Home Blog Pagina 196

A Milano ci sono 330MILA ABITANTI di MENO di 50 anni fa ma MOLTE più CASE: perché i PREZZI sono alle STELLE?

2
dalpo76 IG - Cascina Merlata

Il grande mistero di Milano: dove la legge della domanda e dell’offerta non sembra funzionare. La domanda, ossia il numero di cittadini, è calata negli ultimi decenni, l’offerta continua a crescere, con la costruzione di nuovi progetti immobiliari in tutti i Municipi. Non solo: in periferia vengono realizzati veri e propri quartieri, quasi sempre rigenerando aree abbandonate. Eppure i prezzi continuano a crescere.

A Milano ci sono 330MILA ABITANTI di MENO di 50 anni fa ma MOLTE più CASE: perché i PREZZI sono alle STELLE?

# Nel 1973 c’erano 1,75 milioni di abitanti, oggi poco più di 1,4

Anagrafe – Credits: comune di Milano

Il 31 dicembre 1973 i residenti nel Comune di Milano erano 1 milione e 743mila. Il 31 dicembre 2023 il sistema Statistico comunale riportava il dato di 1.417.597. Numeri in ripresa ma comunque una differenza in negativo di 326mila abitanti. La popolazione si è spostata prevalentemente nell’hinterland dove sono presenti prezzi bassi, spazi più ampi e maggiore disponibilità di verde, ma nel frattempo in città si sono continuate a costruire nuove case. E i prezzi continuano a crescere. Qual è la ragione?

Leggi anche: ABITANTI a MILANO nel 2024: quanti sono?

# Oltre 20.000 appartamenti sfitti, circa il 2,5% del patrimonio immobiliare: le due ragioni dei prezzi in crescita

Progetto ex trotto

In base alle ultime rilevazioni sono circa 20.000 gli appartamenti vuoti in città, pari a circa il 2,5% del patrimonio immobiliare milanese. Anche se altre stime parlano di oltre 100mila appartamenti liberi. Nonostante questo, sul territorio cittadino si contano decine e decine di progetti di nuove complessi residenziali come ad esempio, senza contare gli interventi più piccoli, il quartiere di Cascina Merlata pensato per ospitare circa 12.000 abitanti, SeiMilano a sud ovest nei pressi della fermata di Bisceglie M1 con 1.200 nuove case, il progetto EXTM – Ex Trotto Milano a fianco dello Stadio San Siro per altri 3.000 abitanti. Quasi tutti in periferia o appena oltre la Cerchia dei Bastioni per ovvi motivi di spazio.

Perché allora i prezzi sono in costante aumento? Ci sono diverse ragioni. La prima è che quasi sempre chi non riesce a vendere un immobile preferisce attendere rispetto a ridurre il prezzo. La seconda è che sempre più appartamenti vengono destinati agli affitti brevi, un mercato in forte crescita rispetto a qualche anno fa. 

# Il 40% dei compratori ha tra i 25 ai 34 anni e preferisce una casa nuova per le migliori performance energetiche, più servizi e spazi più ampi

dalpo76 IG – Cascina Merlata

Uno dei motivi che spinge verso la costruzione di nuove abitazioni, al netto del mero profitto economico degli attori in gioco nel settore immobiliare, potrebbe essere il fatto che il 40% di chi compra ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anniOgni anno acquistano in media 11.500 unità immobiliari. Le preferenze di questa generazione sono case più sicure strutturalmente, dotate di servizi di domotica, che consentono il controllo da remoto di tutti gli ambienti e degli elettrodomestici, e ad alto risparmio energetico. Oltre a questo, rispetto all’usato, hanno in media spazi più ampi soprattutto perché fuori dal centro e servizi accessori quali palestre, zone per la ricezione di pacchi, aree per lo smartworking e spazi verdi e comuni fruibili. 

# Rischio scoppio di una bolla immobiliare?

Credits Andrea Cherchi – Torre Velasca dopo la riqualificazione

Nonostante una fetta di popolazione preferisca nuove abitazioni, la maggior parte delle compravendita avviene per l’usato. In Italia solo il 9% vira sul nuovo, di questa percentuale la metà è suddivisa tra Milano e Roma. Il motivo principale è il costo decisamente inferiore, di circa il 43% in meno, di immobili vecchi, sia da ristrutturare che non, nella nostra città. A questo si aggiunge la conversione di torri e grattacieli in edifici residenziali, in prevalenza per affitti brevi come il caso della Torre Galfa e della Torre Velasca.

Nella Grande Mela, secondo il New York Times, si sono svuotati spazi pari a 26 edifici delle dimensioni dell’Empire State Building e molti di questi sono stati o stanno per essere trasformati in nuovo residenziale. Prima Unicredit, poi Bnp Paribas, solo per citare alcuni casi, hanno ridotto la superficie utilizzata per i loro dipendenti che lavorano in parte da casa. Se Milano seguisse il trend di New York l’offerta di altre case crescerebbe esponenzialmente il rischio dello scoppia di una bolla immobiliare non sarebbe affatto da escludere.

Continua la lettura con: Un MONOLOCALE in AFFITTO: dove COSTA di più al MONDO?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il CORTILE degli SCULTORI a Milano

1
Alessandra Galli FB - Cortile degli scultori

Nascosto all’interno di un cortile lungo uno dei grandi viali di Milano c’è un piccolissimo borgo a forma di mezzaluna un tempo animato da botteghe di scalpellini. Oggi tutto è cambiato, anche se il fascino di una volta è rimasto intatto.

Il CORTILE degli SCULTORI a Milano

# Un piccolissimo borgo a forma di mezzaluna un tempo animato da botteghe di scalpellini

Maps – Via Mac Mahon 14

Ci troviamo nel Municipio 8, a nord ovest di Milano, più precisamente al civico 14 di Viale Mac Mahon. Nascosto all’interno di questo stradone attraversato da doppio filare di alberi e da una linea di tram, c’è un cortile che nasconde lo storia di un piccolissimo borgo a “mezzaluna” animato un tempo da botteghe di scalpellini. 

Alessandra Galli FB – Cortile degli scultori

Siamo a pochi passi dal Cimitero Monumentale e gli artigiani che vivevano nel Cortile degli Scultori contribuirono ad arricchire il più bel museo a cielo aperto di Milano. Piccoli edifici in mattoni, immersi nel verde, e una vecchia cascina.

Leggi anche: I 2 chilometri di MAC MAHON, la via che attraversa mondi diversi

# A servizio della casa più lussuriosa di Milano

Villa Simonetta

Non distante da qui c’è anche la chiacchierata Villa Simonetta, passata per le mani di molte famiglie nobili e famosa per essere stata teatro di feste lussuriose oltre che di sparizione di una decina di ragazzi in circostanze misteriose. Proprio la cascina del borgo, in origine mulino che aiutava nel lavoro del taglio delle lastre di marmo, era di pertinenza e a servizio della villa. 

Leggi anche: VILLA SIMONETTA: l’incredibile storia della casa più LUSSURIOSA di Milano

# Oggi tra grafici e pubblicitari resiste ancora uno scultore

mbascultore IG

Nel tempo gli spazi del borgo sono stati riconvertiti per essere utilizzati da lavori più moderni, rispetto a punteruoli e martelli. Oggi sono occupati da uffici di grafica e pubblicità, una gallerie d’arte, ma resiste ancora uno scultore: si tratta di Mauro Baldessari, artista e docente, che per il Cimitero Monumentale e il Duomo di Milano ha costruito alcune statue. Nella sua biografia su instagram si definisce “scultore a Milano nel cortile più bello del mondo”. I tempi cambiano ma il luogo continua a mantenere l’atmosfera ideale per dare sfogo all’arte e alla creatività.  

Indirizzo: Via Mac Mahon, 14

Spunto: milanopersempre IG

Continua la lettura con: Le BELLEZZE NASCOSTE di Milano: quali sono e come si possono valorizzare

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Ma chi era “La CASALINGA di VOGHERA”?

0

Quando si pensa a Voghera, piccola cittadina in provincia di Pavia, a molti viene in automatico in mente la “Casalinga di Voghera”. L’espressione viene usata di frequente nel dibattito politico ed economico, in particolare nei periodi di crisi e cambiamenti, tanto essere diventato una sorta di mito collettivo. Scopriamo quali sono le vere origini del termine e perché ha assunto una connotazione così negativa.

Ma chi era “La CASALINGA di VOGHERA”?

# Citata come stereotipo da giornali e televisione

Credits: ilsudonline.it
Insieme di giornali

Voghera è diventata famosa in Italia per la “Casalinga di Voghera”. Così viene chiamata “una immaginaria casalinga di una piccola provincia, con un lavoro umile e un basso livello di istruzione, stereotipo quindi della fascia della piccola borghesia dell’immediato dopoguerra con bassa scolarizzazione e dedita ai lavori umili.”
Una definizione che vista oggi cela un’espressione sessista, nonché uno stereotipo ormai sorpassato da anni che però ancora permane nella storia della cittadina. Pochi sanno che la casalinga di Voghera è esistita davvero. E si tratta di un personaggio per niente banale. 

# Una giovane donna con la passione per la scrittura

Parliamo di Carolina Invernizio, nata a Voghera nel 1851.  Era una giovane donna con la passione per la letteratura e la scrittura che, purtroppo vivendo ancora in una società profondamente maschilista, non ebbe mai la possibilità di coltivare a pieno questo suo hobby, rischiando addirittura l’espulsione dalla sua scuola dopo aver scritto un articolo per il giornalino scolastico. Ma Carolina non si è mai persa d’animo e ha continuato a scrivere fino al 1897 quando uscì la sua prima novella e l’anno dopo il suo romanzo, Rina o L’angelo delle Alpi.

# “Casalinga di Voghera”: l’offesa nata dall’invidia per un successo “popolare”

Dal primo scritto seguì una carriera di oltre quarant’anni come autrice di romanzi dallo stile semplice, in modo che tutti potessero leggere le sue storie. I suoi successi vennero incontro alla critica da parte d’intellettuali, tant’è che venne discriminata e presa in giro con nomignoli o espressioni come “La Carolina di Servizio” e, appunto, “La casalinga di Voghera”. Persino Gramsci ebbe qualcosa da dire su di lei e la ribattezzò “onesta gallina della letteratura popolare”. Ma perché questo soprannome poco edificante usato tra le élite, diventasse di dominio diffuso bisogna attendere il secondo dopoguerra con i risultati di un censimento. 

