Foto redazione - Nuovi stalli strisce blu via Verbano
Negli ultimi 10 anni i parcheggi a pagamento sono cresciuti di oltre il 200%, dilagando anche nelle aree periferiche. L’attacco dell’opposizione in consiglio comunale.
Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni. L’attacco: siamo CITTADINI o BANCOMAT?
# L’attacco di Silvia Sardone, consigliere della Lega in consiglio comunale: “Oltre il 200% di strisce blu in più in 10 anni“
Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano estate 2022
Quasi in ogni quartiere, dal centro alla periferia, la sostituzione dei parcheggigratuiti bianche con quelli a pagamento sta procedendo senza sosta da ormai 10 anni. Una crescita del 200% come fatto notare da Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano, che nei giorni scorsi ha ricevuto conferma dall’assessore alla Mobilità in seguito a un’interrogazione sul tema: “Dal 2011 (ultimo anno di amministrazione di centrodestra) al 2021, a Milano, i parcheggi a strisce blu sono passati da 35.213 a 106.206: un incremento di oltre il 200% targato sinistra che ha trasformato i milanesi in veri e propri bancomat“. Le giustificazioni addotte per questo cambio di rotta sono sempre le solite di stampo ambientalista ma per Silvia Sardone si tratta solo di “una crociata finto-ambientalista contro gli automobilisti“.
# Automobilisti usati come bancomat senza alcun beneficio per la collettività
Credits sicurauto – Zone a pagamento a Milano
L’esubero di parcheggi a strisce blu sta diventando un salasso per gli automobilisti che vengono considerati dal Comune alla stregua di un bancomat, utili solo per fare cassa ma senza avere nessun particolare beneficio. Rincara la dose l’esponente leghista: “finché ha amministrato il centrodestra non si faceva cassa sulla pelle dei cittadini, mentre la sinistra tassa senza scrupoli. In dieci anni hanno reso Milano un’enorme macchia blu senza tra l’altro migliorare la qualità dell’aria, come si evince dalle costanti rilevazioni delle autorità preposte“.
# La cerchia extra-filoviaria registra l’incremento maggiore di parcheggi a pagamento
Foto redazione – Nuovi stalli strisce blu via Verbano estate 2022
Le periferie sono quelle che hanno registrato l’incremento maggiore di stalli a pagamento. Nella cerchia filoviaria si è andati da 21.625 a 31.284 parcheggi con le strisce blu, in quella extra-filoviaria da 5.408 a 68.077. Nella risposta all’interrogazione il Comune si giustifica parlando dei parcheggi a lunga sosta ma secondo la Sardone non è una scusa che regge: “La lotta alle auto è solo un pretesto, l’ennesimo, per spolpare i milanesi“.
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Scopriamo dove si trova questa isola dalla forma insolita e quale leggenda nasconde.
L’ISOLA del DELFINO: l’isola più STRANA d’Italia
# Sulle propaggini della Costiera Amalfitana si trova un’isola dalla forma insolita
this.is.maria IG – Isola Gallo Lungo
Ci troviamo nell’Arcipelago Li Galli, nel mezzo del Mar Tirreno sulle propaggini della Costiera Amalfitana tra Positano e Capri, ricompreso all’interno dell’area marina protetta di Punta Campanella. Delle tre isole che lo compongono, Gallo Lungo è la più grande, e ha una forma davvero insolita: osservandola dall’alto ricorda un delfino.
Credits chiaracaccavo IG – Isola Gallo Lungo dettaglio Torre Costiera
Sul lato convesso c’è la piccola cala“la Praja” con una spiaggia molto corta, che consente alle barche di ancorarsi, e con una piccola casetta sul fondo. Nella parte alta dell’isola si trova invece una torre costiera di guardia realizzata in pietra.
Le curiosità di questo arcipelago non si fermano qui. Secondo una leggenda, Gallo Lungo e le altre due isole La rotonda e La Castelluccia erano abitate da sirene che ammaliavano con il loro canto i marinai in transito. Da qui deriva l’altro nome con cui è conosciuto il gruppo di isole: La Sireneuse.
Dopo la decisione presa dal Gran Consiglio lo scorso Aprile, il cantone di Lugano si aggiunge a Zugo e Zermatt con un progetto pilota.
Il Canton Ticino apre al pagamento delle TASSE IN BITCOIN. Un’idea per Milano?
# Un progetto pilota
anncapictures da Pixabay
È partito il 12 aprile del 2022, con la decisione del Gran Consiglio del Canton Ticino, un progetto pilota che consente ai ticinesi di pagare alcune imposte in Bitcoin.
Dal 7 luglio entra nel vivo pienamente operativo. È infatti possibile usufruire della piattaforma digitale, attivata dall’ufficio imposte alla fonte e del bollo della Divisione delle contribuzioni.
Allo stato attuale è un vero e proprio test, che raccoglie solo alcune delle imposte amministrative locali. Gli amministratori ticinesi non escludono, però, che in futuro possa essere esteso anche ad altri pagamenti.
# La Svizzera accetta e incoraggia l’uso di Bitcoin
Credits: financebrokerage.com
Il Dipartimento delle finanze e dell’economia Ticinese, si allinea alle decisioni già operative a Zermatt e Zugo. La Svizzera si rivela quindi una terra che accetta, disciplina e incoraggia l’uso di Bitcoin ed altre cryptovalute. A Lugano il cambio di passo è stato annunciato nel marzo scorso, in concomitanza della convention denominata “Piano ₿”, coni Bitcoin che ha dominato il logo e monopolizzato gli speech.
Prima ancora, a febbraio, anche il Cantone di Zugo ha aperto alla possibilità di rifondere in Bitcoin i servizi comunali nel limite di 100mila franchi. Interessante che, grazie ad un accordo con Bitcoin Suisse AG, quest’ultima si assume il rischio derivante dalla volatilità delle criptovalute, facendo in modo che al cantone di Zugo arrivino esattamente le tasse fatturate in franchi svizzeri. La commissione per questo servizio è pari all’1%.
In una nota stampa diffusa la mattina del 7 luglio, i funzionari cantonali dichiarano che «Questo progetto pilota permette di limitare notevolmente i rischi, garantendo comunque l’accettazione di pagamenti in Bitcoin da parte di determinati servizi dell’Amministrazione cantonale».
In precedenza i promotori politici dell’idea, hanno dichiarato quanto sia «fondamentale stare al passo» ed evitare di essere travolti o anche solo farsi cogliere impreparati dal progresso.
Altre nazioni nel mondo hanno intrapreso questa strada. Ron De Santis, governatore della Florida, ha spiegato di aver chiesto a varie agenzie statali di iniziare a lavorare su come consentire alle aziende dello stato di effettuare i pagamenti delle tasse in Bitcoin.
De Santis ha anche annunciato un disegno di legge, che si muove all’interno di un progetto che prevede lezioni di educazione finanziaria nelle scuole superiori della Florida.
