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7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

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Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Non ci sono solo Porta Nuova o gli ex scali. Milano è ricca di luoghi straordinari da riqualificare completamente.

7 AREE a Milano da RIQUALIFICARE alla GRANDE

#1 Porto di Mare – Corvetto

riqualificare alla grandeQuesta vasta area comprende un’ex area industriale che si porta dietro tutti i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo e un quartiere popolare difficile dove l’immigrazione ha reso ancora più complicata la situazione.

La zona di Porto di Mare oggi quasi adibita a terziario di sera si svuota completamente, ha visto negli anni diverse ipotesi di riqualificazione tramite ad esempio la Cittadella giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan, ma nessuna di questa ha avuto esito positivo. 

Credits Urbanfile – Idea progetto IMMdesignlab

Tutta la zona compresa tra Via Fabio Massimo, Via Sant’Arialdo e Via S. Dionigi, una vasta area comunale occupata da orti, carrozzerie, depositi di materiali edili e non solo e alcune roulotte, potrebbe diventare un’altra porzione del parco di Porta di Mare, ampliare l’adventur park già presente oppure un nuovo quartiere eco-sostenibile come quello presentato da IMMdesignlab, uno dei vincitori del New European Bauhaus nel 2021.

riqualificare alla grande
Credits: milano.repubblica.com

Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed è stato infatti recentemente predisposto l’abbattimento, magari per realizzare un viale alberato ciclo-pedonale.

#2 Via Bonfadini e l’ex-campo rom – Rogoredo

Credits Il Giorno – Auto bruciate

Un’altra area che avremmo bisogno quanto prima di essere riqualificata è quella nella parte iniziale di via Bonfadini, oggi uno spettrale cimitero di oltre 50 veicoli bruciati, e nello spazio un tempo occupato dal parco rom. Si potrebbe approfittare della rigenerazione del loto adiacente e di quello di Santa Giulia nord per togliere degrado e restituire un luogo fruibile per i cittadini.

Salomone-Bonfadini

Leggi anche: Dove le AUTO BRUCIATE riposano in PACE

#3 Turro

riqualificare alla grande
Credits: yelp.com

I Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya è un parchetto degradato in zona Turro, che necessiterebbe un abbellimento così come anche le zone adiacenti; ad esempio troviamo i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele che si presentano pieni di graffiti e in abbandono. Essendo vicino allo scalo di Greco, che a quanto  sembra verrà riqualificato grazie al programma Reinventing Cities, anche Turro ne potrebbe beneficiare. Potrebbe diventare una nuova Isola. Isola è diventata quella che è, semplicemente perché era vicina a Porta Nuova. Next big thing.

#4 Ospedale delle malattie infettive di viale Jenner

Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Su Viale Jenner lungo la circonvallazione c’è l’ex ospedale delle malattie infettive Bassi abbondonato da tempo. In stile anni venti, è una palazzina di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. Solo una piccola parte del complesso è stata recuperata, diventando presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica. Si potrebbe recuperare tutto il complesso per un utilizzo museale e un’area verde a servizio dei cittadini.

 

#5 Le 5 vie – Centro storico

Credits: lamarydiaries.weebly.com – Le 5 vie

Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.

Nuovo palazzo via Santa Marta

La zona necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico.  Tra le notizie positive c’è il cantiere in corso per la costruzione di un edificio che andrà riempiere il vuoto lasciato dalla demolizione di un palazzo all’angolo di via Santa Marta, ma ancora molto rimane da fare per dare degno lustro al quartiere più antico della città.

Leggi anche: Il PALAZZO SVENTRATO di Milano si prepara a RINASCERE

#6 L’ex fabbrica Cederna – Gratosoglio

Credits La Conca FB – Ex fabbrica Cederna

Lasciata a se stessa è gran parte dell’ex fabbrica Cederna in via Gratosoglio, chiusa nel 2020. All’interno dei 30.000 mq di superficie anche gli spazi che ospitavano l’asilo e i vecchi alloggi per i dipendenti del cotonificio. Esistente dall’800 in legno, prima di essere costruito come lo vediamo oggi, si sviluppa sulle sponde del Lambro Meridionale le cui acque venivano utilizzate per la produzione di tessuti e per la tintoria. Potrebbe diventare un maxi spazio per il coworking.

 

#7 Cascina Monterobbio – Barona

Credits salviamo_cascina_monterobbio IG – Cascina Monterobbio

In questo caso l’antica Cascina Monterobbio di via San Paolino al quartiere Barona, alle porte del Parco Agricolo Sud, non è abbandonata ma rischia di esserlo a breve. Il sito è sempre più malconcio, ammalorato e viene “tenuto in vita” grazie autogestione di un gruppo di anziani con il circolo culturale Virgilio Ferrari. Purtroppo i bandi per la sua riqualificazione vanno sempre deserti e nella parte inutilizzabile il tetto è sfondato, ci sono accumuli di materiale crollato, crepe e degrado. Si potrebbe pensare a un riutilizzo agricolo e didattico.

 

Continua la lettura: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

FABIO MARCOMIN

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Ufficiale: Milano avrà PIRELLINO e TORRE BOTANICA. Ma il PONTE-SERRA “non si farà più”

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Credits Urbanfile - Serra in Porta Nuova

Poche settimane fa scrivevamo di come il progetto di Pirelli 39 fosse sparito dai radar e che per diversi motivi avrebbe potuto essere stravolto se non bloccato. Ora sono arrivate due novità importanti a riguardo. Vediamole nel dettaglio e capiamo come verrà trasformato questo lotto del distretto finanziario milanese.

Ufficiale: Milano avrà PIRELLINO e TORRE BOTANICA. Ma il PONTE-SERRA “non si farà più”

# Manfredi Catella, ceo di Coima, sul ponte serra: “Non si farà più“. Nel 2024 via ai lavori per Pirellino e Torre Botanica

Credits Urbanfile – Serra in Porta Nuova

La notizia era quasi certa ma il 28 marzo 2023 è arrivata l’ufficialità: stop al progetto del Ponte-Serra. A sancirlo in maniera definitiva è stato Manfredi Catella ceo di Coima, come riporta Il Sole24ore, a margine della presentazione a Milano dell’accordo di partnership tra Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl) e Coima per attività di “Fair and social housing”. Nell’occasione è arrivata però anche la data, e quindi la conferma del resto del progetto, relativa alla partenza dei lavori per costruire i due grattaceli: “Melchiorre Gioia 20 è un cantiere così come Pirelli 35 e Pirelli 39 che chiude quel settore del quartiere e stiamo finalizzando il progetto con l’avvio del cantiere nel 2024 per il Pirellino e per la torre botanica“. Per la passerellacome abbiamo già detto non si farà più“.

La decisione è stata presa in seguito alla bocciatura alla Consulta della Legge Regionale che prevedeva in caso di recupero immobiliare un incremento volumetrico del 25%, se il palazzo oggetto di riqualificazione risultava abbandonato da più di 5 anni. La riduzione di questo indice al 10% da parte della giunta di Milano ha portato Coima ad eliminare la parte pubblica del progetto. 

Credits: Coima – Ponte a scavalco Melchiorre Gioia

Il ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia avrebbe dovuto subire una radicale trasformazione diventando un nuovo hub a servizio della città, uno spazio aperto per eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness dedicato ad essere un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, ed estensione della Biblioteca degli Alberi”. La vera chicca della riqualificazione sarebbe stata la Green house: una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali. Purtroppo non vedrà mai la luce.

Vediamo quindi cosa rimane del progetto, la sua genesi e le caratteristiche dei due grattacieli.

# L’investimento per il nuovo progetto immobiliare di Pirelli 39 è di poco inferiore al miliardo di euro

Credits Urbanfile – Progetto Pirelli39 senza ponte

Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architettura per l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di archittettura provenienti da 15 Paesi. Il progetto Pirelli 39 si posiziona al centro dell’area Porta Nuova Gioia in una posizione strategica fra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest, e rappresenta il punto di accesso a Porta Nuova provenendo da nord verso il centro città. La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.

Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG tra cui: certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore, zero uso di combustibili fossili, livello di emissioni operative di CO2 già allineato con gli obiettivi EU 2050, recupero edilizio >70% dell’edificio esistente e contenimento delle emissioni di costruzione.

Eliminato dal progetto il ponte serra, scopriamo la Torre Botanica e il Pirellino riqualificato.

# La “Torre botanica”, che cambia colore in ogni stagione è il nuovo grattacielo di Porta Nuova, alta 110 metri e con 1.700 mq di verde

Credits: Coima

La Torre Botanica sarà un vero e proprio polmone verde in grado di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno e assorbire 14 tonnellate di anidride carbonica grazie ai 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani. Una sorta di sandwich di verde composto da piante e alberi in grado di “mangiare” lo smog e produrre ossigeno, un’evoluzione del “Bosco Verticale” di cui proprio Stefano Boeri è il progettista.

La torre residenziale di 110 metri d’altezza cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni per via della diversità di piante presenti. Inoltre la torre sarà parzialmente autonoma: con 2.770 metri quadri di pannelli fotovoltaici l’edificio sarà in grado di produrre il 65% del proprio fabbisogno energetico.

# Il “Pirellino” riqualificato ospiterà una terrazza panoramica e sarà alto circa 95 metri

Credits: Coima – Pirellino

L’oggetto principale del concorso internazionale di architettura è il “Pirellino”, al civico 39 di via Pirelli, che fino qualche anno fa era occupato dagli uffici tecnici del Comune di Milano. Le opere di rimozione dell’amianto e “svestizione” dell’edificio sono arrivate a conclusione. Manterrà la sua struttura originale, ma subirà una pesante riqualificazione, per renderlo moderno e rispondente ai più alti standard di efficienza, rivestito di vetrate e con una terrazza panoramica all’ultimo piano che porterà a circa 95 metri l’altezza dell’edificio.

Immagine di copertina: Urbanfile

Continua la lettura: I 7 GRATTACIELI più IMPRESSIONANTI in costruzione nel MONDO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il SEGRETO “MIRACOLOSO” della PIZZA al TRANCIO più BUONA di Milano

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Credits: @pizzeria.alla.fontana Pizzeria alla fontana - l'originale

Tra le strette vie c’è una pizzeria storica che fa la pizza al trancio migliore di Milano. Da molti anni nel cuore dei milanesi, questo ristorante nasconde però un segreto “miracoloso” nella ricetta dell’impasto. Ecco qual è.

Il SEGRETO “MIRACOLOSO” della PIZZA al TRANCIO più BUONA di Milano

# Aperta dal 1973

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Nel quartiere di Isola si può mangiare la “pizza al trancio più buona” di Milano. Precisamente in Via Genova Thaon di Revel, 28, c’è Pizzeria alla Fontana, locale storico aperto nel 1973 e amato da moltissimi milanesi che oggi, oltre alla sua classica pizza, offre la possibilità di gustare anche piatti tipici come lasagne e spaghetti cacio e pepe. Il ristorante nasce come pizzeria al trancio e per i primi otto anni di attività rimane fedele alla specialità della casa, con il tempo però aggiunge alla proposta anche primi e secondi piatti, nonché dolci.

