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BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?

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Tram Bologna

Per la rete tranviaria bolognese in costruzione è prevista una distanza media tra le fermate di 400-500 metri. A Milano si scende anche sotto ai 200. Il risultato è un servizio più capillare ma più lento, chi ha fatto la scelta migliore?

BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?

# La nuova rete tranviaria del capoluogo emiliano prevede fermate ogni 400-500 metri

 

Credits: untramperbologna.it – Le 4 linee in progetto

A Bologna ritorna il tram. La rete, 57 km di binari, 300.000 passeggeri a regime e 4 linee interconnesse tra di loro, dovrebbe essere completata entro il 2030. Nel dettaglio sono previste queste linee:

  • Linea Rossa: Terminal Emilio Lepido–Terminal Fiera–Facoltà di Agraria/CAAB
  • Linea Verde: Corticella–Deposito Due Madonne
  • Linea Gialla: Rastignano–Casteldebole
  • Linea Blu: Casalecchio–San Lazzaro

I primi lavori sono partiti ad aprile 2023, per realizzare la linea rossa, nella primavera 2024 è atteso l’avvio dei cantieri per quella verde. Si prevedono corse ogni 4/5 minuti e una distanza tra le fermate tra i 400 e i 500 metri: l’intero tracciato della linea rossa prevede infatti 30 fermate lungo 16,5 km, quello della linea verde, il percorso approvato da Corticella a Via dei Mille, 18 fermate e 7,4 km.

Leggi anche: A BOLOGNA torna il TRAM: le 4 nuove linee in arrivo

# A Milano la distanza è meno della metà

farzaan_nm IG – Tram Milano revamp

La distanza delle fermate sulle linee di tram a Milano è esattamente la metà, in diversi casi di appena 150 metri. Troppo poco? ATM e Palazzo Marino ne hanno accorpate alcune ed eliminate delle altre ma, come successo per il 24 lungo Via Ripamonti, le proteste dei residenti che lamentano una riduzione della capillarità del servizio hanno spesso imposto una retromarcia sulle decisioni prese. 

# Tram lenti anche in sede protetta: velocità dimezzata rispetto al resto d’Europa

Credits Arbalete – wikipedia – Rete tram Milano

Se con più fermate lungo il percorso aumenta la capillarità del servizio, il servizio stesso in realtà perde di efficienza e diventa scadente. A Milano infatti, in base ai dati elaborati da AMAT, la velocità commerciale dei tram è di 10 km orari sia nei percorsi promiscui che nelle sedi riservate: la metà delle città Europee, della tramvia di Firenze e in futuro della rete bolognese. Questo porta molti utenti a scegliere il mezzo privato e anche, di conseguenza, rallentare ulteriormente le linee in sede promiscua lungo il tragitto percorso in auto. Persino le metrotranvie a funzione anche extraurbana, come il 15 per Rozzano e il 31 per Cinisello Balsamo, hanno troppe fermate per la tipologia di servizio offerto.

A peggiorare la situazione c’è la mancata introduzione dell’asservimento semaforico, che consentirebbe sempre la precedenza dei tram ai semafori invece costretti ad attendere diversi minuti prima di ripartire, e la rimozione del divieto di accodamento deciso dalla giunta Moratti. 

# I commenti dei milanesi

Nel posto sul gruppo Fb “Cantiere Urbanfile i milanesi hanno detto la loro sulla strategia adottata da Milano per la sua rete di tram. Questi alcuni dei commenti di utenti favorevoli e di quelli contrari alla riduzione del numero di fermate, con suggerimenti per migliorare il servizio.

– “Noi abbiamo la metropolitana e il tram svolge una funzione di linea urbana normale, come se fosse un autobus. Non va paragonata la situazione in cui la tramvia svolge un servizio pre-metro” – Enrico Brugnatelli
 
– “In tutto il resto del mondo i 200 metri non esistono bus o tram senza scomodare il pre-metro. Il 16 da piazza Salgari fino all’inizio di via Comelico fa 4 fermate. Siamo anche sotto i 200, un assurdo” – Francesco Vigotti
 
– “A Milano ce ne sono parecchie da rimuovere\ottimizzare. Via dei Missaglia in primis, tra Abbiategrasso e Isola Anita sono 700m, 4 fermate…” – Marco Balico
 
– “All’estero, nelle città che hanno sia tram che metrò, la “capillarità” è affidata comunque ai bus. Anche se il passo delle fermate non è l’unico e il primo problema per i tram. I due problemi principali sono la mancanza di asservimento semaforico e l’ammissione nelle preferenziali di troppe categorie.” – Umberto Palmieri
 

– “A Milano ci sono linee tranviarie che servono assi non coperti dalla metropolitana. Un jumbo tram da 32 metri non può essere gestito come un autobus di quartiere. Il 15 ci mette mezz’ora da Rozzano a Piazzale Abbiategrasso per fare una manciata di chilometri tutti su corsia preferenziale. Questa mancata concorrenzialità favorisce altre modalità di trasporto. Come il 31 da Cinisello…una linea suburbana non può fare 30 fermate in 10 km…Bisogna gerarchizzare le linee di trasporto ed un tram articolati in sede propria non può avere una velocità di servizio di 10 km orari. L’anomalia è tutta Milanese. Vienna,Praga,Monaco,Berlino hanno la metropolitana ma i tram hanno una gestione molto più performante e viaggiano a più del doppio di quelli Milanesi.” – NUOVI Orizzonti – Andrea Bolzoni Guida Ambientale Escursionistica

 

Continua la lettura: In futuro i TRAM di Milano useranno ancora l’ANELLO per CAMBIARE BINARIO a fine corsa?

FABIO MARCOMIN

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I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ ATTESI per la METROPOLITANA di Milano: a che punto sono?

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ar-architettiroma.it - Estensioni metro Milano

A luglio 2023 la M4 si è allungata di due fermate fino a San Babila. A settembre 2024 è invece programmata l’apertura integrale della linea blu, anche se per alcune stazioni si dovrà attendere dicembre. La rete metropolitana di Milano continua ad espandersi e tra i progetti futuri è prevista la realizzazione della linea M6. Grande importanza per i milanesi lo rivestono i prolungamenti, approvati e ipotizzati da tempo, delle linee esistenti. A che punto sono quelli più attesi?

I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ ATTESI per la METROPOLITANA di Milano: a che punto sono?

#1 M1 fino a Baggio: un prolungamento di 3,5 km fino alla tangenziale ovest. Entro il 2024 è attesa la gara per l’affidamento dei lavori. L’inaugurazione non prima del 2030

Prolungamento M1

Il prolungamento previsto per la linea M1 ad ovest è di circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea di Bisceglie. Tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale, che porteranno a 10 quelle del ramo verso sud per un totale di 43 stazioni e 32 chilometri di lunghezza su tutta la linea.  

Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021. La gara di appalto invece, attesa inizialmente per l’autunno 2022 e poi entro la fine del 2023, dovrebbe tenersi nel 2024. Il rinvio è stato causato dalla necessità di trovare 145 milioni di euro di extra costi, in seguito stanziati. Il costo complessivo sale così a circa 550 milioni di euro. Nel 2025 potrebbero essere avviati i cantieri per una durata di 5-6 anni. L’inaugurazione slitta quindi almeno al 2030.

A nord, invece, per prolungare fino a Monza Bettola, i lavori sono iniziati oltre 12 anni fa. Si attende lo stanziamento di circa 30 milioni di extracosti e l’incarico della nuova ditta  per portare a termine la tratta di 1,9 km.

Leggi anche: Una rete di 200 km di METROPOLITANA a Milano entro il 2030: sarà più estesa di quella di Berlino?

#2 M2 da Cologno Nord a Vimercate: manca 1 milione di euro per completare lo studio del prolungamento con una metropolitana leggera

Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate. In base alle ultime indicazioni si dovrebbe virare su una Light Rail o metrotranvia veloce, con le caratteristiche della metropolitana classica, anche se con un percorso meno intenso di fermate e una velocità commerciale inferiore.

Un tracciato di circa 12 km di nuova linea dovrebbe quindi partire da Cologno Nord, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e con treni di dimensioni più ridotte rispetto a quelli della metropolitana, simili a un tram-treno. In base a questa soluzione tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.

Lo studio di fattibilità è stato affidato a MM, per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Avrebbe dovuto essere pronto a giugno 2022, ma la mancanza di un milione di euro ha messo tutto in pausa. Nel dicembre 2023 i comuni coinvolti nel prolungamento hanno infatti chiesto a Regione Lombardia di reperire la somma necessarie per proseguire con la fasi progettuali successive.

M2 a Rozzano

Nel PUMS, tra le destinazioni interessanti da raggiungere, era stata inserita anche l’estensione verso a sud con nuovo capolinea a Rozzano partendo dalla fermata di Assago Forum. Al momento rimane solo una suggestione.

Leggi anche: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

#3 Paullo M3: finanziato nuovo studio di fattibilità per un’estensione mista metro-metrotranvia di 10 fermate

Tracciato M3 fino a Paullo

Un’attesa lunga 30 anni, forse di più, e che è destinata a durare ancora a lungo nonostante i progressi fatti. Il prolungamento della M3 verso est, che oggi ferma a Milano al confine con il Comune di San Donato, intercetterebbe i flussi di pendolari provenienti da Cremona e Crema sgravando una delle arterie stradali più trafficate: la Paullese.

L’ultimo progetto elaborato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. Un tracciato di 15 km, tra metropolitana e metrotranvia. La parte di metro è di 4,4 km e altre due fermate, San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud, quella di metrotranvia di 10,9 km e 8 fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio e le ultime 3 nel comune di Paullo con Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM all’intersezione con la Tangenziale Est Esterna.

Lo studio di fattibilità tecnico-economica, finanziato con 5,5 milioni di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, dovrebbe essere terminato non prima del 2025. Se venisse rispettata tale scadenza, la progettazione definitiva e il bando di gara potrebbero arrivare in tempo per dare avvio ai lavori nel 2028. Lo scoglio principale sarà il reperimento delle risorse per realizzare l’opera, nel frattempo infatti l’importo è salito da 700 a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie.

Leggi anche: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

#4 M4 a sud-ovest in direzione Trezzano sul Naviglio e ad est fino a Segrate

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

La linea M4 potrebbe allungarsi anche ad ovest, oltre la futura stazione di San Cristoforo FS. Tra le 6 ipotesi al vaglio, la numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico. Comune di Milano e Regione Lombardia sembrerebbero preferire l’ipotesi di una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro, perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. Nessuna decisione è stata però presa al momento.

