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CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

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Boeri

Giovanni Ponti, in arte Giò, è stato uno dei più grandi architetti italiani: milanese doc, ha tenuto sotto la propria ala protettrice una collega straordinaria, capace, quest’ultima, di rivoluzionare l’arte del costruire attraverso l’attenzione alla funzionalità dell’oggetto o dell’immobile, rispetto all’estetica.

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

# Il primo Compasso d’Oro per il divano componibile “Strips”

designdiffusion.com – Divano strips Cini Boeri

Questa architetta-designer si chiamava Maria Cristina Mariani Dameno, che adottò il cognome del marito, facendosi chiamare e diventando famosa col nome di Cini Boeri: nacque a Milano il 19 giugno 1924, a 27 anni si laureò al Politecnico, a 45 anni vinse il premio Compasso d’oro, ovvero il riconoscimento che viene riservato all’eccellenza del design italiano. A far conquistare questo prestigioso riconoscimento alla Boeri fu la realizzazione del divano componibile “Strips”, disegnato nel 1972, in tempi in cui si pensava che i divani e le poltrone fossero solo roba da ricchi. Cini ebbe l’intuizione di creare un prodotto morbido, pratico e lavabile.

Fu insegnante al Politecnico di Milano, ebbe un ruolo di spicco nella XVI Triennale, tenne molti incontri sull’architettura nelle più importanti università del mondo, tra cui quelle di Berkeley, San Paolo, Detroit e Rio de Janeiro.

Leggi anche: Inaugura il “MUSEO-NARRANTE” del DESIGN: sarà una nuova attrazione di Milano? Che cosa lo rende così unico

# L’architettura come impegno sociale

wikipedia.org – Cini Boeri

La peculiarità di Cini Boeri fu quella di considerare l’architettura non solo una professione d’arte, ma un impegno sociale: dopo la gavetta con Giò Ponti, collabora con Fredi Drugman (il fondatore del collettivo di architettura di Milano) e con Marco Zanuso, il padre del design industriale. La sua attività entra nel vivo nel 1963, occupandosi del settore “civile” e del disegno industriale, progettando case, appartamenti, allestimenti museali, uffici e negozi. Dedicò le proprie creazioni alla funzionalità dello spazio e ai rapporti psicologici tra uomo e ambiente.

Non a caso progettò una scuola e le rispettive aule: ognuna di queste ultime è a forma circolare, dove l’insegnante si pone al centro esatto della stanza e, attorno, sui banchi a forma semicircolare, ci sono gli alunni. I banchi possono scorrere sui binari. Ogni banco ha tre posti e ogni posto ha in dotazione un cassetto.

# Le onorificenze e i premi di un carriera dura ma ricca di soddisfazioni

Boeri

L’inizio della sua carriera non fu facile: allora l’architettura era considerata una disciplina puramente maschile, lei, da donna, dovette moltiplicare gli sforzi per farsi accettare. Ma ci riuscì e questa caratteristica rafforzò il proprio essere, così libero e progressista, puntando su un’architettura che rispetti l’uomo e l’ambiente.         

Nel 2011 ha ottenuto il suo secondo Compasso d’Oro, tre anni prima aveva vinto il Good Design Award di Chicago, sempre in quel periodo diventò Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il marito di Cini era Renato Boeri, neurologo che fu attivo nella lotta partigiana. Lei stessa fu staffetta durante la resistenza. Dal marito ebbe tre figli, i giornalisti Sandro e Tito e l’architetto Stefano.

E’ morta il 9 settembre 2020 nella propria abitazione di Milano.

FABIO BUFFA 

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Come ATTRARRE i SUPER-RICCHI a Milano

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Ricchi a Milano

Si dice che Milano sia diventata una città per ricchi. Vogliamo esagerare: che cosa dovrebbe fare per attrarre quelli ancora più ricchi?

Come ATTRARRE i SUPER-RICCHI a Milano

I ricchi e specialmente i ricchissimi sono spesso antipatici se non addirittura odiosi con la loro supponenza, i loro patrimoni poi molte volte sono di dubbia provenienza. Quegli stessi patrimoni però se bene investiti risultano essere un elemento fondamentale e imprescindibile di rilancio dell’economia per il benessere di tutti.

Milano, principale centro del Sud Europa, è già tra le mete predilette dei ricchi. Lo dimostra il mercato immobiliare con i prezzi delle case in continua crescita e con la vendita di case di lusso mai in crisi. Ma come fare per attirare ancora di più facoltosi italiani e stranieri ed i loro capitali?

Queste sono alcune proposte di facile attuazione che potrebbero portare ad un enorme ritorno patrimoniale.

#1 Togliere le sanzioni alla Russia

evgeni-pixabay – Rubli

Ormai è solo questione di tempo. Zitti zitti gli europei stanno ricominciando a fare affare con la Russia. Una gran mossa per Milano sarebbe di anticipare tutte le altre e togliere immediatamente le sanzioni alla Russia. Non solo: potrebbe invitare a Milano per una grande festa di amicizia al Castello Sforzesco gli oligarchi russi più danarosi. D’altra parte, i russi amano l’Italia.

#2 Un collegamento in elicottero tra aeroporti e stazioni (e aumentare i taxi)

Taxi volanti Milano

Istituire subito il collegamento tramite elicottero dall’aeroporto di Malpensa alle Stazioni di Milano Centrale e Porta Garibaldi. Un servizio esclusivo che potrebbe ridurre notevolmente i tempi di percorrenza da e per l’aeroporto. Accanto a questo è fondamentale aumentare il numero di taxi. A Milano sono troppo pochi! Lo sono già per la gente comune figuriamoci se dovesse crescere il numero di cittadini facoltosi.  

Leggi anche: I TAXI VOLANTI nel cielo di Milano entro le OLIMPIADI: le 4 FERMATE della “METRO del CIELO”

#3 Aumentare la vigilanza

Vigilanza

I super-ricchi non amano essere rapinati. Su questo Milano purtroppo ha molto da lavorare e l’unica soluzione è aumentare la vigilanza nonché le sanzioni e la certezza delle pene. I borseggiatori i rapinatori e i vandali una volta arrestati non devono tornare in circolazione dopo poche ore.

Leggi anche: Milano come San Paolo, VIGILANTES PRIVATI per garantire la sicurezza: la prima STRADA coinvolta

#4 Eliminare i poveri

Credits paola.girardi IG – Fila al Pane Quotidiano

Altra cosa che dà noia ai super-ricchi sono i poveri. Non sopportano in particolare di vederli quando sono a passeggio per il centro o di venire assaliti da sensi di colpa davanti alle interminabili code alle mense pubbliche o alle istituzioni caritatevoli. Pertanto o si elimina la povertà (c’è stato chi ci ha provato ma con poca fortuna) o si eliminano i poveri, spostandoli in altre città. Un’ipotesi potrebbe essere Torino che perde abitanti ogni anno.

#5 Una città attiva H24

Ph. ninocare – Pixabay

I super-ricchi amano le città che non dormono mai. Anche qui c’è da lavorare: serve che Milano torni decisamente più sfavillante e viva. Va illuminata molto meglio rispetto a quelle luci da socialismo reale ed attuare finalmente la rivoluzione degli orari con ristoranti, cinema ed altre attività aperte h24, inclusa la metro che i super-ricchi esaltano con entusiasmo anche se non ci sono mai saliti in vita loro. 

#6 Migliorare le connessioni internazionali

Credits deliluna IG – Malpensa

Altra nota dolente per la nostra città sono i collegamenti internazionali sia ferroviari che aerei con il resto del mondo. Una grave mancanza che fa perdere enormemente competitività. Un super-ricchi non può abitare troppo lontano da un vero scalo internazionale. 

#7 Curare meglio l’arredo urbano e la pulizia

Credits Milanipost – Pali con adesivi

Altra mania dei super-ricchi è per la pulizia. Abbiamo già scritto più volte di quanto Milano sia sciatta e trascurata in molti dettagli. Prati rinsecchiti, muri scarabocchiati, cartelli arrugginiti, segnaletica stradale consumata…un po’ tutto l’arredo urbano. Anche la pulizia non è granché, nonostante la situazione non sia così drammatica come in altre città. I mucchi di immondizia si accumulano spesso lungo i marciapiedi, cartacce, mozziconi, foglie secche, bottiglie di birra vuote…sono una visione costante. Questo stato di cose non è certo il migliore dei biglietti da visita per chi decidesse di trasferirsi sotto al Duomo con la famiglia abituato a staccare assegni da mille miliardi. 

#8 Costruire una grande moschea

Moschea (da pixabay)

Pecunia non olet, i soldi non hanno odore, lo avevano capito anche gli antichi romani. E soprattutto non hanno religione. Una mossa strategica sarebbe costruire una grande moschea, la più bella e sontuosa del mondo occidentale da far finanziare a qualche fondo mediorientale. I super-ricchi spesso provengono da zone di religione mussulmana. E per il loro credo sono assai generosi con chi condivide lo stesso dio. 

#9 Aumentare i parcheggi

credits: milanoweekend.it

A Milano oramai quella dei parcheggi è un’emergenza. Trovare un posto per far sostare l’auto il più delle volte è impossibile. Oltre tutto lo spettacolo di automobili in divieto di sosta, in prossimità delle fermate dei mezzi pubblici, sui marciapiedi, è uno spettacolo da megalopoli africana.

#10 Favorire interscambi economici culturali con Cina, Giappone, Corea e Paesi arabi

Relazione Cina-Italia

Come per la religione vale lo stesso discorso per i rapporti internazionali. Anche qui non c’è spazio per fare la morale anche perché spesso è solo una scusa per lasciare la gente senza soldi. Serve incentivare l’interscambio economico culturale con la Cina, grandissima potenza economica con un’enorme popolazione totalmente affascinata da tutto ciò che italiano e milanese. Pertanto si potrebbe aprire un canale televisivo cinese e incentivare lo studio e l’utilizzo della lingua parlata a Shangai. Uffici e numeri telefonici con addetti madrelingua pronti a dare supporto per ogni esigenza e in grado di fornire consulenze per l’apertura di attività economiche. Medesimo approccio lo si potrebbe avere sia per il Giappone, la Corea, i Paesi arabi e qualunque altra importante realtà economica, con particolare attenzione per la nuova rete dei BRICS.

