Nell’ultimo anno, l’edificio di Piazzale Cantore 14 ha subito importanti lavori di ristrutturazione, diventando uno spazio che offre servizi di orientamento professionale, formazione e laboratori. La sera si trasformerà in un luogo per eventi e iniziative organizzate dai giovani per i giovani della città.
L’edificio rinnovato si chiamerà “Open Casello” e sarà il nuovo centro delle Politiche Giovanili del Comune di Milano.
# Servizi per i Giovani
All’interno della struttura, riqualificata tra il 2023 e il 2024, si trovano una sala polifunzionale e due sale per riunioni e colloqui. Attualmente, offre servizi di orientamento al lavoro, formazione, opportunità di volontariato e mobilità internazionale del Comune di Milano. Tramite la piattaforma Giovani Milano, è possibile prenotare i vari laboratori, workshop e corsi disponibili per avere un primo colloquio con un operatore, oppure ci si può presentare direttamente al casello.
# Spazio per la progettazione e la riqualificazione
Da settembre inizieranno delle collaborazioni con Base, Avanzi e Codici, che contribuiranno a trasformare la Casa dei Giovani in uno spazio per la progettazione e la sperimentazione. Gruppi e associazioni giovanili, selezionati tramite una call for ideas, saranno invitati a ideare e realizzare attività, eventi e incontri per animare il casello. L’obiettivo è quello di trasformare questo spazio in un luogo aperto tutta la settimana, dove i giovani siano al centro della scena, e diventare un punto di riferimento per i giovani e per tutto ciò che li interessa.
All’inaugurazione della nuova struttura hanno partecipato alcuni rappresentanti dell’Amministrazione comunale. La festa, in linea con le future ambizioni del luogo, ha visto alternarsi performance musicali, spettacoli di teatro e danza, proiezioni cinematografiche, talk e DJ set.
# Orari
Il nuovo hub sarà aperto il Lunedì, Mercoledì e Giovedìdalle 14:00 alle 18:00, il Martedìdalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00. Durante il weekend vengono anche organizzati degli eventi serali.
Malpensa, Orio, Linate: 10 fatti che forse non sai dei tre aeroporti di Milano
#1 Il sistema aeroportuale di Milano è il primo in Italia per passeggeri
Aeroporti Milano
Il sistema aeroportuale di Milano, composto dagli scali di Linate, Malpensa e Orio al Serio, è il primo in Italia con 51,4 milioni di passeggeri trasportati nel 2023. Segue quello di Roma con 44,1 milioni di passeggeri (40,3 miloni Fiumicino e 3,8 milioni Ciampino).
Credits: Andrea Cherchi – Milano Linate
#2 Il primo è Linate: costruito per il tramonto dell’idrovolante
wikipedia – Aeroporto di Linate
L’Aeroporto di Linate, inaugurato nel 1937, nasce a seguito del tramonto dell’utilizzo dell’idrovolante. Fino agli anni ’20 infatti era ancora quello considerato il mezzo di trasporto aereo del futuro, con i velivoli che per qualche anno sono atterrati e decollati dall’Idroscalo, realizzato appunto per questa finalità.
#3 Teatro del più grave incidente nell’aviazione civile italiana
Nell’ottobre del 2001, a causa della nebbia e comunicazioni sbagliate tra piloti e torre di controllo, lo scalo di Linate è stato teatro del più grave incidente nell’aviazione civile italiana. Nell’incidente tra un Cessna Citation privato e un MD 80 della compagnia Scandinava SAS sono morte 118 persone, compresi addetti addetti allo scalo bagagli, con un solo passeggero superstite, Pasquale Padovano, rimasto quasi completamente ustionato.
#4 Il bosco dei faggi in memoria delle vittime
giardininviaggio.it – Bosco faggi
Proprio in memoria delle vittime di quel tragico evento è stato realizzato un bosco dei faggi, di fronte all’aeroporto, nell’adiacente Parco Forlanini.
#5 Il primo FaceBoarding d’Europa
Ph. finanzaonline
A maggio 2024 Linate è stato il primo aeroporto in Europa a introdurre il FaceBoarding. Il sistema consente di prendere un volo semplicemente mostrando il proprio viso, senza dover più mostrare passaporto o la carta d’identità elettronica e neppure la carta di imbarco.
#6 Malpensa era l’ “Aeroporto Città di Busto Arsizio”
Credits deliluna IG – Malpensa
La prima denominazione di Malpensa, quando venne ufficialmente aperto al traffico nel 1948, fu Aeroporto Città di Busto Arsizio.
#7 Il nome attuale deriva dalla corte lombarda di Cascina Malpensa
wikipedia – Cascina Malpensa
Il nome attuale deriva dalla vicina corte lombarda di Cascina Malpensa, a Somma Lombardo, costruita su un’area precedentemente mai sfruttata per l’acidità del terreno che causava la morte di ogni pianta.
#8 In origine era l’area di test per i prototipi
mxpairport.it
Proprio presso l’antica Cascina Malpensa, vicino a dove sorge l’attuale scalo, nel 1909 gli industriali Giovanni Agusta e Gianni Caproni crearono un campo d’aviazione, utilizzato per testare i loro prototipi di progetti aeronautici.
#9 Orio è nato per scopi militari
La nuova facciata di Orio al Serio
Lo scalo di Orio al Serio è nato, invece, per scopi militari, nel 1937. Soltanto nel 1970 venne costituita la “Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo – Orio al Serio”, a cui seguì il primo volo nel 1972 diretto all’Aeroporto di Roma Ciampino.
#10 Milano e Sea si opposero alla nascita dell’Aeroporto di Orio al Serio, oggi Milan Bergamo Airport
Logo Milano-Bergamo
Gli enti amministrativi milanesi e la SEA fecero opposizione, invano, alla nascita dello scalo in provincia di Bergamo. Oggi però lo scalo fa parte del sistema aeroportuale milanese, anche se gestito da un’altra società: il nome commerciale è infatti Milan Bergamo Airport.
L’ultima novità nel panorama europeo. I biglietti sono ora disponibili sulla nota piattaforma di acquisto per viaggi in treno e bus. Scopriamo le città raggiunte dai Good Night Train.
In vendita i biglietti per i treni notturni di European Sleeper: in quali città ci si potrà svegliare?
# Siglata la partnership tra Trainline e European Sleeper
Trainline
Jody Ford, Amministratore Delegato di Trainline, ha annunciato la partenrship con European Sleeper: “I treni notturni sono un elemento importante per rendere i viaggi in treno in Europa ancora più attraenti per i passeggeri che vedono sia il valore e l’efficienza, sia l’emozione di addormentarsi in un posto e svegliarsi in un altro”. Nelle dichiarazioni ha sottolineate che “le tratte di European Sleeper si adattano perfettamente all’offerta di Trainline e contribuiscono a facilitare i viaggi transfrontalieri in treno in Europa. La partnership con European Sleeper è un altro passo verso un’industria dei viaggi sostenibile e a prova di futuro”.
Dal sito o dall’app si può quindi ora acquistare i biglietti dell’ultima compagnia ferroviaria europea a introdurre i viaggi notturni per raggiungere diverse città europee.
