Degrado e imbrattature deturpano la bellezza di Milano. Il simbolo di questo è diventato uno dei monumenti più apprezzati da turisti e milanesi. Dal 15 novembre l’Arco della Pace presenta delle vaste chiazze rosa sulle colonne. Tornerà alla bellezza?
Il futuro dell’ARCO della PACE non è ROSA
# Vernice rosa su un monumento simbolo di Milano
Ph. Sabrina Falanga
15 novembre. Dopo strade e opere d’arte nei musei l’ultimo scempio degli attivisti di Ultima Generazione: l’Arco della Pace. Sul monumento che fa da ponte tra l’età napoleonica e la restaurazione del congresso di Vienna viene versata vernice rosa.
Gli attivisti dichiarano di aver usato una pittura lavabile. Invece non è così. Anzi. Fin da subito emerge come riportare il monumento al suo splendore non sarà facile.
# Serve un’operazione di restauro del monumento
Ph. Sabrina Falanga
Come dichiarato dal Comune di Milano non è possibile procedere con un semplice intervento di idropulizia. Si dovrà procedere a un vero e proprio restauro. Gestito dalla Soprintendenza. Che certo non brilla per rapidità d’azione. E difatti a tre mesi dall’imbrattatura ancora mistero sui tempi del restauro. Nel frattempo accontentiamoci di mostrare ai turisti un monumento diventato simbolo di degrado.
Progettata per essere un nuovo hub di riconnessione urbana e mobilità sostenibile. Ecco tutti gli interventi previsti nell’ambito della sua riqualificazione.
I RENDERING della FUTURA STAZIONE di BERGAMO: sarà più bella della Centrale?
# Trasformata in un nuovo hub di riconnessione urbana per unire nord e sud della città
Credits comunedibergamo – Riqualificazione stazione ferroviaria BergamoLunedì 5 febbraio 2024: sono partiti i lavori per la radicale riqualificazione della stazione ferroviaria di Bergamo, pensata per essere un nuovo hub di riconnessione urbana e mobilità sostenibile. Il progetto a cura di RFI, con il supporto dell’architetto Cino Zucchi, si pone l’obiettivo di ricucire le aree nord e sud della città con due principali elementi di scavalco del sedime ferroviario, mentre la terza direttrice è realizzata attraverso un landbridge che collega via Fantoni al polo scolastico di viale Europa. La direzione dei lavori è stata affidata alla società di ingegneria Italferr.
# Gli interventi nel dettaglio
comunedibergamo.it – Rendering stazione
La riqualificazione della stazione prevede il mantenimento dell’attuale fabbricato e degli adiacenti magazzini, destinati a rimanere anche nella futura configurazione dello scalo ferroviario, e la demolizione di molti corpi secondari e di alcuni edifici più recenti. Questi gli interventi programmati nel dettaglio:
allargamento degli spazi dello scalo ferroviari;
due nuovi “Fabbricati Ponte” che racchiudono tutte le funzioni primarie della stazione;
sistemi di accesso agli edifici di stazione e alle banchine passeggeri, tramite scale, scale mobili e ascensori;
nuovi sovrappassi pedonali coperti che costituiscono accesso ai Fabbricati di Stazione e percorsi di attraversamento pedonale e ciclabile, con aree verdi e funzioni che definiscono un vero e proprio spazio nuovo;
la copertura di tutte le banchine;
l’eliminazione dell’attuale sottopassaggio.
L’investimento complessivo è di 80 milioni di euro, finanziato attraverso risorse PNRR.
# L’opera inserita in un progetto più ampio del valore di 460 milioni di euro
comunedibergamo.it – Altra vista stazione
L’opera si inserisce in un progetto più ampio, del valore di 460 milioni di euro, che comprende l’adeguamento della fermata di Bergamo Ospedale e della stazione di Ponte San Pietro, una nuova fermata di Curno, il raddoppio dei binari tra Bergamo e Curno e la realizzazione di sottoattraversamenti carrabili e ciclopedonali al posto di 4 passaggi a livello esistenti sulla linea ferroviaria da eliminare. A questo si aggiunge il nuovo collegamento con l’aeroporto di Bergamo-Orio Al Serio, inclusa la stazione dedicata allo scalo.
L’attivazione della nuova stazione, insieme agli interventi necessari a garantire una migliore mobilità nel bacino bergamasco e un incremento della capacità della linea, è prevista per dicembre 2026.
Un cinema iconico fino agli inizi degli anni ’80. In seguito alla sua chiusura, e quella successiva di un’altra attività commerciale che ne aveva preso il posto per qualche anno, questo palazzo in corso XXII marzo è rimasto abbandonato per decenni. Il progetto di riqualificazione urbanistica in corso lo sta facendo rinascere. Scopriamo come.
Porta Vittoria: al posto del CINEMA ABBANDONATO sorgerà il 5 GIORNATE BUILDING
# Rinasce l’edificio che ospitava il Cinema XXII Marzo dopo decenni di abbandono
Credits: flikr.com pinterest.com
Al numero 14 di Corso XXII Marzo negli anni ’20 i milanesi andavano a vedere i film al Cinema Imperiale, terza sala di una zona in pieno fermento dal punto di vista dell’offerta cinematografica. Nel 1953 la ristrutturazione e il cambio nome in Cinema XII Marzo con una sala di 600 posti.
Credits Urbanfile– L’edificio abbandonato in corso XXII Marzo
Nei decenni successivi la sala passa alla distribuzione di prime visioni e novità mentre contestualmente viene realizzata una stanza da ballo nel piano superiore. Il cinema rimane aperto ancora fino al 1984, sotto diverse gestioni, prima di essere trasformato in un negozio di mobili. Quest’ultimo rimane operativo fino agli inizi degli anni ’90, poi l’edificio cade nel più totale degrado e abbandono fino all’acquisizione da parte del fondo Algebris Npl II e all’attuale progetto di riqualificazione.
# 5 Giornate Building, il nuovo palazzo residenziale di 7 piani
Credits: 5giornatebuilding.it
A far rinascere questo edificio a pochi chilometri dal centro di Milano è società immobiliare Abitare Co con il progetto dal nome 5 Giornate Building. Prevista la costruzione di un palazzo residenziale di 7 piani, il piano strada e il primo piano destinati alle attività commerciali, gli altri alle abitazioni.
Credits abitareco – Attico corso xxii marzo
Si caratterizza per un’architettura elegante, con rivestimento in pietra e pietra artificiale, terrazzeinterne e la facciata aperta da finestre e balconcini, che con finti giochi prospettici danno vivacità alla struttura.
abitare.co - Cinque Giornate Building
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abitare.co - Interno appartamento Cinque Giornate Building
abitare.co - Giardino Cinque Giornate Building
I prezzi partono da 6.779 euro al mq e in totale sono messi a disposizione 19 appartamenti, tra trilocali e quadrilocali.
La demolizione del vecchio edificio è stata portata a termine nell’estate del 2022. Il cantiere per la costruzione del nuovo palazzo è entrato invece a regime nella prima parte del 2023. La consegna è prevista entro aprile 2024.
intercity_train e marco.fr8819 IG - Frecciarossa Sanremo
Per il Festival di Sanremo l’Italia si trasforma. Ad esempio riesce a far correre un Frecciarossa fino a Sanremo, riservandolo però a dipendenti Rai, giornalisti e vertici della televisione pubblica nazionale e di Trenitalia provenienti da Roma. Un servizio che sarebbe ultrautile da rendere permanente (e per tutti). Su questo si è acceso qualche spiraglio.
Col FRECCIAROSSA a SANREMO non solo per il FESTIVAL. Anche da Milano?
# Il servizio di Alta Velocità tra Roma e Sanremo attivato in occasione della kermesse canora nazionale
labettyvolante IG – Sanremo
Il 4 febbraio 2024 è partito da Roma Termini, diretto a Sanremo, un Frecciarossa 1000 con una livrea unica dedicata al festival canoro nazionale con a bordo giornalisti e dipendenti Rai. Per l’occasione erano presenti anche i vertici di Rai, Rai Pubblicità e Trenitalia, le società che hanno sottoscritto l’accordo e che ha l’obiettivo di “connettere le persone alla cultura nel pieno del rispetto della sostenibilità ambientale e della promozione turistica.” Un’iniziativa attorno alla quale sono scaturite diverse polemiche, sia dal governo che dall’opposizione oltre che dall’associazioni dei consumatori, ma anche apprezzamenti.
# “Auspichiamo che si lavori per fare in modo che il Frecciarossa diventi una costante e non resti un evento legato al Festival”
intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo
Un plauso è arrivato dal Presidente della Confcommercio di Sanremo, Andrea Di Baldassare, che si è espresso in questo modo: “Siamo entusiasti dell’arrivo del Frecciarossa nella stazione ferroviaria di Sanremo in occasione del Festival, anche perché questo significa che sono stati superati i problemi tecnici che in passato si diceva ne impedissero il transito nel nostro territorio. Come Confcommercio, sono anni ormai che evidenziamo le problematiche legate al trasporto che da noi avviene quasi esclusivamente su gomma. Auspichiamo che si lavori per fare in modo che il Frecciarossa diventi una costante e non resti un evento legato al Festival.”