Il sindaco di Gold Coast in Australia, Tom Rate, ha annunciato che i cittadini potranno pagare alcune imposte locali e tasse sulla proprietà in Bitcoin. Rate vede in Bitcoin un efficiente sistema per scavalcare l’intermediazione da parte delle banche.
Anche l’Argentina e lo stato di San Paolo in Brasile stanno predisponendo questa possibilità: il solco, come nel resto del mondo, è tracciato dalle imposte locali.
La preoccupazione degli amministratori svizzeri, di rimanere al passo con la tecnologia, piuttosto che l’intento di Gold Coast di scavalcare l’intermediazione bancaria, sono tutti motivi condivisibili anche per città come Milano?
Quasi sicuramente la città della Madonnina, non può permettersi di perdere un treno importante per il proprio futuro come quello della digitalizzazione.
Zugo ha insegnato la via maestra: sottoscrivere accordi con player che si fanno carico dell’attuale volatilità di Bitcoin col sistema fiat, quindi i rischi di Milano sarebbero minimi.
La riscossione delle imposte locali, in quanto tali, non scalfisce i rapporti con il governo centrale di Roma.
I cittadini in regola non dovrebbero mai più temere errori di accertamento sulle imposte, perché il pagamento sarebbe certificato dalla blockchain, il registro pubblico e immutabile su cui vengono registrate le transazioni di Bitcoin. Sembra il più classico dei modelli win-win: perché non ci abbiamo ancora pensato?
Sai che con l’arrivo della M3 in Duomo si pensò di ridisegnare l’aspetto della piazza? La fermata Duomo della metro gialla è stata voluta per collegare il centro città con la Stazione Centrale. Tuttavia, quando si decise di far passare oltre alla metro rossa anche quella gialla, si pensò di fare un restyling alla piazza, costruendo un monumento con fontane sul lato ovest. Il progetto non venne mai realizzato.
Credits leggofuorigrotta IG – Banchina fermata Duomo Napoli
Altre curiosità sulla fermata Duomo:
La stazione di Duomo fu costruita come parte della prima tratta, da Marelli a Lotto, della M1 entrata in servizio il primo novembre 1964. Il 3 maggio 1990 è entrata in servizio la prima tratta della M3 da Centrale a Duomo. Rimase capolinea fino al dicembre dello stesso anno, con l’estensione a Porta Romana
La stazione è costruita a binari sovrapposti per evitare il passaggio sotto gli edifici. Al livello inferiore si trova il binario in direzione San Donato, al livello superiore il binario in direzione Comasina
Dai mezzanini si dipartono tre lunghi passaggi sotterranei con spazi commerciali: la Civica Galleria Sotterranea, che porta a via Torino, la Galleria dell’Artigianato, che conduce a Cordusio, e la Galleria del Sagrato, verso Vittorio Emanuele con un’uscita all’interno della Rinascente.
La “metropolitana di superficie” della riviera romagnola collega Rimini a Riccione, lungo 9,8 km e 17 fermate. Come funziona e i progetti di sviluppo futuri.
La METROMARE, la metropolitana della RIVIERA ROMAGNOLA: fermate attuali e nuovi prolungamenti
# Il tracciato attuale è di 17 fermate lungo 9,8 km interamente in sede protetta
photo_transport_emilia_romagna Alex2910 IG – Metromare Riccione station
Il Metromare detto anche “Trasporto Rapido Costiero” è il servizio di Bus Rapid Transit della riviera romagnola inaugurato “ufficiosamente” alla fine del 2019, che affianca la ferrovia Bologna-Ancona, anche se inizialmente esercitato da bus su gomma a basso impatto ambientale ibridi e a metano. I mezzi viaggiano in corsia riservata, come una metropolitana di superficie.
Ph: wikipedia
Il tracciato attuale è di 17 fermate, compresi i due capolinea di Riccione e Rimini dove avviene l’interscambio con le rispettive stazioni ferroviarie. Il tragitto di 9,8 km viene percorso in 23 minuti. La frequenza media è di 10 minuti, che scenderà a 7,5 minuti nelle ore di punta con l’impiego contemporaneo di 8 mezzi.
# Approvata e finanziata la tratta di 4,2 km fino a Rimini Fiera. Il progetto originario prevede il prolungamento a est fino a Cattolica, allo studio l’estensione a ovest fino a Santarcangelo di Romagna
Ph: wikipedia – Stazione Kennedy
Il progetto di estensione del tracciato a ovest, dalla Stazione ferroviaria di Rimini alla fiera, è stato approvato e finanziato con 49 milioni di euro. Il tracciato aggiuntivo del Metromare sarà lungo 4,2 km e i passaggi avranno una frequenza di 7 minuti e mezzo.
Rete attuale e sviluppi futuri metromare
Allo studio l’ulteriore prolungamento ad ovest fino alla stazione di Santarcangelo di Romagna, mentre quello a est da Riccione in direzione di Cattolica è già previsto dal progetto originario.
# A luglio 2021 l’inaugurazione ufficiale con la sostituzione dei bus ibridi e a metano con i filobus
Ph. chiamacitta – Test Filobus
Da fine 2020 agli inizi del 2021 sono stati effettuati i collaudi da parte della commissione del Ministero delle Infrastrutture per testare il funzionamento dei primi tre filobus snodati da 18 metri Exquicity costruiti dall’azienda belga Van Hool, attrezzati anche per il trasporto bici.
Ph. aleromanorn IG – Filobus Metromare
Ora tutti i 9 filobus acquistati sono disponibili. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta a luglio 2021, in occasione dei 100 anni dall’entrata in funzione del primo tratto della costruenda tranvia Rimini-Riccione.
Non ci sarebbe bisogno del Recovery Fund o di fondi statali. Vediamo come potrebbe essere finanziato e tutti i numeri del progetto.
PONTE sullo STRETTO in 4 anni (a costo zero per lo Stato): il PROGETTO della SVOLTA?
# Webuild: “In 4 anni riusciamo a realizzare il Ponte sullo Stretto”
Credits: gazzettadelsud.it – Ponte sullo stretto
Nelle dichiarazioni dell’ultimo anno l’amministratore delegato Paolo Salini di WeBuild, ex Salini-Impregilo, continua a dichiarare la disponibilità di costruire il ponte senza fondi statali: “Noi il Ponte siamo in grado di farlo e si può partire anche subito“, senza la necessità di inserire il Ponte sullo Stretto di Messina tra le opere da finanziarie con il Recovery Fund. Secondo il parere dei tecnici, come afferma Paolo Salini, se venisse utilizzato il “modello Genova” l’infrastruttura si potrebbe realizzare in 4, massimo 6 anni.
