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Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

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Pronti a imparare il francese? La grande novità di “Treni turistici” in arrivo entro l’estate. 

Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

Credits valefumelli IG – Costa Azzurra

“Treni turistici” si espande: la grande novità in arrivo è il nuovo collegamento ferroviario tra Milano e la Costa Azzurra. Il debutto dovrebbe avvenire in estate. Si aggiunge quindi a un’altra novità storica. 

La grande novità dello scorso inverno è stato il collegamento ferroviario fra Roma e Cortina d’Ampezzo: l’Espresso Cadore che, partendo la sera dalla stazione Termini, arrivava in mattinata a Calalzo Di Cadore (Belluno), dove era disponibile un servizio di autobus che consentiva di raggiungere la “perla delle Dolomiti” in 50 minuti. L’iniziativa è stata realizzata dalla società Fs Treni Turistici italiani, inquadrata nel Polo passeggeri del Gruppo Fs Italiane, di cui Trenitalia è capofila. Ma con l’arrivo dell’estate ci aspetta un’altra grande novità che tocca questa volta Milano. 

Spiaggia di Juan Les Pins (Costa Azzurra – Francia)

Sarà la Milano Costa Azzurra la grande superstar dell’estate 2024? Così ha illustrato il piano di azione l’amministratore delegato di FS Treni Turistici italiani Luigi Cantamessa: “Si torna al mito del viaggiare, riscoprendo le bellezze del nostro Paese”. Le corse per la Costa Azzurra si aggiungono alla tratta Roma-Cortina che tornerà attiva in estate, per permettere agli amanti della montagna di potersi recare comodamente nelle località venete. Non solo: sarà potenziata in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. 

Fonte: ANSA

Continua la lettura con: Da Milano a Lugano in treno in soli 30 minuti?

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Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

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Prima della pandemia erano stati programmati dei test per portare il servizio a quelle velocità, ma lo stop da parte da parte del Ministero dei trasporti e dall’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a fermato sul nascere la possibilità di andare di far correre i treni a quella velocità. A che punto siamo: qual è la velocità attuale e si riproverà a premere sull’acceleratore?

Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

# A che velocità si viaggia sull’alta velocità in Italia?

Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano

L’alta velocità ferroviaria ha rivoluzionato il modo di viaggiare in Italia, offrendo un servizio rapido, di qualità e a prezzi economici. In alcuni casi i treni veloci hanno battuto la concorrenza dell’aereo come sulla tratta Milano-Roma, nonostante nell’ultimo periodo la forbice tra voli e viaggi su rotaia si sia ridotta a causa di ritardi e crescita del costo dei biglietti dell’alta velocità. Nel 2012 è arrivato inoltre Italo ad affiancarsi all’offerta di Trenitalia, mentre in futuro non si esclude l’ingresso di operatori stranieri oltre al TGV operante da Milano verso la Francia.

Ma a quale punto si arriva con i treni dell'”alta velocità”? Attualmente la velocità di esercizio è compresa tra i 250 e i 300 km/h. Non si tratta dei limiti massimi raggiungibili dai convogli, ma di quelli imposti dai costi di manutenzione sia dai mezzi che dell’infrastruttura: a una velocità maggiore aumenta infatti il consumo dell’energia e l’usura complessiva di treno, rotaie e catenaria.

Leggi anche: Il TGV FRANCESE alla conquista dei milanesi: da ora in vendita i BIGLIETTI super CONVENIENTI per portarci via da MILANO

# Le velocità massime omologate per Trenitalia e Italo: si sfiorano i 400 km/h

Credits frecciarossaofficial- #RAILWAYHeART IG – Frecciarossaù

Passiamo alle velocità massime omologate per i singoli treni. Trenitalia dispone di:

  • ETR. 600 di Alstom ferroviaria che possono arrivare ai 280 km/h;
  • ETR. 700 di AnsaldoBreda ai 250 km/h;
  • ETR. 500 di AnsaldoBreda ai 360 km/h;
  • ETR. 1000 di Bombardier ai 400 km/h, con una velocità massima raggiunta di 394 km/h in un test.

Italo ha una flotta composta da treni prodotti da Alstom. Il più veloce può raggiungere i 360 km/h, il modello Italo Evo, più corto e con un numero ridotto di carrozze, può toccare i 250 km/h.

# Sulla Milano Bologna si correrà ai 350 km/h?

Credits OpenRailwayMap – Velocità Milano-Bologna in treno

Sarà quindi possibile viaggiare a 350 km/h sulla Milano-Bologna? Le prestazioni massime raggiungibili dai treni sulla rete ferroviaria italiana non sono al momento state toccate in un servizio commerciale. I treni dell’alta velocità su questa tratta viaggiano infatti per gran parte vicini ai 300 km/h: dal nodo di Melegnano fino a quello di Modena, dove non si possono superare i 240 km/h, e poi sul tratto successivo fino a poco prima dell’approdo alla Stazione di Bologna Centrale.

Un test positivo è stato effettuato nel dicembre del 2017 quando un Frecciarossa aveva percorso la tratta Milano-Roma in 2 ore e 20, dimostrando la possibilità teorica di un servizio più rapido sulla rete, mentre nel 2018 ne era previsto un altro per far viaggiare i treni a 350 km/h tra le due città. Il Ministero dei trasporti e l’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria dell’infrastruttura, decisero però di non far effettuare la prova per diversi motivi: l’esiguo risparmio di tempo di viaggio, appena 10 minuti, e la “protesta” di Italo per avere scelto Trenitalia per i test. Si riproverà in futuro? Le indiscrezioni sembrano portare in quella direzione, almeno sul tratto più veloce della Milano Bologna si potrà presto premere sull’acceleratore. 

Leggi anche: LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

Continua la lettura con: I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

FABIO MARCOMIN

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L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

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Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

C’era un tempo in cui per per telefonare quando si era fuori di casa c’era solo una possibilità: le cabine telefoniche. Prima della Sip poi della Telecom. Con l’avvento dei telefonini sono state progressivamente smantellate. Ma alcune resistono. Una su tutte, nel cuore di Milano, al centro di una piazza appena riqualificata. 

L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

“In Piazza Castello a Milano, da diversi anni c’è questo monumento Telecom, terribilmente sporco. Perché non viene asportato?“, ricorda Lino Raffaele sul suo profilo Facebook. Si tratta di una cabina telefonica della Telecom che ha resistito all’avvento dei telefonini e alla riqualificazione di Piazza Castello, nella nuova versione in total white. Forse si tratta di un monumento alla memoria, anche perchè si tratta di un anniversario storico: ma in tal caso bisognerebbe preservarla e difenderla dal degrado. Ma qual è la sua storia o, meglio, qual è la storia delle cabine del telefono?