Baldassare propone ad Autostrade per l’Italia di farsi carico dei costi, dato che non ha accolto la richiesta di prevedere sconti per gli automobilisti come risarcimento sui disagi dei cantieri autostradali, per garantire un treno Frecciarossa giornaliero andata e ritorno Roma-Sanremo.
# In 5 ore da Roma a Sanremo: ci sarà anche da Milano?
Terzo valico
L’ultimo Frecciarossa 1000 n.36 è programmato l’11 febbraio 2024 dalla Liguria per fare ritorno nella capitale. Ipotizzando un servizio regolare sulla tratta, sempre secondo Confcommercio Sanremo, il viaggio completo con fermate limitate potrebbe durare circa 5 ore. Nei prossimi anni, con la conclusione dei cantieri per il Terzo Valico dei Giovi e il raddoppio della Milano-Mortara, l’Alta Velocità metterà in collegamento Genova e Milano in meno di un’ora: si potrebbe pensare di allungare la linea fino alla città dei fiori?
Credits andrealadina IG - Pasticceria Galli Milano
Quali sono e dove si trovano?
Le 10 DOLCI DELIZIE che si possono gustare a Milano
#1 Il cannoncino alla crema di Panarello
credits: IG @panarello1885
Dire Panarello significa dire cannoncino alla crema. La storica pasticceria genovese, diventata simbolo anche della tradizione dolciaria milanese con i suo svariati punti vendita in città, è conosciuta da tutti per il suo delizioso dolce di pasta sfoglia ripieno di crema. Bisogna fare attenzione perché può creare dipendenza.
Indirizzi: Via Belfiore 10, Via Speronari 3, Piazza San Nazaro In Brolo 15, Piazza S. Francesca Romana 1, Via Della Moscova 52 (Angolo Largo La Foppa), Via Tolstoj 1
(Angolo Portici di Via Savona)
#2 Il cornetto ischitano di Aroma Napoletano in zona Isola
aromanapoletanomilano
Il cornetto ischitano di Aroma Napoletano in zona isola. Realizzato con un doppio impasto, pasta brioche pasta sfoglia, più leggero ed appetitoso rispetto al classico cornetto. Si presenta con sfoglia fragrante all’esterno e un morbido interno alveolato, una sorta via di mezzo tra il cornetto all’italiana e il classico croissant. Da provare in diversi gusti, come quello ai Frutti Rossi, alla Crema & amarena o il pistacchio, e anche nella dimensione XXL.
Credits andrealadina IG – Pasticceria Galli Milano
Per gli amanti dei marron glacé quelli della Premiata Fabbrica Giovanni Galli sono il top. Il negozio ufficiale si trova nella zona del luxury food per eccellenza di Milano, in pieno centro a due passi da Peck. Al suo interno si trovano tanti altri prodotti canditi, boeri, praline di cioccolato e dolci alla pasta di mandorla.
Indirizzo: Via Victor Hugo, 2
#4 Il cioccolato di Knam
pasticceriaernstknamofficial IG – Cioccolato di Knam
Knam è indiscutibilmente il re del cioccolato di Milano. La sua pasticceria in zona Porta Vittoria produce numerose varianti del dolce prodotto con il cacao. Famosa la sua torta ai tre cioccolati, bianco, al latte e fondente, quella cioccolato e pere e la torta di mele e rosmarino. Un connubio di gusto ed estetica.
Indirizzo: Via Anfossi 10
#5 La frolla al cacao con pepite di cioccolato del Pavé
Frolla al cacao Pavé
La specialità della casa. Se si è indecisi su quale dolce scegliere al Pavé, optando per la torta alla frolla di cioccolato si va sul sicuro. Realizzata con una ganache al cioccolato fondente 62% su frolla croccante al cacao, accompagnata da pepite croccanti al cacao. Una vera esplosione di gusti.
Indirizzi: Via Felice Casati 27 e Via della Commenda 25
#6 La brioche ricolma di crema della Pasticceria Sissi
Credits mymilanofood – Sissi
Un locale bohémien, sui toni del rosa con i tavolini in legno e bellissimo pergolato esterno, famoso in tutta Milano per le sue brioche, prodotte nel laboratorio annesso, da poter fare riempire al momento al banco con crema, cioccolato e marmellata. Letteralmente traboccanti.
Credits: @gelatogram.milano La Gelateria della Musica
Tra le più amate dai milanesi c’è [LA] Gelateria della Musica. Nasce nel 2008 e diventa presto un punto di riferimento in città. I gusti sono molto particolari, tra questi troviamo pistacchio tostato e salato o caffè con caramello salato. L’offerta è ampia e cambia di continuo per seguire anche la stagionalità dei prodotti.
Il panettone della Pasticceria Martesana, nei suo diversi formati, è uno dei più buoni di Milano. Qualche anno fa è stato premiato come il migliore d’Italia. Oltre al classico canditi e uvetta, imperdibili e goduriose la variante “sacher”, con marmellata di albicocche, gocce di cioccolato e glassa sempre di cioccolato, e quella con il ripieno di pistacchio. Oltre alla bottega storica di Via Cagliero nata nel 1966, nel 2023 ha inaugurato il quinto punto vendita in Porta Romana.
Indirizzi: Via Cagliero 14, Via Sarpi 62, Piazza Sant’Agostino 7, Mercato Centrale in Stazione Centrale, Corso di Porta Romana 131
#9 Il maritozzo di Gelsomina
Credits livingdh IG – Gelsomina
Gelsomina pasticceria con due sedi in città, è una delle più amate dai milanesi. Si possono gustare cannoli, mignon, brioche siciliane, ma il vero re è il maritozzo:gonfio e traboccante di panna, offerto anche nella golosissima versione al pistacchio.
Per finire i pasticcini della Pasticceria Raniera. Storica bottega, aperta dal 1967, dove vengono sfornate autentiche golosità. Biscotti, mignon, ma anche brioches per la colazione e torte. Famose alcune elaborazioni creative personalizzate come le torte create per Mina, come quella che compare sulla copertina di un suo disco, e la Do di Petto realizzata per la Ricciarelli.
Dopo la complicata trattiva che ha portato alla vendita dell’appartamento più costoso di Milano, un tempo dimora della famiglia Gucci, questa è diventata la casa più cara sul mercato al momento. Scopriamo come è fatta e quanto si deve pagare per averla.
L’APPARTAMENTO in VENDITA più CARO di Milano
# Un appartamento al terzo piano a 10 minuti a piedi da Piazza San Babila
casa.it – Salone
La casa più costosa al momento sul mercato immobiliare milanese, tra quelli con foto reali disponibili e non di repertorio, è un appartamento sito al terzo piano di un edificio del 1930, in via San Damiano. Per rendere meglio l’idea si trova a pochi passi da Villa Necchi Campiglio, Palazzo Serbelloni e a soli 10 minuti a piedi da Piazza San Babila.
# Una superficie interna di 300 mq con 7 camere e 5 bagni
casa.it - Appartamento centro
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casa.it - Camera da letto
casa.it - Sala da pranzo
casa.it - Cucina
casa.it - Bagno
La superficie interna è di 300 mq e si compone di questi spazi: doppio ingresso, ampio salone con camino, cucina abitabile, sette camere, studio, cinque bagni di cui due interno alle camere, lavanderia e cantina.
# Quanto costa
casa.it – Camino
L’immobile, da almeno un paio di anni sul mercato, è in vendita al prezzo di 8 milioni di euro. Il riscaldamento è autonomo, sono presenti portineria e ascensore e le spese condominiali ammontano a 100mila euro all’anno, in base a quanto riportato sul portale casa.it
In Svizzera c’è un piccolo villaggio a 80 chilometri dall’Italia, a circa 3 ore da Milano, che paga chi sceglie di andare a viverci. Perfetto per chi è stanco della vita frenetica della città. Le condizioni previste e i requisiti richiesti dall’amministrazione comunale per chi vuole cambiare vita.
Milano-Albinen
Il PAESINO SVIZZERO a 80 chilometri dall’Italia che paga fino a 70.000 euro per andare a viverci
# Dal 2020 uno dei “borghi più belli della Svizzera”
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen neve
Conosciuto per la sua particolare bellezza architettonica, la sua storia e la posizione privilegiata in cui si trova, Albinen dal 2020 è entrato a far parte dell’associazione “I borghi più belli della Svizzera”. Un villaggio di sole 241 anime a 1.300 metri d’altitudine che dagli anni ’40 ha registrato un costante calo del numero degli abitanti e così l’amministrazione comunale ha deciso di correre ai ripari.
# Un sostegno economico per contrastare il calo demografico
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen
Il regolamento comunale di Albinen ha introdotto nel 2017 un sostegno economico per le persone e per le famiglie che scelgono di andare ad abitarci. entrato poi L’obiettivo dell’iniziativa, entrata in vigore nel 2018, è di combattere il calo demografico che aveva determinato addirittura la chiusura della scuola locale.
