7+1 COSE che devi sapere sui TEST per il CORONAVIRUS

Molecolari, antigenici, salivari. Quali sono e come funzionano i test oggi disponibili per sapere se si è positivi o meno al Covid-19

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Credits: sanitainformazione.it

Individuare tempestivamente le nuove infezioni e circoscrivere i focolai è fondamentale nella lotta al Covid-19 e la strategia delle 3 Ttestare, tracciare e trattare – si basa proprio sulla capacità di individuare rapidamente chi è positivo per poi tracciare e testare i possibili contatti ed interrompere così la catena del contagio. Se allo scoppio della pandemia l’unico esame a disposizione per individuare i positivi era l’ormai noto test molecolare con tampone nasofaringeo, oggi sono disponibili diversi tipi di test più rapidi, economici e veloci per verificare la positività al Covid-19.

Ma come funzionano, a cosa servono e soprattutto quanto sono efficaci? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

7+1 COSE che devi sapere sui TEST per il CORONAVIRUS

#1 Il tampone è un metodo di prelievo, non un test

Il termine “tampone” indica il prelievo di materiale biologico nel tratto naso-faringeo, operazione che può essere effettuata esclusivamente da personale sanitario. Il prelievo viene fatto tramite una specie di cotton fioc lungo 15 cm, pratica che, oltre ad essere piuttosto invasiva e fastidiosa per chi vi si sottopone, espone al rischio di contagio gli operatori stessi.

#2 La sensibilità indica la probabilità di falsi negativi, la specificità quella di falsi positivi

La sensibilità di un test è la sua capacità di identificare come positivo un soggetto che ha l’infezione da Covid-19. Minore è la sensibilità di un test, maggiore è il numero di falsi negativi, ovvero persone con l’infezione ma che il test non rileva. La specificità di un test indica invece la sua capacità di identificare come negativo un soggetto sano. Minore è la specificità di un test, maggiore è il numero di falsi positivi, ovvero persone indicate come positive per il Covid-19 ma che in realtà non hanno l’infezione.

#3 Il test molecolare “classico”: come funziona e quali sono i suoi limiti

Il test molecolare classico viene effettuato su materiale prelevato tramite tampone e permette di rilevare la presenza di frammenti di RNA virale (la firma genica del coronavirus) attraverso una tecnica chiamata RT-PCR (reazione a catena della polimerasi inversa). Semplificando molto, questa tecnica utilizza una sonda che riconosce l’RNA del virus (se presente) e lo copia ripetutamente, amplificandolo e rendendolo quindi visibile. Questo test è attualmente quello a maggiore sensibilità e specificità ma ha due grossi limiti. Innanzitutto espone al rischio di infezione l’operatore che preleva il campione dalle cavità nasali. Il secondo limite è che può essere effettuato solo da laboratori specializzati,  richiede almeno 24h per avere i risultati e non è applicabile in modo tempestivo su un gran numero di soggetti.

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#4 Perché il test molecolare classico può risultare positivo anche a distanza di settimane o mesi dall’infezione?

Il tampone molecolare classico può identificare come positivi anche persone che hanno superato il periodo di contagiosità, in quanto il materiale genetico virale può rimanere nei soggetti guariti anche in assenza di virus in fase attiva e infettiva ed essere pertanto rilevato e amplificato mediante RT-PCR. Alla luce di ciò, l’OMS ha di recente tolto la clausola del tampone negativo per uscire dalla quarantena. “I pazienti i cui sintomi si sono risolti possono ancora risultare positivi per il nuovo coronavirus mediante il tampone Rt-Pcr per molte settimane”, si legge nel documento dell’ OMS “Nonostante questo risultato positivo del test, è improbabile che questi pazienti siano infettivi e pertanto che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona”. Malgrado le indicazioni dell’OMS, in Italia vige ancora la regola dell’obbligatorietà del tampone negativo per uscire dall’isolamento fiduciario che comporta un aggravio di lavoro per ospedali e laboratori clinici, oltre che per il ritorno a una vita normale di chi era stato contagiato.

#5 Qual è la differenza tra test molecolari e test antigenici?

I test antigenici sono completamente differenti da quelli molecolari, in quanto vanno alla ricerca delle proteine di superficie del virus, chiamate appunto antigeni. Nella pratica, se nel materiale biologico da analizzare sono presenti le proteine virali, queste vengono riconosciute e legate da anticorpi specifici coniugati con una sostanza colorata che ne permette la rilevazione. Questi test non necessitano di strumenti di laboratorio per l’analisi e sono stati utilizzati ad agosto e settembre per lo screening dei passeggieri in arrivo negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. L’affidabilità di questi test è minore rispetto al tampone molecolare ma è ritenuta sufficiente per un primo screening ed è inoltre compensata dalla possibilità di eseguirli direttamente sul luogo del prelievo, permettendo quindi di testare rapidamente molte persone in luoghi come gli aeroporti o le scuole.

