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🔴 Rischio LOCKDOWN per Milano? Questi sono i SETTORI già alla canna del gas

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Credits: radiopico.it - Bauli in Piazza Duomo

Un terzo di aziende di Milano dicono di essere a rischio di chiusura, quasi il 90% ritiene di avere ricevuto aiuti economici insufficienti dal governo, lo smartworking sta portando alla desertificazione. Mentre si parla di misure restrittive per scongiurare il nuovo rialzo dei contagi a Milano, quello che è certo è che un nuovo lockdown sarebbe per molti una sentenza definitiva: tutti i numeri nell’analisi di Confcommercio.

Rischio LOCKDOWN per Milano? Questi sono i SETTORI già alla canna del gas

# L’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza: fatturato dimezzato

Per l’86% di imprese e professioni del terziario, ovvero commercio, turismo, servizi, i sostegni finora avuti dal Governo non sono stati ritenuti sufficienti per superare l’emergenza Covid. E il 30% pensa che la propria attività sia a rischio chiusura entro la fine del 2020, mentre le risorse per la cassa integrazione da marzo a maggio in parte non sono ancora arrivate ai dipendenti. Il fatturato delle attività si è mediamente ridotto, tra gennaio e agosto, del 45% e la previsione settembre-dicembre migliora, ma resta comunque negativa al – 37%.

# Il lockdown potrebbe essere il colpo di grazia per molti. Ma quali sono i settori più a rischio?

#1 Eventi e spettacoli

Sabato 10 ottobre si è tenuta una manifestazione in piazza del Duomo, con 500 bauli neri simbolo di teatri, cinema, attrezzi e maestranze, schierati dagli operatori del mondo dello spettacolo per accendere un faro sulla situazione di crisi del settore, tra i più colpiti in città e nell’area metropolitana.

#2 Agenzie viaggi e operatori del turismo

Agenzie viaggi: -88% fino ad agosto e una previsione di perdita per gli ultimi mesi dell’anno dell’87% 

#3 Alberghi e attività ricettive (es. affitti brevi)

Alberghi e attività ricettive -75% nel periodo gennaio-agosto e – 67% di previsione di perdita per settembre-dicembre.

#4 Ambulanti

Ambulanti in perdita del 57% gennaio-agosto, -45% di previsione di perdita per settembre-dicembre;

#5 Trasporti

# Trasporti e logistica al -56% nel periodo gennaio-agosto, -42% di previsione di calo per settembre-dicembre, tra i più colpiti NCC e taxi, a Malpensa i cali hanno portato a chiudere il Terminal 2, ancora non è prevista la sua riapertura;

#6 Bar e ristorazione

# La ristorazione segna un -56% tra gennaio e agosto, -48% di previsione di perdita per settembre-dicembre;

#7 Servizi alle imprese

# I servizi alle imprese come organizzazione di eventi aziendali, noleggio, vigilanza, selezione del personale hanno subìto un calo del 51% nel periodo gennaio-agosto, -44% previsione di perdita per settembre-dicembre.

#8 Fiere

Crollo anche del settore delle fiere, uno dei pilastri per Milano. 

#9 Comune

Il Comune di Milano rischia di arrivare nel 2021 con un buco di bilancio record che potrebbe superare i 600 milioni di euro

# Milano la più colpita

La crisi ha colpito più il capoluogo rispetto all’area metropolitana con cali di fatturato rispettivamente del 50% tra gennaio-agosto e -41% di previsione di perdita per settembre-dicembre a Milano e del -40% gennaio-agosto e -34% di previsione di perdita per settembre-dicembre nell’hinterland.

# La dichiarazione d’allarme del segretario di Confcommercio Marco Barbieri

In questo contesto l’utilizzo massiccio dello smart working tende a desertificare le città penalizzando un importante volano economico. Va trovato al più presto un punto di equilibrio. Ma soprattutto va rafforzato il sostegno previsto dal Governo alle imprese ormai non più sufficiente per resistere alla crisi provocata da un’emergenza sanitaria non ancora risolta”.

Fonte articolo: AskaNews

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Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

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tramonto monte stella
tramonto monte stella

Della serie Milano non ha bisogno di nessuno: 5+1 cose che la nostra città ha realizzato dal nulla ed oggi sono un vanto nazionale o addirittura internazionale.

Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

#1 Il Naviglio Grande: il fiume che non c’era

Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)
Foto di Rodrigo Martins (@rodrigomartins.it)

Milano si è sviluppata su una pianura umida ma rassegnarsi a zanzare e poco altro non fa parte dell’indole milanese. Così, nei secoli, dopo aver bonificato ed edificato il territorio, la città si è dotata di un corso d’acqua all’altezza delle sue esigenze.

I vari fiumi naturali che scorrevano e scorrono nelle vicinanze non erano sufficientemente ampi e navigabili, non la mettevano in contatto con i fiumi principali e da lì lo sbocco sul mare. Niente panico. Ecco che il milanese si inventa il Naviglio Grande, un canale che diventa una delle principali arterie in Italia per il trasporto di merci.

#2 Il porto senza mare: la Darsena

Midnight in Darsena di Woody Allen
Midnight in Darsena di Woody Allen

Ma mancava un porto! Taaaac e si inventa la Darsena che tra le due grandi guerre sarà uno dei maggiori porti italiani. Oggi è centro della movida, si pesca e qualcuno di nascosto fa anche il bagno. Talmente ambita come emozione che nemmeno i cinghiali sanno resistere.

#3 Monte Stella: dalla guerra Milano costruisce una piccola montagna

Campionati italiani di sci al Monte Stella

Milano è pianura e con le rovine della guerra costruisce il Monte Stella che arriverà a ospitare anche gare di sci. Oggi è un apprezzatissimo luogo dove praticare attività fisica per ogni tipo di disciplina. Attendiamo una gara di jodel in dialetto milanese.

Leggi anche: Monte Stella: il monte nato dalla guerra e dall’amore

#4 Il Bosco urbano più alto d’Italia

partito accelerazionista milano
Il Bosco Verticale -Isola

Milano non ha boschi ma si è costruita parchi con tantissime varietà di piante e non contenta di questa si è fatta anche un Bosco Verticale. Quando si esagera si esagera.

#5 L’Idroscalo: il lago artificiale da far invidia alle Hawaii

surf all'idroscalo
surf all’idroscalo

Nei tempi passati l’aviazione, specie quella con aerei di lungo raggio, si affidava agli idroplani. Serviva quindi un lago. Ghe pensi mi e ti faccio un bel lago artificiale, l’Idroscalo, che ora è il mare di Milano, ospita gare di canottaggio, motonautica, sport d’acqua in genere ed è sede di strutture attrezzate per prendere la tintarella e fare un bagno. C’è anche l’onda artificiale statica più grande d’Europa per fare surf. Non manca il bagnino piacione che a fine anno conta le conquiste. Romagna levati.

#5+1 Pur senza il mare, Milano ha il pesce più fresco grazie al più grande mercato ittico italiano

Mercato del Pesce

Per il mare, quello salato, ci stiamo attrezzando. Intanto c’è il maggior mercato ittico d’Italia. Non ci sarà il mare ma il pesce fresco non manca mai.
What else?

ROBERTO BINAGHI

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Un GESUITA MILANESE alla corte dell’Imperatore: superstar in Cina, ignorato nella sua città di origine

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Castiglione

Nato a Milano a fine del 1600, poco conosciuto ai più, famosissimo in Cina. Il missionario pittore: due sue opere sono state battute all’asta per oltre 30 milioni di euro. Riviviamo l’incredibile storia di questo personaggio milanese dimenticato.

Un GESUITA MILANESE alla corte dell’Imperatore: superstar in Cina, ignorato nella sua città di origine

# Il missionario pittore poco noto ai milanesi

I Milanesi illustri sono innumerevoli, Manzoni, Beccaria, Cattaneo, il Porta … questi li conosciamo tutti. Ce ne sono però molti altri che hanno compiuto grandi opere e che nel loro tempo sono stati uomini intraprendenti e spesso coraggiosi. Ai più probabilmente questo nome non dirà molto, eppure Giuseppe Castiglione viene celebrato nella storia cinese. Gesuita, missionario e pittore, nacque a Milano nel 1688 e morì in Cina nel 1766. L’imperatore Qianlong, suo grande amico e ammiratore, ordinò che venissero svolti in suo onore i funerali imperiali, corrispondenti al suo alto rango di mandarino di seconda classe.

