Le case sull’albero sono sempre stato il sogno di ogni bambino. Per qualcuno con un grande giardino o un bell’albero dove poterci costruire una casetta spartana il sogno si è avverato, altri invece sperano ancora di poter vivere quest’esperienza. Sarà forse per questa voglia di tornare bambini, che in Italia, e non solo, stanno comparendo case sull’albero come funghi?
Strange Nights: DORMIRE in Italia in una PIGNA sull’albero
Questa casa sull’albero è però particolare. Dalla forma che ricorda i boschi, ha tutti i comfort che si possono volere, anzi, per quello che offre sembra un hotel. Ecco dove si trova.
# Le casette sull’albero a tre piani
Siamo in provincia di Udine tra le Alpi Giulie. Più precisamente, per raggiungere queste casette dalla vista spettacolare, bisogna andare a Ugovizza, il paese da cui si parte per addentrarsi (poco) nei boschi fino a raggiungere Malga Priu.
La malga è di proprietà di Cristina e la sua famiglia, che mandano avanti la loro attività offrendo agli ospiti soggiorni particolari. Nella malga si trovano infatti due casette sull’albero che farebbero realizzare i sogni di infanzia di molti. Ma non sono solo i bambini a voler provare l’esperienza di dormire su un albero e allora ai sogni d’infanzia si aggiunge la volontà di soddisfare tutte le richieste pretenziose degli ospiti. Ed è così che sono nate delle casette sull’albero di tre piani e con tutti i comfort possibili.
# La pigna eco-sostenibile da cui ammirare le stelle
Le case sull’albero della Malga Priu hanno una forma davvero particolare: rimanendo in tema boschi, sono infatti delle enormi pigne che raggiungono fino ai 10 metri di altezza. Le casette sono state costruite solo con materiali eco-sostenibili e sono suddivise su tre piani. Il piano più in basso è una zona relax, mentre quello centrale è il piano principale. Qui ci sono un angolo cucina, un divano e il bagno. L’ultimo piano è invece la camera da letto. Dal secondo e terzo piano si può godere di una vista magnifica sulla natura, ma soprattutto nel piano con la camera c’è uno skylight rotondo da cui si possono vedere le stelle.
Un soggiorno davvero particolare ma, come tutte le esperienze, ha un costo non indifferente. L’offerta di Malga Priu per dormire nelle casette a forma di pigna è di 140 euro a notte a testa. Il soggiorno prevede però anche l’aperitivo di benvenuto, la cena in malga e la colazione.
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Per molti milanesi è il mare di Milano. Il mar ligure. E le spiagge di Milano sono lungo quella costa. Ma quali sono le più belle? Il sito skyscanner con l’aiuto della sua community di viaggiatori ha scelto le migliori. Ecco quali sono.
Le SPIAGGE CAPOLAVORO della LIGURIA
#1 Cala Maramozza, il piccolo fiordo del Golfo dei Poeti (Lerici, La Spezia)
Per trovare una delle spiagge più belle delle Liguria dobbiamo andare a Lerici, nel Golfo dei Poeti. In questoborgo marinaro della Riviera di Levante, tra le bellissime spiagge adatte alle famiglie e calette nascoste incastonate nella roccia come diamanti preziosi, c’è Cala Maramozza. Unpiccolo fiordo con una battigia di sabbia dorata, un faraglione squadrato in mezzo e un mare cristallino dal colore turchese.
#2 Spiaggia di Fegina, la battigia di granelli dorati (Monterosso al Mare, La Spezia)
Nel pittoresco borgo marinaro di Monterosso al Mare nelle Cinque Terre c’è la suggestiva Spiaggia di Fegina. La più lunga di questo tratto di costa e comodissima da raggiungere con il treno, si trova infatti direttamente di fronte alla stazione ferroviaria. La sua battigia si caratterizza per piccolissimi granelli dorati mentre nel mare si protende un enorme scoglio. Anche qui l’acqua ha dei colori incredibili che spaziano dal verde smeraldo al blu cobalto. Da qui parte anche il sentiero azzurro, la tratta più bella che porta a Vernazza.
#3 Baia del Silenzio, la spiaggia abbracciata dalle case colorate (Sestri Levante, Genova)
Percorrendo la Liguria verso ponente si arriva a Sestri Levante e alla piccola ma famosissima Baia del Silenzio. È riconosciuta come una delle spiagge più iconiche e belle della Liguria e dell’Italia, un lembo di sabbia dorata e un mare turchese abbracciati da una cortina di abitazioni colorate. Da non perdere anche la più grande Baia delle Favole che si trova esattamente dal lato opposto della penisola su cui si suddivide il comune ligure.
#4 Baia di Paraggi, una piscina naturale di mare verde (Santa Margherita Ligure, Genova)
Un’altra magnifica baia è quella di Paraggi, in una frazione di Santa Margherita Ligure, dall’altra parte del Golfo del Tigullio. Questa spiaggia tra i comuni di Santa Margherita e Portofino è una vera e propria piscina naturale: una cala con acqua cristallina, da un colore verde smeraldo talmente intenso da sembrare finto, e sabbia candida ne fanno un luogo da sogno.
#5 San Fruttuoso, la spiaggia di ciottoli del Cristo degli Abissi, raggiungibile solo in barca o a piedi (Camogli, Genova)
L’incantevole spiaggia di ciottoli di San Fruttuoso, lambita da uno mare cristallino e incastonata in una piccola insenatura del Monte di Portofino, è una della più remote e suggestive baie in Italia. Ancora presente un torrione del ‘500, la Torre Doria, e una sorgente d’acqua dolce intorno alla quale venne eretta nell’VIII secolo d.C un’abbazia benedettina ideale proprio per la sua inacessibilità. Si può raggiungere solo via mare, o via terra tramite un sentiero da Camogli o da Portofino. A 17 metri di profondità si può ammirare la celebre statua del Cristo degli Abissi.
#6 Bergeggi, arenile bianco e acqua dalle sfumature di azzurro (provincia di Savona)
Nella prima tappa sulla Riviera di Ponente c’è la bellissima spiaggia libera e in parte attrezzata di Bergeggi. A due passi dalla Riviera delle Palme questa spiaggia non è una delle più belle della Liguria solo per il suo arenile bianco e l’acqua dalle sfumature di azzurro, ma anche per l’omonima isola dirimpettaia e la Riserva Naturale Regionale con piccoli gioielli naturali da scoprire.
#7 La Baia dei Saraceni a Varigotti, un paesaggio da cartolina (Finale Ligure, Savona)
Nel grazioso borgo di Varigotti, frazione di Finale Ligure, si trova la Baia dei Saraceni, tra le più belle località dell’intera Liguria. Il mare ha colori favolosi, acqua limpida e scogli mozzafiato. La spiaggia si compone di sabbia dorata e sottile ghiaino ed è circondata dalle pittoresche casette color pastello. Un paesaggio da cartolina.
#8 Spiaggia di San Lorenzo al Mare, sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente (provincia di Imperia)
Tra le più belle spiagge libere c’è anche quella di San Lorenzo al Mare, nel comune più piccolo dalla provincia di Imperia. Meno famosa delle precedenti, si caratterizza per una battigia di sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente e pulito.
