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Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

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Via de Amicis

In Europa si sistemano gli scempi architettonici del dopoguerra, in Italia non se ne discute nemmeno. Milano non fa eccezione.

Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

# La distruzione di borghi storici

Credits pierangelotomx IG – Ponte Lambro

Mentre in Europa si comincia finalmente a guardare con forte spirito critico agli scempi edificati dal dopoguerra in poi proponendo soluzioni per rimediare ai disastri, in Italia pare nemmeno essersi mai aperto un serio dibattitto. Eppure il Bel Paese di orrori ne ha costruiti tanti e non solo dagli anni ’50. Sorvoliamo sulle nefandezze dei savoiardi e del ventennio…

Oltre ad aver permesso il proliferare di agghiaccianti sterminate periferie, (Zen, Vele, Corviale, Ponte Lambro, Cep,…) è stato tollerato ed incentivato l’abusivismo in ogni sua forma e in ogni luogo, tanto poi, un condono arriva sempre…

Uno degli aspetti peggiori di questo disordine urbanistico architettonico frutto di speculazioni e poca lungimiranza, oltre alla cementificazione selvaggia, alla devastazione del territorio e ai conseguenti danni causati da un po’ di pioggia e da qualche esondazione, è stata la distruzione di intere contrade, borghi, antichi palazzi, strade e cascine perpetrato soprattutto nel corso del cosiddetto “boom” economico.

# Milano non fa eccezione

Credits: manoxmano – Foto demolizione Bottonuto

Milano non fa certo eccezione, anzi, con la scusa del risanamento e della crescita sono stati cancellati secoli di storia, stratificazioni di epoche e culture che mai più potranno tornare alla luce.

Dalla demolizione di decine di cascine, alla definitiva sparizione di quanto rimaneva del Bottonuto, a Milano si è fatto scempio con metodica ossessione spesso con il compiacimento dei proprio cittadini soddisfatti di vedere devastate le testimonianze della propria città e sempre con la solita complicità di una stampa serva di interessi affaristici.

leggi anche: La storia del Bottonuto

# Cambiano le giunte, cambiano i colori ma gli scempi rimangono inviolati

Via de Amicis

Ora la mentalità è in parte cambiata un po’ perché da demolire è rimasto ben poco e un po’ perché la sensibilità generale ha raggiunto maggior consapevolezza di quanto sia importante preservare, ma ciò nonostante solo un paio di anni fa hanno provveduto a buttare giù una delle poche case antecedenti l’unità d’Italia miracolosamente sopravvissute in Via De Amicis per lasciare il posto al solito anonimo palazzo. Tutto questo in pieno centro storico.

# La svolta tedesca

In Germania, il Paese che più di tutti ha subito pesantissime devastazioni e dove una frettolosa seppur necessaria ricostruzione non ha badato molto per il sottile e diversamente da quanto fatto in Polonia, dove si è volutamente e minuziosamente ricostruito il più possibile, si vedono sempre più spesso tentativi di ricostruzione con risultati sbalorditivi. Questo ci dimostra che con un po’ di buona volontà si può cambiare volto a piazze, strade palazzi riportandoli a loro antico fascino.

Alcuni esempi di quanto fatto in diverse città tedesche che potrebbe essere da spunto per interventi da noi.

# Dove intervenire a Milano?

Quali zone vie o case potrebbero essere interessate da ristrutturazioni con uno sguardo rivolto al passato? Dobbiamo per forza rassegnarci alla grigia triste edilizia orrenda e anomica completamente avulsa dalla storia della città?

#1 Darsena

Credits sara_gypsy_soul IG – Darsena by night

Quanto fatto ultimamente per riqualificare la Darsena è davvero modesto, meglio dello scempio ereditato dalla Giunta Moratti ma il risultato è stato deludente.

Leggi anche: NUOVA DARSENA ancora in alto mare: cosa manca per completare il RESTYLING

#2 Cascina lungo il Naviglio Grande

Credits Urbanfile – Cascina Campagnola

Oramai ridotta a rudere aspettano solo che crolli per giustificare la costruzione di un palazzo magari tutto vetro e allumino come ne esistono a milioni nel mondo.

#3 L’agghiacciante hotel di Largo Augusto

Credits mauro_c._passeggiandopermilano IG – Hotel NH Largo Augusto

Questo terrificante edificio, che più brutto non lo si sarebbe potuto pensare, andrebbe fatto esplodere e al suo posto persino una stalla del 1600 sarebbe meglio.

#4 La Torre Velasca

Credits: @milanocityitalia IG

La Torre Velasca pare scontato, ma il distorto senso estetico dei milanesi non permetterebbe mai di posizionare la dinamite nelle sue fondamenta…discorso diverso per gli orrendi edifici anni ’60 intorno, quelli non piacciono davvero a nessuno.

L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito…aspettiamo suggerimenti da proporre al Comune.

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

ANDREA URBANO

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Le PIAZZE da RIMETTERE a POSTO secondo i MILANESI

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Credits tommaso_carboni IG - Piazza Baiamonti

Gli interventi realizzati negli ultimi anni, nell’ambito delle iniziative di “Piazze Aperte” con l’urbanismo tattico che in alcuni casi ha condotto alla riqualificazione definitiva di alcune piazze e slarghi usati come parcheggi, hanno migliorato l’aspetto e la funzionalità di molti luoghi. Ci sono però ancora molte piazze da sistemare, alcune di queste sono state soggette a lavori ma con risultati non soddisfacenti. Vediamo quelle segnalate dai milanesi.

Le PIAZZE da RIMETTERE a POSTO secondo i MILANESI

# Piazza Gasparri

Credits milanoevents.it – Piazza Gasparri

Dopo il leggero restyling del 2019 con percorsi pedonali realizzati con strisce rosse e tavoli da ping pong, che ha eliminato le auto dal parcheggio, Piazza Gasparri, in zona Comasina, avrebbe bisogno di un intervento più profondo.

 

# Piazza dei Mercanti

credit: @ligiuli119 (Instg)

Piazza dei Mercanti con la sua loggia è una delle piazze più antiche delle città e tra quelle con il maggiore fascino. Purtroppo questa meraviglia della città non viene per nulla valorizzata e nemmeno protetta da usi impropri e imbrattamenti, dalle vetrine del McDonald’s con affaccio sulla piazza ai graffiti e rifiuti nella loggia, fino al nuovo monumento in memoria dei partigiani utilizzato come bivacco.

 

# Piazza Gramsci

Piazza Gramsci

Piazza Gramsci è una delle più problematiche di Milano. Le opere di pulizia e di tinteggiatura di luglio 2023 hanno rese più gradevole il luogo ma non ha eliminato il degrado, causato da sporcizia e incuria oltre alla fontana realizzati negli anni ’90 e mai entrata in funzione.

Leggi anche: MAQUILLAGE di GRAMSCI e LAMPUGNANO: le immagini in anteprima

 

# La nuova Piazza di San Babila

Credits Andrea Cherchi – Piazza San Babila riqualificata

Piazza San Babila, sul lato verso via Borgogna, è stata inaugurata nella sua nuova veste a luglio del 2023 in occasione dell’estensione della M4 fino al centro città. Sono stati però molti i pareri negativi sul risultato dell’intervento, soprattutto per la mancanza di aiuole, alberature e panchine che sono presenti in minima parte solo lungo Corso Europa.

 

# Piazzale di Porta Genova

Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova

Il piazzale antistante la stazione di Porta Genova è stata una delle prime a vedere un intervento di urbanismo tattico. Sono state inserite delle panchine, degli alberi in vaso per creare delle aree pedonali ed è stata colorata la pavimentazione. La scarsa manutenzione ha prodotto un effetto poco gradevole e sarebbe necessaria una riqualificazione definitiva.

 

# Piazza Baiamonti 

Credits tommaso_carboni IG – Piazza Baiamonti

Piazza Baiamonti nonostante tutti gli interventi dell’ultimo periodo continua ad essere un vero caos: pali e palificazioni inutili, binari inutilizzati da decenni che sprofondano sotto i marciapiedi che non seguono allineamenti precisi, la strada per metà in masselli di pavé e per metà in asfalto e al centro della piazza un’isola inutilmente ricoperta da asfalto invece di essere a verde.

 

Continua la lettura con: Una METROPOLITANA REGIONALE per collegare le città lombarde

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Quando si fa sera a Milano… Dove vanno i milanesi?

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Ph. @milanopersempre.it IG

Dove vanno i milanesi quando escono di sera? Nonostante il problema sicurezza sia percepito sempre da più persone, in pochi rinunciano a godersi una serata in un locale o a passeggio tra le strade della città.

Quando si fa sera a Milano… Dove vanno i milanesi?

# Al Blue Note

Credits antropodiario_temporalia IG – Blue Note

Siamo all’Isola ma sembra di essere a New York. Per gli amanti del jazz e del blues il Blue Note è la meta perfetta a Milano. Questo jazz club, che è anche ristorante, festeggia nel 2023 i vent’anni dalla sua inaugurazione e fa parte della reta di network Blue Note, insieme allo storico Blue Note Jazz Club del Greenwich Village della Grande Mela.

Indirizzo: Via Pietro Borsieri, 37

# Allo Spirit de Milan

Credits: @d.parisio – Spirit de Milan

Spostiamoci un po’ più a nord, in zona Bovisa. Altro locale dove la musica è al primo posto, lo Spirit de Milan. Locale di culto realizzato in un ampio spazio stile industriale dove alle serate dedicate allo Swing, per scatenarsi sulla pista da ballo, si alternano spettacoli di cabaret e lezioni di dialetto milanese. Milanese è anche il menu del ristorante, servito su grandi tavoli da condividere con gli altri clienti.

Indirizzo: Via Bovisasca, 57/59

# All’Ortica

balera ortica
balera ortica

Forse il luogo di Milano che riesce ad attirare persone di ogni età. Appassiona i più giovani e chi ha invece tante primavere alle proprie spalle.

Indirizzo: Via Giovanni Antonio Amadeo, 78

# Al Patuscino

Nel quartiere che è stato prima casa di monaci, poi di intellettuali e artisti c’è un locale dove si respira ancora quell’atmosfera bohémienne. Un bar conosciuto dalla maggior parte delle generazioni in città, dove ci si va per colmare quella nostalgia degli anni ’80 o per fare una serata tra amici all’insegna del karaoke o della musica dal vivo

Credits la.plouccc IG – Il patuscino

Nel quartiere che è stato prima casa di monaci, poi di intellettuali e artisti il locale dove si respira l’atmosfera bohémienne dei tempi ruggenti. Bar conosciuto dalla maggior parte delle generazioni in città, dove ci si va per colmare quella nostalgia degli anni ’80 o per fare una serata tra amici all’insegna del karaoke o della musica dal vivo.

