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MILANO e PALERMO, gemelle diverse

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Credits: finedininglovers.it Milano e Palermo

Palermo e Milano nell’immaginario collettivo sono da sempre due città in forte contrapposizione tra di loro. In effetti sono due culture molto diverse, ma ci sono delle affinità che le legano. Facendo una riflessione più attenta, infatti, e che va oltre i soliti cliché, potremmo riscoprire che le due città hanno delle similitudini forti.

MILANO e PALERMO, gemelle diverse

# Hanno subito un mix di dominazioni e di culture internazionali

Credits: @luxury_allworld
La Zisa, Palermo

Palermo è stata crocevia tra Occidente ed Oriente che l’ha resa un mix unico di generi e di culture. Grazie alle dominazioni che si sono succedute, dai Fenici, ai Greci, agli Arabi, per poi arrivare ai Normanni e terminare con la dominazione Spagnola, Palermo ha costruito la sua peculiare identità culturale. Gli Arabi hanno lasciato in eredità alcuni tra i più importanti monumenti della città: la Zisa, Palazzo Reale e la chiesa della Martorana.

Anche Milano ebbe diverse dominazioni: saccheggiata e devastata nel periodo delle invasioni barbariche, nel 569 fu conquistata dai Longobardi e rimase sotto il loro dominio sino al 774, quando ebbero il sopravvento i Franchi, per poi passare sotto la dominazione spagnola, austriaca, che terminò in un primo momento con l’arrivo di Napoleone, per poi ricominciare con la sua disfatta di Lipsia.

# Ospitano due grandi e celebri teatri d’opera

Credits: @teatroallascala
teatro alla Scala

Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, conosciuto ai più come Teatro Massimo di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Alla sua apertura suscitò le invidie di molti per le sue dimensioni e monumentalità. Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del Monastero di San Giuliano, i quali vennero in seguito demoliti per fare spazio alla grandiosa costruzione.

Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala, semplicemente noto come Teatro alla Scala, è il principale teatro d’opera di Milano. Considerato tra i più prestigiosi teatri al mondo, ospita da 243 anni i principali artisti nel campo internazionale dell’opera, del balletto e della musica classica. L’edificio sorse sulle ceneri del precedente teatro Ducale distrutto da un incendio nel 1776 e deve il nome alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per fare posto al teatro inaugurato il 3 Agosto del 1778.

# L’Orto botanico di Palermo e quello di Brera: due splendidi polmoni verdi

Credits: @dame_en_vert
Orto Botanico Palermo

L’Orto botanico di Palermo è un’istituzione dell’Università degli Studi aperta al pubblico. La sua origine risale al 1779, anno in cui a Palermo sorse l’attuale Università nella quale, istituita la cattedra di Botanica e Materia medica, si ottenne di usufruire di un’area circostante per insediarvi un piccolo orto dove piantare colture ”semplici”, ovvero piante medicinali utile agli insegnamenti. Ben presto questo orto accademico si rivelò insufficiente alle necessità del tempo, così nel 1786, si decise di trasferirlo in una sede più ampia tale da consentire l’impianto di un orto più all’avanguardia rispetto a quello finora esistente. Troviamo moltissime specie di piante e molte di quelle esotiche, di origine prevalentemente sudafricana, australiana e sudamericana, trovano ospitalità nelle collezioni in vaso in piena aria e in varie serre, una delle quali fu donata dalla regina Maria Carolina di Borbone, grande sostenitrice dell’orto.

Ancora una volta continuiamo a trovare le famose affinità fra le due città. La creazione dell’orto botanico di Milano, avvenne nel 1774 dopo lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti e il passaggio del loro Collegio in mano pubblica. Anche in questo caso si privilegiò l’aspetto didattico e informativo rispetto alla volontà di ostentare specie rare o esotiche particolarmente attrattive per chi avesse voluto visitarle. Poiché nello spazio dove sorgerà l’orto botanico erano cresciute piante molto alte, che ombreggiavano il terreno e rendevano difficile la coltivazione di altre specie, e a causa del fatto che lo spazio era circondato da alte mura ed edifici che rendevano difficile la sua trasformazione, il progetto dell’Orto comportò l’eliminazione degli alberi esistenti, l’innalzamento del livello con nuova terra e la costruzione della serra. In ragione delle sue finalità rivolte alla promozione dell’agricoltura e delle arti non erano previste piante esotiche. Attualmente l’Orto botanico di Brera, è un Museo universitario con la finalità di salvaguardare un bene storico come testimonianza del modello culturale in vigore nella seconda metà del settecento.

# L’opera dei Pupi e le Marionette di Colla

Credits: @marionettecolla
marionette Milano

L’opera dei pupi è un teatro delle marionette tipico della tradizione siciliana. I pupari utilizzano questi personaggi per rappresentare storie tratte dalla letteratura epico-cavalleresca di origine medievale. Le marionette del Settecento venivano animate dall’alto per mezzo di una sottile asta metallica collegata alla testa attraverso uno snodo e per mezzo di più fili, che consentivano i movimenti delle braccia e delle gambe. Ancora oggi sopravvivono alcuni pupari che cercano di mantenere viva la tradizione, alcuni proponendo rappresentazioni per turisti altri attraverso una vera e propria rassegna teatrale.

Ed ecco qui un’altra affinità con Milano, infatti la compagnia Carlo Colla e figli di Milano è la più grande e antica compagnia di marionette esistenti al mondo, attiva da più di due secoli. Il ricco commerciante Gianbattista Colla, infatti, alla fine del Settecento, adibisce per divertimento una delle sale del suo palazzo di Milano a teatro delle marionette. All’inizio dell’Ottocento, a causa di alcune vicissitudini, i Colla furono costretti a lasciare la città e gli spettacoli di marionette diventano l’attività della famiglia. Alla morte di Giovanbattista, i figli fondarono tre diverse compagnie e nacque cosi la compagnia marionettistica Carlo Colla e figli.

# Tra una fetta di cassata e una di panettone

Credits: @chiaravaniglia
cassata

Arrivando a Palermo non possiamo fare a meno di rimanere incantati dalla varietà e dalla bontà dei suoi dolci tanti e tali sono quelli che la rendono famosa nel mondo. Sicuramente al primo posto troviamo la cassata, un dolce tradizionale a base di ricotta zuccherata, pan di spagna, pasta reale e frutta candita. Un dolce buonissimo al palato ma anche molto bello da vedere, con i suoi colori rispecchia  in fondo, il calore e la solarità dell’isola. Esistono più varietà di cassate: quella catanese, la trapanese, la nissena e la siracusana. A Palermo però è ancora molto usata la prima versione di questa torta di ricotta, denominata cassata al forno, priva di canditi e di pasta reale. E’ un involucro di pasta frolla che contiene all’interno la crema di ricotta di pecora zuccherata e gocce di cioccolato fondente, una delizia per il palato!

A Milano, invece, il dolce per eccellenza è il panettone, che oltre ad essere conosciuto in tutto il mondo e dalla grande bontà, vanta due leggende circa la sua nascita. La prima pare sia legata ad un amore, nato tra un falconiere e la figlia di un fornaio. Costui, innamorato della ragazza, si fece assumere dal padre di lei come garzone e per incrementare le vendite provò a inventare questo dolce fatto di farina, uova, burro, miele e uva sultanina. Il dolce riscosse talmente tanto successo che tutti lo vollero assaggiare, divenendo cosi il dolce milanese per eccellenza. L’altra leggenda invece racconta di un cuoco incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stato invitati molti nobili del circondario. Narra la leggenda che il cuoco, dimenticatosi per errore del dolce in forno, lo fece bruciare. Vista la disperazione di quest’ultimo, un piccolo sguattero di nome Toni gli propose di portare in tavola il dolce che aveva preparato quella mattina, fatto di farina, burro, uova, scorza di cedro e qualche uvetta. Il dolce riscosse un incredibile successo, da far sembrare che il nome “panettone” derivasse dal nome del piccolo garzone, Toni (da qui il Pane di Toni, quindi Panettone).

# Milano e Palermo, accomunate dalla nobiltà d’animo dei loro cittadini

Credits: ilfattoquotidiano.it
Duomo

Ci siamo soffermati a parlare delle affinità “materiali” che legano le due città. Ma adesso voglio mettere in luce quelle che, a parer mio, sono le similitudini che ancora una volta troviamo in esse e voglio farlo parlando della nobiltà d’animo dei loro cittadini, che, ne sono certa, le accomuna seppur in modi differenti.

Palermo: generosa, passionale, ospitale, città che raramente ti fa sentire sola e questo tu lo avverti sin dal primo istante che la vivi, ti senti avvolto dall’amore dei suoi abitanti, anche a dispetto di quello che talvolta si sente dire da chi non conosce la città e la bella anima dei suoi cittadini. Chiunque sia stato a Palermo, non ha potuto fare a meno di notare la sensazione di sentirsi a casa pur non essendo la propria.

Oggigiorno purtroppo, la parola nobiltà, intesa come nobiltà d’animo, si è un po’ svuotata del suo significato vero. Essa non ha nulla a che vedere con la ricchezza economica o con lo status sociale, attiene ad una condizione che riguarda l’essenza vera dell’essere umano e in questo Palermo ha un vero e proprio primato. Palermo è storia, cultura, aggregazione e tanto altro.

Milano, altra città, seppure in maniera diversa, ospitale e accogliente. Questo è un aspetto che pochi valutano: abbiamo mai pensato a quante persone si sono riversate qui  per motivi differenti? Una moltitudine etnica che la rende, senza ombra di dubbio, la città più variegata e multietnica d’Italia. Pensiamo a quanta gente senza grosse pregresse speranze, qui ha potuto costruire un “futuro”, quel futuro che  spesso, non si è trovato nella città d’origine. Nobiltà d’animo è anche questa: dare una possibilità, integrare in forme diverse, accogliere chiunque “ha voglia di fare”.

“Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte.” (Guido Piovene)

Continua la lettura con: La Milano del futuro avrà una GEMELLA DIGITALE: a cosa servirà?

FABIANA CRIVELLO

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La CHIESETTA di Milano che sorge in MEZZO AI CAMPI

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Credits themerakishita IG - Chiesa di San Marco al Bosco

Questo piccolo edificio religioso si erge dai campi agricoli del sud milanese. Dove si trova e qual è la sua storia.