#11 Migliorare la qualità dell’aria

Torri anti-smog

A Milano la qualità dell’aria è spesso pessima, i morti e le patologie dovute all’inquinamento non accennano a diminuire. Chi mai potrebbe essere attratto da un posto del genere? 

#12 Rendere disponibili la prelibatezze più ricercate e costose, come le ostriche

Credits: @ostricheevino
Ostriche e vino

Tra i piatti preferiti dei ricchi ma troppo spesso introvabili ci sono le ostriche. Stesso discorso per il sushi di qualità ed altre prelibatezze ricercate.

#13 Spazzare via la burocrazia

coda palazzo reale
coda palazzo reale

Ultima ma non ultima la nota più dolente quando si parla di Italia. La burocrazia infernale. I super-ricchi se li metti in una coda vanno d’attacco di panico. Immaginare di vederli attendere in un pronto soccorso o in questura o all’anagrafe è pura follia. Così come fatto dal Governo Renzi con le tasse, ai super-ricchi che vengono dall’estero va azzerata anche la burocrazia.

Insomma le idee sono tante. Qualcosa bisogna fare per portare via ricchi da Londra (decisamente bruttina e in una pessima posizione), dalla sonnacchiosa Ginevra e dalla Fredda Zurigo.

Continua la lettura: Quelle 5 PICCOLE COSE da FARE a Milano per portarla a uno standard EUROPEO

ANDREA URBANO

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#28 – Il BORGO MEDIEVALE SOSPESO sulle rive di un FIUME

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Borghetto sul Mincio. Credits: @ mariag.58 IG

Un villaggio che sembra “fuori dal tempo”, in perfetta armonia con la natura e il fiume. Scopriamo uno dei borghi più belli d’Italia.

Il BORGO MEDIEVALE SOSPESO sulle rive di un FIUME

# Il villaggio, di epoca longobarda, è nella lista dei borghi più belli d’Italia 

Borghetto sul Mincio. Credits: @
mariag.58 IG

Borghetto sul Mincio, situato sulle rive dell’omonimo fiume che si estende fra Lombardia e Veneto, è una frazione di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. Nato in epoca longobarda è stato mantenuto nelle condizioni in cui si presentava un tempo, in perfetta armonia con la natura e il fiume. La sua bellezza e unicità le sono valse l’inserimento nella lista dei borghi più belli d’Italia. 

Situato nel luogo in cui nell’antichità si guadava il fiume per passare da una riva all’altra, la conformazione del borgo è quello di insediamento fortificato, che è proprio il significato di “borghetto” in longobardo. Fu proprio nel punto di attraversamento tra le sponde del Mincio che venne eretta una struttura dove veniva riscosso il pagamento del pedaggio sul ponte di legno per transitare senza pericoli. Altre costruzioni realizzate nel medioevo, delle vere e proprie fortificazioni, conferiscono al villaggio un’aria medievale e sono visitabili ancora oggi.

# Le attrazioni più significative del borgo veneto

Credits: @robbieleone
borghetto sul mincio

Nonostante le sue modeste dimensioni, il borgo è visitabile in circa un’ora, sono molte le attrazioni e testimonianze della storia di Borghetto sul Mincio. Innanzitutto il Ponte Visconteo, che è anche una diga e si estende per 650 metri, il Castello Scaligero, una bellissima fortificazione sulla collina e la Chiesa di San Marco Evangelista. Da visitare ci sono anche degli antichi mulini ad acqua, tre dei quali funzionanti, e le antiche case medievali, realizzate in pietra, nelle quali è possibile soggiornare per vivere un’esperienza completa “fuori dal tempo”.

 

Fonte: Paesionline

Continua la lettura con: La gita più bella #29 – I MIGLIORI AGRITURISMI nei DINTORNI di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il “PALAZZO MONTAGNA”: lo vedremo anche a Milano?

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unseenchina.com - Rock building

Un progetto edilizio particolare sviluppato sulla base di una precisa filosofia orientale.

Il “PALAZZO MONTAGNA”: lo vedremo anche a Milano?

# Una montagna di 50 metri avvolge il palazzo

Ci troviamo a Shanghai, la città più popolosa della Cina, nel complesso edilizio di Changde Road al numero 1258 nel distretto di Putuo. Il suo nome è Shang Qing Jia Yuan ma è conosciuto anche come Shanghai Rock Building. Uno dei palazzi è infatti circondato da una montagna artificiale alta 50 metri, pari a circa 14 piani. Terminato nel 2003, chiunque si affaccia alle finestre di uno degli appartamenti si trova di fronte una parete rocciosa.

# Basato sul Feng Shui, la “filosofia dell’arredamento”

themindcircle – The Rock Building

Il progetto è basato sul Feng Shui, che in cinese significa “vento e acqua”, la famosa pratica orientale finalizzata a ricercare e ottenere un’armonia energetica per favorire il benessere degli abitanti della casa. In Occidente è nota anche come “filosofia dell’arredamento”. In questo caso l’obiettivo è l’armonizzazione delle persone anche con l’ambiente circostante, quindi con la zona in cui è stato costruito il complesso edilizio.

 

Fonte: TheMindCircle

Continua la lettura con: Il GRATTACIELO più ALTO nei dintorni di Milano (che voleva essere il più alto d’Italia)

FABIO MARCOMIN

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#29 – I MIGLIORI AGRITURISMI nei DINTORNI di Milano

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Credits agriturismocascinamadonnina IG

Una selezione con i locali più interessanti segnalati dai milanesi. 

I MIGLIORI AGRITURISMI nei DINTORNI di Milano

# Cascina Caremma, l’agriturismo con la Spa tra la natura

Credits cascinacaremma IG

La Cascina Caremma nasce nel 1988 a Besate, immersa nel Parco del Ticino, su un terreno di 36 ettari. La cucina punta alla valorizzazione di essenze vegetali spontanee, la selezione di razze animali rustiche e più vicine alle razze autoctone, alle coltivazioni di frutti di bosco e alla fabbricazione di birra con materie prime locali. Il menu è fisso e viene deciso il giorno prima il giorno stesso. Da qualche anno è presente anche la Nature SPA, con un’ampia piscina con vetrata panoramica sulle campagne e il recinto dei cavalli e percorso Kneipp.  

Indirizzo: Via Cascina Caremma 2, Besate

# La Barcella, con un B&B all’interno di un antico mulino restaurato

Credits tenutacambiaga IG – Agriturismo La Barcella

L’Agriturismo La Barcella nasce nel 1996 con l’obiettivo di far rinascere un’antica tenuta ricca di storia. La parte di ristorazione è nella parte più antica di tutto il complesso e la cucina mette in tavola piatti locali cucinati secondo ricette di un tempo accompagnati da gustosi salumi e da vini produzione dell’azienda agricola. Negli spazi di uno mulino restaurato è stato invece inaugurato nel 2006 “Barcella al Mulino”, un B&B con camere e mini appartamenti.

Indirizzo: Via Cascina Barcella s/n/c, Robecco sul Naviglio (MI)

# Agriturismo Carlo e Nadia, nel cuore del Parco del Ticino

Credits vivivigevano – Carlo e Nadia

Nel bel mezzo del Parco del Ticino, circondato da un rigoglioso frutteto, c’è l’Agriturismo Carlo e Nadia. L’azienda creata e gestita dalla Famiglia Invernizzi è specializzata nella produzione di riso, mais, allevamento e macellazione e ha una struttura che ricorda le vecchie cascine lomelline, tipiche della Pianura Padana. La cucina è casalinga e quasi tutte le materie prime sono di produzione diretta. All’interno è presente anche la ”Fattoria Didattica Piccolo Fiore” pensata come luogo pedagogico vivente attraversi percorsi e laboratori didattici.

Indirizzo: Via Cararola 105, Vigevano (PV)

# L’Agriturismo La Camilla, la fattoria degli animali nel verde della Brianza 

Credits uberto1988 IG – Agriturismo La Camilla

L’Agriturismo La Camilla si trova nel verde della Brianza. Attivo dal 2000 ha al suo interno una fattoria con animali da cortile, pecore brianzole, maiali, manzette, cavalli, oltre orti, un frutteto, un vivaio e persino carrozze d’epoca. Al ristorante, che propone una cucina lombarda dagli antipasti con salumi tipici ai primi piatti di pasta fresca, dalle specialità a base di carne, si affianca un bar bistrot, una cantina, camere e sale meeting.

Indirizzo: Via Dante Alighieri 267, Concorrezzo (MB)

# Cascina Madonnina, nella splendida cornice dell’oasi naturalistica WWF di Vanzago

Credits agriturismocascinamadonnina IG

L’Agriturismo Cascina Madonnina si trova nella splendida cornice dell’oasi naturalistica WWF di Vanzago, a Pregnana Milanese. Ci sono camere indipendenti arredate secondo il tipico stile di una fattoria mentre nel ristorante ricavato dall’antica casa padronale si possono mangiare piatti tradizionali lombardi a base di carni di oca e anatra provenienti dall’allevamento a stabulazione libera dell’azienda agricola. C’è anche un’area relax con grotta di sale e un hamman con calidarium, tepidarium e frigidarium.

Indirizzo: Via Cascina Madonnina 17, Pregnana Milanese (MI)

# Cascina Lasso, in uno dei borghi più belli d’Italia

Credits giulia_cec IG – Cascina Lasso

L’Agriturismo Cascina Lasso si trova in uno dei borghi più belli d’Italia: Morimondo con la sua magnifica abbazia cistercense. Gestito da più di 100 anni dalla stessa famiglia, è circondato da ettari di terreno coltivato con la classica struttura a quadrilatero tipica delle cascine della bassa padana. Presenta cinque sale interne, tra cui una nell’antica falegnameria e una nel vecchio granaio, e piatti della tradizione lombarda con materie prime di produzione propria come la carne e il riso Arborio, le verdure e la frutta utilizzata anche perper preparare confetture artigianali.