# La prima cabina fu milanese

Sembra incredibile, ma la prima cabina del telefono è comparsa esattamente un secolo fa. Era il 1924 e parlava inglese. Già, perché le prima a comparire furono le celebri cabine rosse di Londra. Per vederle anche in Italia bisogna però aspettare quasi trent’anni: la prima cabina italiana comparve a Milano nel 1952 a San Babila. Alla fine degli anni Settanta si contavano in Italia 33.000 cabine telefoniche. Il declino è iniziato alla fine degli anni Novanta con la diffusione dei telefoni cellulari finché nel 2018 è arrivato il definitivo stop alla produzione e alla diffusione. Pochi sanno che è possibile ricevere chiamate su cabina: è necessario chiamare il numero a pagamento 199 229 229 digitando il numero del telefono pubblico che si vuole chiamare. I numeri delle cabine si possono avere premendo il tasto “OK” sull’apparecchio telefonico della cabina stessa. 

# Piazza Castello in total white (con annessa cabina)

Andrea Zoppolato – Piazza Castello direzione Duomo

Il restyling di Piazza Castello ha visto la la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con il calcestre al posto dell’asfalto. In Via Beltrami c’è stato il rifacimento della pavimentazione con il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia trasformata nell’estensione di Piazza Castello. Tutta l’area è stata pedonalizzata, in alcuni punti con accesso solo ai residenti e ai taxi. Ma in tutto questo c’è ancora qualcosa del passato che resiste: la cabina del telefono della Telecom. 

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

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Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

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Entro la fine del 2024 saranno conclusi i lavori della M4, la linea che comprende il collegamento diretto tra il centro città e l’aeroporto di Linate. Un ulteriore scatto in avanti potrebbe essere il prolungamento del network metropolitano milanese fino a Malpensa. Vediamo come potrebbe essere fatto. 

Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

# Attuali collegamenti: una corsa ogni mezzora

Credits @goro_hashi (IG) – Malpensa Express in partenza dalla Stazione Centrale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’aeroporto di Malpensa dista circa 50km dal centro città ed è collegato, tramite bus o treni, con le stazioni di Milano Centrale, Garibaldi e Cadorna. Le corse sono circa una ogni mezzora: i treni Malpensa Express ci impiegano circa 40 minuti, 50 minuti i bus. Alla luce della M4 che collega Linate al centro, molti si chiedono: perché non fare lo stesso con Malpensa? 

# L’ipotesi più ambiziosa: estensione della M1 con fermate a Rho, Legnano e Busto Arsizio

Credits @nicolaarmento_ (IG) – Linea M1 Milano

Il servizio presente attualmente è abbastanza efficiente, però se si riuscisse a realizzare una linea metropolitana esclusiva il collegamento sarebbe più immediato. Ma come si potrebbe fare?

Una possibile soluzione sarebbe di prolungare la M1: da Rho fiera fino all’aeroporto, includendo anche alcune fermate strategiche come Rho, Legnano e Busto Arsizio.

Uno dei vantaggi principali sarebbe la velocità: questo progetto garantirebbe ai passeggeri un collegamento più diretto e la possibilità di risparmiare minuti preziosi durante gli spostamenti. Inoltre, ci sarebbe la possibilità di aumentare le corse, passando da una ogni trenta minuti a una ogni 5/10 minuti. Si tratterebbe di una metropolitana di superficie, simile all’ultimo tratto della M2, mantenendo comunque le classiche caratteristiche di una metropolitana.

Un’altra proposta potrebbe essere una linea totalmente sotterranea, con le stesse fermate, che nonostante i costi e i tempi di realizzazione più elevati, avrebbe ancora più vantaggi come la diminuzione di rumore, minore impatto visivo e maggiore sicurezza.

Leggi anche: La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

Un tale progetto avrebbe dei costi e delle tempistiche molto elevati però, a lungo termine, sarebbe un grande beneficio per la città: ridurrebbe il traffico e quindi di conseguenza le emissioni, garantirebbe un collegamento più veloce e diretto, e renderebbe Milano sempre più globale e integrata con il suo territorio.

Per adesso non vi è nessun possibile progetto all’orizzonte, ma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che «Il prossimo obiettivo è collegare Malpensa con l’alta velocità per una Milano sempre più globale».

Riuscirà Milano a realizzare un progetto di tale portata? 

Continua la lettura con: La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

FABIO MARCOMIN

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7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

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Bam Circus

Nell’agenda di chi è di Milano non possono mancare questi appuntamenti. 

7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

# 15 maggio: il concertone di Radio Italia in Piazza del Duomo 

Concertone in Piazza Duomo – Credits: Radio Italia

Il 15 maggio in Piazza Duomo c’è la musica del grande concerto gratuito di Radio Italia Live. Sono 12 gli artisti italiani attesi sul palco: Alessandra Amoroso, Annalisa, Emma, Gazzelle, Geolier, Ghali, Mahmood, Angelina Mango, Gianna Nannini, Noemi, The Kolors e Ultimo, accompagnati dalla Radio Italia Live Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.

# Dal 17 al 19 maggio: Piano City Milano

Piano City 2024

Torna anche nel 2024 PianoCity, il primo festival diffuso di Milano nato nel 2011. Il festival di pianoforte che coinvolge tutta la città, in giardini, parchi, cortili, palazzi storici e case, si tiene quest’anno nel weekend del 17 e 19 maggio. Si suona ovunque, dall’alba al tramonto, con tanti artisti che si esibiscono in concerti gratuiti di musica classica, jazz, pop ed elettronica. I giardini della GAM (Galleria d’Arte Moderna) sono ancora una volta il main stage della manifestazione. 

# Dal 23 al 26 maggio: MiAmi Festival all’Idroscalo 

MiAmi Festival

Da giovedì 23 maggio a domenica 26 maggio all’Idroscalo Milano, al Circolo Magnolia, si tiene la 18esima edizione del MiAmi Festival con il concerto d’apertura. La manifestazione inizia ufficialmente il giorno seguente con artisti come Chiello, Colapesce e Dimartino, Daniela Pes, Diss Gacha, Ele A, Irbis, Lauryyn, Marco Castello, Rosa Chemical, Santamarea, Tony Boy e i Tre allegri ragazzi morti. 

# Dal 26 al 28 maggio: BAM Circus, il festival di circo contemporaneo e teatro di strada 

Bam Circus

Dal 26 al 28 maggio va in scena BAM Circus, la tre giorni del il Festival di circo contemporaneo e teatro di strada, ideato e diretto da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM, Fondazione Riccardo Catella. In questa terza edizione ci saranno spettacoli internazionali, molti inediti in Italia, azioni partecipate, parate itineranti, installazioni, talk e il documentario “Calder’s 1927 Great Circus” per approfondire il legame tra la Storia dell’arte e il Circo.

# 8 e 9 giugno: Party Like a Deejay al Parco Sempione

Party like a deejay 2024

Il Party Like a Deejay si tiene anche quest’anno al Parco Sempione. Le date sono l’8 e il 9 giugno, per una due giorni di festa con concerti, eventi, incontri, attività ludiche e sportive, momenti di relax. Il primo giorno sul palco i protagonisti della musica italiana insieme in un grande spettacolo presentato dagli speaker di Radio Deejay, il secondo giorno i DJ set dei più grandi artisti del panorama dance.

