La fantasia non ha limiti. Anche per le stazioni dei treni
Le ali di uccello, il ghiacciaio, il tamburo: le STAZIONI più ASSURDE del mondo
#1 La stazione a forma di ali di uccello
Credist pascale_be_viguier IG – Oculus
Oculus, a firma Calatrava, ospita il WTC Transportation Hub, la stazione del World Trade Center nel distretto finanziario di Manhattan a New York. Da qui partono i treni PATH diretti in New Jersey, la linea Newark-World Trade Center e la linea Hoboken-World Trade Center nei giorni feriali. La forma esterna della stazione, la vera attrazione di tutto il progetto, dovrebbe ricordare le ali di un uccello in volo.
#2 La stazione che assomiglia a un tamburo
Credits hmiya17 IG – Stazione di Kanazawa
La stazione di Kanazawa, sottoposta a massicci lavori di ristrutturazione nel 2005, è la principale porta d’ingresso e stazione ferroviaria della città e importante snodo dei trasporti e dello shopping. La sua particolarità risiede nella Porta Tsuzumimonin legno costruita all’esterno dell’uscita est, modellata sui tradizionali tamburi giapponesi chiamati tsuzumi. Il suo stile ha reso la stazione un simbolo contemporaneo di Kanazawa.
#3 La stazione a forma di tempio buddista
Credits redrockshooter999 IG – Stazione Hua HinLa stazione ferroviaria di Hua Hin in Thailandia sembra uscita direttamente da una fiaba. Riconosciuta come la più bella nazione è costituta da una struttura simile a un piccolo tempio buddista affiancata da una pensilina, sempre nello stile, con sedute per i passeggeri. Ha inaugurato nel 1911 e ancora oggi è in funzione e perfettamente mantenuta. Lo località di Hua Hin è anche il luogo di vacanza della famiglia imperiale oltre ad essere la prima e più popolare località balneare della Thailandia.
#4 La stazione che sembra un castello
Credits historyofartarchitecture IG – Stazione ferroviaria di Haydarpaşa
La stazione ferroviaria di Haydarpaşa è senza dubbio la più grande e magnifica stazione ferroviaria della Turchia. Inaugurata il 19 agosto 1908, costruita dagli architetti tedeschi Otto Ritter e Helmuth Cuno come monumento alle strette relazioni turco-tedesche dell’epoca, si caratterizza per uno stile neorinascimentale e ha una pianta ad “U” con tutte le sembianze di un castello.
#5 La stazione che ricorda un ghiacciaio
Credits ulbekoch IG – Hungerburgbahn
Ad Innsruck in Austria c’è una avveniristica stazione progettata dalla compianta Zaha Hadid che ricorda una formazione di ghiaccio futuristica simile a un ghiacciaio. Si tratta della approdo superiore della Hungerburgbahn, funicolare ibrida su rotaia che dal 2007 mette in collegamento con un percorso di 4 fermate il distretto di Hungerburg con il centro città.
#Lunedì 20/2: fiera della pelle e della moda, Praga alla Scala, Siani e metal nordico
Alessandro Siani – Credits: Mow Mag
Micam, Mipel: fino a mercoledì 22 febbraio tornano i saloni internazionali con gli operatori della moda e della pelle. A Rho Fiera Milano
Ice Nine Kills: unica data italiana per il tour della band. Special guest a sorpresa e Welcome to Horrorwood attendono i fans all’Alcatraz, a partire dalle 20.00.
Praga alla Scala: la Filarmonica della Scala, diretta dal M° Ottavio Dantone, esegue il concerto del lunedì proponendo la sinfonia n. 38 di Mozart. Inizio, come di consueto, alle 20.00.
Don Juan in Soho: una rivisitazione del capolavoro di Moliere, che narra la storia di un dj di South Houston senza peli sulla lingua. La propone il Teatro Elfo Puccini, con debutto alle 20.30. Resta in scena fino a domenica 26/2.
Follow the Monday: prosegue la rassegna del Teatro Carcano che al lunedì intervista e ascolta i protagonisti della cultura. In programma alle 20.30 Alessandro D’Avena – Di nostra vita, Purgatorio.
Giovanni Sollima e Mario Brunello: duo di violoncellisti al Conservatorio Giuseppe Verdi, ospite de Le Serate Musicali. Alle 20.45 in via Conservatorio 12.
Tre lezioni di Massimo Recalcati: il rapporto con il passato in una serie di incontri che lo psicanalista guida al Teatro Franco Parenti. Appuntamento alle ore 21.00 nella Sala Grande.
Il cuore di un uomo: reading teatrale che narra la storia del medico argentino René Gerónimo Favaloro. Letto da Vanessa Gravina e Roberto Valerio, danzato dai ballerini della Scala, il reading è al Teatro Martinitt alle 21.00.
Turmion Kätilöt: il metal finlandese arriva al Legend Club, con il Global Warning tour. Lo spettacolo inizia alle ore 21.00
Lukas Lauermann e Loscil: musica e arti visive nella serata dell’Auditorium San Fedele. Introduce il violoncellista viennese, per poi entrare nella performance audiovisiva di Loscil. Inizio alle 21.00.
Extra libertà live tour: l’importanza della libertà nell’inno che Alessandro Siani porta in teatro, dopo i due anni di gestione della pandemia. Al Teatro Arcimboldi, alle 21.00, il sipario si apre anche su un aspetto recentemente trascurato.
Omaggio a Valerio Negrini: recentemente rimandata, si tiene la serata benefica per onorare uno dei fondatori dei Pooh. Il gruppo torna a suonare, insieme a numerosi protagonisti di spicco del panorama pop italiano. L’veneto è spostato al Teatro Litico – Giorgio Gaber, l’inizio alle ore 21.00.
#Martedì 21/2: inaugura la Fashion Week, Eagle Ey Cherry e Opera Queen
MFW – Credits: Style Caster
Milano Fashion Week: dal 21 al 27 febbraio è la MFW della moda donna Autunno/Inverno 23-24. Calendario e info QUI.
Lineapelle: in contemporanea al Mipel, apre anche la mostra di pelli, accessori e tessuti sintetici. Aperto fino a giovedì 23 a Rho Fierasmilano.
Gabriele Boggio Ferraris Quartet: ritorna per Jazz in Cascina, il quartetto di Boggio all’appuntamento con Cascina Cuccagna. Doppio spettacolo alle 19.30 e 21.30.
Alex Usai Band: doppio spettacolo, come da tradizione, anche al Blue Note, che propone le note più suggestive e malinconiche della Chicago Blues Night. Primo show alle 20.30, a seguire il secondo alle 22.30.
L’appuntamento: riuscirà Penelope a riscattare e modernizzare la sua millennaria figura, da archetipo dell’attesa a donna del 3° millennio? Ce lo svela Rossella Rapisarda, dietro la regia di Fabrizio Visconti, nel monologo in programma al Teatro Litta. Debutto alle 19.30, in scena fino al 26/2.
Movimento del Nulla: parodia politicamente scorretta della politica italiana, che parte dal nulla per promettere il nulla. È con questo monologo che Gene Gnocchi passerà la settimana al Teatro Franco Parenti, in scena fino a domenica. Debutto alle ore 20.30.
Lu Santo Jullàre Françesco: il monologo scritto da Dario Fo e Franca Rame, arriva al Teatro Oscar interpretato da Mario Pirovano. Per scoprire angoli di Medioevo, il debutto è alle 20.30, ma resta fino a domenica 26.
Killer Star: la tribute band milanese, che omaggia David Bowie è all’Hard Rock Cafè. Le musiche, le liriche e le movenze del Duca Bianco, dalle 21.00 a fine serata.
Queen at the Opera: un’orchestra di 40 elementi diretti da Isabella Turso, esegue lo show rock sinfonico dedicato ai Queen. L’opera è in programma all’Arcimboldi e anche il pubblico fa parte dello show.
Eagle-Eye Cherry: un quarto di secolo di carriera per l’artista svedese, che arriva a Milano per l’unica data italiana del suo tour. È possibile ammirarlo alla Santeria Toscana, lo spettacolo inizia alle ore 21.00.
#Mercoledì 22/2: nel mondo cala la Quaresima, a Milano è Carnevale
Carnevale Ambrosiano – Credits: TopReservation.it
Carnevale Ambrosiano: dopo il Carnevale “degli altri” arrivano tradizioni, colori, cliché e dolci del Carnevale Ambrosiano. Fino a sabato 25 febbraio un ricco programma di eventi in tutta la città. Info QUI.
Milano Clown Festival: 16ma edizione del festival delle arti di strada, che si svolge in occasione del Carnevale Ambrosiano dal 22 al 25 febbraio. 21 i luoghi scelti per questo festival diffuso. Info e programmaQUI.
Mostra Fabio Volo: nell’insolita veste di fotografo, Volo espone la sua prima personale di fotografia presso Fabbrica EOS Gallery. In mostra fino al 26/2, apre alle 10.30.
Palaye Royale: la voce di una nuova generazione in viaggio tra un numero imprecisato di generi, è sul palco dei Magazzini Generali. Preceduti da Yonaka e Starbenders, dopo i sold out in tutto il mondo, a Milano si esibiscono alle 20.00.
Kenny Barron Quintet: il Blue Note ospita un altro mostro sacro della musica internazionale. Il pianista, insieme al suo Quintetto, è protagonista del doppio spettacolo delle 20.30 e 22.30.
Arcadi, il Poeta: per la Serie Smeraldo dedicata ai giovani protagonisti della classica, il Conservatorio Verdi si apre al pianista Arcadi Volodos. L’esibizione inizia alle ore 20.45.
Vieni avanti cretina, next: nuova serie per il format teatrale ideato da Serena Dandini, affiancata sul palcoscenico sempre da colleghe e dalla consueta auto ironia. Spezzoni di vita quotidiana femminile e divertimento al Teatro Carcano, fino al 26 febbraio. Debutto alle ore 21.00.
Boys of the Puddle: il 22 alle 22.00 si celebra il carnevale in pieno stile irlandese, allo Spirit de Milan. Danze irlandesi, musiche tradizionali, travestimenti e coriandoli, per il carnevale milanese.
Inter Porto: con la Champions non si scherza. A San Siro i nerazzurri di Inzaghi si giocano l’andata degli ottavi a eliminazione diretta ospitando i portoghesi di Conceição.
#Giovedì 23/2: un giovedì di grande teatro, con lo Zelig, la famiglia Caini e i personaggi di Albanese. Per la musica ci sono il death metal o una leggenda del fusion
Antonio Albanese e i suoi Personaggi – Credits: CameraLook
Esperienze D.M.: dal web, a teatro, Awed, Riccardo Dose e Dadda portano live uno dei podcast più seguiti. Improvvisazione a commento dei messaggi vocali del pubblico di Esperienze D.M. Alle ore 17.00, un’esclusiva del Teatro Martinitt.
Anatomia di un suicidio: racconto intergenerazionale tutto al femminile, con 12 interpreti diretti da Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni. Fino al 19 marzo al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello. Sipario del debutto alle 19.30.
Billy Cobham: 77 anni e nessuna voglia di smettere, per il più grande batterista fusion vivente. Cobham si prende il Blue Note, ininterrottamente fino a domenica, con il doppio spettacolo delle 20.30 e 22.30 tutte e 4 le sere.