# L’accordo tra regioni e Salini per procedere in autonomia senza l’aiuto dello Stato
Credits ladiscussione.net – Ponte sullo stretto
Nel 2021 si sono susseguiti gli incontri tra gli assessori regionali alle Infrastrutture, Marco Falcone e Domenica Catalfamo, Salini e i manager di WeBuild per fare un quadro sulla revisione del progetto, già approvato nel 2005, e del nuovo piano finanziario. WeBuild sarebbe in grado di sostenere l’investimento di 4 miliardi previsti per la costruzione del ponte con la formula del project financing, mentre i rimanenti 2 miliardi, per le infrastrutture di terra, sarebbero dalle regioni Sicilia e Calabria con proprie risorse e tramite il mercato finanziario in caso non arrivassero fondi dall’Unione Europea e dallo Stato.
# Sarebbe il ponte con la campata unica più lunga del mondo. Tutti i numeri del progetto
Ponte sullo Stretto – Webuild
Il ponte avrebbe la campata unica più lunga del mondo, 3.330 metri, per una lunghezza totale di 3.660 metri. L’altezza prevista per le torri è di 399 metri, la larghezza dell’impalcato di 61 metri e l’altezza libera per il transito delle navi di 65 metri. I 4 cavi che uniscono le torri alle estremità del ponte saranno estesi complessivamente 5.230 metri con quasi 42.000 fili d’acciaio per ogni cavo. Sul Ponte sullo Stretto dovrebbero transitare a regime 60.000 treni e 6 milioni di veicoli ogni anno, su due binari ferroviari e 4 corsie stradali più due di emergenza.
# Le ricadute economiche: 118.000 occupati e 107 miliardi di indotto nei 30 anni di gestione
L’impatto economico per lo Stato, derivante dalla costruzione del ponte, sarebbe positivo con circa 8 miliardi di euro nuove entrate nella sola fase di costruzione, mentre nei 30 anni di gestione l’indotto erariale ammonterebbe a 107 miliardi di euro. A questo si aggiungerebbero oltre 118.000 nuovi occupati tra assunzioni dirette e indotto, con un incremento dello 0,5% del tasso di occupazione nazionale e un incremento dello 0,2% del Pil italiano.
Per una gita fuoriporta all’insegna del risparmio, a poche ore da Milano sono diverse le esperienze che si possono provare. Scopriamo le più suggestive ad un prezzo massimo di 5 euro.
3 ESPERIENZE da fare in LOMBARDIA con 5 EURO
#1 Il Ponte nel Cielo, il ponte tibetano più alto d’Europa percorribile con 5 euro
Credits: @ponte_nel_cielo – Ponte nel cielo
A Tartano, in Val Tartano in provincia di Sondrio, c’è il ponte tibetano più alto d’Europa. Inaugurato nel settembre 2018 si trova a un’altezza di 140 metri, è lungo 234 e largo 1 metro. Si compone da 700 assi in legno di larice e collega Campo a Frasnino con un dislivello di circa 4 metri. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, si consiglia di prenotare online. A due ore da Milano.
#2 Orrido di Bellano, una spettacolare gola naturale attraversabile su passerelle a 5 euro
Credits manna2o IG – Orrido di Bellano
A Bellano sulla sponda lecchese del Lago di Como, c’è un suggestivo canyon sul torrente percorribile tramite passerelle ancorate alla parete: l’Orrido di Bellano.
Per raggiungere questa spettacolare gola naturale bisogna arrivare fino alla chiesa di Bellano dove, sulla scalinata alla sua destra, si trova l’ingresso del percorso. Il costo dell’esperienza è di 5 euro. A poco più di un’ora da Milano.
#3 Le Cascate dell’Acquafraggia, citate anche da Leonardo da Vinci, visitabili a soli 3 euro nei weekend e gratis nei giorni feriali
Credits charliefiore IG – Cascate Acquafraggia
In Val Chiavenna, a Borgonuovo di Piuro, la natura regala uno spettacolo mozzafiato: le Cascate dell’Acquafraggia. Un salto gemello di 170 metri, che si staglia nella natura incontaminata. Citate da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico, queste meravigliose cascate di origine glaciale sono visibili attraverso alcuni percorsi panoramici e fanno parte di un’area protetta. Nei giorni feriali l’accesso è gratuito, nei fine settimana il prezzo del biglietto è di appena 3 euro. A due ore da Milano.
Lo sapevi che in Italia c’è un fiume che ha l’acqua talmente pulita da essere stata definita “la più pulita dell’intero Continente”? Un primato che ogni anno corsi d’acqua dei Balcani, Grecia e Irlanda si contendono ogni volta con il fiume italiano, ma che spesso è il BelPaese ad aggiudicarsi. Ecco dove si trova.
In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa
# L’acqua limpida e cristallina che aiuta la flora e la fauna del fiume
Ph: @alessandro.mattucci Fiume Tirino
Siamo in centro Italia, precisamente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo. Il fiume in questione si chiama Tirino e nasce dalla sorgente Capo d’Acqua, nel territorio di Capestrano in provincia dell’Aquila, attraversa tutta la Valle Tirino, scorre per circa 15 chilometri in direzione Sud e entra nella provincia di Pescara.
Potrebbe essere un corso d’acqua come tanti, invece il fiume abruzzese è considerato il più limpido e pulito d’Europa. Il corso del fiume è alimentato da una moltitudine di sorgenti e l’acqua del Tirino alterna un azzurro intenso al verde smeraldo, fino ad arrivare in alcuni tratti ad essere completamente trasparente. Ma l’acqua cristallina ha ottimi effetti anche sulla flora e la fauna del fiume. Sì perché il fatto di essere trasparente fa sì che i raggi del sole penetrino nel fiume per diversi metri e quindi anche nelle zone più profonde avviene la fotosintesi clorofilliana. In questo modo flora e fauna vivono anche nelle zone più basse del fiume.
# Una valle turistica e le sue attività
Ph: @sara.di.giacomo Tirino
La valle del fiume e il Tirino stesso sono aree recentemente apprezzate dai turisti, qui infatti possono essere fatte varie attività. Tra le più amate c’è il giro in canoa sulle acque del fiume più pulito d’Italia, ma non solo. All’interno della valle sono organizzati anche giri in bicicletta, trekking sulle sponde del fiume o passeggiate a cavallo.
La domanda che sporge spontanea è: ma il fatto che si navighi nel fiume non potrebbe causare l’inquinamento delle sue acque? È il Comune di Capestrano a dare l’autorizzazione di navigare su alcuni tratti del fiume, essenziale è però che le barche non siano a motore e bisogna assolutamente evitare di passare nei tratti non navigabili.
Lo sapevi che quando scendi a Garibaldi entri nella “nuova Milano”? Probabilmente sì, perché l’intera zona circostante la stazione è l’area di Porta Nuova, la city di Milano. Piazza Gae Aulenti, l’Unicredit, Corso Como, Biblioteca degli Alberi sono il centro della Milano del futuro e dello skyline.
