Troppo spesso Milano si perde nella cura dei dettagli che delle volte dettagli non sono. Ne è un esempio la poco cura che ha di alcune sue strade o sottopassaggi. Spesso i cittadini sono costretti a cambiare direzione per evitare la sensazione di poca sicurezza che si prova in alcune vie o per non camminare in mezzo allo sporco. Ecco il sottopassaggio del Ponte Crepax le ha entrambe: sporco e poco sicuro.
Il SOTTOPASSO del Ponte Crepax da film splatter degli anni Settanta
# Vomito, urina, escrementi e rifiuti di vario genere
Il sottopassaggio del Ponte Crepax
Il sottopassaggio del Ponte Crepax lungo il Naviglio è da sempre una latrina e uno scarico di rifiuti di varia natura. Passano gli anni e le giunte ma quel luogo, fa sempre schifo!
La puzza ti assale non appena ci sia avvicina, l’immondizia la si intravede già sulle scale di accesso. Oltre che dalla puzza però, il malcapitato passante costretto a percorrere quei pochi metri, viene assalito da un senso di angoscia e insicurezza. Spesso si preferisce evitare di transitarci ma dalla fermata della filovia per recarsi in Via Ludovico il Moro lungo il Naviglio, zona con numerosi locali molto frequentati, non resta che quel passaggio obbligato.
# Il set ideale per un film anni ’80 sul degrado Newyorkese
Il sottopassaggio del Ponte Crepax
Lo spettacolo che offre il sottopasso completamento sudicio e scarabocchiato è ideale per un film sulla criminalità americana ma indegno per la città di Milano.
Di fronte all’inciviltà degli idioti si può fare poco, ma si potrebbe intanto incominciare a fare una pulizia approfondita, installare delle telecamere ed aumentare la vigilanza.
L’eterna lotta tra ciclisti e automobilisti continua a infiammare il dibattito cittadino. A conferma di questo fatto c’è la lungafila umana che il 10 novembre si è messa a protezione della pista ciclabile di viale Monza, per protestare contro la sosta irregolare su marciapiedi, ciclabili e le auto un doppia fila. Da un lato ci sono quindi i ciclisti che vorrebbero più piste ciclabili, dall’altro gli automobilisti che vorrebbero più parcheggi. Di cosa avrebbe più bisogno Milano? Vota il sondaggio.
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La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico.
Si può passeggiare per tutta la vita lungo Corso Venezia, fino ai noti caselli daziari, senza nemmeno sapere come mai questa zona è così importante per Milano (e non solo per lo shopping).
Arte, storia, mistero e curiosità rendono il quartiere di Porta Venezia uno dei più affascinanti della città, come testimoniano questi 10 segreti.
10 SEGRETI di PORTA VENEZIA (sconosciuti anche a chi ci vive)
#1 La Porta un tempo non si trovava dove la vediamo oggi
Porta Orientale
Conosciuta in passato come Porta della Riconoscenza o Porta Orientale, Porta Venezia si trovava leggermente spostata rispetto a dove invece è ora: si trovava infatti all’incrocio tra Corso Venezia e Via Senato.
#2 È un quartiere ricco di case Liberty
Partendo dal celebre Palazzo Castiglioni, il quartiere di Porta Venezia è ricco di edifici Art Nouveau e di palazzi con fini decorazioni liberty, risalenti alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento. Da ammirare sono sicuramente l’Hotel Diana (in Piazza Oberdan) e Casa Galimberti (all’angolo tra Via Malpighi e Via Sirtori), facilmente riconoscibile dalle colorate donne in maiolica.
#3 Era la zona del Lazzaretto, infestato da oscure presenze
Poco fuori dall’allora Porta Orientale venne costruito il Lazzaretto, descritto anche dal Manzoni nel suo I Promessi Sposi. Qui venivano confinati gli infermi particolarmente gravi, specialmente se affetti da malattie fortemente contagiose come la peste e la lebbra. Si racconta che ancora oggi, in Via Lazzaretto, si possano sentire i lamenti dei malati che non sono mai più usciti.
Complice anche il fatto che nella zona di Porta Venezia viva una ben consolidata comunità eritrea ed etiope (con una cucina particolarmente veg-friendly), il quartiere ospita parecchi locali veg, o comunque attenti alla cucina vegetariana e vegana.
#5 Era la dimora di letterati e personaggi celebri
Corso Venezia e i suoi dintorni ospitarono numerosi personaggi famosi, primo tra tutti Napoleone Bonaparte. Prima di spostarsi a Monza, il Re d’Italia scelse come base per il suo seguito Palazzo Serbelloni, al n°16 di Corso Venezia. Ma la zona fu dimora soprattutto di letterati: come Henry Beyle (più noto con lo pseudonimo di Stendhal), che pur essendo francese gli piaceva autodefinirsi milanese, e Filippo Tommaso Marinetti, il futurista ricordato da una targa sulla sua casa in Corso Venezia n°23: “Questa è la casa dove nel 1905 Filippo Tommasi Marinetti fondò la rivista Poesia, da qui il movimento lanciò la sua sfida al chiaro di luna specchiato nel Naviglio”. La targa fa riferimento al Manifesto del Futurismo intitolato “Uccidiamo il Chiaro di Luna”.
#6 Il portone “ferito”
Milano fu protagonista della storia nel 1848, quando il popolo si ribellò agli austriaci e riuscì a scacciarne l’esercito (anche se solo momentaneamente) nelle celebri 5 giornate. Corso Venezia ricorda il valore dei milanesi e la repressione austriaca all’altezza del n°13, dove si può notare una colonna, ai lato di un portone, che reca ancora i segni di quegli scontri. In questo punto gli austriaci risposero alla ribellione del popolo milanese con colpi di cannone, senza tuttavia riuscire a sopraffarlo.
#7 Il fantasma sul balcone
Ugo Foscolo amò molte donne, ma poche così intensamente come la nobile Antonietta Fagnani Arese. La donna, che si racconta fosse particolarmente affascinante, abitava in Palazzo Arese di Corso Venezia, oggi demolito, ad eccezione di un balcone. Qui il fantasma di Antonietta si sporge ancora, nelle notti in cui la luna non è nascosta dalle nuvole.
#8 Si trovava qui la prima piscina pubblica di Milano
Come molti sanno, in Piazza Oberdan si trova l’Albergo Diurno Venezia, conservato dal FAI e periodicamente aperto per visite guidate: si tratta di un vero e proprio gioiello dell’art deco, dove un tempo i milanesi e i turisti potevano fermarsi per farsi una doccia, andare alle terme, passare dal barbiere o fermarsi per una manicure. Pochi sanno, invece, che in piazza c’erano i Bagni di Diana (dove oggi sorge l’Hotel Diana), la prima piscina pubblica milanese, progettata nel 1842 e aperta al pubblico fino al 1908. I Bagni inizialmente erano accessibili esclusivamente agli uomini, ma dal 1886 anche le donne poterono entrare (ma solo la mattina).
