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Emanuela DONETTI: “la mia Milano farà un’EXPO delle PERIFERIE”

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Emanuela Donetti. Imprenditrice sociale. Nata a Como ma fiorita a Milano in una collezione di progetti con un grande impatto sulla città. Donna di luce e di sorrisi.

Emanuela DONETTI: “la mia Milano farà un’EXPO delle PERIFERIE”

La cosa che ami di più di Milano?

Passeggiare tra Sarpi, Brera, via Garibaldi quando il cielo è azzurro in inverno.
E poi i lampioni attraverso la foschia.

Quella che invece ti piace di meno?

I quartieri periferici, brutti, scomodi e abbandonati. E non sono nemmeno così periferici.

Il tuo locale preferito?

Ostello bello

Il tuo passatempo preferito a Milano?

L’ora dell’aperitivo con le amiche

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Per quanto sembri contraddittorio, “Addio Milano Bella”, di Pierfrancesco Poggi.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il Ponte di Paderno, e la ciclabile sull’Adda.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Mi sono innamorata durante un viaggio in tram. Giurin giuretta.

La fermata della metro a cui sei più affezionata?

Missori, uscita Velasca. Era la fermata per l’Università, milioni di ricordi.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

La Pinacoteca Ambrosiana. conserva il codice Atlantico di Leonardo, una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia, i guanti che Napoleone indossava a Waterloo, il “Canestro di frutta” di Caravaggio… un’esperienza incredibile che non so quanta gente faccia.

Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Il quartiere che ami di più?

Diciamo tra Wagner e Lorenteggio.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Le periferie, Beppe, le periferie. Un’Expo delle periferie.
Non è che basta fare due cinemini all’aperto nei cortili e dieci appuntamenti alla sede del Municipio per i lavoretti con i bambini per avere animato un quartiere.
Bisogna dare un ultimatum ad Aler, migliorare le architetture, aprire gli spazi che oggi son tutti murati, aumentare la collaborazione Pubblico privata, finanziare le attività commerciali, promuovere un festival delle periferie che le faccia conoscere. Manca tutto, in alcune vie sembra di essere in un film neorealista degli anni Cinquanta.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Sono a favore di qualsiasi sperimentazione innovativa, ma chiarendo obiettivi e risultati che ci si attende di ottenere.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Sono troppo di parte, lago di Como forever 

Credits Lionards – Villa Argegno Lago di Como

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Riqualificherei il patrimonio Aler, dopo aver rinegoziato la gestione successiva.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Diventare davvero una grande capitale europea.

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Ritorno alle origini

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Protesta Canada contro obblighi (La Presse, 2022)

Un noto principio psicologico è quello per cui una persona sottoposta a forte stress è in grado di manifestare spontaneamente la sua vera natura.

Guardando la situazione internazionale attuale, di fronte a un pericolo comune a tutti si stanno mostrando molteplici tipi di reazione tra i vari governi. Spesso il tipo di reazione attivato da un Paese riflette la sua identità storica che non è ancora stata cancellata dalla globalizzazione.

Ad esempio, l’Australia sembra tornare alla sua origine, quella di un continente carcere che cerca di contrastare il virus attraverso regole da colonia penale. Gli Stati Uniti si stanno spaccando in due ricreando gli scenari che hanno portato alla guerra civile, l’Inghilterra si è concentrata sulla natura libertaria che da sempre l’ha contraddistinta, i paesi del Nord Europa stanno palesando il loro spirito vichingo fatto di armonia, di cooperazione e di responsabilità, mentre i paesi dell’Europa continentale stanno assecondando l’ancestrale volontà di dominio da parte dell’autorità.

L’Italia sta mettendo in scena molti aspetti della sua tradizione, dalla cultura borbonica fatta di norme e cavilli spesso contraddittori a quella più fascista e autoritaria che pretende fedeltà assoluta e si mostra spietata contro qualunque forma di messa in discussione del potere.

Forse proprio il Canada, che è stato promotore di restrizioni molto pesanti, sarà il luogo da cui si cercherà una soluzione guardando al futuro invece che tornando al passato. Attraverso una presa di coscienza diffusa dei popoli che dopo anni di manipolazioni possano affermare uniti la semplicità dell’esistenza e la pienezza del vivere.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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Il NUOVO TREND per le VACANZE in Europa? Meglio la LIBERTÀ SCANDINAVA che le restrizioni mediterranee

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Credits ELG21 -pixabay - Lofoten

Il quotidiano inglese Telegraph consiglia ai suoi lettori, con tanto di dettagliate indicazioni delle bellezze da vedere, di scegliere per le loro vacanze estive l’Islanda e i Paesi Scandinavi invece di visitare Italia o Francia.
La ragione? Lo zelo con cui soprattutto il nostro Paese applica il certificato verde e l’obbligo di mascherina, zelo che renderebbe estremamente complicata la vita di turisti in cerca di una vacanza libera e serena e delle famiglie con ragazzi al seguito. Questi gli estratti dell’articolo del Telegraph in cui descrive la bellezza dei paesi che si possono visitare in libertà.

Il NUOVO TREND per le VACANZE in Europa? Meglio la LIBERTÀ SCANDINAVA che le restrizioni mediterranee

#1 Islanda, obbligo mascherina solo se impossibile il distanziamento, coprifuoco nei locali ma non viene richiesta la certificazione

Credits Ludo-Photos-pixabay – Islanda

In Islanda si può entrare se vaccinati o guariti dal Covid-19 con un PCR o un test a rapido da meno di 72 ore prima dell’imbarco. I non vaccinati devono mostrare esito tampone all’arrivo, fare un tampone sbarcati sull’isola e isolarsi fino all’esito di un altro tampone dopo cinque o sei giorni. Sono esentati i nati dal 2005 in poi. La mascherina è obbligatoria nei luoghi chiusi solo se impossibile mantenere distanziamento. Non è richiesto il green pass per la vita sociale, ma è in vigore il coprifuoco alle 23 per ristoranti, bar e discoteche.

Un’esperienza da provare in Islanda è un viaggio in camper sulla Route One circumnavigando l’Islanda ai piedi delle Highlands centrali, perché c’è solo una strada intorno ad essa, ammirando spiagge nere come il carbone, cascate e desolate pianure vulcaniche. Per rilassarsi c’è il Blue Lagoon, una delle 25 meraviglie del mondo, le terme immerse in un paesaggio lunare ultraterreno di lava nera coperta di muschio.

#2 Svezia, nessun obbligo di mascherina e niente green pass per la vita sociale

Credits brightfreak-pixabay – Stoccolma

In Svezia si può entrare senza test negativo o quarantena se vaccinati o guariti dal Covid-19, gli under 18 che accompagnano adulti vaccinati sono esentati da tutte le restrizioni di viaggio, compreso il test. I non vaccinati devono sottoporsi a un tampone. Le mascherine non sono obbligatorie in nessun ambiente, ma solo consigliate sui mezzi pubblici nei periodi di punta. Il green pass per la vita sociale non è mai stato introdotto.

Tra le mete da visitare c’è Skåne, con spiagge sabbiose e selvagge che rivaleggiano con quelle della Cornovaglia, piccole e graziose cittadine portuali, il capoluogo della regione Malmö con il quartiere del design della Città Vecchia e il quartiere di St Knut pieno di caffetterie. Ancora l’incantevole regione centrale del Värmland della Svezia, un mosaico di foreste, terreni agricoli e fiumi tortuosi, dove fare un’escursione o andare in mountain bike lungo i numerosi sentieri naturalistici della zona, andare in kayak o a pesca sugli ampi laghi e lungo il fiume Klarälven.

#3 Norvegia, mascherina solo nei mezzi pubblici e locali affollati

Credits ELG21 -pixabay – Lofoten

Dal 26 gennaio, tutti i viaggiatori, indipendentemente dallo stato di vaccinazione, possono entrare in Norvegia senza bisogno di autoisolarsi, ma con obbligo di test antigenico gratuito all’arrivo. Tutte le persone di età pari o superiore a 12 anni devono indossare una mascherina in determinati ambienti interni, come sui mezzi pubblici e nei negozi. Non è richiesto alcun green pass per entrare nei luoghi pubblici e attività commerciali.