# European Sleeper: i “treni della buonanotte” hanno esteso il servizio fino a Praga e puntano ad altre destinazioni dal nord al sud Europa
Cabine letto Good Night Train
La neonata società belga-olandese European Sleeper ha festeggiato un anno di attività con il servizio dei treni notturni chiamati The Good Night Train, composti da carrozze moderne e accessibili dotate di ogni comfort. Si può scegliere tra posti standard oppurecabine letto, prenotabili anche come compartimenti privati e per “sole donne”, che possono ospitare fino a sei persone. Negli scompartimenti piccoli, fino a tre persone, ci sono un lavandino, asciugamani, articoli da toilette e colazione, in tutti coperte, cuscini, lenzuola e acqua minerale.
europeansleeper – Mappa aggiornata
Il percorso serve alcune delle città più affascinanti nel cuore dell’Europa. Parte da Bruxelles in Belgio, dove ferma anche ad Anversa, e conclude Praga, destinazione introdotta nel 2024. Troviamo poi Rotterdam, Amsterdam e Deventer nei Paesi Bassi, Berlino e Dresda in Germania, più due cittadine della Repubblica Ceca: Děčín e Ústí nad Labem.
# Le tappe future e l’European Sleeper Pass, l'”interrail della notte”
Credits JStolp-pixabay – Budapest
In futuro la rete si allargherà ancora. Tra le città raggiunte ci saranno Budapest, Vienna, Barcellona, Stoccolma, Varsavia, Copenaghen, Colonia, Parigi e persino Londra, anche se al momento non è prevista una data di attivazione. In aggiunta all’acquisto su Trainline, sul sito ufficiale è disponibile l’European Sleeper Pass che, come l’Interrail Pass consente di salire e scendere dai treni in modo flessibile nelle diverse città servite.
L’ultima tangenziale milanese in ordine di tempo, la quarta dopo le altre che circondano la città, fa parte da qualche anno del reticolo viario della Città Metropolitana di Milano. Ma è ancora poco conosciuta e molto poco trafficata. Ecco come si sviluppa il tracciato e cosa mette in connessione.
Quell’oscuro oggetto del desiderio: la tangenziale esterna di Milano
# La tangenziale che attraversa tre province per una lunghezza di 32 km
Credits 7giorni.info – Mappa TEEM
La tangenziale est-esterna milanese, la sigla è TEEM-A58, si snoda per 32 km con tre corsie per senso di marcia attraversando tre territori provinciali: la Città Metropolitana di Milano, la provincia di Lodi e quella di Monza e Brianza rispettivamente per 23,8 km, 7,2 km e 1,5 km. I comuni interessati sono 34.
Collega direttamente l’Autostrada A4 Torino-Trieste a nord, tramite lo svincolo di Agrate Brianza, e l’Autostrada A1 Milano-Bologna nel Comune di Cerro al Lambro. Un’altra connessione importante è con la BreBeMi, l’autostrada che viaggia parallela all’A4 da Milano e Brescia.
# La prima tangenziale milanese a pagamento
Credits 7giorni.info – Casello di Paullo
La TEEM oltre a essere l’ultima tangenziale a essere realizzata, e che quasi certamente tale rimarrà, è anche la prima a prevedere un pedaggio.L’investimento complessivo di poco più di miliardi di euro è stato finanziato da: i soci di Tangenziale Esterna Spa, dallo Stato Italiano, da Cassa Depositi e Prestiti, dalla Banca Europea per gli Investimenti e da nove istituti di credito commerciali.
# Le opere connesse e di mitigazione dell’impatto ambientale
Credits matt_frank_87 IG – TEEM
La costruzione dell’infrastruttura ha previsto anche la realizzazione di altre opere connesse: 38 chilometri di nuove arterie ordinarie, la riqualificazione di 15 chilometri di strade esistenti e il completamento di 30 chilometri di piste ciclabili. A queste vanno aggiunte quelle di mitigazione dell’impatto ambientale: 16 chilometri di barriere acustiche, 120 opere idrauliche per la salvaguardia della rete irrigua, 200 ettari di aree destinate a verde e 60 ettari di aree umide con funzione idraulica e naturalistica.
Ogni sera si può andare a letto in Centrale e svegliarsi davanti a una Sacher a Vienna oppure davanti a una birra a Monaco di Baviera. Questi gli orari e il costo dei biglietti.
Il “Night Jet”: ogni sera da Milano c’è un treno per Vienna e Monaco di Baviera
# Dal mare al centro dell’Europa con il treno notturno
eisenbahnin.oe.d.ch IG – Nightjet
Ci si può mettere a dormire in treno Milano e svegliarsi a Vienna per fare colazione in un elegante caffè con una Sachertorte, nella città natale di Mozart a Salisburgo, oppure nel centro di Monaco di Baviera. Il convoglio EuroNight 235 parte ogni pomeriggio da La Spezia, con diverse tappe tra cui Genova e Pavia prima di arrivare nella Stazione di Milano Rogoredo. A questo punto il treno riparte con i seguenti orari: 20:41 da lunedì al venerdì, 21:26 il sabato e 20:16 la domenica.
Nightjet Milano-Vienna e Monaco
Le fermate successive includono Brescia, Desenzano, Peschiera, Verona, Vicenza, Padova e Tarvisio, fino a Villach in Austria. Qui, il treno si divide: una parte prosegue verso Vienna dove arriva alle 9:04 del mattino successivo a prescindere dal giorno del viaggio, mentre l’altra parte raggiunge Monaco di Baviera alle 9:22, con stop anche a Salisburgo.
Il viaggio di ritorno parte tutti i giorni da Vienna alle ore 19:18 e da Monaco di Baviera alle 20:10, con arrivo a Milano alle 7.49 del giorno nelle mattine dalla domenica al giovedì e alle 8:12 in quelle di venerdì e sabato.
# I prezzi partono da 34,90 euro e ci sono tre livelli di servizio
simply_railway IG – Euronight
I treni EurocityBrennero sono gestiti dalle ferrovie DB e ÖBB e includono carrozze con posti a sedere di seconda classe, carrozze cuccette e vetture letto. Il biglietto di sola andata, con prenotazione del posto, parte da 34,90 euro per le partenze da Milano, Vienna o Monaco, ed è acquistabile sui siti di Trenitalia o ÖBB Nighjet, in quest’ultimo la sigla del treno è NJ235. L’opzione cuccetta richiede un supplemento, che varia in base alle disponibilità, e comprende la colazione e la biancheria da letto, così come quella vagone letto che in aggiunta mette a disposizione colazione alla carta, letto fatto, servizio sveglia e servizi igienici privati.
Con il passaggio da ATAC alla gestione Astral e Cotral, e quindi affidata alla Regione Lazio, la linea è conosciuta oggi come Metromare e punta ad avere frequenza da metropolitana. Nello scenario di piano di PUMS è prevista il cambio di denominazione in Linea E con l’aggiunta di una diramazione fino all’Aeroporto di Fiumicino: cambierà qualcosa in futuro?
La Metromare di Roma: il primo step per la trasformazione in Linea E fino all’aeroporto?
# La ferrovia Roma-Lido diventata Metromare
Credit: it.wikipedia.org
La ferrovia Roma-Lido, oggi conosciuta come Metromare, è una linea ferroviaria che unisce la stazione di Roma Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense, alla stazione di Cristoforo Colombo, situata nel quartiere Lido di Castel Fusano. Questa linea, inaugurata nel 1924, si estende per circa 28 chilometri, comprende 13 stazioni di superficie e permette collegamenti con la linea B della metropolitana e le Ferrovie Laziali.
Il servizio è attivo tutti i giorni, dalle 5:15 alle 21:00 nei giorni infrasettimanali per lavori di ammodernamento dell’infrastruttura e nei giorni festivi le ultime partenze sono alle 23:30. Il tempo di percorrenza medio dell’intera tratta è di circa 37 minuti e la frequenza è di circa 15-20 minuti, salvo interruzioni sulla linea e problemi con i convogli che sono abbastanza frequenti.
Utilizzata ogni giorno da oltre 100.000 è fondamentale migliorarla, dato che da anni è inserita da Pendolaria tra le linee ferroviarie peggiori d’Italia.