# I suoi quadri conservati nei musei di Pechino e Taipei. Un suo documentario in Cina ha raggiunto 360 milioni di telespettatori

Creditd: wikipedia.org – Le alte montagne offrono splendidi polipori

Durante la sua permanenza in Cina, Castiglione assunse il nome di Láng Shìníng ovvero Pace del Mondo. Castiglione passò 51 anni come pittore di corte dipingendo svariati soggetti. Riuscì a creare uno stile di pittura che fondeva quello occidentale e quello orientale. I suoi quadri sono conservati nei musei di Pechino e Taipei.

Due teste di bronzo per il palazzo estivo dell’imperatore da lui disegnate, furono battute all’asta per 30 milioni di euro. In Cina è talmente famoso che ne hanno fatto ben una serie tv e un docufilm, intitolato: “Pittore imperiale e umile servo” trasmessa nel 2015, raggiunse un ascolto di 360 milioni di spettatori. Un milanese che meriterebbe forse più di attenzione nella sua città di origine.

ANDREA URBANO

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L’ALTO ADIGE dice NEIN al DPCM

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Credits: IG arnokompatscher

La giunta della Provincia di Bolzano ha deciso di non recepire l’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri sulle nuove restrizioni per il Covid. Il presidente Arno Kompatscher “siamo giunti alla conclusione che non servano nuovi provvedimenti“. La strategia adottata: intensificazione dei controlli e sanzioni.

L’Alto Adige dice Nein al DPCM

Pubblichiamo estratti articolo de “Il Fatto Quotidiano” – Alto Adige, la Giunta provinciale Svp-Lega non recepisce il Dpcm con le nuove restrizioni anti-Covid. Kompatscher: “Non servono”

# Nessun limite d’orario ai locali, sì a sostare fuori dai bar, ok anche al calcetto

In Alto Adige bar e ristoranti non hanno un coprifuoco, si può continuare a sostare fuori dai locali e anche giocare a calcetto tra amici. La Giunta della Provincia di Bolzano, composta dalla Südtiroler Volkspartei e della Lega, ha deciso di non recepire le nuove restrizioni contenute nel Dpcm varato dal governo nazionale. Nessun inasprimento delle regole perché “siamo giunti alla conclusione che non servano nuovi provvedimenti”, ha spiegato il presidente Arno Kompatscher. Oggi (ieri 14 ottobre 2020 ndr) i nuovi casi accertati in Provincia sono 124, più del doppio rispetto ai 55 registrati una settimana fa e con un netto incremento rispetto a martedì, quando erano 34. Le persone ricoverate in ospedale sono 54 (più 3 in terapia intensiva): mercoledì scorso erano solo 21.

# Nuove ordinanze solo in caso di un evidente trend negativo

Kompatscher ha spiegato che “la Giunta si riserva di intervenire con nuove ordinanze qualora i dati peggiorassero e vi fosse un trend evidente e costante improntato alla crescita”. La fonte principale della diffusione del Covid viene individuata dalla Provincia nelle feste private e pubbliche, dove le norme legate a distanziamento e mascherine non vengono rispettate in maniera puntuale. Il Dpcm del governo va a limitare proprio queste occasioni di contagio. L’Alto Adige ha deciso però di non applicarlo, quindi nessun chiusura dei locali alle 24 e nessun divieto di consumazione in piedi nelle vicinanze dopo le 21. Nessun limite neppure per le feste private e dei 30 partecipanti alle cerimonie religiose. Rimangono consentiti gli sport di contatto a livello amatoriale.

# La strategia della provincia: intensificazione dei controlli e sanzioni per chi non rispetta regole su mascherine e distanziamento

Il presidente Kompatscher e l’assessore alla salute Thomas Widmann hanno ribadito che la strada da seguire, in Provincia di Bolzano, sarà quella dell’intensificazione dei controlli e dell’elevazione di sanzioni nei confronti di chi non si attiene alle regole riguardanti utilizzo delle mascherine e distanziamento: “Controlli più severi da parte delle forze dell’ordine, con il coinvolgimento della polizia municipale, e sanzioni per chi non rispetta le norme”. “E’ vero che i numeri sono in crescita – ha spiegato l’assessore Widmann – ma la maggior parte dei casi si possono circoscrivere a focolai presenti in singoli comuni, aziende o scuole. I casi di pazienti sintomatici inviati a effettuare i controlli dai medici di base o dal pronto soccorso si attestano sui 25 al giorno, in linea dunque con il livello registrato nei mesi scorsi. Widmann ha inoltre aggiunto che circa l’1% dei positivi viene ricoverato in ospedale, “ed è questa la cifra da tenere maggiormente sotto controllo in quanto ci fornisce la misura della pressione alla quale è sottoposto il sistema sanitario”.

Fonte articolo: Il Fatto Quotidiano

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🔴 14 ottobre: i decessi in Lombardia salgono a 17, tasso di positività al 6,3%, tasso di crescita all’1,6%

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Lombardia oggi.

I DATI
DECESSI: +17. In rialzo dai 6 decessi di ieri. In Italia i morti sono 43, due più di ieri. 
 
OSPEDALI: +2 i ricoveri in terapia intensiva, ieri erano aumentati di 12. In totale sono ricoverati in terapia intensiva 64 persone su circa 1.000 posti disponibili negli ospedali lombardi. Aumentano di +99 i ricoveri non in terapia intensiva. Buone notizie sul fronte guariti e dimessi: sono +865 nelle ultime 24 ore (ieri erano 197). 
 
 
TASSO DI POSITIVITA’. I nuovi positivi in regione segnano il nuovo punto più alto degli ultimi mesi: sono +1.844 (in Italia sono 7.332), risalendo dopo settimane sopra la media nazionale. Però anche i tamponi hanno raggiunto una nuova cifra record arrivando a sfiorare i 30.000 (dai 17.000 di ieri). Il tasso di positività in Lombardia risulta praticamente invariato al 6,3% (dal 6,2% di ieri).  
 
TASSO DI CRESCITA DEI CONTAGI. Per la prima volta da un mese il tasso di crescita dei contagi in Lombardia torna sopra l’1%. Raggiunge infatti l’1,6%. Resta comunque una delle regioni con il tasso di crescita più basso in Italia, insieme a Piemonte, Emilia e Basilicata.
 
Le regioni con il tasso di crescita più alto sono Campania +4,1%, Umbria +3,9% e Sicilia +3,7%, 
 
DOMANDE E RISPOSTE
 
1. Tra i positivi qual è la percentuale degli asintomatici o con sintomi lievi? Quanti invece devono essere ricoverati in ospedale? In base agli ultimi dati meno del 4% sono i positivi al Covid che registrano sintomi da destare preoccupazione. Su 100 positivi lo 0,6% necessita di un ricovero in terapia intensiva. 
 

2. Quali sono le caratteristiche anagrafiche e di patologie correlate di chi è deceduto? Qui gli ultimi dati dell’Istituto Superiore della Sanità: Ultimi dati COVID in Italia: 85% dei morti al Nord, età media 80 anni

3. Quanti ricoverati in terapia intensiva hanno altre gravi patologie oltre il Covid? Il 96,4% dei decessi hanno altre patologie (dati ISS)
 
4. Quanti posti di terapia intensiva sono stati incrementati nelle diverse regioni da febbraio? Poco più di 1.000, soprattutto in Lombardia, Emilia e Veneto.
 
A domani

 

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I 10 MEME più divertenti delle FESTE A CASA del nuovo DPCM

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Le feste a casa non saranno più quelle di una volta. Anche perchè non ci potranno più essere, almeno per un po’. Il web si è sbizzarrito a immaginare un nuovo mondo dopo il Dpcm di Ottobre. Ecco la migliore selezione di meme che sta girando in rete.

I 10 MEME più divertenti delle FESTE A CASA del nuovo DPCM

 

#10 Taglio del budget

#9 L’incubo dello spioncino

#8 Tutto un altro film

#7 Upload per Immuni

#6 La Playlist di Natale

#5 Al segnale scatenate l’inferno

#4 Io direi Brontolo 

#3 La rivincita dei nerd

 

#2 Meglio della Stasi

#1 Chi ha fatto la spia?

 

Continua con: i 10 meme più divertenti sul Coronavirus

Leggi anche:

La classifica dei MEME più divertenti sul Coronavirus (Vol. II – il SEQUEL)
I 10 MEME più divertenti sulla QUARANTENA (International version)
I 10 MEME più divertenti sulla FASE 2
Non ci resta che ridere: i 10 MEME più divertenti sulla conferenza di CONTE
VIRUS nella MENTE: i 10 nuovi MEME più divertenti

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Governare l’invidia

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SpaceX (credit: spacex.com)

Pensiero del giorno

Forse è giunto il momento di portare alla luce il freno invisibile di questo periodo storico in Italia.