# A 80 chilometri dal confine con l’Italia un luogo perfetto per fuggire dallo stress
Credits Mutinka-pixabay – Terme leukerbad
Dista appena 80 km dal confine italiano, a 3 ore di auto da Milano, immerso nella natura più selvaggia e mozzafiato, ideale per chi vuole scappare dallo stress e dalla frenesia della città. Non si corre comunque il rischio di annoiarsi grazie alla possibilità di fare escursioni, rilassanti passeggiate, andare con gli scii o gli slittini. Per vivere giornate di benessere e momenti rigeneranti c’è la vicina località termale di Leukerbad, conosciuta sin dai tempi dell’Impero Romano.
Queste sono le condizioni per chi vuole cambiare vita e trasferirsi tra le montagne svizzere.
# I benefici economici per chi vuole vivere ad Albinen: da 24 a 70.000 euro
Credits bnyfeler IG – Albinen
Il bando del comune è destinato a singoli, coppie e famiglie disposti a costruire o acquistare una casa. Viene previsto un contributo una tantum per il sussidio abitativo di:
25.000 franchi, circa 24.000 euro, in caso di singoli
50.000 franchi, circa 48.000 euro, a coppie
altri 10.000 franchi, circa 9.600, vengono stanziati per ogni bambino già nato o entro i 10 anni di età, per massimo due figli.
# Le condizioni rigorose da rispettare per ottenere il sostegno economico
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen neve
Sono previste delle condizioni molto rigorose per risultare idonei all’iniziativa. Eccole nel dettaglio:
i membri della famiglia devono avere meno di 45 anni;
devono mantenere la residenza nel paese almeno 10 anni;
il valore minimodell’immobile da acquistare, ristrutturare o costruire deve essere di almeno 200.000 franchi, circa 192.000 euro, ed essere un’abitazione permanente, non una seconda residenza;
il 70% dei lavori in caso di costruzione o ristrutturazione dell’immobile devono essere assegnati a società con sede nel Cantone;
per gli stranieri è necessario un permesso svizzero C valido.
Nel caso che i beneficiari decidano di trasferirsi da Albinen prima dei 10 anni dovranno restituire il contributo, eccetto quello erogato per i figli.
# I fondi disponibili coprono le spese fino a 10 famiglie
Ph. @lesplusbeauxvillagesdelaterre IG
L’amministrazione comunale di Albine ha precisato che le risorse non vengono erogate in via anticipata, dato che si tratta di incentivi sotto forma di rimborso, ma solo a perfezionamento dell’acquisto dell’abitazione o al termine dei lavori per ristrutturarla o costruirla.
Inoltre potranno beneficiare del supporto economico “al massimo da cinque a dieci giovani famiglie”, le possibilità sono quindi limitate. Per chi ha l’esigenza di un cambio radicale di vita potrebbe essere un’occasione da cogliere al volo. La prima famiglia è risulta idonea già nel 2018, quando è partita dell’iniziativa, e si è trasferita nello stesso anno.
Una terrazza naturale tra Italia e Svizzera dove ammirare un panorama incredibile sul paesaggio circostante. E respirare aria fresca di montagna. Come arrivarci e cosa si può vedere.
Il BALCONE d’ITALIA: sentirsi in cima al mondo respirando ARIA PURA a un’ora da Milano
# La terrazza naturale tra Italia e Svizzera a oltre 1.300 metri d’altezza
Credits lakecomo_lover IG – Balcone d’Italia
Il “Balcone d’Italia”, una terrazza naturale panoramica con una vista spettacolare è in cima al Monte Sighignola nelle prealpi luganesi, tra Italia e Svizzera. Si trova a 1.320 metri d’altezza e ha ricevuto questo soprannome per il fatto di essere situato ancora in territorio italiano. La linea di confine esatta è tracciata tra le due Nazioni è posta su due terrazze differenti dove si trovano le rispettive bandiere.
I panorami che si possono ammirare da questa terrazza, nelle giornate limpide, vanno dal Ceresio al Lago di Lugano sul quale sorge, fino alle vette alpine di oltre 4.000 metri come il Monte Rosa e il Monte Cervino. Di sera si può osservare il cielo stellato grazie all’assenza di disturbi luminosi. Durante il percorso si attraversa il piccolo borgo di Lanzo D’Intelvi che è in grado di offrire un paesaggio fiabesco soprattutto quando è ricoperto da una coltre di neve.
Il Balcone d’Italia è raggiungibile sia dal versante del Lago di Ceresio (poco più di un’ora in autostrada uscendo a Melide/Bissone in Svizzera), sia dal Lago di Como, la strada più spettacolare in circa due ore. In questo caso dopo aver preso l’autostrada dei Laghi in direzione Comosi esce a Como Nord direzione Menaggio – Valle d’Intelvi. La strada che consente ancore di arrivare sulla cima in auto, in moto o in bicicletta fu voluta dal fondatore del Touring Club Italiano, Luigi Bertarelli, nel 1913. Un tratto di asfalto di 5,5 km inaugurato l’anno successivo grazie a diversi donatori o amanti del luogo. Arrivati in vetta si trova un’area parcheggio gratuita e non rimane che sedersi sulla panchina del Balcone d’Italia per rilassarsi e godersi il panorama.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
18 euro all’ora per parcheggiare un Suv a Parigi: praticamente come una multa. La decisione segue il referendum di domenica 4 febbraio 2024: il 55% dei votanti ha votato a favore dell’introduzione della tariffa, anche se hanno votato meno del 5% dei cittadini. Dopo la “città dei 15 minuti”, Milano copierà la capitale francese anche in questa occasione?
Stop ai SUV a PARIGI: parcheggiare costerà come una multa. Si farà anche a MILANO?
# Il 55% dei votanti ha votato a favore dell’introduzione della tariffa: ma rappresentano appena l’1,93% della popolazione
ZZZZach89 X – Referendum Suv Parigi 2024
Dopo avere introdotto il limite dei 30 chilometri orari molte vie dei quartieri centrali ed aver detto addio ai mononopattini in sharing in seguito a un referendum consultivo, Parigi metterà una tariffa di 18 euro all’ora per parcheggiare i SUV. Un’altra decisione a favore dei pedoni o l’ennesima limitazione alla libertà di circolazione personale? La scelta segue anche in questo caso un referendum, votato domenica 4 febbraio 2024, avente il seguente quesito: “Pro o contro la creazione di una tariffa specifica per il parcheggio delle auto individuali pesanti, ingombranti e inquinanti?”. La votazione si è tenuta in tutti in quartieri dalle 9 alle 18 e ad esprimersi sono stati 78.121 parigini, a favore il 54,55% dei partecipanti, appena l’1,93% dei residenti.
L’arrondissement dove il voto contrario è stato più marcato è stato il 16esimo, uno di quelli esterni ma allo stesso tempo dei più ricchi. A votare per il sì soprattutto le zone più poverema anche quelle centrali dove aumenta la concentrazione di benestanti che evidentemente non vogliono fare arrivare in centro le auto di chi vive fuori e probabilmente hanno meno necessità di usare l’auto privata.
# L’amministrazione comunale parigina: “I SUV presentano numerosi problemi di inquinamento, sicurezza ed equa condivisione dello spazio pubblico”
pixabay-Vika_Glitter – Suv
L’amministrazione comunale parigina ha ribadito nel corso dell’ultimo decennio come la riduzione del numero di veicoli privati si stata una conseguenza di precise scelte politiche, ma che nel frattempo le dimensioni e il peso medio dei veicoli è aumentato con lo sviluppo esponenziale dei SUV. Sul sito ufficiale del Comune di Parigi si legge: “Questi ultimi (i SUV ndr) che rappresentano ormai il 40% delle vendite, presentano numerosi problemi di inquinamento, sicurezza ed equa condivisione dello spazio pubblico“.
# Milano seguirà l’esempio come fatto per la “città dei 15 minuti”?
Ztl centro
Le politiche dell’amministrazione comunale sembrano andare in questa direzione, d’altronde è stato importato proprio da Parigi il modello di “città dei 15 minuti”. Solo negli ultimi mesi il Comune di Milano ha aumentato del 50% del ticket di Area C, da 5 a 7,5 euro e limitato a sole due ore il parcheggio in centro per i non residenti sulle strisce blu. A settembre 2024 si appresta inoltre a vietare l’accesso sempre ai non residenti nell’area del Quadrilatero della Moda allargato a Corso Matteotti, via Case Rotte fino a Via Manzoni. In futuro non è escluso l’estensione dell’area a traffico limitato e il ticket di area C da 10 da fare pagare anche alle auto elettriche e ibride. Il prossimo passo sarà un super ticket per la sosta dei SUV?
Per la rete tranviaria bolognese in costruzione è prevista una distanza media tra le fermate di 400-500 metri. A Milano si scende anche sotto ai 200. Il risultato è un servizio più capillare ma più lento, chi ha fatto la scelta migliore?
BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?