# L’obiettivo: un treno ogni 6 minuti
Metromare RM ph. twitter
La linea è in fase di miglioramento con la costruzione della fermata Acilia Sud e la riqualificazione di quella di Tor di Valle, previste tra giugno e settembre 2024, e l’acquisto di 20 nuovi convogli da 6 casse con capienza di 1200 persone. Previste altre due nuove stazioni, che dovrebbero essere costruite per il 2026, Torrino Mezzocammino e Giardino di Roma. Sono partiti invece da poco i lavori, della durata di due anni, per la sostituzione della linea aerea dell’intera tratta. L’obiettivo era di portare la frequenza a un passaggio ogni 6 minuti nel 2024 grazie 15 convogli in circolazione, ma difficilmente verrà raggiunto nei tempi ipotizzati, e di mantenere l’attuale tracciato.
# Il progetto: trasformarla nella linea E della rete metropolitana
Scenario piano PUMS Linea E
Tra le proposte emerse in fase di approvazione del PUMS, tra il 2017 e il 2018, anche quella di trasformarla in Linea E utilizzando il tracciato fino a Piramide per poi proseguire fino a Bologna seguendo il tracciato della B, in direzione Jonio, sfruttando il tronchetto della B1. Nello scenario tendenziale ottimale del PUMS è stato infine prevista il cambio della denominazione da Metromare a Linea E realizzando una diramazione “E2” dalla stazione di Acilia Sud all’Aeroporto di Roma Fiumicino con fermate intermedie a Dragona e Fiera di Roma, La linea non andrà quindi a senza inserirsi nel tracciato della rete metropolitana romana, salvo mantenere l’interscambio con la linea B.
Rinasce la “Milano”, la mini crociera sul lago sentendosi a inizio Novecento
# Il restyling a 120 anni dalla sua inaugurazione
navigazionelaghi – Motonave Milano
Rinasce la Motonave Milano che fu inaugurata il 28 agosto del 1904, costruita nei cantieri di Sestri Ponente. Proprio nell’anno in cui ricorrono 120 anni da quella storica data, anche se allora era solo un piroscafo a ruote e la trasformazione in motonave a elica è avvenuta nel 1925, il 7 giugno è stato presentato il suo restyling. I lavori voluti dalla Navigazione Laghi sono durati otto mesi nel cantiere nautico di Tavernola, per un investimento di 80mila euro, e si sono un attività di refitting.
# Un design dallo stile Liberty, 190 passeggeri seduti all’esterno e 100 all’interno
Motonave Milano
Nella rinnovata imbarcazione sembrerà di viaggiare tornando indietro agli inizi del ‘900 grazie agli interni dalle linee raffinate in stile Liberty che richiamano la Belle époque, rimasti intatti in seguito ai lavori, con due sale passeggeri arredate in grado di ospitare cento passeggeri e un bar interno e cucina per la preparazione di cocktail e snacks.
quicomo.it – Motonave Milano 3
Sono ampi gli spazi all’aperto grazie ai tre ponti da 190 posti a sedere su panchine di legno ristrutturate, per un totale di 350 trasportabili.
# La “mini crociera” sul Lago di Como
quicomo.it – Motonave Milano 4
La motonave, come le altre rimesse a nuovo e che lo saranno in futuro, entra in servizio dal 23 giugno. Le rotte sono quelle longitudinali, in particolare la Como – Menaggio – Colico.
Milano soffoca di smog e di palazzi. Ci sono intere zone senza lo straccio di un giardino. Soprattutto a Milano Est la situazione è drammatica. L’amministrazione ha messo come imperativo categorico la città green, con alberi e parchi al posto delle strade. Perché fermarsi alle auto? Quello che ingolfa e inquina sono i palazzi. Urge un intervento choc: un grosso dolore immediato ma un grande beneficio nel futuro. Perché per creare bisogna prima distruggere.
I nuovi, magnifici parchi che si potrebbero creare a Milano… abbattendo questi quartieri
#1 Parco della Moda: verde di alta classe
parco della moda
Il primo passo è stato rendere il Quadrilatero car-free. Il successivo sarà di abbatterlo, sostituendolo con un polmone verde di alta classe. La risposta a chi dice che Milano è settaria, che rovina la vita ai poveri per compiacere ai ricchi: verranno abbattuti il Palazzo Bagatti Valsecchi e gli altri palazzi della Milano aristocratica. Rimarranno solo le boutique della moda che saranno immerse nel verde. Un’attrazione clamorosa.
#2 Parco delle Cinque Giornate: verde rivoluzionario
parco delle cinque giornate
Il più grande atto di coraggio dei milanesi. Le Cinque Giornate. Quando senza paura i milanesi hanno sfidato l’oppressore. Allora erano gli austriaci, oggi sono i palazzoni. Ci vuole una svolta per avere un polmone verde rivoluzionario. Si spianano le costruzioni attorno a piazza Cinque Giornate, passando per largo Marinai d’Italia, fino a via Piranesi e, alla fine, si potrebbe collegare il nuovo spazio verde con il parco Forlanini. Sarebbe il parco che richiama il lato ribelle ed aggressivo della tradizione milanese, sarebbe il parco della Marina e del’Aviazione, tutto in stile militare, con tutti i reperti, navi e aerei, messi in mezzo al parco. Per una volta le armi sarebbero simbolo di pace e di sostenibilità ambientale.
#3 La Barona diventa il lago di Milano, con i grattacieli lacustri
lago di Milano
C’è chi dice, sì, vabbé, ma così distruggete tutto anche l’economia! E l’economia della Milano di oggi si regge sui grattacieli. La risposta: realizzare un lago distruggendo le case tra i navigli. Lasciamo qualche isola e i palazzi dei più ricchi. Costruiamo grattacieli su palafitte: i grattacieli lacustri, costosissimi, e la spiaggia della Barona.
#4 Il mega parco occidentale, da Trenno al Bosco Verticale
parco occidentale
Chiediamo a Boeri di progettare il cimitero verticale a Musocco. Con lo spazio recuperato, si ricava un parco pazzesco, da Trenno al Bosco Verticale. Un parco enorme, con gare dei cavalli e scuola di sopravvivenza.
#5 Il parco sotterraneo
parco sotterraneo
Il centro non lo si può abbattere, siamo d’accordo. Ma allora perché non creare qualcosa… sotto? Sotto la parte centrale di Milano si costruirà il parco sotterraneo più grande del mondo. Da porta Venezia a porta Genova, accessibile dalle cantine dei palazzi. Nel parco si potrà ammirare scorrere il naviglio senza doverlo riaprire.
“Tutte le strade portano a Roma”. Un proverbio che rimanda a quando molte strade consolari partivano da Roma. Ma se l’Impero fosse esistito ai giorni nostri quali sarebbero potute essere le linee metropolitane?
Di Eric Gaba, Agamemnus, Flappiefh – Based on a Topographic map from Eric Gaba, & a map of ancient Roman roads from Agamemnus, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20049589 – Strade consolari
Il proverbio “tutte le strade portano a Roma” trae origine dal sistema stradale dell’antica Roma, su cui è basata gran parte di quello attuale italiano. Il fatto che molte strade consolari partissero da Roma e quindi, se prese in senso contrario, portassero a Roma, spiega il suo significato. Tra queste troviamo l’Aurelia, Cassia, Flaminia, oggi strade statali identifica da numeri. Se l’Impero fosse esistito ai giorni nostri. invece di strade, o meglio sotto ad esse, si sarebbero probabilmente realizzate delle linee metropolitane. E c’è chi ha provato a disegnarle.
