Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto che cosa manca di più a Milano per colpa del Covid. Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Il desiderio di libertà è in cima al podio.
LA CLASSIFICA FINALE (tra parentesi la percentuale di voti)
#10 Concerti (1,9%)
Credits: ilcapoluogo.it
#9 Fiducia nelle persone (3,4%)
Credits: gabriellamanno.com
#8 Partite dal vivo (3,7%)
#7 Ballare (5,0%)
Credits: ivg.it
#6 Fuorisalone (5,3%)
Credits: milanotoday.it – Fuorisalone
#5 Cinema/Teatri (8,9%)
Teatro Franco Parenti – Via Pier Lombardo, 14 – Porta Romana
#4 Abbracci (10,0%)
Credits: atuttodonna.it
#3 Uscire la sera (13,8%)
credits: juzaphoto.com
#2 Vivere senza mascherina (20,4%)
Credits: lamescolanza.com
#1 Viaggiare(27,6%)
Credits: intono.it
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è stata la polemica dell’anno? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Per la maggioranza dei votanti vincono gli attacchi del governatore De Luca contro Milano.
Durante la trasmissione la trasmissione di “In Onda” trasmessa sul canale La7 il giorno 31 agosto, il Ministro per il Sud Provenzano ritorna sulla polemica riguardo le sue affermazioni contro Milano: “Il modello Milano è un modello che crea contraccolpi. Contraccolpi economici, contraccolpi sociali e contraccolpi democratici perché poi le aree interne, le aree che si sentono abbandonate, i cosiddetti luoghi che non contano poi si vendicano.” “Contraccolpi anche demografici” ma soprattutto “democratici“.
Credits: gianlucadimarzio.com – Gattuso vittorioso in Coppa Italia
“Siamo così abituati all’accento, all’inflessione, alla cadenza del Nord, che non ci accorgiamo di quanto la lingua italiana si sia plasmata intorno a un modo di parlare settentrionale diventato pressoché standard. (…)
La parlata, la cadenza, l’accento meridionale, al contrario si ascoltano in contesti comici, spesso stereotipati, nelle fiction sulla malavita (perché la Mafia al Nord non esiste), nelle pubblicità su mozzarella e altri prodotti tipici, nei comici made in sud, insomma dal Lazio in giù quando si apre la bocca in tv o si fa ridere o si minaccia di commettere un crimine.
E il risultato è che molti meridionali camuffano maldestramente il proprio accento, soprattutto in quei contesti in cui bisogna dimostrare di essere efficienti e professionali.” (Post di Delgado)
Sandra Zampa attacca i milanesi che dopo quasi un mese di reclusione forzata, con riapertura dei negozi per l’entrata in zona arancione hanno avuto l’ardire di approfittarne per fare compere: “Male, molto male le scene di folla nelle vie dello shopping a Milano. È abbastanza sconcertante che le persone stentino così tanto a comprendere la gravità della situazione e il fatto che queste situazioni dipendono dai comportamenti di ognuno di noi. Siamo tutti tenuti in questo momento a comportamenti virtuosi. Io capisco che devi fare le compere, però non credo che se si va tutti lo stesso giorno migliori. E soprattutto, quando vedi che c’è una situazione così, o cambi zona o torni a casa e rimandi. Questo non è un bel segnale, non conforta”
A rincarare la dose ci pensa il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia. “È naturale la reazione, c’è una comprensibile voglia di tornare in giro. Quello che non è naturale è il non rispetto delle regole e del distanziamento sociale“.
“Si tratta di un gruppo multipartisan tra rappresentanti di tutti i partiti, anche se Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono per ovvi motivi maggioritari, che ha lo scopo dichiarato di creare un fronte meridionalistache si assicuri che, in proporzione a popolazione e attività produttive, al Mezzogiorno arrivino più finanziamenti che al Nord e al Centro. Sono circa una sessantina tra senatori e onorevoli e si sono posti anche lo scopo di creare di una commissione d’inchiesta che faccia luce sulla ragione per cui al Nord ci sono più infrastrutture che al Sud e nel caso dirottare lì gli investimenti pubblici.”
“Qualche giorno fa c’è stata la presa di posizione ufficiale dei Verdi milanesi, che hanno annunciato di voler correre da soli e di sfilarsi da un’eventuale coalizione elettorale bis per Sala, additato come un ecologista di pura facciata.”
“È chiaro che se un dipendente pubblico, a parità di ruolo, guadagna gli stessi soldi a Milano e a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato, perché il costo della vita in quelle due realtà è diverso”
Credits: il qutoidianodelsud.it – Il Ministro del Sud Provenzano e il Ministro agli affari regionali Boccia
“Tutti decantiamo Milano, ma non è la prima volta nella storia d’Italia che Milano è un riferimento nazionale. A differenza di un tempo, però, oggi questa città attrae, ma non restituisce quasi più nulla di quello che attrae”
Credits: teleromagna24.it – Stefano Bonaccini presidente regione Emilia Romagna
“Nel Nord si concentra buona parte della forza produttiva del Paese, con capacità di innovazione e ricerca fra le principali al mondo. Per questo è impossibile ripartire senza ascoltare questi comparti. Abbiamo un’occasione storica: disegnare l’Italia del futuro potendo investire somme mai viste prima, grazie al grande successo del Presidente Conte e del governo”.
Agli attacchi dei liguri si aggiunge un rappresentante del governo: “Chiudiamo i lombardi in Lombardia“. La replica della Regione: “Però non facciamo uscire anche i 56 miliardi che vi diamo ogni anno”
”Quando noi chiudevamo altrove si facevano iniziative pubbliche: Milano non si ferma, Bergamo non si ferma, Brescia non si ferma. Poi si sono fermati a contare migliaia di morti. Migliaia non centinaia”.
Infine l’attacco al sistema sanitario lombardo: “Solo nella provincia di Bergamo hanno avuto 2.000 morti nelle residenze per anziani, in tutta la Campania 14. Se Codogno fosse stata in Campania non avremmo potuto aprire la bocca per altri 200 anni. A Milano discutono ancora se la zona rossa doveva farla il Governo o la Regione, noi intanto abbiamo chiuso e abbiamo salvato la vita di centinaia di persone. Qui in Campania abbiamo ospedali di assoluta eccellenza. Non c’e’ bisogno di andare a Milano, Bologna, Verona o Pavia“
MILANO CITTA’ STATO
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Si trova a Milano e vanta il primato di essere stata venduta ad una cifra da capogiro. Andiamo a scoprire insieme dove si trova e quanto costa.
