Il TIRAMISÙ: dove è nato davvero?

Due regioni reclamano la sua invenzione ma c'è anche un terzo incomodo. Qual è il vero luogo di origine del tiramisù? E quali sono le curiosità sulla nascita del dolce italiano più famoso al mondo?

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Credits: discoveritaly.alitalia.com - Tiramisù

La sfida sull’origine di uno dei dolci più amati dagli italiani, nonché il più famoso al mondo, è sempre aperta: non solo Friuli Venezia Giulia e Veneto ne rivendicano la paternità, ma c’è anche un terzo incomodo. Scopriamo il vincitore e tutte le storie curiose legate alla nascita di questo dessert.

Il TIRAMISÙ: dove è nato davvero?

# Dal vice cuoco friulano della Regia Marina, all’Albergo Roma di Tolmezzo: gli indizi che portano in Friuli Venezia Giulia

La prima porzione di Tiramisù sarebbe stata servita per la prima volta il 19 maggio 1938 sul panfilo reale verso Siracusa, da Mario Cosolo, allora vice cuoco friulano della Regia Marina. A Pieris invece al ristorante “Il vetturino” viene preparata dagli anni ’40 la ‘Coppa Vetturino’, tradizionalmente realizzata con mousse al cioccolato, pan di Spagna bagnato con Marsala, zabaione e panna montata e, dagli anni Cinquanta, viene chiamata ‘Coppa Vetturino Tirime su’ e poi, successivamente, solo ‘Tirime su’.

In base al numero 649 de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi” le origine del dolce viene attribuito all’Albergo Roma di Tolmezzo che negli anni ’50 ad opera di Norma Pielli, come versione modificata del Dolce Torino, che sarebbe stata realizzata sostituendo il burro con il mascarpone e l’alchermes con il caffè.

# Ma il Veneto rilancia: nel settecento era il dolce afrodisiaco nelle case di piacere di Treviso

La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti agli anni sessanta del XX secolo. Ciò consente di supporre che il tiramisù, come lo si conosce ora, sia un’invenzione recente. Tuttavia secondo una tradizione verbale veneta tramandata nei secoli, il Tiramisù sarebbe nato a Treviso nella seconda metà del ‘700/’800 grazie all’idea di una geniale “maitresse” di una casa di piacere ubicata nel centro storico della città. Il dolce afrodisiaco e corroborante sarebbe stato pensato per offrirlo ai clienti alla fine delle serate allo scopo di rinvigorirli e risolvere i problemi connessi ai doveri coniugali al momento del loro rientro in famiglia.

La ricetta deriverebbe dallo “sbatudin” un composto di tuorlo d’uovo sbattuto con lo zucchero, utilizzato comunemente dalle famiglie contadine trevigiane come ricostituente o per i novelli sposi. A questo è stato poi aggiunto mascarpone, caffè e cacao. Il Tiramisù dei giorni nostri, secondo un’evoluzione della tradizione locale di Treviso, è un dolce anche per i bambini ecco perché la ricetta tradizionale non contiene liquore.

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# Il terzo incomodo: una leggenda lo fa nascere in Toscana alla fine del seicento

Una delle leggende sulla nascita del tiramisù richiama la “zuppa del duca” di Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del granduca Cosimo III de’ Medici. Questa versione sarebbe in teoria compatibile con l’introduzione in Italia di uno degli ingredienti principali del tiramisù, il caffè ma non si può dire lo stesso per l’utilizzo del mascarpone, che è un formaggio tipico lombardo, e per i savoiardi, biscotti originari della Savoia, difficilmente presenti nella pasticceria senese fra il XVII e il XVIII secolo. Il mascarpone, in particolare, non poteva essere conservato e trasportato in tempi brevi dalla Lombardia alla Toscana.

# Il verdetto finale dice Friuli Venezia Giulia, forse

Le ultime prove raccolte indicano che il dolce a base di savoiardi, mascarpone, caffè e cacao fu ideato tra i due comuni di Pieris di San Canzian d’Isonzo (Go) e Tolmezzo (Ud). A questo va aggiunto che nel 29 luglio 2017, la ricetta tradizionale friulana del tiramisù è stata inserita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani della regione Friuli-Venezia Giulia. Siamo quindi giunti al punto di mettere la parola fine all’annosa questione sulla paternità di uno dei dolci più amati dagli italiani?

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