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Chi paga il conto? In questo BAR lo decide l’OROLOGIO

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Credits: @caffemulassano Caffè Mulassano Torino

Quante volte ci si è trovati nella situazione di essere a cena con amici, fidanzati, conoscenti e non sapere come dividere il conto. Alla romana? Ognuno fa per sé? E quando i bar o ristoranti non permettono i conti separati, qualcuno deve prendersi la responsabilità di pagare per tutti e poi andare a chiedere i soldi agli altri (situazione imbarazzante). C’è un bar in Italia che risolve tutti questi problemi. Sì perché ha trovato una soluzione alternativa: è un orologio a scegliere chi paga. Come?

Chi paga il conto? In questo BAR lo decide l’OROLOGIO

# Il Caffè Mulassano, un bar storico di Torino

@icalzinispaiati
Caffè Mulassano Torino

Siamo a Torino, in uno dei bar storici della città, dove è stato inventato un modo divertente e alternativo per scegliere chi paga il conto. Si tratta del Caffè Mulassano, nell’elegante piazza Castello. Nato nell’800, inizialmente il bar era una bottiglieria in via Nizza 3 del signor Amilcare Mulassano, titolare anche della famosa Distilleria Sacco.

Già agli inizi del ‘900 però, precisamente nel 1907, il locale si trasferì nella sua attuale postazione in piazza Castello e venne trasformato in Caffè. All’interno del bar si respira la storicità che lo caratterizza: quadri, specchi e boiseries (classica decorazione interna di edifici storici che consiste nella copertura delle pareti con pannelli di legno) testimoniano la grande tradizione del Caffè Mulassano.

# Celebre non solo per l’orologio

@chiccosangiorgio Caffè Mulassano Torino
@chiccosangiorgio Caffè Mulassano Torino

Il Caffè inoltre vanta la creazione di uno dei piatti preferiti dagli italiani: il tramezzino. Fu infatti una famiglia italiana ma vissuta in America che, di ritorno in patria, nel 1926 acquistò il bar e inventò le due fette di pane non tostato farcite in vario modo. Abbiamo detto però che il caffè è famoso anche per un’altra cosa: il suo orologio pazzo.

# L’orologio pazzo del caffè

@caffemulassano
Caffè Mulassano Torino

Rinomato per varie ragioni, la sua colazione, la cioccolata calda con crema chantilly, l’aperitivo con il Mulassano Spritz o il Vermouth Mulassano, il Caffè Mulassano non è conosciuto solo per la sua storicità e i suoi piatti, ma anche per i suoi arredi. Dietro il bancone del bar, in alto a sinistra, c’è un orologio un po’ particolare: con numeri disposti a caso e apparentemente inutile.

In realtà è questo orologio che sceglie chi deve pagare il conto. Il caffè infatti offre, ai propri clienti meno tirchi e seduti ad un tavolo almeno in due, la possibilità di fare un gioco: sulla cassa c’è un pulsante che fa partire, tramite un meccanismo segreto, la lancetta che inizia a girare e si ferma su un numero. Tutti i clienti seduti allo stesso tavolo dovranno toccare il pulsante e chi fa il numero più basso perde e paga il conto.

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BEATRICE BARAZZETTI

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Come si USA la METRO a Milano?

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Come si usa la metro di Milano?
Credits chantal.lisanne IG - M2 Milano direzione sud cittò

Vediamo come si usa la metro di Milano, come orientarsi tra le diverse linee e le modalità di accesso alle stazioni.

Come si USA la METRO a Milano?

Mappa metro Milano

La metropolitana di Milano si compone di quattro linee: M1, M2, M3 e M5. Entro la fine di ottobre inaugurerà un primo tratto della M4 e poi progressivamente tutto il tracciato nel 2024. Ogni metropolitana si distingue oltre che per il numero anche per il colore. La M1 è la linea rossa, la M2 è la linea verde, la M3 è la linea gialla, la M5 è la linea lilla e la M4 sarà la linea blu

# Come orientarsi nella metropolitana

Credits chantal.lisanne IG – M2 Milano direzione sud

Orientarsi nella metropolitana di Milano è piuttosto facile. Il metodo migliore è individuare la fermata di destinazione sulla mappa presente nelle stazioni, nell’app ATM o su una mappa cartacea tascabile. Tramite l’app ATM o Google Maps è possibile inoltre pianificare il viaggio con le opzioni preferite. Quando si è diretti alla banchina dei treni bisogna però prestare attenzione alla destinazione della linea e anche alle diramazioni, dato che la M1 si biforca in 2 capolinea a ovest e la M2 in 2 capolinea a nord e 2 a sud.

# Come accedere alle stazioni

Credits Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Per accedere alle stazioni si passa attraverso dei tornelli con barriere e si può farlo:

  • utilizzando il biglietto cartaceo acquistabile dalle emittrici automatiche, nelle rivendite, negli ATM Point, sull’app ATM e via SMS;
  • la tessera Ricaricami che consente di caricare diverse tipologie di biglietti;
  • pagando in modalità contactless con bancomat, carta di credito e wallet digitali su smartphone e smartwatch;
  • infine con labbonamento, mensile o annuale caricato su una tessera nominativa e personale rilasciata da ATM.

Continua la lettura con: Come FUNZIONA il CARNET 10 viaggi ATM?

FABIO MARCOMIN

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L’AUTOSTRADA degli UFO: percorrerla è fantascienza

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autostrada ufo

C’è chi dice che ormai ci mancano solo loro: gli alieni. Ma niente paura, c’è già chi si è preparato al loro arrivo: esiste una strada in mezzo alle montagne che sembra uscita da un film di fantascienza. L’autostrada degli UFO.

L’AUTOSTRADA degli UFO: percorrerla è fantascienza

# La strada ultraterrena

autostrada ufo

Apparentemente è un’autostrada come tante, nel mezzo dell’Argentina, a poco più di 100km da Cordoba. Porta alla volta di Capilla del Monte e dell’imponente vetta di Cerro Uritorco. Tra la natura incontaminata e villaggi dove si respira un’atmosfera autentica, c’è però una strada che fa cadere in parte questa piacevole atmosfera sostituendola ad un po’ di inquietudine e paura. La strada in questione è soprannominata “l’autostrada degli UFO”, non per qualche sua particolare caratteristica, ma perché proprio su questa strada centinaia di testimoni parlano di aver visto qualche oggetto non identificato. I turisti che l’hanno già percorsa dicono di aver assistito ad eventi soprannaturali e di aver avvistato alieni.

# Il paradiso degli alieni

Credits: @revistalugares
panorama Capilla del Monte

Che sia vero o meno non è dato saperlo, ma alcuni parlano di aver visto luci nel cielo muoversi a zig zag, altri invece sono certi che le cose intraviste fossero alieni. Storia dopo storia, racconto dopo racconto, la strada argentina ha iniziato ad assumere un non so ché di soprannaturale e ora chi la percorre, mentre magari è intento a guardare il cielo per avvistare qualcosa, parla di sentire un’energia strana, diversa, tra il fantascientifico e il surreale.

Credits: caravan.it
Capilla del Monte

Ad alimentare questa storia ci sono poi le tradizioni di uno dei paesi attraversati dalla strada, Capilla del Monte. Qui, tra negozietti di cristalli e pietre magiche, terapeuti di ogni arte esoterica e racconti di alieni, si entra nel paradiso del new age ma soprattutto dell’ultraterreno. Ma si potrebbe dire che qui l’ufologia sia proprio una tradizione. Oltre ad un osservatorio astronomico per osservare lo spazio mentre si sta cercando qualche navicella aliena, a Capilla del Monte c’è anche un museo dedicato proprio agli UFO, all’interno del quale ci sono cimeli strani, e addirittura un Alien Festival, tre giorni di feste in costume e concerti.

 

Continua la lettura con: La STRADA che collega GELA al CIRCOLO POLARE ARTICO

BEATRICE BARAZZETTI

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MERANO e il GIARDINO degli INNAMORATI (a 3 ore da Milano)

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Sai che a 10 minuti dal centro di Merano si trova il Castel Trauttmandorf? Verso la metà del XIX secolo, il conte Joseph von Trauttmansdorff acquistò questo imponente castello di origini medievali. Rovinato dal tempo e dalle intemperie, lo fece ampliare fino alle dimensioni attuali. I giardini del castello sono 12 ettari di paesaggi esotici e mediterranei, delle vedute panoramiche sensazionali sulle montagne circostanti e sulla cittadina di Merano. In un’area di questi giardini ci sono “I Giardini dell’amore”.⁠

MERANO e il GIARDINO degli INNAMORATI (a 3 ore da Milano)

# Merano 

A circa 3 ore di macchina da Milano si trova Merano, la seconda città più grande e popolosa dell‘Alto Adige, con i suoi circa 40.000 abitanti. Siamo a una trentina di chilometri da Bolzano e, cosa che non sorprende di certo da queste parti, ci troviamo immersi nella natura, ai piedi del Parco Naturale Gruppo di Tessa.