Indirizzo: Via Madonnina, 21

# A bere un calice di vino alle Cantine Isola

Credits: scattidigursto.it – Cantine Isola

In Chinatown si trova un locale con una delle scelte più variegate nel campo dell’enologia milanese: Cantine Isola. Una bottega storica, aperta dal 1896, dove poter stappare bottiglie rare e sorseggiare un calice di vino oppure fare aperitivo con una scelta di cicheti in stile veneziano che spaziano dal classico mezzo uovo sodo ai crostini conditi con funghi o pomodori secchi.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 30

# Al ristorante 

Credits condor13ef IG – Ristorante Calaluna

Tipica serata milanese: in uno dei suoi mille e più ristoranti. Nella foto il Calaluna.

Indirizzo: Viale Piave, 38

# A teatro

Credits lionellpanzeri IG – Teatro Nazionale

Ci sono anche i luoghi più istituzionali dove ascoltare musica e godersi degli attori in scena. Tra questi il Teatro alla Scala, che propone balletti, concerti di musica classica e le opere lirica più famose del monde, il Teatro Nazionale che mette sul palco i musical del momento e il Conservatorio “Giuseppe Verdi”. 

# Al Cinema all’Anteo

Ormai diventato Palazzo del Cinema è una garanzia di programmazione, un vero e proprio monumento alla settima arte che resiste presidiando le migliori zone di Milano, da Porta Nuova a CityLife. 

# A passeggiare per le vie di Brera

Credits sonia_spadaccino IG – Brera di sera

Passeggiare la sera per le vie di Brera, Fiori Chiari e Fiori Oscuri, San Carpoforo, Madonnina e del Carmine, ci fa tornare ad atmosfere di una Milano di un tempo e richiama allo stesso tempo quelle bohèmienne di Parigi. Si alternano boutique particolari che si possono trovare solo in questa zona a locali super chic. Probabilmente il quartiere più romantico della città.

Continua la lettura con: LOCALI CULT di Milano LONTANI dal CENTRO dove trascorrere una bella serata

FABIO MARCOMIN

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BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

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AMOMILANO365 IG - Cargo

Bazar e negozi in cui acquistare di tutto un po’, tre imperdibili indirizzi dove fare shopping tra arredi e oggetti di design.

BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

#1 Raw, il cabinet des curiosites

raw_milano IG

Questo è un luogo magico e un po’ retrò, specialmente nella sede di corso Magenta dove la terrazza con enormi vetrate vi rapirà e conquisterà trasportandovi di colpo in Atmosfere di altri tempi. Qui si trova arredamento, oggettistica, piante e lampade, posateria di una volta e porcellane di pregio all’interno di un negozio che non a caso si autodefinisce cabinet des curiosites: un luogo magico insomma, dove perdersi per qualche ora quasi avulsi dalla realtà e dove sognare ad occhi aperti.

Indirizzi: Corso Magenta 10 e via Magellano 9

# Moroni gomma, il concept store del design

moronigomma IG

Ha due sedi in Corso Garibaldi. Qui, fra oggetti di arredo, utensileria per la casa, piatti e bicchieri tutti particolarissimi e di design, potrete fare acquisti e trovare spunti o idee regalo sorprendenti fra borse scarpe o capi di abbigliamento. Tutti gli oggetti hanno un unico denominatore comune: il design accattivante, perchè qui ogni oggetto è di tendenza, non si tratta della solita oggettistica a buon mercato, ma di oggetti particolari con una notevole cura per la qualità dei materiali. Un concept store che da più di un secolo segna la storia degli oggetti di design di qualità a Milano.

Indirizzi: Corso Garibaldi 2 e 123

#3 Cargo, gli umarell nell’ex Ovomaltina

AMOMILANO365 IG – Cargo

Soprattutto la location in Via Meucci merita una visita, in uno spazio enorme di 4 piani siti ove un tempo si trovava la fabbrica dell’Ovomaltina. Qui si trova di tutto dagli arredi alle piante, dall’abbigliamento all’oggettistica con una chicca che merita una menzione: l’umarell di Milano. Una statuina in 3D che si può trovare in diverse varianti di colore e dimensioni e che rappresenta l’ometto anziano e un po’ curvo, mani dietro la schiena e che sicuramente chiunque di noi avrà visto osservare un cantiere di lavoro, intento a controllare, guardare e fare domande spesso insistenti sull’avanzamento dei lavori. Così iconico e famoso che persino Fabio Concato gli ha dedicato una canzone. Imperdibile. 

Indirizzi: Piazza XXV Aprile 12 e Via privata Antonio Meucci 43

Continua la lettura con: Le APERTURE più INTERESSANTI dell’autunno milanese

ALESSANDRA GURRIERI

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GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

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Pizzigoni

Sin da giovane dimostra una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento, caratterizzata da vuote nozioni, retorica e scarsa attenzione ai bisogni degli alunni.

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

# Al primo posto: dare forza al corpo e allo spirito dello scolaro

Credits fondopizzigoniscuolainfanzia.it – Giuseppina Pizzigoni

“Vita attiva del bambino, a contatto con molte cose e con molti fatti e con molte persone. Le poche parole del maestro devono guidare lo scolaro alle buone impressioni, devono chiarire, correggere dove fosse necessario. Ricordiamo che i fatti sono chiarezza adamitica, se portati al ragazzo con gradazione, con ordine, con metodo”. Sono queste alcune delle linee guida della Scuola Rinnovata, ideata da Giuseppina Pizzigoni, la pedagogista che innovò (o almeno cercò di farlo) la scuola, mettendo al primo posto il dare forza al corpo e allo spirito dello scolaro, attraverso una vita di scuola ricca di esperienze.

# Una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento

Pizzigoni nasce a Milano il 23 marzo 1870. A 18 anni si diploma maestra e passa subito all’insegnamento. Sin da giovane dimostra una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento, caratterizzata da vuote nozioni, retorica e scarsa attenzione ai bisogni degli alunni.

Nel 1909 decide di fare un’esperienza didattica in Svizzera e in Francia, apprendendo metodi e tecniche di insegnamento innovative, caratterizzate dal rapporto tra uomo (bambino) e ambiente, con un attivismo pedagogico che sfocerà nelle Scuole Nuove e nelle Scuole all’aperto.

# La fondazione della Scuola Rinnovata a contatto con la natura

Pizzigoni

Nel 1911 Giuseppina Pizzigoni mette in piedi a Milano un comitato al quale fanno parte imprenditori, uomini della scienza, appartenenti alla pubblica amministrazione e insegnanti e crea la Scuola Rinnovata. Fu aperta in via Castellino di Castello, nel quartiere della Ghisolfa. Lì esisteva la scuola comunale e, accanto, venne costruita un’appendice che ospitava qualche decina di alunni, che raggiunsero presto le 300 unità. La Scuola Rinnovata era stata interamente progettata dalla Pizzigoni, con aule ampie e luminose, laboratori e spazi esterni per svolgere varie attività a contatto con la natura.

Il metodo della pedagogista milanese escludeva l’apprendimento passivo legato alle nozioni rigide. La Pizzigoni faceva svolgere, per esempio, attività di coltivazione dell’orto, i prodotti venivano poi venduti dagli stessi bambini, a cui toccava calcolare i prezzi, pesare frutta e verdura, abbinando lavori pratici a materie teoriche.

Alla Scuola Rinnovata di Milano insegnò anche Pierina Boranga, scrittrice veneta che realizzò circa cinquanta volumi sulla condizione sociale, soprattutto di giovani e anziani, con un’attenzione particolare alla scuola.

# Il paragone con Maria Montessori

Credits: store.woodly.it/

Giuseppina Pizzigoni morì a Saronno il 4 agosto 1947, in un ospizio. In molti hanno paragonato la Pizzigoni a Maria Montessori, tra l’altro nacquero nello stesso anno.  Certi esperti di pedagogia affermano però che il metodo ideato dalla educatrice milanese è più flessibile e adattabile ai tempi rispetto a quello del medico di Chiaravalle.

FABIO BUFFA

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#77 – PAVIA: la città dal GLORIOSO PASSATO, classica gita del fine settimana

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Città di Pavia - https://www.facebook.com/unipvinternational/

Città molto sottovalutata dai milanesi. Eppure ha un passato regale e un presente ricco di motivi di interesse. Vediamone alcuni. 

PAVIA: la città dal GLORIOSO PASSATO, classica gita del fine settimana

Era l’antica Ticinum di epoca romana. Posta in posizione strategica, lungo la Via Francigena, sulle rive del Ticino a poca distanza dal Po. Nel Medioevo è stata una delle sedi regie del regno Ostrogoto, ma soprattutto capitale per due secoli del Regno longobardo e, dal 774 al 1024, capitale del Regno Italico. Dal 1361 è sede della celebre università. Le origini antiche e il suo radioso passato hanno lasciato in eredità a Pavia un ragguardevole patrimonio culturale. Vediamo quattro attrazioni artistiche visitabili in un pomeriggio. 

# Ponte coperto

Tra le tante attrazioni della città, è forse curioso che il ponte coperto occupa il primo posto nelle preferenze dei turisti, secondo Tripadvisor. 

Il Ponte Coperto (detto anche Ponte Vecchio) costruito sul Ticino collega il centro storico con il pittoresco quartiere, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, di Borgo Ticino, situato sulla riva destra. Il ponte costituisce uno dei simboli della città: ha cinque arcate ed è completamente coperto con due portali agli estremi e una piccola cappella al centro. Il ponte attuale è stato ricostruito tra il 1949 e il 1951 replicando l’antico Ponte Coperto del Medio Evo.  

Secondo una leggenda, l’antico ponte venne costruito dal Diavolo in cambio dell’anima del primo che lo avesse attraversato. L’Arcangelo Michele come primo essere vivente fece attraversare un caprone. Il Diavolo non la prese bene e scatenò una tempesta per distruggere il ponte che però rimase intatto. I pavesi fecero costruire una piccola chiesa al centro in riconoscenza dell’Arcangelo. Il ponte divenne così anche il Ponte del Diavolo.

