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Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

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alvaraaltissimo IG - Edicola Radetzky

Uno dei punti deboli di Milano: l’arredo urbano. Pur avendo l’amministrazione comunale definito nel 2018 le linee guida di “Arredo e decoro urbano”, negli ultimi anni si è limitata a promuovere solo alcune sistemazioni esterne, spesso contestate, come le fermate della M4 e in primis quella di piazza San Babila.

Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

Credits: isaloniofficial IG

Nonostante siano ormai scomparsi tutti i grandi designer del secolo scorso e sembra che sia stato disegnato qualsiasi elemento di arredo, Milano si conferma tuttora come la capitale mondiale del design d’arredamento. Perché limitare questa eccellenza al settore privato? Ma prima facciamo qualche passo indietro. 

# La “nascita” dell’arredo urbano: le Calçadas portuguesas

giuseppedemuro IG – Calçadas portuguesas

Si hanno i primi evidenti e originali elementi di contorno urbano, dopo i piani urbanistici del XV secolo di Lisbona e Porto quando vengono create le Calçadas portuguesas, i famosi selciati portoghesi, che in seguito si diffondono anche nelle ex colonie d’oltre mare d’oltre mare. Quelli monocromatici erano presenti nell’antica Roma. E dalla seconda metà dell’Ottocento che gli elementi d’arredo urbano iniziano a caratterizzare le città europee, come nel piano Cerdà di Barcellona, dove erano previsti chioschi ad ogni crocevia e dall’inizio del secolo successivo, mentre Hector Guimard nel 1910 disegnò degli stupendi ingressi della metropolitana di Parigi come a Port Dauphine e in Place l’Étoile, realizzati utilizzando dei materiali poveri di tipo industriale.

# Le famosa Trinkhalle e il suo “riferimento” milanese: l’Edicola Radetzky

bauhaus-dessau.de – Trinkhalle

Le Trinkhallen, padiglioni di acque potabili fecero la loro comparsa nelle città dagli anni Sessanta dell’Ottocento, con la diffusione dell’acqua minerale artificiale e in seguito alcune di esse ampliarono l’offerta a più prodotti. La Trinkhalle, famosa per la sua architettura, fu progettata nel 1932 da Mies van der Rohe inserendola nel muro bianco che Walter Gropius, fondatore della celebre scuola d’arte e design, aveva disegnato per delimitare l’area delle case degli insegnanti.

alvaraaltissimo IG – Edicola Radetzky

E a Milano, accanto alla Darsena, c’è ancora l’Edicola Radetzky, un chiosco in stile liberty in ferro e vetro, che era in origine un edicola e dal 2016 è sede di mostre d’arte contemporanea e altre attività culturali. Persino gli elementi più semplici dell’arredo urbano sono stati oggetto di interesse artistico da parte di fotografi, tra i quali Otto Steinert, in realtà medico di professione, la sua più nota fotografia è del 1950.

# Dagli allestimenti delle linee 1 e 2 della Metropolitana, di Albini, Helg e Noorda all’Apple Store di Piazzale Liberty

Credits: @stefanello71 metro lima

A Milano sono state fatte pregevoli realizzazioni moderne in questo settore: le prime nel 1962- 69 con l’allestimento delle linee 1 e 2 della Metropolitana, ideate da Albini ed Helg con grafica di Bob Noorda, poi con Enzo Mari, consulente negli anni ’80 del Comune, che disegno “il panettone”, per delimitare una strada resa pedonale, al posto delle classiche fioriere di catenelle, ferri a U, o altri tipi di paracarri. Ma l’eccessiva diffusione di questo modello portò l’ufficio tecnico comunale a sostituirlo con orrendi diffusori. Sempre di quegli anni è da ricordare un’edicola dei giornali disegnata da Ettore Sottsass, che la replicò come chiosco nella città di Torino.

Credits Andrea Cherchi – Apple Store

Di rilievo è anche la pensilina dell’ATM in piazzale Cordusio, disegnata da Antonio Citterio con Patricia Viel, una sorta di elegante omaggio alle uscite della metropolitana parigina di Hector Guimard. Anche Norman Foster ha firmato una serie di pensiline smart dei mezzi pubblici per conto di una concessionaria multinazionale e la sistemazione di piazza Liberty, con tre fontane di cui una vetrata, e la scalinata di invito all’Apple Store sotterraneo, anch’esso progettato dal suo studio.

# Tra interventi riusciti e sistemazioni contestate

https://nontiperdere.com/2020/02/09/6-cose-che-forse-non-sapete-sulla-chinatown-di-milano/

Tuttavia, tranne in zone come via Paolo Sarpi, corso Garibaldi, corso Como e in parte all’Ortica, altri interventi non hanno contribuito a dare un’impronta alla città, sia nella valorizzazione del centro storico che delle nuove sistemazione di spazi aperti, come nelle alberature per le strade, pure per scadente pulizia e manutenzione, come nei tombini. Tali ambiti si rivelano sovente come “una terra di nessuno”, infatti, sono ormai avvertiti dalla collettività come luoghi irrisolti, dove seguire sempre meno le “istruzioni d’uso” . Con lo sporcare ovunque, imbrattando qualsiasi parete, con il parcheggio selvaggio, utilizzando in modo disinvolto luoghi inadatti, e dopo la pandemia con l’eccessiva e disordinata occupazione del suolo pubblico.

Credits Andrea Cherchi – Piazza San Babila riqualificata

Pur avendo l’amministrazione comunale definito nel 2018 le linee guida di “Arredo e decoro urbano”, negli ultimi anni si è limitata a promuovere alcune sistemazioni esterne, spesso contestate, per le fermate della M4 come in piazza San Babila e diverse iniziative di Urbanistica Tattica, che se non è collegata all’urbanistica strategica o non ha un intento artistico è solo una “scorciatoia”.

Credits: orticamemoria.com
Dialoghi: Rap a Milano – Murales Ortica

Più interessante è il progetto di “stencil art”, patrocinato dal Comune di Milano, OrMe Ortica Memoria a cura di orticanoodles, museo a cielo aperto urbano, che racconta il ‘900 attraverso la storia del quartiere, di Milano e d’Italia.     

fondazionericcardocatella.org – Una panchina per Milano

Nel 2005 è stato indetto un bel concorso “Una panchina per Milano” promosso da Urban Land Institute, con il patrocinio  del Comune di Milano, oltre che dell’ADI, di Assolombarda, della Camera di Commercio di Milano, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, della Provincia di Milano e della Regione Lombardia: la panchina vincitrice disegnata da Alberto Meda, non venne mai adottata dal Comune, bensì  inserita nel catalogo di un produttore e nel giardino pubblico della Fondazione Riccardo Catella.

# Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

Credits: blog.urbanfile.org
Arredo urbano Milano

Dapprima rammentare quello che hanno già precisato da tempo esperti tipo Carlo Tognoli, Bernardo Secchi, Emilio Battisti, Andreas Kipar: poche regole comuni rigorosamente applicate come in Europa.

Ridurre il numero, selezionare e coordinare gli elementi che vanno a popolare gli spazi pubblici, collegandoli a un’idea di progetto del suolo. Si rende necessaria, in poche parole, una progettazione qualitativa e coordinata di strade, marciapiedi, illuminazione, segnaletica, infrastrutture, giardini, attrezzature.

Riscoprire l’antico color verde scuro tipico degli elementi di arredo urbano di Milano, in modo che con l’uniformità delle tipologie e dei colori la città può assumere un carattere identitario.

# Osservare gli esempi dall’estero

andrea_buntes_leben IG – Fermata bus Hannover

Poi osservare gli esempi più interessanti al riguardo realizzati altrove: le fermate degli autobus ad Hannover disegnate nel 1994 da diversi architetti come Frank Gehry, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini e inoltre le strutture di accesso  alla metropolitana di Bilbao chiamate dalla popolazione basca “fosteritos”, in onore del progettista, o quelli di Veste, azienda norvegese specializzata dal 1947in arredo urbano e da tempo di tipo sostenibile, oppure sorprendersi per come possa essere stata realizzato un bacino artificiale urbano. 

