Immaginatevi i rooftop newyorkesi, le sensazione delle infinity pool di Bangkok e un’atmosfera rilassata tipica di Bali e poi trasportate tutto questo a Milano. È così che si presenta il rooftop cocktail bar più metropolitano della città.
La terrazza con piscina di Milano dove brindare al tramonto
# Vertigo: il rooftop cocktail bar in via Tortona, per sentirsi come a New York o a Bangkok
Credits: @nhow.hotel – Vertigo
Da quando ha inaugurato, nell’aprile 2023, il nuovo locale con terrazza panoramica e piscina del NHow Hotel Milano in via Tortona 35 ha subito fatto parlare di sé. Il progetto è stato sviluppato da Finint Investments SGR e realizzato in collaborazione con lo studio di architettura Park Associati ed è diventato in poco tempo un delle location ideali nelle calde giornate milanesi. Il nuovo rooftop cocktail bar del NHow Hotel si chiama Vertigo ed accoglie i suoi clienti in un mix di lusso, charme e divertimento.
A renderlo uno dei bar più instagrammabili della città sono la piscina a sfioro, la vista sullo skyline milanese e l’arredamento glamour, proposto al pubblico anche come location per eventi di tutti i tipi, sia privati sia organizzati dal locale stesso.
# Terrazza e Infinity Pool con vista sullo skyline milanese
Credits: @nhow.hotel – Vertigo
La terrazza è veramente immensa, si estende su una superficie di 750 metri quadri sul tetto dell’hotel e può ospitare fino a 200 persone. Si suddivide in più aree e tra queste spicca la vera chicca del locale: un Infinity Pool che regala la vista sullo skyline milanese. Si affiancano poi due piscine circolari e colorate, un’area solarium un ristorante e l’esclusivo cocktail bar.
saraepier IG – Vertigo
Le vasche sono riservate a chi ha una stanza nell’hotel. Un ruolo essenziale nel creare quell’atmosfera glamour che si respira da Vertigo è assegnato agli arredi ricercati. Il colore dominante è l’arancio, per ricordare quello che caratterizza il gruppo alberghiero NHow, alternato al grigio della pavimentazione e al magenta di qualche dettaglio.
# Sapori internazionali mixati ai grandi valori della tradizione italiana
Credits: @nhow.hotel Vertigo
Il locale mette a disposizione anche un ristorante con 60 posti a sedere e propone una cucina con piatti dai sapori internazionali che incontrano i grandi valori della tradizione italiana. I barman di Vertigo preparano invece drink studiati fino all’ultimo ingrediente e tra quelli da provare ci sono: lo Spring Night, realizzato con rum La Hechicera, cordiale di maracuja e pesca, gin Monkey 47, Roots Masthia alla melissa e succo di limone o il Reflection con vodka al faffir e Sichuan, Sherry Fino, Chartreuse gialla e soda.
Credits: wikipedia.org - Tracciato passante di Milano
Il passante viaggia in larga parte sotto il centro urbano di Milano e unisce le linee ferroviarie provenienti da nord-ovest con quelle ad est e sud-est. Molti milanesi lo snobbano considerandolo un mezzo per pendolari. Pochi sanno invece che consente in certi tratti lo spostamento più veloce a Milano.
Il passante strategico, la “sesta linea della metropolitana”: le tratte dove è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)
Si tratta di un’infrastruttura ferroviaria quasi interamente sotterranea che attraversa la città di Milano da Nord-Ovest (Certosa e Bovisa) a Sud-Est (Rogoredo e Forlanini). Le 6 stazioni di P.ta Vittoria, Dateo, P.ta Venezia, Repubblica, P.ta Garibaldi, Lancetti sono servite dalle linee suburbane S1 (Saronno – Lodi), S2 (Seveso – Milano Rogoredo), S5 (Treviglio – Varese), S6 (Novara – Treviglio) e S13 (Milano Bovisa – Pavia), con una frequenza che arriva nella tratta Lancetti – Porta Vittoria, di un treno ogni 6 minuti.
Il passante è strategico a tal punto da essere più comodo e più rapido persino delle linee metropolitane, non per niente è considerato anch’esso un’ulteriore linea metropolitana anche se non così popolare, ed è l’unica infrastruttura trasportistica pesante che taglia la città in diagonale.
# La sesta linea metropolitana: i tratti più rapidi
Credits: milano.repubblica.com
Vediamo di dare concretezza a quanto detto sopra, prendendo in considerazione i tragitti compresi solo nel tratto comune, in ordine crescente in base al tempo di viaggio:
Tragitto Porta Vittoria-Lancetti: 2 alternative
Passante ferroviario, 5 fermate in 22 minuti
Linea circolare 91, 22 fermate in 42 minuti
Tragitto Dateo-Lancetti: 3 alternative
Passante ferroviario, 4 fermate in 20 minuti
Linea 92, 17 fermate in 35 minuti
M1+M3 (per un totale di 8 fermate) +linea 61 per 5 fermate in 51 minuti
Tragitto Porta Venezia-Lancetti: 3 alternative
Passante Ferroviario, 3 fermate in 18 minuti
Linea 33+2, 13 fermate in 35 minuti
Linea 9+92, 15 fermate in 38 minuti
Tragitto Repubblica-Lancetti: 2 alternative
Passante Ferroviario, 2 fermate in 16 minuti
Linea 10+92, 12 fermate in 31 minuti
Tragitto Porta Garibaldi-Porta Venezia: 3 alternative
Passante Ferroviario, 2 fermate in 3 minuti
Linee 33, 8 fermate in 19 minuti
M1-M2, 9 fermate in 29 minuti
Credits: wikipedia.org
Facendo un’altra prova, usciamo dal tratto comune del passante in direzione nord-ovest e prendiamo la tratta Repubblica-Rho Fiera:
– Passante Ferroviario, 5 fermate in 25 minuti
– M1-M3, 19 fermate in 37 minuti
Facciamo un’ultima prova, usciamo dal passante sia al punto di partenza che a destinazione e percorriamo la tratta Rogoredo-Rho Fiera:
– Passante Ferroviario (suburbana), 10 fermate in 31-38 minuti
– M1-M3, 24 fermate in 41 minuti
# Conclusioni
In ogni caso analizzato si verifica un risparmio in termini di tempo e di numero di fermate, oltre alla comodità in termini di spazi sia a livello di stazioni che di treni rispetto ad una classica linea metropolitana.
ULTERIORE PUNTO DI FORZA
Nel tratto compreso tra Porta Venezia e Porta Garibaldi, c’è la possibilità, a distanza di una fermata l’una dall’altra, di scambiare con tutte e 5 le linee metropolitane. Dall’apertura della M4 il tratto in considerazione è stato esteso ad un’altra fermata, quella di Dateo, facendo così diventare il Passante un Hub per interscambiare con tutto il sistema di metropolitane.
COSA MIGLIORARE
Il passante è una struttura relativamente sconosciuta e non adeguatamente sfruttata da pendolari e milanesi, forse anche perché risulta quasi un “corpo estraneo”: una soluzione potrebbe essere il passaggio della gestione in capo ad ATM con relativo adeguamento di tornelli, segnaletica, grafica e colori che richiamino alle linee metropolitane, oltre all’indicazione sulla cartina dei trasporti per farla riconoscere a tutti come un’altra linea a tutti gli effetti.
Prima di arrivare all’aspetto che tutti conosciamo oggi, il simbolo della nostra città è passato attraverso secoli di lavori. La facciata avrebbe potuto però essere completamente diversa. Scopriamo la sua evoluzione nel tempo e i progetti alternativi presentati.
Il Duomo di Milano: poteva avere un volto diverso. Queste le facciate alternative (Immagini)
# Una storia lunga secoli e ancora in corso
wikipedia – Duomo alla fine del ‘700
La costruzione del Duomo di Milano è iniziata ufficialmente nel 1386 con la decisione di realizzarlo al posto delle antiche basiliche di Santa Maria Maggiore e di Santa Tecla. I resti di entrambe e del Battistero di San Giovanni alle Fonti sono visibili ancora oggi. I lavori proseguirono fino alla fine del secolo con l’inglobamento della vecchia cattedrale di Santa Maria Maggiore, poco alla volta demolita, ma per molto tempo rimase la facciata. Alla fine del ‘500 si iniziò a progettare quella nuova, gettandone le fondamenta mentre quella vecchia era stata ricostruita più avanti rispetto alla collocazione originaria prima della definitiva demolizione avvenuta poi solo nel 1863.
# Il primi progetti di facciata
wikipedia – Progetto Tibaldi
Tra i primi progetti documentati troviamo quello di Pellegrino Tibaldi del 1580, basato su un basamento a due piani animato da colonne corinzie giganti e con un’edicola in corrispondenza della navata centrale, affiancata da obelischi. A seguire fu Martino Bassi a proporne un altro dopo, dopo la morte Carlo Borromeo nel 1584 e l’allontanamento del suo protetto Tibaldi.
# Dalla proposta del Buzzi al Vittone
wikipedia – Progetto Duomo Richini
Nel 1607 partirono i lavori sul lato settentrionale per realizzarla in base al progetto del Tibaldi, ma con alcune modifiche proposte dal Richini e da Alessandro Bisnati, in particolare per l’ordine superiore.
Nel 1649 il nuovo architetto della Fabbrica Carlo Buzzi prepara una sorpresa rivoluzionaria per l’ingresso a Milano della regina Maria Anna d’Austria, seconda moglie di Filippo IV: riprendere l’antica impostazione gotica del Duomo con due grandi pilastroni affiancati al portale centrale.
A queste seguiranno altri progetti, più distanti come quello di Francesco Castelli del 1651, di Juvarra nel 1933, del Vanvitelli nel 1745 e del Vittone nel 1746.