Caini: storia di una famiglia dove omologazione e lotta alla diversità sono i parametri fondanti della vita. Queste fondamenta possono essere scardinate dalla verità oggettiva? È quello che prova a fare lo spettacolo in scena al Franco Parenti fino a domenica 26. Debutto alle 20.30.
Lucia Vasini e Cinzia Marseglia Live Show: allo Zelig Cabaret, giovedì 23 e venerdì 24, è il turno del duo femminile che porta sul palco due amiche, sull’orlo di una crisi di nervi. Debutto e replica alle ore 21.00.
La verità, vi giuro: viaggio tra le coscienze e le certezze del pubblico, nel one-man-show che Marco Cavallaro propone al Teatro Martinitt. Niente veli o filtri ma solo ironia, a partire dalle 21.00.
Kataklysm + Soilwork: la storica band death metal canadese al Legend Club, accompagnata dagli aggressivi Soilwork e da Wilderun, aspetta il pubblico a partire dalle 21.00.
Personaggi: riunione di caratteri e varia umanità, che Antonio Albanese dedica ad alcune delle sue migliori interpretazioni. Per rivedere Cetto La Qualunque, Alex Drastico o il Ministro della Paura, basta andare all’Arcimboldi dal 23 al 26 febbraio alle 21.00.
#Venerdì 24/2 (orario diurno e pre serale): a Palazzo Reale la videoarte di eccellenza
Bill Viola – Credits: ArtsLife
Bill Viola: alcune delle opere del maestro della videoarte, sono in mostra nelle sale di Palazzo Reale. La personale apre alle 10.00 e resta aperta fino al 25 giugno prossimo.
Maschera che vai… accessorio che trovi!: laboratorio per bambini dai 4 ai 12 anni presso il Museo del Tessile di Busto Arsizio. L’occasione è buona per festeggiare anche i 40 anni di Tarlisu, la maschera bustocca. Dalle 15.00 nella Sala Gemella, con ingresso da via Galvani a Busto.
Impronte: laboratorio teatrale gratuito a cura di Alice Pecoraro e Giusy Gargano. L’occasione per condividere le esperienze del quartiere, presso Spazio Maspero alle 18.30.
Non Parlate (Male) dell’Amore: presentazione del progetto di Lorenza Caravelli e MariaGiovanna Luini. Presso Barbadieci di corso Buens Aires alle 18.30.
Prossimo appuntamento: giovedì 23 per l’ultimo fine settimana di febbraio
Sbarca on-line la prima versione del nuovo portale veneto interamente dedicato all’Autonomia.
L’AUTONOMIA inizia ONLINE: la scelta del Veneto
E’ stato attivato da pochi giorni all’indirizzo autonomia.regione.veneto.it, il nuovo Portale della Regione Veneto interamente dedicato all’Autonomia. Si tratta del primoportale in Italia interamente dedicato a questo tema. Ha la finalità di rappresentare una fonte diretta di tutti i messaggi provenienti dai rappresentanti istituzionali, di motivare l’oggetto delle riforme e di valorizzare tutte le sinergie messe in atto con Università e Centri studi.
Gran parte del portale è accessibile liberamente da tutti i Cittadini e dalla stampa, e vi si possono ricercare liberamente tutte le informazioni contenute. Un’area tecnica prevede invece accesso riservato agli addetti ai lavori, e contiene specifici approfondimenti dei singoli progetti.
Un sito Internet concepito per essere il riferimento on line sul tema, per chiunque fosse interessato ad approfondimenti o anche solo a conoscere meglio il progetto di riforma basato sul regionalismo differenziato.
# On-line la prima versione del portale
Oggi il portale è accessibile nella sua prima veste grafica, che ricalca ovviamente quella del sito istituzionale della Regione Veneto (ove è contenuto). Le varie sezioni verranno implementate e aggiornate progressivamente.
Sarà dedicato ampio spazio alle notizie, alle tappe principali del processo di riforma. Saranno consultabili dati ufficiali relativi ai profili finanziari e giuridici, corredati da documenti, grafici e analisi. Saranno inoltre presenti apposite aeree pensate per le FAQ (risposte alle domande più frequenti) e per la consultazione degli atti ufficiali.
Nel sito si troveranno anche video specifici di interviste ad alcuni tra i maggiori esperti di autonomia a livello nazionale, con lo scopo di fornire un dettaglio sui fondamenti, sulle tappe e sulle prospettive del viaggio verso l’autonomia differenziata.
Il Parlamento dell’Unione Europea ha votato per far circolare solo auto elettriche a partire dal 2035. I favorevoli difendono la decisione per motivi ambientali. I contrari denunciano come vero intento sia quello di aumentare il controllo sui cittadini. Ma forse c’è una ragione che sfugge alle analisi. Che potrebbe essere la vera motivazione di fondo che ha spinto a questa decisione.
Solo auto ELETTRICHE in Europa: e se la vera motivazione fosse INCONFESSABILE?
Credits tenkoring – Auto elettrica
Più si concentra il potere politico in poche mani, più queste mani risultano ambite da poteri più grandi, in particolare delle grandi multinazionali.
Il lobbista ha gioco più facile se deve convincere, ad esempio, pochi politici che hanno il potere di imporre una normativa che favorisce una sua azienda in tutta Europa, invece che dover agire in ogni stato. O perfino in territori all’interno degli stessi stati.
Anche per questo come Milano Città Stato siamo fautori del massimo decentramento possibile del potere politico: perché è l’unico modo per portarlo più vicino ai cittadini che a monopolisti o a cartelli transnazionali. E siamo convinti che uno dei compiti principali di un governo dovrebbe essere quello di difendere la libera scelta dei cittadino da ogni abuso di potere dei produttori. Cosa che appare piuttosto disattesa, anzi spesso si assiste proprio al contrario.
L’evidenza mostra che le politiche che hanno un impatto economico su ogni settore in Europa vengano quasi tutte decise nell’interesse dei grandi produttori di quello specifico settore. Questo accade perché tanto più un mercato è economicamente rilevante, tanto più grandi sono le risorse e gli strumenti di pressione che i produttori possono mettere in campo per condizionare i politici.
Arrivo al punto. Quasi sempre le grandi aziende che operano in mercati ormai maturi cercano di ritrovare ossigeno attraverso il meccanismo della sostituzione forzata.
Ossia di rendere obsoleti i prodotti acquistati dai consumatori per indurli alla loro sostituzione.
Questo capita spesso. Tipo per la tv, nell’edilizia, i compact disc al posto del vinile, o le stesse vetture catalizzate o euro x al posto di quelle precedenti. Addirittura era venuto fuori di prodotti, ad esempio i cellulari, che dopo un certo tempo smettevano di funzionare.
La sostituzione imposta di un prodotto vecchio con uno nuovo è il jolly che si giocano i produttori in tutti i mercati arrivati a bassi o nulli tassi di crescita.
Ph. Joenomias
Il mercato automobilistico è in grave crisi. Questo non è un mistero.
Dopo aver fatto in passato il bello e il cattivo tempo dei governi nazionali stanno rischiando di diventare marginali. Soprattutto, andando avanti così non possono garantire agli azionisti guadagni simili a quelli degli anni di gloria.
Che cosa si potrebbero inventare di meglio, allora, che obbligare tutti gli attuali e futuri possessori di auto a sostituire la propria vettura con qualcosa nuovo di zecca, molto più caro, senza alcuna possibilità di ripiegare sull’immenso mercato dell’usato?
Questa credo che sia la vera ragione della decisione europea sulle auto elettriche.
Motivazioni ecologiche da un lato o sospetti di controllo sui cittadini credo siano solo strumenti utili a spostare l’attenzione dal più inquietante dei problemi: l’inesorabile sudditanza della politica rispetto a poteri superiori.
Poteri che hanno un grande nemico: la libertà individuale.
Chi ha qualche anno in più si ricorda di Girardelli. Sciatore austriaco di origini italiane che gareggiava per il Lussemburgo. Perché lo fece? Per essere sicuro di poter gareggiare ai Mondiali e alle Olimpiadi senza dover lottare per il posto con l’agguerrita concorrenza degli sciatori austriaci. In questo modo Girardelli non solo poté partecipare a ogni competizione ma portò il piccolo Ducato in cima al mondo dello sci. Pur non avendo neanche una collina sul suo territorio. Che cosa c’entra Girardelli con Milano? C’entra, grazie a un’idea di uno dei milanesi più visionari.
L’altra squadra di Milano diventa MONDIALE: punta alla CHAMPIONS senza passare dalla Serie A
Come Girardelli voleva partecipare a Olimpiadi e Mondiali di Sci senza superare le eliminatorie nel suo paese, così c’è una squadra milanese che punta alla Champions League senza essere mai stata in Serie A. Non solo: senza aver mai giocato una sola partita in un campionato professionistico in Italia. La squadra ha un nome nobile ed è nota solo agli appassionati. Si chiama Brera. Ha la maglia nero verde, gioca all’Arena sgomitando nelle serie minori del campionato dilettanti. Ma presto la potremo vedere in Champions, la massima competizione europea. Come può essere possibile? Tutto nasce dall’intuizione del suo stravagante presidente. Ma facciamo un salto indietro.
# Brera, l’ “altra” squadra di Milano
Milano è una delle grandi capitali del calcio mondiale. L’unica città sul pianeta ad aver vinto la massima competizione europea con due squadre diverse. Neppure Londra, Madrid o Barcellona ci sono riuscite. Milan e Inter portano la gloria di Milano ovunque nel mondo, giocando tra le mura amiche di San Siro, la “Scala del Calcio”. Per una città di meno di un milione e mezzo di abitanti già due squadre così possono sembrare un lusso eccessivo. Eppure non tutti sanno che dietro di loro esiste una terza squadra. In verità bisogna andare molto indietro, oltre la serie A, la B, perfino la C, bisogna stare attenti a non perdersi tra le serie minori, finché si scovano dei giocatori in maglia nero verde sgambettare all’Arena, in seconda categoria, la quinta serie dei dilettanti, l’ottavo e penultimo livello della piramide agonistica del calcio italiana.
Nobile decaduta? Macché. La squadra dell’Arena dai dilettanti non si è mai staccata, lottando in uno dei 149 gironi della serie con squadre come il Partizan Bonola o lo United Cesate. Dove la Champions la si può vedere solo davanti alla tele con una birra in mano. Ma Brera rispetto alle altre ha qualcosa in più. Un marchio nobile e un presidente visionario, una di quelle figure che sembrano arrivate direttamente dagli anni Ottanta quando il campionato italiano in pochi anni da periferico divenne il più bello del mondo. Il suo nome è Alessandro Aleotti. E ha portato la sua squadra a quotarsi direttamente al Nasdaq di New York, saltando la Borsa di Milano, accanto a colossi come Apple, Microsoft o Alphabet (Google). E convincere gli investitori con una grande idea in testa, un’idea a forma di coppa dalle grandi ali, la Coppa dei Campioni.
# Brera si trasforma in una rete di squadre internazionali. Con il cuore (e il cervello) a Milano
Alessandro Aleotti
Nasdaq? Champions League? Che cosa c’entra con una squadra di dilettanti? Ce lo facciamo spiegare dal Presidente, Alessandro Aleotti: “Non vogliamo potenziare una squadra di dilettanti, ma usare un brand milanese, un marchio riconosciuto con alto indice di riconoscibilità, per andare nel calcio europeo non attraverso il campionato italiano ma in tornei più accessibili. Mantenendo però l’origine milanese. Diventando così una società milanese che gioca all’estero con nome, maglia e storia milanese.”