Ph. Luca Bravo-Unsplsh – Milano Gae Aulenti
Altre curiosità sulla fermata Garibaldi:
Garibaldi è uno dei principali hub di Milano: mette insieme stazione dei treni e l’interscambio tra M2 e M5
E’ l’unica fermata a essere stata capolinea di due linee diverse. La stazione della linea 2 fu attivata il 12 luglio 1971: era il nuovo capolinea della tratta proveniente dalla Centrale. Garibaldi fu poi anche capolinea della M5 dall’inaugurazione del marzo del 2014 fino al 2015, quando la linea venne prolungata fino a San Siro Stadio
Garibaldi FS della M2 è stata l’unica stazione all’interno del Comune di Milano (al di fuori c’erano anche Gobba e Gorgonzola) a possedere quattro binari (attualmente ridotti a tre). I due centrali vengono utilizzati per la normale fermata dei treni, gli altri due, posizionati all’esterno delle banchine di attesa, sono praticamente inutilizzati: uno dei due è stato rimosso, mentre l’altro viene a volte utilizzato per il parcheggio di materiale rotabile ATM. I binari supplementari dovevano servire al progetto, mai realizzato, delle linee celeri della Brianza, un gruppo di linee di metrotranvie che avrebbero dovute essere portate sotterranee, con un interscambio diretto con la metropolitana
Gira sui social l’immagine dei turisti giapponesi che puliscono il ponte Sisto a Roma: forse servirebbe il loro aiuto anche a Milano? Come ci si poteva aspettare, tante sono le segnalazioni riguardanti la spazzatura abbandonata.Ecco allora un altro esempio, questa volta siamo in zona Morgantini.
Milano non fa schifo ma…la SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade sì
# Più intransigenza contro chi sporca, più rispetto per Milano
Come in questo caso segnalatoci dalla nostra lettrice Chiara, in zona Via Capecelatro, Morgantini, la presenza di immondizia è piuttosto diffusa e la cosa si ripete con frequenza. Spesso una delle cause sono bivacchi improvvisati che lasciano rifiuti vari, come sigarette, bottiglie di birra, cartoni di vino…
Come intervenire?
#1 Più zelo anche contro chi sporca
Si è mostrata intransigenza per diversi aspetti, dalle mascherine ai pass o alle regole del lockdown, che ha dimostrato che se la pubblica amministrazione vuole, riesce a esercitare controlli con rigore e severità. Perché non applicare lo stesso zelo per ciò che reca disturbo alla vivibilità di tutti i cittadini, come chi sporca le nostre strade?
#2 Educare al rispetto per la città
Non solo: si deve iniziare un’opera di educazione nei confronti di tutti i cittadini e di chi frequenta la nostra città, anche stranieri che sovente sono molto ligi a rispettare le regole nei loro paesi ma una volta arrivati qui si adeguano subito al malcostume e al lassismo.
#3 Pulire di più e meglio
Basta andare oltre frontiera, in Francia, Svizzera o Austria per vedere in azione chi pulisce gli spazi comuni ogni giorno, fin da prima dell’alba, a intervenire con grande cura per eliminare ogni traccia di sporcizia. Il nostro auspicio sarebbe quello di rivedere i netturbini armati di scopa in giro per le strade,una maggior diffusione di cestini, una collaborazione dei custodi e dii chi gestisce la pulizia delle abitazioni e ovviamente una maggior vigilanza. Perché non istituire il Netturbino di quartiere? Addetti che su più turni che oltre a pulire e segnalare facciano opera di educazione. Non raccontiamoci che non ci siano soldi: il tema spesso è che bisogna lavorare meglio e controllare con più attenzione chi lavora, intervenendo su chi lo fa con trasandatezza.
Anche perché a Milano non possiamo rassegnarci alla sporcizia e alla maleducazione.
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Il sistema di trasporti milanese è il più capillare tra tutte le città italiane: compete a livello europeo per numero di km della rete metropolitana e per quantità di linee tranviarie, offrendo una discreta intermodalità. Il gap principale con le principali metropoli internazionali risiede nel fatto che le linee sotterranee e quelle ferroviarie non garantiscono un interscambio circolare con linee radiali ai pendolari che entrano in centro dalle stazioni più periferiche delle diverse linee. Vediamo un confronto con le principali città europee e il futuro progetto della circle line milanese.
CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi
In Europa le Circle Line esistono da anni in diverse metropoli. Vediamo le principali.
#1 A Londra la “Circle Line” esiste dal 1905
Credits: wikipedia.org – Mappa Circle Line di Londra
A Londra la “Circle Line” esiste nella sua estensione definitiva dal 1905 e ha un percorso a forma di spirale da Hammersmith a Edgware Road. La linea scorre in sotterranea nella parte centrale e le gallerie ferroviarie sono appena sotto la superficie e di dimensioni simili a quelle delle linee principali britanniche. La sua lunghezza è di 27 km per 36 stazioni, di cui quasi tutte offrono interscambi con la linea ferroviaria principale, e condivide il tracciato con altre linee, amplificando così l’effetto rete.
#2 A Parigi c’è un servizio di metropolitana circolare svolto da due linee e un anello metropolitano in costruzione
Credits: wikipedia.org – Mappa Metropolitana di Parigi
La stessa funzione della “Circle Line” londinese è replicata a Parigi tramite le linee 2 e 6 che, sulla falsa riga della nostre linee filoviarie 90-91, compiono due semicerchi incontrandosi ai due capolinea per intercettare tutte le altre linee metropolitane radiali e tranviarie della città. In totale sono 26 km di linea per 53 fermate.
La differenza con Milano sta nel numero di passeggeri trasportati e nella frequenza di passaggio: grazie a treni al posto di autobus e senza il problema del traffico stradale, le linee della Ville Lumière sono di un’altra categoria.
Credits: wikipedia.org – Progetto Grand Paris Express, Linea 15
Un progetto in costruzione è il Grand Paris Express ovvero quattro linee di metropolitana automatica regionale ad anello attorno a Parigi, oltre al prolungamento di due linee di metropolitana esistenti, che raggiungeranno una estensione totale di 200 km nel 2030.
In particolare la linea 15, esterna al comune parigino, garantirà un rapido spostamento circolare tra tutte linee entranti dall’area metropolitana e consentirà di raggiungere pendolari all’esterno della regione metropolitana grazie all’interconessione con le altre linee circolari del progetto, la 16 e la 18.
#3 Mosca ha inaugurato parzialmente la sua terza circle line che a regime sarà anche la più lunga del mondo
Credits: mos.ru – Cartina nuove linee metropolitane Mosca
Nella città natale di Dostoevskij ci sono ben tre linee circolari, una più centrale e due più periferiche:
la linea 5, il cerchio di colore marrone nell’immagine sotto, è la prima linea circolare della metropolitana di Mosca, aperta nel 1954 intorno al centro città, che intercetta le linee radiali della città per una lunghezza di 19,4 km con 12 stazioni e una frequenza di 90″ come tutte linee della capitale;
la seconda è l’Anello centrale di Mosca, la linea numero 14, e comprende i quartieri centrali e della prima periferia, ad una distanza media di 4/5 km più esterna rispetto alla linea 5, correndo sul percorso del piccolo anello ferroviario di Mosca, una ferrovia a binario singolo costruita in epoca zarista (1902-1908) ricostruita a doppio binario assieme alle vecchie stazioni presenti sulla linea tra il 2012 e il 2016;
infine la Big Circle Line, la linea circolare più lunga del mondo con suoi 70 km di estensione, parzialmente aperta e che sarà completamente operativa entro la fine del 2022. Interscambia con 20 stazioni su 11 linee metropolitane radiali, tre stazioni sulla ferrovia Moscow Central Circle (MCC), 13 stazioni delle linee suburbane Moscow Central Diameters e 11 stazioni ferroviarie.