Credits mm – Tracciato M4 Segrate

Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato invece il Piano di fattibilità tecnica ed economica per il prolungamento della linea verso est di 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Previsto al nuovo capolinea l’interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità Porta Est. Ad oggi sono stati finanziati 420 milioni di euro, vanno reperiti 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime. I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Al netto della necessaria copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà prima del 2030.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 Attesi gli studi di fattibilità per portare la M5 fino a Quinto Romano, Settimo Milanese e oltre fino a Magenta

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Vanno trovati 300 milioni di extracosti per procedere con la gara d’appalto, ma l’estensione non è in discussione. I cantieri non prima del 2025.

Un primo studio preliminare di fattibilità realizzato nel 2019 immaginava invece un prolungamento fino a Settimo Milanese, per un totale di 5 fermate. Una successiva delibera aveva dato il via libera a realizzarne uno per spingersi fino a Magenta, per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato. In tal caso comunque la soluzione più accreditata sarebbe quella arrivare con la metropolitana fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).

Oggi l’ipotesi quella più concreta sarebbe un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Per questo progetto si attende lo studio di fattibilità, l’investimento necessario è stato stimato in circa 350 milioni di euro. L’orizzonte minimo è il 2030.

Leggi anche: M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

Continua la lettura con: LINEE della METROPOLITANA che si potrebbero creare utilizzando BINARI e STAZIONI esistenti

FABIO MARCOMIN

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Ma COSA si MANGIA al MERLATA BLOOM?

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aldmacc IG - Neat burger

Merlata Bloom, il nuovo polo commerciale aperto circa due mesi fa. Grandissimo e con una Esselunga chilometrica. Ma cosa si mangia al Merlata Bloom? 

Ma COSA si MANGIA al MERLATA BLOOM?

# Burgers, con il debutto italiano del fast food vegan di Leonardo di Caprio

aldmacc IG – Neat burger

Restano immutabili nel tempo le note catene di KFC e Mc Donald. Da segnalare invece Neat Burger, il fast food fondato qualche anno fa, tra gli altri, anche da Leonardo di Caprio. Un fast food vegan che ha debuttato in Italia proprio lo scorso 15 novembre presso il nuovo polo commerciale. 

# Hiromi cake e altre proposte dall’Asia

hiromicakemilano IG

Pure questa è una novità. Hiromi cake parte alla conquista di Milano a suon di dorayaki e mochi, ma anche tante proposte salate come zuppe di miso e onigiri. Restiamo in Asia per citare Wagamama, già presente a Milano in City life, specializzato in noodles e ramen. Ichi station già presente in città in numerose sedi ed il cui must è il sushi donut ossia una ciambella di riso ricoperta da pesce crudo. Ramen bar Akira, una novità per Milano, la sua specialità è l’iekei ramen cotto nel brodo di maiale.

# Specialità regionali: dalla riviera romagnola al Salento

Ezio Cairoli – Martinucci

Martinucci é una pasticceria pugliese specializzata in pasticciotti. Un goloso angolo di Salento a Milano. Sessa propone pizza napoletana al trancio, mentre per chi preferisce un vero e proprio ristorante partenopeo, ecco Fresco e Cimmino che propone tanti piatti della tipica cucina napoletana o infine Rinaldini, la pasticceria riminese che, dopo il grande successo riscontrato in altre città italiane, punta anche su Milano grazie alla recente apertura avvenuta proprio al Merlata Bloom. Da segnalare altresì “come vuoi pane e condimenti” una catena di prodotti di panificazione rigorosamente made in Puglia.

# Cibo etnico: cucina messicana e il kebab di lusso

Ezio Cairoli – Kebhouse

Per gli amanti della cucina messicana non c’è che da provare Calavera e Billy Tacos e quindi via di burritos, tacos e tortillas. Per chi invece predilige il kebab ecco Kebhouse, la catena di doner kebab di lusso ideata da Gianluca Vacchi: qui si può scegliere tra quattro tipi di carne ossia pollo, tacchino vitello e Black Angus per un kebab fuori dal comune 

Continua la lettura: MERLATA BLOOM: la FOTOGALLERY e le ATTRAZIONI principali del più grande MALL di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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L’OPERA d’ARTE più IRRAGGIUNGIBILE al mondo è a tre ore da Milano

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Ph. @s_viator IG

Due ore d’auto da Milano. Ma è solo l’inizio. Ci vuole poi oltre un’ora e mezzo di cammino per poter ammirare da vicino questa straordinaria opera d’arte. Ecco chi l’ha realizzata e come ci si arriva. Foto cover: Ph. @s_viator IG

L’OPERA d’ARTE più IRRAGGIUNGIBILE al mondo è a tre ore da Milano

# Il David di Michelangelo dipinto su una parete dello stesso marmo con cui è stata realizzata la scultura originale

Credits francesco.bonistalli IG – David di Michelangelo di Eduardo Kobra

2017. Lo street artist brasiliano Eduardo Kobra realizza un murale raffigurante il David di Michelangelo su una parete delle Alpi Apuane, lo stesso marmo di Carrara con cui è stato realizzata la scultura originale ospitata nella Galleria dell’Accademia a Firenze. L’opera è alta dieci metri e lunga dodici, e vuole essere di fonte d’ispirazione per chi la osserva come per le altre che hanno riempito negli anni le città del mondo.

Credits carlottacaccamo IG – David di Michelangelo Carrara

Dal bianco del marmo di una delle pareti più alte della cava Gualtiero Corsi spunta un David di Michelangelo dai colori arlecchino, nella splendida cornice delle Alpi Apuane, tra Massa e Carrara. Ci sono voluti dieci giorni sotto il sole per realizzare il murale, oltre a venti giorni di progettazione, senza contare l’enorme fatica per arrivare in questo luogo e arrampicarsi quotidianamente sulla parete.

# Come si raggiunge questa meravigliosa opera d’arte

Credits aurora_cei IG – Ultimo tratto per Cava Gioia

Per riuscire ad ammirare il murale del David da vicino servono almeno un’ora e mezza di cammino percorrendo i sentieri che partono da Colonnata.

  • Il più facile é il sentiero numero 195, dal centro del paese di Colonnata in direzione cimitero, indicato come CAI come “David / Croce di Gioia” sui cartelli stradali. Lungo il tragitto si attraversa il bosco fino alla cresta e a “cima gioia” dove si vedrà la croce bianca, per un dislivello di circa 500 metri. La durata del percorso si aggira intorno a 1 h 30 – 2 ore. In estate durante il weekend al tragitto si dovrà aggiungere 1 km da fare sull’asfalto in salita perché l’automobile dovrà essere lasciata nel parcheggio sottostante Colonnata.
  • Il secondo sentiero, quello meno consigliato a causa del terreno sabbioso e le salite rapide, è il più scenografico perché attraversa le cave. La partenza è dal parcheggio sotto il paese dove, dopo una discesa di 5 minuti, si troverà sulla sinistra le indicazioni David e si dovrà seguire per Cava Gioia. In questo caso il dislivello è di 400 e la percorrenza circa di 1 h 30. Assolutamente sconsigliato in discesa.

 

Continua la lettura con: Il MURALE MAGICO che fa rivivere il PASSATO (foto PRIMA e DOPO): da fare anche a Milano?

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I CARNEVALI più BELLI della LOMBARDIA: luoghi e info per non ricevere BRUTTI SCHERZI

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Credits Associazione Culturale Canturino - Carnevale Cantù

È tempo di carri, balli, maschere, travestimenti e coriandoli in tutta la regione. Scopriamo i  carnevali più caratteristici e curiosi da vedere in Lombardia.

I CARNEVALI più BELLI della LOMBARDIA: luoghi e info per non ricevere BRUTTI SCHERZI

# Carnevale Canturino: i carri allegorici più grandi della Lombardia 

Credits Associazione Culturale Canturino – Carnevale Cantù

Tra i carnevali più sfarzosi della Lombardia c’è il Carnevale Canturino. Giunto alla 98esima edizione, è famoso per far sfilare i più grandi carri allegorici della regione, realizzati da abili artigiani, e ispirati ai temi della tradizione locale. La maschera tipica è quella di Truciolo, un garzone di bottega maldestro, a ricordare come in tutte le famiglie canturine ci sia stato almeno un falegname. Dopo la sfilata del 4 febbraio, come al solito ne sono previste altre due, una l’11 febbraio e infine la gran sfilata finale di sabato 17.

# Il Gran Carnevale Cremasco: il rogo di re Carnevale 

Credits infopoint Cremona – Carnevale di Cremona

Arrivato invece alla 36esima edizione il gran Carnevale Cremasco è arrivato alla 35a edizione, con carri di enormi dimensioni, folclore, artisti di strada e gruppi mascherati, quest’anno dal 4 al 18 febbraio. Una delle maschere più tipiche è “al gagèt col sò uchèt”, il contadino con la sua oca, e proprio nel terzo e ultimo giorno di sfilata (dopo il 4 e l’11) il gran finale e la premiazioni del carro dell’anno con fuochi d’artificio e il suggestivo rogo di re Carnevale. Presenti anche mercatini dei sapori e artigianali, dove gustare prodotti tipici quali Chisulì, con aggiunta all’impasto di uvetta e mele, e le Fréciule, frittelle semplici.

# Carnevale di Schignano: maschere artigianali uniche al mondo nella Val d’Intelvi

Credits lakecomo.it – Carnevale di Schignano

In questo piccolo comune di poco più di novecento abitanti nella Val d’Intelvi, nella provincia di Como, si celebra il Carlisepp di Schignano. Un evento montano unico e tra i più antichi in Italia, con la sfilata di maschere davvero uniche come il Mascarun e il Brut, la Ciocia e i Sapeur, la Sigurtà. Tramandano una tradizione familiare e sono realizzate in radica di noce da scultori locali. Le prove generali sono sabato 10 febbraio, il 13 è invece prevista la grande sfilata finale con il rogo del fantoccio Carlisepp, il personaggio locale simbolo del Carnevale, a segnare l’inizio della Quaresima.