# Percepire i segnali subliminali dai migliori interventi artistici nelle città

Credits italianways.com – Vittorio Emanuele impacchettato

Inoltre dai migliori interventi artistici nelle città si potrebbero forse percepire quei segnali subliminali, per meglio individuare degli aspetti degli ambienti urbani, immaginati dagli autori che alla popolazione spesso possono sfuggire. A Milano nel 1966 Dan Flavin ha realizzato un’installazione luminosa permanente all’interno di Chiesa Rossa, ideata da Giovanni Muzio nel 1932 e Christo con la moglie Jeanne-Claude nel 1970 ha impacchettato due monumenti, uno in piazza del Duomo e un altro in piazza della Scala, mentre Dani Karavan nel 1978 ha segnato la Firenze notturna con un raggio laser che collegava la Cupola di Brunelleschi al Belvedere.

dan_h8 IG – Peix D’OR

E all’estero esemplari sono El Peix d’Or, un’opera d’arte di Frank Gehry sul lungomare di Barcellona costruita durante i Giochi olimpici del 1992 e quella dell’americano Joseph Kosuth, l’installazione luminosa su una parete del Museo Storico di Hannover con una citazione dello studiosor Gottfried Wilhelm Leibniz sulle sue teorie metafisiche. Ancora Magda Sayeg, che nelle sue installazioni in giro per il mondo lavora all’uncinetto per vestire arredi urbani di qualsiasi forma, come uno street artist fa uso di bombolette spray per creare murales, con quelle in Spagna tra le più suggestive del mondo.                                                     

# Prendere spunto dalla design week e dare spazio ai nuovi talenti

Credits Andrea Cherchi – A-Maze Garden

Persino le indovinate installazioni realizzate a Milano in occasione della Design Week e dell’Art Week in alcuni suoi luoghi pubblici possono essere di stimolo sul tema dell’identità urbana. Infine è da dare spazio ai nuovi talenti, potendo scegliere tra i validi progetti vincitori del quotato A’ Design Award & Competition e suggerire al NABA, la prestigiosa Accademia di Belle Arti, legalmente riconosciuta e fondata a Milano, di prevede un corso al riguardo per partecipare poi a concorsi come questo.

Continua la lettura: PORTA sempre più NUOVA: i progetti in corso e futuri del cantiere più grande d’Europa

GUIDO ANGELINI

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Ricaricare le auto elettriche con i lampioni stradali? La novità che potrebbe rivoluzionare il mercato

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Ph. clubalfa.it

Non è un mistero: il grande problema delle auto elettriche è questo. La ricarica. Soprattutto se dovessero aumentare in numero. La soluzione potrebbe arrivare dai progetti in altri paesi d’Europa: la Germania è in fase test mentre in Inghilterra sono già apparsi i primi lampioni ricarica. 

Ricaricare le auto elettriche con i lampioni stradali? La novità che potrebbe rivoluzionare il mercato

# Il progetto tedesco

Ph. andreas160578

Aumentano i problemi per ricaricare le auto elettriche. Proviamo a rilanciare il progetto di qualche anno fa di una startup tedesca: Ubricity. L’idea è apparentemente semplice: attivare un sistema per cui lampioni della città non servano solo a erogare luce, ma che fungano anche da carica batterie a emissioni zero per le auto elettriche.

Questi i punti di maggiore interesse dell’idea proposta:

  1. Si tratta di un progetto applicabile in ogni città.
  2. Un progetto dallo zero impatto ambientale ma dal grande impatto sociale: l’applicazione di una piccola scatola metallica al lampione e la presenza di una presa elettrica potrebbero rendere più facile l’operazione della ricarica delle auto elettriche, eliminando la diffidenza dei molti intimoriti dall’uso di veicoli elettrici per la difficoltà delle sorgenti di ricarica
  3. Perché il progetto si propone come innovativo e pure facile da usare. Oltre al focus ambientale e dell’elettrico, propone anche un sistema di pagamento con apposita carta, da saldare online in un secondo momento (simile a quelle usate a Milano per il car sharing).
  4. E vogliamo metterci l’affare economico? Come riportava ilmitte.com: “secondo l’azienda, le centraline applicate ai lampioni costeranno all’amministrazione decisamente meno rispetto alla costruzione di nuove stazioni di ricarica. Trecento euro anziché quasi diecimila”.

# L’Inghilterra in pole position

 

In Germania si è partiti con la sperimentazione, anche a Berlino, anche se finora non si è passati dalla fase test a quella dell’attivazione della rete. Ma altrove il progetto di Ubricity ha già fatto breccia: le ultima installazioni sono in Sutherland Avenue (zona W9)grazie a una partnership tra Ubricity, la Siemens e la municipalità di Westminster e Ubricity. In Inghilterra i lampioni che ricaricano sono già oltre un migliaio.

E Milano dove i lampioni non mancano. Perché restare al palo?

Fonte: il mitte.com Foto dal web

Continua la lettura con: Ho provato l’auto elettrica. Sono rimasto a piedi

MILANO CITTA’ STATO

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Il museo del cinema più grande del mondo sul “miglio dei miracoli”: è stato concepito in Italia

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academymuseum IG - Sfera

Il 30 settembre 2021 è stato inaugurato il museo più grande del mondo. E non poteva che essere qui. Un omaggio alla storia del cinema firmato Renzo Piano.

Il museo del cinema più grande del mondo sul “miglio dei miracoli”: è stato concepito in Italia

# Il più grande museo del cinema: 28mila mq di spazio espositivo

academymuseum IG – Vista dall’alto

Nessuno vuole ridurre l’importanza del museo del cinema torinese, ma va detto che una struttura del genere dedicata esclusivamente all’arte del cinema non si era mai vista. Ideato e realizzato da Renzo Piano a Los Angeles, nel quartiere Miracle Mile, il più grande museo al mondo dedicato al cinema si sviluppa su una superficie di circa 28 mila mq, distribuiti su più piani.

# La spettacolare terrazza panoramica

academymuseum IG – Sfera

Per realizzarlo è stato riqualificato un ex magazzino degli anni Trenta e per l’occasione l’architetto italiano ha progettato una struttura spettacolare, degna di ospitare un museo interamente dedicato all’arte dello spettacolo. Come elemento iconico collegato da passerelle trasparenti all’edificio principale è stato realizzato un volume in vetro e cemento a forma di sfera, con terrazza panoramica.

Leggi anche: Il CAPOLAVORO ORIENTALE di Renzo Piano: la CATTEDRALE di LUCE

# L’industria dei sogni si mette in mostra con oltre 13 milioni di oggetti

Credits: @brianfizzy
Academy Museum of Motion Pictures

All’interno del museo è presente sia una mostra permanente che esposizioni temporanee. Si possono vedere video, poster, bobine di film, sceneggiature risalenti al 1927, fotografie d’epoca, costumi e oggetti di scena, collezioni legate a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e pezzi di film riempiranno le sale del museo, facendolo diventare una sorta di industria dei sogni: in totale sono oltre 13 milioni di oggetti.

abc7la IG – Museo Academy Los Angeles

Nel museo c’è spazio anche per una sala cinematografica con 1000 posti a sedere, nella sfera, e per il Ted Mann Theatre da 288 posti.

Leggi anche: La STAZIONE FUTURISTICA di RENZO PIANO (video)

# Il percorso espositivo che racconta la storia del cinema

Credits: @ograham26
Academy Museum

Nell’Academy Museum of Motion Pictures si inizia il percorso con la mostra principale intitolata “Stories of Cinema” e organizzata su tre piani espositivi occupando circa 3000 metri quadrati. Si parte dalla videoinstallazione che racconta la storia del cinema, a partire dai fratelli Lumière fino ai giorni nostri, nella Spielberg Family Gallery. Si passa alla Wanda Gallery, una galleria d’ingresso con proiezioni dal pavimento al soffitto di spezzoni di film, per poi arrivare alla Significant Movies and Moviemakers.

# La Sala degli Academy Awards dove simulare di aver vinto la statuetta

academymuseum IG – Sala statuette

Sala immancabile è poi quella dedicata agli Academy Awards, dove si racconta della statuetta più importante di sempre, l’Oscar, con le sue più famose vittorie e i suoi rifiuti che hanno fatto la storia. Non solo. Nella The Oscar Experience, i visitatori possono simulare di aver vinto la statuetta e accettare l’Oscar nel Dolby Theatre.

Le sale del museo del cinema più grande al mondo non si esauriscono qui. Ce ne sono molte altre come quella dedicata agli effetti del cinema sul sociale, ad esempio sui rapporti di lavoro e il movimento #MeToo. 

