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Nasce in Italia il SENTIERO dell’UNICORNO: la camminata dell’amore

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Credits: @elisaviglianese Alviano (TR)

Inaugurato il 4 giugno, grazie all’intervento dell’artista messicano Gabriel Pacheco è nato un nuovo cammino. Poco impegnativo e diviso in 8 brevi tappe: questo è il Sentiero dell’Unicorno.

Nasce in Italia il SENTIERO dell’UNICORNO: la camminata dell’amore

# Un percorso pittorico nella Valle del Tevere

@julioappo
Alviano

Il Sentiero dell’Unicorno attraversa i paesaggi della Valle del Tevere e si concentra attorno ad un unico borgo, Alviano, un paesino di origini medievali in provincia di Terni, Umbria. Qui è stato creato un percorso multisensoriale che si concentra sulla riscoperta dell’arte, della cultura e della natura del territorio stesso.

Il sentiero è stato pensato come un percorso pittorico permanente, che parte dai Giardini del Sole, anch’essi nuovissimi, e arriva fino al Castello di Alviano. Attraversa infatti solo il borgo medievale di Alviano di 1422 abitanti, suddividendolo però in 8 tappe. Ogni tappa rappresenta uno stato d’animo dell’amore interpretato dall’artista Pacheco che ha ideato il cammino e che si è ispirato al saggio “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. Ma perché è intitolato all’unicorno?

# Il mito dell’unicorno

@sentierodellunicorno
sentiero dell’unicorno

L’animale mitologico conosce decine e decine di varianti, è stato descritto in ogni modo in poemi, racconti, canzoni, con un punto in comune: che fosse un animale magico. L’unicorno purifica, è un animale regale, e nell’immagine dell’Unicorno di Alviano lo vediamo con una donna che, accogliendolo sul grembo, ne placa la smania e l’ansia di battersi, attribuendogli un’aria più nobile.

Sono proprio la bellezza del castello di Alviano e le mille fascinazioni che ne derivano, il mito che accompagna la storia del borgo, i suggestivi vicoli e una meravigliosa terrazza che si affaccia sui calanchi a rendere il Sentiero dell’Unicorno così magico. In ogni tappa c’è poi una panchina, posta in modo tale da garantire una vista mozzafiato a chi si siede per rilassarsi mentre percorre il sentiero.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Il TRACCIOLINO: il CAMMINO sui BINARI a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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L’AUTO NON si ACCENDE: le possibili CAUSE

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Il peggior incubo di ogni automobilista è probabilmente quello di sedersi al volante della propria auto, girare la chiave o premere il pulsante di accensione e realizzare che l’auto non parte. Di regola si susseguono almeno due o tre tentativi, ognuno dei quali segnato da uno sconforto sempre crescente. Senza farci prendere dal panico, vediamo quindi quali possono essere le possibili cause del problema e come accertarle, avendo presenti quelle che sono le componenti del motore più coinvolte in questo tipo di guasto.

L’AUTO NON si ACCENDE: le possibili CAUSE

# Perché non si accende l’auto: 3 possibili cause

Immagine delle parti del sistema di accensione del veicolo – www.tuttoautoricambi.it

Dall’immagine vediamo che ci sono alcune componenti fondamentali per l’accensione del motore e ognuna di queste può causare il guasto all’auto. Ovviamente, partendo dal presupposto che nel motore ci sia un elemento fondamentale: il carburante! Potrebbero anche esserci dei problemi con il galleggiante, per cui siamo sicuri che ci sia carburante ma in realtà non è così. Per escludere questa causa, è sufficiente aggiungere benzina o diesel e riprovare ad accendere l’auto dopo qualche istante.

# La bobina di accensione difettosa

Bobina d’accensione

La bobina di accensione è quella parte del motore che aumenta la tensione elettrica e provoca la scintilla, incendiando il carburante e facendo quindi attivare l’intero motore. Se la bobina è difettosa o del tutto guasta, il primo sintomo è proprio quello dell’auto che non parte o, se parte, si ferma all’improvviso.

Per capire se questa è la causa del guasto, puoi verificare se sia accesa anche la spia del motore e cercare di ricordare se, negli ultimi tempi, il consumo di carburante è stato più elevato del solito. Se la diagnosi è corretta, occorrerà sostituire la o le bobine, a seconda di quante ne siano state disposte nel motore.

# Candele di accensione difettose

Candele d’accensione

Altra causa molto frequente della mancata accensione del motore sono le candele di accensione difettose. Se la bobina di accensione crea la scintilla, le candele trasmettono il segnale elettrico, concorrendo all’accensione del motore. Le candele spesso, più che difettose, possono essere consumate.

Di regola ci sono diversi segnali che ci avvertono dell’usura di questa componente del motore, ad esempio un odore di bruciato, la spia del motore accesa, un andamento irregolare dell’auto e un consumo più elevato di carburante. A volte le candele possono essere soltanto sporche, ma richiedono in ogni caso la sostituzione.

# Le candelette diesel

Candelette diesel

Un tipo particolare di candela specifico per i motori diesel è quello delle candelette diesel,  con una struttura appositamente progettata. Nelle macchine a diesel infatti il motore ha un meccanismo di autoaccensione che avviene a una temperatura molto alta. La candeletta diesel consente l’avvio del motore anche a una temperatura più bassa, ovvero nella fase di preriscaldamento. Per evitare di rimanere a piedi, la loro sostituzione dovrebbe avvenire ogni 60.000 km.

Continua la lettura con: La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

REDAZIONE 

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Una delle attrazioni del Fuorisalone 2022: le installazioni nei PALAZZI STORICI di Milano

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Credits fuorisalone IG - Palazzo Clerici

Scopriamo tutte le location da non perdere.

Una delle attrazioni del Fuorisalone 2022: le installazioni nei PALAZZI STORICI di Milano

#1 “Twenty” a Palazzo Serbelloni

paolomariarusso IG – Twenty di Tom Dixon

Nelle sale neoclassiche di Palazzo Serbelloni e nel ristorante The Manzoni è ospitata una grande mostra per i 20 anni della star inglese del progetto Tom Dixon, famoso per iconiche lampade Mirror Ball. “Twenty” presenta venti creazioni inedite, oltre ai pezzi più iconici.

Indirizzo: Corso Venezia, 16

#2 “Weave, Restore, Renew” a Palazzo Isimbardi

emi.chiarello IG – Weave, Restore, Renew

A Palazzo Isimbardi va in scena la mostra “Weave, Restore, Renew” dove Loewe celebra il design circolare e l’artigianato con un progetto poliforme che ruota intorno all’idea di dare nuova vita a cose che forse potrebbero essere dimenticate o scartate per trasformarle in nuovi pezzi unici.

Indirizzo: via Vivaio, 1

#3 “Doppia Firma” a Palazzo Litta

kustaasaksi IG – Doppia Firma

Nelle sale di Palazzo Litta, lo scrigno del barocco milanese, quest’anno è allestita la quinta edizione di Doppia Firma di Fondazione Cologni, Michelangelo Foundation e Living. Una mostra dedicata alla sinergia tra design e alto artigianato con 22 sodalizi creativi.

Indirizzo: Corso Magenta, 24

#4 “Medallion Chair di Dior” a Palazzo Citterio

chiccadoc IG – Medallion chair

A Palazzo Citterio è in scena una delle mostre più attese, quella del re del design Philippe Starck alle prese con l’iconica sedia Medallion Chair di Dior. La sedia Luigi XVI era stata scelta da monsieur Dior per far accomodare i suoi clienti-ospiti fin dalle prime sfilate del 1947 al leggendario civico parigino di Avenue Montaigne 30. Qui viene reinterpretata e esposta in tutte le versioni ed esaltata da uno show di luci e musica.

Indirizzo: via Brera, 12

#5 “La Scatola Magica” a Palazzo Reale

moniaunaguidapermilano IG – Palazzo Reale La Scatola Magica

A Palazzo Reale, all’interno della meravigliosa Sala delle Cariatidi, c’è un’altra installazione immersiva: La Scatola Magica. Per festeggiare il sessantesimo anniversario del Salone del Mobile un’installazione audiovisiva site-specific realizzata con 11 grandi firme della regia italiana riproduce una monumentale camera oscura e ha lo scopo di risvegliare il nostro senso della meraviglia attraverso il linguaggio del cinema e del teatro.

Indirizzo: piazza del Duomo, 12

#6 “Masterly – The Dutch” a Palazzo Turati

fuorisalone IG – Masterly The Dutch

I visitatori di Palazzo Turati avranno un’accoglienza insolita con la collettiva Masterly – The Dutch in Milano con animali multicolori e nuvole di orchidee nel cortile. Nelle sale interne prende vita un vero e proprio “festival delle idee” che fotografa lo stato dell’arte e del design nei Paesi Bassi, chiamando a raccolta astri nascenti e professionisti affermati.

Indirizzo: via Meravigli, 7

#7 “Design Variations” con “Turn on, Tune in, Drop by” a Palazzo Visconti 

 ludobrig IG – Design Variation Palazzo Visconti

“Design Variations” è la rassegna internazionale di designer architettura curata da MoscaPartners e che per il Fuorisalone 2022 si tiene in due diverse location. In quella di  Palazzo Visconti da non perdere l’installazione “Turn on, Tune in, Drop by” curata da Donatello D’Angelo per il Centro Studi Poltronova. I protagonisti sono i tre pezzi iconici dell’azienda toscana e la torta in jacquard di rame alta cinque metri realizzata da LcD Edition Textile in collaborazione con l’artista francese Isabelle Leourier.

Indirizzo: via Cino del Duca, 8

#8 “Design Variations” con Circolo Thonet al Circolo Filologico Milanese

adelfa.laura IG – Circolo Filologico Milanese

La seconda location di “Design Variations” è la splendida Sala Liberty del Circolo Filologico Milanese. Qui è esposto il Circolo Thonet, un carosello che rimanda agli storici caffè viennesi attraverso i prodotti firmati da Sebastian Herkner, Marialaura Irvine, Günter Eberle e Werner Aisslinger, insieme a elementi più classici in legno e acciaio tubolare.