Tra le altre Circle Line esistenti, famosa la Sbahn (S41 in un senso, S42 nel senso opposto) di Berlino, oltre a quella di Madrid.
La linea angolare in fase di realizzazione in città prevede l’aggiunta di altre 6 fermate (Tibaldi quasi terminata, Porta Romana in realtà spostata dall’attuale posizione per incrociare M3, Istria con M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata) alle 6esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera) con una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, l’acquisto di 20 treni dedicati e una cadenza di 15′, quindi non una frequenzada linea metropolitana.
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
Indubbiamente una bassa frequenza è un fattore determinante per renderlo un servizio efficiente e utilizzato, problema risolvibile con l’acquisto di più treni, mentre il ridotto numero di stazioni e la mancanza di tracciato nel quadrante ovest di Milano sono due elementi che lo rendono un progetto deficitario.
# Il progetto che ci vorrebbe per chiudere il cerchio
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle LineCredits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line
Per questo sarebbe necessaria una vera linea metropolitana circolare, sempre su parte del percorso della linea S9, ma con 36 fermate chiudendo l’anello ad ovest come nel progetto in alto nelle due immagini, una linea alla pari di Londra, Parigi e Mosca.
# Il tracciato da sud-ovest e nord della futura M6 potrebbe essere una delle possibili alternative
La futura M6 potrebbe idealmente chiudere il percorso circolare, pur con un cambio di linea, secondo quanto detto dall’Assessore alla mobilità di Milano Arianna Censi: “Al ministro presentiamo una proposta che ha un obiettivo: completare il percorso di Circle Line per cui chiediamo il finanziamento con lo scopo di connettere tutte e cinque le linee e costruire una rete capillare che faccia da moltiplicatore delle potenzialità del sistema del trasporto pubblico.” Il blog Urbanfile immagina ulteriori 14 fermate da sud-ovest a nord, oltre a quelle ipotizzate per il tracciato da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo, con capolinea alla fermata della Circle Line di Mind-Merlata.
Per fare un vero salto di qualità però, oltre a prevedere di trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico, il percorso ideale di una “circle line” dovrebbe seguire quello di una se non entrambe le tangenziali:
Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.
L’immagine in alto serve a delimitare in maniera spannometrica le tre Circle Line, esclusa quella filoviaria, per approfondimenti ne abbiamo parlato qui.
Si dice che la nostra civiltà abbia smarrito il senso dello spirito.
Come scrive il Prof. Capozzi, “la civiltà occidentale, un tempo cristiana, ora pressoché disgregata nella secolarizzazione radicale, ha trasferito e distorto il senso religioso del peccato, dell’espiazione, della redenzione sul piano socio-politico e su quello dei rapporti tra uomo e natura.”
Il problema è che non è l’essere umano che può produrre il risveglio. È lo spirito che può coinvolgere gli uomini.
L’uomo è vuoto perché è estraneo a questo processo. Come fa l’essere umano a riproporre un modo di sé che non ha più?
È necessario produrre assenza, non presenza.
Non è facile, perché siamo educati a un continuo sforzo razionale, siamo educati all’attività non alla sua remissione. Ma questa nuova percezione dovrebbe nascere dalla fine di questo sforzo che continua a rincorrere se stesso come un animale che morde l’aria.
Quando si resta assenti, improvvisamente si percepisce, ma quando si cerca di descrivere la percezione questa sfugge.
Serve stimolare gli inconsci per farli finire in mare aperto perdendo ogni approdo, soprattutto l’idea di se stessi.
C’è una grande dispersione e difficoltà nel gestire questo processo. Anche perché ognuno di noi ha soprattutto bisogno di un’idea di sé, per quanto sbagliata, per esistere. Quando metti in crisi quella idea sbagliata di te, si apre un vuoto che fa paura.
Tutte le nostre azioni di ogni giorno, anche se non ce ne accorgiamo, rimandano a un fine che siamo noi, all’idea di noi stessi. Se quell’idea di noi, conscia o semi conscia, crolla, di conseguenza crolla l’interazione tra noi e il reale che abbiamo intorno.
Bisogna avere il coraggio di lasciare spazio a questa paura. Di vivere la paura della perdita di sé, il vuoto di non avere un Io per integrare il rapporto tra noi e l’esistenza.
Solo lasciando spazio al vuoto, a questa voragine che annichilisce nel terrore, si può cedere allo spirito che ci educa alla novità di noi stessi.
Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Scopriamo chi l’ha progettata e dove si trova.
La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”
# Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo
Credits peternewman – Skystation
Nel distretto finanziario londinese di Canary Wharf, nella Crossrail Place vicino all’ingresso della stazione ferroviaria Elizabeth Line di recente apertura, l’architetto britannico Peter Newman ha installato Skystation: una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Il designer l’ha definita come “una scultura pubblica interattiva e un sedile” i cui contorni sono stati progettati per “adattarsi alla forma umana distesa e incoraggiare la contemplazione del cielo e dell’architettura che lo incornicia“. Newman ha aggiunto che la panchina “crea un’opportunità di pausa, riflessione e interazione all’interno di uno spazio pubblico. La gravità mette il passato sotto di noi, quindi guardare in alto è come pensare al futuro“.
# A forma di UFO e realizzata in alluminio e bronzo
Credits robotrobbiethe IG – Skystation Londra
La particolarità più curiosa di questa panchina, per se non voluta di proposito dal famoso designer, è la sua forma che ricorda quella di un UFO. Realizzata in alluminio e bronzo, ha tutte le sembianze di un disco volante e ha preso ispirazione dalla forma della chaise longue LC4, uno dei mobili più conosciuti del 20° secolo progettato dagli architetti Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand.
Skystation è stata ideata per essere un luogo confortevole in cui sedersi e può ospitare fino a 12 persone, ma non è l’unica al mondo. Si tratta infatti solo dell’ultima della serie installata in varie località del Regno Unito e in Lussemburgo.
Lo scollamento sempre più accentuato tra la cittadinanza e la politica, si accentua anche da come quest’ultima viene percepita. Ecco l’accusa di Massimiliano Tonelli dalle pagine di “Milano Today”
Le tre sedi di municipio dell’ORRORE
# Milano allo specchio vede i suoi difetti
ph. MilanoToday – Municipio 4
Dopo il trauma delle strade deserte, riempite solo dai suoni delle ambulanze in sirena, Milano si è guardata spesso allo specchio nel tentativo di trovare una nuova identità da cui ripartire. Molto spesso sono emerse le eccellenze della città che, raccontate forse con troppa enfasi, hanno comunque dato la carica ai milanesi.