La CASA più COSTOSA d’Italia si trova a MILANO
# Una villa ottocentesca da sogno in zona Pagano
La casa più costosa di Milano è una villa ottocentesca, che si trova in zona Pagano, ed è stata descritta come la casa da sogno. L’interno è stato ristrutturato ma ha mantenuto il suo stile tardo rinascimentale. La villa è disposta su 4 piani che sono collegati fra loro da una scala principale, una scala di servizio ed un ascensore. Al piano terra, oltre alle bellissime stanze, troviamo un tunnel in cemento armato che collega la villa ad una dependance.
# È stata venduta ad una cifra da capogiro ma il valore dei suoi interni è inestimabile
credits: myluxury.it
La villa è stata venduta ad un milanese alla cifra di 40 milioni di euro, che le ha conferito il primato di casa più costosa d’Italia, ma il vero valore di questo luogo sta nelle rifiniture degli interni. Marmi, legni pregiati e boiserie che ci portano in un’altra epoca e rendono questa villa un posto magico.
Tra le caratteristiche esclusive la casa ha un’area per gli ospiti, gli alloggi per il personale di servizio, un salone verandato, una bella biblioteca privata e ovviamente una piscina.
# La villa milanese supera tutte le case di lusso italiane, anche quella toscana e sarda vendute comunque a prezzi esorbitanti
Quella di Milano è ufficialmente la più costosa ma è seguita da due ville di lusso altrettando spettacolari. Si tratta del complesso rurale di 800 mq in Toscana, a Cecina, che vanta 14 stanze e viene proposta a 25 milioni di euro; e della villa sulla collina che domina Porto Cervo, in Sardegna, proposta a 13 milioni di euro.
Passeggiando per il quartiere di Brera, nelle giornate “normali”, si possono vedere numerose cartomanti. Ma perché ce ne sono così tante proprio qui? Il legame tra Milano e i tarocchi si è instaurato secoli fa: infatti proprio qui si trova il mazzo completo più antico al mondo. Andiamo a scoprire insieme la sua storia.
I TAROCCHI sono NATI a MILANO
# Il mazzo di tarocchi completo più antico si chiama Sola Busca e si trova alla Pinacoteca di Brera
La Pinacoteca di Brera non è solo il luogo meraviglioso che ospita quadri dal valore inestimabile, ma contiene anche un pezzo unico di esoterismo al mondo: il mazzo di tarocchi completo più antico che si conosca. Il nome “Sola Busca” arriva dagli ultimi proprietari del mazzo, la marchesa Busca e il conte Sola, e risale alla fine del Quattrocento. Dal 2009 è è stato acquistato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per diritto di prelazione e poi ceduto alla Pinacoteca.
# 78 carte riccamente decorate a tempera e oro: un mazzo dal sapore alchemico
credits: pinacotecadibrera.org
Il mazzo è composto da 22 “trionfi” e 56 carte dei quattro semi tradizionali italiani. Le carte sono state realizzate su carta da incisioni a bulino, poi decorate con miniature in colori a tempera e oro. La particolarità del mazzo sta anche nelle raffigurazioni: non troviamo le immagini tradizionali dei “trionfi” quattrocenteschi, ma figure dell’antichità greco-romana e due eroi della storia biblica (Nemrod e Nabucodonosor). I tradizionali segni italiani (coppe, bastoni, spade e denari) sono stati qui trasformati: i denari sono diventati dischi, le coppe anfore, i bastoni mazze. Nel tempo sono state molte le interpretazioni di questa trasformazione, fino ad arrivare alla più valida che sostiene un legame stretto tra le carte e la cultura ermetico-alchemica (tipica della fine del Quattrocento) di cui era appassionato il probabile autore del mazzo.
L’autore di tale bellezza e maestria è rimasto a lungo ignoto, solo recentemente si è risaliti al pittore anconetano Nicola di Maestro Antonio, dopo aver notato una somiglianza fra le carte e alcune delle sue opere. Grazie alla lettura degli stemmi presenti nel mazzo si è risaliti invece a Marin Sanudo, umanista e storico veneziano, che sembra essersi occupato della campitura delle 78 mini opere.
# I tarocchi Sola Busca hanno ispirato quelli più conosciuti nel mondo esoterico oggi: i Waite-Smith Tarot
credits: @tarot_in_the_city (Instg)
Il mazzo Sola Busca è certamente uno dei più particolari che esista al mondo, tanto da aver ispirato l’esoterista Arthur Edward Waite a realizzare i celebri Waite-Smith Tarot, che ad oggi sono i tarocchi più diffusi nel mondo anglosassone. Ad oggi restano un punto di riferimento per chiunque voglia approcciarsi al mondo dell’esoterismo o all’iconografia stessa dei tarocchi.
# A Brera c’è un altro mazzo di tarocchi, più antico ma incompleto: il mazzo Brera-Brambilla
A Brera, però, troviamo anche un mazzo ancora più antico di quello appena descritto ma incompleto, il mazzo Brera-Brambilla, che prende il nome dal suo ultimo acquirente Giovanni Brambilla, il quale acquistò i tarocchi a Venezia nel 1900.
Il mazzo arrivò alla Pinacoteca di Brera nel 1971 e ha una storia non è molto chiara ancora ad oggi. Sembra che sia stato commissionato nel 1463 da Francesco Sforza a Bonifacio Bembo, un artista dell’epoca. Il mazzo è composto da 48 carte, per la maggior parte dallo sfondo dorato, e presenta soltanto due trionfi: l’Imperatore e la Ruota della Fortuna.
Ti sei mai fatto leggere i tarocchi da qualche cartomante di Brera? Scrivicelo nei commenti qui sotto oppure sotto il post di Facebook!
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il paradosso è che c’era più libertà nelle monarchie assolute.
Le questioni in cui entrava il governo erano minime. Spesso non c’erano neanche tasse. E non c’erano regole, che erano invece determinate dalla quotidianità in base all’autoregolazione delle persone o delle comunità.
Se uno fosse entrato in casa a dire che bisogna fare la revisione alla caldaia si sarebbe preso un forcone nella pancia.
Con la scusa della democrazia e del diritto di voto si assegna al governante un potere illimitato.
Il numero di regole che si possono scrivere è infinito: da cosa indossare e a quanto stare a distanza dall’altro, fino al patentino sanitario per poter fare le cose.
Tutta questa voglia di regolazione imposta dall’alto viene guidata dalla chimera della vita perfetta, da mondo dei puffi, in cui i pericoli non ci sono ed esiste una sicurezza assoluta.