Indirizzo: via Clerici, 10

#9 “Divided Layers” a Palazzo Senato

foodtravelexperience IG – Daniel Arsham Palazzo Senato

Nel cortile di Palazzo Senato si può attraversare il tunnel totemico di Daniel Arsham disegnato in collaborazione con Kohler, il famoso brand di cucine e bagni. Una prima mondiale di un’esperienza artistica immersiva su larga scala, intitolata “Divided Layers”. Si tratta di tunnel site-specific ispirato al progetto del duo di Rock.01, un lavello stampato in 3D.

Indirizzo: via Senato, 10

#10 “871 days, 50 products, 17 designers and 1 single color” al Museo Poldi Pezzoli

megi.balboni IG – Museo Poldi Pezzoli

All’interno del sontuoso palazzo ottocentesco che ospita il Museo Poldi Pezzoli c’è la mostra “871 days, 50 products, 17 designers and 1 single color”, una temporary exhibition progettata by Luca Nichetto. Ripercorre il viaggio de La Manufacture attraverso gli 871 giorni dalla prima presentazione dell’ambizioso sogno del suo patron Robert Acouri di raccogliere intorno al progetto designer di eccellenza per esaltare l’allure francese e la maestria italiana.

Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 12

#11 “Palazzo delle Meraviglie” al Museo Bagatti Valsecchi

studio_mhz IG – Museo Bagatti Valsecchi

“Palazzo delle Meraviglie” è un viaggio multiculturale ed emozionale nel mondo del design, con protagoniste sei aziende internazionali selezionate dall’interior designer Katrin Herden, nel dimora che ospita il Museo Bagatti Valsecchi. In occasione della terza terza edizione dell’evento saranno riuniti sotto uno stesso tetto architetti, designer e artisti con l’obiettivo di creare uno spazio in cui il design incontri l’innovazione e la creatività.

Indirizzo: via Gesù, 5

#12 “Everywhereness” a Palazzo Clerici

fuorisalone IG – Palazzo Clerici

A Palazzo Clerici è visibile l’installazione scenografica “Everywhereness” della flower artist australiana Ruby Barber dello Studio Mary Lennox. Un labirinto di rose con sentieri a specchio, metafora della vita, dove i visitatori sono liberi di perdersi, ma anche una performance che assume tinte surreali grazie all’utilizzo di una dozzina di droni.

Indirizzo: via Clerici, 5

Fonte: Living Corriere

Continua la lettura con: Installazioni, case dipinte e statue giganti: il FUORISALONE 2022 è il più COLORATO di SEMPRE

FABIO MARCOMIN

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Lo STADIO dice CIAO CIAO a San Siro? Ecco cosa si potrebbe fare al suo posto

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Milano, soprattutto grazie allo scudetto del MILAN e alla Coppa Italia dell’Inter, è tornata ad essere la capitale italiana indiscussa del calcio, ruolo che le compete da sempre anche a livello mondiale. Due squadre così importanti meritano un palcoscenico di massimo prestigio: San Siro lo è stato per lungo tempo ma a mio avviso è giunto il momento di demolirlo e guardare avanti. Se lo stadio se ne va, che cosa si potrebbe fare al suo posto?

Lo STADIO dice CIAO CIAO a San Siro? Ecco cosa si potrebbe fare al suo posto

# Il nuovo stadio si farà… a Sesto?

Rendering Stadio Sesto

Le compagini meneghine sono intenzionate a cambiare pagina evidenziando la volontà di costruire un nuovo tempio del calcio, ma lungaggini burocratiche, cambi di giunta, proteste di vari comitati di vicinato, hanno rallentato il cantiere di questo importantissimo progetto che porterebbe alla riqualificazione di una vasta area piuttosto squallida e sottoutilizzata. La svolta definitiva e il conseguente cambio di marcia potrebbero però essere finalmente arrivati con l’acquisizione del club ROSSONERO da parte del fondo americano Red Birds. Gli americani avranno tanti difetti ma quando si parla di “business” e investimenti non amano certo perdere tempo né tantomeno soldi!

Le dichiarazioni della nuova proprietà non lasciano adito a molti dubbi, il nuovo stadio si farà, resta solo da decidere dove. Per diversi motivi stanno prendendo in considerazione la soluzione di far nascere la nuova struttura a Sesto San Giovanni. Questa scelta personalmente la trovo sensata. Tempi certi, poca contrarietà da parte della cittadinanza e della amministrazione, ampi spazi sui quali costruire e la possibilità di alleggerire Milano dal traffico durante gli eventi. Non solo: si aprirebbe anche l’opportunità di creare a San Siro qualcosa di nuovo, per aumentare l’attrattività dell’intero quartiere. 

# Stadio a Sesto: uno slancio per la Città metropolitana 

Masterplan MilanoSesto

Questa scelta darebbe anche un forte impulso alla visione di città metropolitana, tanto decantata sulla carta con i suoi numeri da record ma mai concretizzata nei fatti. Un’entità ancora in buona parte da definire e far decollare. Con lo spostamento dello stadio fuori dalla cerchia si renderebbe l’hinterland parte sempre più integrata con Milano.

Sesto è ben servita da metropolitane, tram, tangenziali. Tutti aspetti che permetterebbero di non intasare, o di farlo in maniera meno impattante, il capoluogo e dare maggior stimolo allo sviluppo delle sinergie dei centri abitati e città intorno Milano. In fondo anche a Londra o a Berlino gli stadi sono lontani dal centro.

# Quale futuro per San Siro?

@san.siro_stadium IG

Tutto questo però creerebbe una grande incognita: il futuro dello Stadio di San Siro e della enorme area che lo circonda costituita in larga parte da asfalto sterpaglia e cemento. Costruito negli anni ’30, inizialmente solo per ospitare le partite del Milan, rimaneggiato più volte e totalmente stravolto nel corso degli anni, di storico conserva ormai poco o nulla. Possiede un forte impatto emotivo e un posto speciale nella memoria collettiva nonché in quella di molti tifosi certo, San Siro resta però una struttura vecchia e superata, con la necessità impellente di importanti lavori di ristrutturazione. Conservare San Siro comporterebbe l’impossibilità di svolgere al suo interno le partite di calcio per molti anni, avrebbe grossi costi e finirebbe con lo stravolgere ulteriormente un manufatto mastodontico e obsoleto.

# Tenere lo stadio per eventi sportivi o musicali? 

Che ce ne faremmo di un San Siro abbandonato da Milan e Inter? Sorvoliamo su proposte ridicole e prive di sostenibilità economica, come quella di ospitare il calcio femminile (parliamoci chiaro, uno spettacolo davvero poco coinvolgente a meno che non si svolga nel fango, ma questo è un altro discorso) o quello di utilizzarlo per altre discipline sportive: ma quali potrebbero giustificare una struttura da 88.000 posti pensata per il calcio?

Chi la immagina come arena della musica: come potrebbe essere mantenuto in piedi per ospitare dieci concerti all’anno? Già i pochissimi che si svolgono hanno rischiato di essere cancellati a causa delle continue insopportabili incessanti proteste dei vari comitati di quartiere che ne hanno imposto rigidi orari, numero massimo di esibizioni, volume ridotto… Alla luce di tutto questo vien proprio da pensare che San Siro non aspetti altro che di essere demolito.

Il grande interrogativo è cosa farci al posto dello stadio e della inutile distesa di asfalto e la grande incognita con che fondi e con che tempistiche. Tra le varie ipotesi per un eventuale recupero della enorme area, ecco quelle invece più suggestive…

#1 Al posto dello stadio: una moschea

Moschea
(da pixabay)

Prima ipotesi di grande suggestione. Una grande moschea, con un progetto selezionato dopo un importante concorso internazionale e finanziata da qualche facoltoso emiro. Che è quella espressione? Non storcere la bocca, liberiamoci dai pregiudizi, pensiamo in positivo: sarebbe una grande attrattiva per la città e darebbe la possibilità ai tanti mussulmani presenti a Milano e in Lombardia di avere un luogo di culto degno di questo nome. Non facciamo tanto gli schizzinosi se i fondi del Qatar vanno bene per costruire grattacieli e acquistare club di calcio, possono anche servire per costruire moschee, magari la più grande e bella di tutta Europa. Milano tornerebbe al centro della libertà di culto come non accadeva dai tempi dell’editto di Costantino

A chi proprio l’idea della mega moschea non va giù, passiamo a un’altra ipotesi. 

#2 Al posto dello stadio: un giardino botanico

@mochigirlinjapan
The Royal Botanic Garden, Sydney

Rispetto alle grandi città europee Milano ha solo dei giardinetti. Ci vorrebbe un enorme giardino botanico sia coperto che scoperto come ce ne sono già in tantissime città e che sono una enorme calamita per i turisti e per i cittadini, come a Sydney o a Londra, un luogo vivibile e visitabile 365 giorni all’anno h 24. Con piante provenienti da tutto il mondo. Gestito con finalità sia turistiche che didattiche in collaborazione con scuole e università. Una perfetta soluzione da affiancare alle nuove terme che saranno presto concluse, un enorme polmone verde in città per rendere Milano sempre più bella e vivibile. E per affermare San Siro per quello che è: il quartiere più verde di Milano. 

Se anche di questa moda green ormai ne hai abbastanza e inizia a darti un po’ la nausea, passiamo a una terza idea.

#3 Al posto dello stadio: un terminal degli autobus da vera metropoli europea

Siebert-Talas-2014
New Bus-Station Mlynske-Nivy in Bratislava

Una stazione degli autobus: un vero terminal da sostituire a quella squallidissima, impresentabile e indegna fermata di Lampugnano, asfittica e priva di servizi fondamentali per i viaggiatori. Lo spazio è vastissimo e la sua vicinanza alle fermate della metro e agli ingressi delle autostrade lo renderebbe un vero hub di connessione. Costruito sotterraneo lascerebbe lo spazio per una enorme area verde in superficie.

Anche il terminal non ti convince? E’ troppo forte la nostalgia per l’attività sportiva. Passiamo a una nuova idea. 