# La nuova rete tranviaria del capoluogo emiliano prevede fermate ogni 400-500 metri
Credits: untramperbologna.it – Le 4 linee in progetto
A Bologna ritorna il tram. La rete, 57 km di binari, 300.000 passeggeri a regime e 4 linee interconnesse tra di loro, dovrebbe essere completata entro il 2030. Nel dettaglio sono previste queste linee:
Linea Rossa: Terminal Emilio Lepido–Terminal Fiera–Facoltà di Agraria/CAAB
Linea Verde: Corticella–Deposito Due Madonne
Linea Gialla: Rastignano–Casteldebole
Linea Blu: Casalecchio–San Lazzaro
I primi lavori sono partiti ad aprile 2023, per realizzare la linea rossa, nella primavera 2024 è atteso l’avvio dei cantieri per quella verde. Si prevedono corse ogni 4/5 minuti e una distanza tra le fermate tra i 400 e i 500 metri: l’intero tracciato della linea rossa prevede infatti 30 fermate lungo 16,5 km, quello della linea verde, il percorso approvato da Corticella a Via dei Mille, 18 fermate e 7,4 km.
La distanza delle fermate sulle linee di tram a Milano è esattamente la metà, in diversi casi di appena 150 metri. Troppo poco? ATM e Palazzo Marino ne hanno accorpate alcune ed eliminate delle altre ma, come successo per il 24 lungo Via Ripamonti, le proteste dei residenti che lamentano una riduzione della capillarità del servizio hanno spesso imposto una retromarcia sulle decisioni prese.
# Tram lenti anche in sede protetta: velocità dimezzata rispetto al resto d’Europa
Credits Arbalete – wikipedia – Rete tram Milano
Se con più fermate lungo il percorso aumenta la capillarità del servizio, il servizio stesso in realtà perde di efficienza e diventa scadente. A Milano infatti, in base ai dati elaborati da AMAT, la velocità commerciale dei tram è di 10 km orari sia nei percorsi promiscui che nelle sedi riservate: la metà delle città Europee, della tramvia di Firenze e in futuro della rete bolognese. Questo porta molti utenti a scegliere il mezzo privato e anche, di conseguenza, rallentare ulteriormente le linee in sede promiscua lungo il tragitto percorso in auto. Persino lemetrotranvie a funzione anche extraurbana, come il 15 per Rozzano e il 31 per Cinisello Balsamo, hanno troppe fermate per la tipologia di servizio offerto.
A peggiorare la situazione c’è la mancata introduzione dell’asservimento semaforico, che consentirebbe sempre la precedenza dei tram ai semafori invece costretti ad attendere diversi minuti prima di ripartire, e la rimozione del divieto di accodamento deciso dalla giunta Moratti.
# I commenti dei milanesi
Nel posto sulgruppo Fb “Cantiere Urbanfile“ i milanesi hanno detto la loro sulla strategia adottata da Milano per la sua rete di tram. Questi alcuni dei commenti di utenti favorevoli e di quelli contrari alla riduzione del numero di fermate, con suggerimenti per migliorare il servizio.
– “Noi abbiamo la metropolitana e il tram svolge una funzione di linea urbana normale, come se fosse un autobus. Non va paragonata la situazione in cui la tramvia svolge un servizio pre-metro” – Enrico Brugnatelli
– “In tutto il resto del mondo i 200 metri non esistono bus o tram senza scomodare il pre-metro. Il 16 da piazza Salgari fino all’inizio di via Comelico fa 4 fermate. Siamo anche sotto i 200, un assurdo” – Francesco Vigotti
– “A Milano ce ne sono parecchie da rimuovere\ottimizzare. Via dei Missaglia in primis, tra Abbiategrasso e Isola Anita sono 700m, 4 fermate…” – Marco Balico
– “All’estero, nelle città che hanno sia tram che metrò, la “capillarità” è affidata comunque ai bus. Anche se il passo delle fermate non è l’unico e il primo problema per i tram. I due problemi principali sono la mancanza di asservimento semaforico e l’ammissione nelle preferenziali di troppe categorie.” – Umberto Palmieri
– “A Milano ci sono linee tranviarie che servono assi non coperti dalla metropolitana. Un jumbo tram da 32 metri non può essere gestito come un autobus di quartiere. Il 15 ci mette mezz’ora da Rozzano a Piazzale Abbiategrasso per fare una manciata di chilometri tutti su corsia preferenziale. Questa mancata concorrenzialità favorisce altre modalità di trasporto. Come il 31 da Cinisello…una linea suburbana non può fare 30 fermate in 10 km…Bisogna gerarchizzare le linee di trasporto ed un tram articolati in sede propria non può avere una velocità di servizio di 10 km orari. L’anomalia è tutta Milanese. Vienna,Praga,Monaco,Berlino hanno la metropolitana ma i tram hanno una gestione molto più performante e viaggiano a più del doppio di quelli Milanesi.” – NUOVI Orizzonti – Andrea Bolzoni Guida Ambientale Escursionistica
A luglio 2023 la M4 si è allungata di due fermate fino a San Babila. A settembre 2024 è invece programmata l’apertura integrale della linea blu, anche se per alcune stazioni si dovrà attendere dicembre. La rete metropolitana di Milano continua ad espandersi e tra i progetti futuri è prevista la realizzazione della linea M6. Grande importanza per i milanesi lo rivestono i prolungamenti, approvati e ipotizzati da tempo, delle linee esistenti. A che punto sono quelli più attesi?
I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ ATTESI per la METROPOLITANA di Milano: a che punto sono?
#1 M1 fino a Baggio: un prolungamento di 3,5 km fino alla tangenziale ovest. Entro il 2024 è attesa la gara per l’affidamento dei lavori. L’inaugurazione non prima del 2030
Prolungamento M1
Il prolungamento previsto per la linea M1 ad ovest è di circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea di Bisceglie. Tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale, che porteranno a 10 quelle del ramo verso sud per un totale di 43 stazioni e 32 chilometri di lunghezza su tutta la linea.
Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021. La gara di appalto invece, attesa inizialmente per l’autunno 2022 e poi entro la fine del 2023, dovrebbe tenersi nel 2024. Il rinvio è stato causato dalla necessità di trovare 145 milioni di euro di extra costi, in seguito stanziati. Il costo complessivo sale così a circa 550 milioni di euro. Nel 2025 potrebbero essere avviati i cantieri per una durata di 5-6 anni. L’inaugurazione slitta quindi almeno al 2030.
A nord, invece, per prolungare fino a Monza Bettola, i lavori sono iniziati oltre 12 anni fa. Si attende lo stanziamento di circa 30 milioni di extracosti e l’incarico della nuova ditta per portare a termine la tratta di 1,9 km.
#2 M2 da Cologno Nord a Vimercate: manca 1 milione di euro per completare lo studio del prolungamento con una metropolitana leggera
Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate. In base alle ultime indicazioni si dovrebbe virare su una Light Rail o metrotranvia veloce, con le caratteristiche della metropolitana classica, anche se con un percorso meno intenso di fermate e una velocità commerciale inferiore.
Un tracciato di circa 12 km di nuova linea dovrebbe quindi partire da Cologno Nord, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e con treni di dimensioni più ridotte rispetto a quelli della metropolitana, simili a un tram-treno. In base a questa soluzione tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.
Lo studio di fattibilità è stato affidato a MM, per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Avrebbe dovuto essere pronto a giugno 2022, ma la mancanza di un milione di euro ha messo tutto in pausa. Nel dicembre 2023 i comuni coinvolti nel prolungamento hanno infatti chiesto a Regione Lombardia di reperire la somma necessarie per proseguire con la fasi progettuali successive.
M2 a Rozzano
Nel PUMS, tra le destinazioni interessanti da raggiungere, era stata inserita anche l’estensione verso a sud con nuovo capolinea a Rozzano partendo dalla fermata di Assago Forum. Al momento rimane solo una suggestione.
#3 Paullo M3: finanziato nuovo studio di fattibilità per un’estensione mista metro-metrotranvia di 10 fermate
Tracciato M3 fino a Paullo
Un’attesa lunga 30 anni, forse di più, e che è destinata a durare ancora a lungo nonostante i progressi fatti. Il prolungamento della M3 verso est, che oggi ferma a Milano al confine con il Comune di San Donato, intercetterebbe i flussi di pendolari provenienti da Cremona e Crema sgravando una delle arterie stradali più trafficate: la Paullese.
L’ultimo progetto elaborato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. Un tracciato di 15 km, tra metropolitana e metrotranvia. La parte di metro è di 4,4 km e altre due fermate, San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud, quella di metrotranvia di 10,9 km e 8 fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio e le ultime 3 nel comune di Paullo con Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM all’intersezione con la Tangenziale Est Esterna.
Lo studio di fattibilità tecnico-economica, finanziato con 5,5 milioni di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, dovrebbe essere terminato non prima del 2025. Se venisse rispettata tale scadenza, la progettazione definitiva e il bando di gara potrebbero arrivare in tempo per dare avvio ai lavori nel2028. Lo scoglio principale sarà il reperimento delle risorse per realizzare l’opera, nel frattempo infatti l’importo è salito da 700 a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie.
#4 M4 a sud-ovest in direzione Trezzano sul Naviglio e ad est fino a Segrate
Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest
La linea M4 potrebbe allungarsi anche ad ovest, oltre la futura stazione di San Cristoforo FS. Tra le 6 ipotesi al vaglio, la numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico. Comune di Milano e Regione Lombardia sembrerebbero preferire l’ipotesi di una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro, perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. Nessuna decisione è stata però presa al momento.