Continua la lettura con: Il museo più strano di Milano? Seguite le FORCHETTE

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

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Dove andare e cosa vedere al Fuorisalone 2024. Con il quartiere novità

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MCA Visual - CIttà Miniera al Corriere

Milano ancora una volta, si prepara ad essere la protagonista assoluta del design. Sta per aprire le porte al Salone del Mobile 2024. Dal 15 al 21 aprile, un calendario fitto di eventi tra la sede principale in Rho Fiera e il Fuorisalone, che trasforma la città in un gigantesco salotto, luogo di incontro, laboratorio di sperimentazione e nuove opportunità di business. Vediamo dunque qualche spunto. 

Dove andare e cosa vedere al Fuorisalone 2024. Con il quartiere novità

# 5 vie 

5vie_milano IG – Kostas Lambridis Natural Selection

Il Distretto 5 vie presenta il suo programma di eventi dal titolo “Unlimited design orchestra”. Designer ed artisti internazionali si lasceranno ispirare dalla musica, per dar vita ad una serie di iniziative e eventi come a Palazzo Litta, dove saranno esposte creazioni in paglia dal design unico, o in corso Magenta dove ci sarà una installazione particolarissima, “Under the willow tree”, un salice piangente dalle fronde sonore.

# Tortona design district

Superdesignshow

Superstudio organizza il Superdesign show, con una serie di eventi e installazioni che vogliono unire tradizione ed innovazione coinvolgendo aziende provenienti da tutto il mondo. Un tema ulteriore sarà thinking different, con lo scopo di invitare il pubblico a scoprire nuove frontiere del design tra locale e internazionale che si fondono assieme per dare vita a nuovi spunti creativi

# Porta Venezia design district 

Lasvit_Maxim_Velcovsky – Porta Venezia design district

Il tema sarà “Everything is design“. Mostre, installazioni, collezioni artistiche avranno lo scopo di inglobare ambiti di design differenti tra loro. Grande spazio sarà dato alla creatività dei giovani per aprire le porte a nuove sperimentazioni. Da non perdere Lasvit, un artista che creerà una Monumentale installazione in vetro fuso.

# Brera design district 

MCA Visual – CIttà Miniera al Corriere

In uno dei quartieri più iconici della città e dove è concentrato il più alto numero di showroom permanenti, ben 15, il Fuorisalone si concentrerà sul tema della progettazione consapevole, capace di generare azioni concrete di cambiamento. Apre le porte anche quest’anno il Corriere della Sera, ospitando una installazione dal titolo Città Miniera che rappresenta una città ideale costruita con cassette della frutta. O ancora Porsche che a Palazzo Clerici, ospiterà una mostra interattiva, “The pattern of dreams“, una struttura sospesa dove le persone si potranno arrampicare

# Isola design district

isola.design

Debutta un nuovo quartiere sul fronte del design, con Isola design festival e l’evento intitolato “this future is currently unavailable“, incentrato su come il mondo dei progetti di design possa influenzare il nostro futuro. Uno sguardo particolare sarà dato ai temi della sostenibilità, inclusività, della riscoperta delle tradizioni locali e dell’artigianato di qualità. Tre gli hub interessati dagli eventi, ovvero Lampo Milano in via Valtellina, Wao PL7 in via Porro Lambertenghi e infine Stecca in via De Castillia 

# Chinatown

yesmilano – Origins of simplicity. 20 Visions of Japanese Design

La grande novità per il Fuorisalone 2024 sarà l’approdo del quartiere più colorato della città nel mondo della design industry, a testimonianza della integrazione culturale ormai consolidata tra comunità italiana e cinese. Il fulcro sarà la zona Sarpi, allo scopo di mettere in evidenza la vitalità multiculturale che anima questo quartiere, grazie anche alla collaborazione di Adi design museum e Fabbrica del Vapore. Progetti, eventi e installazioni coinvolgeranno i residenti, come nel caso delle vetrine dei negozi di via Sarpi, abbellite per l’occasione, secondo le indicazioni date dagli alunni delle scuole della zona. 

Continua la lettura con: Il museo più strano di Milano? Seguite le FORCHETTE

ALESSANDRA GURRIERI

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“La vera politica? È fatta di sogni e di ideali”

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L’esperienza del carcere di Sandro Pertini, il quale, dopo un anno di dura prigionia, ha scelto di continuare a dedicare la sua vita alla politica. “Ma dove ha trovare la forza quest’uomo? Perché lui sapeva di essere parte di qualcosa di più grande”. Mario Vanni (ex capo di gabinetto Comune di Milano)  @fermento.online  #fermento

Qui il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, seguendoci su:

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Continua con: Un fermento per il Paese: cosa serve?

FRANCESCA MONTERISI

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Come trasformare qualunque donna in una milanese

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Ph. @belenrodriguezreal IG

Non sei di Milano? Non ti preoccupare. Come diceva Manzoni chiunque può acquisire la milanesità. Specie al femminile. 

Come trasformare qualunque donna in una milanese

#1 Shopping con stile

Credits: milanofashiontour.com

I primi collegi femminili a Milano sono nati per insegnare alle future dame di società come fare acquisti da Zara. A Milano lo shopping ha una tradizione millenaria, il simbolo della città è un biscione come un brand su una cintura. Nulla è lasciato al caso o, peggio, alla spontaneità: esiste un modo di chiamare a raduno le amiche, di organizzare uno shopping monotematico, la caccia al miglior articolo. Fondamentale anche pretendere educazione dal partner al trasporto di pacchi e sacchetti. Sempre con stile.

#2 La corsa al saldo

Una ricorrenza da circoletto rosso sul calendario. Fare una to do list e indossare in anticipo i capi che si vuole acquistare, per essere pronta a comprare. Monitoraggio del mercato dei prezzi degli articoli: obiettivo poter dire “ho comprato questa borsa a dieci volte di meno”. Puntare su articoli irraggiungibili e inutili, tipo la microborsetta di Hello Kitty.

#3 Aprire un profilo Instagram (preferibilmente di lifestyle o di cucina)

Se non hai almeno 10.000 followers, in area C non ti fanno entrare. La regola aurea è che devi avere più follower che debiti.

#4 Muoverti sui tacchi come fossero ballerine

Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo

La ballerina la puoi mettere solo quando sei davvero arrivata.

#5 Devi avere un’allergia o un’intolleranza 

Al ristorante devi saper fare richieste assurde, tipo acqua fredda a temperatura ambiente. Devi fare capire che sei esigente perché hai problemi. Tutto il mondo si deve preoccupare della tua salute.

#6 Devi saperti truccare mentre guidi, mentre pedali e in ascensore

Non puoi perdere tempo a truccarti prima di uscire di casa.

#7 Frequentare almeno un corso yoga o di discipline esoteriche

Più si punta sull’estetica più bisogna spostare l’attenzione sulla dimensione spirituale. 

#8 Spendere cifre impossibili per vestirsi da finta povera

Più vuoi sembrare ricca più devi vestirti da povera. Ma indossando abiti che costano come dei Rolex. 

#9 Uso dell’articolo davanti al nome proprio

Con generazione automatica di nomignoli e abbreviazioni per qualunque cosa. Tipo sushino, maritino, riposino ecceterina. 

#10 Padroneggiare le assurdità di Milano  

Mai confondersi con le assurdità milanesi. Tipo: l’autobus è femminile, il tram è maschile, il metrò è femminile. Il passante non è chi ti passa vicino: è un treno ma che quando entra all’interno dei confini milanesi si chiama come qualcuno che attraversa la strada. Occhio a 90/91 e 29/30: quando senti il numero doppio preparati a un casino, sei sulla stessa via ma ti puoi ritrovare sul lato opposto. Su queste cose si rischia di venire sgamate all’istante.

#smailand

Continua la lettura con: Come mimetizzarti da milanese

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Empanadas sudamericane o impanate siciliane? La sfida che sta appassionando Milano

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iltaccuinodellanonnavegana IG - Impanate

Un piatto internazionale di grande successo a Milano assomiglia molto a un cibo tipico siciliano: conoscete le differenze?

Empanadas sudamericane o impanate siciliane? La sfida che sta appassionando Milano

# Una prelibatezza tipica dell’America…di origine spagnola

empanadaclub-pixabay – empanadas

Le empanadas sono considerate una prelibatezza tipica dell’America latina ma in realtà sono di origine spagnola e furono “importate” in Europa dagli Arabi. Il nome deriva dal termine “impanar”, impanare, riempire un impasto di pane. Un piatto che ha raccolto un enorme successo in America latina soprattutto dagli anni ’60 in poi, quando si incominciò a venderle già pronte con loro ripieno tipico a base di carne macinata e cipolle. Le empanadas si sono diffuse in molte location di Milano: da Bacancito in via Crema o da El Paso de Los toros in via Lazzaro Palazzi, da Don Juan in via Altaguardia o presso le molteplici sedi del locale El Porteno. Ma che cosa le differenzia dalle cugine siciliane?