Credits: @visitmerano.it(IG)

Come tutto l’Alto Adige, Merano è una cittadina che sorprende i suoi visitatori in ogni stagione dell’anno. I paesaggi, le passeggiate, i suoi profumi, la sua cucina, sono solo alcuni degli ingredienti su cui Merano sa di poter contare. Ma oltre a questo c’è un luogo che non molti conoscono. Un luogo che fa rima con amore. 

# Castel Trauttmansdorff, il più antico esempio di fortezza neogotica del Tirolo

A 10 minuti dal centro di Merano si trova il Castel Trauttmandorf. Verso la metà del XIX secolo, il conte Joseph von Trauttmansdorff acquistò questo imponente nucleo architettonico di origini medievali. Rovinato dal tempo e dalle intemperie, lo fece integrare con elementi neogotici e lo ampliò fino alle dimensioni attuali.

Credits: @visitmerano.it(IG)

Questo intervento lo rese il più antico esempio di fortezza neogotica di tutto il Tirolo. Dopo alcune ulteriori modifiche, a seguito delle due guerre mondiali, il castello venne trascurato. Nel triennio 2000-2003 fu fortunatamente sottoposto ad un importante intervento di rinnovo e oggi si presenta in splendida forma a chiunque abbia la curiosità e il piacere di visitarlo.

# I giardini del Castel Trauttmansdorff

I Giardini di Castel Trauttmansdorff si estendono lungo un anfiteatro naturale della superficie complessiva di 12 ettari. Offrono dei paesaggi esotici e mediterranei, delle vedute panoramiche sensazionali sulle montagne circostanti e sulla cittadina di Merano.

Credits: @visitmerano.it(IG)

I giardini contano più di 80 ambienti botanici dove si possono ammirare piante provenienti da tutto il mondo. Per la curiosità di chiunque, botanici o meno, una visita ai giardini diventa una piacere assoluto. Grazie a svariate stazioni multisensoriali, suggestivi giardini a tema, padiglioni artistici ed esemplari del regno animale, questo luogo è spiegabile semplicemente come magico.

# Il Giardino degli Innamorati

L’area più recentemente attrezzata presso i giardini è il “Giardino degli Innamorati”. Questo angolo di pace conta sull’aiuto di piante profumate, opere artistiche a temacitazioni letterarie e installazioni spaziali per risvegliare ricordi ed emozioni legati all’amore. Il cuore dell’area è costituito da tre padiglioni, dove il rituale dell’Amore viene simbolicamente diviso in 3 fasi distinte: l’abbandono all’amore, la promessa e infine l’eternità.

Credits: @visitmerano.it(IG)

I Giardini sono aperti tutti i giorni dal 1 aprile fino a metà novembre. Per dare un’idea della loro maestosità, le guide turistiche consigliano dalle 3 alle 6 ore per una visita degna di nota.

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

LUCIO BARDELLE

Vedi anche: Bormio, le “Filippine Italiane”, Pavia, Vigevano, Cumiana, Monza, Valsassina, Bardineto, Valle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Madonna di Campiglio, Val Vigezzo, Punta Sasso, Portofino, Bellagio, Legnano, Sottomarina, Bobbio, Brolo, Preda Rossa, Lomello, Bergamo, Madruzzo, Gaggio, Pusiano, Gera Lario, Chamois, Lerici

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🔴 Ufficiale: a ottobre parte la METRO BLU! Si viaggerà su queste FERMATE

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Dopo aver oscillato per anni tra farsa e mistero, l’inaugurazione della linea M4 sembra che sia arrivata ai nastri di partenza. Se ne parla ormai dal 2005 ma ancora non è stata aperta una stazione. Ma ora l’annuncio ufficiale: finalmente si parte. Prima di vedere quando e dove, ripercorriamo la cronistoria di tutte le inaugurazioni saltate.

Ufficiale: a ottobre parte la METRO BLU! Si viaggerà su queste FERMATE

# 2015: la prima apertura mancata entro Expo

Linee previste per Expo2015

Partiamo dal principio, la storia della linea M4 è pluridecennale. L’istruttoria del progetto era stata già completata dalla giunta Albertini nel 2005 e la linea inserita nel dossier di presentazione della candidatura di Milano ad Expo2015 insieme alla linea M5. Il riacquisto da parte della Giunta Moratti delle obbligazioni e del controllo di A2A ha rallentato il finanziamento del progetto e l‘assegnazione dell’appalto a inizio del 2011 ha sancito la definitiva impossibilità di aprire la linea entro il 2015.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

# Il primo rinvio: una mini-tratta entro il 2015 oppure posticipo al 2017? 

Credits: Urbanfile – M4 Linate – Forlanini Fs

La prima ipotesi alternativa spostava l’inaugurazione dell’intera linea di 15km e 21 fermate a cavallo tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, ma non fu mai messa nero su bianco. Al contrario un verbale della giunta Pisapia stabiliva di mettere in esercizio la mini-tratta di 3 fermate Linate-Stazione Forlanini entro l’Esposizione Internazionale del 2015. Una data non rispettata a causa di un braccio di ferro tra le imprese di costruzione e il Comune di Milano in merito a una richiesta di risorse extra per la tratta.

# Lo slittamento dell’intera linea al 2022

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

I lavori per le prime 3 fermate, Forlanini FS, Repetti e Linate Aeroporto, partirono ufficialmente il 19 luglio 2012, mentre a fine 2014 venne ripianificata l’apertura dell’intera linea al 2022, quindi 7 anni dopo rispetto a quanto inizialmente previsto.

# Il balletto delle inaugurazioni della mini-tratta: gennaio… aprile… luglio 2021

Stazione di Linate

A fine 2019 la successiva giunta del Comune di Milano ha ulteriormente prorogato la data ufficiale per l’entrata in servizio della quinta linea metropolitana. Dopo il primo cronoprogramma con apertura della mini-tratta a gennaio 2021, la stessa è stata fatta slittare ad Aprile 2021, a luglio 2022 fino a Dateo, a dicembre dello stesso anno fino a San Babila e nella prima metà del 2023 il resto della linea fino a San Cristoforo Fs. La causa di questo slittamento è stato lo stop ai lavori conseguente al ritrovamento di alcuni reperti archeologici in alcune stazioni e alla pandemia.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

# Lo stallo causato da mancati nulla osta 

Treno M4

Anche la data di Aprile 2021 è però passata senza alcuna inaugurazione sostanzialmente per due problemi: i mancati nulla osta da parte del Ministero dei Trasporti, perché ancora assente la figura preposta alla relativa autorizzazione finale e il basso numero di utenti provenienti dall’aeroporto di Linate che non avrebbero giustificato la messa in funzione della sola tratta di 3 fermate fino alla stazione di Forlanini F.S. 

# Il tanto agognato “nulla osta” di luglio 2021 però… tutto fermo per pandemia e la valutazione sullo scarso numero di passeggeri per la prima tratta

credits: @milanotrasporti su IG

Il 17 luglio luglio 2021 è arrivato finalmente anche il tanto atteso “nulla osta” da parte del Ministero delle infrastrutture e per le mobilità sostenibili. Superati tutti i collaudi e anche le ultime autorizzazioni sono state rilasciate. La nuova metropolitana era quindi a tutti gli effetti pronta per il suo primo vero viaggio, ma la pandemia e i previsti pochi utenti rendevano sconveniente l’apertura.

# L’ultima conferma: da ottobre si viaggia su sei fermate. A inizio 2024 operativa tutta la linea 

Credits: wiikipedia.org

L’annuncio: da ottobre si parte. I primi viaggiatori potranno andare da Linate a Dateo, dove si incrocia con il passante. Sono quindi 6 le fermate operative: Linate Aeroporto, Quartiere Forlanini, Forlanini FS, Argonne, Susa e Dateo. 

Per il resto della linea l’attesa sarà più lunga: i treni potranno percorrere le gallerie fino a San Babila nella primavera del 2023 e fino al capolinea ovest di San Cristoforo FS all’inizio del 2024. La speranza è che queste nuove date vengano rispettate e che l’inaugurazione della M4 non continui a essere una storia infinita.

Leggi anche: Non è ancora partita ma già si ALLUNGA: ALTRE FERMATE in arrivo per la M4?

Continua la lettura con: La NUOVA METRO FRENA: Bresso e Cusano si allontanano?

FABIO MARCOMIN

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🔴Berlino: ABBONAMENTO LOW COST dei mezzi pubblici. Milano farà lo stesso?