Il fatto che una società basata sul controllo meticoloso di qualsiasi attività umana porti a un’età dell’oro non ha alcun senso logico. Viviamo un’autoipnosi collettiva che ci sta portando a una società molto più restrittiva di qualunque utopia folle mai pensata nella storia.
Su Youtube c’è questo video: Roma a colori nel 1963. Uno girava su una 500 e filmava le strade del centro di Roma. Guardandolo ci si chiede: è possibile che questi potessero vivere così bene, senza tecnologia, tutti felici, in un paese in crescita? Mentre qui instauriamo la vita sul rispetto di regole imposte che spesso sono solo dei riti di una nuova religione, cose inutili che non portano nessun vantaggio.
Questa smania di controllo ha un costo sociale altissimo. Bisogna essere più tolleranti verso la vita, non si può essere così intransigenti.
Bisogna distinguere la sfera della vita dalla sfera dell’autorità.
L’autorità si deve occupare solo di cose basiche, dalla difesa da invasioni straniere ad altre questioni limitate. Anche perchè teoricamente si potrebbe normare tutto, dal modo di salutarsi a quello di muoversi o di relazionarsi.
Ma lo stato non può avere il diritto di decidere la vita delle persone. Perché la vita non ci è data dallo stato quindi lo stato non può avere il diritto su qualcosa che non ci è dato da lui. Altrimenti è un furto, un sopruso, una violenza.
La carta dei diritti dell’uomo era basata su questo. Esistono diritti non emendabili dalle leggi. Mentre ora questi diritti vengono sospesi per la gravità della situazione.
Ma se i diritti fondamentali possono essere trascurati nelle emergenze, significa che non sono fondamentali.
Aumentano gli avvistamenti degli UFO in Italia. Colpa delle scelte post Covid di chiuderci in casa – e quindi di avere nostro malgrado maggior tempo per alzare il naso all’insù (almeno per chi ha la fortuna di non vivere in città…)? E colpa anche di Elon Musk. Ma cosa c’entra l’uomo più ricco del mondo? Semplice: decine di avvistamenti non identificati – da Milano a Roma – sarebbero da attribuire ai suoi razzi spaziali che fanno la spola tra la Terra, la Stazione Spaziale Orbitante e le prove per andare su Marte. Intanto, noi sulla Terra stiamo impazzendo. E gli avvistatori di UFO hanno invece tutte le rotelle a posto? Questa è la risposta più difficile. Sicuramente qualcosa nel cielo c’era. Che fosse poi una nuvola, un razzo della Space X o una vera navicella extraterrestre non possiamo saperlo.
ALLARME UFO: con il Covid aumentati gli avvistamenti in Italia
# SOS in aumento del 57%, ma occhio ai falsi allarmi
Credits: meteolive.it
Intanto, il Centro Ufologico Nazionale ha raccolto con meticolosa premura ogni segnalazione, diramando la classifica del 2020. Rispetto all’anno precedente si è registrato un aumento del 57% di “SOS”: da 241 del 2019 ai 380 dell’anno scorso. Tra i falsi allarmi, 4 erano le luci di discoteche, 16 lanterne cinesi e 3 i droni. I razzi e i satelliti oltre 92. Le segnalazioni non valutabili sono più di 100, il 28%.
# Roma in testa, Lombardia sul podio
Credits: vglobale.it
La Capitale resta tale anche in questa classifica, grazie ai suoi 23 avvistamenti. Distaccate con 9 casi ci sono Torino e Napoli, a 8 Firenze e soltanto a 6 la nostra Milano, affiancata da Treviso. A livello di regioni il Lazio è in testa con 30 casi, segue la Toscana con 27 e poi sul terzo gradino a pari merito (23 avvistamenti) Lombardia ed Emilia Romagna. Fanalino di coda, nonostante l’invidiabile pulizia del cielo a ridosso delle Alpi, la Valle d’Aosta con 1 solo allarme.
# Come segnalare un ufo?
Credits: rep.repubblica.it
Per chi si trovasse faccia a faccia, o anche con una distanza un po’ più sicura, con un oggetto non identificato, ecco il link alla pagina dei contatti del Centro Ufologico Nazionale. Nella pagina c’è il vademecum su come comportarsi in caso di avvistamento o addirittura di eventuale atterraggio di un UFO. Al punto 8 c’è il consiglio di chiamare anche i Carabinieri.
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è l’iniziativa simbolo per la rinascita di Milano? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Vince la super ciclabile più lunga d’Italia.
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è la casa più strana di Milano? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Per un milanese su tre la casa più strana di Milano è la “casa igloo” di via Lepanto.
Al decimo posto la “casa più antica di Milano”. Tra affreschi spariti del Bramante, colonne degne della Certosa di Pavia, questo gioiello in pieno centro città è presente già dal XII secolo ed è uno dei pochissimi palazzi rinascimentali che sono stati risparmiati dalle demolizioni per far posto a nuove architetture.
La Cassina de Pomm è una tra le più remote cascine a corte rimaste ancora integre a Milano: ubicata in Via Melchiorre Gioia, lungo il Naviglio della Martesana, risale al XV Secolo. “Cassina de Pomm” non si traduce con Cascina delle Mele, nonostante sorgesse su di un articolato sistema di terreni destinato alla coltivazione di frutteti di mele, bensì con “Cascina di Pomi”, scritto maiuscolo proprio perché si tratta del cognome della prima famiglia proprietaria che ha dato il nome al complesso rurale.
In via Malpighi 3, a due passi da Porta Venezia, c’è uno dei palazzi con le decorazioni più belle di Milano. Si tratta di casa Galimberti, uno dei più begli esempi di Stile Liberty di Milano ma con una caratteristica curiosa: anche se l’edificio è stato sottoposto a vincolo monumentale nel 1965, sorprende sempre il contrasto tra lo stile del palazzo con quello del Panino Giusto, catena di locali di grande successo della città.
Il Palazzo Fidia si trova alle spalle di corso Venezia, nello specifico in via Melegari 2. L’edificio assai stravagante venne considerato come una “sarabanda sfrenata” o un “jazz architettonico”. Per la sua particolarità, verrà utilizzato nel 1950 dal regista Michelangelo Antonioni per la registrazione di alcune scene del suo primo lungometraggio con protagonista Lucia Bosè
Le ville Tudor si trovano in zona Navigli, nello specifico in via Giambologna, dove si possono ammirare ville di diversa fattura edificate intorno al 1920. A colpire maggiormente i passanti sono le due ville con le facciate a grate di legno e i tetti spioventi con uno stile che ricorda il medioevo del nord Europa, quello delle favole di Hansel e Gretel. La decisione di costruire questi edifici pare sia stata presa da una dama inglese che nel secondo decennio del novecento, per la nostalgia della sua terra, ha voluto ricostruire parte della propria cultura e del proprio stile sul suolo milanese.