# La ripresa dei lavori di Soave e il completamento della facciata su ordine di Napoleone
Urbanfile – Cagnola e Soave
Per arrivare a vedere la realizzazione di un progetto definitivo della facciata si dovrà la fine del Settecento quando Francesco Soave riprende i lavori, seguente il vecchio progetto del Buzzi adottando una soluzione più semplice. Fu solo poi per iniziativa di Napoleone, alla vigilia della sua incoronazione a Re d’Italia, a venirne intrapreso il completamento.
# Il concorso internazionale del 1886 che poteva stravolgerla
wikipedia – Duomo Brentano
Un concorso internazionale dell’allora “Grande Fabbrica” nel 1886 avrebbe potuto rimescolare tutto di nuovo. L’obiettivo era infatti quello di rifare la facciata in stile gotico e a vincere fu il progetto concepito a modello delle cattedrali francesi di Giuseppe Brentano, un giovane allievo di Boito. A causa della sua prematura scomparsa però non se non fece nulla se non alcune modifiche al costruito dell’epoca e inserimenti.
Urbanfile - Progetti concorso
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Progetto Beltrami Duomo
Progetto Beltrami Duomo con campanile
Progetto facciata Locati
Progetto Quadri facciata Duomo
Tra gli architetti a partecipare alla selezione ci fu anche Beltrami, che si occupò di salvare e di restaurare il Castello Sforzesco. I lavori del Duomo di Milano si conclusero definitivamente nel 1965, con la realizzazione dell’ultima porta verso sud sempre a seguito di un concorso, e oggi proseguono con il suo continuo restauro ad opera della Veneranda Fabbrica.
Ci sono momenti in cui ci si ritrova a “sentire“ la città di Milano empaticamente dentro di noi. Quando Milano ci fa sentire un friccico nel cuore.
Quegli irresistibili momenti d’intimità con Milano
# La mattina appena svegli
Credits Andrea Cherchi – Skyline Milano alba
Si apre la finestra e si viene travolti dall’aria frizzantina. Milano è già sveglia e infatti se ne percepiscono i primi rumori, tra negozi appena aperti, cani a passeggio, bimbi a scuola, pane sfornato, brioche alla crema. Clacson, lavoro, battiti di vita.
# A notte fonda
Credits Andrea Cherchi – Milano di notte dall’alto
È il momento in cui si ha l’illusione che Milano dorma ma in realtà non dorme mai. Anzi, sembra ascoltare chi è vittima dell’insonnia e rispondere con qualche clacson, urla allegre dei ragazzi della movida, qualche scampanellio di bicicletta, tapparelle che si abbassano sopra un giorno che non vuole finire.
# Passeggiate nel weekend
fietzfotos – Camminare a Milano
Quando si ha più tempo e si passeggia a piedi per la città, la percezione di essa si fa più nitida. È più facile perdersi tra le sue viuzze, ripercorrerne altre e riscoprirle in una nuova ottica, incrociare sguardi di passanti che sembrano comprendere queste morbide vibrazioni di una Milano più tranquilla che si stiracchia le membra fra piazzette e vicoli fioriti.
# Al rientro da una vacanza
credits: @andreacherchi_foto
La percezione di Milano si fa sentire già qualche giorno prima del rientro, quando il pensiero corre alla città e alla sua frenesia, ma, una volta giunti alle porte di essa, subito si entra in un’altra dimensione e sembra di sentire una scossa elettrica. Rumori, clacson, vetrine, luci, tanta gente. Arco della Pace. Biciclette. Profumi, un respiro di sollievo: casa.
stradeeautostrade.it - Svincolo Kvitsoy a 266 metri sotto il mare
Il progetto, oltre a stabilire nuovi record, contribuirà a dimezzare i tempi di percorrenza di un’importante arteria stradale europea di cui farà parte una volta portato a termine. Le caratteristiche del tunnel e quando è prevista la sua inaugurazione.
Il tunnel stradale sottomarino: il più lungo e profondo del mondo
# Il progetto di riqualificazione e miglioramento della Strada Europea E39
Viaggio attuale costa occidentale Norvegia
Il progetto fa parte della riqualificazione e trasformazione del tratto norvegese della Strada Europea E39, con un investimento complessivo di circa 40 miliardi di euro, che percorre la costa occidentale. L’obiettivo è collegare meglio le città, le grandi regioni commerciali e contribuire a uno sviluppo del mercato immobiliare, di quello del lavoro e dei servizi connessi. Il tracciato è lungo 1.100 km da Trondheim a nord a Kristiansand a sud, attraversando le città di Stavanger, Stord, Bergen, Førde, Ålesund e Molde, sarà più breve di 50 km rispetto all’attuale e grazie all’eliminazione di traghetti consentirà di dimezzare le ore di viaggio da 21 a 10.
# Il tunnel stradale sottomarino, sotto i fiordi, più lungo e profondo del mondo
stradeeautostrade.it – Svincolo Kvitsoy a 266 metri sotto il mare
La Norvegia non è nuova a tunnel, nel 2000 ha inaugurato quello di Lærdal che con i suoi 24,51 km di lunghezza è ancora oggi la galleria stradale più lunga del mondo, ma quello che dovrebbe essere realizzato si prepara a battere ogni record.
Di Mario1952 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=108201013 – Tracciato Rogfast
Stiamo parlando del Rogfast, parte della rinnovata Strada Europea E39, che una volta aperto sarà il tunnel stradale sottomarino più lungo del mondo con i suoi 26,7 chilometri di lunghezza e anche il più profondo a 392 metri. Metterà in collegamento le città di Kristiansand, Stavanger, Haugesund e Bergen e sottopasserà i fiordi Boknafjord e Kvitsøyfjord.
worldhighways.com – Uscite sicurezza
Sono previsti due tunnel separati per il flusso stradale di 10,5 metri, tre svincoli, e ogni 250 metri sono previsti passaggi che li collegano e che in caso di emergenza possano consentire una rapida e facile uscita. Nella versione precedente del progetto, prima dell’ultima revisione, era previsto che il tunnel fosse flottante sotto la superficie dell’acqua.
# Un investimento di 1,5 miliardi e inaugurazione prevista nel 2033
Il progetto è stato approvato nel 2017 dal Parlamento Norvegese e dopo alcune interruzioni e costi aumentati, la cifra è salita a 1,5 miliardi di euro, è stata definita la nuova data per il suo completamento: il 2033. Attualmente sono in corso i lavori di pianificazione sull’attraversamento dei fiordi sul Bjørnafjorden e Langenuen a sud di Bergen e sul Nordfjord, mentre sono stati approvati i progetti per l’attraversamento del Romsdalsfjord e Julsundet. Riguardo l’attraversamento dei fiordi Sula e Halsa sono in corso i lavori tecnici tra cui la misurazione delle onde, delle correnti e del vento.
Martedì 16 aprile: l’apertura ufficiale del Fuorisalone 24. Ma già sono apparse le installazioni e si è avviata la caccia per capire cosa c’è di imperdibile in questa edizione. Queste le novità che si stanno guadagnando il più grande interesse nei video di anteprima realizzati. Foto cover: Andrea Cherchi
Fuorisalone 24: i primi video delle attrazioni imperdibili
# Il fuoricherchi: la prima fotogallery di Andrea Cherchi
Le prime immagini del Fuorisalone 24 a cura di Andrea Cherchi, il fotografo più amato dai milanesi.
Fuoricherchi
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# L’Amazing Walk di Amazon alla Statale
L’installazione di Amazon in collaborazione con Mad architects. La montagna incantata con l’amazing walk. Un sentiero sospeso sull’acqua accompagna l’interno di una montagna alla scoperta di prodotti di arredo e design per la casa. Video di 2 minuti e 4 secondi.
# L’edicola Oasi Zegna
In Via dei Giardini l‘Edicola Oasi Zegna realizzata da Fabio Barbalini. Video di 59 secondi.
# Vado a vivere da solo. Per la prima volta. ‘1st’, la mostra evento di Ikea
L’evento mostra di IKEA celebra la prima volta in cui si va a vivere da soli: si intitola infatti ‘1st’ e ha un’attenzione alle nuove generazioni e in particolare alla GenZ. Al Padiglione Visconti di via Tortona 58. Video di 1 minuto e 57 secondi.
# Il nuovo Durini Design District
Nell’area di Piazza San Babila. Video short.
# Porno Chic in Casa Ornella
In via Conca del Naviglio 10 Milano. Short Video.
# Extra: il FlashMob in Statale
15 aprile. Gli studenti alla Statale: Stop Genocidio a Gaza. Il flash mob. Video di 50 secondi.
I nomi delle fermate della metro possono rivelarsi paradossali. Come ricorda la Pagina Milano Scomparsa.
Dove si trovano le fermate della metro: quando il nome tradisce la Milano di una volta
# Affori Nord si trova a Osteria Nuova, Affori Centro non è per niente centrale
wikipedia
La fermata Affori Nord si trova in realtà nella frazione di Osteria Nuova. Anche Affori Nord è un po’ paradossale: si trova in realtà parecchio a sud del centro storico del borgo, non lontano dalla Cascina Pulsera.
# Maciachini è a Montalbino
Restando sulla “gialla”, la successiva Maciachini, dedicata all’architetto del Monumentale, si trova a Montalbino, un toponimo storico che si sta perdendo.
# In medio stat Zara
Zara si trova esattamente a metà strada tra due antichissimi borghi: a ovest La Fontana, dalla sorgente miracolosa degli “11 zampilli”, attorno alla quale venne eretta una basilica e poi a est Le Abbadesse, borgo agricolo incredibilmente ancora esistente a due passi dai grattacieli di Porta Nuova. Entrambi i nomi sarebbero stati corretti.
# Sondrio o Cascina Besozza? Repubblica o Misericordia?
La fermata di Sondrio è dove si trovava la Cascina Besozza, affacciata sul Naviglio Martesana. Anche Repubblica si trova sui terreni di due antiche cascine scomparse: la Barozzi e la ben più grande Misericordia. Nei pressi scorreva anche il Sevesetto, il canale scolmatore del Seveso.
