non solo.

governo accademia crusca d'annunzio
accademia crusca d’annunzio

In poco tempo sorgono anche altri caffé ma il Caffé della Borsa si caratterizza per la sua eleganza e il suo prestigio, tanto che nel 1867 viene scelto come sede della Società degli Spettacoli, un importante teatro milanese che ospita spettacoli di prosa e di musica. Nel XX secolo continua il successo del locale che subisce diverse ristrutturazioni per valorizzarne eleganza e raffinatezza, mantenendone comunque il suo fascino storico, con interni impreziositi da decorazioni in stile liberty, specchi e arredi di pregio. Ospita ovviamente le celebrità dell’epoca, su tutti Gabriele D’Annunzio, che frequenta il locale per sorseggiare il suo aperitivo preferito: il Vermouth.

Tra le curiosità legate al Caffè alla Borsa, si racconta che la celebre canzone napoletana “Santa Lucia” sia stata composta proprio in questo caffè: nel 1849, da un gruppo di marinai napoletani in transito a Milano. Inoltre, il Caffè alla Borsa ha ispirato la scrittrice lombarda Grazia Deledda, che lo ha citato nel suo romanzo “Canne al vento”.

# Il caffé più antico ancora in attività a Milano

fonte: Tripadvisor

Il bar di Milano in attività più antico è il “Caffè Cova”, fondato nel 1817 da Antonio Cova e successivamente acquisito dalla famiglia Biffi nel 1950. Il bar si trova in via Montenapoleone, ed è uno dei luoghi più iconici e raffinati della città.

Il Caffè Cova Montenapoleone è celebre per la sua atmosfera raffinata, con interni decorati con marmi pregiati, specchi, lampadari e arredi in stile liberty. Noto anche per le prelibatezze  come i famosi panettoni artigianali, dolci e pasticcini, accompagnati da caffè e tè pregiati. Qualche anno fa è stato acquistato dalla multinazionale della moda, il gruppo LVMH.

 

Leggi anche: Il negozio più antico di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Inizio NOVECENTO: così si divertivano i GIOVANI MILANESI

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Social, videogames, cellulari, discoteche, voli low cost. Le modalità di divertimento dei giovani di oggi sono pressoché infinite. Tutte modalità che un secolo fa non esistevano. Se tornasse ai primi Novecento come potrebbe divertirsi chi ha vent’anni?

Inizio NOVECENTO: così si divertivano i GIOVANI MILANESI

# La Milano di inizio Novecento

Credits: Pinterest

Inizio Novecento a Milano. Da quarant’anni la città è parte del Regno d’Italia di cui è fin da subito diventata il fulcro dell’industrializzazione nazionale, con una forte presenza di industrie tessili, meccaniche e metallurgiche. La popolazione da allora si è quasi quadruplicata: da circa 200.000 abitanti nel 1861 a oltre 750.000 nel 1901. A cavallo del secolo Milano diventa protagonista di un grande processo di sviluppo, inaugurando opere di valore internazionale. Nel 1906 ospita l’Esposizione Internazionale negli spazi del Parco Sempione. Nel 1908 viene inaugurata la nuova stazione ferroviaria, una delle più grandi e importanti d’Europa, che sostituisce la vecchia stazione di Porta Tosa. Ma non sono solo anni di belle epoque, con la diffusione di splendide palazzi liberty: sono anche anni turbolenti, di rivolte e rivendicazioni sociali. Gli episodi più drammatici avvengono nel 1989 con il generale Bava Beccaris che prende a cannonate i lavoratori che manifestavano per migliorare le loro condizioni: morirono in 80. Come reazione, alle porte di Milano a inizio Novecento viene ucciso il re per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. Il clima generale a Milano è comunque di grande ottimismo con i giovani che trovano diversi modi per socializzare. 