La Norvegia artica è uno dei luoghi più salubri dove passare l’estate: fiordi, cime innevate, isolotti, scogliere a strapiombo, cascate e spiagge di sabbia bianca sbalorditive. Partendo dalle isole Lofoten che attirano gli amanti del sole di mezzanotte con le loro montagne frastagliate e gli affascinanti villaggi di pescatori, oppure la più remota e ancora meno affollata isola di Senja, un po’ più a nord. Da non farsi mancare i viaggi in treno, tra i più spettacolari d’Europa, come quello tra Oslo e la graziosa città anseatica di Bergen o il Polar Express che trasporta i passeggeri in un viaggio di 10 ore dalla città universitaria millenaria di Trondheim lungo i 730 chilometri della Nordland Railway.

Leggi anche: 7+1 LUOGHI UNICI dove ammirare lo spettacolo dell’AURORA BOREALE

#4 Finlandia, mascherine solo raccomandate e niente green pass per entrare nei locali pubblici, privati e negozi

Credits marjattacajan-pixabay – Suomenlinna

Possono entrare in Finlandia se vaccinati o guariti dal Covid-19 con una dose di vaccino ed esibendo il test negativo di un tampone molecolare eseguito non più di 48 ore prima dell’arrivo. Sono esenti i nati dal 2007 in poi se accompagnati da un tutore adulto completamente vaccinato. Le mascherine sono raccomandate, ma non obbligatorie, sui mezzi pubblici e nei luoghi chiusi affollati. Non è richiesto esibizione di green pass per accedere ai locali, solo soggetti a coprifuoco in alcune regioni.

Helsinki è una tappa obbligata per un viaggio in Finlandia, una città che da tempo gode di una reputazione mondiale per il design. Da vedere c’è l’imperdibile Temppeliaukio “Rock” Church, il Museo Amos Rex, con la sua serie di bizzarre gallerie sotterranee sormontate da lucernari angolari che sembrano esplodere dal terreno nella piazza soprastante e il Design Museum. Non ci si può far mancare nemmeno un caffè da Story nell’Old Market Hall. Le meraviglie finlandesi non finiscono qui, ci sono più di 300 isole sparse per la città, come Suomenlinna, patrimonio mondiale dell’UNESCO con una fortezza marittima del 18° secolo facilmente accessibile traghetto. Per un’esperienza più selvaggia si può tentare l’avvistamento degli orsi bruni al Bear Centre.

#5 Danimarca, stop a green pass e mascherine

Credits SvitlanaRom-pixabay – Copenaghen

Da oggi 1° febbraio si puoi viaggiare in Danimarca senza necessità di test negativo o quarantena, con la prova della vaccinazione o della guarigione dal Covid e viene abolito il green pass e l’obbligo di mascherina

Da non perdere per una vacanza in Danimarca c’è la città dei pescatori della Zelanda nord-orientale, la storica Helsingør con il suo famoso Castello di Kronborg, parte dei Patrimoni dell’UNESCO. Da vedere l’affascinante Bakken, il parco divertimenti più antico del mondo, completo di montagne russe in legno, gli splendidi boschi antichi di Dyrehaven, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Oltre a Copenaghen merita una visita Aalborg, la città più cool del Paese in questo momento, ricca di vita notturna.

Fonte: Telegraph

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FABIO MARCOMIN

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🔴 Crollo psicologico per gli UNIVERSITARI di MILANO: boom di richieste di aiuto

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Ph. Daniel Park (Pixabay)

La pandemia ha posto un freno alla socialità, fatto che ha messo i giovani in serie difficoltà. Una ricerca dell’Università Statale degli Studi di Milano lancia un grido dall’allarme: in forte aumento la richiesta di aiuto psicologico degli studenti.

Crollo psicologico per gli UNIVERSITARI di MILANO: boom di richieste di aiuto

# Il crollo psicologico

Nelle università milanesi esiste la figura professionale del consulente psicoterapeuta e sportelli appositi permettono agli studenti di seguire un percorso che li aiuti ad affrontare situazioni di stress in università e non solo. Da quando è iniziata la pandemia, secondo uno studio dell’Università Statale degli Studi di Milano, il numero di richieste per questo tipo di supporto è aumentato del 75%.

Ansia da esame, stress, spaesamento, senso di isolamento, crollo motivazionale, sono i sintomi manifestati dagli studenti che si approcciano ai servizi psicologici negli ultimi due anni. Ciò porta allo sviluppo di un senso di apatia generalizzata, insonnia, irritabilità, letargia, scoppi di pianto incontrollati e spesso immotivati.

Ph. Nikolay Georgiev (Pixabay)

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# I più colpiti sono i fuorisede

A denunciare un senso di smarrimento e solitudine, sono in particolare gli studenti fuorisede, che si trovano lontani da amici e famiglie, e a cui la possibilità di creare nuovi legami grazie all’università, viene preclusa dalle restrizioni e dalle lezioni a distanza. A peggiorare la situazione la limitata possibilità di tornare a casa dovuta a quarantene o restrizioni dei servizi di trasporto.

Parallelamente, chi segue le lezioni a distanza, tornando dalle proprie famiglie di origine spesso si sente intrappolato in situazioni di disagio, dovute a piccoli spazi disponibili, spesso sovraffollati, in cui si vive una convivenza forzata. Tutti questi disagi influiscono sul rendimento dei ragazzi, incapaci di concentrarsi e poco motivati dalla situazione restrittiva.

Ph. Gerd Altmann (Pixabay)

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# Meno svaghi, maggiore pressione sui risultati scolastici

Il rendimento scolastico risente della situazione psicologica degli studenti, che prima della pandemia potevano svolgere numerose attività sociali: dallo sport alle uscite serali. La cessata attività di questo tipo di ambienti ha inserito negli studenti un’incertezza e un’insicurezza che hanno creato in loro un senso di chiusura. La scarsa frequentazione di ambienti sociali ha fatto in modo che il rendimento scolastico rimanesse l’unico obiettivo della quotidianità studentesca.

Ottenere grandi risultati come unica alternativa ha portato ad un aumento della pressione psicologica nei confronti dello studio. Chi però è soggetto a crisi, non riesce a sostenere un alto livello di concentrazione e quindi i risultati scolastici ne risentono, facendo in modo che lo stress di non riuscire nell’unico ambiente frequentato agisca sulla salute mentale.

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# Aumento dei servizi di sostegno

Foto: Andrea Cherchi (c)

Le problematiche sono emerse durante il convegno «Uscire dal disagio: l’ateneo e le istituzioni del territorio a supporto della salute e del benessere psicologico della popolazione studentesca», che ha visto come risultato una collaborazione tra l’Università, il Comune di Milano, Regione Lombardia, l’Ufficio scolastico regionale e istituzioni dedicate al disagio giovanile. I quali stanno cercando soluzioni per la tutela dello stato psicologico-mentale degli studenti.

L’Università degli Studi di Milano ha aumentato il numero dei consulenti psicoterapeuti da uno a quattro, per sopperire all’aumento di richieste di supporto. Verrà inoltre aperto uno sportello “fragilità”, per aiutare chiunque avesse bisogno di un aiuto più sporadico e verrà portato avanti un progetto di educazione della comunità accademica sul tema del benessere e della salute mentale. A sostegno di tali iniziative sarà stretta una collaborazione con gli enti territoriali, per rendere i servizi accessibili a tutti.

Fonte Milano, studenti universitari: il crollo psicologico. Ansia, stress e isolamento: più 75% di richieste di aiuto (Corriere Milano)

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SARAH IORI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

 

5 residenti e un’osteria: l’ESCURSIONE sul lago di Como per il “BORGO del CONTRABBANDO”

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Credits: @fra.morett IG

Un paese tra Svizzera e Lombardia, praticamente disabitato, che si gira solo a piedi salendo per una strada che sembra lì da sempre. Vediamo dove si trova e andiamo a conoscere i suoi 5 residenti.