#4 Al posto dello stadio: la Cittadella dello sport

Campo sportivo
(da pixabay)

Si potrebbe creare una grandiosa superficie dotata di campi da tennis, calcetto, percorsi per l’allenamento all’aperto, una piscina, uno skate park… tutte strutture delle quali Milano manca e che potrebbero trasformare San Siro da quartiere di chi lo sport lo guarda a chi lo sport lo pratica

Ancora non ti convince? Preferisci divertirti con comodità? Passiamo allora a una nuova idea. 

#5 Al posto dello stadio: Parco dei Divertimenti 

Un modernissimo parco divertimenti, inserito nel verde dove poter ospitare anche sagre e feste oltre a fantascientifiche attrattive. Un po’ Disneyland Parigi, un po’ Coney Island, un po’ Tropical Island di Berlino. Il luogo del divertimento, un’attrazione mondiale, per dare una poderosa botta di vita a un quartiere che si è forse un po’ troppo appisolato nella zona di confort dello stadio. 

Queste le cinque idee per dare nuova linfa al quartiere e a tutta la città. Quale ti convince di più?

Continua la lettura con: 🔴 La proposta a sorpresa: un nuovo PALASPORT a SAN SIRO?

ANDREA URBANO

copyright milanocittastato.it

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🔴 URBAN GIANTS: arriva a Milano il FESTIVAL di STREET ART con oltre 100 artisti internazionali

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Credits Urban Giants Festival Fb - Murale

La grande kermesse della street art internazionale è in arrivo a Milano. 

URBAN GIANTS: arriva a Milano il FESTIVAL di STREET ART con oltre 100 artisti internazionali

# L’11 e il 12 giugno la kermesse internazionale della street art con oltre 100 artisti internazionali

Urban Giants Festival Fb – Murale 2021

Urban Giants, il festival della street art organizzato del gruppo We run the streets, ritorna dopo due anni di fermo a causa della pandemia. Sabato 11 e domenica 12 giugno a Trezzano sul Naviglio saranno presenti oltre 100 artisti provenienti da 20 Paesi di tutto il mondo. Nei due giorni della manifestazione oltre a poter guardare gratuitamente gli artisti all’opera, saranno organizzati laboratori di pittura gratuiti per grandi e bambini, anche in sinergia con Fondazione Dynamo Campm, e Art Painting di tavole skate rottamate con Maxi Sport oltre a musica live e dj set.

# Il festival più grande d’Italia

Locandina Urban Giants 2022

Il festival, realizzato con il contributo del Comune, aziende del territorio e associazioni, è il più grande a livello nazionale. Le pareti scelte quest’anno dagli artisti per la realizzazione dei murales sono quelle dell’esterno del Centro Tognazzi di via Castoldi e della famosa vetreria Vetropack di via Cristoforo.

L’edizione 2022 vedrà anche la partecipazione dell’associazione Grupifh, Gruppo di Promozione Iniziative a Favore dei portatori di Handicap, perché in contemporanea al festival internazionale si svolgerà la festa di “Birreficenza” per raccogliere fondi per attività a favore del soggetti fragili, un evento storico del comune di Trezzano sul Naviglio.

 

Fonte: Il Giorno

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FABIO MARCOMIN

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A un’ora da Milano il primo BORGO a PAGAMENTO in Lombardia: lo potranno visitare GRATIS solo in 16 persone

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Credits: @olivs17 Corenno Plinio

A meno di un’ora e mezza da Milano, c’è un borgo che conta solo 16 abitanti. Un tempo era molto più popolato, c’erano circa 500 abitanti che con i loro due negozi di alimentari, il macellaio, il parrucchiere ed un ristorante animavano il paese. L’entrata in questo borghetto sta però per essere limitata, diventerà a pagamento. Sarà un mezzo per ridare vita al paese o una ulteriore barriera all’ingresso? Gli abitanti sono divisi. 

A un’ora da Milano il primo BORGO a PAGAMENTO in Lombardia: lo potranno visitare GRATIS solo in 16 persone

# Il paese che traspira storia da ogni angolo

Credits: @barbara_labg
Corenno Plinio

Corenno Plinio è un piccolo borgo medievale, frazione di Dervio, in provincia di Lecco, sulla costa orientale del lago di Como. Vicoletti, scalinate, edifici storici, un castello e una magnifica vista sul lago danno al paese quella sensazione di essere fermi al 1200, si percepisce un paese che traspira storia in ogni angolo.

Nel Medioevo il castello del borgo, costruito su resti romani, fungeva da fortezza e ospitava gli abitanti in caso di attacco, ma non è solo il castello a invogliare a visitare Corenno Plinio. Un’altra attrazione è la chiesa di San Tommaso di Canterbury che è stata costruita adiacente al castello e dove si trovano affreschi votivi risalenti al Trecento e Cinquecento. In generale Corenno Plinio è un borgo fortificato costruito nella roccia, senz’altro ideale per una gita fuori porta e una fuga dalla città bollente, eppure non sono in tanti a conoscerlo.

# 3 euro per visitare il borgo

Credits: @annaalbavilla67
Corenno Plinio

Sembra un borgo magico, eppure i suoi abitanti pian piano lo stanno abbandonando. 16 abitanti sperano di non far diventare il loro amato Corenno Plinio un borgo fantasma. “Siamo rimasti in pochi, ma d’estate arrivano turisti e proprietari di seconde case” dice Adelia, una signora di 83 anni. Per rivitalizzare il paese, alla Soprintendenza delle Belle Arti è venuta un’idea: far diventare l’ingresso nel paesino medievale a pagamento.

3 euro che diventeranno il biglietto d’ingresso strettamente necessario per girare tra le vie del borgo. 3 euro che potranno aiutare al mantenimento e conservazione degli edifici di Corenno e in generale alla valorizzazione del borgo. Come riporta il Corriere della Sera non tutti gli abitanti sono però favorevoli all’introduzione del biglietto di ingresso, seppure si tratta di mettere d’accordo solamente 16 teste, per questa questione il paese è diviso.

 # Un modo per tutelare il paese o altra barriera all’ingresso di persone?

Credits: siviaggia.it
Corenno Plinio

Correnno Plinio sarà il primo borgo in Lombardia ad introdurre un ticket di ingresso solo per girare tra le sue stradine. Il biglietto di 3 euro è stato confermato e presentato all’inaugurazione del “Borgo dei mille scalini”, è così che Corenno Plinio è stato soprannominato, di sabato 4 giugno e giustificato come “contributo per la manutenzione del complesso monumentale”. Sarà un modo per rilanciare il paese oppure una ulteriore barriera all’ingresso?

Continua la lettura con: 5 residenti e un’osteria: l’ESCURSIONE sul lago di Como per il “BORGO del CONTRABBANDO”

BEATRICE BARAZZETTI

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Paternoster: l’ascensore PIÙ PERICOLOSO AL MONDO dove chi lo prende deve pregare il Signore

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ph. Pinterest

Una macchina in movimento perenne, non si ferma mai al piano, senza porte o dispositivi di sicurezza, non aspetta chi si attarda con le borse della spesa: è l’ascensore più pericoloso al mondo. Vediamo a cosa deve la sua fama mondiale e dove è ancora in funzione. 

Paternoster: l’ascensore PIÙ PERICOLOSO AL MONDO dove chi lo prende deve pregare il Signore

# L’ascensore della morte e il suo “rosario”

Paternoster_animated

Solo il nome, Paternoster, lascia intuire che la faccenda può essere estremamente pericolosa. In realtà il nome del progetto dell’architetto Peter Ellis, nasce a Liverpool nel 1860 come “ascensore a movimento continuo”, che ricorda quello dei grani di un rosario durante un rito di preghiera.
La catena è composta da numerose cabine senza porte, che si muovono a ciclo continuo tra il piano terra e i piani superiori.
Il Paternoster è stato progettato per il trasporto di persone, la cabina concepita solitamente per accogliere due utenti per volta, che devono salire e scendere con l’ascensore in movimento, anche se arriva alla loro destinazione. Gli incidenti che si sono verificati, hanno fatto guadagnare a queste macchine l’appellativo di “ascensore della morte”.

Leggi anche: Il PRIMO ASCENSORE al mondo è ITALIANO

# Moto perpetuo

ph. Notes of Nomads

L’impianto di questo ascensore consiste in una catena di scompartimenti aperti che si muovono lentamente sull’asse verticale, in un loop continuo. Quando ogni cabina raggiunge la parte inferiore, si sposta lateralmente traslando sull’ asse, per poi ricominciare a salire. Lo stesso succcede quando raggiunge la parte superiore, portando gli scompartimenti a non fermarsi mai.
Questo tipo di ascensore ha trovato applicazione inizialmente negli uffici pubblici.
Il primo Paternoster ad essere installato fuori dal Regno Unito è un impianto di Stoccarda.

Nonostante la produzione sia stata interrotta negli anni ’70, per motivi di sicurezza, le persone tendono a guardare questi impianti con una punta di nostalgia. Ancora oggi in Europa Orientale ci sono alcuni esemplari, conservati e perfettamente funzionanti. Solo in Cechia ne sopravvivono 68, di cui la metà a Praga, che sono una vera e propria attrazione turistica. Ben 230 sono i Patrnoster della Germania.

Leggi anche: La NIVOLA, l’ascensore alato creato per fare adorare in Duomo uno dei tre CHIODI di GESU

# Preghiera o elevator’s speech a bordo?

ph. Pinterest

Il Padre Nostro, la preghiera cristiana che ha evocato il nome del progetto, non è quindi l’unica forma di espressione che le persone possono scambiarsi in una cabina di questo ascensore.
Magari non è il massimo per fare business, ma un efficace elevator’s speech dovrebbe essere ancora adatto. Questo tipo di impianti ha ispirato moltissimi scrittori e registi, che affascinati dal movimento e dalla loro pericolosità, hanno ambientato diverse scene negli scompartimenti Paternoster.

Certo non è il caso di esordire con battutine horror, ma il buon umore è assicurato laddove questi ascensori funzionano e vengono presi al volo da abili turisti. Basta non essere troppo disinvolti

Continua la lettura con: L’incubo urbano: il PALAZZO CLAUSTROFOBICO senza FINESTRE

LAURA LIONTI

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La CASA dei SOGNI per i MILANESI? A CITYLIFE

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Credits Andrea Cherchi - Lambrate

In un sondaggio realizzato da Dyanema, società specializzata nel flipping immobiliare, sono emerse le preferenze dei milanesi nella scelta dell’abitazione dove andare a vivere. Scopriamo i quartieri più richiesti e le motivazioni principali.