La CHIESETTA di Milano che sorge in MEZZO AI CAMPI

# La sua costruzione è legata al ritrovamento di un crocefisso

Credits mara_cassi IG – Chiesa di San Marchetto

La Chiesa di San Marco in Bosco, detta di San Marchetto, è una piccola chiesa devozionale che sembra esistere già alla fine del 1300 essendo riportata nel catalogo delle chiese esistenti in diocesi all’epoca “Liber notitiae sanctorum mediolani”.

Interno chiesa San Marchetto con crocifisso

La sua costruzione sembra legata al ritrovamento di un Crocefisso in legno, conservato ancora della chiesa, attorno a cui ruota una leggenda. Sembrerebbe infatti che i cavalli utilizzati per l’aratura si fossero rifiutati di procedere in quella zona di terreno, dove ora sorge la chiesa e dove venne ritrovato questo Crocefisso, posto poi in venerazione.

# Dove è stata edificata

Credits salvlui IG – Chiesetta di San Marchetto

La chiesa ha una struttura muraria a pianta quadrangolare, con semicerchio absidale. Il suolo rialzato su cui è stata eretta, al contrario di quello che si può pensare, non è affatto un terrapieno artificiale ma il piano campagna presente all’origine, allo stesso livello della Cascina S. Marchetto. Questo perché a causa dell’asportazione dello strato argilloso destinato alla costruzione di laterizi presso la vicina fornace all’inizio del secolo XX, ci fu un abbassamento dei terreni limitrofi.

# La chiesa si trova in mezzo al Parco delle Risaie

Credits pieropiroddi IG – Chiesa San Marchetto con risaie

La struttura religiosa si trova nel mezzo dei campi del Parco Agricolo Sud di Milano, per l’esattezza nel Parco delle Risaie. Come si nota dalla foto, in primavera quando i campi vengono allagati sembra quasi sospesa su un isolotto. L’origine del nome S. Marco pare sia da collegare agli Eremitani di S. Agostino del Convento di S. Marco in Milano. Nella seconda metà del 1200, entrati in possesso dei fondi agricoli, i religiosi avrebbero fatto costruire la chiesa e forse anche un piccolo convento per alcuni frati come dipendenza del convento principale di S. Marco.

 

Continua la lettura con: La CHIESA a PIRAMIDE: la più strana di MILANO

FABIO MARCOMIN

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Leggi “non scritte” di Milano: 7 COSE da NON FARE in città

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Credits Andrea Cherchi - Cimento invernale

Ci sono cose che a Milano non si fanno. Vediamo quali sono.

Leggi “non scritte” di Milano: 7 COSE da NON FARE in città

#1 Il bagno nel Naviglio

Credits Andrea Cherchi – Cimento invernale

In realtà iniziamo con una regola che è scritta. Anche se attira molti, soprattutto nella bella stagione, è una delle cose che a Milano non si fanno: il bagno nel Naviglio, non perché sia molto inquinato, anzi è uno dei corsi più puliti ma perché è vietato da regolamento comunale. L’unica eccezione è durante il “Cimento”, il tradizionale e celebre tuffo di mezzanotte nei cosiddetti “giorni della Merla”, i più freddi dell’anno. Il Comune è un po’ sadico con i cittadini?

#2 Prendere l’auto

Credits: milano.repubblica.it – Multe su auto parcheggiate su strisce blu

Se non si vuole diventare isterici in mezzo al traffico, girare ore a cercare un parcheggio o rischiare di prendere multe salate è preferibile non prendere l’auto per spostarsi in città. Meglio usare i mezzi pubblici, efficienti e capillari, scegliere un mezzo in sharing oppure puntare sulle due ruote, bici o scooter. O ancora meglio a piedi.  

#3 Fermarsi sul marciapiede

A Milano non ci si ferma mai. Non si ha mai tempo da perdere e anche i pedoni sfrecciano come razzi. Pertanto è sconsigliato restarsene come statuine in mezzo al marciapiede, senza premurarsi di non essere un intralcio per il passaggio delle persone. Anche perchè con bici e monopattini che spesso escono dalla carreggiata, i marciapiedi di Milano assomigliano ad autostrade. 

#4 Ritardare 

A Milano la puntualità è un dovere civico. Una forma di rispetto per gli altri, soprattutto per il bene più prezioso che esiste in città: il tempo.  Se si ritarda è un obbligo avvertire del ritardo, anche se è di soli cinque minuti. 

#5 Parlare a voce alta

I milanesi sono persone sobrie e moderate proprio come la città in cui vivono. Parlare a voce alta non è una caratteristica di queste parti, quindi è buona norma evitare di tenere il volume a livelli esagerati, soprattutto in mezzi di trasporto pubblici. 

#6 Non fare la raccolta differenziata

Raccolta differenziata Milano

Milano è tra le città europee sopra il milione di abitanti con il più alto tasso di raccolta differenziata, è al 62% secondo i dati più recenti. I milanesi ci tengono all’ambiente e fare la raccolta dei rifiuti, suddividendoli correttamente per tipologia, è un modo per aiutarlo. La raccolta differenziata va fatta ad ogni costo. Inserire un sacchetto generico in un cestino pubblico viene guardato con sdegno. 

#7 Lasciare in disordine l’auto in sharing

Carsharing al mercato

L’auto in sharing è di tutti i milanesi o di chiunque ne abbia bisogno per spostarsi in città o fuori. Pertanto è tassativamente vietato lasciarla sporca o in disordine dopo il suo utilizzo: è segno di inciviltà, maleducazione e mancanza di rispetto verso il prossimo guidatore che vi salirà a bordo. A Milano lasciare in ordine l’auto che si prende a noleggio è una regola tassativa. 

Leggi anche: Approvati i progetti per i nuovi PARCHEGGI interrati a Milano

Continua la lettura con: 7 cose del nostro PASSATO che vorremmo fare RIVIVERE

FABIO MARCOMIN

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Il MONTE dei TRE CONFINI: dove si incontrano Italia, Austria e Slovenia

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Il monte è il punto di incontro tra Italia, Austria e Slovenia. Qui, ogni anno si celebra la Festa dell’Amicizia, da molto prima che fosse dichiarata la libera circolazione attraverso gli stati dell’Unione Europea.

Il MONTE dei TRE CONFINI: dove si incontrano Italia, Austria e Slovenia

# Monte Forno: triplice frontiera

Il monte Forno è una montagna delle Alpi orientali, alta poco più di 1500 metri. Dal 1924 sulla sua vetta sorge il confine di stato tra Italia, Slovenia ed Austria, rappresentato da un cippo. Nel corso degli anni ha ovviamente visto cambiare i nomi delle nazioni che qui si incontrano (si pensi ai tempi della Germania nazista o dell’ex-Jugoslavia).

Credits: @Branislav Jánoš (FB)

Il monte, in tedesco, prende il nome di Dreilaendereck, ossia triplice confine. In sloveno, invece, si chiama Peč. In friulano, Mont Fuar.

Il punto d’incontro tra il confine italiano, quello sloveno e quello austriaco è rappresentato da un monumento che indica in quale delle tre nazioni ci si trova.

E’ abbastanza affascinante il senso di libertà che si può respirare spostandosi, con soli pochi passi, in tre nazioni diverse senza vincoli o barriere.

# Il Monte Forno nelle quattro stagioni

Tutti i periodi dell’anno sono ideali per visitare il Monte Forno. A seconda del versante (italiano, austriaco o sloveno) le modalità per raggiungere la vetta e le varie attività che si possono svolgere sono diverse.

No photo description available.
Credits: @Ágnes Farkas(FB)

Per quanto riguarda il versante italiano, il monte si può raggiungere prendendo i sentieri che si diramano partendo da una frazione di Tarvisio, Fusine di Valromana.

Dalla Slovenia, è invece necessario recarsi a Rateče, località che sorge nei pressi di Kranjska Gora, nota meta turistica che si trova poco oltre il confine tra Italia e Slovenia.

Infine, dall’Austria, si può utilizzare la seggiovia Dreiländereck, che parte da Arnoldstein (uno dei primi paesi che si trovano dopo il confine tra Italia e Austria) e porta molto rapidamente in quota.

# Trekking, Mountain bike e sci

Per raggiungere la vetta del Monte Forno, le varie guide on-line parlano di molti sentieri che si possono scegliere a seconda del punto di partenza. Questi hanno durata, pendenza e per cui difficoltà diverse. Alcuni sono ideali per essere percorsi a piedi, sia in estate che in inverno. Altri sono più adatti alla mountain bike.

Credits: @FriuliVeneziaGiuliaTurismo(FB) – Ciaspolata sul Monte Forno

Su una cosa, però, tutte le guide sono d’accordo: indipendentemente da come si raggiunga la vetta, la sensazione di libertà e soprattutto il panorama di cui si può godere da lì, fanno dimenticare in poco tempo tutta la fatica fatta fino a quel momento.

No photo description available.

Il versante austriaco è una destinazione molto famosa per gli amanti dello sport invernale: si trovano infatti 17 chilometri di piste da sci (6 piste blu, 7 rosse e 4 nere).

 

Continua la lettura con: I 7 CONFINI più STRANI del MONDO

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

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Le 10 CASCATE più BELLE d’Italia da vedere in AUTUNNO (immagini e mappa)

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Credits kikkakikka76 IG - Cascate del Toce

Scopriamo le cascate da non perdere in questi ultimi mesi dell’anno.

Le 10 CASCATE più BELLE d’Italia da vedere in AUTUNNO (immagini e mappa)

#1 La Cascata del Toce, la più scenografica d’Italia (Piemonte)

Credits kikkakikka76 IG – Cascate del Toce

In Piemonte, nel mezzo della Val Formazza, c’è la Cascata del Toce, probabilmente la cascata più scenografica d’Italia. Un salto d’acqua di circa 143 metri che scende dalle Alpi e che si può osservare da un balcone panoramico, ma si può farlo in tutta la sua maestosità solo per brevi fasce orarie tra giugno e settembre. Per tutto il resto dell’anno la cascata ha una portata ridotta perché le acque del fiume Toce vengono captate per la produzione di energia elettrica.