“una società milanese che gioca all’estero con nome, maglia e storia milanese”
Di quali campionati si parla?
“L’obiettivo del business plan è di avere 4 club in Europa e 2 in Africa. Tutti con lo stesso marchio, Brera, che richiama Milano nel mondo. Tutti in prima divisione. Progetti gestiti come una sola squadra. Si tratta di campionati in microstati, tipo Gibilterra o Andorra, o nazioni calcisticamente marginali, come la Macedonia o Mozambico, ma dove la competizione è molto bassa e si può accadere con facilità ai preliminari della Champions o della Conference League. In questo modo Brera trascende il territorio, porta nel mondo la dimensione dello spirito di Milano. Più che sul campo la vera sfida sarà virtuale: Brera sarà una squadra globale.”
“L’obiettivo è di avere 4 club in Europa e 2 in Africa. Tutti con lo stesso marchio, Brera, che richiama Milano nel mondo. Tutti in prima divisione”
Ma perché qualcuno dovrebbe investire in una squadra di dilettanti che punta a giocare nei campionati di microstati?
La nuova Brera della Macedonia
“Abbiamo creato la Brera Holding che ha raccolto 7 milioni e mezzo di dollari al Nasdaq dove siamo quotati in logica di Startup. Quando ho fatto il road show ho convinto gli investitori facendo leva sul marchio, sulla città che rappresenta la storia del calcio mondiale e sull’idea di squadra globale. Con i soldi raccolti compriamo dei club esistenti che giocano nella massima serie di campionati minori e li rebrandizziamo, modificando il loro nome in Brera. Abbiamo già comprato una squadra della Macedonia. L’obiettivo è di accedere alla Champions attraverso i preliminari per portare Milano in Europa. E i preliminari garantiscono un’escalation di premi pazzesca: prendi mezzo milione se vieni eliminato al primo turno dei preliminari. Ma se vinci tre partite e accedi al tabellone principale sono 17 milioni di euro di fee. Per una società di un torneo marginale sono cifre che valgono il budget di più anni.”
“L’obiettivo è di accedere alla Champions attraverso i preliminari per portare Milano in Europa. E i preliminari garantiscono un’escalation di premi pazzesca”
Ma come è nata questa idea?
“Da tanto che volevo trasformare la squadra in una logica multinazionale. In fondo Brera è sempre stata una squadra atipica. È sempre stata un laboratorio di esperimenti. Come storia sportiva è quasi inesistente: sempre stati nei dilettanti. Non ho mai investito soldi nella questione calcistica, ma sempre sperimentato innovazione. Un anno abbiamo vinto con tutti giocatori stranieri presi in Argentina con passaporto italiano e abbiamo ammazzato il campionato d’Eccellenza. Ora si potrebbero attrarre dei campioni a giocare in paesi che altrimenti non ci andrebbero mai. Tipo Andorra. Con contratti magari per due mesi: se superiamo i preliminari si va avanti, altrimenti si resta con giocatori di categoria inferiore. Con il miraggio della Champions si possono attirare calciatori svincolati, campioncini della Primavera che poi stanno rischiando di perdersi tra le serie minori o campioni a fine carriera che altrimenti mai andrebbero a giocare in Andorra o in Macedonia. Piuttosto che balbettare tra panchina e serie C, alcuni di loro potrebbero avere altre visioni. Perché sono campionati di serie A, professionistici, con l’orizzonte possibile delle grandi competizioni internazionali. Non solo: se arrivo ai preliminari posso ridefinire la squadra, mettendo assieme giocatori di campionati diversi. Brera è una squadra fatta di squadre diverse. Mansour sta facendo lo stesso, con un progetto di sviluppo del brand: con il marchio del Manchester City ha aperto cinque squadre del mondo. Sempre con City come brand abbinato alla città in cui giocano.”
“Con il miraggio della Champions si possono attirare calciatori che altrimenti mai andrebbero a giocare in Andorra o in Macedonia”
Ma portando Brera in esilio nel mondo non si rischia di perdere il contatto con Milano?
Il Brera all’Arena
“Al contrario: così portiamo Milano nel mondo con un team sconosciuto anche ai milanesi. Quando prendiamo i preliminari, chiediamo di giocare a Milano. Due o tre volte l’anno organizzeremo amichevoli con Milan e Inter. Con i migliori giocatori del Brera nel mondo. Anche perché il cervello resta a Milano. Tra i soci e i dirigenti ci sono nomi celebri del calcio milanese, tra cui Pandev. Non siamo più una squadra che gioca a Milano e di dilettanti. Ma diventiamo una squadra del professionismo europeo.”
# Brera, la Girardelli delle squadre di calcio?
Vedremo dunque una terza squadra di Milano in Champions pur senza giocare a Milano? Può essere, il progetto fila, gli investitori sembrano entusiasti. E un giorno ci potrà essere un derby di Champions tra Milan o Inter e una squadra di uno staterello sperduto ma con campioni di livello mondiale e soprattutto con cuore, cervello e origini nel quartiere più milanese di Milano. Se è riuscito ad arrivare ai vertici mondiali uno sciatore con i colori del Lussemburgo, perchè non potrà riuscirci una squadra che porta nel mondo lo spirito di Milano?
Se è riuscito ad arrivare ai vertici mondiali uno sciatore con i colori del Lussemburgo, perchè non potrà riuscirci una squadra che porta nel mondo lo spirito di Milano?
Il 2023 si è aperto con l’85esimo compleanno di questo simbolo italiano. Cantante, attore, regista e presentatore e persino predicatore, a volte attendibile, altre volte un po’ naif. Ecco la vita e la carriera di questo artista controverso.
ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE
# Nato in via Gluck da una famiglia di origini foggiane
Adriano Celentano
Adriano Celentano è un brand. Perché non è solo un cantante, è anche attore, regista e presentatore. Celentano è riuscito a farsi conoscere addirittura come predicatore, a volte attendibile, altre volte un po’ naif, con un’ingenuità che sfora nella confusione. Ma lui nella confusione, in quel “dire e non dire”, nelle pause che vorrebbero dire ma che sono pause e basta, ci sa sguazzare, con maestria.
Celentano bisogna prenderlo così com’è, senza farsi troppe domande. Il 2023 si è aperto con l’85esimo compleanno di questo simbolo italiano, oggi trasgressivo e domani bacchettone, oggi attore e domani cantante, oggi democristiano e domani grillino. La cosa certa è che, seguendo il percorso artistico e personale di Adriano Celentano, non ci si può annoiare: nasce in via Cristoforo Gluck, al numero civico 14, in una casa di ringhiera, con un androne all’ingresso. Da quel posto si sentono i treni che partono e arrivano nella vicina stazione Centrale. Dopo le scuole commerciali fa il tornitore, il meccanico, l’arrotino e l’orologiaio. “Fui folgorato dal Rock and roll. Imparai una canzone e, per puro divertimento, la cantai in una sala da ballo. Ero completamente fuori tempo, ma la gente ad ascoltarmi si divertiva e mi applaudiva. Ci presi gusto“. Fu così che iniziò la carriera artistica di Adriano, nato da una famiglia di origini foggiane, trasferitasi a Milano come tanti emigranti dal Sud dell’Italia.
# Il debutto assoluto di Celentano al primo concerto Rock italiano
Il 18 maggio 1957 partecipa al primo concerto Rock italiano, messo in piedi nella nostra città: la kermesse, che è organizzata da Bruno Dossena, ballerino, principe del boogie woogie, si tiene al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi e rappresenta il debutto assoluto di Celentano. Che per poter partecipare deve mettere su una band e lo fa coinvolgendo i tre fratelli Ratti, Enzo Jannacci al pianoforte e Pino Sacchetti al sax.
Adriano si fa notare per quel muoversi così esagerato per allora, quasi incontrollabile, ed è qui che viene soprannominato il “molleggiato”. Nel 1959 incide “Il tuo bacio è come un rock”, poi “Il ribelle”. Proprio in un’ intervista di quell’anno, Celentano teneva a sottolineare che “io non sono un ribelle, sono un ragazzo tranquillo“.
Nel 1961 debutta a Sanremo: la canzone è “24 mila baci“. Appena entra sul palco, prima di iniziare, rivolgendosi al pubblico dice “uè!!“, un saluto troppo informale per quel contesto così ingessato. Si capisce subito che il suo obiettivo è sorprendere a far parlare di sè.
Sente l’esigenza di avere maggiore autonomia nell’attività artistica, alla fine del 1961 fonda la propria casa discografica “Clan Celentano srl”. Nel 1963 gira il suo decimo film, il titolo è “Uno strano tipo”, e sul set conosce e si fidanza con Claudia Mori, che sposerà l’anno dopo: “Claudia mi colpì subito, ma lei faceva la sostenuta, anche perchè era fidanzata con il calciatore Francisco Ramon Lojacono, ma nell’arco di pochi giorni cedette“.
Nel frattempo il Clan si “popola” con Ricky Gianco, Guidone e Don Backy, sono ragazzi legati da un’amicizia che sembrerebbe solida, intramontabile ma, col senno del poi, sono tutti troppo bravi per continuare insieme in quel progetto.
# I successi come cantante, attore, regista e in televisione
Credits zowie.bardelli.zowie IG – Celentano e Pozzetto
Adriano Celentano va avanti da solo, macinando canzoni di successo, film, come attore e regista e interventi televisivi da cui non si capisce mai bene se sia un rivoluzionario o un reazionario: “io ho sempre avuto la passione per la religione, credo molto in Dio“, dichiarava nel 1964. D’altro canto, però, le sue canzoni parevano sempre “esagerate”, capaci di sprigionare un’irrefrenabile voglia di trasgressione e di libertà, approcci certo poco compatibili con i severi dettami cattolici. I maligni, ancora oggi, dicono che Celentano in realtà è sempre stato un furbacchione, interessato a tenere i piedi in più paia di scarpe, per attirare le simpatie e i consensi del mondo nazional-popolare e di quello contro il sistema.
# La famiglia
Tra musica, cinema, televisione, concerti e ospitate varie, ha trovato anche il tempo per metter su famiglia, con tre figli, Rosita, Rosalinda e Giacomo: tutti e tre hanno provato a percorrere le orme di papà Adriano e mamma Claudia, ma con risultati davvero poco incoraggianti. Tutti e tre, come il padre, hanno personalità complicate, che svariano dall’integralismo cattolico alla lotta per i diritti Lgbt+.
# Il Celentano “predicatore”
Credits Nikita Kozyrev, Sophia Golosova-wikipedia – Adriano in Arena 2012
Poi c’è stato il Celentano “predicatore”, quello del 1987, quando a Fantastico si scagliò contro la caccia e per l’ambiente, rivolgendosi ai figli dei cacciatori affinché convincessero i loro padri ad appendere il fucile e non utilizzarlo più. Il Celentano predicatore è stato caratterizzato dalle lunghe pause, diventate proverbiali. Si definì il “Re degli ignoranti”, a voler dimostrare la sua indole a parlare agli ultimi predicando dal palco di un ego a forma di trono.