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Credits Life Of Pix-pexels -Trasporto pubblico Berlino

Il biglietto da 9 euro estivo per viaggiare per un mese su tutti i mezzi pubblici, treni compresi, ha riscosso un grande successo: ha ridotto il traffico e l’inquinamento. Così il Borgomastro di Berlino ha deciso di rilanciare con un abbonamento “low cost” per viaggiare sul trasporto pubblico della capitale tedesca. 

Leggi anche: biglietto mensile a 9 euro: tutti i risultati ottenuti

Berlino: ABBONAMENTO LOW COST dei mezzi pubblici. Milano farà lo stesso?

# Approvato dal Senato di Berlino l’abbonamento mensile “low cost”

@Life Of Pix-pexels -Trasporto pubblico Berlino

Il Senato di Berlino ha approvato una drastica riduzione del prezzo dell’abbonamento mensile dei mezzi pubblici di Berlino: da 86 euro a soli 29 euro. Uno sconto del 66%, che porta il mensile a costare meno di quello settimanale (36 euro). L’iniziativa dura tre mesi, da ottobre a dicembre, e si potrà viaggiare nelle zone AB. Sono escluse quindi quelle esterne al territorio comunale, dove si trovano ad esempio l’aeroporto e Potsdam, e potrà essere sfruttato anche dai turisti. 

# Obiettivi: combattere il caro-vita, il traffico e l’inquinamento

@jiriposival0-pixabay – Berlino

L’obiettivo principale di questa iniziativa, voluto dal Sindaco di Berlino Franziska Giffey e dal suo partito avevano, è quello di combattere l’inflazione che in Germania si stima possa arrivare al 10%. Oltre a questo, come per il biglietto mensile estivo a 9 euro valido su tutti i mezzi pubblici della Germania, rimangono anche gli altri obiettivi non secondari di diminuzione del traffico cittadino e dl miglioramento della qualità dell’aria.

Perché anche a Milano non si segue questa strada? Per bilanciare l’inasprimento dei divieti imposti alla circolazione delle auto che partiranno ad Ottobre, si potrebbe abbinare una campagna di incentivazione del trasporto pubblico per aiutare chi non avrà più alternative per muoversi in città.

Leggi anche: PROROGA area B: DIESEL euro 4 e euro 5 potranno ENTRARE a MILANO per QUALCHE MESE in PIÙ

Fonte: Berlino Magazine

Continua la lettura con: Il SUCCESSO del BIGLIETTO MENSILE a 9 euro: boom dei mezzi pubblici, crollo di traffico e inquinamento. La strada giusta per Milano?

FABIO MARCOMIN

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Come ARRIVARE dal SUD di Milano a RHO FIERA

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Da sud Milano a Rho Fiera

Vediamo come arrivare dal sud di Milano a Rho Fiera prendendo il trasporto pubblico, con le migliori alternative possibili tra tram, metropolitane e treni.

Come ARRIVARE dal SUD di Milano a RHO FIERA

Milano
Rho Fiera

Nei padiglioni di Rho Fiera si tengono centinaia di manifestazioni ogni anno, molte tra le più importanti d’Italia e del mondo come il Salone del Mobile, le fiere collegate al settore della moda, L’EICMA dedicata ai motori o l’Artigiano in Fiera solo per citarne alcune. Il polo fieristico si trova a nord-ovest della città, nel primo hinterland della Città Metropolitana di Milano. Per raggiungerlo provenendo da sud ci sono diverse possibilità con i mezzi di trasporto pubblico. Vediamo quali sono.

# Da sud-est al polo fieristico

Rogoredo – Rho Fiera

Se si arriva in treno da fuori città alla stazione di Rogoredo o se si vive nella zona sud-est, attorno al tracciato della metropolitana M3, le alternative sono:

  • prendere la linea M3, scambiare a Duomo con la linea M1 in direzione Rho Fiera e scendere al capolinea;
  • prendere la linea metropolitana M3, scendere alla fermata Repubblica e salire sui treni suburbani, nell’omonima stazione del passate, della linea S5 in direzione Novara o della S6 in direzione Varese;
  • salire sulla linea suburbana S1, S2, S12 o S13 e scendere a Porta Venezia per salire sulla M1 in direzione Rho Fiera oppure sui treni delle linee del passante S5 o S6, in alternativa proseguire fino alla stazione di Porta Garibaldi e prendere un treno regionale;
  • prendere direttamente un treno dell’alta velocità Frecciarossa o Italo Treno in direzione Torino che ferma anche alla stazione di Rho Fiera.

# Arrivando dalla zona attorno al tracciato della linea M2

 Piazza Abbiategrasso – Rho Fiera

Se si proviene dalla zona sud della città attorno all’asse della linea M2 ci sono queste alternative per arrivare a Rho Fiera:

  • prendere la linea M2 fino alla stazione di Cadorna, poi cambiare con la linea M1 in direzione Rho Fiera e scendere al capolinea;
  • prendere sempre la linea M2 fino alla stazione di Porta Garibaldi e salire a bordo delle linee S5, S6 o dei treni regionali;
  • salire sulla linea di tram numero 3 fino a Duomo e cambiare con la linea M1 fino al capolinea di Rho Fiera.

Continua la lettura con: Come ARRIVARE dal DUOMO di Milano ai NAVIGLI

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: la MOSTRA più INSTAGRAMMABILE di Milano

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Milano da Scrocco ci porta a scoprire una mostra perfetta da immortalare su Instagram. Che è anche gratuita.

Si tratta di “Neon Corridors Rooms” di Bruce Nauman di scena all’Hangar Bicocca con opere che si possono percorrere, sperando di non rimanerci intrappolati dentro…

Lo spazio Hangar Bicocca è aperto gratuitamente da giovedì a domenica. 

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Mi sono trasferita a Milano

 

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milano

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

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FERMATA DEL GIORNO: 7 cose da fare e vedere intorno alla stazione del DUOMO

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https://www.milanopocket.it/casa-omenoni-milano/

Oltre ad offrire centinaia di opportunità di svago e intrattenimento, il cuore di Milano però nasconde anche dei piccoli segreti e luoghi che non tutti conoscono. Ecco 7 cose non scontate e prevedibili che si possono fare e vedere intorno alla stazione del Duomo.

FERMATA DEL GIORNO: 7 cose da fare e vedere intorno alla stazione del DUOMO

# SlowSud Duomo, “un perfetto equilibrio tra i sapori della tradizione e la modernità”

https://flawless.life/it/italia/milano/slowsud/

Ristorantino in via delle Asole 4 che propone i piatti tipici tradizionali del sud Italia, in un ambiente confortevole e curato. Il sogno e obiettivo dei proprietari è quello di “portare il calore del sud in giro per il mondo”, come si legge sul loro sito.

# Sophia Loren Restaurant Milano

Sophia Loren oltre ad essere simbolo del cinema italiano, della cultura pop dello scorso secolo e della città di Napoli, si ritrova anche simbolo di questo elegante e raffinato ristorante. Questo originale concept trova luogo in via Cantù 3.

# Libreria Esoterica Ecumenica 1968

Questa particolare libreria in via dell’Unione 7 è il luogo perfetto per gli amanti e studiosi di religioni, spiritualità ed esoterismo, di ogni tipo, forma e origine. La libreria è anche luogo di eventi, il cui calendario è consultabile sul sito ufficiale.

# Museo Poldi Pezzoli

In via Manzoni si trova questa casa museo all’interno del Palazzo Moriggia Della Porta, edificio che rievoca l’epoca medievale. Raccoglie una quantità ampissima – circa 5000 pezzi – di ogni tipo e forma d’arte: esempi di pittura, sculture, gioielli, porcellane, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, mobili…

# Walk of Fame di Milano

Walk of fame milano

In Largo Corsia dei Servi numero 21 si trova la – pallida ma umile – sorella della celebre Walk of Fame di Los Angeles. Qui è possibile trovare le impronte di personaggi come Sandra Mondaini, Patrick Swayze, Kirk Douglas, Sylvester Stallone e Sharon Stone.

Leggi anche: L’incredibile storia della WALK OF FAME di Milano: LE FOTO

# Trafilata, pasta “home made”

facebook.com/trafilata

Trafilata è un pastificio con cucina in via Santa Tecla 4, in cui poter gustare della ottima pasta fresca trafilata al bronzo al dente. Oltre al tipo di pasta, è possibile scegliere il tipo di sugo con cui accompagnarla, tutti rigorosamente home made, con una particolare cura per le materie prime.

# Casa degli Omenoni

milanopocket.it/casa-omenoni-milano/

In via degli Omeoni 3 è possibile ammirare questo palazzo caratterizzato dalla presenza, sulla facciata, di grandi “omeoni”, sculture rappresentanti giganti uomini realizzate da Antonio Abondio risalenti al ‘500.