# Che dire delle cugine siciliane? 

iltaccuinodellanonnavegana IG – Impanate

Le impanate siciliane, più precisamente ragusane, sono una derivazione della dominazione spagnola a lungo presente sull’isola. La tecnica originaria, del riempire la pasta di pane con carne, deriva però dalla Cultura araba, che soleva preparare questa sorta di fagottini a mezza luna imbottiti di carne, in modo da conservare più facilmente la carne durante i viaggi. Gli spagnoli hanno poi ereditato questa tecnica, contaminando di essa anche la Sicilia

Nella zona del ragusano è diffusa l’usanza di preparare le impanate a forma di torta, si farciscono soprattutto con verdure e si preparano tutto l’anno. Durante le festività natalizie la farcitura è a base di ricotta e salsiccia mentre a Pasqua si usa riempire la impanata con carne di agnello.

Per dire che quando gustiamo empanadas a Milano, gustiamo un po’ di Spagna, di America e un pizzico di Sicilia. 

Continua la lettura con: A qualcuno piace carne: quattro ristoranti da non perdere a Milano 

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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Quando Milano ha detto MIAOOOOO: la prima storica targa con una lettera in Italia

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127 anni. Questa l’età delle targhe delle automobili in Italia. Sono apparse per la prima volta nel 1897 e nel corso del tempo hanno variato forme, dimensioni e modalità di numerazione. Questi i cambiamenti più importanti con il record “felino” di Milano. 

Quando Milano ha detto MIAOOOOO: la prima storica targa con una lettera in Italia

# 1897 – 1904: le prime targhe della storia

Targhe Genova Padova
credits: Oltreimuri Blog

Tutto ha avuto inizio con il nome del proprietario davanti a un numero. Siamo nel 1897 quando sui veicoli a motore appare una targa: entrò in vigore l’obbligo comunale di dotare i velocipedi e le automobili con una targa univoca che riportasse nome del proprietario e il numero di licenza comunale.

Con la diffusione delle automobili, questo metodo di riconoscimento risultava poco efficiente: così si passò ad un formato legato alla città di appartenenza, riportando il nome della provincia e il numero di licenza rilasciata dalla prefettura. Di questo periodo si sono conservate solo 5 targhe, tra cui “Padova 2”, conservata al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

Leggi anche: Il MONTE di MILANO: una storia di guerra e di amore

# 1905 – 1926: le targhe con un codice per ogni provincia

credits: Spacc67, CC BY-SA 4.0

Con l’aumento delle vetture circolanti si rese necessario semplificare le targhe che dovevano essere prodotte in numero sempre maggiore. Per questo venne introdotto un nuovo formato che prevedeva un codice di 2 cifre ad identificare la provincia di appartenenza ed una numerazione progressiva. Ad esempio, Milano era identificata dal numero 38, Roma dal 55, Napoli dal 40 e Torino dal 63.

# 1927 – 1994: le targhe con le iniziali di ogni provincia

Dal 1927 sulle targhe torna la provincia, identificata con una sigla di 2 lettere, seguita da un numero progressivo di 6 cifre, a partire da 000000 fino a 999999 per creare un formato che potesse durare nel tempo. Ha inizio così il periodo dei giochi con le targhe, specie in autostrada, quando i bambini di ogni decennio si sfidavano simulando partite di poker o di altri giochi di carte con i numeri delle targhe oppure indovinando le provincie nascoste dietro le sigle. 

Leggi anche: Il primo SEMAFORO italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925: con quattro colori. UrbanFile: trasformiamolo in MONUMENTO

# A Milano il primo milione di automobili: appare la prima lettera d’Italia

Alfa Romeo Giulia MI A00000

Nel 1965 la città di Milano raggiunge la quota record di 1 Milione di autovetture immatricolate da quel lontano 1927 in cui era entrato in vigore il formato con le 2 lettere per provincia e le 6 cifre progressive che avrebbero coperto i primi 999.999 veicoli.

Per Milano si trattava di un primato, essendo la prima città italiana a raggiungere un tale traguardo che si combinò con una curiosa configurazione grafica: infatti alle due lettere della provincia “MI” si aggiunse la lettera “A” seguita da “00000”, andando a formare, a prima vista, la parola MIA00000, rendendo ancor più iconica quella prima targa milanese.

Chissà quanti bambini sul finire degli anni ’60 si sono lasciati andare a sonore risate vedendo circolare quella famosa Alfa Romeo Giulia che faceva il verso di un gatto…

Continua la lettura: L’auto più costosa al mondo ha origini milanesi

ALESSANDRO VIDALI

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I nuovi voli internazionali da Milano a partire da 13 euro: queste le destinazioni

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pixabay - JoshuaWoroniecki - Biglietti aerei

Scopriamo dove si può viaggiare a prezzi stracciati per i prossimi ponti di primavera partendo da Malpensa e da Orio al Serio.

I nuovi voli internazionali da Milano a partire da 13 euro: queste le destinazioni

# Biglietti super lowcost per i ponti di primavera

pixabay – JoshuaWoroniecki – Biglietti aerei

Tempo di vacanze grazie ai ponti in arrivo del 25 aprile e del 1 maggio. Da Milano si può volare a prezzi i record verso diverse destinazioni nel mondo. La pagina instragram piratinviaggio ha stilato un elenco dei voli con biglietti super lowcost, a partire da 13 euro, suddivisi per aeroporti. Da Milano gli scali disponibili sono Malpensa e Orio al Serio. Vediamo i voli più economici serviti da compagnie quali Wizz Air, Ryanair e Easyjet.

# Le partenze da Malpensa

Biglietti da Malpensa

Tra le località che si possono raggiungere con meno di 20 euro dall’aeroporto di Malpensa troviamo Budapest, Atene, Tirana da 13 euro, Parigi, Vienna e Maiorca da 15 euro, Barcellona da 16 euro e Londra, Valencia, Praga, Berlino e Marrackech da 18 euro. Salendo di pochi euro si possono trovare posti a sedere su voli diretti ad Amsdterdam, Tenerife, Giza, Marsa Alam e Gran Canaria.

# I voli da Orio al Serio

Biglietti da Orio al Serio

Partendo da Orio al Serio si aggiungono le destinazioni di Ibiza, Madrid, Breslavia, Eindhoven, Rodi, Salonicco, Corfù, Malta e Bratislava da 15 euro, per andare a Creta si parte da 16 euro. Rimanendo entro i 30 euro troviamo anche Lisbona e Porto. 

Pronti a fare le valige? Non rimane che precipitarsi a fare i biglietti, quelli con i prezzi più stracciati si esauriscono in tempi record.

Continua la lettura con: Volo intercontinentale low cost con l’America: la mia esperienza

FABIO MARCOMIN

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I 7 vicoli più curiosi di Milano

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johnorse IG - Vicolo Gazzana, detto delle Monache

Milano è una città ricca di grandi piazze, grandi vie, parchi ma passeggiando per il capoluogo lombardo, e aguzzando la vista, si possono notare piccoli scorci nascosti, molto affascinanti, che spesso nascondono storie incredibili. Questi i sette vicoli forse più curiosi di Milano. 

I 7 vicoli più curiosi di Milano

#1 Vicolo Calusca

lachiccamilanese IG – Vicolo Calusca

Situato all’inizio di Corso di Porta Ticinese è avvolto da mistero riguardo alla sua origine, che potrebbe derivare da una casa d’appuntamenti chiamata “Cà Losca”. Il vicolo è conosciuto principalmente per le sue storie, in quanto luogo di malaffare e violenza della “Ligera”, la malavita meneghina. Nonostante i cambiamenti moderni, il Vicolo Calusca conserva il fascino del suo misterioso passato, invitando a viaggiare attraverso la storia di Milano.

#2 La Stretta dei Morti

Credits Andrea Cherchi – Via San Bernardino-Piazza Santo Stefano

Vicolo in centro città dove si può trovare l’affascinante Chiesa di San Bernardino alle Ossa con la sua particolare Cappella Ossario. Lungo le pareti di questa via tranquilla e poco frequentata, si nota una cavità scavata nel marmo, su cui è incisa l’iscrizione “Date e vi sarà dato“, a indicare che quel vano è stato destinato alla raccolta delle offerte. Sopra queste parole, si trovano due teschi, un’anticipazione a ciò che si trova all’interno della Chiesa. Il nome del vicolo evoca il passato, quando in quel luogo sorgeva un antico cimitero.