Cantante, attore, predicatore, regista, ballerino, presentatore…ma Adriano Celentano in cosa si sente più portato? “Mi sono sempre sentito innanzitutto un cantante e le canzoni a cui tengo di più sono Storia d’Amore e Prisencolinensinainciusol, brano che mette a fuoco l’incomprensione che c’è nel mondo“.
Pure lui a volte ci ha messo del suo per non farsi comprendere ma, chissà perché, il pubblico lo ha sempre perdonato. Ha sempre assecondato con gli applausi anche una frase banale, che citava dopo una lunga pausa che prometteva chissà quale perla di saggezza, ma che alla fine “partoriva” un’ovvietà.
# I numeri di una carriera incredibile
Fin qui, la carriera di Adriano Celentano si compone di 48 album in studio, 4 dal vivo, 29 raccolte, 19 cofanetti musicali, un centinaio di singoli, 43 film, tra cui 5 in qualità anche di regista e soggettista. 15 sono le trasmissioni tv a cui ha partecipato, di cui una decina in veste di “one man show”. E, per non farsi mancare nulla, ha pure fatto la pubblicità, per le caramelle e per la birra.
Credits excelsiorhotelgallia IG - Colazione Hotel Gallia
Gli hotel da provare a Milano per una colazione da principi.
BREAKFAST a CINQUE STELLE: le tre più buone colazioni negli HOTEL di Milano accessibili agli esterni
#1 Excelsior Hotel Gallia: tre proposte “top class” per gli ospiti esterni
Credits excelsiorhotelgallia IG – Colazione Hotel Gallia
All’Excelsior Hotel Gallia, tra gli hotel di lusso più famosi di Milano, si può gustare la colazione curata dai fratelli Antonio e Vincenzo Lebano e dall’executive pastry chef Stefano Trovisi. Si spazia dai succhi di frutta freschi e centrifugati ai gusti tradizionali con croissant, pasticcini classici e dolci regionali come sbrisolona, veneziana, maritozzo, torta di carote, torta di mele.
Per gli ospiti esterni ci sono tre formule diverse:
la colazione “epicurea”, la più completa al costo di 43 euro, con pane di Longoni in sei forme diverse, confetture artigianali, yogurt con latte italiano firmato Excelsior Hotel Gallia, frutta fresca di stagione, bevande calde e spremute e un’ampia scelta di uova biologiche. Ad aggiungersi poi una selezione di salumi e formaggi del Nord Italia e un salume speciale al giorno;
la “Healthy Breakfast” prevede invece una selezione di tè Damman Freres, pane in cassetta integrale e gallette di riso, miele biologico, centrifuga detox, frutta di stagione e omelette con pomodoro e mozzarella, il tutto a 32 euro;
la “Katara Specialties Breakfast” offre la possibilità di scegliere tra diverse prelibatezze tipiche della tradizione Qatarina al prezzo di 30 euro.
Indirizzo: piazza Duca d’Aosta, 9
#2 La colazione multiculturale al Park Hyatt
Credits keiko.milano IG – Park Hyatt Milano
Spostiamoci in un’altra perla dell’hôtellerie milanese: il Park Hyatt. A due passi dalla Galleria Vittorio Emanuele ha riaperto a marzo del 2022 dopo una radicale riqualificazione. La colazione in questo storico 5 stelle prevede un buffet composto tra le 85 e le 100 proposte, di cui sei o sette sempre presenti tutto l’anno, con affettati sempre freschi. Nei prossimi nei prossimi mesi, accanto alla colazione internazionale, verranno aggiunti due angoli con specialità medio-orientali e asiatiche per rispondere ai gusti di tutti i tipi di clientela. Tra i panificati sono disponibili waffle, pankake, croissant, pain au chocolat, mini baguette, focaccia alla pita, panino al latte, filone bianco da taglio, tutti prodotti creati dal maestro pasticcere con materie prime di qualità: lievito madre liquido o solido, burro, esclusivamente francese o tedesco e farina italiana. Il prezzo è di 55 euro.
Indirizzo: via Tommaso Grossi, 1
#3 Al Four Season con servizio solo à la carte
Credits marcocicatiello91 IG – Colazione al Four Season
Rimaniamo in centro città, in via Gesù, per una colazione al Four Season. Qui il servizio è esclusivamente à la carte. I punti di forza sono i lievitati con la proposta di due tipi di pane, prodotto da una un rinomato panificio a nord di Milano, un pane integrale “siciliano” e un pane bianco con farina a chilometro zero a forma di ciabatta. A questo si affiancano sei tipi di croissant: liscio, pan au chocolat, integrale al miele, il turbante simile alla girella, il croissant speciale con crema alla vaniglia, presentato con una foglia d’oro, la veneziana e il panettone prodotto dal pasttry chef.
È tempo di carri, balli, maschere, travestimenti e coriandoli in tutta la regione. Andiamo alla scoperta dei carnevali più caratteristici da vedere in Lombardia.
I CARNEVALI più BELLI della LOMBARDIA: le date, i luoghi e le principali informazioni per non ricevere BRUTTI SCHERZI
#1 Carnevale Canturino: i carri allegorici più grandi della Lombardia
Tra le feste più consolidate della regione c’è il Carnevale Canturino dove ogni anno vengono coinvolti abili artigiani per la realizzazione dei carri allegorici, ispirati ai temi della tradizione locale e noti per essere i più grandi della Lombardia. La maschera tipica è quella di Truciolo, un garzone di bottega maldestro, a ricordare come in tutte le famiglie canturine ci sia stato almeno un falegname. Dopo la grande sfilata del 5 febbraio, ce ne sono altre due il 19 e il 25, con i carri che percorreranno le vie del centro cittadino.
#2 Il Gran Carnevale Cremasco: il rogo del re Carnevale
Credits infopoint Cremona – Carnevale di Cremona
Il gran Carnevale Cremasco è arrivato alla 35a edizione e prevede carri di enormi dimensioni, folclore, artisti di strada e gruppi mascherati. Una delle maschere più tipiche è “al gagèt col sò uchèt”, il contadino con la sua oca. Il 19 e 26 febbraio si terranno le sfilate in città oltre alla presenza mercatini dei sapori e artigianali. Il gran finale prevede fuochi d’artificio, il suggestivo rogo del re Carnevale e la premiazione la maschera ed i gruppi più rappresentativi da parte di una giuria di esperti.
#3 Carnevale di Schignano: maschere artigianali uniche al mondo
Credits lakecomo.it – Carnevale di Schignano
Il Carlisepp di Schignano è un evento montano unico in Italia. In questo piccolo comune di poco più di novecento abitanti nella Val d’Intelvi, nella provincia di Como si celebra un carnevale in cui sfilano maschere davvero uniche: sono realizzate da scultori locali che tramandano una tradizione familiare e sono fatte in radica di noce. I festeggiamenti vanno dal 18 al 21 febbraio e si concludono con il falò del fantoccio Carlisepp, il personaggio locale simbolo del Carnevale.
A Mantova si fa festa con il Carnevale del Re Trigol nasce dalla leggenda locale legata ai tre laghi della città e dei suoi tre protagonisti: una regina, un mago, una fata e una strega. Re Trigol, il protagonista della fiaba, è nato dall’unione del mago e della fata e simboleggia un frutto: la castagna di lago. Le sfilate per le vie della città, tra i maestosi palazzi e le vie del centro storico di Mantova, vedono appunto al centro questi personaggi fiabeschi che ricordano la storia con canti e poesie. La data non perdere è il 18 febbraio con NABUZARDAN, il Carnevale per le Famiglie a Palazzo Te con uno spettacolo di circo aereo, truccabimbi, ballo in maschera e letture a tema.
#5 Carnevàl di Mat di Bormio: la rivoluzione dei matti
Credits bormio.info IG – Carnevàl di Mat
Il 19 febbraio si può assistere a un carnevale sopra le righe, quello di Bormio. Celebrato in memoria di un’antica tradizione, durante la festa il sindaco del paese verrà spodestato dalla Compagnia dei Mat che incoronerà a sorpresa il nuovo podestà dei matti, Quest’ultimo è incaricato di raccontare i pettegolezzi scritti e lasciati nella cassetta delle lettere in forma anonima durante l’anno dai residenti. Il carnevale continua in piazza delle Kurec, nella cornice del Parco dello Stelvio, fulcro della festa in maschera, e poi con la polentata dei poveri, giochi e sfide.
#6 Carnevale di Varzi: i carri fiabeschi
Credits mattia.franza209 IG – Carnevale di Varzi
Nell’Oltrepò Pavese un appuntamento da non perdere è il Carnevale di Varzi, un piccolo centro montano, con tre giornate di festeggiamenti in maschera e di sfilate sui carri allegorici. La giornata clou è il 19 febbraio con la sfilata di 14 carri, ognuno rappresentante un tema a scelta del mondo fantastico, fiabesco e di attualità, tra cui verrà selezionato un vincitore.
Credits mariachernyaeva IG – Carnevale di Bagolino
Il 20 e 21 febbraio si svolge il tradizionale carnevale di Bagolino, tra i più antichi e importanti del nord Italia. In questo piccolo centro della montagna bresciana oltre 120 giovani ballerini locali si esibiscono in coreografie danzate lungo le vie del paese e accompagnati da sottofondo musicale, vestiti con ricchissimi costumi tradizionali, dai cappelli rossi, su cui vengono cuciti metri di nastri colorati a spille, anelli e collane. A questo si aggiungono i maschèr, abitanti travestiti da vecchi che si divertono a fare scherzi senza farsi riconoscere e infine le maschere tipiche tradizionali che sfilano per le strade del borgo: il vecchio, la vecchia, l’orso, l’asino.
#8 Carneval Vecc di Grosio: il rogo del fantoccio
Credits tunons._97 IG – Carneval Vecc
Nel borgo di Grosio, in Valtellina, si tiene il Carneval Vecc. Il nome sta ad indicare un fantoccio imbottito di paglia con le corna che simboleggia la miseria dei tempi da dimenticare. Le maschere tipiche di questo carnevale sono costumi tramandati di padre in figlio e rappresentano personaggi tipici ognuno con il suo significato nella manifestazione. L’evento si tiene il 26 febbraio con la sfilata dei carri da via dei Martiri della Libertà per poi percorrere tutte le strade rappresentative del borgo e si conclude con il tradizionale rogo del burattino come rituale di buon auspicio per una buona stagione.
#9 Carnevale di Sueglio: la sfilata dei Crapun
Credits larionews – Carnevale di Sueglio
Il 5 marzo è il turno del Carnevale di Sueglio, in Valvarrone, vicino a Lecco. Al centro dei festeggiamenti c’è il corteo delle maschere tradizionali, i “Crapun”, grandi teste di cartapesta dall’aspetto mostruoso e caricaturizzato, che possono essere sia sembianze umane che animali. Sono presenti anche delle “maschere doppie“, una vecchia che porta un uomo in una gerla, un vecchio che porta sulle spalle un altro vecchio a rendere.