 

#2 Cascate del Serio, le cascate più alte d’Italia (Lombardia)

Credits a.moment.of__ IG – Cascate del Serio

Le Cascate del Serio esistono solo per qualche giorno all’anno e sono le cascate più alte d’Italia, ben 315 metri. Si trovano in Val Seriana, sulle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo. I salti principali delle cascata sono tre: rispettivamente di 166, 74 e 75 metri. L’apertura di una diga, costruita nel 1931 per la produzione di energia elettrica, consente di ammirare il salto in tutta la sua imponenza.

 

#3 Le Cascate di Stanghe, create dal Rio Racines che scorre lungo le pareti rocciose (Trentino Alto Adige)

Credits antoniettamuollo IG – Le cascate di Stanghe

Le Cascate di Stanghe, in Trentino Alto Adige, attraversano in modo affascinante la piccola gola di Stanghe, anche conosciuta come orrido Gilf. Un luogo incantato tra Vipiteno e Racines dove l’incessante scorrere del Rio Racines lungo le pareti rocciose crea delle cascate suggestive.

 

#4 La Cascata dell’Acquacheta, citate nella Divina Commedia (Toscana)

Credits elimariani22 IG – Cascate Dell’Acquacheta

La cascata dell’Acquacheta, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi tra Toscana ed Emilia-Romagna, è generata dall’omonimo fiume e prima di raggiungere S.Benedetto in Alpe compie un salto di oltre 70 metri. Dante Alighieri la nomina nella Divina Commedia in un canto dell’Inferno: “Come quel fiume c’ha proprio cammino prima dal Monte Viso ‘nver’ levante, da la sinistra costa d’Apennino”.

 

#5 Cascata delle Marmore, la più celebre d’Italia (Umbria)

Credits carmelio.cenci IG – Cascata delle Marmore

In Umbria, nella Valnerina, troviamo la più celebre cascata d’Italia: la Cascata delle Marmore. Un’incredibile opera di ingegneria romana, realizzata nel 271 d.c., ha portato alla formazione di questo salto formato dal fiume Velino. Il fiume defluisce dal Lago di Pieluco e si tuffa nel fiume Nera, creando un'”orrida bellezza” come la definì Lord Byron.

 

#6 Le Cascate di Monte Gelato, un paradiso naturale nella valle del Treja (Lazio)

Credits digei74 IG – Cascate di Monte Gelato

Le Cascate di Monte Gelato sembrano un paradiso naturale uscito da una fiaba, tra Roma e Viterbo. Nel cuore della valle del Treja l’omonimo fiume crea piccole cascate e piccoli salti che convogliano in una piscina naturale tutta circondata da fitti boschi. Per raggiungerla è consigliato percorrere un sentiero dal borgo di Calcata.

 

#7 Le cascate del Rio Verde, le più alte cascate dell’Appennino (Abruzzo)

Credits la_rondi IG – Cascate del Rio Verde

Nella Riserva Naturale Regionale e OASI WWF Cascate del Verde, in Abruzzo, ci sono le meravigliose Cascate del Rio Verde. Si trovano precisamente a Borrello in provincia di Chieti, e sono le più alte cascate dell’Appennino che dominano la media valle del Sangro.

 

#8 Le Cascate del Liri, nel centro del paese (Campania)

Credits: @igers_lazio
Isola del Liri

In pieno centro nell’Isola del Liri, un paese in provincia di Frosinone, ci sono delle cascate davvero inaspettate. Dal braccio sinistro del fiume Liri scende la Cascata Grande, larga circa 10 metri per un salto verticale di oltre 27 metri, che si tuffa nel cuore del piccolo comune laziale.

 

Leggi anche: Una CASCATA in pieno CENTRO?

#9 La cascata del Marmarico, nel parco Naturale delle Serre (Calabria)

Credits marcopansino_naturalexperience IG – Cascata del Marmarico

La cascata del Marmarico all’interno del parco Naturale delle Serre, alta 114 metri, è la più alta della Calabria, nell’alto corso del fiume Stilaro. Si raggiunge percorrendo un bellissimo sentiero immerso nella natura che costeggia il letto del fiume, nel comune di Bivongi in provincia di Reggio Calabria.

 

#10 Le cascate di Capu Nieddu, tra le più scenografiche d’Italia (Sardegna)

Credits silviabarrasca IG – Cascata di Capo Nieddu

Le cascate di Capu Nieddu in Sardegna sono tra le più scenografiche d’Italia. La particolarità di questa meravigliosa cascata, alta 40 metri, è che si getta nel mare e che esiste soltanto da novembre a maggio durante il periodo delle piogge.

 

Fonte: Zingarate

Continua la lettura con: VIAGGIARE a meno di 40 EURO al giorno? Qui è possibile

FABIO MARCOMIN

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MILANO progetto PILOTA della CANNABIS?

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Nonna Canapa Credits: @ canapamundi_official IG

Milano vanta diversi primati: dal design alla moda, dal calcio alle fiere. Tra i tanti che rendono famosa la nostra città in tutto il mondo, ci potrebbe presto essere il titolo di capitale della cannabis.

MILANO progetto PILOTA della CANNABIS?

# Una battaglia che prosegue da decenni

credits: hydro_growing_down_under IG

Si sa, il dibattito sulla legalizzazione dell’erba dalla piacevole essenza aromatica e dai molteplici effetti benefici va avanti da tempo. Sono anni che la battaglia per il suo libero consumo e la sua libera commercializzazione si trascina tra infiammati dibattiti in trasmissioni televisive e aule parlamentari. Come non ricordare il combattivo Marco Pannella che sul tema ne fece una vera e propria crociata trovandosi, come spesso gli accadeva, decenni più avanti rispetto al paese.

# Ha origini molto antiche

credits: @williammarke44 IG

La pianta originaria dell’Asia centrale, considerata sacra per la gente hindu, era indicata in sanscrito con i termini bhanga, vijaya e ganjika; in hindi, con un termine checi è un po’ più familiare, ganja. Il suo utilizzo risale alla notte dei tempi e la sua lunga storia è testimoniata dal ritrovamento all’interno di una grotta in Romania di alcuni semi fossilizzati appartenenti al periodo del Neolitico.

La cannabis ha, da sempre, diversi settori di utilizzo in campo medico, cosmetico e tessile ma ad alcuni potrebbe interessare maggiormente l’aspetto ludico-ricreativo di quest’erba. La sua liberalizzazione  pare sia una ormai una scelta ineluttabile. Gli effetti positivi di questa “rivoluzione” sono chiari a tutti.

# Cosa succederebbe se venisse legalizzata

credits: newsicilia.it

Si avrebbe la possibilità di consumare un prodotto sicuro, affidabile e non più trasportato, conservato o venduto senza rispettare le misure igienico sanitarie, così come la possibilità finalmente di alleggerire le forze dell’ordine e la magistratura da una mole di lavoro enorme per reati connessi al suo consumo. dedicandosi così a ben altre attività che sono vere e proprie emergenze.

La cannabis darebbe anche una spinta notevole all’economia facendo emergere un consumo che di fatto è già libero ma formalmente vietato che sfugge così ad ogni tipo di tassazione, arricchendo solo le varie organizzazioni criminali.

# La proposta dell’Oktoberfest dell’erba

credits: @theinfinitystrains IG

Presto ci sarà un referendum. Perché, dunque, non proporre Milano, la città socialmente e culturalmente più avanzata d’Italia per un progetto pilota, al fine di sperimentare la legalizzazione per poi attuarla in tutto il paese? Magari in una determinata area della città, in appositi spazi, in precisi orari o una sorta di Oktoberfest dell’erba anziché della birra.

D’altronde, in Olanda il consumo di questi prodotti nei coffee shop dedicati esiste da decenni. Loro ci hanno rubato la sede dell’EMA, l’autorità europea del farmaco, e così noi potremmo copiarli sulla strada del libero consumo con un grande ritorno economico.

# Ora tocca all’Italia, iniziando da Milano

credits: telecolor 3 su youtube

Se la totale legalizzazione esiste in pochi paesi oltre a quello dei tulipani (cinque stati degli USA -Colorado, Alaska, Washington, Oregon, distretto di Columbia- Uruguay e Bangladesh), sono diversi quelli dove il suo consumo è depenalizzato e sostanzialmente tollerato solo se di uso personale come la Spagna, il Portogallo, la Svizzera e l’Austria.

Perfino il ricco e sonnacchioso Lussemburgo, noto per i fiorenti conti bancari depositati e per essere sede di alcune importanti istituzioni della UE, ha appena approvato la libera coltivazione e il consumo in casa.

Finiamola con quest’atteggiamento ipocrita del “so che lo fai basta che non ti veda” permettendo però il consumo di alcol e tabacco ben più dannosi. Portiamo avanti da Milano questa rivoluzione ecologica che ora pare essere molto attuale.

Continua a leggere con: Dal bosco della droga al BOSCO della MUSICA: il primo CAMPUS di un CONSERVATORIO ITALIANO

ANDREA URBANO

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Rischiamo di prenderlo nel Cooling

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Lo spostamento del vortice polare di Judah Cohen

I meteorologi stanno osservando una tendenza in contrasto con quella dei decenni precedenti. La fascia dell’atmosfera, tra troposfera e stratosfera, si sta scaldando invece che raffreddarsi come è accaduto dagli anni novanta.

Questo porterebbe, secondo il fisico dell’atmosfera Judah Cohen, il vortice polare artico a collassare su se stesso. Il vortice è come un cono di enorme massa di aria fredda che quando le temperature sono fredde fungono come barriere di ghiaccio che lo mantengono stazionario sul polo. Il fatto che quest’aria si sta scaldando attorno al vortice porta a immaginare che si formerà una figura barica a forma di ciambella, con il vortice che potrà collassare portando le masse di aria ghiacciata ad espandersi fino alle medie latitudini.

Cohen ha pubblicato una mappa proiettiva per il mese di dicembre in cui si prevede che il gelo estremo, invece di restare confinato nell’artico, si spingerà fin quasi al quarantacinquesimo parallelo che passa attraverso il nord Italia.

Quali potrebbero essere le conseguenze di questo avvenimento?

Potrebbe essere il segnale di un inizio di una nuova era glaciale, come sostiene la prof. Valentina Zakharova della Northumbia University, a cui molti altri scienziati si sono accodati. 
Il dibattito tra i fisici del clima è quello se si tratti di una PEG (piccola era glaciale) oppure di un periodo interglaciale di dieci-quindicimila anni.