Nel 1923 vennero costruiti in piazza Piemonte i primi due grattacieli di Milano. A progettarli fu l’architetto Mario Borgato che diede vita ad una sorta di rivoluzione architettonica per la città, portando a Milano una novità di origine statunitense.
I “gemelli diversi”, così chiamati i due edifici, sfiorano i 40m di altezza ma furono davvero un record per l’epoca, infatti per poterli costruire fu concessa una deroga al piano urbanistico in vigore che vietava gli edifici al di sopra dei 28m.
I due grattacieli sono simili ma non identici, ad esempio presentano due cupole sommitali differenti e anche le colorazioni si distinguono facilmente come due gemelli con occhi diversi, uno ha la sommità marrone e l’altro invece verde.
La casa delle “Fate” si trova in zona San Siro, nello specifico in via degli Odescalchi, nella parte del quartiere tra viale Caprilli e Segesta dove ci sono molte graziose villette spesso con giardino.
Grazie alla sua forma è stata denominata la “casa delle fiabe” e sono molti i genitori che portano i loro bambini ad ammirarla dalla strada.
Nel centro di Milano c’è uno spicchio di Barcellona. Si tratta del Palazzo Berri Meregalli in via Cappuccini 8, capolavoro dell’architetto Giulio Ulisse Arata inaugurato nel 1914. Il Palazzo è un museo di stili diversi a cielo aperto. L’Eclettismo di Arata ha mischiato generi differenti, come il romanico dei mattoni a vista e degli archi, il Gotico, il Rinascimento e il tardo stile Liberty degli affreschi e dei ferri battuti a riccio del maestro Mazzucotelli.
In fondo all’ingresso si trova una scultura di Adolfo Wildt, la Vittoria Alata: una testa di donna con un velo e un paio di ali.
C’è chi lo trova bellissimo e chi bruttissimo. Scendete alla fermata della metro rossa Pasteur. Usciti, continuate su Viale Monza per 150 metri e vi troverete ai piedi di un castello di pietra di stile medievale e neoromanico. Nel 1910 fu costruito il castello seguendo l’ispirazione delle dimore medievali.
Quando il castello venne costruito dal ragioniere Primo Gilberti (1880- 1939), uomo di cultura e personaggio eccentrico, l’attuale zona Turro non era ancora compresa nella città di Milano, ma era aperta campagna con poche abitazioni, cascine, botteghe e qualche trattoria. Un posto perfetto dove sfoggiare il proprio potere, derivato anche dalla carica di sindaco di Greco, e dare sfogo alla propria creatività.
Via Lepanto, alla Maggiolina, viene chiamata anche strada degli gnomi o strada delle case a fungo. Oltre alle case a fungo furono realizzate anche delle case a igloo, su due livelli: quello esterno, al di sopra del piano stradale, e quello seminterrato, accessibile solo dall’esterno.
Inizialmente erano 12, ne sono sopravvissute 8.
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quali sono le città di mare più belle d’Italia? Partiamo per un viaggio tra le 7 città marittime più belle della penisola, prendendo spunto dalla selezione della rivista Si Viaggia
Le 7 CITTÀ di MARE più BELLE d’ITALIA
Questo non è il periodo adatto per organizzare un viaggio on the road o un coast to coast tutto italiano. Però, è il momento giusto per rivalutare il potere dei viaggi con la fantasia. Quindi è deciso: oggi si va al mare. Compiremo un viaggio tra le 7 città di mare più belle della penisola.
#1 Genova: un fascino “superbo”
credit: siviaggia.it
Punto di partenza: Milano. Fatti i bagagli e raccolta tutta l’emozione nello zaino, si parte! Il viaggio comincia in direzione Liguria, per raggiungere una delle antiche Repubbliche marinare. Arrivati a Genova si percepisce subito un’atmosfera marittima, anche se si è ancora lontani dalla spiaggia. Prima di ripartire, passeggiamo tra le vie di questa città in cui ogni angolo ha conservato il suo antico fascino che si alterna a quello dei moderni stabilimenti balneari.
#2 Napoli: la città nata dal corpo di una sirena
credit: siviaggia.it
“Vedi Napoli e poi muori” disse il poeta tedesco Goethe che, sempre alla ricerca di forti emozioni, qui riuscì a trovare un paradiso di cultura, natura e di vita. Seconda tappa del nostro viaggio quindi non può che essere Napoli: in questa città il mare è considerato un cittadino, è parte irrinunciabile della socialità e lo si respira in ogni vicolo. Secondo la mitologia, Napoli si sarebbe creata a partire dal corpo esanime di una delle sirene incontrate da Ulisse, la Sirena Partenope. Partenope, ormai morta, sarebbe stata trasportata fino all’isolotto di Megaride e il suo corpo si sarebbe poi trasformato nel capoluogo campano.
#3 Palermo: la regina del Mediterraneo
credit: siviaggia.it
La cosa bella dei viaggi con la fantasia è che gli spostamenti sono rapidi, praticamente impercettibili. Senza nemmeno accorgercene siamo sbarcati a Palermo, città d’arte oltre che di mare, ma soprattutto: città di record. Possiede infatti il primato europeo per il centro storico più grande e il suo Teatro Massimo non solo è il terzo più importante d’Europa, ma è anche stato il primo teatro dell’opera d’Italia. Dopo una pausa per gustare solo alcuni degli infiniti piatti locali e fatta una bella scorpacciata di cultura, lasciamo la Sicilia.
#4 Siracusa: dove cresce naturalmente il papiro
credit: siviaggia.it
AArriviamo a Siracusa, una delle città più antiche del Mezzogiorno che racchiude tesori di Greci e Romani. Decidiamo di tornare velocemente indietro nel tempo con il Tempio di Apollo e il Castello di Maniace prima di arrivare al vero centro storico della città: la spettacolare Isola di Ortigia. Sull’isola si trova la Fonte Aretusia, uno dei pochi luoghi al mondo in cui cresce spontaneamente il papiro.