#10 Carnevale Ambrosiano: famoso nel mondo per fare festa il sabato di Quaresima
Credits Andrea Cherchi – Carnevale Milano
Non si poteva che chiudere la lista con il Carnevale Ambrosiano con sfilate di carri allegorici, maschere, giochi e attività in tutto il centro di Milano per concludersi in piazza Duomo. Il 25 febbraio è la giornata i cui si concludono i festeggiamenti e dove si potranno vedere sfilare insieme ai carri le maschere milanesi tipiche quali Meneghin e Cecca. A questo si affiancheranno spettacoli teatrali in diverse piazza della città dal 18 al 25 febbraio, con chiusura in Piazza Mercanti dove sul palco circolare del “Cyrano de Bergerac” di Eugenio Allegri si esibiranno diverse compagnie, nella competizione chiamata “L’Arena di Cyrano” per vincere il premio “Le mille e una piazza”.
Regionali. A Milano vince Majorino. Questa la sintesi subito dopo il voto che in regione ha premiato Fontana, dipingendo Milano come un fortino granitico della resistenza del PD. Un’analisi di Gianni Santucci sul Corriere della Sera basata sulla mappa elettorale di Youtrend mostra però una realtà metropolitana molto più eterogenea. A tratti davvero curiosa. Come il risultato a sorpresa in alcuni quartieri del centro.
Le SORPRESE del voto nei QUARTIERI di Milano
Regionali. A Milano ha vinto Majorino. Ma non in tutti i quartieri. Questi i risultati disaggregati per zone della città. Li ha analizzati il sempre molto attento Gianni Santucci sul Corriere della Sera del 17 febbraio sulla base di dati di Youtrend. Vediamo in sintesi cosa emerge.
# Il flop della Moratti: vittoria solo attorno ai Giardini di Porta Venezia (20 famiglie)
Ph. YouTrend – Corriere della Sera
Era stato la grande sorpresa a Milano nelle ultime politiche. Il Terzo Polo di Renzi e Calenda a Milano aveva ottenuto il 16% con picchi inaspettati e senza eguali in Italia. Forti della candidatura dell’ex sindaco del centro destra ambiva a grandi risultati nella tornata delle regionali. Ma così non è stato. Letizia Moratti risulta perdente in tutte le zone di Milano, con la sola affermazione nella microarea dei Giardini Pubblici di Porta Venezia. A due passi da casa sua. Dove vivono appena una ventina di famiglie, le uniche che l’hanno incoronata. Un flop che si estende a tutta la regione dove il terzo polo raggiunge il successo solo in due comuni piccolissimi.
# Fontana vince in Centro, a Brera e nelle periferie più “problematiche”
Ph. YouTrend – Corriere della Sera
Il regno del PD in Area C. Sì, ma ci sono sacche di eccezione. Proprio dove i ricchi diventano super ricchi come attorno a piazza Duomo, ai giardini della Guastalla e a Brera: in queste zone ha vinto Fontana. Il resto delle aree residenziali, Pagano a parte, gli volta invece le spalle e per ritrovarsi davanti il Presidente della Regione deve spingersi in alcune delle periferie più problematiche come Quarto Oggiaro, Comasina, Baggio e Ponte Lambro. A Milano sembra piacere ai super ricchi, in particolare quelli che hanno voltato le spalle alla Moratti, e ai super poveri.
# Majorino spadroneggia tra le circonvallazioni, a Sudovest e a Nordest
Ph. YouTrend – Corriere della Sera
Forse i super ricchi stanno iniziando a tradire il PD ma il resto dell’alta borghesia milanese sembra compatta. Nelle altre parti del Municipio 1 e in tutte le zone comprese tra le due circonvallazioni Majorino non ha rivali. In particolare il candidato del PD e dei 5 Stelle spadroneggia a Washington, Tortona, Navigli, Ticinese, Tibaldi, Porta Romana, XXII Marzo, Città Studi, Loreto, Sarpi, Isola. Non solo. Vince anche nelle periferie, in particolare in quelle del Sudovest (Lorenteggio, Barona e Stadera) e del NordEst (da Niguarda a Lambrate).
Un giro attraverso tutti i continenti per scoprire quali sono alcuni dei progetti più attesi e incredibili che vedranno la luce nel 2023.
I 7 PROGETTI più INCREDIBILI che vedremo nel MONDO nel 2023
#1 Il treno Maya in Messico: per collegare i Caraibi con i siti storici Maya
Credits Trainspotting34-wikipedia – Treno Maya
Il Tren Maya è un progetto che punta a collegare le destinazioni turistiche dei Caraibi con i siti meno conosciuti dell’entroterra compresi, come dice il nome, i siti storici Maya, nella penisola dello Yucatán in Messico. Si tratta di una ferrovia interurbana di 1.525 chilometri e 18 stazioni con partenza da Palenque in Chiapas fino a Cancún attraverso due percorsi che divergono a Escàrcega. Un’opera complessa di ingegneria, contestata da attivisti per i diritti ambientali e indigeni per l’attraversamento della giungla e la probabile distruzione di reperti archelogici. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2023, inizio del 2024.
A Las Vegas è in costruzione il Madison Square GardenSphere: il teatro più innovativo del mondo. Il progetto è stato curato dallo studio Populous e si caratterizza per la forma a sfera con dimensioni da record: sarà alta 111,6 metri da record e larga 157,3 metri nel suo punto più largo.
All’interno ci saranno 18.000 posti a sedere e 5.000 persone in piedi, per complessivi 23.000 posti e lo schermo LED più grande e con la più alta risoluzione del mondo pensato per immergere il pubblico nell’esperienza grazie anche a un’acustica avanzata, un sistema tattile a infrasuoni che trasmetterà vibrazioni profonde. L’esterno della struttura sarà rivestita da enormi schermi LED per renderla visibile da diverse zone della città.
#3Four Frankfurt, il grattacielo più alto della Germania
Credits fourfrankfurt.de – Four Frankfurt
A Francoforte è in corso di realizzazione Four Frankfurt, un complesso di quattro grattacieli ad uso misto, con la Torre Uno che con un’altezza di 233 metri diventerà l’edificio più alto della città e di tutta la Germania. Localizzato nell’area conosciuta come il triangolo della Deutsche Bank nel distretto di Innenstadt, avrà uffici per circa 4.000 persone e 600 appartamenti residenziali, di cui una parte in edilizia agevolata, oltre a negozi e ristoranti. L’investimento previsto è di circa un miliardo di euro e dovrebbe essere terminato nel 2023.
#4 Iconic Tower, il grattacielo più alto d’Africa ispirato all’obelisco dei faraoni
Iconic Tower
Manca poco all’inaugurazione della Iconic Tower che con i suoi 393,8 metri e 77 piani è diventato il grattacielo più alto dell’Africa. Si trova nel deserto, a 45 chilometri a est del Nilo e dal centro del Cairo, si ispira alla forma di un obelisco dell’epoca dei faraoni con l’esterno in vetro che rappresenta le piume del dio egizio Raa Crown. Sarà il fulcro del maxi progetto di 20 torri che andrà a costituire il Central Business District nella Nuova Capitale Amministrativaegiziana.
#5 Azabudai Hills, le “colline” di Tokyo
Azabudai Hills
Un villaggio urbano moderno, una città nella città. Questo è l’obiettivo delle Azabudai Hills, la rigenerazione di un enorme spazio aperto nel cuore di Tokyo che avrà al centro una vegetazione lussureggiante tramite e che vedrà la realizzazione di colline che comprenderanno: uffici, residenze, un hotel, una scuola internazionale, negozi al dettaglio, ristoranti e strutture culturali nel tessuto della vita quotidiana per lavoro, apprendimento, svago, interazione e relax. I lavori iniziati nell’agosto 2019 dovrebbero terminare entro la fine del 2023.
#6 Tun Razak Exchange, un nuovo centro finanziario per Kuala Lampur
Credits burohappold.com – Tun razak exchange
Il Tun Razak Exchange un progetto di rigenerazione lungo lo Jalan Tun Razak nel cuore Kuala Lumpur. Si sviluppa su una superficie di oltre 283.000 mq è diventerà un nuovo centro la finanza e gli affari internazionali con 26 edifici tra uffici, residenze, hotel, negozi, ristorazione e offerte culturali. L’edificio simbolo di TRX è The Exchange 10 attualmente il terzo grattacielo più alto della Malesia.
#7 308 Exhibition Street, i grattacieli gemelli di Melbourne
Credits multiplex.globlal.com – 308 Exhibition Street
Il progetto al numero 308 di Exhibition Street a Melbourne sarà uno dei più iconici della città. Disegnato da Cox Architects e Fender Katsalidis, si compone di due sinuose e lussuose torri di 60 e 62 piani collegate da un innovativo ponte sospeso al 42esimo piano. La torre 1 sarà prevalentemente residenziale, mentre la Torre 2 un hotel a 5 stelle.
Il servizio di TF1, il primo telegiornale francese
I francesi non ci stanno. La classifica dei formaggi migliori del mondo con otto prodotti italiani nei primi dieci non va giù ai cugini di Oltralpe. La notizia campeggia su giornali e telegiornali come un affronto. Si parla di sacrilegio! per aver violato l’aurea magica dei prodotto locali in una terra dove i formaggi sono trattati come lo champagne.
“SACRILEGIO!”: la Francia non digerisce la disfatta dei FORMAGGI
# Italia, Campioni del Mondo dei formaggi: la classifica
Pubblicata l’ultima classifica sui “formaggi più buoni del mondo” a cura di Taste Atlas. Risultato schiacciante. Otto dei dieci formaggi più buoni del mondo sono prodotti in Italia. Non solo: i primi quattro sono tricolori. E non è il tricolore francese. Anzi. Malgrado la convinzione tra i cugini transalpini, per trovare il primo formaggio di terra di Francia bisogna scendere fino al tredicesimo posto. Uno smacco inaccettabile.
# La reazione dei francesi: “Sacrilegio!”
Sacrilege! La Francia molto sottorappresentata nella classifica dei migliori formaggi del mondo. Questa la notizia che circola in tv e sui giornali. “Amanti del formaggio, scappate”, così titola il Midi Libre, scrivendo che: “Questa classifica, svelata il 13 febbraio dalla guida turistica culinaria Taste Atlas, non piacerà ai francesi. Infatti, dei 50 migliori formaggi del mondo, ne compaiono solo sette. E tanto per avvertirvi, non sono in cima alla classifica.”
A non andare giù non è solo la pessima performance dei celebrati formaggi nazionali ma, soprattutto, lo strepitoso successo dei loro cugini: “Gli italiani, invece, hanno il sopravvento. Con ben 15 formaggi tra i 50 stimati i migliori al mondo, di cui 8 nella top 10. Concediamo loro che se troviamo anche che il parmigiano è molto buono, dobbiamo aspettare il 13° posto per trovare finalmente un formaggio francese: Reblochon.”
Ma è sui social che la polemica si fa rovente. “Sono furioso, che cos’è questa classifica vergognosa? Il Grana Padano o la Mozza davanti ai nostri formaggi?”, è solo uno dei tanti twitt pieni di rabbia. Ci dovremo attendere la “guerra dei formaggi”?
Le cinque linee della metropolitana milanese gestite da ATM sono il mezzo pubblico più utilizzato dagli abitanti della città, forse perché più comode e più veloci almeno per girare le zone principali. Una cosa è certa però. La metro sembra sempre affollata: per riuscire a salire sulla metro negli orari di punta devi farti spazio a furia di gomitate e spintoni, in altri momenti della giornata invece salire sul mezzo pare più semplice. Ma ci sarà per forza una linea che è più utilizzata delle altre…ecco allora i dati e la risposta alla domanda “Qual è la linea metropolitana più utilizzata dai milanesi?”.