Ma perché è così buona? La pizzeria è conosciuta per l’abbondanza dei suoi tranci: il ristorante offre infatti due formati, quello normale (già grande di suo) e quello super, e condisce tutte le sue pizze molto abbondantemente. Impossibile non uscirne sazio. La pizza, alta, come vuole la tradizione, e lievitata in modo corretto, è farcita al momento, consigliati sono il trancio doppia mozzarella e qualsiasi altra pizza con i salumi. Ma il motivo della sua bontà risalirebbe indietro nei secoli. Con un ingrediente addirittura miracoloso.

# Una pizza benedetta?

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Il locale è di fronte al Santuario della Fontana, edifico poco conosciuto ma da cui il ristorante prende il nome. L’interno è molto spartano, un arredamento semplice tipico degli anni in cui ha aperto, e anche l’esterno rispecchia lo stile. Quello che non tutti sanno sulla pizza al trancio di Pizzeria alla Fontana è che potremmo definirla una pizza “benedetta”…

Credits: @ilenia.montaglio
Chiesa di Santa Maria alla Fontana

Sì perché nel momento in cui si va a pagare si potrà scorgere una lavagnetta che parla di un’acqua miracolosa con cui dovrebbe essere fatto l’impasto della pizza. Si tratta dell’acqua santa del santuario di fronte il locale, sul retro di Santa Maria alla Fontana c’è infatti un’antica fonte ritenuta miracolosa e si dice che la ricetta originale della pizza al trancio di Pizzeria alla Fontana sarebbe dovuta essere con quest’acqua. 

Leggi anche: L’acqua di Lourdes di Milano

# Un ottimo rapporto qualità-prezzo

Credits: @pizzeria.alla.fontana
Pizzeria alla fontana – l’originale

Per quanto riguarda il prezzo, invece, Pizzeria alla Fontana è riuscita a mantenere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Nel formato normale le pizze vanno dai 4,50€ ai 7,50€, mentre per la scelta super i prezzi salgono e si aggirano tra i 6,50€ e i 10,50€. Anche per le altre proposte della casa i prezzi sono nella media, un esempio sono i dolci a 5€ l’uno. Qui, infine, si può mangiare un piatto di lasagne molto economico, con cinque euro ti porti a casa una bella porzione. Che sia un miracolo o meno, solo chi la prova può scoprirlo. 

Fonti:instagram.com

Continua la lettura con: La PIZZA più BUONA di Milano: 2023 edition

BEATRICE BARAZZETTI

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Le STRADE di Milano con le CASE MENO CARE

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Credits mirta.warren IG - Via Rombon

Riuscire a trovare una soluzione abitativa a prezzi accessibili a Milano, per chi percepisce uno stipendio “normale”, non è un’impresa facile. Vediamo le vie della città dove è più conveniente trovare casa.

Le STRADE di Milano con le CASE MENO CARE

# Il quadrante nord: le strade sotto i 190mila euro per un trilocale

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

La cosa certa è che le abitazioni meno costose si trovano in periferia, nonostante stiano registrando una crescita più marcata dei prezzi rispetto anche a molte zone centrali, ma non tutte sono economiche allo stesso modo. A nord tra le meno care troviamo via Satta e Amoretti a Quarto Oggiaro o via Cogne verso l’area dell’Ospedale Sacco, con quotazioni immobiliari pari 184.000 in media per un trilocale. Sopra i 200.000 euro ci sono via Gallarate, via Falck, via Lampugnano e via Padova, attorno a una media di 216.000 euro troviamo via Crescenzago, via Gorla, via Adriano e viale Monza.

# Il quadrante sud: la via dove si trovano trilocali a 180mila euro

credits: @chiaravallemilanese IG

Andando all’estremo opposto, a sud, troviamo le vie con le case più economiche della città, Nello specifico la parte finale di via Ripamonti, dove per un trilocale di 100 mq servono circa 180.000 euro in media, con quotazioni simili anche in via San Bernardo nel quartiere Chiaravalle, via Cassanese e via Quaranta. A livelli analoghi anche via Manduria in Ronchetto delle Rane. In via dei Missaglia e le strade del Gratosoglio come via dell’Arcadia i valori superano invece di poco i 190.000 euro.

# Il quadrante ovest: le più economiche sono attorno ai 200mila euro per un trilocale

Credits: radiopopolare.it

Spostandoci a ovest troviamo Baggio, con alcune strade tra cui le vie Forze Armate e via Mosca, registra prezzi attorno ai 200.000 euro per un trilocale, con valori simili nelle vie Giuseppe di Vittorio e Vittorio de Sica in quinto Romano e via Novara. Via Lorenteggio e via Giambellino si attestano a una media di poco oltre i 210.000 euro in linea con le abitazioni attorno a via Bisceglie.

# Il quadrante est: sotto i 220mila euro non si scende

Credits mirta.warren IG – Via Rombon

Puntando ad est troviamo le abitazioni comprese tra la via Rubattino e il Fiume Lambro, in via Rombon e nelle traverse interne oltre alle altre vie di Lambrate più vicine ai confini comunali: qui per un trilocale di circa 100 mq si arriva a una media di 220.000 euro. Si spende poco di più, circa 222.000 euro, in via del Futurismo e Manzù in Santa Giulia, in via Mecenate e nelle strade interne del quartiere Forlanini.

Leggi anche: Quanto VALE una CASA a MILANO: le ZONE più CARE e i quartieri SOTTO I 2MILA EURO al metro quadrato

Fonti: Borsino Immobiliare, Idealista

Continua la lettura: Il PAESE con le CASE meno CARE d’Italia è a due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il BAR più ANTICO di Milano

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Caffè alla Borsa

Nella capitale dell’aperitivo la fanno da padrone bar e caffé. Ma qual è stato il primo bar della città? E qual è il bar più antico tra quelli ancora in attività? Domande che prima o poi a ogni milanese viene da farsi. 

Il BAR più ANTICO di Milano

# La grande novità nella capitale del Lombardo-Veneto

1801. Milano è la capitale del Lombardo-Veneto sotto dominio degli austriaci. La abitano circa 140.000 persone. Quell’anno apre un bar: in Piazza degli Affari, vicino alla Borsa di Milano. Si chiama: “Caffè alla Borsa”. Il successo è istantaneo: il caffè diviene subito un luogo di incontro per gli uomini d’affari, i banchieri e i commercianti della città che, da tradizione perenne dei milanesi, lo usano come centro di scambio di informazioni e di negoziazioni finanziarie.

# Il boom del caffè

Caffè alla Borsa

Il Caffè alla Borsa introduce anche la novità di servire in un luogo pubblico il caffè, all’epoca ancora una bevanda poco conosciuta e apprezzata, contribuendo così a diffondere la cultura del caffè a Milano e non solo.

governo accademia crusca d'annunzio
accademia crusca d’annunzio

In poco tempo sorgono anche altri caffé ma il Caffé della Borsa si caratterizza per la sua eleganza e il suo prestigio, tanto che nel 1867 viene scelto come sede della Società degli Spettacoli, un importante teatro milanese che ospita spettacoli di prosa e di musica. Nel XX secolo continua il successo del locale che subisce diverse ristrutturazioni per valorizzarne eleganza e raffinatezza, mantenendone comunque il suo fascino storico, con interni impreziositi da decorazioni in stile liberty, specchi e arredi di pregio. Ospita ovviamente le celebrità dell’epoca, su tutti Gabriele D’Annunzio, che frequenta il locale per sorseggiare il suo aperitivo preferito: il Vermouth.

Tra le curiosità legate al Caffè alla Borsa, si racconta che la celebre canzone napoletana “Santa Lucia” sia stata composta proprio in questo caffè: nel 1849, da un gruppo di marinai napoletani in transito a Milano. Inoltre, il Caffè alla Borsa ha ispirato la scrittrice lombarda Grazia Deledda, che lo ha citato nel suo romanzo “Canne al vento”.

# Il caffé più antico ancora in attività a Milano

fonte: Tripadvisor

Il bar di Milano in attività più antico è il “Caffè Cova”, fondato nel 1817 da Antonio Cova e successivamente acquisito dalla famiglia Biffi nel 1950. Il bar si trova in via Montenapoleone, ed è uno dei luoghi più iconici e raffinati della città.

Il Caffè Cova Montenapoleone è celebre per la sua atmosfera raffinata, con interni decorati con marmi pregiati, specchi, lampadari e arredi in stile liberty. Noto anche per le prelibatezze  come i famosi panettoni artigianali, dolci e pasticcini, accompagnati da caffè e tè pregiati. Qualche anno fa è stato acquistato dalla multinazionale della moda, il gruppo LVMH.

 

Leggi anche: Il negozio più antico di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Inizio NOVECENTO: così si divertivano i GIOVANI MILANESI

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Social, videogames, cellulari, discoteche, voli low cost. Le modalità di divertimento dei giovani di oggi sono pressoché infinite. Tutte modalità che un secolo fa non esistevano. Se tornasse ai primi Novecento come potrebbe divertirsi chi ha vent’anni?

Inizio NOVECENTO: così si divertivano i GIOVANI MILANESI

# La Milano di inizio Novecento

Credits: Pinterest

Inizio Novecento a Milano. Da quarant’anni la città è parte del Regno d’Italia di cui è fin da subito diventata il fulcro dell’industrializzazione nazionale, con una forte presenza di industrie tessili, meccaniche e metallurgiche. La popolazione da allora si è quasi quadruplicata: da circa 200.000 abitanti nel 1861 a oltre 750.000 nel 1901. A cavallo del secolo Milano diventa protagonista di un grande processo di sviluppo, inaugurando opere di valore internazionale. Nel 1906 ospita l’Esposizione Internazionale negli spazi del Parco Sempione. Nel 1908 viene inaugurata la nuova stazione ferroviaria, una delle più grandi e importanti d’Europa, che sostituisce la vecchia stazione di Porta Tosa. Ma non sono solo anni di belle epoque, con la diffusione di splendide palazzi liberty: sono anche anni turbolenti, di rivolte e rivendicazioni sociali. Gli episodi più drammatici avvengono nel 1989 con il generale Bava Beccaris che prende a cannonate i lavoratori che manifestavano per migliorare le loro condizioni: morirono in 80. Come reazione, alle porte di Milano a inizio Novecento viene ucciso il re per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. Il clima generale a Milano è comunque di grande ottimismo con i giovani che trovano diversi modi per socializzare. 

Leggi anche: Expo 1896

# Il ruolo dei circoli

Credits circolofilologicomilanese IG – Circolo filologico

Uno dei luoghi di incontro preferiti dai giovani dell’epoca sono i “circoli”: i club privati frequentati da giovani dell’alta borghesia, dove si organizzano feste, balli e serate a tema. Tra i circoli arrivati fino ai giorni nostri ci sono la Società del Giardino, “club dei gentiluomini” fondato nel 1783, ed il Circolo dell’Unione, fondato nel 1841 da un gruppo di aristocratici milanesi. O come il Circolo Filologico Milanese. Per l’alta borghesia della città anche la Scala era un tradizionale luogo di socializzazione. Insieme ai ritrovi per l’alta borghesia si diffusero anche punti di incontro accessibili a tutti. 

