🔴 A2A parlerà FRANCESE?

Entro l'estate si dovrebbe perfezionare un'operazione societaria con risvolti futuri incerti. C'è il rischio che A2A possa passare in mano ai francesi?

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Credits ilcittadinoonline - A2A

A giugno del 2021 A2a e il fondo di investimento Ardian hanno siglato un accordo per la creazione di una newco per la produzione e vendita di energia elettrica del valore di 4,5 miliardi, di cui la Multiutility sarà socio di maggioranza con il 55%. Entro l’estate l’operazione si dovrebbe perfezionare. C’è il rischio che in futuro A2A possa passare in mano ai francesi?

A2A parlerà FRANCESE?

# Entro giugno 2022 dovrebbe nascere la newco tra A2A e il fondo francese Ardian

Credits ilcittadinoonline – A2A

A giugno del 2021 A2A, la multiutility dell’energia partecipata al 50% dal Comune di Milano e al 50% da quello di Brescia, ha firmato un accordo per la fusione con il fondo francese di private equity Ardian. Le trattative proseguiranno fino a marzo di quest’anno ed entro la fine del mese di giugno dovrebbe nascerà una newco controllata al 55% da A2A e al 45% dal fondo francese per un valore di 4,5 miliardi di euro. 

L’obbiettivo di A2A con questa operazione è dotarsi di maggiori risorse economiche per sviluppare il core business e realizzare nuove infrastrutture. Questa la nota di A2A: “A2A e Ardian mirano a far sì che la partnership diventi una delle piattaforme leader in Italia nella transizione energetica e uno dei maggiori produttori e fornitori di elettricità del Paese con un chiaro focus sull’energia verde e la transizione energetica, e una chiara strategia di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi fissati dal PNIEC italiano e dall’accordo di Parigi. La partnership seguirebbe gli accordi tra A2A e Ardian firmati nel novembre 2020, per esplorare congiuntamente le opportunità di business relative all’idrogeno verde”.

# Le accuse dell’opposizione e le criticità emerse: perchè non hanno fatto una gara aperta?

L’opposizione a Sala, in particolare tramite esponenti della partito Lega, ha sollevato dubbi sulla questione. In base a questo accordo A2A scorporerà dalla società asset per il valore di 2 miliardi di euro, nello specifico infrastrutture green come impianti eolici, per veicolarli in una newco in cui entrerà il socio francese con una partecipazione di rilevanza.

A fronte della motivazione della società di volersi così dotare di più risorse per la crescita, le critiche sottolineano alcune zone d’ombra che potrebbero pregiudicare il successo dell’iniziativa, almeno dal punto di vista di Milano. 

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La scelta del fondo francese, innanzitutto, è stata proposta da Nomura, la banca di investimento asiatica dove l’attuale presidente di A2A ha ricoperto fino a poco tempo fa il ruolo di senior advisor. E le criticità emerse riguarderebbero il fatto di non avere scelto un partner tramite gara ad evidenza pubblica. In questo modo verrebbero a mancare due opportunità fondamentali:

  • la prima di tipo strategico perché si sarebbe potuto aprire anche alle utility italiane, come Hera in Emilia Romagna o Iren in Piemonte per creare insieme una newco, essendo società ben strutturate, e realizzare un colosso competitivo in Europa mantenendo la proprietà interamente italiana;
  • la secondo è di tipo finanziario perché con una gara si sarebbe potuto scegliere l’offerta più vantaggiosa creando una competizione tra più pretendenti.

# I rischi dell’operazione

Quali sarebbero i rischi? Nel caso di quotazione in borsa della newco i comuni perderebbero la loro quota di partecipazione oppure in caso di acquisizione della maggioranza delle quote da parte del fondo francese ci sarebbe il rischio di vedere un’altra azienda in mano straniera senza avere un’ottimizzazione e un beneficio economico e finanziario per le casse del Comune di Milano. Anzi con la perdita del controllo di asset strategici e di infrastrutture di rilevanza nazionale. 

Le preoccupazioni crescono anche alla luce del trend crescente di uno shopping internazionale a casa nostra, specie nei settori più colpiti da Covid e dalle relative politiche restrittive particolarmente severe nel nostro Paese. Dopo la notizia della vendita di alberghi di lusso italiani a operatori stranieri è di fine dicembre la notizia del magnate di Red Bull che ha comprato un intero tratto di costa nel golfo di Trieste per aprire un grande centro velico e nautico con tanto di spiaggia privata. Facile immaginare che oltre al turismo anche le infrastrutture e le aziende del settore delle utility possano fare gola a molti, soprattutto in un momento di fragilità per il nostro Paese. 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.