5 residenti e un’osteria: l’ESCURSIONE sul lago di Como per il “BORGO del CONTRABBANDO”

#  4 amici e un’osteria

Credits: @fra.morett IG

Per gli amanti del turismo di montagna, in ogni stagione, oggi andiamo a Erbonne in provincia di Como.
A pochi chilometri dal Balcone d’Italia e, quindi, dalla Svizzera, Erbonne è la frazione di un comune in Val d’Intelvi che, come tutti i luoghi dei dintorni, conserva il fascino della montagna semi inesplorata.

# Trekking e pace

Chi desidera fare la classica gita di montagna, può raggiungere Erbonne solo a piedi, attraverso due itinerari. Il primo arrivando a piedi dal Pian delle Alpi.
Il secondo e più consigliato, è avviarsi lungo una mulattiera che sembra lì dalla notte dei tempi. Il percorso tra i boschi è quasi in piano, con lievi cambi di pendenza, ma offre la possibilità di godere di incantevoli scorci della montagna o del Lago di Como.
L’itinerario di trekking è ben segnalato e può essere percorso anche da escursionisti inesperti. Chi vuole arrivare in auto può prendere una strada che risale in mezzo ai boschi e si ferma a qualche centinaia di metri dal borgo. 

Leggi anche: Il SENTIERO dell’INFINITO: il nuovo percorso di trekking a picco sul mar ligure

# Il borgo di pietra e il museo del contrabbando

Credits: @guide_como IG

I due itinerari hanno in comune la parte finale di arrivo. Anche dal percorso di trekking si giunge al Pian delle Alpi, leggermente in alto rispetto ad Erbonne, che ad un certo punto spunta da dietro una curva.
Sommerso dal verde dei prati in estate, o dalla neve in inverno, il borgo è un mix tra case in pietra e la pace delle Alpi.
Visitando i vicoli del borgo ci si imbatte nelle antiche case in pietra, un bellissimo lavatoio e l’osteria. Erbonne vive intorno ai pochi residenti, cinque in tutto, la vita si svolge intorno all’osteria. È questo l’elemento che conferma che il tempo, qui, si è fermato. Come nella Milano dei Corpi Santi, è l’Osteria del Valico che regola la vita del borgo, dona ristoro ai viandanti e, per l’ottima cucina, attira anche molti amanti della buona cucina, soprattutto nel week end che risulta quasi sempre sold out. 

Credits: @franca_fontana IG

La vita di frontiera in Alta Lombardia, non è per niente movimentata come quella delle grandi praterie americane, però ha i suoi risvolti curiosi. Erbonne è infatti su una strada che, per le caratteristiche di facilità che presenta la mulattiera che porta in cima, è stata scelta in passato anche dai contrabbandieri diretti in Svizzera.
Tra gli anni ’30 e la fine degli anni ’70 a Erbonne c’era la caserma della Guardia di Finanza a presidiare il territorio. Chiusa nel 1977, lo spazio è diventato il Museo del Contrabbando che si può visitare aggiungendo una curiosità davvero particolare all’escursione.

Leggi anche: MILANO – SVIZZERA in bici: la TI-CICLO-VIA, il PROGETTO della SUPER CICLABILE

# Paradiso fiscale del passato

Lavatorio Credits: @matteo_veneroni IG

In attesa che apra l’Osteria, nei dintorni si può andare a dare un’occhiata alle caverne dei dintorni, che hanno fatto scoprire segni di insediamenti millenari.
In gita è meglio portarsi documenti validi per l’espatrio, perché il sentiero che indica verso Scudellate, è quello che fa attraversare il confine per finire in Svizzera.
Erbonne è borgo di confine da tempi immemorabili. Anche ai tempi del Ducato di Milano si trovava sì in territorio milanese, ma alcuni diritti di proprietà dei terreni erano in parte dei cantoni svizzeri confinanti.

I cittadini svizzeri residenti ad Erbonne, sono sempre stati esentati dal pagamento delle imposte al Ducato di Milano, trasformando questo borgo di confine in un paradiso fiscale senza Stato.
La duplice nazionalità degli abitanti di Erbonne, ha fatto vivere a questa frazione la sensazione di poter vivere senza Stato, almeno fino alla Prima Guerra Mondiale. Le bagattelle nate ai confini, presidiati dagli stati otto-novecenteschi, ha poi decretato la fine del paradiso fiscale, tramutandolo in paradosso: da residenza per onesti contribuenti di doppia nazionalità, a borgo del contrabbando.

Leggi anche: “L’Italia è un PARADISO FISCALE per chi viene dall’estero”. E se provassimo le stesse regole anche per i residenti?

# La rivincita di Erbonne

Credits: @giancicci IG

Oggi Erbonne si prende una sua piccola rivincita. Ritorna nei cuori degli escursionisti, degli amanti della Valle d’Intelvi, si vede sulle mappe dei turisti diretti al Balcone d’Italia. Rivive una seconda vita, in barba anche ai contrabbandieri del passato.
Non è il paradiso fiscale dei tempi del Ducato di Milano, ma lo è in termini viabilistici: tutti i milanesi che, ad esempio, sognano il traffico delle auto dedicato ai soli residenti, troverebbero ad Erbonne una ragione di vita. In auto nel piccolo borgo della Val d’Intelvi, possono girare infatti solo i residenti

 

Continua la lettura con: L’Isola tra i laghi: le attrazioni della Val d’Intelvi

LAURA LIONTI

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei Tasso, il presepe sommerso, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di Livigno, Tizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinqucento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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🔴 A2A parlerà FRANCESE?

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Credits ilcittadinoonline - A2A

A giugno del 2021 A2a e il fondo di investimento Ardian hanno siglato un accordo per la creazione di una newco per la produzione e vendita di energia elettrica del valore di 4,5 miliardi, di cui la Multiutility sarà socio di maggioranza con il 55%. Entro l’estate l’operazione si dovrebbe perfezionare. C’è il rischio che in futuro A2A possa passare in mano ai francesi?

A2A parlerà FRANCESE?

# Entro giugno 2022 dovrebbe nascere la newco tra A2A e il fondo francese Ardian

Credits ilcittadinoonline – A2A

A giugno del 2021 A2A, la multiutility dell’energia partecipata al 50% dal Comune di Milano e al 50% da quello di Brescia, ha firmato un accordo per la fusione con il fondo francese di private equity Ardian. Le trattative proseguiranno fino a marzo di quest’anno ed entro la fine del mese di giugno dovrebbe nascerà una newco controllata al 55% da A2A e al 45% dal fondo francese per un valore di 4,5 miliardi di euro. 

L’obbiettivo di A2A con questa operazione è dotarsi di maggiori risorse economiche per sviluppare il core business e realizzare nuove infrastrutture. Questa la nota di A2A: “A2A e Ardian mirano a far sì che la partnership diventi una delle piattaforme leader in Italia nella transizione energetica e uno dei maggiori produttori e fornitori di elettricità del Paese con un chiaro focus sull’energia verde e la transizione energetica, e una chiara strategia di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi fissati dal PNIEC italiano e dall’accordo di Parigi. La partnership seguirebbe gli accordi tra A2A e Ardian firmati nel novembre 2020, per esplorare congiuntamente le opportunità di business relative all’idrogeno verde”.

# Le accuse dell’opposizione e le criticità emerse: perchè non hanno fatto una gara aperta?

L’opposizione a Sala, in particolare tramite esponenti della partito Lega, ha sollevato dubbi sulla questione. In base a questo accordo A2A scorporerà dalla società asset per il valore di 2 miliardi di euro, nello specifico infrastrutture green come impianti eolici, per veicolarli in una newco in cui entrerà il socio francese con una partecipazione di rilevanza.