#9 Qui pianse la Madonna
https://www.massimopolidoro.com/
In Via San Gregorio sorge la Chiesa Ortodossa di San Nicola, all’interno della quale è custodita un’icona di legno raffigurante la Madonna che tiene in braccio Gesù. Nel 2010 si sarebbe compiuto un miracolo, a detta di alcuni fedeli: la Vergine si sarebbe messa a piangere! Il caso aveva interessato anche il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (CICAP) che però, facendo delle analisi sul liquido ritrovato sul volto della Madonna, non trovò traccia di DNA umano.
#10 Si nasconde l’unica casa 770 d’Europa
In Via Poerio 35 si può avvistare un edificio diverso dagli altro che lo circondano: è la Casa 770, in stile gotico, che prende ispirazione da un edificio di New York che si trova al n°770 di Eastern Parkway. La casa venne fatta costruire da una comunità ebraica ed oggi ne esistono ben 16 riproduzioni nel mondo, tra Brasile e Israele, Australia e Cile (solo per citarne alcune). La Casa 770 di Milano è l’unica in Europa, oltre a quella in Ucraina.
Un luogo scuro che riporta all’idea di un incendio, ma in realtà questa stazione dei vigili è perfettamente funzionale.
La “diabolica” stazione dei vigili in Alto Adige
# Nero Bruciato
La stazione dei vigili del fuoco di Magré, in provincia di Bolzano, è un luogo scuro, fatto di grotte e posto a ridosso della montagna, che offre un magico sfondo. Il setto di cemento nero che si appoggia sulla parete rocciosa restituisce l’inquietudine di un palazzo carbonizzato dalle fiamme, ironico visto che si tratta di una caserma dei pompieri. La struttura però è pensata con uno scopo estremamente funzionale: è una protezione anti caduta, per questo è molto resistente e in grado di sostenere grandi pesi. Il suo colore nero bruciato è dato dalla polvere del carbone di faggio.
All’interno di questa struttura carbonizzata si trovano tre grandi grotte collegate da cunicoli che permettono l’agile passaggio dei vigili. Due delle caverne contengono veicoli e macchinari, con lo spazio necessario per uscire in velocità, nella terza invece si trova una sala amministrativa. L’interno rotondeggiante e bianco contrasta la struttura squadrata e nera dell’esterno. Le vetrate riempiono le caverne di luce, trasformandole da luogo di mistero a stanze ospitali, inoltre permettono di godere del paesaggio circostante, nel quale il palazzo si integra perfettamente mimetizzandosi con la parete di roccia a cui si poggia.
La struttura è stata realizzata nel 2010, e nonostante il suo aspetto diabolico dato dal nero delle pareti esterne e l’interno che ricorda grotte residenza di pipistrelli, la caserma è pensata per essere il più funzionale possibile. Nero bruciato fuori e bianco pulito dentro, la stazione permette ai vigili del fuoco di lavorare in efficienza e sicurezza. L’aspetto diabolico della struttura esterna contrasta infatti il nobile lavoro che viene fatto d chi abita il luogo.
Le immagini in anteprima del nuovo grattacielo di Regione Lombardia a Isola.
Milano avrà un nuovo grattacielo: si chiamerà SISTEMA
Palazzo Sistema è il suo nome. Un nuovo luogo di lavoro per Regione Lombardia, ma non solo. Sarà il perno di un processo di rigenerazione urbana del quartiere, anche grazie al verde diffuso accessibile da parte dei cittadini.
La nuova torre sarà di 26 piani per un’altezza di circa 100 metri, con terrazze verdi a doppia e tripla altezza, insieme a specchiature modulari di vetro fotovoltaico. Sulla copertura del corpo più basso ci sarà un grande tetto di giardino pensile.
L’area colpita dal progetto è all’Isola, tra via Pola, via Rosellini, via Taramelli e via Abbadesse.
Progettato secondo i principi del Dry Garden, sarà un giardino autosufficiente con avvallamenti nel terreno per permettere la raccolta di acque piovane, favorendo la mitigazione climatica. Il parco sarà aperto a tutti i milanesi.
Du Idroscalo is megl che one? Questo in sintesi l’avveniristico progetto per il Lido di Milano che è approdato in giunta. La rivoluzione sarà totale e consentirà attività sportive durante tutto l’anno. Vediamo come diventerà e quando verrà inaugurato.
Il GEMELLO dell’IDROSCALO: il progetto per il NUOVO LIDO
# Il Lido di Milano parlerà spagnolo
Credits: www.milanodavedere.it – Lido di Milano
La piscina del Lido di Milano è chiusa da ormai tre anni, inutilizzata anche a causa di scarsa manutenzione in parte dovuta anche alla pandemia. Tutto il Lido è off limits dalla fine di questa estate. A fine 2020 il Comune di Milano aveva accolto il progetto di partenariato pubblico-privato per il la riqualificazione del complesso progettato alla fine degli anni Venti dall’ingegnere Cesare Marescotti e inaugurato nel 1931.
Il bando lanciato dall’amministrazione comunale aveva visto vincitori gli spagnoli della Ingesport Health and spa consulting, in cordata con altre società, che lo avranno in gestione per 42 anni rilevandola da Milanosport. L’investimento è a loro carico, per trasformare il Lido di Milano in un “parco sportivo fruibile tutto l’anno e non solo nei tre mesi estivi”, e sarà di 25 milioni di euro.
# Da piscina a “specchio d’acqua”: il Lido diventerà un piccolo gemello dell’Idroscalo per praticare canoa e kayak e altri sport
Credits Comune di Milano – Nuovo Lido di Milano
Il Lido di Milano verrà trasformato in un piccolo gemello dell’Idroscalo. Secondo le anticipazioni pubblicate da La Repubblica, l’attuale piscina, “che comporta un notevole spreco di risorse perché sprovvista di un adeguato impianto filtrante”, lascerà il posto a uno specchio d’acqua dove poter praticare canoa e kayak tutto l’anno, come nello storico bacino artificiale adiacente a Linate, oltre ad altre attività di fitness.
Credits Comune di Milano - Nuovo edificio del Lido di Milano
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Credits Comune di Milano - Vista laterale nuovo edificio del Lido di Milano
Credits Comune di Milano - Nuovo edificio del Lido di Milano
Verrà poi realizzata un’altra vasca estiva, una “nuova palazzina che ospiterà un centro ludico-sportivo molto attrezzato” dedicato al fitness e verrà demolito e ricostruito il Padiglione delle Cabine.