La CASA dei SOGNI per i MILANESI? A CITYLIFE

# Nelle zone centrali i milanesi preferiscono Citylife

Credits Andrea Cherchi – Citylife e fiori

In un sondaggio realizzato dall’Osservatorio sui mercati immobiliari di Dyanema, società specializzata nel flipping immobiliare, in collaborazione con Nextplora è emerso come nell’acquisto di una casa il quartiere conti molto per il 91% dei milanesi, ma anche come il prezzo rimanga il singolo fattore più determinante per il 78% degli intervistati. 

Tra le zone centrali è Citylife la scelta preferita da oltre un milanese su quattro.
A seguire il 18% delle preferenze va all’area di Brera/Garibaldi/Moscova. Al terzo posto i quartieri di Isola e i Navigli con il 16%.

# In periferia è Lambrate la zona più ricercata

Andrea Cherchi – Lambrate

Quando la scelta ricade sulle zone periferiche è Lambrate quella che ottiene maggiori consensi, con il 21% delle preferenze.
Al secondo posto l’area di Bicocca/Niguarda con il 18%, al terzo il quartiere di San Siro con il 15%.

# Le caratteristiche ideali nella scelta del quartiere dove andare a vivere

Infografica Dyanema

Tra le caratteristiche principali che i milanesi cercano in un quartiere per andare a viverci troviamo ai primi posti la pulizia e i buoni collegamenti con i mezzi di trasporto pubblico, rispettivamente per il 56% e il 54% del campione, a seguire la silenziosità per il 43% e infine è molto importante che il quartiere sia stato riqualificato o sia in via di riqualificazione per il 22% degli intervistati.

Fonte: Ufficio Stampa Dyanema

Continua la lettura con: Le NUOVE VILLETTE di PERIFERIA

FABIO MARCOMIN

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La rinascita dell’ANTICO BORGO RURALE che “domina” Milano

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Campsirago: la vista su Milano

Un luogo magico, circondato dai boschi, e con una vista impareggiabile. Questo borgo dalla storia millenaria, e raggiungibile in un’ora da Milano, sta rinascendo dopo decenni di abbandono. Ecco le meraviglie da scoprire.

La rinascita dell’ANTICO BORGO RURALE che “domina” Milano

# Campsirago, un antico borgo agricolo con panorami mozzafiato

Credits federico_cantoro IG – Borgo di Campsirago

Campsirago è un antico borgo rurale di Colle Brianza, a 680 metri d’altezza, incastonato nel verde del Monte San Genesio. Nel giornate di bel tempo il panorama spazia dalla Pianura Padana, con i grattacieli di Milano che si stagliano all’orizzonte, fino agli Appennini.

Credits efrembrambilla IG – Il sole riflesso sulla Torre Allianz

Nato nel Basso Medioevo, questo piccolo borgo agricolo fu abbandonato negli anni ’50 dai residenti per poi trasformarsi in luogo di ritrovo per hippie, organizzati da giovani provenienti persino dalla Francia.

Credits federico_cantoro IG – Campsirago

Dagli anni ’90 è stato avviato un percorso di rinascita grazie a fondi provenienti dal Comune di Colle Brianza, da altri enti pubblici e cittadini privati.

Leggi anche: I 10 MIGLIORI BORGHI HIPPIE in ITALIA: arte e libertà per sentirsi come i figli dei fiori

# Il borgo circondato dai boschi

Credits laburno IG – Boschi Campsirano

La bellezza di questo borgo la si deve anche alla natura che lo circonda. Ettari di boschi di gelsi e castagno, centinaia di specie di piante per una biodiversità incredibile a livello nazionale. 

# Le tracce millenarie della comunità agricola

Credits pateandoelmapa IG – Lavatoio Campsirago

Campsirago conserva ancora oggi tracce ed elementi architettonici della millenaria comunità agricola che lo ha abitato. Nella piazzetta c’è l’antico lavatoio da poco restaurato, all’interno della corte di Palazzo Gambassi il forno per la panificazione e nell’ala est del palazzo il pozzo di approvvigionamento idrico della comunità contadina che continua ad accogliere l’acqua limpida della sorgente della falda del borgo.

Credits google maps – Milano-Campsirago

Continua la lettura con: 15 euro e un’ora per trovarsi in un BORGO DA SOGNO quasi ignorato dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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🔴 Il DERBY si giocherà a SESTO? Il RENDERING di Norman Foster e la REAZIONE di SALA

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Credits milano.corriere.it - Rendering Stadio Sesto

Da piano B o semplice bluff a piano A? Nell’attesa che inizi il dibattito pubblico sulla realizzazione del nuovo stadio di Inter e Milan a San Siro, il nuovo proprietario del “Diavolo” si muove velocemente verso Sesto San Giovanni. Nei giorni scorsi è uscito addirittura il rendering del futuro stadio e per questo il sindaco Sala ha chiesto chiarimenti alle due società di calcio milanesi. Vediamo cosa sta succedendo.

🔴 Il DERBY si giocherà a SESTO? Il RENDERING di Norman Foster e la REAZIONE di SALA

# Inter e Milan lasceranno San Siro per Sesto San Giovanni?

Credits milano.corriere.it – Plastico Stadio a Sesto San Giovanni

Da piano B o semplice bluff a piano A? Nell’attesa che inizi il dibattito pubblico sulla realizzazione del nuovo stadio di Inter e Milan a San Siro, il nuovo proprietario del “Diavolo” si muove velocemente verso Sesto San Giovanni. Gerry Cardinale, proprietario del fondo americano che ha acquisito la società rossonera, ha fatto un sopralluogo sulle aree libere del progetto MilanoSesto e potenzialmente utilizzabili per costruire il nuovo stadio.

# Il progetto del nuovo stadio da 65.000 posti

Rendering Stadio Sesto

A dimostrazione del forte interessamento nei giorni scorsi è uscito anche il rendering del futuro stadio a firma dello studio di architettura internazionale Norman Foster che ha progettato tutte le aree ex-Falck. Lo stadio dovrebbe essere di circa 65.000 posti, sostenibile, rivolto alle famiglie con servizi attivi 7 giorni su 7 e dovrà integrarsi con il sistema del verde del parco Concordia. Un progetto che potrebbe realizzarsi in meno tempo rispetto all’area di San Siro essendo le aree di Sesto San Giovanni di proprietà di privati e che quindi motivo valido per spingere le società milanesi a prediligere questa soluzione. Per questa ragione la reazione del sindaco non si è fatta attendere. 

# La reazione del Sindaco Beppe Sala

Rendering nuovo stadio San Siro, la Cattedrale di Popolus

La reazione del Sindaco di Milano Beppe Sala non si è fatta attendere. A margine dell’inaugurazione del Salone del Mobile come riporta “Il Giorno”, in merito all’ipotesi che il nuovo stadio di Milan e Inter possa essere costruito a Sesto San Giovanni ha dichiarato: “Ho chiesto alla squadre di avere conferma delle loro intenzioni perché noi i nostri passi li abbiamo fatti. In particolare abbiamo nominato, dopo una gara, il coordinatore del dibattito pubblico (Andrea Pillon, ndr), quindi vorremmo partire a questo punto“. Il primo cittadino ha aggiunto anche che “se si sceglie la via di costruire su un terreno pubblico il percorso è più lungo e c’è poco da fare. Su un terreno privato si fa prima a mettersi d’accordo probabilmente, ma non sono sicuro che risparmierebbero tempo“.

Leggi anche: San Siro diventerà CATTEDRALE? Milano avrà “il miglior stadio d’Europa”

# L’attacco al presidente del Milan Scaroni

Scaroni

L’attacco del Sindaco al presidente del Milan Scaroni: “Conosce il sistema e da decenni ci lavora. Può anche sorprendersi ma rimane il fatto che un conto è la burocrazia, un altro è che le regole e le leggi vanno rispettate. Lo dico anche a altri politici che la fanno facile. Ci piaccia o non ci piaccia, non è questione di piacere, ma di conoscere le cose. Chi si occupa della cosa pubblica deve rispettare delle leggi e questo è quello che voglio fare ribadendo la mia volontà che Milan e Inter rimangano a Milano“. Per finire la risposta di Sala sull’ipotesi che solo il Milan decidesse di spostarsi a Sesto San Giovanni: “Bisogna capire cosa farebbe l’Inter.

Rimane solo da attendere per capire se i futuri derby si giocheranno a San Siro o a Sesto San Giovanni oppure se il Milan andrà via da Milano per lasciare all’Inter lo storico stadio e la scelta se abbatterlo o ristrutturarlo.

Continua la lettura con: Obiettivo: MILANO CAPITALE dello SPORT. Si inizia con il BASKET

FABIO MARCOMIN

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🔴 Un giorno GRATIS sulla METRO di MILANO: un test per la rivoluzione dei trasporti?

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benfuenfundachtzig da Pixabay

Per ora si muovono i privati. Un omaggio all’ultimo fine settimana del Fuorisalone da parte di una multinazionale delle carte di credito che premia con corse gratis i possessori delle carte contactless. Vediamo le linee interessate e la reazione del sindaco.

Un giorno GRATIS sulla METRO di MILANO: un test per la rivoluzione dei trasporti?

# Hai la contactless? Viaggi gratis

ph. Arena Digitale

In occasione del fuorisalone, tornato per le strade milanesi con le sue centinaia di installazioni, Visa ha deciso di omaggiare la rassegna e i suoi clienti.
Sabato 11 maggio i titolari di carta Visa contactless potranno viaggiare gratis sull’intera linea metropolitana e sulle linee 56, 70 e 73. Ossia sui mezzi che consentono il pagamento contactless. 