Indirizzo: Via Cascina Lasso, Morimondo (MI)

Leggi anche: BORGHI più BELLI d’Italia: DUE sono nell’HINTERLAND di Milano

# Agriturismo da Pippo, immerso in 250 ettari di terreno

Credits agriturismodapippo

L’azienda agricola Bricchi è un’azienda cerealicolo zootecnica che si sviluppa su 250 ettari nelle cam­pagne del sud est milanese. Il nucleo più antico della struttura risale al XII secolo e fu convento dei frati Umiliati prima e dei benedettini poi prima di essere donato all’attuale proprietario, l’Orfanotrofio di Milano. L’agriturismo “Da Pippo” è nella casa padronale, attivo dal 2008, con diverse sale e un ampio giardino fiorito. I prodotti quali carni, pollame, conigli, uova, verdure, farine e formaggi arrivano direttamente dall’azienda agricola, così come le verdure e il mais con il quale viene prodotta la polenta tradizionale. 

Indirizzo: Cassignanica, Rodano (MI)

Continua la lettura con: La gita più bella #30 – Le ISOLE CARAIBICHE della Lombardia

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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In partenza i CANTIERI per il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

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startupitalia.eu - W350 dettaglio

Nasce W350, capolavoro di vetro, acciaio e legno: 350 metri per il grattacielo, moltiplicati per i 350 anni di storia del costruttore. Ecco dove sarà e come sarà.

In partenza i CANTIERI per il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

# W350: il grattacielo da record 

edisocialnetwork.it – W350

Il progetto è affidato allo studio di architetti Nikken Sekkei, mentre la costruzione è a cura dell’impresa Sumitoro Forestry, che ha come data perentoria di consegna del grattacielo il 2041: l’anno in cui l’impresa compirà 350 anni di storia. Il nome individuato è infatti W350 e una volta terminato sarà il grattacielo in legno più alto del mondo

Ecco alcuni numeri e record:

  • 70 piani complessivi fuori terra, destinati ad abitazioni, uffici, spazi commerciali, giardini pensili e cascate d’acqua;
  • sarà la vetta più alta di un complesso edilizio di altri 70 edifici, interamente edificato su oltre 6.500 mq e che svilupperà una superficie complessiva calpestabile di oltre 455k mq.
  • un investimento pari a 4,5 miliardi di euro, anche per la tecnica innovativa utilizzata, pari al doppio rispetto a un edificio realizzato con metodi tradizionali. Per contro avrà u costo inferiore di manutenzione e un ridotto impatto ambientale.

La partenza del cantiere è prevista nel 2024.

# Rimboschimento verticale e maggiore stabilità dell’edificio

startupitalia.eu – W350

Ogni piano viene arricchito da piante e verde selezionato sia per migliorare l’estetica che per il rimboschimento urbano, come il Bosco Verticale di Stefano Boeri, con il compito di filtrare la luce solare e farne sintesi clorofilliana, per aiutare l’ambiente urbano a rigenerare parte dell’ossigeno “perduto” con la superficie costruita, prevedibilmente sottratto alla natura.

L’intero nuovo complesso di Tokyo è pensato anche per dare “ossigeno al comparto legno nipponico dato che è andato un po’ in crisi per poco sfruttamento della materia prima e per le qualità antisismiche del legno. Il Giappone come noto è tra le zone con più frequenti terremoti al mondo. Il grattacielo W350 è sfrutta una sapiente arte di mix tra acciaio, legno e vetro per garantire la stabilità dell’edificio, rispettando i rigidi parametri dell’edilizia giapponese sviluppata nel corso dei secoli di convivenza.

# Meno cemento e meno spreco di energia

credits: LifeGate

L’utilizzo del legno vuol dire ridotto impiego di cemento e quindi meno dispendio energetico e di acqua, se pensiamo a come viene prodotto il calcestruzzo. Il legno del complesso immobiliare è chiamato inoltre all’assorbimento di una parte del particolato e delle emissioni urbane, che diventeranno di fatto composti organici. Si stima che il legno totale impiegato per W350 si aggiri intorno ai 185 mila metri cubi.

La manutenzione delle parti esterne in legno, avverrà anche attraverso la loro sostituzione parziale e progressiva, fattore che alimenterà l’industria del legname anche nei decenni successivi alla costruzione, auto generando domanda di questa materia prima anche a coloro che nel frattempo si saranno dedicati alla necessaria riforestazione.

# Le scelte fatte dal Giappone e da altri Paesi nel mondo

swecouk – Mjøsa Tower

C’è tutta una scelta politica di lungo corso dietro a queste caratteristiche. In Giappone, infatti, grazie allo sviluppo delle tecniche sono stati distribuiti dei veri e propri incentivi, che hanno favorito l’uso sistematico del legname per la realizzazione degli edifici pubblici di almeno 3 piani. In questo modo tutto il comparto edilizio utilizza sempre più il legno per la costruzione di palazzi nuovi, anche ad uso residenziale e commerciale.

Tra gli esempi di torri realizzate, rifinite e /o in costruzione nel mondo troviamo:

  • la Mjøsa Tower di Brumunddal in Norvegia, 85 metri e 18 piani, ad oggi il più alto edificio del mondo in legno;
  • uno studentato della British Columbia University di Vancouver, alta 53 metri e realizzata in soli 70 giorni grazie all’utilizzo di elementi prefabbricati;
  • Wooden Skyscraper in costruzione a Stoccolma, 34 piani con l’anima in cemento armato e interni in legno;
  • una doppia torre residenziale in arrivo a Chicago, di cui una alta 228 metri. 

# Un’idea per le future costruzioni a Milano

credits: @sohlen_design
IG

Questo concetto di foresta urbana, sembra destinato a rinnovare il significato dell’edilizia. Non più solo il focus sul risparmio e sui materiali più conosciuti, emerge l’introduzione di un elemento caldo, confortevole e gradevole, per vivere al meglio la casa, l’ufficio o lo shopping. Una svolta concreta per innalzare la qualità della vita? In tal caso si potrebbe dare una possibilità a Milano, introducendo anche qui queste materie prime?

Continua la lettura con: Il GRATTACIELO più ALTO nei dintorni di Milano (che voleva essere il più alto d’Italia)

Articolo di LAURA LIONTI aggiornato dalla redazione

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Berlino studia l’ABBONAMENTO OBBLIGATORIO al trasporto pubblico: un’idea anche per MILANO?

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Il senato della capitale tedesca ha messo a punto uno studio che ipotizza i modelli di finanziamento migliori per finanziare l’espansione dei servizi di bus e treni in città. Tra questi l’abbonamento obbligatorio per tutti i cittadini. Si potrebbe replicare anche a Milano?

Berlino studia l’ABBONAMENTO OBBLIGATORIO al trasporto pubblico: un’idea anche per MILANO?

La mappa della metro di Berlino
La mappa della metro di Berlino

Nonostante l’estesa rete di trasporti che comprende una circle line, 10 linee ed un’estensione di 482 chilometri, circa 5 volte più di Milano, Berlino sta programmando future estensioni di linee metropolitane e servizi di autobus. Per finanziare questo obiettivo la coalizione rosso-verde al governo sta valutando l’introduzione di un cosiddetto “biglietto cittadino” per tutti i berlinesi, un biglietto che non sarebbe altro che abbonamento annuale di carattere obbligatorio che avrebbe validità per la BVG e la S-Bahn, pagato da tutti i cittadini della capitala tedesca. La proposta arriva da un’analisi non ancora pubblicata sul futuro finanziamento del trasporto pubblico locale (ÖPNV) commissionata dall’Amministrazione dei trasporti del Senato, a disposizione del Berliner Morgenpost, il costo annuale avrebbe un importo massimo di 761 euro.

In alternativa c’è l’ipotesi di un’ulteriore tassa di trasporto pubblico per i turisti, visitatori di Berlino dovrebbero pagare una tassa tra i cinque e gli otto euro a persona a notte, così come l’introduzione di un pedaggio urbano, per chiunque arrivi in centro con la propria auto dovrebbe poi pagare tra i cinque e gli otto euro al giorno.

# Tutte le estensioni in progetto per la U-Bahn

Credits jakob5200-pixabay – Metro Berlino

Il finanziamento attraverso una o più tra queste modalità previste dallo studio servirebbe per l’ampliamento di quattro linee metropolitane della U-Bahn:

  • il collegamento della Urban Tech Republic fino a Tegel con una succursale della U6,
  • l’espansione della U7 a est da Rudow al nuovo aeroporto BER
  • il prolungamento sempre della U7 ad ovest fino a Heerstraße Nord 
  • l’estensione della U8 al quartiere Märkische.

Tra le altre proposte c’era quella di estendere l’U1 da Warschauer Straße a Ostkreuz, una delle più grandi stazioni ferroviarie regionali in Germania che così avrebbe anche una connessione alla rete della metropolitana.

# In attesa dell’autonomia Milano potrebbe far sua l’idea berlinese

Circle line Milano
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano

Milano è in fase di completamento della sua quinta linea metropolitana, la linea M4, e nei prossimi anni vedrà la partenza dei cantieri di raddoppio della linea M5 fino a Monza oltre alla messa in servizio della semi-circle line. Per realizzare queste infrastrutture ha dovuto però chiedere finanziamenti statali e regionali, che coprono quasi l’intero costo dei progetti, nonostante un residuo fiscale monstre di quasi 40 miliardi, a causa dell’impossibilità di gestire le proprie risorse generate sul territorio. Non avendo le competenze della Regione non può nemmeno partecipare direttamente ai bandi europei.