# Basilica di San Michele Maggiore

Il più famoso e importante monumento religioso medievale della città. Considerata un capolavoro dello stile romanico lombardo, la chiesa raccoglie testimonianze del periodo in cui Pavia era la capitale del regno italico. Rappresenta il prototipo delle numerose chiese medievali pavesi e ospitò nei secoli cerimonie e incoronazioni, tra le quali l’incoronazione di Federico I Barbarossa, nel 1155. 

# Il Duomo

Dedicato a Santa Maria Assunta e a Santo Stefano fu iniziato nel 1488 su ordine del vescovo Ascanio Maria Sforza Visconti e completato solo alla fine del XIX secolo, seguendo il progetto originale di Giovanni Antonio Amadeo. La cupola centrale, il cui disegno è attribuito al Bramante, con un’altezza di 97 metri, è la quarta in Italia per dimensioni. 

Il Duomo di Pavia è considerato uno dei più importanti luoghi di culto del Nord Italia. 

# Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro

Le sue origini risalgono all’inizio dell’VIII secolo, fondata secondo tradizione da re Liutprando. Ricostruita a partire dall’XI secolo, la costruzione moderna è stata consacrata nel 1132. La facciata, la cupola e il pavimento a mosaico sono simili a San Michele Maggiore da cui si distingue per l’uso intensivo del cotto in luogo dell’arenaria, per la facciata asimmetrica, e internamente per l’assenza dei matronei e per il transetto più corto. L’esterno è decorato con bacini ceramici islamici.

All’interno, si trova la tomba del re longobardo Liutprando, le cui ossa furono ritrovate nel 1896. Nella chiesa sono anche conservate le reliquie di Sant’Agostino, conservate nella famosa Arca di sant’Agostino, la cui mole marmorea è visibile sull’altare maggiore. L’Arca fu realizzata dai Maestri Campionesi nel 1362 ed è ornata da almeno 150 tra statue e bassorilievi. La chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, nel X canto del Paradiso. Anche il corpo di Severino Boezio è conservato nella Basilica, nella cripta. 

Continua la lettura con: La gita più bella #78 – Il “BORGO dell’AMORE” a meno di un’ora da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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#77 – Alla scoperta di VILLAPIZZONE! “Dove?!”, “Ma è Milano?”

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Ph. @milano_backwards IG

Abito in questo quartiere da oltre 10 anni e da sempre, quando devo dare il mio indirizzo, mi tocca rispondere a domande come “Dove?!”, “Ma è Milano?”. Segue la richiesta di pronunciare lentamente…
Questo è l’anno decisivo: troverò tutte le informazioni da sciorinare a te che non sai dov’è Villapizzone.

Alla scoperta di VILLAPIZZONE! “Dove?!”, “Ma è Milano?”

# Coordinate Geografiche: tra Bovisa e viale Certosa

 

Quartiere di Milano, periferia nord-occidentale, Municipio 8, diventato famoso, negli ultimi anni, per la fermata delle linee S5, S6 e S11 del servizio ferroviario suburbano e per la vicinanza alla Bovisa. Ma da oggi non si farà altro che parlare dell’eremita, dell’osteria dei briganti, della Comune…

#1 Da bosco-Piccione a VillaPizzone

La prima traccia storica che cita la località “Villabezone o Villa Bezonis” risale a un cartario del 1179 del Comune di Milano. Alla Pinacoteca Ambrosiana in una pergamena del 1259 compare il nome di “Villabenzono”, ma secondo l’abate Giacomo Stella (1530), la parrocchia risale al VI secolo quando nel bosco della Merlata, allora proprietà dei Benedettini, dimorava il santo monaco greco Attanasio Piccione. Per cui il bosco divenne bosco-Piccione, poi villaggio-Piccione e infine Villapizzone.

#2 L’osteria dei briganti

L’osteria Melgasciada de Villapizzon, ubicata nel bosco della Merlata (la “melgascia” in dialetto è il fusto della pianta di granoturco), era famosa per i suoi prelibati asparagi, colti nel terreno adiacente, le uova affogate nel burro, per i salamini al profumo d’aglio, i magioster (le fragole di campo), le bocce e l’altalena. Peccato che anche i briganti apprezzavano tanto la cucina e l’atmosfera conviviale.

Tratto da Vecchie Osterie Milanesi (Luigi Medici): “Essa sorge sulla strada che conduce a Villapizzone, in un’amena località. Nascosta in una folta macchia di alberi fronzuti, forse un lembo dell’antico e celebre bosco della Merlata, che si estendeva verso il nord, sede paurosa, nel cinquecento, di briganti e di ladroni

Il Trentuno, il Girometta, il Zopeghetto, il Feracino, il Rigoletto, il Battista da Mombello e molti altri, capitanati dal Battista Scorlino e dal Giacomo Legorino, dopo anni di scorribande e aggressioni, furono giustiziati nel 1566.

Vi evito la descrizione dell’accaduto, ma potete leggere tutto e nei minimi dettagli qui.

L’osteria venne demolita il 20 luglio 1959, su indicazione del nuovo piano edilizio milanese.
Nel corso dell’operazione, durante la notte, un gruppo di sconosciuti entrò di nascosto e demolì a picconate i muri alla ricerca del tesoro dei briganti…

villapizzone

#3 Toh, ne parla anche il Verga

La cattiva fama della zona arrivò fino alla penna di Giovanni Verga che, nella novella L’osteria dei buoni amici, la usò come sinonimo di luogo pericoloso: Aveva ragione il Nano di dire che quel posto era peggio del bosco della Merlata.

#4 L’eremita (non ci facciamo mancare niente, noi di Villapizzone)

Nel XIX secolo, nel borgo visse un eremita, tale Giovanni Moretti. El Giovannin de Villapizzon, oste alla Melgasciada, godeva fama di filantropo, soprattutto per i bevitori.
Il buon Giovanni, in seguito a una crisi mistica, decise di finire i suoi anni vivendo in eremitaggio, scalzo e indossando solo un saio. Giovanni fu seppellito a Musocco, ma le sue spoglie furono portate nella chiesa parrocchiale di San Martino all’inizio del secolo XXI. Ora scendo e verifico.

#5 La grande villa con parco

La villa venne costruita a metà del 1800 su volere di Antonio Radice Fossati. Oltre alla grande residenza padronale, alla casa del fattore e alle abitazioni per i contadini, c’erano le scuderie, le stalle e i locali per il ricovero dei carri e delle attrezzature per la lavorazione della terra. La parte nobile della villa era utilizzata come residenza di campagna.

La villa, intorno al 1930 fu sede di un Istituto di Rieducazione retto dalle Suore Stimmatine, che venne chiuso nel 1959 per l’inagibilità dei locali.

Nel 1978 la struttura, abbandonata e completamente fatiscente, venne concessa in comodato d’uso ad alcune famiglie e ai padri Gesuiti che diedero il via a un esperimento di vita comunitaria e di ospitalità. Grazie al lavoro e ai sacrifici delle famiglie residenti, la villa oggi è bellissima e crogiolo di culture, solidarietà, fermento sociale.

Per informazioni, www.comunitavillapizzone.org

Io ❤️ il mio quartiere.

Fondazione Artepassante – Murales Villapizzone

Continua la lettura con: Luogo nascosto #78 – I segreti di CASA MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

BARBARA VOLPINI

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La strana FONTANA di Piazza San Babila e il suo significato misterioso

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Credits: www.fontanedimilano.it - Fontana Piazza San Babila

La fontana di Piazza San Babila con l’originale e discutibile “piramide” sormontata da qualcosa che sembra avere le sembianze di un uovo o una pigna o un pomello, in realtà pare non sia così originale. Si tratta di una copia o di una sperimentazione? E che cosa significa?

La strana FONTANA di Piazza San Babila e il suo significato misterioso

L’architetto Caccia Dominioni ne aveva già realizzata una a San Martino a Cosio

Credits: https://www.fortementein.com – Fontana piazza San Martino a Cosio

L’architetto, dopo la scoperta del Comune di Milano, pare abbia affermato che non si tratta di una copia più grande dell’originale da lui realizzato tempo prima ma di una sperimentazione utile alla realizzazione di progetti degni di una rilevanza maggiore.

Il significato della fontana

 
credits: unitremilano

La piramide di pietra rossa con un grande pomello sulla cima, dovrebbe richiamare le montagne lombarde mentre il pomolo sulla cima simboleggiare una nuvola, quindi l’acqua che scivola lungo le pareti levigate della montagna stilizzata e che riappare dopo il passaggio nella griglia che riproduce il cammino dell’acqua lungo i fiumi e i fontanili fino a giungere in una grande vasca simile a un lago. Infine la grande vasca dovrebbe rappresenta uno dei laghi lombardi e il getto d’acqua il processo di evaporazione che idealmente si ricongiunge alla sfera posizionata in cima alla fontana.

Continua la lettura con: La fontana asciutta di piazza Gramsci

FABIO MARCOMIN

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SADHGURU, lo yogi “più seguito al mondo”, ha scelto MILANO

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La scelta di Sadhguru è Milano. Domenica primo ottobre 2023, sarà all’Allianz Arena (l’ex Palalido) in piazzale Stuparich (MM Lotto). Un evento di 5 ore, aperto a tutti. Qui per iscriversi: Evento Sadhguru. Ma chi è Sadhguru?

# Lo yogi “più seguito al mondo”

Lo Yogi “più seguito al mondo”: oltre 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube e oltre 50 milioni di follower sui social media. Riesce a essere mainstream senza rimanere intrappolato nel politically correct, riesce a essere provocatorio senza finire imbrigliato nell’etichetta di antisistema. Dedito al benessere fisico, mentale e spirituale dell’individuo Sadhguru si occupa di difendere il pianeta sensibilizzando la responsabilità di ognuno attraverso la presa di coscienza che non esistono confini tra l’Io e l’universo. Molto attivo per la salvaguardia ecologica degli elementi fondamentali del pianeta, si batte per la difesa delle acque dei fiumi e il suolo che a causa di elementi inquinanti rischiano di pregiudicare il futuro dell’umanità su questo pianeta. Ma qual è la sua storia?