# Quando partiranno i lavori e quando verrà inaugurato il nuovo Lido
Credits Comune di Milano – Vista area nuovo Lido di Milano
Il via libera al progetto definitivo, già presentato dalla società spagnola, dovrebbe arrivare in giunta comunale entro la fine del 2022, a cui seguirà la firma del contratto e il progetto esecutivo. I lavori per il nuovo Lido dovrebbero partire da gennaio 2023 e prevedono cantieri in più fasi per oltre due anni e mezzo. L’inaugurazione è prevista per il 2025 e i gestori promettono prezzi scontati per giovani, famiglie e anziani.
“Ho lasciato il posto fisso a Milano e ora lavoro in viaggio: sono una nomade esistenziale” è la storia di Cristina Rolfini, pubblicata su Il Fatto Quotidiano. Secondo un recente sondaggio sono tanti i milanesi che sono tentati da fare come lei: il 40% di chi vive a Milano sta pensando di trasferirsi altrove, chi nell’hinterland, chi in altre parti del mondo. Abbiamo chiesto ai milanesi, che cosa dovrebbe avere Milano per non farci venire voglia di andarcene?
“Ho lasciato il posto fisso a Milano, ora lavoro VIAGGIANDO NEL MONDO”: cosa ci vorrebbe a Milano per non farci andare via
# Cristina Rolfini, la nomade esistenziale di Milano
Cristina a Tahiti (da pensierinomadi.it)
“Mi alzo presto e, fatta colazione, mi accomodo alla postazione di lavoro, un tavolo sotto l’oblò da cui circola un po’ di vento. Portatile, wi-fi, taccuino degli appunti, e sono pronta per cominciare”, scrive Cristina Rolfini, autrice del blog pensierinomadi.it, su Il Fatto Quotidiano. “Il catamarano che mi ospita”, continua, “è attraccato in una marina appena fuori Brisbane, sul fiume che dà il nome alla città. Dal mio ufficio accanto al divanetto e alla cucina vedo altre barche intorno a me e un gran via vai di lavoro, diverso dal mio, piuttosto manuale, ma che mi fa sentire a mio agio, parte di una comunità.”
Una comunità che cambia, che si potrebbe definire di nomadi esistenziali, che ormai si incontrano in ogni angolo del mondo, accomunati da una dimensione che, scrive: “Può sembrare paradossale ma il lavoro rende il viaggio più autentico, lo libera dal turismo.”
# Un computer come ufficio
All’età di 50 anni Cristina Rolfini ha lasciato il posto fisso in una casa editrice di Milano per abbracciare un nuovo stile di vita. Ha viaggiato e lavorato in diversi luoghi: Canarie, Baleari, Sudafrica, Svezia, Armenia, Serbia, Seychelles, Polinesia francese. Unico punto fisso: il computer, grazie a cui può lavorare come freelance. Un lavoro che richiede “un costante impegno per trovare le risorse necessarie e una certa fatica che il movimento senz’altro comporta, oltre che disciplina per rispettare le scadenze senza distrarsi troppo. Ma soprattutto richiedono una profonda determinazione al cambiamento. È stato lungo il cammino per arrivare qui, e paure e incertezze vanno affrontate ogni volta. È una vita che contiene una buona dose di precarietà e sradicamento, ma che in cambio offre una libertà e una pienezza cui oggi non rinuncerei per niente al mondo.”
Una libertà e pienezza che molti di noi in cuor nostro desideriamo. Ma cosa dovrebbe avere Milano per impedirci di trasformarci tutti se non in nomadi esistenziali, in fuggitivi dalla nostra città? Lo abbiamo chiesto agli stessi milanesi. Queste le risposte.
# Che cosa ci vorrebbe a Milano per non farci andare via: le tre proposte più diffuse tra i milanesi
Case e costo della vita più allineati agli stupendiNon è un mistero. Milano sta diventando sempre più inaccessibile. Diverse classifiche mostrano come il rapporto tra caro vita e stipendi è ai massimi in Europa. “Milano era una città ricca, ora è diventata una città per ricchi”, sintetizza il problema Vincenzo Roma. Come intervenire? La ricetta noi la proponiamo da tempo: l’autonomia da città stato. Come le principali città d’Europa. Da dove molti forse scappano, ma ancor di più arrivano da fuori.
Più sicurezza
“Non è possibile non essere liberi di andare in giro per la propria città senza il timore che possa succedere qualcosa”, scrive Silvia Galati, che aggiunge: Nata e crescita a Niguarda… ora vivo a Lugano. Mia figlia in seconda elementare va a scuola in monopattino da sola tutti i giorni. Va al parco giochi con gli amici e nessuno mette in pericolo la sua innocenza. Questa è vita”.
Più umiltà degli amministratori
“Venite in Trentino Alto Adige, cari amministratori milanesi”, scrive Walter, “che sicuramente imparate qualcosa, invece di confrontarvi sempre con Roma o con il Sud Italia”. Un problema endemico in Italia. Ma che a Milano a volte è ancora più insopportabile. Governanti e amministratori che appena eletti si comportano da sovrani, lontani dai cittadini. Più insopportabile perché a Milano questo atteggiamento viene mascherato dal famoso storytelling, o “fuffa”, con cui si dipinge su media compiacenti una realtà artificiale, come scrive Massi: “Milano non è New York, non è Seattle. Milano è una città a Sud di Londra che si è montata la testa troppo velocemente… un bluff ben riuscito”.
Anche se c’è anche chi propone un rimedio omeopatico per perdere la voglia di andarsene: “Venire due giorni a Roma per vedere in che condizioni siamo qua”, come scrive con autoironia Paolo Presicce.
L’Italia è il Paese del grande passato. Milano è la città del futuro. Questi i progetti che si delineano all’orizzonte.
La MILANO FUTURA: i nuovi progetti all’orizzonte
#1 La “Grande Onda”, la nuova porta d’ingresso di Citylife
Milano avrà una “grande onda”: è in costruzione di CityWave, firmato dallo studio danese Bjarke Ingels Group (BIG). Il quarto grattacielo di Citylife sarà la nuova porta d’ingresso alla città nel quartiere dell’ex-fiera. Due edifici autonomi, di 110 e 50 metri, collegati da una struttura a portico sospeso lunga ben 140 metri, sotto il quale ci saranno spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private e un rooftop bar con piscina. La conclusione dei lavori è attesa per l’inizio del 2024.
#2 Il “nido verticale” di Mario Cucinella in dirittura d’arrivo
Credits: www.mcarchitects.it
La torre Unipol, ormai nota come il “Nido verticale” di Cucinella, così soprannominato per la sua forma e struttura, ha già raggiunto la sua altezza massima e si sta provvedendo alla alla copertura con vetri della struttura esterna. Il grattacielo di 120 metri su 23 piani è in dirittura d’arrivo: sarà completato entro la fine del 2022. Dopo la fine dei lavori di costruzione, inizieranno le operazioni di allestimento: il taglio del nastro per l’inaugurazione è previsto per il mese di marzo del 2023.