#5 Bari: dal lungomare a Babbo Natale
credit: siviaggia.it
Se avreste preferito un viaggio in montagna piuttosto che al mare, magari in qualche freddo paese nordico, nella quinta tappa visiteremo la casa di Babbo Natale. No, non siamo in Lapponia. Siamo atterrati a Bari e ci stiamo dirigendo verso la Chiesa di San Nicola, conosciuto nel resto del mondo come Saint Nicholas o più semplicemente Babbo Natale. Fare una visita alla basilica è nella “to do list” ma prima di lasciare il capoluogo pugliese non possiamo non passeggiare su uno dei lungomari più belli della penisola e arrivare al Castello Svevo-Normanno, monumento romanico di grandissimo valore artistico. Il centro storico, la Bari Vecchia, è il cuore della baresità e sarà infatti la nostra ultima tappa prima di lasciare la città.
#6 Venezia: la serenissima patria della libertà
credit: siviaggia.it
Dal Sud torniamo su al Nord con la forza del pensiero per arrivare nella città di mare italiana per eccellenza. Lei che dal mare è completamente sommersa, lei che del mare ne ha fatto la sua principale caratteristica. In tre parole: laguna, gondole e carnevale. Esattamente, siamo sbarcati a Venezia. Potrà sembrare una destinazione scontata ma non potevamo non passare da una città che è tutto fuorché ordinaria, con le sue spiagge trastoria e natura spesso incontaminata. Ammirata e invidiata da tutto il mondo, il fascino di questa città non può essere descritto, deve necessariamente essere vissuto.
#7 Trieste: il collante d’Europa
credit: siviaggia.it
Ultima tappa del viaggio: Friuli Venezia Giulia. Trieste non ha organizzato la propria vita cittadina attorno al mare ma ne ha fatto comunque un elemento distintivo. Il porto triestino infatti è uno dei più importanti del Mediterraneo e fa da collante tra l’Europa occidentale, orientale e meridionale. Arrivati dal porto ci spostiamo verso il centro città che trasmette tutta la sua vitalità grazie ai caffè letterari e alle botteghe artigiane. Prima di lasciare la città ci tuffiamo nel suo lato artistico, tra musei e palazzi liberty, perché questa è Trieste: storia, cultura e panorami mozzafiato.
E da qui torniamo a Milano, terminando il nostro viaggio.
Abbiamo visitato le 7 città marittime più spettacolari della penisola, apprezzandone le singolari caratteristiche ma tenendo sempre lo sguardo fisso verso il mare, il vero protagonista del nostro viaggio con la fantasia.
Il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, non si trova d’accordo con la decisione del Governo di classificare Bolzano come zona rossa, decidendo quindi di autoproclamarsi zona gialla in base ai dati dei contagi. Sono in corso le trattative.
BOLZANO tiene testa al Governo e dice NO alla ZONA ROSSA
# In base al nuovo DPCM dal 17 gennaio la provincia di Bolzano sarebbe dovuta essere zona rossa
credits: @arnokompatscher
Si parla di possibilità perché, nonostante il Governo si sia espresso e abbia deciso di assegnare il colore rosso alla provincia autonoma, di fatto questo decreto non è stato rispettato. Kompatscher ha deciso di andare avanti con le regole della zona gialla: i dati rilevati, secondo la provincia di Bolzano, non combaciano con la decisione di regole più restrittive.
# La zona gialla consente ai commercianti di respirare, soprattutto ora che si è nella stagione dei saldi
A Bolzano i saldi sono appena iniziati e chiudere di nuovo i negozi significherebbe perdere l’intera stagione di svendite procurando ulteriori danni a queste categorie, già messe a dura prova nell’ultimo anno. Con la zona gialla il settore ha la possibilità di risollevarsi da una situazione veramente preoccupante.
# Il ministro Speranza non ha ancora ribattuto la decisione di Bolzano
Credits: ilmeteo.it
Da Roma non sono ancora arrivate notizie dopo la decisione di Bolzano quindi da ieri, domenica 17 gennaio, la provincia adotta le regole stabilite per la zona gialla, in attesa di ciò che il Governo dirà.
# Bolzano non è l’unica, la Lombardia si prepara a contestare le decisioni del Governo
Credits: ilgiorno.it – Attilio Fontana
Anche la Lombardia si ritrova nuovamente in zona rossa, questa volta però il presidente Attilio Fontana ha deciso di ricorrere al Tar con la richiesta di misura cautelare urgente, ritenendo che la decisione del Governo sia una “punizione immeritata” e non coerente con i dati degli ultimi giorni. La regione più colpita dal virus è anche la regione che sta economicamente soffrendo, di più a causa della lunga permanenza in zona rossa.
Tuttavia, Bolzano ha maggiori possibilità di disobbedire ai decreti cambia colore, grazie ad una legge emanata a maggio che rafforza i poteri del presidente della regione.
Resta da capire come reagirà il Governo a questi atti di ribellione mossi dall’insofferenza.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Un fenomeno molto diffuso è riempirsi la mente con le idee dominanti.
La condizione della maggioranza è una sudditanza verso il pensiero dominante. Ci si pone per disposizione culturale in modo acritico verso idee che in realtà supportano interessi di altri. Non solo: in nome di idee utili ad altri si diventa persecutori e intolleranti contro chi le mette in discussione.
Si può prendere ad esempio l’ultimo romanzo di Ruggeri, “Un gioco da ragazzi”. Due fratelli, cresciuti negli anni settanta, aderiscono in modo assoluto a ideologie opposte, una di estrema destra l’altra di estrema sinistra. In nome di queste ideologie impostano ogni scelta di vita. Ma mentre il più piccolo crescendo si lascia alle spalle la sudditanza ideologica e si costruisce una vita sua, il più grande rimane sempre vincolato agli stessi stereotipi che lo portano a fallire in tutto fino a spingerlo a togliersi la vita.
In realtà il suo suicidio è nato nel momento in cui ha rinunciato a elaborare sue idee per sottomettersi alle idee dominanti. La morte del pensiero individuale è un suicidio. E l’intolleranza che spesso degenera in atti di violenza, fisica e verbale, contro gli altri è una proiezione del proprio suicidio mentale.
Il vero atto di vita è l’autonomia di pensiero. Che non significa vivere fuori dal mondo ma scegliere consapevolmente di volta in volta la possibilità di esprimere una posizione o un dubbio rispetto a qualunque idea dominante.
Forse è proprio questo il “gioco da ragazzi”: imitare i “grandi” scegliendo le loro idee per addestrarsi ai giochi della società. Un gioco da cui, se si vuole vivere da adulti, occorre sapere uscire.