# I Lanzichenecchi di Turati
Turati si trova nelle antiche Ortaglie di Sant’Angelo, una serie di campi agricoli ben drenati dalle acque, posti in lieve rialzo rispetto al territorio contiguo e che per questo fu scelto più volte come quartiere dalle truppe straniere che stavano per assediare Milano, ad esempio da Carlo di Borbone e poi dai Lanzichenecchi.
# L’errore di Monte Napoleone
Credits: milanotoday.it – Montenapoleone M3
Nulla da eccepire su Monte Napoleone, anche se per qualche strano motivo, la stazione della M3 porta il nome scritto tutto attaccato: Montenapoleone.
Lodi Tibb è un bel guazzabuglio. Lodi indica il nome dello stradone e della piazza, mentre la stazione della M3 si trova nei pressi della scomparsa Cascina Colombara. TIBB, invece ricorda il Tecnomasio Italiano Brown Boveri, una delle maggiori aziende europee per la produzione di tram, treni, materiale rotabile e meccanico, fondata a Milano nel 1867.
# Corvetto è in Gamboloita
Brenta sorge di fronte all’antica villa e cascina Gamboloita, di proprietà di un’altrettanto antica famiglia nobiliare, i De Gambolojtis. La seguente Corvetto, che ha dato il nome a un intero quartiere, si trova ancora nel territorio della Gamboloita e molto vicina alla Cascina Verde.
# Il Porto scomparso
Porto di Mare ha preso il nome dal porto scavato nei primi anni Venti e ricoperto negli anni Settanta: il territorio rientrava in quello delle vicine Cascina Casotto e Casottello, entrambi facenti parte del comune di Nosedo.
# San Donato abusiva
San Donato si trova ancora nel territorio di Milano, pur avendo il nome del comune confinante. L’area in cui si trova il capolinea si chiamava però Triulzo Superiore.
# Linate è a Novegro
Sulla M4, la linea blu, il capolinea Aeroporto di Linate si trova però a Novegro, mentre il Castello di Linate, una cascina fortificata, si trovava due chilometri più sud, non lontano dal borgo di Linate, entrambi quasi a metà della pista.
# I Tre Ponti di Repetti
Repetti in origine doveva chiamarsi Tre Ponti, come tutti chiamano il tratto di massicciata ferroviaria sopra viale Forlanini, e si trova in pieno nel territorio dell’importante Cascina Cavriana. Lo stesso dicasi per la successiva Forlanini FS, che si trovava però anche poco distante da un’antichissima Osteria della Malpaga.
# Le due fermate dell’Acquabella, il bivio dei contrabbandieri
Argonne e Susa si trovano in pieno nel territorio delle Cascine Acquabella, che diedero il nome anche al grande bivio ferroviario, detto dell’Isola Acquabella e poi Isola de’ Sfrosador, perché vi operavano, nottetempo, i contrabbandieri del tabacco.
# Gli eretici di Tricolore
La M4 continua poi con Dateo, dove passava il Fontanile San Gregorio e poi con Tricolore, per secoli nota come Ortaglie di Porta Monforte, dove vennero bruciati vivi decine di eretici piemontesi.
# La Pusterla di De Amicis
Tra le stazioni che saranno aperte nel 2024 c’è Sforza/Policlinico, il cui nome forse più rispettoso sarebbe stato Cà Granda od Ospedale Maggiore. De Amicis si trova dove scorreva il Naviglio della Vittoria, dalla vicina chiesa di Santa Maria della Vittoria. Alternativa forse ancor più valida, Pusterla dei Fabbri, l’antica porta medievale, che venne smontata nel 1900 e parzialmente ricostruita nel cortile del Castello.
# Gli animali di Coni Zugna
Coni Zugna potrebbe benissimo fare riferimento all‘Olona, che passava proprio in quel punto o alla non distante Stazione del Bestiame, dove venivano scaricati gli animali per portarli al Macello Comunale, tramite un tunnel.
# Sognando California al posto della Vipera
California è la seguente, ma non indica l’omonima cascina che si trova a Niguarda: si trova nel territorio dell’antichissima San Giovanni alla Vepra, l’antico nome dell’Olona, poi corrotto in San Giovanni alla Vipera.
# L’altra Brera
Bolivar, che si trova a metà strada tra la via Lorenteggio e via Washington, poteva benissimo ricordare o la vicinissima “gesa di lusert”, il piccolo Oratorio di San Protaso al Lorenteggio, oppure l’altrettanto vicina Isola Brera, vera e propria isola fluviale, dove per un paio di secoli si trovò una famosissima osteria, che noleggiava anche dei barchini per gironzolare sulle acque dell’Olona.
# Gli Arcimboldi mancati e Borgo Pirelli
Eccoci alla M5, che parte da Bignami, pertinenza della Bicocca, ma molto molto vicino alla Torretta, grande borgo agricolo di Sesto San Giovanni. Ponale si trova invece molto vicino alla Bicocca degli Arcimboldi, mentre la seguente fermata Bicocca è di fronte a Borgo Pirelli, il quartiere costruito a inizio del Novecento per i dipendenti della colossale fabbrica di cavi e pneumatici.
Cà Granda, vera follia odonomastica e toponomastica, si trova tra Pratocentenaro e Segnano. Isola, il cui nome corretto dovrebbe essere Isola Garibaldi, dato che a Milano vi erano almeno una decine di zone denominate “isola”, ma il nome storico dovrebbe essere Mojazza, da un’antica cascina e un antico cimitero.
# Cenisio: era meglio Simonetta
Dopo Garibaldi dove passa la M2, ecco Monumentale, che giustamente ricorda lo splendido cimitero/museo, ma che storicamente era l’area di San Rocco, da un antico oratorio.
Cenisio era invece in pieno nell’area della Simonetta, dall’omonima villa.
# Bullona e Sempione, meglio di Gerusalemme e Domodossola
Gerusalemme ricade in pieno nella Bullona, mentre Domodossola avrebbe potuto benissimo chiamarsi Sempione.
Tre Torri sorge nell’area dove si trovava la Cascina Gesiolo, ma divenne poi la Piazza d’Armi, la Fiera e solo infine CityLife.
# San Siro non è a San Siro
Case popolari San Siro
Segesta sorge nei territori che erano ancora pertinenza di San Siro, mentre le due seguenti, San Siro Ippodromo e San Siro Stadio, si trovavano bel lontane dall’antico borgo di San Siro, a est di piazzale Lotto e nel territorio della Cascina Brusada.
# Perché il Passante non lo si considera come una metro?
Passante
Oltre alle cinque linee di metropolitana, a Milano corre anche il Passante Ferroviario, che ha un servizio nel tratto urbano e sotterraneo, del tutto paragonabile a quello di una metropolitana, tanto che in molte città delle linee simili sono conteggiate come parte della rete metropolitana, a Barcellona, Rotterdam, Valencia, Napoli, nelle città tedesche come S-Bahn e in gran parte delle città nordamericane.
Questa sesta linea, immaginata già negli anni Sessanta, fu conclusa solo nel 1997, ma è una delle più “rispettose” della tradizione storica in quanto a nomi delle stazioni.
Ad esempio Villapizzone è un raro caso di rispetto assoluto della storia, come pure Bovisa sul ramo che proviene da nord. La stazione seguente è Lancetti, il cui nome corretto sarebbe però Derganino, dove si trovava il Lazzaretto Nuovo, o Ospedale degli Infettivi.
Porta Vittoria, che è ben distante da piazza Cinque Giornate, prende il nome dalla scomparsa Stazione Merci di Porta Vittoria, che fu aperta nel 1911, a servizio del vicino mercato del Verziere. Il nome storico sarebbe potuto essere o Senavra, dal manicomio che si trovava in corso XXII Marzo, o Calvairate, dal borgo posto 700 metri a sud.
Ok, non ha l’aria più buona del mondo, spesso il traffico è infame e l’asfalto è a rischio buche. Eppure ci dimentichiamo che Milano è una metropoli tascabile: una grande città che si riesce a percorrere a piedi come nessun’altra al mondo. Anzi, come solo un’altra a non troppi chilometri di distanza. Una classifica ricavata da Time Out celebra questa eccellenza meravigliosa di Milano.
Milano è la seconda città più “walkable” del mondo!
5 chilometri. E’ la distanza dal centro ai confini comunali. Significa che con un buon passo si può andare da una parte all’altra della città camminando in due o tre ore. Straordinario.
fietzfotos – Camminare a Milano
Solo Monaco di Baviera fa meglio al mondo. Dietro Milano c’è Helsinki e un’altra città che si gira in modo meraviglioso a piedi: Parigi. A sorpresa si piazza al sesto posto Tokio, la prima megalopoli in classifica e unica città al di fuori dell’Europa. Completano la top 10 Madrid e tre capitali della bicicletta: Oslo, Copenaghen e Amsterdam
Sotto Milano è nascosto un mondo. Antichi passaggi sotterranei, opere dimenticate, una vera e propria città perduta. Per vivere Milano da Indiana Jones.
Il cinema stenta a riprendersi. Dopo anni di chiusure, mascherine e di assalti di Netflix, molte sale sono ancora vuote. L’occasione giusta per godersi un film nella sala Nobel all’Anteo. Per vivere Milano con effetti speciali.
Uno dei luoghi di Milano dove si respira aria straniera. La nostra Notting Hill da quartiere operaio a zona unica, tra le più sorprendenti della città. Per vivere Milano in multicolor.
#26 Fare una Stramilano partendo dal fondo (dribblando tutti quelli che la fanno camminando)
L’Half Marathon dell’anno scorso
Se ancora non l’hai fatto, rimetti ai piedi le scarpe da corsa e inizia ad allenarti che ogni primavera arrivano le grandi classiche. Tonifica corpo e spirito partire in fondo e superare più concorrenti possibile. Un’emozione da provare. Per vivere Milano in grande forma.