Leggi anche: I circoli di Milano

# La grande novità della “belle époque”: il cinema

Cinema Dumont

A inizio secolo i giovani milanesi frequentano i caffè, i teatri, le sale da ballo e i ristoranti. Tra i luoghi più famosi dell’epoca ci sono il Caffè Camparino in Galleria, il Caffé Cova e il Ristorante Savini. Ma forse la più grande novità del periodo è l’avvento del cinema muto. Una novità che intriga e che trasforma Milano nella capitale nazionale della nuova arte. In pochi anni sorgono numerosi cinema che offrono proiezioni di film muti accompagnati da musica dal vivo, come il Cinema Teatro Manzoni e il Cinema Dumont.

Leggi anche: A Milano il primo festival internazionale del Cinema

# La nascita dello sport di massa

Altra novità sono le manifestazioni sportive: nel 1896 la prima edizione dei Giochi Olimpici moderni aveva dato impulso a molte discipline che presto sarebbero diventate di interesse generale. Nel 1899 viene fondato il Milan Football Club, seguito a meno di un decennio di distanza dai cugini nerazzurri. Ai tempi giocavano all’Arena di Parco Sempione. Anche il ciclismo muove i primi passi. Il 13 maggio 1876 era stata organizzata la prima corsa su strada: da Piazza Castello con arrivo a Magenta, per una distanza totale di circa 30 chilometri.  Alla gara parteciparono 8 concorrenti, tutti milanesi, che si sfidarono su biciclette a due ruote e pedali in legno. Il vincitore fu Luigi Basletta, che completò il percorso in poco meno di un’ora e mezza. La gara riscosse un notevole successo di pubblico e fu ripetuta l’anno successivo su un percorso più lungo, tra Milano e Monza. La diffusione del ciclismo portò all’organizzazione del Giro d’Italia che partì proprio da Milano il 13 maggio 1909 da Milano: parteciparono 127 ciclisti, di cui 49 arrivarono al traguardo. La vittoria finale fu conquistata da Luigi Ganna.

Molto praticate erano poi le discipline derivate dalle attività militari, tra cui la scherma. Grande interesse attiravano le corse dei cavalli e soprattutto i nuovi mezzi di locomozione: nel 1895 tra Torino e Asti si era organizzata la prima corsa automobilistica della storia. A inizio Novecento le sfide a quattro ruote attiravano un grande pubblico di spettatori. La più famosa era la Targa Florio, che si svolgeva in Sicilia a partire dal 1906. Non è un caso che la prima automobile trionfatrice nella futura Formula Uno fu l’Alfa Romeo allora fabbricata a Milano, negli stabilimenti alla Ex Fiera di oggi.  

Il grande interesse popolare per lo sport viene documentata dalla nascita di quello che sarebbe diventato il primo giornale italiano per diffusione: la Gazzetta dello Sport. Nata a Milano nel 1896 dalla fusione del settimanale torinese La tripletta e della rivista milanese Il ciclista. 

Leggi anche: La nascita della Gazzetta dello Sport

# Le vacanze

Villa-Angelica_Gorla_Martesana
Villa-Angelica_Gorla_Martesana

A inizio Novecento erano ancora pochi i milanesi che si potevano permettere delle vere vacanze. Le località più popolari tra l’aristocrazia e l’alta borghesia coincidevano con quelle di oggi. Secondo le cronache dei tempi, i milanesi amavano la riviera del Levante ligure e il lago di Como. Tra i meno abbienti era frequente trascorrere la villeggiatura estiva lungo la Martesana, che era definita la Riviera di Milano, o in gite in giornata per tuffarsi nelle acque dell’Adda e del Ticino

Leggi anche: Quando la Martesana era la Riviera di Milano

# I giochi all’aperto

Alcuni dei giochi più diffusi tra bambini e ragazzi dell’epoca erano:

  • La palla: si giocava in gruppo e si cercava di lanciare la palla in modo da farla cadere il più lontano possibile senza essere presi dal difensore dell’altra squadra.
  • La trottola: si lanciava una trottola in legno e si cercava di farla girare il più a lungo possibile.
  • La corda: si saltava sopra una corda che veniva fatta girare da due amici o amiche.
  • La morra: si lanciavano delle pietre con le mani e si cercava di indovinare il numero di dita che gli avversari avrebbero mostrato.
  • Il cerchio: si utilizzava un cerchio di metallo o di legno che veniva fatto rotolare per le strade o i parchi, cercando di farlo girare il più a lungo possibile.
  • Nascondino: si sceglieva un giocatore che doveva contare fino a dieci, mentre gli altri si nascondevano. 
  • Il gioco delle tre carte: un gioco d’azzardo molto diffuso tra i ragazzi, che prevedeva di indovinare in quale delle tre carte scoperte si trovava quella di maggior valore.

Leggi anche: Quando i bambini dicevano Arimo!

# Il passatempo più popolare

Credits: @_g_i_n_k_o_
Ponte Sirenette

Il passatempo più diffuso tra i giovani milanesi era la passeggiata. Lo struscio è stato da sempre un modo di incontrare o rivedersi nelle strade più popolari di ogni città d’Italia.

Nella Milano dei primi anni del Novecento, i luoghi di passeggiata preferiti erano i parchi pubblici e i giardini, come il Giardino Pubblico di Porta Venezia, il Parco delle Basiliche e il Parco Sempione, dove si potevano noleggiare della barchette a remi sul laghetto.

Molto frequentati anche i Navigli e Brera, sede di luoghi anche molto piccanti e trasgressivi. A proposito di particolari piccanti, un ruolo di incontro fondamentale lo ricopriva il ponte delle Sirenette, in origine posizionato in via Visconti di Modrone sopra il Naviglio. Era un punto che fungeva da Tinder dell’epoca dove da sguardi e sorrisi si indovinava la disponibilità. Successivamente venne spostato fino alla collocazione attuale nel cuore del parco Sempione dove è diventato il luogo dove, si dice, un bacio concede l’amore eterno. 

Leggi anche: Il Ponte delle Sirenette, la storia del Ponte dell’Amor Eterno

Continua la lettura con: Anni Ottanta a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Il video del giorno: il TRAM di Milano che si crede una METRO

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Credit combat tram YT - Tram 7 in sotterranea

Un’eccezione per il sistema tranviario di Milano: il tram che viaggia in sotterranea.

Il video del giorno: il TRAM di Milano che si crede una METRO

# Da Largo Mattei al Teatro Arcimboldi viaggia in sotterranea

Largo Mattei-Teatro Arcimboldi

Il tram 7 percorre 17 fermate, da Piazzale Lagosta a Precotto, e corre in superficie come tutte le altre linee tranviarie della città. Ad eccezione di un breve tratto in sotterranea, quando diventa una specie di metropolitana.

@combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

Dalla fermata di Largo Mattei, nel quartiere Bicocca, i mezzi su rotaia iniziano una discesa che li porta a infilarsi sotto i binari ferroviari che arrivano dalle stazioni di Porta Garibaldi Fs e Centrale.

Tratti scoperti tram 7 in sotterranea

Il tram prosegue in sotterranea in via Beccaro e poi curva per dirigersi in via Fieramosca dove finalmente ritorna alla luce. Lungo questo tragitto ci sono due tratti scoperti, ma sempre sotto il piano stradale: uno a lato di via dell’Innovazione e uno all’inizio di via Fieramosca.

# L’unica fermata sotterranea di un tram a Milano

@combat tram YT – Fermata Arcimboldi

In questo porzione di linea tranviaria sotterranea c’è anche una fermata che resta nel sottosuolo: quella che serve il vicino Teatro Arcimboldi e l’Università Bicocca e denominata Arcimboldi Ateneo Nuovo. La fermata si trova tra i due tratti scoperti, sotto via dell’Innovazione ed è l’unica fermata tranviaria interrata di Milano.

Questo il video percorso:

 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

FABIO MARCOMIN

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La FORESTA che diventa BLU

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Credit: @neobicna_mjesta

Sembra una foresta di faggi qualsiasi ma ha un segreto: cambia colore.

Se la si visita nel momento giusto questa foresta sotto copertura offre infatti uno spettacolo straordinario tingendosi completamente di blu e lilla.

La FORESTA che diventa BLU

# La foresta che si colora di azzurro

Credit: @neobicna_mjesta

Siamo nel comune di Halle, nella regione del Brabante, a 15 chilometri da Bruxelles, in Belgio.

Qui troviamo la foresta di Hallerbos. Può sembrare una comune foresta di faggi ma ha un segreto: in un preciso momento dell’anno si trasforma e diventa blu, da qui anche il nome “Blue Forest”. La foresta che possiamo ammirare oggi è una foresta relativamente giovane, durante la prima guerra mondiale infatti, la maggior parte dei vecchi alberi vennero eliminati dall’occupazione tedesca.

É tra il 1930 e il 1950 che Hallerbos viene poi quasi integralmente rimboschita.

# La magia dei giacinti selvatici

Credit: @dorak_asia
Credit: @dorak_asia

Questa trasformazione colorata può sembrare frutto di una magia ma in realtà una spiegazione c’è: la foresta viene ricoperta da distese di giacinti selvatici. Qui, la specie Hyacinthoides non-scripta, ha una concentrazione più densa rispetto ad altri antichi boschi europei, dove si verificano fenomeni simili.

Grazie a questi fiori, che nel periodo giusto sono milioni, questa distesa di circa 552 ettari si copre di mille colori: dal turchese al violetto, dal blu scuro all’azzurro regalando uno spettacolo unico.

# Uno spettacolo unico al mondo

Credit: @neobicna_mjesta

Quello che offre la Blue Forest è uno spettacolo così unico che attira fotografi da tutto il mondo, alcuni di questi scelgono anche di appostarsi già all’alba per vedere la luce del sole salire tra i fiori blu.

La foresta si può attraversare a piedi, in bici e anche a cavallo e durante la passeggiata si avrà la possibilità di vedere diversi animali tra cui cervi, lepri, volpi, scoiattoli e oltre 105 specie di uccelli.

Il modo migliore per attraversare la Foresta di Halle è facendo delle lunghe passeggiate ma è anche possibile prenotare delle visite guidate.

La foresta di Hallerbos può essere raggiunta sia in auto, che approfittando di mezzi di trasporto pubblici, arrivando con il treno alla stazione di Hall per poi prendere un autobus fino all’entrata della foresta.

Ma in che periodo si trasforma questa foresta? Il momento dell’anno migliore è nella seconda metà di aprile e bisogna stare attenti perché questo spettacolo dura per tre, massimo quattro settimane.