# E se fossero linee metropolitane? Questa la mappa con le grandi arterie dell’Impero Romano
Credits ilkoreano IG – Metro C Roma
Sasha Trubetskoy, un geografo americano, harealizzato una mappa dettagliata, servendosi anche delle fonti latine come il registro delle vie di comunicazione tra Caracalla e Diocleziano “Antonini Itinerarium”, “trasformando” le antiche strade romane in linee metropolitane. In realtà, come specificato dall’autore, si tratta di un diagramma in stile metropolitana delle principali strade romane, basato sull’Impero di ca. 125 d.C. Le linee sono una combinazione di strade reali con nome e di strade che non hanno un nome storico noto.
sashamaps.net – Strade come metro Impero Romano
Le grandi arterie potrebbero essere intese come linee metropolitane veloci o treni ad alta velocità. Nel Regno Unito potremmo avere la Via Britannia con Dover, Londra, York e Carlisle, la Via Gallia da Autun (Francia) con altre due fermate più capolinea in direzione Oceano Atlantico a Vannes, poi la Via Lusitanorum sulla costa porteghese, oppure le lunghissime Via Dalmatia da Acquileia a Patrasso in Grecia e Via Claudia estesa per gran parte del Nord Africa dall’attuale sito archeologico di Chella in Marocco alla città di Alessandria.
Per l’Italia troviamo ad esempio queste linee con “capolinea” a Roma e :
Via Flaminia con fermate nelle attuali Spoleto e Rimini;
Via Cassia con fermate a Rieti, Firenze e Luni (Provincia della Spezia);
Via Tiburtina con stazioni a Tivoli, Corfinio (Abruzzo) e Pescara;
Andando al nord, anche oltre confine:
Via Emilia con stop a Rimini, Bologna, Parma e Piacenza;
da Piacenza c’è la Via Helvetica con fermate a Milano, Aosta, Ginevra e Vienna.
Milano sarebbe capolinea della Via Claudia Augusta con fermate a Coira (Svizzera), Kempten e August (Germania) e Verona;
Via Postumia da Genova ad Acquileia con fermate a Tortona, Piacenza, Cremona e Verona;
Al sud e isole invece:
Via Traiana con fermate a Canosa di Puglia e Bari e capolinea a Benevento da un lato e Brindisi dall’altro;
Via Valeria, la circle line siciliana, con fermate a Messina, Siracusa, Agrigento, Lilibeo sotto l’odierna Marsala e Palermo.
# La mappa con il focus sull’Italia: 77 linee, di cui 13 a servire Roma
sashamaps – roman_roads_italy_v1_lat-ita_140 – Versione italiana
Facendo un focus sull’Italia, Sasha Trubetskoy ha realizzato una mappa con 77 “linee”, di cui 13 a servizio della capitale dell’Impero Romano. Da Milano passerebbe la Via Iulia per Alpem, con fermate a Chiavenna, Como, Pavia e Voghera e una da Piacenza a Novara. Troviamo poi la Via Hadriatica da Fano-Pesaro a Bari o la Via Popilia da Capua a Reggio Calabria.
# Grand Opening of Ragusa fashion show, con designers, scuole di moda, modelle, ma anche cittadini comuni
mrsuniversalempire
Una fashion week internazionale che coinvolgerà designers, scuole di moda, modelle, ma anche cittadini comuni che abbiano voglia di mettersi in gioco sfilando nella suggestiva cornice del castello, oppure proponendo i propri progetti creativi, sentendosi così protagonisti, fosse pure per una sola volta, in un contesto di rilevanza internazionale.
L’evento, dal titolo Universal Empire Ragusa International Week, sarà diretto e organizzato da una vera pioniera del settore, Layla Najafe, portavoce di un movimento di cambiamento a livello internazionale nel settore della moda, volto anche a sottolineare l importanza dell’emancipazione femminile nel campo della moda e non solo.
# L’obiettivo della manifestazione
mrsuniversalempire.com
Il tutto tramite una fitta rete di eventi partecipativi che hanno già avuto luogo in varie parti del mondo, grazie ad una struttura organizzativa formata da un team di professionisti appartenenti a vari stati del mondo. Nel 2005 per esempio è stata inaugurata la Dubai fashion week ed altri eventi internazionali si sono svolti a New York, Londra e Barcellona.
Questa volta si vuole coinvolgere il sud, rendendo Ragusa e l’hinterland circostante protagonista di un evento internazionale che funga anche da spinta, per queste zone, in termini di visibilità, pubblicità, crescita turistica ed economica oltre a promozione delle peculiarità locali ed occasione partecipativa per quanti desiderino promuovere le proprie conoscenze e capacità creative.
# La cornice è il Castello di Donnafugata, dimora nobiliare di fine ‘800
casa_gio_appartamentivacanze IG – Castello di Donnafugata
Una vetrina culturale di grande impatto, in un palcoscenico mozzafiato ossia il Castello di Donnafugata, dimora nobiliare di fine 800, già teatro di numerosi set cinematografici e serie televisive di successo come il commissario Montalbano
Un occasione imperdibile per un interscambio culturale tra il nostro paese, il sud Italia in particolare, e i rappresentanti delle diplomazie internazionali, specie mediorientali, che saranno presenti alle tre serate.
Il sud sarà all’altezza di indiscusse capitali della moda come Parigi e Milano? Una avvincente sfida sempre più vicina. Una meta alternativa per gli amanti della moda e non solo, un modo diverso per fare una vacanza in questi luoghi ricchi di cultura, di chilometriche spiagge incontaminate e di panorami suggestivi tutti da scoprire
Avete presente quegli articoli in cui si parla della bellezza di alcune zone o vie della città, dei colori dei quartieri e dell’atmosfera di festa che vi si respira? Bene, questo che state per leggere non è quel tipo di articolo. E siamo certi che i detrattori di Milano, coloro che la dipingono ancora brutta e inospitale, si troveranno perfettamente d’accordo con ciò che troveranno scritto.
Se non fosse che qui oggi non ci riferiamo alla bruttezza in senso lato, ma al fatto che vi siano alcune vie che per oscurità ambientale, lavori o quant’altro sembrano a tutti gli effetti strade tristi. Che dite, andiamo a leggerle assieme?
Il quartiere Forze Armate, facente parte della zona 7, è un’area che sta vivendo un periodo di riqualificazione e di espansione grazie a una serie di interventi messi in campo dal Comune. E meno male, perché tutto o quasi ciò che ruota attorno a queste vie non ha certo mai brillato per allegria. Siamo nella periferia ovest di Milano, a destra di Baggio e a sud di Quarto Cagnino, in un’area che è stata col tempo ribattezzata Sella Nuova.
Oggi, Forze Armate si configura come un tessuto urbano di grande interesse dal punto di vista immobiliare, particolarmente attrattivo anche per i giovani e per chi vuole restare in città trovando una casa a prezzi contenuti, tra i più bassi di Milano. E per fortuna, grazie agli interventi di cui sopra, si sta rendendo sempre più piena di quel verde che è sempre mancato.
# Via Zurigo, la più abbandonata
credits: @riccardo_1952 IG
Non ce l’abbiamo con questa zona, eh. Ma la vicina di casa più famosa di Forze Armate, ovvero via Zurigo, resta famosa per l’oscurità dei suoi palazzi grigi e per lo stato di abbandono e trascuratezza dei vialetti invasi dalle siepi, per aree giochi abbandonate e per un generale senso di degrado che, per fortuna, negli ultimi anni sta venendo meno con importanti opere di riqualificazione urbana. Anche qui, come sopra, il verde si sta prendendo le sue lente rivincite sul grigio.