#3 La “rivoluzione giapponese” a Parco Lambro
Credit: internimagazine.it
Nell’ex area Rizzoli di Parco Lambro è di scena la “rivoluzione giapponese”. Nel 2024 verrà alla luce un nuova costruzione, al posti di quella vecchia e riqualificando la zona: sarà un edificio biofilico, secondo i principi di quella che viene chiamata “l’architettura della vita”. Il progetto si chiama “Welcome, feeling at work”, sarà a zero emissioni e destinato al lavoro e allo svago. Ci sarà una piazza ricca di vegetazione, corti open air per le riunioni più informali, terrazze con orti e giardini fioriti e serre declinate in luoghi di lavoro ma anche di svago.
#4 La grande torre sul Naviglio Grande
Credits: grattacielimilano.it
Il progetto TPR prevede la costruzione di un complesso edilizio multifunzionale su una posizione strategica lungo la ferrovia Milano-Mortara che collega Corsico al centro di Milano in pochi minuti. Il complesso, che si affaccia su un parco urbano esistente delimitato a sud dal Naviglio Grande, è composto da una grande lastra orizzontale di due livelli fuori terra, sormontata da una torre di 20 piani per un’altezza di 75 metri.
#5 Il Grande Faro a Milano Sud
Torre Faro A2A
Il grattacielo progettato dallo studio Citterio-Viel & Partners, già rinominato la “Torre Faro” servirà a raggruppare sotto un unico tetto gli svariati uffici sparsi sul territorio della multiutiliy A2A. Caratteristica saliente del progetto sarà l’originale “spaccatura” centrale a circa 60 metri d’altezza con giardini pensili oltre che l’uso di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Raggiungerà i 145 metri per 28 piani complessivi e dovrebbe essere concluso tra il 2023 e il 2024.
Il quartiere di Santa Giulia, confinante con Rogoredo e la stazione ferroviaria, si sta arricchendo di due edifici dal design simile a quelli già presenti per la sede Sky. Spark One e Spark Two, firmati da Progetto CMR, rappresenteranno simbolicamente un nuovo portale d’ingresso nel sud di Milano. Due edifici di 9 piani, sviluppati su una superficie totale di circa 52mila mq, altamente efficienti e sostenibili secondo i parametri per il raggiungimento della certificazione LEED v4 Platinum e anche della certificazione WELL che valuta il livello di benessere e comfort degli ambienti lavorativi. I lavori sono nella loro fase finale.
Il progetto di “Gioia 20” è suddiviso in “Gioia 20 Est”, alto 98 metri di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest” di 64 metri. I primi scavi e lavori sono già partiti nella prima metà di quest’anno. Le due torri ad uso terziario, che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine, andranno a coprire gli ultimi due buchi rimasti in questa porzione del Centro Direzionale. Consegna prevista tra fine 2023 e inizio 2024.
#8 Park Towers Milano, due torri di 77 e 55 metri con affaccio sul parco Lambro
Credits: milano.corriere.it – Park towers
Park Towers Milano è un progetto di Asti Architetti gestito da BlueStone, primario sviluppatore immobiliare. Le due torri di 77 e 55 metri d’altezza, entrambe con affaccio sul parco Lambro, sono composte da 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e si svilupperanno su un area verde di circa 5.000 metri quadrati ad esclusiva fruibilità dei residenti con spazi comuni come co-working, palestra, area gioco bambini, delivery room, sala eventi.
#9 East Up Town, le nuove residenze a Cascina Merlata
A Cascina Merlata, il nuovo quartiere tra Molino Dorino, Cimitero Maggiore e MIND, procede la realizzazione del progetto Uptown dello Studio Scandurra e Zanetti Design Architettura. Il lotto “East Uptown” ha già visto completato il settore R3, mentre il settore R2 composto da due edifici in linea e di tre torri, è giunto al tetto anche con la più torre più alta di 25 piani. Entro il 2026 dovrebbe essere realizzato anche il lotto R1.
#10 Pirelli 39, di Diller Scofidio + Renfro e Stefano Boeri Architetti, l’ultima “maxi rigenerazione” in Porta Nuova
Il progetto di ridisegno complessivo dell’area tra via Pirelli 39 e via Melchiorre Gioia, affidato al pool di studi di architettura composto da Stefano Boeri Architetti, Diller Scofidio + Renfro, prevede due interventi:
un nuovo grattacielo, “Torre Botanica”, un vero e proprio polmone verdecon 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani e cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni;
l’ex-edificio degli uffici comunali al civico 39 di via Pirelli subirà una pesante riqualificazione con un rivestimento di vetrate e con una terrazza panoramica all’ultimo piano.
Invece ormai sembra tramontata l’ipotesi di avere anche il suggestivo ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia con la serra delle biodiversità.
Da qualche mese sono iniziati i lavori per la realizzazione del progetto immobiliare Hippodrhome, a Lampugnano, a pochi possi dal cuore antico del borgo. Una torre di 22 piani di circa 70-80 metri d’altezza, appoggiata su un edificio di 6 piani, si affaccerà sull’ippodromo di San Siro. Il nuovo complesso abitativo di oltre 16 mila metri e 135 unità abitative, avrà al suo interno palestra, locker room e area di coworking .
Partendo da Milano, oggi ci spostiamo di poco più a nord, restando in regione. A meno di un’ora di strada troviamo uno snodo chiave per la Valtellina attraverso la Valsassina, una città forse meno famosa della dirimpettaia lacustre resa celebre dalle dimore dello star system, ma non per questo meno interessante, soprattutto per quanto riguarda l’indiretto contributo che ha dato alla letteratura italiana e mondiale. A quanto pare, dunque, quest’articolo s’ha da fare.
LECCO: una gita a un’ora da Milano che “s’ha da fare”
# La grande storia di Lecco
Credits: @dbianchi1979 Rocca dell’Innominato
I primi scavi collocano l’aria odierna di Lecco fra il X secolo a.C. al IV secolo d.C. Per tutto il medioevo e in larga misura per l’Età Moderna il nome di Lecco non indica un particolare centro abitato, ma comprende tutta la zona tra il lago e la Valsassina. In quel periodo in Lombardia la civitas (città) definiva solo i centri sedi di diocesi mentre i borgus (borghi) erano costituiti da realtà para-urbane di una certa importanza ma non sede vescovile (ad esempio Varese e Monza). Qui sorgeva infatti un agglomerato abitato policentrico, in cui i vari rioni erano strettamente interdipendenti, ognuno con una specializzazione funzionale ed economica.