# La prima esperienza mistica

3 settembre 1957. Sadghuru viene al mondo a Mysore, in India, con il nome di Jaggi Vasudev. A 12 anni entra in contatto con il maestro yogi Malladihalli Sri Raghavendra Swamiji che gli insegna delle tecniche di yoga che afferma di aver seguito da allora “senza interrompere nemmeno un giorno”

Laureato in letteratura e appassionato di motocicletta, all’età di 25 anni mentre è seduto su una roccia vive una peak experience che gli farà svoltare l’esistenza: “Fino a quel momento della mia vita, ho sempre pensato: ‘questo sono io’ e che qualcun altro è qualcos’altro. Ma per la prima volta non sapevo più cosa fosse ‘me’ e cosa non lo fosse. Ad un tratto, ciò che io ero era semplicemente ovunque. La stessa roccia su cui ero seduto, l’aria che respiravo, la stessa atmosfera intorno a me: ero appena esploso in ogni cosa. Il che suona come un’assoluta follia. Pensai che questa esperienza fosse durata dai dieci ai quindici minuti, ma, dopo essere tornato alla mia normale consapevolezza, ero stato seduto lì per quattro ore e mezza, pienamente cosciente, con occhi aperti, ma il tempo era semplicemente capovolto”.

# Il percorso di evoluzione 

Dopo quell’esperienza decide di abbandonare tutto e di dedicarsi interamente al percorso di evoluzione spirituale che lo ha portato a fondare scuole yoga, a tenere conferenze e seminari in tutte le più importanti istituzioni mondiali, a sviluppare tecniche di apprendimento e a fondare la Isha Foundation che porta avanti nel mondo le sue istanze per il benessere dell’umanità sul pianeta. Per iniziare a capirlo si può sentire il suo pensiero direttamente da lui nei molti video diffusi sul web, in gran parte tradotti o sottotitolati in italiano. Di seguito alcune delle sue parole tratti da alcuni video. 

# Le sue parole 

  • “Bisogna vivere ogni momento, ogni giorno pensando: tra 10 anni sarò grato di aver vissuto questo giorno o me ne pentirò?”
  • “Vivere ogni giorno aperto a ogni dimensione della vita facendo quello che c’è più bisogno di fare. Facendo ogni momento ciò che la situazione richiede: farlo con la massima gioia e devozione”
  • “Puoi vivere magicamente o razionalmente: la scelta è tua”
  • “I momenti più belli della tua vita ti sono capitati solo quando hai tenuto un po’ da parte la tua logica
  • Gestire al meglio le energie può portarti a fare in un anno quello che altri riescono in dieci”
  • La giocosità è lo stato dell’essere, delle forze della creazione. Se non sei giocoso significa che invece di esserein sintonia con la creazione sei asservito alla tua mente, al tuo pensiero, alle tue opinioni, alle tue ideologie, al tuo giusto o sbagliato. Se sei giocoso puoi affrontare i problemi della vita senza esserne influenzato. O divorato. Se fai le cose con giocosità stai facendo yoga. Se non rendi l’attività giocosa, l’attività ti uccide”
  • “Yoga significa acquisire flessibilità: passare da essere una persona (rigida, limitata dentro un guscio) a una presenza (capace di fare ciò che è necessario)”
  • “Il male più grande in questo momento sul pianeta non è la malvagità ma l’ignoranza
  • “La paura è un eccesso di immaginazione. Non si può combattere perché non esiste. E’ un film horror”
  • “La paura sorge semplicemente perché non stai vivendo con la vita: stai vivendo nella tua mente”
  • “Se resisti al cambiamento, resisti alla vita”
  • “Non serve credere che tutto andrà bene. Puoi rendere questo mondo un posto migliore facendo del tuo meglio
  • “Quando gli esseri umani sono pacifici e gioiosi dentro di sé, faranno proprio ciò che è necessario, niente di più, niente di meno”

Continua la lettura con: Intervista a Elio D’Anna: “il mondo intero è una tua invenzione”

ANDREA ZOPPOLATO

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#78 – Il “BORGO dell’AMORE” a meno di un’ora da Milano

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Credits Lionards - Villa Moltrasio con darsena privata

Una delle perle del Lario, un luogo dalla storia millenaria ricco di bellezze artistiche e naturali. Scopriamo quali meraviglie offre questo borgo a meno di un’ora da Milano.

MOLTRASIO, il BORGO dell’AMORE a meno di un’ora da Milano

# Un borgo dalla storia millenaria a meno di un’ora da Milano

Credits mariavittoriasantagata IG – Lavatoio Moltrasio

Moltrasio è un borgo dalle origini millenarie. Risalgono al 2000 a.C la tomba gallica e un’ascia ritrovati nel suo territorio, mentre il primo documento attestante la nascita del comune è datato 1058. Sono del periodo del Medioevo gli edifici più significativi presenti ancora oggi. Il borgo era conosciuto per la lavorazione della pietra estratta dalle cave di “Pietra Moltrasina” utilizzata dai Maestri Comacini per la costruzione di chiese, ville e i tipici “crotti“.

# Una delle perle del Lario

Credits nicole_marina_6 IG – Moltrasio

Il borgo si compone di 11 frazioni e poco meno di 1.600 abitanti, dal lungolago si estende fino alle pendici del Monte Bisbino, ed è una delle perle del Lario. Un luogo romantico con clima mite e panorami incredibili che ne fanno uno dei luoghi di vacanza più gettonati per chi ama relax e paesaggi da favola.

# Ville da sogno e chiese con affreschi del cinquecento

Credits viviana_rovi IG – Villa Passalacqua

Moltrasio è famoso per le sue numerose ville e le chiese affrescate. Tra le ville quella più importante è Villa Passalacqua di fine Settecento, costruita per volere della famiglia Odescalchi dimora del compositore Bellini a metà del 1800, posizionata sulla sommità di un grande parco terrazzato da cui si può godere di una vista incredibile sul Lago di Como. Degne di nota anche Villa Le Rose e i suoi favolosi giardini, Villa Pizzo caratterizzata da fontane e cascate e Villa Fontanella un tempo dimora Gianni Versace.

Credits jacopo811 IG – Chiesa di San Martino

Tra le chiese troviamo quella di San Martino, nella frazione centrale, impreziosita da pregevoli affreschi e dipinti e dalla magnifica pala cinquecentesca del pittore Alvise e la Chiesa di Sant’Agata con bellissimi affreschi del Cinquecento.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #79 – La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa

FABIO MARCOMIN

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#78 – I segreti di CASA MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

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Credits: @milano IG

Quasi nascosta nel cuore di Milano si trova la bellissima casa del Manzoni.
Facciamo un tour nelle stanze dove sono nate opere che hanno fatto grande la letteratura italiana.

I segreti di Casa MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

# Dove sono stati scritti i Promessi Sposi

Credit: milanopocket.it

Al civico 1 di Via Morone, a due passi dal Teatro Alla Scala e dal centro di Milano, c’è una targa un po’ sbiadita con sopra scritto “Casa Manzoni”.

Ogni giorno migliaia di milanesi e turisti passano davanti a quella targa, che si trova sui muri della dimora di uno dei più grandi scrittori e drammaturghi della letteratura italiana: il milanese Alessandro Manzoni.
Proprio tra quelle pareti color giallo, sono state scritte opere come I Promessi Sposi o l’Adelchi. Il Cinque maggio fu invece composto a Brusuglio.

# L’unica vera e propria casa dello scrittore, acquistata per 107mila lire

Credit: @milanoguida

Nella sua vita, il Manzoni, ha vissuto in diverse abitazioni, ma questa è l’unica che si può
considerare a tutti gli effetti la sua. Dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel e la nascita dei figli, la famiglia Manzoni desiderava una residenza stabile, individuata proprio nel palazzo in contrada del Morone. Un edificio di proprietà di don Alberico de Felber, che Alessandro Manzoni acquistò il 2 ottobre 1813 per 107mila lire!

Visse in quella casa fino al 22 maggio 1873, giorno della sua morte.

La posizione era (è!) strategica e comoda perchè nel cuore della città e, in più, vicina ai pochi affetti cari allo scrittore, come Vincenzo Monti che abitava in Via Brera, i Verri e i Porta in Via Montenapoleone, Silvio Pellico e Federico Confalonieri in Via Monte di Pietà.

La soddisfazione per l’acquisto della dimora è tanta, come scriveva Donna Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni, in una lettera allo zio Michele Del Blasco, nel 1826:
Ci troviamo contentissimi della nostra nuova casa per l’aspetto veramente felice, sì nello inverno che nella state”.

La dimora subì un restauro, alcuni lavori vennero eseguiti subito e altri dilazionati nel tempo, ma piano piano prese forma una casa pronta ad accogliere dodici membri: Manzoni e la moglie, Donna Giulia Beccaria e ben nove figli.

# La stanza dello scrittore e le testimonianze

Credit: visiteguidatemilano.it

La stanza dello scrittore, al piano terra, era ovviamente quella più appartata, affacciava sul giardino.
Silenziosa e tranquilla, ideale per le sue meditazioni, le letture, per scrivere e per accogliere gli amici più stretti e intimi. In quella stanza passarono nomi illustri come Giuseppe Verdi (nel 1868) e Giuseppe Garibaldi (nel 1862). Al primo piano invece, si svolgeva la vita quotidiana della numerosa famiglia. Un clima sereno e festoso, che finì con la prematura morte della moglie Enrichetta e della figlia Giulietta.

Anche la suffragetta inglese Mary Clarke, rimase incantata da quelle stanze e nel 1824 racconta a De Gubernatis: “Devo confessare che spesso giocavamo a mosca cieca, Pietro e la primogenita Giulietta, e la signora Manzoni, che, sposatasi a 16 anni, era piuttosto la compagna di giochi dei suoi figli.
Manzoni si divertiva a questi giochi tanto quanto noi, a modo suo, ma non si univa a noi;
chiacchierava con il signor Fauriel e mia madre. Ricordo ancora, come se fosse ieri, che dopo una partita particolarmente accesa, quando ebbe fine, cinse le braccia attorno alla vita di sua moglie, dicendo: “Ti sei divertita, moglie mia”; e lei confermò questo giudizio. Il fatto è che era un interno affascinante. La persona che ha diffuso grande fascino in questo interno è stata la madre di Manzoni, che si chiamava Donna Giulia”.

Dopo la morte dello scrittore la casa viene acquistata dal Conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga che permise le visite allo studio e alla camera da letto nel giorno dell’anniversario della morte dell’illustre milanese.

Nel 1937 viene acquistata dalla Cariplo, che la dona al Comune di Milano affinchè venisse destinata ad uso esclusivo del centro nazionale studi manzoniani, fino al 15 dicembre 1965, quando viene inaugurato il Museo Manzoniano.