Leggi anche: Expo 1896

# Il ruolo dei circoli

Credits circolofilologicomilanese IG – Circolo filologico

Uno dei luoghi di incontro preferiti dai giovani dell’epoca sono i “circoli”: i club privati frequentati da giovani dell’alta borghesia, dove si organizzano feste, balli e serate a tema. Tra i circoli arrivati fino ai giorni nostri ci sono la Società del Giardino, “club dei gentiluomini” fondato nel 1783, ed il Circolo dell’Unione, fondato nel 1841 da un gruppo di aristocratici milanesi. O come il Circolo Filologico Milanese. Per l’alta borghesia della città anche la Scala era un tradizionale luogo di socializzazione. Insieme ai ritrovi per l’alta borghesia si diffusero anche punti di incontro accessibili a tutti. 

Leggi anche: I circoli di Milano

# La grande novità della “belle époque”: il cinema

Cinema Dumont

A inizio secolo i giovani milanesi frequentano i caffè, i teatri, le sale da ballo e i ristoranti. Tra i luoghi più famosi dell’epoca ci sono il Caffè Camparino in Galleria, il Caffé Cova e il Ristorante Savini. Ma forse la più grande novità del periodo è l’avvento del cinema muto. Una novità che intriga e che trasforma Milano nella capitale nazionale della nuova arte. In pochi anni sorgono numerosi cinema che offrono proiezioni di film muti accompagnati da musica dal vivo, come il Cinema Teatro Manzoni e il Cinema Dumont.

Leggi anche: A Milano il primo festival internazionale del Cinema

# La nascita dello sport di massa

Altra novità sono le manifestazioni sportive: nel 1896 la prima edizione dei Giochi Olimpici moderni aveva dato impulso a molte discipline che presto sarebbero diventate di interesse generale. Nel 1899 viene fondato il Milan Football Club, seguito a meno di un decennio di distanza dai cugini nerazzurri. Ai tempi giocavano all’Arena di Parco Sempione. Anche il ciclismo muove i primi passi. Il 13 maggio 1876 era stata organizzata la prima corsa su strada: da Piazza Castello con arrivo a Magenta, per una distanza totale di circa 30 chilometri.  Alla gara parteciparono 8 concorrenti, tutti milanesi, che si sfidarono su biciclette a due ruote e pedali in legno. Il vincitore fu Luigi Basletta, che completò il percorso in poco meno di un’ora e mezza. La gara riscosse un notevole successo di pubblico e fu ripetuta l’anno successivo su un percorso più lungo, tra Milano e Monza. La diffusione del ciclismo portò all’organizzazione del Giro d’Italia che partì proprio da Milano il 13 maggio 1909 da Milano: parteciparono 127 ciclisti, di cui 49 arrivarono al traguardo. La vittoria finale fu conquistata da Luigi Ganna.

Molto praticate erano poi le discipline derivate dalle attività militari, tra cui la scherma. Grande interesse attiravano le corse dei cavalli e soprattutto i nuovi mezzi di locomozione: nel 1895 tra Torino e Asti si era organizzata la prima corsa automobilistica della storia. A inizio Novecento le sfide a quattro ruote attiravano un grande pubblico di spettatori. La più famosa era la Targa Florio, che si svolgeva in Sicilia a partire dal 1906. Non è un caso che la prima automobile trionfatrice nella futura Formula Uno fu l’Alfa Romeo allora fabbricata a Milano, negli stabilimenti alla Ex Fiera di oggi.  

Il grande interesse popolare per lo sport viene documentata dalla nascita di quello che sarebbe diventato il primo giornale italiano per diffusione: la Gazzetta dello Sport. Nata a Milano nel 1896 dalla fusione del settimanale torinese La tripletta e della rivista milanese Il ciclista. 

Leggi anche: La nascita della Gazzetta dello Sport

# Le vacanze

Villa-Angelica_Gorla_Martesana
Villa-Angelica_Gorla_Martesana

A inizio Novecento erano ancora pochi i milanesi che si potevano permettere delle vere vacanze. Le località più popolari tra l’aristocrazia e l’alta borghesia coincidevano con quelle di oggi. Secondo le cronache dei tempi, i milanesi amavano la riviera del Levante ligure e il lago di Como. Tra i meno abbienti era frequente trascorrere la villeggiatura estiva lungo la Martesana, che era definita la Riviera di Milano, o in gite in giornata per tuffarsi nelle acque dell’Adda e del Ticino