AFFOLLAMENTO della METRO: quali sono le linee e le stazioni più e meno FREQUENTATE
# Un milione di passeggeri al giorno: la metro trasporta il 70% dei passeggeri rispetto al periodo pre-Covid
Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro
Il Covid ha diminuito il numero dei passeggeri che scelgono il mezzo pubblico al posto di quello privato e, seppure dall’anno scorso si è notato un incremento della gente che sceglie la metropolitana, i numeri non sono ancora tornati a quelli di prima. Secondo i dati ATM, infatti, a Milano le metro trasportano il 70% dei passeggeri giornalieri rispetto al 2019. E dai dati diffusi da milano.corriere nel maggio del 2022, si sa che ogni giorno la metropolitana milanese trasporta circa un milione di persone, distribuite su tutte le cinque linee. Ecco allora i numeri per ogni linea.
# M1 la più frequentata: 362mila passeggeri al giorno
Credits: trasportinfo.it – M1 Leonardo
La M1 è la linea più vecchia e anche quella più utilizzata. I lavori della M1 iniziarono nel 1957, finanziati direttamente dal Comune di Milano e da un prestito dei cittadini, e la linea fu inaugurata nel 1964. Oggi la M1 percorre 26,8 km, conta 38 stazioni e porta ogni giorno i milanesi da Sesto 1° Maggio a Rho Fiera o Bisceglie. Ma quanti sono i passeggeri che ogni giorno prendono la rossa? Sulla linea 1 circolano quotidianamente 362 mila passeggeri contro i 516 mila del 2019.
# M2: 322mila passeggeri al giorno
Credits: @robertolusito M2
La M2, la linea verde, è stata inaugurata invece nel 1969 con la prima tratta che andava da Caiazzo a Cascina Gobba. È la metro milanese più lunga, nonostante abbia meno fermate della rossa: percorre 40,4 km e conta 35 fermate, i suoi capolinea sono, da un lato, Piazza Abbiategrasso e Assago, dall’altro, Cologno e Gessate. Anche in termini di tempo è quella che ci impiega di più: arriva fino ad un massimo di 65 minuti per andare da Gessate ad Assago. Con i suoi 322 mila passeggeri ogni giorno, rispetto ai 468 mila del pre-pandemia, è la seconda linea più frequentata subito dopo la rossa.
# 240mila sulla M3, 85mila sulla M5
Credits chlotravelstheworld IG – M3 Milano
Sulla metro che va da San Donato a Comasina salgono invece tutti i giorni circa 240 mila persone contro i 320 mila di tre anni fa. La M3 è stata la terza linea ad essere costruita ed è molto più corta delle prime due. Con 21 fermate e 16,6 km da percorrere, la gialla ci impiega circa 31 minuti per fare tutto il suo tragitto.
credit: discoradio.it
Saltando un numero, arriviamo alla M5, la linea costruita in occasione di Expo e che collega Bignami a San Siro Stadio. Prima dell’arrivo della M4, era la linea milanese più corta con i suoi 12,9 km, 19 stazioni e 24 minuti di percorrenza. È la prima metropolitana leggera e automatica di Milano ed è molto meno frequentata rispetto alle altre, ogni giorno è presa da 85 mila milanesi, quasi 30 mila in meno rispetto al 2019.
# L’obiettivo per la M4: 235mila al giorno
Credits: primalamartesana.it – Metro M4
Quanta gente in media utilizza ogni giorno la metro blu, l’ultima arrivata, è invece un po’ più complicato saperlo. Con la prima tratta che ha aperto nel novembre 2022, nei primi giorni di inaugurazione ben 65mila persone hanno voluto provare la M4 (ricordo che l’ingresso era gratuito). In generale però la blu è stata costruita per trasportare 24.000 passeggeri all’ora, con una stima di 86 milioni di persone in un anno. Si vedrà se raggiungerà o meno questi numeri solo quando verranno inaugurate più fermate. Intanto collega Linate Aeroporto a Dateo in 7 minuti, percorrendo poco più di 5km.
# Le fermate più frequentate: Centrale e Cadorna
Appurato quindi che la rossa è la metro più frequentata, quali sono le fermate dove sale e scende più gente? Per la M3, secondo dati Google, le fermate più affollate sono Centrale FS, Crocetta, San Donato e Brenta. Per le altre linee non si hanno dati precisi, ma sono certamente le fermate di interscambio con le altre linee ad essere le più affollate, in particolare Centrale e Cadorna.
Il progetto residenziale alla periferia sud della città, che promuoveva abitazioni in edilizia convenzionata, si è completato con successo. Ecco come è andata e i prossimi progetti in arrivo.
BILOCALI a meno di 500 euro al mese: successo per il QUARTIERE “LOW COST”. Verrà REPLICATO?
# 5square: bilocali a un massimo di 487 euro, trilocali non oltre i 770 euro mensili
Credits redosgr.it - Via Antegani
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Credits redosgr.it - Rendering via Antegani strada
Credits redosgr.it - Rendering via Antegani giardino interno
Credits redosgr.it - Rendering via Antegani
Il nuovo progetto residenziale nella periferia sud della città, “5square” realizzato da Redo in via Antegnati, è riuscito nell’intento di intercettare famiglie e giovani che altrimenti sarebbero state costretti a spostarsi fuori Milano per riuscire a sostenere le spese di un affitto. Il termine per fare domanda di un alloggio in affitto in edilizia convenzionata col Comune di Milano è scaduto il 29/04/2022, al momento non è più possibile fare domanda, e anche tutti gli appartamenti in vendita hanno trovato un compratore o sono stati opzionati.
In totale erano 105 gli appartamenti messi a disposizione per l’affitto, con prezzi che andavano da un massimo di 487 euro mensili per un bilocale e da 532 e i 770 euro per un trilocale.
# Il dettaglio del progetto: 5 condomini, 7.200 mq di verde pubblico, servizi per i cittadini e aree commerciali
Credits 5square – Progetto via Antegnati
Il progetto di “5square” a firma dello studio Barreca & La Varra è un recupero di 5 edifici rimasti abbandonati e realizzati dalla famiglia Ligresti prima di passare di mano a Unipol Sai e infine acquistati da Redo Sgr per la loro riqualificazione.
In questa nuova area residenziale sono previsti un parco, spazi per il relax, il gioco e lo sport per un totale 7.200 mq di verde pubblico, 2.000 mq di spazi commerciali, 860 mq di servizi integrativi all’abitare tra cui l’ufficio del Gestore Sociale, uno spazio living, una sala polivalente e una palestra. A questo si aggiungono 1.700 mq destinati a servizi locali urbani lungo il percorso pubblico che connette gli edifici: un poliambulatorio, un consultorio familiare e Comunità Socio-Sanitarie.
Terminata la realizzazione della parte residenziale, con le prime abitazioni rese disponibili nell’arco del 2022, ora è in corso la riqualificazione della via e la predisposizione degli spazi per i servizi della comunità.
# Il nuovo progetto di via Amidani: 230 appartamenti in edilizia convenzionata pronti nel 2024
Credits milanosud – Masterplan via Amidani
Presto arriveranno altri alloggi a prezzi calmierati. Nella via parallela al progetto 5Square, si trovano infatti altri 4 edifici acquistati nel 2021 da Redo da UnipolSai Assicurazioni in fase di riqualificazione per essere convertiti in residenziale. Realizzate le operazioni di strip out sono in corso ora i cantieri per le nuove abitazioni.
Credits milanosud.it – Progetti immobiliari Vigentino di Amidani e via Antegnani
Il progetto di via Amidani, firmato da +Studio Architetti, prevede 230 appartamenti in edilizia convenzionata al costo medio di 2.700 euro al mq oltre iva e oneri. Saranno presenti spazi integrativi per l’abitare, roof garden e appartamenti-laboratorio su due livelli con ingresso dal piano terra, oltre a una grande promenade in condivisione con i 5 edifici di 5Square. La vendita delle abitazioni è iniziata nel 2022 mentre la consegna è prevista entro il primo semestre del 2024.
I lavori per la riqualificazione di Corso Sempione sono entrati nel vivo dopo numerosi intoppi. Il punto sul cantiere e come verrà trasformato il corso. Anche se forse manca la cosa più importante per renderlo più vivibile.
I LAVORI per la RIQUALIFICAZIONE degli Champs-Élysées di Milano: manca la cosa più IMPORTANTE?
# Un progetto approvato nel 2015 e messo in cantiere solo nel 2022
Credits ingenioweb – Riqualificazione Corso Sempione
La riqualificazione di Corso Sempione è stata una vera e propria odissea. Risale addirittura al 2015 l‘iter per l’approvazione del piano, un progetto del valore di 4 milioni di euro finanziati dai fondi europei PON metro. Metropolitane Milanese ha ricevuto formalmente l’incarico a fine 2017 e l’approvazione del progetto definitivo è avvenuta nel 2019, ma nel 2020 è arrivatoil primo intoppo. In quell’anno infatti, a seguito della approvazione del progetto esecutivo e del bando di gara, i lavori erano stati affidati ad un’azienda risultata poi inadempiente.
Credits comune di Milano – Sezione tipo Corso Sempione
Nel 2021 anche la seconda azienda in graduatoria non è risultata idonea e il Comune di Milano ha dovuto procedere con l’indizione di una nuova gara, conclusa all’inizio dell’anno. Nel 2022 finalmente l’avvio dei cantieri.
# Come diventeranno gli Champs Elysee di Milano
Credits Urbanfile– Rendering pista ciclabile su Corso Sempione riqualificato
Il progetto di riqualificazione di corso Sempione prevede lo sviluppo del verde e corsie dedicate alla ciclabilità e ai pedoni, più sicurezza agli incroci, eliminazione del degrado e della sosta selvaggia ma anche più spazi regolari per i residenti. L’intervento comprende l’area che va dall’incrocio via Melzi d’Eril/Canova fino all’incrocio tra via Emanuele Filiberto/via Biondi.
Credits Urbanfile - Rendering Riqualificazione Corso Sempione
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Credits Urbanfile - Rendering 2 Riqualificazione Corso Sempione
Credits Urbanfile - Rendering restyling Corso Sempione
Questi gli interventi che verranno realizzati nel dettaglio:
due parterre verdi alberati con all’interno una corsia da due metri di larghezza per ciascuno riservata alle biciclette e ai pedoni;
due corsie per senso di marcia per i veicoli;
aumento della sosta regolamentata destinata soprattutto ai residenti, con riequilibrio degli spazi, con i posti auto della zona che passeranno da circa 700 a 966 posti. Verranno eliminati tutti i posti irregolari nei parterre e la corsia veicolare verrà trasformata in parcheggio su strada.
saranno rifatti tutti i marciapiedi, allargati e ridisegnati;
saranno chiusi i passaggi che interrompevano le aiuole all’altezza delle vie Riva Villasanta, Filelfo e Agudio, Savonarola, Castelvetro e Alberti.
