Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Attore poliedrico e soprattutto un mostro sacro del doppiaggio: ha dato la voce a molti dei più grandi divi di Hollywood

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Bonagura

Un maestro di doppiaggio, di recitazione e di cultura del linguaggio del corpo, con una carriera incredibile tra teatro, televisione e cinema.

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

# Una figura di spicco nel mondo della recitazione italiana

Di sconosciuto – Radiocorriere, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4464357 – Raffaele Pisu, Pierluigi Pelitti, Paolo Ferrari, Gianni Bonagura e Nino Manfredi nella compagnia del teatro comico musicale della Rai di Roma nel 1954

Era Amedeo, il ragioniere del Totocalcio, nell’Audace colpo dei soliti ignoti”, ha interpretato l’avvocato Sallustio Giordana in “Detenuto in attesa di giudizio”, è stato Papa Pio IX ne “In nome del popolo sovrano”. Sua è la voce di Danny De Vito ne “La guerra dei Roses”, di Marty Feldman in “Frankenstein Junior” e di Walter Matthau in “Genio per amore”. Gianni Bonagura nel mondo sconfinato della recitazione è stata una delle figure più interessanti espresse dal nostro paese. E dalla nostra città.

Infatti nacque a Milano il 27 ottobre 1925, sin da giovanissimo capisce che la strada che vuole intraprendere è quella del Teatro così, quando già si era trasferito a Roma, frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica nella capitale e si diploma con un esame che prevedeva l’interpretazione de “Il Ventaglio” di Carlo Goldoni. Per sei mesi lavora nella Compagnia di Prosa di Radio Torino. Viene poi ingaggiato da Antonio Gandusio che nel frattempo con la sua compagnia fa tappa a Torino, al Carignano. Gandusio è contento di Gianni (all’anagrafe Gianfelice) e lo fa recitare in tre opere, dopo di che lo inserisce come caratterista, in compagnia di un altro illustre milanese, Alberto Lionello.

# Dal cinema a uno dei primi alfieri della televisione

Bonagura

E’ in 1954 e in Italia si “accende” la Tv: Gianni Bonagura è uno dei primi testimoni del piccolo schermo, in compagnia di Nino Manfredi, Elio Pandolfi e Paolo Ferrari. Cinque anni prima aveva debuttato nel mondo del cinema con “Contro la legge”, un film poliziesco di Flavio Calzavara, mentre nel 2001 chiuse la carriera con il grande schermo, con “Due  e mezzo compreso il viaggio”, di Samad Zarmandili. In totale ha recitato in trentacinque film per il cinema, tra il grottesco, il drammatico e il comico, lui prediligeva i ruoli più ironici.

# Un mostro sacro del doppiaggio dei grandi di Hollywood

Di Toglenn di Wikipedia in inglese, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4475226 – Danny DeVito al Beverly Hills Film Festival 2008

In Tv ha recitato in venticinque serie, tra cui in “L’adorabile Giulio” e “Nero Wolfe”. Ma Bonagura è stato un mostro sacro del doppiaggio, regalando la voce ad una cinquantina di divi del Grande schermo, tra cui il già citato De Vito, Sydney Lassik (in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”), Harris Yulin (in “Ghostbusters”), Rod Steiger e Gene Wilder.

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Bonagura è stato un maestro di doppiaggio, di recitazione e di cultura del linguaggio del corpo, era anche un grande interprete di testi più ricercati, per circa vent’ anni ha partecipato ai Tè letterari del teatro Vittoria di Roma. Nella sua casa aveva una biblioteca con diecimila volumi, che custodiva e studiava con forte e certosina passione.

Morì a Milano l’ 8 ottobre 2017, gli ultimi anni li trascorse a contemplare i propri libri e a rilasciare interviste, che rappresentano vere e proprie lezioni di recitazione e di storia del mondo dello spettacolo.    

FABIO BUFFA 

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.