# A partire dal 21 giugno: Milano è Viva – Estate al Castello, con 71 spettacoli dal vivo 

Milano è viva

Il 21 giugno apre il cartellone della nuova stagione di Milano è Viva – Estate al Castello, ospitato nel Cortile delle Armi, con il concerto d’apertura di Ariete. La manifestazione, che proseguirà fino all’8 settembre, prevede 71 eventi dal vivo di musica pop, elettronica, classica, teatro, danza, molti gratuiti ed altri a prezzo calmierato.

# Fino al 30 giugno: “Picasso. La metamorfosi della figura” al Mudec 

yesmilano.it – Picasso

Si può visitare fino al 30 giugno la mostra “Picasso. La metamorfosi della figura” al MUDEC – Museo delle Culture. Racconta la costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della visione del pittore spagnolo, famoso per la sua decostruzione delle figure e dei volti, con oltre quaranta opere tra dipinti e sculture. A queste si aggiungono 26 disegni e bozzetti di studi preparatori.

Continua la lettura con: Grandi eventi, sport, concerti: gli APPUNTAMENTI 2024 a MILANO da segnare in AGENDA

FABIO MARCOMIN

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I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

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Gufi

Sessant’anni fa nascevano “I Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre. Era infatti il 1964 quando iniziavano le prime mosse per la composizione (casuale e decisa dal destino) di un quartetto che, dopo un brevissimo periodo di rodaggio, ebbe da subito un successo straordinario.

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

# Composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc

Di Sconosciuto – Italian magazine Radiocorriere, year XLIII, n. 3, page 34, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48955989 – I Gufi

Era composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc: Roberto Brivio, classe 1938, che si era diplomato all’accademia d’arte drammatica, Nanni Svampa, classe 1938 pure lui, laureato in Economia alla Bocconi, con genitori nati sul lago Maggiore, papà sul versante piemontese, mamma su quello lombardo, poi c’era Gianni Magni, classe 1941, nato in una famiglia circense, si specializzò nell’arte del mimo. Infine c’era Lino Patruno, nato a Crotone nel ’35 e, per amore della musica, arrivato a Milano. Patruno era l’esperto di Jazz.

Leggi anche: NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

# Come è nato il gruppo

Ma come sono nati i Gufi? A seconda del punto di vista, che la si veda dalla parte di Patruno, di Svampa o degli altri due, cambia la prospettiva e la narrazione, un po’ come una di quelle figure a doppio riflesso che troviamo in regalo nelle patatine. Arduo, ma ci proviamo: Brivio, dopo l’accademia d’arte drammatica, si mette a cantare, venendo ingaggiato dalla Ricordi e lì conosce Patruno, che alla Ricordi ci lavorava da qualche tempo. Brivio gli dice di avere delle canzoni “macabre” da proporre, Lino le ascolta e invita Roberto a cantarle in un concerto che il gruppo musicale “Riverside Jazz Band” avrebbe tenuto a Chioggia. Nella “Riverside” suonava proprio l’artista calabrese. Brivio, davanti al pubblico veneto, canta “Vorrei tanto suicidarmi” e “Quando sarò morto”. È un successo.

Lino Patruno conosceva Nanni Svampa, che faceva cabaret e che aveva avuto una discreta esperienza con il gruppo dei Peos. Propone a Brivio di andare a vedere l’esibizione di Nanni al Capitan Kidd, un nightclub milanese, così da due diventano tre. Roberto Brivio in quegli anni collaborava con Cino Tortorella (il Mago Zurlì) in Tv e Tortorella era amico di Gianni Magni, che era noto per la sua bravura come mimo. Magni era perfetto per mimare le canzoni macabre e renderle divertenti. E così arrivano a quattro.

# I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale

Gufi

I Gufi si esibiscono per la prima volta al Boccaccio di Milano, lo spettacolo va bene ed è la dimostrazione che il quartetto funziona. Nella kermesse che faranno a Torino attirano consensi superiori alle più rosee aspettative: propongono le canzoni macabre, quelle popolari e brani di denuncia sociale. E’ un mix perfetto, nella metà degli anni sessanta, per avere successo, per far rumore. Rumore in un mondo, della musica e della canzone, un po’ troppo ingessato. I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale. Qualcuno oggi definirebbe molte delle loro canzoni “demenziali”, ma erano qualcosa d’altro. Il gruppo canta “Porta Romana bella” e “Contently becchin story” (la storia del becchino contento), “E’ la domenica il giorno del Signore” e “Si può morire”, una canzone di denuncia sociale contro le morti sul lavoro, gli omicidi per motivi religiosi, razziali e ideologici.

# Un centinaio di brani in 4 anni di attività

Dal 1965 (anno di uscita del primo disco, “Milano canta”), al 1969, (anno del primo scioglimento del quartetto), i Gufi incidono un centinaio di brani, tra cui “La Balilla”, “A l’era sabet sera”, “Fischia il vento”, “Bella ciao”, “Va Longobardo”, “Addio Monella” e “Sant’Antonio allu desertu”, una canzone popolare abruzzese che i Gufi elaborarono in una versione considerata blasfema e si presero una denuncia, poi archiviata in sede di giudizio.  

# La partecipazione a Sanremo prima dello scioglimento definitivo

Di sconosciuto – https://www.ilgiorno.it/milano/cultura/brivio-1.5050565, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8566071 – Reunion del 1981

Dopo la chiusura del progetto artistico, avvenuta nel ’69, si rimisero insieme nel 1981, conducendo, su Antenna 3 Lombardia, la trasmissione “Meglio Gufi che mai”, sotto la regia di Beppe Recchia. In quell’anno partecipano al Festival di Sanremo (ma come ospiti) con il brano “Pazzesco”, una canzone solo apparentemente leggera. Si esibirono anche in alcune trasmissioni Tv, tra cui Domenica In. Il gruppo si scioglierà definitivamente nel 1982.

Dei quattro artisti è rimasto solo Lino Patruno, proprio il più anziano: Magni fu il primo a lasciarci, nel 1992, Svampa nel 2017 e Brivio nel 2021, sconfitto dal Covid.    

FABIO BUFFA 

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La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

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Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 - La rotta degli hippie

Un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. La storia di questa rotta e i percorsi più battuti attraverso l’Europa e l’Asia.

La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

# La rotta attraverso Europa e Asia della generazione hippie

Hippie

Il nome Hippie Trail, “la rotta degli hippie”, è riferito al viaggio intrapreso attraverso l’Europa e l’Asia dalla metà degli anni cinquanta alla fine degli anni settanta da un’intera generazione di giovani facenti parte della controcultura hippie. La parola “hippie” venne utilizzata solo a partire dalla metà alla fine degli anni sessanta, prima si parlava di “beatnik”. In maggioranza i viaggiatori erano europei, nord americani, australiani e giapponesi. 

# Alla ricerca della libertà, in un viaggio fisico e spirituale

57armadillo – Hippie

Si trattava di un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. Per questo motivo gli spostamenti venivano fatti a bordo dei classici pulmini Volkswagen, in autobus privati a basso costo, in case mobili costruite a mano a volte dotate di servizi, in autostop, ma c’erano anche dei treni che percorrevano parte del tragitto. Molti viaggiavano zaini in spalla, leggeri, senza preoccuparsi dei soldi, delle prenotazione alberghiere e della pianificazione del viaggio. Ad ogni tappa principale si trovano ostelli, hotel ed altri luoghi di ritrovo dove i viaggiatori potevano scambiarsi idee ed esperienze, tra i più famosi lo Yener’s Café ed il The Pudding Shop a Istanbul, lo Sigi’s in Chicken Street a Kabul o l’Amir Kabir in Tehran.