Negli ultimi mesi, invece, succede che si mettano in luce più i difetti rispetto ai pregi. A costo di uscirne con le ossa rotte, Milano fa la conta dei “danni” e, insieme alla pandemia, vuol scacciare anche altri incubi metropolitani. Oggi è Massimiliano Tonelli di “Milano Today” che riporta la sua esperienza.
Dimensioni del comune piccole, ma soggezione grande
ph. MilanoToday – Municipio 5
Piccola premessa logistica: la ripartizione in 9 circoscrizioni, è una scelta voluta per portare la politica più vicino ai problemi dei cittadini. Purtroppo in alcuni casi, sembra aver portato i problemi della politica proprio sotto casa dei milanesi.
Massimiliano Tonelli, cui capita di transitare davanti ad alcune di queste sedi, denuncial’aspetto«assai scadente esternamente quanto a qualità architettonica e manutenzione» di alcune di loro.
Tonelli prende in mano il biglietto da visita con cui si presentano i Municipi 4, 5 e 6 e si domanda se «Un’istituzione collocata in un contesto inadeguato, trascurato, disorganizzato, scrostato e cadente ci comunica autorevolezza». Auspica poi «un piano per dare ai territori delle sedi istituzionali all’altezza, di cui poter andar fieri e non da avvicinare con soggezione o raccapriccio».
Tutta qui la critica? È solo un fatto squisitamente estetico?
Assolutamente no: Massimiliano Tonelli critica i«Malintesi nati della scelta di una segmentazione della città in 8 spicchi», i cui confini sono stati tracciati perché in qualche modo si doveva dividere Milano i 9 zone. (8 spicchi più più il cuore, rappresentato dal Municipio 1).
Peccato che i confini degli “spicchi” siano stati decisi a scapito delle identità dei quartieri, assegnando in due circoscrizioni uno stesso territorio.
Il suo distretto, il Corvetto, che ha una grande componente identitaria, si ritrova così amministrato dai Municipi 4 e 5, con Chiaravalle totalmente nel municipio 5 e slegato da Corvetto, col quale invece ha un legame indissolubile. «I municipi invece non scaldano granché i cuori».
Cosa si può fare per riavvicinare i milanesi ai Municipi e viceversa?
Massimiliano Tonelli suggerisce di trasformare i piccoli progetti già attuati in «piani organici o visionari».
Immagina una città dove le sedi istituzionali siano le più belle di ogni quartiere, efficienti e architettonicamente interessanti.
Edifici da cui i milanesi siano attratti; non respinti con raccapriccio perché «trascurati, disorganizzati, scrostati» e decadenti. Sedi istituzionali degne di questo nome, che comunichino autorevolezza, stimolando fiducia.
Molti milanesi si recano al parco pubblico “Biblioteca degli Alberi” a Porta Nuova per trovare relax, tranquillità e il contatto con la natura. Ma forse non molti sanno che sotto di loro c’è molto più movimento di quanto si può pensare stando in superficie. Diverse gallerie attraversano questo sottosuolo e solo alcune griglie di ventilazione che si possono osservare nei prati e tra i cespugli ne tradiscono la presenza. Ma quanti tunnel ci sono veramente in zona Porta Nuova? Contiamoli…
Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi
Prima del 1840 la zona di Porta Nuova era extraurbana e rurale. Dal 1840, sul terreno oggi occupato dalla Biblioteca degli Alberi passava la linea ferroviaria Milano-Monza, la seconda attivata in Italia. Il tracciato antico partiva dalla stazione milanese il cui edificio esiste ancora oggi all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Monte Grappa e attraversava da sud a nord il parco.
Nel 1864 fu aperta la prima Stazione Centrale di Piazza della Repubblica e, sempre nel nostro parco, passava da ovest a est la linea che arrivava da Torino e proseguiva lungo l’attuale viale della Liberazione. Per concentrare il traffico sulla nuova stazione, la linea per Monza fu deviata sulla linea per Torino. Quest’area era diventata un bivio ferroviario.
Nel 1931, con l’attivazione della Stazione Centrale moderna, la zona di Porta Nuova perse importanza dal punto di vista ferroviario. Le linee per Monza e per Torino furono infatti intercettate a monte, presso Greco e presso Certosa rispettivamente, per essere condotte alla nuova stazione lungo la cintura ferroviaria nord. Il vecchio bivio fu dismesso e rimase attiva solo una parte dello scalo. Era la famosa stazione delle Varesine, che si trovata fino agli anni ‘60 all’angolo tra via Galileo Galilei e viale Liberazione. Molti ricorderanno il luna park costruito al suo posto dopo la sua dismissione e attivo fino agli anni ‘90.
# Tunnel 1: la ferrovia Milano-Monza
Credits: foto di Marco Gualmini Tunnel 1
Negli anni ‘60 del ‘900 per la zona compresa tra Porta Nuova, Piazza della Repubblica e la Stazione Centrale era in progetto la costruzione di un Centro Direzionale, con molti grattacieli, nuove arterie stradali e sviluppo del trasporto pubblico. Il piano, che fu realizzato solo in parte, comportò la costruzione della Stazione di Porta Garibaldi.
Per collegare la stazione Garibaldi a Monza, fu aperta nel 1963 una nuova linea che ricalcava il tracciato della ferrovia Milano-Monza storica fino a Greco, ma in sotterranea. Pertanto sotto la Biblioteca degli Alberi si trova un ampio tunnel ferroviario che scende dalla stazione lungo l’edificio basso di colore rosso che si può osservare verso sud-ovest e curva per passare alla sinistra del Palazzo della regione Lombardia, sotto via Restelli, a nord. I viaggiatori che partono dalla stazione Garibaldi in direzione di Monza, Lecco o Bergamo dai binari delle banchine 13-20, percorrono questo tunnel.
# Tunnel 2: la M2
Credits: foto di redazione M2
La prima tratta della metropolitana verde M2 fu aperta tra le stazioni di Caiazzo e Cascina Gobba nel 1969, poi prolungata alla stazione Centrale nel 1970 e a Garibaldi FS nel 1971. Il tratto di tunnel compreso tra la fermata Moscova e Garibaldi passa marginalmente sotto la Biblioteca degli Alberi. Proviene da via Pirelli, prosegue lungo via Sassetti dove incrocia il tunnel ferroviario per Monza e curva verso sud, al di sotto degli edifici circostanti il giardino verticale, per giungere sotto piazza Freud davanti alla stazione Garibaldi ed entrare nella fermata omonima.