# Termine reso popolare dopo un censimento della RAI: Voghera risultava la città più ignorante

Credits natalecangemi IG – Canone Rai

Il termine “Casalinga di Voghera” è stato poi ripreso negli anni ’60 dopo un censimento della Rai per accertare quante parole, tra quelle usate nei resoconti di attualità politica, fossero davvero comprensibili dall’italiano medio. Vennero realizzate diverse interviste in diverse regioni italiane. I risultati dimostrarono che il tasso di comprensione meno elevato fu circoscritto proprio nella provincia di Pavia, e più precisamente a Voghera.

L’espressione venne utilizzata ancora negli anni ’80 da critico televisivo di nome Beniamino Placido, che accusò Bruno Vespa di usare un “politichese” incomprensibile alla “casalinga di Voghera”.

# Il termine ha un forte valore discriminatorio

credits: electomagazine

Molti, per salvare le apparenze, hanno tentato di definirla come “massaia e angelo del focolare”, un’immagine tanto cara ai sistemi patriarcali. Ma in realtà, l’accezione più comune e più utilizzata è quella di una persona ignorante, analfabeta e disoccupata. Con tutta la discriminazione del caso, non solo verso la donna, cosa che rende l’espressione sessista, ma verso un ruolo e, in generale, verso un’intera fascia di popolazione, quella della medio-piccola borghesia, banalmente ghettizzata sotto il cliché dello zotico ignorante. Ricordiamo che quando il termine è stato ripreso, si viveva ancora in un Paese abbastanza bigotto (ora sembra che la situazione stia migliorando…forse.)

Il Dizionario della Memoria Collettiva parla di questa figura riferendosi a “chi si abbandona alla fruizione passiva della programmazione televisiva senza avere spirito critico o raziocinio”. Altre volte però viene usata come sinonimo di saggezza popolare come colei che darà consigli utili e pratici per la casa e la famiglia e che graviterà soprattutto attorno al pianeta donna e shopping, quindi un significato molto distante da quello che è l’espressione utilizzata nella quotidianità.

# C’era anche la statua

credits: La Repubblica

Diventata ormai una sorta di classico popolare, negli anni ’90 un gruppo di vogheresi ha approfittato del successo di questa figura della casalinga, creando una vera e propria Associazione delle Casalinghe di Voghera con lo scopo di ridefinire questo ruolo. Dopo aver contattato nel 2006 la trasmissione Rai “Il Treno dei desideri”, considerato decisamente casalinghe-friendly, venne fatta realizzare una vera e propria statua della Casalinga di Voghera. Rinnegata da numerose vogheresi, la statua è stata portata via e nascosta chissà dove.

# La “Casalinga Sveva” e Doña Rosa

La Casalinga Sveva – credits: wikipedia

Quello che consola noi vogheresi è che non siamo sole. Per iniziare, c’è il corrispettivo maschile della casalinga ovvero il “Signor Rossi”, ideato dal fumettista Bruno Bozzetto, che incarna l’emblema delle frustrazioni e della capacità di sopportazione dell’italiano medio degli anni ’60. Poi c’è la figura della Casalinga di Treviso, conosciuta grazie al film “Sogni d’Oro” di Nanni Moretti.
Anche in Germania hanno la loro casalinga che viene chiamata Schwäbische Hausfrau o “La Casalinga Sveva”, ma che a differenza nostra, ha un valore positivo in quanto incarna ethos, saggezza popolare e austera parsimonia.
In Argentina c’è Doña Rosa, la più vicina alla casalinga di Voghera, rappresentando una persona comune, senza interesse verso la cultura o la politica o l’economia e che pensa solamente al proprio benessere e quello della propria famiglia.

Continua a leggere con: STEREOTIPI LOMBARDI: come i milanesi vedono gli abitanti delle altre città

SELENE MANGIAROTTI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Gli INTERSCAMBI da BRIVIDO nella METRO di Milano

0
Credits pallin86 IG - Corridoio da M1 a M5

Spostarsi con la metropolitana non è sempre un’avventura serena, soprattutto quando si deve passare da una linea all’altra. Soprattutto a Milano. Vediamo quali sono gli interscambi più a prova di nervi.

Gli INTERSCAMBI da BRIVIDO nella METRO di Milano

#1 Lotto M1-M5: un loop senza via d’uscita

Credits pallin86 IG – Corridoio da M1 a M5

La connessione tra le linee M1 e M5 è una di quelle più intricate di tutta la rete metropolitana. Si rischia spesso di finire in un loop senza via di uscita. Per passare da una linea all’altra si deve infatti percorrere un lungo corridoio, fare diversi piani di scale mobili prestando attenzione a non prendere quella sul lato sbagliato per non ritrovarsi nel mezzanino o peggio ancora fuori dalla stazione. Solo i più sgamati ce la fanno al primo colpo.

Credits Metro5 – Urbanfile – Interscambio M1-M5

#2 A Loreto M1-M2 si rischia di perdere l’orientamento

Credits areccofrancesco IG – M2 Loreto

Un altro interscambio da incubo è quello di Loreto. Le uscite della fermata di Loreto M1 si trovano in piazzale Loreto, quelle della M2 in piazza Argentina, non proprio così comode per un interscambio. Infatti passare dalla verde alla rossa non è così intuitivo e spesso uscendo dalla stazione si rischia di perdere l’orientamento. 

Credits journeyers.it – Interscambio Loreto M1-M2

#3 L’interscambio fantasma tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4

Credits: Urbanfile – Uscita per collegamento M3-M4

L’interscambio tra la linea M3-M4 è l’interscambio più da brividi per eccellenza, per il semplice fatto che non c’è. Infatti nonostante le due linee si incrocino sottoterra, non è stata prevista una fermata di scambio. C’è solo un percorso pedonale parzialmente nel sottosuolo, partendo dalla stazione di Missori M3, che sbuca a metà strada dalla stazione Sforza Policlinico M4 alla fine di via Pantano. Con freddo, pioggia, neve e caldo torrido non è affatto piacevole passare da una linea all’altra.

Credits: Urbanfile – Mappa interscambio M3-M4

#4 A San Babila M1-M4 si deve uscire e rientrare dai tornelli per passare da una linea all’altra

Una delle ipotesti iniziali dell'uscita San Babila M4
Una delle ipotesti iniziali dell’uscita San Babila M4

Nemmeno l’interscambio tra le linee M1-M4 sembra tra i più sensati. Nella stazione di San Babila, pur rimanendo sotto la superficie, gli utenti del trasporto pubblico devono uscire dai tornelli della linea di provenienza e, dopo aver percorso un corridoio, entrare in quella di interscambio passando di nuovo dai varchi di accesso

Credits Urbanfile– M4-M1 Stazione San Babila

#5 Il futuro interscambio all’aperto a Sant’Ambrogio di M2 e M4 

Credits Urbanfile – Sant’Ambrogio M2-M4

L’interscambio alla fermata Sant’Ambrogio tra la linea M2 e M4 ci sarà, ma anche in questo caso i passeggeri saranno obbligati a uscire all’aperto attraversando i tornelli. A proteggere gli utenti durante il trasbordo è prevista una copertura in vetro.

Credits Urbanfile – M4-M2 Stazione Sant’Ambrogio

Continua la lettura con: Le STAZIONI di Milano più scomode: dove se sei di fretta, perderai il treno

FABIO MARCOMIN

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA:

Il LATO OSCURO di CITYLIFE: gli STUDENTI IMBRATTATORI di ARDUINO

Il futuro dell’ARCO della PACE non è ROSA

La PRIORITÀ NUMERO UNO a MILANO: le idee per tenere PULITA la città

A Milano le prime STRISCE PEDONALI sul marciapiede

La STAZIONE BOVISA è un COLABRODO

Gli ORARI “IMPOSSIBILI”; dei MUSEI CIVICI di Milano

La LETTERA: “SCRITTE e SIMBOLI SATANICI a VETRA e SAN LORENZO”

È più facile che un CAMMELLO passi per la cruna di un AGO, che trovare un TAXI la sera, in CENTRALE

I PENDOLARI del CRIMINE

Quell’ANGOLO della STAZIONE CENTRALE trasformato in un ORINATOIO

Le STRADE PERDUTE di Milano: asfalto o groviera?

CASORETTO: spariscono i CESTINI, l’immondizia in strada si MOLTIPLICA

A Milano lo stipendio non basta

Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

“Non riesco più a capire la mia città”

MILANO-MALPENSA: una linea Express mica tanto express

Buenos Aires: la strada dei record (di incidenti)

Groviglio di bici sul Passante

L’asfalto ferito: la video denuncia del comico Storti

Prima di aprire la STAZIONE FORLANINI M4 è già in DEGRADO

Milano non fa schifo ma… i MARCIAPIEDI di Via Sirtori sono PERICOLOSISSIMI

Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

La sciatteria delle scuole di Milano

Bovisa o Calcutta? I CUMULI di SPAZZATURA abbandonati in strada

L’enigma MALPENSA EXPRESS: la stralunata porta d’ingresso a Milano

Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

Il DEGRADO delle PORTE di Milano

Il lato oscuro della City: il DEGRADO di PORTA VOLTA

Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

I CARTELLI DA MARCIAPIEDE di Via Taormina

Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL

il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

La SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

 I progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati…

 La CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA

Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO

 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 7 CASE sull’ALBERO più belle d’ITALIA

0
Credits: fattoriedicelli.it Fattorie di Celli
Chi dice di non averla mai voluta probabilmente sta mentendo. Non c’è bambino che non l’abbia desiderata, invidiata a chi ce l’avesse e chiesta più e più volte al papà, al nonno e a chiunque avesse provato ad accennare di volerla costruire. Si sta parlando della casa sull’albero, che tutti si immaginano come una sorta di rifugio di sopravvivenza o come una casa costruita dagli scoiattoli, magari di quelli che parlano come nelle favole, e arredata tutta in legno.