# Il percorso dalle città europee a quelle asiatiche

Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 – La rotta degli hippie

Il viaggio aveva solitamente come punto di partenza le principali città dell’Europa occidentale, quali Londra, Copenaghen, Berlino Ovest, Parigi, Amsterdam, Milano o Roma, e un tragitto che attraversava generalmente Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal. Arrivati ad Instanbul i percorsi si dividevano in due:

  • la rotta settentrionale, quella più frequentata, che toccava Teheran, Herat, Kandahar, Kabul, Peshawar e Lahore, per arrivare in India e in Nepal;
  • la rotta meridionale, che passava dalla Turchia attraverso Siria, Giordania, Iraq, Iran e Pakistan.

C’era anche chi proseguiva oltre, verso l’India meridionale, la spiaggia di Kovalam a Trivandrum (Kerala) e lo Sri Lanka, o addirittura fino in Australia. Tra le mete preferite c’erano Delhi, Varanasi, Goa, Kathmandu e Bangkok, dove poter vivere indisturbati esperienze psichedeliche. 

# La fine della rotta degli hippie nel 1979 e una timida rinascita negli anni 2000

Nel 1979 la chiusura della rotta degli hippie. A sancirla fu la prese del potere in Iran dell’Ayatollah Kohomeini, che bloccò le frontiere, e l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. La rotta era tornata parzialmente percorribile dalla metà degli anni 2000, ma in modo più difficoltoso e pericoloso per il prolungarsi delle guerre e delle tensioni in Iraq, Afghanistan e in alcune parti del Pakistan. Ozbus ha reso disponibile nel settembre 2007 un servizio di breve durata tra Londra e Sydney lungo l’hippie trail, oggi invece è possibile approfittare di alcuni viaggi commerciali tra Europa ed Asia che passano passando per il Nepal e il Tibet per la vecchia Via della seta scavalcando l’Iraq, l’Afghanistan e il Pakistan. Tornerà in futuro la possibilità di percorrere la rotta originale?

Continua la lettura con: Tornerà il VIAGGIO in TRENO più LUNGO partendo da MILANO?

FABIO MARCOMIN

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George Clooney in Centrale: le immagini

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Clooney - Centrale - Ezio Cairoli

Le fotografie scattate da Ezio Cairoli, giovedì 2 maggio 2024, a Milano presso la Stazione Centrale sul set di George Clooney e di Adam Sandler.

Fotogallery di Ezio Caroli:

Continua la lettura con: I nuovi treni per la metro di Roma

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I nuovi treni per la metro di Roma

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Nuovi treni Roma

Dopo anni di torpore anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata, almeno per quanto riguarda il trasporto pubblico. Scopriamo come sono i nuovi convogli e quando inizieranno a circolare.

I nuovi treni per la metro di Roma

# Svelati i nuovi convogli per la metro capitolina

L’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha svelato nei giorni scorsi i nuovi treni destinati alla metropolitana cittadina, in particolare alle linee A e B. Dopo il restyling delle stazioni, l’avvio del cantiere della stazione della linea C e della riprogettazione della linea D, anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata da un lungo torpore che aveva colpito pesantemente il trasporto pubblico. 

# Previsti 30 treni, il primo in arrivo a dicembre 2024

In totale sono previsti 30 nuovi treni. La produzione è affidata a Hitachi Rail e il primo dei arriverà a dicembre 2024. Il primo contratto applicativo ne prevede 14, di questi 12 sono per la linea B e 2 per la linea A, con 7 previsti in consegna nel 2025 e gli ultimi 6 nel 2026. Il secondo contratto applicativo ne prevede altri 16, di cui 11 sulla B e 5 sulla A, a partire dal 2027.

# Analoghi ai treni della metro milanese, la livrea segue la Corporate Identity di Roma Capitale

Nuovi treni Roma

Per quanto riguarda il design e l’estetica le proposte sono state realizzate “coniugando l’evoluzione dei veicoli metropolitani di Roma, l’esperienza di viaggio del passeggero, i principi di comfort, sicurezza ed ergonomia”, come spiega l’Assessore Patanè. I convogli sono analoghi ai treni Leonardo già in servizio sulle linee M1 e M2 di Milano e ai modelli aggiornati in arrivo per la linea M1 e M3, in quanto prodotti sempre da Hitachi. La livrea segue le linee guida della Corporate Identity di Roma Capitale e si caratterizza per una colorazione bianca con la fascia amaranto come sugli esistenti convogli CAF.

Leggi anche: I nuovi TRENI stilosi e super SILENZIOSI in arrivo per M1, M2 e M3

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?

FABIO MARCOMIN

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Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

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giorgio_bardelli_naturalista IG - hieracium australe

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana questo fiore è risultato l’ultimo superstite tra le piante endemiche in città. Non si trova in nessun altro luogo al mondo. Scopriamo come è fatto.

Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

# L’Italia al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità

greenplanner.it – Mappa biodiversità vegetale

Il nostro Paese è al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità grazie alla variabilità climatica e morfologica. Solo la Turchia, se si considera il bacino del Mediterraneo, ha un numero maggiore di piante e fiori spontanei. Sul territorio italiano sono presenti 1702 piante endemiche, che germogliano solo qui, sui 10.023 tipi di piante complessivi. A queste se ne aggiungono 8.241 autoctone, originarie del luogo ma non per forza presenti solo nell’area in cui sono nate, e 1782 aliene. 

# L’ultimo inventario della flora spontanea italiana del Museo di Storia Naturale di Milano

dailygentile IG – Museo di Storia Naturale di Milano

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano e disponibile online sul Portale della Flora d’Italia, è emerso come le specie estinte siano passate da 26 a 28. Una di queste specie esclusive scomparse era in centro a Milano, che ora ne ha solo un’altra. L’aggiornamento del database è stato arricchito con le informazioni di un nuovo studio coordinata dal Museo, che ha coinvolto un un team internazionale di 45 botanici, promosso dal Comune di Milano e patrocinata dalla Società Botanica Italiana, dalla Fondazione per la Flora Italiana e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. 

# Sulle mura del Castello Sforzesco un fiore unico al mondo che rischia di scomparire

giorgio_bardelli_naturalista IG – hieracium australe

La specie di fiore superstite a Milano germoglia sulle mura del Castello Sforzesco, come quella scomparsa per sempre dal nome l’hieracium tolstoii. Quello che è ancora sopravvive è un fiore unico al mondo, si tratta dell’hieracium australe. L’aspetto è simile a quello del tarassaco, il fiore giallo molto comune nei prati che diventa un “soffione”. Non si sa però ancora per quanto si riuscirà ad ammirarlo. Il probabile cambiamento dell’habitat, che avrebbe causato l’estinzione dell’altra specie, metterebbe infatti in serio pericolo anche l’ultimo fiore presente solo nella nostra città.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

FABIO MARCOMIN

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La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

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Nel regno delle brioche colorate, con i famosi “cornetti ape”, se ne può mangiare una versione davvero esagerata. 