Nel luglio 2007 iniziarono i lavori per la costruzione della linea 5 lilla la cui prima tratta partiva dalla stazione Garibaldi in direzione di viale Zara. Il progetto iniziale fu notevolmente rivisto in corso d’opera tanto che avrebbe dovuto essere costituito da due linee distinte : M5 e M6. Una difficoltà importante fu l’attraversamento del sottosuolo con l’incrocio dei tunnel preesistenti a Porta Nuova e le fondamenta dei costruendi grattacieli di piazza Gae Aulenti. Il percorso attuale giunge da viale Zara attraverso il quartiere Isola con fermata in via Volturno, quindi prosegue sotto il parco della Biblioteca degli Alberi in direzione nord-sud per poi curvare a sud di piazza Gae Aulenti al di sotto di via Castiglioni. Sotto via Giuseppe Ferrari, alla profondità di ben 20 metri di profondità.
Una curiosità: un breve tunnel, sempre sotto la Biblioteca degli Alberi, mette in collegamento la linea M5 con la stazione della linea M2. Il portello di accesso a questa galleria può essere visto per un istante viaggiando sulla M5 tra le fermate Garibaldi e Isola.
# Tunnel 4: il passante ferroviario
Parallelamente alla M5 ma più in superficie si trova la fermata del passante ferroviario di Garibaldi, il cui tunnel prosegue parallelamente alla metropolitana lilla per un buon tratto sotto via Ferrari e via Castiglioni.
# Tunnel 5: il sottopasso stradale dei giardini di Porta Nuova
Credits: foto di Marco Gualmini schema dei tunnel
Infine non poteva mancare un tunnel stradale: il “tunnel dei giardini di Porta Nuova”, che dal 2009 collega viale Liberazione con via Luigi Sturzo e la Stazione Garibaldi. Non si tratta però di un tunnel sotterraneo in quanto l’asfalto è al livello stradale della città, ma è coperto dal terrapieno su cui poggia piazza Gae Aulenti.
# La superstrada mai realizzata
Sopra i binari della stazione Garibaldi passa un cavalcavia molto particolare. Appare infatti molto largo, come se dovesse ospitare una superstrada, ma termina alle due estremità con piccole rampe di accesso curve, del tutto inadeguate: è il cavalcavia Eugenio Bussa.
Sarebbe stato parte di un asse viario ad alto scorrimento diretto tra corso Sempione e viale Zara, la cui realizzazione avrebbe comportato lo sventramento di diversi quartieri, tra cui Isola. Il piano regolatore del 1953 prevedeva anche la realizzazione di due strade tra piazza Freud e viale Melchiorre Gioia. Per fortuna l’opera è rimasta incompiuta e il cavalcavia Bussa è l’unica vestigia rimasta a ricordare quest’opera eccessiva, concepibile solo nel pieno del boom economico di Milano.
Lo sapevi che QT8 è nato per celebrare l’ottava triennale? La stazione è stata attivata l’8 novembre 1975 come prolungamento proveniente da Lotto divenendo così il nuovo capolinea della M1 fino al 1980.
Il nome? Q sta per quartiere, T equivale a Triennale, 8 è l’ottava edizione della manifestazione indetta dal Palazzo dell’Arte e dell’architettura di Milano nel 1947.
QT8
Altre curiosità sulla fermata di QT8:
Fu proprio Piero Bottoni, commissario straordinario della Triennale di Milano, che nel 1945 promosse la realizzazione del “Quartiere sperimentale” QT8 e al suo interno del Monte Stella che fu realizzato con le macerie degli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti da Milano
Le case del quartiere furono costruite seguendo undici modelli diversi, progettati da architetti che avevano vinto un concorso nazionale
QT8 è stato negli ultimi anni reso noto al grande pubblico italiano dal rapper Matteo Professione, conosciuto con il nome d’arte di Ernia, originario del quartiere, di cui parla spesso nelle sue canzoni (come “QT” e “King QT”)
Un classico. Con l’arrivo dell’estate arrivano anche richieste come questa. La domanda che mi ha fatto un amico che si trasferisce a Milano. Gli ho consigliato queste zone per unire comodità (ha l’ufficio vicino a Porta Nuova), costi e qualità della vita. Che ne pensate?
“Vengo a vivere a Milano dove mi consigli di CERCARE CASA?”
Per Milano è quella che Prenzlauer Berg è perBerlino: il quartiere dei fighetti (specie se ci si avvicina a Porta Nuova).
Anche i prezzi delle case ne hanno risentito. Decisivo per il suo successo lo spostamento a Porta Nuova del centro di gravità permanente della città e l’apertura della lilla. Il punto debole è che non si trova un albero. Prezzi case (Acquisto): 4.500 – 5.000 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro
#2 Chinatown – Procaccini
Altro quartiere supertrendy in grande crescita. Da ghetto di immigrati cinesi è ormai uno dei posti più alla moda della città. Il fulcro è via Paolo Sarpi. La posizione è fantastica: vicina a Porta Nuova e al Parco Sempione. Altro vantaggio è che si trovano un sacco di negozi con merce a basso prezzo.
I prezzi delle case sono aumentati ma girando per le vie secondarie del quartiere si possono trovare ancora buone occasioni. Prezzi case (acquisto): 4.500-5.000 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1600 euro
#3 Centrale
Si dice sia la nuova frontiera di una Milano il cui centro si sta spostando verso nord. La creazione della city a Porta Nuova ha rilanciato una zona a lungo poco frequentata e ancora vissuta con sospetto. I pro sono la vicinanza con la Stazione che prima o poi dovrà essere riqualificata e l’apertura di centri ufficio e di spazi di coworking di successo (in particolare gli spazi di Copernico). Il grande vantaggio sono i collegamenti: stazione e due linee della metro. Il punto debole è che è ancora quartiere di passaggio o di lavoro, ma non residenziale: basta visitarla di sabato o domenica per soffrire di solitudine. Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro
#4 Maggiolina
Il quartiere più residenziale della zona compresa tra la Centrale e viale Zara. Si trovano villette molto gradevoli, spesso con giardino e piuttosto isolate. Punto debole è l’alto tasso di insicurezza (furti in casa). Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1400 euro
Indicato per chi non si preoccupa di essere vicino al centro ma desidera ritrovarsi un un quartiere ben servito e in cui si respira aria da vecchia milano. Ha anche molti spazi verdi e il Lambro può riservare scorci sorprendenti. A cercare bene si possono trovare case di una bellezza unica, specie dalle parti di via Ventura. Anche i prezzi sono più che abbordabili.
Punto debole: la lontananza. Prezzi case (acquisto): 3.500 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1300 euro
#6 Bicocca
Credits: blog.urbafile.com
Quartiere molto moderno, con una popolazione giovane che beneficia dell’Università, dell’Hangar Bicocca e delle nuove costruzioni attorno all’Arcimboldi. Apprezzato da chi ci vive e ben servito dai mezzi.