In Italia si è svolta la protesta dei ristoratori #ioapro. Altri casi si segnalano nel resto d’Europa. La protesta forse più curiosa è quella messa in atto in Germania da un ristoratore italiano. Come ospiti del suo ristorante aveva dei panda. Fonte: berlinomagazine
La PROTESTA dei PANDA contro la chiusura dei ristoranti
# I PANDA sorseggiano birra in segno di protesta
Credits: dissapore.com
Il ristorante italiano “Pino’s” si trova in Germania e da qualche giorno protesta contro la chiusura dei ristorante ma in un modo alquanto particolare. Con il lockdown che sta mettendo in ginocchio il settore della ristorazione a Francoforte e nella maggior parte delle città europee, Giuseppe Fichera ha deciso di rianimare il proprio ristorante sostituendo i commensali con dei panda peluche. «Avevamo pensato a degli orsacchiotti ma poi si sono trasformati in panda che bevono birra» afferma l’uomo. Da qui nasce il gioco di parole dei “panda panda-emici” che bevono la Corona.
# 24/24 e messaggi chiari. Contro la Panda-mia
Instagram: pino.frankfurt
I panda sono seduti ai tavoli in attesa di ordinare o appoggiati al bancone mentre sorseggiano liberamente una bella birra. Le luci del locale sono accese sia di giorno che di notte e, i passanti possono notare la scritta sulla vetrina che recita “nessun ospite ma 100 panda da vendere” seguito da “le luci sono sempre accese per voi”. L’iniziativa è stata chiamata “Panda-mia”, gioco di parole che rimanda alla triste situazione che coinvolge tutti i paesi del mondo e che ogni giorno strappa le vite di molte persone.
# Il bonus statale non assicura gli imprenditori. Riapriranno le loro attività?
Instagram: pino.frankfurt
Il gesto dell’imprenditore italiano è un chiaro messaggio di speranza per un presto ritorno alla normalità nonostante ci sia la preoccupazione generale di non riaprire più le proprie attività. La protesta ha avuto inizio il 2 Novembre a seguito dell’estensione del lockdown e terminerà solo una volta che il ristorante avrà riaperto i battenti. Nonostante lo stanziamento di oltre 3.5 miliardi di euro a sostegno delle imprese, dei lavoratori autonomi, associazioni e istituzioni, si respira una cattiva aria di insoddisfazione e malessere tra le strade di Francoforte e nel resto d’Europa. Tutte le attività che nel periodo Marzo 2020-Settembre 2021 hanno risentito del 30% in incassi in meno rispetto all’anno precedente possono usufruire del bonus.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il sindaco Marco Bucci ha in mente un grande progetto per la sua Genova: potrebbe renderla la prima città a rivoluzionare il sistema di trasporto pubblico. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
GENOVA potrebbe essere la PRIMA città italiana ad ABOLIRE i BIGLIETTI degli autobus
# Mobilità semplice: con una sorta di piccola tassa i genovesi potrebbero avere i mezzi pubblici gratis tutto l’anno
Il sindaco Bucci ha un progetto preciso sulla mobilità della sua città: vuole renderla semplice, come aprire il rubinetto dell’acqua. L’idea è quella di non fa pagare il biglietto ai suoi cittadini ma di creare una sorta di imposta annuale che coprirà quella quota che oggi arriva dalla bigliettazione.
# Per i turisti delle card speciali
Questa organizzazione dei mezzi pubblici è conosciuta poco in Europa: solo in Lussemburgo, Finlandia e qualche città della Germania ha preso forma, però sembra funzionare piuttosto bene.
I cittadini residenti potrebbero usufruire di autobus, metro, ascensori ecc. in modo gratuito, mentre per i turisti si potrebbe pensare a delle card speciali, possibilmente incluse nelle stanze d’albergo.
# Obiettivo: Genova 100% combustion free
credits: new.abb.com
Se si vuole pensare ad una mobilità friendly non si può non tenere conto della necessità di mezzi nuovi, con una capienza maggiore e a basso impatto ambientale. Un sistema di trasporto pubblico efficiente migliorerebbe la città e la vita dei suoi abitanti in modo importante.
Bucci vuole una Genova al 100% combustion free, chiedendo finanziamenti per l’acquisto di bus ‘flash charging’, filobus senza cavo con ricarica al capolinea, lunghi 24 metri. Il futuro della mobilità sembra veramente vicino.
Nell’ottica green si vuole pensare anche a degli incentivi per l’acquisto di biciclette e motorini elettrici: Genova è la città con il maggior numero di moto e scooter, passare all’elettrico sarebbe una buona soluzione.
# Bucci intende anche ampliare la rete dei mezzi urbani
Stazione Skytram
Genova non ha solo bisogno di una nuova politica per il trasporto pubblico, necessita anche di un ampliamento della rete urbana dei trasporti. Grazie al MIT e al Recovery Fund Bucci vuole portare a termine il programma dei quattro principali assi di trasporto, uno skytram per la Val Bisagno, l’estensione della metropolitana a Est, Ovest e a Sampierdarena, il People Mover tra l’aeroporto e gli Erzeli, la cabinovia di Begato e la rimodernizzazione degli impianti verticali.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La compagnia di bandiera, da anni sull’orlo del fallimento, è tenuta in vita grazie a imponenti iniezioni di denaro pubblico. All’orizzonte si affacciano però nuove compagnie pronte a sostituirla. Ecco quali sono.
ITALIAN AIRWAYS e le altre novità nei nostri cieli. Chi prenderà il posto di Alitalia?
#1 Italian Airways con base a Orio al Serio, punta sui voli intercontinentali verso Stati Uniti, Sudamerica e Cina
Credits: 99design.it
Il 2021 dovrebbe essere l’anno buono per lanciare Italian Airways, un progetto di cui si parla dal 2018, andando a prendere fette di mercato che inevitabilmente verranno lasciate libere da chi non sopravvivrà alla crisi economica generata dal Covid. Il proprietario della nuova compagnia aerea Giuseppe Gentile intervistato da “Forbes” ha affermato che sarà un’impresa di trasporto ibrida: tra low cost e legacy. Al primo posto ci saranno la sicurezza di viaggiare, le sedute comodissime, lo spazio per il bagaglio a mano e la possibilità di imbarcare i propri oggetti con tariffe all-inclusive senza sorprese.