Leggi anche: Quando la Martesana era la Riviera di Milano

# I giochi all’aperto

Alcuni dei giochi più diffusi tra bambini e ragazzi dell’epoca erano:

  • La palla: si giocava in gruppo e si cercava di lanciare la palla in modo da farla cadere il più lontano possibile senza essere presi dal difensore dell’altra squadra.
  • La trottola: si lanciava una trottola in legno e si cercava di farla girare il più a lungo possibile.
  • La corda: si saltava sopra una corda che veniva fatta girare da due amici o amiche.
  • La morra: si lanciavano delle pietre con le mani e si cercava di indovinare il numero di dita che gli avversari avrebbero mostrato.
  • Il cerchio: si utilizzava un cerchio di metallo o di legno che veniva fatto rotolare per le strade o i parchi, cercando di farlo girare il più a lungo possibile.
  • Nascondino: si sceglieva un giocatore che doveva contare fino a dieci, mentre gli altri si nascondevano. 
  • Il gioco delle tre carte: un gioco d’azzardo molto diffuso tra i ragazzi, che prevedeva di indovinare in quale delle tre carte scoperte si trovava quella di maggior valore.

Leggi anche: Quando i bambini dicevano Arimo!

# Il passatempo più popolare

Credits: @_g_i_n_k_o_
Ponte Sirenette

Il passatempo più diffuso tra i giovani milanesi era la passeggiata. Lo struscio è stato da sempre un modo di incontrare o rivedersi nelle strade più popolari di ogni città d’Italia.

Nella Milano dei primi anni del Novecento, i luoghi di passeggiata preferiti erano i parchi pubblici e i giardini, come il Giardino Pubblico di Porta Venezia, il Parco delle Basiliche e il Parco Sempione, dove si potevano noleggiare della barchette a remi sul laghetto.

Molto frequentati anche i Navigli e Brera, sede di luoghi anche molto piccanti e trasgressivi. A proposito di particolari piccanti, un ruolo di incontro fondamentale lo ricopriva il ponte delle Sirenette, in origine posizionato in via Visconti di Modrone sopra il Naviglio. Era un punto che fungeva da Tinder dell’epoca dove da sguardi e sorrisi si indovinava la disponibilità. Successivamente venne spostato fino alla collocazione attuale nel cuore del parco Sempione dove è diventato il luogo dove, si dice, un bacio concede l’amore eterno. 

Leggi anche: Il Ponte delle Sirenette, la storia del Ponte dell’Amor Eterno

Continua la lettura con: Anni Ottanta a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Il video del giorno: il TRAM di Milano che si crede una METRO

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Credit combat tram YT - Tram 7 in sotterranea

Un’eccezione per il sistema tranviario di Milano: il tram che viaggia in sotterranea.

Il video del giorno: il TRAM di Milano che si crede una METRO

# Da Largo Mattei al Teatro Arcimboldi viaggia in sotterranea

Largo Mattei-Teatro Arcimboldi

Il tram 7 percorre 17 fermate, da Piazzale Lagosta a Precotto, e corre in superficie come tutte le altre linee tranviarie della città. Ad eccezione di un breve tratto in sotterranea, quando diventa una specie di metropolitana.

@combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

Dalla fermata di Largo Mattei, nel quartiere Bicocca, i mezzi su rotaia iniziano una discesa che li porta a infilarsi sotto i binari ferroviari che arrivano dalle stazioni di Porta Garibaldi Fs e Centrale.

Tratti scoperti tram 7 in sotterranea

Il tram prosegue in sotterranea in via Beccaro e poi curva per dirigersi in via Fieramosca dove finalmente ritorna alla luce. Lungo questo tragitto ci sono due tratti scoperti, ma sempre sotto il piano stradale: uno a lato di via dell’Innovazione e uno all’inizio di via Fieramosca.

# L’unica fermata sotterranea di un tram a Milano

@combat tram YT – Fermata Arcimboldi

In questo porzione di linea tranviaria sotterranea c’è anche una fermata che resta nel sottosuolo: quella che serve il vicino Teatro Arcimboldi e l’Università Bicocca e denominata Arcimboldi Ateneo Nuovo. La fermata si trova tra i due tratti scoperti, sotto via dell’Innovazione ed è l’unica fermata tranviaria interrata di Milano.