#9 Spiaggia la Fortezza, un lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso (Arma di Taggia, Imperia)
Rimanendo sempre in provincia di Imperia c’è Arma di Taggia, frazione marittima del comune di Taggia, una piccola perla della Riviera di Ponente. Dista pochi chilometri da Sanremo e oltre ad essere famosa per le sue olive dal colore bruno e dal sapore intenso e il suo gustoso olio, è conosciuta per il lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso della Spiaggia attrezzata la Fortezza. La spiaggia ha fondali morbidi, bassi e digradanti ed è stretta tra la fortezza del XVI secolo da una parte e la darsena e il porto dall’altro.
# 10 Spiaggia dei Balzi Rossi, con sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre (Ventimiglia, Imperia)
Anche conosciuta come Spiaggia delle Uova, la Spiaggia dei Balzi Rossi è un incantevole angolo di mare della Riviera di Ponente. Un fazzoletto di sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre formatesi da ferroso calcare dolomitico crea uno spettacolo unico insieme all’acqua cristallina del mare, dall’azzurro cielo al verde smeraldo. Per gli amanti della storia da non perdere le antichissime grotte di origine preistorica nel museo naturale a pochi passi.
Lo sapevi che all’uscita della Stazione Crocetta si sarebbero dovute realizzare una fontana, una statua e una tettoia di riparo?
Il progetto era di Guido Cannella ma non fu realizzato. In più anche il nome doveva essere diverso: la stazione doveva chiamarsi “Lamarmora”, ma alla fine si optò per Crocetta. Esce infatti in largo della Crocetta, alla confluenza di corso di Porta Romana e di corso di Porta Vigentina.
Alcune curiosità sulla fermata:
La piazza fungeva da chiesa “a cielo aperto”. Il termine Crocetta, infatti, indica una croce stazionale. Venivano poste nei crocevia con accanto piccoli altari, in funzione di chiesa all’aperto, durante le epoche flagellate dalla peste: collocate in luoghi di gran passaggio, permettevano anche agli ammalati di seguire le funzioni religiose pur rimanendo nelle loro case. La crocetta di Porta Romana fu voluta da San Carlo nel Cinquecento
La crocetta venne sostituita nel 1700 con la statua di San Calimero, quarto Vescovo di Milano dal 270 al 280 d.C. molto amato dai milanesi che a lui dedicarono una Basilica.
La fermata è stata costruita a binari sovrapposti per evitare il passaggio sotto gli edifici. Al livello inferiore si trova il binario dispari (in direzione San Donato), al livello superiore il binario pari (in direzione Comasina)
Fondato da San Gerolamo Emiliani nel 1533 l’orfanatrofio di Milano sorge tra via Manzoni e via Morone. I ragazzi cresciuti nell’orfanatrofio sono detti “martinitt”: il nome viene dall’oratorio di San Martino nei pressi dell’orfanatrofio.
Le orfane invece venivano chiamate “Stellinn” (stelline). Su disposizione di Maria Teresa d’Austria, gli orfani lasciarono via Manzoni per trasferirsi nel convento di San Pietro in Gessate. Napoleone trasformò San Pietro in ospedale e i Martinitt tornarono nella vecchia sede di via Manzoni.
Oggi l’Ente è stato trasformato in Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio. Nel 2009 è stato inaugurato il Museo Martinitt e Stelline dedicato agli orfani milanesi.
Ci sono martinitt che hanno fatto la storia di Milano, e non solo, come Angelo Rizzoli, Edoardo Bianchi e Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, diventato l’uomo più ricco d’Italia, scomparso il 27 giugno 2022.
Se la Lombardia fosse una nazione, che ordinamento giuridico avrebbe? Quale sarebbe la valuta ufficiale, usata come unità di valore e di conto? Sarebbe nell’Unione Europea e nella NATO?
Se la LOMBARDIA fosse una NAZIONE? Valuta, ordinamento, capitale: cosa cambierebbe
# Lombardia nazione: decima per abitanti nell’Unione Europea
Se fosse nazione, la Lombardia confinerebbe a Nord con la Svizzera, a Est, Sud e Ovest con l’Italia. Con i suoi 10,6 milioni di abitanti passerebbe da regione più popolosa d’Italia, a decima nazione con più abitanti nell’Unione Europea, subito dopo il Belgio (che ha circa centomila abitanti in più).
# Milano Capitale: la quarta più grande d’Europa
La capitale della Lombardia sarebbe Milano, già una delle 6 capitali economiche d’Europa. Per numero di abitanti dell’area metropolitana Milano sarebbe la quarta capitale più popolata d’Europa dopo Parigi, Berlino e Roma. Milano ricoprirebbe un ruolo diplomatico internazionale di spicco, ospitando le Ambasciate internazionali, mentre la Lombardia avrebbe sedi diplomatiche in tutto il mondo.
Facile immaginare l’adozione di una doppia lingua. Insieme all’italiano verrebbe adottato anche il lombardo. Come in tutti i paesi più piccoli, anche in Lombardia l’inglese verrebbe parlato in modo fluente da tutti i cittadini.
# Ordinamento giuridico: modello confederale simile alla Svizzera
Cosa sceglierebbe la Lombardia per il proprio autogoverno? Per tradizione e vicinanza con la Svizzera, è probabile che la Lombardia nazione riprenda il progetto caro a uno dei suoi padri fondatori, Carlo Cattaneo che, al momento dell’unificazione italiana si batté come un leone per introdurre un sistema federale, decentrato sul modello svizzero. Alla fine invece lo stato italiano scelse un sistema centralizzato e tutti sappiamo come è andata a finire.
La forma di governo sarebbe fortemente decentralizzata: Milano non deciderebbe cosa è meglio per le altre provincie e ognuna sarebbe libera di regolarsi in modo autonomo, portando il potere al livello più vicino ai cittadini.
Non è così scontato che la Lombardia voglia avere in circolazione l’Euro. Vista la vicinanza con la Svizzera, potrebbe volere adottare il Franco svizzero, ancorandolo alle materie prime della nazione lombarda. Euro o Franco, forse ancora più probabile che si affianchi a una di queste due monete anche una valuta autonoma, con propria banca centrale.
# Economia: con Svizzera e Montecarlo sarebbe la più ricca d’Europa
Malgrado il fardello dello Stato italiano, Lombardia è, insieme a Catalogna, Baden-Wurtemberg e Alvernia-Rodano, uno dei cosiddetti 4 motori d’Europa, con un’altissima concentrazione di attività economiche industriali, agricole e del terziario.
Libera di gestirsi e di trattenere le risorse sul territorio, la Lombardia entrerebbe all’istante tra le aree più ricche d’Europa, competendo direttamente con Svizzera e Montecarlo. Non solo, la ritrovata indipendenza potrebbe poi favorire la stipula di patti commerciali speciali con Svizzera, Austria, Slovenia e Provenza, allungando la sfera di influenza economica in un “Patto delle Alpi” tra paesi simili per territori, mentalità ed esigenze.
Le Festa Nazionale Lombardacoinciderebbe con l’attuale Festa della Regione, quel 29 maggio simbolo di libertà e riscatto incarnati dalla battaglia di Legnano. Una data che porterebbe la Lombardia ad avere festività in linea con quelle dei Paesi a nord delle Alpi che hanno molti giorni di festa nel mese di maggio. Come altri paesi europei, anche la Lombardia introdurrebbeun Bank Holiday Act, che sposta la Festa al lunedì successivo se la ricorrenza cade nel fine settimana, in modo da avere il numero di festività annuali fisso.