Cosa succede dopo? La foresta torna ad essere una comune foresta di faggi fino all’aprile successivo, quando si trasformerà di nuovo.

 

Continua la lettura con: La KIMONO FOREST: la foresta che si accende di NOTTE. Uno spunto perfetto per la METRO milanese?

ARIANNA BOTTINI

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Il Food District di Milano: 20 NUOVI RISTORANTI in un UNICO QUARTIERE

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Certosa District

Un nuovo polo per la ristorazione dinamica e sostenibile all’interno di un’area industriale in disuso ora in fase di rigenerazione. Lo sviluppo del progetto e le prime aperture.

Il Food District di Milano: 20 NUOVI RISTORANTI in un UNICO QUARTIERE

# Un nuovo quartiere a Milano: il Certosa District

Credits realstep – Certosa District

Nella periferia nord-ovest di Milano, tra via Varesina, via Mac Mahon e via Oriani, in precedenza sede dei gruppi Koelliker e Sandvik, sta sorgendo un “nuovo quartiere”: il Certosa District. L’area è oggetto da qualche anno di riqualificazione con uffici e spazi verdi e l’obiettivo della società immobiliare RealStep, che sta sviluppando il progetto, è quello di creare al suo interno un polo per la ristorazione dinamica e sostenibile: il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef e degli imprenditori che amano la stagionalità, rispettano prodotti e ambiente e fanno anche tanta ricerca” come raccontato dal suo direttore generale spiegato da Vincenzo Giannico.

# Un’area complessiva di 100.000 mq di cui 6.000 dedicati a 20 ristoranti

Area Certosa District

La superficie interessata dal nuovo “quartiere” sarà inizialmente di circa 100.000 mq, con previsione di aumento in futuro. In questi aree industriali in disuso in fase di rigenerazione hanno trovato e troveranno spazio, oltre ad aree verdi e a multinazionali, anche uffici, spazi di co-living e 20 locali tra ristoranti, caffè e luoghi per il dopocena. Questi ultimi saranno distribuiti tra via Varesina, via Brunetti e via Giovanni da Udine e occuperanno 6.000 mq.

# Prime aperture nel 2023, il completamento nel 2026

Certosa District

Le attività di ristorazione saranno di brand già diffusi in città con metrature dei locali che varieranno dagli 80 ai 900 mq. Nei primi spazi riqualificati entro l’estate 2023 sono previste tre inaugurazioni:  Crosta (forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo), Loste Café (una bakery di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro entrambi formati a Copenhagen) e Lafa (cucina araba e mediorientale di Hippolyte Vautrin, titolare di Røst e Kanpai). A fine 2023 altre due aperture, le rimanenti entro il 2026. L’idea è quella, ispirandosi a Parigi, Copenhagen e New York, di creare eventi capaci di coinvolgere la zona grazia alla partecipazione di famosi esponenti di spicco della ristorazione.

Continua la lettura: I RISTORANTI in MOVIMENTO d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Meglio che in UFFICIO: i LOCALI di Milano dove lavorare GODENDOSI la vita

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Ph. www.mymi.it/

All’ombra della Madonnina bar, locali e anche alcuni ristoranti si sono organizzati per permettere un accesso più dinamico a una clientela che ha mantenuto con la propria azienda la possibilità di lavorare da casa o – appunto – da un posto a proprio piacimento. Cosa c’è di meglio per esser più produttivi che lavorare dal nostro locale preferito, sorseggiando il drink o il caffè a cui non sappiamo rinunciare? Ecco a voi i migliori locali per smart working a Milano.

Meglio che in UFFICIO: i LOCALI di Milano dove lavorare GODENDOSI la vita

#7 Santeria Paladini: lavorare tra mostre, libri e fiumi di birra

Credits: @pennylena
Santeria Paladini

In Via Paladini 8 si trova la prima delle due Santerie, la più piccina rispetto alla sorellona che si trova sulla circonvallazione di Milano in zona sud, per l’esattezza in Viale Toscana. La Santeria è il posto perfetto per sedersi con il proprio laptop, all’interno di una cornice dove troviamo tavoli in legno, una libreria, uno spazio mostre e presentazioni letterarie, Non solo: anche ottime birre (come del resto sono ottimi gli aperitivi). Il tutto allestito in un verde cortile esterno della zona occidentale di Milano. Che si voglia andare per lavorare o per un aperitivo, il consiglio è di prenotare. Il posto è piccolo e molto ambito.

Indirizzo: via Paladini, 8

 

#6 Long Song: lavorare tra i libri in un’atmosfera vintage

Credits alessandra_novaga IG – Long Song

In via Stoppani, un’arteria del quartiere arcobaleno di Porta Venezia, si trova il Long Song, una caffetteria bistrot che all’interno ha una favolosa libreria di usato, modernariato e vintage. Qui è possibile infatti non solo gustare ottimi caffè e tutto ciò che ad esso gravita, ma anche sedersi al suo interno (o nei carinissimi tavoli al di fuori se la stagione lo permette), lavorare al pc e sfogliare uno dei tantissimi testi che si trovano sulle mensole della libreria.

Indirizzo: via Antonio Stoppani, 11

 

#5 Starbucks Reserve Roastery: lavorare con il sogno americano

fast food milano
Starbucks Milano

Il colosso americano Starbucks è approdato, quasi letteralmente, all’ombra della Madonnina: lo store (il più grande d’Europa) si affaccia in Piazza Cordusio, a due passi dal Duomo ed è la terza Reserve Roastery del gruppo, dopo quelle di Seattle e Shanghai. Ultimamente anche un’istituzione a stelle e strisce come questa è scelta prediletta di smart workers provenienti da ogni dove.

Indirizzo: via Cordusio, 1

 

#4 Pausa: lavorare con stile milanese e mentalità internazionale

Credits gragno85 IG – Pausa Milano

Il marchio Pausa è il nuovo modello di bar/bistrot nato nell’internazionale Hong Kong che ha successivamente aperto anche a Milano, incastonato tra i palazzi storici della centralissima via Cesare Correnti (colonne di San Lorenzo). Proprio lì, la passione per il cibo di casa di Marco Cattaneo,si è materializzata su un isolato, assumendo le sembianze di una bottega di circa 25 mq sotto il nome di Pausa. L’inconfondibile insegna rossa recitava già all’epoca “Your Italian Break”, con l’idea di diffondere un format innovativo, semplice, veloce e replicabile all’estero. Larghi tavoli, prese per pc e cellulari in ogni postazione e ottime bevande sono la miglior compagnia per giornate in smart working da passare qui.

Indirizzo: via Cesare Correnti, 28

 

#3 Combo: lavorare come in un campus universitario

Combo non è semplicemente un ostello ma anche un bar dove bere qualcosa prima o dopo cena, un ristorante in cui le specialità locali incontrano la cucina del mondo e una radio, dal suono eterogeneo e l’anima girovaga. Si trova in Ripa di Porta Ticinese 83, nel cuore dei Navigli. Le distanze per lavorar tranquilli non mancano, il wi-fi nemmeno ed è dotato di un ampio cortile senza tempo immerso nel verde. La tranquillità che si trova venendo a lavorare qui è impagabile. 

Indirizzo: Ripa di Porta Ricinese, 83

 

#2 Vista Darsena: lavorare sentendosi (quasi) in Riviera

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Il sogno proibito dei milanesi: lavorare a Milano con la vista sul mare. Con un po’ di immaginazione è quello che si può provare in questo Smart bar con servizio di cucina: Vista Darsena è un locale all-day dove poter accompagnare lo studio prima con un buon caffé, centrifuga e fetta di torta di pasticceria, poi con un pranzo a base di Pink Burger al salmone o Cheeseburger di manzo, e infine perché no anche un drink. Posizionato sulla Darsena, il valore aggiunto del posto è un bancone sovrastato da un video-wall studiato per trasmettere immagini e mostre di giovani video-maker. La connessione internet ad alta velocità lo rende poi il posto perfetto per lavorare e studiare comodamente seduti al tavolo. Vista Darsena è aperto tutti i giorni alle 10 fino alle 02:00 di notte.

Indirizzo: Viale Gabriele D’Annunzio, 20

 

#1 CityLife Shopping District: lavorare come in un coworking ma a costo zero

Nell’area food ci sono spazi di lavoro tutti dotati di prese e connessione gratuita, perfetti per sedersi e lavorare al tablet o al pc. Praticamente sono come dei desk da coworking senza la noia di dover pagare l’affitto e senza soffrire l’ansia tipica di alcuni camerieri che, una volta capito che ordinerete una sola consumazione, inizieranno a camminarvi attorno e guardarvi male perché “tra un po’ ci serve il tavolo.” A City Life e in ognuno dei posti di cui vi ho parlato tutto ciò non succederà. Un altro valore aggiunto: c’è anche la comodità di poter ordinare un caffè e fermarsi per pranzo consumando tutto nella propria postazione. E se la giornata è bella si può fare pausa godendo di uno dei parchi più belli e moderni di Milano, passeggiando sotto i grattacieli e sognando la conquista del mondo. 

Indirizzo: Piazza Tre Torri

 

Continua la lettura: 5 TRATTORIE LOW COST dove si mangia bene a Milano

CARLO CHIODO

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La nuova TORRE di MILANO ispirata alla grande tradizione milanese del NOVECENTO

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Credits: blog.urbanfile.org Torre Milano

Tra i prossimi edifici che compariranno a Milano c’è un grattacielo residenziale ispirato all’architettura novecentesca e con continui richiami alla città che lo ospiterà.  Ma cosa prevede il progetto?

La nuova TORRE di MILANO ispirata alla grande tradizione milanese del NOVECENTO

# “La città ti porta in alto”

Credits: torremilano.it
Torre Milano

Torre Milano è la nuova torre sorta tra Isola e Maggiolina, vicino a Porta Nuova e alla Stazione Centrale: un edificio di 23 piani per un totale di 86 metri. Sarà uno spazio polifunzionale con aree co-working, wellness e relax (piscina, palestra, area giochi per i più piccoli ecc.). Oltre agli appartamenti. Il progetto è stato presentato qualche anno fa e ora la torre è quasi pronta, la consegna infatti era prevista a fine 2022 ma mancano ancora gli ultimi ritocchi. Una torre pronta al 95%, come si legge direttamente sul sito del progetto. L’edificio è stato pensato appositamente per essere luogo ideale per partecipare attivamente alle trasformazioni della parte nuova della città, si presenta come “la torre della città che ti porta in alto”, in una posizione centrale, Torre Milano vuole infatti essere vivibile e iperconnessa.

# I continui riferimenti all’architettura della tradizione milanese

Credits: torremilano.it
Torre Milano

Una torre già quasi sold out, sono già stati venduti infatti la maggior parte dei 105 appartamenti. Ma soprattutto un edificio che continua a richiamare la tradizione meneghina, nell’architettura, nei nomi e nel concept innovativo. Ogni piano di Torre Milano si chiama come un parco della città, la pavimentazione della zona lounge alla base della Torre ricorda il lastricato del Duomo, mentre il cemento armato richiama il Pirellone e la Torre Velasca. In realtà la struttura in sé ricorda molto la torre vicino piazza Missori. Torre Milano è poi ispirata ai grandi nomi dell’architettura milanese novecentesca: Portaluppi, Ponti, Aulenti, Caccia Dominioni.