La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

# Il regno delle brioche colorate

aromanapoletano IG – Cornetti ischitani

Nel quartiere Isola c’è un locale famoso per le sue brioche colorate, “Aroma Napoletano”. Stiamo parlando dei cornetti ischitani, una specialità di pasticceria realizzata con un doppio impasto più leggero e appetitoso rispetto a quelli classici. Viene realizzato grazie all’unione tra la pasta brioche e la pasta sfoglia producendo una sfoglia fragrante all’esterno e un morbido interno alveolato.  

Esternamente hanno il tipico aspetto bicolore delle api e per questo alcuni lo chiamano “cornetto ape”, e sono disponibili in diversi gusti con l’esterno caratterizzato dal colore del contenuto. Oltre a quello vuoto troviamo quelli a crema e amarena, pistacchio, cacao, frutti rossi, caramel, siciliano. Il prezzo medio è di 4 euro.

# La variante estiva

Credits italyfoodtag IG – Brioche estiva

Tra le varianti disponibili troviamo anche la ‘Ischitano Cream, la brioche estiva di Aroma Napoletano. In questo caso il cornetto ischitano viene tagliato in orizzontale, farcito con gelato, crema, topping, sormontato dalla granella e chiuso con la punta.

# La brioche XXL per un’esperienza disumana

 

 
 
 
 
 
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La più esagerata di tutte, per un’esperienza davvero disumana, è la brioche in formato XXL. Non si tratta della versione maxi del cornetto ischitano, ma di una versione ancora più grande. Occupa un piatto da secondo e può essere farcita in differenti modi, tra cui al cioccolato bianco e frutti di bosco all’interno e all’esterno.

Una vera bomba calorica. In realtà sarebbe per 6/7 persone e infatti viene proposta anche come torta di compleanno. Rispetto alle brioche classiche si richiede su prenotazione e il prezzo varia in base al peso. Chi è pronto a mettersi alla prova?

Indirizzo: Via Traù, 2

Continua la lettura con: A Milano la BRIOCHE ESTIVA

FABIO MARCOMIN

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Le auto volanti sono già realtà: ecco dove

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xpeng_aeroht IG - Evtol

La produzione di massa delle auto volanti è sempre più vicina, i preordini saranno possibili già nei prossimi mesi. Nel frattempo i primi modelli debuttano ai saloni internazionali dell’auto. Scopriamo quali sono e dove inizieranno a volare.

Le auto volanti sono già realtà: ecco dove

# Dai prototipi al debutto ai saloni internazionali dell’auto

hdmotori – Prototipo Xpeng 2 testato a Dubai nel 2022

La Cina è la Nazione leader nello sviluppo di auto volanti, secondo il report China Merchants Securities, detenendo il 50% dei modelli mondiali. Tra le diverse aziende che si stanno focalizzando sulla commercializzazione di veicoli con un design diverso dal più comune velivolo eVTOl c’è Xpeng, con la divisione AeroHT creata appositamente per lo scopo. Nel 2022 un primo test positivo a Dubai con il modello X2, nel 2023 l’ottenimento del permesso in Cina per volare con equipaggio a bordo, nel 2024 il debutto assoluto a uno dei saloni internazionali dell’auto, quello di Pechino.

# In Cina l’avvio della produzione di massa di auto volanti dal 2025

xpeng_aeroht IG

Il modello presentato al Salone dell’Auto di Pechino 2024, l’eVTOL Flying car di Xpeng, non presenta due moduli separati, con la parte superiore che si stacca per il volo. Si tratta infatti di un modello integrato con l’elica che esce da un apposito alloggiamento sul tetto per volare e si riposiziona nell’auto durante l’uso su strada.

xpeng_aeroht IG – Evtol

A gennaio 2024 è arrivato l’annuncio dell’avvio della produzione di massa di questi mezzi volanti per l’ultimo trimestre del 2025, con i preordini attesi ad ottobre, destinati inizialmente alle aziende turistiche e agli appassionati di outdoor. L’Amministrazione dell’aviazione civile cinese sta attualmente esaminando l’aereo per la certificazione commerciale.

evtol.news – EH216-S

La l’EH216-S a due posti di EHang, capace di volare per 25 minuti con una carica, ha già iniziato le vendite nel mese di aprile 2024, dopo essere stata il primo velivolo al mondo a ottenere la certificazione per il volo senza pilota con a bordo due passeggeri. Ha anche ricevuto l’autorizzazione per la produzione di massa, ma ancora non c’è una data ufficiale.

# Gli altri modelli in arrivo

evtol – Prototipo auto volante Xpeng

La divisione eVtol della società Xpeng ha in fase di progettazione anche un veicolo più tradizionale della casa automobilistica, dal nome di X3, con la forma di coupè e dotato di otto propulsori pieghevoli installati sul tetto per il decollo e l’atterraggio verticale e 12 motori elettrici. Il prezzo di questo modello, inizialmente fissato a circa 130.000 euro, sembra già destinato ad essere ribassato nel prossimo futuro. Tra gli altri modelli in arrivo GOVE eVTOL di Guangzhou Automobile Group, con sezione di aereo staccabile e l’Aerofugia di Geely, un sei posti per voli più lunghi.

Fonte: asia.nikkei.com

Continua la lettura con: Dal 2025 inizia la PRODUZIONE di MASSA di MACCHINE VOLANTI

FABIO MARCOMIN

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Un ponte tra le nuvole a due ore da Milano: dove sarà costruito

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Passerella Forcel Rosso

La costruzione dell’opera consente di raggiungere un duplice obiettivo: fornire un’alternativa al transito pedonale rispetto al classico sentiero, rimasto interrotto a lungo a causa di un’alluvione, e diventare un’attrazione turistica per la zona. Dove e come sarà realizzata.

Milano-Rifugio Lissone

Un ponte tra le nuvole a due ore da Milano: dove sarà costruito

# Una passerella scenografica nel cuore del Parco dell’Adamello

Google Maps – Passo Forcel Rosso

Nel cuore del Parco dell’Adamello verrà costruita una passerella scenografica simile a quella del Sentiero dei Fiori, la via ferrata intorno ai 3.000 metri di quota nei monti sovrastanti il Passo del Tonale. Ci troviamo a circa due ore e mezza di auto da Milano, nei pressi del rifugio Lissone in provincia di Brescia.

Passo Cai – In rosso il sentiero interrotto e dove è prevista la costruzione della passerella

L’obiettivo è scongiurare che si ripeta quanto successo nell’estate 2023 quando il sentiero 601, l’Alta Via dell’Adamello, è stato a lungo interrotto a causa di un’alluvione in corrispondenza del Vallone del Forcel Rosso poco prima del rifugio. La passerella verrà realizzata proprio nel punto di interruzione del sentiero, cerchiato in rosso nell’immagine. Gli escursionisti sono stati obbligati a fare giri incredibili andando fino sul versante trentino prima del ripristino del sentiero. Oltre a questo la costruzione dell’opera sarà anche una nuova attrazione turistica per la zona.