# Via Molino delle Armi, dalle stelle alle stalle
credits: @milano_scomparsa_o_quasi IG
Per la serie, non spariamo solo sulla periferia. Molino delle Armi, pieno centro storico di Milano, è il toponimo che fu assegnato nel lontano 1865 a questa via perché qui esisteva un antico mulino, la cui funzione era di arrotare armi di cui Milano era capitale europea per antonomasia (non per niente esistono ancora via storiche come Negroli o Missaglia, intitolate a famiglie nobili di armaioli milanesi).
Lungo il fossato interno scorreva l’acqua che serviva per forgiare a freddo lame e spade di vario tipo. Nelle ultime decadi, questa bellissima via del cuore di Milano è stata tartassata da una miriade di cantieri e lavori residenziali/stradali che si sono espansi tra Santa Sofia, San Calimero e Sforza-Policlinico. Con inevitabili ripercussioni di traffico, rumori e quant’altro
# Viale Omero, buio e sperduto
credits: @adriano.de.marco IG
Uno dei capillari finali di quella grande arteria stradale che, all’inizio del XX secolo, partiva da Piazzale Durante (Casoretto) tagliando da nord a sud la parte orientale di Milano, terminando con Corvetto e le cascine di Nosedo. Una zona dove un tempo si veniva solo per andare a ballare al Borgo del Tempo Perso, oggi abbandonato e in stato di rovina degna di un rudere di campagna.
In Viale Omero, buio e sperduto capolinea del bus 93, vale la regola che sta lentamente abbattendo il grigio di Zurigo/Forze Armate. È infatti dal lontano 2003 che grazie alla giunta Albertini sia Piazzale Gabrio Rosa che lo stesso viale, un tempo dobbiamo dirlo molto molto tristi, sono state riqualificate con un doppio alberato degno dei vialoni del centro città.
# Via Harar, il divario tra ricchi e poveri
san siro lato sud di via harar
Ovvero, lo spartiacque del quartiere di San Siro. Via Harar taglia infatti a metà la zona nord del quartiere celebre per lo Stadio Meazza dalla zona sud. Ma, mentre a nord ci sono palazzoni super curati e attici degni di vip e calciatori, la zona sud presenta ancora quei caseggiati popolari non molto diversi da quelli visti in altri periferie e, conseguentemente, è abitata da persone che non possono certo permettersi il tenore di vita dei dirimpettai nella parte superiore.
Via Harar rappresenta una delle poche zone di Milano dove la spaccatura borghese/popolare è pressoché netta. Forse, l’unica via che presenti una tale discrepanza è la prossima di cui vi parlo.
# Via Salomone, la più grigia della città
credits: @blaxter13 IG
Via Salomone è infatti uno stradone che parte da piazzale Ovidio e rappresenta la cuginameno nobile di via Mecenate, periferia sud-est di Milano a due passi dall’aeroporto di Milano Linate. Infatti, mentre sul lato est di via Mecenate ci sono case e condomini curati riempiti di verde in ogni angolo, oltre gli Studi della Rai ci imbattiamo nelle vie Quintiliano, Ungheria (capolinea del tram 27) e appunto Salomone, con la presenza di un paio di microaree di appartamenti e palazzi per famiglie benestanti, ma dove la maggior parte dei caseggiati sono edifici vecchi e popolari. Come la storica Trecca, probabilmente uno dei comprensori popolari più grigi di tutta Milano.
# Viale Monte Ceneri e il Ponte della Ghisolfa
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Alias, la via sotto il ponte urbano più brutto che abbiate mai visto, e su questo non possiamo mentire neanche un briciolo. Viale Monte Ceneri è, infatti, un vialone di collegamento con molto traffico di autobus e veicoli, che imboccano via Mac Mahon per entrare dopo aver passato il ponte Palizzi a Quarto Oggiaro o si spingono più avanti per prendere viale Certosa e raggiungere le tangenziali. È oggettivamente un ponte che non ha nulla di estetico. Originariamente chiamato Cavalcavia Bacula, è noto a tutti come Ponte della Ghisolfa.
Pillola storica: proprio qui si trovava il circolo anarchico della Ghisolfa da cui proveniva il ferroviere Giuseppe Pinelli, morto in circostanze a dir poco misteriose volando giù in una notte di nebbia da una finestra della Questura di Milano, all’epoca sita in piazza Fontana.
Errata corrige: la Questura di Milano ha sempre avuto sede in via Fatebenefratelli, in piazza Fontana è posta invece la lapide in memoria di Giuseppe Pinelli.
In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “Qual è la parola in milanese che utilizzi di più?”. Sono sette le parole superstar della tradizione milanese.
Definisce il pranzo al sacco, anche detto schiscia, che infesta di cattivi odori gli uffici di Milano. Una parola di grande dolcezza, che trasmette appetito in modo quasi onomatopeico.
Anche se non è propriamente una parola sola, viene pronunciato come se la fosse. “Va a dà via el cù!” è utilizzato per mandare, spesso in modo scherzoso, qualcuno a “quel paese”.
Al quinto posto c’è “giargianes“, utilizzato un tempo per indicare tutti gli stranieri con idiomi forti e incomprensibili, spesso dialetti regionali e locali, per poi passare a indicare coloro che non sono di Milano città.
#4 Ciumbia
il dogui, il principe
Ciumbia è un’esclamazione di solito bonaria, quasi sempre un’intercalare, come “Ma dai!”, “Accipicchia!”, “Accidenti!”, “Urca!”.
#3 Ussignür
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Sul terzo gradino si posiziona “ussignur”, imprecazione usata per indicare stupore riguardo una situazione o qualcosa di inconcepibile, al limite del grottesco. Si esprime in occasione di situazioni fuori dalla ragione, come un’invocazione disperata che in realtà esprime anche grande compassione.
Al secondo posto troviamo “sperèm”, con l’accento sull’ultima “e”, con significato di “speriamo!” all’imperativo presente.
#1 Pirla
La parola più utilizzata in assoluto è “pirla”, in origine la parola pirla significava “trottola”, poi nel tempo il significato si è spostato più verso l’accezione offensiva. Mourinho la usò in una celebre conferenza stampa per presentarsi da neo-allenatore dell’Inter. Conquistò subito il cuore di gran parte dei milanesi.
Si dice che Milano sia una città piatta, anche per il suo posizionamento nel cuore della Pianura Padana. In realtà presenta dei dislivelli maggiori di quello che ci aspetterebbe.
Milano è piatta? Non è così: in realtà tra le diverse zone c’è un dislivello da “grattacielo”
# Due immagini “smontano” il mito che Milano sia una città piatta
Confronto Bottonuto anni 20 e 50
È risaputo da tutti come Milano sia una città piatta, visto anche la sua localizzazione nella Pianura Padana. Un paio di fotografie del centro di Milano, riprese a 30 anni di distanza, mostrano però come la situazione sia in realtà molto diversa da quanto si supponga.
Pagina Milano Scomparsa FB – Bottonuto anni 20 del ‘900
La pagina Milano Scomparsa su facebookmostra come prima immagine il cuore del Bottonuto negli anni ’20, l’omonima piazzetta e la contrada dei Tre Re o dei Tre Alberghi, che “sale” verso il Duomo. Oggi la via Baracchini che si collega a via Larga, e che si trova dove un tempo c’era la contrada dei Tre Alberghi, è ancor più “ripida”.
Pagina Milano Scomparsa FB – Milano anni 60
L’altra foto, a pochi metri di distanza, seppure totalmente differente, mostra il quartiere del Bottonuto completamente ricostruito dopo essere stato rasato al suolo e via Albricci con una evidente “salita” verso piazza Mazzini e i resti della chiesa di San Giovanni in Conca in piazza Missori.
