La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

Un viaggio fisico e spirituale che ha segnato un'intera generazione

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Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 - La rotta degli hippie

Un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. La storia di questa rotta e i percorsi più battuti attraverso l’Europa e l’Asia.

La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

# La rotta attraverso Europa e Asia della generazione hippie

Hippie

Il nome Hippie Trail, “la rotta degli hippie”, è riferito al viaggio intrapreso attraverso l’Europa e l’Asia dalla metà degli anni cinquanta alla fine degli anni settanta da un’intera generazione di giovani facenti parte della controcultura hippie. La parola “hippie” venne utilizzata solo a partire dalla metà alla fine degli anni sessanta, prima si parlava di “beatnik”. In maggioranza i viaggiatori erano europei, nord americani, australiani e giapponesi. 

# Alla ricerca della libertà, in un viaggio fisico e spirituale

57armadillo – Hippie

Si trattava di un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. Per questo motivo gli spostamenti venivano fatti a bordo dei classici pulmini Volkswagen, in autobus privati a basso costo, in case mobili costruite a mano a volte dotate di servizi, in autostop, ma c’erano anche dei treni che percorrevano parte del tragitto. Molti viaggiavano zaini in spalla, leggeri, senza preoccuparsi dei soldi, delle prenotazione alberghiere e della pianificazione del viaggio. Ad ogni tappa principale si trovano ostelli, hotel ed altri luoghi di ritrovo dove i viaggiatori potevano scambiarsi idee ed esperienze, tra i più famosi lo Yener’s Café ed il The Pudding Shop a Istanbul, lo Sigi’s in Chicken Street a Kabul o l’Amir Kabir in Tehran.

# Il percorso dalle città europee a quelle asiatiche

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Il viaggio aveva solitamente come punto di partenza le principali città dell’Europa occidentale, quali Londra, Copenaghen, Berlino Ovest, Parigi, Amsterdam, Milano o Roma, e un tragitto che attraversava generalmente Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal. Arrivati ad Instanbul i percorsi si dividevano in due:

  • la rotta settentrionale, quella più frequentata, che toccava Teheran, Herat, Kandahar, Kabul, Peshawar e Lahore, per arrivare in India e in Nepal;
  • la rotta meridionale, che passava dalla Turchia attraverso Siria, Giordania, Iraq, Iran e Pakistan.

C’era anche chi proseguiva oltre, verso l’India meridionale, la spiaggia di Kovalam a Trivandrum (Kerala) e lo Sri Lanka, o addirittura fino in Australia. Tra le mete preferite c’erano Delhi, Varanasi, Goa, Kathmandu e Bangkok, dove poter vivere indisturbati esperienze psichedeliche. 

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# La fine della rotta degli hippie nel 1979 e una timida rinascita negli anni 2000

Nel 1979 la chiusura della rotta degli hippie. A sancirla fu la prese del potere in Iran dell’Ayatollah Kohomeini, che bloccò le frontiere, e l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. La rotta era tornata parzialmente percorribile dalla metà degli anni 2000, ma in modo più difficoltoso e pericoloso per il prolungarsi delle guerre e delle tensioni in Iraq, Afghanistan e in alcune parti del Pakistan. Ozbus ha reso disponibile nel settembre 2007 un servizio di breve durata tra Londra e Sydney lungo l’hippie trail, oggi invece è possibile approfittare di alcuni viaggi commerciali tra Europa ed Asia che passano passando per il Nepal e il Tibet per la vecchia Via della seta scavalcando l’Iraq, l’Afghanistan e il Pakistan. Tornerà in futuro la possibilità di percorrere la rotta originale?

Continua la lettura con: Tornerà il VIAGGIO in TRENO più LUNGO partendo da MILANO?

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.