# Un tragitto di 115 metri sospeso nel vuoto

paolo_plona IG – Sentiero dei Fiori

A realizzare la passerella sarà la Comunità montana in accordo con il Cai della Valcamonica, grazie a 300mila euro stanziati da Regione Lombardia per interventi straordinari sulla rete dei sentieri oltre ad ulteriori risorse locali. Si camminerà sospesi nel vuoto per 115 metri.

# Un collegamento dal valore storico e simbolico

Passerella Forcel Rosso

Il nuovo collegamento pedonale sopra la valle avrà anche un valore storico e simbolico. In questo punto infatti era già stata realizzata un’altra passerella dai soldati italiani nella Prima Guerra Mondiale, con il passare del tempo degradata e poi andata distrutta. Verrà garantito il transito in sicurezza, possibile l’installazione di protezioni per il rischio valanghe, grazie a 4 tiranti di ancoraggio e 6 micropali in entrambe le sponde. I lavori dovrebbero essere realizzati nel corso del 2024.

Fonte: TeleBoario

Continua la lettura con: La PASSERELLA TRASPARENTE SOSPESA su PIAZZA del DUOMO: la data dei lavori e dell’inaugurazione

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Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?

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Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura

Al posto del vecchio impianto del trotto accanto allo Stadio Meazza sta nascendo un nuovo complesso residenziale. Stessa sorte potrebbe toccare ai terreni del più recente impianto de La Maura. Questa l’ipotesi circolata negli ultimi giorni.

Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?

# L’ultima corsa all’Ippodromo del trotto “La Maura”

lo_.gabry IG – Ippodromo La Maura

L’annuncio della definitiva dismissione dell’Ippodromo del trotto “La Maura” in Via Lampugnano è arrivata dopo l’ultima corsa all’interno della pista avvenuta il 25 aprile. La chiusura era già programmata da tempo da parte di Snai, per problemi di bilancio, e infatti le trattative per la cessione dell’area sono state diverse nell’ultimo periodo. L’area di 17 ettari è nata come una delle piste di allenamento dei vicini ippodromi di San Siro per poi vedere l’inaugurazione dell’impianto attuale nel 2015 in sostituzione del vecchio ippodromo del trotto, accanto allo Stadio Meazza, dove è in realizzazione un progetto residenziale con 700 case a canone convenzionato e 600 a mercato libero. Dopo appena nove anni di attività i terreni de “La Maura” seguiranno la stessa strada?

Leggi anche: Il nuovo QUARTIERE VERDE di MILANO con 700 case a basso prezzo

# Il progetto stoppato sul nascere per la costruzione del nuovo stadio del Milan

Stadio Bosco Boeri La Maura

Tra le ipotesi più recenti di riconversione dei terreni dell’Ippodromo “La Maura” c’è stata quella di realizzare il nuovo stadio del Milan, una suggestione dell’architetto Stefano Boeri aveva ipotizzato una struttura “verde” immersa in un “Parco della biodiversità”. Il progetto è stato però stoppato sul nascere, quando erano in corso le trattative per l’acquisizione dell’area da parte della società rossonera, per via delle proteste e opposizioni in Consiglio comunale a cui si è aggiunta la manifestazione di ambientalisti e residenti anti-stadio, una catena umana di tremila persone attorno all’impianto nella primavera 2023. 

# Un nuovo quartiere con 20 edifici?

Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura

Sorgerà un nuovo quartiere? La preoccupazione di ambientalisti e residenti per una nuova speculazione edilizia è giustificata dai rendering circolanti in rete che ipotizzano per l’area un nuovo quartiere residenziale costituito da 20 edifici. Il Comune di Milano al momento ha smentito tale possibilità e non risulterebbero al momento richieste per la costruzione di un progetto di questo tipo che comunque richiederebbe un iter tortuoso essendo la pista compresa e vincolata nel Parco Sud. Sono state inoltre depositate in Soprintendenza circa 5000 firme a sostegno della richiesta, sottoscritta da Italia Nostra, WWF e Legambiente, per estendere il vincolo monumentale vigente su Galoppo e Pista Trenno anche sulla pista de La Maura.

Un fattore che potrebbe però cambiare le carte in tavola, aprendo quindi a sviluppi immobiliari nei terreni del circuito ippico, il processo avviato da Regione Lombardia per modificare la gestione del Parco Agricolo Sud con l’obiettivo di assumerne il controllo.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Per un’altra MILANO: un NUOVO QUARTIERE SATELLITE?

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Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow

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La rivoluzione della mobilità cittadina è attesa in coda all’estate. Cosa è previsto e la strategia di Palazzo Marino per il prossimo futuro.

Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow

# Le prime cento scuole dopo l’estate

Si parte da settembre, in coda all’estate, con la rivoluzione della mobilità cittadina che prevede la riduzione del limite a 30 km/h in circa 100 strade davanti alle scuole. L’annuncio è arrivato direttamente dal Sindaco Beppe Sala, a seguito dell’inaugurazione della nuova oasi Zegna in Piazza Duomo, che ha spiegato la strategia della giunta: “non saranno tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole a 30 all’ora da settembre, ma un numero significativo. Orientativamente io direi che vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”.

Si tratta quindi di un primo passo per estendere il prima possibile questo limite a tutte le vie di Milano su cui affacciano gli istituti scolastici. A quanto pare quindi nessuno ostacolo nemmeno dal Ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, nonostante l’introduzione di una direttiva più stringente sull’introduzione dei limiti dei 30 all’ora nelle città.

# Stop alle auto private nel Quadrilatero della Moda “allargato”

Ztl centro

Sempre a settembre 2024 è prevista la chiusura al traffico di auto private nel “super centro”, corrispondente al Quadrilatero della Moda e ad altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Le uniche deroghe sono concesse ai residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Ancora in valutazione la possibilità di lasciare circolare i non residenti all’interno della nuova Ztl il tempo necessario a trovare parcheggio nelle aree limitrofe o per accompagnare qualcuno per gli acquisti. Attesa nei prossimi mesi l’installazione delle telecamere per sanzionare i trasgressori.

# L’obiettivo è quello di estendere l’area vietata in futuro

Via Tortona_ArtNightOut
Via Tortona

Lo stop ai privati nel Quadrilatero della moda “allargato” potrebbe però essere solo un piccolo assaggio delle limitazioni immaginate per il futuro della città. Il Sindaco Sala non ha infatti escluso di allargare il perimetro della Ztl, magari trasformando in aree pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024.  

Continua la lettura con: Milano città chiusa: nuove strade off limits, Area B a pagamento e Area C più costosa?

FABIO MARCOMIN

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Le 10 cose che chi è di Milano non riuscirà mai ad accettare

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Tenere la destra

Si dice che chi è di Milano sia molto esigente, a tratti snob. Abbiamo chiesto ai milanesi cosa non riescono a mandare giù. Ecco la classifica delle risposte più votate.