ALICE COLAPIETRA

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ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

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Fabio Buffa - Ornella Vanoni

Una protagonista di oltre sessant’anni della nostra storia artistica, del nostro costume e della nostra identità. 

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

# Settembre è il mese del compleanno di Ornella Vanoni

@ornellavanoniofficialpage IG – Ornella Vanoni

Settembre è il mese del ritorno alle “attività”, ti lascia quel gusto agrodolce di un’estate sbiadita e dei nuovi (e buoni) propositi per una nuova “stagione”. Settembre è il mese dell’armistizio, della nascita di Aldo Moro e dell’inaugurazione dello Stadio Meazza. Settembre è il mese del compleanno di Ornella Vanoni, la signora della canzone italiana, nata (ovviamente) a Milano e che il prossimo 22 compirà 88 anni. Un anno fa diceva: sono l’unica cantante che a 87 anni ha fatto un disco di inediti”, il disco è “Unica”, come lei.

Unica, perché il suo successo dura da 66 anni, unica perché ha fatto innamorare Strehler e Gino Paoli, unica perché ha saputo sconfiggere, con una forza bestiale, il male di vivere, la depressione, dopo una chiusura in se stessa durata un anno e mezzo: “quella depressione, che rimani chiusa in casa al buio e che se accendi la luce, vedi sempre il buio…”.

Unica perché, pur studiando in collegio in Svizzera e pur avendo da bambina una tata, tedesca e rigidissima, si è sempre caratterizzata come una cantante popolare, vicina alla gente. Dimostrò questa propensione già alla fine degli anni cinquanta, con le canzoni della mala, un repertorio popolare, con brani che trattano storie di carcerati, assassini, furfanti e poliziotti.

# Ma com’è nata Ornella Vanoni artista?

Fabio Buffa – Ornella Vanoni

“Mi hanno mandata in collegio all’estero perché non avevo voglia di studiare – dichiarava in un’intervista di vent’anni fa – tornai poi a Milano da Ginevra, appena finite le scuole. Non sapevo cosa fare e mi sono iscritta al Piccolo Teatro, conobbi Giorgio Strehler e ci fidanzammo.

Con il regista teatrale non furono solo rose e fiori, Giorgio era un personaggio impegnativo e Ornella era timida e introversa. “Erano gli anni in cui per la paura di esibirmi, la notte non dormivo, mi sentivo un bruco strisciante, Strehler mi diceva che avevo un grande talento ma non avevo i nervi per salire sul palco.

Poi? 

“Poi, pian piano, mi sono convinta che ero brava e ho iniziato ad avere fiducia in me, anche se la gente mi vedeva come una troppo raffinata, distaccata”.

# “L’appuntamento” è la canzone che l’ha resa popolare

La canzone che l’ha resa popolare e amata dal pubblico fu “L’appuntamento”, una canzone con tutta una storia dietro, scritta in portoghese da Roberto ed Erasmo Carlos, tradotta in italiano da Bruno Lauzi.

Studiando la personalità di Ornella Vanoni, si trovano atmosfere, arte, ironia, irriverenza, eleganza e amore: “Gino Paoli mi dedicò “Senza fine” (…) quando ci incontrammo, a lui di me dissero che cantavo le canzoni della mala ed ero lesbica, a me di lui dicevano che cantava canzoni orrende ed era gay”. E, comunque, sull’amore Ornella confessa: “nella mia vita tutto mi è accaduto per amore, perché io avevo bisogno dell’amore di un uomo. L’amore è una necessità, a 62 anni ho fatto la scelta di vivere da sola, ma ora mi manca la carezza, la tenerezza, le coccole che può darmi un uomo”.

# Una protagonista di oltre sessant’anni della nostra storia artistica

@ornellavanoniofficialpage IG – Ornella Vanoni sul palco

Leggendo e ascoltando le interviste di Ornella Vanoni nel tempo, impari quanto su un libro di filosofia. Con il passare degli anni confessa di essere più rilassata, meno impaurita dagli impegni e dalle vicende della vita: con la vecchiaia impari ad essere meno importante per te stessa e diventano importanti gli altri e ciò aiuta a stare meglio“.

La Vanoni rappresenta l’impegno artistico e la leggerezza, la disciplina e la trasgressione, l’austerità e l’ironia, la fragilità e la forza d’animo, il fascino e la semplicità. Una protagonista di oltre sessant’anni della nostra storia artistica, del nostro costume e della nostra identità, di noi che, anche nei momenti felici, abbiamo sempre quel magone dentro, che ci fa compagnia.

Auguri, Ornella.

Continua la lettura con: LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

FABIO BUFFA

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Io, TORINESE innamorato di MILANO, sto pensando di SCAPPARE

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Credits Andrea Cherchi - Milano da lontano

Sono Antonio, quello di Torino sempre innamorato di Milano. Ora per alcuni fatti circostanziali che non vi sto a spiegare mi ritrovo in una situazione credo molto comune a molti di voi: mi trovo di fronte ad un cambiamento. Perché sto pensando di andare via da Milano?

Leggi anche io, torinese, vi spiego perché sono innamorato di Milano

Io, TORINESE innamorato di MILANO, sto pensando di SCAPPARE

# Perché sto pensando di andare via da Milano?

Sono Antonio, quello di Torino sempre innamorato di Milano. Sono 30 anni ormai che vivo a Milano e sommati ai 25 che ho vissuto a Torino…potete fare un rapido conto sulla mia età. Ora, per alcuni fatti circostanziali che non vi sto a spiegare, mi ritrovo in una situazione credo molto comune: mi trovo di fronte ad un cambiamento. Famiglia, casa, non il lavoro, ma tutto il resto e questa situazione mi ha fatto fare una riflessione importante che voglio condividere con voi: perché sto pensando di andare via da Milano?

# Siamo (quasi) tutti immigrati a Milano

Incredibile, quando stavo riflettendo su questo desiderio non mi rendevo conto di cosa stessi facendo, ma stasera ho capito una cosa importante. Siamo (quasi) tutti immigrati a Milano. E quando il cuore batte forte per l’emozione di un ritorno possibile alle proprie origini o a quello che spesso definiamo un periodo di riposo, come la pensione o una nuova vita dedicata a noi stessi o semplicemente di meritato riposo dopo anni di lavoro, Milano non appare nel radar dell’anima.

E non c’è verso che questo accada. Ho provato cento volte ad immaginarmi di vivere in centro in un più piccolo appartamento convertendo quello grande e lussuoso che vivevo con la mia famiglia in periferia, ma niente. Il pensiero va in altri posti, ma non a Milano. Perché? Milano mi ha dato tutto quello che possiedo compresa questa grande possibilità di cambiamento, possibile che non senta di restare qui? La risposta è che tutto questo ha avuto un costo importante in termini di tranquillità mentale e qualità della vita che ovviamente essendo coinvolto non ci sì rende conto della mancanza, ma che solo in questi momenti di “distacco” appaiono nella loro totale crudezza.

Non sono sicuro a dire il vero che andrò via da Milano, ma se questo accadrà non sarà per mia libera scelta. È un po’ come un militare che spinto da un sentimento sì arruola per una missione che doveva essere una tantum, ma che poi lo lusinga e lo avviluppa nelle sue spire. Ma come si fa a resistere all’idea di diventare un eroe, vivere per lasciare un segno, per costruire un futuro migliore per sé e per gli altri? E Milano è appunto il ricettacolo di persone di questo rango.

# Tanto Milano dà e Tanto Milano prende

Come è possibile dopo aver conosciuto il potere che ti infonde Milano allontanarsi e rinunciare a tutto questo potere? Dopo aver conosciuto persone dignitose, ospedali che funzionano, tecnici modesti e preparatissimi, istituzioni che sanno “servire il cittadino” di una città che ti accoglie da ultimo arrivato come sé tu fossi sempre stato qui? Mi sento sconcertato a ritrovare dentro di me questa voglia di andarmene.

È proprio vero che in natura esiste un equilibrio sottile da non poter essere visto, ma che avvolge e condiziona ogni cosa. Tanto Milano dà e Tanto Milano prende. Io devo dire che non mi sono mai accorto di quanto prendesse occupato com’ero a crogiolarmi nei miei successi umani, ma ora e per questo lo sto scrivendo, mi accorgo che non era gratis.

Ed ora non so se riuscirò a recuperare quella vita “dal ritmo naturale” che qui non ho vissuto anzi ho dimenticato. Bucolica direi, fatta di meno cose, ma dal gusto più pieno. Sono esclusi ovviamente i super fortunati che avranno potuto permettersi tre giorni di lavoro e quattro di vacanza per tutta la loro vita e sono onestamente contento per loro, ma credo che come eccezione possano confermare il tutto. Dunque lascerò Milano? Credo che se ci riuscirò lo considererò un premio a metà, forse più un benefit di fine carriera e comunque lo giuro fin da ora mi impegnerò a divulgare sempre il più possibile la cultura ed il messaggio di solidarietà e civiltà di questa meravigliosa città in ogni luogo che il destino mi farà visitare.

