🛑 La SECONDA ONDATA in Lombardia è un segno di IMMUNITÀ DI GREGGE?

La prima ondata ha colpito la parte est, la seconda la parte ovest. I dati sembrano confermare che l'ipotesi di immunità di gregge come barriera alla diffusione dell'epidemia sia avvalorata da quello che sta accadendo in Lombardia

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Credit: oliverbeige Twitter

In primavera a essere colpita è stata soprattutto la Lombardia sud-orientale: Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona sono state le aree più colpite in Regione. Nella seconda ondata queste stesse zone risultano quelle con minori contagi e decessi. Invece è stato il turno della parte nord-occidentale, con Milano, Monza Brianza e Varese. I dati sembrano confermare che l’ipotesi di immunità di gregge come barriera alla diffusione dell’epidemia sia avvalorata da quello che sta accadendo in Lombardia. E ci sarebbe una buona notizia: forse anche l’area colpita dalla seconda ondata avrebbe raggiunto l’agognata immunità. Vediamo i dati che proverebbero questa ipotesi. 

La SECONDA ONDATA in Lombardia è un segno di IMMUNITÀ DI GREGGE?

# Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona le aree più colpite in primavera, oggi sono quelle con meno contagi e decessi. In autunno invece è stato il turno di Milano, Monza Brianza e Varese: si ripeterà lo stesso scenario?

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La prima ondata ha colpito la parte est, la seconda la parte ovest. Questa è la fotografia, come si vede dall’immagine, che potrebbe dimostrare quanto una grave esposizione al virus durante la prima ondata possa aver immunizzato la maggior parte della popolazione, contribuendo a una diffusione molto più lenta,, e meno letale del virus durante la seconda ondata dell’epidemia.

In primavera alcune province lombarde hanno riportato un livello molto elevato di contagi, si stima una quota del 40% in provincia di Bergamo, del 36% a Cremona, del 29% a Lodi e 19% a Brescia sulla popolazione. Nel mese di Ottobre al contrario Bergamo ha registrato un incremento dei casi del 6,9%, il più basso della regione, mentre le realtà meno toccata a primavera come Varese con il 64,7%, risulta ora al valore più alto della Lombardia e la stessa Milano poco più sotto al 60,7%. La speranza è che ora anche Milano e il resto della regione siano immuni e il trend dell’ultimo mese e mezzo potrebbe significare che il virus stia limitando la sua diffusione proprio perché una quota sufficiente di popolazione ha gli anticorpi da Sars-Cov-2. Questi dati sperimentali potrebbero confermare alcuni studi e tesi che abbiamo pubblicato nei mesi scorsi. 

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# Le tesi del Professor Remuzzi e Bassetti sulla diffusione del virus nella regione e a Milano. Uno studio dell’Economist rileva che l’area di Bergamo registra 1/3 dei decessi rispetto alle zone colpite in autunno

 

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Credits: economist.com

Uno studio dell’Economist, che ha messo a confronto le morti in eccesso della prima e seconda ondata, ha constatato che se Bergamo ha avuto il tasso di mortalità più alto a inizio pandemia ora registra 1/3 dei decessi delle zone del Paese più colpite in autunno. Un segnale che indicherebbe come chi ha subito maggiormente la veemenza del virus oggi risulterebbe più indenne

Già a Settembre il Professor Remuzzi ipotizzava che in Lombardia si fosse creata “una certa immunità che non è l’immunità di gregge, ma è fatta di tanti componenti. C’è l’immunità da anticorpi che a Milano e in Lombardia è intorno al 15-20% e a Bergamo fra il 30-50%. E poi c’è l’immunità delle cellule T, che sono dei linfociti capaci di riconoscere il virus. Questa immunità è più difficili da misurare, ma rappresenta il doppio dell’immunità da anticorpi. Quindi se il 20% in Lombardia ha gli anticorpi e il doppio verosimilmente ha le cellule T, possiamo dire che in Lombardia arriviamo al 60% di immunità“.

Lo stesso professor Bassetti a novembre dichiarava che nella città di Milano il 30% dei cittadini potesse già essere positivo al Covid, visto che da tempo è risaputo che il numero di contagi sia molto più basso di quello reale, per via della difficoltà di eseguire tamponi e per la maggioranza di asintomatici che non si sottopongono ai controlli non avendo appunto sintomi. 

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# In Lombardia tutti i dati sono in miglioramento: dal numero di positivi  ai ricoveri in ospedale

A conferma di una possibile immunità di gregge arriva dagli ultimi dati sul fronte dell’emergenza, dove oltre al calo dei morti nella Regione Lombardia rispetto all’andamento del resto d’Italia, si assiste ad una discesa dei nuovi contagi che prosegue ormai da settimane: ieri ha raggiunto a un nuovo minimo nella seconda ondata, a quota 945 nuovi casi, 133 a Milano città. Lo stesso vale per il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) che da punte oltre il 20% a fine ottobre ora risulta sotto il 10%, passando dal 10,7% all’8,3%, risultando ormai da tempo sempre al di sotto della media nazionale, così come l’Rt allo 0,70 contro lo 0,82 nazionale.

Lo stesso per i ricoveri in ospedali che in Lombardia segnano una riduzione in venti degli ultimi ventidue giorni. 

E questo trend uniforme risulta invece diverso da quello di altre regioni che, se sono sfuggite ai picchi della Lombardia, ora registrano una crescita nei contagi, nei decessi e, in alcuni casi, anche nei ricoveri. 

La grande domanda è: se davvero la regione più colpita d’Italia ora risulta aver raggiunto l’immunità, ha senso uniformare le politiche nazionali su tutto il territorio caratterizzato da rischi e da caratteristiche epidemiologiche completamente differenti?

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