O almeno provarci entrando nel suo celebre club. Una serata a ballare in uno dei locali di Milano è d’obbligo. Per vivere Milano con stile.
#24 Amoreggiare all’aperto in una sera d’estate
Certe sere di tarda primavera o d’estate Milano è da baciare. Basta passeggiare con la giusta compagnia e si rischia di essere travolti da un’insostenibile passione. Per vivere Milano appassionatamente.
#23 Riuscire a trovare un posto nel bar più piccolo del mondo (Backdoor43)
Se vuoi farlo entro l’anno affrettati a prenotare. Per vivere la Milano più intima.
Milano non ha grandi parchi, almeno se ci confrontiamo con le grandi città europee. Però ha angoli verdi unici al mondo. Come i giardini della vigna di Leonardo. Ancora più esclusivi da quando li hanno comprato i francesi. Per vivere una Milano proibita.
#21 Assaporare a Milano una cucina straniera mai provata
Si dice che il tipico cibo di Milano sia il sushi. La verità è che poche città al mondo offrono così tante cucine internazionali di standard così elevato. Cingalese, Nepalese, Belga, l’importante è provarne una nuova. Per vivere la Milano internazionale.
A Porta Romana le grandi terme di Milano. Tra vasche di acqua calda e percorsi benessere in stile scandinavo, emerge un unicum nelle Spa del mondo: la sauna sul tram. Se non l’hai provata questo può essere il periodo buono. Per vivere la Milano caliente.
Incoronato tra i locali top del mondo, se non l’hai mai provato, devi bere un cocktail in questo piccolo locali di culto in zona Porta Venezia. Per vivere Milano col friccico nel cuore.
#17 Guardare Milano dall’ultimo piano del Palazzo Lombardia
Palazzo Lombardia
Si apre e si chiude a intermittenza. Speriamo che chiunque vinca alle elezioni lo riapra al pubblico in modo permanente. Perché da lassù Milano è bella da togliere il fiato. Per vivere Milano con le vertigini.
#16 Sfidare la Serravalle Genova per fare colazione a Santa Margherita
Un tempo era una prova di iniziazione per i neo patentati. Un po’ come le prove del fuoco degli indigeni della Nuova Guinea. Poi è un po’ decaduto, anche per l’introduzione dei liiti e dei tutor. Però, anche senza mirare ai 180, resta l’autostrada più adrenalinica della nostra rete. E poi giunti al mare ci aspetta una colazione da capogiro a Santa Margherita. Per vivere Milano in quinta.
#15 Assistere a un derby o una partita di coppa europea a San Siro
Siamo o non siamo l’unica città al mondo ad aver vinto la Champions con due squadre diverse che giocano nello stesso stadio? In attesa che lo abbattano, muoviamoci ad ammirare lo spettacolo di San Siro con le luci accese e gli spalti esauriti. Per vivere Milano da campioni.
#14 Girare per la città in monopattino o in motorino
Comunque la si pensi, è indubbio che Milano non sia una città per automobili. Circolare a quattro ruote può trasformarsi in un inferno. Invece passare su due ruote può rivelarsi davvero intrigante. Agile ma al tempo stesso rischioso. Un’esperienza da brividi. Per vivere una Milano scattante.
#13 Un giro in elicottero sopra la città in una giornata di sole
E farlo assieme ad Andrea Cherchi che fa le foto è ancora più elettrizzante. Contattatelo. Per vivere una Milano panoramica.
La verità? Pochi milanesi lo hanno fatto. Che sia l’occasione per acquistare qualcosa nella strada più cara d’Italia? Per vivere Milano con le mani bucate.
La “Cappella Sistina” di Milano, uno dei luoghi più belli ma più sottovalutati della città. C’è anche il liocorno. Per vivere la Milano rinascimentale.
La superpedonale di Milano. Il grande classico. Da Brera al Bosco Verticale, passando per corso Garibaldi, Porta Nuova, Corso Como, Gae Aulenti e il Bosco Verticale. Per vivere Milano dal passato al futuro.
Il grande miraggio di noi poveri mortali di Milano: la prima alla Scala (non a tirare gli ortaggi). Che sia l’anno buono? Per vivere la Milano regale.
#2 Salire sul Duomo, a piedi, e guardare il monte Rosa con ancora le vertigini degli scalini
Concerto tra le guglie del Duomo
Vale lo stesso scritto sotto al Cenacolo. Per vivere Milano con il batticuore.
#1 Andarsene (e rimpiangerla)
A Milano si progetta di andare via. Per l’estate, per i ponti, per Natale, per il week end. Sapendo che una volta via, Milano ti manca da morire. Comunque sia, progettiamo grandi viaggi quest’anno, ok? Per vivere una Milano da rimpiangere.
Il Veneto conta ben 9 siti riconosciuti come Patrimonio dell’UNESCO. Scopriamo dove sono.
Le 9 meraviglie UNESCO in Veneto: l’elenco completo
Non è una novità dell’ultima ora, il fatto che Il Veneto sia una regione ricca di storia, arte e cultura. Grazie a ciò vanta una notevole concentrazione di siti riconosciuti dall’UNESCO per il loro valore universale. In questo breve articolo faremo un viaggio alla scoperta di tutti i siti UNESCO del Veneto, attraversando secoli di storia, arte e tradizione di questa bellissima regione italiana.
#1 Venezia e la sua Laguna
Credits: @Destination Italy (FB)
Non poteva non aprire la lista la città di Venezia, città dall’armonioso connubio tra natura e ingegno umano. Città unica al mondo, offre un esempio impareggiabile di come l’umanità abbia saputo trasformare le sfide ambientali e logistiche in opportunità di prosperità. Grazie alla sua magia, insieme alla bellezza mozzafiato della Laguna su cui si specchia, è stata ufficialmente inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 1987. Questo riconoscimento è stato conferito per l’eccezionale unicità e singolarità del suo patrimonio storico, archeologico, urbano, architettonico, artistico e delle sue tradizioni culturali.
#2 Gli affreschi del XIV secolo di Padova
Credits; @Viaggiando nella Bellezza (FB) – Padova: Cappella degli Scrovegni
Si tratta dell’ingresso più recente nella lista dei Patrimoni UNESCO della Regione Veneto. Otto monumenti situati nel centro storico di Padova, ciascuno dei quali custodisce tesori artistici di rara bellezza. Tra questi non potevano mancare la Cappella degli Scrovegni, famosa per i suoi affreschi di Giotto che narrano le storie della Vita di Cristo, e il Palazzo della Ragione.
All’interno dei monumenti sono conservati dei preziosi affreschi realizzati da maestri rinomati del XIV secolo. Tra questi, oltre al già nominato Giotto, si possono trovare il Guariento, Jacopo Avanzi, Jacopo da Verona, Giusto de’ Menabuoi eAltichiero da Zevio.
#3 Orto botanico di Padova
Credits: @Padova in foto (FB)
Fondato nel 1545, l’Orto Botanico di Padova è il più antico Orto Botanico Universitario del Mondo ancora in attività. Entra nella lista del Patrimonio Unesco nel 1997.
E’ considerato la culla degli orti botanici del mondo e ha svolto un ruolo cruciale nel progresso di numerose discipline scientifiche moderne, tra cui la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia.
#4 Dolomiti
Credits: @Luca Zaia (FB)
Risale al 2009 L’iscrizione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tra le montagne più famose del Mondo, devono la promozione non solo alla loro bellezza estetica, ma anche al loro significato scientifico nel contesto geologico e geomorfologico.
Un insolito fenomeno noto come enrosadira regala uno spettacolo senza eguali ai frotunati visitatori: quando il sole del tramonto colpisce le vette dolomitiche, queste si accendono con tonalità che sfumano dal rosa al rosso intenso.
#5 I siti palafitticoli delle Alpi
Credits: @Padova in Foto (FB) – Arquà Petrarca
Nel 2012 arriva invece il momento di entrare nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità per un complesso straordinario costituito da 111 insediamenti palafitticoli, distribuiti tra sei nazioni europee: Italia, Svizzera, Francia, Germania, Austria e Slovenia. Nella provincia di Verona, due località sono state insignite del prestigioso titolo. Una è a Peschiera del Garda, tra le zone di Belvedere e Frassino. L’altra è a Tombola, presso Cerea.
Anche la provincia di Padova vanta una località di notevole importanza: il Laghetto della Costa ad Arquà Petrarca, un piccolo paese ai piedi dei Colli Euganei, famoso per aver ospitato gli ultimi anni di vita di Francesco Petrarca.
#6 Le Ville Palladiane di Vicenza
Credits: @Dottrina dell’Architettura (FB)
Nel 1994 Vicenza viene dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La città è adornata da una collezione di ville firmate dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio.
L’artista ha contribuito a rendere Vicenza una città d’arte di primaria importanza, ideando edifici di inconfondibile eleganza, equilibrio e armonia. Solo due anni dopo, il sito è stato arricchito con l’aggiunta di altre 21 ville palladiane sparse in tutto il Veneto.
#7 Le opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo
Credits: @Lago di Garda (FB) – Peschiera del Garda
Nel 2017, l’UNESCO ha insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità un complesso di beni che attraversa diverse nazioni, tra cui l’Italia, la Croazia e il Montenegro. In Veneto è stata premiata la città di Peschiera del Garda, una città-fortezza a forma di pentagono.
Le maestose mura, risalenti al XVI secolo (durante il dominio della Serenissima Repubblica), sono ancor oggi splendidamente conservate. Lo spettacolo che si ammira affacciandosi sul Lago di Garda dalle mura di Peschiera è un vero incanto.
#8 Verona
Credits: @Destination Italy (FB) – Verona
Si parla della seconda città in Italia per presenza di reperti archeologici risalenti all’epoca degli Antichi Romani estremamente ben conservati.
