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I 7 cammini in Italia perfetti per l’autunno

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Credits alwaysthinking.mark IG - Il Sentiero degli Dei

La stagione autunnale, con temperature più miti rispetto all’estate, è l’ideale per fare lunghe camminate, tra natura incontaminata e paesaggi mozzafiato. Vediamo i percorsi più suggestivi: siete pronti per mettervi in marcia?

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I 7 cammini in Italia perfetti per l’autunno

#1 Il cammino di Bardolino, 100 km di sentieri dalle colline fino al lago di Garda (Veneto)

Credit: @iltuoviaggioinitalia

Il cammino di Bardolino è un sentiero complessivo di 100 km di itinerari ciclopedonali che dalle colline scende fino al lago di Garda attraversando borghi, vigneti e colline baciate dal sole. I percorsi si snodano nella provincia di Verona con 18 differenti percorsi ed itinerari di lunghezza variabile tra i 3 e i 20 km. 

Credit: gardapost.it – Percorso Cammino di Bardolino

Leggi anche: Il CAMMINO di BARDOLINO: il percorso da sogno per gli AMANTI del VINO

#2 Il cammino di Oropa, tra i più belli del Piemonte

credit: siviaggia.it

Il cammino di Oropa è un itinerario che sale fino alle alpi Biellesi, uno dei cammini più belli del Piemonte. Il percorso, che parte da Santhià in provincia di Vercelli e si conclude presso il Santuario di Oropa, è suddiviso in quattro tappe di lunghezza che varia dai 14 ai 16 km.

Credits lollopad.87 – Cammino di Oropa

#3 Via degli Abati, tra Lombardia, Toscana e Emilia Romagna

Credits visitpiacenza.official IG – La via degli Abati

La via degli Abati è un cammino religioso tra Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Unisce Pavia a Pontremoli e percorre le orme degli Abati di San Colombano, dalla Pianura Padana, attraversando l’Appennino piacentino e parmense, fino in Lunigiana. La durata è di circa 8 giorni e si percorrono strade sterrate, sentieri nei boschi ed antichi tratturi.

Credits camminideuropa.com – Via degli Abati

#4 Il Cammino di Borghi Silenti, per scoprire il lato meno conosciuto dell’Umbria

Credits viaggiosincero IG – Il Cammino dei Borghi Silenti

Il Cammino dei Borghi Silenti si snoda in Umbria sul versante nord dei Monti Amerini. Suddiviso in quattro tappe su strade sterrate, sentieri di montagna e vie secondarie si percorre in 4 giorni. Passando per borghi medievali e natura incontaminata scoprirete il lato meno conosciuto della regione.

Cartina Cammino dei Borghi Silenti

#5 La Magna Via Francigena che conduce fino alla Valle dei Templi (Sicilia)

Credits castellinimarco IG – Magnavia Francigena

La Magna Via Francigena è un percorso che collega da secoli il nord con il sud della Sicilia. La partenza del cammino è da Palermo, durante il tragitto si incrocia la via di transumanza verso le Madonie nel territorio di Corleone e Castronovo di Sicilia, e l’arrivo ad Agrigento nella splendida Valle dei Templi, la più maestosa testimonianza della Magna Grecia

Credits fondazionesymbola.com – Mappa Magna Via Francigena

#6 Sentiero degli Dei, uno dei sentieri vista mare più belli d’Italia (Campania)

Credits alwaysthinking.mark IG – Il Sentiero degli Dei

In Campania c’è uno dei sentieri vista mare più belli d’Italia: il Sentiero degli Dei. Attraversa i Monti Lattari collegando Agerola a Nocelle, una frazione di Positano sul Monte Pertuso, per 7,8 km. Durante le 4 ore di cammino potrete ammirare i panorami mozzafiato sulla Costiera Amalfitana.

Credits positanonews – Il Sentiero degli Dei

#7 Cammino Basiliano, 1560km tra boschi fatati, borghi antichi e natura contaminata (Calabria e Basilicata)

Credits franz mazza IG – Cammino Basiliano

Il Cammino Basiliano è un percorso lungo 1560 km, suddiviso in 83 tappe, che attraversa le aree del Pollino, Sila, Serre, Aspromonte e conduce dalla Basilicata al sud della Calabria. Scoprirete l’angolo meno conosciuto della Calabria attraverso boschi fatati, borghi sospesi nel tempo e natura incontaminata.