Uno degli elementi molto interessanti di questo argomento è che sembra esserci una correlazione con la Co2: perché la Co2 viene rilasciata dagli oceani, che sono tra i più grandi depositi del pianeta, quando il clima si riscalda, mentre collassa quando il clima si raffredda, perché la mancata evaporazione dell’acqua la trattiene invece che rilasciarla. Mettendo così a grande rischio le civiltà umane che prosperano grazie alla Co2, nota come il “gas della vita” perché nutrimento della flora terrestre.

Secondo questa prospettiva la Co2 non sarebbe causa ma effetto dei cicli di riscaldamento e di raffreddamento del nostro pianeta, che sono cicli di migliaia di anni.
Potremmo dunque uscire da un periodo di riscaldamento per entrare in uno di raffreddamento, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.

Quando avviene una inversione climatica delle temperature globali il processo può essere molto rapido e, se Cohen avesse ragione, questo potrebbe essere il primo anno di inversione. Non ci stupiremmo se alcune parti dell’emisfero nord, sopra il 52 esimo parallelo, diventassero presto non più abitabili.

Speriamo che non accada, altrimenti ci servirà un bel po’ di global warming.

Continua la lettura con: Il vuoto che rincorre se stesso

LA FENICE

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TERZA DOSE? I dubbi degli italiani: 6 su 10 per l’estensione e nella FASCIA più PRODUTTIVA (35-54) SOLO 1 su 2 è a favore

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Credits fondazioneveronesi - Vaccino

4 italiani su 10 non sono convinti sull’estensione della terza dose a tutti i cittadini vaccinabili. Ecco l’esito del sondaggio di Emg-Different/Adnkronos.

TERZA DOSE? I dubbi degli italiani: 6 su 10 per l’estensione e nella FASCIA più PRODUTTIVA (35-54) SOLO 1 su 2 è a favore

# I dubbi degli italiani sulla terza dose

Credits fondazioneveronesi – Vaccino

Secondo un sondaggio di Emg-Different/Adnkronos, in cui sono state coinvolte 1588 persone, sono molti gli italiani dubbiosi sulla terza dose di vaccino contro il Covid-19. Alla domanda ‘lei è favorevole o contrario alla terza dose di vaccino per tutti?‘, il 28% si è detto contrario, il 61% degli intervistati si è detto favorevole, mentre l’11% preferisce non rispondere. Circa 4 cittadini su 10 esprimono dubbi su estendere la terza dose a tutte le persone ritenute vaccinabili.

# Nella fascia più produttiva, tra 35 e 54 anni, la divisione tra i cittadini è ancora più marcata

corteo no green pass milano

Se la distribuzione delle risposte non differisce in base al genere rispetto all’esito generale del sondaggio, questa cambia sensibilmente prendendo come parametro le fasce d’età. In quelle più giovani la divisione degli italiani su questo tema è molto più marcata. Emerge infatti che la quota del campione intervistato, che si è dimostrato contrario all’obbligo di terza dose, sale al 48% nella fascia più produttiva del Paese tra i 35 e i 54 anni, passa al 42% nella fascia 18-34, mentre crolla al 28% solo nella fascia over 55. 

A livello geografico Sud e Nord-Est mostrano il maggior numero di diffidenti, mentre al centro si concentrano quelli più favorevoli. 

Fonte: Adnkronos

Continua la lettura con: GREEN PASS di Hitler e Topolino: la REALTÀ potrebbe essere PEGGIORE di quella che pensi

FABIO MARCOMIN

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Il moto ondulatorio del pensiero ipnotico

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Credits: @ Gerd Altmann IG

Nel libro 1984 Orwell descriveva il bipensiero come lo strumento di manipolazione delle menti esercitato dal regime.
Il bipensiero (double think) consiste nel diffondere messaggi contraddittori. Tipo la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza e altri pilastri del testo Orwelliano.

L’effetto nella diffusione di questo tipo di messaggi in aperta contraddizione è quello simile all’ipnosi: confondere la razionalità tagliando fuori la coscienza dal ragionamento logico deduttivo.
Questo sta avvenendo anche ai giorni nostri, in cui vengono veicolati messaggi che si contraddicono in continuazione.

Questo serve perché se il cittadino non riesce ad affrontare con la logica delle informazioni in evidente contrasto, a quel punto gli restano solo due strade. O il rigetto per la palese insostenibilità degli assunti contrapposti. Oppure la sostituzione della razionalità con una fede ideologica nei confronti della fonte dell’informazione che, come nel meccanismo dell’ipnosi, proprio grazie alla continua oscillazione da un lato all’altro dell’oggetto di attenzione riesce ad assumere il totale controllo della volontà del soggetto.

L’ipnosi porta all’ubbidienza incondizionata, anche se esiste sempre un momento del risveglio.

Continua la lettura con: “È come una guerra”: la trappola del pensiero

MILANO CITTÀ STATO

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GREEN PASS di Hitler e Topolino: la REALTÀ potrebbe essere PEGGIORE di quella che pensi

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Credits corrieredelticino - Green Pass Hitler

Tra le prime ipotesi si è pensato ad un attacco hacker ai sistemi che generano i certificati verdi, ma il problema potrebbe essere molto più serio. Ecco cosa potrebbe essere successo.

GREEN PASS di Hitler e Topolino: la REALTÀ potrebbe essere PEGGIORE di quella che pensi

# Da Adolf Hitler a Mickey Mouse, i Green Pass fasulli ma validi in giro per il web

Credits corrieredelticino – Green Pass Hitler

La notizia, diffusa dall’account twitter “reversbrain” nei giorni scorsi, dei Green Pass validi a nome Adolf Hitler, ma anche con quello di Mickey Mouse e molti altri, hanno fatto giro del web e del mondo. Hanno creato ilarità da un lato e preoccupazione dall’altro. Inizialmente si è pensato ad un attacco hacker al portale che genera i certificati, un fatto che mostrerebbe una pericolosa vulnerabilità del sistema. Ma la realtà potrebbe anche essere peggiore.

# Le chiavi potrebbero essere compromesse e i green pass dovrebbero essere revocati

Credits Yt Flora-Revers Brain – Qr code Green Pass

Se venisse confermata la prima ipotesi, di un attacco hacker, vorrebbe dire che le chiavi per generare i green pass sarebbero compromesse e quindi qualcuno potrebbe avere trovato il modo di creare i certificati a suo piacimento.

Il meccanismo di creazione del green pass prevede la possibilità di revocare alcune chiavi, solo che le chiavi hanno una estensione nazionale e questo porterebbe a dover revocare tutti i green pass fatti da un determinato Stato. Come conseguenza andrebbero tutti cancellati e poi riemessi seguendo la stessa procedura attivata in origine. Ad oggi sono state utilizzate una chiave francese e una polacca, ma potrebbero essere di qualunque nazionalità e quindi anche in Italia si corre il rischio di dover revocare i certificati creati con una specifica chiave con il conseguente assalto delle farmacie da parte dei cittadini per chiederlo di nuovo.

Altrimenti il rischio è di assistere a una proliferazione di Green Pass fasulli ma perfettamente validi. 

# L’ipotesi più inquietante: tramite dei portali si potrebbero generare Green Pass validi senza lasciare alcuna traccia

Credits YT Flora – Dgca issuance web

La seconda ipotesi, che secondo l’esperto di sistemi di sicurezza informatica Matteo Flora sarebbe quella più probabile, è che ci siano alcuni portali a cui qualcuno ha avuto accesso attraverso un servizio dato anche in demo “Dgca issuance web”, che appunto serve per l’emissione dei certificati, che discende direttamente dal sito dove sono depositati codici sorgenti che ha condiviso l’Unione Europea.

Questa applicazione serve per emettere e testare green pass. Facendo il test di un green pass viene emessa una preview, senza necessità di salvarla, che risulta a tutti gli effetti un certificato valido ma senza che ne rimanga traccia da nessuna parte. 

Pertanto se l’applicazione fosse stata creata in questo modo starebbe a significare un’enorme falla del sistema e un problema irrisolvibile al momento almeno in Italia, visto che non sono state ipotizzate delle liste di revoca per i singoli certificati “validi”, anche se falsi. In sintesi, chiunque abbia accesso a questa applicazione sarebbe in grado di generare infiniti certificati senza alcun rischio di essere scoperto.

Fonte: Youtube Matteo Flora

Continua la lettura con: Si vola senza MASCHERINA: la prima compagnia aerea al MONDO che le ha abolite

FABIO MARCOMIN

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🛑 Guadagnare con la PLASTICA in METRO: installato il primo ecocompattatore

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Credits ufficiostampa Atm - Compattatore bottiglie plastica M2

L’obiettivo di questo progetto sperimentale, frutto della sinergia tra Coripet e Atm, è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”. Vediamo dove è stato posizionato e come funziona l’ecocompattatore.

🛑 Guadagnare con la PLASTICA in METRO: installato il primo ecocompattatore

# Nella stazione M2 di Cascina Gobba è stato installato il primo ecocompattatore per la plastica che premia i cittadini 

Credits ufficiostampa Atm – Compattatore bottiglie plastica M2

Nella stazione M2 di Cascina Gobba è stato installato nei giorni scorsi il primo ecocompattatore per la plastica che premia i cittadini. Sono due le possibilità di conferimento del PET: i cittadini possono inserire le bottiglie vuote, non schiacciate, con tappo, etichetta e codice a barre leggibile, in alternativa possono scaricare l’app Coripet per farsi riconoscere e accedere alla macchina conferendo le bottiglie per guadagnare punti. Ogni 100 bottiglie si avrà infatti diritto a dei buoni sconto utilizzabili nel circuito Coripet, il partner di Atm nel progetto, come Libraccio, TheFork, AON, iMask e Marthas Cottage.

# L’obiettivo del progetto sperimentale è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”

Credits sienambiente.it – Plastica

L’obiettivo del progetto sperimentale, frutto della sinergia tra Coripet e Atm, è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”, ossia generare Rpet da bottiglie usate per realizzarne nuove. Il piano infatti si inserisce alla perfezione nel più ampio piano di transizione ecologica e ambientale impostato da vede Atm, dallo sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile fino al rispetto dei criteri di sostenibilità in tutta la filiera del gruppo. 