Torre Milano è un progetto di Opm (Impresa Rusconi e Storm.it) firmato dallo Studio Beretta Associati e oltre ai 23 piani di unità abitative e spazi condivisi, prevede un 24esimo livello che fa da belvedere sulla città. Una vista panoramica sullo skyline della nuova Milano. Inoltre, l’intero edificio è progettato secondo elevati standard di sostenibilità: pannelli fotovoltaici, raccolta delle acque piovane e in generale una classe energetica A.

Fonti: edilportale.com

Continua la lettura con: TORRE TIRRENA, il palazzo di Milano che ha ispirato le TORRI GEMELLE di New York

BEATRICE BARAZZETTI

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APERICENA LOWCOST: i LOCALI dove si mangia e si beve a BASSO PREZZO

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Credits chef_pechuga IG - Ciu's

A Milano è nato il rito dell’aperitivo. Scegliere un locale dove bere e mangiare bene, e in quantità, non è però facile. Eccone dieci dove spendere meno di 15 euro.

APERICENA LOWCOST: i LOCALI dove si mangia e si beve a BASSO PREZZO

#1 Cafè Metropolis

Metropolis – Caffè Metropolis

Partiamo da nord, sul lungo viale che conduce alla Stazione Centrale. Qui c’è il Cafè Metropolis dove si può fare un aperitivo a buffet, le dalle 18.30 alle 21.30, con una varia e assortita selezione di piatti e una altrettanto ricca di champagne, spumanti, vini bianchi, rossi, cocktail e analcolici.

Indirizzo: Via Vittor Pisani, 5

#2 Ciu’s

Credits chef_pechuga IG – Ciu’s

Spostiamoci in zona Buenos Aires, nella via Spontini celebre per il primo locale della nota pizzeria al trancio pugliese, al Ciu’s. Un locale che una via di mezzo tra un pub e un lounge bar, con il corridoio lungo e stretto, dove ci si può abbuffare con primi e secondi di ogni genere, anche di pesce, e ottimi cocktail con appena 9 euro

Indirizzo: via Gaspare Spontini, 6

#3 Bhangra Bar

Bhangra Bar

Tutti i giorni della settimana, dalle 18 alle 22, al Bhangra Bar in zona Arco della Pace si può gustare un corposo aperitivo immersi in un’atmosfera etnica. Obbligatoria la prenotazione, si può scegliere tra cocktail internazionali, classici e rinnovati, mangiando molto bene dall’antipasto al dolce, tutto servito a buffet. 

Indirizzo: corso Sempione, 1

#4 Deseo

IG @deseo.milano

Dall’altra parte di corso Sempione troviamo il più chic ed esclusivo Deseo. In questo locale dal design contemporaneo e raffinato, contaminato da influenze Pop e Underground, si può approfittare di un eccezionale buffet e di una ampia scelta di cocktail preparati ad arte.   

Indirizzo: corso Sempione, 2

#5 Spritz Navigli

Credits: @spritznaviglimilano – Bar Navigli

Eccoci in una delle zone del movida per eccellenza, i Navigli. Lungo Ripa di Porta Ticinese c’è solo l’imbarazzo della scelta di locali tra cui scegliere. Spritz Navigli si presenta come un ambiente confortevole, con musica, tavoli all’esterno e all’interno e propone l’apericena, ogni giorno dalle 16 alle 02:00, con antipasti, primi e secondi piatti, salumi e formaggi, frutta e dolci 

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 9

#6 Locanda Da Vinci

Credits andreairge IG – Locanda Da Vinci

Sull’altro Naviglio troviamo la Locanda Da Vinci, dove fare un abbondante apericena ad un prezzo accessibile, con cocktail originali e non scontati.

Indirizzo: Alzaia Naviglio Pavese, 52

#7 Vista Darsena

Credits vista.darsena IG – Vista Darsena

Vista Darsena sui Navigli è invece uno smart bar con uno degli aperitivi più cool, composto da bruschette, sandwich e altri golosi stuzzichini. Da bere si può scegliere tra una selezione di cocktail, vini, bollicine o birre.

Indirizzo: viale Gabriele D’Annunzio, 20

#8 Todos a Cuba

Credits todos_milano IG – Todos

A pochi passi dal centro storico di Milano c’è Todos a Cuba, un locale con personale accogliente e preparato. L’atmosfera richiama il centro America, l’aperitivo è sempre gustoso e abbondante e l’assortimento di vini e cocktail è ottimo.

Indirizzo: Via Edmondo de Amicis, 4

#9 La Hora Feliz

Credits irynadesconocida IG – La Hora Feliz

Non lontano dalle Colonne di San Lorenzo troviamo La Hora Feliz. Altro locale che prende ispirazione da Cuba oltre che ad altre culture. L’aperitivo si fa tutti i giorni alle 17 e 30 circa e viene servito con un ricco buffet.

Indirizzo: via S. Vito, 5

#10 Un Posto a Milano

Un Posto a Milano

All’interno della Cascina Cuccagna, l’unica cascina rimasta in centro città, si può fare aperitivo da Un Posto a Milano. La proposta della casa prevede piatti dolci e salati, tutti preparate con ingredienti a chilometro zero, stagionali e attentamente selezionati, come focaccia fatta in casa, taralli artigianali, pinzimonio, salame padovano e molto altro ancora. Il prezzo per l’aperitivo per due persone parte da 18 euro.

Indirizzo: via privata Cuccagna, 2/4

Fonte: paginegialle.it

Continua la lettura: I BAR LOW COST di Milano: bere bene senza paura del conto

FABIO MARCOMIN

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EMERGENZA PARCHEGGI: i binari in disuso la mossa della disperazione

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Emergenza parcheggi

A Milano la carenza di parcheggi oramai è una vera e propria emergenza. La penuria di posti auto è tale che ogni minimo spazio libero viene occupato da una automobile.

EMERGENZA PARCHEGGI: i binari in disuso la mossa della disperazione

# La disperata ricerca di un posto dove lasciare l’auto

Emergenza parcheggi

Totalmente inutili i vari cartelli di divieto e le varie suddivisioni alfabetiche della città, le strisce blu e gialle posizionate a macchia di leopardo servono solo a far cassa. La disperata ricerca di un parcheggio fa sì che i binari temporaneamente non utilizzati del tram, per via di lavori sulla linea, diventino un’occasione per piazzarci la propria auto. Non ci sentiamo nemmeno di condannare eccessivamente i colpevoli: la ricerca di un posto auto nella Milano di oggi può portare all’esasperazione. 

Ciò che è difficile da comprendere è invece la totale mancanza da parte del Comune di una strategia a medio lungo termine che possa dare una soluzione a questa situazione indegna per una metropoli moderna. Possedere un’automobile deve diventare un privilegio per ricchi possessori di un garage o, in alternativa, un crimine da espiare?

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ANDREA URBANO

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La MAPPA della METRO con i NOMI delle FERMATE come erano nel PROGETTO ORIGINALE

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Credits arbalete-wikipedia - Nomi delle stazioni metropolitana secondo i progetti originali

Il nome di una stazione della metro spesso identifica un quartiere. Forse non tutti sanno che alcune stazioni avrebbero dovuto o potuto chiamarsi in un altro modo. Vediamo di quali stiamo parlano.

La MAPPA della METRO con i NOMI delle FERMATE come erano nel PROGETTO ORIGINALE

# Invece di Porta Venezia: OBERDAN

Porta Venezia M1

Il nome originario previsto per la stazione di Porta Venezia, quando la rete metropolitana milanese prevedeva le sole M1 e M2 nell’odierna configurazione, era Oberdan. La denominazione si riferiva al piazzale soprastante alla fermata.

Leggi anche: PORTA VENEZIA – la Milano arcobaleno

# Invece di Amendola: FIERA

Credits mainardielisabetta IG – Amendola M1

In origine la stazione Amendola sulla linea M1 si sarebbe dovuta chiamare “Fiera”. Il motivo era la presenza nelle vicinanze dell’allora fiera di Milano, chiusa agli inizi degli anni 2000 con il trasloco nei padiglioni di Rho. Il nome ha subito diverse modifiche nel corso degli anni: in fase di apertura venne denominata “Amendola-Fiera”, poi “Amendola Fieramilanocity” fino all’attuale “Amendola”.

Leggi anche: Le STAZIONI più BELLE di ogni metropolitana italiana

# Invece di Uruguay e San Leonardo: GALLARATESE (1 e 2)

San Leonardo M1

Anche per la stazione di Uruguay, aperta ad aprile 1980 come parte del prolungamento da QT8 a San Leonardo, era previsto un altro nome secondo il progetto originario: Gallaratese 1, per il quartiere in cui è localizzata. Alla stazione di San Leonardo, situata nel quartiere da cui prende il nome, spettava invece il nome di Gallaratese 2.

Leggi anche: SAN LEONARDO O LA GALLARATESE?

# Invece di Bonola: OLONA

Bonola M1

Tra le due stazioni c’è quella di Bonola, che prende il nome dalla vicina piazza intitolata a Federico Bonola. La denominazione originaria era stata individuata in Olona per identificare il fiume che scorre interrato nelle vicinanze.

Leggi anche: BONOLA – UNA DELLE 4 FERMATE CON L’EDIFICO ESTERNO

# Le fermate accorciate: VILLA e SESTO

Credits arbalete-wikipedia – Progetti originali metropolitana di Milano

Tra le altre stazioni per cui era stato ipotizzato un nome differente, più breve, ci sono quelle di Villa San Giovanni che si sarebbe dovuta chiamare Villa e quella di Sesto Marelli solo Marelli. Nel secondo caso gli utenti hanno comunque utilizzato per anni questo nome in quanto non erano presenti altre stazioni nel territorio comunale di Sesto San Giovanni.

# Invece di Abbiategrasso: CHIESA ROSSA

Piazza Abbiategrasso M2

L’attuale stazione di Piazza Abbiategrasso sulla linea M2, in base ai progetti stilati negli anni ’90, si sarebbe dovuta costruire sotto via Montegani e avrebbe dovuto chiamarsi Chiesa Rossa per identificarsi con il quartiere. Oggi la denominazione estesa è Piazza AbbiategrassoChiesa Rossa.

# Invece di Gioia: CENTRO DIREZIONALE. Invece di Moscova: GARIBALDI

Progetti originali metropolitana di MilanoAltre stazioni sulla linea verde avrebbero potuto avere altre denominazioni: Centro direzionale 1 e 3 rispettivamente al posto di Porta Garibaldi FS e Gioia, e probabilmente Garibaldi invece dell’attuale Moscova.