La base di Italian Airways sarà l’aeroporto di Orio al Serio, scalo in cui detta legge Ryanair con i suoi collegamenti low cost in Europa e nell’area del Mediterraneo, da dove con primi due Boeing 787 vorrebbe spingersi verso gli Stati Uniti, il Sudamerica e anche la Cina.
#2 Ego Airways parte il prossimi 28 marzo: a regime 11 rotte nazionali da e per Milano Malpensa
Credits: lagenziadiviaggi.it
La seconda compagnia aerea italiana pronta al debutto è Ego Airways che farà decollare il suo primo velivolo il prossimo 28 marzo. Opererà da e per Milano Malpensa con voli che prevedono collegamenti con 11 diversi scali minori che sono però punto di riferimento di importanti destinazioni turistiche domestiche: Verona, Venezia, Cagliari, Pisa, Firenze, Pescara, Lamezia Terme, Bari, Catania e ancora Forlì e Parma.
#3 Kairos Air, in partnership con la spagnola Air Nostrum, intercetterà il traffico verso Roma e Milano. In futuro previsti collegamenti transadriatici
Credits: italiavola.com
La Kairos Air avrà base ad Ancona e intercetterà il traffico verso Roma e Milano, le due tratte più richieste dai passeggeri che usufruiscono dei servizi dell’Aeroporto delle Marche “Raffaello Sanzio”. Il network a seguire si svilupperà con collegamenti transadriatici in partenza dal capoluogo marchigiano. Come destinazioni si aggiungerebbero: Napoli, Lamezia Terme, Olbia e Alghero. Il partner industriale e finanziario è la compagnia spagnolA Air Nostrum.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è il progetto più visionario che ci vorrebbe per il futuro di Milano? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Un terzetto in lizza per il primo posto.
Qual è il progetto visionario per il futuro di Milano?
LA CLASSIFICA FINALE
#10 FESTIVAL DELLE LUCI(2,9%)
Un palcoscenico di luci con spettacolari sculture fatte a Led realizzate sui palazzi e monumenti di Milano dai più grandi light designer della scena mondiale
#5 PISTA CICLABILE CHE SI ILLUMINA CON IL BUIO(8,4%)
Un’innovazione che consente di ottenere un duplice vantaggio: far viaggiare in sicurezza gli utenti in bicicletta e con il monopattino, producendo un risparmio energetico per l’amministrazione
Credits: veronanews.it
#4 GRATTACIELI VISIONARI(8,7%)
Cinque progetti ultra-avveniristici per il futuro di Milano ordinati per altezza: si arriva fino a 3.000 metri
#3 METROPOLITANA PER GENOVA (16,1%) La direttissima per il mare. Il prolungamento della linea verde da Porta Genova M2 fino a Genova Porto come ultima fermata fuori città
prossima fermata: Genova
#2 BOSCO ORIZZONTALE(18,5%) “TERRAZZE VERDI” su strada con pedana MANGIASMOG
Credits: milano.repubblica.it – Via Melzo, il Bosco orizzontale
#1 TORRI ANTISMOG (19,1%) TORRE ANTISMOG da 100 METRI in Cina: 10 così per la città e avremmo aria pulita a Milano
Credits: South China Morning Post
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile vers
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è il vostro desiderio più grande per il 2021? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Al primo posto nessun dubbio: basta Covid! Ma vediamo la classifica.
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Lombardia in zona rossa malgrado indici migliori della media nazionale. Non si è fatta attendere la reazione dei vertici della Regione. Il Presidente Attilio Fontana: “Lunedì faremo ricorso al TAR”. La Vice Presidente Letizia Moratti: “Il ministro Speranza sospenda immediatamente l’ordinanza!”. Due reazioni che mostrano una differenza abissale. E’ il preludio a un cambio di rotta? Anche in base a come reagirà Speranza si capirà chi comanda e se sono cambiati i rapporti di forza tra Lombardia e Roma.
🛑 MORATTI: “Speranza sospenda immediatamente l’ordinanza!”. Un CAMBIO di ROTTA con ROMA?
La Regione Lombardia, nella persona del suo Governatore, Attilio Fontana, farà “ricorso al TAR” lunedì contro l’ordinanza che ha collocato la Regione in zona rossa.
Al momento, ben tredici Regioni hanno un maggior numero di contagiati ogni centomila abitanti rispetto alla Lombardia, mentre la nostra Regione è prima in Italia per numero di tamponi e vaccini. Non solo: rispetto a quando la Lombardia è ritornata in zona gialla, il 13 dicembre, i ricoveri in terapia intensiva sono passati da 714 persone a 454 e i morti risultano la metà: 78 rispetto ai 144 del 13 dicembre.
Come dichiarato dallo stesso Governatore Fontana, “i dati giornalieri confermano una situazione ben lontana dalla necessità di una zona rossa per la Lombardia”.
A queste parole ha fatto eco Letizia Moratti da poco nominata Vicepresidente ed Assessore al Welfare per la Lombardia, la quale, invitando il ministro Speranza a sospendere con effetto immediato l’ordinanza in virtù della quale la nostra Regione verrebbe collocata in zona rossa, ha dichiarato che “l’incertezza dei dati non aggiornati alla base della decisione non legittima un provvedimento restrittivo di questo tipo“.
Ferma restando la lucida analisi della situazione appena riassunta, sarà interessante anche vedere se, a seguito del rimpasto, i nuovi assetti di potere in Regione saranno anche in grado di cambiare i rapporti di forza con Roma.
Continua la lettura con: Lombardia verso la zona rossa
ANTONIO BUONOCORE
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Si chiama “Your World” ed è l’opera che verrà installata al centro del Lago D’Iseo per stimolare la responsabilità di ognuno di noi verso la Terra, scopriamo insieme di cosa si tratta e quando sarà di scena.
Dopo Christo, il LAGO D’ISEO torna al centro del MONDO
# L’opera è incentrata sulla simbologia delle mani
Le mani sono gli arti che usiamo di più, quelli con cui abbiamo piano piano scoperto il mondo e che usiamo quando dobbiamo interagire con gli altri, basti pensare alle strette di mano o alle carezze, quelle cose che ci mancano molto in questo periodo di emergenza. L’uomo usa le mani per entrare in contatto con il mondo e con i suoi abitanti, esseri umani, animali o piante.
Sono proprio le mani le protagoniste dell’opera che Quinn installerà sul Lago D’iseo e sono state scelte proprio per la loro importanza, “sono le artefici del tutto“.