Credits Urbanfile - Cantieri Ciclabile Corso Sempione
Credits Urbanfile - Lavori Ciclabile Corso Sempione
Credits Urbanfile - Ciclabile Corso Sempione
Il lavori erano partiti durante l’estate 2022 prima di interrompersi per alcuni mesi, a causa della mancanza di materiali come ad esempio il marmo per i cordoli, e riprendere nel mese di novembre. I cantieri sono concentrati nella porzione di strada che va da via Melzi d’Eril a via Procaccini, partendo dal primo parterre lato civici pari, la tratta 4 del progetto della ciclabile. La riqualificazione di Corso Sempione vedrà la realizzazione di una nuova passeggiata pedonale e di un pista ciclabile bidirezionale e la riqualificazione dell’area centrale. L’azienda Deltapav si occuperà dei percorsi ciclabili che saranno in cemento drenante in modo da consentire all’acqua piovana di penetrare nella superficie sottostante come se fosse terreno. La conclusione di tutti i lavori, inizialmente prevista per 31 dicembre 2022, è stata posticipata ad aprile 2023.
# Forse manca la cosa più importante
Champs Elysse – Marciapiede
Perchè corso Sempione possa diventare vivibile e attrattivo forse manca la cosa più importante per renderlo davvero come gli Champs Elysee. Estendere il marciapiede oltre il controviale, esattamente come accade a Parigi e come avviene nell’ultimo tratto del corso fino all’Arco della Pace che, non a caso, è l’unico realmente “vissuto”. Altrimenti il rischio è che resti a metà strada, con un marciapiede poco utilizzato perché stretto tra due strade e separato dai locali del viale.
L’Unione Europea ha deciso. Dal 2035 circoleranno solo auto elettriche. Quelle a combustibili fossili saranno bannate, con l’unica eccezione delle supercar e delle auto artigianali. La domanda che molti si fanno è: tra dodici anni saremo pronti? Perchè i dubbi sono molti. Come quelli sollevati il 15 febbraio da Francesco Venier, economista dell’Università di Trieste. A cui aggiungiamo la testimonianza di un attuale possessore di auto elettrica. Non troppo entusiasta.
Saremo mai PRONTI per le AUTO ELETTRICHE? La TESTIMONIANZA: “Sono una FREGATURA”
Ph. andreas160578
Il Prof. Francesco Venier dell’Università di Trieste sul suo profilo illustra le ombre principali sulla scelta dell’Unione Europea di imporre ai cittadini europei l’utilizzo esclusivo di auto ad alimentazione elettrica.
Venier si chiede se “In dieci anni risolveremo i seguenti problemi?”:
#1 Problemi di fornitura di energia elettrica (+50%)
Elettrificare l’intero parco auto comporterebbe un aumento del consumo di energia elettrica da 302 TWh a 450 TWh (+50%) stiamo costruendo questa capacità?
#2 Costo elevato per famiglie a reddito medio basso
Le auto elettriche attualmente hanno un prezzo più elevato rispetto alle auto a benzina o diesel. Questo comporterà difficoltà per le famiglie con un reddito limitato nell’acquisto di un’auto. Stanzieremo nuovi incentivi e faremo nuovo debito pubblico?
#3 Tempi di ricarica 10 volte superiori rispetto a un pieno di benzina
La ricarica delle auto elettriche richiede una adeguata infrastruttura. I tempi per la ricarica sono, con i supercharger, 10 volte quelli di un pieno. Decuplichiamo le pompe in autostrada e colleghiamo i “distributori” a cabine da decine di MWh?
#4 Autonomia dimezzata rispetto alle auto a combustione
Le auto elettriche hanno un’autonomia in media dimezzata rispetto a quelle a combustione. Serve un ulteriore raddoppio dei punti di ricarica in autostrada (quindi 20 volte più degli attuali distributori se fossero tutti supercharger). Lo stiamo facendo?
#5 Chiusura aziende e perdita di migliaia di posti di lavoro
Ridimensionamento della filiera: Cancellazione della produzione di motori a combustione interna e delle loro componenti vuol dire chiusura o ridimensionamento di aziende e perdita di migliaia di posti di lavoro. Come impiegare gli addetti licenziati?
Lo stesso vale anche per la “scomparsa di migliaia di posti nei servizi di manutenzione e distribuzione distribuzione carburante. Cosa faranno gli attuali addetti per vivere?”
# La testimonianza di un possessore: “Le auto elettriche sono una fregatura”
Alle domande sul futuro si aggiungono problemi riscontrati da chi già possiede un’auto elettrica, come Roberto Girardi, presidente di AIPI FVG, che riporta questa testimonianza:
“Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.”
# La fregatura delle colonnine: “costano il doppio rispetto alla rete domestica”
Queste le motivazioni di tale conclusione tranchant:
“Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all’utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.”
# Ci vuole mezza giornata per fare una piena ricarica
“Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.”
# Se si fa un lungo viaggio con un’auto elettrica ci vuole il doppio del tempo
“Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un’ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l’80% della ricarica è un’altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).”
“Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall’autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!”
I problemi di ricarica sono noti. Ma le auto elettriche sono davvero più economiche nel loro utilizzo?
# A parità di chilometri, una carica elettrica costa 4 volte un pieno di GPL e dopo 8 anni l’auto vale zero
“Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un “pieno” di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
B) un “pieno” di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un “piccolo particolare”: con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l’asino:
– costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
– costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
– costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
– costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all’esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime (dopo non più di 8 anni) vale zero.”
Scambi record nel 2022 tra Cina e Russia. Questo nell’anno delle sanzioni Occidentali contro il Paese governato da Vladimir Putin. Un dato che pone seri interrogativi. Pubblichiamo estratti tradotti dell’articolo della Reuters China’s 2022 trade with Russia hit record $190 bln – customs
CINA e RUSSIA: interscambio alle STELLE. Il mondo sta girando a EST?
“Il commercio della Cina con la Russia ha raggiunto la cifra record di 1,28 trilioni di yuan (190 miliardi di dollari) lo scorso anno, ha dichiarato il governo venerdì scorso, anche se le importazioni della Russia dall’Unione europea sono diminuite a causa delle sanzioni relative all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.” (…)
“Le spedizioni di merci cinesi in Russia sono cresciute per sei mesi consecutivi. La Russia ha più che raddoppiato le sue esportazioni di petrolio liquefatto verso la Cina nel 2022 (…). Le importazioni cinesi di gas naturale russo attraverso il gasdotto Power of Siberia dovrebbero aumentare di almeno il 50% nel 2022, secondo il principale produttore russo, Gazprom. Le importazioni cinesi di greggio dalla Russia sono aumentate del 10% su base annua nei primi 11 mesi a quasi 80 milioni di tonnellate.” (…)
Le esportazioni dalla Cina in Russia “a dicembre sono in aumento dell’8,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno”. Le importazioni dalla Russia in Cina “sono aumentate dell’8,3%”.
“Russia e Cina sono pronte a riprendere i viaggi reciproci (sospesi per il Covid ndr) il prima possibile e ad approfondire la loro cooperazione strategica, ha dichiarato questa settimana Zhang Hanhui, ambasciatore cinese in Russia.”
Jacknbc nel video di Moto.it ci porta a scoprire quali sono gli incroci, le vie e le corsie preferenziali dove è più probabile fare un incidente. Si parte dall’incrocio più pericoloso: piazza Napoli sulla Circonvallazione esterna, forse la più rischiosa, anche per colpa di chi invade la preferenziale. Anche la circonvallazione interna, dove si assiste a un incidente in diretta, con il suo asfalto viscido quando piove. Poi si passa a piazza Cinque Giornate con i suoi binari e il suo pavé. Quindi il terribile incrocio tra Corso Magenta e via Carducci con il suo dedalo di binari. Binari, pavé, auto imbizzarrite: questi i brividi che si provano percorrendo Milano su due ruote. Il suo consiglio: “Anche se è verde rallentate quando attraversate un incrocio”.
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Milano potrebbe fare di più per i suoi locali e negozi storici? Sicuramente sì. Anche perchè molti di loro costituiscono un’attrattiva come i monumenti che si trovano in città. Queste alcune delle insegne storiche che non hanno riaperto le saracinesche negli ultimi anni.
LOCALI STORICI lasciati CHIUDERE negli ultimi tempi a Milano
#1 Bar Rattazzo
Bar Rattazzo
Generazioni di giovani milanesi hanno preso qui un drink o una birra da bere nei giardini circostanti. Una tradizione quasi come l’aperitivo. Ma su cui è calato il sipario. Dopo la morte di Pietro Rattazzo, storico volto e anima del Bar Rattazzo in attività nel quartiere Ticinese dal 1961, il locale aveva provato a rimanere in piedi. Le difficoltà aggravate dall’emergenza sanitaria hanno costretto gli eredi a chiuderlo nel 2020.
Una delle prime gelaterie di Milano: aperta nel 1952 dai fratelli Toldo, provenienti dalla Val di Zoldo, nel cuore di Brera in via Ponte Vetero. Ingrandita negli anni trasformandosi in una gelateria polifunzionale con servizio dalla colazione all’aperitivo serale, nel 2020 ha lasciato spazio a un negozio di abbigliamento.
#3 Mariposa
Credits: tripadvisor – Interno Mariposa
Mariposa in Porta Romana è stato per anni il punto di riferimento per i milanesi, e non solo, che cercavano rarità discografiche. Qui si potevano trovare dischi, film, biglietti per concerti. Dal 2012, complice la crisi del settore, il locale si era trasformato in bar per fare colazioni, pranzi veloci e aperitivi con un rimando alla vecchia attività. Nel 2021 la chiusura a causa del Covid e l’arrivo al suo posto del famoso locale romano “Trapizzino – La vineria” che propone le classiche ricette dello street food della capitale.
Tra i bar storici della città che hanno cessato l’attività c’è Crocetta Milano 1982, con il punto vendita in via Baracchini all’angolo con piazza Diaz. Il 2022 è stato l’anno fatale, tra l’altroin una parte della piazza con altri locali chiusi da tempo, compreso il Grand Hotel Plaza.
Sempre nel 2022 dopo trentacinque anni di attività ha chiuso i battenti un simbolo della cultura enogastronomica meneghina: il Pont de Ferr. La celebre clair che si affaccia sul Naviglio, e che nel 2011 aveva ottenuto il riconoscimento della stella Michelin, non riaprirà più per deliziare i palati dei milanesi.
Il 2022 è stato anche l’anno dello stop definitivo per Killer Milano la discoteca nata dalle ceneri del “mitico” Plastic che così consuma definitivamente la sua storia gloriosa. Il locale di Andrea Marconetti in viale Umbria ha abbassato per sempre le serrande.
La Pasticceria Supino di via Cesare da Sesto in Porta Genova, famosa per la bontà dei suoi cannoncini ripieni di crema, ha cessato all’inizio del 2022. I titolari della prima pasticceria a entrare nella Guida Michelin, anche grazie a una mitica torta cioccolato e pere, dopo oltre 50 anni non sono riusciti a trovare nessuno in grado di proseguire l’attività.
#8 Blanco
Credits blancobarmilano IG – Blanco Milano
Blanco, lo storico locale all’angolo tra piazzale Lavater e via Morgagni in porta Venezia punto fermo per oltre un decennio della movida milanese e della comunità LGBT, ha chiuso alla fine del 2022.
#9 Pizzeria Sibilla
Credits goof_shimura_soffet IG – Pizzeia Sibilla
A causa dei costi troppo alti di gestione ha abbassato le serrande a novembre del 2022 la pizzeria Sibilla, ristorante storico di via Mercato a Milano, in zona Brera. Il locale famoso nella zona per la sua pizza napoletana rigorosamente cotta nel forno ha posto la parola fine alla sua storia dopo 79 anni, aveva inaugurato nel 1943.