# La casa del Manzoni oggi: rivivere la vita quotidiana di Don Lisander

Credit: @milano

Nel 2015, in occasione dell’Expo, la casa è stata restaurata e riportata all’antico splendore, ed oggi sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Entrando si può ammirare ancora la scrivania dove lo scrittore lavorava, ci sono molti oggetti personali, ritratti, stampe e cimeli, tutti elementi che riconducono alla vita del Manzoni, come scrittore e come uomo.
In camera da letto addirittura si possono osservare i suoi oggetti personali: il mantello, gli appunti, i quadri e i dipinti. In più c’è un’installazione multimediale che proietta tutte le versioni cinematografiche, teatrali e televisive dei Promessi Sposi.

Il percorso museale propone una visita suddivisa in dieci sezioni (il tutto dura circa 1h), ognuna delle quali ripercorre i diversi itinerari della vita e delle opere dello scrittore.

I giorni e orari di apertura sono: da martedì a venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17) e il sabato dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Consigliata la prenotazione. Sono anche previste aperture straordinarie la prima domenica del mese. Il costo del biglietto intero è di 8 Euro, scontato € 5 per gli over 65 e gli studenti fino a 25 anni.

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #79 – Le 13 PORTE di Milano

ANGELA CALABRESE

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M1 a BAGGIO e METROTRANVIA Milano-limbiate: incontro Sala-Salvini. Ecco cosa accadrà

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M1 e tranvia Limbiate

Il Sindaco di Milano e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono incontrati a Roma per fare il punto sul finanziamento di due infrastrutture essenziali per la mobilità milanese.

M1 a BAGGIO e METROTRANVIA Milano-limbiate: incontro Sala-Salvini. Ecco cosa accadrà

# Incontro a Roma tra il Sindaco di Milano e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: l’ok del Governo

Credits milanopost.info – Incontro Salvini Sala

Giovedì 29 settembre 2023 il Sindaco di Milano, Beppe Sala, e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si sono incontrati a Roma per discutere, tra i diversi temi sul tavolo, anche della situazione di due infrastrutture importanti per la mobilità milanese: il prolungamento della M1 fino a Baggio e la realizzazione della metrotranvia Milano-Limbiate. Per entrambe le opere il problema principale è la mancanza di risorse sufficienti a far partire i rispettivi i bandi.

La prima era già stata finanziata interamente con 398 milioni di euro, ma a causa dei rincari del costo dei materiali e dell’energia elettrica si rendono necessari ulteriori 124 milioni di euro. Anche per la seconda c’è un problema di fondi a cui se ne sono aggiunti altri di varia natura, burocratica e finanziaria, nonostante l’accordo sulla ripartizione tra gli enti interessati. In questo caso ai 153 milioni previsti ne vanno aggiunti altri 26,9 milioni di extracosti e forse i 59 già finanziati dallo Stato qualora fossero andati ufficialmente persi dato che la scadenza del 30 giugno 2023 non era stata rispettata. 

L’incontro, come riportato da milanopost.info, ha avuto esito positivo con il Ministro Salvini che ha confermato la disponibilità a portare avanti il finanziamento per tutte e due i progetti.

# La M1 si allunga in direzione ovest verso Baggio con 3 fermate

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

Il progetto per il prolungamento ad ovest della linea M1 prevede la realizzazione di tre nuove fermate verso la tangenziale ovest e nello specifico: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi, e un nuovo deposito/rimessa oltre la tangenziale. Sono previste anche piste ciclabili e nuove aree verdi lungo il percorso. I tempi di costruzione sono stimati in 5 anni e pertanto, se viene confermato il finanziamento degli extra-costi, si potrebbero vedere i primi treni viaggiare dal 2029.

#3 La storica linea tranviaria Milano-Limbiate diventa metrotranvia

Milano-Limbiate

La storica linea tranviaria che ha collegato da fine ‘800 alla fine del 2022 il quartiere Comasina a Limbiate, e che ha corso seriamente il rischio di essere smantellata per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono, verrà trasformata in metrotranvia. Dopo i problemi burocratici e finanziari, la scadenza per l’affidamento dei lavori e infine lo stop al servizio avvenuto nel settembre del 2022, dopo 140 anni di servizio, è stato dato via libera al progetto definitivo a dicembre dello stesso anno.

La linea riqualificata avrà uno sviluppo di 11.6 km con 18 fermate, attraverso i Comuni di Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Senago, Varedo e Limbiate. La percentuale di linea caratterizzata da una sede tranviaria a doppio binario sarà notevolmente aumentata rispetto alla condizione attuale, arriverà a circa il 55%. Oltre la metà del tracciato sarà a centro strada. I cantieri avranno un durata di circa 3 anni e mezzo, quindi potrebbe entrare in funzione tra la fine del 2024 e la prima parte del 2025.

Leggi anche: Anche il MONDO si STUPISCE: perché Milano CHIUDE le METROTRANVIE?

Continua la lettura con: Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

FABIO MARCOMIN

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La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

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Citywave

La CityWave, il quarto grattacielo di Citylife, ormai conosciuto dai milanesi con il soprannome di “sdraiato”, procede verso la sua realizzazione. A che punto siamo e quando dovrebbe essere terminato.

La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

# Il quarto grattacielo di Citylife, con il porticato sospeso di 140 metri, procede spedito verso la sua realizzazione

# Come sarà “Citywave”: altezza fino a 110 metri, un hotel da 10 piani e il parco fotovoltaico più grande di Milano con 11.000 pannelli

Credits Urbanfile – Progetto Citywave

Con la nuova configurazione vengono ridistribuiti i 51.000 mq di volumetrie delle tre unità di Concentrazione Fondiaria non ancora edificate su viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro e viale Berengario, concentrandoli interamente sul lato di viale Boezio-Cassiodoro. In questo modo verrà garantita anche una miglior continuità delle aree verdi e degli spazi pubblici pedonali.

Leggi anche: 3 PROGETTI ICONICI nel FUTURO di Citylife

# L’ultimo tassello di Citylife dovrebbe inaugurare in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026

Tutta l’area di cantiere dopo la bonifica dei terreni, sia nel lotto di viale Duilio a ovest che in quello di viale Boezio ad Est, ha visto concludersi anche i lavori di scavo. Da poche settimane è iniziata infatti la fase di edificazione vera e propria e da alcuni giorni il montaggio di due delle 8 gru che serviranno al cantiere come documentato da Urbanfile. In base alle informazioni di Milano Finanza l’ultimazione dei fabbricati è prevista entro la fine del 2025. L’inaugurazione dovrebbe quindi avvenire in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

Continua la lettura con: WEST PARK STORY: le ultime sul nuovo quartiere-parco di Milano

FABIO MARCOMIN

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Non c’è DUE senza TRE: un TERZO OPERATORE lancia la sfida a ITALO e TRENITALIA. Queste le tratte previste e il PRIMO TRENO in partenza

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A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio

Non c’è DUE senza TRE: un TERZO OPERATORE lancia la sfida a ITALO e TRENITALIA. Queste le tratte previste e il PRIMO TRENO in partenza

# Il tentativo fallito di scalfire il monopolio di Trenitalia

arenaways IG

Ancora prima di Italo è stata Arenaways a provare a scalfire il monopolio di Trenitalia. L’azienda fondata nel 2006 da Giuseppe Arena, ex capostazione Fs, ex dirigente di Trenitalia, debutta nell’autunno del 2010. L’offerta di corse ferroviarie sulla direttrice ferroviaria tra Milano e Torino prevedeva un tracciato ad anello che passasse anche da Vercelli, Novara, Pavia, Asti e altre stazioni sul percorso con una qualità del servizio tipo InterCity e con prenotazione obbligatoria. 

Un servizio contestato da subito dall’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che espresse un parere contrario perché prevedendo fermate intermedie tra i due capoluoghi di regione, avrebbe compromesso l’equilibrio economico del contratto di servizio di Trenitalia. Arenaways fu quindi obbligata a rimodulare l’offerta, trasformando il servizio in regionale, eliminando le fermate intermedie fra i due capoluoghi e utilizzando solo il percorso settentrionale dell’anello. 

Le prime rilevazioni effettuate all’inizio del 2011 sul volume di passeggeri trasportati dal servizio sulla Torino-Milano furono sconfortanti e alle fine dello stesso anno l’azienda portò i libri in tribunale per dare il via all’istanza di fallimento. Giuseppe Arena diede colpa alle limitazioni imposte dall’URSF e da Trenitalia. 

# La famiglia Arena ci riprova

Longitude srl

Il fondatore di Arenaways decise quindi di partire con un’azione legale che si è conclusa il 13 febbraio 2023 con la sentenza della Corte di Cassazione, confermando quella del Tar, che ribaltava il pronunciamento del Consiglio di Stato e che sanzionò con 300.000 euro  Trenitalia e Rfi per “abuso di posizione dominante”.

A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Negli ultimi giorni di settembre 2023 la società Longitude Holding Srl con sede a Torino, con amministratore unico della società il commercialista Guglielmo Pepe e soci Gabriella Longo e Matteo Arena (fonte truenews.it) ha comunicato all’Autorità di regolazione dei trasporti che intende operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su sei tratte nazionali ed una internazionale. Ora il gestore dell’infrastruttura, quindi RFI Rete Ferroviaria Italiana deve fare le verifiche del caso per permettere l’entrata in esercizio dei treni di Longitude Holding.

# Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio

Credits quotidianopiemontese – Tratte Arenaways

Il servizio regionale alternativo a Trenitalia andrebbe a coprire queste tratte:

  • Roma – Reggio Calabria, Torino – Milano – Lecce,
  • Torino – Milano – Reggio Calabria, Roma – Venezia,
  • Torino – Milano -Venezia, Roma – Genova -Milano
  • e quella internazionale Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.

La prima partenza è prevista alle 6.05 da Torino-Porta Nuova il primo dicembre 2025 con treni da 330 posti.

Continua la lettura con: Il TRENINO ROSSO fa una DEVIAZIONE? Ecco dove potrebbe arrivare

FABIO MARCOMIN

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Le 10 STRADE di MILANO da PAURA per i CICLISTI

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Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana su viale Monza

Più di un incidente su 10 a Milano vede coinvolto un ciclista. E gli eventi più drammatici si registrano spesso nelle solite strade. I dati emersi da una ricerca del Politenico di Milano.

