Uno dei sogni dei milanesi potrebbe diventare realtà. Almeno dalle indiscrezioni clamorose che filtrano da Palazzo Marino. Si potrebbe nuotare nelle acque dei navigli. Almeno in alcuni tratti, ben definiti. La grande novità potrebbe arrivare per l’estate del 2026.
# Allo studio la messa in sicurezza di alcune tratte per renderle balneabili

Mercatone dell’antiquariato Navigli
Una indiscrezione clamorosa, anche se molto affascinante per i milanesi. A Palazzo Marino si starebbe discutendo su come introdurre il diritto di balneazione nei navigli. Si sta studiando la possibilità di delimitare alcuni tratti per renderli sicuri. Il progetto dovrebbe prevedere l’apertura di questi tratti per l’estate del 2026. Una novità che darebbe ancora più smalto alla città. E soprattutto la porterebbe all’altezza di altre grandi città d’Europa che consentono ai cittadini di nuotare nelle acque dei loro fiumi. Vediamo qualche esempio.
# Le città dove si nuota nei fiumi

Nuotare in città non è una novità. Almeno oltre confine. Diverse città lo rendono possibile. Budapest e Vienna offrono diverse zone balneabili sul Danubio, sia in aree attrezzate che in tratti naturali lungo le rive. Il fiume Limmat a Zurigo, in particolare il Flussbad Oberer Letten, prevede una zona balneabile nel centro della città, così come Basilea, nel fiume Reno, dove si trovano stabilimenti balneari con tutto ciò che occorre per fare il bagno. Anche Parigi, dopo la controversa esperienza delle Olimpiadi, offre zone balneabili sulla Senna. Questa estate si è aggiunta anche Berlino che permette ai cittadini di tuffarsi in uno dei tratti della Sprea. Milano potrebbe aggiungersi alla lista? In realtà non si tratta di una novità assoluta. C’è un momento dell’anno in cui alcuni cittadini possono nuotare nelle sue acque.
# L’eccezione di Milano: si può notare. Ma solo nel giorno più freddo dell’anno

Acque fredde. Molto fredde. Milano è una città calvinista, ama il senso di sacrificio. E lo dimostra con il nuoto nelle acque del Naviglio. Quando si boccheggia d’estate i tuffi nelle sue acque fresche sono vietati. Ma se si vuole provare l’ebrezza di un bagno fresco, lo si può fare… a gennaio. Proprio in una delle giornate più fredde dell’anno si organizza il Cimento, dove i milanesi più avventurosi sono invitati a nuotare nelle acque gelate del Naviglio.
# I motivi del divieto

Ma perché allora non si può nuotare negli altri periodi dell’anno? Il Comune di Milano e il Consorzio Est Ticino Villoresi, che gestisce i Navigli, vietano la balneazione. Queste le motivazioni:
- Correnti pericolose. I Navigli hanno correnti che in certi periodi e tratti possono essere forti e imprevedibili
- Fondale irregolare. Con detriti e ostacoli che possono rendere pericoloso il bagno.
- Sponde alte e scivolose. Le sponde sono spesso alte e scivolose, rendendo difficile uscire dall’acqua.
Proprio per queste cause, che non riguardano la qualità dell’acqua, si può superare il problema creando delle aree protette.
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ANDREA ZOPPOLATO
Se lo facessero, sarebbe cosa buona e giusta. Con costi minimi si doterebbe la città di un buon numero di piscine. Potrebbe anche essere una delle motivazioni per riaprire i navigli in città
Già qualcuno usa il Naviglio grande per tuffarsi e nuotare, ma molto lontano da Milano e a suo rischio, ad esempio a Castelletto di Cuggiono. L’idea è comunque suggestiva ma purtroppo “rebus sic stantibus” hanno ragione gli ingegneri del Consorzio, anche rispetto agli altri canali.
Anzitutto il Naviglio grande ha una corrente forte e irregolare perché anche se non sembra è in accentuata discesa. Noi giocavamo a palla lungo l’alzaia all’altezza di piazzale Negrelli ma se essa finiva in acqua era irrecuperabile e nel giro di mezz’ora era in darsena!
Presso il ponte di ferro di viale Richard qualcuno d’estate si insaponava e poi si tuffava ma il rischio di una capocciata c’era tutto.
Personalmente vedo meglio altri ambienti come gli specchi d’acqua del parco delle cave o il lago di santa Maria (è a Buccinasco, vicino a Gudo Gambaredo, ed è talmente grande che vi si può conseguire la patente nautica) o quello nei pressi del deposito di m4, una ex cava sede di un circolo di pescatori.
Però l’acqua dolce è infida e la cronaca purtroppo dà conto di annegamenti soprattutto di stranieri. Pertanto va gestita bene.
Ma con le dovute cautele ci si può pensare. Gli scavi per il porto di mare presso Rogoredo erano allagati e d’estate attrezzati con servizio spiaggia! Anche al parco Lambro ai piedi delle collinette vi era acqua e la gente si bagnava (me lo raccontava uno zio che abitava lì). Ora però l’acqua non c’è più.
Insomma, navigli a parte gli ambienti per organizzare momenti balneari ci sono eccome; e con la proverbiale intraprendenza meneghina si potrebbe anche dare una lezione al Comune e le sue piscine fantasma.
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