Credits mm – Tracciato M4 Segrate
Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato invece il Piano di fattibilità tecnica ed economica per il prolungamento della linea verso est di 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Previsto al nuovo capolinea l’interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità Porta Est. Ad oggi sono stati finanziati 420 milioni di euro, vanno reperiti 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime. I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Al netto della necessaria copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà prima del 2030.
#5 Attesi gli studi di fattibilità per portare la M5 fino a Quinto Romano, Settimo Milanese e oltre fino a Magenta
Prolungamento M5 Settimo Milanese
Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Vanno trovati 300 milioni di extracosti per procedere con la gara d’appalto, ma l’estensione non è in discussione. I cantieri non prima del 2025.
Un primo studio preliminare di fattibilità realizzato nel 2019 immaginava invece un prolungamento fino a Settimo Milanese, per un totale di 5 fermate. Una successiva delibera aveva dato il via libera a realizzarne uno per spingersi fino a Magenta, per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato. In tal caso comunque la soluzione più accreditata sarebbe quella arrivare con la metropolitana fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).
Oggi l’ipotesi quella più concreta sarebbe un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Per questo progetto si attende lo studio di fattibilità, l’investimento necessario è stato stimato in circa 350 milioni di euro. L’orizzonte minimo è il 2030.
Merlata Bloom, il nuovo polo commerciale aperto circa due mesi fa. Grandissimo e con una Esselunga chilometrica. Ma cosa si mangia al Merlata Bloom?
Ma COSA si MANGIA al MERLATA BLOOM?
# Burgers, con il debutto italiano del fast food vegan di Leonardo di Caprio
aldmacc IG – Neat burger
Restano immutabili nel tempo le note catene di KFC e Mc Donald. Da segnalare invece Neat Burger, il fast food fondato qualche anno fa, tra gli altri, anche da Leonardo di Caprio. Un fast food vegan che ha debuttato in Italia proprio lo scorso 15 novembre presso il nuovo polo commerciale.
# Hiromi cake e altre proposte dall’Asia
hiromicakemilano IG
Pure questa è una novità. Hiromi cake parte alla conquista di Milano a suon di dorayaki e mochi, ma anche tante proposte salate come zuppe di miso e onigiri. Restiamo in Asia per citare Wagamama, già presente a Milano in City life, specializzato in noodles e ramen. Ichi station già presente in città in numerose sedi ed il cui must è il sushi donut ossia una ciambella di riso ricoperta da pesce crudo. Ramen bar Akira, una novità per Milano, la sua specialità è l’iekei ramen cotto nel brodo di maiale.
# Specialità regionali: dalla riviera romagnola al Salento
Ezio Cairoli – Martinucci
Martinucci é una pasticceria pugliese specializzata in pasticciotti. Un goloso angolo di Salento a Milano. Sessa propone pizza napoletana al trancio, mentre per chi preferisce un vero e proprio ristorante partenopeo, ecco Fresco e Cimmino che propone tanti piatti della tipica cucina napoletana o infine Rinaldini, la pasticceria riminese che, dopo il grande successo riscontrato in altre città italiane, punta anche su Milano grazie alla recente apertura avvenuta proprio al Merlata Bloom. Da segnalare altresì “come vuoi pane e condimenti” una catena di prodotti di panificazione rigorosamente made in Puglia.
# Cibo etnico: cucina messicana e il kebab di lusso
Ezio Cairoli – Kebhouse
Per gli amanti della cucina messicana non c’è che da provare Calavera e Billy Tacos e quindi via di burritos, tacos e tortillas. Per chi invece predilige il kebab ecco Kebhouse, la catena di doner kebab di lusso ideata da Gianluca Vacchi: qui si può scegliere tra quattro tipi di carne ossia pollo, tacchino vitello e Black Angus per un kebab fuori dal comune
Due ore d’auto da Milano. Ma è solo l’inizio. Ci vuole poi oltre un’ora e mezzo di cammino per poter ammirare da vicino questa straordinaria opera d’arte. Ecco chi l’ha realizzata e come ci si arriva. Foto cover: Ph. @s_viator IG
L’OPERA d’ARTE più IRRAGGIUNGIBILE al mondo è a tre ore da Milano
# Il David di Michelangelo dipinto su una parete dello stesso marmo con cui è stata realizzata la scultura originale
Credits francesco.bonistalli IG – David di Michelangelo di Eduardo Kobra
2017. Lo street artist brasiliano Eduardo Kobra realizza un murale raffigurante il David di Michelangelo su una parete delle Alpi Apuane, lo stesso marmo di Carrara con cui è stato realizzata la scultura originale ospitata nella Galleria dell’Accademia a Firenze. L’opera è alta dieci metri e lunga dodici, e vuole essere di fonte d’ispirazione per chi la osserva come per le altre che hanno riempito negli anni le città del mondo.
Credits carlottacaccamo IG – David di Michelangelo Carrara
Dal bianco del marmo di una delle pareti più alte della cava Gualtiero Corsi spunta un David di Michelangelo dai colori arlecchino, nella splendida cornice delle Alpi Apuane, tra Massa e Carrara. Ci sono voluti dieci giorni sotto il sole per realizzare il murale, oltre a venti giorni di progettazione, senza contare l’enorme fatica per arrivare in questo luogo e arrampicarsi quotidianamente sulla parete.
# Come si raggiunge questa meravigliosa opera d’arte
Credits aurora_cei IG – Ultimo tratto per Cava Gioia
Per riuscire ad ammirare il murale del David da vicino servono almeno un’ora e mezza di cammino percorrendo i sentieri che partono da Colonnata.
Il più facile é il sentiero numero 195, dal centro del paese di Colonnata in direzione cimitero, indicato come CAI come “David / Croce di Gioia” sui cartelli stradali. Lungo il tragitto si attraversa il bosco fino alla cresta e a “cima gioia” dove si vedrà la croce bianca, per un dislivello di circa 500 metri. La durata del percorso si aggira intorno a 1 h 30 – 2 ore. In estate durante il weekend al tragitto si dovrà aggiungere 1 km da fare sull’asfalto in salita perché l’automobile dovrà essere lasciata nel parcheggio sottostante Colonnata.
Il secondo sentiero, quello meno consigliato a causa del terreno sabbioso e le salite rapide, è il più scenografico perché attraversa le cave. La partenza è dal parcheggio sotto il paese dove, dopo una discesa di 5 minuti, si troverà sulla sinistra le indicazioni David e si dovrà seguire per Cava Gioia. In questo caso il dislivello è di 400 e la percorrenza circa di 1 h 30. Assolutamente sconsigliato in discesa.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
È tempo di carri, balli, maschere, travestimenti e coriandoli in tutta la regione. Scopriamo i carnevali più caratteristici e curiosi da vedere in Lombardia.
I CARNEVALI più BELLI della LOMBARDIA: luoghi e info per non ricevere BRUTTI SCHERZI
# Carnevale Canturino: i carri allegorici più grandi della Lombardia
Tra i carnevali più sfarzosi della Lombardia c’è il Carnevale Canturino. Giunto alla 98esima edizione, è famoso per far sfilare i più grandi carri allegorici della regione, realizzati da abili artigiani, e ispirati ai temi della tradizione locale. La maschera tipica è quella di Truciolo, un garzone di bottega maldestro, a ricordare come in tutte le famiglie canturine ci sia stato almeno un falegname. Dopo la sfilata del 4 febbraio, come al solito ne sono previste altre due, una l’11 febbraio e infine la gran sfilata finale di sabato 17.
# Il Gran Carnevale Cremasco: il rogo di re Carnevale
Credits infopoint Cremona – Carnevale di Cremona
Arrivato invece alla 36esima edizione il gran Carnevale Cremasco è arrivato alla 35a edizione, con carri di enormi dimensioni, folclore, artisti di strada e gruppi mascherati, quest’anno dal 4 al 18 febbraio. Una delle maschere più tipiche è “al gagèt col sò uchèt”, il contadino con la sua oca, e proprio nel terzo e ultimo giorno di sfilata (dopo il 4 e l’11) il gran finale e la premiazioni del carro dell’anno con fuochi d’artificio e il suggestivo rogo di re Carnevale. Presenti anche mercatini dei sapori e artigianali, dove gustare prodotti tipici quali Chisulì, con aggiunta all’impasto di uvetta e mele, e le Fréciule, frittelle semplici.
# Carnevale di Schignano: maschere artigianali uniche al mondo nella Val d’Intelvi
Credits lakecomo.it – Carnevale di Schignano
In questo piccolo comune di poco più di novecento abitanti nella Val d’Intelvi, nella provincia di Como, si celebra il Carlisepp di Schignano. Un evento montano unico e tra i più antichi in Italia, con la sfilata di maschere davvero uniche come il Mascarun e il Brut, la Ciocia e i Sapeur, la Sigurtà. Tramandano una tradizione familiare e sono realizzate in radica di noce da scultori locali. Le prove generali sono sabato 10 febbraio, il 13 è invece prevista la grande sfilata finale con il rogo del fantoccio Carlisepp, il personaggio locale simbolo del Carnevale, a segnare l’inizio della Quaresima.