Solo per citare alcuni tra questi: l’Arena, il Teatro Romano, il ponte Pietra, l’arco dei Gavi, le porte Leoni e Borsari. Verona è entrata nella lista UNESCO solo nel 2000, come esempio eccezionale di piazzaforte.
#9 Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Credits: @Castelbrando (FB) – Colline del Prosecco
Nel 2019 l’UNESCO ha promosso a Patrimonio Culturale dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Il territorio si snoda interamente tra le colline della provincia di Treviso e si presenta come un’opera d’arte collettiva.
Storia, arte e cultura si sono incontrate, nel corso dei secoli, in questa cornice naturale, dove terrazze scoscese e filari di viti disposti con cura evocano un’armonia perfetta tra umanità e natura. I vigneti di queste colline producono alcuni tra i vini più pregiati della regione, famosi in tutto il Mondo. Ogni singola osteria, trattoria, locanda del posto offre la possibilità di scoprire i sapori autentici della tradizione veneta.
Questa edizione del Fuorisalone potrebbe lasciare in eredità una piccola rivoluzione per Milano: non riguardo al design, ma sulla mobilità.
Queste le strade chiuse per il Fuorisalone (che non potrebbero riaprire mai più)
# Stop alla circolazione in queste strade
Credits Andrea Cherchi – Fuorisalone 2024
L’edizione 2024 del Fuorisalone prevede un stop alla circolazione in diversi quartieri interessati alla manifestazione. Fino al 20 aprile per alcune strade è prevista la chiusura in base alle esigenze del momento e per altre una chiusura dal primo all’ultimo giorno. Tra quelle colpite dal blocco del traffico ci sono:
via Solferino, da lunedì 15 aprile a venerdì 19 aprile dalle ore 17 alle 22, sabato 20 aprile dalle 14 alle 22 e domenica 21 aprile dalle 14 alle 20;
Via Savona, da Via Tortona a Via Bergognone;
Via Tortona, da Piazzale delle Milizie a Via Forcella e da via Voghera e via Savona;
Via Voghera;
Via Bergognone, da via Solari alla ferrovia;
Via Orseolo Pietro;
Via Montevideo, da Via Solari a Via Savona;
Via Cerano, da via Savona a via Voghera;
Via Novi; Via Forcella Vincenzo;
Via Bugatti Gaspare;
Via Stendhal, da Via Savona a Via Tortona;
Via delle Foppette;
Via Ventimiglia;
Via Bobbio;
Via Barbavara;
Largo delle Culture, Piazzale Stazione Genova, lato ferrovia.
# Il Sindaco Sala: “Qualcosa che è pensato per la Design Week può dunque diventare permanente”
Lo stop alla circolazione messo in atto in occasione del Design Week potrebbediventare permanente, o comunque tramutarsi in Ztl. A parlarne è stato il Sindaco Beppe Sala durante una diretta Instagram la scorsa settimana: “La mobilità è uno dei problemi della settimana del Fuorisalone. Consiglio di lasciare a casa l’auto. Ma il tema può essere utile per fare esperienza. Nel 2023 abbiamo chiuso via Durini. La chiusura era legata anche a lavori in corso, ma il Municipio 1 ha deciso di renderla permanente. Qualcosa che è pensato per la Design Week può dunque diventare permanente“. Nel 2024, ha aggiunto il Sindaco, l’idea è di replicare queste iniziative in altri quartieri: “Non so se poi saranno chiusure permanenti, ma sarà l’occasione per sperimentare la possibilità di cambiare il modo di vivere le nostre strade”.
Un progetto ambizioso e innovativo, un’oasi di relax in una location contemporanea e di design. Vediamo cosa prevede il progetto.
Il progetto della “Piccola Atlantide” di Segrate
# Un’oasi nel quartiere verde all’interno del Centro Parco
Credits ilmagicomondodirosa IG – Centro Parco
Per il lago del Centro Parco, l’area un tempo occupata dalla cave e oggi oasi nella natura vissuta dai cittadini, è previsto un ambizioso e innovativo progetto di rigenerazione urbana. La presentazione è avvenuta nella primavera 2023 al Centro Verdi di Segrate. Il comune del primo hinterland di Milano ha commissionato allo studio danese Mast, fondato dall’Architetto Marshall Blecher, l’“Oasis – L’Oasi di Segrate”. Il progetto si ispira ad altri disegnati dallo studio specializzato in costruzioni sull’acqua e design marittimo e vincitore di svariati concorsi di architettura internazionali. Il finanziamento è interamente a carico dell’Unione Europea.
# Una darsena con costruzioni avveniristiche galleggianti
Comune di Segrate – Oasis
L’obiettivo è mettere a disposizione un’oasi di relax in una location contemporanea e di design. Il progetto vuole completare la riqualificazione del rinnovato laghetto Centro Parco, già avvenuta quella della sponda sud con la creazione di più punti di aggregazione per lo sport e il tempo libero di bambini, giovani, meno giovani e famiglie, proseguendo con la sponda nord. Qui è previsto che sorga un piccola darsena dedicata al noleggio di piccole imbarcazioni elettriche per fare escursioni sull’acqua e sulle isole galleggianti.
Oasis – Barche elettriche per raggiungere le isole
Queste ultime si caratterizzano per soluzioni fruibili totalmente “green”, realizzate con materiali ecocompatibili e ancorate al fondo del lago, e dal design avveniristico, che galleggeranno sull’acqua e saranno collegate da passeggiate lungo le sponde e ponti pedonali. Vogliono fungere da estensione del parco sull’acqua e un punto di vista differente e affascinante del lago del Centroparco. Nel progetto è prevista anche la piantumazione di piante ed essenze autoctone, terrestri e acquatiche capaci di svilupparsi in poco tempo e consentire alla fauna del posto di avere un rifugio naturale e sicuro.
# Un ponte verde di connessione tra i quartieri e i parchi della città
Area Segrate con nuovo polo per lo sport indoor
L’ambizione più grande è quella di fare del Nuovo Centroparco un ponte verde di connessione tra i quartieri e i parchi della città, (Laghetto di Redecesio, Golfo Agricolo, parco Alhambra, parco dei Mulini, parco Europa e parco dell’Idroscalo) e realizzare una rete ecologica locale che possa estendersi verso il limite dei confini comunali. Si pensa infatti di collegare tutti questi siti con nuovi ponti ciclopedonali connessi alla viabilità speciale diretta al futuro polo d’eccellenza per gli sport indoor, previsto al posto dell’ex stabilimento ex Fischer di via Morandi confiscato alla mafia.
Queste le opere in costruzione o progettate che avranno un grande impatto sul pianeta.
Le grandi infrastrutture che rivoluzioneranno il mondo
#1 L’aeroporto per voli h24 pronto nel 2026
Credits westernsidney.com.au IG – Western Airport Sidney
Su progetto degli studi Zaha Hadid Architects e Cox Architecture in Australia è in costruzione il secondo aeroporto di Sidney, il Western Sydney International (Nancy-Bird Walton) Airport. L’obiettivo del nuovo scalo è quello di rispondere alle esigenze di trasporto della città, dato che tra 20 anni vedrà raddoppiata la sua popolazione. A questo si aggiunge la necessità di tutelare la qualità della vita dei cittadini e garantire allo stesso tempo che gli aerei possano atterrare e decollare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per questi motivi il luogo prescelto per la sua realizzazione è lontano dal centro abitato, in un zona dove per 30 anni non si potranno costruire abitazioni. L’inaugurazione è programmata per il 2026, quando si stimano 5 milioni di passeggeri annui, mentre nel 2031 e nel 2063 l’aeroporto dovrebbe movimentare rispettivamente 10 e 83 milioni di persone.
#2 L’alta velocità per unire l’Europa centrale e settentrionale prevista in funzione dal 2026
Rail Baltica
Passiamo al traporto su ferro. Sono attivi i cantieri per la Rail Baltica, una nuova linea ferroviaria convenzionale veloce a doppio binario a scartamento europeo standard, che consentirà di collegare rapidamente questi sei paesi: Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, quest’ultimo per ora in traghetto.
Rail-Baltica-in-Europe
I numeri della linea: lunghezza di 950 km, la parte ferroviaria baltica sarà di 870 km, una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per i treni merci, tre terminal merci multimodali e sette stazioni passeggeri internazionali. Questo nuovo tracciato transnazionale migliorerà collegamenti ferroviari tra l’Europa centrale e settentrionale e dovrebbe essere operativo nel 2026.
#3 Il tunnel sottomarino più lungo del mondo in attesa di approvazione
Percorso Tunnel Helsinki – Tallin
Alla Rail Baltica, come detto in precedenza, mancherebbe un tratto per essere completo, quello dall’Estonia alla Finlandia. Per questo motivo è stato ipotizzato un progetto che, se realizzato, diventerebbe il più lungo tunnel sottomarino del mondo. Stiamo parlando di Talsinki, pensato per collegare la capitale estone Tallin e quella finlandese Helsinki, dalla stazione centrale di Tallin e arrivo all’aeroporto di Helsinski. In totale sono circa 92 km, di cui 50nel sottosuolo marino. Nel territorio sono altre due le fermate considerate, Pasila e City Center. Si prevedono poi due isole artificiali della grandezza di 400 per 300 metri al largo delle due Nazioni da realizzare con la terra di scavo. Il costo previsto è tra i 9 e i 13 miliardi di euro e l’opera risulterebbe finanziariamente fattibile solo se l’Unione Europea coprisse almeno il 40% del costi. Al momento quest’ultima ha approvato un finanziamento di 3,1 milioni di euro per gli studi di fattibilità. La stima fatta per la durata dei cantieri è di un periodo compreso tra i 10 e 15 anni.