#3 Vicolo Santa Caterina

cattyvissima IG – Vicolo Santa Caterina

Piccolo vicolo che collega Corso di Porta Romana a Largo Richini. Osservando i muri che lo delimitano si può notare la lapide in memoria di Giancarlo Donà, deportato a Dachau e trasferito nel lager di Natzweiler-Struthof, dove morì il 30 novembre 1944. Un vicolo non molto attraente e affascinante ma che custodisce una porzione di storia della vecchia Milano.

#4 Stretta Bagnera

Stretta Bagnera

Sicuramente non si tratta di una delle vie più belle di Milano, ma rientra di certo tra quelle più particolari. Questa stradina, nelle vicinanze di Via Torino, divenne celebre per alcuni fatti di cronaca nera. Fu il luogo dove intorno alla metà dell’Ottocento, il primo serial killer italiano, Antonio Boggia, commise quattro sanguinosi omicidi.

#5 Vicolo dei Lavandai

Credits Andrea Cherchi – Vicolo Lavandai

A lato del Naviglio Grande, immerso nella movida milanese, questo caratteristico vicolo tra i più amati dai milanesi rappresenta uno scorcio della storia della Milano Manzoniana, con le sue tettoie e lastre di pietra dove una volta le donne lavavano e asciugavano i panni.

#6 Vicolo Laghetto

leojamalart IG – Via Laghetto

Il suo nome viene dal piccolo porto che vi sorgeva in questa zona: il Laghetto di Santo Stefano. Aveva la funzione di porto d’appoggio per scaricare il marmo proveniente da Candoglia e destinato alla costruzione del Duomo. La sua celebrità è dovuta anche dalla leggenda che durante la peste questa fu l’unica zona che rimase immune, si dice che probabilmente al civico 2 vi abitasse una strega.

#7 Vicolo delle Monache

johnorse IG – Vicolo Gazzana, detto delle Monache

Attraversando questo vicolo potrebbe sembrare di essere catapultati in un’altra dimensione, dove traffico e frenesia della città spariscono. Ci troviamo tra via Lanzone e via de Amicis. Un dettaglio particolare sono dei bizzarri bassorilievi a forma di orecchie giganti, opera degli Urbansolid, artisti che hanno arricchito la città di sculture che sembrano emergere dai muri. Data la presenza di una casa con finestre murate e di queste orecchie che fuoriescono dai muri si dice che la via “non ci vede ma ci sente”!

Continua la lettura con: I palazzi più belli di Milano che…non ci sono più

ANNA ALBINI

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Quella piccola villetta di Milano che “resiste” ai colossi immobiliari

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Fabio Bonazzi Fb - Casetta tra i condomini

A Milano si continua a costruire senza guardare in faccia a nessuno. Ma c’è chi dice no. Come questa casetta in viale Gran Sasso. 

Quella piccola villetta di Milano che “resiste” ai colossi immobiliari

# La villetta che “resiste” ai colossi immobiliari dagli anni ’50

Lorenzo Ferrari Fb – Anni ’50 casa tra i palazzi

Siamo in Viale Gran Sasso 8, nel Municipio 3 in zona Città Studi. Qui è presente una casetta di tre piani che negli anni ’50 è riuscita a resistere a due colossi immobiliari da 9 piani che le sono stati costruiti addosso. Il proprietario di quei tempi non ha accettato alcuna proposta scegliendo di rimanere a vivere nella sua abitazione, oggi disabitata. E in vendita. 

# Disposta su 4 livelli: da tempo in vendita a un prezzo esorbitante

Fabio Bonazzi Fb – Casetta tra i condomini

Da tempo non ci vive più nessuno: qualche anno fa è stata ristrutturata a rustico, con la predisposizione del vano ascensore per collegare i tre piani, per poi essere messa in vendita. Questa piccola villetta indipendente, come recita l’annuncio su immobiliare.it, si sviluppa su 4 livelli per un totale di 270 mq: c’è anche un vano taverna di 97 mq con locale lavanderia.

Tra piano rialzato, primo piano e piano secondo sottotetto trovano spazio i seguenti ambienti: ingresso, soggiorno con terrazzo di 20 mq, cucina abitabile e bagno, due camere matrimoniali con bagno in camera, un’ampia camera matrimoniale con bagno e terrazzino di 8 mq oltre a locale hobby.

immobiliare.it – Giardino interno

Dal terrazzo del soggiorno si accede poi a un giardino privato di 100 mq, con verde e qualche albero. Un nuovo acquirente per questa abitazione non è stato ancora trovato e probabilmente la difficoltà principale è causata dal prezzo davvero esorbitante, pari a 1 milione e 250 mila euro. 

Maps – Casa dall’alto

# Il caso più famoso di Milano: il condominio intrappolato nel grattacielo

Credits: ilcinemadelcarbone.it

Forse il caso più eclatante è però un altro: il piccolo condominio verde di Via Bellani, intrappolato nel grattacielo della Regione Lombardia. L’edificio si trova stretto su tre lati dalle braccia dell’incombente sede regionale e i tentativi di fare andare via le 14 famiglie presenti al suo interno sono stati vani, prima con una valutazione di 4500 euro al metro quadro, poi proponendo una permuta con appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Niente da fare, le offerte sono state rimandate al mittente.

Continua la lettura con: La CASETTA nel GRATTACIELO

FABIO MARCOMIN

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Parlarsi al “telefono del Medio Evo” in Piazza dei Mercanti

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Ph. @francina1983 IG

Alcuni lo considerano l’antesignano del telefono. Già, perché nel 1200 a Milano si poteva comunicare a distanza. Si può farlo ancora oggi in Piazza dei Mercanti. Vediamo come. Foto cover: @francina1983 IG

Parlarsi al “telefono del Medio Evo” in Piazza dei Mercanti

# Piazza dei mercanti nasce nel 1200 e prende il nome dal mercato che aveva luogo nella piazza

https://www.in-lombardia.it/it/turismo-in-lombardia/milano-turismo/milano-da-scoprire-piazza-dei-mercanti-e-la-galleria-dei-sussurri

Piazza dei Mercanti era il centro di Milano in epoca medioevale. Qui si svolgeva il più importante mercato cittadino. Le bancarelle erano collocate sotto i portici del Palazzo della Ragione, detto anche Broletto Nuovo. I mercanti con il tempo si erano accorti che questo luogo non era caratterizzato da estrema bellezza ma da una particolarità che iniziarono a sfruttare.

# Le colonne del Palazzo della Ragione fanno da interfono

I mercanti si resero conto che le colonne fungevano da interfono tra due persone che si trovavano alle colonne controlaterali. Così usavano questo fenomeno come un telefono privato: parlando contro una colonna, infatti, solo chi si trovava vicino a quella controlaterale poteva sentire ciò che era stato detto. In questo modo potevano contrattare sui prezzi della merce all’insaputa dei clienti. Ma perché accade questo fenomeno?

# La volta a crociera è il segreto del telefono senza fili

credits: tripadvisor

A creare questo fenomeno del telefono senza fili è la conformazione della struttura della volta a crociera, copertura architettonica formata dall’intersezione longitudinale di due volte a botte. Il suono viene incanalato e riportato dalla parte opposta in forma di lieve sussurro.

# Il telefono medievale è stato utile anche durante la peste

Questo piccolo trucchetto scoperto dai mercanti fu usato anche durante la peste, quando i preti dovevano confessare gli appestati in procinto di morte. Così si poteva procedere alla confessione senza avvicinarsi troppo e rischiare di essere contagiati. Un metodo che si può usare anche oggi che come allora il distanziamento è parola d’ordine.

E tu hai mai provato a parlare con qualcuno sotto i portici del Palazzo della Ragione? Scrivicelo nei commenti qui sotto o sotto il post di Facebook.

 

Continua la lettura con: I 7 incredibili SEGRETI del dialetto MILANESE

ANDRA STEFANIA GATU

copyright milanocittastato.it

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La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

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piazzacastellomilano.it - Vista frontale

La “torta di nozze”, la più celebre fontana di Milano, davanti al Castello, è ora circondata di bianco. I lavori sono formalmente conclusi. Attualmente è in corso la sistemazione degli ultimi dettagli per procedere poi all’inaugurazione ufficiale. Vediamo come si è trasformata e quali interventi sono stati realizzati.