Nonostante queste opere in cantiere però a Milano servirebbero molte più infrastrutture , come una circle line (sul modello berlinese) e la M6, oltre a un servizio migliore tipo rendere operativo H24 il sistema di metropolitane come succede già a Berlino e in altre metropoli. Purtroppo, a differenza di queste città, Milano sconta il fatto di non avere autonomia gestionale e finanziaria per programmare investimenti straordinari: questo sarebbe possibile applicando l’art. 132 della Costituzione Italiana che consente a territori con almeno un milioni di abitanti di richiedere lo status di Regione, in questo di prima Città Regione italiana.

Continua la lettura con: Milano in MENO TEMPO: le linee progettate e quelle che servirebbero per raggiungere Milano con più velocità

FABIO MARCOMIN

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La nuova FRONTIERA per Milano: la METROTRANVIA ad IDROGENO?

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il primo tram ad idrogeno (Cina)

L’idrogeno sarà, insieme all’elettricità, la soluzione ecologica della mobilità.

La nuova FRONTIERA per Milano: la METROTRANVIA ad IDROGENO?

Mentre le batterie permetteranno il passaggio dai motori termici a quelli elettrici per le auto, con conseguente annullamento dell’inquinamento, soprattutto in città, per i grandi mezzi di trasporto, non basteranno i kwh delle batterie, ma si richiederà molto di più.

Il di più lo fornirà l’idrogeno che, per combustione con l’ossigeno, genera energia ed acqua come prodotto residuo della combustione. Sarà impiegato per i grandi mezzi, TIR, treni e navi che possono sopportare il peso dei serbatoi di idrogeno ad alta pressione e delle celle a combustibile per la reazione. Ma a che punto siamo con l’utilizzo di questo combustibile pulito?

Idrogeno in Italia: TIR e treni

Treno all’idrogeno. Credits: radiolombardia.it

Da qualche anno circolano in Italia 12 TIR a idrogeno con 1000 km di autonomia.
Le Ferrovie Nord Milano hanno ordinato ben 14 treni ad idrogeno alla Alstom che sono stati consegnati nel 2023, basandosi sull’esperienza di un treno che da circa tre anni circola in Germania con 600 km di autonomia.

Ed ora, perché questo interessa Milano?

Leggi anche: in Lombardia la prima valle a idrogeno

La prima metrotranvia alimentata ad idrogeno da Cologno a Vimercate?

Da innumerevole tempo si discute del prolungamento della metropolitana da Cologno a Vimercate, senza successo perché l’analisi dei costi/benefici è negativa.
E allora perché non pensare ad una metrotranvia che corra in superficie su sede propria alimentata ad idrogeno?
L’eliminazione della linea aerea di contatto ripaga l’acquisto dei treni necessari alla tratta.
La tecnologia disponibile è sicura, il tempo di ricarica dei serbatoi è di circa 15 minuti per una percorrenza di almeno 400 km, i tempi di esecuzione dell’opera sono ridotti rispetto ad una soluzione tradizionale.

Come risolvere il punto critico: la produzione di idrogeno

Milano è una città che non ha paura del nuovo e questo è il momento di investire in una modalità avanzata di trasporto.
Certo, rimane il problema della produzione di idrogeno. Ora, l’idrogeno, detto grigio, è ottenuto dal metano o idrocarburi con il difetto di generare anidride carbonica in rapporto 10:1. 10 tonnellate di anidride carbonica per 1 tonnellata di idrogeno.
Ma l’idrogeno può essere prodotto per elettrolisi dell’acqua, detto blu, benché a costi elevati, 45 kwh per 1 kg di idrogeno: 1 kg di gasolio vale circa 13 kwh.
L’espandersi delle energie rinnovabili, in particolare l’energia eolica o quella idraulica, comportano un eccesso di produzione di notte, causa i bassi consumi.
Appunto, l’eccesso può essere impiegato per l’elettrolisi per la produzione di idrogeno.
 

Continua la lettura con: La nuova metrotranvia olimpica

FRANCO NICETI

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MILANO: meno case VENDUTE, PREZZI in calo. Finita la FESTA?

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pexels-Francesco Sgura - Milano

Si sta assistendo a un’inversione di tendenza a Milano: si comprano meno case e i prezzi scendono. E per il 2024 le previsioni sono tutt’altro che positive.

MILANO: meno case VENDUTE, PREZZI in calo. Finita la FESTA?

# Crollo delle compravendite nel primo semestre 2023: – 20%

Credits: @milano.dei.milanesi – Piazza Piemonte

Arrivano i dati del 3° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma: si sta assistendo a un’inversione di tendenza. A Milano si comprano meno case e i prezzi scendono. Nel primo semestre del 2023 il numero di compravendite ha registrato un calo del 20% rispetto al secondo semestre del 2022: da 15.600 a 12.590. Il numero è assimilabile a quello di prima dell’arrivo della pandemia ma ha favorito una contestuale diminuzione delle quotazioni immobiliari.

# Aumenta l’offerta, mutui alle stelle: prezzi giù dello 0,6% su base semestrale. Per il 2024 si prevede una discesa ancora più marcata

pexels-Francesco Sgura – Milano

Il calo semestrale dei prezzi è dello 0,6%, mentre su base annua si registra un +1,7%, e riguarda soprattutto le abitazioni di maggior pregio, quindi il nuovo e il ristrutturato a nuovo. Salgono invece i prezzi degli immobili usati da ristrutturare, con un aumento dell’1,3% nel semestre e del 3,3% nell’anno. A pesare anche l’incremento del costo dei mutui, che sta escludendo una parte dei potenziali acquirenti. E la previsione per il 2024, sempre secondo quanto afferma Nomisma, è di una forte discesa del numero di transazioni e del livello dei prezzi medi anche perché le piattaforme di annunci segnalano sempre più case in offerta.  

# Salgono i canoni degli affitti: +4,7% in un anno 

affitti brevi
Affitti

In salita invece il mercato degli affitti, sia per la difficoltà di molti milanesi a contrarre un mutuo che un’offerta non adeguata, con un +2,9% semestrale come negli ultimi tre semestri e del +4,7% su base annua. In questo caso si attende per il 2024 una sostanziale stabilità per numeri e prezzi.

Sta scoppiando la bolla immobiliare?

Fonti: MilanoToday, Corriere Milano

Continua la lettura: La “CRISI ABITATIVA” può essere RISOLTA? Sono circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO

FABIO MARCOMIN

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CHIUDE un altro RISTORANTE STORICO di Milano: gli ultimi giorni per GUSTARE una CUCINA UNICA

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audreydeverdun IG - Latteria di San Marco

Il locale che sfida le leggi di mercato, conosciuto per la sua atmosfera familiare e una cucina casalinga di alta qualità, chiude per sempre. Forse però non tutto è perduto.

CHIUDE un altro RISTORANTE STORICO di Milano: gli ultimi giorni per GUSTARE una CUCINA UNICA

# Una cucina casalinga di alta qualità in un’atmosfera familiare

audreydeverdun IG – Latteria di San Marco

Le latterie erano presenti a Milano già nell’800 e vendevano solo latte. La loro prima trasformazione è avvenuta negli dopoguerra quando si sono affermate come un luogo essenziale e modesto, dove sedersi a mangiare un buon piatto come “fatto in casa” a prezzi bassi. La Latteria di San Marco parte proprio da una di queste al civico 24 di Via San Marco, rilevata nel 1967 da Arturo Maggi dopo avere gestito in precedenza un ristorante, per proporre una cucina casalinga in un‘atmosfera famigliare. Piastrelle bianche e blu al bancone, la pendola sospesa alle pareti, arredamento originale al limite del kitsch. La titolare, Maria, si prende cura dei clienti, mentre il marito Arturo è il re della cucina con piatti incredibili che cambiano ad ogni stagione. 

# Il locale che sfida le leggi di mercato: niente prenotazioni, niente sito web e chiusura nel weekend 

frankiextah IG – Latteria San Marco

Pochi posti a sedere in un locale che sfida le leggi di mercato. La gestione di Arturo ha previsto sin da subito alcune chiare regole: non sono accettate le prenotazioni, non esiste nemmeno il sito web ancora oggi, e chiusura il sabato e la domenica. Sembra di tornare a un’epoca che non c’è più e che forse non tornerà dato che entrambi appendono il grembiule al chiodo e vanno in pensione. Questa elegante trattoria in Brera, che ha visto ospiti illustri gustare piatti di alta qualità, chiude alla Vigilia di Natale e poi dovrebbe passare di mano. La speranza è che la nuova gestione non snaturi troppo questo luogo leggendario di Milano.

Leggi anche: Quando a Milano ci si trovava in LATTERIA

# Era finito sulle pagine del New York Times, un suo piatto nel menu della Casa Bianca

Credits: Narong Othavorn(FB)
Latteria

Una cucina buona e semplice, senza fronzoli, quella della Latteria San Marco ma allo stesso tempo di altissimo livello. Famosi i piatti cucinati nei tegami d’argento, come le uova al tegamino con bottarga. La ricerca dei prodotti territoriali e le proposte curate hanno affascinato ospiti e critica internazionale. Era finito persino sulle pagine del New York Times e l’allora chef del Presidente Obama, SaM Kass, aveva inserito lo “spaghetto limone e peperoncino” nel menu della Casa Bianca dopo averlo provato in occasione delle presenza a Milano durante Expo 2015. Tra gli altri piatti conosciuti la Crudaiola (una pappa di verdure tritate a crudo), le zucchine trombetta, il Tarassaco o cicoria con acciughe. 

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con:  10 RISTORANTI di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita

FABIO MARCOMIN

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La STAZIONE BOVISA è un COLABRODO

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Andrea Urbano - Banchina stazione Bovisa

Un edificio orrendo. Ma non solo: quando piove diventa anche pericoloso per chi si trova sulle banchine in attesa del treno. Perché non si interviene in tempi rapidi?

La STAZIONE BOVISA è un COLABRODO

# Bastano poche gocce di acqua per creare un pantano sulle banchine

Andrea Urbano – Banchina stazione Bovisa

La stazione ferroviaria della Bovisa è decisamente brutta e poco funzionale ed è inoltre un vero e proprio colabrodo. Spesso con le normali piogge si creano delle pozze a causa delle tante infiltrazioni di acqua, se poi le piogge sono un po’ più intense molte zone della stazione diventano un pantano.