Le 7 CASE sull’ALBERO più belle d’ITALIA

Sarà per questo immaginario legato alle case sugli alberi che molti esperti nella ricettività turistica hanno deciso di costruire case sugli alberi immerse nella natura, con tutti i comfort e una vista e una sensazione di pace invidiabile da tutti. Non c’è bisogno di andare in chissà che posto per trovare queste case, ecco allora le 7 case sull’albero più belle in Italia con l’ausilio della guida lonelyplanetitalia.it.

# Tenuta Bocchineri in Calabria

Credits: @filrougefm22
Tenuta Bocchineri

“La casa sull’albero è unica nel suo genere nel Sud Italia. Ti affacci e vedi i daini”. La casa sull’albero della Tenuta Bocchineri in Calabria, precisamente a Rogliano, soddisfa tutti i requisiti per diventare una delle case sull’albero più belle d’Italia. Contatto con la natura, tranquillità, a misura d’uomo, perfetta per una fuga e per isolarsi un po’ da tutto il resto. La casa della Tenuta Bocchineri ha una verandina, un balconcino, bagno, doccia, ma anche TV, Wi-Fi e una graziosa scala a chiocciola per salire.

# Laperegina in Abruzzo

Credits: @nuvolafrica
Agriturismo Laperegina

Nel paesino fantasma dove è stato girato “Omicidio all’italiana“, c’è un angolo di pace dove la paura che il soprannome del paese si porta dietro viene completamente dimenticata. In provincia di Pescara, esattamente a Corvara, c’è una casa sull’albero circondata da ruscelli e tanti animali, a 850 metri di altezza. Si tratta di una parte della struttura del BioAgriturismo Laperegina e la storia di questa casetta è nata proprio per caso. Lo stesso proprietario racconta che un giorno una coppia di Torino era giunta all’agriturismo, ma voleva dormire in una camera più spartana e a contatto con la natura. Fu lì che notarono la casetta appena costruita sul mandorlo in giardino. Così si mise un letto matrimoniale e un armadio, creando un’atmosfera romantica e affascinante.

# La Awen Tree House in Umbria

Credits: @ilariascicchitano
Awen Tree House

Siamo a due chilometri da Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, proprio sul Lago Trasimeno, qui si trova la Awen Tree House. Una casetta sospesa, a circa 30 metri da terra e di circa 20 metri quadrati. Un soggiorno nella graziosa casetta sull’albero è perfetto per una vacanza all’insegna della sostenibilità: la casa è stata costruita secondo le tecniche della bioedilizia ed è immersa nei magnifici paesaggi del Lago Trasimeno, in un boschetto di lecci, offrendo la possibilità di seguire tanti percorsi culturali, ambientali e di benessere.

# Il Rifugio nel Bosco in Sicilia

Credits: @78_luke
Casa sull’albero Parco Avventura Madonie

Già il nome è tutto un dire, il Rifugio nel Bosco permette di soggiornare in 3 diverse case sull’albero, una più bella dell’altra, e fa vivere l’esperienza di essere immersi nella natura. Il rifugio nel Bosco è all’interno del Parco Avventura Madonie, non tanto lontano da borghi con cassette in pietra e balconi fioriti. Quindi, dopo aver goduto di tutti i comfort e relax regalati dall’esperienza sulla casa sull’albero, si possono visitare i classici paesini siciliani.

# Fattorie di Celli in Toscana

Credits: fattoriedicelli.it
Fattorie di Celli

A Poppi, in Toscana, c’è una struttura chiamata Fattorie di Celli, che regala forse una delle esperienze più magiche che si possono godere su una casa sull’albero. Non solo tanta tranquillità e tutti i comfort per vivere una vacanza un po’ diversa dalle solite, ma la particolarità di questa casa è che ha ampie vetrate che permettono di ammirare il bosco-giardino, mentre si è comodamente sdraiati sul letto. E il balconcino poi? Tutto in vetro, se si guarda in basso si vede l’incredibile verde della zona.

# Il giardino dei Semplici in Piemonte

Credits: @si.inst
Giardino dei Semplici

A Manta, in provincia di Cuneo, c’è una casetta sull’albero che sembra appena uscita da una fiaba. Si trova nel Giardino dei Semplici, in mezzo alle fronde di una quercia possente, circondata da un terrazzo da cui godere di una magnifica vista. In questa casetta c’è una romantica camera da letto e un bagno, la colazione poi è servita dalla struttura.

# Il Villaggio di Baffy in Val D’Aosta

Credits: @ilvillaggiodibaffy
Il villaggio di Baffy

Una capanna sull’albero, ecco cosa propone il Villaggio di Baffy, in Valle d’Aosta, precisamente a Gressan, a pochi chilometri da Courmayeur. Anche questa capanna è uno di quei luoghi dove potersi dimenticare dello stress e vivere attimi di relax. Si tratta di un mini-chalet in legno, costruito tra tre larici centenari. La vista che regala è sulla conca di Aosta e le cime sovrastanti e qui la ninna nanna sarà cantata dagli animali abitanti del giardino e dal ruscello che scorre.

Continua la lettura con: Le CASE SOSPESE a un’ora da MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il BOOM dei FRONTALIERI: RECORD di sempre per i TRENI tra MILANO e il CANTON TICINO

0
Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox - instagram)

In costante crescita anno dopo anno i passeggeri che viaggiano tra Canton Ticino e Milano. Non solo per motivi di studio e lavoro, ma anche nei weekend. C’è sempre più voglia di Svizzera (e del suo sistema fiscale)? Ecco i dati pubblicati dalla compagnia ferroviaria italo-svizzera.

Il BOOM dei FRONTALIERI: RECORD di sempre per i TRENI tra MILANO e il CANTON TICINO

# Nel 2023 raggiunti i 22,8 milioni di passeggeri trasportati

Treno TILO

Nel comunicato diffuso il 19 febbraio 2024 la società TiLo, la compagnia ferroviaria formata da Trenord e le Ferrovie Federali Svizzere, ha pubblicato i dati relativi ai passeggeri trasportati nell’anno 2023. Il numero continua a salire anno dopo anno, toccando il numero record di 22,8 milioni, pari a una media di 69.000 viaggiatori giornalieri. Il mese con più utenti è stato ottobre, con 78.000 in media ogni giorno feriale. 

# Boom dei passeggeri frontalieri: +65% al confine con Chiasso

Credits fernbahnkunde IG – Stazione di Chiasso

La crescita dei passeggeri ha riguardato anche quelli frontalieri, sempre con numeri record: +65% quelli che hanno attraversato il confine a Chiasso, +57% quelli che sono passati da Gaggiolo. Durante i giorni feriali sono transitati tra Chiasso e Como S. Giovanni 8.100 passeggeri, contro i 4.900 del 2022, tra Stabio e Cantello-Gaggiolo sono passati dai 2.600 dell’anno precedente ai 4.100 del 2023.

Leggi anche: LONDRA si AVVICINA a MILANO (in treno): la NUOVA TRATTA in Svizzera in 5 ORE

# Lugano e Milano le stazioni più frequentate

Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox – instagram)

La stazione con più utenti TiLo è stata quella di Lugano, con quasi 25.000 passeggeri su 235 collegamenti. A seguire la Stazione di Milano Centrale, con una media feriale di 12.200 passeggeri ma contando solamente su 32 treni al giorni del collegamento RE80.

# Nei weekend e nei giorni festivi una crescita del 20%

Gli spostamenti non sono solo per motivi di studio e lavoro. Anche durante i weekend e i giorni festivi è stato registrato un incremento dei passeggeri: in media 48.000 viaggiatori al giorno, pari al 20% in più rispetto al 2022.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con:  Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La GUIDA di Vogue degli APERITIVI di MILANO: i 10 INDIRIZZI IMPERDIBILI

0
milanosecrets IG - Pasticceria Cucchi

Una selezione di 10 indirizzi elaborata dal magazine Vogue dove gustare ottimi cocktail in compagnia, tra storia, creatività e design.

La GUIDA di Vogue degli APERITIVI di MILANO: i 10 INDIRIZZI IMPERDIBILI

#1 Bar Basso, un punto di riferimento per la Design Week

Credits: @e15furniture – Bar Basso

Se dici Bar Basso dici aperitivo, uno dei locali preferiti di Milano dove incontrarsi per un drink e per stare in compagnia. Da anni punto di riferimento per la Design Week, richiamata all’interno con i pezzi di design che lo arredano, è forse il bar in città più amato e conosciuto dai milanesi e non solo. La sua fondazione da parte di Giuseppe Basso risale agli ’30, come osteria, il successo arriva nel 1972 dopo l’invenzione per errore del “Negroni sbagliato” con le bollicine al posto del gin.

Indirizzo: via Plinio,39

#2 Bene Bene, il bar dei creativi milanesi

benebenebar IG

Non troppo distante c’è il bar dei creativi milanesi, Bene Bene. Qui si possono trovare drink di qualità, una selezione musicale curata nei minimi dettagli, ma soprattutto tutto quello che serve per dare sfogo ai pensieri out of the box. Dalla playlist a parte che suona in bagno, creata dalla radio indipendente milanese FrittoFM, ai quadri di giovani artisti contemporanei appesi alle pareti.

 
Indirizzo: Via Morgagni 31

 

#3 Combo, l’ostello-bar in un contesto fuori dal tempo

Combo

Il nome dice già cosa aspettarsi, una combinazione di usi e servizi. Combo, sul Naviglio Grande, infatti è ostello, bar, luogo per lo studio e il lavoro, incastrato in un contesto silenzioso con giardino. Perfetto per un ottimo drink in compagnia con musica di sottofondo mai invasiva e che al contrario concilia il relax. 

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 83

#4 Turbo, il bar-cattedrale della mixologia

turbomilano IG

Un chilometro più ovest c’è Turbo, aperto nel 2020, un bar-cattedrale della mixologia caratterizzato da pareti di colore blu e una serra idroponica da dove vengono prelevate le erbe e spezie per realizzare i drink. I piatti sono preparati con cura certosina secondo la logica di spreco zero. Nel pieno del regno dell’aperitivi, ma allo stesso tempo distante dalla ressa dei locali lungo il canale, trovandosi in una traversa di Via Ludovico il Moro.