Continua la lettura con: Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA

ANTONIO CHIMIENTI

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L’Ultimo Rave a Milano

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Ph. eszterateh - Pixabay

A Milano si sta vivendo una stagione incredibile. Sembra ogni sera un Fuorisalone.

Inaugurano alberghi a cinque stelle con suite imperiali con vista su spianate di cemento e file di bidoni della spazzatura. Vai al ristorante e chef stellati ti illustrano ingredienti selezionati sul versante spagnolo dei Pirenei o nella valle del Kashmir, ma poi gli gnocchi impastano la bocca di farina e la carne sa di dado da cucina.
“Come fate ad andare via c’è il dee-jay set?”, cinquantenni e sessantenni con occhi a palla, spiritati, cercano di replicare situazioni del passato e sognano di palpare il sedere alle ragazzine.

La gente sembra in uno stato strano di frenesia. Gli stadi e i concerti fanno capienza record. Turismo record. Dati rilevano un boom nell’uso di droghe ed alcolici.
Ovunque guardi Milano in queste sere, ti sembra di vedere fiumi di matti che con movimenti inconsulti celebrano un gigantesco party: the final rave a Milano.

Ma dove nasce questo entusiasmo?
Se lo fai notare, la classica risposta è che si vuole tornare a vivere dopo due anni di emergenza. Ma è proprio così?

La sensazione è l’opposto. L’euforia prima della tempesta: non la voglia di tornare a vivere alla fine di un’emergenza, ma uno stato di negazione della realtà esterna e della coscienza interna. Una necessità narcotica da rincorrere annullandosi nel flusso sociale e nella copertina di Linus della memoria.

Anche perché la realtà non mostra alcuna uscita. Anzi. Siamo in un periodo storico che si sta ponendo come il più drammatico nell’esistenza di ognuno di noi. Con pericoli incombenti che a guardarli in faccia rischiano di disintegrarci.

In fondo è sempre stato così. Prima dei periodi di grande crisi si è vissuto momenti di ebbrezza. Nel periodo precedente alla prima guerra mondiale c’è stata la belle époque. I “ruggenti anni Venti” hanno anticipato la Grande Depressione degli anni Trenta e quello che è arrivato dopo. 

Confermava qualche giorno fa un dirigente in una grossa banca che questa apparente follia collettiva si sta palesando anche a livello finanziario: molta gente si sta riempiendo di debiti “come non ci fosse un domani”, per pagarsi l’auto o le vacanze.

A livello di psicologia individuale più ci si avvicina a un’opportunità di cambiamento e più si tende a ritornare alle sicurezze del passato.
Il punto fondamentale è che ogni cambiamento viene percepito come qualcosa di drammatico. Ogni volta che si propone una possibilità di cambio di coscienza, per motivi affettivi, esistenziali, storici, tendiamo a entrare in un meccanismo di difesa, per una resistenza che, invece di aprirci al futuro ci spinge a rincorrere un passato idealizzato.

Forse siamo davanti a un cambio di coscienza che per la prima volta ci riguarda tutti. Forse siamo davanti alla fine di una civiltà a cui siamo abituati.
A seconda della sensibilità individuale a raccogliere questa sfida c’è chi vuole aprirsi a questa trasformazione e si prepara a far morire ciò che era per rinascere a nuova vita, con una coscienza rigenerata.

E c’è chi vuole scappare, aggrappandosi ancora di più a un sistema che è sicuro come una scialuppa traforata, con un attaccamento sempre più superficiale e infantile, simbolico di un ancestrale rifiuto dell’età adulta.

Così si immerge nella ricerca dell’ultimo rave metropolitano, tra fiumi di matti. Improvvisamente si ritroverà come allo Space di Ibiza quando alle 5 di mattina accendono la luce. E tutto ciò che rimane è il tuo viso deformato riflesso dallo specchio.

Continua la lettura con: La frequenza di Schumann: il battito del pianeta sta accelerando

LA FENICE

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🔴 Del MEAZZA non resterà NULLA: la decisione sullo STADIO

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Stadio San Siro demolito

Pare che anche gli ultimi nostalgici della Scala del Calcio dovranno rassegnarsi: se verrà costruito il nuovo stadio di Inter e Milan dello storico Meazza non resterà alcuna traccia rispetto a quanto previsto inizialmente. Gli ultimi aggiornamenti sull’iter del progetto.

Del MEAZZA non resterà NULLA: la decisione sullo STADIO

# Il dibattito pubblico per il nuovo stadio di Inter e Milan

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Lunedì 19 settembre verrà dato il via al dibattito pubblico di due mesi durante il quale cittadini e professionisti potranno fare osservazioni sul nuovo progetto dello stadio di Inter e Milan e sull’impatto che avrà nel quartiere. Al termine di questo periodo il Comune di Milano deciderà se approvarlo e dare il nulla osta per l’avvio dei lavori. Nel frattempo però, proprio mentre si fa più accesa la protesta del comitato contro l’abbattimento della “Scala del Calcio”, arriva una doccia gelata per chi è più affezionato allo stadio attuale: non verrà preservato nemmeno un centimetro del vecchio impianto.

# Non rimarrà nessuna vestigia della “Scala del Calcio”

Stadio San Siro demolito

Rispetto al vecchio dossier, quello sottoposto all’amministrazione comunale e inviato al Ministero delle Infrastrutture contiene una novità sostanziale: non verrà preservata alcuna vestigia dello Stadio Meazza, quindi non rimarrà nemmeno una delle curve, la Torre 11 e altre parti della struttura. Già nel 2021 la Sovrintendenza aveva espresso parere favorevole anche alla demolizione integrale dello stadio non ritenendolo di interesse culturale.

Perché le due società di calcio milanesi hanno cambiato idea? Con la riduzione dell’indice volumetrico a 0,35, dallo 0,51, e il conseguente aggiornamento del piano economico finanziario che ha portato al taglio di due torri ad uso terziario, l’operazione non sarebbe stata più sostenibile. Per questo motivo lo spazio del vecchio stadio, dopo la demolizione, sarà adibito ad altre funzioni che possano generare reddito. Anche il Sindaco Sala spiega come la scelta dei due club sia dovuta alla richiesta del comune di ridurre le volumetrie del progetto: “Le squadre hanno risposto che allora devono utilizzare lo spazio oggi occupato dallo stadio. È quello che propongono i club e anche per questo è importante dibatterne“. 

Si prevede sempre un investimento di 1,2 miliardi di euro e un incremento dei ricavi per le due squadre pari a 120,4 milioni di euro: 80 dal comparto stadio e 40 dal comparto plurivalente.

# Cosa ci sarà al posto della “Scala del Calcio”

Credits nuovostadiomilano.com – Vecchio rendering dall’alto

Nell’area dell’attuale Stadio Meazza verrà realizzato un comparto polivalente composto da:

  • una doppia torre di 17 piani alta 87 metri;
  • un centro congressi di 4.000 mq;
  • centro commerciale di 68.000 mq disposto su tre livelli affacciato su via Dessiè.

Sulla copertura del nuovo complesso ci saranno:

  • uno spazio per intrattenimento di 9.000 mq;
  • un Museo dello Sport di 2.700 mq;
  • un Centro Attività Sportive di 1.300 mq con un percorso di running urbano.

Attorno ci sarà un’area verde di cui una parte, oltre 50.000 mq, adatta ad ospitare alberi ad alto fusto.

# La conclusione dei lavori è prevista nel 2030

Credits nuovostadiomilano.it – Stadio Popolus

Se tutto procederà come previsto il cantiere per il nuovo stadio di Populous e il nuovo comparto di intrattenimento e sport dovrebbe concludersi il 31 luglio 2030, con una durata complessiva di circa 80 mesi di lavoro. Le tappe immaginate dalle due società di Inter e Milan sono: termine del processo di autorizzazione entro il 2023 e partenza dei lavori il primo gennaio del 2024 per “garantire per le Olimpiadi invernali del 2026, l’apertura al traffico del sottopasso Patroclo, liberando le viabilità locali dal traffico di scorrimento”. Il primo campionato nella “Cattedrale” dovrebbe essere quello del 2027-2028

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Corso BUENOS AIRES sarà il BOULEVARD MILANESE? Le ultime news sul progetto

FABIO MARCOMIN

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Video del giorno: la mia PRIMA SETTIMANA a Milano

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“Mi trovo a Milano e oggi è il mio primo giorno di permanenza. Non conosco nessuno”. Le prime sfide: l’abbonamento della metro e trovare l’aula del primo giorno in università. 