# Ci sono fino a 65 metri di dislivello tra la cintura nord e il sud della città
Nord Milano
Una conferma più rigorosa arriva dalla mappa altimetrica della città. Partendo dalla prima cintura nord, da Rho a Monza, dove si registra un altitudine sul livello del mare tra i 160 e i 165 metri, si passa a una forbice che varia dai 140 e ai 144 metri scendendo verso i quartieri più settentrionali di Milano fino al valore minimo di Precotto di 137 metri.
Piazza del Duomo a 145 metri di altitudine
La fascia da Loreto a Lampugnano rimane a una quota di 130-134 metri, mentre risale a circa 139 metri nel centro città dove i Celti fondarono Milano su una vasta area sopraelevata rispetto a tutta alle zone circostanti e che oggi comprende i quartieri di Brera, della Scala e del Quadrilatero e di San Babila. Ancora più elevata l’altitudine a Cordusio e in piazza del Duomo, rispettivamente di 140 e 145 metri. Ai tempi della fondazione della città doveva apparire come una collinetta.
Via Santa Croce – Google Maps
A est l’altitudine oscilla dai 132 metri di altitudine di Piazza Ticolore/Monforte e i 130 metri di piazzale Loreto fino a scendere fino a 122 di Lambrate, i 118 di Rubattino e i 114 metri all’Ortica e Cavriana. Così come il Lambro ha fatto calare la quota altimetrica dei quartieri lungo le sue sponde, anche la Vettabbia ha contribuito a modificare le altezze delle zone limitrofe. Via Santa Croce infatti, un’altra via in pendenza di Milano, si trova a 123 metri in fondo a via Calatafimi e a 127 metri all’incrocio in via Molino delle Armi.
# Il punto più alto e il punto più basso di Milano
Comasina
Il punto più alto in assoluto di Milano, escluso il Monte Stella, è nel quartiere della Comasina con 149 metri sul livello del mare, mentre in centro lo troviamo in via Santa Radegonda con 146 metri.
Anello via dei Missaglia
Il punto più basso, a una quota di 102 metri sul livello del mare, è un parco a nord del Gratosoglio all’interno di una vasta area verde soprannominata “Anello di via dei Missaglia“. Il motivo è da ricercarsi nella presenza del Lambro Meridionale e nell’antico uso del prato come area di golena per le frequenti esondazioni del fiume.
Dopo l’attivazione all’inizio dell’anno del primo binariodi una delle tratte previste lungo il tracciato, è stato completato un altro intervento nell’ambito del progetto dell’Alta Velocità tra Milano e Genova. Ecco cosa è stato realizzato e quando dovrebbe entrare in funzione la nuova linea.
Il primo viaggio da Milano a Genova in treno a 250 km/h: fissata la data e completato un nuovo tassello
# Raddoppiato il binario della prima nuova tratta
fsnews.it – Rivalta Scrivia
Un altro passo è stato compiuto verso la realizzazione della linea dell’Alta Velocità tra Milano e Genova. Dopo l’attivazione del primo binario sulla nuova tratta ferroviaria di 8,5 kmtra Rivalta Scrivia e Tortona, nell’ambito del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova, è stato realizzato anche il secondo come stabilito da cronoprogramma. I binari sono il tratto finale verso nord della futura linea.
Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Webuild hanno quindi completato i lavori sia sulla tratta Bivio Pozzolo – Rivalta Scrivia – Tortona che per lo scalo merci ferroviario. Ora la Stazione di Rivalta Scrivia è disponibile anche per il servizio passeggeri.
# Attivi 12 grandi cantieri per 90 chilometri di tunnel, tra cui la nuova Galleria del Valico, la più lunga d’Italia
terzovalico.it – Cantieri
In totale sono 12 i grandi cantieri operativi per il progetto complessivo di Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso. L’opera principale è la Galleria di Valico lunga di 27 chilometri, sarà la più lunga d’Italia tallonata da quella della Napoli-Bari. La lunghezza dei tunnel è 90,7 km, di cui 53 km da Genova a Tortona di cui 37 in sotterraneo. L’investimento per realizzare l’opera è di 7,4 miliardi di euro in parte coperto dal PNRR.
# Il primo viaggio da Milano a Genova a 250 km/h sarà nel 2026
Credits webuildgroup IG – Terzo Valico
La nuova linea AV/AC attraversa le province di Genova e Alessandria e con i treni in grado di viaggiare ad una velocità massima di 250 km/h garantirà un collegamento tra Milano e il capoluogo ligure in meno di un’ora. Tra gli altri benefici dell’infrastruttura ferroviaria ci sono anche il potenziamento del traffico merci e una significativa riduzione delle emissioni di CO2. Il debutto dei treni veloci sulla nuova linea è stato fissato per il 2026, pur se su una canna sola, ma per il futuro ci potrebbe essere un altro progetto pronto a rivoluzionare la mobilità di Milano e a collegarsi all’Alta Velocità: un mega hub metro – TAV da costruire ad Opera.
# Dalla metro in spiaggia grazie all’hub dell’Alta Velocità? Il progetto
Tutto parte dal progetto allo studio per la realizzazione della prossima linea metropolitana milanese, la M6, per la quale non esiste ancora un tracciato definitivo ma diverse opzioni.
Una di questa, vede la linea scendere a sud lungo Via Ripamonti per attestarsi nel Comune di opera dove è in valutazione la stazione per Frecciarossa e Ntv e interscambiare proprio con la futura M6.
Localizzazione della possibile stazione AV Opera
In questo modo si potrebbe scendere dalla metro e prendere un treno per arrivare al mare della Liguria in 56 minuti.
Era conosciuta come la “Città dell’eterna primavera” ma l’espansione urbanistica, con conseguente riduzione del verde, l’aveva trasformata in una città dall’aria rovente e irrespirabile. Un progetto ambizioso ha consentito di ridurre l’afa estiva e l’inquinamento atmosferico. Perché non implementarlo anche a Milano? Ecco come è stato realizzato e i risultati ottenuti.
Medellín, secondo più grande agglomerato urbano colombiano dopo la capitale Bogotà, per tanti anni è stata conosciuta per essere la “Città dell’Eterna Primavera”, grazie al suo clima subtropicale umido. La temperatura media tra i 18 e i 28 gradi, con minime fino a 16 gradi nei mesi più freddi e massime di 37 gradi nei mesi più secchi. L’espansione urbanistica, con contestuale eliminazione di spazi verdi, e il conseguente innalzamento delle temperature aveva iniziato poco alla volta a sgretolare questa fama, portando afa in città al posto della brezza rifrescante. Insieme ai livelli in inquinamento aveva portato una crescita del tasso di morbilità e mortalità per infezioni respiratorie acute.
# La realizzazione di oltre 70 ettari di “corridoi verdi” per correre ai ripari
futuroprossimo.it – Corridoi verdi
Per questo motivo nel 2016 l’allora sindaco Federico Gutiérrez decise di investire 16,3 milioni di dollari per creare 30 corridoi di verde, 18 strade e 12 corsi d’acqua della città. Sono stati migliorati o creati oltre 70 ettari di spazi verdi, compresi 20 chilometri di percorsi ombreggiati con piste ciclabili e pedonali, con l’obiettivo di riprodurre una foresta naturale.
futurprossimo.it – Giardini verticali
Per farlo sono state infatti inserite diversi livelli di piante (basse, medie e alte), comprese specie native e tropicali, erbe di bambù e palme, e ognuna è stata selezionata per essere capace di assolvere a tre specifiche funzioni: fornire cibo per la fauna selvatica, favorire la diffusione della biodiversità e combattere l’inquinamento atmosferico. Realizzati anche dei veri e propri giardini verticali.