 

Indirizzo: Via Andrea Ponti 4

#5 Lido Liquor Bar, dove bere cocktail in un ambiente famigliare

leonardofollieri IG – Lido liquo bar

A pochi passi dai Navigli c’è Lido Liquor Bar, aperto da poco. Per chi vuole ordinare un bicchiere di vino o un cocktail senza troppi fronzoli e con ampia scelta è il locale ideale. Un locale alla mano e famigliare, dove incontrarsi per un semplice appuntamento o per parlare di argomenti importanti. In tarda sera diventa una sorta di nightclub, dove scatenarsi con le danze. 

Indirizzo: Piazzale Cantore, 4

#6 House of Ronin, con il cocktail e sake bar Madame Ching 

Credits: IG @teoflove

Quattro piani neo liberty con un’osteria giapponese al piano terra, un ristorante giapponese di alto livello al primo e al secondo piano e una superficie di 200 mq con 4 stanze private per il karaoke. Tutto questo è House of Ronin, dove ogni sala è dedicata a un tema diverso, tutti legati a diversi decenni e stili del Giappone, e accompagnate da un eccezionale cocktail e sake bar chiamato Madame Ching dove bere sentendosi nel Paese del Sol Levante.

Indirizzo: via Vittorio Alfieri, 17

#7 Pasticceria Cucchi, un aperitivo immersi nella storia milanese

milanosecrets IG – Pasticceria Cucchi

La Pasticceria Cucchi, fondata nel 1936 da Luigi Cucchi e sua moglie Vittorina col nome di Cafè Chantant, conserva ancora il fascino di un tempo coi banconi in legno scuro e i lampadari di cristallo in stile candeliere. Sempre più spesso, oltre a gustare delle croccanti brioche, in questo storico locale della città ci si ritrova per assaporare un drink ben fatto fino all’orario di chiusura.

Indirizzo: Corso Genova,1 

#8 Bar Quadronno, la prima paninoteca a tenere aperto fino a tarda notte

Credits mikymatei IG – Bar Quadronno

Spostandosi più in centro c’è il Bar Quadronno, la prima paninoteca a tenere aperto fino a tarda notte in città. Nacque qui negli anni ’60 il panino imbottito, con squisitezze gastronomiche e salsine varie e novità incredibili per quegli anni, come il mitico panino al prosciutto di “scimmia”. Per molti milanesi e non solo questo è il locale migliore dove mangiare un panino, ma visto il suo orario è uno dei ritrovi preferiti dove fermarsi per degustare un cocktail in compagnia.

Indirizzo: Via Quadronno, 34

#9 Palinurobar, dove bere vini naturali

polkadot_mag IG – Palinurobar

Di poco fuori dalla circonvallazione esterna, in zona Loreto, troviamo Palinurobar. Tra i primi locali in città a proporre vini naturali senza solfiti, che ormai hanno preso piede quasi come lo spritz, nato dall’idea di quattro amici. Niente a vedere con le classiche enoteche, un luogo conviviale dove sentirsi a proprio agio sorseggiando un buon calice di bianco o di rosso.

Indirizzo: Via Paisiello, 28

#10 Eterno Milano, per un ritorno agli anni ’80

eterno_milano IG

Andiamo ancora più verso est, a 500 metri dalla fermata Susa della M4, per fare tappa da Eterno Milano. Varcando la soglia sembra di fare un passo indietro agli anni ’80, grazie alla cura del design voluta da proprietari, circondati da forme geometriche e rotondeggianti e dai colori rosso e blu. Luogo d’incontro perfetto per un appuntamento al calar del giorno, al centro di una zona prescelta durante la fashion per le sfilate più periferiche.

Indirizzo: Viale Campania, 30

Fonte: Vogue

Continua la lettura con:5 APERITIVI a BUFFET a Milano 

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

LONDRA nomina i “PASSANTI” con FATTI STORICI. Come si potrebbero RINOMINARE le LINEE S di MILANO?

0
Tfl-Timeout - London Overground

Cambiano i colori e i nomi celebrano momenti storici della capitale britannica. Con quali riferimenti culturali, storici e geografici potrebbero essere rinominate le linee suburbane milanesi?

LONDRA nomina i “PASSANTI” con FATTI STORICI. Come si potrebbero RINOMINARE le LINEE S di MILANO?

# Nuova identità visiva per la Overground

maps-london – London Overgroung oggi

Il Sindaco di Londra Sadiq Khan e la Transport for London hanno annunciato e presentato la nuova identità visiva della rete Overground, prevista dall’autunno del 2024. La rete, costruita efficientando linee ferroviarie poco utilizzate o dismesse tra il 2007 e il 2015, ha visto crescere in fretta il suo utilizzo arrivando oggi a trasportare oltre 3 milioni di passeggeri a settimane. Si tratta di ferrovie urbane, la cui funzione può essere assimilata alle nostre linee suburbane e al passante

# Cambiano i colori e i nomi celebrano momenti storici della città

Tfl-Timeout – London Overground

A cambiare sono i colori delle linee, prima tutte di colore arancione e per questo conosciute anche come “ginger lines”, e i nomi, scelti in seguito a una consultazione tra passeggeri, storici e la comunità, che celebrano momenti storici nell’immigrazione e nell’uguaglianza delle donne, onorando attivisti e lavoratori.

Questi i colori e i nomi scelti:

  • la viola Lioness Line (da Euston a Watford Junction) dedicata alla nazionale femminile inglese di calcio;
  • la turchese Mildmay Line (da Stratford a Richmond/Clapham Junction) dal nome di un ospedale a Shoreditch che ha avuto un ruolo importante durante l’epidemia dell’Aids degli anni ’80;
  • la verde lime Windrush Line (da Highbury & Islington a Clapham Junction/New Cross/Crystal Palace/West Croydon) dal nome della Generazione Windrush e della loro eredità. La Windrush è stata la nave che portò in Inghilterra il primo flusso di lavoratori provenienti dalle ex colonie britanniche con il compito di contribuire alla ricostruzione la Nazioni dopo la distruzione della Second Guerra Mondiale;
  • la rosso mattone Weaver Line (da Liverpool Street a Cheshunt/Enfield Town/Chingford) per ricordare lo storico commercio tessile dell’est di Londra;
  • la fucsia Suffragette Line (da Gospel Oak a Barking Riverside) dal nome del movimento delle Suffragette;
  • la blu navy Liberty Line (da Romford a Upminster) dal nome dell’indipendenza storica del popolo di Havering.

Queste le parole del sindaco della capitale britannica: “Questo è un momento estremamente emozionante, che trasforma il modo in cui pensiamo alla rete di trasporti di Londra. Dare a ciascuna delle linee colori e identità distinti renderà più semplice e facile per i passeggeri spostarsi. Nel reinventare la mappa della metropolitana di Londra, stiamo anche onorando e celebrando diverse parti della storia e della cultura locale uniche di Londra.”

# Come si potrebbero chiamare le linee suburbane che attraversano Milano

Mappa Ferrovie suburbane e passante 2023

Per le cinque linee metropolitane avevamo provato ad ipotizzare un nome internazionale: M1 Duomo Line, M2 Station Line, M3 Fashion Line, M4 Fly Line e M5 Expo Line. Le linee suburbane di Milano, che attraversano la città e viaggiando lungo il passante, hanno già un colore che le contraddistingue ma non hanno un nome associato. Quali potrebbero essere:

  • Linea Grande Milano S1 (Saronno-Milano passante-Lodi) per ricordare il territorio della provincia di Lodi un tempo ricompresa in quella di Milano
  • Linea Seveso S2 (Mariano Comense-Milano passante-Milano Rogoredo) per ricordare il disastro della fuga di diossina del 1976;
  • Linea S3 Armenia Film (Saronno-Milano Bovisa-Milano Cadorna) in memoria della Bovisa quartiere “capitale” del cinema italiano molto prima di Cinecittà
  • Linea Milano Nord S4 (Camnago-Milano Bovisa-Milano Cadorna)
  • Linea Città Giardino S5 (Varese-Milano passante-Treviglio) per il collegamento con Varese
  • Linea Risaie S6 (Novara-Milano passante-Treviglio) che conduce verso le prime aree del Piemonte famose per le loro colture di riso
  • Linea dei Laghi S7 (Lecco-Molteno-Monza-Milano) con fermate che servono i laghi di Annone, Garlate e di Como
  • Linea Alessandro Manzoni S8 (Lecco-Carnate-Milano Porta Garibaldi) perché conduce a “quel ramo del Lago di Como” citato nell’incipit dei Promessi Sposi
  • Linea Università S9 (Saronno-Seregno-Milano-Albairate) che serve Bocconi, Bicocca e Politecnico
  • Linea Cattaneo S11 (Chiasso-Como-Milano-Rho), per ricordare il grande Carlo cattaneo che teorizzava per l’Italia un sistema federale tipo svizzero
  • Linea Autostrada del Sole S12 (Melegnano-Milano passante-Milano Bovisa-Cormano), per ricordare la costruzione della storica autostrada italiana che collega nord e sud Italia
  • Linea Leonardo S13 (Pavia-Milano passante-Milano Bovisa) per identificare il canale pensato da Leonardo da Vinci che arriva fino alla città della Certosa

Leggi anche: Se le linee della METROPOLITANA di MILANO avessero un NOME INTERNAZIONALE, come si chiamerebbero?

Spunto: The Guardian

Continua la lettura con: La METRO più VELOCE del MONDO: come un FRECCIAROSSA sottoterra

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

0
Arcangeli

È stata una delle personalità milanesi più incisive nel panorama dello spettacolo teatrale, della canzone e della radio. Il padre era professore universitario a Torino, mentre la madre era una nobildonna toscana. Parliamo di Maria Pia Arcangeli, nata nella nostra città il 23 gennaio 1918. Sin da ragazzina aspirava a fare l’attrice, una vocazione poco accettata dai famigliari, perché, allora, una donna dello spettacolo era vista come una “poco di buono”.