# Anche nella sede Atm i dipendenti avranno a disposizione un ecocompattatore 

Corrado Dentis, presidente Coripet, commenta l’iniziativa: “Milano e una citta in prima fila nella sensibilità sulle tematiche ambientali e proprio per questo riteniamo la collaborazione con Atm particolarmente significativa. Con un semplice gesto, quale e quello di conferire le bottiglie in PET negli appositi eco compattatori si contribuisce al raggiungimento degli obbiettivi di una direttiva europea che stabilisce che, entro il 2025, le bottiglie in PET vengano realizzate almeno con il 25% di PET riciclato“. Anche i dipendenti Atm avranno a disposizione un ecocompattatore che sarà installato nella sede di viale Monterosa. 

Continua la lettura con: Iniziati i lavori di RINNOVO BINARI del TRAM: le linee interessate all’intervento

FABIO MARCOMIN

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La casa più COSTOSA venduta quest’anno a Milano. E i 5 quartieri con PREZZI STELLARI

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Vigna di Leonardo. Credits: @paolamarella IG

La Milano EXTRA-LUSSO nella villa con giardino più costosa venduta quest’anno.

La casa più COSTOSA venduta quest’anno a Milano. E i 5 quartieri con PREZZI STELLARI

# 20 milioni per una villetta con giardino in Corso Magenta

A Milano è possibile trovare il modo di stupirsi ogni giorno, per motivi sempre differenti. Ciò che ha attirato l’attenzione dei milanesi, nelle ultime settimane, è stata la transazione immobiliare che ha superato ogni record del 2021, sia per numeri assoluti, che per le modalità.
Si registra l’affare immobiliare dell’anno, che alza l’asticella fino a 20 milioni di Euro, per un soggetto inconsueto in città: una villa con giardino.
Se 20 milioni sembrano giusti per una Villa con giardino, pensate di mettere questo immobile in pieno centro a Milano, protetti dalla discrezione di un interno di Corso Magenta, ed ecco la miscela esplosiva che rende la compravendita immobiliare così speciale.

# Superata Villa Mondadori

Villa Mondadori

Si tratta comunque di una rarità del genere, perché purtroppo i parchi delle ville del centro storico di Milano, sono sempre più in via di estinzione.
Questa villa venduta da poco, supera l’affaire di Villa Mondadori e si pregia di trovarsi a due passi dalla Vigna di Leonardo.

# I 5 quartieri con prezzi stellari: fino a 15.000 euro al metro quadrato

villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)
villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)

A Milano ci sono quartieri top per quanto riguarda la compravendita immobiliare, i prezzi degli immobili ed il loro prestigio. Per comprendere questo mercato è addirittura attivo un Osservatorio speciale per le residenze esclusive, che ha appunto divulgato la notizia dell’ultimo record di vendita a Milano.
Corso Magenta e dintorni sono solo uno dei 5 quartieri più prestigiosi per case, appartamenti e sedi di lavoro qui a Milano.
Magenta divide lo scettro insieme al Centro storico, il Quadrilatero della moda, Brera e Corso Venezia.

In questi 5 quartieri, le case sfiorano e – in qualche caso superano – i 15.000 €/mq, per esempio nel Quadrilatero per le case ristrutturate a nuovo; segue Porta Venezia con un picco di 11K €/mq. 

# Sconti solo fino al 5,4%

Per questa parte di mercato, si registrano nel 2021 anche le percentuali di sconto più basse degli ultimi 10 anni. Tra la proposta di vendita e l’aspettativa di ribasso, è possibile spuntare al massimo un 5,4% di sconto: segno che il prezzo richiesto si avvicina il più possibile al valore effettivo di mercato. Ciò rende più veloci le trattative e le compravendite.
I prezzi assestano un aumento intorno allo 0,2% rispetto al semestre precedente.

Le transazioni immobiliari sono in aumento da diversi mesi, come ampiamente previsto dal monitoraggio del mercato “standard”, che a Milano non sono mai calati. Un aumento che non riguarda solo il mercato standard. Il report dell’Osservatorio speciale, riferisce che anche il mercato delle residenze di lusso è in aumento di un buon 25% abbondante.
Che la ripresa arrivi proprio dal mercato del lusso?

Continua la lettura con: Case a un euro a Milano

LAURA LIONTI

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7 LUOGHI IDEALI per il ponte di ognissanti (con il tragitto da Milano)

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Credits alecero IG - Narni

Ecco le mete ideali per il ponte.

7 LUOGHI IDEALI per il ponte di ognissanti (con il tragitto da Milano)

#1 Un tour tra i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Credits roccadolgisio IG – Rocca d’Olgisio

In Emilia si può fare un tour tra alcuni dei 24 Castelli del Ducato di Parma e Piacenza per ammirare perle architettoniche suddivisi tra manieri affrescati, rocche e fortezze. Visitando queste antiche strutture si avrà la sensazione di scorgere davanti agli occhi epoche antiche, tra giardini e ambientazioni da favola, ancora di più nel ponte di ognissanti.

Milano-Rocca d’Olgisio

Il primo castello, la Rocca d’Olgisio, è distante da Milano di circa 80 km.

Leggi anche: I 7 CASTELLI più BELLI dell’Emilia Romagna

#2 Il Lago di Garda, perfetto per una piccola vacanza 

Credits: @br8.fra
Lago di Garda

Una meta perfetta per concedersi una mini vacanza è il Lago di Garda, con il dolce clima mite, antichi borghi, castelli, ville, palazzi scenografici e colorati giardini. Per una giornata a tema Halloween fatta di leggerezza e divertimento Gardland è il luogo più indicato.

Milano-Salò

Le località più vicine a Milano, rimanendo in Lombardia, distano poco meno di 130 km.

#3 Torino, la città più esoterica d’Italia 

Credits: @malaga_yegan IG

Per il ponte di ognissanti Torino non può che essere la meta perfetta: la città più esoterica d’Italia custodisce misteri e antiche leggende. Si trova infatti al vertice di due triangoli magici, quella legato alla magia bianca con Praga e Lione e l’altro alla magia nera con Londra e San Francisco. Tra i luoghi magici da scoprire ci sono Piazza Statuto, Piazza Castello e la Chiesa della Gran Madre. 

Milano-Torino

Per arrivare a Torino da Milano bisogna percorrere circa 140 km.

Leggi anche: I MISTERI del TRIANGOLO NERO

#4 Triora, un piccolo borgo ligure nel cuore della Valle Argentina 

Credits: @casu_ale
Triora

Il piccolo borgo ligure di Triora, nel cuore della Valle Argentina, è una delle destinazioni ideali per un weekend d’autunno e per il ponte di Ognissanti. Tra i luoghi capaci di offrire atmosfere d’altri tempi ci sono i vicoletti lastricati, il Museo Etnografico e della Stregoneria, i portali dipinti e la Cabotina, luogo di ritrovo delle streghe.

Milano-Triora

Triora è distante da Milano di circa 290 km.

#5 Borgo a Mozzano, la località toscana con il caratteristico Ponte del Diavolo

Credits benini.bruna IG – Borgo a Mozzano

Borgo a Mozzano è una piccola località toscana, in provincia di Lucca, che durante il periodo autunnale si riempie di eventi e che grazie allo scenografico Ponte del Diavolo è capace di regalare atmosfere magiche. Simbolo della valle e del paese attorno all’opera architettonica medievale aleggia la leggenda della nobildonna Lucinda che sacrificava i propri amanti per rimanere sempre bella e giovane.

Milano-Borgo a Mozzano

Il borgo si trova a 300 km da Milano.

#6 Il Parco dei Mostri a Bomarzo, in provincia di Viterbo

Credits: @viaggiuniversitari.it parco dei Mostri di Bomarzo

In provincia di Viterbo, nel paese di Bomarzo, c’è un parco che racchiude enigmi, simbolismi e richiami mitologici: il Parco dei Mostri. Questo complesso monumentale ideato dall’architetto Pirro Ligorio è un “mondo fantastico” popolato da bizzarri edifici tra indovinelli e iscrizioni che disorientano e gigantesche sculture in pietra.

Milano-Parco dei Mostri

La distanza da Milano è di poco meno di 500 km.

Leggi anche: La TUSCIA: le 5 meraviglie della terra più MISTERIOSA dell’Italia Centrale

#7 Narni, il gioiello medievale nel cuore dell’Umbria

Credits alecero IG – Narni

In Umbria si può passeggiare ammirando scorci panoramici che si aprono tra le vie lastricate e le pittoresche piazzette del borgo medievale di Narni. In questo gioiello storico vale la pena addentrarsi nel cuore della Narni sotterranea attraverso una chiesa del XII secolo con gli affreschi i più antichi del borgo e una visita alla possente fortezza della Rocca Albornoz.

Milano-Narni

Servono poco più di 500 km e 5 ore abbondanti per arrivarci da Milano.

Continua la lettura con: I 10 POSTI più BELLI dove DORMIRE per ammirare il FOLIAGE

FABIO MARCOMIN

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“È come una guerra”: la trappola del pensiero

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Credit: Asim Alnamat (free CC)

Nel momento in cui si dice che affrontare un problema è come una guerra, si entra in un paradigma completamente diverso. In cui di colpo tutto quello che in tempo di pace è considerato da criminali diventa invece lecito.

In guerra esiste un sistema di leggi diverso da quello dello stato di pace. Un sistema che naturalmente non tutela i diritti primari dei cittadini. Addirittura, in alcuni codici di guerra è consentita la pena di morte che non è consentita in tempo di pace.

In guerra si dà per scontato che possano esistere vittime innocenti anche tra i civili, che si possa non dire la verità senza rischio di incorrere in sanzioni e che si possa usare ogni forma di violenza contro quelli che sono considerati nemici.

In guerra chi uccide è scudato dalla responsabilità penale per il crimine commesso, anche per quello che in tempo di pace sarebbe considerato omicidio colposo o per futili motivi.

In guerra la stampa è una delle armi in possesso del governo e quindi si trasforma in strumento di propaganda non di informazione, usata in maniera spregiudicata per veicolare notizie vere o false che siano funzionali allo schieramento.

In guerra lo Stato può disporre della vita dei cittadini e, nel caso, di sacrificarli per raggiungere il suo scopo.

Essendo le due condizioni non compatibili una con l’altra, quando si usa la metafora di essere in guerra automaticamente si fa scattare comportamenti in contrasto con le regole democratiche.

Per un Paese civile il solo pensare di essere in guerra determina per i cittadini gli stessi pericoli dell’essere in una guerra vera.