Vediamo come è andata nel video di Carlotta Salvioni

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

 

Tour dei chiostri notturni di Milano

 

Evoluzione animata della metro di Milano

 

 

Milano e Vincenzo

 

I locali più instagrammabili di Milano

 

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

 

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

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Il FESTIVAL delle SCULTURE URBANE: un’idea per Milano?

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Credits londonist - The Granary di Jesse Pollock

Per l’undicesimo anno è di scena a Londra una delle più particolari mostre a cielo aperto di opere d’arte al mondo. Vediamo di cosa si tratta.

Il FESTIVAL delle SCULTURE URBANE: un’idea per Milano?

# “Sculpture in the city”, il festival delle sculture urbane a Londra

Credits londonist – L’uomo lumaca di Jocelyn McGregor

Nel 2022 a Londra è di scena l’undicesima edizione di Sculpture in the City. Si tratta di una mostra temporanea a cielo aperto di grandi opere d’arte per le strade della capitale britannica, posizionate in luoghi importanti intorno allo Square Mile.

Credits londonist – The Granary di Jesse Pollock

Quest’anno sono state installate 20 nuove sculture urbane, oltre ad alcune rimaste dal 2021, nella zona est della City di Londra tra Leadenhall Market e Aldgate. Le opere rimarranno visibili fino al 2023 e si possono ammirare gratuitamente. Tra le più curiose troviamo l’Uomo Lumaca di Jocelyn McGregor e The Granary di Jesse Pollock.

# Una manifestazione da esportare anche a Milano?

Credits londonist – Ugo Rondinone’s – summer moon

Milano, metropoli conosciuta per il design, non potrebbe prendere spunto da Londra per realizzare un evento simile? Sarebbe un catalizzatore di turisti e curiosi da tutto il mondo. Le sculture si potrebbero installare in luoghi iconici come piazza del Duomo, il Castello Sforzesco, il Parco Sempione oppure da valorizzare come piazza Gino Valle o piazza Gramsci solo per fare alcuni nomi. 

Potrebbe essere l’occasione per replicare il format del Fuori Salone per l’arte urbana. Ma non solo, prendendo spunto da Londra si potrebbe anche trasformare in permanenti alcune delle opere messe in scena e questo potrebbe anche accadere con il Fuorisalone.  

# Il Parco dell’Arte in Citylife

Hand for Milan

L’iniziativa più vicina al festival delle sculture urbane di Londra è il Parco dell’Arte in Citylife. In questo caso si tratta di opere d’arte permanenti di grandi dimensioni dislocate sull’erba o tra i vialetti del parco del quartiere dell’ex-fiera, al regime saranno una ventina, e che sono ormai un vero museo a cielo aperto di arte contemporanea. Tra queste ci sono Hand and foot for Milan, nella foto in alto, il Beso, costituito dall’unione di due pietre grandi affiancate che simulano un bacio e Coloris che raffigura il planisfero terrestre in cui sono piantati circa cento pali metallici di color pastello.

Leggi anche: Il PARCO d’ARTE a cielo aperto di CITY LIFE: le 12 opere più CURIOSE attuali e future con i loro significati (foto)

Continua la lettura con: URBAN GIANTS: arriva a Milano il FESTIVAL di STREET ART con oltre 100 artisti internazionali

FABIO MARCOMIN

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Quali BIGLIETTI si possono prendere per la METROPOLITANA di Milano?

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Quali BIGLIETTI si possono prendere per la METROPOLITANA di Milano?
Credits romag73 IG - Missori M3

Ecco quali biglietti si possono prendere per la metropolitana di Milano, dove si possono usare e quanto costano.

Quali BIGLIETTI si possono prendere per la METROPOLITANA di Milano?

Come comprare il biglietto della metro a Milano?
leggo.it – Biglietto Atm

Per prendere la metropolitana di Milano e per salire a bordo di tutti i mezzi di trasporto di superficie ci sono quattro tipologie di biglietti. Eccoli nel dettaglio:

  • il primo è quello ordinario valido 90 minuti dalla prima timbratura e all’interno della zona Mi1-Mi3 che consente di entrare e uscire più volte dai tornelli della metropolitana oltre che su tram, autobus e filobus. Il costo è di 2 euro;
  • il biglietto giornaliero ha una validità di 24 ore dalla prima timbratura e permette un numero di viaggi illimitati al costo di 7 euro;
  • il biglietto 3 giorni vale invece dalla prima convalida al termine del servizio di trasporto del terzo giorno e costa 12 euro;
  • l’ultimo titolo di viaggio acquistabile è il carnet 10 biglietti, un unico biglietto che registra dieci timbrature, al prezzo di 18 euro con un sconto di 20 centesimi di euro rispetto all’acquisto di 10 biglietti ordinari.

# Le zone di tariffazione 

Sistema tariffario integrato

L’entrata in funzione del Sistema tariffario integrato che agisce su Milano, i Comuni della Città Metropolitana, i Comuni della provincia di Monza Brianza e alcuni della provincia di Lodi, ha rimodulato le tariffe dei biglietti. Ogni singolo titolo di viaggio, dal biglietto ordinario al carnet 10 viaggi ha un costo diverso a seconda della zona di utilizzo.

Ad esempio, il biglietto ordinario va dai 2 euro per le zona Mi1-Mi3, che comprende il Comune di Milano e la prima fascia dell’hinterland, ai 4,40 euro per viaggiare tra le zone Mi1 – Mi9, e quindi in tutta la Città Metropolitana di Milano, con una validità massima di 255 minuti. Da qui si può calcolare la tariffa esatta e la durata di ogni biglietto.

Continua la lettura con: Come ARRIVARE dal DUOMO di Milano ai NAVIGLI

FABIO MARCOMIN

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La FREQUENZA di SCHUMANN: il battito del pianeta sta raggiungendo livelli mai visti

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La frequenza di Schumann sta entrando sempre più nelle cronache. Anche perché sta raggiungendo picchi record che, secondo alcuni esperti, potrebbero avere un profondo impatto sulla nostra salute. Ma di che cosa si tratta?

La FREQUENZA di SCHUMANN: il battito del pianeta sta raggiungendo livelli mai visti

# Frequenza Schumann e stato psicofisico: il posto del Dottor Manera

“In questi giorni molti amici e pazienti mi chiedono perché siano tanto agitati e abbiano molti sintomi fisici parecchio disturbanti (insonnia, cefalea, disturbi digestivi, eccetera)”, scrive il dottor Manera in un post dello scorso fine settimana. “Dottore, sarà l’autunno?”, si chiedono i suoi pazienti. Più che l’autunno una delle cause principale di questo senso di malessere sembra essere un’altra: la Frequenza di Schumann.
 
“La Schumann è da diversi giorni in black-out”, scrive Manera. “Quando il grafico è in “tilt” è a causa dei picchi di frequenza troppo alti che non entrano nelle misurazioni della macchina. 
Questo ci può far dedurre che il nostro meraviglioso pianeta si sia assestato su una frequenza più alta. 
Già nei mesi scorsi ho scritto che l’energia in entrata viene assorbita dai nostri corpi che funzionano esattamente come antenne e dalla Terra. 
La Terra tuttavia non è inerte, ma è un essere vivente a tutti gli effetti ed ecco dunque – ça va sans dire – un aumento dei movimenti tellurici e vulcanici, ieri ad esempio ci sono stati diversi terremoti in Indonesia e uno di magnitudo 7,6 in Papua Nuova Guinea.”
 
La frequenza di Schumann, molto nota tra gli esperti, sta diventando un tema che appassiona sempre più persone. Anche perché si tratta di qualcosa che ci riguarda tutti. Ma di che cosa si tratta?

# La frequenza di Schumann: il battito del pianeta

L’essere umano ha una frequenza, i nostri atomi si ordinano sulla base di frequenze. L’essere umano ha un campo elettromagnetico collegato con quello del pianeta.

Il nostro pianeta ha un suo campo. Ma non solo: nell’era moderna è circondato da una enorme rete di onde, segnali, frequenze artificiali che interferiscono con la sua frequenza naturale e con la frequenza dell’essere umano.

La frequenza della Terra prende il nome di risonanza Schumann, che è costituita da onde elettromagnetiche quasi permanenti che insistono nello spazio tra la superficie terrestre e la ionosfera. Il valore “normale” di questa frequenza è stato rilevato in 7.83 hertz, definito anche il battito cardiaco del pianeta.