Ph. emaarrigoni
Con la caduta del Ducato di Milano Lecco passò alla Spagna e, sotto il dominio di Carlo V, venne trasformata in una roccaforte militare. Nel XVII secolo, poi, Lecco è uno dei molti centri mirabilmente descritti da Alessandro Manzoni ne I promessi Sposi, storia d’amore celebre in tutto il panorama letterario italiano ed europeo soprattutto per l’accurata descrizione della Peste attorno al 1630. Dopo il 1861, Lecco si affermò come uno dei primi centri industriali d’Italia grazie allo sviluppo delle industrie siderurgiche, già attive dal XII secolo, che le conferirono l’appellativo di città del ferro, e completò il suo processo di crescita quando nel 1995 fu elevata a capoluogo di provincia
# Eventi e attrazioni contemporanee
Credits: @vale.a.spass Esino Lario
A livello naturalistico, lo spettacolo del lago vanta un contesto naturale unico: acqua e roccia si uniscono in un binomio imprescindibile che ci regala paesaggi incredibili, sia che si parli delle spiagge in erba o con sassi a Lecco e dintorni che dei tanti percorsi di trekking, escursioni e molto altro ancora. Facendo un tuffo negli itinerari della Lecco medievale, citiamo Ponte Azzone, Torre Viscontea e Vallo delle Mura.
Credits: @manuela.sormani Villa Manzoni
La Villa Manzoni e il Museo Manzoniano raccolgono sicuramente la maggior parte dei visitatori che transitano in zona, tanto più che siamo negli stessi luoghi dove il grande scrittore milanese passò buona parte della propria infanzia. La villa è costruita attorno a un cortile porticato, presenta una struttura tipicamente neoclassica, con una facciata scandita da modanature in arenaria. Sul lato destro si trova un parco molto più piccolo dell’originale. Infatti la villa ai tempi era collocata all’interno di una tenuta agricola coltivata a vite e gelsi per l’allevamento dei bachi da seta.
Dal cortile si accede poi alla Cappella dell’Assunta, dove è sepolto il padre dello scrittore, Pietro Manzoni. Importante centro turistico è anche il Palazzo delle Paure: situato nella centralissima piazza XX Settembre, è un polo museale che racchiude eventi d’arte contemporanea locale ed internazionale collegandoli all’Osservatorio Alpinistico Lecchese, che ci racconta la storia delle grandi imprese dei Ragni di Lecco (famoso gruppo di alpinisti) di ieri e di oggi.
# Cose da fare o da vedere a Lecco
Credits: @martacoppi Pescarenico
Santuario Nostra Signora della Vittoria: ha un significato particolare per la città e per i lecchesi, ricordare i caduti della Grande Guerra. Una caratteristica che lo ricorda ogni giorno. Grazie alla maestosa chiesa che ospita al suo interno pregevoli opere d’arte e la cripta con i militi caduti.
Pescarenico: il borgo di pescatori descritto nei Promessi Sposi, del quale riprenderemo a parlare a breve, merita davvero di essere scoperto camminando nei suoi vicoli, così come di essere ammirato dall’altra sponda del fiume Adda.
Campanile Basilica di San Nicolò: 96 metri di altezza, tanti quanti il Big Ben di Londra. Un campanile eretto su un torrione del Cinquecento, facente parte delle mura del borgo fortificato di Lecco in epoca medievale. Una visita per ammirare uno stupendo panorama sul lago e tutto intorno.
# La Lecco del futuro
Credits: @filippo.pax Lago Di Lecco
Da “gruppetto di case abitate da pescatori e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare”, come lo ha definito Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, a futuro centro nevralgico di Lecco. Stiamo parlando del rione di Pescarenico, che verrà completamente riqualificato e diventerà un laboratorio per progettare la città di domani.
Si stima occorrano almeno 21 milioni e mezzo di euro per trasformare in realtà l’ambizioso piano da realizzare entro il 2030, termine previsto dal sindaco Mauro Gattinoni e dal “suo” archistar tedesco di fiducia del Politecnico di Milano, Andreas Kipar, per ultimare la svolta green ed ecosostenibile di Lecco. Lì troveranno posto il nuovo polo del sapere direttamente collegato alla vicina sede del Politecnico, un hub dell’innovazione, un urban center, spazi per la creatività, mostre ed eventi, padiglioni, un’area per le manifestazioni, il mercato, un parco urbano con tanto di laghetto e collina artificiale e un parcheggio interrato. L’obiettivo di lungo periodo è la ricostruzione e riconfigurazione di reti stabili di comunità e la sperimentazione di modelli innovativi attraverso laboratori e processi di condivisione, responsabilizzazione e ingaggio della cittadinanza attiva come attori nei processi di rigenerazione e innovazione urbana.
Una villa sfarzosa con giardino e dipinti di rara unicità e bellezza. Scopriamo dove si trova e a quanto è stata messa in vendita.
La VILLA più COSTOSA del MONDO è in Italia: questo il suo PREZZO “IMPOSSIBILE”
# La villa cinquecentesca dal valore esorbitante nel cuore della capitale
Credits artsharingroma IG – Villa Aurora
La villa più costosa del mondo è Villa Aurora, si trova su una collina nel cuore di Roma a pochi passi dalla famosa Via Veneto e vicino all’iconica Piazza di Spagna, ed è stata messa in vendita ad un prezzo stratosferico. Un tempo residenza di caccia, questa dimora cinquecentesca è quello che rimane di un complesso di 30 ettari di proprietà della nobile famiglia italiana dei Ludovisi, che ha dato al Paese numerosi diplomatici, mecenati delle arti e persino un Papa. Il suo nome originale per esteso è “Casino di Villa Boncompagni Ludovisi”. Ma quanto costa? E cosa contiene al suo interno che giustifica la cifra da capogiro?
# I tesori artistici della villa: il “camerino alchemico”, grandioso murale del Caravaggio
Credits lollit_ IG – Affresco Caravaggio Villa Aurora
L’elevata valutazione economica della villa è dovuta in modo particolare al valore dei tesori artistici che ospita come il soffitto murale dipinto da Caravaggio, il camerino alchemico, l’unico di questo tipo realizzato dall’artista. Datato 1957 e scoperto negli anni ’60, la scena descritta da Caravaggio rappresenta le tre divinità ispirate dalle fattezze dello stesso artista e rappresentanti i volti di Giove, Plutone e Nettuno. Le tre figure interagiscono attorno a un grande globo lunare, immerso in un nebuloso cielo notturno.
Credits lollit_ IG – Aurora del Guercino
Altra opera incredibile è la bellissima Aurora del Guercino del 1621, raffigurante l’Aurora che avanza sul carro spargendo fiori, mentre la Notte scompare davanti al nuovo Giorno. In totale il valore di questi capolavori è stato stimato in 310 milioni di euro.