A fronte della motivazione della società di volersi così dotare di più risorse per la crescita, le critiche sottolineano alcune zone d’ombra che potrebbero pregiudicare il successo dell’iniziativa, almeno dal punto di vista di Milano. 

La scelta del fondo francese, innanzitutto, è stata proposta da Nomura, la banca di investimento asiatica dove l’attuale presidente di A2A ha ricoperto fino a poco tempo fa il ruolo di senior advisor. E le criticità emerse riguarderebbero il fatto di non avere scelto un partner tramite gara ad evidenza pubblica. In questo modo verrebbero a mancare due opportunità fondamentali:

  • la prima di tipo strategico perché si sarebbe potuto aprire anche alle utility italiane, come Hera in Emilia Romagna o Iren in Piemonte per creare insieme una newco, essendo società ben strutturate, e realizzare un colosso competitivo in Europa mantenendo la proprietà interamente italiana;
  • la secondo è di tipo finanziario perché con una gara si sarebbe potuto scegliere l’offerta più vantaggiosa creando una competizione tra più pretendenti.

# I rischi dell’operazione

Quali sarebbero i rischi? Nel caso di quotazione in borsa della newco i comuni perderebbero la loro quota di partecipazione oppure in caso di acquisizione della maggioranza delle quote da parte del fondo francese ci sarebbe il rischio di vedere un’altra azienda in mano straniera senza avere un’ottimizzazione e un beneficio economico e finanziario per le casse del Comune di Milano. Anzi con la perdita del controllo di asset strategici e di infrastrutture di rilevanza nazionale. 

Le preoccupazioni crescono anche alla luce del trend crescente di uno shopping internazionale a casa nostra, specie nei settori più colpiti da Covid e dalle relative politiche restrittive particolarmente severe nel nostro Paese. Dopo la notizia della vendita di alberghi di lusso italiani a operatori stranieri è di fine dicembre la notizia del magnate di Red Bull che ha comprato un intero tratto di costa nel golfo di Trieste per aprire un grande centro velico e nautico con tanto di spiaggia privata. Facile immaginare che oltre al turismo anche le infrastrutture e le aziende del settore delle utility possano fare gola a molti, soprattutto in un momento di fragilità per il nostro Paese. 

Continua la lettura con: Milano, il DESERTO delle AZIENDE: fino al 90% in smartworking

FABIO MARCOMIN

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Milano è TOP: ma come dirlo in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Fabio MASSA: “la mia Milano avrà il coraggio di GUARDARE I SUOI DIFETTI”

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The True Show: Fabio Massa e Barbara Ciabò

Fabio Massa. Imprenditore, editore, moderatore, ma soprattutto giornalista. Giornalista di quelli veri, che spezza il capello e che cerca di rimanere sul punto della questione facendo imbestialire a volte chi è di destra, a volte chi è di sinistra. Fa innervosire molti ma tutti alla fine lo trattano con rispetto e ne riconoscono la lealtà intellettuale.

Fabio MASSA: “la mia Milano avrà il coraggio di GUARDARE I SUOI DIFETTI”

Fabio Massa

La cosa che ami di più di Milano?

Il cielo azzurro. E l’aperitivo. Non necessariamente in quest’ordine.

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Milano

Quella che invece ti piace di meno?

Certe brutture anni ’70. Alcuni architetti spero siano spariti dalla faccia della terra.

Il tuo locale preferito?

Il Tramtram, sotto il mio ufficio.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Lavorare.

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Nessuna.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il Lago Mulino di Zibido San Giacomo.

Lago Mulino

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Aver frequentato il liceo Classico Manzoni.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Sant’Ambrogio. Ma non amo la metro.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Un pappagallo, d’inverno, su un albero di piazza Cincinnato, pochi giorni fa.

credits: albertocane.blog

Il quartiere che ami di più?

Il Lazzaretto, ma ho lo Stadera nel cuore.

Lazzaretto con sfondo Caselli di Porta Venezia

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Una gestione efficace e condivisa delle case popolari. Non è possibile che dopo trent’anni ancora non si sia trovata una soluzione.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Penso che l’autonomia debba essere regionale e all’interno di questa autonomia debbano essere protagoniste le grandi città.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Forse in Romagna. Forse.

Credits: assaporalaromagna.it

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Non investirei neppure un euro all’interno della circonvalla. Tutti fuori, in quei quartieri oggi dimenticati da tutti.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che smetta di specchiarsi nella propria bravura e cominci a pensare ai propri difetti. Detto questo, la amo alla follia.

Fabio Massa

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Firmato un ACCORDO tra il Comune di Milano e le FORZE ARMATE

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Credits Arianna Censi FB - Firma protocollo Comune - Esercito

Per fare tutto ci vuole un fiore, recitava una canzone per bambini degli anni ’70, Rodari al testo, Endrigo alla voce. Per la politica invece non serve un fiore, per risolvere tutto ci vuole un annuncio, un tavolo, un’intesa. È quanto accade a Milano: sui mezzi pubblici fioccano le aggressioni e la pronta risposta delle istituzioni è la firma di un protocollo tra Comune ed Esercito.

Firmato un ACCORDO tra il Comune di Milano e le FORZE ARMATE

# Diversi episodi di molestie e furti avvenuti a bordo di tram, bus e metropolitana a carico di conducenti e passeggeri

90, autobus, corriera, milano, circonvalalzione
Circolare 90

Nei giorni scorsi sono stati diversi gli episodi di molestie e furti avvenuti a bordo di tram, bus e metropolitana a carico di conducenti e passeggeri. Quelli segnalati nelle ultime ore sono avvenuti a Porta Venezia e a Gorla, in metropolitana linea 1, e sulla circolare 90, in zona Navigli. I sindacati dei tranvieri sono sul piede di guerra: “Ormai le aggressioni al personale Atm non si contano più, i lavoratori sono stanchi e amareggiati, non si può arrivare ad avere paura di uscire dalla cabina, pretendiamo rispetto“, scrive la Rsu in un volantino. E anche i cittadini mostrano insofferenza con diverse lettere di denuncia pubblicate sui giornali.

# Firmato il protocollo d’intesa tra Comune di Milano ed esercito per tentare di arginare la spirale di violenza

Credits Arianna Censi FB – Firma protocollo Comune – Esercito

Proprio per cercare di arginare questa spirale di violenza che sembra non trovare tregua, ecco la soluzione: ci vuole un tavolo, ci vuole un fiore. Pardon, un protocollo di intesa. È stato infatti appena sottoscritto dall’assessore alla mobilità del Comune di Milano Arianna Censi, dal generale di brigata dell’Esercito Alfonso Miro, comandante del comando militare Esercito Lombardia, e dal colonnello A. A. Luca Vitali, delegato del comandante del presidio militare, il protocollo tra il Comune di Milano e le forze armate. “Questo” – si legge nel comunicato del Comune – “consentirà ai militari in divisa di viaggiare gratuitamente sulla rete del trasporto pubblico cittadino per garantire maggiore sicurezza e rispetto delle norme”. Con questo protocollo, spiega la nota dell’assessorato alla mobilità, si consente la circolazione agli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa ai corpi delle forze armate (Esercito Italiano, Marina Militare e Aeronautica Militare) su tram, bus e metropolitane milanesi con l’obiettivo “di implementarne la sicurezza”.

# Esercito, Marina e Aeronautica insieme per assistere personale di bordo e ripristinare l’ordine pubblico

In tal senso, per i sottoscrittori dell’intesa, la sola presenza di militari di Esercito, Marina e Aeronautica costituirebbe un efficace presidio. Già che vengono trasportati gratis, i militari dovrebbero fornire in caso di necessità l’assistenza al personale di bordo su accertamenti di identità o per interventi di ripristino dell’ordine pubblico.Comune e Atm sono da sempre impegnati a garantire la sicurezza sui mezzi pubblici – ha spiegato l’assessore Censi – e la presenza di militari a bordo consente di aumentare il presidio di sicurezza e il senso di protezione dei cittadini. Per questo abbiamo valutato positivamente l’iniziativa sperimentale dell’anno scorso e abbiamo scelto di riproporla per 2022“.