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

# Il primo lavoro alla Eiar a Torino

ildiscobolo.net – Maria Pia Arcangeli

Studiò all’Università di Torino e, casualmente, venne a sapere di un concorso alla Eiar chiamato “L’ora del dilettante”, che si teneva proprio nella città sabauda. Partecipò con la canzone milanese “Lassa pur ch’el mund el disa”, brano di due meneghini doc come Alfredo Bracchi e Giovanni D’Anzi. È il 1938 e Maria Pia, per un anno, viene scritturata dalla radio di Torino. L’Arcangeli iniziò ad esibirsi negli spettacoli studenteschi, cantando canzoni popolari: per lei fu un’esperienza preziosa per entrare nel mondo della canzone dalla porta principale. Alla radio era conosciuta come “quella che canta le canzoni milanesi”. D’altronde non poteva che essere così, visto che per lei ebbe un innamoramento artistico proprio Giovanni D’Anzi, che le preparò diversi brani, tra cui “La gagarella del Biffi Scala” e “La guta”.

# Il debutto a teatro nella compagnia di Nuto Navarrini

Poi è la volta del teatro, con il debutto nel 1940 nella compagnia di Nuto Navarrini, per passare, un anno dopo, a quella di Nino Taranto.

Dicevamo dell’innamoramento artistico di D’Anzi, ma solo artistico…perché quello sentimentale arrivò da Carlo Minellono dei San Martino d’Arundello, in arte semplicemente Carlo Minellono, attore toscano che ebbe molto successo nella prima metà degli anni quaranta. Maria Pia e Carlo si sposarono e, nel 1946, ebbero il loro unico figlio, Cristiano, che diventerà uno dei più popolari autori di canzoni italiane: citiamo “Gocce di pioggia su di me”, “Comprami” e “Soli”.

Cristiano nacque ad Arona perché la Arcangeli e il marito decisero di “sfollare” da Milano al lago Maggiore. All’età di un solo anno, Cristiano perde il padre e la Arcangeli si ritrova da sola a crescere il bambino. Ma ciò non le impedirà di partecipare a diversi spettacoli, tra Gallarate e Varese, vicino a casa.

# Il cinema con Tognazzi e il ritorno alla radio con la trasmissione “Ciaciarem in cicinin”

Arcangeli

Nel 1948 la troviamo al fianco di Ugo Tognazzi in “Notte a Venezia”, poi torna alla radio, conducendo, con Evelina Sironi, Fausto Tomei e Liliana Felman (tutti milanesi) la trasmissione “Ciaciarem in cicinin”, un programma che fece conoscere al grande pubblico sia la Arcangeli che la parlata milanese. Era un programma che lasciava molto spazio all’improvvisazione, a dimostrazione della grande sintonia tra i quattro conduttori.

La sua esperienza conta anche “Nonna Felicita” e “Felicita Colombo”, per poi passare al cinema con alcune pellicole come “La vita agra” e “La Celestina”. Era la metà degli anni Sessanta.

# Gli spettacoli al Derby e al Piccolo Teatro di Milano

Credits Piccolo Teatro – Piccolo Teatro

Nel 1966 debutta al Derby Club al fianco di Walter Valdi, Evelina Sironi e tanti altri personaggi che hanno fatto la storia del divertimento milanese.

“Allora il Derby non era soltanto un luogo in cui si rideva, c’erano anche spettacoli, come quelli in cui era protagonista mia madre, in cui si chiacchierava e si interagiva col pubblico”, disse Cristiano Minellono in un’intervista di diversi anni fa.

Siamo appena oltre la metà degli anni sessanta e la Arcangeli va a Genova per recitare con Alberto Lionello e, un anno dopo, è al Piccolo Teatro di Milano. Fu una delle prime protagoniste del Festival della canzone Meneghina, un evento che attirava tantissimo pubblico e che sfornava talenti di prim’ordine.

Prima di chiudere l’attività artistica e di andarsi a riposare in Brianza, la Arcangeli recitò ancora con Pietro Mazzarella, Gino Bramieri e Rita Pavone. Memorabili furono le sue esibizioni al fianco di Erminio Macario.

Maria Pia Arcangeli morì il 12 dicembre 1999, ed è un vero peccato che Milano abbia un po’ trascurato questa figura carismatica e vivace dell’arte sotto la Madonnina.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

🛑 Arrivati i fondi: TRE NUOVE FERMATE per la M1 e la FRECCIARANCIO

0
Credits: Urbanfile

Forse è la volta buona. Il Ministero dei Trasporti ha annunciato l’allocazione dei fondi necessari per diversi progetti nel settore dei trasporti a Milano. Disco verde per l’estensione della linea rossa. Ma non solo. Foto cover: urbanfile.org

🛑 Arrivati i fondi: TRE NUOVE FERMATE per la M1 e la FRECCIARANCIO

Decreto del governo per finanziare tre rilevanti progetti per Milano. I fondi sono arrivati da Roma. Lo ha comunicato Arianna Censi, assessore alla Mobilità. Vediamo quali sono.

# Tre nuove fermate sulla rossa

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

La prima importante opera sbloccata è l’estensione della M1 fino a Baggio per un totale di 3,3 chilometri di nuova linea. Il costo totale è di 543 milioni di euro, di cui 145 milioni sono stati stanziati dal Ministero dei Trasporti. Ci saranno tre nuove stazioni oltre Bisceglie: Parri-Valsesia, Baggio Centro e Quartiere Olmi. Si prevede una durata dei lavori di circa 5 anni e mezzo.

# Gli altri progetti finanziati: il “Frecciarancio” e l’ampliamento del deposito per i treni della linea M1

Milano Limbiate

Viene finanziato anche il progetto “Frecciarancio”, la metrotranvia Milano-Limbiate. L’opera è finanziata con risorse statali e degli enti locali per un totale di circa 148 milioni di euro. I lavori dovrebbero durare circa tre anni e mezzo.

Altri finanziamenti sono stati destinati, infine, all’ampliamento del deposito Gallaratese per i treni della linea M1.

Continua la lettura con: La metropolitana a Bergamo?

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE

0
identià golose - Food District

Procede il completamento di un nuovo polo per la ristorazione dinamica e sostenibile all’interno di un’area industriale in disuso e ora in fase di rigenerazione. Come si sta sviluppando, le prime aperture e quando dovrebbero essere assegnati tutti gli spazi. 

Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE

# Certosa District: “il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef”

Credits realstep – Certosa District

Il progetto di Milano Certosa District, partito dalla rigenerazione di un’area industriale abbandonata che con La Forgiatura è stata trasformata in un campus integrato di 30.000 mq, si sta arricchendo poco alla volta con un distretto del food. In questo nuovo quartiere sviluppato dalla società immobiliare RealStep tra Via Varesina, Via Mac Mahon e Via Oriani, prima sede dei gruppi Koelliker e Sandvik, si sta creando un polo per la ristorazione dinamica e sostenibile: il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef e degli imprenditori che amano la stagionalità, rispettano prodotti e ambiente e fanno anche tanta ricerca” come raccontato dal suo direttore generale spiegato da Vincenzo Giannico.

# Un’area complessiva di 100.000 mq di cui 6.000 dedicati a 20 ristoranti

Area Certosa District

Al momento la superficie destinata al nuovo “quartiere” è di circa 100.000 mq, con probabile incremento nei prossimi anni. In queste ex aree industriali in disuso in fase di rigenerazione hanno trovato e troveranno spazio anche uffici, spazi di co-living e 20 locali tra ristoranti, caffè e luoghi per il dopocena, oltre ad aree verdi e a multinazionali. Qui la Whirlpool ha creato la sua nuova sede europea. Gli spazi dedicati alla ristorazione sono distribuiti su 6.000 mq tra Via Varesina, Via Brunetti e Via Giovanni da Udine.

# Prime inaugurazione nel 2023. L’obiettivo è assegnare tutti gli spazi entro il 2026

Certosa District

A occupare i locali sono e saranno brand già presenti a Milano, con metrature variabili tra gli 80 e i 900 mq. Sono tre gli spazi inaugurati finora: i primi due nel 2023, Crosta (forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo), Loste Café (una bakery di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro entrambi formati a Copenhagen), e Lafa (cucina araba e mediorientale di Hippolyte Vautrin, titolare di Røst e Kanpai) il 20 febbraio 2024. L’obiettivo è creare un comunità, creando eventi in grado di coinvolgere a zona tramite la partecipazione di famosi esponenti di spicco della ristorazione, prendendo ispirazione dai casi di successo di altre città come Parigi, Copenhagen e New York. Entro il 2026 si prevede di assegnare tutti gli spazi rimanenti.

Continua la lettura: A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

0
Egalite

Ristoranti, pasticcerie e pizzerie. Vediamo tutte le novità del febbraio milanese, un vero e proprio festival di novità interessanti.

Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

#1 Égalité triplica: corso Sempione sempre più francese

Égalité 

Si conferma vincente la formula proposta dalla pasticceria Égalité, che dopo il successo di via Melzo e di via San Simpliciano, apre in corso Sempione in zona Arco della Pace. Un tripudio di croquet monsieur, baguettes e Madeleine oltre ai vini francesi proposti per l’aperitivo serale. 

#2 Deposito Enoteca: il boom dei vini naturali

deposito_enoteca IG

In via Felice Casati, zona Porta Venezia, ha aperto questa enoteca con cucina che propone vini naturali, a conferma del grande successo che a Milano stanno ottenendo questo tipo di locali. Si può fare un aperitivo oppure fermarsi per cena, accompagnando il pasto da vini italiani ed europei tutti rigorosamente naturali.

#3 Locanda Sempione: il mix di cucine regionali

locandasempione IG

Una novità questa, in corso Sempione, che vuole offrire ai clienti una cucina varia che va ad abbracciare molteplici regioni italiane come la Puglia con le bombette o il Piemonte con la classica tartare di fassona. Ci sono anche numerose proposte di piatti tipici milanesi e assai varia la proposta di pietanze a base di pesce. 

#4 Eggs: fusion Milano-Roma

eggsristorante

Apre in via Solferino questo locale che da Roma parte alla conquista di Milano. Il centro della proposta culinaria sono le uova ma soprattutto, è interessante il connubio tra cucina romana e milanese, quasi a voler fondere le due culture gastronomiche. Un esempio? I supplì con ripieno di risotto e ossobuco.

#5 Rosticceria Palazzi: la rinascita del locale

rosticceriapalazzi IG

Una riapertura questa per un locale che rinasce a nuova vita. Rosticceria Palazzi in via Plinio resta ferma la ricca proposta gastronomica da asporto a base di lasagne, pasta fresca o arrosti, ma si può adesso sostare per un aperitivo sfizioso accompagnato da un buon calice di vino. 