Continua la lettura con: Bulli al potere

MILANO CITTÀ STATO

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Leggi anche: Storia dei franchi tiratori: dalla Rivoluzione francese al Ddl Zan, da Cavour a Che Guevara

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Le “CHIOCCIOLE” di Milano: le TRATTORIE dove si mangia meglio secondo SLOW FOOD

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Credits Fb- Mirta

L’edizione 2022 di Osterie d’Italia, il sussidiario del mangiar bene all’italiana stilato dai promotori del “mangiare lento”, conferma il massimo riconoscimento a tre trattorie milanesi. Ecco quali sono e le nuove “chiocciole”.

Le “CHIOCCIOLE” di Milano: le TRATTORIE dove si mangia meglio secondo SLOW FOOD

# Tre conferme nell’edizione 2022 di Osterie d’Italia

Trippa – credit facebook trippamilano

Sono fresche di riconferma le tre punte di diamante della ristorazione milanese secondo Slow Food. L’edizione 2022 di Osterie d’Italia, il sussidiario del mangiar bene all’italiana stilato dai promotori del “mangiare lento”, ha infatti confermato alle tre trattorie contemporanee meneghine – Ratanà, Mirta e Trippa – il massimo riconoscimento presente in guida, la chiocciola, ovvero l’equivalente delle tre stelle della Michelin.

Noi siamo slow food nell’anima – commenta Cesare Battisti, da dodici anni chef del Ratanà nel quartiere Isola -. Questo è un riconoscimento che premia  il lavoro di tutto lo staff, dei ragazzi di cucina e quelli di sala”. Non meno felice Juan Lema, lo chef gallego-uruguagio, titolare insieme alla moglie di Mirta, delizioso locale del quartiere Casoretto. “Non era scontata la chiocciola, siamo tutti contenti perché la guida è prestigiosa e seria – spiega con sguardo burbero ma infinitamente buono – Io non sono abituato a parlare. Io lavoro, dalle 7,30 a sera tardi. Per reperire, prima, e cucinare, poi, le migliori materie prime che riesco a trovare nel territorio”. 

Anche Pietro Caroli, patron del Trippa si accoda alle dichiarazioni dei colleghi: “Abbiamo ricevuto la chiocciola nel 2018 e non l’abbiamo più lasciata –  riferisce il titolare del locale in Porta Romana – Il riconoscimento è la conferma che navighiamo nella stessa direzione di Slow Food. E’ bello sapere che siamo in ottima compagnia e la tendenza è che saremo sempre di più ad avere una grande attenzione al cibo che proponiamo e, in generale, all’esperienza che siamo in grado di offrire”.

# Il futuro della ristorazione? Identità e tradizione

foto_Cesare-Battisti-Ratanà

Sul presente e sul prossimo futuro della ristorazione concorda il collega Battisti: ”Per noi il futuro è il cibo stagionale, il cibo di prossimità. Vogliamo educare gli ospiti al cibo consapevole. Per questo facciamo da cassa di risonanza ai piccoli agricoltori e allevatori, dal parco Sud Milano fino alle pendici delle prealpi lombarde”. 

Ma lo chef del Ratanà si spinge oltre.Petrini (fondatore di Slow Food, ndr) ha ragione, ci vuole una globalizzazione delle idee e non delle merci. Occorre una maggior presa di coscienza e una sovranità alimentare per tutelare il nostro patrimonio di biodiversità che è invidiato in tutto il mondo”.

juan lema – ph stefano corrada

Sovranista, gastronomicamente parlando, anche Juan Lema. “Territorio e tradizione sono colonne portanti della mia cucina e della mia vita. Qui faccio cucina italiana, anzi cucine italiane, ogni angolo della penisola ha la sua. Ho imparato in Uruguay da mia mamma Mirta a preparare piatti senza fronzoli. Poi sono arrivato qui a Milano per i mondiali del ‘90. E mi sono innamorato, non solo di mia moglie Cristina, ma anche dei prodotti meno conosciuti della Lombardia, del Veneto e di tante zone del resto d’Italia”.  

# Gli altri locali milanesi e le chiocciole lombarde

Credits lornapaner IG – Antica Trattorie Piè del Dos

Nonostante non sia la prima regione italiana come numero di onorificenze, la Lombardia conferma il numero di chiocciole (19) lo stesso numero che aveva nella guida del 2020. In questa nuova edizione le province più feconde di locali del mangiar bene sono Brescia con 7 osterie e Cremona con 5. Nel resto d’Italia le aree più “chiocciolate” sono la Campania (23), seguita da Toscana e Piemonte (22). Poi arrivano Puglia ed Emilia Romagna (19). In totale 246 chiocciole in tutta Italia.

Nella locomotiva economica d’Italia sono quattro i nuovi locali che si fregiano del simbolo di Slow Food: Le Frise, Hostaria Viola, Antica Trattorie Piè del Dos e Osteria del Miglio 2.10.

Ecco l’elenco completo:

  • Visconti – Ambivere (BG)
  • Le Frise – Artogne (BS)
  • La Madia – Brione (BS)
  • Locanda degli Artisti – Cappella de’ Picenardi (CR)
  • Hostaria Viola – Castiglione delle Stiviere (MN)
  • Da Sapì – Esine (BS)
  • Antica Trattoria Piè del Dos – Gussago (BS)
  • Caffè la Crepa – Isola Dovarese (CR)
  • Al Resù – Lozio (BS)
  • Mirta – Milano
  • Ratanà – Milano
  • Trippa – Milano
  • Prato Gaio – Montecalvo Versiggia (PV)
  • Guallina – Mortara (PV)
  • Osteria della Villetta – Palazzolo sull’Oglio (BS)
  • Trattoria dell’Alba – Piadena Drizzona (CR)
  • Osteria del Miglio 2.10 – Pieve San Giacomo (CR)
  • Lago Scuro – Stagno Lombardo (CR)
  • Lamarta – Treviso Bresciano (BS)

All’ombra della madonnina oltre ai tre già citati troviamo confermati di tutti i locali presenti nella scorsa edizione di Osterie d’Italia. Nel nucleo storico di Baggio troviamo Alla Grande, allegra osteria gestita dallo Smilzo e sciura dove i piatti della tradizione milanese vengono serviti con un’umanità ormai rara. In zona Garibaldi, precisamente all’inizio di via Farini, troviamo Da Martino, pizzeria trattoria dove si trova la fiorentina cotta nel forno a legna e una delle migliori cotolette di Milano. 

A due passi dalla stazione Centrale c’è l’Osteria del Treno. Ex dopolavoro dei ferrovieri è un’osteria di tono dove oltre ai cassoeula e busecca c’è una sontuosa selezione di formaggi. Sottobosco locale giovane in zona corso Lodi, dove gli osti Lorenza e Giorgio sono riusciti nell’impresa di regalare alla frenetica città di Milano un’osteria di quartiere fatta di ritmi lenti e cucina autentica. 

Ultima ma non tra gli ultimi, la trattoria del Nuovo Macello, un locale contemporaneo e di tono nel quartiere Calvairate, dove poter gustare un’impareggiabile cotoletta, i classici mondeghili e il gustoso minestrone alla milanese.

Continua la lettura con: I 10 RISTORANTI TOP di Milano

STEFANO CORRADA

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5 MERCATI da visitare almeno una volta in PROVENZA

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Credits: @oYanaOTCM marché aux fleurs castellane

Bancarelle di vestiti, prodotti tipici, oggetti stravaganti, tanti stuzzichini pronti a soddisfare le voglie improvvise dei visitatori o veri e propri piatti da mangiare per strada in sostituzione del pranzo. L’atmosfera del mercato è unica e, se da una parte sembra così familiare ovunque tu sia, dall’altra ogni nazione, città, paesino ha le proprie tradizioni, il proprio mercato.

5 MERCATI da visitare almeno una volta in PROVENZA

Anche in Provenza i mercati hanno tutto un loro fascino. Colori, profumi, sapori e odori creano una magia imperdibile nelle città e nei paesi in cui vengono allestiti. I mercati della Provenza, poi, sono particolarmente famosi. Allora tra cibo, lavanda, saponi, prodotti artigianali, agricoltura locale e mercatini delle pulci, ecco i 5 mercati assolutamente da visitare in Provenza.

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#1 Aix-en-Provence

Credits: @Marchand.C
Aix-en-Provence

Aix-en-Provence è una città che va conosciuta pian piano, passo dopo passo. Mentre si cammina nell’atmosfera vivace si scorgeranno le case color pastello, le finestrelle azzurre, i profumi e il caos della città. Nel frattempo si noteranno una gran quantità di statue e fontane. Se si vuole conoscere a pieno la vita di Aix-en-Provence, immancabile è però un giro al suo mercato.

Per tre giorni a settimana, tra le strade e nelle piazze della città, numerosi venditori si posizionano con le loro bancarelle e aspettano i clienti. Martedì, giovedì e sabato, Aix-en-Provence si colora ancora di più. I fruttivendoli popolano Place des Prêcheurs. Place de l’Hôtel de Ville è famosa per il suo mercato dei fiori, mentre a Cours Mirabeau e Place de Verdun si troveranno rispettivamente tessuti particolari ed antichità.

#2 Marsiglia

Noailles, Marseille

Il principale centro della Provenza, anche famosa per i suoi mercati, è proprio Marsiglia. Una delle città più colorate della Francia ospita infatti diversi mercati durante la settimana. Tra i più famosi si trova certamente il Marché aux Poissons, mercato del pesce aperto tutti i giorni dalle otto del mattino all’una di pomeriggio e frequentato sia dagli abitanti della città, sia dai turisti che vogliono gustarsi prodotti freschi appena pescati.

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Ma visto che Marsiglia non è solo città di mare, ma anche terra della mixité francese e della creatività, assolutamente da segnarsi per un’eventuale visita a Marsiglia è un giro al Marché de Noailles. Qui si potranno trovare prodotti internazionali, spezie, pane e prelibatezze arabe. Si tratta infatti del Marché des Capucins, il Mercato dei Cappuccini, in rue du Marché des Capucins nel quartiere nord-africano di Marsiglia, il quartiere Noailles. Inoltre, quasi ogni giorno Marsiglia si colora e profuma con i suoi numerosi mercati dei fiori. Il più importante è certamente il Marché aux fleurs du Prado: nelle bancarelle del mercato, che vanno dalla rotonda de Castellane alla rotonda du Prado, si potranno trovare numerose composizioni floreali da regalare all’amata o da acquistare per arredare appartamenti, terrazze o giardini.