# Quanto costa la villa
Credits rachov IG – Villa Aurora
La villa è al centro di una battaglia legale e deve essere venduta: il suo valore è stato fissato in 471 milioni di euro, ma alla prima asta non si sono presentati compratori appunto per il suo prezzo esorbitante. Anche la seconda asta, nonostante il suo valore storico e artistico e uno sconto di circa il 20% rispetto al prezzo originale non ha avuto successo.
Credits Francesco Nazionale - Graffiti in San Babila
L’area più turistica della città sembra abbandonata a se stessa. Nonostante l’impeccabile pulizia di strade e marciapiedi, gli oggetti e l’arredo urbano versano in un perenne stato di degrado e sporcizia. Vediamo il reportage fotografico di Urbanfile.
Il DEGRADO tra DUOMO e SAN BABILA
# Il centro di Milano è pervaso da degrado e sciatteria
Un problema diffuso in tutta Milano: il degrado. Perfino nel cuore della città. In particolare tra piazza Duomo e piazza San Babila, anche verso ilCastello Sforzesco, ci si imbatte in cartelli e muri imbrattati, lampioni sporchi e oggetti di arredo urbano lasciati nel totale degrado e abbandono. Come documentato nel reportage di un celebre blog.
# Cartelli pubblicitari, cabine elettriche e le uscite del passaggio sotto piazza del Duomo ricoperte di tag
Credit Urabnfile e Francesco Nazionale - Degrado in piazza Duomo
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Credits Urbanfile - Fontanella imbrattata
Credits Urbanfile - Francesco Nazionale - Cabina elettrica imbrattata
Credits Urbanfile - Francesco Nazionale - Cabina telefonica imbrattata
Credits Urbanfile - Francesco Nazionale - Torretta imbrattata
Credits Urbanfile - Newjersey imbrattato
Credits Urbanfile - Uscite metro Duomo con tag
Credits Urbanfile - Uscite metro Duomo imbrattate
La denuncia arriva dal blog Urbanfile attraverso il suo reportage fotografico e quello di Francesco Nazionale. Si possono vedere cartelli pubblicitari e torrette per allacci elettrici imbrattati, stesso destino per le vecchie postazioni telefoniche con i telefoni in apparente abbandono. Ancora i cavalletti sistemati approssimativamente nei pressi nelle vie laterali a piazza del Duomo danno una brutta immagine della città insieme agli orrendi newjersey in cemento posizionati senza un senso logico e ricoperti di tag. Le uscite chiuse del passaggio sotterraneo della piazza vicine all’Arengario e al Museo del Novecento sono diventate una lavagna per chi ama deturpare la città con la propria (presunta) creatività.
# In San Babila ribaltato da oltre un anno il cartello esplicativo della fontana, graffiti ovunque e aiuole rovinate
Credits Francesco Nazionale e Urbanfile - Degrado in San Babila
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Credits Francesco Nazionale - Cartello fontana rovesciato
Credits Francesco Nazionale - Graffiti in San Babila
Credits Urbanfile - Aiuola San Babila rifatta da pochi mesi
Credits Urbanfile - Biciclette e monopattini San Babila
Credits Urbanfile - Bici sui marciapiedi San Babila
Simile la situazione in San Babila. Qui troviamo il cartello che racconta la fontana di piazza San Babila capovolto da oltre un anno senza che nessuno sia intervenuto, tag e graffiti sono presenti su pareti, teche e vari oggetti di arredo urbano. Per finire le nuove aiuole sono completamente rovinate e invase da biciclette e monopattini.
In una delle metropoli più popolose della Cina ha inaugurato una stazione dall’impatto scenografico. Dove si trova e come è stata progettata.
Video del giorno: la nuova STAZIONE “ASTRONAVE” della METRO più TECNOLOGICA del MONDO
# Il nuovo mega hub metropolitano di Shenzen
Stazione Gangxia North
La stazione Gangxia North è una nodo di interscambio per la linea 2, la linea 10, la linea 11 e la linea 14 della metropolitana di Shenzhen. La linea 14 è operativa dal 28 ottobre 2022 insieme ai binari della linea 10 e 11 mentre quelli della linea 2 sono in funzione dall’estate 2011. La fermata è stata inaugurata poche settimane fa e si estende su una superficie di 220.000 mq, 1,6 volte più grande della vicina stazione intermodale di Futian, un mega hub di linee metropolitane progettato e realizzato con le più moderne tecnologie.
L’interno della stazione si caratterizza per una cupola da cui scendono centinaia di raggi bianchi intervallati da scanalature e luci fredde che danno l’impressione di trovarsi dentro un’astronave. A molti il soffitto ricorda anche una stella splendente, da cui il soprannome di “Shenzhen Eye”.
Sopra il piano banchine c’è un’area e una piazza commerciale e altri spazi polifunzionali per cittadini e viaggiatori, mentre i convogli sono visibili anche dall’alto grazie alla copertura in vetro sopra i binari. Un’ambientazione “cibernetica” che rimanda ai più riusciti film di fantascienza e di missioni nello spazio.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Martedì 15 novembre. Inaugurato l’ultimo tratto della tangenziale nord in fase di costruzione da anni, avrebbe dovuto aprire entro l’Expo 2015. Così si completa l’anello della tangenziale: vediamo come è stato realizzato l’ultimo tratto e i vantaggi per i milanesi.
Momento storico: COMPLETATO il grande cerchio delle TANGENZIALI di Milano
# Completato il prolungamento dell’A52 fino a Novate Milanese
Mappa A52
Lunedì 14 novembre c’è stato il taglio del nastro di un’opera attesa da un decennio a Milano, il completamento del prolungamento dell’A52 fino a Novate Milanese e quindi il collegamento con la Rho-Monza. L’apertura al traffico è avvenuta la mattina del 15 novembre. La nota di Milano Serravalle: “Il tratto inaugurato completa il collegamento tra la A52 Tangenziale Nord di Milano e la A50 Tangenziale Ovest di Milano, attraverso la riqualifica della vecchia SP46 (Rho-Monza), chiudendo così l’anello delle Tangenziali milanesi e offrendo un percorso alternativo, per gli spostamenti est-ovest e viceversa, al congestionato tratto urbano della A4“.
# La chiusura dell’anello delle tangenziali milanesi
Tangenziali di Milano
Si chiude quindi l’anello delle tangenziali milanesi, il più esteso sistema italiano di tangenziali intorno ad una città, composto da Tangenziale Ovest, Tangenziale Est, Nord e l’ultima Tangenziale Est esterna per una lunghezza complessiva di 107,3 km. Le tratte si estendono rispettivamente per 33, 29,4, 12,9 e 32 km.