Già è grave che l’orrendo edificio anni ’80 non regga l’impatto di qualche goccia d’acqua, ma forse è peggio che l’intervento di manutenzione tardi giorni, settimane e forse mesi.

Al binario quattro la situazione è quella visibile nella foto. Possibile che ancora non abbiano sistemato? Oltre che una cosa brutta a vedersi è anche una possibile situazione di pericolo proprio a ridosso dei binari soprattutto se salgono e scendono parecchi passeggeri. Figuriamoci poi che proprio li transita il Malpensa Express…

Urge intervenire al più presto.

 

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

ANDREA URBANO

La LETTERA: “SCRITTE e SIMBOLI SATANICI a VETRA e SAN LORENZO”

È più facile che un CAMMELLO passi per la cruna di un AGO, che trovare un TAXI la sera, in CENTRALE

ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA:

I PENDOLARI del CRIMINE

Quell’ANGOLO della STAZIONE CENTRALE trasformato in un ORINATOIO

Le STRADE PERDUTE di Milano: asfalto o groviera?

CASORETTO: spariscono i CESTINI, l’immondizia in strada si MOLTIPLICA

A Milano lo stipendio non basta

Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

“Non riesco più a capire la mia città”

MILANO-MALPENSA: una linea Express mica tanto express

Buenos Aires: la strada dei record (di incidenti)

Groviglio di bici sul Passante

L’asfalto ferito: la video denuncia del comico Storti

Prima di aprire la STAZIONE FORLANINI M4 è già in DEGRADO

Milano non fa schifo ma… i MARCIAPIEDI di Via Sirtori sono PERICOLOSISSIMI

Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

La sciatteria delle scuole di Milano

Bovisa o Calcutta? I CUMULI di SPAZZATURA abbandonati in strada

L’enigma MALPENSA EXPRESS: la stralunata porta d’ingresso a Milano

Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

Il DEGRADO delle PORTE di Milano

Il lato oscuro della City: il DEGRADO di PORTA VOLTA

Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

I CARTELLI DA MARCIAPIEDE di Via Taormina

Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL

il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

La SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

 I progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati…

 La CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA

Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO

 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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5 modi INSOLITI per passare il weekend in LOMBARDIA

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Vista da Brunate. Credits: @bellafotoitalia IG

Un occhio al meteo e teniamo le chiamate rapide a portata di mano, per avere gli amici di sempre accanto in una di queste visite.

5 modi INSOLITI per passare il weekend in LOMBARDIA

#1 Con il naso in su ad ammirare la nuova street art a Milano

credits: Italy24news.com

Ci sono decine di tipologie di amici a cui piace girare per Milano. Turisti o semplici appassionati, milanesi in giro per lo shopping o per una passeggiata, oppure appassionati di arte urbana. Ognuno intento nelle proprie attività, consigliamo comunque di alzare lo sguardo da terra e portare il naso all’insù.

A Milano, come probabilmente in ogni città che si rispetti, c’è sempre un nuovo murale o disegno artistico pronto per essere instagrammato

#2 Nella location da Academy Award a Crema

credits: wearegalyplanet.com

Per le gite fuori porta da Milano una bella meta è Crema, alla caccia delle location del film premio Oscar “Chiamami col tuo nome”, di Luca Guadagnino. È possibile mettersi sulle orme dei protagonisti, Oliver ed Elio, ad esempio all’edicola sotto i portici del centro, oppure raggiungere Palazzo Patrini, l’elegantissimo palazzo con il portale ornato da un’aquila, seguire tutto il colonnato per arrivare al Mercato Austroungarico e scendere da Via Busa.

Esiste l’itinerario delle location del film “Call me by your name”, che si può concludere al Laghetto dei riflessi oppure nel bar della piazza, per rivivere un’iconica scena del film:  “Che facciamo qui?” – “Aspettiamo che finisca l’estate”.

#3 Il Bidet della Contessa

credits: laghettialpini.com

Per gli amanti delle escursioni sulle Alpi, il consiglio è di arrivare fino al Val di Mella, in provincia di Sondrio, per un’escursione che porta fino ad un laghetto che ha sicuramente il nome più curioso di tutti: “Bidet della Contessa”. Una gita diversa ai margini della Valtellina, che ha per compagnia la neve perenne del Monte Disgrazia. Ci si arriva anche con una navetta che parte dal borgo di San Martino e porta fino ad un sentiero da percorrere a piedi o in MTB per arrivare a specchiarsi nel lago cristallino, circondato dalla vegetazione autoctona e riflette l’incantevole panorama dei monti circostanti.

Per una vera gita enogastronomica nella zona, è sufficiente lasciare a casa la schiscetta e chiedere alle popolazioni locali, che ci indirizzeranno nelle trattorie tipiche con le specialità della cucina valtellinese.

#4 La spiaggia Bau Bau a Varenna

credits: visitalago.eu

Sul ramo orientale del Lago di Como, nella frazione di Perledo di Varenna e più precisamente in Località Malpensata, si trova l’unica spiaggia di tutto il lago accessibile liberamente agli amici a 4 zampe. In questo tratto di spiaggia i nostri amici pelosetti possono muoversi liberamente, senza museruola e guinzaglio, sempre sotto lo sguardo attento degli umani.

Le uniche raccomandazioni da seguire sono di portare i cani solo se regolarmente iscritti all’anagrafe canina, far loro indossare il collare con la targhetta identificativa ed accertarsi che siano in buona salute, non in calore e, soprattutto, non aggressivi. Per la frequentazione della spiaggia, poi, valgono sempre le buone abitudini già consolidate nella vita urbana e tutte le consuetudini della famiglia “allargata”.

#5 La vista dal Faro di Brunate

Credits: @1989gt IG

Ciò che si può ammirare e instagrammare dalla cima del Faro di Brunate, è uno dei panorami più belli di tutta la Lombardia. Il faro a pianta ottagonale, dedicato all’illustre Alessandro Volta dalla sua città natale, è opera di Gabriele Giussani e si trova in Località San Maurizio a Brunate. È alto 29 metri e da quella località domina tutta la vallata sottostante e le valli circostanti.

Nelle giornate limpide è possibile ammirare tutto l’arco alpino, gran parte della Pianura Padana e lo scorcio che regala su quel ramo del Lago di Como è davvero mozzafiato. Si sale sul faro con una scalinata, a piedi. La salita non è molto impegnativa e possono salire facilmente, facendo attenzione, anche tutti gli amici che soffrono di vertigini.

Continua a leggere con: Le 10 COSE più STRANE che abbiamo in Italia

LAURA LIONTI

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COMFORT FOOD: i 5 CIBI per farsi “COCCOLARE” a Milano

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mymilanfood IG - Mascherpa

Il cibo del cuore, quello che riporta all’infanzia e alle domeniche in famiglia. Il cibo che tira su il morale, quello che ci coccola. 

COMFORT FOOD: i 5 CIBI per farsi “COCCOLARE” a Milano

#1 Il panino: ricorda la merenda preparata da mamma

Credits: @quantobbasta.it
Porcobrado Milano

Poteva mancare questa icona del confort Food a Milano? Ecco quindi il mitico lobster roll di Sant Ambroeus, sito in Corso Matteotti, ricco panino farcito con astice, o bar Quadronno che nel suo storico locale nell’omonima via, prepara da quasi 60 anni panini eccezionali come la “pazza idea” con ingredienti a sorpresa, o infine Porcobrado in Via del Verme, che offre panini super farciti con sfilaccetti di carne di maiale racchiusi in un panino preparato con grani antichi.

Leggi anche: Dove si mangiano i 10 PANINI più BUONI di Milano

#2 Sushi: tra romanticismo e coccole orientali

nishikimilano IG

In Corso Lodi c’è questo locale, Nishiki, che si caratterizza per un ambiente elegante con luci soffuse, tendaggi e salette private. Si entra senza scarpe, per un’esperienza di assoluta privacy, per gustare un menu giapponese fusion fra tavoli verde lucido o nel giardino posto in fondo al locale. Tra gli ingredienti di eccellenza italiana ci sono il tartufo o il gambero rosso di Mazara. 

Eccellente, tra l’altro la carne wagyu imperdibili, ancora, i crudi proposti nel ricco menu. Magari accompagnando il tutto con un buon calice di vino suggerito dal sommelier, per una serata all’insegna delle coccole, coccole e ancora coccole.

Leggi anche: A MILANO c’è pure una PASTICCERIA MEDIORIENTALE VEGANA

#3 Tiramisù: un’esplosione di felicità 

mymilanfood IG – Mascherpa

Chi non ha presente una bella fetta di tiramisù, la morbida crema al mascarpone, la spolverata di cacao e la bagna al caffè? Già affondare il cucchiaino in questa montagna gonfia di morbidezza, non é godurioso di per sé? Assaporarlo, gustarlo lentamente è un po’ come tornare bambini. Chi lo nega mente sapendo di mentire. E allora ecco Mascherpa, tiramisuteca in Via De Amicis dove il tiramisù si assaggia in appositi vasetti e in più varianti come quella al pistacchio. In alternativa ecco la pasticceria Loria in Viale Piave dove il tiramisù, al bicchiere, viene proposto in diverse dimensioni in base alla golosità di ciascuno: sì, certo c è anche la XL.

Leggi anche: Il TIRAMISÙ: dove è nato davvero?