Leggi anche: Val d’Intelvi, l’isola tra i laghi

# Carnevale di Mantova: la sfilata del re Trigol

Credits its.dpi IG – Carnevale di Mantova

A Mantova si fa festa con il Carnevale del Re Trigol che nasce dalla leggenda locale legata ai tre laghi della città e dei suoi tre protagonisti: una regina, un mago, una fata e una strega. Re Trigol, il protagonista della fiaba, è nato dall’unione del mago e della fata e simboleggia un frutto: la castagna di lago. Le sfilate per le vie della città, tra i maestosi palazzi e le vie del centro storico di Mantova, vedono appunto al centro questi personaggi fiabeschi che ricordano la storia con canti e poesie. Il 10 febbraio è la data non perdere con la 26esima edizione del NABUZARDAN, il Carnevale per le Famiglie a Palazzo Te con uno spettacolo di circo aereo, truccabimbi, ballo in maschera e letture a tema, organizzato da Segni d’Infanzia Associazione in collaborazione con il Comune di Mantova e la Fondazione Palazzo Te.

# Carnevàl di Mat di Bormio: la rivoluzione dei matti nel Parco dello Stelvio

Credits bormio.info IG – Carnevàl di Mat

Il Carnevale di Bormio, celebrato il 19 febbraio 2024, è forse quello più sopra la righe di tutti gli altri. Si chiama infatti Carnevàl di Mat ed è in memoria di un’antica tradizione: durante la festa il sindaco del paese verrà infatti spodestato dalla Compagnia dei Mat che incoronerà a sorpresa il nuovo podestà dei matti. Il compito di quest’ultimo è di raccontare i pettegolezzi scritti e lasciati nella cassetta delle lettere in forma anonima durante l’anno dai residenti. Il fulcro della festa in maschera è in Piazza delle Kurec, nella cornice del Parco dello Stelvio, dove per tutti i partecipanti possono partecipare alla polentata dei poveri, giochi e sfide. 

# Carnevale di Varzi: i carri fiabeschi nell’Oltrepò Pavese

Credits mattia.franza209 IG – Carnevale di Varzi

Il Carnevale di Varzi, nell’Oltrepò Pavese, è un altro appuntamento da non perdere in Lombardia. In questo piccolo centro montano vengono organizzate tre giornate di festeggiamenti in maschera e di sfilate sui carri allegorici. Domenica 11 febbraio c’è la sfilata dei carri allegorici, ognuno rappresentante un tema a scelta del mondo fantastico, fiabesco e di attualità, tra cui verrà selezionato un vincitore, e DJ e animazione fino a tarda serata. Lunedì 12 è il turno del Gran Carnevale di Varzi, con la tradizionale grande notte nel tendone per ballare in maschera con la musica di Dj e Vocalist. Infine sabato 17 è il giorno della Pentolaccia, con cena alle 20 e serata mascherata con DJ.

Leggi anche: Oltrepò Pavese, la “piccola Toscana” vicino a Milano

# Carnevale di Bagolino: i vecchi che ballano

Credits mariachernyaeva IG – Carnevale di Bagolino

Il tradizionale carnevale di Bagolino è tra i più antichi e importanti del nord Italia, si svolge dal 1518. Tra le stradine di questo piccolo centro della montagna bresciana, oltre 120 giovani ballerini locali mettono in scena coreografie danzate accompagnate sottofondo musicale vestiti con ricchissimi costumi tradizionali, dai cappelli rossi, su cui vengono cuciti metri di nastri colorati a spille, anelli e collane. Si parte l’11 febbraio con i piccoli ballerini nella parte del paese denominata “cavrìl”, mentre i maschèr, abitanti travestiti da vecchi si divertono a fare scherzi senza farsi riconoscere. Il 12 febbraio è prevista la prima danza dedicata al prevosto, il 13 febbraio finale con i ballerini danzanti per tutto il paese fino a sera per concludere con l’ultimo ballo, l’emozionante “ariosa”. Non manca poi la sfilata delle maschere tipiche tradizionali che sfilano per le strade del borgo: il vecchio, la vecchia, l’orso, l’asino. 

# Carneval Vecc di Grosio: il rogo del fantoccio

Credits tunons._97 IG – Carneval Vecc

Nel suggestivo borgo di Grosio, in Valtellina, il 18 febbraio si tiene il Carneval Vecc. Le maschere tipiche di questo carnevale sono costumi tramandati di padre in figlio e rappresentano personaggi tipici ognuno con il suo significato nella manifestazione. Il “Vecc” sta ad indicare un fantoccio imbottito di paglia con le corna che simboleggia la miseria dei tempi da dimenticare e che al termine della sfilata dei carri da via dei Martiri della Libertà, lungole strade più rappresentative, viene bruciato come rituale di buon auspicio per una buona stagione.

# Carnevale di Sueglio: la sfilata dei Crapun

Credits larionews – Carnevale di Sueglio

Il 17 febbraio tocca al Carnevale di Sueglio, in Valvarrone, vicino a Lecco. Famoso per le maschere tradizionali de i “Crapun”, grandi teste di cartapesta dall’aspetto mostruoso e caricaturizzato, che possono essere sia sembianze umane che animali. Il giorno dei festeggiamenti sfilano per il centro insieme a dellemaschere doppie“, una vecchia che porta un uomo in una gerla, un vecchio che porta sulle spalle un altro vecchio a rendere.

# Carnevale Ambrosiano: famoso nel mondo per la festa conclusiva il sabato di Quaresima

Credits Andrea Cherchi – Carnevale Milano

Ultimo della lista ma non per importanza è il Carnevale Ambrosiano con sfilate di carri allegorici, maschere, giochi e attività in tutto il centro di Milano per concludersi in piazza Duomo. Inizio il 14 febbraio e conclusione sabato 17, l’unico in Italia ad essere celebrato già in periodo quaresimale. Per i bambini al Museo del Duomo c’è “Un Carnevale a Corte”, laboratori con cavalieri e principesse e il “Clown Festival” con oltre 120 eventi tra circo-teatro, spettacoli e performance in tante piazze e strade delle città. Presente ancora una volta il PIC, Pronto Intervento Clown, pronto a diffondere un’ondata di felicità tra i passanti.

Continua la lettura: I SUPER-PONTI del 2024: si potranno fare 24 GIORNI di VACANZA prendendo solo 5 GIORNI di FERIE

FABIO MARCOMIN

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Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO

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Roberto Lorenzetti FB - Percorso più lungo in auto

È questo il tragitto più lungo senza interruzioni? E la strada più lunga del mondo?

Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO

# Un percorso di 28.629 km dal Sudafrica alla Russia

Roberto Lorenzetti FB – Percorso più lungo in auto

Salire in auto nella Penisola del Capo e fermare il motore con vista Mar del Giappone: è questo il tragitto più lungo senza interruzioni? La partenza è da Simon’s Town, una cittadina e una base navale sudafricana famosa per la celebre Boulders Beach, la spiaggia che ospita una colonia di pinguini africani. Si attraversa tutta l’Africa da sud a nord, passando per 13 Stati incluso il Sudafrica: Zimbabwe, Zambia, Tanzania, Uganda, Sud Sudan, Sudan, Ciad, Nigeria, Niger, Algeria, Libia e infine Egitto. 

L’avventura on the road prosegue in direzione Asia per Giordania, Libia, Siria per arrivare in Turchia. Si procede quindi attraverso la Georgia e poi in Russia, che viene percorsa quasi per intero fino alla cittadina di Khasan a 130 km a sud di Vladivostok, l’unico comune russo al confine con la Corea del Nord. 

In totale 28.629 km per circa 392 ore di viaggio e una ventina di Nazioni attraversate, al netto di rifornimenti, pernottamenti, dogane, necessità di visti e permessi, e conflitti in corso lungo il tragitto.

Leggi anche: Sarà in Italia il TRAFORO più LUNGO del MONDO: 64 Km sottoterra

# La strada più lunga del mondo è la PanAmerica

Di Created by en:User:Seaweege and released to PD – Opera propria, Copyrighted free use, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1503793 – PanAmerica

Se invece si vuole percorrere la strada più lunga del mondo bisogna volare nel contenente americano. Qui troviamo la PanAmerica, un sistema viario che si estende in prevalenza lungo la costa pacifica dall’Alaska in Nord America fino al Cile in America del Sud per 25.750 km e quasi del tutto completo. Nata ufficialmente nel 1923, durante la V Conferenza Internazionale degli Stati Americani, mancano ad oggi solo 87 km in una zona di selva tropicale montana chiamata Tapón de Darién tra Panama e Colombia. 

Contando invece anche alcune derivazioni, che in Sudamerica mettono in connessione le capitali sull’oceano Pacifico con quelle sull’oceano Atlantico, la lunghezza complessiva quasi raddoppia arrivando a 45.000 km.

Leggi anche: MILANO ISTANBUL in TRENO: questo il percorso, la durata e il costo del viaggio

Spunto: Roberto Lorenzetti FB

Continua la lettura: La STRADA SOMMERSA dall’OCEANO: può essere PERCORSA solo POCHE ORE al GIORNO

MILANO CITTA’ STATO

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Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA

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luserna_lusern IG

Per chi ama vivere la montagna in mondo rilassato e lontano dalla confusione delle classiche località sciistiche. Scopriamo queste cinque mete a qualche ora di auto da Milano.

Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA

# Saint Barthélemy, con un anello di 30 chilometri per lo sci di fondo e l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta

a_l_e_p_e_l_l_e IG – Saint Barthélemy Nus Vallée D’aoste

Saint Barthélemy, a poco più di due ore da Milano, è una delle mete preferite per chi fa sci di fondo grazie al Gran Tor, un anello di 30 chilometri tra i boschi di conifere e i prati innevati. Questa località tra le montagne tra la Valpelline e la Valtournenche infatti non ospita nemmeno un impianto di risalita e quindi lo sci classico non è possibile. Si può comunque fare scialpinismo, un percorso facile porta al colle Chaléby, uno più complicato fino al monte Pisonet.

In alternativa si possono usare le ciaspole, tra le escursioni più classiche c’è quella che conduce al Tza Fontaney, un balcone a picco sulla valle. Per gli amanti delle stelle c’è invece l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta, con una terrazza dotata di sette telescopi Cassegrain.

Milano-Saint Barthélemy

# Riale in Val Formazza, l’antico borgo Walser con 12 km di piste per lo sci di fondo

aliceincammino IG – Riale, Val Formazza

Questo borgo Walser in Val Formazza, il cui nome nella lingua originale è Chärbäch, è una delle frazioni più a nord e più alte del Piemonte a 1.730 metri di quota. Anche qui di impianti di risalita nemmeno l’ombra, non è un caso che Riale sia una storica fucina di campioni di sci di fondo con i suoi 12 km di piste. Ce ne sono di diverse difficoltà, con vista sulle vette del gruppo di Ban e del Basodino.

Possibile fare anche scialpinismo, interessante la salita al Passo di Nefelgiù, e escursioni con le ciaspole, fra tutti il percoroso più battuto è quello diretto al Rifugio Maria Luisa. Da Milano ci vogliono poco meno di 3 ore di auto.

