La seconda vita dell’Albero della Vita: questo sarà il suo futuro

Ricordi di quasi dieci anni fa...trapiantati nel futuro

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Credits Andrea Cherchi - Albero della vita in funzione

In occasione dell’Expo i milioni di visitatori accorsi da tutto il mondo hanno potuto apprezzare l’originalità e la diversità dei padiglioni dei vari stati, quelli a tema legati a un determinato alimento o prodotto così come le piccole o grandi attrazioni sparse sul Cardo e sul Decumano. Di sicuro, l’attrazione che più ha colpito tutti soprattutto a livello sonoro e luminoso è stato l’Albero della Vita. Ma che fine ha fatto e farà?

La seconda vita dell’Albero della Vita: questo sarà il suo futuro

# Nel 2025 attesa la rinascita grazie a MIND

MIND

MIND è una delle più grandi partnership pubblico-privato in Italia per la realizzazione di infrastrutture di ricerca. Già sede di ospedali di cura e ricerca medica come IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio ed enti di ricerca quali Human Technopole, ospiterà anche l’attività di ricerca di due università milanesi di livello internazionale, Università degli studi e Politecnico di Milano, assieme a illustri ospiti internazionali come Berkeley SkyDeck Europe. Ed è proprio MIND che ha lanciato un progetto di riqualificazione dell’Albero della vita da completare nel 2025, ovvero a due lustri di distanza dall’Esposizione Universale milanese.

# Piazzale Expo 2015

Credits Andrea Cherchi – Albero della vita Expo

L’Albero della Vita è diventato un simbolo della città e come tutti i simboli deve essere preservato e valorizzato. Igor De Blasio, amministratore delegato di Arexpo ha dichiarato che svariate volte in molti si sono chiesti in questi anni post Expo cosa sarebbe diventato l’Albero della Vita, e che nel 2024 sarà delineato il progetto della nuova piazza sottostante che si chiamerà piazzale Expo 2015 che tornerà a offrire spettacoli, oltre ad ad essere un punto di riferimento per Mind come per la città intera.

# La seconda vita dell’Albero della Vita

Credits Andrea Cherchi – Futura piazza Expo2015

Se l’Albero è stato il simbolo del rilancio di Milano, l’idea è quello di rigenerarlo e di dargli una nuova vita. Nei prossimi mesi verrà lanciata una manifestazione d’interesse rivolta alla città per raccogliere proposte su quella che sarà la seconda vita dell’Albero anche se De Biasio qualche idea ce l’ha già: “Mi piacerebbe che l’Albero diventasse un po’ quelle che sono le fontane di Burj Khalifadi a Dubai, con spettacoli quotidiani che attirino turisti e siano un punto di aggregazione per le 60mila persone che ogni giorno vivranno il nuovo quartiere di Mind”. Sicuramente, lo spettacolo sarà diverso da quello visto durante i sei mesi di Expo perché a detta dell’AD sarebbe sbagliato ripetere dopo così tanti anni quello che era una bellissima esibizione. La tecnologia ha fatto dei grandi passi avanti e quindi non potrà che esserci un aggiornamento in linea con i tempi presenti. Le modifiche tecnologiche permetteranno anche di contenere i costi di manutenzione. Se per l’Albero della Vita, il futuro è assicurato, restano invece molti dubbi sul destino dell’Open air theatre, l’arena all’aperto da 6000 posti a sedere.

Resta da capire (ma questa è opinione personale) se la maestosa colonna sonora dell’Expo, Wild Side del maestro Roberto Cacciapaglia, sarà ancora di accompagnamento alle esibizioni luminose di quello che è stato l’albero artificiale più grande e famoso d’Italia e d’Europa. Perché chi come il sottoscritto all’Expo ci ha lavorato quella musica se la ricorda bene e non la dimenticherà mai.

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).

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