Credits touringclub..it – Mappa Cammino Basiliano

Fonte: Zingarate.com

Continua la lettura con: Il CAMMINO più LUNGO del mondo

FABIO MARCOMIN

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Il South Working, lavorare a Milano stando al mare del Sud: i tre luoghi top per i milanesi

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Ph. @catetak IG

Rientrare è dura. Traffico, parcheggi, stress. Ma c’è una via di uscita. Lavorare a Milano, stando al mare su una spiaggia del Sud. Ma dove si potrebbe fare? Foto cover: @catetak IG

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Il South Working, lavorare a Milano stando al mare del Sud: i tre luoghi top per i milanesi

# South Working: il progetto pilota da Milano a Palermo

Credits: unadonna.it – Lavoro al mare

Un progetto pilota lanciato nell’estate del 2020 da venti professionisti trentenni ha coinvolto i comuni di Milano e Palermo, e rispettive aziende e dipendenti. Obiettivo: dare la possibilità per dipendenti di aziende con sede al nord di lavorare al sud in smart working per alcuni periodi. L’intenzione è di mitigare le disparità di lavoro tra le due parti d’Italia e prospettare un modo alternativo per concepire il lavoro nel nostro Paese, incrementando la qualità della vita di chi lavora. Test a parte, è indubbio che oggi sempre più persone riescano a svincolarsi dalla prigione del luogo, potendo lavorare, almeno in parte, a distanza. Riprendendo l’idea del South Working, quali potrebbero essere i luoghi da sogni per lavorare a Milano… restando al mare? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Questi i tre luoghi preferiti. 

# Palermo (Mondello)

Ovvio partire con la città che ha dato il via al progetto del South Working. Palermo e, soprattutto, la sua spiaggia di Mondello, rappresentano un richiamo irresistibile per chi si può permettere di lavorare a distanza con Milano. Tra i vantaggi, oltre il litorale incantevole, il cibo, il clima, i costi e le atmosfere magiche della Sicilia c’è anche la posizione strategica. Con un aeroporto molto ben collegato con Milano. 

# Alghero

Credits: @sardegna_official_
Alghero

Discorso simile a quello di Palermo. Si cambia isola, ma il fascino rimane. Non è un mistero che per i milanesi la Sardegna rappresenti un’attrazione fatale. Anche se per le vacanze molti mirano a luoghi più glam, come la Costa Smeralda, o più selvatici, come le coste del Sud, per lavorare durante l’anno la località preferita sembra essere Alghero. Per motivi analoghi a quelli di Palermo: è una città viva tutto l’anno, buoni servizi, costi contenuti, clima fantastico e anche in questo caso con un aeroporto ben collegato a Milano. Poco più di un’ora di volo e siamo sulla M4 in direzione San Babila. 

# Salento

Credits: costasalento_estateagency IG – Maldive o Salento?

Dicono che d’estate sia un po’ in crisi. Tipico dei luoghi che hanno raggiunto il picco del successo: prezzi che si impennano e affollamento eccessivo hanno tenuto lontano molti milanesi dalle sue spiagge la scorsa estate. Motivi che però scemano negli altri mesi, quando il tanto amato Salento torna più che abbordabile, con prezzi che tornano convenienti e con le spiagge che assomigliano a quelle deserte dei mari del Sud. E rispetto ad Alghero e Palermo, il Salento ha un grande vantaggio: il collegamento con Milano anche in treno. 

Continua la lettura con: Treno Milano – Salento

MILANO CITTA’ STATO

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Supermercati, iper e discount con i prezzi più bassi di Milano: la nuova classifica

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Tigros

Quali sono le catene di supermercati più economiche in Italia? Lo rivela Altroconsumo nella sua ultima indagine. Nello studio anche i punti vendita meno cari in città e nell’hinterland, con diverse sorprese.

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Supermercati, iper e discount con i prezzi più bassi di Milano: la nuova classifica

# Analizzati 1.140 punti vendita in 65 città nell’ultima indagine di Altroconsumo

Credits altroconsuemo – Inchiesta supermercati

Nell’ultima indagine sui supermercati di Altroconsumo sono stati rilevati i prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale di 126 categorie, in 1.140 punti vendita di 65 città, tra il 4 e il 31 marzo 2024. Con i prezzi elaborati è stato creato un indice che misura la competitività di una catena nella città in cui si trova, in base ai prodotti acquistati, e realizzato quattro classifiche: una per la spesa mista, una per la spesa con i soli prodotti più economici sullo scaffale, una per la spesa con i soli prodotti di marca, una per la spesa del marchio del distributore. Nell’analisi sono stati inclusi iper e super presenti in almeno cinque regioni, con almeno nove punti vendita visitati, per i discount inserite le insegne di cui sono stati visitati almeno 25 punti vendita su tutto il territorio nazionale.