# Religione: ponte tra mondo cattolico e mondo protestante
Ispirata all’Editto di Costantino, grande dichiarazione di libertà, la religione ufficiale della Lombardia Nazione riavrebbe la sua radice Cristiana, lasciando però ampia libertà di culto ad ogni individuo. Non solo, si potrebbe adottare su tutto il territorio il rito ambrosiano, costituendo così un ponte tra mondo cattolico e mondo protestante all’insegna di una ritrovata unione nella cristianità.
La Lombardia avrebbe diritto ad alcuni domini di primo livello. Il dominio “.lo” o “.lom” per la nazione e poi anche altri per le città. Ad esempio un dominio “.mi” per Milano e via via tutte le altre 11 provincie. Non si userebbe mai più il .it come GeoTLD e l’organismo sovranazionale ICANN può dare un parere non vincolante.
# Appartenenza UE e NATO
L’appartenenza o meno ad organismi centrali e centralizzanti, quali NATO e Unione Europea, verrebbe decisa dal popolo lombardo attraverso referendum. Se la Lombardia dovesse uscire dalla NATO, dovrebbe risolvere la questione della difesa dei propri confini. L’alleanza a Nord con la Svizzera potrebbe essere semplice, ma non si dovrebbe trascurare un accordo di natura pattizia con l’Italiaconfinante.
Nel caso in cui uscisse dall’Unione Europea, si potrebbe configurare uno status simile a quello dei paesi come Svizzera, Norvegia o Regno Unito che, pur non essendo nella UE, hanno con gli altri paesi rapporti privilegiati nel commercio e nella mobilità di merci e persone.
Le proposte per la bandiera della Nazione Lombarda sono il Ducale o la Croce di S. Ambrogio. Anche la scelta del vessillo potrebbe essere lasciata alla volontà popolare, ricorrendo al referendum aperto. Di sicuro si eliminerebbe l’attuale bandiera orribile di Regione Lombardia.
# Motto e inno nazionale
Il motto della Lombardia nazione riprenderebbe quello dell’Aurea Repubblica Ambrosiana, ossia:«civitas superiorem non recognoscens est sibi princeps» ovvero «La città che non risconosce alcun superiore, è governante di sé stessa».
Per l’inno nazionale ci sarebbe un voto popolare tra opere di compositori lombardi. In lizza: Donizetti, Giorgio Gaber e Max Pezzali.
# Colpo di scena finale: Milano Città Stato
La grande rivoluzione della Lombardia nazione sarebbe quella di spingere in direzione opposta rispetto al sistema burocratico centralista dello stato italiano. Sarebbe la terra della libertà individuale e dell’autonomia dei territori. Alcuni di questi potrebbero spingere per un’indipendenza maggiore fino a diventare uno stato nello stato.
Potrebbe capitare che Campione o la Val d’Intelvi diventassero un Liechtenstein longobardo, una micronazione indipendente. Non solo: perfino Milano potrebbe spogliarsi del ruolo di capitale e diventare Città Stato. La più libera e potente della nuova Europa.
La pessima qualità dell’asfalto e la scarsa manutenzione trasforma le strade di Milano in un groviera. Un percorso ad ostacoli per automobilisti, motociclisti e ciclisti tra buche, allagamenti e asfalto sbriciolato con gravi rischi per la propria incolumità.
Milano non fa schifo ma… la BUCHE sull’ASFALTO
# Basta una pioggia abbondante per creare buche e allagamenti nelle strade
Dopo una pioggia un po’ abbondante in zona Bovisa, e in molte altre zone della città, si creano buche, pozze d’acqua e allagamenti, l’asfalto si sbriciola con conseguente situazione di pericolo e intralcio. Evidentemente una pessima qualità dei materiali utilizzati e una scarsa manutenzione. A questo punto non è meglio tornare al pavé?
Lo sapevi che questa stazione della M3 si chiama così proprio perché in questa zona si voleva costruire un porto?
Sì, la stazione sorge proprio in prossimità dell’omonimo progetto di un porto fluviale a servizio di Milano che sostituisse la Darsena di Porta Ticinese.
Porto di Mare sarebbe stata l’area portuale destinata all’approdo del traffico fluviale navigante il canale Milano-Cremona-Po che fu scavato per circa 16 chilometri. Il raggiungimento del Po avrebbe poi consentito il collegamento di Milano con l’Adriatico, da cui il nome “Porto di Mare”.
La stazione è stata inaugurata il 12 maggio 1991, un anno dopo l’apertura della linea 3 che all’inizio limitava il tragitto a Centrale – Duomo
Nei primi progetti la stazione doveva essere chiamata Fabio Massimo, dal nome di una delle due vie da cui si esce (l’altra è via Giovanni Battista Cassinis)
Dalle sei di pomeriggio fino a sera è il drink preferito per un buon aperitivo. Il classico è fatto con Aperol, spumante e qualcosa di frizzante che non dia sapore ma che alleggerisca i gradi del drink, che sia Seltz, acqua minerale o soda è indifferente. Fresco e buono, lo Spritz è il classico accompagnamento a patatine, olive e qualcosa da stuzzicare per un post-lavoro o fine giornata soddisfacente. Ma perché si chiama così?
Perché lo SPRITZ si dice spritz?
# Nasce nel Lombardo Veneto sotto la denominazione austrica
Lo spritz è un long drink la cui origine si attribuisce a Venezia. Ma esattamente quando fu inventato? Tra il Settecento e l’Ottocento, sotto la denominazione austriaca, i soldati asburgici iniziarono a conoscere i vini veneti. Ma erano troppo forti per i loro palati e allora decisero di allungarli con dell’acqua frizzante, così da renderli più dolci. Il nome Spritz deriva proprio da qua: in tedesco “spruzzare” si dice spritzen.
# Negli anni ’20 arriva il bitter
Questo significa che il primo Spritz non era altro che vino bianco e acqua gassata, una variante che in alcune zone del Friuli ti danno ancora. L’opzione con il bitter come la conosciamo noi nasce solo negli anni Venti quando, dopo la diffusione del Seltz che sostituì l’acqua, si decise di “macchiare” la miscela di vino e Seltz con del bitter. Pare quindi che lo Spritz originale sia fatto con il bitter e non l’Aperol.
# Lo spritz a merenda
Qualcuno dice però che non siano stati gli austriaci i primi ad aver avuto la brillante idea di allungare il vino con dell’acqua frizzante. L’origine sarebbe tutta italiana. Nel 1500 agli operai dell’Arsenale di Venezia pare venisse data una merenda particolare: gallette e un bicchiere di vino allungato con acqua di pozzo.
# Le mille ricette e l’originale
Una cosa è certa: lo Spritz è un cocktail con mille varianti. Ogni città ha la sua versione e ora c’è chi sperimenta anche opzioni alternative, aggiungendoci vodka o facendolo diventare di colori diversi. C’è lo Sprtiz, l’Hugo, lo Spritz Campari, il Pink Spritz, ma anche quello green o blu. Fin dall’inizio lo Spritz era destinato ad avere più ricette, se all’inizio infatti a Venezia si era aggiunto il bitter, a Padova si metteva l’Aperol. E poi c’era il Select con il bitter prodotto dai fratelli Pillai.