Milano-Riale

# Val Maira, per escursioni con le pelli di foca sotto gli sci

andrea81_mountain IG – Val Maira

La Val Maira, in provincia di Cuneo, si raggiunge da Milano in poco più di tre ore. Circondata da montagne imponenti, da Punta Tempesta al Monviso, ma lo sci alpino non si pratica dato che non ci sono gli impianti di risalita. Lungo i pendii di queste vette sono le escursioni con le pelli di foca sotto gli sci le attività invernali più praticate. Per chi vuole vivere la montagna come una volta non mancano i borghi del fondovalle e rifugi in quota.

Milano-Val Maira

# Luserna, il borgo dei cimbri con 36 km di piste e i sentieri della Grande Guerra

luserna_lusern IG

A 3 ore e mezza da Milano troviamo Luserna, in provincia di Trento, un borgo a 1.333 metri di altitudine affacciato sulla profonda Val d’Astico e un tempo abitato dal popolo dei Cimbri. Da anni ha deciso di puntare al turismo lento. Sono infatti ben 36 i chilometri di piste per lo sci di fondo, tra altopiani e fitti boschi di abeti, la più note sono quelle del Centro Fondo di Malga Millegrobbe-Alpe Cimbra. Per chi ama andare a piedi ci sono i camminamenti verso le fortificazioni della Grande Guerra disseminate sul territorio, uno di questi arriva alle le rovine restaurate del Forte Campo, con le seconda metà del percorso da fare con le ciaspole. 

Milano-Luserna

# Altopiano del Cansiglio, con la seconda foresta più estesa d’Italia

tomasz_tokarz_31 IG – Cansiglio

Spingendosi ancora più in là c’è l’Altopiano del Cansiglio, tra le Prealpi Venete. In auto da Milano servono circa 4 ore. Un tempo gli impianti di risalita c’erano, la scelta è stata di chiuderli per lasciare ad amanti dello sci di fondo e delle ciaspole di godere appieno della seconda foresta d’Italia per estensione: la Foresta del Cansiglio ha una superficie di circa 7.000 ettari. Al suo interno è presente una superficie quasi prevalentemente pianeggiante e priva di alberi, dove si sviluppano gli itinerari scialpinistici.

Un percorso da fare assolutamente con le ciaspole è quello che conduce al Pizzoc, a 1.567 metri di quota, da dove godere di uno spettacolo naturale dato dalla vista delle Dolomiti con la Marmolada, il Pelmo, l’Antelao fino alla Croda del Beco.

Milano-Pian del Cansiglio
 

Fonte: montagna.tv

Continua la lettura: Il BOOM del TRENINO VERDE: il VIAGGIO tra le MONTAGNE a un’ORA da MILANO

FABIO MARCOMIN

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MANAGEMENT e IMPRESA: la FORZA di MILANO

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Credits Andrea Cherchi - Vista aerea di Milano al tramonto

Come tasso di difficoltà di reperimento di figure dirigenziali Milano si mostra sia in controtendenza (positiva) rispetto a ciò che avviene nell’intero Paese, sia capofila delle regioni italiane in tema di impresa, dirigenza e management.

I dati sono stati esposti durante uno degli ultimi incontri organizzati all’Auditorium de Il Sole 24 ore da 4.Manager in collaborazione con il gruppo editoriale: l’appuntamento, che verteva su quello che sarà il futuro terreno su cui si muoveranno i manager d’Italia, ha affrontato diverse tematiche legate al mondo della dirigenza e dell’impresa, soffermandosi sulla necessità di risposte concrete al mismatching tra la domanda e l’offerta del mercato manageriale e toccando argomenti come digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità.

MANAGEMENT e IMPRESA: Milano è CAPOFILA d’Italia. La SOSTENIBILITÀ è il suo TALLONE d’ACHILLE. Intervista a Giuseppe Torre

# Competenze e Networking: i punti chiave di Milano

Giuseppe Torre

«A Milano c’è, innanzitutto, un vantaggio numerico, è una questione logistica: non vi è necessità di spostamenti, di trasferimenti. È tutto concentrato sullo stesso territorio, che tra l’altro è uno dei più avanzati ed evoluti dal punto di vista dei servizi e dell’industria, per cui le difficoltà per il reperimento di figure dirigenziali si dimezza», spiega Giuseppe Torre, Responsabile Scientifico Osservatorio 4.Manager. Troviamo, inoltre, una concentrazione di competenze, soprattutto specifiche, che difficilmente si ritrova in altre zone del Paese. Altre specifiche che portano Milano e la Lombardia a essere la zona più forte d’Italia sono una dinamicità del mercato e una competitività molto alta tra le aziende. «In più» – aggiunge Torre – «ci sono fenomeni specifici come quello della rete relazionale e del networking: la maggior parte delle persone ha una fitta e importante rete di relazioni e contatti che le permette di avere sempre nuovi collaboratori o partner strategici, perché oltre alle competenze c’è un discorso di fiducia che, decisamente, sta alla base».

# Sostenibilità: il tasto dolente di Milano

Credits Andrea Cherchi – Vista aerea di Milano al tramonto

Propensione all’innovazione e al rischio, un mindset ben definito, networking e competenze: sono numerosi, come abbiamo visto, i punti a favore del capoluogo lombardo in merito al futuro del management. Qual è, però, il suo punto debole?

«La sostenibilità è uno dei temi sui quali Milano non è la città più “forte” d’Italia: ci sono aree del Paese che si sono mostrate più consapevoli rispetto al cambiamento e alle competenze in ambito sostenibilità. La struttura produttiva milanese sicuramente non aiuta e il mindset generale nemmeno: Milano deve mettersi in pari, la classe dirigente deve sicuramente “aggiornarsi” in materia, perché quello della sostenibilità è uno dei temi che toccheranno i più grandi cambiamenti del futuro. Se la Lombardia vuole continuare a essere capostipite del Paese deve restare al passo con le necessità del tempo».

Continua la lettura con: «MILANO è, al momento, l’unica città d’Italia che ti permette di realizzare quello che DESIDERI». Intervista a GIARRATANA, “l’uomo senza tonno”

SABRINA FALANGA

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TRAM 1: la “Carrelli”, la linea più storica di Milano e le attrazioni sul suo percorso

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credit: clubmilano.net

La linea simbolo di Milano. Taglia il tessuto urbano come una lama che scende verticale: una lancetta di mezzogiorno che punta verso il centro dell’orologio.

TRAM 1: la “Carrelli”, la linea più storica di Milano e le attrazioni sul suo percorso

La linea storica con le storiche Carrelli color crema e giallomilano che sferragliano dal capolinea di via Martiri Oscuri, a Greco, fino alla stazione ferroviaria di Certosa. E passando dal centro-centro, sfiorando poi il parco Sempione, salutando l’Arco della Pace e sfrecciando tra i platani di viale Certosa, arrivano a godersi lo skyline alpino dal ponte di via Palizzi, prima di chiudere la loro corsa a Roserio. Ma vediamo nel dettaglio ogni tratto dello storico percorso. 

# NoLo e la Hollywood di Milano

Si parte dal quartiere un tempo chiamato Greco (oggi NoLo, acronimo di Nord Loreto), rinato a vita nuova, con un’anima rinnovata e vitale.
A pochi passi dal capolinea, in via Oxilia, c’è la sede di Radio NoLo, la web radio di quartiere, mentre poco più in là, in via Aporti, troviamo i tunnel sotto la Stazione Centrale, che durante la settimana del design si popolano di eventi, mostre e installazioni.

Sempre in zona, in via Venini, c’era quella che era chiamata la “Hollywood di Milano”: in molti magazzini ferroviari venivano stoccati gli arrivi settimanali di materiale cinematografico, le “pizze” in gergo tecnico, che poi venivano distribuite nei cinema della città. Ancora oggi in zona sono sopravvissute alcune società di distribuzione cinematografica.

# Nel cuore di Milano

credits: @fabio_capillo_80
IG

La lama affonda verso il centro: in zona Stazione Centrale è da visitare il Binario 21, ovvero il Memoriale della Shoa, che mostra il luogo da cui partivano i vagoni della vergogna verso i campi di concentramento. Scivolando ancora in giù, in zona viale Tunisia, c’è l’ex quartiere eritreo, oggi luogo multietnico, noto per i ristoranti di tutte o quasi le cucine del mondo.

Poi, i Giardini Pubblici, in cui si può visitare il Museo di storia naturale ma che fino al 1991 erano sede dello zoo municipale di cui si potevano godere gli animali dai finestrini del tram. Più avanti, in via Turati, si trova il Museo della Permanente, poco conosciuto nonostante sia la sede storica dell’arte milanese-

Il tour turistico finisce davanti al Comune di Milano, il cinquecentesco Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale da un secolo e mezzo. 

# A Roserio il tram “tocca il cielo”

Ehi guarda c’è un tram che vola… Non è un fake, alla periferia occidentale di Milano c’è un tram che dalla terra vuole levarsi in volo. È sempre la nostra Carrelli della linea 1: nonostante il peso non sia proprio da ballerina, si avvicina al cielo, al sole, alle nuvole.

Dal capolinea di Roserio le vetture ricominciano il loro percorso, in corrispondenza del grande polo ospedaliero universitario Luigi Sacco, una delle realtà milanesi più conosciute a livello nazionale e centro di riferimento per le patologie infettive, emergenze epidemiologiche e malattie cardiache. Il capolinea è la rampa di lancio per permettere alle Carrelli di salire sul cavalcavia Giovanni Battista Grassi, guardare dall’alto in basso le auto dell’intricatissimo svincolo autostradale sottostante, vedere lo skyline alpino, la Grigna, il Resegone e il Monte Rosa in primo piano. E qui, toccare quasi il cielo.

# Dalla Certosa di Garegnano alla Scala

Poi si scende, sfiorando la stazione ferroviaria di Certosa e rotola per tutto viale Espinasse, lungo, popoloso e popolare, fino ad immettersi in quel viale Certosa che inizia un chilometro prima, dal complesso monastico di Santa Maria Assunta. Nota a tutti come Certosa di Garegnano, è uno dei grandi monumenti della storia dell’arte ambrosiana. Fondata nel 1349 dal signore della città Giovanni Visconti, ebbe l’onore di ospitare e di essere frequentata regolarmente da Francesco Petrarca.