La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

# Chiuso formalmente il cantiere

Credits: Urbanfile – Progetto di restyling Cairoli/Piazza Castello

Dopo circa quattro anni di ritardi è stato formalmente chiuso il cantiere per la riqualificazione di Piazza Castello. I lavori sarebbero infatti dovuti partire nel 2017, quando è stato presentato il progetto vincitore realizzato dal team composto dagli architetti Genuizzi Emanuele, Strambio De Castillia Vincenzo, Banal Giovanni, Ragazzo Enrico, Carloni Andrea e dal consulente Taddei Roberto. Rivisto dalla Soprintendenza, le prime lavorazioni sono iniziate effettivamente nel 2021.

# I numeri di un progetto da circa 5,5 milioni di euro di investimento 

piazzacastellomilano.it – Vista frontale

Il progetto complessivo, che prevedeva anche il restyling di Largo Cairoli ancora senza una data per l’avvio dei lavori, ha previsto un investimento di 9,9 milioni di euro. La metà pari a circa 5,5 milioni sono stati destinati al lotto di Piazza Castello e Via Beltrami. Nel dettaglio per la parte di Piazza Castello sono stati messi a dimora 186 i nuovi alberi, di cui 167 aceri, che creano un triplice filare alberato con panchine modello Milano e una sorte di cornice intorno agli attraversamenti, cordoli in marmo e nuove aiuole.

A questi si aggiungono:

3.600 mq di arbusti;

14.024 nuovi arbusti e fiori;

3.000 mq di prato;

16.000 mq di pavimentazione naturale.

# Calcestre al posto dell’asfalto, pedonalizzazione dell’area e miglioramento dell’illuminazione pubblica

Il restyling ha visto la la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con il calcestre al posto dell’asfalto, la valorizzazione degli attraversamenti pedonali, l’aumento del verde intorno al Castello e il miglioramento dell’illuminazione pubblica. In Via Beltrami c’è stato il rifacimento della pavimentazione con il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia trasformata nell’estensione di Piazza Castello. Tutta l’area è stata pedonalizzata, in alcuni punti con accesso solo ai residenti e ai taxi.

Leggi anche: Corso Buenos Aires, la futura “Red Street” di Milano: come procede la riqualificazione?

# I resti dei bastioni ricoperti su decisione della Sovrintendenza 

In via Quintino Sella verso Lanza erano stati rinvenuti i resti dei bastioni del Cinquecento e Seicento realizzati a scopo difensivo quando il castello divenne una caserma e fortezza durante le denominazioni spagnole. La decisione della Sovrintendenza alle Belle Arti è stata di non spostarli per esporli in qualche area museale ma di lasciarli e ricoprirli di terreno. Allo stesso tempo per evitare che le radici scavassero fino a rovinare le antiche mura, mantenendo il disegno del progetto, sono stati posizionati degli arbusti di dimensione più piccola ma nessuno potrà ammirare una testimonianza del passato della città.

# I dettagli mancanti

Detto della chiusura formale del cantiere, rimangono ancora alcuni dettagli da sistemare e tra questi ci sono: alcuni raccordi, scivoli, piccole aree di pavimentazione, la sostituzione di alcuni arbusti, il completamento delle aree verdi attorno ai chioschi ricollocati, la segnaletica, la posa di sedute e banchine dalla fontana alla zona del fossato e altri piccoli interventi. Entro la fine della primavera si prevede la sistemazione completa con l’inaugurazione ufficiale.

Continua la lettura con: Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà

FABIO MARCOMIN

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La 90/91 si trasforma in Green Circle

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forestami.org - Green Circle Line

Primo passo per la trasformazione della 90/91 in una circle line? Per ora riguarda solo il “colore”: si realizzerà un anello verde lungo i 40 km della circolare filoviaria con alberi, arbusti e erbe perenni. Il progetto nel dettaglio, compresi i benefici per i milanesi, e quando è previsto il suo completamento.

La 90/91 si trasforma in Green Circle

# Il progetto di Comune di Milano e Forestami finanziato da Giorgio Armani

@simo.landri

Il progetto “Milano Green Circle” è frutto della collaborazione tra Comune di Milano, Forestami, che ha l’obiettivo di mettere a dimora 3 milioni di alberi nella Città metropolitana di Milano entro il 2030, e Giorgio Armani, che lo ha finanziato con oltre 500mila euro. Queste le sue parole: “Sono convinto che chi ne ha la possibilità debba agire attivamente, in ogni campo. Milano è il luogo con cui ho da sempre un rapporto speciale. Restituire alla città parte di quanto mi ha dato è per me un preciso impegno e un dovere morale. Per questo mi rende felice continuare la collaborazione con Forestami, iniziata nel 2020, con un’iniziativa che renderà la città più bella e più accogliente, ma anche più vivibile. Non dobbiamo dimenticare che il nostro futuro dipende dal rispetto dell’ambiente, così come da un senso di collettività: due valori che questo nuovo progetto esprime perfettamente”.

Leggi anche: La verità di TRUE: ForestaMI è un GRANDE BLUFF!

# Previsti 350 nuovi alberi e 60.000 arbusti lungo l’anello filoviario

Percorso linea 90-91

L’intervento affianca i progetti di realizzazione dei tre tratti di preferenziale mancanti, quello in zona Lotto con i cantieri in partenza e quelli previsti in autunno in zona Viale Umbria e Pergolesi sul tratto promiscuo della 92 e dove in futuro dovrebbe transitare la 90/91, agendo su tutto il percorso circolare lungo 40 chilometri.

Credits milanotoday – Percorso preferenziale stuparich lotto zavattari

Si prevede una rinaturalizzazione di tutto l’anello con una piantumazione di 350 nuovi alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni, tra cui querce, ligustri, viburni, frassini, edere e ginko biloba. A questi si aggiungono circa 300 alberi, finanziati tramite il PNRR, solo al termine della realizzazione della preferenziale a Lotto

# Lavori dall’autunno 2024, conclusione nel 2026

forestami.org – Green Circle Line

La cura del progetto è stata affidata all’agronoma e paesaggista Laura Gatti, la messa a dimora di alberi e arbusti e la loro manutenzione è a carico di Forestami. I lavori partono nell‘autunno 2024, iniziando dalle aree più assolate e quelle a scorrimento veicolare più rallentato, e proseguiranno per fasi fino al 2026.

forestami – Milano Green Circle

Nelle diverse sezioni della corsia protetta sono state scelte delle specifiche tipologie di intervento. L’esperta spiega che sono state previste “tre macro-tipologie di interventi finalizzati specificamente a massimizzare il contributo nel migliorare la qualità dell’aria attraverso la rimozione degli inquinanti atmosferici” e che tra gli effetti collaterali positivi ci sono: “regolazione delle temperature, aumento della capacità di infiltrazione delle acque piovane, incremento della biodiversità, e anche, nel complesso, miglioramento della qualità del paesaggio urbano.” 

Continua la lettura con: A Milano arriva la “Foglia”: con l’arena, il lifestyle center e il terzo parco più grande della città (Immagini)

FABIO MARCOMIN

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Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?

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comune.roma.it - Rendering riqualificazione stazione Spagna

Una trasformazione globale con interventi strutturali. Questi i cambiamenti previsti sulla linea più trafficata della capitale.

Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?

# Gli interventi previsti su tutta la linea MA

comune.roma.it – Atrio stazione Cipro

La seconda linea metropolitana inaugurata nella Capitale e prima per numero di passeggeri, la MA, è partita l’8 aprile 2024 con una serie di interventi per proseguire la sua riqualificazione. Il piano complessivo prevede:

  • la sostituzione integrale dei binari nella tratta Ottaviano-Battistini risalenti alla fine degli anni ’90;
  • la manutenzione straordinaria e rinnovo degli impianti di traslazione;
  • la costruzione degli ascensori nella stazione di San Giovanni, dopo il Giubileo, per consentire gli utenti a mobilità ridotta di scambiare tra metro A e C e accedere alla metro A;
  • il restyling completo di tutte le stazioni.

Il finanziamento complessivo è di 55 milioni di euro proveniente da Fondi Giubileo, in parte con lo strumento del Project Financing e in parte attraverso la gestione diretta di Atac.