#4 Cioccolato: dalla fabbrica di cioccolato alle praline alle tavolette tridimensionali 

farage_cioccolato IG

A Milano non c’è che l’imbarazzo della scelta quindi non si può non citare Gay Odin, la fabbrica di cioccolato in Via San Giovanni sul Muro, dove si trova di tutto fra tavolette, praline, liquori al cioccolato e confezioni regalo, o Charlotte Dusart, la cioccolateria belga in Via Eustachi che è un tripudio di tavolette, alcune particolarissime perché sembrano delle sculture in 3D, cioccolatini, praline o creme spalmabili. Infine Farage cioccolato in Via Manzoni dove si può assaggiare un’ottima cioccolata calda declinata in più varianti diverse, al cioccolato bianco o alla curcuma, al pistacchio o al cioccolato fondente, o ancora la linea di prodotti “rosa di Brera” creata per omaggiare la Pinacoteca, a base di cioccolato ruby dal caratteristico colore rosa

#5 Risotto, ossobuco e costoletta: il comfort food made in Milano 

trattoria_sincera IG

Perché non concedersi una coccola riservandosi una serata per assaporare i tipici piatti milanesi a Milano? Una cucina semplice, spesso di origini contadine ma proprio per questo autentica e che tocca il cuore. In Via Porpora c è Trattoria Sincera, un posto senza fronzoli dove comporre a proprio piacere l’iniziale tagliere di salumi e formaggi, per poi proseguire con risotto, ossobuco in gremolada, costoletta alla milanese, mondeghili accompagnati da molteplici salsine, rognone trifolato o ancora sua maestà il minestrone 

Corposa la carta dei vini con cui accompagnare gradevolmente le pietanze. Menzione speciale alla carta dei formaggi e dei salumi, tutti lombardi: tra i primi ad esempio il Silter, il Gorgonzola o il Taleggio. Tra i salumi, la mortadella di fegato brianzolo, la bresaola valtellinese o ancora il salame di Varzi. Per una coccola goduriosa tutta milanese.

Continua la lettura con: Il CIOCCOLATO più RARO e PREGIATO al mondo sbarca all’ESSELUNGA

ALESSANDRA GURRIERI

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#30 – Le ISOLE CARAIBICHE della Lombardia

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Ph. credits: paesaggimozzafiato facebook

La Lombardia ha al suo interno di tutto. Perfino delle isole. E non si parla di andare a Malpensa o a Orio al Serio e prendere il primo volo per Saint Martin, Antigua o Los Roques. A chi ci contestava di non avere spiagge è stato risposto con una piccola (e vista, l’ampia offerta, faticosa) selezione di perle lacustri.
A chi ci contesta di non avere isole o di non possedere le bellezze delle isole, rispondiamo con una selezione di 5 capolavori di natura esotica e storia secolare, da raggiungere in traghetto o, volendo e in alcuni casi, addirittura a piedi!
Ps. la Lombardia non ha isole e non è un’isola… La Lombardia le isole le ha DENTRO.


5 ISOLE CARAIBICHE in Lombardia

#1 Isola di San Biagio (Isola dei Conigli) – Lago di Garda

Ph. credits: paesaggimozzafiato facebook

L’Isola di San Biagio è certamente più conosciuta come Isola dei Conigli per una grande presenza di questi simpatici animali che girano indisturbati.
Qui l’acqua è cristallina come ai Caraibi ed, essendo distante pochi metri da Punta Belvedere, quando il livello del lago scende la si può raggiungere anche a piedi!

 

#2 Isola Comacina – Lago di Como

ph. credits: giteinlombardia

L’Isola Comacina è l’unica isola che si trova nel Lago di Como e la si raggiunge da Ossuccio con un servizio di barche. La sua storia è lunga secoli: abitata fin dall’antichità, fu al centro di numerose guerre ed è una delle aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’alto medioevo.
Con una superficie di circa 6 ettari, l’isola rappresenta un meraviglioso esempio di vegetazione tipicamente mediterranea.

 

#3 Isole Borromee – Lago Maggiore

Ph. credits verbanovolant

Giardini lussureggianti, di cui uno tra più apprezzati al mondo, una natura rigogliosa ovunque e palazzi barocchi: le isole Borromee formano un arcipelago da sogno nel lago Maggiore, tra Lombardia e Piemonte. Le sue isole sono l’Isola Madre, l’Isola Bella, l’Isola dei Pescatori, l’Isola San Giovanni e La Malghera.
L’Isola Madre, la più vasta tra le isole non è abitata ma offre la visita di un sontuoso palazzo del Cinquecento, Palazzo Borromeo, circondato da otto ettari di meraviglioso giardino, in cui ci si può perdere tra specie botaniche rare ed esotiche, provenienti da tutto il mondo. Sì, lo so che anche se sono in mezzo al lago formalmente risultano appartenere al Piemonte. Però arrivando dalla sponda lombarda si può arrivare senza mettere piede fuori dalla Lombardia.  

 

#4 Isola di Loreto – Lago d’Iseo (feat. Monte Isola)

Ph. credits: visitbergamo

L’isolotto privato al largo di Carzano, proprio accanto al Monte Isola, è privato. Non è perciò visitabile, ma ci sono varie escursioni in barca che lo circumnavigano.
La gita è molto suggestiva e permette di ammirare la villa che venne fatta costruire dal suo proprietario e la sua torretta con le belle merlature. Tra l’altro la vicina Monte Isola è anche degna di nota: la più grande isola lacustre d’Europa.

 

#5 Isola dei Cipressi -Lago di Pusiano

Ph. credits: dimorestoricheitaliane

L’isola dei Cipressi è una piccola isola di circa due ettari di estensione, su cui è costruita una piccola casa. La storia dell’Isola dei Cipressi inizia nel Neolitico (10-15000 a.C.) e sulla punta orientale al tempo c’era un villaggio di palafitte.
Ovunque si incontrano numerosi animali come scoiattoli, tartarughe, canguri wallaby, cicogne, gru coronate, gru damigella, pavoni ecc. e più di 100 piante del giardino botanico.

Continua la lettura con: La gita più bella #31 – Il NUOVO CAMMINO tra i borghi della Milano est per “congiungersi a Dio”

BARBARA VOLPINI

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Il SERVIZIO per “SALVARTI” se sei imbottigliato nel TRAFFICO

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islandworks - pixabay - Traffico

Quando la tangenziale è bloccata o sulla circonvallazione si va a passo di lumaca, arriva in aiuto dall’Asia una soluzione “ingegnosa”. Potrebbe essere utile anche a Milano?

Il SERVIZIO per “SALVARTI” se sei imbottigliato nel TRAFFICO

# La soluzione “ingegnosa” che arriva dalla Cina

pandapotter-pixabay – Traffico

Rimanere fermi nel traffico, in tangenziale o sulla circonvallazione, è una cosa che è capitata a tutti. Una scocciatura e una perdita di tempo. Dall’Asia arriva una soluzione “ingegnosa” per uscire vivi dagli ingorghi. A Pechino, che con oltre 21 milioni di persone è tra le metropoli più popolate al mondo, si è introdotto un servizio chiamato Dingding Yueche(jam busting in inglese) per recuperare in motorino gli automobilisti bloccati nel traffico. Nel pacchetto compresa anche la cura e il ritiro dell’auto da parte di un’altra persona. 

# Quanto costa il servizio

4601460-pixabay – Motorini

Il servizio dal costo di circa 400 yuan, poco più di 50 euro, viene effettuato sfruttando spazi ristretti e percorsi alternativi consentendo ai cittadini di raggiungere in modo rapido la propria destinazione. A Pechino pare sia durato solo pochi mesi, a causa della poca domanda e dei problemi di sicurezza. Nella città di Jinan, la capitale della provincia di Shandong, così come in altre città della Cina, pare abbia avuto invece più successo nonostante la paura della gente per il possibile furto del veicolo da parte di sconosciuti.

Fonte: firstpost

Continua la lettura: Le TANGENZIALI INGOLFATE: le soluzioni per ridurre il traffico

FABIO MARCOMIN

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Mancano 300 AUTISTI: le 31 LINEE di Milano che TAGLIANO le CORSE

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Andrea Cherchi - Linee con corse tagliate

La mancanza di personale per il trasporto pubblico milanese sta ormai diventando un problema cronico. Le cause sono sempre le stesse: bassi stipendi e alto costo della vita. Atm sta correndo ai ripari ma, al momento, è costretta a “certificare” la riduzione del servizio di superficie.

Mancano 300 AUTISTI: le 31 LINEE di Milano che TAGLIANO le CORSE

# Mancano 300 autisti per garantire un servizio regolare

Credits mezzi_di_milano IG – Bus Atm

Il problema è sempre quello e sta ormai diventando cronico: mancano autisti per il servizio di trasporto pubblico milanese, 300 per la precisione. Le cause sono note, stipendi troppo bassi e costo della vita troppo alto. A questo si aggiunge l’investimento necessario a ottenere la patente per guidare bus e tram. Questo il messaggio di Atm su Twtter: «La carenza di personale è un tema che sta interessando anche il mercato del lavoro nel settore del trasporto pubblico. Stiamo cercando 300 conducenti, anche con incentivi all’assunzione. Intanto stiamo rimodulando le corse per mitigare il più possibile le ripercussioni che i turni mancanti hanno sul servizio».

Leggi: Chi trova un COLLEGA trova un TESORO: 1.000 euro per gli AUTISTI che fanno i Talent Scout

# Le 31 linee tagliate

Dati open – Linee di superficie Milano

Per questo motivo, e per le proteste dei cittadini per le attese infinite alle banchine e per la soppressione dei mezzi, l’Azienda Trasporti Milanesi si è vista costretta a ridurre la frequenza di linee bus e tram che facevano fatica a limitare i disagi. Pertanto il paradosso è che ora gli utenti vedono arrivare i mezzi in orario perché, riducendo le corse, i minuti di attesa sulle pensiline sono più vicini alla realtà.

Il taglio è entrato in vigore dai primi di novembre per sette linee: 41-42-51-52-60-81-82. Poi a cadenza settimanale è stato il turno di altre 19 linee: 1, 10, 14, 47, 50, 58, 74, 78, 85, 325, 34, 45, 54, 62, 65, 66, 79, 84, 90/91. Infine, da lunedì 27 novembre tocca ad altre cinque linee: 2, 3, 15, 19, 24.

Il totale fa 31 linee con servizio ridotto.