Punto debole: occorre cercare il luogo giusto per non sentirsi in un deserto posturbano. Prezzi case (acquisto): 3.000-3.500 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1200 euro
#7 Via XX Settembre
Per chi se lo può permettere la zona attorno a via XX settembre (Triennale) presenta alcuni tra i più bei palazzi e villette della città. Si tratta di una zona residenziale molto sicura che ha dalla sua la vicinanza con il centro e la presenza di spazi molto ampi. Punto debole: il costo, anche se meno alto rispetto ad altre aree di pregio. E cercando bene si possono trovare belle occasioni. Prezzi case (acquisto): 5.000-6.000 mq Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1300-1700 euro
Ultimo consiglio generale: sta migliorando molto la vivibilità lungo la linea gialla a sud di Milano. Porta Romana, Corso Lodi fino a Brenta possono presentare ottime soluzioni.
Roma. 7.30 del 4 luglio. Un gruppo di turisti giapponesi ha pulito il Ponte Sisto. Lezione di dignità.
#2 Ridiamo umanità alla cura
In nome del principio del salvare anche una sola vita si sono imposte restrizioni, obblighi, limitazioni alla libertà individuale come mai avvenuto nella storia.
Se prendiamo per buono lo stesso principio, ora bisogna capire che il sistema attuale sta costando molte vite.
Se chi arriva in ospedale per qualche brutto male ha un tampone positivo, diventa automaticamente difficile curarlo, perché si deve isolarlo e ricoverarlo in un’area ad hoc.
La verità ora è che se uno è positivo per un male che ha una letalità inferiore allo 0,1% (da rapporto decessi/contagi nell’ultimo mese), non può più venire curato al meglio per la patologia più grave che ha.
Questo sta costando ogni giorno morti, altrimenti evitabili, oltre che devastare gli ultimi momenti di vita di persone private dei loro cari e di un contatto umano.
Occorre fare quanto prima come i Paesi che hanno eliminato l’uso dei tamponi e che trattano il Covid come qualunque altra malattia.
Dobbiamo ridare umanità alla cura dei malati.
#3 La hybris e i problemi del mondo
hỳbris 〈ìbris〉 s. f. – Traslitterazione del gr. ὕβρις
Nella cultura greca antica è personificazione della prevaricazione dell’uomo contro il volere divino: è l’orgoglio che, derivato dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi.
Credo che la hybris sia il grande male dei nostri tempi.
È in arrivo la nuova frontiera del tram? E’ stato presentato un concept di tram elettrico che potrebbe rivoluzionare il modo di spostarsi tra le città e i dintorni, senza inquinare. Vediamo come è stato immaginato e come funziona.
ABACUS: nuovo CONCEPT di TRAM che sfrutta i BINARI FERROVIARI
# Abacus: il tram elettrico che sfrutta le tratte ferroviarie abbandonate
futuroprossimo – Abacus
Nell’ambito di un concorso globale di design istituito dalla compagnia di veicoli elettrici Arrival, Future Mobility Competition, i tre designer Lea Haats, Erik Mantz-Hansen e Konstantin Wolf hanno presentato un concept di tram elettrico pensato per migliorare la mobilità tra le aree rurali e le città della Germania settentrionale, recuperando vecchie infrastrutture e tratte ferroviarie abbandonate.
Implementando questo mezzo di trasporto si ridurrebbero le emissioni provocate dai mezzi privati che si muovono per le strade e si costruirebbe un collegamento efficiente e pulito tra città e campagna. I binari verrebbero dotati di sistemi ad induzione per evitare di installare pesanti batterie su Abacus.
# Guida autonoma e una vetrata per ammirare i panorami esterni delle campagne
futuroprossimo – Abacus vista laterale
Ricalca il sistema hop-on hop-off di alcuni tram di San Francisco, dove i passeggeri possono fermarli con il classico gesto del saluto ma in questo caso sarà un software di guida autonoma a riconoscere la gestualità umana. Il rivestimento esterno è composto da una superficie vetrata che consentirà di osservare a 360 gradi i panorami delle campagne tedesche per un’esperienza di viaggio amplificata.
All’interno del tram è presente un corrimano che, oltre ad essere un piccolo capolavoro minimalista, svolge più di una funzione: ci si può aggrappare, ci si può sedere o usarlo come supporto per appoggiarsi. Per agevolare i passeggeri con problemi di mobilità è invece previsto il pianale ribassato e una rampa retrattile per gli utenti su sedia a rotelle.
Si potrebbe in futuro sperimentare a Milano come alternativa alle metrotranvie?
In questa calda, torrida, infuocata estate ci si ritrova a Milano come nel Sahara, alla ricerca disperata di qualche oasi di refrigerio.
Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane
# I parchi cittadini: dal Parco Sempione al Parco Nord
Credits Andrea Cherchi – Parco Sempione
I parchi sono la prima “risorsa” per trovare refrigerio in città. A Milano è il Parco Sempione il re indiscusso, in pieno centro e il più facilmente raggiungibile con la metropolitana ed è anche il più scenografico con il Castello Sforzesco da un lato e l’Arco della Pace dell’altro e in mezzo un laghetto dove nuotano indisturbati pesci, anatre e germani reali.
Credits lavalecate IG – Parco Monluè
In Porta Venezia c’è il Parco Indro Montanelli, adatto sia per rinfrescarsi che per immergersi nella cultura del Museo di Storia Naturale o del Planetario, oppure il Parco Monlué, nella zona orientale della città, che sorge tra il lato destro del fiume Lambro e la tangenziale est.
Credits eastriver_martesana IG – Eastriver
A nord e est della città troviamo due dei parchi più estesi, il Parco Nord e il Forlanini, mentre tra le novità ci sono la Biblioteca degli Alberi nella cornice dei grattacieli di Porta Nuova o l’Eastriver, un giardino lungo il naviglio della Martesana aperto a tutti con diverse attrezzature dedicate ai cittadini e affacciato direttamente sull’acqua.
# Le piscine all’aperto: dalla più storica alla più suggestiva
Credts: IG @milanosport_official – Piscina Romano
Le piscine all’aperto sono un’altra meta imprescindibile per combattere il caldo. La piscina Romano è la più storica di Milano ed è anche quella più frequentata, oltre 110.000 presenze a giugno, molto apprezzata anche la piscina Saini immersa nel Parco Forlanini.
In Porta Romana ci sono i Bagni Misteriosi, forse la piscina più suggestiva della città, dove si tengono anche spettacoli e concerti nelle sere d’estate. In alternativa ci sono la piscina Argelati tra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, la Sant’Abbondio e la Cardellino.
surf all’idroscalo
All’interno dell’Idroscalo per gli amanti del surf c’è Wakeparadise di Milano, un impianto che crea onde vertiginose grazie a potenti pompe è consente di allenarsi e fare acrobazie con la tavola rimanendo in città.
Ci sono infine le spiagge urbane. La spiaggia per eccellenza è quella di Mare Culturale Urbano all’interno Cascina Torrette in zona San Siro: qui è stata ricreata una vera spiaggia di sabbia con sdrai e ombrelloni per immaginare di essere in riva al mare.
Idroscalo.org – Spiaggia Idroscalo
All’Idroscalo si può prendere invece il sole nella spiaggetta posta nel lato sud-ovest del lago artificiale e fare il bagno.