#6 Ultra: pizza & cocktail

ultra.milano IG

In viale Montenero apre questa nuova pizzeria che vuole sfruttare il trend positivo e che spopola in città, ossia l’abbinamento pizza e cocktails. Pizze classiche o gourmet, ingredienti freschi e di stagione, accompagnate dunque da cocktails classici o rivisitati. Non mancheranno le pizze al padellino o sfiziosità regionali italiane

#7 Section80 bar: musica e tavola fredda

section80bar ig

Si tratta di una casa di produzione cinematografica situata in via Farini che ha aperto anche uno spazio bar con tavola fredda e possibilità di fare aperitivo con un buon cocktail. Qui si viene per incontrarsi, condividere, vedere un video o ascoltare buona musica in totale relax.

Continua la lettura con: I MEMBERS CLUB più ESCLUSIVI di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

COME sono NATE le MAPPE di Milano?

0
stagniweb.it - Busetti - Mappa Busetti centro storico

Scopriamo chi ha inventato le mappe che sono arrivate ai giorni nostri e che vengono utilizzate da milanesi e turisti, nonostante l’avvento di app e gps. 

COME sono NATE le MAPPE di Milano?

# Otello Busetti, amante della musica e dell’arte

confcommercio.it – Busetti

Otello, figlio di Itala imprenditrice nel tessile e Emilio amante di arte, musica, disegno, fu l’unico rispetto agli altri suoi 5 fratelli a nascere a Parma. Studia musica e arte già dalla scuole primarie, passioni ereditate dal padre, e per mantenersi agli studi riproduceva le colonne sonore di film muti nei cinema con il violino. Ritornato in famiglia a Milano all’età di 13 anni riesce a trasformare in qualcosa di concreto la sua passione artistica frequentando prima la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, specializzandosi in disegno prospettico e toponomastica, e riesce a sviluppa il suo desiderio di ricerca e di voler fare il censimento dell’esistente di vie, piazze, palazzi. 

# L’idea in un tram degli sposi, dei turisti e di un tram prontosoccorso

Proprio all’interno dell’istituto progettò un ampliamento di quello che fino a quel momento era l’utilizzo solito del tram, per essere uno “strumento di connessione e di conoscenza”. Immaginò ad esempio come usi alternativi il tram degli sposi, quello dei turisti e persino un tram prontosoccorso, che avrebbe dovuto avere corsie preferenziali. Fu implementato solo per tratti brevi durante la guerra.

# Per ATM si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland 

Milano Sparita e da ricordare – Autobus

ATM fu fondata nel 1931 prendendo in carico la gestione della rete, nel 1933 prese avvio il servizio della rete filoviaria, mentre nel 1939 assunse l’esercizio delle autolinee interurbane. La carriera di Otello Busetti inizia come disegnatore di piante e mappe presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, per poi essere assunto come Capo dell’Ufficio Tecnico dell’autonoma Azienda Tranviaria Milanese proprio nell’anno della sua fondazione. Si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland. Le guide erano realizzate a mano e con i disegni dei monumenti in chiave prospettica. 

# Tra le guide più significative “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi”

stagniweb – Mappa Busetti 1964 con tram, bus e prima tratta M1

Le due edizioni più significative delle Guide Busetti furono “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi” (edizioni dal 1959 al 1966). Con l’inaugurazione della prima tratta della M1 nel 1964, si avvera il sogno di Otello di vedere la rete di trasporti spingersi verso la periferia. Nella guida di quell’anno sono visibili i percorsi di tram, bus, filobus e della metropolitana rossa. Busetti era un vero e proprio testimonial del trasporto pubblico, che secondo lui era da usare anche per recarsi in vacanza, e questa sua visione turistica della città era talmente “futuristica” che le sue guide erano delle vere e proprie enciclopedie informative per residenti e visitatori di Milano.

# Esemplari di carte e guide conservate nella vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco

stagniweb.it – Busetti – Mappa Busetti centro storico

Di tutto il materiale Busetti mantenne in seguito il copyright per poi sviluppare questo lavoro con la propria Casa Editrice EIA (Edizione Italiane Artistiche) poi chiamata Edizioni Guide e Piante BusettiAlcune esemplari di carte e molte edizioni di guide realizzate da Busetti, del periodo che vanno dagli anni ’30 agli anni ’70, sono conservate negli spazi di quella che era la vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, oggi Museo con la Civica raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”.

Fonte: confcommerciomilano.it

Continua la lettura con: Per la CENTRALE prendiamo la I o la N? QUANDO gli AUTOBUS di MILANO erano indicati con una LETTERA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

0
Credits wikipedia.org - Metro Genova

La prossima estate la metropolitana più corta d’Italia, la settima più corta del mondo, festeggia i 35 anni dalla sua inaugurazione: 8 fermate per 7 chilometri. L’amministrazione comunale è al lavoro per recuperare il terreno perduto.  

La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

# I cantieri in corso per aprire 2 nuove fermate

wikipedia.org – Metro Genova

Il capoluogo ligure detiene ancora oggi il poco invidiabile primato della metropolitana più corta d’Italia: collega il centro storico con la parte iniziale del quartiere di Rivarolo ed è costituita da 8 fermate per 7 km. In confronto con altre reti nel mondo si piazza al settimo posto. Negli ultimi anni sta però cercando poco alla volta di recuperare il terreno perduto: previste nuove stazioni e chilometri di tracciato aggiuntivi alla sua rete composta da una sola linea, compreso il tracciato sopraelevato dello skytram.

Procedono nonostante qualche stop, a causa del ritrovamento di un’antica fornace romana che sarà esposta nella Certosa di San Bartolomeo, i cantieri per estendere la linea a nord. Un percorso di 550 metri verso la Valpolcevera e il quartiere di San Fruttuoso con una nuova stazione: Canepari. L’inaugurazione prevista prima a febbraio e poi a luglio 2024, slitta alla fine dello stesso anno. Verso est è stato completato il primo tratto in uscita dalla stazione di Brignole verso la futura stazione Martinez/Terralba, la cui apertura è stata posticipata alla fine del 2024. Previsto all’esterno un parco alberato, un piazzetta coperta con tettoie metalliche, un parcheggio d’interscambio da 135 posti e l’accesso dal ponte di Terralba.

Nel progetto esecutivo redatto da Hypro, Ferrotramviaria, Ets e Atp, e approvato da determina comunale, è stato stimato un investimento complessivo aggiornato di 96,3 milioni di euro.

# Consegnate le aree di cantiere per completare la stazione Corvetto

Rendering stazione Corvetto Genova

Dopo la conclusione della progettazione esecutiva per il completamento della stazione di Corvetto, mai terminata sino ad oggi, il 2 ottobre 2023 sono state consegnate le aree di cantiere all’azienda esecutrice. La stazione posizionata a metà percorso tra quelle esistenti di De Ferrari e l’attuale capolinea di Brignole, prevede un investimento di oltre 56 milioni di euro di cui 43,8 provenienti dal Pnrr, e dovrebbe inaugurare nel 2026. Secondo gli studi dovrebbe servire oltre 1,4 milioni di passeggeri all’anno, Castelletto, Manin, Portoria e parte di Carignano.

# Finanziata estensione fino a Rivarolo, allo studio quella fino all’Ospedale San Martino

@genova_metropoli_italy
IG

Oltre ai cantieri in corso sono possibili altre estensioni in futuro. La più probabile è verso nord con una fermata successiva a Canepari, in piazza Pallavicini a Rivarolo. Qui è previsto l’interscambio con i treni locali della linea dei Giovi e con le linee bus. Le stanziamento delle risorse necessarie, 74,5 milioni di euro a copertura anche del secondo lotto della tratta Martinez-Terralba, è diventato ufficiale. Affidato a gennaio 2024 il bando di gara per l’aggiornamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. Si sta però già pensando di allungarla ulteriormente fino a Mira Lanza o addirittura Bolzaneto.

Verso est è stato ci si vuole spingere fino all’ospedale di San Martino, con due fermate: una sotto viale Benedetto XV e una in corrispondenza di via Mosso. Il finanziamento richiesto è pari a 240 milioni di euro. Un prolungamento ancora più importante rispetto al passato dato che nelle stesse aree è prevista la realizzazione della nuova stazione ferroviaria di Terralba, il capolinea per i treni metropolitani

# Attesi i fondi per la realizzazione di 4 nuove stazioni verso ovest

Prolungamento metropolitana di Genova

Verso Ponente si ipotizza invece una biforcazione con un nuovo tracciato di un chilometro e 4 nuove stazioni. Redatto lo studio di fattibilità, sono necessari circa 556 milioni di euro.  per realizzarla. 

La nuova tratta per Sampierdarena prevede queste fermate dopo la stazione di Dinegro:

  • la prima sotto via Dino Col a servizio del Matitone, del casello di Genova Ovest e dei numerosi uffici della zona;
  • la seconda sotto Villa Scassi a beneficio dell’ospedale;
  • la terza in piazza Montano con l’interscambio con la ferrovia;
  • l’ultima a Fiumara, a servizio del centro commerciale e di importanti luoghi di lavoro tra cui Arpal e la Asl.

Anche in questo caso si attende l’assegnazione dei fondi da parte del governo. 

Leggi anche: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE delle città ITALIANE

# Il progetto Skymetro: la metropolitana sopraelevata di 7 km nella Valbisagno

Interno stazione Skymetro

Anche Skymetro, già finanziato con 398 milioni, farà parte della metropolitana di Genova. Si tratta di una metropolitana aperta e sopraelevata di cinque metri da terra attualmente in fase di progettazione definitiva. Un tracciato di 6,9 km e 7 fermate da Brignole, con interscambio con la metropolitana classica, a Molassana. La linea, che avrà due binari, prevede queste stazioni intermedie: Romagnosi. Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo. Terminato l’iter autorizzativo i cantieri dovrebbero avviarsi a luglio 2024, per la metà del 2027 è programmata invece la consegna dell’opera. 