Questo il video percorso:

 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

FABIO MARCOMIN

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La FORESTA che diventa BLU

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Credit: @neobicna_mjesta

Sembra una foresta di faggi qualsiasi ma ha un segreto: cambia colore.

Se la si visita nel momento giusto questa foresta sotto copertura offre infatti uno spettacolo straordinario tingendosi completamente di blu e lilla.

La FORESTA che diventa BLU

# La foresta che si colora di azzurro

Credit: @neobicna_mjesta

Siamo nel comune di Halle, nella regione del Brabante, a 15 chilometri da Bruxelles, in Belgio.

Qui troviamo la foresta di Hallerbos. Può sembrare una comune foresta di faggi ma ha un segreto: in un preciso momento dell’anno si trasforma e diventa blu, da qui anche il nome “Blue Forest”. La foresta che possiamo ammirare oggi è una foresta relativamente giovane, durante la prima guerra mondiale infatti, la maggior parte dei vecchi alberi vennero eliminati dall’occupazione tedesca.

É tra il 1930 e il 1950 che Hallerbos viene poi quasi integralmente rimboschita.

# La magia dei giacinti selvatici

Credit: @dorak_asia
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Questa trasformazione colorata può sembrare frutto di una magia ma in realtà una spiegazione c’è: la foresta viene ricoperta da distese di giacinti selvatici. Qui, la specie Hyacinthoides non-scripta, ha una concentrazione più densa rispetto ad altri antichi boschi europei, dove si verificano fenomeni simili.

Grazie a questi fiori, che nel periodo giusto sono milioni, questa distesa di circa 552 ettari si copre di mille colori: dal turchese al violetto, dal blu scuro all’azzurro regalando uno spettacolo unico.

# Uno spettacolo unico al mondo

Credit: @neobicna_mjesta

Quello che offre la Blue Forest è uno spettacolo così unico che attira fotografi da tutto il mondo, alcuni di questi scelgono anche di appostarsi già all’alba per vedere la luce del sole salire tra i fiori blu.

La foresta si può attraversare a piedi, in bici e anche a cavallo e durante la passeggiata si avrà la possibilità di vedere diversi animali tra cui cervi, lepri, volpi, scoiattoli e oltre 105 specie di uccelli.

Il modo migliore per attraversare la Foresta di Halle è facendo delle lunghe passeggiate ma è anche possibile prenotare delle visite guidate.

La foresta di Hallerbos può essere raggiunta sia in auto, che approfittando di mezzi di trasporto pubblici, arrivando con il treno alla stazione di Hall per poi prendere un autobus fino all’entrata della foresta.

Ma in che periodo si trasforma questa foresta? Il momento dell’anno migliore è nella seconda metà di aprile e bisogna stare attenti perché questo spettacolo dura per tre, massimo quattro settimane.

Cosa succede dopo? La foresta torna ad essere una comune foresta di faggi fino all’aprile successivo, quando si trasformerà di nuovo.

 

Continua la lettura con: La KIMONO FOREST: la foresta che si accende di NOTTE. Uno spunto perfetto per la METRO milanese?

ARIANNA BOTTINI

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Il Food District di Milano: 20 NUOVI RISTORANTI in un UNICO QUARTIERE

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Certosa District

Un nuovo polo per la ristorazione dinamica e sostenibile all’interno di un’area industriale in disuso ora in fase di rigenerazione. Lo sviluppo del progetto e le prime aperture.

Il Food District di Milano: 20 NUOVI RISTORANTI in un UNICO QUARTIERE

# Un nuovo quartiere a Milano: il Certosa District

Credits realstep – Certosa District

Nella periferia nord-ovest di Milano, tra via Varesina, via Mac Mahon e via Oriani, in precedenza sede dei gruppi Koelliker e Sandvik, sta sorgendo un “nuovo quartiere”: il Certosa District. L’area è oggetto da qualche anno di riqualificazione con uffici e spazi verdi e l’obiettivo della società immobiliare RealStep, che sta sviluppando il progetto, è quello di creare al suo interno un polo per la ristorazione dinamica e sostenibile: il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef e degli imprenditori che amano la stagionalità, rispettano prodotti e ambiente e fanno anche tanta ricerca” come raccontato dal suo direttore generale spiegato da Vincenzo Giannico.