#10 Pasticceria Vecchia Milano
Credits postibelliamilano IG – Pasticceria Vecchia Milano
Il 1 gennaio 2023 dopo 51 anni di attività ha chiuso definitivamente la storica pasticceria Vecchia Milano in zona Acquabella-Argonne. Un vero paradiso dei dolci con pasticcini mignon, praline, biscottini da tè, lievitati, bellissime torte classiche e decorate e i panettoni, il locale è stato uno dei primi a proporli tutto l’anno.
Molta musica, molto teatro, laboratori (anche per bambini) e perfino un angolo di Francia alle porte di Milano. Ecco cosa ci aspetta nel fine settimana del Carnevale di chi non è di Milano.
Il weekend del CARNEVALE dei NON MILANESI: gli appuntamenti da non perdere dal 17 al 19 febbraio #ToDoMilano
Omaggio a John Williams: le colonne sonore di John Williams agli IBM Studios, a partire dalle 21.00, eseguite dai solisti di Milano Classica.
Voodoo Mars: amici appassionati del Rockabilly, ecco la vostra serata! La band misteriosamente rapita dagli alieni negli anni ’60 torna, insieme al marziano, alla Scighera. Atterraggio previsto alle 21.00.
Freddie & The Cannonballs: il blues anni ’50 e una puntatina al sound anni ’60, con la band svizzera capitanata da Federico Albertoni, che sbarca al Bonaventura Music Club di Buccinasco. Inizio alle 21.30.
Sotterranea Live: la musica underground è la protagonista della serata al Magnolia di Segrate. Sul palco si avvicendano Daykoda, Ze In The Clouds e Dave. Inizio alle 22.00.
Mary and the Quants: il weekend ospita una band milanese che mixa beat, pop, Motown e British Invasion anni ’80. È la serata Bandiera gialla dello Spirit de Milan, che inizia alle 22.30.
Single Party: il tributo ai single è la coccola che l’Alcatraz dedica a chi ha passato San Valentino da solo/a. Si inizia alle 23.00 e sul palco ci sono i Divina.
Mamacita party: la proposta del Fabrique per la prima lunga notte del weekend è la selezione di hip-hop e r’n’b. Inizio alle 23.30.
Ricardo Villalobos: l’asso della musica elettronica è in console ai Magazzini Generali, nella notte del venerdì milanese. Si comincia alle 23.30 e si finisce sabato mattina.
#Sabato 18/2: l’altro derby di Milano, Baglioni e il Carnevale dei “non milanesi”
Claudio Baglioni – Credits: Paolo Talanca
Evviva il Coding!: laboratori di programmazione informatica, per bambini e ragazzi, dai 7 ai 17 anni, divisi per fasce di età. Dalle 10.00 alle 12.30 un’introduzione divertente a quella che pare essere una materia del futuro. Presso il Centro Spazio Vita Niguarda di p.zza Ospedale Maggiore 3.
We Can Do It!: workshop di meccanica della bicicletta, tutto al femminile. Presso Cascina Nascosta, nel Parco Sempione, dalle 10.30 alle 12.30 o dalle 14.30 alle 16.30.
Mini Derby Monza Milan: 23^ giornata del campionato allo Stadio di Monza, dove i padroni di casa ospitano i rossoneri di Pioli. Fischio d’inizio alle 17.00.
Inter Udinese: alle 19.45 è invece il turno dei bauscia nerazzurri, che affronteranno l’Udinese sul prato di San Siro.
Le nove stagioni o dell’autunno perduto e ritrovato: le 4 stagioni della natura insieme alle stagioni della musica, proposte da Ensamble Giulio Rusconi al Teatro De Silva di Rho. Vivaldi, insieme a Piazzolla e all’autunno di Galante, sono gli ingredienti di questo spettacolare evento che inizia alle 21.00.
Senza rete: i comici del web si catapultano (senza rete di protezione) sul palco dello Zelig. Come sarà l’impatto col pubblico? Si scoprirà alle 21.00.
Faber is Back: tributo a Fabrizio De André che cade il giorno della nascita del compianto anarchico genovese. In programma al Bonaventura Music Club di Buccinasco alle 21.30.
Rina Sawayama: la modella e cantante giapponese, britannica di adozione, è la proposta del sabato sera al Fabrique. Lo spettacolo inizia alle 21.00.
Aqua: unica data italiana per i danesi di Barbie Girl. Scelgono Milano e si accomodano al Forum di Assago, per lo spettacolo in prima serata delle 21.00.
Claudio Baglioni: Solo 12 Note Bis arriva al Teatro degli Arcimboldi, per riunire il cantautore romano con i suoi fans milanesi. La prima delle 12 note è alle 21.00.
Magpie Swing Quartet: lo swing anni ‘30/’40, delicato e malizioso nell’interpretazione del Quintet, è il dopo cena dello Spirit de Milan. Inizio spettacolo alle 22.30.
Zarro Night speciale Carnival Party: è il carnevale dei giargianés e si può godere un’anteprima nella serata del Live Club a Trezzo s/Adda. Inizio alle 23.00 col peggio dell’outfit e delle cose tamarre.
#Domenica 19/2: mercatini, tango e la prima volta di un cantautore alla Scala
Omaggio a Rudolf Nureyev – Credits: Trendiest Mag
Acqua al Mulino: visita di 30 minuti alle macine in pietra del Mulino di Chiaravalle, attivate dalle 10.00 alle 13.00 dall’acqua proveniente da Nosedo. Tutta la meccanica visibile, tanti slot disponibili.
Von Fries, il banchiere di Beethoven: per la rassegna Palazzo Marino in Musica, concerto gratuito di Francesca Bonaita (violino) e Martina Consonni (pianoforte) che eseguono due sonate di Beethoven. Inizio previsto alle 11.00 di mattina nella Sala Alessi.
60×60: originale mercatino di @flugmarket, che mette a disposizione uno spazio di 60 cm² per ogni espositore ed artigiano. Dalle 12.00 alle 19.00 all’Ostello Bello di via Medici 4.
Giocomerenda, un Museo da Record: visita per bambini dai 4 ai 12 anni alla ricerca dei record esposti al Museo del Tessile di Busto Arsizio. Prenotazione obbligatoria delle visite che hanno luogo dalle 15.30 alle 17.00.
Tangos: il Balletto di Milano esegue tanghi e milonghe alla ricerca di una moderna forma di espressione nel genere. In programma al Teatro Pime alle ore 17.00.
Degustazioni Letterarie: il Teatro Manzoni apre il suo foyer per la formula della lettura teatrale e la degustazione di vini. Questa settimana Il Richiamo della Foresta, letto da Davide Remondini, alle ore 20.00.
Paolo Conte: per la prima volta un cantautore si esibisce sul palco del Teatro Lirico più celebre al mondo. Accompagnato da un ensamble di musicisti e una scaletta studiati per l’occasione, Paolo Conte attende il pubblico alle ore 20.00.
Larry Goldings Trio: tre leggende della musica jazz festeggiano i 30 anni del lor trio al Blue Note. Dalle 20.30 lo spettacolo di Larry Goldings (organo), Peter Bernstein (chitarra) e Bill Stewart (batteria).
Omaggio a Rudolf Nureyev: etoile e primi ballerini provenienti dalle compagnie più prestigiose del mondo, renderanno omaggio al più grande di tutti. Il tributo va in scena al Teatro degli Arcimboldi, con inizio alle 20.30.
Ridete piano che sto dormendo: c’è spazio anche per il monologo femminile di Federica Ferrero, che dal palco dello Zelig Cabaret racconta pregi e difetti di questo mondo. Sipario alle 21.00.
Trivium + Heaven Shall Burn: brividi metal per il concerto che vede le due band alternarsi sul palco dell’Alcatraz. L’inizio della serata è fissato alle 21.00.
#Intero weekend: trovare un angolo di Francia o allattare capretti in Brianza, mentre in città domina il teatro di prosa
Mercatino regionale francese – Credits: Mete Weekend
Mercatino Regionale Francese: nuova edizione del trionfo enogastronomico d’oltralpe, che si tiene a Monza in piazza Trento e Trieste. Da venerdì a domenica, dalle 12.00 alle 20.00 è aperto il piccolo angolo di Francia brianzolo.
Allattamento capretti: attività per bambini dai 7 anni in su, organizzata da Cascina Bagaggera, in via Bagaggera 25 a La Valletta in Brianza. Sabato e domenica disponibili diversi slot. Info QUI.
Orgasmo e pregiudizio: amato dal pubblico di mezzo mondo da oltre 15 anni, arriva al Teatro San Babila da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.00, domenica pomeridiana alle 15.00.
Grasse Matinèe: due donne dialogano del senso della vita e della morte. Sono due ospiti del cimitero e ne parlano tra leggerezza e profonda pesantezza. In scena al Teatro AltaLuce, venerdì e sabato alle 20.30.
Col cavolo: monologo-delirio ortofrutticolo di e con Carlo Maria Rossi. Tutti, ma proprio tutti, i doppi sensi vegetali al Teatro Oscar, da venerdì e sabato alle 20.30, o domenica alle 16.00.
Psycho Killer: il vaso di pandora scoperchiato da un ghostwriter delle serie TV. In scena al Teatro Litta da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.30, domenica alle 16.30.
Fake: uno sguardo lucido sul mondo patinato degli attori di cinema e TV, sezionato con chirurgica precisione da Lorenzo Balducci nella nuova stand up comedy in scena all’Eco Teatro. Venerdì e sabato spettacoli alle 20.45, domenica alle 16.00.
Pubblicata l’ultima classifica sui “formaggi più buoni del mondo” a cura di Taste Atlas. Si mette la parola fine sulla eterna sfida tra Italia e Francia? Giudicate voi.
ITALIA, Campioni del Mondo dei FORMAGGI: la classifica definitiva
# Otto dei primi dieci sono italiani
Risultato schiacciante. Otto dei dieci formaggi più buoni del mondo sono prodotti in Italia. Non solo: i primi quattro sono tricolori. E non è il tricolore francese. Anzi. Malgrado la convinzione tra i cugini transalpini, per trovare il primo formaggio di terra di Francia bisogna scendere fino al tredicesimo posto. Uno smacco colossale per Macron & C.
# I formaggi più buoni del mondo
Al primo posto il Parmigiano Reggiano. Di sicuro il formaggio più copiato e falsificato del pianeta. Al secondo posto ci si avvicina alle porte di Milano con il Gorgonzola Piccante. Seguono poi la Burrata pugliese e un altro prodotto a noi vicino: il Grana Padano originato a Chiaravalle. Dopo l’intrusione dell’Oaxaca messicano si torna a casa con il sesto posto di un altro prodotto unico al mondo: lo Stracchino. Completano la top 10 trionfale la Mozzarella di Bufala della Campania e il Pecorino nella versione sarda e in quella toscana. Altro formaggio lombardo nella top 10 è il Taleggio in diciassettesima posizione. Per trovare i formaggi francesi bisogna armarsi di pazienza e scorrere in basso la classifica.
Tra i francesi che si incazzano/E i giornali che svolazzano/C’è un po’ di vento, abbaia la campagna/E c’è una luna in fondo al blu.