Da piazza Firenze “l’uno” continua il percorso, punta dritto verso il centro, sferraglia lungo quel corso Sempione così ampio ed elegante, che sfocia nel parco omonimo dopo essere sfrecciata davanti all’Arco della Pace. La Carrelli lambisce il parco e arriva in piazzale Cadorna dove incontra l’Ago e Filo, opera maestosa inaugurata nel 2000. La scultura alta 18 metri, fu richiesta da Gae Aulenti e realizzata dallo svedese Claes Oldenburg con i colori rosso, verde e giallo, come le tre linee metropolitane esistenti all’epoca.

Prima di arrivare nel salotto buono di piazza della Scala, il tram ha il tempo di salutare metaforicamente il civico 61 di Foro Buonaparte. Sede della (ex) municipalizzata, che dirige e pianifica quotidianamente le sue scorribande cittadine.

Foto: da ATM

Continua a leggere con: La Foca Barbisa: il TRAM che LAVAVA le STRADE di Milano

LEONARDO MENEGHINO

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Il treno HYPERLOOP accelera in VENETO

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Credits: milanoevents.it - Hyperloop

Fissato lo studio di fattibilità per costruire in Veneto la prima tratta di treni iperveloci in Italia. Anche in Lombardia ne era atteso uno per un servizio Cadorna-Malpensa in 10 minuti, ma se ne sono perse le tracce.

Il treno HYPERLOOP accelera in VENETO

# Lo studio di fattibilità per il treno iperveloce

move.cavspa.it – Hyper Transfer rendering

Dopo l’annuncio del 2022, ne avevamo parlato in questo articolo, avanza lo studio di fattibilità finanziato con 4 milioni di euro per introdurre il sistema di trasporto avveniristico per merci e persone di Hyperloop. La consegna è prevista entro la fine del 2024 e la conferma arriva dal comunicato stampa della Regione Veneto: “la nostra Regione è la prima in Italia, e tra le prime nel Continente, a progettare la fattibilità di una tecnologia di trasporto in grado di movimentare, in sicurezza, merci e persone ad altissima velocità. Ciò consentirà di ridurre la densità del traffico veicolare pesante, abbattere i consumi energetici e le tempistiche di trasporto, con notevoli vantaggi per l’ambiente e lo per lo sviluppo economico del territorio”. Il tutto nasce da un protocollo d’intesa sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, la Regione del Veneto e Concessioni Autostradali Venete S.p.A.

# L’obiettivo è arrivare a una prima tratta di 10 km

Credits: Hyperloop

L’incarico è stato affidato al consorzio guidato da Webuild Spa, capofila del progetto, e Leonardo Spa, insieme con Hyperloop Italia e Rina, partner tecnologici individuati da CAV sulla base di un bando di Partenariato per l’innovazione pubblicato ad aprile 2023. In caso di conclusione positiva è prevista una successiva fase di design della durata di 12 mesi per un investimento di 56 milioni, per poi proseguire con quella della realizzazione vera e propria nei successivi 36 mesi con un finanziamento necessario di 750 milioni. L’obiettivo è arrivare alla prototipazione e realizzazione di un test-track finalizzato a sperimentare sul campo, la tecnologia e ottenere la certificazione del sistema. Il progetto alla studio riguarderebbe per ora una tratta di 10 km.  

# Come funziona il sistema Hyper transfer

move.cavspa.it – Hyper Transfer

Il sistema di trasporto Hyper transfer “consiste nel trasferimento di merci containerizzate e persone attraverso un tubo, nel quale viaggiano capsule isolate dall’esterno e spinte attraverso sistemi di propulsione e sospensione garantite dalla lievitazione magnetica. In questo modo è possibile mantenere la differenza di pressione con l’esterno e raggiungere velocità finora mai sperimentate dai tradizionali sistemi di trasporto, anche di 1200 km/h.” Si tratta quindi di un sistema a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata e a basso consumo di energia, che sfrutta al massimo i principi della levitazione magnetica. 

# Che fine a fatto il Cadorna-Malpensa in 10 minuti?

Cadorna-Malpensa

La Lombardia aveva annunciato ancora prima, nel 2020, l’avvio di uno studio di fattibilità di una tratta di Hyperloop. Nello specifico una linea che mettesse in collegamento l’Aeroporto di Malpensa e la Stazione di Cadorna in appena 10 minuti. Queste le parole rilasciate durante la conferenza stampa da Andrea Gibelli, presidente di FNM Group: “con lo studio di fattibilità vedremo se questo progetto potrà diventare realtà: se così fosse, Milano potrebbe avere due city airport” e ancora “Se tutto andasse per il meglio, il tratto di Milano Cadorna – Malpensa potrebbe avere treni in partenza praticamente senza attesa.”

Dopo la sottoscrizione di una lettera di intenti tra Ferrovie Nord Milano e Hyperloop si attendeva entro la fine dello stesso anno la consegna della studio, ma da allora non se ne è saputo più niente

Leggi anche: BREAKING NEWS. Milano Cadorna – Malpensa in 10 minuti: FNM e Hyperloop insieme per un futuro superveloce

Fonte: ferrovie.it

Continua la lettura con: Chiude HYPERLOOP One. Ma il SOGNO del TRENO SUPERSONICO rimane vivo in VENETO

FABIO MARCOMIN 

copyright milanocittastato.it

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L’incredibile METRO-BUS: nella METROPOLITANA ci corrono gli AUTOBUS (Video)

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Credits: bostontransitspotter IG - Silver Line Boston

Si entra dai tornelli ma quando si scende alle banchine ad attendere i viaggiatori ci sono gli autobus. Ecco dove si trova e come funziona questo insolito sistema di trasporto pubblico. Si potrebbe realizzare anche a Milano interrando gli autobus?

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# Si entra dai tornelli ma alle banchine ci sono gli autobus ad attendere i viaggiatori

Credits: actionkid YT – Tornelli accesso BRT Boston

A Boston, negli USA, c’è un servizio di trasporto pubblico davvero insolito, sembra una metropolitana ma in realtà si sale a bordo di autobus. Per utilizzare la Silver Line gestita dall’MBTA, Massachusetts Bay Transportation Authority, si passa infatti attraverso una classica stazione metropolitana ma dopo aver passato i tornelli e esser scesi al piano banchina i viaggiatori e i pendolari non trovano treni ad aspettarli, ma degli autobus elettrificati

# I “Bus rapid transit” svolgono un servizio di tipo metropolitano per Boston e Chelsea nel Massachusetts 

Credits: bostontransitspotter
IG – Silver Line Boston

I “Bus Rapid Transit” della Silver Line sono filobus su ruote in gomma che funzionano con energia elettrica e hanno come capolinea di testa la stazione di Boston South. La Silver Line è un sistema di linee in servizio a Boston e nel comune di Chelsea, nel Massachusetts, ed è gestito come parte del sistema di autobus, ma è  contrassegnato come bus rapid transit (BRT) e inserito all’interno del sistema di metropolitane di Boston. 

 

# Il servizio copre 6 rotte per 35 fermate

Credits: wikipedia.org – Mappa silver line Boston

Sono presenti sei rotte percorse su due corridoi scollegati. I quattro percorsi del Waterfront, l’area portuale e marittima di Boston, partono da un terminal sotterraneo alla South Station e attraversano il South Boston Piers Transitway, un tunnel dedicato agli autobus attraverso il Seaport District con stazioni al Courthouse e al World Trade Center. A Silver Line Way, le linee del Bus Rapid Transit proseguono in superficie: la SL1 per l’aeroporto internazionale Logan, la SL2 per il Design Center e la SL3 per Chelsea passando per East Boston. Un’ulteriore breve tratta, SLW, è in funzione solo nelle ore di punta tra South Station e Silver Line Way.

Le rotte Waterfront utilizzano autobus articolati a doppia modalità che funzionano come filobus elettrici nel Transitway e autobus diesel convenzionali in superficie. Due linee operano su Washington Street tra la stazione di Nubian (a Nubian Square a Roxbury) e il centro di Boston. La SL5 termina a Downtown Crossing e la SL4 in superficie alla South Station. Le rotte di Washington Street utilizzano autobus ibridi diesel articolati.

 

Continua la lettura con: La METROPOLITANA SPAZIALE

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Enel “l’Africana”: così il “gigante discreto” dell’energia guarda al Continente nero

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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“Il RADDOPPIO della MILANO-MORTARA è MORTO. Non si trovano i soldi nemmeno per la tratta da Albairate ad Abbiategrasso”

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Credits gdafactory IG - Stazione Mortara
Il raddoppio della Milano-Mortara, in attesa da decenni, è ancora al palo. Al momento mancano i soldi anche solo per raddoppiare il tratto da Albairate ad Abbiategrasso. La segnalazione di un lettore che preferisce rimanere anonimo.

“Il RADDOPPIO della MILANO-MORTARA è MORTO. Non si trovano i soldi nemmeno per la tratta da Albairate ad Abbiategrasso”

Credits gdafactory IG – Stazione Mortara

Il testo della mail di un lettore che ci chiede di restare anonimo sullo stallo di un’opera attesa da decenni, la Milano-Mortara, e per la quale sembra non si riescano a trovare le risorse.

# La doccia fredda sull’Albairate-Abbiategrasso

“Buongiorno Signori, se ci vogliamo divertire solo a ipotizzare cose faraoniche, allora non ci sono limiti. Anche io vedrei la terza pista di Malpensa, la tangenziale Ovest esterna, la Pedemontana fino a Bergamo (tutti progetti comunque già noti al mondo, ma che non vedranno mai la luce), per non dire del ripristino dei Navigli.

Se vogliamo invece tenere i piedi per terra, allora si sbatte il naso con le tristi realtà, e per me che sono di Abbiategrasso, lunedì è arrivata la peggiore doccia fredda che potrebbe colpire noi abbiatensi: il raddoppio della ferrovia, ma non da Albairate a Mortara, solo da Albairate ad Abbiategrasso, è definitivamente morto
Ferrovie Italiane non trova i 150 milioni di costi che si sono aggiunti, e quindi non alza nemmeno una matita per mettere giù uno schizzo progettuale. La S9 rimane com’è per sempre.

# Le linee S fanno acqua da tutte le parti

il treno che passa sotto Milano. Credit: Repubblica Milano

Così, mentre si parla di andare in spiaggia in 20 minuti con la futura AV per Genova ( e potrei crederci), l’abbiatense rimarrà per sempre una regione depressa con vie di comunicazione vecchie di secoli e di cui nessuno ha volontà e interesse anche solo a rendere quel poco più efficienti.