Continua la lettura con: Il percorso del BUS degli ANGELI

LEONARDO MENEGHINO

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Se vogliamo che tutto cambi, bisogna che tutto rimanga com’è

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Jacopo da Cessole, Libro di giuocho di scacchi (frontespizio)

Nel celebre film di Visconti Il Gattopardo, ripreso dal romanzo di Tomasi di Lampedusa, viene enunciato un concetto rimasto nella storia “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Frase che esprime una mentalità erede della tradizione borbonica ancora molto diffusa nel nostro Paese, soprattutto nelle stanze del potere. Descrive l’usanza di fingere riforme e cambiamenti con lo scopo opposto, di lasciare le cose come stanno.

Nella situazione odierna potrebbe sembrare che stiano capovolgendo il paradigma del Gattopardo. Negli ultimi giorni due pilastri del potere degli ultimi decenni sono stati nominati a capo delle istituzioni di controllo, con Frattini per il Consiglio di Stato e Amato per la Corte Costituzionale.

Non solo. L’elezione del capo dello Stato che si è appena conclusa ha di fatto consegnato la Repubblica nelle mani di due monarchi, il Presidente e il primo ministro.
Come se la stabilità delle istituzionali debba essere garantita dalla inamovibilità di chi le presiede e dove la grande preoccupazione delle forze politiche di governo sembra essere quella di mantenere lo status quo estendendo la durata del potere senza limite temporale.

Nel momento massimo del trionfo dello status quo istituzionale in una fase storica in cui è al massimo anche la forza del cambiamento a livello internazionale, la domanda è se stia capitando l’opposto di quanto espresso nel Gattopardo. Ossia non cambiare nulla per cambiare tutto.
A quel punto sarà la potenza della realtà a travolgere ogni tentativo del potere di immobilizzarla. 

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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🔴 La RIVOLUZIONE CANADESE: i camionisti occupano la capitale, primo ministro in fuga

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Proteste in Canada

In Canada è in atto una protesta di massa contro l’obbligo vaccinale per i camionisti transfrontalieri e le restrizioni imposte per limitare la diffusione del Sars-Cov-2. Le contestazioni sono partite dai camionisti, destinatari diretti dell’obbligo, ma stanno proseguendo con il supporto dei cittadini e della comunità canadese. Vediamo come sta evolvendo la situazione.

La RIVOLUZIONE CANADESE: i camionisti occupano la capitale, primo ministro in fuga

# I camionisti occupano la capitale Ottawa

 

Il Canada è teatro da giorni di un grande movimento di protesta, avviato dai camionisti che si oppongono all’obbligo di vaccinazione per attraversare il confine tra Canada e Stati Uniti, il più lungo del mondo. L’obbligo è stato introdotto il 15 gennaio dal primo ministro canadese e questo mette a rischio il lavoro per circa 16.000 camionisti che non sono vaccinati oltre al rifornimento di prodotti di prima necessità per i cittadini canadesi. Oltre due terzi dei beni che transitano ogni anno tra Canada e Stati Uniti vengono infatti trasportati su camion. Le proteste proseguono da giorni nella capitale canadese Ottawa e la partecipazione continua a crescere.

# Il sostegno dei cittadini

  

Molti cittadini hanno iniziato a supportare i conducenti di camion. I camionisti hanno iniziato a ricevere molte donazioni in denaro per cibo e benzina lungo tutto il viaggio, della durata di sei giorni. I ristoranti stanno regalando cibo gratis alle persone in marcia, gli hotel offrono gratuitamente le camere per dormire, anche i rifornimenti di carburante nelle stazioni di servizio non vengono fatti pagare. In segno di solidarietà, domenica i camionisti hanno bloccato l’autostrada 4 nel sud dell’Alberta, vicino al confine, un’importante arteria stradale per il trasporto di merci tra il Canada e gli Stati Uniti. Come riportato da “Sud Ouest”: “Il porto di ingresso (valico di frontiera) è attualmente aperto ma, in realtà, nessuno può attraversarlo dal lato nord se non a piedi“, ha spiegato Curtis Peters, portavoce dell’RCMP, polizia federale in Alberta, stimando che a almeno 100 camion stavano bloccando l’autostrada.

# Una raccolta fondi per aiutare i camionisti ha superato i 9 milioni di dollari

Credits gofoundme – Raccolta fondi per camionisti canadesi

Il sostegno dei cittadini e della comunità in generale sta portando a dei risultati incredibili. Una campagna su GoFundMe organizzata per il Freedom Convoy 2022 ha raccolto ad oggi oltre 9 milioni di dollari. Gli organizzatori della raccolta fondi hanno promesso che tutto il denaro raccolto “sarà distribuito ai nostri camionisti per aiutarli con il costo del viaggio” e per “aiutare a coprire il costo del carburante per i nostri camionisti“, nonché potenzialmente utilizzato per aiutare con cibo e riparo secondo necessità.

# La fuga del primo ministro canadese Justin Trudeau

 

La marcia dei camionisti si è trasformata in una lotta a favore di tutti i canadesi contro il passaporto vaccinale, le mascherine e tutte le altre restrizioni, e la protesta non si fermerà finché il primo ministro non le avrà ritirate. Cittadini e camionisti si sono già radunati sotto la sede del Parlamento, ma nel frattempo nella giornata di sabato il premier Justin Trudeau e la sua famiglia sono stati scortati in un luogo sconosciuto. La mobilitazione potrebbe continuare a Ottawa ancora per un po’, poiché i camionisti, alcuni dei quali provenienti dalla Columbia Britannica, a migliaia di chilometri di distanza, hanno intenzione di manifestare per diversi giorni.

Fonte: Sudouest.fr, Fb

Continua la lettura con: GREEN PASS in RITIRATA (fuori dall’Italia)

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Inaugurato il primo PONTE RETRATTILE del mondo: si srotola con lo smartphone

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Credits: gooood.cn

Il ponte si srotola via Bluetooth dal proprio telefonino. È realizzato con una stampante 3D e si ispira ad un movimento della natura.

Inaugurato il primo PONTE RETRATTILE del mondo: si srotola con lo smartphone

# Il “bruco” del Wisdom Bay Innovation Park

Realizzato da BLUE Architects in collaborazione con la Tsingua University, a Shanghai è stato svelato il primo ponte retrattile al mondo stampato in 3D. Si trova nel Wisdom Bay Innovation Park, sede di oltre 300 realtà specializzate nella ricerca tecnologica, tra cui intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata o stampa 3D applicata alla vita di tutti i giorni.

La passerella ha un design innovativo, logisticamente nasce per rimanere appallottolata su sé stessa e, per essere impiegata, viene attivata dagli utenti attraverso un comando dato via Bluetooth. Da arrotolata assume la forma di una ruota pronta a dischiudersi e si presenta come una scultura urbana.
I pannelli telescopici del ponte, per unire le due sponde sopra uno specchio d’acqua, si srotolano imitando il movimento di un bruco: anziché diventare farfalla, la ruota diventa il trait d’union che permette di attraversare l’acqua.

Leggi anche: Il PONTE di VETRA: unirà le due anime del Parco delle Basiliche?

# La pittura tradizionale cinese unita all’alta tecnologia

Pittura tradizionale cinese Credits: gooood.cn

La pedana che si srotola raggiunge la lunghezza di 9,34 metri, larga 1,5 e i corrimano laterali portano l’altezza fino a 1,1 metri.
Per distendersi ed essere pronto all’uso, il ponte impiega meno di un minuto. Tutta la struttura è composta di 9 elementi telescopici, il cui corpo principale sono oltre 50 pannelli dal design esclusivo.