Skymetro estensione Prato

L’avvio dei cantieri è previsto , al termine dell’iter autorizzativo. Il Comune di Genova sta studiando già la sua estensione di 3,3 km e 3 fermate fino a Prato, che ha costo stimato di 212 milioni di euro, per servire anche i comuni della città metropolitana.

Leggi anche: Lo SKYTRAM: il nuovo “TRAM VOLANTE” di Genova. Perché non portarlo anche a Milano? Si potrebbe fare qui

Continua la lettura con: Via libera ai nuovi MAXI CANTIERI di MILANO: METRO M1, METROTRANVIE e “PREFERENZIALE FANTASMA”

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo?

0
dar.com - Rendering hotel

Se venisse completato diventerebbe la struttura alberghiera più imponente e lussuosa del mondo. Riusciranno a terminarla?

La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo?

# Un hotel di 1,4 milioni di metri quadrati, 10.000 camere e 70 ristoranti

dar.com – Rendering hotel La Mecca

Abraj Kudai, questo è il nome dell’hotel in costruzione a La Mecca in Arabia Saudita, è stato progettato per essere il più grande del mondo. Il disegno è stato curato dal gruppo Dar Al Handasah, architetti che hanno già realizzato il Terminal 3 dell’aeroporto di Dubai, e ricorderà una fortezza nel deserto

I numeri dicono questo: una superficie occupata pari a 1,4 milioni di mq, 10 mila camere, 45 piani, 4 eliporti e 70 ristoranti. Il complesso prevede 12 torri, 10 delle quali con sistemazioni a 4 stelle e le due rimanenti con comfort di un albergo a 5 stelle. All’Abraj Kudai potrà soggiornare anche la famiglia reale, è stata infatti progettata un’area dell’hotel, ben 5 piani, accessibile in modo esclusivo a loro.

# Stoppato da una serie di problematiche: finanziarie e di cronaca nera

Credits: worldreligonnews.com
Abraj Kudai in costruzione

La realizzazione di questo hotel super esclusivo è partita nel 2015, la prima data prevista di inaugurazione avrebbe dovuto essere il 2017, ma diversi problemi hanno bloccato i cantieri. In primis quelli finanziari. Il futuro hotel ha un costo di 3,5 miliardi di dollari e il Ministero delle finanze del Regno dell’Arabia Saudita in qualità di proprietario del progetto si è visto costretto a ritardare pagamenti di questo e altri progetti a causa del ribasso delle quotazioni del greggio. The Saudi Binladin Group (SBL), una delle più grandi società di costruzioni del paese oltre che uno dei clienti principali dello stato arabo e incaricata della costruzione, ha avuto di conseguenza gravi perdite di fatturato.

A questo si è aggiunta la morte di 107 persone per la caduta di una gru del SBL sulla Grande Moschea della Mecca, che ha portato lo stato arabo a vietare alla società “di ricevere nuovi contratti statali”.

# I lavori sono ancora fermi

businessmobility.travel – Abraj Kudai

La società di costruzioni ha quindi licenziato migliaia di dipendenti e fermato i lavori per il mega hotel. Ad oggi non ci sono segnali che possano riprendere e pertanto l’apertura della struttura alberghiera destinata a rivoluzionare il mondo del lusso dovrà attendere ancora.

Continua la lettura con: A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Quando si è chiuso il GRANDE CERCHIO delle TANGENZIALI di Milano

1
Rho-Monza trasformata in Tangenziale Nord

Dopo 7 anni di ritardo, l’apertura era prevista entro l’Expo 2015, a metà novembre del 2022 è stato inaugurato l’ultimo tratto della tangenziale nord andando a completare tuto l’anello. Ecco come è stato realizzato e i vantaggi per i milanesi.

Quando si è chiuso il GRANDE CERCHIO delle TANGENZIALI di Milano

# Completato l’ultimo tassello dell’A52 con il prolungamento fino a Novate Milanese

Mappa A52

Un’opera attesa da Expo2015. Il taglio del nastro è avvenuto il 14 novembre 2022, il giorno successivo l’apertura al traffico veicolare. Il completamento del prolungamento dell’A52 fino a Novate Milanese, attraverso la riqualificazione della Rho-Monza, è stato commentato così in una nota di Milano Serravalle: “Il tratto inaugurato completa il collegamento tra la A52 Tangenziale Nord di Milano e la A50 Tangenziale Ovest di Milano, attraverso la riqualifica della vecchia SP46 (Rho-Monza), chiudendo così l’anello delle Tangenziali milanesi e offrendo un percorso alternativo, per gli spostamenti est-ovest e viceversa, al congestionato tratto urbano della A4“. 

# Chiuso l’anello delle tangenziali milanesi rimasto monco per anni

Tangenziali di Milano

Il più esteso sistema italiano di tangenziali intorno ad una città. Con la chiusura dell’anello, composto da Tangenziale Ovest, Tangenziale Est, Nord e l’ultima Tangenziale Est, si arriva a una lunghezza complessiva di 107,3 km. Ciascuna tratta misura rispettivamente 33, 29,4, 12,9 e 32 km.

# Le opere di mitigazione e compensazione realizzate e da portare a termine

Credits serravalle.it – Galleria Fonica A52

La Tangenziale Nord è stata realizzata mettendo in campo diversi accorgimenti oltre ad opere di mitigazione e compensazione, per l’impatto dell’inquinamento acustico e atmosferico, già implementati e da implementare in seguito. Ecco gli interventi eseguiti:

  • la Galleria Fonica di circa 270 metri a di Paderno Dugnano, composta da archi in carpenteria metallica a sostegno di un involucro fonoassorbente laterale e trasparente in cristallo sulla sommità. La parte sud è stata rivestita per intero da pannelli fotovoltaici per soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’opera stessa;
  • il tratto tra Bollate e Novate realizzato in trincea con interramento integrale e ha visto la costruzione di 4 gallerie, ricucendo il territorio sia dal punto di vista viabilistico che dal punto di vista ambientale con la creazione di corridoi ecologici prima inesistenti;
  • barriere antirumore;
  • pavimentazioni drenanti e fonoassorbenti;
  • un sistema di collettamento e trattamento delle acque di piattaforma che rende l’autostrada un sistema “chiuso” ed autosufficiente dal punto di vista idraulico;
  • come intervento di compensazione da realizzare in favore dei quattro comuni attraversati dall’opera rimane un sistema di viabilità ciclo-pedonale.

Continua la lettura con: 7 cose che forse non sapevi delle TANGENZIALI di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

“La verità è diversa da come ce la raccontano: la mia ESPERIENZA con un’AUTO ELETTRICA”

0
Ph. @Cadu.cassano IG

La video testimonianza di una esperienza con l’auto elettrica. Il messaggio è: la verità è molto diversa da quello che ci dipingono. Non solo: potrebbe essere questa parte di una strategia inquietante?

“La verità è diversa da come ce la raccontano: la mia ESPERIENZA con un’AUTO ELETTRICA”

@aresmorelli

Questa la testimonianza video postata su TiKTok da @aresmorelli:

# Le tre informazioni ingannevoli sull’auto elettrica

Ph. Joenomias

“Allora, provo a raccontare la mia esperienza con l’auto elettrica e perché non è assolutamente da comprare. Ho avuto questa possibilità di utilizzare questa macchina aziendale. L’ho scelta perché era una macchina molto bella e perché le informazioni che mi erano state date erano informazioni fondamentalmente sbagliate. Avevo letto che poteva raggiungere 450km di autonomia e che si sarebbe ricaricata in 10 minuti all’80 per cento con il cosiddetto hyper charge. Inoltre avevo la convinzione errata che hanno moltissime persone che fare il pieno con la macchina elettrica sarebbe stato molto più economico che con una macchina a combustibili fossili. 

# L’autonomia è minore 

La prima brutta sorpresa è stata che i 450km di autonomia erano un’informazione del consumo fornito dalla casa: esattamente i chilometri non erano 450 ma appena 330, 340. 

Ph. andreas160578

# Un’ora e mezzo per una ricarica

L’altra sorpresa è stata che il cosiddetto hyper charge che avrebbe dovuto ricaricare l’auto in 10 minuti per l’80 per cento praticamente non esiste. In tutto il Centro Nord non ne ho trovati. C’è il fast charge che però una macchina come quella che ho utilizzato io impiega un’ora e mezzo per essere ricaricata. Ed è già un tempo molto breve perché si tratta di una macchina di alto valore. Soltanto che, a parte che è complicato ricaricare la macchina, molto spesso l’app segnali un punto di ricarica come libero e poi si arrivi e il punto di ricarica è occupato oppure peggio, succede che il punto di ricarica non funziona. Quelli che non funzionano sono tantissimi. A volte c’è anche la bella sorpresa che qualcuno te la ricarica gratis però è estremamente raro, sempre più raro. Quindi diventa estremamente faticoso ricaricare la macchina perché se si ha urgenza di andare da qualche parte, anche perché magari si conta su un punto di ricarica che poi non si riesce a trovare. 

# Impossibile ricaricarla in casa

Passiamo alla questione costi. Il fast charge ovviamente costa molto di più. Il costo per un pieno è molto più elevato. Altra informazione errata è quella che praticamente la si può ricaricare in casa. Ricaricarla in casa è impossibile. Non è possibile perché attaccata alla presa di casa impiega 2 giorni per arrivare al 2-3 per cento di ricarica. Occorrerebbe mettere la colonnina  o mettere un altro dispositivo che costa ovviamente dei soldi. 

# Sembra una strategia per non farci utilizzare l’auto

Credits doanme-pixabay – Limite 30 km orari

La macchina elettrica, ripeto di alto profilo, può essere utile solo per muoversi in un raggio di 200km, 100 andare, 100 a tornare. Puntare sulle macchine elettriche oggi, con questi servizi e queste batterie, che danno poca autonomia e si ricaricano in troppo tempo, per macchine che costano tantissimi soldi significa far smettere alle persone di utilizzare la macchina. E sembra che si vada in questa direzione perché anche il limite di 30km orari sembra che serva a non fare utilizzare la macchina. Sembra una strategia per tenerci in casa. 

Qui il video: https://x.com/Mario24782775/status/1760417769223287194?s=20

Continua la lettura con: “La mia Odissea con l’auto elettrica a Milano”

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

0
Ph. Sharingtravel

La Cina ha testato con successo il super-treno da 623 km orari. Ma non ha intenzione di fermarsi: ora punta a quota 1000 km/h. Non è solo un sogno: è stata costruita una linea sperimentale per i primi test.

Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

# Nuovo record mondiale per un treno

Ph. sharingtravel

Raggiunto un traguardo storico in Cina per la storia dei treni ad alta velocità: il treno a levitazione magnetica Maglev ha raggiunto i 623 km/h, battendo il record mondiale di velocità

# Già fissato il prossimo obiettivo: 1.000 chilometri all’ora

 

Secondo gli esperti del settore ferroviario, questo risultato potrebbe rivoluzionare il modo in cui le persone viaggeranno in futuro. Infatti la linea per il test di due chilometri verrà presto estesa fino a 60 chilometri, consentendo così di effettuare test a velocità fino a 1.000 chilometri all’ora.

Il progetto precede che, in caso di successo, i primi treni correranno a 1.000 chilometri all’ora tra Hangzhou e Shanghai. Una distanza di 161 chilometri che potrebbe essere percorsa in meno di un quarto d’ora. 

Continua la lettura con: La linea con il treno più veloce del mondo

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

0
marco_invernizzimd IG - Piano35

Ben sette dei grattacieli più alti d’Italia sono a Milano: due di questi occupano le prime due posizioni nella classifica delle altezze. Eppure è la Città della Mole l’unica ad avere un ristorante panoramico all’ultimo piano. Non solo, Milano non ha nemmeno un bar in vetta, cosa che invece esiste in tutte le metropoli internazionali. Ecco dove si potrebbe realizzare.

A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

# Torino batte Milano 1 a 0: è suo il ristorante più alto in Italia in un grattacielo ed è pure stellato

marco_invernizzimd IG – Piano35

In questo caso non ci sono dubbi, Torino supera Milano alla grande. La Città della Mole vanta infatti il ristorante più alto d’Italia: Piano 35, tra il 35esimo e il 37esimo piano del grattacielo di Intesa San Paolo che con 167,25 metri di altezza è sesto in assoluto nella classifica del nostro Paese. Un ristorante agli ultimi piani all’interno di una meravigliosa serra bioclimatica, in un rooftop panoramico da dove ammirare la città dall’alto e le Alpi sullo sfondo. Non solo, è pure stellato oltre ad avere due forchette Gambero Rosso grazie alla guida dello chef Christian Balzo e alla consulenza di Marco Sacco del Piccolo Lago di Mergozzo. L’ultimissimo piano ospita un lounge bar. Milano come è messa?

# Il ristorante mancato in vetta alla Torre Galfa

Credits gamberosso.it – Spazio previsto per il ristorante sulla Torre Galfa

A dire la verità un lounge-bar-ristorante in vetta a un grattacielo era previsto al 29° e 30° piano della riqualificata Torre Galfa, 109 metri di altezza, ma l’apertura era prevista pochi mesi dopo l’arrivo della pandemia e non se ne è fatto più nulla. Non sarebbe stato comunque il più alto d’Italia, ma sarebbe stato un buon inizio. All’interno del grattacielo è presente un ristorante, ma si trova al pian terreno, il resto è occupato da un albergo del brand Melià per i primi 13 pianiappartamenti in affitto all inclusive in quelli rimanenti.

Leggi anche: TORRE GALFA: c’è una cosa che la rende la più INNOVATIVA del MONDO

# Sette dei più alti grattacieli d’Italia sono all’ombra della Madonnina, ma nessuno di questi ha nemmeno un bar sul rooftop

Credits pieroor-pixabay – Torre Unicredit

Una mancanza non da poco per Milano: dei sette grattacieli nella top ten italiana per altezze non ne esiste uno che abbia almeno un bar sul rooftop. Ricordiamo infatti che la nostra città piazza al primo posto la Torre Unicredit di Milano con 231 metri, al secondo la Torre Isozaki o “Dritto”, che con i suoi 209 metri è anche l’edificio al tetto più alto in assoluto, al quarto la Torre Hadid con 177 metri, al quinto la Torre Libeskind con 175 metri, al settimo Palazzo Lombardia con 161,3, all’ottavo e nono rispettivamente la Torre Solaria di 143 metri e la Torre Diamante di 140 metri.

# La Torre Isozaki potrebbe scippare il primato a Torino

Credits Andrea Cherchi – Madonnina Torre Allianz

Tra i più adatti ad ospitare un ristorante all’ultimo piano potrebbe esserci la Torre Isozaki, per la sua conformazione classica a parallelepipedo, che scipperebbe così il primato a Torino. Presenta ampi spazi e una vista a 360 gradi sulla città, sarebbe il luogo perfetto. Altre opzioni sono la Torre Libeskind sempre a Citlylife, e la Torre Diamante sede di Bnl. In alternativa Palazzo Lombardia potrebbe realizzarne uno a servizio dei suoi dipendenti, da aprire nei weekend anche al pubblico, negli spazi del Belvedere al 39esimo piano.

Leggi anche: I 7+1 LOCALI più ALTI di Milano (mappa)

# La piccola consolazione con il MiView a 78 metri d’altezza, in attesa della Torre Unipol

Credits: Andrea Cherchi - Vista da Miview Restaurant
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Miview Restaurant

A cercare di limitare i danni ci prova il MiView Restaurant, posto al ventesimo piano del World Join Center al numero 30 di Viale Achille Papa a Milano, zona Portello. La vista è  incredibile, verso CityLife, Porta Nuova, San Siro e le montagne, ma con i suoi 78 metri di altezza non si può considerare un grattacielo, tale definizione spetta solo agli edifici alti almeno 100 metri. Inoltre non è certamente iconico come i veri grattacieli presenti a Milano, per di più è fuori dal centro e in una posizione poco felice, proprio sopra il viale che conduce verso l’Autostrada dei Laghi.

Credits: www.mcarchitects.it

Una sorpresa potrebbe arrivare dalla Torre Unipol, meglio conosciuta come Nido Verticale per via dalla sua forma e struttura, alta 125 metri e che all’ultimo piano prevede una serra-giardino panoramica aperta anche per eventi pubblici e culturali. Secondo i piani originari negli stessi spazi dovrebbe esserci anche un ristorante: Milano avrà così il suo primo ristorante “tra le nuvole”?

Leggi anche: Quale è il GRATTACIELO più ALTO d’Italia?

Continua la lettura con: I NICKNAME dei GRATTACIELI di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà

1
caterinadesole IG - Murale Via Gola

Il progetto annunciato nella primavera 2021 è stato portato a termine solo in parte, mentre i problemi legati alla criminalità e al degrado del “buco nero dei Navigli” rimangono. Ecco la situazione attuale e cosa è stato fatto.

Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà

# La “casa” dei murales e degli spacciatori

clowngirl_rednose IG – Murale Via Gola

Via Gola è conosciuta per i suoi murales. Ma è anche tristemente nota alle cronache per essere la “casa” degli spacciatori, una terra di nessuno o meglio della microcriminalità. Una strada non adatta per passeggiare tranquilli e andare a giocare con i bambini: non sono infatti infrequenti scippi, furti e liti violente. Il degrado è diffuso ed è un vero peccato visto che si collega al Naviglio Pavese, uno degli angoli più suggestivi di Milano. Il duo Coma Cose in uno dei loro testi canta “Questa notte la mia gola è messa peggio di via Gola”, questo fa capire come non si tratti solo di percezione ma di una amara realtà.

Leggi anche: Il DEGRADO fuori controllo in BOVISA

# Il progetto di riqualificazione, realizzato solo in parte, per togliere la strada dal degrado

Credits Urbanfile – Riqualificazione Via Gola

Per dare una possibilità di riscatto alla via, a marzo 2021 sono partiti i lavori per la sua riqualificazione con risorse destinate attraverso il Bilancio Partecipativo 2017-2018. La prima parte del progetto, denominata “Colleghiamo via Gola” con cantieri principalmente tra le vie Pichi e Segantini, si è conclusa a settembre dello stesso anno e ha visto nel dettaglio:

  • due passaggi pedonali rialzati, uno all’incrocio tra via Gola e via Segantini, consentendo la limitazione della velocità dei veicoli e un attraversamento più sicuro connettendo il quartiere e il Parco Segantini;
  • l’allargamento dei marciapiedi, per migliorare l’accessibilità alla scuola da parte delle famiglie e dei bambini;
  • un’area verde;
  • un parcheggio per 38 auto.

Leggi anche: Il BAZAR di Porta Romana: sciatteria e degrado davanti alle MURA SPAGNOLE

# Cosa è rimasto da fare

Maps – Tratto Via Gola da riqualificare

L’intervento partito con buoni propositi è stato realizzato però solo in parte, manca ancora il tratto da via Pichi fino all’Alzaia del Naviglio previsto a scomputo oneri per interventi edilizi da parte della società privata Parco Solari srl.

Credits Urbanfile – Rendering restyling seconda parte di Via Gola

Nello specifico si prevede la riqualificazione della strada con:

  • pietra al posto dell’asfalto;
  • aiuole verdi lungo la via con alberi, piante aromatiche e cespugli e impianto di irrigazione;
  • panchine;
  • rastrelliere per biciclette;
  • pannelli espositivi;
  • nuova illuminazione.

Al completamento di tutto il progetto Via Gola dovrebbe diventare un collegamento ciclopedonale tra il Naviglio, il parco Segantini e Romolo M2.

# Ancora da risolvere i problemi endemici del quartiere

caterinadesole IG – Murale Via Gola

Quello che però manca con più urgenza è la risoluzione dei problemi endemici del quartiere, dalle occupazioni abusive e relativo racket delle case alla riqualificazione degli immobili e degli spazi comuni, dallo spaccio di droga alla microcriminalità. Per tutto questo la strada pare ancora molto lunga e non basterà riqualificare una o più vie. Serve l’intervento deciso di Regione Lombardia, per la sistemazione degli alloggi ALER, un intervento congiunto anche il Comune di Milano per il rafforzamento dei presìdi sociali e con prefettura e forze di polizia un controllo più frequente e mirato. 

 

Continua la lettura con: Una PENNELLATA contro il DEGRADO: il quadrilatero dell’illegalità riprenderà COLORE?

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


TLAPSE | Your Project in Motion