L’invidia di chi non fa rispetto a chi fa

L’invidia di chi non può rispetto a chi può

L’invidia di chi sta fermo rispetto a chi corre

L’invidia di Roma verso Milano

L’invidia degli anziani contro chi è giovane

L’invidia di chi non prova a crearsi nuove prospettive rispetto a chi accetta il rischio del nuovo

L’invidia di chi ha paura di osare verso chi ha il coraggio di perdere

L’invidia di chi non è autonomo verso chi vuole prendersi la responsabilità delle sue scelte

L’invidia di chi non ha il coraggio delle sue idee verso chi esprime e combatte per esse

L’invidia di chi è oggetto rispetto a chi è soggetto.

Questa è la cultura dominante e politica e informazione ne sono succubi. Loro vivono questa situazione passivamente.

L’unico modo è affrontarla di petto, portarla alla luce e convertirla da energia distruttiva a energia creativa, che diventa emulazione e voglia di fare qualcosa di più. Trasformando così un freno in un acceleratore.

Qui trovi tutti i pensieri del giorno (clicca)

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🔴 BERLUSCONI lo sfidante di BEPPE SALA nel 2021?

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credit: @silvioberlusconi_official/

Dopo il Covid, Beppe Sala? Potrebbe essere questa la nuova sfida di Silvio Berlusconi che potrebbe essere il candidato del centrodestra alle prossime elezioni elettorali milanese nella prossima primavera. Voci più insistenti tra gli addetti ai lavori confermerebbero questa indiscrezione rilanciata da Messaggero e Affaritaliani.it

BERLUSCONI lo sfidante di BEPPE SALA nel 2021?

Pubblichiamo estratti articolo di “Affari Italiani” – La “pazza idea”: Berlusconi candidato sindaco a Milano

# La “pazza idea” di Berlusconi: governare la sua città

L’indiscrezione ripresa da Affaritaliani.it arriva dal quotidiano il Messaggero. L’idea è definita “pazza” tra gli stessi addetti ai lavori che ne stanno subendo la suggestione in questi giorni: Silvio Berlusconi candidato sindaco di Milano nel 2021. Lo stesso ex premier, oggi 84enne, sarebbe lusingato di una voce che pare non stia facendo nulla per mettere a tacere. Certo ci si muove ai confini della fantapolitica, ma lo scenario sarebbe di quelli che accendono la fantasia e gli entusiasmi, con la sfida tra il leader di Forza Italia e – se accetterà di correre per un secondo mandato – il sindaco di centrosinistra Beppe Sala.

Del resto è proprio a Milano che Berlusconi ha fondato la propria fortuna, città nella quale è cresciuto e che ama. Secondo quanto riporta oggi il Messaggero, l’idea di chi accarezza questa suggestione è di affidare a Berlusconi un ruolo da “padre nobile”, da decisore delle grandi strategie di Milano. Insomma un city manager sul modello di Brugnaro a Venezia e Bucci a Genova, affiancato da una squadra di assessori per lo più composta da imprenditori o da eccellenze che hanno ben figurato nelle loro professioni che poi avrebbe il compito di essere operativi in prima linea sul campo. Con Silvio come allenatore.

Io quando guardo Milano ancora mi commuovo“, ripete spesso il Cavaliere. Che basti questo a volersi mettere in gioco per la poltrona di Palazzo Marino?

Fonte articolo: Affari Italiani

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7 LUOGHI che NON ci sono PIÙ a Milano

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Credits: pinterest - Bottonuto

Milano è una città in continuo cambiamento, il vecchio e il nuovo sanno fondersi magistralmente creando atmosfere che solo i meneghini doc sanno apprezzare. Alcuni luoghi però non sono resistiti allo scorrere del tempo e hanno lasciato uno spazio, più o meno grande, nella nostra memoria.

7 LUOGHI che NON ci sono PIÙ a Milano

#1 Il Trani, la classica osteria milanese

Credits: milanoalquadrato.it

‘Si chiamava Ambreus e faceva l’entreneuse, in un trani con balera, proprio in fondo a via Marghera…’ Questa frase tratta da una celebre canzone dei Gufi, gruppo musicale cabarettistico milanese, ci accompagna in un posto che ormai non esiste più…il trani. Cos’erano? Il termine trani identifica a Milano il locale dove si vende vino. Era quindi un’osteria milanese.

Per scoprire l’origine di tale nome dobbiamo tornare molto indietro nel tempo, circa alla fine del 1800. A causa di un litigio doganale con la Francia venne infatti negato ai pugliesi il permesso di vendere il loro vino in territorio francese. Iniziarono quindi ad aprire le prime vinerie a Milano e divennero in breve tempo molto popolari. Erano nati cosi i ‘trani’, osterie che vendevano vino di Trani a buon mercato. Si deve pensare che ai tempi il vino era molto più forte di quello a cui siamo abituati oggi. Ciò perché i lavoratori manuali dovevano trovare nel vino un energetico potente.

Piano piano aumentarono i pugliesi che si trasferivano a Milano e nacquero queste mescite. Il termine entrò quindi di diritto nel dialetto milanese. Essi rappresentavano un punto di riferimento dove giocare a carte e bere.

#2 I rimessaggi delle biciclette

Un tempo i quartieri periferici, come ad esempio Baggio, erano costellati di rimessaggi di biciclette. Il motivo sta nel fatto che le persone che abitavano nelle campagne arrivavano a Milano in bicicletta e la lasciavano in questi ‘garage’ primordiali per poi prendere i mezzi di trasporto che collegavano tali quartieri periferici al centro.

Con il tempo e con la diffusione capillare delle automobili la bicicletta fu usata sempre meno e molti rimessaggi sparirono. Quelli che sono rimasti si sono riconvertiti a officine specializzate in biciclette e ricambi.

#3 Il Bottonuto, luogo di perdizione in centro città

Credits: pinterest – Bottonuto

Il Bottonuto era l’antico quartiere medievale collocato tra piazza Duomo e Via Larga, dove ora c’è piazza Diaz. Tale nome particolare sembra derivare da un’opera idraulica romana chiamata butinucum, cioè una cavità di scolo delle acque di scarico e rifiuti.

Qui si teneva nel XVII secolo il mercato del vino e, fino a prima della seconda guerra mondiale, il quartiere brulicava di vita. Qui infatti esistevano molti bordelli e botteghe di dubbia fama. Il degrado che aveva raggiunto la zona, ma anche la previsione di poter disporre di un’area molto ampia da destinare all’edilizia di lusso e di uffici, portò il Comune di Milano negli anni ‘30 ad espropriare la zona intera e a progettare un nuovo quartiere di più largo respiro.

Oggi del Bottonuto rimane una parte di case in Via Paolo da Canobbio e il retro del grande albergo in piazza Diaz. Due curiosità: dove via Larga si congiunge con via Pantano esisteva il Largo del Bottonuto dove si trovava una colonna di granito rosso sormontato da una crocetta. Questo monumento fu benedetto da Federico Borromeo nel 1607 per scongiurare la peste e in seguito fu spostato in Via Marina dove si può tuttora ammirare. La seconda curiosità riguarda Benito Mussolini. In Via Paolo da Canobbio aveva sede “Il popolo d’Italia”, il quotidiano fondato da Mussolini. Tale sede durante il ventennio fascista era meta di pellegrinaggi da parte di scolaresche.

Leggi anche: La storia del BOTTONUTO, il quartiere malfamato nel centro di Milano

#4 Il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, con la pista tra le più grandi al mondo

Credits: Urbanfile – Palazzo del Ghiaccio

Realizzato nel 1923 e voluto dal campione nazionale di pattinaggio il Conte Alberto Bonacossa, era vicinissimo all’antica fabbrica del ghiaccio Frigoriferi Milanesi, nato per servire l’Ortomercato. Nel palazzo del ghiaccio, per volontà della Società Pattinatori, fu creata una pista di pattinaggio di 1800 metri quadrati che divenne la principale pista ghiaccio coperta d’Europa. La sua architettura e le sue decorazioni liberty abbellivano tutto il complesso.

Purtroppo i bombardamenti della seconda guerra mondiale segnarono profondamente la struttura che fu rimaneggiata e utilizzata fino al 2002, anno in cui fu la pista da pattinaggio fu chiusa e il complesso divenne uno spazio congressi. Due curiosità: la pavimentazione bianca è fatta da una speciale resina che ricorda il ghiaccio del passato e le serpentine refrigeranti sono rimaste sotto la superficie.