Per Stefano Stoppani, Country Manager Italia di Visa, il Salone del Mobile attira milioni di visitatori e turisti da tutto il mondo. La giornata si presta quindi come stress test perfetto, sia per mostrare ai viaggiatori quanto sia facile «l’accesso ai servizi di trasporto pubblico per tutti» utilizzando una carta contactless, sia per l’amministrazione cittadina perché, «in base ai flussi e all’utilizzo da parte dei cittadini» possono pianificare meglio il trasporto pubblico».

Leggi anche: Barcellona: MEZZI PUBBLICI GRATIS per 3 anni a chi rinuncia al MEZZO PRIVATO. Un’idea per Milano?

# Mobilità sostenibile in un click

Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

I milanesi DOC a questo punto chiederebbero «Ma quindi, se fem?»
Per i possessori di carta contactless Visa, o smartphone con app e carta collegate, basterà avvicinare la carta o il telefonino al sensore del tornello in metrò, o all’obliteratrice sul bus. A quel punto un segnale sonoro convaliderà l’accesso dei viaggiatori.

Alla fine del viaggio in metropolitana, anche se gli accessi dovessero risultare liberi dalla convalida in uscita, consigliamo caldamente ai viaggiatori di “timbrare” anche alla fine del percorso. Per scendere dalla 56, 70 o 73 questa operazione finale non sarà necessaria.

Leggi anche: Cosa possiamo fare con Milano Città Stato

# Ma Sala: «Sono totalmente contrario a un trasporto pubblico parzialmente gratuito»

ph. MuckRock

Stesso giorno, stesso argomento ma occasione diversa. A margine della quinta conferenza nazionale delle green city, Beppe Sala si è dichiarato «totalmente contrario all’idea di un parziale trasporto pubblico gratuito».
Secondo il primo cittadino di Milano «La trasformazione ambientale deve fare paio con l’equità sociale. Dobbiamo fare le cose che si possono realisticamente fare», aggiungendo che «è un servizio che a Milano costa 600milioni all’anno e i soldi non scendono dalla pianta. Se non lo facessimo pagare da chi lo utilizza andrebbe scaricato sulle tasse dei cittadini».

# L’autonomia la migliore soluzione

E se Milano, i milanesi e il loro sindaco iniziassero a confrontarsi (anche) con le più grandi realtà urbane mondiali? Potrebbero accorgersi che il trasporto pubblico gratis per tutti, a Milano, è una delle tantissime azioni che si potrebbero realizzare ad occhi chiusi, semplicemente pretendendo autonomia dal governo centrale italiano.
«I soldi non scendono dalla pianta» (cit.) dovrebbe valere come risposta, da dare anche a chi pretende da Milano di essere la città al mondo con il maggior residuo fiscale.

Milano con l’autonomia di una città regione, come Berlino, Parigi o Londra, potrebbe semplificare la vita di un amministratore pubblico come Sala che dichiara che «La politica deve tenere conto di tutte le variabili e agire su tutte, anche se significa andare contro l’economia»

Continua la lettura con: I dieci effetti di Milano città stato più votati dai milanesi: al primo posto portare Milano a livello delle PRIME AL MONDO

LAURA LIONTI

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Vado a vivere nell’HINTERLAND: i 10 POSTI PREFERITI dai milanesi (mappa)

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Milano sta perdendo abitanti. Mentre alcuni paesi dei dintorni li stanno aumentando. E’ in atto uno spostamento da Milano a fuori? Se sì, per dove? E quali sono le località più ambite dai milanesi? Per capirlo abbiamo chiesto in un sondaggio: “Qual è il migliore paese dell’hinterland di Milano dove vivere?”. Questa la classifica delle 10 risposte più votate.

Vado a vivere nell’HINTERLAND: i 10 POSTI PREFERITI dai milanesi (mappa)

 

#10 Locate Triulzi, l’ultimo comune a sud-est della Città Metropolitana 

Credits: tripadsvisor – Castello Trivulzio

Locate Triulzi è l’ultimo paese della zona sud/sud-est della città metropolitana di Milano, insieme alle vicine Pieve Emanuele e Carpiano, quindi confinante con la provincia di Pavia. Conta un popolazione di poco più di 10.000 abitanti e la sua attrazione principale è il Castello Trivulzio risalente al XIV secolo. Locate Triulzi è connessa con Milano e Pavia grazie alla linea S13 del passante. Una curiosità? Locate Triulzi insieme a Pieve Emanuele detiene il punto di altimetria più bassa dell’intera provincia di Milano.

#9 Trezzano sul Naviglio, il borgo contadino fondato dagli “Avvocati”

Credits: https://primalamartesana.it – Trezzano Rosa

I primi fondatori della cittadina furono gli Avvocati, una famiglia di proprietari terrieri della zona. Trezzano sul Naviglio è un borgo contadino originariamente nato intorno al XIII  secolo con il nome di Treciano, in corrispondenza della costruzione del Naviglio Grande, e sviluppato intorno a due conventi, uno Certosino e l’altro Cistercense. Oggi rimane strettamente legato alla città, raggiungibile della Strada Statale Vigevanese e in futuro forse dalla linea M4.

#8 Opera, il primo comune a sud di Milano verso Pavia

Credits: colliers – Opera

Il primo comune a sud dopo Milano, raggiungibile percorrendo via Ripamonti, confina con Locate Triulzi. Famoso per ospitare il carcere più grande d’Italia, è un territorio prettamente agricolo dove vivono circa 14.000 abitanti. Tra le attrazioni visitabili è degno di nota il Santuario del XV secolo dedicato al culto Mariano e l’affresco di scuola leonardesca raffigurante Ludovico il Moro che supplica la Vergine al suo interno. Lo abitano 14 mila operesi. Uno dei suoi fattori di forza è che è in mezzo ai campi. Ideale per chi ha voglia di spazio. 

#7 Buccinasco, il comune dei laghi artificiali e delle cascine immerso nel Parco Agricolo Sud

Buccinasco mr.andreachessa IG

Il nome, che non suona benissimo, deriva da bucina, che significa canale. In effetti è un luogo ricco di corsi d’acqua. Più della metà della superficie di Buccinasco fa parte del Parco Agricolo Sud Milano, che occupa 637,4 ettari sui 1202 ha totali del comune. Vi sono numerosi laghetti artificiali come i laghi Pastorini, il lago Santa Maria e il lago Marzabotto. Il comune di Buccinasco sembra risalire a un antico insediamento di epoca etrusca, intorno al 300-600 a.C. Oggi è ricco di cascine, una decina ancora in attività e di edifici storici come il Castello Visconteo e Villa Durini Borromeo affacciata sul Naviglio Grande. Lo abitano 27 mila buccinaschesi. Unico neo? E’ la considerata la culla della ndrangheta in Lombardia. 

#6 Cernusco sul Naviglio, la meraviglia del Naviglio della Martesana

Credits:sissyros IG – Cernusco sul Naviglio

I punti di forza di Cernusco sul Naviglio sono la posizione, non lontano dalla M2 e in posizione strategica tra tangenziale est e Linate, i paesaggi suggestivi grazie al passaggio della Martesana e l’architettura dei suoi storici palazzi come Villa Uboldo, Villa Ferrario e Palazzo Viganò. Per questo è stata scelta da 35 mila cernuschesi, aumentati del 50% in meno di vent’anni. 

#5 Sesto San Giovanni, una “piccola metropoli” conurbata con Milano

Credits: wikipedia.org – Sesto San Giovanni

Sesto indica la distanza in miglia dal centro di Milano e San Giovanni indica invece la dipendenza di Sesto dalla Basilica di San Giovanni a Monza. Il comune è tra le 70 città più popolose d’Italia e primo nella cintura urbana milanese con i suoi oltre 80.000 abitanti. Tra i poli di attrazione ci sono: il carroponte, dove si tengono concerti e eventi, il museo Campari, la Villa Falck e le infrastrutture industriali abbandonate dell’ex-area Falck che diventeranno nei prossimi anni sede della Città della Salute. Collegata da “sempre” a Milano con la metropolitana presto potrebbe perfino ospitare lo stadio di Milan e Inter. 

Leggi anche: Mollo tutto e vado a SESTO SAN GIOVANNI: le 10 attrazioni dell’ex Stalingrado d’Italia

#4 Cassinetta di Lugagnano, la piccola Venezia dell’hinterland, famosa per le “ville di delizia” dei nobili milanesi

Credits: cristinanasi
IG – Cassinetta di Lugagnano

Per chi ama il “piccolo”, c’è questo borgo delizioso abitato da meno di 2 mila persone. Il comune di Cassinetta di Lugagnano è famoso per le “ville di delizia”, le residenze nobiliari estive sul Naviglio costruite nel ‘700, appartenute alle più importanti famiglie milanesi, tra cui Visconti e Trivulzio. I due borghi un tempo erano divisi, Cassinetta e Lugagnano, e collegati tra di loro da un ponte a dorso d’asino sul Naviglio Grande ancora oggi esistente.

#3 Gaggiano, il comune “più felice” dell’hinterland

hinterland

Il comune di Gaggiano ha poco meno di 10.000 abitanti ed è attraversato dal Naviglio Grande a sud ovest di Milano, pochi chilometri oltre Corsico. Con l’80% di spazio non urbanizzato è uno dei comuni più verdi di tutto l’hinterland ed ospita anche il lago Boscaccio, un piccolo lago artificiale al confine con il comune di Trezzano sul Naviglio. Gaggiano è collegata a Milano mediante la Vigevanese e il passante (linea S9). Nel 2014 è stato classificato come il 21º borgo più felice d’Italia. Una curiosità? Nella frazione di Barate, nel 1849 nacque il bisnonno di Papa Francesco. 

#2 Arese, la città giardino in pieno boom demografico

Credits: maksibo.foto IG – Arese centro

Arese è storicamente legata all’Alfa Romeo, nata da queste parti nel 1910, e proprio qui sorge il museo dedicato. Ma da quando hanno chiuso gli stabilimenti Arese si è via via trasformata in una cittadina a misura d’uomo, molto verde, anche grazie al Parco delle Groane, con villette con giardino. Nel centro storico si può ammirare la piccola piazzetta con l’antistante chiesa dei Santi Pietro e Paolo e villa Gallazzi, un’abitazione privata risalente al XIX secolo immersa in un immenso parco, proprio nei pressi del centro cittadino. Tra i suoi punti forza: dista 15 chilometri dal centro di Milano, è vicina all’autostrada dei laghi e può vantare il centro commerciale più grande d’Europa. Nota: mentre Milano ha raggiunto il massimo numero di abitanti nei primi anni settanti per poi perderli progressivamente, Arese ha assistito a un fenomeno opposto. Nel 1971 aveva solo 5 mila abitanti che in mezzo secolo sono quadruplicati arrivando a sfiorare i 20 mila odierni. 