# Impiegati come giardinieri 150 cittadini provenienti da contesti svantaggiati
Il progetto è stato seguito da 15 ingegneri forestali specializzati che si sono serviti dell’aiuto di una squadra composta da 150 cittadini provenienti da contesti svantaggiati e minoranze, formati dal Giardino Botanico della città. Un modo quindi per impiegare e rendere utili per la collettività persone in difficoltà.
# I risultati: fino a 3 gradi in meno delle temperature e riduzione dell’inquinamento
forestami.it – Corridoi verdi Medellin
I risultati sono stati incredibili: meno 2 gradi nei primi tre anni dell’avvio del programma, altri 4-5 in meno sono previsti nei prossimi decenni, con la conseguenza di un ridotto utilizzo dei condizionatori e di energia elettrica. Anche l’inquinamento ha registrato una drastica diminuzione, in particolare i livelli di PM2.5. In futuro ogni singolo corridoio la vegetazione è stato stimato che possa assorbire oltre 160mila kg di CO2 per anno. Per quanto riguarda la biodiversità sono state registrate 30 diverse specie di farfalle in soli cinque corridoi verdi.
# Una soluzione per Milano contro l’afa e le polveri sottili?
forestami – Medellin
Il costo del mantenimento dei corridoi verdi è significativo per le casse comunali di Medellín, 653mila dollari ogni anno, ma i benefici sulla salute dei cittadini testimoniano l’efficacia del progetto. Potrebbe essere una soluzione perfetta per Milano perchè consentirebbe a Palazzo Marino di essere più graduale sull’introduzione di restrizioni alla circolazione di auto e moto e contestualmente migliorare il clima diminuendo l’inquinamento. Il progetto è riportato come esempio di successo anche sul sito istituzionale di Forestami (forestami.org), iniziativa che ha l’obiettivo di piantumare 3 milioni di alberi nella Città Metropolitana di Milano (ad oggi sono 611mila), perché non quindi non realizzarlo anche nella nostra città?
Questa volta la sfida è lanciata sul serio: la tratta che da Milano ferma a Torino per proseguire in direzione Parigi è stata solo l’aperitivo. Vediamo quali treni veloci correranno in Italia, quando è prevista l’attivazione del servizio e le tratte coperte.
In Italia arrivano i treni veloci francesi: il TGV sfida Italo e Frecciarossa. Queste le tratte nel mirino
# La compagnia ferroviaria francese vuole conquistare il mercato italiano
Credits Fotoworkshop4You-pixabay – Ferrovia
A marzo 2024 l’annuncio della vendita di biglietti low cost per il TGV sulla tratta da Milano fino a quasi il confine con la Francia, con fermate a Torino e Oulx, nel cuore della Val di Susa. Ma è stato solo un assaggio dei piani futuri di SNCF Voyageurs. L’obiettivo è infatti quello di sfidare Italo e Frecciarossa sull’Alta Velocità. Sono infatti oltre 56 milioni i passeggeri trasportati ogni anno, a cui va aggiunto in prospettiva che l’80% dei passeggeri italiani che non prende il treno viaggerebbe su quelli veloci, e la compagnia ferroviaria francese punta a raggiungere il 15% della quota di mercato entro il 2030.
# Previsti 30 treni TGV, la metà di nuova generazione e due piani
sncfvoyageurs IG – Nuovi treni TGV
Sono previsti in totale 30 treni TGV per la rete dell’Alta Velocità italiana. Nello specifico 15 della serie M provenienti da una flotta di treni prodotta nel 2022, da adattare alle infrastrutture di Rfi, e altri 15 di nuova generazione a due piani, con sedili che garantiscono una seduta ottimale e con consumo energetico inferiore del 37% rispetto ai convogli attualmente in circolazione nel nostro Paese.
# Le tratte scelte per l’Alta Velocità e quando è programmato l’avvio del servizio
r-italy-reddit – Rete alta velocità Italia
Il nuovo servizio prevede il mantenimento del collegamento giornaliero tra Parigi, Torino e Milano per arrivare a un totale di 13 viaggi giornalieri di andata e ritorno suddivisi in:
• 9 viaggi di andata e ritorno tra Torino/Milano/Roma e Napoli;
• 4 viaggi di andata e ritorno tra Torino e Venezia.
I treni faranno fermate a: Brescia, Verona, Padova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. Il debutto sulle nuove tratte è programmato per il 2026. Inoltre, in base al piano di trasporto della durata di 15 anni richiesto come accordo quadro a RFI, SNCF Voyageurs è disponibile ad estendere la propria offerta servendo altre località, compreso il Sud Italia quando le nuove linee saranno operative.
In un recente sondaggio: “Il luogo a Milano che preferisci dove dare appuntamento a qualcuno?”, queste sono state le risposte più gettonate. Foto cover: @antonio.garciacordoba IG
Dove ci vediamo? I 10 posti più classici per darsi un appuntamento a Milano
# Al Magenta, per iniziare la serata
Andrea Cherchi – Bar Magenta
Il Magenta è uno dei locali più storici della città, aperto da oltre 100 anni. Il suo bancone retrò e quell’atmosfera della Milano che non c’è più lo rendono uno dei bar più apprezzati dai milanesi. Trovarsi qui per un appuntamento è sempre qualcosa di speciale. Non solo: il grande vantaggio è dato dalla posizione. Nei pressi di Cadorna, sulla circonvallazione interna, vicino alla Cattolica, molto ben raggiungibile e molto ben visibile con la sua iconica collocazione ad angolo. Ideale per incontrarsi all’ora dell’aperitivo per decidere poi se e dove proseguire assieme la serata.
Un altro luogo classico scelto dai milanesi per incontrarsi è la Darsena rinnovata, con il suo molo e i bar all’aperto, e i Navigli in uno delle decine dei locali che vi affacciano oppure, in uno dei suoi scorci più romantici, come il Vicolo de’ Lavandai o qualcuno dei suoi bellissimi ponticelli pedonali. Luogo di incontro molto gettonato tra gli universitari, con ospiti stranieri e ideale per chi aspira già a qualcosa di più.
# Davanti alla porta del Duomo (o sotto la statua di Vittorio Emanuele II)
touring club
Un superclassico, forse un po’ vintage. Chi non si è mai dato appuntamento davanti alla porta del Duomo o ai piedi della statua? Ha tutto ciò che serve per un primo appuntamento. Impossibile da confondersi, chiunque riesce a raggiungerlo anche se non conosce Milano, fuori dall’uscita dalla metropolitana, in pieno centro, ampie possibilità di fuga se qualcosa dovesse andare storto.
# In Brera, per un appuntamento di classe
@sardiniamood – Brera
Non può mancare Brera tra i luoghi dove i milanesi amano incontrarsi. Seduti a un tavolino di uno dei locali di via Fiori Chiari e via Fiori Oscuri, oppure sotto la statua di Napoleone nel cortile della Pinacoteca o davanti al suo ingresso dopo gli orari di chiusura. Il quartiere perfetto per un appuntamento raffinato, per fare colpo con il fascino del quartiere più di classe di Milano.
# Al Castello Sforzesco, come Ludovico il Moro con Leonardo da Vinci
re_mi_el IG – Castello Sforzesco
Il Castello Sforzesco, sotto la Torre del Filarete o al centro della Corte Maggiore, è un altro dei punti strategici per un appuntamento a Milano. Uno dei più importati simboli della città, per un appuntamento culturale alla scoperta della storia della fortezza milanese, del museo egizio e della Pietà Rondanini, ma anche per una giornata in mezzo al verde del Parco Sempione. E per sentirsi come ai tempi di quando si incontravano qui personaggi come Ludovico Il Moro e Leonardo Da vinci.