Però Ferrovie italiane ci ha messo il carico più pesante in questo disastro da terzo mondo, ed è per questo che parlare di Circle line chiusa ad Ovest, come di qualsiasi evoluzione delle sedi ferroviarie che fanno capo a loro, è pura utopia e se fossi in voi farei attenzione a firmare proposte che non vedranno mai la luce visti questi fatti.
E come ho ancora asserito, l’affidamento del servizio suburbano a Trenord, è un altro fattore negativo a gravare sull’efficienza del servizio suburbano. E’ un’azienda da commissariare: le linee S fanno acqua da tutte le parti anche a causa loro, e i miei figli stanno preferendo la linea di autobus della STAV ai treni per andare a Milano, anche se ci mette il doppio. Ma non si guasta, è puntuale, non ha corse soppresse, non gira delinquenza…

# Ferrovie Italiane e Trenord sono i veri “nemici” di Milano

Credits milanotoday – Drink Apostonic

La vera lotta è contro queste due realtà signori: Ferrovie Italiane e Trenord. E contro gli enti locali. Mettete a nudo nei vostri servizi queste cose visto che avete visibilità. Parlate del marcio che c’é: il cittadino deve saperle queste cose, e allora si, può vedere nella città stato un’alternativa.

Continua la lettura con: La super 90/91

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano c’è SanMetro, il CONTRO-FESTIVAL della CANZONE METROPOLITANA

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San Metro

Torna per il secondo anno il controfestival in metropolitana. Dove e quando si esibiscono i concorrenti, come si svolge la manifestazione e quando viene dichiarato il vincitore.

A Milano c’è SanMetro, il CONTRO-FESTIVAL della CANZONE METROPOLITANA

# Dal 6 al 9 febbraio 2024 la seconda edizione di SanMetro

Locandina San Metro

A pochi giorni dall’apertura del sipario sul Festival di Sanremo, Milano si prepara a regalare ai suoi cittadini un’esperienza musicale unica con la seconda edizione di SanMetro, il festival della canzone metropolitana. Dal 6 al 9 febbraio, l’atmosfera elettrica della musica invaderà le stazioni di Garibaldi M2, Loreto M2 e Bicocca M5, grazie a esibizioni emozionanti di artisti emergenti, band e cantanti che si sfideranno sui palchi di Sound Underground.SanMetro, nato dalla collaborazione tra OpenStage, Atm e Metro5, si inserisce all’interno del progetto più ampio di Sound Underground. Lo scorso anno, questo innovativo concept musicale ha registrato oltre 3.400 ore di musica che hanno accompagnato i passeggeri attraverso le stazioni della metro meneghina, con più di 2.200 concerti nelle tre sedi coinvolte.

# 27 talenti in gara nelle stazioni metropolitane

San Metro locandina

Per questa seconda edizione, sono 27 i talentuosi concorrenti che si esibiranno in concerti live dal martedì al giovedì, dalle 16.30 alle 17.30. La selezione dei finalisti avverrà poi attraverso i voti dei passeggeri, che potranno esprimere le proprie preferenze con speciali “gettoni” da inserire nei box presenti a fianco dei palchi di Sound Underground.

Le stelle assegnate a ogni gettone rappresenteranno i livelli di gradimento. Una sola stella significa “Si può dare di più”, due stelle valgono come “Tutto il resto è noia” mentre il top sono le tre stelle, che stanno per “Emozioni”.

# La finalissima condotta da Marco Maccarini sul palco della stazione di Garibaldi M2 

San Metro

La finalissima, presentata dal noto conduttore televisivo Marco Maccarini, si terrà venerdì 9 febbraio alle 18:00 sul palco della stazione di Garibaldi M2. Un’eccezionale giuria composta da Dario Falcini (direttore di Rockit e media partner dell’iniziativa), Carlo Amleto (musicista e attore) e Lorenzo Campagnari (autore di X Factor) avrà il compito di selezionare il vincitore del festival. Tutte le info su programma e aggiornamenti saranno disponibili sui profili Instagram di Open Stage, ATM e Metro5 (@openstage.it @atm_milano @metropolitana_5), permettendo così agli appassionati di seguire da vicino questo festival della musica metropolitana.

Continua la lettura con: CAPODANNO CINESE in arrivo: dove si FA FESTA a Milano

LEONARDO MENEGHINO

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Le 10 COLAZIONI più “simpatiche” a Milano

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incancellara IG - Da Enzo Ice cream bar

Dove si viene serviti con più gentilezza e simpatia a colazione? Questi sono i 10 luoghi della cortesia a Milano. 

Le 10 COLAZIONI più “simpatiche” a Milano

# Gin Rosa

Credits: @soup_opera – ginrosa

Uno dei bar storici di Milano, nato come bottigliera nel 1820, in San Babila. Ancora oggi propone il bitter rosa e profumato che gli dà il nome, inventato da una nobildonna piemontese. Lo stile e la cortesia di chi sta dietro il bancone o alla cassa rimandano alla Milano di una volta. 

Indirizzo: Galleria San Babila

# Nhero

paul.roger.tanonkou IG – Nhero

Un locale dall’anima cosmopolita, raffinata e alla moda, a pochi passi dalla “city milanese”. Nhero non è solo bar, è anche pasticceria e ristorante. Il personale ha fatto della gentilezza un marchio di fabbrica. 

Indirizzo: Via Felice Casati, 44

# Ice Cream Bar

incancellara IG – Da Enzo Ice cream bar

Un semplice bar a conduzione famigliare, in zona Piazza Abbiategrasso, dove il sorriso e la disponibilità sono al primo posto.

Indirizzo: Via Medeghino, 29

# Bar Sincero

pignagram IG – Bar Sincero

Nomen omen. Il Bar Sincero, gestito da quasi 50 anni dalla stessa famiglia, i Liso, un piccolo rifugio senza troppi fronzoli per una pausa di relax lontano dal caos del centro. Il nome è del precedente proprietario che lo ha ceduto nel 1976. Ma la simpatia dello staff è rimasta la steessa. 

Indirizzo: Largo Giambellino

# Oplà

amici_di_opla IG – Oplà

Un piccolo bar, un angolo di gentilezza e dolcezza. Oplà è incantevole e raccolto, non ci sono tanti tavolini, ed è un punto di ritrovo per le famiglie del quartiere.

Indirizzo: Via Principe Eugenio, 29

# Leonardo pasticceria

gabriellapascucci IG – Pasticceria Leonardo

Un’altra storica pasticceria milanese, che ha cambiato gestione qualche anno fa, dove  brioche e caffè di ottima qualità sono accompagnati da varie forme di carineria, tra abbondanti sorrisi. 

Indirizzo: Via Aurelio Saffi, 7

# Il Caffè Ambrosiano

pavlikova.viki IG – Caffè Ambrosiano

Ricorda i bar della vecchia Milano nell’accezione migliore del termine. La qualità dei prodotti non manca, così come il servizio sobrio e cortese.

Indirizzo: Via Buonarroti, 8

# Pasticceria Marchesi in Galleria 

i locali più top
Pasticceria Marchesi

Anche nel lusso si può trovare la gentilezza. Insieme all’arte della pasticceria nel salotto di Milano. Marchesi in Galleria, la seconda aperta in città dopo la storica sede in zona Magenta inaugurata nel 1824.

Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele II

# Pasticceria Cova Montenapoleone 1817

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Idem come sopra. Pasticceria Cova è la storica pasticceria “incastonata” nella via del lusso per eccellenza di Milano, Via Montenapoleone, tra le boutique di moda più esclusive. Il servizio qui è una garanzia così come la capacità di venire incontro alle esigenze deella clientela. 

Indirizzo: Via Montenapoleone, 8

# Gelsomina

Credits carlotta_sg_ IG – Gelsomina Pasticceria

La regina indiscussa del maritozzo romano, nella versione classica, con amarena e con granella. Gelsomina è uno dei luoghi entrati nel cuore dei milanesi. Anche per la simpatia verace dello staff. 

Indirizzo: Piazza Risorgimento 6

Continua la lettura con: I 5 migliori BAR di MILANO da usare come UFFICIO

FABIO MARCOMIN

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Dopo 30 ANNI arrivano i NUOVI TRENI sulla “linea PEGGIORE della LOMBARDIA”

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Piero Marco Pizzi FB - Nuovo treno a Vigevano

Un piccolo passo per il rinnovamento della Milano-Vigevano-Mortara definita dalle classifica come la peggiore linea della Lombardia e tra le 10 peggiori in Italia. Questi i nuovi treni entrati in servizio e la situazione dei lavori sulla linea.

Dopo 30 ANNI arrivano i NUOVI TRENI sulla “linea PEGGIORE della LOMBARDIA”

# In servizio una coppia di convogli “Caravaggio”

 

Piero Marco Pizzi ha filmato l’arrivo dei nuovi treni alla Stazione di Vigevano, provenienti da Mortara e diretti a quella di Porta Genova a Milano, attesi da 30 anni. Dopo l’annuncio dell’Assessore regionali ai trasporti, Franco Lucente, sono entrati in servizio il 5 febbraio 2024 una coppia di Caravaggio con la livrea di colore verde.

# Un terzo convoglio previsto nei prossimi mesi

Credits: ilcittadinomb.it – Caravaggio

Previsto entro qualche mese sui binari anche un terzo convoglio, tutti a sostituire quelli in circolazione, per ridurre i disagi dei viaggiatori costretti finora a mezzi vecchi e soggetti a continui guasti. Il Caravaggio è un treno a doppio piano ad alta capacità, in composizione da cinque o da quattro carrozze, organizzato in un unico ambiente, senza porte né divisori, e con finestrini molto ampi. Nella composizione a cinque carrozze ha 570 posti a sedere, in quella da quattro, 460.

# La linea peggiore della Lombardia, tra le dieci peggiori in Italia

Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30977549 – Linea Milano-Mortara

Un piccolo passo per il rinnovamento della Milano-Mortara che si conferma comunque la peggiore linea della Lombardia e tra le peggiori in Italia secondo il rapporto Pendolaria 2023. Dopo l’ultimo intervento sulla rete avvenuto nel 2009 con il raddoppio del binario fra le stazioni di Milano San Cristoforo e Albairate-Vermezzo, il resto del tracciato dovrà attendere ancora a lungo.

Tutto fermo per il raddoppio della tratta di 5 km tra Albairate e Abbiategrasso, con i lavori attesi entro il 2024, dato che i 120 milioni messi a disposizione non bastano più e ne servono più del doppio, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. Il rischio è quello di perdere anche i fondi del PNNR, se i lavori non si concludono entro il 2026 dato che l’opera è stata finanziata in parte tramite queste risorse europee. Senza il raddoppio di questa tratta è inoltre impensabile intervenire su quella rimanente che porta fino a Mortara, a discapito dei pendolari milanesi e pavesi.