Leggi anche: I FRIGORIFERI MILANESI: storia e presente di un luogo unico al mondo

#5 Borgo Pirelli, uno dei primi esempi di villaggio operaio

Il Borgo Pirelli era un complesso composto da 27 palazzine per i capi operai e i dirigenti, che nacque in zona Bicocca tra il 1920 e il 1923. Fu uno dei primi esempi di villaggio operaio destinato ai dipendenti meritevoli.

Esso ricalca il disegno delle città giardino inglesi. Vi erano cinque tipi di villette che contenevano da due a quattro alloggi di diverso comfort a seconda del livello salariale del destinatario. Era previsto un edificio centrale, denominato ‘Il Casone’ destinato a contenere i negozi per le necessità degli abitanti. Esso ad oggi è l’unico rimasto ed è diventato un elemento caratteristico del quartiere.

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#6 Lo Zoo di Milano, negli attuali giardini pubblici Indro Montanelli

Esisteva un tempo in cui anche Milano aveva il suo zoo. Certo, non era paragonabile a quello di Berlino, ma aveva un suo fascino. Lo zoo nostrano nacque nel 1923 e contava tra i suoi componenti zebre, orsi, ippopotami, tigri, leoni, foche serpenti e prima tra tutti, l’elefantessa Bombay.

Ai tempi la cura doverosa verso gli animali ospiti non era contemplata: le gabbie erano molto strette e i visitatori potevano nutrire gli animali con del cibo appositamente venduto nel parco. Dopo anni gli animalisti protestarono e lentamente la struttura decise la chiusura nel 1992. Una curiosità: al museo di Storia Naturale è conservata la proboscide, la testa e il dorso dell’elefantessa Bombay morta nel 1987 dopo aver passato tutta la vita a Milano (era arrivata cucciola nel 1932).

Leggi anche: Bombe e gli elefanti dello zoo di Milano

#7 La centrale elettrica di Via Santa Radegonda, la prima in Europa

Credits: edison.it – Centrale elettrica in Duomo

Giusto di fianco al Duomo di Milano nel 1883 sorse la prima centrale termoelettrica Europea. Così su due piedi potrebbe sembrare un posto poco felice per istallare una centrale elettrica, ma dobbiamo pensare che lo scopo era quello di illuminare gli edifici vicini, in primis Galleria Vittorio Emanuele II e il Teatro alla Scala. Si decise quindi di utilizzare un teatro abbandonato di due piani. Al piano terra c’erano le dinamo e altri macchinari, al primo piano le caldaie e i magazzini.

Tale centrale fece egregiamente il suo dovere fino al 1926 anno in cui fu demolita perché le macchine erano diventate obsolete e si pensò che il luogo non fosse più adeguato. Due curiosità a tal proposito: fu l’azienda Edison ad avere il merito di sviluppare l’illuminazione elettrica e proprio alla fine del 1800, nel 1898, fu inaugurata la prima centrale idroelettrica d’Italia, a Paderno D’Adda.

Leggi anche: A Milano venne realizzata la prima CENTRALE ELETTRICA d’Europa

GIULIA PICCININI

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A due ore da Milano c’è la “MESOPOTAMIA D’ITALIA”, uno dei luoghi più umidi e particolari d’Europa (patrimonio Unesco)

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Soprannominata anche la “Mesopotamia d’Italia” il territorio rodigino è una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo. Posta tra i due fiumi più lunghi d’Italia, non lontana dal Mare, a Rovigo la nebbia è una presenza costante, ma c’è molto altro da vedere.

A due ore da Milano c’è la “MESOPOTAMIA D’ITALIA”, uno dei luoghi più umidi e particolari d’Europa (patrimonio Unesco)

# La “Mesopotamia d’Italia”, una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo

Polesine

Non per niente viene chiamata la “Mesopotamia d’Italia” per via dei due fiumi più lunghi d’Italia che la delimitano, il Po e l’Adige, uno dei territori più fertili del Paese, Rovigo è  immersa in una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo. L’Adriatico e il Delta del Po distano solo una quarantina di chilometri.

# Rovigo e il suo legame indissolubile con la nebbia

A Milano la nebbia è praticamente scomparsa se non in rari casi, a Rovigo purtroppo, seppure anche lì la frequenza si sia ridotta, è una presenza costante. Giorno e notte, estate e inverno l’umidità si sente nell’aria e nelle ossa, si percepisce addosso come un pioggerellina e se in alcuni casi può rivelarsi suggestiva, il più delle volte è fastidiosa oltre che pericolosa. Essendo infatti il territorio rodigino trafficato prevalentemente di mezzi privati e con un trasporto pubblico deficitario, gli incidenti stradali sono molto frequenti. Non c’è però solo la nebbia, ci sono alcune attrazioni di notevole interesse nel capoluogo polesano.

# Il leone di San Marco e la meraviglia de “La Rotonda” ottagonale

Credits: pinterest – La colonna con il Leone di San Marco

Per via della sua posizione strategica, Rovigo e il suo territorio furono sempre oggetto di contesa, in particolare tra gli Estensi di Ferrara, già presenti nel 1117, e la Repubblica di Venezia che conquistò la città nel 1482, sottolinearono il nuovo corso storico edificando una colonna con il Leone di San Marco nella bella piazza Vittorio Emanuele, la principale del centro storico.

Oltre a quella il Tempio della Beata Vergine del Soccorso, detta La Rotonda, di pianta ottangonale con un porticato, progetto di Francesco Zamberlan, allievo di Palladio. Piazza Vittorio Emanuele è il cuore della città. All’interno la meraviglia delle statue, e dei telari che rappresentano i podestà, la Passione di Gesù, Maria, in aggiunta a richiami al territorio. Uno sfarzo dorato con l’altare dotato di quattro colonne corinzie, il tutto sovrastato da un dipinto che rappresenta un miracolo della Madonna del soccorso.

Interno museo dei Grandi Fiumi

Da visitare il “Museo dei grandi fiumi” nel Monastero degli Olivetani, un complesso architettonico del XIII secolo, che dall’età del Bronzo al Rinascimento racconta la storia della città.

# Il delta del Po, esteso per 700 kmq, è patrimonio dell’Unesco

Credits: reddit – Delta del Po dall’alto

Il Delta del Po comprende tutto il sistema di diramazioni fluviali attraverso cui il fiume Po sfocia nel Mare Adriatico, esteso per oltre 700 Km quadrati, una superficie che hanno solamente pochi apparati deltizi in Europa. Fra i principali siti di interesse ambientale in Europa come il Delta del Rodano o del Danubio è riconosciuto come patrimonio dell’Unesco nell’elenco “Riserva della Biosfera” dal 2015, ed è in coabitazione con la vicina provincia di Ferrara. Di straordinario interesse naturalistico, rappresenta il più importante complesso di zone umide in Italia.

L’agricoltura è l’attività principale, favorita dalle bonifiche del secolo scorso, ma anche le zone umide sono ancora oggetto di attività umane quali la pesca tradizionale, la molluschicoltura praticata nelle lagune e la vallicoltura estensiva.

Continua la lettura con: Le 5 spiagge segrete della Romagna

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

ITALIA 20esima nella SANITÀ in Europa. Ma 4 nostre REGIONI tra le prime 5 per aspettativa di VITA

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Credits: quotidianosanita.it

Il nostro Paese si posiziona al 20esimo posto sia per spesa in sanità in proporzione al PIL, sia nell’indice europeo che valuta le prestazioni dei servizi sanitari. La buona notizia arriva però dell’aspettativa di vita: quattro regioni italiane sono tra le prime cinque in cui i gli uomini vivono più a lungo. Quali sono queste regioni con il primato di longevità maschile?

ITALIA 20esima nella SANITÀ in Europa. Ma 4 nostre REGIONI tra le prime 5 per aspettativa di VITA

Pubblichiamo estratto traduzione articolo di “The Local” – EXPLAINED: European healthcare spending and ratings by country

# Francia e Germania spendono di più per la sanità rispetto al Pil. Italia nella media

Credits: thelocal.se – Spesa in sanità per nazioni

Alcuni governi spendono molto di più per l’assistenza sanitaria rispetto ad altri. Anche il livello di copertura privata, e la relativa spesa, varia tra i paesi europei. Secondo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, Francia e Germania hanno la spesa sanitaria più alta rispetto al PIL nell’UE, dell’11,3% nel 2017, seguita dalla Svezia (11%). Tuttavia, se includiamo anche i paesi dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA), la Svizzera (12,4%) si colloca come leader indiscusso.