La ricetta originale, certificata dall’IBA (International Bartenders Association) con la denominazione di “spritz veneziano” è però una: 6 cl di prosecco – 4 cl di Aperol – una spruzzata di soda/seltz.
Per facilitare la preparazione spesso si dice che le dosi devono essere 1/3 di Aperol, 2/3 di Prosecco e 1/3 di acqua frizzante, o soda o seltz.
In una Milano che continua ad evolversi e a cambiare, avevamo già accennato dei progetti per i nuovi grattacieli milanesi. Uno in particolare si merita però qualche parola in più, per via del suo nome molto evocativo, la sua impronta verso un futuro più sostenibile o ancora per il suo design elegante: il Nido Verticale. Scopriamo la new entry tra i colossi milanesi.
Il NIDO VERTICALE, la prossima SUPERSTAR dello Skyline di Milano
# Design innovativo in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante
Il suo nome richiama il progetto architettonico di Stefano Boeri. Il suo design all’avanguardia gli permetterà di entrare di diritto nella classifica dei grattacieli europei più interessanti. La sua sostenibilità prometterà a Milano di conquistare riconoscimenti a livello internazionale. Tutto questo sarà la Unipol Tower, o meglio il Nido Verticale, la nuova torre progettata dallo studio Mario Cucinella Architects.
# Il punto sul cantiere
I lavori sono iniziati nel 2017 e il grattacielo è stato completato nella forma e nella struttura, così come nel rivestimento esterno, nei mesi scorsi. È in fase di completamento la passerella che coronerà il grande oblò sulla cima della torre, mentre procede l’installazione della “gonna” che farà da copertura esterna all’ingresso e il cantiere per realizzare gli spazi interni. Entro la fine del 2022 dovrebbe essere occupato dalla società di assicurazioni Unipol.
# Il Nido Verticale, alto 125 metri, sarà la nuova sede milanese del Gruppo Unipol
Il progetto per il nuovo headquarter del Gruppo Unipol si colloca nel nucleo pulsante di Porta Nuova e, come la Unicredit Tower, sdoganerà il concetto di avere una torre come sede, ponendosi in modo incisivo nello skyline milanese.
Questo nuovo grattacielo comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma sarà la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città.
# Un ellittico grattacielo scenografico di vetro e legno
Il grattacielo ha una particolare struttura ellittica che gli consente di inserirsi armoniosamente nell’ambiente circostante. E la geometria a rete della sua facciata non è altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. La facciata è stata infatti realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formano uno scenografico nido verticale. I materiali utilizzati per la costruzione sono il vetro, legno e cemento.
# L’esterno del grattacielo avrà una “doppia pelle”, isolante d’inverno e in grado di limitare il surriscaldamento d’estate
La Unipol Tower è un edificio eco-sostenibile ed innovativo che sfrutta ogni opportunità di efficienza energetica. L’involucro esterno dell’edificio è formato da una “doppia pelle” in grado di isolare l’ambiente dal freddo invernale e, allo stesso tempo, di limitare il surriscaldamento estivo.
Oltre a questo con l’installazione di pannelli solari e l’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana il consumo di risorse è ridotto al minimo. Tutte queste caratteristiche consentiranno al nuovo edificio, una volta terminato, di ottenere una certificazione LEED Platinum.
# Non solo uffici: la Unipol Tower avrà una forte vocazione urbana
La torre avrà anche una forte vocazione urbana. Infatti, oltre agli uffici, i quali potranno accogliere circa 2.000 persone, ospiterà una sala congressi di oltre 220 posti e diversi giardini pensili interni.
Ma non solo: verrà realizzato anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica dove verranno organizzati anche eventi pubblici e culturali.
Insomma, sembrerebbe che il Nido Verticale abbia tutti gli elementi per diventare un landmark elegante e turisticamente attrattivo.
Per trovare paesaggi marini come quelli australiani, delle Maldive o del mar dei Caraibi non serve prendere un aereo. Nel nostro Paese ci sono infatti ben due barriere coralline da scoprire. Ecco dove si trovano e quali solo le loro caratteristiche.
Anche l’ITALIA ha due BARRIERE CORALLINE
# “Galapagos del Mediterraneo”: la barriera corallina di gorgonie sul litorale romano
Una barriera corallina si trova sul litorale romano, al largo di Capocotta, tra Ostia e Torvaianica, ed è costituita da una prateria di gorgonie a poche miglia dalla costa capitolina.
Soprannominata “Galapagos del Mediterraneo” o “isola che non c’è” il suo nome ufficiale è Secche di Tor Paterno. Istituita nel 2000 è l’unica Area Marina Protetta italiana a essere completamente sommersa e a non includere nessun tratto di costa.
Si estende per 1.400 ettari, una vera e propria isola sul fondo del mar Tirreno il cui punto minimo di profondità è di 18 metri sotto il livello del mare e quello massimo è di 75.
Sulla sommità del banco roccioso c’è la Posidonia oceanica, scendendo più in basso si trovano colonie di celenterati, stretti parenti del corallo, come la splendida Gorgonia rossa e gli Alcionari ma anche la Gerardia savaglia, un raro celenterato noto come “Corallo nero”.
# La scogliera di madrepore: la barriera corallina pugliese tra Bari e Otranto
L’altra barriera corallinaitaliana si trova in Puglia. Si estende per circa 2,5 km dalla costa di Monopoli con profondità di circa 40-55 metri, anche se la sua estensione reale potrebbe essere molto più vasta, circa 200 km nel tratto tra Bari e Otranto.
Si tratta di una scogliera di madrepore mesofotiche scoperta nel 2019 e popolata da oltre 200 specie diverse, tra Alghe, Poriferi, Anellidi, Policheti, Briozoi, Molluschi e Cnidari.
Lo sapevi che la stazione della metro rossa San Leonardo avrebbe dovuto chiamarsi Gallaratese 2?
La fermata è stata inaugurata nel 1980 e ai tempi era il nuovo capolinea della diramazione occidentale della M1.
Rimase capolinea fino al settembre 1986, quando la linea venne estesa fino a Molino Dorino.
Il quartiere di San Leonardo era comune autonomo fino al 1757 quando l’imperatrice Maria Tersa d’Austria lo unì al comune di Trenno.
San Leonardo costituisce la parte più settentrionale del quartiere Gallaratese, progetto di edilizia popolare degli anni Sessanta di cui condivide l’aspetto urbanistico. Da qui il dibattito sulla denominazione della fermata che inizialmente doveva essere Gallaratese 2.
La rigenerazione urbana di Milano condensata in una mappa interattiva. Sul geoportale del comune la planimetria da tenere d’occhio con curiosità fino al 2030.
La mappa degli interventi di RIGENERAZIONE URBANA di Milano
# Milano2030
Sul geoportale del comune di Milano è online la tavola denominata Milano2030 Rigenerazione Urbana. La topografia di Milano è costellata da un gran numero di geotag, ognuno dei quali corrisponde ad un intervento di rigenerazione urbana. I milanesi possono navigare in questa mappa e localizzare sia la quantità che la qualità degli interventi che riguardano la propria zona, zoomando fino ad arrivare al proprio quartiere. Oppure allargare la prospettiva per vedere cosa succede dall’altra parte della città.