# Invece di Porta Romana: MEDAGLIE D’ORO

Stazione di Porta Romana

Tra le stazioni più iconiche c’è Porta Romana, a pochi passi dall’omonima porta cittadina e dal quartiere stesso. Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Medaglie d’Oro, come la piazza che la ospita, ma si scelse di darle il nome che la identificasse con la zona.

Leggi anche: PORTA ROMANA – LA FERMATA DELLE TERME

# Invece di Lodi T.I.B.B.: PORTA ROMANA

Lodi T.I.B.B.

Spettava invece all’attuale stazione di Lodi T.I.B.B, in piazzale Lodi, il nome di Porta Romana in quanto posizionata nei pressi della stazione ferroviaria con la medesima denominazione.

Leggi anche: LODI T.I.B.B. – la sigla incomprensibile⁠

# Invece di Porto di Mare: FABIO MASSIMO 

Porto di Mare

Sempre sulla linea M3, un’altra fermata avrebbe dovuto chiamarsi in modo diverso rispetto al nome scelto in via definitiva: Porto Mare, per la prossimità all’omonimo progetto, mai realizzato, di un porto fluviale che sostituisse la Darsena. In base ai primi progetti infatti la stazione doveva essere chiamata Fabio Massimo, come la via che parte da viale Omero e che termina nei pressi di una delle uscite. 

Leggi anche: PORTO DI MARE: IL PORTO MILANESE

Continua la lettura con: I 7 SISTEMI di METROPOLITANA più INTERESSANTI del MONDO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il video del giorno: “Milano è la metafora dell’amore”

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Uscito il nuovo videoclip dei Baustelle. Dopo “Romantico a Milano” un’altra dichiarazione d’amore per la nostra città. 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

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Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

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AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

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MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

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VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

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FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

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Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

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Il panino più famoso di Milano

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I paninari davanti al Burghy

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BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

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Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

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Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

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Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

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Un milanese a Genova

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In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

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Le intrusioni dei maranza

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Ultima corsa della Milano – Limbiate

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Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

Avvisi storici sul tram

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

copyright milanocittastato.it

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Milano: SERVIZI sempre meno efficienti e PRATICHE sempre più lunghe. La motivazione di fondo che si cerca di ignorare

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Credits peter-facebook -pixabay - Soldi

Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile con servizi meno efficienti e pratiche sempre più lunghe. Ma si cerca di fare finta di niente. 

Milano: SERVIZI sempre meno efficienti e PRATICHE sempre più lunghe. La motivazione di fondo che si cerca di ignorare

# A un dipendente pubblico non conviene venire a Milano

Credits Comune di Milano – Anagrafe

Servizi meno efficienti e pratiche sempre più lunghe. Questo è quello che sono costretti a subire i milanesi ogni giorno, una situazione che peggiora con il passare degli anni e che in futuro rischia di diventare insostenibile. Il motivo principale è il deficit di dipendenti pubblici occupati in biblioteche, scuole e uffici comunali.

Non sono i concorsi a mancare, nonostante per anni siano stati limitati per esigenze di contenimento della spesa pubblica e le assunzioni siano rimasti al palo, e il problema è presente anche a livello statale e regionale solo che a Milano la situazione è peggiore di altrove. Per il 2023 in città saranno assunti 607 dipendenti, in seguito alla negoziazione dei sindacati con Palazzo Marino che ne aveva proposti 400 visti anche i 250 milioni di euro di deficit nel bilancio. Secondo Patrizia Frisoli della della Cgil Funzione Pubblica, sentita da Milano Today, ne servirebbero almeno il doppio

La differenza con il resto d’Italia risiede nel fatto che dei nuovi lavoratori pubblici non si sa quanti effettivamente accetteranno il posto dopo aver vinto il concorso e quanti lasceranno pochi mesi dopo l’assunzione. 

# Lo stesso stipendio: al Sud da nababbi, a Milano in braghe di tela

affitti brevi
Affitti

Alla base c’è il basso livello retributivo, identico in tutta Italia. E questo malgrado a Milano il costo della vita sia molto più alto a partire dagli affitti insostenibili, staccando in modo sensibile la capitale oltre a tutte le altre città. Il numero di abitanti ha di nuovo superato la soglia di 1,4 milioni di abitanti ma cresce anche quello degli esclusi o respinti dalla città, in particolare le fasce più giovani che sono destinatarie di stipendi di ingresso per ovvie ragioni più bassi rispetto a chi ha un’anzianità di carriera più alta. 

I casi di chi lascia un posto di lavoro fisso a Milano sono un costante. Maria Grazia come riporta Milano Today, madre 35enne di due figli originaria di Brindisi, nel 2021 ha vinto un concorso come insegnante nella scuola dell’infanzia ma ha resistito appena un mese: “Ho accettato l’incarico, ho cercato di riorganizzare la mia vita e quella dei mie figli, ma ho capito dopo poco tempo che non fosse sostenibile“. 

Leggi anche: ATM non trova autisti? La REPLICA di un CONDUCENTE: MILANO insostenibile per i nostri STIPENDI

# L’unica soluzione: le gabbie salariali per il settore pubblico

Credits peter-facebook -pixabay – Soldi

Agire sul costo della vita non si può, salvo interventi del governo come quello messo in campo per ridurre il costo dell’energia, perché i prezzi delle abitazioni e dei servizi erogati dai privati sono determinati dalla legge del mercato. Un fenomeno ancora più evidente a Milano vista la sua attrattività, è tra le prime città in Europa per investimenti immobiliari, con l’offerta che fatica a seguire la domanda. L’unica soluzione, senza girarci troppo intorno, sarebbe quella di introdurre di nuovo le gabbie salariali, questa volta nel pubblico impiego, sulla falsariga di quelle abolite ufficialmente nel 1972.

Gli stipendi dovrebbero essere adeguati a garantire lo stesso tenore di vita che possono permettersi i cittadini del centro Italia e soprattutto del Mezzogiorno. Secondo i dati del report previsionale di Maiora Solutions relativi al periodo gennaio-dicembre 2022 il prezzo medio aggregato delle locazioni nelle città del Sud Italia risulta essere inferiore di circa il 40-45% rispetto a quelli di Centro e Nord Italia. Al Sud costa sensibilmente meno anche mangiare al ristorante o prendere un caffè al bar. Non è un caso quindi, ad esempio, che i posti a disposizione al tribunale di Milano siano coperti al 60% mentre nel mezzogiorno la copertura è totale.

Percepire uno stipendio di 1.200 euro e abitare anche solo in una qualsiasi delle periferie milanesi significa fare la fame, spesso nemmeno vivendo in un appartamento ma in una stanza, mentre vivere a Taormina vuol dire fare la bella vita. Non è forse giunta l’ora di riportare equità tra Nord e Sud, restituendo dignità a chi lavora nella città motore dell’economia italiana, invece di focalizzarsi solo a rilanciare una parte dell’Italia che, nonostante o forse per colpa di oltre mezzo secolo di aiuti economici, non riesce a ripartire?

Leggi anche: MILANO sempre più CARA: in lizza con Londra e Parigi per il trono in Europa. Ma non per gli stipendi

Fonte: Milano Today

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FABIO MARCOMIN

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I LOCALI NOSTALGICI, dove si rivive la Milano di una VOLTA

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Balera dell'Ortica

A furia di proiettarsi al futuro, si possono dimenticare le roccaforti della Milano da bere (o da mangiare) che hanno fatto la storia della città. Luoghi che non hanno alcuna intenzione di vendere o peggio svendere e, anzi, puntano a mantenere una tradizione meneghina che sta sparendo. Ecco a voi i migliori locali nostalgici di Milano.

I LOCALI NOSTALGICI, dove si rivive la Milano di una VOLTA

# Bar Gatto: atmosfera felina e retrò

Credits: @ilymadestyle
Bar Gatto

A pochi passi da Piazzale Loreto, in via Pierluigi da Palestrina 1 troviamo il Bar Gatto con l’iconica insegna di un gatto stilizzato dal sapore retrò. Ma il felino più amato non c’entra: il nome viene dal cognome dell’anziano fondatore. Il Bar Gatto è un ritrovo indiscusso di bauscia e colletti bianchi (ma anche di ferrovieri e operai) e resta aperto sino alle due di notte. Fra i piatti e le bevande d’epoca che non hanno mai abbandonato il menu ci sono ad esempio il cocktail Raffaella Carrà con Apricot Brandy, Cointreau, crema di latte, granatina, qualche goccia di colorante blu (è scritto proprio così!) e Curaçao. Mentre dal menu troviamo l’inimitabile panino Gatto con prosciutto di Praga, paté e Brie. Per quanto riguarda gli interni, sulle mensole e alzando la testa verso il soffitto vediamo solo e soltanto gatti, sia sotto forma di affresco che di piccole e simpatiche statuine.

 

# Pizzeria Geppo: agli ordini di Bismarck

Credits: @geppo.1981
Pizzeria Geppo di Geppo 1981

Per chi abita in Porta Venezia questa pizzeria è una vera e propria istituzione. La pizza croccante e sottile di Geppo (Via Morgagni 37) può esser gustata qui dal lontano 1981, nello stesso locale che conserva ancora gli interni con i muri in spugnato sporgente, perline in plastica gialla nel soffitto coordinate a sedie e panche. Il posto è piccolo, pochi tavoli e un po’ quell’atmosfera giovanile da pizzeria a fine serata dopo esser usciti da una discoteca estiva. Da Geppo le regole sono rigide come il carattere dei proprietari: non si può prenotare, non si può scegliere il tavolo e non si possono modificare le pizze. Una delle più famose è la pizza Gass con mozzarella, mele, gorgonzola e pepe, mentre il meglio dagli anni ’80 è rappresentato dalla Bismarck, pizza con uovo e prosciutto così chiamata perché dedicata al cancelliere tedesco vissuto nell’800, grande amante delle uova.

 

# La Balera dell’Ortica: come ai tempi del Bandiera Gialla 

Credits: @alessandro_romenti
La Balera Dell’ortica

Ex bocciofila e storico dopolavoro ferroviario degli anni ’60, dopo quindici anni di chiusura ha riaperto i battenti nel 2012 grazie a una nuova gestione familiare. Bar, trattoria con cucina casalinga, nuova bocciofila e balera per ballare liscio o lindy hop con musica dal vivo (d’estate sulla pista all’aperto), ha un ambiente genuino e volutamente datato. Abituale punto di ritrovo per un pubblico over sessanta, la Balera dell’Ortica è ormai di gran moda anche tra i più giovani che vengono qui per un aperitivo, per i garage market o per ballare e trascorrere una bizzarra serata diversa dal solito in un’atmosfera vintage. D’inverno ospita anche corsi di ballo da sala e di boogie. Si trova in via Amadeo 78, nel cuore del multietnico e popolare quartiere Ortica, periferia est di Milano.