I principali paesi che spendono al di sotto della media UE del 9,9% per l’assistenza sanitaria in relazione al PIL includono Regno Unito (9,6%), Spagna (8,9%) e Italia (8,8%).

# L’Euro Health Consumer Index analizza 46 indicatori relativi alle prestazioni dei sistemi sanitari: Svizzera in testa, Italia sempre in coda

L’Euro Health Consumer Index (EHCI) fornisce confronti internazionali per le prestazioni dei sistemi sanitari nazionali dal 2005. Analizza 46 indicatori, tra cui l’accesso alle cure, i risultati del trattamento e la gamma e la portata dei servizi. Quindi, quali paesi ne escono in cima? La Svizzera è al primo posto nell’ultimo indice, seguita da Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca. I paesi con una popolazione ridotta dominano la top ten, che comprende anche Svezia all’ottavo posto e l’Austria al nono.

Mentre Francia e Germania si trovano in cima alla lista di spesa europea, in questo caso sono all’11esimo e al 12esimo posto. Ciò li pone ancora davanti ad altre grandi nazioni in Europa come il Regno Unito al 16esimo, Spagna al 19esimo e Italia al 20esimo. La Svizzera ha un sistema “eccellente, anche se costoso” e non è stata una sorpresa vederla portare il precedente leader dei Paesi Bassi in seconda posizione, secondo EHCI. Gli esperti che producono l’indice hanno aggiunto che “molti paesi hanno modi inefficienti per finanziare e fornire servizi sanitari“, ma molti paesi più piccoli d’Europa stanno dando il buon esempio.

# La media europea di aspettativa di vita è di 81 anni: Italia piazza 4 regioni nelle prime 5 per gli uomini

Credits: 10cose.it – Trento

In tutta l’UE, la speranza di vita alla nascita ha raggiunto 81 nel 2018. Le donne possono ancora aspettarsi di vivere più a lungo degli uomini (83,7 anni contro 78,2), ma gli uomini hanno colmato un po’ il divario negli ultimi anni. L’invecchiamento della popolazione è una delle grandi tendenze del 21esimo secolo e, come ha sottolineato la stessa Eurostat, ciò aumenta la pressione sulle persone che lavorano per sostenere i servizi agli anziani attraverso le loro tasse.

Credits: quotidianosanita.it

Le dieci regioni dell’UE con la più alta aspettativa di vita per le donne alla nascita nel 2018 erano tutte in due soli paesi: Spagna e Francia. Invece per gli uomini, quattro delle prime cinque regioni erano in Italia, con l’unica eccezione di Madrid, che era anche in cima alla lista delle donne. Al primo posto la Provincia autonoma di Trento, con un’aspettativa di vita di 82,7 anni per gli uomini. Seguono la regione di Madrid con 82,5 anni, al terzo la Provincia autonoma di Bolzano con 82,3 anni, al quarto parimerito l’Umbria e le Marche con 82,2 anni

Fonte articolo: The Local

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La SVIZZERA è fedele all’autonomia anche in Italia: Veneto, Sardegna, Liguria e Campania nella BLACK LIST per il Covid

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Lugano, 13 ottobre 2020 (credit: @ticinox - instagram)

In Italia il centralismo è una fede cieca. Così cieca da guidare il governo ad adottare le stesse regole in regioni con tasso di crescita dei contagi superiori al 5% e terapie intensive già vicine al pieno e regioni con crescita dei contagi ai minimi di sempre e un’occupazione delle terapia intensive sotto il 4%. Per fortuna c’è la Svizzera che mostra di conoscere meglio le differenze territoriali che hanno reso grande il nostro sconquassato Paese.

La SVIZZERA è fedele all’autonomia anche in Italia: Veneto, Sardegna, Liguria e Campania nella BLACK LIST per il Covid

La Svizzera ha incluso nella sua «black list» del coronavirus altre tre regioni italiane: alla Liguria, in black list dal 25 settembre, si aggiungono anche Veneto, Campania e Sardegna, considerate regioni ad alto rischio. 

Chiunque entra in Svizzera da questi territori deve automaticamente mettersi in quarantena. Nessuna modifica invece per altre regioni, in particolare per la Lombardia che secondo gli svizzeri non registra tassi di contagio tali da rappresentare un rischio per i suoi abitanti. 

Da considerare che in Svizzera non esiste obbligo di mascherina né a scuola, né nei centri commerciali né tantomeno all’aperto. 

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“Ma si può stravolgere il matrimonio a tre giorni dalle nozze?”

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Credit: Cristina Onnis ( @criss_cri_78 - Instagram)

Pensiero del giorno

In Giappone ogni nuova legge fiscale può entrare in vigore solo dopo cinque anni dalla sua approvazione.
Come mai questa bizzarra metodologia di legge a scoppio ritardato?

Se ci pensiamo è ovvio. La gente ha bisogno di programmare l’attività economica. Perché il mondo civile funziona attraverso la programmazione e la pianificazione, non si vive alla giornata con un bombolone e il trancio di pizza. 

Sapere che si hanno minimo cinque anni in cui le regole del gioco restano invariate consente di concentrarsi sulla propria attività e prepararsi al cambiamento indotto dalla legge. Questo consente investimenti, assunzioni, programmazione del ciclo lavorativo, quindi produzione di prosperità economica. 
Insieme a un clima di serenità e di fiducia nelle istituzioni.  

In Italia il modello levantino di vivere alla giornata ormai ha preso il sopravvento. Il motto carpe diem la fa da padrone e se organizzi qualunque cosa ti devi affidare alla Speranza.

“Ma si può stravolgere il matrimonio a tre giorni dalle nozze?”
(commento di Francesca T. dopo approvazione di nuovo DPCM governativo)

Qui trovi tutti i pensieri del giorno (clicca)

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🔴 Il NUOVO Dpcm in 10 PUNTI, per chi non ci capisce più niente

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Credits: ilcittadinodigenova.it

Nella notte del 12 ottobre è stato approvato il nuovo Dpcm che inasprisce alcune regole, riportandoci indietro nel tempo ad alcune limitazioni presenti nei mesi precedenti il periodo estivo. Divieto di feste nei locali, raccomandazione a limitare quelle in casa, stop alle gite scolastiche. Chiusura anticipata bar e ristoranti, divieto di assembramento dopo le 21. Regole per cinema, teatri e scuole rimangono immutate. Tra le novità la riduzione della quarantena a 10 giorni. Ma vediamo i punti principali per evitare di farci girare la testa.

🔴 Il NUOVO Dpcm in 10 PUNTI, per chi non ci capisce più niente

#1 Feste vietate nei locali pubblici e nelle discoteche. Forte raccomandazione a limitare anche le feste in casa, massimo 6 invitati

Il Dpcm prevede che “restino sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto“. Quindi compleanni, lauree e tutti gli altri festeggiamenti saranno vietati nei locali pubblici e nelle discoteche, ma non al ristorante se si rimane seduti e si rispettano le norme sul distanziamento e sulla mascherina fino al tavolo. Viene inserita una “forte raccomandazione” per le feste in casa e a invitare non più di 6 persone non conviventi, con obbligo di mascherina.

#2 Le regole per le cerimonie religiose rimangono invariate (1 metro di distanza). Limite di 30 invitati ai banchetti (no mascherina solo seduti)

Le regole per le cerimonie religiose rimangono invariate e quindi il limite legato è legato alla capienza e alla possibilità di mantenere la distanza interpersonale di un metro. Nei banchetti viene fissato il limite di 30 invitati con obbligo di distanziamento di un metro tra le persone e di mascherina quando non si sta seduti al tavolo. I buffet consentiti solo con distanziamento e se servito dal personale di sala.

#3 Manifestazioni, fiere e congressi consentite solo in forma statica, con obbligo di distanziamento di almeno un metro

Le manifestazioni pubbliche sono consentite solo in forma statica, nel rispetto del distanziamento di almeno un metro. Sono consentiti fiere e congressi previa adozione di protocolli validati dal Comitato tecnico scientifico e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni e alle caratteristiche dei luoghi. 

#4 Bar e ristoranti chiudono alle 24.00, alle 21 senza servizio al tavolo. Divieto di consumazione all’esterno dei locali dopo le 21

Vengono fissati limiti di orario e di somministrazione di cibi e bevande per i locali pubblici: “Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite sino alle ore 24.00 con servizio al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di servizio al tavolo”. Dentro e fuori ma sempre seduti, altrimenti è vietato rimanere oltre le 21 per il divieto di assembramento. “Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande negli ospedali e negli aeroporti”. È sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché l’asporto con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21, con obbligo di distanziamento.