Aiutati da una legenda, si scopre dove sono previste le nuove aree verdi, i nuovi alloggi di ALER e MM, le Piazze aperte e perfino le nuove infrastrutture, come la Metrotranvia da Nord-Est a Nord-Oves e la M4, da Sud-Ovest a Est.
Atterrando sul link ci viene proposta la mappa nella sua interezza e sul lato destro compare la legenda che si può scorrere su e giù, ridurre a icona e riaprire o perfino scaricare. A sinistra un menù a pulsanti grigi per la navigazione generale. Si può cliccare sull’iconcina del Duomo per trovare uno specifico indirizzo, zoomare all’interno della mappa, tornare alla risoluzione di default e ritrovare le zone pinnate con la ricerca degli indirizzi specifici. Cliccando su ogni simbolo della mappa, infine, compare la finestra riassuntiva corrispondente all’intervento, la quale contiene un link ad una pagina web con la spiegazione estesa.
La mappa non mostra particolari zone in cui si interverrà più che in altre. La rigenerazione attuata, o da attuare, interessa praticamente tutto il territorio comunale e, alla fine degli interventi, saranno ben 10 milioni i metri quadri restituiti ai milanesi.
Spiccano le numerose opere dedicate al Piano Quartieri, che possono riguardare la depavimentazione, come al QT8, la riqualificazione dei giardini scolastici al Municipio 5, la bonifica e riqualificazione dell’edificio in Viale Ungheria 29, la creazione della ciclabile denominata Eurovelo nel Municipio 8o i piani attuativi obbligatori (come Piazzale Lugano).
Molte anche le opere legate all’attuazione del PGT, il Piano di Governo del Territorio, come la rigenerazione di Santa Giulia, denominata “Montecity e Rogoredo”, per la trasformazione dell’ex area industriale Montedison e Redaelli in infrastrutture che ospiteranno alcune delle competizioni delle prossime Olimpiadi del 2026; oppure il programma di intervento a Cascina Merlata, con nuovi insediamenti urbani nella periferia Nord-Ovest a ridosso del MIND district.
Impegnativo anche il focus sull’edilizia residenziale e sociale, che nella mappa si trova ad esempio allo Scalo Lambrate, con la denominazione RC2 ovvero Reinventing Cities, 2^ edizione, o i dettagli del piano di intervento “Sei Milano” che interessa le aree e gli edifici di Calchi Taeggi e Bisceglie.
Numerosi gli impianti sportivi sotto manutenzione, comprese le piscine comunali di cui abbiamo parlato in questoarticolo. Infine la viabilità e i rifacimenti del manto stradale, protagonisti nella mappa con molti cantieri aperti o in corso di definizione
C’è chi Milano non la lascerebbe mai. E chi invece si sta guardando attorno per cambiare aria. Una delle soluzioni non troppo distanti da Milano è offerta da Mantova. Vediamo come ci può tentare.
7 Ragioni per andare a vivere a MANTOVA
# 1 Cibo: la provincia italiana con il più alto numero di stelle Michelin per abitante
Mantova è la città della tradizione e anche in fatto di cibo è famosa per i suoi piatti secolari. Dai Gonzaga ad oggi la città offre un’altissima qualità a livello gastronomico, adattandosi alle nuove tendenze ed esigenze, ma mantenendo forte la cucina tradizionale locale. Tradizione e qualità sono il connubio che fa in modo sia la provincia con il più alto numero di stelle Michelin per abitante, tra cui si trova Nadia Santini, chef del ristorante “Il Pescatore”, che nel 1996 divenne la prima donna italiana ad essere premiata con tre stelle per il suo ristorante e nel 2013 è stata eletta miglior chef donna del mondo. Inoltre, Mantova è l’unica provincia italiana a produrre sia il Grana Padano che il Parmigiano, due colonne portanti della tradizione italiana.
#2 Una città a misura di piedi
Rispetto alla metropoli Milanese, Mantova è piccola, si può girare a piedi. Essendo piccola e antica il traffico è ridotto, motivo per cui l’unica area con l’imposizione del traffico limitato è la zona medievale storica, ossia il centro della città. Le sue ridotte dimensioni la rendono una città tranquilla, con servizi proporzionati e una movida quasi inesistente, l’ideale per scappare dalle folle dei navigli o del Duomo di Milano. La piccola Mantova offre inoltre diversi spazi verdi, molti dei quali dotati di servizi ciclabili, che rendono gli spostamenti agili, godendo di un bel paesaggio, soprattutto in estate.
#3 Trasporti pubblici: i secondi migliori d’Italia
I trasporti pubblici di Mantova, offrono un buon servizio: in Italia risultano secondi solo a Trento. si tratta più che altro di mezzi di superficie, che agevolano gli spostamenti da un capo all’altro della città. L’APAM, Agenzia Pubblici Autoservizi Mantova, non serve solamente la città, ma tutta la provincia, costituita da paesi di campagna, alcuni dei quali piuttosto isolati. I trasporti pubblici arrivano dove necessario, anche se più ci si allontana dalla città più gli orari diventano radi. Nonostante ciò, l’efficienza dei trasporti è apprezzata dai cittadini, che in particolare vedono la comodità per gli studenti degli istituti superiori, che possono essere indipendenti nel raggiungimento quotidiano delle sedi. La presenza dei trasporti favorisce anche la circolazione di biciclette, poiché viene ridotto il traffico.
#4 Immersa nella natura
Per chi preferisse spostarsi in bicicletta, Mantova offre numerosi percorsi, molti dei quali panoramici. Infatti, un aspetto fondamentale della vita nella città è il rapporto con la natura, le piste ciclabili che attraversano la città spesso e volentieri passano attraverso ampi prati, viali alberati e sulla riva del fiume. Il verde mantovano viene preso seriamente dall’amministrazione comunale e provinciale, che si occupa della cura delle aree naturali. La natura conferisce un vantaggio a livello ambientale ma anche da punto di vista psicologico, vivere in mezzo alla natura permette infatti di dimenticarsi il caos cittadino e affrontare la quotidianità con uno spirito più tranquillo. Inoltre, la vicinanza al Parco del Mincio rende la città un luogo ameno, fatto di gite in barca nel weekend e fioritura di ninfee e loto in estate. Da visitare anche il Parco Giardino Sigurtà, antico giardino all’italiana di interesse turistico.
#5 Città d’arte: patrimonio Unesco
Oltre che di natura, Mantova è una città ricca di arte: nel 2008, insieme alla città ideale Sabbioneta, è diventata patrimonio dell’UNESCO. Gli esempi della sua unicità artistica sono numerosi, dalla prima prospettiva verticale al mondo: il capolavoro della stanza degli sposi del Mantegna al Palazzo Ducale, alla stanza senza pareti di Palazzo Tè, la Sala dei Giganti. Non solo però arte figurativa, Mantova è una città con una storia antica, che ha visto come suoi più grandi protagonisti i Gonzaga, che le hanno portato prosperità, solide strutture architettoniche e il mantenimento di tradizioni culinarie e letterarie. La ricchezza artistica di Mantova, la rende una città che punta molto sull’attrazione turistica che, per essere attrattiva al pubblico, deve mantenere una qualità visiva che fa si che anche chi ci abita riesca a godere della sua bellezza, accessibilità e tranquillità. A Settembre Mantova ospita il Festival Letteratura, un Fuorisalone dei libri.