Leggi anche: Marsiglia, la città della creatività

#3 Il mercato galleggiante di Isle-sur-la-Sorgue

Credits: @Le Pelley S.
isle sur la sorgue

Chiamarlo mercato sarebbe riduttivo, ma gli amanti di antiquariato che si trovano in Provenza non possono non andare al Mercato di Isle-sur-la-Sorgue, la domenica mattina dalle 8 alle 13. In realtà i mercatini di Isle-sur-la-Sorgue sono due: uno molto provenzale il giovedì mattina, quasi turistico, dove si vendono lavanda, saponi, biancheria fatta a mano e prodotti enogastronomici tipici, l’altro molto più ampio che si tiene la domenica. Per gli appassionati di oggetti antichi però Isle-sur-la-Sorgue fa al caso loro non solo nei giorni di mercato. Sì, perché la cittadina di poco meno di 20 mila abitanti, fatta di canali, mulinelli ad acqua e finestrelle colorate, ha proprio un Villaggio dell’Antiquariato (Village des Antiquaires de la Gare). Qui si potranno fare acquisti ad ottimi prezzi ma soprattutto si potrà vivere l’atmosfera tipica di Isle-sur-la-Sorgue.

Ad Isle-sur-la-Sorgue, poi, una volta all’anno si organizza quello che potrebbe essere uno dei mercati più belli al mondo: “Le marché flottant”. La prima domenica di agosto il mercato si tiene su delle barche molto simili alle gondole veneziane.

#4 Avignone

Credits: @Marchand M

E per chi vorrebbe andare al mercato tutti i giorni a fare la spesa, ad assaggiare le prelibatezze locali o semplicemente a fare un giro per incontrare la gente, il mercato di Avignone, a nord-ovest di Aix-en-Provence, è il posto perfetto. Les Halles è una sorta di mercato coperto aperto dal lunedì al sabato dalle 6 alle 13:30/14:00. Qui si potranno trovare erbe, spezie, olive, olio nonché un’ampia scelta gastronomica di prodotti tipici provenzali.

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Les Halles è però ormai diventato un punto di incontro, dove ritrovarsi per prendere un caffè dopo aver fatto la spesa, per fare un aperitivo o per pranzare in uno dei suoi stand. Tralasciando però il classico mercato di tutti i giorni, ad Avignone assolutamente da non perdere è il Festival di Avignone, che si tiene durante tutto il mese di luglio, e dove, solo in quella occasione, si possono trovare il Marché aux livres, o bancarelle che vendono dischi e manifesti.

#5 Saint-Rémy-de-Provence

Credits: @messaouda_gatellier_iad_immo
mercato Saint Remy de Provence

Nel cuore delle colline provenzali, c’è una cittadina molto apprezzata dagli artisti grazie ai suoi viali alberati, alle stradine, i negozi, caffè e ristoranti che creano un caratteristico paese provenzale. Tra le attrazioni più belle di Saint-Rémy-de-Provence c’è Place de la République, la piazza principale che ogni mercoledì mattina diventa ancora più vivace grazie al suo mercato.

Il mercato di Saint-Rémy-de-Provence è uno dei più colorati e profumati della Provenza, grazie alle bancarelle che vendono lavanda e le erbe del luogo. Saint-Rémy è famoso però anche per la sua vicinanza con les Alpilles, un gruppo di colline della Regione ricche di ulivi, e per questo sui banchi del mercato è impossibile non trovare mille prodotti a base di olive, nonché olio, taglieri e ciotole fatte con legno di ulivo e saponi all’olio, sempre di oliva.

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Per saperne di più: provence-alpes-cotedazur.com e www.france.fr

Continua la lettura con: I 5 luoghi imperdibili dove gustare la migliore CUCINA PROVENZALE a Marsiglia e dintorni

BEATRICE BARAZZETTI

Articolo recante banner pubblicitari per promuovere la Regione

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L’HOTEL dove ogni giorno è HALLOWEEN

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Credits therosbury.com - The Rosbury

In questo hotel gli ospiti possono vivere un’esperienza spaventosa ogni giorno dell’anno.

L’HOTEL dove ogni giorno è HALLOWEEN

# Nello Stato di New York c’è The Rosbury, un hotel che fa vivere un’atmosfera spaventosa

Credits therosbury.com – The Rosbury

Quando arriva il periodo di Hallowen siamo tutti un po’ affascinati da poter immergerci in esperienze caratterizzate dall’oscuro e dal macabro. Negli Stati Uniti c’è un luogo dove si può farlo sempre. Nella cittadina di Roxbury, nello Stato di New York, c’è un hotel che fa vivere l’atmosfera spaventosa di Halloween tutti i giorni: “The Roxbury”. Una struttura ricettiva nata per famiglie, viaggiatori in coppia e in solitaria, che dal 2014 ha aggiunto dei cottage dall’aspetto spettrale sia all’esterno che all’interno per trasformare gli ospiti in protagonisti di un film dell’orrore.

# Ci sono 8 Tower cottage, ognuno con un’ambientazione fantasy differente

All’interno dell’hotel ci sono 8 Tower Cottage, questo il nome di questi alloggi “fantasy”, ognuno dei quali è sviluppato su due piani con due camere da letto, un bagno, una cucina e un salotto per i momenti conviviali. Ogni dettaglio, dai colori ai tessuti fino all’arredo, è stato studiato e curato in base al tema principale della stanza per creare un’atmosfera bizzarra da vivere ogni stagione dell’anno. Per far sentire gli ospiti ancora più coinvolti in questa esperienza magica e terrificante, sono tutti invitati a vestirsi con creativi, paurosi o irriverenti. Tra i cottage ci sono: “Crown of the pendragons”, “Galileo’s Gate” e “The Lost Horizon”.

# Dracula’s Fangs è la stanza in assoluto più “terrificante” 

Credits therosburyexperience.com – Dracula’s Fangs

Dracula’s Fangs è la stanza più terrificante. Per realizzarla i proprietari dell’hotel hanno scelto di ispirarsi, sia nell’esperienza visiva che nell’arredamento e nell’esperienza visiva, alla prima trasposizione cinematografica di Dracula, girata nel 1931 con Bela Lugosi nel ruolo del principe Vlad. 

Se questo non bastasse si dice che nell’hotel si dice si aggiri il fantasma di una giovane ragazza molto affezionata alla signora Hicks, la moglie dell’uomo che ha costruito la villa che poi è stata trasformata nel The Roxbury. A quanto pare però non c’è troppo da preoccuparsi perché, a detta degli albergatori, si tratta di una presenza amorevole e accogliente che ha a cuore il soggiorno degli ospiti nella struttura.

 

Fonte: SiViaggia

Continua la lettura con: Le strane presenze nella VILLA dei FANTASMI alle porte di Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “Il Pnrr è l’occasione per l’Italia di affrontare il tema femminile”

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VIAGGIARE a meno di 40 EURO al giorno? Qui è possibile

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Credits: @traveltriangle Tallinn

Viaggiare, uno dei passatempi più belli di sempre, ma viaggiare ha sempre un costo e a volte si rinuncia anche ad un semplice weekend perché i prezzi sono troppo alti. Di solito bisogna giocare d’anticipo: prenotare un po’ di tempo prima e controllare tutti i siti di offerte, che ormai ce ne sono tantissimi. E poi dipende ovviamente da dove si vuole andare, Parigi non è la stessa cosa di Bucarest e Dubai è ben diversa da Madrid, in tutto e per tutto ma soprattutto nei prezzi.

Allora ecco le mete più economiche dove viaggiare (con circa 40 euro al giorno), prendendo spunto dal sito zingarate.com. 

VIAGGIARE a meno di 40 EURO al giorno? Qui è possibile

# Estonia, Lettonia e Lituania: 15 euro per dormire, 5 euro per mangiare

Credits: @traveltriangle
Tallinn

Iniziamo il nostro viaggio immaginario all’insegna dello scrocco e del risparmio in Europa. Il Vecchio Continente ha città bellissime, ma alcune di queste sono trascurate, un esempio? Quelle dell’Estonia, Lettonia e Lituania. L’Estonia combina paesaggi naturali con architetture eleganti. La sua capitale Tallinn è un posto da fiaba, con un centro storico dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, ma anche altre città della Nazione sono degne di una visita. Parnu, Tartu o Viljandi, per citarne alcune. Qui, in Estonia, un soggiorno costa circa 15€, se si scelgono ostelli forse anche meno, e un pasto si aggira intorno ai 5€.

Non sono da meno la Lettonia e la Lituania. Con le magnifiche spiagge di sabbia bianca affacciate sul Mar Baltico e suggestivi borghi, nonché una capitale storica come Vilnius, vivere un giorno in Lituania sta sotto il budget prefissato di 40€ al giorno. In Lettonia, invece, assolutamente da visitare è la sua capitale Riga, con un centro storico e diverse attrazioni culturali che meritano e soggiorni economici che rendono la vacanza ancora più bella.

# Bosnia, Macedonia e Ucraina super low cost

Credits: @digitalnomadarch
Sarajevo

Rimanendo sempre in Europa, ma spostandoci verso l’Est, Ucraina, Macedonia e Bosnia Erzegovina sono le mete più economiche dove andare. Kiev, capitale dell’Ucraina, è veramente accessibile a tutti e un giorno in Macedonia, o tra le sue belle montagne o nella sua capitale Skopje, costerà non più di 40€. In Bosnia Erzegovina il budget invece si può anche abbassare. A Sarajevo dormire costa circa 20€ a notte e i prezzi del mangiare non superano i 10€.

# Serbia, Albania e la sorpresa del Kosovo

Ma si sa che l’Est è tutt’altro che caro e quindi a queste mete economiche si possono aggiungere anche la Serbia, dove riesci a soggiornare anche in centro città con veramente poco e mangiare con meno di 10€, e Albania. Sicuramente sottovalutato è il Kosovo, non tutti sanno che oltre a vivere con meno di 40€ al giorno, la natura, i boschi e le grandi cascate, e Prizren con i suoi monumenti e moschee patrimonio UNESCO rendono la vacanza in Kosovo unica.