# Avvio del restyling delle prime tre stazioni: Spagna con il “giardino verticale”, Ottaviano e Cipro

comune.roma.it – Rendering riqualificazione stazione Spagna

Le prime tre stazioni soggette a restyling sono Spagna, Ottaviano e Cipro, con i lavori che dovrebbero partire a giugno 2024. Per la prima è prevista l’installazione di una parete verde in corrispondenza della facciata d’ingresso per migliorare la qualità spaziale dell’entrata e dell’intero vicolo oltre a mitigare la concentrazione di particolato atmosferico PM10. Sono state scelte specie arboree con un’elevata capacità antismog e di assorbimento delle polveri presenti nell’atmosfera, inserite in moduli preallestiti che necessitano di manutenzione meno frequente e costosa e dotati impianti di irrigazione.

comune.roma.it – Vico del Bottino stazione Spagna MA

La riqualificazione prosegue all’interno nelle aree di passaggio con controsoffitto specchiato per amplificare gli spazi di percorrenza di ingresso, riflettere la luce e restituire una migliore sensazione immersiva.

A caratterizzare il mezzanino è un sistema di luci LED RGB per ravvivare gli ambienti di luce colorata e programmare i colori su eventi speciali o iniziative specifiche.

# Tra gli interventi in comune di restyling il “bianco dinamico” e la sostituzione delle coperture dei cavidotti in aree di passaggio con elementi di disegno

comune.roma.it – Bianco dinamico

Le tre stazioni oggetto di intervento prevedono tra le varie azioni di riqualificazione:

  • un re-design del sistema segnaletico negli ambienti e sugli elementi tecnologici ricorrenti, per conferire maggiore efficacia e contemporaneità;
  • la sostituzione delle coperture dei cavidotti in aree di passaggio con elementi di disegno e nuove luci;
  • un’illuminazione del tipo “bianco dinamico” nelle banchine e nei corridoi in grado di riprodurre i livelli di colore della luce solare durante l’intera giornata, più calda al mattino e più fredda a mezzogiorno;
  • un rinnovo degli arredi (sedute, cestini e portagiornali);
  • rivestimento delle lastre in travertino o loro colorazione.
comune.roma.it – Stazione Cipro

Un nuovo sistema di pavimentazione all’avanguardia con moduli in PVC personalizzabili nelle dimensioni, colori e texture è stato previsto nelle stazioni Spagna e Ottaviano, mentre nella stazione di Cipro degli impianti ledwall aree immersive.

# Fine lavori dicembre 2026

comune.roma.it – Lavori MA

Il termine dei cantieri di riqualificazione delle tre stazioni è programmato per novembre 2024, mentre nel 2025 è l’affidamento ad Atac per la realizzazione dei lavori di circa altre 10 stazioni. A dicembre 2026 il rinnovo di tutte le 23 stazioni rimanenti.

Al netto di interventi di riqualificazione in alcune stazioni della linea M1 e M2, un esempio e Loreto, Milano non ha ne mai realizzati di così strutturali come quelli in partenza a Roma: potrebbe prendere spunto per rendere più belle e accoglienti le prime due linee metropolitane?

Fonte: Atac, Comune di Roma

Continua la lettura con: MILANO RADDOPPIA: una rete di 220 km di METRO per il 2035. Sarà più estesa di quella di BERLINO?

FABIO MARCOMIN

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Un fermento per il Paese: cosa serve?

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Alcuni tra i protagonisti della nuova generazione cercano di capire cosa serve per dare all’Italia un nuovo fermento culturale. “Si deve partire con la cultura”, “La chiave è lo scambio di conoscenze”, “Serve una crescita di mentalità”, “Creare networking”, “Serve una nuova identità italiana anche nei rapporti internazionali”, “Serve pensare a cose di giovani per i giovani”  @fermento.online  #fermento

Qui il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, seguendoci su:

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LA FENICE

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La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano

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tizitola IG - Piscina Gran Hotel Tremezzo

Una vasca sospesa con una vista spettacolare sulla natura circostante. Dove si trova e come è fatta.

La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano

# L’icona Art Nouveau 5 stelle sul lago di Como: scelta dal jet set internazionale

Credits traceyshaw1969 IG – Grand Hotel Tremezzo

Ci troviamo a Tremezzina, ad appena un’ora d’auto da Milano, sulla sponda occidentale del Lago di Como. In questo luogo meraviglioso si può ammirare una delle perle dell’architettura più suggestive della Lombardia, un’icona dell’Art Nuoveau a cinque stelle: il Grand Hotel Tremezzo. Varcata la soglia dell’imponente edificio affacciato sull’acqua si viene accolti da splendidi interni d’epoca, con colori accesi, materiali d’eccellenza e arredi prestigiosi capaci di far rivivere ai clienti le atmosfere della Belle Époque.

Leggi anche: Le sette meraviglie sul lago di Como

Credits lisa.a.wheeler IG – Interno Grand Hotel

Fino dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1910, è stata una delle location preferite dal jet set internazionale. A renderlo così speciale, oltre agli ambienti interni, sono i paesaggi mozzafiato che lo abbracciano, dalle acque del lago verso Bellagio fino alle cime delle Grigne, il massiccio alpino in provincia di Lecco.

# Tra le attrazioni: un parco privato, una spiaggia privata e tre piscine 

Credits resorttolauramadrid IG – Parco Grand Hotel

Allo sfarzo e al lusso di hall, ristorante e camere si affianca un lussureggiante parco privato, una spiaggia privata e di ben tre piscine, ognuna con caratteristiche uniche: quella dei Fiori, tra aromi e colori di stagione, quella Infinity nella T Spa e la più ambita Water-On-the-Water. 

# La piscina galleggiante più fotografata d’Italia è la più spettacolare dell’hotel

Credits massoortravel IG – Grand Hotel

A prendersi la scena è senza dubbio la piscina rettangolare galleggiante “Water-On-the-Water”, tra tutte la scenografica, suggestiva e panoramica. La vasca si protende infatti sul Lago di Como, la cui acqua la circonda interamente, ed è collegata alla spiaggia privata della struttura alberghiera, sempre affacciata sullo specchio lacustre, tramite due ponticelli in legno. 

Credits massoortravel IG – Piscina Galleggiante

L’aggettivo panoramico calza a pennello dato che da questa piscina si può godere di  vista mozzafiato della natura circostante. Non è un caso quindi che nel 2022 “Big 7 Travel”, sito internazionale che si occupa di turismo e offre consigli sulle migliori destinazioni per chi ama viaggiare, ha inserito la vasca sospesa al primo posto in Italia tra le più instagrammabili e al 13esimo a livello mondiale.

 

Continua la lettura con: AZUR BLEU: la PISCINA più BELLA di SEMPRE

FABIO MARCOMIN

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11 modi di camminare in coppia a Milano

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Ph. MabelAmber

Non importa quale sia la vostra situazione sentimentale adesso, o quale sia il credo della vostra gang di filosofi underground: l’amore è qualcosa di notevole. Lo dimostra il volteggiare più o meno educato delle coppiette, soprattutto adesso che è primavera, soprattutto qui a Milano dove passeggiare è bello.

Tuttavia, le coppie che passeggiano a Milano non sono tutte uguali.

11 modi di camminare in coppia a Milano

Ph. @Andreatintin123 IG
Ph. @Andreatintin123
IG

1. Il classico

Mano nella mano, guardandosi in giro e ogni tanto parlandosi. Si può ottenere un effetto molto simile con un animale da passeggio.

2. Coppia High Touch

Ognuno col suo smartphone, chattano, ognuno con la sua vita social. L’unica cosa che li distingue dai single è che mentre passeggiano non stanno su Tinder.

3. Coppia selfie

Passano tutto il loro tempo a farsi selfie pieni di cuoricini per mostrare a tutto il mondo quanto si amano. Appena si disconnettono lite furiosa.

4. Gli appiccicati

Limonano h24, tornano a casa con una sete che neanche del deserto del Sahara.

5. Coppia shopping

Lei con mini borsetta, lui con dodici sacchetti per braccio e una carriola di borse a traino. Lei davanti impettita e fiera si ferma ad ogni vetrina, lui avanza ingobbito sotto il peso dei sacchetti.

Gli amanti di Magritte

6. A braccetto

Coppia di diversamente giovani, camminano come fossero usciti dai primi film lumiere, amanti del cinema degli albori e dei mercatini d’antiquariato. Velocità media: mezzo chilometro all’ora. Nelle giornate a rischio di pioggia lui usa l’ombrello a mo’ di bastone. Lei chignon d’ordinanza.

7. La coppia bike

Frequentano la critical mass. Per loro amore vuol dire due ruote. Passeggiano in bicicletta, imprecano contro pedoni e automobilisti. Un giorno lei lo lascerà per uno col SUV.

8. La fotocoppia

Vestiti uguali, fai fatica a distinguerli. Se lui ha i capelli lunghi non ti è chiaro a quale dei due devi guardare il sedere.