# Le mani andranno a reggere la Terra
credits: siviaggia.it
Le mani progettate da Quinn andranno a sorreggere un globo che rappresenta la Terra. La scelta ovviamente non è casuale: le mani, essendo le artefici di tutto, possono essere in grado di salvare il pianeta o di distruggerlo. La più grande arma che esista al mondo, quindi, sono le mani di ognuno di noi. L’artista vuole spingere gli esseri umani a riflettere sui loro comportamenti individuali verso il pianeta e far capire che ognuno dovrebbe prendersi la propria responsabilità e contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo.
# L’opera sarà visitabile attraverso una passerella che ricorda quella di Christo del 2016
Your World sarà posta di fronte alle rive di Sulzano e si potrà raggiungere attraverso una passerella che ricorda quella gialla dell’artista Christo installata qui nel 2016 e che passerà fra le due grandi mani che spuntano dalle acque del lago.Il progetto dovrebbe essere inaugurato nel 2022 ma già dai render condivisi dall’artista possiamo vedere come l’opera trasformerà il paesaggio del Lago con il suo impatto visivo ed emotivo.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano Città Stato Awards: abbiamo chiesto qual è progetto più atteso per il futuro di Milano? Questa la classifica delle 10 nominations votate nel sondaggio di Milano Città Stato. Per un milanese su quattro il progetto più atteso è quello delle più grandi terme urbane in Italia.
Si ispira alle proprietà e alle caratteristiche di una pianta di cactus, fungerà anche da collegamento tra UpTown e MIND e sarà un valore aggiunto per l’intero quadrante nord ovest di Milano. Al suo interno anche una fattoria urbana. L’inaugurazione è prevista nel 2022.
Dopo decenni di stallo, ricorsi, modifiche al progetto e rischio concreto di stop definitivo, ora sembra arrivata la svolta decisiva. È stato infatti consegnato il progetto esecutivo da parte dell’impresa appaltatrice, che tra la primavera e l’estate del 2021 dovrebbe partire con i cantieri.
La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.
#8 Passerella Sesto (2,8%)
Entro il 2023 Sesto San Giovanni avrà una stazione ferroviaria di design, quale primo tassello che connetterà l’area con il futuro progetto di “MilanoSesto – Città della Salute” in costruzione nei terreni dell’ex Falck. Sarà “il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia, e uno tra i principali a livello europeo”.
Si estenderà su piazza Primo Maggio e la nuova piazza lato Città Salute. Attrezzata con bar, negozi e servizi, offrirà una vista panoramica sul nuovo grande parco urbano di cui diventerà il principale punto d’accesso.
La prima autorimessa multipiano di Milano, con un sistema monta-vetture molto innovativo, tornerà alla luce dopo quasi 20 anni dalla chiusura. L’obiettivo della riqualificazione del Garage Traversi è che torni a breve una vera icona dell’architettura in città, questa volta come punto di riferimento per shopping e lifestyle con più di 5.500 mq di spazio per il retail, e due rooftop mozzafiato destinati ad entertainment e food.
Anche la zona sud avrà il suo grattacielo, che entrerà di diritto tra i “supertall” di Milano. La caratteristica più importante sarà la sua forma tubolare e un’originale spaccatura a circa 60 metri di altezza con dei giardini pensili.
La costruzione del nuovo building, all’interno dello Scalo di Porta Romana, coinvolgerà anche la riqualificazione di tutta l’area circostante tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema.
La linea M4 aprirà alcune stazioni nel 2021. Nella prima fase attuativa, che dovrebbe inaugurare ad aprile, garantirà l’esercizio nella tratta Linate – Forlanini F.S. con queste 3 fermate:
Repetti, che sostituirà quasi certamente il nome previsto inizialmente di “Forlanini Quartiere” per non confondersi con “Forlanini F.S.”, anch’esso rinominato. Sarà a servizio della zona di Via Marco Bruto e Piazza Ovidio, oltre ad essere interscambio con la linea 27 per il centro di Milano e per Viale Ungheria e capolinea della futura metrotranvia che attraverserà il quartiere di Santa Giulia fino a Rogoredo M3.
Stazione Forlanini, quale interscambio con le linee S5 – S6 – S9 con destinazione centro di Milano (Porta Venezia – Repubblica – Garibaldi, o verso l’esterno come Treviglio, Pioltello, Saronno o Albairate).
Uno dei luoghi più particolari e trascurati di Milano forse ha finalmente un futuro. Si tratta della Goccia della Bovisa, il più grande bosco spontaneo di Milano. La “Goccia della Bovisa” è un’area abbandonata nella zona nord ovest della città di 42 ettari di bosco e ruderi a forma di goccia.
La riqualificazione dell’area è stata affidata al Politecnico di Milano. La goccia diventerà un grande parco scientifico-tecnologico, con un grande parco che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati, uno destinato ad ospitare lo “Smart city innovation hub“, l’altro la “Fabbrica dello sport“.
Uno stanziamento di 400.000 euro per finanziare la seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica del nodo di interscambio ‘Hub metropolitano Segrate Porta Est Milano – Prolungamento M4 a est di Linate. L’obiettivo è realizzare una stazione di Porta per l’Alta Velocità ferroviaria, in analogia a Milano-Rogoredo e Rho-Fiera. Collegato al progetto l’estensione della M$ fino a Segrate.
Nel contesto dell’apertura della nuova fermata metropolitana della linea M4 San Babila che si interseca con la linea M1, verrà ampliata l’area pedonale dal Castello Sforzesco fino a San Babila estendendola in corso Europa, via Durini, fino a largo Augusto.
A lavori conclusi infatti ci saranno 70 nuovi alberi, 14.000 mq di area pedonale aggiuntiva, una nuova pista ciclabile su Corso Europa e la nuova piazza in Largo Augusto. In questo modo anche quest’area centrale della città sarà raggiungibile esclusivamente con trasporto pubblico e taxi, oppure a piedi o in bicicletta.
Le ex scuderie De Montel, straordinario complesso in stile Liberty costruito tra il 1915 e il 1917-18 all’angolo tra via Achille e via Fetonte, accanto allo stadio Meazza, diventeranno le “vere” terme di Milano. “Vere” in quanto saranno alimentate dall’“acqua marcia” che scorre sotto la città.
Sarà il più grande complesso termale italiano in una grande città e le prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2.
I Milano Città Stato Awards sono stati votati dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021 tra le 10 nominations che sono state segnalate sulla fan page di Milano Città Stato e che sono state più apprezzate (per numero di like) dai fans della pagina. Le percentuali si riferiscono ai voti sulle 10 nominations. In collaborazione con Vivaio.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.