# Cosa sta facendo Atm per risolvere il problema

Credits: it.blastingnews.com

Atm sta comunque correndo ai ripari, o almeno ci sta provando. La riduzione delle corse dovrebbe infatti essere provvisoria dato che l’azienda ha messo in campo alcune azioni per poter sanare l’emorragia di autisti. Ha stanziato infatti 500mila euro per 600 nuove assunzioni, di cui 300 conducenti, che comprendono anche contributi per la casa e patenti gratuite.

Nel dettaglio:

  • per 150 candidati è finanziato l’intero costo del corso per l’ottenimento della patente D+CQC, in media pari a 2.500 euro a persona, per chi non frequenta i corsi convenzionati è previsto un rimborso spese fino a 1.500 euro;
  • oltre 100mila euro sono stati stanziati per finanziare 33 voucher dal valore di 3000 euro lordi, per coprire le spese iniziali dell’affitto di residenti fuori dall’area Metropolitana di Milano, erogabili direttamente in busta paga in importi rateizzati e assegnati tramite graduatoria.

Leggi anche: ATM non trova autisti? La REPLICA di un CONDUCENTE: MILANO insostenibile per i nostri STIPENDI

Fonte: Repubblica

Continua la lettura: Aumenta il PREZZO per un tipo di BIGLIETTI ATM

FABIO MARCOMIN

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Un altro STOP al servizio di SCOOTER SHARING a Milano

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Cityscoot.it

Una brutta notizia per il trasporto milanese. Un altro operatore di scooter sharing interrompe il servizio in Italia. Non solo: il cielo è denso di nubi nere anche tra gli operatori di car sharing. Il modello della condivisione dei mezzi di trasporto sta entrando in crisi o si tratta solo di casi isolati?

Un altro STOP al servizio di SCOOTER SHARING a Milano

# Cityscoot chiude per difficoltà finanziarie, ma vuole riprovarci in futuro

Cityscoot.it

Dopo l’annuncio di fallimento il giorno 8 novembre 2023 davanti al tribunale commerciale di Parigi, Cityscoot ha comunicato lo stop al servizio anche in Italia nelle città dove era operativa. Questo il testo della lettera pervenuta agli abbonati al servizio, tra cui il direttore della testata Milano Post

“Avremmo preferito darvi una bella notizia… Tuttavia, ormai da qualche tempo, Cityscoot affronta notevoli difficoltà finanziarie. Nonostante i nostri numerosi sforzi per restare aperti, le nostre energie non sono bastate. Pertanto, con estremo rammarico, siamo costretti a sospendere il servizio a Torino ed a Milano dal 30 novembre a tempo indeterminato.
Abbiamo un solo obiettivo: tornare. Faremo tutto il possibile per mantenere questa promessa. Vi ringraziamo per la fiducia accordataci in tutti questi anni. Siamo particolarmente orgogliosi di aver potuto contribuire fattivamente a questa piccola rivoluzione che è la mobilità dolce nelle nostre città. Dal 2018 Cityscoot Italia ha gestito più di 3 milioni di viaggi per un totale di 150.000 utenti e 12 milioni di chilometri percorsi.”

L’azienda francese aveva appena vinto il bando insieme ad altre società per operare a Parigi per i prossimi cinque anni, ma per farlo ha comunicato di aver bisogno di nuovi fondi per finanziare per l’acquisto di nuovi modelli di scooter in grado di abbattere del 70% i costi operativi. Nel 2022 aveva registrato un calo di fatturato di 15 milioni di euro.

# La seconda ad abbandonare quest’anno: la società spagnola Acciona aveva cessato il servizio nella primavera 2023

sicurmoto – Acciona

Nella primavera 2023 anche Acciona aveva chiuso definitivamente i battenti in Italia, il servizio era disponibile a Milano e Roma. In questo caso per motivi legati allo svolgimento del servizio, connessi al numero di percorrenze, alla temporalità dei percorsi e, in particolar modo alle condizioni stradali legate al manto e buche, furti, danneggiamenti, costi assicurativi e di manutenzione che hanno reso economicamente insostenibile il business nel nostro Paese.

# Anche tra gli operatori di car sharing non è tutto rose e fiori

hdmotori – Sharengo

Anche gli operatori di car sharing stanno avendo difficoltà. Share’n go, che metteva a disposizione microcar elettriche, ha chiuso ormai da 3 anni. Altre due aziende, DriveNow e Car2go hanno creato un’unica società per rendere sostenibile il servizio, Share Now. Nel 2022 l’azienda è stata poi rilevata dal provider internazionale di mobilità Free2move.

Altri operatori sembrano al momento sembrano navigare in acque tranquille, come Ubeeqo di Europcar Mobility Group, Enjoy di Eni e la neonata azienda di noleggio auto di fascia medio-alta Virtuo.

Si tratta solo di casi isolati o il modello di sharing sta entrando in crisi?

Continua la lettura: Molte AUTO IBRIDE pagheranno l’AREA C?

FABIO MARCOMIN

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MIND: come sta DIVENTANDO la “CITTÀ NELLA CITTÀ”

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Mind Village rendering

Ereditata dall’Esposizione Universale del 2015, l’area di 1,1 milioni di mq tra Milano e Rho sta poco alla volta completando il puzzle di MIND: Milano Innovation District. Per metà a verde con il parco lineare più grande d’Europa e nel resto suddivisa in 6 aree con specifiche destinazioni d’uso. Scopriamo cosa è già stato realizzato e quello atteso nel prossimo futuro. 

MIND: come sta DIVENTANDO la “CITTÀ NELLA CITTÀ” 

# Milano Innovation District – Mind: una nuova “città nella città” di 1,1 milioni di mq

MIND

Sono passati 8 anni da quando Expo2015 ha chiuso i battenti e ormai è rimasto poco di quel luogo che ha visto transitare oltre 20 milioni di persone durante i sei mesi della manifestazione. Oggi l’area di 1,1 milioni è in completa trasformazione, con qualche tassello già completato e molti altri ancora da realizzare. MIND, Milano Innovatation District, sta diventando una piccola “città nella città”.

Masterplan MIND

Scopriamoli le 7 aree nel dettaglio.

#1 Il parco lineare più grande d’Europa: 1,5 km di lunghezza sui  460.000 mq a destinazione verde di tutto il progetto

Credits: lifegate.it

Uno degli elementi distintivi di MIND è il parco lineare più grande d’Europa di circa 1,5 km, lungo tutto il decumano ed esteso anche nei piani terra degli edifici. Questi ultimi sono stati infatti progettati per essere aperti con spazi comuni accessibili a tutti, tra cui orti giardini e laboratori, per favorire la socializzazione. In totale sono previsti 460mila metri quadrati di verde, con un incremento di 3.000 alberi rispetto a quelli già esistenti, e 4 parchi tematici: dello sport, del cibo e della salute, l’orto botanico e il parco attrezzato. A questo si aggiungono 4 chilometri di piste ciclabili e 4.000 mq di specchi d’acqua in più.

#2 Il social hub di Cascina Triulza prima eredità di Expo 2015

Credits: Mind.it – Fondazione Triulza

La prima vera eredità di Expo, insieme all’Albero della Vita quale simbolo dell’evento e di Palazzo Italia in quanto uno degli edifici dello Human Technopole, è Cascina Triulza. Qui Fondazione Triulza, rete delle principali organizzazioni italiane del Terzo Settore e dell’Economica Civile, ha dato vita nel 2015 al primo Padiglione della Società Civile. Oggi l’edificio caratterizza dal punto di vista dell’innovazione sociale la nuova vita di tutta l’area.

#3 Il nuovo Ospedale Galeazzi, inaugurato nell’agosto del 2022

Credits Andrea Cherchi – Ospedale Galeazzi

Ha inaugurato ad agosto 2022 l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambriogio, nato dalla fusione tra l’Istituto Ortopedico Galeazzi e l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio con tradizione cardiovascolare e bariatrica. Ha una superficie complessiva di 150.000mq e con i suoi 16 piani per 85 metri altezza è tra gli ospedali più alti d’Europa e tra i 75 ospedali più alti del mondo. 

#4 Il Campus Human Technopole in fase di completamento. In costruzione il centro di ricerca con giardini pensili di Piuarch

Credits: Urbanfile – Human Technopole

Progettato dallo studio di architettura Piuarch, il nuovo edificio del Campus dello Human Technopole, prevede dieci piani e 61 metri di altezza, oltre 16.500 mq esclusivamente dedicati a laboratori per la ricerca scientifica e 3.000 mq di terrazze, giardini pensili, piazze pubbliche e spazi a misura d’uomo. Localizzato sul cardo vicino all’Albero della Vita, per realizzarlo sono stati stanziati 94,5 milioni di euro. Lo Human Technopole, che comprende anche i fabbricati oggi già presenti, Palazzo Italia, edificio iconico di Expo Milano 2015, il Padiglione Nord e il Padiglione Sud, si estende una superficie di circa 30.000 mq e la sua conclusione è prevista per il 2024.

#5 Nel 2023 la prima pietra del campus scientifico dell’Università Statale di Milano. Inaugurazione prevista per l’anno accademico 2025/2026

Credits: Mind Milano – Campus Scientifico Statale

A Ottobre 2023 è stata posta la prima pietra del nuovo polo universitario dell’Università Statale di Milano che trasferirà parte delle sue facoltà nell’area MIND per dare vita al suo campus scientifico. Progettato da Carlo Ratti Associati, si estende su un totale di oltre 190.000 mq per ospitare una comunità di oltre 23 mila persone. Prevede cinque corti circondate da cinque palazzi con 18.300 mq di aule, quasi 50mila mq tra laboratori didattici e dipartimentali e oltre 8mila metri quadrati di biblioteca. Sono 4 le facoltà scientifiche previste: scienze e tecnologia, scienze agricole e dell’alimentazione, medicina e chirurgia, farmacologia. L’inaugurazione è programmata per l’anno accademico 2026/2027.