Continua la lettura con: Parte da MILANO la LINEA FERROVIARIA della “vergogna”

FABIO MARCOMIN 

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La FRONTIERA OVEST della M4: dove costruire il CAPOLINEA della METRO?

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Maps - Deposito M4 Ronchetto sul Navigliio

La linea M4 si appresta ad essere completata: già si pensa a prolungarla oltre i confini comunali. Il progetto per estenderla fino a Segrate è stato approvato e quasi finanziato per intero, mentre per quello oltre il capolinea ad ovest non è stata fatta alcuna scelta. Tra i motivi di questa indecisione ci potrebbe essere proprio il capolinea di San Cristoforo, non così funzionale a far proseguire la linea. Ecco come dovrebbe essere.

La FRONTIERA OVEST della M4: dove costruire il CAPOLINEA della METRO?

# Il capolinea di San Cristoforo sulla M4

Credits: metro4milamno.it – Stazione San Cristoforo Fs M4 e passerelle ciclopedonale

La linea M4, aperta oggi tra Linate e San Babila, prevede il completamento di tutto il suo tracciato entro la fine del 2024. Entro settembre i treni dovrebbero arrivare fino al capolinea ovest di San Cristoforo, con qualche stazione del centro operativa solo per la fine dell’anno. Nel frattempo si lavora per prolungare la linea oltre i confini di Milano. In direzione est è stata già approvata e quasi finanziata per intero l’estensione di due fermate fino a Segrate. Per portarla oltre il capolinea ad ovest non è stata fatta alcuna scelta, anche se si sta ragionando su diverse ipotesi. Alla base dell’indecisione c’è forse proprio il capolinea e il deposito: come andrebbero realizzati?

Leggi anche: Non è ancora FINITA che già si allunga: ALTRE 4 FERMATE per la M4?

# Le ipotesi di una fermata a Buccinasco e quella dentro il deposito

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Tra le ipotesi dello studio di fattibilità di MM, il Comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi al prolungamento con percorso breve in quanto meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’area della fermata sarebbe in uno spazio oggi destinato a parcheggio all’inizio di Via Garibaldi, con probabile prosecuzione in superficie.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Il Sindaco Pruiti e i cittadini di Buccinasco chiedono invece, pur di realizzare quanto prima l’opera, di valutare l’opzione alternativa di una stazione dove è presente il deposito dei treni a Ronchetto sul Naviglio, nei pressi dei confini comunali di Buccinasco e Corsico.

# Il problema del capolinea e del deposito

Maps – Deposito M4 Ronchetto sul Naviglio

Nessuna delle due soluzioni è però così facilmente percorribile. Come si vede dalle immagini satellitari il deposito sembra essere stato pensato per far proseguire i treni solo in direzione Milano e anche i binari che arrivano al suo interno fanno numerosi scambi prima di procedere con una coppia fino a Via Buccinasco. Una fermata nel deposito sarebbe quindi non praticabile anche perché non si può far coesistere il traffico passeggeri con quello dei treni diretti al ricovero e alla manutenzione.

# Doppio scambio prima e dopo l’ultima fermata

Maps – Deposito M2 Famagosta

Per prima cosa andrebbe realizzata una coppia di binari aggiuntiva a quella che entra nel deposito, come per la linea M2 all’altezza del deposito di Famagosta. Oltre a questo dovrebbero essere presenti anche binari che dal futuro capolinea a Buccinasco facciano ritorno direttamente al deposito arrivando da ovest. 

Per consentire il ritorno del treni verso Milano, e il deposito, dopo la fermata servirebbe poi un anello come quelli presenti nei capolinea tranviari. In alternativa un doppio scambio prima e dopo la fermata per consentire ai treni di posizionarsi nelle fasce orarie di morbida già sul binario libero, pronti per ripartire, mentre in fasce orarie di punta, quando i binari sono già occupati, di scambiarsi oltre l’ultima fermata in modo da dare il tempo al treno già presente di iniziare la corsa.

Maps – Uscita tunnel metro verso deposito M4

Sia per l’ipotesi di prolungamento fino a Buccinasco che in quella di spingersi a Corsico o a Trezzano del Naviglio, potrebbe pertanto rendersi necessario realizzare una nuova coppia di binari in sotterranea tra la Stazione di San Cristoforo Fs e l’uscita dei treni all’aperto (in alto a destra nell’immagine si può vedere il punto esatto dell’uscita). Nella prima ipotesi i binari potrebbero uscire affiancando quelli che terminano in Via Buccinasco, nel secondo caso avrebbe più senso proseguire in sotterranea fino al futuro capolinea. 

Continua la lettura con: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

copyright milanocittastato.it

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La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

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Pedemontana Lombarda

Doveva essere un collegamento stradale veloce tra l’Aeroporto di Malpensa e quello di Orio al Serio, invece è stato completato solo un terzo del tracciato e sui tempi per portarla a termine poche certezze, solo speranze.

La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

# La Pedemontana Lombarda doveva essere un collegamento veloce Malpensa-Orio: è stato realizzato solo un terzo del tracciato

Tratte in funzione A36

Che fine ha fatto la Pedemontana Lombarda? L’opera è una delle grandi incompiute tra le infrastrutture regionali e nazionali. Doveva essere un collegamento stradale tra l’Aeroporto di Malpensa e quello di Orio al Serio e invece termina a Lentate sul Seveso. Oltre a questo servirebbe ad alleggerire il traffico nel nord Milano, ora in prevalenza sull’autostrada A4. Il tratto realizzato serve solo i territori di Como e Cesano Maderno, come collegamento veloce verso Malpensa e il Lago Maggiore, appena un terzo sul totale.

# Il progetti e i numeri dell’opera

Nordmilano24 – Tracciato pedemontana

Il sistema viabilistico della Pedemontana Lombarda insiste nell’area di Monza, Como e Varese e ha uno sviluppo complessivo di 157 km. Il tratto autostradale (A36) è a nord di Milano con una lunghezza prevista di 67 km, da Cassano Magnago (Va) a Osio Sotto (Bg), e connessioni con le esistenti autostrade A8 Milano-Varese, A9 Milano-Como e A4 Torino-Venezia. Oltre a questi ci sono 20 km di tangenziali e 70 km di viabilità locale. 

Pedemontana Lombarda

Il progetto è suddiviso in 5 tratte. Al momento solo le prime due sono in funzione, dal 2015, per un totale di 22,5 km: la “A” tra le autostrade A8 e A9 e la “B1” dall’interconnessione con la A9 alla SP ex SS 35 a Lentate sul Seveso.

# Mancano ancora tre tratte: “B2”, “C” e “D”

Tratta B2 Pedemontana Lombarda

Come detto, i lavori per realizzare l’opera nella sua interezza vanno a rilento. I primi lavori per la tratta B2, con la ricognizione per verificare la presenza di ordigni bellici, sono partiti solo a dicembre 2023 e quindi otto anni dopo l’inaugurazione della tratta “A” e “B1”. Tra febbraio e marzo 2024 è programmata la bonifica dei terreni tra Seveso e Meda. Il tracciato di 9,5 km, che include gallerie artificiali e viadotti, in parte è un’ampliamento e riqualificazione della Milano-Meda. I lavori veri propri previsti tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate 2024.

Anche la tratta “C”, altri 10 km di percorso, dovrebbe vedere partire i cantieri nei prossimi mesi, ma manca ancora una data ufficiale. L’obiettivo è terminarle entrambe in tempo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.

Per la “D breve“, tra l’interconnessione con la Tangenziale Est a quella con l’autostrada A4, non è stato invece definito nemmeno il cronoprogramma e anche finanziamento da parte della BEI non è così certo. Niente a che vedere con la tanto decantata efficienza lombarda. Nelle ipotesi più rosee l’arteria stradale non verrà terminata prima del 2031.

Continua la lettura: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

Articolo in collaborazione con Marco Figura

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5 SCONOSCIUTI LUOGHI dei MIRACOLI a Milano

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Credits Andrea Cherchi - Lourdes

Milano, la vivace metropoli celebrata per la moda, il design e la finanza, nasconde tesori di un’importanza storica e spirituale straordinaria. Ecco alcuni dei luoghi milanesi più sconosciuti in cui, nella storia, sono avvenuti miracoli che ancora oggi vengono ricordati.

5 SCONOSCIUTI LUOGHI dei MIRACOLI a Milano

#1 La Madonna del Grembiule e lo zoppo

Credits Andrea Cherchi – Madonna del Grembiule

In tanti non si sono mai accorti della sua presenza, ma a due passi dal centro città si nasconde un angolo ricco di arte. Parliamo della Cappella della Madonna del Grembiule, o meglio di ciò che ne resta. Nel 1943, infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale è stata bombardata e oggi si presenta agli occhi dei passanti soltanto un colorato affresco che raffigura, per l’appunto, la Madonna del Grembiule. Il miracolo si nasconde proprio dietro al nome dato a questa Madonna: la storia narra che a metà del Seicento, in occasione dei lavori di ricostruzione della chiesa annessa, ovvero quella di Santa Maria alla Porta, un operaio addetto alla rimozione della calce scoprì il volto di una Madonna. L’uomo purtroppo era zoppo, ma dopo aver pulito il viso della Madonna con il suo grembiule, il miracolo avvenne: l’uomo fu guarito dal suo male.

#2 Quando i Re Magi giunsero in città

Credits danieladifebbraio IG – Basilica di Sant’Eustorgio

Dal 1336, in occasione dell’Epifania, a Milano si svolge il “corteo storico dei Magi” organizzato dalla parrocchia di Sant’Eustorgio: il corteo attraversa le strade del centro di Milano partendo da piazza del Duomo, per arrivare in piazza sant’Eustorgio. La storia dietro questa tradizione cristiana è molto lunga e risale a quando Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe avuto in dono le reliquie dei Re Magi da Costante, imperatore di Costantinopoli.

Eustorgio le avrebbe poi trasportate in città all’interno di un pesante sarcofago marmoreo trainato da due buoi che, giunti alle porte di Milano, sarebbero crollati esausti. Eustorgio ha quindi interpretato la fine dei poveri animali come segno divino: è proprio in quel luogo che avrebbe dunque deciso di fondare la basilica. In seguito le reliquie furono trafugate da Federico Barbarossa nel 1162 e restituite, anche se solo in parte, nel 1903. Tuttora sono conservate in una teca sopra l’altare dei Magi, nel transetto destro della basilica, esposte alla devozione dei fedeli.