Nei secoli, molte personalità artistiche, geni nel proprio campo, hanno abitato o frequentato Mantova: da Vivaldi, che vi scrisse le Quattro Stagioni, ispirandosi alla bellezza naturale del territorio, a Mozart che, giovanissimo, inaugurò l’apertura del Teatro Bibiena, definito dal padre «il più bello al mondo». E ancora Mantova ha ispirato Shakespeare, che vi esilia Romeo, e Verdi, che ne fa lo sfondo della sua tragedia Rigoletto. In epoca più recente, la città ha ospitato grandi cantanti d’opera, come Pavarotti, per perfezionare la loro tecnica. La città ha ispirato molte menti geniali, questo la rende l’ideale per le nuove generazioni, che vi possono trovare ispirazione contribuendo alla creazione di una nuova società creativa, essenziale per il progredire dell’Italia verso un futuro non solo tecnologicamente avanzato ma anche umanamente più responsabile.
#7 Basso livello di criminalità
Il livello di sicurezza della città è molto alto, infatti è stato stimato dalle statistiche, che nonostante l’incremento degli ultimi tre anni dei furti nelle case, Mantova resta una delle città più sicure della penisola. Il livello di criminalità è molto basso rispetto alle altre città italiane, le strade sono sicure, anche se poco frequentate di notte, per via del ridotto livello della socialità giovanile, i casi di aggressione sono perlopiù inesistenti e la percezione di sicurezza è alta, anche per stranieri e immigrati, che si trovano generalmente integrati all’interno dei quartieri.
Sta facendo molto scalpore la decisione della Corte Suprema americana che ha annullato la sentenza Roe v. Wade sull’aborto.
“La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto“: si legge nella sentenza della Corte Suprema che ribadisce che “l’autorità di regolare l’aborto torna al popolo e ai rappresentanti eletti”, vale a dire autorizza gli stati alla possibilità di vietarlo. Tutto ha avuto inizio dal Mississippi che intende vietare quasi ogni forma di interruzione di gravidanza dopo 15 settimane di gestazione. La legge non era entrata in vigore, dopo che nei tribunali di grado inferiore era stato presentato appello, sostenendo che la legge violava quanto stabilito nella sentenza ‘Roe v. Wadè del 1973 che stabiliva che i singoli Stati non possono imporre restrizioni al diritto di una donna di interrompere la gravidanza prima della fase in cui il feto sarebbe in grado di sopravvivere al di fuori del grembo materno, solitamente dopo 24 settimane di gestazione.
Personalmente sono sempre dalla parte del diritto di scelta individuale: credo che sia diritto di ogni persona indossare o meno una mascherina, assumere o meno un farmaco, abortire o ricorrere all’eutanasia.
Però la sentenza si basa su un altro aspetto che sta venendo poco considerato nel dibattito pubblico. L’applicazione di un principio fondamentale in uno stato federale come quello americano: il diritto di ogni comunità (stato federale) di scegliere come amministrarsi e quali leggi adottare.
Il tema di fondo è dunque questo: è giusto che ogni comunità sia libera di gestirsi come meglio crede? E fino a che punto si può spingere a farlo? Il principio del federalismo e delle autonomia locali è di dare libertà di scelta alle singole comunità. E proprio la maggiore libertà di scelta e di regolarsi a livello delle singole comunità è una tutela per la libertà individuale.
A quel punto chi la pensa come me, sarà sempre a favore delle comunità che lasciano più libertà di scelta alle persone. E chi si trova in una comunità che applica regole diverse dai propri valori, potrà sempre essere libero di battersi per cambiare le regole che non vanno oppure di andarsene. Tanto più piccola sarà la comunità che potrà dotarsi di proprie regole, tanto meno strada ogni persona dovrà fare per trovare una comunità più in linea con la sua visione del mondo.
Una mezzaluna di sabbia finissima e mare da sogno. Ecco dove si trova e quali sono le sue meraviglie.
MASUA, la PISCINA NATURALE più BELLA d’Italia
# Una mezzaluna con sabbia finissima, mare cristallino e un piccolo molo “trampolino” per i tuffi
La spiaggia di Masua, nel mezzo di un litorale unico per la spettacolarità del suo mare e i suoi faraglioni che si estende dal golfo di Gonnesa a Buggerru, si trova nel comune di Iglesias, sulla costa occidentale della Sardegna. Conosciuta anche come “Il Molo” per via della presenza di un vecchio molo in cemento e porfido, a nord della spiaggia, che oggi viene utilizzato come trampolino per i tuffi.
La spiaggia è caratterizzata da una forma a mezzaluna con sabbia finissima di un colore ambrato chiaro misto al dorato mentre l’acqua del mare è cristallina, come quella di una piscina, con colori che spaziano dall’azzurro al turchese, dal verde smeraldo al blu intenso.
# Sembra Rio de Janeiro
Questa spiaggia meravigliosa è arricchita da un’altra attrazione, in mezzo al mare si staglia infatti uno spettacolare monumento naturale: il Pan di Zucchero. Un faraglione alto 133 metri simile al Pao de Acucar nella baia di Rio de Janeiro e che pare sia stato chiamato così proprio per la somiglianza con quello brasiliano. Ma le sorprese di Masua non sono ancora finite.
# Un tempo porto per l’imbarco dei minerali
Il molo presente sulla spiaggia è una piccola testimonianza del passato di porto di questa baia, insieme a quella più grande di Porto Flavia, una struttura di estrazione e stoccaggio dei minerali, sul versante sinistro della stessa. All’avanguardia fino agli anni ’50 del ‘900, è posizionata all’interno del promontorio che domina Masua e consentiva l’imbarco diretto sulle navi dei minerali destinati alle fonderie nord-europee. Chiusa da decenni, oggi è possibile visitarla.
Caldo e afa non ti temo. Anche quando le temperature estive stringono Milano in una “morsa infernale”, i milanesi possono trovare refrigerio in alcuni parchi e giardini che rappresentano pezzi di storia e di identità. Vediamo i dettagli e dove trovare quelli meno noti.
I giardini segreti più FRESCHI di Milano
# Parchi meno noti o addirittura nascosti
È arrivata ufficialmente l’estate 2022, spoilerata con temperature molto alte fin da maggio. Restare a Milano in questo periodo potrebbe risultare infernale: la voglia di vacanze e di mare è una specie di saudade, tra le strade arroventate dal sole.
C’è il modo di sottrarsi alla “morsa infernale”, trovando riparo all’ombra di giardini nascosti, o poco considerati dalla frenesia di città. Alcuni sono addirittura segreti o riaperti al pubblico da poco e vale la pena visitarli, perché riservano sorprese e bellezza. Vediamoli.
# Parco Ex Armenia Films
In Via Filippo Baldinucci, a Dergano, una volta c’era lo stabilimento cinematografico della Milano Film, poi diventata Armenia Films. In questo teatro di posa è stato girato il primo lungometraggio muto d’Italia. Di Armenia Films è rimasta la facciata del muro e la porta di ingresso. Il resto della superficie del teatro di posa sono stati trasformati, tanto che parte è adibita a delizioso parco. Si trova riparo sotto alberi alti e c’è anche un piccolo laghetto.