Le 10 STRADE di MILANO da PAURA per i CICLISTI

# Uno studio rivela che il 12,7% degli incidenti a Milano vede coinvolto almeno un ciclista

Credits Andrea Cherchi – La ciclabile umana su viale Monza

L’incidentalità ciclistica a Milano sia più alta rispetto a molte altre città. E’ il risultato di una ricerca del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano dal titolo “Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta“, curata dal professore Paolo Bozzuto, dal dottor Fabio Manfredini e dall’architetto Emilio Guastamacchia, con la collaborazione di Benedetta Damiani, Micaela De Carlo e Ginevra Santomero.

Il periodo di osservazione va dal 2014 al 2021: nell’arco di questi 7 anni oggetto di analisi, su 64.289 incidenti stradali nel territorio comunale ben 8.148 hanno coinvolto almeno una bicicletta: il 12,7%. La maggior parte degli incidenti riguardanti le due ruote coinvolge inoltre un’auto privata e una bici: il 48,8%, quasi la metà del totale. Nel 2023 sono già stati 5 i ciclisti deceduti in seguito a un sinistro, come in tutto il 2014, il 2016 e il 2021. Ma quali sono le strade più pericolose a Milano?

Leggi anche: Il video del giorno: la CICLABILE UMANA di VIALE MONZA

# La top ten delle strade più pericolose per i ciclisti

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

Lo studio del Politecnico ha anche stilato una classifica delle strade più pericolose in città per i ciclisti. Il primo posto se lo è aggiudicato il tanto discusso Corso Buenos Aires, che ha visto da poco la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta, con 135 incidenti tra il 2014 al 2021.

Alla seconda posizione di questa classifica poco edificante c’è Corso San Gottardo, con 51 incidenti, al terzo Via Palmanova con 37. Seguono Piazzale Loreto con 65 incidenti, piazza Oberdan con 32, Piazzale Cantore con 25 e Via Castelbarco con 21.

A queste sette si aggiungono come luoghi più critici: Piazza Lega Lombarda, segnalata da Ilaria Fiorillo di “Milano in bicicletta”, l’incrocio tra corso Magenta, via Vincenzo Monti e via Giosuè Carducci indicato dall’Associazione di volontariato Massa Marmocchi e Piazza Stuparich, segnalata da MiTomorrow in quanto attraversata da molti studenti diretti a diversi istituti scolastici della zona e non servita da piste ciclabili.

Leggi anche: Corso BUENOS AIRES si tinge di ROSSO: diventerà il BOULEVARD MILANESE?

Fonte: Mi Tomorrow

Continua la lettura con: La SKYBIKE, la CICLABILE VOLANTE in CITTÀ: un’idea per Milano?

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WEST PARK STORY: le ultime sul nuovo quartiere-parco di Milano

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Credits Urbanfile - Park west torre

Foto copertina: Urbanfile

Il quartiere Sei Milano sta prendendo sempre più forma. Scopriamo a che punto è il progetto di rigenerazione dell’ex cava Calchi Taeggi.

WEST PARK STORY: le ultime sul nuovo quartiere-parco di Milano

# Il quartiere Sei Milano al posto dell’ex cava Calchi Taeggi

Masterplan Sei Milano

Prosegue la realizzazione del progetto di Sei Milano, curato dello studio Studio Mario Cucinella Architects (MCA) e sviluppato dall’impresa milanese Borio Mangiarotti sostenuta dal fondo americano Värde Partners, in prossimità della stazione di Bisceglie M1 nel distretto di Sella Nuova nei terreni dell’ex cava Calchi Taeggi.

Si tratta di un nuovo quartiere sviluppato una superficie di oltre 300.000 mq, fra Via dei Calchi Taeggi e Via Bisceglie, con circa 1000 residenze in edilizia libera e convenzionata, 30.000 mq destinati ad uffici, circa 10.000 mq per funzioni commerciali e un nuovo parco pubblico di oltre 16 ettari il cui disegno è stato affidato a Michel Desvigne MDP.

Parco SeiMilano

Lo scopo del paesaggista è quello di sfruttare il paesaggio agricolo lombardo e trasformalo in un parco fruibile e attrattivo agli occhi, unendo tradizione e innovazione. Il filo conduttore che terrà insieme il parco è il canale deviato dell’Olona che parte dalla zona di Rho, passando per il Bosco in città (via Novara) e dal Parco delle Cave per poi immettersi nel Lambro Meridionale, nelle zone Chiesa Rossa e Gratosoglio. Il grande parco ospiterà zone verdi incontaminate ma anche aree attrezzate per adulti e bambini.

Leggi anche: Atmosfere nord americane nel nuovo parco di SEIMILANO

# Il comparto residenziale e commerciale

Credits Urbanfile – Panoramica Sei Milano

Per il comparto residenziale sono già state quasi completate le 23 palazzine di Via Ceva, di 7/8 piani, in fase di realizzazione invece gli 11 edifici che ospiteranno 650 appartamenti interamente destinati all’affitto multifamily lungo la Via Calchi Taeggi, così come l’area commerciale all’altezza del civico 80 in direzione di Via Bisceglie. Avanza anche la realizzazione del parco. 

# Park West, il business center con tre torri

Nella parte Nord-Est del complesso di SeiMilano è in costruzione il comparto terziario di Park West. Si compone di 3 edifici ad uso misto terziario e commerciale, con parcheggio interrato, e nello specifico di:

  • TOWER A di 16 piani e superficie 16.506 mq;
  • TOWER B di 10 piani e 10.989 mq;
  • TOWER C di 7 piani e 7.260 mq.

Gli spazi di Park West sono stati pensati per essere personalizzati e flessibili, dalle aree open pensate per il lavoro collaborativo, ai “concentration spot” che consentono maggiore privacy e spazi comuni per pause e incontri, tra cui anche delle terrazze. 

La conclusione di tutto il progetto è prevista per il primo semestre del 2025.

Fonte e foto: Urbanfile

Continua la lettura con: Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

FABIO MARCOMIN

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#79 – La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa

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CREDIT: romeanditaly.com

Un castello fiabesco che nella seconda metà dell’800 affascinò tutta l’Europa con l’elettro-omeopatia. Una meraviglia che si trova a tre ore da Milano.

La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa

L’Italia è ricca di castelli, di vario stile e di diverse dimensioni, ma pochi hanno il fascino e quella indescrivibile aura di mistero che avvolge la Rocchetta Mattei. Costruita nel 1850 dal conte Mattei con il preciso intento di abbattere le certezze di chi lo visita, alla Rocchetta niente è come sembra e chi entra è costretto ad abbandonare la razionalità del mondo esterno per accedere a un mondo di misteri e illusioni.

Una vera e propria ‘casa dei maghi’, con scale escheriane, cupole moresche, decorazioni orientali e stanze segrete che richiamano diversi stili architettonici e dove Mattei condusse i suoi studi sull’elettro-omeopatia che lo fecero diventare così celebre da richiamare pazienti da tutta Europa ed essere citato da Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov”.

# Il regno dell’ultimo alchimista

 romeanditaly.com

La Rocchetta Mattei è stata costruita tra il 1850 e il 1859 su un antico feudo di proprietà della famiglia Mattei. Il conte Cesare, dopo essersi dedicato in gioventù alla vita politica, rimase sconvolto dalle sofferenze della madre, uccisa lentamente da un tumore. Per superare la depressione che lo aveva afflitto, decise quindi di crearsi un rifugio privato sull’Appennino, un luogo dove potersi dedicare allo studio e mettere a punto una “nuova medicina”, più efficace di quella tradizionale che aveva fallito nel curare la madre.

# Cesare Mattei: l’inventore dell’elettro-omeopatia

credit: rocchettacesaremattei.it

Fortemente motivato a trovare dei rimedi alternativi a quelli della medicina moderna, Mattei iniziò con lo studio delle piante e dell’omeopatia ma poi si spinse oltre, inventando una nuova metodologia curativa che univa elementi vegetali a misteriosi “fluidi elettrici”. Nel giro di qualche anno il conte riuscì a mettere a punto una cura basata sull’abbinamento di granuli simil-omeopatici (i cui principi erano estratti da piante officinali e lavorati con una metodologia segreta) con 5 liquidi elettrici, utili a ristabilire il corretto equilibrio delle cariche elettriche del corpo per riportarlo alla “neutralità”. Questa nuova cura prese il nome appunto di elettro-omeopatia

Pur essendo osteggiato e considerato pazzo, la sua pratica medica si diffuse ben presto in tutta Europa e i suoi rimedi divennero molto richiesti, anche all’estero. Negli anni tra il 1860 e il 1880 questo nuovo metodo richiamò malati da ogni parte del mondo, compresi aristocratici e Reali delle più antiche case regnanti d’ Europa.  Si narra che lo Zar Alessandro di Russia, la Regina Margherita e la Regina Vittoria e la stessa principessa Sissi si siano avvalsi della cura “inventata” dal conte Mattei. 

Il successo dei suoi rimedi fu tale che Mattei venne citato anche da Dostoevskji ne “I fratelli Karamàzov”: “Ma che filosofia e filosofia, quando tutta la parte destra del corpo mi si è paralizzata e io non faccio che gemere e lamentarmi. Ho tentato tutti i rimedi della medicina: sanno fare la diagnosi in maniera eccellente, conoscono la tua malattia come il palmo delle loro mani, ma non sono capaci di curare. Disperato, ho scritto al conte Mattei a Milano, che mi ha mandato un libro e delle gocce, che Dio lo benedica“.

# Il castello delle meraviglie: dal giardino arabesco ai soffitti in giornale

credit: travelemiliaromagna.it

La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita, rendendola un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale da ricevimento e camere private che richiamano diversi stili, dal medievale al moresco, dal liberty al gotico, e dando al castello un aspetto fiabesco

L’ingresso è “sorvegliato” dalla statua di un ippogrifo (il protettore dei maghi) e alla rocchetta si accede attraverso un cortile scavato nella roccia, che contribuisce ad accentuare l’atmosfera di magia e mistero. 

L’interno del castello sembra poi rispecchiare l’animo inquieto del Conte: un rincorrersi senza fine di stanze, saloni, scale scenografiche, torri e cortili arabeggianti e addirittura un ponte levatoio, che conduce in quella che era la stanza da letto di Mattei.