#3 Barnaba e El Tredèsin de Marz

myrossofuoco IG – Chiesa di Santa Maria al Paradiso

El Tredèsin de Marz, una delle feste più antiche di Milano, deriva da una famosa pietra incastonata nel pavimento della Chiesa di Santa Maria del Paradiso. Si tratta di una chiesetta che spesso passa inosservata e si trova ben lontano dal centro città, in Corso di Porta Vigentina. La storia racconta che San Barnaba, dovendo predicare la religione cristiana, si spostò da Cipro fino a Milano e, dopo aver varcato le mura il 13 marzo dell’anno 51, piantò la sua croce di legno in una pietra, riuscendo a perforarla con un solo gesto. Quel giorno quindi rappresenta per la città il ricordo del primo diffondersi del cristianesimo, oltre che l’inizio anticipato della primavera milanese – in occasione dei festeggiamenti si è soliti tagliare i capelli ai bambini, poiché questi ricresceranno più folti e robusti.

Gli studi storici, però, hanno smentito l’arrivo a Milano di San Barnaba, il quale sembra che non abbia mai lasciato la Turchia. Non solo, i milanesi sarebbero divenuti cristiani tre secoli più tardi!

#4 Come Lourdes… O quasi

Credits Andrea Cherchi – Lourdes

All’esterno della Chiesa di Santa Maria di Lourdes, non lontano dal Cimitero Monumentale, si cela una ricostruzione della Grotta di Massabielle. In questo luogo milanese non è avvenuto nessun miracolo, si tratta piuttosto di un omaggio: infatti, all’interno della Grotta di Massabielle, nel 1858, la piccola Bernadette assistette a 18 apparizioni di Maria, le quali diedero vita al culto e alla riverenza per Lourdes. L’omaggio milanese fu voluto nel 1902 da monsignor Antonio Videmari e suo fratello don Giuseppe, entrambi devoti vista l’inaspettata guarigione di quest’ultimo da un tumore alla gola. La Chiesa di Santa Maria di Lourdes è una delle più ampie della città e merita di essere visitata vista la sua bellezza e la gran quantità di pregevoli opere d’arte presenti al suo interno.

#5 La Madonna delle Lacrime di San Celso e la peste

Credits federsalva IG – Chiesa di Santa Maria presso San Celso

Passeggiando su Corso Italia sicuramente non passa inosservata la Chiesa di Santa Maria presso San Celso: un posto meraviglioso sia all’interno che all’esterno, con un chiostro che invita ad entrare e un porticato fiero. Al suo interno si nasconde la storia di un miracolo lunga più di 500 anni: nel 1485, infatti, Milano era tormentata dalla peste e il 30 dicembre di quell’anno i fedeli, per invocare l’aiuto della Vergine, erano riuniti nell’antica cappella a Lei dedicata, posta nei pressi dell’abbazia benedettina di San Celso. Sul lato sinistro della cappella è custodita la rappresentazione di una Madonna con bambino e quel giorno, alla messa delle 11.00, la chiesetta era affollata da 300 persone: dopo la comunione, la Madonna con gesto materno scostò con la mano sinistra la tenda che la nascondeva ai fedeli e tese verso di loro le braccia col bimbo divino. Di lì a poco la pestilenza cessò e l’evento fu attribuito all’intervento miracoloso della Vergine: durante l’anno successivo, infatti, il miracolo fu presto riconosciuto da un decreto arcivescovile.

Continua la lettura con: #4 – I 7 LUOGHI TURISTICI più SOTTOVALUTATI di Milano

FRANCESCA MONTERISI

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PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

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Starnazza

Famoso per essere stato il primo a portare in Italia lo stile Scat, il virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali.

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

# Quando il Jazz arriva a Milano

Starnazza

Nel 1917 il Jazz in Italia è una musica di “nicchia”, prevalgono ancora le melodie tradizionali, che seguono una rigida, quanto retriva, disciplina. A Milano un certo Arturo Agazzi si fa chiamare “Il Mirador”: è un musicista e le antologie raccontano che fu lui a far entrare il Jazz nella città meneghina. Porta questo genere nei tabarin, ovvero i locali notturni dove si suonava e si ballava. Qui, per la prima volta, il pubblico vide (anzi, ascoltò) la combinazione tra banjo, tromba e batteria. Il primo importante contesto in cui venne suonato questo genere, proveniente da New Orleans, fu il teatro Trianon di Corso Vittorio Emanuele, proprio grazie al gruppo del Mirador.

In quel periodo un adolescente cercava di farsi largo nel mondo della musica attraverso il violino ma, grazie alle influenze giunte dal suo concittadino Agazzi, questo giovincello si approccia al canto e alla batteria, insomma al Jazz. Si chiama Luigi Pietro Redaelli, è nato a Milano il 30 giugno del 1904. A vent’anni viene ingaggiato dall’orchestra De Carli, mentre nel ’27 passa alla Louisana Band di Piero Rizza dove, tra l’altro, suonò il celebre Nello Digeronimo, un musicista siciliano che qualche anno prima aveva trovato fortuna in Argentina, imparando proprio il Jazz.

# Il nome d’arte “Pippo Starnazza”

Quei maestri per il giovane Luigi sono una “scuola” preziosa, che gli permette di approdare all’Orchestra di Beppe Mojetta, altro milanese, che collaborò, tra l’altro, con Pippo Barzizza. Mojetta al trombone e Redaelli alla voce e batteria, rappresentano per alcuni anni una novità artistica assoluta che, ben presto, diventa molto popolare nei locali milanesi. Intanto Luigi decide di darsi un nome d’arte: “Pippo Starnazza”. Con Beppe Mojetta crea un Jazz inglese, con un evidente accento meneghino, così ne nasce una sorta di grammelot che piace al pubblico, anche perché “milanesizzando” l’inglese riesce a rendere più malleabile e orecchiabile l’approccio col testo.

# Prima solista con il Jazz umoristico e poi fondatore del “Quintetto del Delirio”

jazzitalia – Il quintetto del Delirio

Dopo importanti collaborazioni con Pippo Barzizza e Gorni Kramer, Starnazza diventa solista e passa al Jazz umoristico, poi torna a creare un gruppo che chiamerà “Quintetto del Delirio”. Se Agazzi fu colui che portò il Jazz a Milano, la band di Pippo Starnazza fu la prima in Italia a proporre (con la voce) lo stile Scat: è quel virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali, senza esprimere parole, ma solo fonemi. Lo Scat lo proposero Ella Fitzgerald, Mel Termè, Dizzy Gillespie ma, qui da noi, furono Lucio Dalla, Fabio Concato e Gegè Telesforo ad adottare questa forma di canto, inventata in origine da Louis Amstrong.

Il “Quintetto del Delirio”, con la voce di Starnazza, propose questo Scat in brani come “Io cerco la Titina” e l’omonimo “Starnazza”. Il pianista del Quintetto era un certo Enzo Ceragioli che, con Pippo, propose poi un altro brano Scat, come “La canzone della strada”, dove vengono evocati, con la voce, i suoni degli strumenti musicali. Anche “La Marchesa Sinforosa”, sempre realizzata dal musicista milanese, si avvale di questo genere fonetico.

# La carriera da attore

Ma Pippo Starnazza fu anche attore, iniziando a recitare attorno ai sessant’anni: lavorò in film come “Figlio d’oggi”,. “La vita agra”, “Il commissario Pepe”, “Romanzo popolare”, chiudendo la carriera sul grande schermo con “Yuppi du”, nel 1975, pellicola realizzata da Adriano Celentano.

Morì subito dopo l’uscita di questo film, il 15 luglio 1975, a Milano.    

FABIO BUFFA 

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 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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La VILLA FANTASMA che emerge dal LAGO

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Credits: @nicocarnico Lago omodeo

Chissà quante storie ha da raccontare una casa che vive per un periodo dell’anno sott’acqua e per l’altro in superficie.

La VILLA FANTASMA che emerge dal LAGO

Quando si pensa a qualcosa che emerge dalle acque, in Italia viene subito in mente Curon, il paese del Trentino Alto-Adige in provincia di Bolzano con un campanile in mezzo al lago di Resia, per metà sott’acqua e per metà no. L’Italia è un po’ la patria delle leggende, dei fantasmi, della storia qualunque essa sia, ma anche delle stravaganze e delle curiosità che compaiono in ogni dove. Forse però non tutti conoscono una di queste dimore un po’ strane, la casa fantasma del Lago Omodeo.

# La storia del Lago Omodeo

Credits: @iolecorona
lago omodeo

Ad Oristano, nella Sardegna centro-occidentale, c’è un lago artificiale che prende il nome dell’ingegnere che l’ha progettato, Angelo Omodeo. Per regolamentare le piene del fiume Tirso, l’ingegnere progettò una diga di 22km in grado di creare un bacino artificiale la cui acqua sarebbe stata usata per produrre energia elettrica e per irrigare la pianura del Campidano di Oristano. Il progetto iniziò negli anni della Prima Guerra Mondiale, ma per realizzarlo bisognò letteralmente smontare un intero paese, Zuri, e ricostruirlo più in alto. Se però alcuni edifici vennero rimontati pezzo per pezzo, alcuni reperti archeologici andarono persi. Nel 1924 la diga di Santa Chiara venne finalmente inaugurata alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, ma la sua gloria non durò a lungo.

# La villa sommersa

Credits: @nicocarnico
Lago omodeo

La diga era custodita da un capo e un vice centrale. Questi abitavano proprio li vicino con le loro famiglie in una villa abbastanza grande: due piani di stanze, sei camini e un giardino rigoglioso. Una casa elegante e raffinata ma che negli anni ’60, quando la diga venne chiusa, fu abbandonata. La diga di Santa Chiara infatti non ebbe una vita lunga e già 40 anni dopo la sua inaugurazione, l’acqua che conteneva fu liberata. Rilasciando l’acqua però la bella villa dei custodi fu sommersa.

Fin qui si potrebbe dire una storia come tante già sentite, un’altra dimora aggiunta alle Atlantide italiane. La vera particolarità è che in periodi di siccità l’antica gloriosa dimora ricompare. Ha perso tutta la sua bellezza, sembra una casa infestata, ma continua a conservare le tante storie del mondo subacqueo e di quello in superficie.

 

Continua la lettura con: L’ “Atlantide del lago”: il BORGO SOMMERSO riemergerà dall’acqua dopo quasi trent’anni

BEATRICE BARAZZETTI

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