9. La coppia col cane

C’è la coppia con il cane di taglia piccola. Fa fatica a fare la strada perché il cagnettino si incazza con tutti gli altri cani che passano e quindi procedono a scatti.

La coppia con il cane grande è invece molto rapida. Solitamente si tratta di un cane di dimensioni enormi che ti fa percorrere la via alla velocità della luce.

10. La coppia single

Sono in coppia ma non sono assieme. Ti chiedi se sia il fratello, il cugino o un amico lontano. Camminano distanti, parlano a intermittenza, con andatura irregolare con traiettorie differenti.

11. La coppia dandy

Lei ha il completo superfighetto, intonata dalla punta dei piedi agli orecchini. Lui ha il completo classico, gessato nero. Camminano a un centimetro dal pavimento, dotati di un apparecchio di levitazione. Sembrano sul red carpet per ritirare la palma d’Oro anche se si trovano in via Lorenteggio.

#smailand

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IVAN SAL

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Più identità ai quartieri: una proposta per dividere Milano in arrondissement sul modello parigino

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Affinché una città possa guadagnare sul campo il titolo di “città stato” non può certo prescindersi da una forte identità di quartiere. Si pensi ai borough di Londra e soprattutto agli arrondissement.

Più identità ai quartieri: una proposta per dividere Milano in arrondissement sul modello parigino

# Il city branding parigino insiste a spron battuto sull’identità degli arrondissement

A Parigi ogni quartiere ha una storia ed un’identità precise e definite e finanche un proprio stile architettonico. Soprattutto ogni arrondissement ha molte storie da raccontare. Non è un caso se quasi tutte le guide turistiche ed i libri sono quasi sempre divisi secondo lo schema “1 capitolo = 1 arrondissement“. In città ogni arrondissement ha un proprio codice postale immediatamente riconoscibile: ad esempio il primo arrondissement ha il 75001, il secondo 75002 e così via fino a 75020. Quando si cammina per le vie della città sono sempre presenti le indicazioni per il “mairie” cioè il municipio del quartiere che è quasi sempre un edificio di notevole pregio architettonico, tant’è che molti turisti organizzano passeggiate ad hoc per vederli tutti.
Questa identità di quartiere, sapientemente costruita e sedimentata, esercita un fascino incredibile sull’osservatore straniero e di fatti il city branding parigino insiste a spron battuto su questa linea vincente. Se ogni quartiere è una piccola città con la sua storia ed i suoi monumenti, come può l’unione di questi quartieri-città non essere una città stato?

# I municipi di Milano sono mere creazioni burocratiche, assolutamente impersonali

Credits: wikipedia.org – Municipi di Milano

Da questo punto di vista, ahimè Milano è indietro anni luce: i municipi in cui è divisa Milano sono mere creazioni burocratiche ed assolutamente impersonali. Non hanno un proprio codice postale che li identifica in modo immediate e semplice, l’edificio che ospita il municipio è del tutto anonimo, insomma in definitiva non hanno un’anima ed una città stato non può essere una città senz’anima. Quindi perché non proporre qualcosa del genere a Milano, dove più o meno c’è lo stesso terreno fertile poiché entrambe le città possono essere divise in 15-20 quartieri? A Roma, ad esempio, sarebbe impossibile poiché data la superficie sterminata i quartieri sarebbero troppo grandi o troppo numerosi per poter avere un’identità apprezzabile. Basterebbe semplicemente procedere ad una suddivisione amministrativa più omogenea e razionale ed intellegibile. Poi per esempio potrebbero costruirsi degli edifici municipali di design in modo tale che possano diventare mete turistiche. Di seguito una mappa con la mia proposta di divisione.

# La proposta di nuova divisione dei quartieri di Milano

Quartiere I: coincide con la cerchia interna ed in esso vi è la gran parte dei monumenti, dei musei e delle vie commerciali più prestigiose.

Quartiere II: un unicum a livello mondiale. in pochi chilometri quadrati convivono il moderno CBD di Porta nuova, il quartiere bohemien di isola e la zona Moscova – Garibaldi che è il non plus ultra in quanto ad eleganza e classe.

Quartiere III: sono i “quartieri alti” per antonomasia, quelli dove vivono i VIP e ci sono le residenze più eleganti e signorili. Si tratta di un quartiere per molti aspetti simili al sesto/settimo arrondissement parigino.

Quartiere IV: un quartiere un tempo popolare che a seguito di massiccia gentrificazione è diventato il “marais” di Milano poiché conserva inalterati molti scorci della Milano che fu.

Quartiere V: quartiere elegante e signorile, costellato da locali a la page e palazzi eleganti affine all’ottavo di Parigi.

Quartiere VI: quartiere vitale e multietnico, ricco di bei negozi a buon mercato e di locali rinomati.

Quartiere VII: quartiere un tempo operaio, eccelsamente riqualificato con la costruzione del cluster di grattaceli di citylife che rappresenta un modello invidiato in tutta Europa.

Quartiere VIII: quartiere in cui ci sono lussuosi palazzi residenziali ed una vita notturna vivace ed intensa.

Seguono poi i quartieri delle zone più esterne. 

Continua la lettura con: L’assurdità delle zone di Milano 

LORIS COTTONI

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I 10 suoni tipici di Milano: dove ascoltarli

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credits: pinterest - Corso Vittorio Emanuele

Il senso della vista ci comanda un po’ troppo, dovremmo lasciare un po’ di spazio anche agli altri. Per esempio, Milano è anche una città da ascoltare, non solo da guardare. Provate a fare questo esperimento. Il risvolto è molto affascinante, potrete scoprire una nuova identità di Milano. Ci sono dei suoni peculiari della città che se ascoltati nel posto giusto ne rivelano una nuova essenza.

suoni tipici di Milano

I 10 suoni tipici di Milano: dove ascoltarli

#1 Le campane in piazza Sant’Alessandro

Credits: @m.giaggia
Piazza Sant’Alessandro

Il luogo migliore per ascoltare le campane è Piazza di Sant’Alessandro. I rintocchi provengono dalla chiesa di questo martire. Se dopo l’ascolto volete deliziare gli occhi entrate nella chiesa e godetevi il suo interno barocco.

#2 Il rombo degli aerei al Forlanini

Foto di: Andrea Cherchi

Oltre al fruscio delle piante e al cinguettare dei passeri, Parco Forlanini è il luogo ideale dove origliare il ruggito degli aerei.

#3 I boati a San Siro

Credits Andrea Cherchi – Stadio Meazza

L’onda sonora si alza e si abbassa dopo un rapido colpo di reni. È un’esperienza da provare in zona Stadio San Siro.

#4 Lo sferragliare dei tram al Verziere

Via Verziere

Il tram è tipico di Milano, infatti lo esportiamo ovunque. Non sono solo i suoi lineamenti a colpire, molto fa lo stridore di rotaia quando si avvicina. Location consigliata: il Verziere.

#5 Il garrito delle rondini al Castello

Una rondine non fa primavera e non fa rumore. Tante rondini invece fanno più fracasso di un gruppo di bambini che giocano. Ascoltare per credere al Castello Sforzesco.

Leggi anche: Le rondini del Castello

#6 I piccioni del Duomo

https://m.tio.ch/dal-mondo/attualita/1413141/falchi-pellegrini-per-s-cacciare-i-piccioni-in-piazza-duomo

Da non trascurare la variante di volatile meno poetica della rondine. I piccioni quando partono in stormo è come se i ciottoli di Piazza Duomo si alzassero in volo.

#7 I passi di Cadorna

Cadorna Milano Ovest

Un rumore tipico di Milano è la fretta. Il luogo privilegiato dove ascoltarla è la Stazione Cadorna, impersonata dai passi di corsa.

#8 Il gracchiare degli altoparlanti in Centrale

Come nei romanzi distopici 1984 e Il Mondo Nuovo, c’è sempre un autoparlante che suggerisce cosa fare, dove andare e che in qualche modo chiarisce la situazione. Il migliore di tutti si trova in Stazione Centrale.

#9 Il vociare in Galleria 

Credits Andrea Cherchi – Albero Swaroski Galleria 2021

L’eco di un brulicare di voci di ogni nazione nel salotto di Milano. 

#10 La musica di corso Vittorio Emanuele

credits: pinterest – Corso Vittorio Emanuele

Lungo corso Vittorio Emanuele puoi passeggiare con la colonna sonora, come se fossi il protagonista di un film.

Continua la lettura con: I colori dei quartieri di Milano

FRANCESCO BOZ

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