Nella centralissima Via dei Giardini, alle spalle della M3 Turati, c’è il giardino all’inglese opera di Luigi Canonica. Il giardino era di proprietà della famiglia Perego e inizialmente si estendeva fino agli orti del monastero di S. Erasmo. Canonica ha progettato il giardino all’inglese, poi rivoluzionato dalla viabilità necessaria a servire la vecchia e nuova stazione Centrale di Milano. Oggi di proprietà del comune, è attrezzato per passeggiate a piedi e in bicicletta, percorsi per fare jogging e un’area giochi.
# Giardino di Via Orti
Nascosto per anni dentro un cantiere di riqualificazione e quasi dimenticato, da poche settimane ha riaperto al pubblico il giardino compreso tra Via Orti e Via Lamarmora. Con i suoi 10.000 m² di superficie, trovano posto tigli, cedri del Libano e piante di aromi perenni. Il giardino ha sullo sfondo un paesaggio urbano che abbraccia due secoli di Milano, dal 1700 al 1900, nel cuore di Porta Romana.
Nascosto tra l’Ospedale Maggiore, la Statale e la Sinagoga centrale, il Giardino della Guastalla è un antico broletto milanese, al cui interno si trovano piante secolari tra cui spicca la pianta dei sigari e una peschiera all’italiana, una volta alimentata dall’acqua del Naviglio di Via Sforza. Ai lati della peschiera anche un’edicola seicentesca opera di Luigi Cagnola. La Guastalla è un giardino dalla bellezza incredibile e ci si può rifugiare per un po’ di relax e frescura anche con bimbi e cani, per cui sono previste aree attrezzate.
# Parco di Villa Finzi
Il parco di Villa Finzi si trova a Gorla e più precisamente in Via Sant’Elembardo, luogo che riesce a mantenere intatta la sua identità. Creato dalla famiglia Finzi Ottolenghi come parco per bambini, conserva la sua vocazione grazie alle due aree giochi riservate ai più piccoli. Probabilmente noto per la cascata viola, la fioritura di glicine che in primavera ricopre il Tempietto dell’Innocenza, il parco è la casa di piante secolari, tra cui la pianta del caffè, specie di aceri e l’albero di Giuda.
Da Via Palestro si accede ad un percorso botanico fatto di sentieri che si insinuano tra un cedro, una pianta del caffè e agrifogli, costeggiando grotte e attraversando il laghetto. Non proprio tutti possono accedere, perché il Giardino di Belgiojoso Bonaparte è riservato ai bambini. Gli unici adulti che possono accedere, sono quelli che accompagnano i piccoli. La sistemazione è quella tipica del giardino all’inglese, progettato dall’allievo del Piermarini, Leopold Pollak.
# Orto botanico di Brera
Il giardino voluto da Maria Teresa d’Austria in persona, stretto tra Brera e Via Fiori Scuri, si estende per oltre 5.000 m². L’impianto progettato da Padre Vittman, è composto da tre settori: due adibiti ad aiuole e uno un arboreto con piante secolari. I settori sono divisi da due vasche ellittiche. Dei parchi cittadini e del centro, è forse il più noto tra tutti quelli visti finora. Prestigiosi architetti, come Piermarini e Richini, hanno contribuito ad abbellire questo luogo, voluto per la meditazione e l’insegnamento, che ancora oggi si pratica nell’auletta.
Turisti e milanesi possono trovare rifugio dal caldo, per una sosta di relax e frescura anche in pieno centro storico. Fuggire dal caldo torrido potrebbe rivelarsi più facile di quel che appare, anche nella piccola metropoli che punta verso il cielo.
Avanza la metro nel mondo. Continua la costruzione di nuove linee e stazioni metropolitane per consentire a un maggior numero di persone di muoversi a bordo di un mezzo di trasporto pubblico veloce e per ridurre il traffico sulle strade. Scopriamo alcuni dei progetti più innovativi.
5 progetti di NUOVE LINEE della METRO più d’AVANGUARDIA nel mondo
#1 L’Elizabeth Line, la linea metropolitana più lunga d’Europa (Regno Unito)
Il tratto centrale dell’Elizabeth line è stato inaugurato qualche settimana fa in occasione del 70esimo anniversario di regno della Regina Elisabetta. Questa linea ferroviaria con servizio metropolitano, che funge anche da passante, ha lo scopo di migliorare drasticamente la mobilità rivoluzionando il trasporto di Londra e della sua area metropolitana. Quando sarà interamente operativa si estenderà per 100 km, da est a ovest, e avrà un totale di 41 stazioni diventando la linea più lunga d’Europa.
#2 Nelle stazioni della linea 14 di Shanghai si ha l’illusione che dal soffitto scorra un fiume (Cina)
La linea 14 di Shanghai si estende per 38 km con 31 fermate, da est a ovest della metropoli asiatica, ed è la prima in Cina ad applicare i più elevati standard di progettazione, costruzione e funzionamento.
Il design interno delle stazioni, curato da Xing Design, restituisce l’illusione del fiume Huangpu che scorre sopra la linea metropolitana grazie al soffitto curvo a “onde d’acqua” che lambiscono le colonne.
#3 La stazione Metro Martin Place, il nuovo grande hub di interscambio di Sidney (Australia)
Al centro di una linea metropolitana di 31 stazioni e 66 km di lunghezza, da nord ovest a sud ovest di Sidney, verrà inaugurata nel 2024 la nuova stazione metropolitana di Martin Place sovrastata da due grattacieli.
Diventerà uno degli snodi più trafficati della città australiana grazie alla presenza dell’interscambio con la stazione ferroviaria e consentirà un comodo accesso all’aeroporto e alle linee della periferia est, oltre ad essere vicina ai servizi di bus e alla metropolitana leggera.
#4 Per la costruzione della linea 16 di San Paolo si dovranno sfidare alcune barriere naturali (Brasile)
A San Paolo in Brasile è stato da poco annunciato il progetto per una nuova linea metropolitana lunga 21,8 km e con 21 stazioni che dovrebbe trasportare a regime 636.000 persone al giorno. La realizzazione di questa linea sarà una vera e propria sfida ingegneristica: le gallerie dovranno passare infatti attraverso barriere naturali come i fiumi Tamanduateì, Tatuapè e Aricanduva. L’ultimazione è prevista per il 2034.
#5 La Linea M4 di Milano collegherà l’aeroporto con il centro città in meno di 15 minuti
La linea M4 di Milano, 15 km per 21 stazioni, sarà la quinta linea metropolitana del capoluogo lombardo e la seconda driverless dopo la M5. Completata al 72%, collegherà l’aeroporto di Linate con il centro città in meno di 15 minuti, un vero record. Dal centro proseguirà lungo la Cerchia dei Navigli per fare capolinea ad ovest nella Stazione di San Cristoforo Fs. Nell’autunno del 2022 verranno inaugurate le prime sei stazioni da Linate a Dateo, il resto della linea sarà operativo tra il 2023 e il 2024.
A poco più di 2 ore da Milano, c’è un bosco fiabesco che immerge chiunque lo attraversi in una favola Disney. Non sembra difficile immaginarsi di camminare tra le sue piante secolari e scorgere qualche fata o qualche movimento strano, ma dov’è di preciso?
La FORESTA MAGICA a poca distanza da Milano: il percorso sensoriale adatto anche ai bambini
# La foresta magica
L’ideale è visitarla in primavera o a inizio estate quando tutto è in fiore oppure in autunno quando i colori caldi e l’alternanza di rosso, giallo e arancione creano panorami incantati, ma visitare la Foresta Bagni di Masino è sempre un’esperienza consigliata a chi vuole immergersi nella natura e dimenticare per un giorno la città.