Leggi anche: ALFA ROMEO: 111 anni di storia per il celebre marchio made in Milano

#1 Assago, centro direzionale, imbocco dell’autostrada e capolinea della M2

Assago elena_grossi IG

Dell’abitato storico di Assago si ha notizia fin dal XIII secolo, per l’esistenza di un monastero certosino. Negli anni ’80 del secolo scorso è stato scelto come sede del primo tentativo di centro direzionale per la metropoli, Milanofiori, per via della favorevole posizione tra la tangenziale e l’asse dell’autostrada A7 per Pavia e Genova. Oltre a questo è collegato dalla linea M2 che porta al Forum, auditorium, palazzetto sportivo, centro espositivo e congressuale che ospita le partite casalinghe dell’Olimpia. Insieme ad Arese è il comune dei dintorni che sta aumentando di più la popolazione: dal 1981 è cresciuta di 4 volte passando da 2 a 8 mila abitanti. Il comune di Assago è tra gli enti locali italiani virtuosi: non sono presenti IMU e addizionale IRPEF.

Continua la lettura con: Il PAESE DELL’HINTERLAND dove le CASE costano MENO di 1.000 euro al metro quadro

FABIO MARCOMIN

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La TANGENZIALE ESTERNA di Milano: l’OSCURO OGGETTO del DESIDERIO

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Percorso tangenziale est esterna

L’ultima tangenziale milanese in ordine di tempo, la quarta dopo le altre che circondano la città, fa parte da qualche anno del reticolo viario della Città Metropolitana di Milano. Ma è ancora poco conosciuta e molto poco trafficata. Ecco come si sviluppa il tracciato e cosa mette in connessione.

La TANGENZIALE ESTERNA di Milano: l’OSCURO OGGETTO del DESIDERIO

# La tangenziale che attraversa tre province per una lunghezza di 32 km

Credits 7giorni.info – Mappa TEEM

La tangenziale est-esterna milanese, la sigla è TEEM-A58, si snoda per 32 km con tre corsi per senso di marcia attraversando tre territori provinciali: la Città Metropolitana di Milano, la provincia di Lodi e quella di Monza e Brianza rispettivamente per 23,8 km, 7,2 km e 1,5 km. I comuni interessati sono invece 34.

Collega direttamente l’Autostrada A4 Torino-Trieste a nord, tramite lo svincolo di Agrate Brianza, e l’Autostrada A1 Milano-Bologna nel Comune di Cerro al Lambro. Un’altra connessione importante è con la BreBeMi, l’autostrada che viaggia parallela all’A4 da Milano e Brescia. 

# La prima tangenziale milanese a pagamento

Credits 7giorni.info – Casello di Paullo

La TEEM oltre a essere l’ultima tangenziale a essere realizzata, e che quasi certamente tale rimarrà, è anche la prima a prevedere un pedaggio. L’investimento complessivo di poco più di miliardi di euro è stato finanziato da: i soci di Tangenziale Esterna Spa, dallo Stato Italiano, da Cassa Depositi e Prestiti, dalla Banca Europea per gli Investimenti e da nove istituti di credito commerciali.  

# Le opere connesse e di mitigazione dell’impatto ambientale

Credits matt_frank_87 IG – TEEM

La costruzione dell’infrastruttura ha previsto anche la realizzazione di altre opere connesse: 38 chilometri di nuove arterie ordinarie, la riqualificazione di 15 chilometri di strade esistenti e il completamento di 30 chilometri di piste ciclabili. A queste vanno aggiunte quelle di mitigazione dell’impatto ambientale: 16 chilometri di barriere acustiche, 120 opere idrauliche per la salvaguardia della rete irrigua, 200 ettari di aree destinate a verde e 60 ettari di aree umide con funzione idraulica e naturalistica.

Continua la lettura con: Come RISOLVERE il TRAFFICO sulla parte Nord delle TANGENZIALI

FABIO MARCOMIN

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🔴 Installazioni, case dipinte e statue giganti: il FUORISALONE 2022 è il più COLORATO di SEMPRE

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Dopo due anni il Fuori Salone cerca di ritornare al massimo del suo splendore con installazioni artistiche e di design disseminate in tutta la città. Fino al 12 giugno i luoghi simbolo di Milano ospitano opere pensate per far discutere e far riflettere sul rapporto con lo spazio e con il tempo. Vediamo una selezione con le installazioni più sorprendenti.

Installazioni, case dipinte e statue giganti: il FUORISALONE 2022 è il più COLORATO di SEMPRE

# Ri-generazione: la mostra a cielo aperto all’Università Statale con 38 installazioni

Da sempre luogo simbolo del Fuorisalone, nei cortili dell’Università degli Studi di Milano viene ospitata la consueta mostra a cielo aperto di opere di design, sono 38 in tutto le installazioni visibili per una settimana. Il tema della mostra è “Ri-generazione” intesa come una rinascita. Tra le opere troviamo:

  • presso la hall dell’Aula Magna la mostra “I mobili ballerini della casa di Enric Miralles & Benedetta Tagliabue”, dinamici nelle forme e curatissimi nei dettagli di fattura artigianale;
  • nel chiostro principale La Voce di Idra, una fontana futuristica immaginata da Elena Salmistraro dove le parole chiave sono acqua, rigenerazione, cambiamento e interazione;
  • nel sottoportico del Cortile d’Onore c’è “Clen Water: Please”, un progetto di Marco Nereo Rotelli realizzato da Ever in Art con l’Associazione Gondolieri Sommozzatori Volontari di Venezia. Una gondola è stata riempita dai rifiuti recuperati dai fondali della laguna e dipinti in blu Klein, il colore dell’infinito;
  • Fabricating Culture con il sottotitolo “Don’t judge a book by its cover”, una soglia di libri che in realtà è un arco composto da elementi rivestiti in tessuto;
  • Meta-Verso ad opera di Missoni, dove arredi outdoor surreali, sovradimensionati e dalle proporzioni iperboliche, alludono a un’epoca di cambiamenti e alle capacità del marchio di re-inventarsi senza sosta;
  • Contemplative Moments nel loggiato ovest, un progetto di Kenzo Takada e K3 team. Un omaggio alla vita e alla meditazione tramite un’isola surreale con elementi d’arredo dai toni poetici, con stampe e decori tratti dall’arte giapponese disposti sotto una copertura sospesa composta da teli di tessuto realizzati in diverse dimensioni e nei pattern iconici del brand;
  • “A-Maze Garden” nel Chiostro della Farmacia, un labirinto di specchi che visto dall’alto riproduce il disegno di un albero fatto con i loghi della multinazionale Amazon;
  • Life, un ingresso a un teatro immaginario, una soglia da varcare per partecipare a uno spettacolo continuo: quello della vita. Questo progetto di Alessandro Scandurra in collaborazione con iGuzzini illuminazione vuole rappresentare l’approdo a uno spazio di cambiamento e rinascita, che funga da propulsore per un percorso di rigenerazione costante.

# I giganti Moai in Brera

Per le stradine di Brera ci sono i Moai del gruppo Urbansolid. Due giganti ricoperti di tag con lacrime e simboli di dollaro, euro e yen a ricordarci che se non vogliamo estinguerci come successe al popolo Moai, dobbiamo cambiare qualcuno dei nostri punti di vista. Le statue diventano la metafora del mondo moderno imbrattato da se stesso senza riflettere sulla sua stessa storia, una storia triste che fa versare grandi lacrime sulla guance provate e rugose del grande Moai.

# Le case dipinte di via Balzaretti

Fuorisalone sarà anche la strada installazione. Imperdibile via Balzaretti con le sue coloratissime case dipinte, partendo dalla celebre “casa con i rossetti”, che apre le sue porte al pubblico presentando la nuova collezione Toiletpaper Home, il brand nato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, a cui si aggiungono quelle floreali e quella con trombe, trombette e sassofono.

Leggi anche: La strada installazione

# Lady Oscar alla fermata della metro Duomo M1

Nel 2022 ricorre il 50esimo anniversario dalla nascita del fumetto giapponese di Lady Oscar, disegnato da Riyoko Ikeda. Per l’occasione la stazione della metropolitana di Duomo sulla linea rossa M1 è stata tappezzata da centinaia di immagini del personaggio diventato famoso in Italia negli anno ’80 grazie al cartone animato trasmesso in televisione.

# La foresta galleggiante in Darsena

Credits: elledecor.com
Foresta Galleggiante Darsena

In Darsena c’è “Floating Forest” progettata da Stefano Boeri, una piattaforma con 610 alberi di più di 30 specie diverse che creano una foresta galleggiante e pensata come un ecosistema indipendente. L’obiettivo dell’installazione è quello di “equipaggiare e ispirare la nuova generazione a far progredire il mondo” partendo “dall’importanza del ruolo che ha la natura”.

Leggi anche: La “FORESTA GALLEGGIANTE” in DARSENA

Continua la lettura con: Ma quanto sono belle le CASE di VIA BALZARETTI, la strada installazione di Milano?

FABIO MARCOMIN

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Il CREMLINO di Milano torna a risplendere

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Ph. Divina Milano

Dov’è il Cremlino? A Città Studi. Questo risponderà ogni milanese DOC. Vediamo come torna a splendere.

Il CREMLINO di Milano torna a risplendere

# Liberty, Art Deco e anche un po’ Soviet

Ph. Milanoguita – Twitter

In Via Colombo 81 a Milano, a Città Studi nelle vicinanze di Via Pascoli, c’è l’Istituto Giuliana Ranzoni che è la sede della Facoltà di ricerche chimiche e biomediche.
A volerlo è stato un imprenditore brianzolo, Luigi Ronzoni, che lo ha dedicato alla madre per donarlo alla ricerca scientifica, di cui era appassionato mentore.
Il progetto è sorto tra il 1924 e il 1927, a cavallo tra la “fine” dell’epoca Liberty e Art Deco e l’arrivo delle prime fortificazioni di cemento armato.