A Mantova si fa festa con il Carnevale del Re Trigol che nasce dalla leggenda locale legata ai tre laghi della città e dei suoi tre protagonisti: una regina, un mago, una fata e una strega. Re Trigol, il protagonista della fiaba, è nato dall’unione del mago e della fata e simboleggia un frutto: la castagna di lago. Le sfilate per le vie della città, tra i maestosi palazzi e le vie del centro storico di Mantova, vedono appunto al centro questi personaggi fiabeschi che ricordano la storia con canti e poesie. Il 10 febbraio è la data non perdere con la 26esima edizione del NABUZARDAN, il Carnevale per le Famiglie a Palazzo Te con uno spettacolo di circo aereo, truccabimbi, ballo in maschera e letture a tema, organizzato da Segni d’Infanzia Associazione in collaborazione con il Comune di Mantova e la Fondazione Palazzo Te.
# Carnevàl di Mat di Bormio: la rivoluzione dei matti nel Parco dello Stelvio
Credits bormio.info IG – Carnevàl di Mat
Il Carnevale di Bormio, celebrato il 19 febbraio 2024, è forse quello più sopra la righe di tutti gli altri. Si chiama infatti Carnevàl di Mat ed è in memoria di un’antica tradizione: durante la festa il sindaco del paese verrà infatti spodestato dalla Compagnia dei Mat che incoronerà a sorpresa il nuovo podestà dei matti. Il compito di quest’ultimo è di raccontare i pettegolezzi scritti e lasciati nella cassetta delle lettere in forma anonima durante l’anno dai residenti. Il fulcro della festa in maschera è in Piazza delle Kurec, nella cornice del Parco dello Stelvio, dove per tutti i partecipanti possono partecipare alla polentata dei poveri, giochi e sfide.
# Carnevale di Varzi: i carri fiabeschi nell’Oltrepò Pavese
Credits mattia.franza209 IG – Carnevale di Varzi
Il Carnevale di Varzi, nell’Oltrepò Pavese, è un altro appuntamento da non perdere in Lombardia. In questo piccolo centro montano vengono organizzate tre giornate di festeggiamenti in maschera e di sfilate sui carri allegorici. Domenica 11febbraio c’è la sfilata dei carri allegorici, ognuno rappresentante un tema a scelta del mondo fantastico, fiabesco e di attualità, tra cui verrà selezionato un vincitore, e DJ e animazione fino a tarda serata. Lunedì 12 è il turno del Gran Carnevale di Varzi, con la tradizionale grande notte nel tendone per ballare in maschera con la musica di Dj e Vocalist. Infine sabato 17 è il giorno della Pentolaccia, con cena alle 20 e serata mascherata con DJ.
Credits mariachernyaeva IG – Carnevale di Bagolino
Il tradizionale carnevale di Bagolino è tra i più antichi e importanti del nord Italia, si svolge dal 1518. Tra le stradine di questo piccolo centro della montagna bresciana, oltre 120 giovani ballerini locali mettono in scena coreografie danzateaccompagnate sottofondo musicale vestiti con ricchissimi costumi tradizionali, dai cappelli rossi, su cui vengono cuciti metri di nastri colorati a spille, anelli e collane. Si parte l’11febbraio con i piccoli ballerini nella parte del paese denominata “cavrìl”, mentre i maschèr, abitanti travestiti da vecchi si divertono a fare scherzi senza farsi riconoscere. Il 12 febbraio è prevista la prima danza dedicata al prevosto, il 13 febbraio finale con i ballerini danzanti per tutto il paese fino a sera per concludere con l’ultimo ballo, l’emozionante “ariosa”. Non manca poi la sfilata delle maschere tipiche tradizionali che sfilano per le strade del borgo: il vecchio, la vecchia, l’orso, l’asino.
# Carneval Vecc di Grosio: il rogo del fantoccio
Credits tunons._97 IG – Carneval Vecc
Nel suggestivo borgo di Grosio, in Valtellina, il 18 febbraio si tiene il Carneval Vecc. Le maschere tipiche di questo carnevale sono costumi tramandati di padre in figlio e rappresentano personaggi tipici ognuno con il suo significato nella manifestazione. Il “Vecc” sta ad indicare un fantoccio imbottito di paglia con le corna che simboleggia la miseria dei tempi da dimenticare e che al termine della sfilata dei carri da via dei Martiri della Libertà, lungole strade più rappresentative, viene bruciato come rituale di buon auspicio per una buona stagione.
# Carnevale di Sueglio: la sfilata dei Crapun
Credits larionews – Carnevale di Sueglio
Il 17 febbraio tocca al Carnevale di Sueglio, in Valvarrone, vicino a Lecco. Famoso per le maschere tradizionali de i “Crapun”, grandi teste di cartapesta dall’aspetto mostruoso e caricaturizzato, che possono essere sia sembianze umane che animali. Il giorno dei festeggiamenti sfilano per il centro insieme a delle “maschere doppie“, una vecchia che porta un uomo in una gerla, un vecchio che porta sulle spalle un altro vecchio a rendere.
# Carnevale Ambrosiano: famoso nel mondo per la festa conclusiva il sabato di Quaresima
Credits Andrea Cherchi – Carnevale Milano
Ultimo della lista ma non per importanza è il Carnevale Ambrosiano con sfilate di carri allegorici, maschere, giochi e attività in tutto il centro di Milano per concludersi in piazza Duomo. Inizio il 14 febbraio e conclusione sabato 17, l’unico in Italia ad essere celebrato già in periodo quaresimale. Per i bambini al Museo del Duomo c’è “Un Carnevale a Corte”, laboratori con cavalieri e principesse e il “Clown Festival” con oltre 120 eventi tra circo-teatro, spettacoli e performance in tante piazze e strade delle città. Presente ancora una volta il PIC, Pronto Intervento Clown, pronto a diffondere un’ondata di felicità tra i passanti.
Roberto Lorenzetti FB - Percorso più lungo in auto
È questo il tragitto più lungo senza interruzioni? E la strada più lunga del mondo?
Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO
# Un percorso di 28.629 km dal Sudafrica alla Russia
Roberto Lorenzetti FB – Percorso più lungo in auto
Salire in auto nella Penisola del Capo e fermare il motore con vista Mar del Giappone: è questo il tragitto più lungo senza interruzioni? La partenza è da Simon’s Town, una cittadina e una base navale sudafricana famosa per la celebre Boulders Beach, la spiaggia che ospita una colonia di pinguini africani. Si attraversa tutta l’Africa da sud a nord, passando per 13 Stati incluso il Sudafrica: Zimbabwe, Zambia, Tanzania, Uganda, Sud Sudan, Sudan, Ciad, Nigeria, Niger, Algeria, Libia e infine Egitto.
L’avventura on the road prosegue in direzione Asia per Giordania, Libia, Siria per arrivare in Turchia. Si procede quindi attraverso la Georgia e poi in Russia, che viene percorsa quasi per intero fino alla cittadina di Khasan a 130 km a sud di Vladivostok, l’unico comune russo al confine con la Corea del Nord.
In totale 28.629 km per circa 392 ore di viaggio e una ventina di Nazioni attraversate, al netto di rifornimenti, pernottamenti, dogane, necessità di visti e permessi, e conflitti in corso lungo il tragitto.
Di Created by en:User:Seaweege and released to PD – Opera propria, Copyrighted free use, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1503793 – PanAmerica
Se invece si vuole percorrere la strada più lunga del mondo bisogna volare nel contenente americano. Qui troviamo la PanAmerica, un sistema viario che si estende in prevalenza lungo la costa pacifica dall’Alaska in Nord America fino al Cile in America del Sud per 25.750 km e quasi del tutto completo. Nata ufficialmente nel 1923, durante la V Conferenza Internazionale degli Stati Americani, mancano ad oggi solo 87 km in una zona di selva tropicale montana chiamata Tapón de Darién tra Panama e Colombia.
Contando invece anche alcune derivazioni, che in Sudamerica mettono in connessione le capitali sull’oceano Pacifico con quelle sull’oceano Atlantico, la lunghezza complessivaquasi raddoppia arrivando a 45.000 km.
Per chi ama vivere la montagna in mondo rilassato e lontano dalla confusione delle classiche località sciistiche. Scopriamo queste cinque mete a qualche ora di auto da Milano.
Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA
# Saint Barthélemy, con un anello di 30 chilometri per lo sci di fondo e l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta
a_l_e_p_e_l_l_e IG – Saint Barthélemy Nus Vallée D’aoste
Saint Barthélemy, a poco più di due ore da Milano, è una delle mete preferite per chi fa sci di fondo grazie al Gran Tor, un anello di 30 chilometri tra i boschi di conifere e i prati innevati. Questa località tra le montagne tra la Valpelline e la Valtournenche infatti non ospita nemmeno un impianto di risalita e quindi lo sci classico non è possibile. Si può comunque fare scialpinismo, un percorso facile porta al colle Chaléby, uno più complicato fino al monte Pisonet.