#4 Tra Germania e Danimarca il tunnel che collega l’Europa Continentale alla Scandinavia atteso per il 2029
Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt dall’alto
In attesa della realizzazione del progetto Talsinki, il tunnel Fehmarnbelt con i suoi 18 km di lunghezza a 40 metri sotto il Mar Baltico potrà fregiarsi del titolo di tunnel più lungo del mondo. L’opera poggerà sul fondale marino e metterà in connessione la Germania con la Danimarca. Compreso nel progetto ci sono un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati che consentiranno di raggiungere dalla costa nord della Germania l’isola di Lolland, per poi proseguire verso Copenaghen, e viceversa, in 7 minuti di treno e 10 minuti di auto. In questo modo si ridurrà da 450 km a 320 km la distanza da Amburgo a Copenaghen e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro. Nel corso del 2024 è prevista la posa dei primi moduli del tunnel, l’inaugurazione è programmata per la del 2029.
#5 Il treno Maya: per collegare i Caraibi con i siti storici del Messico, inaugurato il tratto da Palenque a Play del Carmen
Credits Trainspotting34-wikipedia – Treno Maya
In Messico è in costruzione il Tren Maya che punta a collegare le destinazioni turistiche dei Caraibi con i siti meno conosciuti dell’entroterra compresi, come dice il nome, i siti storici Maya, nella penisola dello Yucatán. Stiamo parlando di una ferrovia interurbana di 1.525 chilometri e 18 stazioni con partenza da Palenque in Chiapas fino a Cancún attraverso due percorsi che divergono a Escàrcega. Un’opera complessa di ingegneria, contestata da attivisti per i diritti ambientali e indigeni per l’attraversamento della giungla, l’abbattimento di 10 milioni di alberi, e la probabile distruzione di reperti archeologici.
TrenMaya tratta operativa
Le prime quattro sezioni, per un totale di 892 km a nord-est da Palenque a Cancún, sono state inaugurate il 15 dicembre 2023, mentre nei primi mesi del 2024 ha inaugurato la quinta fino a Playa del Carmen. Il Primo Tribunale Collegiale in Materia Amministrativa ha imposto lo stop ai lavori, che porterebbero la linea a chiudere l’anello alla stazione di Escàrcega. La fine dei cantieri, per un’opera il costo è salito a 28,5 miliardi di dollari, era prevista nel 2024 ma si dovrà attendere ancora un po’ di tempo.
Abbiamo pubblicato questo post sulla Fan Page di Milano Città Stato:
Queste in sintesi le risposte principali. Ph. Cover @milanographies IG
Liberiamo Milano
#1 Superare la bagarre ideologica
Ai primi due posti di quello che si vuole eliminare nelle risposte risultano gli avversari politici:
1. Leghisti/fascisti (o fascio leghisti) da mandare via in 67 commenti che hanno preso un totale di 285 like
2. Piddini (o nelle varianti comunisti o “zecche”) in 62 commenti con un totale di 243 like
Pannella si starà rivoltando nella tomba. Leggendo i commenti si vede quanto sia forte la pressione ideologica e partitica tra i milanesi. Si parla di politica con la sobrietà di un capo ultras, inserendo insulti o frasi apodittiche senza alcuna argomentazione. Per noi che siamo alfieri di una comunità unita al di là delle fazioni e della diversità di pensiero questa evidenza ci crea sconforto. Per una nuova stagione di Milano servirà saper superare questa oppressione ideologica che ammorba la città.
#2 Sic transit gloria Sala?
Credit: @pisteciclabilimilano
“Milano si deve liberare del suo sindaco”: questo viene scritto in 43 commenti che hanno raccolto 164 like. A proposito di pressione ideologica, sicuramente il sindaco con le sue giunte ci ha messo del suo. Anzi. Spesso l’ideologia è servita a coprire errori o lacune dell’amministrazione. La sensazione è che l’ideologia sia oggi l’oppio del popolo ma il salvacondotto per chi governa.
Nota: altro personaggio da bannare da Milano secondo i commenti è Salvini, ipotesi alimentata da 74 like.
#3 Questioni quotidiane
Credits Urbanfile – Degrado Darsena graffiti
Passando a cosa più pratiche che si vogliono togliere da Milano ci sono:
1. Auto (i cui commenti raccolgono 161 like complessivi, anche se ci sono molti oppositori a questa idea)
2. Imbrattamenti dei muri/ sporcizia 91 like ai diversi commenti
3. Smog 87 like ai numerosi commenti
Spiccano poi i 58 like a un commento contro chi tiene lo zaino sulle spalle sui mezzi pubblici.
Molti infine i commenti e relativi like per levare da Milano finti rifugiati/immigrati illegali (152 like complessivi) e zingari (93 like complessivi). Da ultimo molti commenti legati a problematiche economiche, dal caro case alla povertà diffusa.
La stessa domanda su da cosa dovremmo liberare Milano ce la siamo posta anche noi della redazione. Ecco i nostri desideri.
Da che cosa dovremmo LIBERARE MILANO: le scelte della redazione di milanocittastato.it
# Il gap bassi stipendi-caro affitti
“Suggerisco di liberare Milano dalla voragine che separa ormai tanti stipendi dal costo della vita, in particolare dai prezzi gonfiati degli affitti e delle case in vendita. E dagli esercizi commerciali poco chiari che invadono la città fungendo da “lavanderie“ (Roberta)
# L’asfalto colante
“Dal pessimo asfalto dei marciapiedi che d’estate si incolla alle suole e si riempie di buchi causati dai cavalletti degli scooter. E poi dalle bancarelle stile suk, dai sopralzi indegni dei palazzi storici” (Fabio)
# Degrado e microcriminalità
“Milano va assolutamente liberata dal boschetto della droga, dal degrado di alcune periferie e dalla microcriminalità” (Luca e Marco)
# Burocrazia
“Milano va liberata da burocrazia e norme inutili in tre settori: edilizia, occupazione suolo pubblico, apertura esercizi commerciali/hotel. Ah. E ovviamente la gestione degli eventi” (Giacomo)
# Gli “insozzatori del nido”
“Manderei via da Milano quelli che i tedeschi chiamano Nestbeschmutzer, letteralmente gli ‘insozzatori del nido’. Ossia, chi critica senza fare niente per migliorare le cose, chi ha perso autonomia di pensiero e nasconde la sua assenza facendo con aggressività il servo di partito, chi non ha cura per la città, chi insulta e denigra gli altri, chi esercita il suo potere in modo mafioso, chi mette veleno nella comunità, chi insozza Milano con le sue parole e con le sue azioni” (Andrea)
Un’artista capace di rompere gli schemi femminili della sua epoca e superare il clichè della donna fatale. La sua storia, i suoi incontri e la sua gloriosa carriera.
Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20
# L’incontro con Antonio Gramsci e Piero Gobetti
Di Sconosciuto – Cinema v s – anno 1937, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48897595 – Vera Vergani e Nerio Bernardi nel film del 1920 Il filo di Arianna, regia di Mario Caserini
Una sera del 1919, dopo aver recitato al Carignano di Torino, all’uscita del teatro incontra due giornalisti, esperti di spettacolo. Le fanno i complimenti e, con cortesia, garbo e ammirazione, la accompagnano, a piedi, fino all’albergo in cui questa attrice dimorava nella trasferta sabauda. Sono colpiti dall’intelligenza e dalla cultura di questa giovane artista, bella ma non fatale, carica di una simpatia difficile da vedere in quegli ambienti. Anche lei è intellettualmente rapita da questi due ragazzi, anche loro di grande cultura, educati e discreti: uno è piccolo, dai capelli nerissimi ricci e un po’ arruffati, l’altro è alto e magro, con un modo di rapportarsi estremamente fine. Lei è l’attrice milanese Vera Vergani, i due giornalisti sono Antonio Gramsci e Piero Gobetti. Vera, allora, non si rende conto che di fronte ha due ragazzi che diventeranno i simboli della storia antifascista del nostro Paese, loro invece sono ben consapevoli di avere intrattenuto una piacevole chiacchierata con una delle principali attrici italiane, non solo di quell’epoca. Un’attrice apprezzata da Pirandello e da D’Annunzio, che diventerà la più amata del teatro degli anni venti.
# Il debutto nella compagnia guidata da Virgilio Talli e Maria Melato
Vera Vergani nacque a Milano il 6 febbraio 1895, da una famiglia che, da parte di madre, era una leggenda per quanto riguarda il teatro dei burattini, con la creazione delle compagnia delle marionette “I Piccoli”, fondata dallo zio di Vera, Vittorio Podrecca, nel 1914. In quell’anno la nostra attrice, che era nata nella casa milanese di via Vigna, debutta nella compagnia guidata da Virgilio Talli e Maria Melato. Vera Vergani aveva conosciuto il proprio debutto nel 1912, con la commedia “Le distrazioni del Signor Antenore”. In principio si faceva chiamare Vera Podrecca, cognome della madre e degli zii, “principi” delle marionette, oltreché vivaci antifascisti e militanti del Partito Socialista.
L’attrice milanese, dopo diverse esperienze lontana dalla Madonnina, torna nella propria città al Teatro Kursaal Diana, con l’opera “Marcia nuziale”. Il caso la porta a sostituire la diva del tempo, Jone Frigerio, poi è la grande protagonista ne “L’invasore”, della scrittrice Annie Vivanti, ancora a Milano, ma al Teatro Olimpia.
# Dal teatro al cinema e ritorno
Vergani
Giovanissima, la Vergani diventerà la prima attrice nella Compagnia Drammatica Italiana di Ruggero Ruggeri, ed è con questa nuova esperienza che l’artista milanese inizia a recitare con il proprio cognome dell’anagrafe. A 25 anni lascia il teatro (momentaneamente) per dedicarsi al cinema: sono gli anni in cui recita in pellicole come “La nemica”, di Guglilmno Zorzi, “La buona figliola” di Mario Caserini e, sempre guidata dal regista romano, “La modella”.Tornata al teatro, passa alla compagnia di Dario Niccodemi, entrando anche come dirigente della stessa società di recitazione. Nel ruolo della figliastra, riceve i complimenti di Pirandello in “Sei personaggi in cerca d’autore”, mentre per “La figlia di Iorio”, è lusingata da Gabriele D’Annunzio, che aveva scritto l’opera una ventina di anni prima.