Le 10 cose che chi è di Milano non riuscirà mai ad accettare

#10 “La cotoletta vegana” 

Credits: milanopost.info
Trattoria San Filippo Neri

#9 “Che Roma sia la capitale d’Italia” 

pexels-skitterphoto – Roma

#8 “La chiusura dei bellissimi cinema in centro. Una grande perdita della cultura” 

Credits:@tardisyl
The Space Cinema

#7 “I binari dei tram abbandonati” 

Binari dismessi a Milano

#6 “La metro che chiude a mezzanotte, anche il sabato”

Metro chiusa

#5 “Tutti gli scrocconi che salgono sui mezzi senza fare il biglietto” 

Credits gorgo_n_zola_shitposting IG – Salto del tornello

#4 “Le piste ciclabili fatte male ed inutili

#3 “Quelli che dicono che è brutta senza poi nemmeno aver visto tutto.” 

lombardiasegreta IG – Edificio cortile rosso

#2 “Quelli che si lamentano di Milano e son sempre qui” 

#1 “Quelli che sulle scale mobili stanno fermi sul lato sinistro” 

Tenere la destra

Continua la lettura con: 7 milanesi atipici: c’è chi non crede alla loro esistenza

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Il più “bel condominio del mondo”: l’ “albero bianco” (Fotogallery)

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voistu IG - Arbre blanc

Votato dal famoso blog di architettura ArchDaily come “il più bel condominio al mondo”, è stato inaugurato nel 2019. Ecco dove si trova e quali sono le sue caratteristiche.

Il più “bel condominio del mondo”: l’ “albero bianco” (Fotogallery)

# ArchDaily ha eletto “l’arbre blanc” di Montpellier come il condominio più bello del mondo

Credits: world_walkerz IG

Inaugurato nel 2019, l’ “Arbre Blanc Residential Tower” è stato eletto famoso blog di architettura ArchDaily come il condominio più bello del mondo. Si trova ai margini del fiume costiero di Lez, tra il centro città e i quartieri recenti di Richter e Odysseum di Montpellier. Il progetto è stato curato da un gruppo di architetti formato da Dimitri Roussel, Manal Rachdi OXO architects, Nicolas Laisné, e Sou Fujimoto Architects e, come dice il nome, la sua forma ricorda quella di un albero di colore bianco. 

# I balconi a sbalzo, lunghi fino a 7,5 metri, sono i rami dell’albero

priscillabalmer IG – Terrazzi Arbre blanc

La facciata si caratterizza per degli enormi balconi a fare da rami partendo dal tronco, che con una lunghezza fino a 7,5 metri sono stati i primi a sbalzo così lunghi nel mondo. 

La curvatura dell’edificio consente un duplice vantaggio:

  • di proporre una facciata con maggiore esposizione;
  • non ostruire il punto di vista delle abitazioni.

La struttura è stata progettata come una forma naturale che l’acqua o il vento avrebbero potuto scavare nel tempo. 

# Alto 55 metri, per 17 piani, con un rooftop bar panoramico

Credits: cabinetdeflandre IG – Terrazza Arbre Blanc

Il palazzo misura 55 metri in altezza e si sviluppa su 17 piani, nei primi due sono presenti una galleria d’arte, un ristorante e degli uffici.

Credits: welove_montpellier
IG – Vista dal terrazza verso il fiume

Tutti i piani rimanenti, eccetto l’ultimo, sono occupati da un totale di 113 appartamenti, tutti dotati di balconi sospesi con una superficie che varia da un minimo di 7 mq a un massimo di 35 mq. In cima si svela un rooftop panoramico con bar che regala una vista panoramica della città, con il sottostante fiume Lez, e dei suoi dintorni, con il Pic Saint-Loup in lontananza.

 

Continua la lettura con: I 10 PALAZZI più BELLI del MONDO (Immagini) 

FABIO MARCOMIN

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Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

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Nato milanese, preferiva definirsi torinese, per la città dove è cresciuto. Ma Milano fu una presenza costante per tutta la sua vita. 

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

# Il “migliore attore nella storia del cinema italiano”

Nelle biografie di Gian Maria Volontè Milano appare come un lampo iniziale nella vita dell’attore, ma milanese, lui, non si è mai sentito, anzi, lui si considerava torinese, legato alla città che lo aveva cresciuto. Ma a Milano Volontè ci nacque, il 9 aprile 1933, il padre era un militante del regime fascista, la madre apparteneva ad una famiglia di industriali lombardi. Volontè è stato uno degli attori più apprezzati nel panorama artistico italiano e non solo, qualcuno addirittura lo definì il migliore attore nella storia del cinema italiano.

# Nato milanese, cresciuto torinese

Dicevamo che Milano per Volontè fosse solo il luogo di nascita, considerando che neppure un mese dopo (nel maggio del ’33), la madre si trasferisce con il figlio in un albergo in Corso Galileo Ferraris, proprio nel capoluogo piemontese. Ma nella vita professionale di Gian Maria Volontè la città di Milano ritorna, per proporre sul grande schermo episodi di cronaca nera accaduti sotto la Madonnina. Come quando  interpretò il bandito Piero Cavallero, capobanda dell’omonima gang torinese, nel film “Banditi a Milano”, in cui si ripercorre la storica rapina al Banco di Napoli in largo Zandonai nel settembre del ’67. Alla prima del Carignano di Torino, il pubblico rimase impressionato da come Volontè riusciva a rappresentare in modo così fedele la figura di Cavallero, nella parlata, nei gesti e nel carattere. Stessa cosa per il film “Il caso Moro” del 1986, dove l’attore milanese riuscì ad interpretare l’esponente della DC in modo totalmente fedele alla realtà, la sua fu una somiglianza agghiacciante e struggente.

# Il successo con gli “spaghetti western”

Nei 56 film in cui Volontè ha lavorato, tra il 1960 e il 1993, ha interpretato tutti i drammi, le contraddizioni, le vergogne e i vizi del nostro paese. Pellicole come “Un uomo da bruciare”, “I sette fratelli Cervi”, “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e “La classe operaia va in paradiso”, sono un limpido esempio dell’impegno sociale che l’attore impiegava nel proprio lavoro, tant’è che ancora oggi è ricordato come uno degli artisti più vicini alle tematiche socio politiche del ‘900.

Aveva un fratello, Claudio, attore pure lui, ma deceduto poco più che quarantenne. Gian Maria a 16 anni si aggrega alla compagnia itinerante “I carri trespi”, poi si iscrive all’Accademia d’arte drammatica di Roma. Negli anni sessanta la sua popolarità cresce notevolmente grazie anche ai film del genere “spaghetti western”, come “Per un pugno di dollari”, “Per quache dollaro in più”, e “Quien Sabe?”.

# La morte sul set

Ma Milano torna ancora come protagonista di Volontè, quando nel 1965 è l’ispettore di Polizia Moroni nella pellicola sul bandito Luciano Lutring, dal titolo “Svegliati e uccidi”. In questo film sul solista del mitra, la nostra città appare con via Filippo Sassetti, Piazza Dumo, Via Plana, Via San Marco, via Poliziano e via Monte Napoleone.