Gli elementi triangolari verticali sono uno dei punti di forza del progetto. Zhu Huiran e Chen Haibiao di BLUE Architects, hanno spiegato di essersi ispirati ai tradizionali dipinti cinesi, affidato la digitalizzazione a complessi algoritmi. Il risultato ottenuto, oltre a far rivivere i quadri di artisti come Qi Baishi e Wu Changshuo, conferisce ulteriore resistenza ai materiali.

Il ponte è infatti in grado di sostenere il passaggio di 20 persone contemporaneamente ed è dotato di sensori e avvisatori per evitare il sovraccarico. Il materiale di stampa di questo ponte è un PC composito, ottenuto mescolando con policarbonato e fibra di vetro. Tutto molto più leggero dell’impiego dell’acciaio, il ponte del Wisdom Bay Tech pesa infatti “solo” 850 kg e la realizzazione in stampa 3D ha richiesto in tutto 450 ore di lavoro, svolti da un’eccezionale macchina di produzione ibrida, classe Gantry, a 6 assi.

Pannello triangolare Credits: gooood.cn

Leggi anche: Il BORGO MEDIEVALE SOSPESO sulle rive di un FIUME

# Dalle demo all’impiego urbano

Progetto Credits: gooood.cn

Fino adesso l’utilizzo della stampa 3D per realizzare strutture ad uso civile-urbano, è sempre stata a scopo dimostrativo.
Ancora a Shanghai, nella cittadella di Baoshan, esiste un altro ponte in calcestruzzo realizzato con stampa 3D, che è attualmente il più grande del mondo realizzato con questa tecnica.
Progettato dal team JCDA della Tsinghua University guidato dal professor Xu Weiguo, si tratta di un passaggio sopraelevato di 26 metri, stampato in calcestruzzo e che, esteticamente, riporta delle increspature simili a quelle di un tessuto di seta.
Sostituire il calcestruzzo con il più eco-friendly policarbonato può, di contro, alleggerire l’impatto di queste infrastrutture, come cerca di dimostrare la demo di un ponte pedonale installato nella Taopu Smart City di Shanghai, che sfrutta la stampa 3D come elemento architettonico per il rinnovamento urbano.

Altresì in Europa ci sono progetti leader nel campo dell’applicazione urbana di queste tecniche.
Nel cuore di Rotterdam, nel quartiere del Kralingse Bos Park, si trova una piattaforma che risulta essere la prima a impiegare termoplastiche rinforzate con fibre. Sempre nei Paesi Bassi è stata annunciata la realizzazione di un ponte di oltre 29 metri, che si candida a diventare, una volta finito, il più lungo del mondo stampato in 3D.
A Parigi è in fase di progettazione un passaggio pedonale di 40 metri, in calcestruzzo stampato in 3D e che vedrà la luce per i Giochi Olimpici del 2024.

Riduzione degli sprechi e sostenibilità ambientale possono dare un grande impulso all’industria dell’edilizia anche in Italia.
Seppure dubitiamo che il famoso Ponte sullo Stretto possa essere stampato in 3D, quelli appallottolati che si srotolano a comando, possono far vivere un’esperienza unica per andare dall’Alzaia alla Ripa, magari di notte con i led che si riflettono nel Naviglio.
Volete guardarlo in azione e dirci cosa ne pesate?

Fonte: Coin Yuppie

Continua la lettura con: Le Venezie del mondo: le CITTÀ sull’ACQUA più belle del Pianeta

LAURA LIONTI

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I migliori CO-WORKING di Milano: i posti dove lavorare in compagnia

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Credits: @gabrio_mc Talent Garden

Chi è Brad Neuberg? A molti questo nome non dirà nulla, eppure questo nome è legato ad uno dei fenomeni più importanti del lavoro e, in un certo qual modo, del mercato immobiliare. Per professionisti e per aziende, il luogo di lavoro è fondamentale, ma non sempre i prezzi sono accessibili da giustificare questo tipo di investimento. L’ingegnere informatico Brad Neuberg, partendo da questo concetto, fonda, nel 2005, il San Francisco Coworking Space, un luogo dove liberi professionisti, smartworkers o start upper possono affittare spazi e lavorare condividendo il luogo con altri professionisti.

A dire il vero, già nel 1995 a Berlino era stato aperto il C-Base dove si incontravano  persone con interessi comuni, spesso riguardanti l’informatica e la tecnologia e iniziavano a collaborare e/o socializzare. A New York, il 42 West 24 offriva postazioni di lavoro flessibili. Il concept di community nasce, quindi, negli anni ‘90, ma solo nel nuovo millennio si è diffuso a macchia d’olio e al giorno d’oggi rappresenta una delle realtà più remunerative e più ricercate nel mondo della tecnologia.

I migliori CO-WORKING di Milano: i posti dove lavorare in compagnia

# Milano e il co-working

Milano è da sempre considerata la capitale economica, tecnologica e la più innovativa città d’Italia. Nasce da sé, quindi, che il fenomeno del co-working, abbia trovato qui terreno fertile. Milano ha capito subito le potenzialità del fenomeno che, studi alla mano, ha dimostrato che la condivisione di spazi aumenta produttività e creatività. Nel giro di pochi anni, start up innovative e liberi professionisti hanno optato per questa tipologia di locazione. Lontana dal concetto del classico ufficio, una soluzione fresca, flessibile e sicuramente divertente. quello che ne segue sono solo alcuni esempi di spazi co-working a Milano, ma vi posso assicurare che è sufficiente fare un giro in rete per trovare centinaia di soluzioni più diverse.

# Spazio Copernico in zona Centrale

start up Copernico-Milano
start up Copernico-Milano

Situato in zona Stazione Centrale, è sicuramente uno dei luoghi dove innovazione e tecnologia sono dogmi imprescindibili. Lo spazio offre singoli uffici per liberi professionisti, ma anche spazi più grandi per riunioni e meeting. Spazi completamente insonorizzati per garantire tranquillità e discrezione. L’offerta è resa ancora più allettante grazie alla presenza di un servizio pulizia giornaliera, di una caffetteria e di una palestra

# Talent Garden con piscina inclusa

Credits: @gabrio_mc
Talent Garden

Non molto distante dallo spazio Prada, nasce Talent Garden un’azienda che decide di puntare tutto sul co-working, aprendo diversi uffici a Milano, per poi espandersi, nel giro di poco tempo, in tutto il mondo. La presenza caffetteria, ristorante, piscina, sale relax, fanno gola a tutte le persone e i professionisti che cercano un ambiente stimolante e dinamico.

# Regus amato dalle aziende

Credits: @real_team_tv
Regus

È diametralmente la soluzione opposta a Talent Garden. Come questa è un network diffuso in tutta Italia. Regus apre la sua sede in zona Bisceglie offrendo spazi più tradizionali e vicini al classico ufficio. È il luogo preferito dalle aziende più che dai liberi professionisti, ma anche da scrittori o giornalisti che cercano un luogo dove poter scrivere indisturbati.

# Santeria, un luogo di ritrovo

Credits: puntarellarossa.it
Santeria Club

Nasce in Città Studi e si distingue subito dagli altri offrendo non solo spazi di lavoro e area bar/caffè, ma presentandosi come luogo di ritrovo nel bellissimo cortile esterno, area piccoli concerti e libreria. Dopo qualche anno, grazie alla risposta positiva dei fruitori, apre Santeria Club, in via Tibaldi che ha ospitato numerosi concerti sia di artisti di nicchia sia quelli mainstream.

# QF Work Baby, per chi deve lavorare e curare i propri figli

Credits: @qfmilano
QF Work Baby

Non molto distante dalla Fabbrica del vapore, c’è chi ha pensato anche ai bambini. Lo spazio oltre ad offrire desk lavorativi, è il luogo ideale per chi è costretto a conciliare lavoro e gestione infantile. Un’area della struttura è interamente dedicata ai nostri piccoli grazie alla presenza di giochi, attrezzature e personale incaricato che si occupa dell’area come se fosse una vera e propria ludoteca. Un luogo che si avvicina molto al concept americano delle grandi aziende.