# Il merito di rompere gli schemi femminili della sua epoca
Spavalda e impudente, Vera Vergani ha avuto il merito di rompere gli schemi femminili della sua epoca, capace, nella recitazione, di dar voce alle eroine tragiche e ai personaggi più comuni. Supera il cliché della donna fatale, per proporre un’immagine e un linguaggio nuovo, come donna artista. La Vergani ha recitato in circa venti pellicole e in tante opere teatrali, fino ai trentacinque anni, quando decide di salutare per l’ultima volta il pubblico e uscire dalle scene: era il 13 gennaio 1930 e l’ultima sua recitazione avvenne al Teatro Manzoni, proprio di Milano.
Passeggiando nella natura incontaminata, caratterizzata da scorci e panorami mozzafiato, ci si imbatte in un bosco “popolato” da figure legate a numerose leggende locali. Dove si trova e da chi è stato realizzato.
Il bosco incantato lungo il fiume, a due ore da Milano
# Il percorso: dal laghetto a Colle Vareno al balcone panoramico sulla Val Camonica
bergamoxp – Sentiero del Bosco Incantato
Ci troviamo in un’area quasi interamente di proprietà della Regione Lombardia: la Foresta di Lombardia Valle di Scalve. Qui si snoda un semplice percorso di circa 3 km e un dislivello di 100 metri caratterizzato da scorci panoramici mozzafiato. Si parte dal laghetto a Colle Vareno, con tratto iniziale di arroccamento sviluppatesi nel pascolo del Glisunder, si giunge alla strada forestale per Croce di Vareno e da qui si prosegue lungo la strada entrando poco dopo nel bosco.
1carmen_ruggi IG – Balcone panoramico Val Camonica
A 1472 metri di quota, dove è posizionata la Croce di Vareno, c’è un meraviglioso balcone panoramico sulla Val Camonica.
# Le 40 sculture lignee del Bosco Incantato
visitpresolana.it - Sculture
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fede2185 IG - Le 4 matte
Le bellezze della natura vengono arricchite da numerose leggende, raccolte dal Professore Giorgio Gaioni del Comune di Angolo Terme, che prendono forma nel Bosco Incantato. Lungo il tracciato si possono infatti trovare circa 40 sculture lignee, realizzate dagli operai dell’Ente Regionale per i servizi all’ Agricoltura ed alle foreste (ERSAF), chemostrano contadini, boscaioli, malghesi, pastori. Nei punti di maggiore interesse sono installati dei pannelli informativi contenenti anche delle illustrazioni ad opera degli alunni delle scuole elementari di Angolo Terme e dei confinanti comuni della Valle di Scalve.
# Le 13 leggende rappresentate
visitpresolana.it – Le 13 leggende
Le sculturerappresentano le 13 leggende del bosco: il piè del Diaol, la diligenza del Diavolo, la leggenda della Presolana, la beffa di San Silvestro, Ol bras dè mort, il Monte Pora, il lago della culla, la Croce di Vareno, la storia del Pis de Cote, la baita dè la Mandola, le bacche rosse di Castello Orsetto, Ol bus de la Pora, le quattro matte della Presolana.I racconti hanno rappresentato un mezzo per fronteggiare le difficoltà della vita e per dare una ragione agli eventi negativi, per questo motivo sono state scelte raffigurazioni di persone comuni del luogo, oltre ad animali, gnomi e fate.
# A due ore di auto da Milano
Milano-Sentiero del Bosco Incantato
Per arrivare alla partenza del percorso del Bosco Incantato servono circa 2 ore di auto da Milano. Si prende l’autostrada A4 e si esce a Bergamo, da qui si prosegue sulla strada statale 470, sulla provinciale 35 verso Nembro e infine sulla statale 671 fino a Castione della Presolana. Infine, dopo circa 36 km, all’altezza della frazione di Dorga si entra nell’abitato e procedendo lungo Via Monte Pora si arriva al parcheggio nei pressi del laghetto da dove inizia il percorso.
Mestre ospita nel suo modernissimo M9, una mostra (non) ufficiale dell’artista simbolo della nostra epoca.
Bansky a Mestre: i muri da strada all’interno di un museo
# Lo street artist più celebre al mondo
Banksy è forse l’artista contemporaneo più famoso del mondo, considerato uno dei maggiori esponenti della street art. Le sue opere, conosciute universalmente, sono molto eccentriche e incisive. Danno modo a chi ne fruisce di riflettere sul sistema e sulla società in cui viviamo: un simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quello che dovrebbe essere il bene delle collettività.
Come cita il sitotheworldofbanksy.it, l’artista non autorizza le mostre dedicate ai suoi lavori, ma non le impedisce. Banksy incoraggia chiunque voglia far viaggiare il suo lavoro, chiunque voglia reinterpretarlo e dargli voce. L’arte secondo lui deve essere di tutti. I messaggi devono arrivare a chiunque.
# Bansky a Mestre
Credits: @Massimo Faranda(FB) – Il Museo M9 di Mestre (VE)
Fino al 2 Giugno 2024, l’ M9di Mestre (il Museo del ‘900 della terraferma veneziana) ospita Banksy. Painting Walls, una esposizione che conta oltre 70 opere dell’artista. Il team del museo, in collaborazione con l’associazione MetaMorfosi, ha compiuto un’impresa che certamente non può passare inosservata.
Credits: @Yardartuk(FB)
Sono stati infatti portati all’interno dello spazio espositivo ben tre muri originali, distaccati dalle pareti dove i dipinti sono nati. Si tratta del monumentale muro angolare di Season’s greetings al piano terra, e di Robot/Computer Boy e Heart Boy al terzo piano.
Credits: @Massimo Faranda (FB)
# Le contraddizioni dell’esposizione
Oltre ai tre muri originali, sono presenti alcuni pezzi unici che arricchiscono il percorso espositivo, fatto di contraddizioni (consapevoli), che riflettono con precisione quelle dell’artista stesso: “ci saranno sicuramente delle polemiche sul portare dei muri all’interno del museo. Anche in questo caso, ho voluto trattare i tre muri come se fossero dei reperti archeologici, esattamente come è successo per l’Altare di Pergamo e moltissimi altri monumenti. Oggi non lo vedremmo, se non fosse stato fatto quello sforzo”. La mostra è stata infatti così introdotta dalla sua curatrice Sabina de Gregori.
Quella a nord, un tracciato di 1,9 km di metropolitana e due stazioni, Sesto Restellone e Cinisello-Bettola, è in corso da oltre 12 anni e bloccato più volte per problemi burocratici ed economici.
La stazione di Sesto Restellone
Credits stedase IG – Sesto Restellone
Tra le due stazioni di prolungamento della M1 quella di Sesto Restellone è ancora nello stato in cui avevamo visto un anno fa. Sono già stati posati i binari e il corpo stazione ha la sua conformazione quasi definitiva ma il cantiere è in pausa.
La stazione di Cinisello-Bettola
Roberto di Milano FB – Cantiere Bettola
Sono ripresi invece, anche se parzialmente, i lavori per la stazione di testa, futuro nuovo capolinea nord. Mancano circa 20 milioni e una nuova azienda per portare a conclusione i lavori di tutta l’estensione, si attende la gara d’appalto, e capire se verrà realizzato il centro commerciale soprastante con annessi parcheggi. Nella migliore delle ipotesi l’inaugurazione di entrambe le stazioni sarà nel 2028.
L’estensione a sud-ovest di 3,3 km e tre fermate: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi
Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi
Attesa per il mese di aprile 2024 la gara di appalto per realizzare circa 3,5 chilometri di tracciato fino alla Tangenziale Ovest con tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale. Oltre la tangenziale, al confine con il Comune di Settimo Milanese, è previsto il deposito.
Stazioni estensione ovest M1
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Stazione Parri
Stazione Baggio
Stazione Olmi
Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021, mentre a febbraio 2024 sono arrivati i 124 milioni di euro di extra costi promessi dal governo. Ogni stazione prevede aree verdi, alberi e piste ciclabili in superficie, quella di Parri avrà 3 accessi, quella di Olmi un parco con giochi per bimbi, una pista di educazione stradale, un circuito da corsa, un giardino con le dune e un campetto polivalente. I cantieri dovrebbero partire entro l’inizio del 2025 e terminare non prima del 2030.
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
Dopo l’inaugurazione delle stazioni di Tricolore eSan Babila,il 4 luglio 2023, sono salite a 8 quelle attive sulla linea M4 per un totale di 7,2 km di tracciato. Il restante tracciato della M4aprirà entro la fine di settembre 2024, anche se alcune stazioni centrali solo a dicembre. Vediamo lo stato di avanzamento dei rispettivi cantieri.
La tratta a Ovest della M4: da Sforza-Policlinico a San Cristoforo FS
Credits Urbanfile - Cantieri M4
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Urbanfile - San Cristoforo FS
Urbanfile - California M4
max76 - Urbanfile - M4 Coni Zugna
Urbanfile - Scala Accesso M4 Sant'Ambrogio
Urbanfile - Stazione Bolivar M4
Lungo la lungo la tratta ovest è in corso la riqualificazione delle aree di superficie e in molte stazioni si è ai ritocchi finali. Dalle ultime immagini di Urbanfilesi può osservare la situazione di alcuni cantieri: San Cristoforo FS, Bolivar, Coni Zugna, California, Sant’Ambrogio, De Amicis e Sforza Policlinico. Nelle stazioni più esterne è in corso la piantumazione del verde, la sistemazione dei marciapiedi e di alcune parti esterne delle uscite.
dombul - Urbanfile
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Dombul - Urbanfile - Sforza Policlinico M4
Dombul - Urbanfile - Santa Sofia M4
dombul - Urbanfile - M4 De Amicis
Le stazioni della tratta centrale sono quelle più in ritardo con i lavori. Tra queste troviamo Sforza-Policlinico, anche se ha recuperato sulla tabella di marcia, Santa Sofia, Vetra e De Amicis, le ultime tre a causa dei ritrovamenti archeologici. Per questo motivo non sono ancora alla fase di sistemazione a livello strada e probabilmente sono le principali indiziate ad aprire a dicembre.
Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line
Tra le stazioni previste per la nuova Circle Line, dopo quella Tibaldigià inaugurata a dicembre 2022, altre due avranno la precedenza rispetto alle altre: Stephenson e MIND-Merlata. Per la seconda è già stato presentato un primo rendering.
Porta Romana FS
Rendering e cantiere stazione Porta Romana
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Urbanfile - Stazione di Porta Romana Fs
Aoumm - Stazione Porta Romana
Non si tratta di nuova stazione ma di riqualificazione di una esistente. Stiamo parlando di quella di Porta Romana FS. Il progetto a cura dello studio AOUMM prevede il suo mantenimento nella posizione attuale, rispetto alle ipotesi iniziali, con un sistema integrato di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana M3 Lodi. Attualmente sono in corso il rifacimento le pensiline di copertura, altre serviranno per rendere riparato il camminamento tra Piazzale Lodi e la stazione, e la costruzione gli ascensori. Previsto inoltre la riqualificazione del vecchio edificio viaggiatori in stile modernista decò. L’inaugurazione è prevista per le Olimpiadi Invernali del 2026.
MIND-Merlata, la stazione giardino
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
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Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato strada
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato passerella
Tra le nuove stazioni c’è quella di MIND-Merlata, tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano. La sua struttura è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale e dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione 3TI Progetti si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni. Nel settembre 2023 sono stati stanziati 10 milioni di euro per finanziare (insieme a RFI e Arexpo) la progettazione esecutiva vera e propria della nuova stazione.
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
Tra la stazione di Certosa e di MIND-Merlata è prevista quella di Stephenson, ma ancora non è stato presentato lo studio di fattibilità. Il finanziamento arriva dall’accordo scali e quindi a carico di RFI.
Oro sempre più alle stelle: superati oggi i 2.400 dollari l’oncia. A inizio anno gli esperti prevedevano una crescita nel 2024 non superiore ai 2.030. Previsione già polverizzata. Una cosa è certa: non si è mai visto un rialzo così prolungato e consistente, senza correzioni. La grande domanda: è corsa all’oro oppure fuga dalle valute?
Ogni giorno nuovi record: è corsa all’oro oppure fuga dalle valute?
# Salito di 300 dollari in sei settimane
Andamento prezzo oro ultimo mese
Una corsa così non si era mai vista. L’oro ha messo il turbo segnando una serie di record. In appena sei settimane è salito di circa 300 dollari, registrando l’ascesa più rapida da decenni. Non solo: un’ascesa che pare non avere nessun punto di correzione. Addirittura, settimana dopo settimana aumenta l’inclinazione della crescita: nelle ultime 24 ore ha superato i 2.400 dollari l’oncia. A inizio anno gli esperti prevedevano una crescita nel 2024 non superiore ai 2.030. Previsione già polverizzata. Anche i future, i contratti sul futuro, presentano quotazioni siderali. E l’impennata riguarda anche i volumi: nelle ultime 24 ore risultano pari a 23,5.000 lotti rispetto alla media su 5 giorni di 17,85.000 lotti. Ma qual è il motivo di quanto sta succedendo? Per capirlo bisogna risalire a quali sono le mani che stanno accumulando il metallo giallo.
Prezzo oro nelle ultime 24 ore
# La corsa all’oro delle banche centrali
Quotazione oro e acquisti oro da parte delle banche centrali
Chi compra è ormai cosa nota. Si tratta delle banche centrali, ma con un sostanziale cambiamento nel corso delle ultime settimane. La prima a iniziare la corsa all’oro è stata la banca centrale cinese. Questo aprile è infatti il diciassettesimo mese consecutivo di acquisti da parte della massima istituzione finanziaria cinese (Fonte: Bloomberg)
Acquisti di oro delle banche centrali da inizio 2024 (Dati febbraio 2024)
Come si vede nel grafico, la Cina la fa sempre da padrone: a inizio 2024 ha acquistato sui mercati 22 tonnellate di oro. Seguita da Turchia e India. Poi ci sono altre nazioni emergenti dell’Asia con l’eccezione della Repubblica Ceca. Questo accadeva fino a febbraio. Ma l’impennata delle ultime settimane prova che altre banche centrali si stiano muovendo: anche quelle dell’Occidente, guidate dagli Stati Uniti d’America. Cosa può spingere le banche centrali, da sempre gli enti regolatori delle valute, ad accumulare oro?
# Bye bye, dollaro? (e le altre valute a ruota)
I rally dell’oro
Come riporta il sito americano di attualità finanziariazerohedge.com, “l’attuale divergenza tra i prezzi dell’oro e i tassi reali a 10 anni suggerisce che qualcosa di terribile sta per accadere…”. Se le banche centrali stanno acquistando oro può significare solo una cosa: che si attendono un deprezzamento della loro valuta. L’unico modo per una banca centrale di cautelarsi da una consistente perdita nel potere di acquista di una o più valute è l’acquisto di oro.
“Ci sono decenni in cui non succede nulla e ci sono settimane in cui accadono decenni.”, ricorda sempre Zerohedge. Guardando la storia, il prezzo dell’oro può rimanere in stasi per molto tempo, ma quando esplode, l’impennata è solitamente rapida e furiosa. Come si vede nel grafico sopra i cosiddetti breakout dell’oro hanno sempre anticipato delle gravi recessioni, come nel 2008 o negli anni Settanta. Ma in questo caso quale può essere il rischio più probabile?
E’ sempre Zerohedge a riportare l’indiscrezione bomba: il FMI prepara la rivoluzione finanziaria: dite addio al dollaro, titola il sito americano. La tesi è inquietante quanto tutto sommato semplice: da quando il dollaro è stato sganciato dall’oro si è progressivamente attivata una sovrapproduzione di moneta, che negli ultimi anni ha raggiunto un livello esorbitante. Facile immaginare che da questo eccesso di produzione monetaria, che riguarda praticamente tutte le valute fiat del mondo, si arriverà al punto di rottura, ossia quando il mercato non riesca più ad assorbirla e, soprattutto, non abbia più fiducia nel suo valore. Il rally dell’oro, ma anche dell’argento, dei bitcoin e di ciò che non ha correlazione con questa quantità di denaro circolante potrebbe pertanto rappresentare uno scenario potenzialmente drammatico. Non sarebbe segno di una crescita nel valore di tali asset ma del crollo delle valute tradizionali. Che, in breve, potrebbero valere carta straccia, un po’ come accaduto nella Germania di Weimarnegli anni ’20 del Novecento.
Solo piatti genuini, preparati giornalmente con prodotti stagionali, a prezzi popolari. A condire il tutto l’atmosfera dalle vecchia Milano.
TTre latterie storiche di Milano dove mangiare come una volta
#1 Latteria La Cicala
giulietta_mels IG – Latteria La Cicala
La Cicala è il cognome della proprietaria, Anna, che ha rilevato diversi anni fa il locale da quello precedente mantenendo lo stile delle vecchie latterie. Questo locale in zona Porta Venezia/Monforte si presenta infatti con i classici tavoli apparecchiati proprio come in osteria, con tovaglie a quadri bianche e rosse e caraffe d’acqua sul tavolo. Tutto qui è realizzato con ingredienti biologici, solo piatti semplici e abbondanti, incluso il pane con lievito madre vecchio di tre generazioni sfornato ogni mattina e da accompagnare con burro e marmellata e un caffè fatto con la moka.
Il menu è prevalentemente vegetariano, anche se non mancano pasticci di patate e prosciutto, arrosti e polpettoni, e si possono comporre i piatti a proprio piacimento a partire da 10 euro. Aperto dalle 8 alle 19, il giovedì fino alle 22.30 e il sabato fino alle 15.30, mentre è chiuso la domenica. Per entrare bisogna però rispettare dieci condizioni, tra cui “non essere un gastrofighetto snob” e “Non chiamare il cibo food”.
A dieci minuti a piedi da La Cicala, in una traversa di Porta Venezia che sbuca sui Giardini Indro Montanelli, c’è Latteria Carlon. Da quando è nata, nel 1941, ha mantenuto intatta l’atmosfera genuina e cordiale e la sua impostazione di locale perfetto per un pasto veloce, con piatti tipici milanesi genuini, senza troppe pretese, a prezzi bassi. Da mangiare ce n’è per tutti i gusti: primi, secondi di carne e di pesce, verdure e torte della casa. Rimane aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18.30, chiuso nel weekend.
Indirizzo: Via Tommaso Salvini, 2
#3 Alla Vecchia Latteria
lestradedimilano IG – Alla Vecchia Latteria
Qui siamo in pieno centro storico, a poche centinaia di metri da Piazza del Duomo, “alla Vecchia Latteria” è un locale che esiste dal 1885. Non c’è dubbio quindi che sia un’autentica latteria, piastrelle bianche, foto d’epoca e una vecchia cartina di Milano alle pareti, semplici tavoli in legno con gambe in ferro e sgabelli per una cinquantina di posti. La proposta in questo caso è esclusivamentevegetariana, il menu è realizzato con sole verdure di stagione. Si può scegliere tra piatti più “ricercati” e altri più semplici, frittate a 8 euro e primi a 13 euro, da non perdere il misto forno, una portata unica con una selezione di assaggi delle specialità della casa. Aperto da lunedì al sabato dalle 11 alle 15, chiuso la domenica.