Le forme fantastiche deco e l’imponenza un po’ Soviet della struttura, sovrastata da due cupole e pinnacoli hanno scatenato la fantasia dei milanesi che lo hanno soprannominato “Il Cremlino di Milano”.

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# Dalle steppe dell’Est milanese a protagonista di Città Studi

Ph. FAI

Il progetto è stato ideato da Ettore Milinari, eminente accademico di estrazione socialista, completato dal figlio Vittorio in collaborazione con Giacomo Nicoli e il contributo di un esperto di cemento armato, l’ingegnere Arturo Danusso.
Quando è stata scelta la sede dell’Istituto nel 1924 Via Giuseppe Colombo era una zona molto isolata. L’isolamento “nelle steppe dell’Est milanese” e il carattere imponente della struttura, hanno fatto guadagnare il soprannome al Cremlino.

L’Istituto Giuliana Ranzoni si sviluppa su oltre 1.500 m² ed offre perfezionamento post universitario. Dotato di laboratori chimici e biochimici, è sede di Facoltà di ricerche.
Grazie all’espansione urbana di Milano, oggi non è più isolato da tutto ma è uno dei punti nevralgici di Città Studi e, a quasi 100 anni dalla sua costruzione, torna a risplendere con la conclusione dei lavori di restauro.

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# Il Cremlino di Mosca ha origini milanesi

Ph. Evgeny Go Town da Pixabay

Ma è Milano che ricorda Mosca oppure il contrario? Già, perché la Facoltà di ricerche chimiche e biochimiche ricorda il Cremlino ma anche viceversa: il palazzo più famoso di Russia in realtà ha una storia che lo avvicina a Milano. Il Cremlino, stavolta quello moscovita, lega Mosca a Milano fin dai tempi del rinascimento italiano.
Nel 1494 un architetto milanese, Aloisio da Carcano, è chiamato a Mosca da Ivan III come capo architetto incaricato di completare i lavori di fortificazione del Cremlino. Aloisio, soprannominato poi Aleviz Milanets e Aleviz Frjazin, ha completato le mura, iniziate da un altro milanese, Pietro Antonio Solari.

Sulla Piazza Rossa di Mosca c’era il fossato di protezione al Cremlino, realizzato da Aloisio e chiamato Alevizov, rinforzato in mattoni e calcare. Aleviz Milanets ha poi risalito il fiume Neglinnaya per realizzare una diga a monte di Mosca e un ponte per l’attraversamento.

In questa affascinante opera dell’azione umana, possiamo contare sul Kreml Milanetz e sul Cremlino di Mosca e farci ispirare da queste solide fortezze Soviet, per ritrovare un’altrettanto solida pace?

Fonte (opera di riqualificazione): Blog.UrbanFile.org

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LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Il TRACCIOLINO: il CAMMINO sui BINARI a un’ora da Milano

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Credits: @eikeumlauf Tracciolino

Siamo arrivati in un’epoca in cui il turismo ha preso tutta una nuova piega: siamo passati dal voler rilassarci due settimane in spiaggia al voler fare esperienze, partire all’avventura e scoprire qualcosa di nuovo. È qui che sono stati riscoperti i cammini, da quelli spirituali lunghi un mese fino ai classici trekking giornalieri che iniziano ad essere preferiti ad una giornata al lago o al mare. È tra questi che compare il Tracciolino, un cammino molto originale e il cui punto di partenza è solo ad un’ora da Milano. Ma che cosa lo rende così particolare?

Il TRACCIOLINO: il CAMMINO sui BINARI a un’ora da Milano

# Il sentiero ecosostenibile che collega due dighe

Credits: @dadacolombina
Tracciolino Trail

Il Tracciolino è un sentiero in gran parte pianeggiante, nonostante si trovi ad un’altezza di 912 metri sopra il livello del mare, e non è particolarmente difficile da percorrere. Eppure è considerato uno dei cammini più curiosi d’Italia

Si trova in Valchiavenna, in provincia di Sondrio, e può essere definito sentiero ecosostenibile. A differenza della maggior parte di tutte le altre valli e camminate in montagna nelle Prealpi o sui monti vicino a Milano, il bello del Tracciolino è che può essere raggiunto in treno. Sia a Verceia sia a Novate Mezzola, da cui il sentiero parte, arriva infatti un treno che permette, a chi vuole, di lasciare a casa la macchina. Il Tracciolino percorre 10km e inizialmente, quando fu costruito negli anni Trenta, doveva collegare due dighe, una in Val Codera e una in Val dei Ratti. Percorrerlo non è difficile, è infatti adatto a tutti, ma qual è la particolarità che lo rende così originale?

# Un percorso lungo binari e gallerie

Credits: @tisselian
Tracciolino

Il Senitero del Tracciolino permette di immergersi nella natura alla scoperta di gallerie e paesaggi scavati nella roccia. La sua particolarità è infatti quella che di camminare lungo binari del treno non più utilizzati. In buona parte del cammino infatti il sentiero lascia spazio ad una ferrovia a scartamento ridotto, una di quelle con i binari più piccoli del solito.

# Il gioco di riflessi del lago di Mezzola

Riflessi sul lago di Mezzola – Wikipedia

Ma il fatto di essere un cammino con i binari non è la sua unica caratteristica. Percorrere il Tracciolino significa un continuo alternare paesaggi mozzafiato a pezzi di storia. Il sentiero si affaccia sul lago di Mezzola, un bacino che si trova sopra il lago di Como ma il cui colore è unico, generato da un gioco di riflessi unico insieme a una concentrazione atipica di metalli, in particolare per alte concentrazioni di cromo. Il lago di Mezzola fornisce circa il 20% delle acque del lago di Como.

# Il borgo con la mini funivia

www.paesidivaltellina.it

Mentre si cammina su binari dei treni affiancati da una carrozza/ bicicletta, ci si immerge in una serie di gallerie e si ritorna sui binari. Durante il percorso si incontra poi un paesino impossibile da raggiungere in macchina: facendo, a piedi, una discesa abbastanza ripida si giunge infatti all’abitato di San Giorgio, dove l’unico “mezzo di trasporto” di cui gli abitanti dispongono è una mini funivia adibita a trasporto merci, rifornimenti e spazzatura.

Continua la lettura con: Il CAMMINO di SAN COLOMBANO: il viaggio spirituale con al centro MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Le NUOVE VILLETTE di PERIFERIA

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Credits abitare.co - Giardini villette

Vivere in villa a Milano? Un sogno impossibile per molti, soprattutto se si pensa alle dimore sfarzose dei quartieri residenziali più chic della città, ma non è questo il caso. Ecco dove si trovano queste nuove villette e come sono state realizzate.

Le NUOVE VILLETTE di PERIFERIA

# 18 villette di tre piani dall’architettura moderna e sinuosa

Credits abitare.co – Terrazzi villette

A Milano non si costruiscono solo condomini e grattacieli: anche le ville tornano ad essere di moda. Non si tratta delle dimore da sogno nei quartieri residenziali più chic della città e accessibili solo a pochi eletti, ma nuove costruzioni in quartieri che si stanno rigenerando. L’ultimo progetto Milanoinvilla di AbitareCo, in fase di ultimazione, si compone di 18 villette di tre piani dall’architettura sinuosa e moderna, con un gioco dinamico di chiaro e scuro che da movimento alle forme.

Le abitazioni sono caratterizzate da ampi spazi esterni, con terrazzo coperto all’ultimo piano e giardini al piano terreno pensati per il relax delle famiglie. All’interno cucina con vista giardino, salotto, camere da letto e bagni. Sono già state vendute tutte nel 2021 e entro l’anno verranno consegnate.

# La rinascita di Adriano

Credits abitareco – Milanoinvilla

Queste nuovo complesso di villette è stato costruito nel quartiere Adriano, su via Ugo Tognazzi fino all’incrocio con via Ugo Mulas, da qualche anno in fase di rinascita dopo anni di abbandono. In questa area è infatti in cantiere il prolungamento della metrotranvia, parte integrante della futura metrotranvia nord che da Certosa arriverà fino alla fermata di Cascina Gobba M2, e al posto di un gruppo di edifici ex-Aler verrà realizzato un nuovo parco.

 

Leggi anche: Il quartiere delle VILLETTE ai piedi dei GRATTACIELI

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FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Come RISOLVERE il TRAFFICO sulla parte Nord delle TANGENZIALI

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A52 - Tangenziale Nord

Un classico per chi arriva da Est, dalla tangenziale Ovest o dall’autostrada dei laghi: la coda per l’imbocco della tangenziale nord. Forse il tratto autostradale più trafficato d’Italia.

Quali soluzioni si potrebbero apportare per migliorare la situazione?

Come RISOLVERE il TRAFFICO sulla parte Nord delle TANGENZIALI

# Raddoppiare le corsie

fedeeeeeeeeeb IG – Traffico tangenziale nord Milano

La prima soluzione potrebbe essere quella di raddoppiare le corsie per senso di marcia e rendere più scorrevole il traffico. Visto che il progetto è ormai datato, si potrebbe rivisitare e prevedere un allargamento delle carreggiate rimodulato sulle esigenze attuali.

Leggi anche: TANGENZIALI 2, IL SEQUEL: altre 7 CURIOSITÀ che forse non sapete

# Fare un tunnel e portare la tangenziale in sotterranea

Leopold Tunnel, Bruxelles

In alternativa si potrebbe portare la tangenziale in sotterranea costruendo un tunnel, lasciando così lo spazio in superficie per una migliore viabilità ordinaria a servizio dei comuni dell’area. In questo modo si ridurrebbe il traffico di chi utilizza la Tangenziale Nord per spostamenti brevi.