# In piazza Gae Aulenti, nella “Milano del futuro”
Andrea Cherchi
Se il Castello fa troppo retrò, meglio puntare sulla “nuova Milano”, di cui piazza Gae Aulenti è il luogo centrale. . Al centro della Milano del futuro, tra i luoghi più gettonati per un appuntamento. All’ombra del grattacielo più alto d’Italia, tra le fontane a sfioro e giochi d’acqua, è perfetto per un incontro per pensare al futuro. Da qui si può passeggiare nella Biblioteca degli Alberi oppure puntare su corso Como.
# Alla Fontana di San Babila, per un incontro nel Quadrilatero
Fontana di Piazza San Babila
In pieno centro, ma fresco grazie all’acqua che scorre lungo le pareti della “piramide”, è il punto di partenza ideale per incontrarsi prima dello shopping oppure per incantare con le vetrine del quadrilatero.
Dal successo dell’invenzione per errore del “Negroni sbagliato”, con le bollicine al posto del gin, il Bar Basso è diventato forse il bar in città più amato e conosciuto dai milanesi e non solo. Scontato trovarlo tra i luoghi ideali per un appuntamento, soprattutto scelto da chi conosce bene Milano e che desidera andare subito al sodo.
# All’Arco della Pace, per un appuntamento “monumentale”
dimitrisvetsikas1969-pixabay – Arco della Pace
Altro grande classico. L’appuntamento all’Arco della Pace. Da qui si ha una vista magnifica sul Parco Sempione e il Castello Sforzesco da una parte e di Corso Sempione dall’altra, oltre a poter ammirare il monumento voluto da Napoleone. Qui poi si trovano anche alcuni dei migliori locali di Milano dove si può fare un aperitivo di un certo livello. Non guasta anche la facilità di arrivo in auto potendo contare sulla scorrevolezza di Corso Sempione e sui molti parcheggi disponibili.
# In Piazza della Scala, seduti ai piedi di Leonardo da Vinci
Piazza della Scala
Ritornando in centro storico troviamo le panchine di piazza della Scala, attorno alla statua di Leonardo da Vinci. Un luogo perfetto dove incontrarsi. Tra il Teatro lirico più celebre al mondo e la sede del Comune, ai piedi della statua del più famoso genio d’Italia. Da qui si può puntare alla Galleria Vittorio Emanuele, dirigersi verso Brera, il Quadrilatero della Moda o puntare sui panzerotti di Luini. A voi la scelta.
La sfida alla pista ciclabile più bella del mondo è aperta da ormai qualche anno. Con l’obiettivo di rendere la mobilità più green e scoraggiare l’uso di mezzi privati inquinanti, in tutto il globo si stanno realizzando percorsi ciclabili per connettere più luoghi possibili. E per invogliare ad usare le bici e rendere le piste ancora più appetibili, queste vengono costruite anche in contesti paesaggistici degni di nota, facendo così nascere nuovi itinerari turistici.
Il paradiso dei ciclisti: il percorso da fare in bici più bello d’Europa
Ma quindi qual è la pista ciclabile più bella in assoluto? Una delle candidate è sicuramente questa, almeno per l’Europa.
# La Green Velo: 200km di panorami mozzafiato
Credits: @lookash.r green velo
Quella che viene definita “la pista ciclabile più bella d’Europa” si chiama Green Velo e si trova in Polonia. Si snoda tra la natura incontaminata del versante orientale del Paese per 200km, incontrando anche qualche città storica da visitare. Tra borghi, foreste, fiumi e laghi dall’acqua cristallina i paesaggi che offre la rendono una delle piste ciclabili più bella d’Europa. Eppure il suo successo l’ha conquistato in poco tempo: la Green Velo è stata infatti inaugurata nel 2015, con l’obiettivo di far conoscere le bellezze della Polonia e creare un itinerario turistico alternativo. I percorsi della Green Velo sono in parte asfaltati e in parte no. Inoltre, essendo molto lunga, raramente viene percorsa per intero, bisogna scegliere quali tappe fare. Ecco quali sono le tappe più belle della pista ciclabile polacca.
# Le tappe più belle
Credits: @bialowieza_nationalpark Parco di Białowieża
La Green Velo parte nella Terra dei Mille Laghi, ovvero dalla regione di Masuria, dove pedalando si possono ammirare moltissimi laghi dall’acqua cristallina. La pista passa poi per 5 parchi nazionali: il primo che si incontra è quello di Bialowieza, una riserva famosa perché protegge la specie animale dei bisonti europei, tra gli altri c’è poi il Parco Nazionale di Roztocze con le sue spettacolari scenografie d’acqua. Qui ci sono fiumi impetuosi e cascate che creano panorami assolutamente da vedere.
Ma la Green Velo vuole far conoscere tutta la Polonia, per questo lungo i 200km si incontrano anche centri abitati come Lublino, dove arte e storia fanno da padroni, e Zamosc, paese rinascimentale Patrimonio UNESCO. Infine, durante il percorso, tappa imperdibile è quella al Castello di Krzyztopor, dove, oltre ai resti della fortezza, si può vedere anche la quercia più vecchia della Polonia.
Una delle zone più interessanti da visitare da Milano in una giornata di festa sono le Langhe, la zona meridionale del Piemonte tra Cuneo e Asti, a nord della riviera del Ponente ligure. Le Langhe sono rinomate per il paesaggio, per i borghi e per la tradizione enogastronomica. Pochi sanno che sono anche la sede della chiesa più colorata d’Italia. Anzi, delle due chiese più colorate.
Barolo, la chiesa delle fiabe a meno di due ore da Milano
Foto: Ceretto Aziende Vinicole (c)
# La cappella del Barolo a La Morra
Nel vigneto Brunate di La Morra, nelle Langhe cuneesi, c’è una cappella colorata. Come mai uno dei luoghi più sobri e discreti di tutta Italia ospita una chiesa dai tratti così appariscenti?
Milano – Cappella Barolo
La cappella, intitolata alla SS. Madonna delle Grazie, fu costruita nel 1914 come riparo per chi lavorava nelle vigne, in caso di temporali. Mai consacrata, la Cappella fu acquistata dalla famiglia Ceretto nel 1970. Dopo anni di abbandono che l’hanno resa un rudere, i Ceretto si sono rivolti a David Tremlett per decorarla. L’artista inglese decise di coinvolgere l’amico americano Solomon “Sol” LeWitt, che già aveva fatto opere variopinte in diverse parti del mondo, e gli affidò l’esterno, mentre l’interno lo prese per sé.
La nuova interpretazione venne inaugurata nel 1999 e la cappella divenne presto uno degli edifici più famosi non solo del territorio ma dell’intero Piemonte. Il fine ricercato dai due artisti era quello di inserire un elemento gioioso e stravagante nel caratteristico panorama naturale delle Langhe.
# Un nuovo tocco di colore: la chiesetta di Coazzolo
Il titolo di chiesa più colorata d’Italia è stato messo a rischio nel 2017 quando lo stesso Tremlett ha dato nuova veste alla chiesetta di Coazzolo, su invito dell’assessore locale Silvano Stella che ha finanziato l’opera.
Tragitto Cappella Barolo – Chiesetta Coazzolo
La nuova opera sorge a una trentina di chilometri dalla cappella del Barolo. Si tratta della Chiesetta della Beata Maria Vergine del Carmine, questa sì consacrata ed edificata alla fine del Seicento, con una vista che spazia sulle colline del Moscato fino al Monviso.
Foto: Bruno Murialdo (c)
Questa volta l’artista inglese ha fatto tutto da solo, interno ed esterno, anche per la scomparsa del collega e amico Sol Lewitt nel 2007 a cui l’opera è stata dedicata.