#5 Sospese le gite scolastiche. Ok a corsi e a tirocini

Sono “sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, tutte le gite scolastiche e le uscite a fini didattici”. Sono invece consentiti “i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio”.

#6 Stop allo sport di contatto amatoriale, negli stadi rimane tetto massimo di 1.000 tifosi, nelle palestre 200

Sono vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale” in quanto ritenute fonte di contagio che aumenta nel momento in cui si fa attività fisica di gruppo. Le attività in palestre e scuole per i ragazzi sono consentite con le regole già previste. Negli stadi massimo 15% della capienza totale, ma non oltre il numero massimo di 1.000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori al chiuso, solo dove sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere, con adeguati volumi e ricambi d’aria, con almeno un metro di distanziamento sia frontalmente che lateralmente, con obbligo di misurazione della temperatura all’accesso e l’utilizzo della mascherina. Sono consentite attività sportiva di base e motorie presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi pubblici e privati, rispettando il distanziamento e senza assembramenti.

#7 Cinema e teatri all’aperto con massimo 1.000 spettatori, al chiuso massimo 200 spettatori. No mascherina solo seduti e distanziati

Invariate le regole per gli spettacoli: teatrali, musicali e cinematografici. Sia all’aperto, con massimo 1.000 spettatori, che al chiuso con limite a 200. I posti a sedere dovranno essere assegnati e distanziati di almeno un metro. Le attività possono svolgersi solo nel rispetto dei protocolli idonei a prevenire il contagio, con misurazione della temperatura corporea all’ingresso e l’obbligo di mascherina solo per recarsi al posto. Regioni e province autonome potranno stabilire, d’intesa con il ministero della Salute, un diverso numero massimo di spettatori in base alle dimensioni e alle caratteristiche del luogo.

#8 Obbligo mascherine al chiuso e all’aperto in presenza di persone non congiunte. Sono esclusi chi fa attività sportiva, ma non chi fa attività motoria. Consigliata in casa in presenza di persone non conviventi

Obbligo di mascherina in luoghi al chiuso o all’aperto, in presenza di persone non congiunte, escluse le persone che svolgono attività sportiva, mentre è necessario usarla se si fa attività motoria. Continuano a essere esclusi i bambini di età inferiori a 6 anni e le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherine e le persone che interagiscono con loro. La novità è il consiglio ad usare la mascherina anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi. Le mascherine che si possono usare sono quelle: di comunità, monouso o lavabili, anche auto prodotte, in materiali che facciano da barriera e garantiscano confort e respirabilità. Rimane necessario lavarsi frequentemente e accuratamente le mani.

#9 Il periodo di quarantena si riduce a 10 giorni con un solo tampone

Le nuove regole ridefinite dal Comitato tecnico scientifico dell’11 ottobre 2020 hanno abbreviato a 10 giorni il periodo di isolamento. Alla fine di questo periodo di quarantena si dovrà effettuare un tampone molecolare unico che dovrà risultare negativo per essere fuori dall’isolamento.

#10 L’obiettivo del decreto è portare lo smart working al 70-75%

Il provvedimento del Governo punta ad ampliare lo smart working al 70-75%, per ridurre  le occasioni di contatto e gli spostamenti con i mezzi di trasporto pubblico. Il “lavoro agile” in forma semplificata potrebbe essere applicato per tutta la durata dello stato di emergenza, ovvero fino al 31 gennaio. Per la pubblica amministrazione si punta al 70% dei lavoratori a lavorare da remoto.

Fonte: Ravenna Notizie

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🔴 Ultimi dati COVID in Italia: 85% dei morti al Nord, età media 80 anni, 96,4% con altre patologie. Lo 0,6% dei CONTAGIATI finisce in terapia intensiva

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Numero di decessi per fascia d'età

Ultimi dati sui morti Covid in Italia. Cosa è cambiato nel corso dei mesi? In calo la percentuale di decessi in Lombardia rispetto al totale italiano. L’età media è stabile a 80 anni, mentre scende a 56 quella dei contagiati. Il 62,9% dei morti aveva in media 3,4 patologie preesistenti. Lo studio dettagliato dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 4 ottobre, si basa un campione di 36.008 pazienti deceduti e positivi al Sars-Cov-2.

🔴 Ultimi dati COVID in Italia: 85% dei morti al Nord, età media 80 anni, 96,4% con altre patologie. Lo 0,6% dei CONTAGIATI finisce in terapia intensiva

# AREA GEOGRAFICA: Il 47,1% dei morti in Lombardia, poi Emilia Romagna con il 12,4% e Piemonte con l’11,4%. L’85% al nord

Distribuzione geografica dei decessi

In Italia, secondo l’analisi dei dati raccolti fino al 4 ottobre, diminuisce il peso dei decessi lombardi sul totale. Ecco la distribuzione per regioni:

#il 47,1% sono in Lombardia
#il 12,4% in Emilia Romagna
#l’11,4% in Piemonte
#il 6,1 % in Veneto
#il 4,6% in Liguria
#il 3,2% in Toscana
#sotto il 3% in Marche, Lazio, Abruzzo, Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia, Campania e Puglia
#sotto l’1% le restanti

# ETA’: L’età media: dei decessi è di 80 anni, dei contagiati è 56 anni

Partendo da Febbraio, come si noto dall’immagine sotto, l’età media dei decessi settimanali è andata sostanzialmente aumentando fino agli 85 anni, nella 1° settimana di luglio, per poi calare leggermente. Nelle ultime settimane è superiore agli 81 anni, nonostante la media dell’età dei positivi sia in ribasso dai 60 ai 56 anni rispetto al periodo più critico.

Età media dei pazienti deceduti per covid

# Lʼetà media dei deceduti è di 80 anni
# L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, 82 anni contro 56
# Solo l’1,1% del campione, cioè 407 vittime, aveva età inferiore a 50 anni. In particolare, 89 di loro avevano meno di 40 anni e 64 di questi presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità), di 11 non sono disponibili indicazioni cliniche.

Numero di decessi per fascia d’età

# L’età media delle donne decedute è di 85 anni, contro il 79 anni degli uomini
# Su 89 persone decedute sotto i 40 anni, 30 sono donne, 59 uomini

# PATOLOGIE CORRELATE. I 62,9% dei deceduti avevano in media 3,4 patologie preesistenti: ipertensione, problemi cardiaci e diabete le più diffuse

Numero di patologie

Al 4 ottobre 2020 sono 407, dei 36.008 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 89 di questi avevano meno di 40 anni (59 uomini e 30 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 11 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

Il 96,4% dei deceduti aveva malattia pregresse.

# SINTOMI: Il 92,9% dei casi della diagnosi al momento del ricovero erano sintomatici al Covid-19

Media dei tempi di ricovero dal sintomo

I tempi mediani che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso sono 12 giorni, dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale sono 5 giorni e dal ricovero in ospedale al decesso 7 giorni. Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è di 5 giorni più lungo in coloro che sono stati trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non sono stati trasferiti, 11 giorni contro 6 giorni.

Sintomi più frequenti

Nel 91,3% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni come polmonite, insufficienza respiratoria o sintomi quali febbre, dispnea, tosse compatibili con COVID-19. Tra i sintomi più comuni la febbre e dispnea al 73%, la tosse al 37%. In 349 casi ovvero l’8,7% dei casi la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione da virus. Il 7,1% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.

Dati aggiornati al 4 ottobre 2020.

Fonti: www.epicentro.iss.it

# RICOVERI in terapia intensiva in CALO DRASTICO, MORTALITÀ sotto i 40 ANNI scende allo 0,25%

Da fine giugno la percentuale di ricoverati in terapia intensiva in proporzione ai positivi è sempre stata al di sotto della soglia dello 0,60%, nei periodo iniziale della pandemia ha superato l’11% con una media attorno al 7,7%.

Credits: ilsole24ore.it – Trend terapie intensive e ricoveri

Il dato generale sulla letalità in base a tutte le indagini di sieroprevalenza a livello mondiale, compresa quella dell’OMS, portano la percentuale sotto lo 0,20%. Riguardo alle fasce d’età sui contagi effettivamente verificati, la distribuzione della mortalità è dello 0,25% sotto i 40 anni, dell’1,1% sotto i 50, del 4,4% sotto i 60 anni, del 10% sotto i 70 anni, pertanto l’85% sopra i 70 anni.

Dati aggiornati all’11 ottobre 2020.