# Le opere di mitigazione e compensazione per la realizzazione della Tangenziale Nord
Credits serravalle.it – Galleria Fonica A52
Nella realizzazione della Tangenziale Nord sono stati diversi gli accorgimenti e le opere di mitigazione e compensazione, per l’impatto dell’inquinamento acustico e atmosferico, che sono state realizzati e che verranno implementati successivamente. Vediamo quali sono:
la Galleria Fonica di Paderno Dugnano, lunga circa 270 metri e costituita da archi in carpenteria metallica a sostegno di un involucro fonoassorbente laterale e trasparente in cristallo sulla sommità. Il lato a sud è completamente rivestito di pannelli fotovoltaici, in grado di soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’opera stessa”;
la realizzazione in trincea del tratto tra Bollate e Novate che, con l’integrale interramento della viabilità e la costruzione di 4 gallerie, ha consentito la ricucitura del territorio sia dal punto di vista viabilistico che dal punto di vista ambientale con la creazione di corridoi ecologici prima inesistenti;
barriere antirumore;
pavimentazioni drenanti e fonoassorbenti;
un sistema di collettamento e trattamento delle acque di piattaforma che rende l’autostrada un sistema “chiuso” ed autosufficiente dal punto di vista idraulico;
da realizzare infine un sistema di viabilità ciclo-pedonale esteso ai quattro comuni attraversati dall’opera.
Il Comune di Milano ha varato un piano per realizzare una rete diffusa di ciclabili in tutta la città. L’obiettivo è garantire lo spostamento più agile e in sicurezza dei cittadini che usano biciclette e monopattini. Una parte dei percorsi è già stata portata a termine. Credi che siano state fatte bene? Vota il sondaggio.
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La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico.
Si prospetta un vero salasso per chi ha sottoscritto il classico contratto di affitto “4+4” e si prepara a rinnovare entro l’anno. Questi gli aumenti possibili e le aree di Milano con i rincari maggiori.
🔴 STANGATA in ARRIVO per gli AFFITTI: aumenti RECORD per i contratti in scadenza
# In arrivo un salasso per chi ha sottoscritto contratti di locazione tra il 2014 e il 2015
Credits keresi72 -pixabay – Appartamento
In base a una stima effettuata dalla società di intermediazione immobiliare Abitare Co si prospetta un vero salasso per chi ha sottoscritto il classico contratto di affitto “4+4” da rinnovare entro la fine del 2022. La platea è quella degli inquilini che hanno firmato i contratti di locazione tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Vediamo gli aumenti possibili nelle diverse aree di Milano.
# Previsto un aumento medio del canone fino al 24,1% nelle vie di pregio
Credits Andrea Cherchi – Vicolo Brera
Ipotizzando l’affitto di un bilocale di 70 mq si potrebbe registrare un aumento medio intorno al 17,4% e un canone medio di circa 1.300 euro mensile: si va dai 720 euro in periferia ai 1.930 euro per gli immobili di pregio. Nel 2015 sono stati 31.928 i contratti di affitto «4+4» stipulati, per appartamenti con una superficie media di 72 metri quadrati.
Analizzando i rincari possibili per le diverse aree di Milano, la crescita più marcata si avrà nelle vie di pregio con +24,1%, a seguire le aree centrali con +15,9%, quelle semicentrali con +14,6% e infine le zone periferiche con aumento del 15,1%. Da queste previsioni sono escluse le spese condominiali e eventuali aumenti delle spese per il riscaldamento e la luce.
Da oltre 20 anni non ci sono più cittadini che si definiscono di madrelingua italiana. Scopriamo dove si trova questo comune e quale altro curioso primato può vantare.
L’UNICO COMUNE italiano SENZA nessun MADRELINGUA ITALIANO
# Da vent’anni non si parla più italiano
Credits in_valdultimo IG – Martello
In Alto Adige c’è l’unico comune italiano senza madrelingua italiani: a Martello il 100% dei suoi circa 850 residenti si sono dichiarati di madrelingua tedesca. L’ultimo censimento in cui si è registrata una presenza di cittadini che si definivano di madrelingua italiana, lo 0,70% della popolazione, è stato quello del 2001. Curioso che dopo i madrelingua tedeschi seguono slovacchi, serbi e bosniaci. Ma nessuno di lingua madre italiana.
# Il nome non è quello che sembra
Lago del rifugio Marteller
Il nome non significa quello che può sembrare. Deriva infatti dal latino “murtella” che vuol dire “mirtillo”. Ma una delle caratteristiche del comune è un’altra: l’altitudine. Posizionato a oltre 1.300 metri gode però di un microclima particolare che gli consente di conseguire un altro record, più appetitoso.
# La valle più alta in Europa per la coltivazione di fragole
Credits eleonora.pupo IG – Val Martello
Il territorio comunale si estende su una superficie di 143 kmq, ha una popolazione di circa 850 abitanti e si trova nella Val Martello, laterale alla Val Venosta, interamente compresa nel parco nazionale dello Stelvio. Oltre al comune anche la valle detiene un curioso primato: è la più alta d’Europa per la coltivazione delle fragole, in un’area ricompresa tra i 900 e i 1800 m s.l.m. d’altitudine.
chiara ferragni - museo sognatori (dal suo profilo Instagram)
Sta sbancando a Milano. Ancora di più sui social anche grazie a Chiara Ferragni che ha incendiato le polemiche per aver fatto chiudere il museo per una festa privata. Ma qual è il segreto del successo di questo nuovo format nel cuore di Milano?
Il successo del “MUSEO dei SOGNATORI”, 15 installazioni per volare nella fantasia nel cuore di Milano
# Museum of Dreamers: 15 installazioni immersive per rieducare alla “cultura dei sogni”
Ormai lo hanno scoperto tutti, grazie alle polemiche per l’occupazione di Chiara Ferragni. In pieno centro a Milano, nello spazio un tempo occupato da Coin Excelsior, in piazza Beccaria, ha aperto da martedì 20 settembre il Museum Of Dreamers. Si sviluppa su oltre 2.000 mq e si snoda attraverso un allestimento composto da 15 installazioni immersive caratterizzate da colori sgargianti, scritte al neon, giochi di specchi, altalene sospese tra le nuove e una piscina di palline dove immergersi.
Il messaggio motivazionale che si lega ad ogni installazione ha l’obiettivo di rieducare alla “cultura dei sogni”.