#6 “West Gate”: l’area commerciale e residenziale di Mind. Consegna della prima parte entro la fine del 2024

Credits: Urbanfile – Westgate

Sono stati avviati a ottobre 2023 anche i cantieri della prima parte privata inserita all’interno del masterplan di Mind: il West Gate. Nell’area di 300 mila metri quadrati complessivi, non distante dalla stazione metropolitana di Rho Fiera M1, si prevedono 155.000 mq di uffici commerciali, 15.000 mq per il retail, mentre il residuo è destinato al residenziale. Al suo interno residenze, hotel, uffici, MOLO “mobility hub” e Innovation Hub. La consegna di questa prima porzione dell’area è prevista entro la fine del 2024.

Leggi anche: Svelato il WEST GATE, la NUOVA CITTÀ di Milano

#7 Il Mind Village: il parco scientifico e tecnologico con gli HQ delle multinazionali farmaceutiche e di ricerca medico-scientifica

Mind Village

Il MIND Village è il nuovo quartiere di Milano all’insegna dell’innovazione e della qualità della vita sostenibile. Sono già circa 60 le società che lo hanno scelto per insediare i propri quartier generali per sperimentare progetti di innovazione tecnologica, scientifica e digitale con una metodologia innovativa e collaborativa, il “Federated Innovation Model”, che unisce l’open innovation a quella più tradizionale delle aziende. Tra queste ci sono: ABB, Bracco, Cisco, Cariplo factory, Aecom, Indaco, Ambrosetti, iGenius, Fluentify, Bird&Bird, Confindustria Dispositivi Medici, Fabrick (Banca Sella), Johnson Controls, Gellify, Planet Farms, Pwc e Umana. I lavori sono in corso da circa un anno.

Continua la lettura: La MILANO del FUTURO: 10 PROGETTI in arrivo

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La “CRISI ABITATIVA” può essere RISOLTA? Sono circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO

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Credits Andrea Cherchi - Milano vista dall'elicottero

Sono decenni che Milano fatica a risolvere il problema della crisi abitativa, nonostante gli interventi messi in campo. Forse è giunto il momento di cambiare strategia. Vediamo come poter cogliere due piccioni con una fava.

La “CRISI ABITATIVA” può essere RISOLTA? Sono circa 11.000 le case POPOLARI VUOTE a MILANO

# A Milano ci sono 11.000 appartamenti vuoti contando sia quelli sfitti che quelli inagibili

Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano

Il problema della crisi abitativa a Milano è presente ormai da decenni, ma nonostante tutti gli interventi messi in campo non si è ancora trovata una soluzione definitiva. In base agli ultimi dati dell’Unione inquilini-CubNel in città “sono attualmente oltre 17.500 le famiglie in attesa di casa popolare e almeno 10.000 le famiglie sottoposte a sfratto o esecuzione immobiliare, a fronte di meno di 1.000 alloggi all’anno assegnati”. Un dato che fa riflettere visto che ci sono circa 11.000 alloggi Aler e Mm totalmente vuoti, su un totale di circa 58.000, con una quota maggiore a carico della prima. 

Come è possibile quindi molti milanesi non abbiano una casa? I motivi sono sostanzialmente due: una parte di quelle disponibili è inagibile, pari a circa il 30%, quella rimanente è semplicemente sfitta. 

# Al conteggio sono da aggiungere 5.000 gli alloggi da liberare

Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano

Non ci sono però solo questi 11.000 appartamenti. Vanno aggiunti anche quelli, circa 5.000, in attesa di essere liberati per decadenza economica. In sostanza è la situazione che si verifica quando la soglia Isee per beneficiare di una casa popolare è stata superata, in conseguenza dell’aumento del reddito. Quindi questi cittadini continuano a rimanere dentro per non avendone più diritto. Ci sono poi qualche centinaio di case sulle quali pende un un decreto di rilascio, subito esecutivo alla firma, a causa di alcune illegalità e irregolarità: subaffitti, subentri o ospitalità non dichiarati, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi e abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione. 

# Assegnazioni rallentate a causa di problemi amministrativi, economici e interessi politici

Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara

Il problema dell’occupazione abusiva risulta quindi un problema limitato, soprattutto se paragonato agli altri casi elencati in precedenza. Il numero delle abitazioni occupate è infatti sensibilmente inferiore rispetto a quelli che dovrebbero essere liberi ma inagibili o sfitti. Prendendo in considerazione quelli di MM, da circa 28.000, sono passati a 800 nel 2021. 

Gli immobili non diventano disponibili in tempi congrui per problemi di tipo burocratico e amministrativo. Basti pensare che MM per conto del Comune di Milano ha ristrutturato e assegnato appena 3.000 immobili nel triennio 2018-2021, se ne attende un altro da 300, mentre i numeri di Aler sono ancora più bassi.  

A peggiorare il quadro le difficoltà economiche nel far fronte alle spese di ristrutturazione delle abitazioni da assegnare, oltre alla politica che utilizza da anni l’abusivismo come uno dei grandi temi su cui giocare le proprie campagne elettorali. Dai quartieri popolari arriva infatti una quota consistente dei voti e quindi perché cercare di risolvere il problema una volta per tutte? 

Continua la lettura: Una CASA a MILANO? 4 su 10 la comprano solo per INVESTIMENTO

Articolo originale di ROSITA GIULIANO aggiornato dalla redazione

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#31 – Il NUOVO CAMMINO tra i borghi della Milano est per “congiungersi a Dio”

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Credits: camminodisangiovanni.it Cammino di San Giovanni

“Al vero viaggiatore non importa la destinazione, ma il percorso”. E’ questa la filosofia di tutti i “cammini” presenti nel mondo.

Il NUOVO CAMMINO tra i borghi della Milano est per “congiungersi a Dio”

# Il cammino di San Giovanni, tra natura, arte, cultura e cucina

Credits: it.wikipedia.org
Chiesa di Sant’Andrea Melzo

In Lombardia ce ne sono molti, ma ne esiste uno, il più recente, “scoperto” e “studiato” dopo il periodo delle restrizioni per il Covid: è quello di San Giovanni, nato dall’idea di Roberto Fabbri e della moglie Cristina Ronchi, che nel periodo pasquale 2022 si sono resi conto di come si potesse creare un itinerario da Melzo a Lodi, tra natura, arte, cultura e cucina.

Sono andati a consultare i cammini lombardi e hanno scoperto che tra Lodi e la Martesana vi era un vuoto di itinerari ufficiali. I realizzatori del progetto, oltre a Fabbri e Ronchi, sono Giacomo Tusi, Sergio Leondi, Igor Grigis, Emilio Colma, Marco Bottani, Luigi Gallo e Don Massimiliano. Il simbolo del cammino è il nodo di San Giovanni Battista, da sempre segno di buon auspicio, che rappresenta la congiunzione tra uomo e Dio.

Ma com’è questo percorso? Da dove parte? Quali centri tocca? Dove arriva?

# La prima parte nella Martesana ad est di Milano

Cammino di San Giovanni Corneliano Bertario

Si parte da Melzo, dal Santuario di Madonna delle Stelle, si attraversa la cittadina, si passa davanti alla Chiesa di S. Alessandro, a quella di Sant’Andrea e da San Francesco, si esce dal centro e si entra nella campagna, andando verso Truccazzano, al Santuario di Rezzano, passando dall’Oasi della Martesana. Truccazzano viene attraversato per intero, poi si trova una deviazione: da una parte si costeggia l’argine del canale della Muzza, dall’altra si va verso il Castello Borromeo della frazione  Corneliano Bertario. Il cammino prosegue verso il ponte di Lavagna, per passare davanti all’oratorio di San Biagio in Rossate.

Ecco che poco dopo si arriva al baricentro del cammino: Merlino, col suo mulino e con il Santuario di San Giovanni Battista al Calandrone, che da il nome al cammino stesso.

# Il resto del percorso

Credits: @gianluca colombi (YouTube)
Lodi Vecchio

La seconda parte dell’itinerario prevede l’avvicinamento verso il Lido Adda-Parco Adda Sud: si passa su un sentiero fino a Spino d’Adda, si attraversa il ponte trovandosi sulla sponda sinistra del fiume e da qui possiamo ammirare un tragitto immerso nella natura, fino ad arrivare a Lodi, sul ponte Napoleone e da qui alla Cattedrale. La terza frazione del cammino prevede lo spostamento da Lodi a Lodi Vecchio, dove troviamo la Basilica dei XII  Apostoli, poi Borgo San Giovanni, con la chiesa di San Giovanni Battista Decollato. Qui finisce l’avventura, dopo 53 chilometri.

Il cammino di San Giovanni parte e arriva in prossimità di due altri cammini: quello di Sant’Agostino e quello della via Francigena. “Abbiamo fatto il possibile per sfruttare strade non asfaltate -avevano detto i responsabili del progetto in una conferenza stampa di alcuni mesi fa- abbiamo la possibilità di dare a ogni persona che decide di affrontare il cammino una carta del pellegrino vidimabile in 8 punti”.

# Il boom dei cammini

Credits: camminodisangiovanni.it
Cammino di San Giovanni

Occorre sottolineare che i cammini (a livello nazionale) nel corso degli ultimi anni hanno avuto un seguito sempre più alto: dal 2019 al 2021 vi è stato un incremento di credenziali (rilasciate dalle associazioni che si occupano di questi itinerari) del 15%, ciò vuol dire che sono sempre più le persone che decidono di affrontare questo tipo di esperienza. L’itinerario di San Giovanni, non sarà il cammino di Santiago di Compostela e neppure quello dell’Oregon, ma rappresenta un modo per conoscere una porzione di territorio ricca di interesse (culturale, paesaggistico, culinario), che solo attraverso un percorso a piedi o in bici si può apprezzare per intero.

Continua la lettura con: La gita più bella #32 – La VALLE SEGRETA a due ore da Milano dove si dorme nei FIENILI col tetto di PAGLIA

FABIO BUFFA

copyright milanocittastato.it

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