# Frequenza di Schumann: gli effetti sull’organismo

I danni rilevati sull’organismo misurati in esperimenti compiuti sugli astronauti durante i voli spaziali hanno dimostrato che l’assenza di frequenza Schumann comporta uno sconvolgimento dei ritmi circadiani dell’individuo con compromissione della sua salute. Il più celebre esperimento è quello compiuto dal professor R. Wever del Max Planck Institute che ha costruito un bunker sotterraneo in cui i campi elettromagneti del pianeta venivano schermati. 447 volontari umani hanno vissuto per quattro settimane in questo ambiente chiuso e dopo i primi giorni hanno iniziato ad avere sconvolti i ritmi circadiani soffrendo di forti stress emotivi, insorgenze psicotiche, emicrania e altri problemi di salute. Dopo una breve esposizione alla frequenza Schumann di 7.83 hertz i problemi di salute sono spariti.

Negli ultimi anni si stanno verificando sempre di più degli spike, delle impennate della frequenza Schumann che in certi giorni raggiunge picchi di 140/160 hertz dalla sua quota normale di 7.83. 
Le cause restano ignote. Le ipotesi vanno da interferenze prodotte dall’attività solare, all’infrastruttura elettrica e elettromagnetica di matrice antropica che circonda il pianeta. Questa variazione così consistente, secondo gli esperti, induce molto allarme sulla nostra salute.

Già nel 1924, infatti, l’ingegnere russo George Lakhovsky scoprì che tutte le cellule viventi sono in grado di emettere onde elettriche e di mostrare risonanza.  Lakhovsky dedusse dalle sue sperimentazioni che tutti gli organismi viventi agiscono da emittenti e ricevitori di oscillazioni ad altissima frequenza e che non possiamo essere sani se scollegati dalla frequenza biologica naturale.

Lakhovsky scoprì anche che le cellule malate producono una frequenza diversa dalle cellule sane. 

# Il livello di benessere

E’ stato il biofisico Michael Persinger a verificare che i nostri sistemi biologici sono sintonizzati sulla frequenza di fondo del nostro pianeta attraverso la risonanza di Schumann. Le prime cinque risonanze di Schumann si sovrappongono alle onde delle nostre frequenze cerebrali, raggruppate in base a lettere greche. Quella abbinata in modo diretto alla frequenza Schumann è la theta, un ritmo cerebrale associato a leggera sonnolenza che si verifica anche nella prima fase del sonno e nella meditazione profonda ed è associata a uno stato di profonda creatività, intuizione e benessere.

La chiave del benessere è dunque sintonizzarsi con la frequenza del pianeta. Il problema è che se si hanno questi spike, ossia un innalzamento straordinario della frequenza vibratoria, questo potrebbe essere un induttore di ansia nevrotizzante generalizzata.
C’è chi ipotizza che la malattia cronica della modernità potrebbe essere collegata a questa forma di costante distonia di frequenze.

# Come reagire ai picchi della Schumann

Questi i consigli del Dottor Manera: 
 
“Questo è un momento di opportunità positive se si utilizzano correttamente le energie o, al contrario, le vostre emozioni potrebbero essere travolgenti.
Quando si riversa una quantità enorme di energia, è necessario essere in uno stato di calma mentale per riceverne un effetto positivo.
Ricordate che tutto ciò che sta succedendo nel vostro corpo, mente e spirito sarà amplificato. Ricordate che siamo antenne. Siate grati per questa grande opportunità di introspezione e di cambiamento.”
 
L’allarme suscitato dai picchi anomali della frequenza Schumann potrebbe aprire la strada a nuove frontiere della ricerca che potrebbero generare un nuovo rapporto nella visione tra biologia, fisica e medicina per ripristinare la connessione perduta dell’essere umano alla biosfera del creato. E con questo si potrebbe aprire la strada a una presa di responsabilità collettiva sull’impatto dell’attività umana sull’ecosistema del nostro pianeta, anche dove non è stato ancora investigata.

Continua la lettura con: Freddo record in Antartide

LA FENICE
 

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To-DO Milano: gli eventi del WEEK END dal 16 al 18 settembre da NON PERDERE

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Lombardia Beer Fest - Credits: Milano Events

Entra nel vivo la nuova stagione per Milano, con l’apertura della prima grande fiera di livello mondiale, il Beer Fest della Lombardia, tanta musica e una serie di iniziative di quartiere.

To-DO Milano: gli eventi del WEEK END dal 16 al 18 settembre da NON PERDERE

# Venerdì 16/9: festa e musica in zona San Siro, danze irlandesi e baite filosofiche nella grande Milano 

Blanco – Credits: l’indipendente.info
  • Divertirsi con @Aria: aperitivo e cena cantati, sushi e music club al Piazzale dello Sport 14, con inizio alle 19.30 e termine all’alba di sabato.
  • PIZZAUT a MelzoIncontra: per la cena inaugurale della rassegna MelzoIncontra, la pizza è quella della famosa pizzeria gestita dalla comunità di ragazzi autustici e i loro tutor.
  • Cena con Scarpetta Rossa: al ristorante Cori di Via Pavia 3, cena di beneficienza per Scarpetta Rossa Violenza contro le Donne. Pronto in tavola alle 20.30.
  • Marracash: al Forum di Assago la seconda serata che il rapper milanese dedica al pubblico di casa.
  • Blanco: il vincitore di Sanremo insieme a Mahmood, torna a Milano con il Celeste Blu Tour, inarrestabile dopo una serie di sold out in tutta la penisola. Il concerto è uno degli eventi clou del Summer Fest in programma all’Ippodromo di San Siro.

# Nella Grande Milano:

  • Festa del Borgo: a Cernobbio (CO) il Borgo antico è protagonista della serata, con visita guidata che parte dalle 18.00 da Piazza Risorgimento, per insinuarsi nei vicoli. La festa prosegue anche in serata.
  • Danze irlandesi: a Busto Arsizio al Museo del Tessile, spettacolo di danze irlandesi all’interno del Festival Bustofolk
  • Festival delle Baite filosofiche: dalla chiesetta di S. Egidio a Bonacina (LC), si passeggia tra le baite dalle 15.00 alle 20.00, ricordando Stiegler e pensando al futuro della comunità.

# Sabato 17/9: discoteca silenziosa in Gae Aulenti

Silent Disco – Credits: myMI
  • Open day di Golf: per gli appassionati o i curiosi di questa disciplina sportiva, il Maxi Sport di Trezzano S/N apre alle 10.00 con la possibilità di incontrare un maestro di Golf. Occasione unica per ricevere informazioni e dritte per iniziare a praticare.
  • Per terra… e per aria: esplorazioni urbane a cura di Aria Ex Macello, che propone un percorso dedicato all’area e uno sguardo al futuro attraverso i progetti di riqualificazione. Ritrovo alla Palazzina Liberty di L.go Marinai d’Italia alle 10.30 e per due ore.
  • Visita al borgo di Baggio: visita guidata ad uno dei più tipici borghetti della Milano di una volta. Organizza la cooperativa Equa e parte da Sant’Ampollinare di via Antonio Ceriani 3 alle 15.30.
  • Street Art Milan: Outdoor Escape Game interattivo, dove si viene guidati da una app. Il gioco consiste nel risolvere quiz, puzzle e indovinelli crittografati, attraverso l’esplorazione delle opere d’arte urbana: i murales. Partenza alle 11.00.
  • A scuola di sushi: con i sushi gourmet dello spazio Conad di Vimodrone, si potranno imparare i trucchi per preparare uno dei “moderni” piatti tipici milanesi: il sushi. L’iniziativa si tiene dalle 16.00 alle 17.30.
  • StraRogoredo Santagiulia: alle ore 16.30 parte da via Bruno Cassinari la terza edizione della corsa amatoriale che percorre uno dei quartieri più identitari di Milano Sud.
  • Energy 5 ritmi: discoteca silenziosa in Piazza Gae Aulenti, tutti connessi ma senza frastuono, con la diffusione in cuffia della musica per una serata danzante all’insegna della rottura con gli stereotipi. A partire dalle 20.30. 
  • Sabato universitario: dalle 23.00 alle 5.00 ai Magazzini Generali di via Pietrasanta 16, il sabato dance di universitari milanesi ed Erasmus.
  • Serata Anni ’90: per tutti i nostalgici del periodo anni ’90, il The Grace di via Messina 38 propone il meglio della musica dei successi del decennio che ha ispirato un’intera generazione.
  • Blanco: seconda e ultima serata di Blanco all’Ippodromo Sans Siro, per un sabato sera di musica.
  • Arcade Fire: al Forum di Assago la band canadese torna a Milano per proporre il suo WE tour, per bissare i successi dei singoli Unconditional e The Lighting.