# Base, la casa dei creativi

Credits: @base_milano
BASE

Via Tortona da anni è il cuore pulsante del design milanese. Non molto distante e, per la precisione, in via Savona c’è Base che negli anni è diventata un po’ la casa di tutti i creativi e di chiunque cerchi soluzioni smart. 2000 metri quadri di scrivanie, laboratori, aree riunioni immersi nel totale silenzio e tranquillità, dove l’unica parola d’ordine è fare networking.

# Altri luoghi

Credits: @upcyclebikecafe
upcycle bike cafe

Sono da citare sicuramente:

  • YoRoom, situato in quartiere Isola
  • Coffice in pieno centro
  • Upcycle, in zona Lambrate e dedicato al mondo della bicicletta.

Continua la lettura con: I 5 migliori BAR da usare come UFFICIO a Milano

MICHELE LAROTONDA

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BABY SITTER: e se la chiamassimo in milanese?

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Michela PARLATO: “la mia Milano si confronterà con le CAPITALI d’EUROPA”

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Michela Parlato

Una veronese a Milano. Dirigente in una grande azienda italiana, mamma da poco, da tipica donna dell’acquario vive all’insegna della libertà. Di ampi orizzonti e apertura mentale, per quanto si muova per il mondo il suo centro di gravità permanente resta sempre Milano.

Michela PARLATO: “la mia Milano si confronterà con le CAPITALI d’EUROPA”

Michela Parlato

La cosa che ami di più di Milano?

La vitalità

Quella che invece ti piace di meno?

Pochi parchi grandi

Credits: @michelemaisetti
Parco Sempione

Il tuo locale preferito?

Boh

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Andare in giro in bici

credits: @milano_in_bicicletta su IG

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

I treni a vapore

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il trebbia

Credits valtrebbia_natura IG – Berlina Beach

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Incontrare persone speciali

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Porta Romana, casa!

Credit Andrea Cherchi – Porta Romana

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Certi personaggi variopinti e nessuno che si scompone

Il quartiere che ami di più?

Porta Romana

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Guardare alle capitali europee come direzione di sviluppo

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Certo che sono favorevole

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Venezia

credit: siviaggia.it

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Spazi sociali gratuiti per bambini ragazzi anziani

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Diventare la sede di importanti istituzioni internazionali

Michela Parlato

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A Tokyo nascerà il GRATTACIELO del DIVERTIMENTO

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Credits buildingmafia_official IG - Tokyu Kabukicho Tower altra vista

Un edificio pensato per integrarsi perfettamente con l’anima del quartiere e per favorire la socialità tra le persone. Come sarà fatto e quando verrà inaugurato.

A Tokyo nascerà il GRATTACIELO del DIVERTIMENTO

# La Tokyu Kabukicho Tower sarà uno dei più alti grattacieli della capitale nipponica

Credits hotel_okura_restaurant_duke IG – Tokyu Kabukicho Tower vista notturna dall’alto

A gennaio 2023 verrà inaugurato un nuovo grattacielo a Tokyo e, anche se l’altezza esatta non è stata ancora comunicata, sarà uno dei più alti e imponenti della metropoli trasformando lo skyline cittadino.

Si chiamerà Tokyu Kabukicho Tower, voluta da Tokyu Group e Tokyu Recreaction Corporation, è verrà costruito nel quartiere di Kabukicho, il più cool e vitale della città. Il vero centro del divertimento di Tokyo di giorno e di notte dove si trovano 4.000 tra caffè, trattorie, karaoke e negozi, terme fino a luoghi insoliti come il Museo dei Samurai o il ristorante gestito da robot.

# Un edificio all’insegna dell’intrattenimento per favorire la socialità

L‘edificio si integrerà perfettamente con l’anima del quartiere con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente il fascino, dando vita a una nuova forma di attrazione turistica attraverso l’intrattenimento. Al suo interno ci saranno una serie di strutture ricreative, un cinema multisala, un teatro da 900 posti, una sala concerto per 1500 persone e due hotel.

Il grattacielo, secondo i promotori del progetto, favorirà l’interazione fra le persone, nel segno della storia e della cultura di Tokyo. Si potrà infatti assistere a una performance, partecipare a una conferenza, ascoltare musica, guardare un film, o anche solo incontrarsi davanti a un caffè o seduti al tavolo di un ristorante.

 

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FABIO MARCOMIN

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La FERROVIA al CONTRARIO

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Credits: @schwebebahn_ ferrovia al contrario

Sembra opera di un ubriaco o di un inventore bizzarro. Tutto è capovolto. Invece di stare sopra i binari, il treno sta sotto. Sarà stato uno sbaglio o è forse un’installazione artistica? Nessuno dei due, ma una cosa è certa: questa ferrovia è unica.

La FERROVIA al CONTRARIO

# Il treno appeso alle rotaie da 120 anni

Credits: @geopop
ferrovia al contrario

Si potrebbe pensare che questa sia un’opera ingegneristica all’avanguardia, ultra moderna, magari la svolta del sistema ferroviario: non più treni che viaggiano via terra sulle rotaie, bensì che si muovono via aria. Eppure questa ferrovia ha più di 120 anni.

Si trova in Germania, precisamente a Wuppertal, vicino a Dusseldorf, e ogni giorno serve i suoi abitanti come se fosse una metropolitana. La linea segue il fiume Wupper per 13,3 km e 20 fermate. Si chiama Wuppertal Schwebebahn ed è un monumento di storia industriale unico al mondo, nonché il mezzo di trasporto più importante della città. Negli ultimi 120 anni ha trasportato più di 1,5 miliardi di persone.

# Sospeso a 13 metri di altezza

Credits: @schwebebahn_
ferrovia al contrario

La ferrovia al contrario è stata progettata da Eugen Langen e costruita nel 1901. Viaggia su una singola rotaia, alla quale sono agganciati i vagoni. Il treno è sostenuto da un telaio portante in acciaio e, per evitare oscillazioni, sul telaio c’è una barra di sicurezza. Questo marchingegno, ai tempi molto rivoluzionario, permette alla ferrovia di muoversi sopraelevata di 13 metri e ad una velocità, in media, di 27 km/h.

# Il volo dell’elefantino

Credits: @schwebebahn_
ferrovia al contrario

La Wuppertal Schwebebahn è la più antica ferrovia sopraelevata e con i suoi 120 anni di vita ha molte storie da raccontare. La più particolare? Quando un elefantino si è lanciato giù dal treno, uscendone illeso.

Nel 1950, infatti, un circo, per farsi pubblicità, portò un elefantino a bordo della Wuppertal Schwebebahn. L’animale, impaurito e confuso dai rumori, sfondò il finestrino finendo nel fiume facendo un tuffo di circa 10 metri. Da quel momento non solo la ferrovia fu simbolo della città, ma anche “Tuffi” il piccolo elefante ricordato in un murale della città.

# Il tour sul vagone imperiale

Ma non solo. La Wuppertal Schwebebahn è stata dichiarata edificio storico dal governo tedesco nel 1997, e protetta come tale,  oggi inoltre è l’attrazione turistica della città per eccellenza.. Proprio perché ben apprezzata dai turisti, la società che la gestisce ha deciso di organizzare tour con il Kaiserwagen, il vagone in cui l’imperatore Guglielmo II e sua moglie Auguste Viktoria fecero un giro di prova nel 1900.

Continua la lettura con: Il TRENO che insegue l’AURORA boreale

BEATRICE BARAZZETTI

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CURIOSITÀ e LEGGENDE su Belluno e le DOLOMITI, le montagne più amate dai milanesi

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Ph. kordi_vahle (pixabay)

Le Dolomiti sono tra le montagne più famose al mondo. La parte centrale della catena montuosa sorge in Veneto. Dal punto di vista amministrativo, Belluno è la provincia che “governa” gran parte delle Dolomiti venete. Ecco 5 curiosità e leggende su Belluno e sulle Dolomiti, le montagne più amate dai milanesi. 