Le sale più suggestive del Castello sono la Cappella dove è sepolto il conte, ispirata alla grande Moschea di Cordoba, la Sala delle Maioliche, la Sala Bianca, la Sala dei Novanta, e il bellissimo Cortile dei Leoni, che riproduce il cortile dell’Alhambra di Granada. I materiali poi sono davvero sorprendenti, soprattutto per l’epoca: quello che sembra cemento è in realtà legno, i soffitti sono fatti con fogli di giornale compressato e lo stesso marmo della cappella è in realtà legno. 

# Decorazioni esoteriche per catalizzare le energie ultraterrene

credit: gpsturismo.it

Il mito dell’esoterismo legato a Rocchetta Mattei è dovuto non tanto agli studi omeopatici del conte ma alle forme, ai materiali e ai simboli esoterici nascosti nella sua architettura

I numerosi elementi decorativi ispirati all’oriente, l’ippogrifo, la “mano di Fatima”, le pigne, le forme geometriche particolari che si ritrovano in giro per il castello sono stati interpretati da alcuni studiosi di esoterismo come punti di catalizzazione delle energie ultraterrene

Inoltre si narra che lo stesso Ludwig II di Baviera, il famoso ed eccentrico Re della Baviera con la passione per l’occulto, sia stato ospite della Rocchetta Mattei e lo stesso Castello di Neuschwanstein ha al suo interno richiami all’Oriente ed elementi decorativi simili alla Rocchetta

Fonte: Rocchetta Mattei

Continua la lettura con: #80 – NUOTARE sotto una CASCATA a un’ora da Milano

LAURA COSTANTIN

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#79 – Le 13 PORTE di Milano

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credits: milanodavedere.it

Le famose “porte” di Milano sono aperture stradali ricavate in varie epoche nelle cinte murarie romane, medievali e poi spagnole della città. Nel 1500, con la sostituzione delle mura medievali con quelle spagnole, la città si è circondata di 11 chilometri di mura, a volte con fossati d’acqua: il più lungo muro urbano d’Europa.

Le 13 porte di Milano

#1 Porta Garibaldi: un tempo Porta Comasina.

credits: milanodavedere.it

Un tempo denominata Porta Comasina, così chiamata perché da qui si usciva dal perimetro della città per raggiungere Como e prendere la Comasina. È caratterizzata dalla presenza dell’arco neoclassico. Nel 1860 la Porta prese il nome attuale in memoria dell’ingresso, qualche anno prima, di Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como.

Dove si trova: Fermata Garibaldi, metropolitana Verde, percorrendo Corso Garibaldi. Nel cuore della “nuova Milano” ai piedi della Torre Unicredit, tra bar, locali, discoteche e negozi.

#2 Porta Genova, una delle più recenti con sguardo verso il mare

credits: mumi-ecomuseo.it

Una delle porte più recenti è Porta Genova che dava accesso alla stazione di Porta Ticinese, ora chiamata proprio stazione di Milano Porta Genova, capolinea dello snodo ferroviario della linea Mortara.

Dove si trova: Fermata Porta Genova, metro Verde – Famosa zona di ristoranti e locali serali, vicina alla zona Navigli.

#3 Porta Lodovica, l’ingresso dei pellegrini

credits: it.wikipedia.org

Costruita da Lodovico Il Moro, da cui prende il nome, per fare entrare i pellegrini. La Porta sorgeva in quello che è l’attuale piazzale di Porta Lodovica, di cui però non rimane alcuna traccia della struttura. L’arco che lo caratterizzava venne smontato alla fine dell’Ottocento per motivi di traffico ed esigenze derivanti dal nuovo piano edilizio della città. Oggi

Dove si trova: Prossima fermata MM6 “Porta Lodovica-Bocconi”. Zona universitaria, vicino alla Bocconi, in fondo a corso Italia.

#4 Porta Magenta, prima chiamata Porta Vercellina.

credits: it.wikipedia.org

Una delle sei porte principali di Milano, ricavata all’interno dei bastioni spagnoli, oggi demoliti. Situata allo sbocco dell’attuale corso Magenta, di cui prese il nome già alla fine dell’Ottocento. Nel 1885, le mura spagnole furono demolite, così come anche Porta Vercellina, per cui non esistono più tracce dei bastioni, della porta e dei caselli daziari.

Dove si trova: Fermata Cairoli, M1 – Strada storica di negozi e monumenti.

#5 Porta Nuova, contrapposta a Porta Vecchia

credits: it.wikipedia.org

A due passi dai nuovi grattacieli di Gae Aulenti, Porta Nuova è una delle sei principali porte di Milano. Si contrappone alla Porta Vecchia che sorge nei pressi di via Manzoni. Anch’essa è ricavata all’interno dei bastioni delle città e si apre lungo la strada per Monza. Si trova di fronte al Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli.

Dove si trova: Fermata metro Gioia, M2, o Repubblica / Turati, M3 – Zona di shopping e bar, ristoranti e localini.

#6 Porta Romana, che portava all’Urbe

credits: beethecity.com

Porta Romana prende il nome dalla strada che portava a Roma. Posta quindi a Sud Est di Milano, sorge al centro di piazza Medaglie d’Oro, allo sbocco di corso di Porta Romana. È caratterizzata dalla presenza di un arco monumentale. Attraversata da resti di binari del tram 13, è stata riconvertita nel 2010 in struttura termale, le Terme di Milano.

Dove si trova: Fermata Porta Romana, metro Gialla. Ristorantini e locali dove trascorrere una bella serata.

#7 Porta Sempione o Arco della Pace, per unire Milano a Parigi

credits: milanodavedere.it

Porta Sempione, o Arco della Pace, risale all’epoca napoleonica e rappresenta l’asse di maggiore innovazione urbanistica di quel periodo, con l’intento di unire metaforicamente Milano a Parigi. In piazza d’Armi, rappresenta ancora oggi uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano. È ricordata nei libri di storia perché nel 1859, quattro giorni dopo la vittoria di Magenta, vi fecero il loro ingresso trionfale nella città meneghina Napoleone III e Vittorio Emanuele II.

Dove si trova: Fermata Moscova, M2, o Gerusalemme, M5 – Zona di ritrovo giovanile per aperitivi e serate di notte, e di passeggiate nel vicino parco Sempione di giorno.

#8 Porta Tenaglia, succursale del Castello Sforzesco 

credits: urbanlife.it

Porta Tenaglia è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, come succursale del Castello Sforzesco. Posta a nord-ovest della città, si apriva lungo la strada che dava sul Borgo degli Ortolani. Demolita già nel 1571, sorgeva al centro di quella che in epoca moderna si chiama piazzale Biancamano, all’imbocco delle attuali via Bramante e viale Montello.

Dove si trova: Fermata Moscova, M2. Zona di negozi e locali.

#9 Porta Ticinese, per dirigersi al fiume Ticino 

credits: it.wikipedia.org

Prende il nome dal fatto che attraversandola si andava verso il fiume Ticino. La porta costringeva le persone al pagamento del dazio per chi entrava. L’architetto, Cagnola, è lo stesso che progettò l’Arco della Pace. Punto di ritrovo vicino i Navigli per i giovani Milanesi, è una delle porte principali di Milano.

Dove si trova: Fermata Porta Genova, metro Verde. Zona di aperitivi e ritrovi giovanili. Risalendo il corso si arriva alle colonne di San Lorenzo.

#10 Porta Venezia, una volta la celebre Porta Orientale

credits: urbanlife.it

Conosciuta come Porta Orientale fino al 1860 e come Porta Riconoscenza in epoca napoleonica, la sua costruzione originale risale all’epoca romana e fu in seguito ricostruita dal celebre architetto Giuseppe Piermarini alla fine del Settecento ed è caratterizzata dalla presenza dei caselli neoclassici dell’architetto Rodolfo Vantini. Oggi sorge al centro di piazza Oberdan, allo sbocco di Corso Venezia, che collega la Porta a piazza San Babila,

Dove si trova: Fermata Porta Venezia, metro Rossa. Zona di shopping e aperitivi.

#11 Porta Vigentina, sulla strada di Pavia 

credits: it.wikipedia.org

Di questa non resta alcuna traccia. Era una specie di succursale della più famosa e ancora visibile Porta Romana, da cui partiva la Strada Vigentina, che univa Milano all’Abbazia di Mirasole alla città di Pavia. Il Vigentino era un comune autonomo da Milano a 20 miglia da Pavia, da qui il nome, dal latino “Viginti”, cioè “venti” miglia da Pavia. In corso di Porta Vigentina 15, si trova una nuova sede dell’Accademia di Brera, in uno storico edifico del Comune.

Dove si trova: Fermata Crocetta, metro Gialla. Zona di ristorantini e locali, ideale per una passeggiata.

#12 Porta Volta, la via per il Cimitero Monumentale

credits: it.wikipedia.org

Un tempo nota come Porta Tenaglia, è una delle più recenti costruite a Milano, ricavata nel 1880 all’interno dei Bastioni per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il Cimitero monumentale, e aperto lungo il tracciato delle mura spagnole. La porta, composta di due caselli daziari inquadranti una cancellata, fu progettata da Cesare Beruto. Si trova al centro di piazzale Baiamonti, in cui è possibile ammirarne i bastioni.

Dove si trova: Fermata Monumentale, M5 – Nei dintorni, ci sono scuole e negozi, soprattutto librerie.

#13 Porta Vittoria, un tempo Porta Tosa

credits: it.wikipedia.org

Ribattezzata Porta Vittoria subito dopo l’Unità d’Italia, Porta Tosa faceva parte delle mura spagnole della città. L’origine del nome va attribuito ad una figura di una ragazza scolpita in un bassorilievo di arte popolare, raffigurante la moglie del Barbarossa ritratta in segno di spregio mentre si rade il pube, atto considerato all’epoca barbarico nella cultura medievale. L’arco dell’antica porta venne abbattuto e oggi si può ammirare solo l’obelisco circondato da una piazza, intitolata alle Cinque Giornate di Milano, che voleva simboleggiare lo sforzo compiuto dal popolo italiano per raggiungere la libertà. Nei dintorni c’è anche l’omonima fermata della stazione ferroviaria per il trasporto suburbano, ubicata in viale Molise, nella zona est della città.