In alternativa si possono usare le ciaspole, tra le escursioni più classiche c’è quella che conduce al Tza Fontaney, un balcone a picco sulla valle. Per gli amanti delle stelle c’è invece l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta, con una terrazza dotata di sette telescopi Cassegrain.
Milano-Saint Barthélemy
# Riale in Val Formazza, l’antico borgo Walser con 12 km di piste per lo sci di fondo
aliceincammino IG – Riale, Val Formazza
Questo borgo Walser in Val Formazza, il cui nome nella lingua originale è Chärbäch, è una delle frazioni più a nord e più alte del Piemonte a 1.730 metri di quota. Anche qui di impianti di risalita nemmeno l’ombra, non è un caso che Riale sia una storica fucina di campioni di sci di fondo con i suoi 12 km di piste. Ce ne sono di diverse difficoltà, con vista sulle vette del gruppo di Ban e del Basodino.
Possibile fare anche scialpinismo, interessante la salita al Passo di Nefelgiù, e escursioni con le ciaspole, fra tutti il percoroso più battuto è quello diretto al Rifugio Maria Luisa. Da Milano ci vogliono poco meno di 3 ore di auto.
Milano-Riale
# Val Maira, per escursioni con le pelli di foca sotto gli sci
andrea81_mountain IG – Val Maira
La Val Maira, in provincia di Cuneo, si raggiunge da Milano in poco più di tre ore. Circondata da montagne imponenti, da Punta Tempesta al Monviso, ma lo sci alpino non si pratica dato che non ci sono gli impianti di risalita. Lungo i pendii di queste vette sono le escursioni con le pelli di foca sotto gli sci le attività invernali più praticate. Per chi vuole vivere la montagna come una volta non mancano i borghi del fondovalle e rifugi in quota.
Milano-Val Maira
# Luserna, il borgo dei cimbri con 36 km di piste e i sentieri della Grande Guerra
luserna_lusern IG
A 3 ore e mezza da Milano troviamo Luserna, in provincia di Trento, un borgo a 1.333 metri di altitudine affacciato sulla profonda Val d’Astico e un tempo abitato dal popolo dei Cimbri. Da anni ha deciso di puntare al turismo lento. Sono infatti ben 36 i chilometri di piste per lo sci di fondo, tra altopiani e fitti boschi di abeti, la più note sono quelle del Centro Fondo di Malga Millegrobbe-Alpe Cimbra. Per chi ama andare a piedi ci sono i camminamenti verso le fortificazioni della Grande Guerra disseminate sul territorio, uno di questi arriva alle le rovine restaurate del Forte Campo, con le seconda metà del percorso da fare con le ciaspole.
Milano-Luserna
# Altopiano del Cansiglio, con la seconda foresta più estesa d’Italia
tomasz_tokarz_31 IG – Cansiglio
Spingendosi ancora più in là c’è l’Altopianodel Cansiglio, tra le Prealpi Venete. In auto da Milano servono circa 4 ore. Un tempo gli impianti di risalita c’erano, la scelta è stata di chiuderli per lasciare ad amanti dello sci di fondo e delle ciaspole di godere appieno della seconda foresta d’Italia per estensione: la Foresta del Cansiglio ha una superficie di circa 7.000 ettari. Al suo interno è presente una superficie quasi prevalentemente pianeggiante e priva di alberi, dove si sviluppano gli itinerari scialpinistici.
Un percorso da fare assolutamente con le ciaspole è quello che conduce al Pizzoc, a 1.567 metri di quota, da dove godere di uno spettacolo naturale dato dalla vista delle Dolomiti con la Marmolada, il Pelmo, l’Antelao fino alla Croda del Beco.
Credits Andrea Cherchi - Vista aerea di Milano al tramonto
Come tasso di difficoltà di reperimento di figure dirigenziali Milano si mostra sia in controtendenza (positiva) rispetto a ciò che avviene nell’intero Paese, sia capofila delle regioni italiane in tema di impresa, dirigenza e management.
I dati sono stati esposti durante uno degli ultimi incontri organizzati all’Auditorium de Il Sole 24 ore da 4.Manager in collaborazione con il gruppo editoriale: l’appuntamento, che verteva su quello che sarà il futuro terreno su cui si muoveranno i manager d’Italia, ha affrontato diverse tematiche legate al mondo della dirigenza e dell’impresa, soffermandosi sulla necessità di risposte concrete al mismatching tra la domanda e l’offerta del mercato manageriale e toccando argomenti come digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità.
MANAGEMENT e IMPRESA: Milano è CAPOFILA d’Italia. La SOSTENIBILITÀ è il suo TALLONE d’ACHILLE. Intervista a Giuseppe Torre
# Competenze e Networking: i punti chiave di Milano
Giuseppe Torre
«A Milano c’è, innanzitutto, un vantaggio numerico, è una questione logistica: non vi è necessità di spostamenti, di trasferimenti. È tutto concentrato sullo stesso territorio, che tra l’altro è uno dei più avanzati ed evoluti dal punto di vista dei servizi e dell’industria, per cui le difficoltà per il reperimento di figure dirigenziali si dimezza», spiega Giuseppe Torre, Responsabile Scientifico Osservatorio 4.Manager. Troviamo, inoltre, una concentrazione di competenze, soprattutto specifiche, che difficilmente si ritrova in altre zone del Paese. Altre specifiche che portano Milano e la Lombardia a essere la zona più forte d’Italia sono una dinamicità del mercato e una competitività molto alta tra le aziende. «In più» – aggiunge Torre – «ci sono fenomeni specifici come quello della rete relazionale e del networking: la maggior parte delle persone ha una fitta e importante rete di relazioni e contatti che le permette di avere sempre nuovi collaboratori o partner strategici, perché oltre alle competenze c’è un discorso di fiducia che, decisamente, sta alla base».
# Sostenibilità: il tasto dolente di Milano
Credits Andrea Cherchi – Vista aerea di Milano al tramonto
Propensione all’innovazione e al rischio, un mindset ben definito, networking e competenze: sono numerosi, come abbiamo visto, i punti a favore del capoluogo lombardo in merito al futuro del management. Qual è, però, il suo punto debole?
«La sostenibilità è uno dei temi sui quali Milano non è la città più “forte” d’Italia: ci sono aree del Paese che si sono mostrate più consapevoli rispetto al cambiamento e alle competenze in ambito sostenibilità. La struttura produttiva milanese sicuramente non aiuta e il mindset generale nemmeno: Milano deve mettersi in pari, la classe dirigente deve sicuramente “aggiornarsi” in materia, perché quello della sostenibilità è uno dei temi che toccheranno i più grandi cambiamenti del futuro. Se la Lombardia vuole continuare a essere capostipite del Paese deve restare al passo con le necessità del tempo».
La linea simbolo di Milano. Taglia il tessuto urbano come una lama che scende verticale: una lancetta di mezzogiorno che punta verso il centro dell’orologio.
TRAM 1: la “Carrelli”, la linea più storica di Milano e le attrazioni sul suo percorso
La linea storica con le storiche Carrelli color crema e giallomilano che sferragliano dal capolinea di via Martiri Oscuri, a Greco, fino alla stazione ferroviaria di Certosa. E passando dal centro-centro, sfiorando poi il parco Sempione, salutando l’Arco della Pace e sfrecciando tra i platani di viale Certosa, arrivano a godersi lo skylinealpino dal ponte di via Palizzi, prima di chiudere la loro corsa a Roserio. Ma vediamo nel dettaglio ogni tratto dello storico percorso.
# NoLo e la Hollywood di Milano
Si parte dal quartiere un tempo chiamato Greco (oggi NoLo, acronimo di Nord Loreto), rinato a vita nuova, con un’anima rinnovata e vitale.
A pochi passi dal capolinea, in via Oxilia, c’è la sede di Radio NoLo, la web radio di quartiere, mentre poco più in là, in via Aporti, troviamo i tunnel sotto la Stazione Centrale, che durante la settimana del design si popolano di eventi, mostre e installazioni.
Sempre in zona, in via Venini, c’era quella che era chiamata la “Hollywood di Milano”: in molti magazzini ferroviari venivano stoccati gli arrivi settimanali di materiale cinematografico, le “pizze” in gergo tecnico, che poi venivano distribuite nei cinema della città. Ancora oggi in zona sono sopravvissute alcune società di distribuzione cinematografica.
# Nel cuore di Milano
credits: @fabio_capillo_80 IG
La lama affonda verso il centro: in zona Stazione Centrale è da visitare il Binario 21, ovvero il Memoriale della Shoa, che mostra il luogo da cui partivano i vagoni della vergogna verso i campi di concentramento. Scivolando ancora in giù, in zona viale Tunisia, c’è l’ex quartiere eritreo, oggi luogo multietnico, noto per i ristoranti di tutte o quasi le cucine del mondo.
Poi, i Giardini Pubblici, in cui si può visitare il Museo di storia naturale ma che fino al 1991 erano sede dello zoo municipale di cui si potevano godere gli animali dai finestrini del tram. Più avanti, in via Turati, si trova il Museo della Permanente, poco conosciuto nonostante sia la sede storica dell’arte milanese-
Il tour turistico finisce davanti al Comune di Milano, il cinquecentesco Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale da un secolo e mezzo.