#6 I test salivari

La saliva di chi ha l’infezione Covid-19 contiene il virus e da qui è nata l’idea di sviluppare dei test salivari che, come suggerisce il nome, rilevano tracce del virus nella saliva stessa. Come per i tamponi, anche i test salivari possono essere molecolari o antigenici. I primi richiedono comunque un laboratorio di analisi specializzato e quindi difficilmente saranno applicabili su larga scala, mentre i test salivari antigenici potrebbero essere la chiave di volta nella lotta al Covid, in quanto permetterebbero di effettuare l’analisi in poco tempo e senza apparecchiature mediche e personale sanitario. Ad oggi l’affidabilità di questi test è ancora bassa e sono necessari ulteriori miglioramenti tecnici prima di poterli impiegare in modo massiccio ma in futuro questi test saranno uno strumento prezioso sia per fare degli screening di massa sia per sviluppare dei test “fai da te”, effettuabili in autonomia dal paziente.

#7 Esiste un test per distingue il Covid-19 dall’influenza?

Con l’arrivo della stagione invernale, sarà cruciale riuscire a distinguere il Covid-19 dall’influenza e proprio per questo l’Istituto Spallanzani sta sviluppando un test capace di distinguere in un unico esame l’infezione Covid-19 dall’influenza di tipo A e di tipo B. Il tampone naso-faringeo classico è un test molecolare che permette di rilevare il materiale genetico di un solo un tipo di virus, in questo caso il Sars-Cov2, mentre il test in sperimentazione allo Spallanzani è un test antigenico rapido che permette di identificare in un solo campione la presenza sia delle proteine del virus Sars-COV2 che delle proteine del virus dell’influenza A e B.

#7+1 Esiste un protocollo nazionale da seguire che integri tutti questi tipi di test?

Ad oggi il gold standard, l’unico test riconosciuto e approvato per la diagnosi del Covid-19, è il test molecolare con tampone naso-faringeo ma le istituzioni stanno rapidamente validando e approvando anche l’utilizzo di altri test per fronteggiare la seconda ondata e rilevare in modo efficiente il maggior numero di infezioni attive.

Pochi giorni fa l’Istituto di Sanità ha pubblicato un documento dove indica i test da utilizzare nei differenti contesti, prendendo in considerazione non solo sull’affidabilità del test ma anche la finalità del loro utilizzo.

Il tampone molecolare rimane la prima scelta per le situazioni in cui la certezza della diagnosi prevale sulla tempestività (sospetto sintomatico, contatto stretto di caso confermato che manifesta sintomi, operatori sanitari) mentre in altri contesti è indicato ricorrere ai test antigenici rapidi che, oltre essere meno laboriosi e costosi, possono fornire i risultati in meno di mezz’ora ed essere eseguiti sul luogo del prelievo.

Le Regioni hanno appena stanziato 30 miliardi di euro per l’acquisto di test antigenici con tampone naso-faringeo da utilizzare negli ospedali, nelle scuole e nelle RSA con l’obiettivo di accelerare i controlli, isolare prima possibile i positivi e decongestionare i laboratori ma rimane comunque il nodo di chi eseguirà il tampone e il collo di bottiglia in questo caso sarà rappresentato non più dal laboratorio ma da chi farà il prelievo del campione.

Continua la lettura: 🛑 MILANO in ZONA ROSSA? Si potrà fare solo questo (breve guida per chi non ci sta capendo più nulla)

LAURA COSTANTIN

FONTI
 
https://www.who.int/news-room/commentaries/detail/criteria-for-releasing-covid-19-patients-from-isolation
https://www.who.int/publications/i/item/antigen-detection-in-the-diagnosis-of-sars-cov-2infection-using-rapid-immunoassays
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.08.03.20167791v2
https://www.wired.it/scienza/medicina/2020/10/19/test-distinguere-influenza-covid-19-spallanzani/
https://www.iss.it/documents/20126/0/COVID+19_+test+v4k_last.pdf/9ab1f211-7d88-bcb1-d454-cfed04aa8b05?t=1604483686312
 

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Laura Costantin
Laura in Biologia con Specializzazione in Neuroscienze, la mente umana e il suo funzionamento sono da sempre la mia passione. Curiosa seriale, amante della scrittura, appassionata di scienza e tecnologia. Il mio obiettivo? Insegnare alle persone come difendersi dalle fake news e rendere il web un posto migliore. Il mio motto? La conoscenza rende l’uomo libero.