Continua la lettura: Nuove stime OMS: LETALITÀ Covid 0,14% (l’influenza stagionale è allo 0,10%)

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I 7 CRIMINALI più famosi e romanzeschi della MALA MILANESE

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Credits: www.ippolitoedmondoferrario.it - Luciano Lutring

Il ladro balbuziente, il malavitoso romantico, l’imbucato al matrimonio principesco. Chi sono i 7 criminali più famosi della mala milanese?

I 7 CRIMINALI più famosi e romanzeschi della MALA MILANESE

#1 Renato Vallanzasca, il “Bel Renè”

Credits: milano.rerpubblica.it – Renato Vallanzasca arrestato nel 1972

Renato nasce nel 1950 in via Porpora a Milano, zona Lambrate, ma la vita già tumultuosa in giovane età lo porta a vivere in vari quartieri di Milano tra affidi e altro. Sfacciato oltre misura e dotato di una bellezza che non passa inosservata al fascino femminile il “Bel Renè” cresce di statura e di ambizioni fino a diventare il re della mala milanese. Nonostante la scaltrezza non ha l’abilità di intrecciare rapporti con altri tessuti criminali e creare qualcosa in più di una semplice, per quanto famigerata, banda di criminali. Epica la sua rivalità con Turatello, altro malvivente legato per alla mafia, che diventerà poi amico al punto di essere suo testimone di nozze officiate nel carcere di Rebibbia.

Riesce a accumulare una pena di 4 ergastoli e 295 anni di carcere e, nonostante questo, otterrà alcuni permessi e un regime di semilibertà compromesso da un futile furto. Autore di rapine e sequestri di persona è responsabile di almeno 6 omicidi tra poliziotti e gente comune. Schiavo di una incontenibile esuberanza è anche ricordato per le sue spacconate e le sfide fatte a Forze dell’Ordine e acerrimi nemici oltre che per le sue rocambolesche evasioni compresa quella da un traghetto. Celeberrima la frase che scrisse su un muro e dedicata all’allora nemico Turatello: “Te fu il paltò de legn”, ti faccio il cappotto con le assi di legno inteso come bara. Sborone milanese.

#2 Luciano Lutring, il “solista del mitra”

Credits: www.ippolitoedmondoferrario.it – Luciano Lutring

Chiamato il ladro gentiluomo per la sua classe e la sua educazione quasi da lord il piccolo Luciano è attratto dai bulletti del quartiere ma cresce con una sana educazione impartita dai genitori. Studierà il violino del quale conserverà soprattutto la custodia. Infatti in essa nasconderà spesso un mitra e da qui il suo secondo e più famoso soprannome: “il solista del mitra”. Metterà a segno oltre 500 rapine anche se sparare rimarrà sempre l’ultima carta da giocare. Metterà a segno anche dei colpi all’estero ed è in Francia che si arrende dopo una sparatoria nella quale rimarrà gravemente ferito.

Inizialmente condannato a 22 anni di carcere ne sconterà 12 per poi essere graziato dal presidente Pompidou. Sconterà anche del carcere in Italia fino alla grazie ricevuta dall’allora Presidente Sandro Pertini. In carcere scoprirà la vocazione all’arte e alla letteratura. Non era raro incontrarlo in centro a Milano e farsi raccontare delle sue avventure. La vita gli riserverà anche l’enorme dolore di perdere un figlio dodicenne per un banale incidente durante un allenamento di tennis. Luciano morirà nel 2013 a 75 anni. Un lord.

#3 Ezio Barbieri, il “Robin Hood della Ligera”

Credits: ilsicialia.it – Ezio Barbieri

Nato nel 1922 e cresciuto nel quartiere Isola Barbieri si rende protagonista di numerose rapine e furti, specialmente ai danni di industriali e commercianti che ricorrevano al mercato nero per acquistare merce sottocosto con la “Banda della Aprilia (Lancia ndr) nera” targata 777 come le auto della Polizia e per questo utilizzata perché traeva in inganno le persone. Gran parte del bottino veniva ridistribuito tra la povera gente del quartiere che ricambiava con una omertà mai scalfita. Una sorta di Robin Hood della ligera, diventato celebre per la sua eleganza specie nei vari processi che lo videro protagonista. Finirà a vivere tra carcere e evasioni varie fino all’arresto finale con relativa condanna a 30 anni. Cambierà vita diventando, scontati oltre 25 anni di pena, un rispettabile commerciante in Sicilia. Muore nel 2018. Un bandito gentiluomo.

#4 Ugo Ciappina, il “malavitoso romantico”

Credits: milano.corriere.it – Ugo Ciappina

Partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale, fu catturato dai fascisti, condotto a San Vittore e quindi torturato barbaramente senza che riuscissero ad ottenere una sola informazione. Questa fama di duro gli valse anche l’entrata di diritto nella Banda Dovunque, una gang di professionisti del crimine che portarono a termine numerose rapine nel nord Italia. Quello che però rese famoso Ciappina fu la Rapina di via Osoppo nella quale pare abbia avuto un ruolo di primissimo piano. La rapina divenne famosa perché architettata in modo che non ci fu spargimento di sangue e perché fruttò la bellezza di 580 milioni in un’epoca che lo stipendio di un operaio si aggirava intorno alle 50.000 lire.

Quasi sempre sfuggito alle maglie della legge per cavilli legali si ripeté nella rapina di Piazza Diaz ai danni della Cariplo ma anche in questo caso uscì indenne dal processo. Mai sparato un colpo di pistola in vita sua Ciappina fa parte di quei malavitosi romantici. Personaggio solitario e schivo che vive oggi nell’anonimato. Un vero dritto.

#5 Francis Turatello, l’efferato principe delle tenebre

Credits: unionesarsa.it – Francis Turatello

Francesco Turatello nacque in Provincia di Vicenza nel ’44. La madre era una sarta veneta mentre del padre non si sa alcunchè. Qualcuno sostiene che potesse essere Frank Coppola famoso con il soprannome di 3 dita ma non esistono fondamenta per poter effettivamente sostenere questa sorta di paternità. Prima del ’50 si stabilisce a Milano in zona Lambrate. Iniziò la carriera di pugile che abbandonò presto per quella del crimine. Divenne il più grande gestore a Milano di prostituzione ma soprattutto delle bische che proliferavano negli anni 70. Quelle che non aprì lui diventarono sue con la forza. Per tutta la vita dimostrò di essere un duro. 

Una sera una delle sue “ragazze” ebbe un problema e si rifugiò in un bar ma venne buttata fuori. La sera dopo Turatello, da solo, si recò al bar e picchiò chiunque ci fosse dentro tra gestori e clienti. La sua affermazione nella criminalità milanese gli costò la vita durante uno dei suoi soggiorni carcerari. A Badu ‘e Carros in quel di Nuoro 42 coltellate ne martoriarono il corpo. Nonostante tutto, impossibilitato di difendersi, ricevette l’ultimo fatale colpo alla giugulare stando in piedi affrontando i carnefici. Sicuramente più organizzato di Vallanzasca riuscì a creare un impero all’ombra della Madunina che nessuno mai ha eguagliato. Efferato.

#6 Otello Onofri, la primula di Grace Kelly 

In realtà nulla di che come criminale tranne che un giorno si inventa di imbucarsi al matrimonio tra Grace Kelly e il Principe Ranieri. Con documenti falsi e molta faccia tosta si intrufola nei festeggiamenti e per tre giorni alleggerisce vari ospiti fino a rubare il diadema della futura principessa. Scoperto per il miagolio di un gatto pare che si in realtà fece catturare per creare un diversivo ad un complice che se la diede a gambe con la refurtiva. Al posto giusto nel momento giusto.

#7 Bruno Brancher, il ladro babuziente

Credits: mentelocale.it – Bruno Brancher

Non un criminale di livello ma senza dubbio originale. Per un certo periodo si dedicò alle rapine senza però considerare che uno aveva un piccolo problema: era balbuziente. Da qui la decisione che avrebbe continuato a delinquere ma in altro modo. Si dedicò agli svaligiamenti ma soprattutto alle spaccate ai danni delle gioiellerie. Da analfabeta seguì il percorso che lo portò a diventare scrittore con un decreto successo. Impegnato nel sociale partecipò negli anni di carcere alle varie sommosse nel tentativo di rendere più dignitose le condizioni dei detenuti. Morì nel 2019 dopo aver definitivamente svoltato vita. Redento.