 

# Risoelatte: la casa dei babyboomers

Credits: @ ma.dove.ti.porto
Risoelatte cucina casalinga

Non lontano dal Duomo, questo piccolo ristorante è una ricostruzione in miniatura della Milano degli anni ’60. All’ingresso ad accogliervi trovate un frigorifero Zoppas e un autentico Jukebox del tempo. Le pareti – rigorosamente verde menta – sono ricoperte di pubblicità a dir poco datate. Da Risoelatte ci si sente esattamente in un appartamento vecchio stile: sulla ringhiera della mansarda c’è della biancheria (mutande incluse) fissa e appesa in bella vista, nella toilette c’è la vasca da bagno, una cuffia e dei bigodini in un cestino appeso di fronte allo specchio vicino a una camicia da notte. Come se non bastasse c’è anche il pennello da barba di un ipotetico inquilino vicino al lavandino. Un drink o un caffè come  foste in una qualunque casa di Milano di cinquant’anni fa.

 

# Latteria San Marco: gli antichi sapori di Brera

Celebrata a livello internazionale (ne ha parlato anche il New YorkTimes), la Latteria a dispetto del nome è una sfiziosa ed elegante trattoria, un ritrovo indiscusso di celebrità milanesi e non solo. Lo storico chef Arturo Maggi propone piatti indimenticabili: gnocchi di zucca e storione, svariati piatti di mare e trippa, solo alcune delle ricette che si possono gustare qui. Per non parlare delle uova spolverate con bottarga di muggine, uno dei fiori all’occhiello della Latteria. Le sue creature originali sono tante, ma forse la più conosciuta è lo spaghetto limone e peperoncino che Sam Kass, chef dell’allora presidente Obama e frequentatore della Latteria ai tempi dell’Expo inserì nel menu della Casa Bianca. Sono come una volta anche i rituali: non si accettano prenotazioni, nel week end resta chiusa. 

 

# Spirit de Milan: bentornati negli anni’50

credits: spiritdemilan IG

Un dance floor come quello ambientato nel 1955 in Ritorno al Futuro, dentro alle Cristallerie Livellara alla Bovisa (zona nord di Milano), location post-industriale che dal 2015 rivive come Spirit de Milan. Con il ristorante La Fabbrica della Sgagnosa (ottimi taglieri, aperitivo con cocktail, birra o vino lombardo e ricette meneghine doc) e soprattutto un’immensa sala ballo dedicata soprattutto alla musica dal vivo. Il tutto in uno sterminato spazio che mantiene l’impronta di vecchia fabbrica, recuperata, riadattata e arricchita con un arredamento vintage. D’estate la programmazione si sposta all’esterno, nel cortile circondato da rampicanti, proponendo jazz, cabaret, canzone milanese, swing. Venerdì con la musica anni 60/70/80 di “Bandiera Gialla”, sabato con lo swing di “Holy Swing Night”.  

 

# Bar Basso: mezzo secolo di Negroni

Credits: @sterzaroberto
Bar Basso

Apriamo e chiudiamo questo pezzo con un bar, e che bar. Se nel resto d’Italia ci si vedeva “per bere un caffè” qui al Bar Basso, decenni or sono, è nata la tradizione del vedersi per un drink pre-cena anticipando la tendenza che poi avrebbe dato vita alla celeberrima Milano da bere. Presso queste storiche mura ancora arredate in stile anni’70 il piatto forte (anche se di piatto non si tratta) è il Negroni Sbagliato, ovvero il principe indiscusso dei cocktail milanesi, inventato dal compianto barman Mirko Stocchetto. Ancora oggi il Bar Basso è fulcro fondamentale dell’happy hour meneghino e perché no anche di un ricco e ovviamente alcoolico dopocena (ma ricordate sempre di bere con moderazione, eh!).

 

Continua la lettura con: 10 locali a Milano dove mangiare bene spendendo poco

CARLO CHIODO

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La “Grande Metro Anulare”: ROMA farà la CIRCLE LINE prima di MILANO?

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Progetto Pietropaolo Vanin - Circle Line Roma

Sarebbe un progetto rivoluzionario per la capitale. Un progetto molto ambizioso. Troppo per Milano?

La “Grande Metro Anulare”: ROMA farà la CIRCLE LINE prima di MILANO?

# Una metro circolare per la capitale

Credits romametropolitane – Sviluppi futuri metropolitana Roma

Nell’ambito della consultazione popolare indetta dal Comune di Roma per l’invio di proposte diverse tematiche, tra cui il trasporto pubblico, Pietropaolo Vanin amministratore del gruppo facebook Grande Metro Anulare ha redatto un documento che elenca alcune osservazioni per il PUMS (il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) e ipotizza una metropolitana circolare per Roma. Realizzare metropolitane che passino per il centro della capitale si è rivelato e si sta rivelando lento e costoso per vari motivi, primo fra tutti l’enorme mole di reperti archeologici nel sottosuolo, e quindi una linea circolare potrebbe essere una soluzione alternativa alla futura linea D. A supporto della proposta viene sottolineato come le città abbiano bisogno sia di trasporti radiali che tangenziali.

Leggi anche: Le ESTENSIONI attese per la METROPOLITANA di ROMA

# Gli esempi all’estero e in Italia

Credits: wikipedia.org – Grand Paris Express

Nel motivare la sua proposta porta alcuni esempi: “il futuro Grand Paris Express, le linee 2 & 6 di Parigi considerate assieme, la Circle Line londinese, le linee 6 e 12 di Madrid, le linee 5 e 14 di Mosca, le linee 2 e 10 di Pechino, così come la linea 1 di Napoli (in fase di ultimazione), rappresentano esempi di linee metropolitane di natura circolare.” A questo aggiunge però che “il famoso anello ferroviario di Vigna Clara (o Cintura Nord) – la futura Circle Line romana – si trova troppo lontano dal Grande Raccordo Anulare (GRA) che è letteralmente intasato tutti i giorni dell’anno. Inoltre, la Circle Line romana sarà un collegamento ferroviario non a cadenza metropolitana. Ai fini di limitare il congestionamento del GRA, solo chi risiede nei pressi dei capolinea (attuali o futuri) delle linee metropolitane esistenti, in effetti prossimi al GRA, potranno scegliere di non prendere l’auto e non intasarlo.

Leggi anche: La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

# Il tracciato e le fermate

Progetto Pietropaolo Vanin – Circle Line Roma

Da questi presupposti e stimoli nasce quindi l’idea della Grande Metro Anulare (GMA) che ricalchi idealmente il GRA dalle auto e che ne decongestioni il traffico. Il modello dovrebbe essere quello delle “RER e del Grand Paris Express parigini o della recente londinese Elizabeth Line: una linea veloce, con fermate diradate, sia sotterranea che in superficie, che intersechi le linee metropolitane esistenti, le loro future estensioni e le Ferrovie Laziali (FL).” 

Il tracciato sarebbe per il 60% sotterraneo e lungo 75 km, andando ad intercettare vari capolinea nel caso di metro e fermate nel caso di FL, per un totale di 16 fermate. Facendo il percorso in senso antiorario sarebbero: Ciampino, Anagnina (A), Giardinetti (C), Rustica UIR (FL2/FL7), Casal Monastero (B), Nomentana GRA (con o senza linea D), Colle Salario (B1) e Fidene sulla FL1, Centro Rai sulla F, Grottarossa GRA sulla C, FM3 e la linea A presso San Filippo Neri, poi un lungo salto fino alla fermata Massimina della FL5, Ponte Galeria della FL1, Casal Bernocchi della Roma-Lido, Castel di Leva (B), Divino Amore (FL5) ed infine di nuovo Ciampino. 

# Stima dei costi e tempi di costruzione

Progetto Pietropaolo Vanin – Stima costi Circle Line Roma

Nel progetto viene fatta una stima ufficiosa dell’investimento necessario a realizzare la “grande circle line romana”, come illustrato nella tabella, calcolato in 10,7 miliardi di euro pari a 143 milioni di euro per chilometro. L’importo è il risultato di una riparametrazione del costo al km sostenuto per la metro C, anche in considerazione della percentuale di tracciato realizzato in sotterranea. Per la durata, tenendo invece conto dell’utilizzo di tecniche di costruzione presumibilmente simili, di un minor numero di stazioni ma di un percorso più lungo, si ipotizza di realizzare la Grande Metro Anulare (GMA) in 21 anni.

A Milano mancano progetti così rivoluzionari. Si potrebbe prendere spunto da questo per rendere il trasporto pubblico dell’area metropolitana efficiente come quello cittadino.

Riferimenti: Grande Metro Anulare

Continua la lettura: CIRCLE LINE: cosa serve per chiudere il GRANDE CERCHIO di Milano

FABIO MARCOMIN

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La TRASFORMAZIONE di MILANO: le professioni più diffuse negli ultimi anni

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Ph. Peggy_Marco

Un decennio di radicale trasformazione. Non solo grattacieli, Expo e nuovi quartieri: anche il mondo professionale appare oggi profondamente rinnovato rispetto a quello che accadeva 10 anni fa.

La TRASFORMAZIONE di MILANO: le professioni più diffuse negli ultimi anni

# Anno 2013: ricordate come stava Milano?

 

2013. Milano è in recessione. Una crisi che ancora risente del crack finanziario mondiale del 2008. La disoccupazione in città sfiora il 10% e si assiste a un numero record di fallimenti e di chiusura di aziende. Malgrado lo scenario a tinte fosche si intravvedono però anche segnali di ripresa, in particolare nel settore delle costruzioni, come a Porta Nuova, Bovisa e Citylife, e nelle infrastrutture con la linea M5. Ma l’orizzonte di Milano è dominato da Expo. Ancora non si capisce se sarà un successo o un flop epocale, tuttavia l’attenzione è rivolta al massimo alla Grande Esposizione del 2015. In una Milano dove molti perdono il lavoro e tante aziende chiudono i battenti, ci si interroga sulle prospettive di carriera. L’obiettivo del posto fisso, in banca o in un’azienda pubblica, sembra al tramonto. Al suo posto si iniziano a vedere altre possibilità. Tra cui ciò che emerge nel nuovo fenomeno che sta dilagando a Milano: le start up. 