La Foresta Bagni Masino si trova a Sondrio ed è ricca di piante alte e faggi secolari che la fanno sembrare una foresta magica. Ricorda le foreste incantate dove Biancaneve, Raperonzolo o la Bella Addormentata vengono salvate da principi e sette nani, ricorda gli alberi delle Cronache di Narnia che sembrano parlarti o quelli proprio con cui puoi fare due chiacchiere come in Pocahontas.
Nella magia della Foresta Bagni di Masino si possono percorrere sentieri di ogni genere, dai più semplici a più complessi, da mulattiere a camminate in piano. E uno dei percorsi preferiti dell’area è quello da fare con i bambini, ma amato anche dai più grandi: il percorso sensoriale alla scoperta del luogo.
# 9 tappe per scoprire la flora e la fauna del bosco
Se la Foresta Bagni di Masino è già luogo ideale per i bambini, il fatto che attorno ad una natura da togliere il fiato e prati verde smeraldo ci siano postazioni barbecue, pic-nic e un ruscello dove poter giocare rinfrescandosi rende la foresta ancora più attraente.
Il percorso sensoriale organizzato nella foresta è lungo un chilometro circa ed è adatto a tutti, può essere addirittura fatto con i passeggini. È diviso in 9 tappe, ognuna delle quali è dedicata ad animali e specie vegetali tipici della zona. Durante il percorso ad anello si incontra anche una casa nel bosco, quella di Hansel e Gretel magari, e in ogni tappa ci sono pannelli esplicativi e tattili per riconoscere la flora e la fauna del bosco. Il percorso sensoriale è stato ideato da ERSAF in collaborazione con l’Unione Ciechi e Ipovedenti della Lombardia.
Anche quest’estate tornano i viaggi notturni sui treni ad alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria nel massimo del comfort e con tutti i servizi. Ecco da quando e gli orari previsti.
Si torna a dormire ad alta velocità: riparte il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria
# Dal 30 giugno riparte la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria per l’estate
Anche quest’estate si potrà viaggiare di notte a bordo dei treni Frecciarossada Milano a Reggio Calabria. Una tratta operativa già nell’estate del 2021, riproposta anche durante il periodo pasquale di quest’anno, e che sarà attiva a partire da 30 giugno fino al 4 settembre. Sono previsti due collegamenti, uno di andata e uno di ritorno, dalla stazione di Milano Centrale a Reggio di Calabria Centrale.
# Partenze dal giovedì alla domenica
Con il massimo del comfort e dei servizi i treni dell’alta velocità percorreranno tutto lo stivale nelle giornate di giovedì, venerdì, sabato e domenica. Partenza da Milano alle 21.20 e arrivo a Reggio Calabria alle 8.18 e in direzione opposta con partenza da Reggio Calabria alle 22.19 e arrivo a Milano alle 8.50 della mattina dopo.
# Da una parte all’altra dell’Italia in meno di 11 ore
Il collegamento notturno con Frecciarossa prevede diverse fermate intermedie: Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze S.M.N., Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni. La durata del viaggio è di poco meno di 11 ore partendo da Milano e di 10 ore e mezza partendo dalla città calabrese.
Una fermata molto frequentata dagli universitari. Che cosa si trova nei dintorni?
La FERMATA del GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di BICOCCA
# Shopping: Bicocca Village, il centro commerciale
Il Bicocca Village è un noto centro commerciale vicino al confine con Sesto San Giovanni. Offre tantissime forme di intrattenimento: ristoranti, negozi, un cinema e addirittura una pista di go kart. Si trova in Viale Sarca angolo con Via Chiese.
# Lo spuntino: Fancytoast, da San Francisco a Milano
Specializzati negli open toast, il loro obiettivo è quello di far conoscere a tutti gli “epic toast from West Coast”. In Piazza della Trivulziana 5 si trova questo locale che si ispira alle abitudini culinarie e all’atmosfera statunitense, in particolare di San Francisco, offrendo al cliente ottimi brunch, toast e pancakes, tutti ovviamente accompagnati da una tazza di caffè americano.
# Il Teatro: TAM Teatro Arcimboldi Milano
Il più recente dei teatri milanesi è il Teatro Arcimboldi, in viale dell’Innovazione 20. Famoso per aver ospitato gli spettacoli del Teatro della Scala durante la sua ristrutturazione e per le riprese del celebre spettacolo televisivo Zelig, il TAM propone un programma ricco e interessante di spettacoli, a partire dal “Roberto Bolle and Friends” che si sta svolgendo proprio in questi giorni.
# Le mostre: PirelliHangar Bicocca, il luogo d’arte
Originariamente uno stabilimento industriale, l’Hangar Bicocca è oggi uno spazio di esposizione per arte moderna e contemporanea. Oltre alle installazioni artistiche fisse come “I Sette Palazzi Celesti” di Anselm Kiefer, l’Hangar propone ogni mese nuovi eventi e programmazioni molto interessanti, anche per l’occhio meno esperto.
# La tavola calda: Tempi Moderni
All’interno di uno storico edificio in stile liberty in via Fortiguerra 12 si trova questa tavola calda molto semplice ma che è per le persone che abitano e frequentano la zona, studenti o lavoratori, un punto fermo. Ideal per una buona colazione o una economica e veloce pausa pranzo.
# Cinema: Cineteca Milano
La Cineteca Milano è un piccolo museo interattivo del cinema, in viale Fulvio Testi 121. All’interno di questo museo non si celebra solo la Storia del cinema – per esempio attraverso l’esposizione di antichi strumenti cinematografici – ma si celebra in generale la Storia dei film: si tengono infatti anche corsi come quello “per imparare Valzer, Contraddanza, Quadriglia e le Danze figurate ispirate ai grandi film”.
# Il diversivo: Anger Games, le stanze della rabbia
Il luogo ideale dove sfogare rabbia, stress e frustrazioni. Si tratta della prima rage room di Italia, una stanza apposita dove poter sfogare la rabbia, distruggendo, urlando e liberandosi da cattive emozioni. Con apposite protezioni questo posto fornisce oggetti da spaccare e attrezzi con cui farlo all’interno di stanze apposite e insonorizzate. Si trova in via Imperatore 31.
# Il giardino: la collina dei ciliegi
Questo parco pubblico è una distesa di alberi – soprattutto ciliegi da fiore – proprio dietro l’università. Si tratta di una collina artificiale ricavata in parte dai detriti di scavo della ristrutturazione della Pirelli. Le entrate si trovano in viale Sarca, via Sacchetti e via Figini.
# Il ristorante: Tutto St’Orto
In Piazza della Trivulziana 2 si trova questo ristorante che propone pietanze sane ed equilibrate che celebrano l’importanza e la bontà dei frutti della terra.
# Il quartiere: Borgo Pirelli
A due passi dalla Collina dei Ciliegi, si trova il Borgo Pirelli. In via Fortiguerra infatti si trova questo complesso di edilizia popolare di Milano, creato negli anni 20 per essere un villaggio operaio. Quasi tutte villette a più livelli con giardino, questo piccolo borgo romantico è in forte contrasto con il resto della città che lo circonda.