# Un’area complessiva di 100.000 mq di cui 6.000 dedicati a 20 ristoranti

Area Certosa District

La superficie interessata dal nuovo “quartiere” sarà inizialmente di circa 100.000 mq, con previsione di aumento in futuro. In questi aree industriali in disuso in fase di rigenerazione hanno trovato e troveranno spazio, oltre ad aree verdi e a multinazionali, anche uffici, spazi di co-living e 20 locali tra ristoranti, caffè e luoghi per il dopocena. Questi ultimi saranno distribuiti tra via Varesina, via Brunetti e via Giovanni da Udine e occuperanno 6.000 mq.

# Prime aperture nel 2023, il completamento nel 2026

Certosa District

Le attività di ristorazione saranno di brand già diffusi in città con metrature dei locali che varieranno dagli 80 ai 900 mq. Nei primi spazi riqualificati entro l’estate 2023 sono previste tre inaugurazioni:  Crosta (forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo), Loste Café (una bakery di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro entrambi formati a Copenhagen) e Lafa (cucina araba e mediorientale di Hippolyte Vautrin, titolare di Røst e Kanpai). A fine 2023 altre due aperture, le rimanenti entro il 2026. L’idea è quella, ispirandosi a Parigi, Copenhagen e New York, di creare eventi capaci di coinvolgere la zona grazia alla partecipazione di famosi esponenti di spicco della ristorazione.

Continua la lettura: I RISTORANTI in MOVIMENTO d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Meglio che in UFFICIO: i LOCALI di Milano dove lavorare GODENDOSI la vita

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Ph. www.mymi.it/

All’ombra della Madonnina bar, locali e anche alcuni ristoranti si sono organizzati per permettere un accesso più dinamico a una clientela che ha mantenuto con la propria azienda la possibilità di lavorare da casa o – appunto – da un posto a proprio piacimento. Cosa c’è di meglio per esser più produttivi che lavorare dal nostro locale preferito, sorseggiando il drink o il caffè a cui non sappiamo rinunciare? Ecco a voi i migliori locali per smart working a Milano.

Meglio che in UFFICIO: i LOCALI di Milano dove lavorare GODENDOSI la vita

#7 Santeria Paladini: lavorare tra mostre, libri e fiumi di birra

Credits: @pennylena
Santeria Paladini

In Via Paladini 8 si trova la prima delle due Santerie, la più piccina rispetto alla sorellona che si trova sulla circonvallazione di Milano in zona sud, per l’esattezza in Viale Toscana. La Santeria è il posto perfetto per sedersi con il proprio laptop, all’interno di una cornice dove troviamo tavoli in legno, una libreria, uno spazio mostre e presentazioni letterarie, Non solo: anche ottime birre (come del resto sono ottimi gli aperitivi). Il tutto allestito in un verde cortile esterno della zona occidentale di Milano. Che si voglia andare per lavorare o per un aperitivo, il consiglio è di prenotare. Il posto è piccolo e molto ambito.

Indirizzo: via Paladini, 8

 

#6 Long Song: lavorare tra i libri in un’atmosfera vintage

Credits alessandra_novaga IG – Long Song

In via Stoppani, un’arteria del quartiere arcobaleno di Porta Venezia, si trova il Long Song, una caffetteria bistrot che all’interno ha una favolosa libreria di usato, modernariato e vintage. Qui è possibile infatti non solo gustare ottimi caffè e tutto ciò che ad esso gravita, ma anche sedersi al suo interno (o nei carinissimi tavoli al di fuori se la stagione lo permette), lavorare al pc e sfogliare uno dei tantissimi testi che si trovano sulle mensole della libreria.