Dove si trova: Fermata del Passante Porta Vittoria. Negozi storici, mercatini, piccole mostre e street food.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #80 – Attrazioni e segreti del QUARTIERE EBRAICO “DIFFUSO” di Milano

SILVIA BOCCARDELLI

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“Il MILAN avrà lo STADIO più BELLO del MONDO”: come sarà e quando ci sarà la prima partita

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Rendering Stadio Milan San Donato

Primo passo concreto del Milan per la realizzazione del proprio stadio. Per San Siro si prospetta sempre più un destino da cattedrale del deserto. Mentre Milano si estende sempre più oltre i suoi confini. 

“Il MILAN avrà lo STADIO più BELLO del MONDO”: come sarà e quando ci sarà la prima partita

# Presentata la prima bozza di progetto per dare l’avvio all’iter procedurale

Rendering Stadio Milan dall’alto

Primo passo concreto del Milan per la realizzazione del proprio stadio a San Donato, dopo l’acquisizione delle aree di San Francesco nei mesi precedenti, anche se la strada da fare è ancora lunga. Il 27 settembre 2023 la società Sportlifecity ha infatti presentato al Comune di San Donato Milanese la documentazione per la richiesta di variante al Piano Integrato di Intervento relativo al comparto San Francesco.

Le parole del Sindaco Squeri: “Adesso, dopo che la società Sportlifecity ha formalizzato la scelta su San Donato per il dopo San Siro, inizia il nostro lavoro come Amministrazione. Si valuteranno con attenzione i contenuti progettuali per una prima verifica di fattibilità legata all’avvio dell’iter procedurale. Come già affermato in molte occasioni, verificata la percorribilità dell’operazione urbanistica presentata, studieremo e metteremo in campo tutti gli strumenti per garantire il coinvolgimento del Consiglio Comunale, dei cittadini, delle associazioni e dei partiti politici […] Insieme alla città coinvolgeremo anche Regione Lombardia, Città Metropolitana, Città di Milano e i Comuni confinanti, oltre a Ferrovie, Metropolitana Milanese, Autostrade per l’Italia e Parco Agricolo Sud Milano, che sono tutti parte delle scelte che incideranno sul successo di un progetto così storico e ambizioso.

# Uno stadio da 70.000 posti su un’area di 108.000 mq

Rendering Stadio Milan San Donato

L’intervento urbanistico previsto riguarda un’area di 108.000 mq di superficie lorda sul totale di circa 400.000 mq con le aree verdi fruibili che passano da 85.000 a 235.000 mq e che oltre a uno stadio con una capienza di 70.000 posti, ospiterebbe: il Museo del Club, un Milan store, il nuovo headquarter rossonero, un hotel e un distretto per l’intrattenimento, un parco attrezzato, un parcheggio a raso e due ponti pedonali. Le gradinate dell’impianto dovrebbero essere tra gli 80 e i 120 centimetri con sedute più larghe, previsti poi bagni in tutti i settori e accessibilità per i diversamente abili. Nello spogliatoio di 1.000 mq di superficie sono stati previsti: palestra, area riscaldamento, fisioterapia e piscine criogeniche. Al suo interno potranno essere ospitati concerti e partite di football americano, rugby e tornei internazionali. Il progetto punta ad ottenere la certificazione LEED Gold, per essere tra gli stadi più sostenibili d’Europa, grazie alla realizzazione di un Energy Center per la produzione di energia sostenibile oltre all’implementazione di sistemi per il recupero delle acque. 

# Gli interventi sulla mobilità

 

Il progetto prevede interventi migliorativi sulla rete infrastrutturale esistente, che andrebbero a coinvolgere la stazione ferroviaria, quella metropolitana e la rete viaria, come un nuovo sistema di percorsi pedonali e ciclabili. L’idea è infatti quella di creare uno snodo infrastrutturale unico sul territorio (ferrovia, metro, autostrade) con la creazione a Sud di una nuova “Porta di Milano”, la connessione (Est-Ovest) di San Donato verso l’Abbazia di Chiaravalle e i suoi parchi e una più facile fruibilità e servizi per il Parco Sud oltre a una ordinata accessibilità al possibile futuro sito dedicato allo sport.

# “Sarà lo stadio più bello del mondo“, con “le tribune verticali come il Meazza“. La prima partita nel 2028

“Caa Icon” si occuperà di guidare la realizzazione del progetto, mentre il design dello stadio e la realizzazione del masteplan è stata affidata a Manica, uno dei due studi di architettura coinvolti anche per il progetto dello Stadio di San Siro insieme all’Inter.

Il Presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha affermato come il nuovo impianto “sarà lo stadio più bello del mondo” e che “manterremo la cosa bella che abbiamo a San Siro, cioè uno stadio verticale da cui si vedono molto bene le partite“. Per quanto riguarda la sua costruzione ha aggiunto che se tutto l’iter avanzerà senza intoppi la prima partita del Milan potrebbe disputarsi nel 2028. Allo stesso tempo Scaroni ha anche dichiarato come non sia stata messa ancora una pietra tombale sul progetto dello nuovo Stadio San Siro, a patto che il Sindaco Sala riesca a rimuovere il vincolo, anche perché la soluzione San Donato non è esente da scogli che potrebbero rendere difficoltoso arrivare al traguardo.

# I nodi da sciogliere

Per prima cosa il Comune di San Donato dovrà dare il via ufficiale all’iter procedurale, decidendo positivamente sulla variante al Piano Integrato di Intervento. Per vedere la posa della prima pietra ci vorranno poi circa 12-18 mesi durante i quali potrebbe essere indetto, come successo per il progetto di San Siro, un dibattito pubblico aperto ai cittadini. In questo arco di tempo saranno però molti i nodi da sciogliere e gli attori ad essere coinvolti nel processo.

Uno di questi è il Parco Agricolo Sud Milano il cui consiglio direttivo nei giorni scorsi ha votato all’unanimità una mozione che esprime parere preventivo negativo rispetto alla richiesta di costruzione di grandi impianti sportivi, compresi i servizi connessi. In questo caso i terreni ricompresi nel Parco Agricolo Sud sarebbero quelli adiacenti all’area San Francesco, che il Milan ha interesse ad acquisire per realizzare i parcheggi a raso dello stadio, in un contesto verde in prossimità dell’abbazia di Chiaravalle e quella di Viboldone.

Un nodo da sciogliere è quello della sicurezza. Per ogni partita di calcio di Inter e Milan sono richiesti in media oltre un centinaio di agenti di polizia, tra locale, Carabinieri e Polizia di Stato. Il Comune di San Donato può contare su meno di 40 dipendenti del corpo di Polizia Locale e solo una parte di questi potrà essere impiegata per il servizio durante i match del Milan. 

Continua la lettura con: La “Scala del calcio”, lo STADIO dei RECORD

FABIO MARCOMIN

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Le APERTURE più INTERESSANTI dell’autunno milanese

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Certosa District

La stagione autunnale inizia con interessanti novità a Milano che continua a far tendenza fra nuovi ristoranti, terrazze panoramiche e un distretto, il Certosa District dedicato, tra l’altro, anche alla buona tavola.

Le APERTURE più INTERESSANTI dell’autunno milanese

# Caruso Nuovo al Grande Hotel et de Milan

carusonuovo ig

Gestito da Gennaro Esposito presso il Grande Hotel et de Milan, propone una cucina semplice, di ispirazione prevalentemente partenopea ma che strizza l’occhio anche alla tradizione culinaria meneghina.

Indirizzo: Via Alessandro Manzoni, 29

# Denis in Porta Venezia, il secondo locale con la pizza di montagna

dennispizzadimontagna IG

Lo chef pizzaiolo Denis Lovatel ha già un locale in via Statuto. Tanto e tale è stato il successo della sua pizza di montagna, croccante e gustosissima, che non si poteva non fare il bis in via Melzo.

Indirizzo: Via Melzo, 16

# Non la solita vineria in Porta Romana

ortiquattro IG – Non la solita vineria

Un nuovo locale in zona Porta Romana e che non si propone di essere un ristorante tradizionale ma un luogo di ritrovo e di incontro, di compagnia e condivisione dove trascorrere amabilmente una serata tra formaggi, salumi e un buon calice di vino.

Indirizzo: Via Orti, 4

# Silvano vini e cibo al banco a Nolo

silvano_viniecibi IG

Ha da pochissimo aperto in zona Nolo, va ad arricchire la corposa lista di locali innovativi che stanno trasformando in meglio questa zona di Milano. Qui la cucina è semplice e di sostanza e il vino proviene prevalentemente da produttori che lavorano in naturale.

Indirizzo: Piazza Morbegno 2

# Via Stampa: il locale prende il nome dalla via in cui si trova 

viastampamilano IG

Un posto raccolto ed intimo, ma, allo stesso tempo elegante ed accogliente e in cui apprezzare una cucina ricercata e raffinata sentendosi comunque a proprio agio come a casa.

Indirizzo: Via Stampa, 8

# Scighera in zona Solari

scighera.family IG

Una nuova apertura piuttosto interessante visto che il locale si propone di mantenere ben salde le tradizioni culinarie milanesi, a cominciare dal nome scighera, ossia nebbia, proseguendo con i piatti tipici tra cui, fra tutti, sua maestà il risotto alla milanese e terminando con la frase che si legge sul loro profilo Instagram ovvero, “The new Tradizione milanese per real bauscia“.

Indirizzo: Via Solari, 23

# Da non perdere 2 nuove terrazze panoramiche

Credits booking terrazza 21 house of stories

Una nel cuore di Brera presso l’hotel Casa Baglioni in Via dei Giardini, 21 e in cui lo chef stellato Claudio Sadler guida il Rooftop di 150 mq con la sua proposta culinaria raffinata. 

L’altro i Mirador presso l’hotel 21 House of Stories, in zona Navigli in Via Ascanio Sforza 7, offre due incantevoli terrazze: una, al settimo piano dedicata ai cocktails a bordo piscina e l’altra all’ottavo piano dedicata alla cucina di alto livello e con vista mozzafiato su Milano.

Leggi anche: Inaugurata la DOPPIA TERRAZZA SPETTACOLO con VISTA sui NAVIGLI 

# Certosa District

Certosa District

Uno spazio polifunzionale con un importante progetto di riqualificazione urbana alle spalle, ove, fra i tanti locali, meritano una menzione June Collective, ossia un ristorante con una proposta culinaria internazionale e creativa, il Loste caffè, già presente in via Guicciardini, spicca per gli ottimi caffè e per gli eccellenti dolci ed infine Lafa, ristorante arabo con una proposta culinaria prevalentemente vegetariana.

Indirizzo: Via Varesina

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ALESSANDRA GURRIERI

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