CURIOSITÀ e LEGGENDE su Belluno e le DOLOMITI, le montagne più amate dai milanesi

#1 Belluno è la “città splendente”

Ai piedi delle Dolomiti sorge Belluno, la città più settentrionale del Veneto. Belluno conta circa 36000 abitanti e sorge a 389 metri sul livello del mare. È una delle province venete a cui fanno capo molti paesi nelle valli circostanti, ma soprattutto diverse aree montane. L’Alpago, il Cadore, l’Agordino, Cortina stessa, sono tutte zone che amministrativamente appartengono alla provincia di Belluno. La città è conosciuta anche come “la città splendente”. Il nome Belluno, infatti, sembra abbia origini celtiche e derivi da Bel (splendente) e Dunum (centro fortificato), attribuito per la bellezza del paesaggio che circonda la città.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#2 Patrimonio dell’UNESCO

Il comune di Belluno fa parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio naturalistico italiano istituito nel 1993. Inoltre, è parte del patrimonio dell’umanità delle Dolomiti, dichiarato tale dall’UNESCO nel 2009. Assieme a Latina, Belluno è l’unica città italiana il cui territorio sorge all’interno di una parco nazionale.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#3 Dino Buzzati è nato a Belluno e si può dormire a casa sua

Uno degli scrittori più famosi di Milano in realtà è nato proprio a Belluno, in località San Pellegrino, nel 1906. Dino Buzzati è stato scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, poeta. Il suo capolavoro Il deserto dei tartari, datato 1940, è considerato il culmine della narrativa esistenzialista italiana. Il 28 gennaio di quest’anno, ricorre il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.

Se la comunità bellunese è pronta a festeggiare l’evento, di certo la ricorrenza non passerà inosservata tra gli amanti di letteratura. Primo fra tutti, il Convegno internazionale “Dino Buzzati e la Parola“, organizzato presso lo IULM di Milano. “A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili”.

Alle porte di Belluno, è possibile visitare la casa natale del Buzzati, che è anche un bellissimo B&B.

Credits: @villabuzzati.com(IG)

#4 – I Monti Pallidi

Le Dolomiti hanno un secondo nome, che pochi conoscono: i Monti Pallidi. Come tutti i territori montani, anche le Dolomiti sono da sempre la location ideale per ambientare leggende che si tramandano da generazioni. Il nome di Monti Pallidi è stato dato a seguito di un prodigioso incantesimo avvenuto quando ancora esisteva l’antico Regno delle Dolomiti. Ai tempi, la roccia delle montagne aveva lo stesso colore delle Alpi, ma ciò impediva, al principe delle Dolomiti, di poter condividere del tempo con la moglie, che era invece la principessa della Luna.

Lui non poteva andare sulla Luna perché avrebbe rischiato l’accecamento a causa della luce troppo intensa. Lei, invece, non poteva fissare l’oscurità delle montagne perché le procuravano malinconia e depressione. Il principe, disperato, incontrò per caso il re dei Salvani, un piccolo gnomo che cercava una terra per il suo popolo. Dopo che il principe raccontò la sua triste storia allo gnomo, questo gli propose di rendere splendenti tutte le montagne del suo regno. In cambio, avrebbe ottenuto il permesso di vivere con il suo popolo in questi boschi. Dopo aver stretto il patto, gli gnomi tessero per un’intera notte la luce della luna, ricoprendone tutte le rocce. La principessa poté così tornare a vivere sulla Terra assieme al suo sposo e le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#5 Sorapis, il lago delle lacrime

Uno dei laghi più belli e scenografici di tutte le Dolomiti è il Lago di Sorapis, racchiuso dalle meravigliose cime del parco naturale d’Ampezzo.

Credits: @Lagodisorapis.official(IG)

Una famosa leggenda vuole attribuire la genesi del monte Sorapis, che sovrasta il lago, e del lago stesso, a Misurina, figlia del re Sorapis. L’amore del padre per la figlia, che veniva accontentata ad ogni capriccio, aveva reso Misurina egoista e viziata. Ogni suo desiderio era per il gigante Sorapis un ordine. L’ultimo capriccio di Misurina, che le fu fatale, fu quello di volere a tutti i costi impossessarsi dello specchio della Regina del Monte Cristallo.

Sorapis, che già vedeva la cosa impossibile, si recò comunque dalla regina, la quale gli fece una proposta: in cambio dello specchio, Sorapis si sarebbe dovuto trasformare in montagna. Misurina avrebbe dovuto prendere la decisione finale. Sorapis tornò così dalla figlia e le spiegò la proposta della Regina. L’egoismo della bambina vinse: Misurina impugnò lo specchio e Sorapis iniziò subito a trasformarsi in una montagna. Misurina e lo specchio precipitarono giù in basso. Sorapis, vedendo la figlia morire, pianse talmente tanto da formare il lago su cui tutt’ora egli stesso si riflette. In fondo al lago, la leggenda vuole che riposino ancora Misurina e il suo magico specchio.

Credits: @Lagodisorapis.official(IG)

L’album Sabato pomeriggio (1975) di Claudio Baglioni, contiene una bellissima traccia intitolata Il lago di Misurina, che racconta la versione personale di Baglioni della leggenda del lago.

Credits: montipallidi.net, venetocio.com

Continua la lettura con: La Milano di Buzzati

LUCIO BARDELLE

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SHOTTINO di sera, divertimento si spera: ma come si dice in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Diego DI DONATO: “la mia Milano sarà più VIVIBILE e SERENA anche in periferia”

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Diego Di Donato

Diego Di Donato. Sui social network per lavoro (Università di Milano-Bicocca) e per passione. Durante il primo lockdown ha creato la community di “Milano Dentro Casa” per offrire qualche occasione di leggerezza in un periodo complicato.

Diego DI DONATO: “la mia Milano sarà più VIVIBILE e SERENA anche in periferia”

La cosa che ami di più di Milano?

Il suo stile elegantemente internazionale e l’ampia offerta di servizi/opportunità di ogni tipo.

Quella che invece ti piace di meno?

Ultimamente sono parecchio insoddisfatto della gestione delle mense scolastiche.

Il tuo locale preferito?

Je suis Jambon (zona Bicocca)

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Scattare fotografie con qualsiasi mezzo (cellulare, reflex, vecchie analogiche…)

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Andava a Rogoredo del grande Jannacci: vivo a Rogoredo da 40 anni e la sento un po’ mia.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Melegnano. Dal castello ai locali che animano la serata soprattutto in estate (almeno prima della pandemia)

Credits: 7giorni.info – Melegnano

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Sono nate le mie figlie, alla mitica Mangiagalli.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Rogoredo (Rogotown) perché ci abito e l’ho “vista nascere”.

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Io sono molto incuriosito dal misterioso autore delle scritte “anti-sataniche” (Baal culo), una vera leggenda metropolitana mai abbastanza studiata.

Il quartiere che ami di più?

Bicocca, perché ci lavoro e perché l’ho vista mutare da paesaggio industriale a campus universitario, una vera rivoluzione.

Credit: artribune
Bicocca

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Favorire ulteriormente l’inclusione delle minoranze, il sostegno alle famiglie e la spinta per l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Mi farebbe piacere per Milano e sarebbe di sicuro auspicabile ma bisognerebbe valutare attentamente eventuali ripercussioni negative per non rischiare di penalizzare altri territori circostanti e subirne un inatteso contraccolpo.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Pescara perché è la mia seconda città da quando sono nato (parte della mia famiglia è originaria di li)

Credits marti_matta IG – Pescara

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Riaprirei alcuni tratti dei vecchi Navigli e potenzierei il trasporto pubblico (che comunque già ci invidiano).

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che possa diventare più vivibile e serena anche in tutte le periferie, un ambiente dove sia possibile formare e crescere una famiglia, per dare una spinta demografica alla città.

Diego DI Donato

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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