# Domenica 18/9: concerto all’alba al laghetto e biciclettata al Parco delle Cave

MICAM – MIPEL – Credits: Monica Hotel Fiera
  • Concerto all’alba: iniziare la domenica mattina con un concerto tra classica e pop? È possibile al Laghetto di Niguarda, con inizio alle ore 7.00 in via Ornato 71 19, con l’Ensamble Testori e i loro archi.
  • MICAM e MIPEL: primo vero stress test per la Fiera di Rho, con l’allestimento del riferimento mondiale della calzatura e le manifatturiere della lavorazione della pelle. Apre domenica alle 9.30, prosegue fino al 21 di settembre.
  • Laboratorio di aquiloni: nell’ambito del Festival della Biodiversità si tiene per tutta la giornata di domenica dalle 10.00 alle 18.00, un laboratorio per costruire e far volare aquiloni.
  • La mia Tana: che si tratti dello stereotipo della tana buia e misteriosa o dell’antitesi piena di luce, l’ADI Design Museum propone un laboratorio interattivo per progettare la tana/rifugio/stanza perfetta per ogni personalità.
  • Biciclettata al parco con merenda: ritrovo all’ingresso del Parco delle Cave alle 15.00, dove la merenda è offerta dalla pasticceria Carta da Zucchero, per poi partire con la biciclettata alla scoperta di San Siro, via Zoia e il Teatro Spazio 89.
  • Acqua al Mulino: al Mulino di Chiaravalle presso l’Abbazia, la macina in funzione per ricavare la farina, alimentato dalle acque del depuratore di Nosedo. L’occasione per conoscere un’antica tradizione. La visita dura 45 minuti, si parte alle 10.00 e si finisce alle 13.00.
  • Villa Arconati: visita alla Villa delle meraviglie e al suo incantevole giardino. Dalle 11.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.00), Villa Arconati spalanca i cancelli di via Madonna Fametta 1, a Bollate, per le visite guidate.
  • StraRogoredo – Santa Giulia: si corre per la terza edizione della gara amatoriale che percorre uno dei quartieri più identitari di Milano Sud. Partenza alle 16.30 da via Bruno Cassinari.
  • Laudato sì: Moni Ovadia legge e commenta l’enciclica di Papa Francesco del 2015, rivolgendosi a uomini e donne di fede e non, in via Fabio Massimo 19, a partire dalle 20.30 e per un’ora.
  • Frutto dell’immaginazione: thriller in due atti che si sviluppa intorno alla ricerca di un colpevole, ricordando Bernard Slade, in scena a Palazzo Terragni di piazza Libertà 2 a Lissone.
  • Marracash: di casa e non solo, Marracash conclude con questa terza esibizione la prima delle sue settimane dedicate a Milano, al Forum di Assago.

# In programma tutto il fine settimana: Lombardia Beer Fest, il Festival del Parco di Monza, il gran finale di Corsico in Festa e Milano Congelat@

Lombardia Beer Fest – Credits: Milano Events
  • AI4FUTURE: da venerdì a domenica al MEET Digital Culture Center di viale Vittorio Veneto 2, è il turno di una mostra con i progetti finalisti degli Urban Labs, opere realizzate con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
  • Free Liberty: due ore di passeggiata per riscoprire il Liberty di Milano. Sabato e domenica è possibile prenotare un tour che parte da Porta Venezia, Casa Galimberti e si conclude al giardino di Villa Invernizzi. È obbligatorio confermare preventivamente (info su Eventbride).
  • Lombardia Beer Fest: in piazza Città di Lombardia torna la Festa della Birra, con le sue tavolate, i truck food e – soprattutto – la regina: la birra prodotta dai birrifici artigianali lombardi.
  • Festival del Parco di Monza: oltre 50 attività e possibilità, per il Festival che trova spazio al Parco di Monza. Il tema del 2022 è il rapporto con la natura, sviscerato in 5 aree tematiche.
  • Milano Congelat@: sabato e domenica è possibile assaggiare un cono o una coppetta, omaggiate da 18 gelaterie che partecipano all’iniziativa. 4 itinerari in 4 zone diverse della città, rinfrescati dal miglior gelato artigianale.
  • Vartweek: a Varzi (PV) la rassegna culturale che nasce per valorizzare l’identità locale. Musica, incontri e degustazioni dei prodotti tipici locali.
  • Festa di Corsico: gran finale della Festa di Corsico, che con oltre 60 appuntamenti in programma ha tenuto banco per una delle feste più rinomate della Città Metropolitana.

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

Bormio, Vigevano, Cumiana, Monza, Valsassina, Bardineto, Valle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Madonna di Campiglio, Val Vigezzo, Punta Sasso, Portofino, Bellagio, Legnano, Sottomarina, Bobbio, Brolo, Preda Rossa, Lomello, Bergamo, Madruzzo, Gaggio, Pusiano, Gera Lario, Chamois, Lerici

LAURA LIONTI

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La FERMATA per EQUILIBRISTI

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Credits Jae-in Hong FB - Stazione Domodossola

Se si vuole provare l’adrenalina di vedersi passare un treno a pochi centimetri dal naso bisogna scendere almeno una volta nella stazione di Domodossola, in zona City Life – Corso Sempione. Le banchine sono così strette che ci vuole un gioco di equilibrismo per non cadere sui binari. 

La FERMATA per EQUILIBRISTI

# Tra la linea gialla e il muro ci sono appena tre file di piastrelle

Credits Jae-in Hong FB – Stazione Domodossola

La stazione ferroviaria di Domodossola FN è in fase di restyling da gennaio 2021. I lavori si dovrebbero concludere entro l’anno, in base a quanto previsto dal progetto “reMi.Do – Rebuild Milano Domodossola” ad opera Euroelettrica Impianti Srl. Sono in corso la sostituzione di controsoffitti, pavimenti, rivestimenti e corpi illuminanti e l’adeguamento degli impianti elettrici. Al termine si avrà una fermata più moderna ma che manterrà un particolare curioso: le banchine di attesa dei treni da equilibristi, dato il poco spazio tra il muro e i binari. Ci sono infatti appena tre file di piastrelle che separano i passeggeri dalla linea gialla e dal rischio di finire sotto un treno.

Anche se può sembrare un record mondiale, il primato delle banchine ristrette lo detiene un’altra metropolitana europea. 

Leggi anche: Il PASSANTE MILANESE, sognando Londra

# La stazione con le banchine più strette del mondo?

@Sergei Ivanov IG – Stazione piazza Romania Bucarest

Nella metropolitana di Bucarest c’è una stazione che batte quella di Milano: piazza Romania. I turisti la celebrano come la stazione con le banchine più strette del mondo: appena un metro tra il muro e i binari, senza neppure lo spazio sufficiente per inserire una linea gialla di segnalazione di pericolo. Impossibile persino allargare le braccia quando il treno è in arrivo se non si vuole rischiare che sia l’ultima volta.

Continua la lettura con: FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno a GERUSALEMME

FABIO MARCOMIN

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Il DEGRADO delle PORTE di Milano

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Credits Urbanfile - Porta Venezia degrado

Foto copertina: Urbanfile

Mentre interi quartieri nascono o vengono rigenerati, altre zone di Milano vengono lasciate all’incuria e al degrado e a farne le spese è anche il centro storico. Soprattutto le parti che testimoniano il passato di Milano. Vediamo qual è la situazione di alcuni dei caselli daziari cittadini.

Il DEGRADO delle PORTE di Milano

# Porta Venezia sempre più allo sbando

Il degrado e l’incuria raggiungono anche i quartieri più di lusso della città. Come Porta Venezia. Il reportage fotografico del blog Urbanfile si concentra sui due caselli daziari e su piazza Oberdan. I caselli sono invasi da rifiuti, bottiglie di vetro rotte e utilizzati dai senzatetto per bivaccare e dormire, nonostante la recinzione, oltre alle immancabili tag che deturpano un monumento storico che dovrebbe invece essere conservato nel migliore dei modi.

L’entrata dell’ex-diurno, che attende da tempo di essere riqualificato sia all’esterno che all’interno, è invece interamente ricoperta di scarabocchi, disegni e scritte di ogni tipo.

Ma Porta Venezia non è l’unico caso. Anzi. 

Leggi anche: Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

# Porta Volta tra fotocopiatrici e immondizia

Porta Volta Milano – spazzatura fuori dalla sede pubblica

Porta Volta ha visto inaugurare negli ultimi anni le due piramidi di vetro e cemento di Herzog, sedi di Microsoft e Feltrinelli, ma il degrado è presente anche qui. Accanto a uno dei nuovi edifici, all’ingresso di uno degli storici caselli, si possono trovare macchine fotocopiatrici di qualche decennio fa, bidoni della differenziata accatastati con attorno altri rottami e il giaciglio un senzatetto. 

Porta Volta e Porta Venezia: due aree al centro di rigenerazioni e di progetti di archi-star. Ma a Milano il futuro va costruito rispettando il passato. 

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… 

FABIO MARCOMIN

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