# A Roserio il tram “tocca il cielo”
Ehi guarda c’è un tram che vola… Non è un fake, alla periferia occidentale di Milano c’è un tram che dalla terra vuole levarsi in volo. È sempre la nostra Carrelli della linea 1: nonostante il peso non sia proprio da ballerina, si avvicina al cielo, al sole, alle nuvole.
Dal capolinea di Roserio le vetture ricominciano il loro percorso, in corrispondenza del grande polo ospedaliero universitario Luigi Sacco, una delle realtà milanesi più conosciute a livello nazionale e centro di riferimento per le patologie infettive, emergenze epidemiologiche e malattie cardiache. Il capolinea è la rampa di lancio per permettere alle Carrelli di salire sul cavalcavia Giovanni Battista Grassi, guardare dall’alto in basso le auto dell’intricatissimo svincolo autostradale sottostante, vedere lo skyline alpino, la Grigna, il Resegone e il Monte Rosa in primo piano. E qui, toccare quasi il cielo.
# Dalla Certosa di Garegnano alla Scala
Poi si scende, sfiorando la stazione ferroviaria di Certosa e rotola per tutto viale Espinasse, lungo, popoloso e popolare, fino ad immettersi in quel viale Certosa che inizia un chilometro prima, dal complesso monastico di Santa Maria Assunta. Nota a tutti come Certosa di Garegnano, è uno dei grandi monumenti della storia dell’arte ambrosiana. Fondata nel 1349 dal signore della città Giovanni Visconti, ebbe l’onore di ospitare e di essere frequentata regolarmente da Francesco Petrarca.
Da piazza Firenze “l’uno” continua il percorso, punta dritto verso il centro, sferraglia lungo quel corso Sempione così ampio ed elegante, che sfocia nel parco omonimo dopo essere sfrecciata davanti all’Arco della Pace. La Carrelli lambisce il parco e arriva in piazzale Cadorna dove incontra l’Ago e Filo, opera maestosa inaugurata nel 2000. La scultura alta 18 metri, fu richiesta da Gae Aulenti e realizzata dallo svedese Claes Oldenburg con i colori rosso, verde e giallo, come le tre linee metropolitane esistenti all’epoca.
Prima di arrivare nel salotto buono di piazza della Scala, il tram ha il tempo di salutare metaforicamente il civico 61 di Foro Buonaparte. Sede della (ex) municipalizzata, che dirige e pianifica quotidianamente le sue scorribande cittadine.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Fissato lo studio di fattibilità per costruire in Veneto la prima tratta di treni iperveloci in Italia. Anche in Lombardia ne era atteso uno per un servizio Cadorna-Malpensa in 10 minuti, ma se ne sono perse le tracce.
Il treno HYPERLOOP accelera in VENETO
# Lo studio di fattibilità per il treno iperveloce
move.cavspa.it – Hyper Transfer rendering
Dopo l’annuncio del 2022, ne avevamo parlato in questo articolo, avanza lo studio di fattibilità finanziato con 4 milioni di euro per introdurre il sistema di trasporto avveniristico per merci e persone di Hyperloop. La consegna è prevista entro la fine del 2024 e la conferma arriva dal comunicato stampa della Regione Veneto: “la nostra Regione è la prima in Italia, e tra le prime nel Continente, a progettare la fattibilità di una tecnologia di trasporto in grado di movimentare, in sicurezza, merci e persone ad altissima velocità. Ciò consentirà di ridurre la densità del traffico veicolare pesante, abbattere i consumi energetici e le tempistiche di trasporto, con notevoli vantaggi per l’ambiente e lo per lo sviluppo economico del territorio”. Il tutto nasce da un protocollo d’intesa sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, la Regione del Veneto e Concessioni Autostradali Venete S.p.A.
# L’obiettivo è arrivare a una prima tratta di 10 km
Credits: Hyperloop
L’incarico è stato affidato al consorzio guidato da Webuild Spa, capofila del progetto, e Leonardo Spa, insieme con Hyperloop Italia e Rina, partner tecnologici individuati da CAV sulla base di un bando di Partenariato per l’innovazione pubblicato ad aprile 2023. In caso di conclusione positiva è prevista una successiva fase di design della durata di 12 mesi per un investimento di 56 milioni, per poi proseguire con quella della realizzazione vera e propria nei successivi 36 mesi con un finanziamento necessario di 750 milioni. L’obiettivo è arrivare alla prototipazione e realizzazione di un test-track finalizzato a sperimentare sul campo, la tecnologia e ottenere la certificazione del sistema. Il progetto alla studio riguarderebbe per ora una tratta di 10 km.
# Come funziona il sistema Hyper transfer
move.cavspa.it – Hyper Transfer
Il sistema di trasporto Hyper transfer “consiste nel trasferimento di merci containerizzate e persone attraverso un tubo, nel quale viaggiano capsule isolate dall’esterno e spinte attraverso sistemi di propulsione e sospensione garantite dalla lievitazione magnetica. In questo modo è possibile mantenere la differenza di pressione con l’esterno e raggiungere velocità finora mai sperimentate dai tradizionali sistemi di trasporto, anche di 1200 km/h.” Si tratta quindi di un sistema a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata e a basso consumo di energia, che sfrutta al massimo i principi della levitazione magnetica.
# Che fine a fatto il Cadorna-Malpensa in 10 minuti?
Cadorna-Malpensa
La Lombardia aveva annunciato ancora prima, nel 2020, l’avvio di uno studio di fattibilità di una tratta di Hyperloop. Nello specifico una linea che mettesse in collegamento l’Aeroporto di Malpensa e la Stazione di Cadorna in appena 10 minuti. Queste le parole rilasciate durante la conferenza stampa da Andrea Gibelli, presidente di FNM Group: “con lo studio di fattibilità vedremo se questo progetto potrà diventare realtà: se così fosse, Milano potrebbe avere due city airport” e ancora “Se tutto andasse per il meglio, il tratto di Milano Cadorna – Malpensa potrebbe avere treni in partenza praticamente senza attesa.”
Dopo la sottoscrizione di una lettera di intenti tra Ferrovie Nord Milano e Hyperloop si attendeva entro la fine dello stesso anno la consegna della studio, ma da allora non se ne è saputo più niente.
Credits: bostontransitspotter
IG - Silver Line Boston
Si entra dai tornelli ma quando si scende alle banchine ad attendere i viaggiatori ci sono gli autobus. Ecco dove si trova e come funziona questo insolito sistema di trasporto pubblico. Si potrebbe realizzare anche a Milano interrando gli autobus?
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# Si entra dai tornelli ma alle banchine ci sono gli autobus ad attendere i viaggiatori
Credits: actionkid YT – Tornelli accesso BRT Boston
A Boston, negli USA, c’è un servizio di trasportopubblico davvero insolito, sembra una metropolitana ma in realtà si sale a bordo di autobus. Per utilizzare la Silver Line gestita dall’MBTA, Massachusetts Bay Transportation Authority, si passa infatti attraverso una classica stazione metropolitanama dopo aver passato i tornelli e esser scesi al piano banchina i viaggiatori e i pendolari non trovano treni ad aspettarli, ma degli autobus elettrificati.
# I “Bus rapid transit” svolgono un servizio di tipo metropolitano per Boston e Chelsea nel Massachusetts
Credits: bostontransitspotter IG – Silver Line Boston
I “Bus Rapid Transit” della Silver Line sono filobus su ruote in gomma che funzionano con energia elettrica e hanno come capolinea di testa la stazione di Boston South. La Silver Line è un sistema di linee in servizio a Boston e nel comune di Chelsea, nel Massachusetts, ed è gestito come parte del sistema di autobus, ma è contrassegnato come bus rapid transit (BRT) e inserito all’interno del sistema di metropolitane di Boston.
# Il servizio copre 6 rotte per 35 fermate
Credits: wikipedia.org – Mappa silver line Boston
Sono presenti sei rotte percorse su due corridoi scollegati. I quattro percorsi del Waterfront, l’area portuale e marittima di Boston, partono da un terminal sotterraneo alla South Station e attraversano il South Boston Piers Transitway, un tunnel dedicato agli autobus attraverso il Seaport District con stazioni al Courthouse e al World Trade Center. A Silver Line Way, le linee del Bus Rapid Transit proseguono in superficie: la SL1 per l’aeroporto internazionale Logan, la SL2 per il Design Center e la SL3 per Chelsea passando per East Boston. Un’ulteriore breve tratta, SLW, è in funzione solo nelle ore di punta tra South Station e Silver Line Way.
Le rotte Waterfront utilizzano autobus articolati a doppia modalità che funzionano come filobus elettrici nel Transitway e autobus diesel convenzionali in superficie. Due linee operano su Washington Street tra la stazione di Nubian (a Nubian Square a Roxbury) e il centro di Boston. La SL5 termina a Downtown Crossing e la SL4 in superficie alla South Station. Le rotte di Washington Street utilizzano autobus ibridi diesel articolati.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.