# Cos’è successo negli ultimi dieci anni: le nuove professioni dominanti

Ph. sasint

Rispetto ad allora tanto è cambiato nel mondo delle professioni. E le carriere che hanno dimostrato di ripagare di più le ambizioni sono in gran parte diverse da quelle di dieci anni fa. Queste le professioni più in auge negli ultimi dieci anni (dati Istat e associazioni di categoria):

  1. Professionisti del digitale: una delle grandi novità che si sono imposte nel passato più recente è la diffusione delle tecnologie digitali. Milano è diventata il centro di riferimento per esperti di data science, intelligenza artificiale, cybersecurity, sviluppo di software e app, e-commerce e marketing digitale. Figure che dieci anni fa non c’erano o sembravano solo una nicchia per geek. 
  2. Lavoratori della salute e dell’assistenza: la crisi del Covid ha aumentato la richiesta di medici, infermieri, farmacisti e operatori sanitari, ma anche di professionisti dell’assistenza domiciliare e sociale. In pochi anni l’intero settore della sanità è stato sotto pressione come mai nella storia d’Italia. 
  3. Operatori nei servizi alle imprese: molte aziende hanno deciso di diventare più snelle, delegando all’esterno quello che in tempi precedenti si produceva in house, attraverso dipendenti propri. Questa tendenza ha accelerato la proliferazione di singoli o gruppi di professionisti che assistono le aziende fornendo consulenza legale, fiscale e finanziaria, di contabilità e di marketing. In generale, si sta assistendo a una forte disintermediazione nelle aziende e nei servizi che favorisce lo sviluppo di professioni autonome. 
  4. Professionisti del settore creativo e culturale: anche grazie a Expo è sensibile l’incremento di impiegati in attività creative e culturali, come teatri, musei, gallerie d’arte, organizzazione di eventi e agenzie di pubblicità. In particolare in grande crescita ci sono i professionisti del design, della grafica, della moda, dell’architettura e dell’editoria. Con un occhio particolare per il mondo dei social network. 
  5. Freelance e lavoratori autonomi: Milano è da sempre un riferimento per chi vuole mettersi in proprio. Anche se negli ultimi anni si è trasformata la figura del lavoratore autonomo. A inizio degli anni Duemila il lavoratore autonomo era tipicamente un imprenditore, in particolare nel settore tecnologico sulla scia del boom di internet. La crisi del 2008 ha avviato il fenomeno degli startupper: giovani laureati, disoccupati, quadri in cerca di riposizionamento, tutti impegnati nel dare vita a start up, aziende tecnologiche spesso formate da un solo addetto con una durata media molto bassa. Negli ultimi anni il fenomeno start up si è affievolito lasciando campo a freelance, singolo professionisti in cerca di uno o più cliente a cui fornire le proprie competenze. Spesso con il sogno di diventare veri e propri imprenditori.
 

# Le professioni su cui puntare a Milano per il futuro

Ph. langll

Si possono individuare quali saranno le professioni più richieste per il futuro dando uno sguardo alle tendenze in atto a livello internazionale e locale. La forte presenza a Milano di industrie creative, tecnologiche e finanziarie lascia immaginare che sapranno attirare i nuovi talenti. Le professioni che potrebbero avere successo a Milano nel futuro sono:

  1. Professionisti IT: la crescita dell’industria tecnologica richiederà professionisti dell’informatica, come sviluppatori di software, ingegneri del software, esperti di sicurezza informatica e ingegneri delle reti. Oltre che programmatori di Intelligenza Artificiale. 
  2. Professionisti creativi: difficile immaginare che Milano possa perdere campo nei suoi settori di elezione, come la moda, il design e la pubblicità. Professioni come stilisti, grafici e strateghi della comunicazione dovrebbero avere successo nel futuro. Soprattutto in un mondo con intelligenza artificiale diffusa l’elemento creativo umano sarà una dote essenziale per poter giocare da protagonisti. 
  3. Professionisti sanitari: l’invecchiamento della popolazione e la crescente domanda di assistenza sanitaria dovrebbero portare a una maggiore richiesta di professionisti del settore sanitario, come medici, infermieri e fisioterapisti. Probabilmente la sanità del futuro sarà organizzata in modo diverso rispetto all’attuale. Quindi ci si aspetta anche la diffusione di professioni un po’ diverse, soprattutto con nuove caratteristiche tecniche e di managerialità per la gestione e di interdisciplinarietà per le competenze mediche. 
  4. Professionisti finanziari: uno dei principali centri finanziari d’Europa, con una forte presenza di banche, società di investimento e altre istituzioni finanziarie, sarà sempre un magnete, anche immaginando profondi cambiamenti nel mondo della finanza. L’esigenza di amministrare patrimoni sarà sempre più richiesta soprattutto in epoca di mercati instabili e di difficile gestione. Un ruolo interessante lo avranno sicuramente gli esperti in criptovalute e nella blockchain. 
  5. Professionisti dell’ambiente: la crescente consapevolezza ambientale dovrebbe portare a una maggiore richiesta di professionisti del settore ambientale, come ingegneri ambientali, urbanisti e architetti sostenibili. Anche il mondo del no profit potrebbe portare a una crescente domanda di figure in questo ambito. 

Continua la lettura con: Cv Map: le aziende che assumono di più, una per ogni fermata della metro

ANDREA ZOPPOLATO

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Gli INFLUENCER più famosi di MILANO

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copertina social

Chi sono gli influencer più famosi di Milano? Difficile stilare una classifica, soprattutto perché ormai non esiste più una vera e propria distinzione tra social. Chi lavora su YouTube ormai non può fare a meno di Instagram e gli instagrammers senza TikTok sono un po’ dei boomers che devono aggiornarsi. In questo mix di social network, ecco allora 10 delle persone più influenti della città, nate su un social e che pian piano hanno spopolato anche su gli altri.

Gli INFLUENCER più famosi di MILANO

# I Ferragnez: una famiglia da 43 milioni di seguaci

Credits: @fedez
Fedez e Chiara Ferragni

La famiglia del momento ormai da qualche anno. Un amore nato da una canzone, l’hit estiva del 2017 Vorrei ma non posto di Fedez e J-Ax, che in poco tempo si è trasformato in colonna sonora per i programmi di Gossip. Chiara Ferragni con i suoi 29 mln di followers su Instagram, 6,2 mln su Tik Tok, un blog nato nell’ormai 2009 e un’azienda ben affermata, è l’influencer più conosciuta di Milano. A renderla tale sono anche i suoi fan internazionali, che la seguono anche da prima che diventasse così famosa in Italia. Ma Fedez non è da meno, con i suoi 14,6 mln di seguaci su Instagram e 6,1 su TikTok non c’è italiano che non sappia chi sia. E se per caso non posta per un giorno, tutto il mondo se ne accorge, ne è una prova il silenzio post-Sanremo che ha scatenato un boom di articoli su di lui.

# Valentina Ferragni, in scia della sorella maggiore

Credits: @valentinaferragni
Valentina Ferragni

Rimanendo in famiglia, anche Valentina Ferragni, la sorella minore di Chiara, sta accumulando sempre più followers. Su Instagram sono ben 4,5 milioni le persone che la seguono e anche se sul profilo TikTok non raggiunge ancora il milione di followers, questi sono ben 617,6 mila.

# Favij, il re dei videogames

Credits: @favij
Favij

Cambiamo un attimo social e passiamo a YouTube. Anche se non è più lo youtuber più famoso d’Italia, lo è rimasto per molto tempo, Favij è una delle persone più conosciute in città. Nato a Torino, ma traferitosi nel capoluogo lombardo, Lorenzo Ostuni vanta 3,2mln di follower su Instagram e 6,44 milioni di iscritti sul canale YouTube FavijTv. Prima famoso soprattutto per i suoi video di videogiochi, ora alterna i contenuti anche con vlog e video per tutti. Anche lui ormai ha TikTok e qui ha 1,2 milioni di iscritti.

# Me Contro Te, il duo siciliano trasferitosi a Milano

Credits: @mecontrote
Me contro Te

Non c’è bambino che non conosca questo duo siciliano che si è trasferito nel capoluogo lombardo. Sono i Me Contro Te, coppia formata da Luigi Calagna detto Luì, e Sofia Scalia, detta Sofì, nati come duo lavorativo nel 2014 con il loro primo video su YouTube. Ora questa coppia, di nome e di fatto, la si vede ovunque, addirittura al cinema. Il loro pubblico è abbastanza piccolo di età grazie al loro modo di parlare, recitato e grottesco, e ai contenuti che portano (scherzi, esperimenti sociali per bambini ecc.). Intanto però oggi contano un canale YouTube con 6,51 milioni di iscritti, 2,8 milioni di follower su TikTok e 1,5 milioni di seguaci su Instagram.

# Vallini’s Family, la famiglia da 4 milioni di seguaci

Credits: @vallibeatrice
Beatrice Valle e Marco Fantini

Torniamo su Instagram e qua non si può non citare un’altra famiglia influente in città. Usciti anni fa dal famoso programma della De Filippi, Beatrice Valli e Marco Fantini insieme contano quasi 4 milioni di followers (3,2 lei e 1,5 lui). Si occupano di moda e sponsorizzazioni, ma sui social mostrano anche la loro vita quotidiana. Su TikTok invece Beatrice Valli ha 164 mila seguaci e Marco Fantini 194,9 mila.

# Chiara Biasi

Credits: @chiarabiasi
Chiara Biasi

Nata a Pordenone ma trasferitasi a Milano, Chiara Biasi è seguita da 4,1 milioni di followers su Instagram. Nata come fashion influencer è entrata anche nel giro di Chiara Ferragni.

# Khaby Lame, il Tiktoker superstar mondiale

Credits: @khaby00
Khaby Lame

Il TikToker più famoso d’Italia e tra i più noti del mondo, superando la Ferragni in termini di followers, si è trasferito a Milano da Chivasso (Torino) nel 2021. Stiamo parlando di Khaby Lame che conta ben 155,7 milioni di followers su TikTok e 78,9 mln su Instagram. Nato nel 2000, ha raggiunto il successo durante i lockdown quando, dopo essere stato licenziato da operatore di macchine CNC, si è inventato dei mini video muti in cui svelava in modo divertente i segreti di alcuni video virali concludendo alla sua classica mossa a palmi delle mani aperti verso l’alto. Nell’aprile 2021 ha superato Gianluca Vacchi come TikToker italiano più seguito e, nel luglio 2021, ha superato Addison Rae diventando il secondo TikToker più seguito al mondo. E’ stato inserito nella giuria del Festival di Cannes per i cortometraggi, è testimonial di brand di moda. Il suo patrimonio stimato è valutato sopra i due milioni di dollari.

# TheShow e gli scherzi metropolitani

Credits: @theshowisyou
The Show

Milano è la città delle opportunità e questo lo hanno capito in molti, sono tanti infatti gli influencers e youtubers che hanno deciso di vivere in città una volta capito il potenziale del loro lavoro. Per citarne alcuni ci sono Stepny e Surry. Ma Milano sforna anche talenti ed è stato il caso dei TheShow, il duo formato da Alessio Stigliano e Alessandro Tenace, classe 1991, che hanno creato un’azienda propria la TheShow s.r.l (coinvolgendo anche altri creators). Nati come i re degli scherzi, continuano a far ridere il loro pubblico di 3,9 milioni di iscritti sul canale YouTube, di 696 mila su Instagram e 250,6 mila su TikTok.

# Sofia Crisafulli, ragazza madre supersocial

Credits: @sofiacrisafulli
Sofia Crisafulli

Classe 2003, tra le tikotkers più famose di Milano c’è Sofia Crisafulli, ragazza madre che racconta la sua esperienza di mamma giovanissima oltre a pubblicare i classici balletti di TikTok. Oggi sul famoso social conta 2,2 milioni di followers, ma anche su Instagram supera il milione (precisamente 1,3) e ha un canale YouTube con 150 mila iscritti.

Continua la lettura con: I 10 LUOGHI più INSTAGRAMMATI di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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