# Le mete economiche in Asia: Laos e Vietnam a meno di 30 euro

Credits: @nakudoh
Laos

Abbandonando l’Europa e spostandoci verso l’Asia, anche se raggiungere le destinazioni sarà un po’ più lungo, non è detto che sia più costoso. Tra le mete assolutamente più economiche c’è il Laos, zona poco turistica e che quindi permette di godere tutta quell’autenticità che in altri posti si è persa. Qui si può spendere anche un massimo di 30€ e lo stesso budget lo si può avere in Vietnam, uno dei paesi più belli e affascinanti del sud-est asiatico.

Ma anche Cambogia e Thailandia non sono da meno con i prezzi. Se ormai la Thailandia è molto turistica, ci sono certe sue zone, come Koh Adang dove fare escursioni e immersioni, che non costano per niente tanto. Ovviamente qui bisognerà soggiornare in campeggi o ostelli.

# America Latina: Nicaragua e Guatemala sotto i 30 euro

Credits: @killaexpeditions
Perù

Quando si parla di America si pensa sempre agli Stati Uniti, dimenticandoci un po’ che c’è sempre un Sud America che vale la pena visitare, soprattutto perché lì la vita costa pochissimo. In questo caso il viaggio sarà sicuramente più costoso ma una volta arrivati sarà una vacanza al risparmio. Un patrimonio culturale millenario, una natura incontaminata, spiagge paradisiache, montagne, vulcani, ma anche tante città e villaggi particolari. In Sud America il budget si può anche abbassare. In Nicaragua non si spende più di 30€ al giorno, in Guatemala si va anche sotto i 20€ e in Perù con 30€ mangi e dormi tranquillamente. Anche la Bolivia è a buon mercato, con 20€ dormi comodamente e mangi abbondantemente.

# Finiamo il viaggio in Africa: dal Marocco all’Etiopia quasi tutta sotto il budget

Credits: @flaviofara
Etiopia

E arriviamo nel continente africano per concludere il nostro viaggio immaginario all’insegna del risparmio. Il Marocco è una delle mete più esotiche al mondo, un sogno anche per molti italiani, eppure non tutti sanno che non è per niente caro. Con le sue influenze berbere, arabe, africane ed europee, un soggiorno in una grande città costa circa 20€. Con la sua cultura, la storia, il cibo, la fauna selvatica anche un soggiorno in Etiopia è ben al di sotto del budget di 40€ al giorno. Infine c’è il Sud Africa, un po’ più caro, ma qui una macchina si può noleggiare per 20€ e un alloggio lo si paga intorno ai 15€.

Continua la lettura con: Fuga dalla LOMBARDIA: le METE scelte dai milanesi

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Superbonus 110%, è proroga fino al 2023: tutte le novità

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Aprono in Olanda le CASSE RELAX nei supermercati. Un’idea per Milano?

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credits: @labodif IG

Andare al supermercato è un’ansia. C’è questa regola implicita nel dover fare tutto di fretta, soprattutto una volta raggiunte le casse. Bisogna stare attenti a non aver dimenticato niente, essere abbastanza veloci nel posizionare i prodotti sul nastro, rapidi nel contare le monete da dare e, infine, buttare tutto dentro alle borse senza nemmeno guardare perché quello dietro di voi sta già sbuffando e lanciando occhiatacce a voi e alla cassiera.

Per evitare tutto questo, dall’Olanda arriva questa soluzione. Per trasformare la spesa in un momento di relax.

Aprono in Olanda le CASSE RELAX nei supermercati. Un’idea per Milano?

# Le casse LENTE contro la SOLITUDINE

credits: @labodif IG

La catena di supermercati olandesi “Jumbo” introdurrà le Kletskassa, le nuove casse “relax” a scorrimento lento in cui si dà la possibilità di fare la spesa con calma e scambiare amabilmente due chiacchiere con i cassieri. L’iniziativa parte dalla campagna “Uno contro la solitudine” il cui obiettivo è combattere la piaga della solitudine che colpisce ogni anno moltissimi anziani.

# Il male più diffuso tra gli anziani: la solitudine

credits: @rob_engelaar IG

Solamente in Olanda, ci sono 1,3 milioni di persone con più di 75 anni (su un totale di 17 milioni) e più della metà di loro afferma di sentirsi sola. In particolare, durante questi anni di pandemia, sentimenti di angoscia, solitudine e depressione si sono intensificati un po’ per tutti, ma soprattutto gli anziani si sono ritrovati ad essere ancora più isolati dalla vita sociale e relegati in casa per ridurre al minimo il rischio di contrarre il virus.

Il supermercato, da non luogo dove ognuno si fa in genere i fatti propri, è diventato un luogo di socializzazione, dove spesso ragazzi e adulti si davano “appuntamento” al banco dei surgelati o del pane per potersi vedere ancora una volta e scambiare due chiacchiere. A volte capitava d’intavolare conversazioni anche con persone totalmente sconosciute per poter finalmente parlare di nuovo con qualcuno.

# Esistono anche in Francia e in Scozia: quando a Milano?

credits: @retailbouwmanagement IG

Colette Cloosterman-van Eerd, Chief creative officer della catena di grande distribuzione spiega su tg24sky.it che l’obiettivo è aiutare le persone a stabilire un contatto reale, con il genuino interesse dei cassieri nei confronti dei clienti. È un piccolo gesto, ma molto prezioso”.
Non dimentichiamo che questa iniziativa delle casse lente è molto importante non solo per la socialità degli anziani, ma è di grande aiuto e sostegno anche per quelle persone che soffrono di patologie invalidanti come l’Alzheimer e che hanno bisogno di prendersi più tempo.

Questa nuova tipologia è già stata sperimentata in altri Paesi, come in Francia e in Scozia, e sarebbe fondamentale portarla anche qui in Italia dove moltissime persone over 60 stanno vivendo uno stato di “morte sociale, una condizione definita dalla quasi totale assenza di contatti fisici con familiari, amici, vicini o associazioni”.

CONTINUA A LEGGERE CON: 🛑 Lo studio: più DEPRESSIONE e PROBLEMI MENTALI negli ANZIANI dei paesi che hanno adottato più RESTRIZIONI

SELENE MANGIAROTTI

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Sulle strade di Milano torna il BIBLIOBUS: queste le sue FERMATE

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Bibliobus ph. ChiAmaMilano IG

La settimana lavorativa Bibliobus la sfrutta per portare cultura diffusa ogni mattina in un posto diverso

Sulle strade di Milano torna il BIBLIOBUS: queste le sue FERMATE

# Lettura a domicilio

Bibliobus è un servizio che nasce nel 1984 a cura di SBM, il Servizio Bibliotecario Milanese.
Il bus, rinnovato poi nel 2017, è un veicolo carico di libri: oltre 1000 titoli di narrativa e saggistica che, invece di rimanere fermi sugli scaffali delle biblioteche, vengono portati in giro per la città, per raggiungere tutti quei quartieri più lontani dal centro e che sono anche privi di un servizio bibliotecario permanente. 

# Le “fermate”

Questo servizio si comporta come un bus a tutti gli effetti: ha degli orari e delle fermate fisse secondo un calendario ben stabilito ed ogni giorno lo si può trovare in posti differenti.

– Lunedì – Piazza Selinunte
– Martedì – Via Carnia (zona Piazza Udine)
– Mercoledì – Via delle Betulle (Q.re Olmi)
– Giovedì – Viale Ungheria
– Venerdì – Piazza Aspromonte

Gli orari, nemmeno a dirlo, ricalcano quelli di una biblioteca comunale, dalle 9:00 alle 12:30, così come i servizi, perché dal Bibliobus è possibile prenotare e ritirare volumi, o ricevere consulenza bibliografica.

# Come funziona

Bibliobus 2021 ph. SBM IG

Per usufruire del servizio, basta essere iscritti al Servizio Bibliotecario Milanese, registrandosi dapprima online al form che si può trovare qui (https://milano.biblioteche.it/iscrizione/) e poi concludere la procedura di persona, presentando un documento di identità ad uno sportello di una qualunque biblioteca comunale.

Agile anche la consultazione del catalogo: si può chiamare il numero 02/88463365 oppure 335/7762410 per chiedere e prenotare un titolo; disponibilità e prenotazione si possono verificare anche online. Dopodiché è sufficiente uscire di casa per una passeggiata ed andare incontro al Bibliobus, trasformando il giorno stabilito in consuetudine settimanale, a seconda del quartiere di residenza.

Una settimana si ritirano i libri e quella successiva si riconsegnano, sapendo che nel frattempo i titoli sono stati aggiornati perché Bibliobus non teme la concorrenza di nessuno: il catalogo viene aggiornato continuamente, per offrire sempre le ultime uscite editoriali.
La ciliegina sulla torta è la possibilità di salire sul Bibliobus senza aver prenotato il libro e iniziare la ricerca. Se si ha fortuna, si trova subito il libro desiderato e si porta via. Se invece non si trova, si può benissimo prenotare sul bus e ritirarlo al giro successivo.

# Quanta strada

primo Bibliobus Milano ph. FB

Bibliobus ne ha fatta di strada da quel lontano 1984, non solo metaforicamente.
Sono stati via via allestiti mezzi sempre differenti, alla ricerca di spazio e per un servizio sempre più comodo ed efficiente. Fa quasi tenerezza vedere il primissimo mezzo, specchio ed anima degli anni ’80: linee essenziali, design quasi approssimativo (era il periodo che lo imponeva) allestito su quello che sembra un vecchio autobus ATM, di quelli dismessi a partire da fine anni ’70.

Si è poi passati ad un vero e proprio TIR, bello squadrato e colorato anni ’90, sempre alla ricerca di zone da coprire per portare i libri a domicilio. Quando la biblioteca di Piazzale Accursio è rimasta danneggiata da un incendio, nel 2016, Bibliobus ha esteso gli orari del servizio – che sono gli stessi da almeno 10 anni – per stazionare in Accursio ben 3 pomeriggi a settimana, ovviando così alla momentanea interruzione della biblioteca in attesa della ristrutturazione.
Quello di oggi, finito di allestire a luglio 2020, è più spazioso, confortevole e dotato di aria condizionata.
I libri a Milano non passano solo di mano in mano, ma anche di quartiere in quartiere, perché col Bibliobus dai lontanissimi anni ’80, la lettura a Milano è una caratteristica diffusa. Chissà come sarà il prossimo Bibliobus?

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LAURA LIONTI

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