ROBERTO BINAGHI

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🔴 Prof. Bassetti: “La LETALITÀ è quasi AZZERATA”

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Credits: genova24.it - L'infettivologo Matteo Bassetti

Dai suoi profili social il Professor Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino, fa il punto sulla situazione attuale della pandemia. Quello che tiene a precisare è che solo lo 0,4-0,5% dei positivi riceve cure intensive. Ma chi è in terapia intensiva non significa che venga intubato ma che sia curato meglio con un decorso che di solito dura 7-8 giorno. L’altro chiarimento è sulla letalità del virus. 

🔴 Prof. Bassetti: “La LETALITÀ è quasi AZZERATA”

# “Tra i contagiati solo lo 0,4-0,5% va in terapia intensiva”

Credits: instagram matteo.bassetti_official

DALLA PAGINA FACEBOOK DEL DOTTOR BASSETTI:

“Stiamo vivendo un importante impennata della prima ondata. Tra i contagiati, oggi lo 0,4-0,5% va in terapia intensiva, dove viene portato un paziente instabile a livello di respirazione o circolazione. Non è detto che tutti quelli che vanno in terapia intensiva siano intubati o siano nell’anticamera della morte. Oggi in Italia ci sono circa 400 ricoverati in terapia intensiva, in primavera ne avevamo 4200. Oggi i malati ricoverati hanno un’età media simile a quella dei ricoverati di marzo-aprile. I contagi magari riguardano soprattutto i giovani, ma in ospedale arrivano sempre persone molto in là con gli anni.”

# I ricoveri durano massimo 7-8 giorni e la letalità è praticamente azzerata

“I ricoveri hanno una durata più breve, per la capacità di gestire la malattia: in 7-8 giorni massimo abbiamo il paziente dimesso, o a casa o in strutture di secondo livello. La letalità è praticamente azzerata. La situazione è diversa rispetto a marzo-aprile. Non significa dire che va tutto bene, ma si tratta di dare un messaggio di speranza perché abbiamo gli strumenti e sappiamo come usarli. Bisogna rispettare le misure, bisogna essere buoni cittadini ma non bisogna avere paura.”

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“Ciao, c’è qualche problema?”

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Pensiero del giorno

“Ciao, c’è qualche problema?”

“Sì. Alla fine ne vendiamo troppo poche. Sembra che tanti le riusano più volte”

“Ma non potete mettere la scadenza?”

“Giusto! Mettiamo la scadenza. E voi mettete l’obbligo che si devono usare entro una settimana?”

“Sì. Al controllo dovranno segnare la data”

“Ok, perfetto, grazie”

(Fantasilandia)

Qui trovi tutti i pensieri del giorno (clicca)

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Il CENTRO di Milano SOVRAPPOSTO al parco Tempelhof di Berlino

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Credits: Pescetti - Il collage: il centro di Milano dentro l’aeroporto di Berlino

Da aeroporto nazista, uno dei primi aeroporti europei, con un’area di quasi 400 ettari, nel 2010 è stato trasformato nel più grande parco cittadino d’Europa. Un architetto italo-tedesco, con padre milanese, ha provato a immaginare come potrebbe essere “traferire” il nostro centro storico e valutarne le proporzioni con quell’area. Il risultato è davvero sorprendente.

Il CENTRO di Milano SOVRAPPOSTO al parco Tempelhof di Berlino

Pubblichiamo articolo di “Berlino Magazine” – Un architetto italiano ha sovrapposto il centro di Milano all’ex aeroporto di Tempelhof

# Il collage: il centro di Milano dentro l’ex aeroporto di Berlino

Credits: Pescetti – Il collage: il centro di Milano dentro l’aeroporto di Berlino

Quanto è grande il centro di Milano comparato a uno dei luoghi simbolo della capitale tedesca? La risposta visiva ce la dà Giulio Pescetti, giovane architetto italiano a Berlino
“Pur essendo una vera e propria metropoli, nonché una delle città più grandi d’Italia, Milano ha un centro decisamente compatto. Da qui sono giunto gradualmente alla scoperta che attraversare il centro del capoluogo lombardo richiede circa 30 minuti a piedi, lo stesso tempo che si impiega a percorrere l’intera pista di atterraggio centrale del parco del Tempelhofer Feld. Ho così deciso di visualizzare questa similitudine di grandezza in un collage e questo è il risultato“. A parlare così è Giulio Pescetti architetto che ha voluto realizzare questo originalissimo collage: “È stata più una prova per vedere se la mia percezione fosse realmente corretta una volta messa in scala. L’ex aeroporto, celebre per il ponte aereo del 1948/49 è un posto unico al mondo. La sua enormità é quasi intimidatoria ma il suo incredibile silenzio e la lontananza della città all’orizzonte gli conferiscono quel romanticismo tipico di un tramonto sull’oceano“.

# Dal 2010 l’ex aeroporto è diventato un enorme parco nel centro della capitale tedesca

Mantenere un’area così vasta all’interno della cerchia della Ringbahn completamente libera, è un vero e proprio lusso. Alcuni lo chiamano spreco. Anche questo è evidente nel mio collage: volendo, sulla stessa area si potrebbero costruire talmente tanti edifici da risolvere il problema edilizio di Berlino definitivamente. Dunque, dato che Berlino il mare molto probabilmente non lo avrà mai, con questo collage invito anche a riflettere sulla fortuna che si ha ad avere un parco urbano di queste dimensioni in centro città, ma anche a capire che nel caso estremo di edificazione completa di tutta l’area, si otterrebbe un intero centro di Milano! Ciò significa che progettando la cementificazione di anche solo una piccola parte, si otterrebbero già migliaia di nuovi appartamenti.

L’autore del collage è Giulio Pescetti nato ad Aosta nel 1995 da madre tedesca e padre milanese, vissuto a Milano fino alla maturità e a Berlino dal 2014. Dal novembre 2019 lavora presso l’ENS Architekten, uno studio a Kreuzberg.

Fonte articolo: Berlino Magazine

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Da Milano il VIAGGIO nel tempo: su un TRENO A VAPORE fino al Lago Maggiore (con sorpresa finale)

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Credits: luinonotizie.it - Laveno Express

Domenica 11 ottobre è ripartito lo storico treno a vapore che, in veste turistica, che collega Milano a Laveno Mombello. I sedili in legno e velluto, le porte da aprire a mano, il fischio della vaporiera: un viaggio nel tempo immersi nella natura.

Da Milano il VIAGGIO nel tempo: su un TRENO A VAPORE fino al Lago Maggiore (con sorpresa finale)

Pubblichiamo articolo di “Varese News” – Da Milano a Laveno: il treno a vapore ha attraversato la provincia

# Lo storico treno a vapore è ripartito da Milano in direzione Laveno Mombello

Il fischio della vaporiera e quelli del capotreno in perfetta tenuta d’epoca, il clangore degli sportelli che si chiudono delle vetture, i sedili in legno e velluto: domenica 11 ottobre è tornato il Laveno Express, treno a vapore che da Milano ha portato i viaggiatori fino al Lago Maggiore. Il convoglio “Laveno Express”, organizzato da Fondazione Fs, è partito da Milano passando per Rho, Busto Arsizio e Gallarate, fino ad arrivare alle placide acque del lago e alla cittadina di Laveno Mombello.

I passeggeri erano a bordo di una locomotiva a vapore degli anni Venti e le carrozze del tipo “centoporte”, risalenti agli anni Trenta e così chiamate appunto per la presenza di diverse porte, rigorosamente da aprire e chiudere a mano, su ogni fiancata, per agevolare l’ingresso delle persone.

# Ad attendere a Laveno il battello a vapore più antico d’Italia

Credits: luinonotizie.it – Piroscafo Piemonte

A Laveno era presente anche il piroscafo “Piemonte”, costruito nel 1904, il battello a vapore più antico d’Italia.

In treno a vapore sul Lago Maggiore, negli ultimi anni boom dei viaggi. Nel 2018 la metà è stata Luino, nel 2019 Arona

Il Lago Maggiore è diventata negli ultimi meta frequente di viaggi a vapore, a volte anche per gruppi organizzati: nel 2018 il treno era andato sulla sponda piemontese ad Arona, nel 2019 la meta invece era Luino. E da Luino verso la Svizzera partono spesso le corse a vapore, con locomotiva tedesca, della associazione Verbano Express, che di recente ha anche riacceso per la prima volta una nuova, vecchia locomotiva.

Fonte articolo: “Varese News” – Da Milano a Laveno: il treno a vapore ha attraversato la provincia

Continua la lettura con Il TRENO del FOLIAGE: a un’ora da Milano uno dei 10 percorsi più belli del mondo

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