Volontè, dopo quarantaquattro anni di carriera, tra cinema, teatro e Tv, dopo alcune esperienze come regista e sceneggiatore, morì per infarto, sul set del film “Lo sguardo di Ulisse” il 6 dicembre 1994, nella città greca di Florina. La particolarità di Volontè fu quella di essere stato uno studioso scrupoloso alla ricerca del modo migliore di far risaltare il personaggio che doveva interpretare.

FABIO BUFFA 

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“La metro passerà sotto l’Idroscalo”: la nuova fermata in arrivo

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Lo ha annunciato il sindaco: la metropolitana correrà anche sotto il “mare di Milano”. Questa la novità in arrivo. 

“La metro passerà sotto l’Idroscalo”: la nuova fermata in arrivo

# La fermata più vicina: Linate

Se si vuole andare con la metro all’Idroscalo al momento la possibilità migliore è offerta da Linate M4 che è a 891 metri di distanza a piedi e ci si arriva in 12 minuti di cammino. Ma presto si potrà arrivarci direttamente. Con un percorso particolarmente suggestivo. 

# La prossima estensione: Segrate

Area Segrate con nuovo polo per lo sport indoor

Il Comune di Milano sta infatti lavorando per portare la M4 a Segrate. Lo ha confermato il sindaco Beppe Sala nella diretta social ‘Cose in Comune’, dichiarando che “É un progetto a cui stiamo già lavorando: é importante portare la M4 a Segrate e ci stiamo pensando già oggi perché proprio a Segrate Rfi, Rete ferroviaria italiana, ha deciso di portare lì la futura stazione di porta est che sarà una stazione dell’alta velocità. Abbiamo avviato la progettazione per aggiungere i tre chilometri che mancano dall’aeroporto di Linate fino a Segrate”

# 10 metri sotto il fondo dell’Idroscalo

idroscalo
idroscalo

Per arrivare alla stazione il percorso correrà sotto l’Idroscalo. Non si tratta di un problema di profondità: l’Idroscalo ha una lunghezza di 2,5 chilometri, 300 metri di larghezza all’estremità nord, e 450 metri all’estremità sud, con una profondità media di una decina di metri. La profondità media della M4 è di 20 metri. 

Continua la lettura con: M4: tutte le 21 fermate attive entro questa data

MILANO CITTA’ STATO

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55 chilometri: il ponte marino più lungo del mondo. In Italia cosa potrebbe collegare?

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Ponte Bastia-Isola d'Elba

Un ponte da record che ha consentito di ridurre drasticamente i tempi di viaggio tra le città toccate dall’infrastruttura. Come è stato realizzato, tutti i numeri e dove potrebbe essere utile se realizzato nel nostro Paese.

55 chilometri: il ponte marino più lungo del mondo. In Italia cosa potrebbe collegare?

# Il ponte da record che collega le tre maggiori città sul delta del Fiume delle Perle, tra cui due città stato

Biblus – Ponte Macao – Hong Kong

Un’incredibile opera ingegneristica che ha rivoluzionato i trasporti sul delta del Fiume delle Perle in Cina. I cantieri per realizzare il ponte marino più lungo del mondo, si estende per 55 chilometri, sono iniziati a dicembre 2009 e si sono conclusi nel novembre 2017. La struttura, operativa dal 2018, si snoda attraverso il canale di Lingdingyang e si chiama Hong Kong–Zhuhai–Macao, in quanto collega le tre principali città dell’area.

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# Ricorda la forma di un dragone cinese e si compone di ponti, tunnel e isole artificiali

martin.santos.353 – Hong Kong-Macao Bridge

Si compone di una serie di ponti e gallerie, tra cui un tunnel sottomarino lungo 6,7 chilometri, due isole artificiali e la sezione più lunga misura 29,6 km incluse tre campate strallate tra 280 metri e 460 metri.

Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge

La sua forma ricorda quella di un dragone cinese, se vista dall’alto, ed è costituito da 400.000 tonnellate di acciaio. L’infrastruttura è costata 7 miliardi dollari a cui ne vanno aggiunti altri 13 per tunnel e infrastrutture complementari. 

Leggi anche: Il tunnel sottomarino più lungo del mondo: porterà l’Italia fino a Capo Nord. Le ultime novità sulla sua costruzione

# Un risparmio di oltre 3 ore di viaggio 

yolaadb IG

Il ponte da record ha ridotto drasticamente la distanza da Hong Kong a Macao e Zhuhai, da 160 chilometri a soli 30 chilometri, e anche la durata del viaggio da 4 ore ad appena 45 minuti. Presente anche un servizio ininterrotto di bus navetta, che funziona 24 ore al giorno, con un costo del biglietto sensibilmente inferiore al traghetto.

Leggi anche: Il PRIMO TUNNEL SOTTOMARINO d’ITALIA: iniziano i LAVORI

# Cosa si potrebbe collegare in Italia con un ponte del genere?

Webuild – Ponte sullo stretto di Messina

Mentre nel mondo si costruiscono infrastrutture faraoniche in Italia si procede a rilento, dalle autostrade ai tunnel ferroviari, fino ad arrivare al tanto dibattuto Ponte dello Stretto che potrebbe vedere partire i cantieri nel 2024 o forse essere rimandato sine die. Potendo invece immaginare di realizzare un ponte marino di 55 chilometri nel nostro Paese, cosa potrebbe collegare? 

#1 Bastia e l’Isola dell’Elba

Ponte Bastia-Isola d’Elba

La distanza tra Bastia in Corsica e l’approdo ad ovest dell’Isola d’Elba è esattamente di 55 km. Attualmente per andare dalla cittadina francese e Portoferraio ci vuole circa 1 ora e 30 di traghetto, meteo permettendo. Costruendo un ponte, come quello tra Hong Kong e Macao, si potrebbe arrivare da un’isola all’altra in meno di mezz’ora. Bisognerebbe prevedere opere accessorie, come ad esempio un tunnel diretto a Portoferraio per consentire un accesso migliore rispetto a quello che si avrebbe nelle frazione di Pomonte.

#2 L’isola di Capraia e Piombino

Capraia-Piombino

Rimaniamo sempre in zona. Una distanza simile è quella che c’è tra l’Isola di Capraia e la terraferma a Piombino, sempre in Toscana. In questo caso il risparmio di tempo sarebbe inferiore, oggi si impiega circa 40 minuti in aliscafo e 1 ora in traghetto, ma sempre senza l’incognita del maltempo.

#3 Isole Tremiti-Peschici

Tremiti-Peschici

Spostiamoci più a sud, dal Mar Tirreno al Mar Adriatico. Un altro possibile collegamento, tenendo conto della misura del ponte cinese, potrebbe essere tra Peschici e le Isole Tremiti dove la distanza in linea d’aria è di circa 50 km. Il tempo di viaggio verrebbe ridotto da circa 1 ore 30 minuti, necessari con il traghetto, a poco più di 20 minuti.

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Continua la lettura con: Il PONTE sullo STRETTO da RECORD: il progetto (RENDERING)

FABIO MARCOMIN

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