# Da chi è nata l’idea e a chi è rivolto
Stanza capovolta Museum of dreamers
L’idea del Museo Of Dreamers è nata dalle designer Elena e Giulia Sella, fondatrici di Postology, agenzia di brand e retail experience milanese. Il segreto del format? L’unione di intrattenimento, design, creatività e tecnologia. Vuole essere “non come una semplice mostra da visitare, ma una vera esperienza da vivere e da ricordare”, come spiegano le sue creatrici. Il museo è aperto a tutti ma è rivolto soprattutto ai più giovani, in special modo alla generazione Z, per consentire loro di avere uno “spazio per sognare, condividere i propri desideri e passioni, lasciarsi ispirare e imparare a vincere le proprie paure.”
E non temete: giurano che non succederà più che lo si chiuda per un’ospite vip.
La nuova frontiera dell’urbanistica green. La torre a elica rivestita di alberi. Ecco dove sarà inaugurata.
Il GRATTACIELO avvolto dagli ALBERI
# The Helix ricorda la struttura del DNA, ma alta ben 106 metri
Una doppia spirale in vetro alta 106 metri e ricoperta da alberi. Ecco come, nei primi mesi del 2025, apparirà la nuova sede Amazon ad Arlington, in Virginia.
Progettato dallo studio internazionale di architettura NBBJ, che da anni crea spazi sostenibili, questo nuovo futuristico edificio si chiamerà “The Helix” per via della sua struttura, simile a quella del DNA.
# Un Bosco Verticale, ma con terrazze panoramiche e anfiteatri all’aperto
Ma non ricorda solo il DNA. Le sue foto non vi sembrano vagamente familiari?
Anche se alla lontana, potremmo benissimo paragonarlo al nostro Bosco Verticale, ma con due passerelle a spirale esterne e fruibili da tutta la città. E, con i suoi sentieri escursionistici, le sue balconate panoramiche e gli anfiteatri per gli spettacoli all’aperto, non sarà solo la sede del colosso Amazon, ma un dono per tutta la comunità.
# La trasformazione del quartiere: auto solo sottoterra
Credits: www.idealista.it
Infatti, questo grattacielo trasformerà l’intero quartiere di Arlington. Le auto private e il trasporto pubblico circoleranno solo sottoterra e l’intera zona diventerà pedonale e ciclabile. Pensate, si prevede anche un parcheggio per ben 950 biciclette.
Insomma, un altro ingente investimento immobiliare da parte di Amazon, ma che ha lo scopo di garantire il benessere dei dipendenti così come della comunità, unendo innovazione, ambiente e creatività.
# Alimentato solo da energia rinnovabile
L’intero complesso sarà completamente alimentato dall’energia rinnovabile, creata dal parco solare nella contea di Pittsylvania. E, per questo, punterà anche ad ottenere il Leed Platinum, la più alta certificazione del Green Building Council all’edilizia sostenibile.
Anche la scelta dei materiali non è casuale: con le sue pareti in vetro e con l’esterno realizzato con legno riciclato, sarà davvero sostenibile sotto ogni aspetto.
# Un campus “su misura d’uomo”, tra uffici, negozi e ristoranti
Credits: www.idealista.it
E anche il campus intorno all’edificio vuole essere “su misura d’uomo”: un’oasi per i dipendenti, ma anche un’attrazione per residenti, turisti e curiosi.
Infatti, gli spazi esterni a The Helix saranno sempre accessibili e saranno presenti negozi, ristoranti e panchine. Ma anche quelli interni potranno essere visitati, però solo nel fine settimana.
L’aggiornamento della direttiva europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini. Ecco cosa potrebbe succedere.
Dal 14 Dicembre la TUA CASA potrebbe valere ZERO
# A dicembre la proposta della Commissione Europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni
Credits: era.ong – Parlamento Europeo
Il 14 dicembre potrebbe arrivare una disposizione che rischia di azzerare il valore della gran parte delle case in Italia. Non solo: il rischio è di creare uno choc sul mercato immobiliare e sull’offerta di case in affitto. La Commissione Europea si prepara a presentare infatti la proposta relativa all’efficientamento energetico delle abitazioni come previsto dal piano per la riduzione delle emissioni di CO2 collegato all’obiettivo “Fit for 55”. La direttiva EPBD, che significa energy performance of buildings directive, si pone l’obiettivo di avere nell’Unione Europea dal 2050 solo case a emissioni zero, sia quelle di nuova costruzione che quelle esistenti che dovranno essere efficientate.
# Dal 2027 vietata vendita o affitto di immobili con classe inferiore alla E. Dal 2033 si potranno vendere o affittare solo immobili con classe energetica superiore alla C
Credits Kookay-pixabay – Case a Roma
Nella bozza della nuova EPBD è previsto che dal 2027 tutti gli Stati dell’Unione Europeavietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe inferiore alla classe energetica E, dal 2030 toccherà a quelli in classe energetica D, dal 2033 gli immobili inferiori alla C. Per gli appartamenti in condominio le scadenze dovrebbe essere posticipate: dal 2030 per la classe E, dal 2033 per la D e dal 2040 per la C.
L’unica possibilità per superare il divieto di vendita o affitto sarà di portare l’abitazione alla classe energetica minima indicata dalla direttiva, entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita. Per i nuovi edifici si prevede che dovranno essere ad emissione zero dal 2027 quelli pubblici e dal 2030 quelli privati.
# Quasi il 90% delle case degli italiani potrebbe valere zero
Credits scenarieconomici-istat-cresme – Dati anzianità immobili in Italia
L’aggiornamento della direttiva europea avrebbe un impatto devastante sull’economia italiana e sulle tasche dei cittadini. Sul totale degli immobili presenti in Italia ben l’87% è in classe energetica D o inferiore: di questi 2,15 milioni sono stati costruiti prima del 1918 e che avranno un valore pari a zero se passerà la proposta della Commissione Europea. I proprietari potranno solo vivere nelle abitazioni in loro possesso se non avranno risorse sufficienti per migliorare l’efficientamento energetico, visto anche il progressivo esaurimento del superbonus al 110% per le ristrutturazioni che scenderà già al 90% nel 2023 con l’aggiunta di alcuni paletti, e non potranno più contare sulla redditività del più classico dei beni rifugio.
# Il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire
Credits anna_caprarelli IG – Banca d’Italia
Uno dei punti di forza dell’Italia è sempre stata la capacità di risparmio dei suoi cittadini e il patrimonio privato, si trova al decimo posto a livello mondiale. L’ultimo report della Banca d’Italia sulla Ricchezza delle famiglie italiane indicava infatti una ricchezza netta a fine 2020 “pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile, registrando una crescita dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. Le abitazioni, principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda.”
Il problema sta proprio nel fatto che quasi il 50% della ricchezza è rappresentata da immobili. Questo significa che il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire a meno di poderosa crescita delle ristrutturazioni nei prossimi anni, cosa alquanto improbabile dato che in due anni di superbonus al 100% ne sono avvenute poco più di 300.000.