Indirizzo: via Antonio Stoppani, 11

 

#5 Starbucks Reserve Roastery: lavorare con il sogno americano

fast food milano
Starbucks Milano

Il colosso americano Starbucks è approdato, quasi letteralmente, all’ombra della Madonnina: lo store (il più grande d’Europa) si affaccia in Piazza Cordusio, a due passi dal Duomo ed è la terza Reserve Roastery del gruppo, dopo quelle di Seattle e Shanghai. Ultimamente anche un’istituzione a stelle e strisce come questa è scelta prediletta di smart workers provenienti da ogni dove.

Indirizzo: via Cordusio, 1

 

#4 Pausa: lavorare con stile milanese e mentalità internazionale

Credits gragno85 IG – Pausa Milano

Il marchio Pausa è il nuovo modello di bar/bistrot nato nell’internazionale Hong Kong che ha successivamente aperto anche a Milano, incastonato tra i palazzi storici della centralissima via Cesare Correnti (colonne di San Lorenzo). Proprio lì, la passione per il cibo di casa di Marco Cattaneo,si è materializzata su un isolato, assumendo le sembianze di una bottega di circa 25 mq sotto il nome di Pausa. L’inconfondibile insegna rossa recitava già all’epoca “Your Italian Break”, con l’idea di diffondere un format innovativo, semplice, veloce e replicabile all’estero. Larghi tavoli, prese per pc e cellulari in ogni postazione e ottime bevande sono la miglior compagnia per giornate in smart working da passare qui.

Indirizzo: via Cesare Correnti, 28

 

#3 Combo: lavorare come in un campus universitario

Combo non è semplicemente un ostello ma anche un bar dove bere qualcosa prima o dopo cena, un ristorante in cui le specialità locali incontrano la cucina del mondo e una radio, dal suono eterogeneo e l’anima girovaga. Si trova in Ripa di Porta Ticinese 83, nel cuore dei Navigli. Le distanze per lavorar tranquilli non mancano, il wi-fi nemmeno ed è dotato di un ampio cortile senza tempo immerso nel verde. La tranquillità che si trova venendo a lavorare qui è impagabile. 

Indirizzo: Ripa di Porta Ricinese, 83

 

#2 Vista Darsena: lavorare sentendosi (quasi) in Riviera

Ph. www.mymi.it/

Il sogno proibito dei milanesi: lavorare a Milano con la vista sul mare. Con un po’ di immaginazione è quello che si può provare in questo Smart bar con servizio di cucina: Vista Darsena è un locale all-day dove poter accompagnare lo studio prima con un buon caffé, centrifuga e fetta di torta di pasticceria, poi con un pranzo a base di Pink Burger al salmone o Cheeseburger di manzo, e infine perché no anche un drink. Posizionato sulla Darsena, il valore aggiunto del posto è un bancone sovrastato da un video-wall studiato per trasmettere immagini e mostre di giovani video-maker. La connessione internet ad alta velocità lo rende poi il posto perfetto per lavorare e studiare comodamente seduti al tavolo. Vista Darsena è aperto tutti i giorni alle 10 fino alle 02:00 di notte.

Indirizzo: Viale Gabriele D’Annunzio, 20

 

#1 CityLife Shopping District: lavorare come in un coworking ma a costo zero

Nell’area food ci sono spazi di lavoro tutti dotati di prese e connessione gratuita, perfetti per sedersi e lavorare al tablet o al pc. Praticamente sono come dei desk da coworking senza la noia di dover pagare l’affitto e senza soffrire l’ansia tipica di alcuni camerieri che, una volta capito che ordinerete una sola consumazione, inizieranno a camminarvi attorno e guardarvi male perché “tra un po’ ci serve il tavolo.” A City Life e in ognuno dei posti di cui vi ho parlato tutto ciò non succederà. Un altro valore aggiunto: c’è anche la comodità di poter ordinare un caffè e fermarsi per pranzo consumando tutto nella propria postazione. E se la giornata è bella si può fare pausa godendo di uno dei parchi più belli e moderni di Milano, passeggiando sotto i grattacieli e sognando la conquista del mondo. 

Indirizzo: Piazza Tre Torri

 

Continua la lettura: 5 TRATTORIE LOW COST dove si mangia bene a Milano

CARLO CHIODO

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