Leggi anche: Le due “TANGENZIALINE” di Milano

# Potenziare i treni

Credits: oltrepolombardo.com – Trenord

Migliorare l’infrastruttura ferroviaria e aumentare la frequenza dei treni in entrata e in uscita da Milano, nelle direttrici che servono i comuni dell’area nord, potrebbe sgravare la tangenziale da quegli utenti oggi obbligati a prendere l’auto.

Leggi anche: Le TANGENZIALI sempre più INGOLFATE: 5 proposte per ridurre il traffico

# Costruire una metropolitana

Ph. danielemik (pixabay)

Una soluzione ancora più innovativa per ridurre la congestione del Tangenziale Nord potrebbe essere quella di realizzare una metropolitana parallela alla stessa o che ne segua la stesso percorso. Da Monza, incrociando il futuro prolungamento M5, la linea terminerebbe al capolinea nord-ovest della M1 a Rho Fiera passando per Cinisello Balsamo, Cormano, Novate Milanese, Bollate e Baranzate. Potrebbe essere un tratto di circle line sul modello della S-bahn berlinese. 

Leggi anche: “La M6 sarà l’ULTIMA METROPOLITANA di Milano”

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MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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🔴 STIPENDI a Milano: quanto è la PAGA media giornaliera e chi GUADAGNA di più (e chi meno)?

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Fonte: OCSE

Uno studio della CGIL, che ha fatto i conti in tasca ai milanesi, ha calcolato la paga giornaliera dei milanesi. Confrontata anche col resto dell’Europa, nasconde alcuni segreti. Quanto guadagnano giornalmente i lavoratori di Milano?

STIPENDI a Milano: quanto è la PAGA media giornaliera e chi GUADAGNA di più (e chi meno)?

# Il milanese si mette in tasca 123 euro al giorno

klimkin da Pixabay

Il dipartimento politiche del lavoro della CGIL, ha effettuato un’indagine su 1.687.183 buste paga milanesi, tratte dal data base di INPS su dati del 2020. E ha fatto i conti in tasca a tutti settori lavorativi di Milano, escluso il comparto agricolo.

La paga media giornaliera di Milano si aggira intorno ai 123 Euro/giorno (lordi). Il dato è un numero assoluto ricavato dalla media tra gli stipendi più alti e quelli più bassi.

# I dirigenti guadagnano 562 euro, gli intermittenti 47 euro

I valori su cui si è fatta la media sono quelli dei dirigenti, che guadagnano in media 562 Euro lordi al giorno, i quadri che raggiungono i 232 €/giorno, fino ad arrivare agli stipendi più bassi di impiegati, operai e interinali, che rispettivamente sono 109, 74 e 72 Euro.
Tra i lavoratori interinali, che sono all’incirca 83.000 delle buste paga analizzate, vi è da considerare gli intermittenti, che guadagnano 47 Euro lordi al giorno.

Leggi anche: “NORD-SUD, bisogna fare come in Germania”: STIPENDI più alti dove si produce di più

# La grande differenza tra uomini e donne

Gerd Altmann da Pixabay

L’indagine di CGIL ha anche scoperto che anche a Milano esiste l’anomalia che affligge il mondo del lavoro in Italia. Non è infatti solo la posizione ricoperta a garantire uno stipendio più elevato.
Trasversalmente in ogni fascia di età, c’è un divario tra i salari percepiti dagli uomini e quelli delle donne.

Tra gli operai l’uomo guadagna 80,00 € al giorno, la donna 54,00. Per tutti gli altri lavori o settori, questa forbice resta ampia: tra gli impiegati il gap uomo/donna va da 125€ a 96€; tra i quadri si passa da 232€ a 214€, mentre per i dirigenti si va dai 585 Euro guadagnati da un uomo, ai 478 della donna.

Leggi anche: A Milano 11 ANNI di STIPENDIO per comprare CASA. Il doppio della media nazionale

# Confronto con l’Europa: gli unici a essere diventati più poveri in 30 anni

Andrew Khoroshavin da Pixabay

Da fonti OCSE risulta che l’Italia è l’unico paese in Europa in cui i salari da lavoro dipendente sono diminuiti nel 2020 rispetto al 1990.
In Lituania gli stipendi sono aumentati di un +276,3%, in Estonia +237,20%, Lettonia +200,50%. Nel nucleo dei fondatori Euro, gli aumenti sono più contenuti, ma spicca il + 129,6 della Slovacchia.
L’Italia è l’unica a essersi impoverita: -2,9%. Sono lontani i tempi in cui ci si poteva confrontare con Francia (+31,1%), Austria (+24%) o Germania (+33,7%). Anzi: con l’unico segno negativo, l’Italia in Europa ha smesso di confrontarsi con tutti, prendendo una strada tutta sua.

Fonte: OCSE

Leggi anche: Prezzi nordeuropei ma stipendi anni 90: quanto COSTA comprare CASA a Milano zona per zona

# Cosa fare a Milano con 47 Euro lordi? Scegliere Milano Città Stato

Alexas Fotosda Pixabay

Resta da capire cosa può fare un lavoratore intermittente che a Milano guadagna 47 Euro al giorno.
La pressione fiscale si aggira, per quella fascia di retribuzione, su un 15% circa.
Un lavoratore potrebbe quindi percepire meno di 40 Euro al giorno. Una lavoratrice, come ammette anche l’indagine CGIL, ancora meno.
La vita a Milano è molto cara, l’unica cosa che si può fare a Milano con queste cifre è il lockdown personale perenne e il digiuno intermittente, sperando che la CGIL inizi a fare il sindacato seriamente, mettendo a dura prova le politiche del lavoro che hanno creato una nuova fascia di povertà.

Quand’è che Milano deciderà di diventare autonoma da queste logiche discriminatorie? Non basta tinteggiare Palazzo Marino un mese all’anno, o dire a parole che a Milano siamo diversi. Bisogna avere il coraggio di guardare alle grandi città d’Europa non solo per le ciclabili o l’urbanismo tattico, ma soprattutto per ciò che le contraddistingue davvero: l’autonomia dal governo centrale. 

Continua la lettura con: SALA: “È sbagliato che un dipendente pubblico guadagni gli stessi soldi a Milano e Reggio Calabria”

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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RISTRUTTURAZIONI da SOGNO a Milano: le più belle trasformazioni immobiliari

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Credits archiportale - Carolina Gheri - Immobile via Tamburini

Milano accelera nel suo percorso di rigenerazione di aree abbandonate e inutilizzate. La finalità? Creare nuove polarità e luoghi di aggregazione, nuove aree verdi, residenziali e commerciali a servizio della comunità. La rinascita non si ferma però ai grandi progetti. Anche singoli edifici, hotel e appartamenti fanno parte di questa trasformazione. In collaborazione con Principe Ares, vediamo alcune delle più belle ristrutturazioni avvenute a Milano negli ultimi anni.

RISTRUTTURAZIONI da SOGNO a Milano: le più belle trasformazioni immobiliari

# La novità: un Principe per una casa da mille e una notte

Showroom Principe Ares

Ristrutturare un immobile non è così banale, soprattutto se si vuole puntare sulla qualità della progettazione. Uno dei suggerimenti più quotati degli addetti ai lavori è di affidarsi ad un partner professionale che metta a disposizione un team qualificato capace di seguire ogni fase del processo, abbia una solida esperienza e fornisca un catalogo di materiali, complementi, arredi e oggettistica di prima categoria. Principe Ares, in via Ripamonti 92, offre proprio questa soluzione: ideale per ridisegnare la propria casa trasformandola in una dimora da mille e una notte. Lo showroom è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 19.30 ed è possibile visitarlo e ricevere una consulenza gratuita previo appuntamento.

Scopriamo la selezione delle ristrutturazioni curata in collaborazione con Principe Ares.

# Via Tamburini: la trasformazione di una dimora di lusso nel quartiere residenziale più chic di Milano

Credits archiportale – Carolina Gheri – Immobile via Tamburini

Una dimora di lusso di 250 mq in via Tamburini, una delle zone residenziali più rinomate e chic di tutta Milano, è stata completamente riprogettata. Circondata da un giardino di 600 mq, l’appartamento occupa il piano terra di un palazzo degli anni ’80 ed è stata trasformata creando quattro camere da letto, un ingresso spazioso, disimpegni e corridoi con capienti armadi a parete e un ampio salone collegato alla sala da pranzo. Lo stile scelto per le superfici, gli arredi e l’oggettistica è frutto di un perfetto mix tra dettagli aristocratici e contemporanei.

Leggi anche: VENDUTE a Milano TRE DIMORE MILIONARIE sul mercato da anni

# La rinascita della Bulgari Suite nel cuore di Brera

Credits luxbyitaliamia IG – Suite Bulgari Hotel Milano

Da qualche anno la Bvlgari Suite del Bvlgari Hotel Milano ha cambiato volto. La trasformazione si è ispirata alle eclettiche residenze milanesi, con pezzi di arredo come le collezioni Flexform e Maxalto di Antonio Citterio, libri d’arte e foto artistiche di Irene Kung. La camera ha una superficie di 210 mq all’interno e 194 all’esterno tra terrazzo e rooftop con vista a 360° sullo skyline della città. Ci sono due luminose living room e due camere da letto, di cui la principale è dotata di un bagno con una vasca ricavata da un unico blocco di pietra di Brera di 900kg.

# Il restyling completo dell’hotel 5 stelle Park Hyatt con affaccio sulla Galleria Vittorio Emanuele II

Credits flavianocapriotti_architetti IG – Park Hyatt Milano

Il Park Hyatt, l’hotel 5 stelle con affaccio sulla Galleria Vittorio Emanuele II, ha approfittato del periodo di chiusura imposto dalle restrizioni conseguenti al Covid per un restyling completo. Un investimento da 20 milioni di euro per due anni di lavoro. La ristrutturazione ha coinvolto le 106 camere e suite dell’hotel, le aree comuni comprese spa, cucine, il lounge La Cupola e il bar Mio Lab. La scelta è ricaduta su un look classico contemporaneo con un design che rende omaggio alla città, perché richiama i colori del Duomo. 

Continua la lettura con: The “REGENERATED DISTRICT”: come sta cambiando il MUNICIPIO 5

REDAZIONE (Articolo redazionale con inserimento di messaggi pubblicitari)

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