# Le quattro classifiche: Esselunga seconda nella spesa con prodotti di marca, settima nella spesa mista, ottava per quella economica

altroconsumo – Classifiche supermercati

In nessuna delle quattro classifiche Esselunga si posiziona al vertice a livello nazionale. In quella per la spesa mista occupa la settima posizione, dietro a Eurospar, Coop, Conad superstore, Pam, Conad e Family Superstore in vetta con 100 punti. In quella per la spesa più economica è in ottava posizione con Esselunga Supestore, dietro a molti delle catene di discount più conosciute, tra cui Penny Market, MD, Aldi, Eurospin e Lidl, prima. Sul podio con due insegne, Esselunga ed Esselunga Superstore rispettivamente in seconda e terza posizione, nella classifica per la spesa con prodotti di marca. I prezzi medi registrati sono di appena l’1% più alti rispetto alla catena al primo posto, Bennet. Infine, nella classifica per la spesa con prodotti commerciali, la prima insegna del supermercato milanese si trova al decimo posto, con Esselunga Superstore. A precederla Carrefour Market, Eurospar, Pam, Conad superstore, Conad, Spazio Conad, Famila superstore, Interspar e Carrefour.

E a Milano, quali sono i punti vendita più economici?

# Esselunga scalzata dalla vetta a Milano

altroconsumo – Classifica superermercati 2024 Milano

Facendo il focus su Milano emerge una grossa sorpresa: non è più di Esselunga il negozio più economico. A guidare la graduatoria degli iper e dei super
più competitivi
per una spesa con prodotti di marca è il punto vendita Tigros di via Giambellino 31, allargando l’orizzonte nella Città Metropolitana di Milano è l’Iperal in viale Fulvio Testi a Cinisello Balsamo il meno caro. La new entry al secondo posto in città è comunque dello storico supermercato milanese, il superstore all’interno del Merlata Bloom.

# “Crollo” per il negozio di via Losanna, per anni il più economico in città

altroconsumo – Classifica superermercati 2024 Milano, altri punti vendita

Dopo anni di dominio “crolla” il classifica l’Esselunga di via Losanna, al dodicesimo posto a Milano e addirittura al quindicesimo considerando la Città Metropolitana. Prima di lei troviamo: i Tigros di via Cagliero e via Novara, l’Esselunga di via Palizzi, un altro Tigros in via Baldinucci, il Conad di corso Lodi, l’Esselunga Superstore di via Pellegrino Rossi, l’Iperal di viale Monza, e l’Esselunga di via Adriano.

# Carrefour di viale Monza il più caro di Milano, l’Ipercoop di Vignate quello di tutta la Città Metropolitana

In coda alla classifica ci sono tre Carrefour Market, quello di via Soderini, di via Farini e di viale Monza. Il più caro dell’hinterland è invece l’Ipercoop Acquario di Vignate.

Continua la lettura con: Il supermercato con i prezzi più bassi a Milano è questo

FABIO MARCOMIN

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Il sole sta facendo qualcosa che «non dovrebbe fare»: grossi guai in arrivo?

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Credits: artesplorando.it

L’anomala attività solare degli ultimi mesi: «Purtroppo è solo questione di tempo prima che accadano eventi importanti che nessuno di noi potrà ignorare»Pubblichiamo la traduzione di alcuni estratti dell’ultimo articolo di Michael Snyder. 

Il sole sta facendo qualcosa che «non dovrebbe fare»: grossi guai in arrivo?

Trad. estratto dell’articolo: Sun is doing something not supposed to do (Michael Snyder – theeconomiccollapseblog.com)

# L’attività record del sole

partito accelerazionista milano
Il Sole è acceso dalla fusione nucleare

La gigantesca palla di fuoco attorno alla quale ruota il nostro pianeta è stata molto più attiva di quanto gli scienziati avessero inizialmente previsto quest’anno, e ciò potrebbe avere implicazioni molto serie per tutti noi nei mesi a venire. Le fluttuazioni dell’attività solare influenzano il nostro clima più di qualsiasi altra cosa, e tendiamo anche a vedere più terremoti quando l’attività solare è a livelli elevati. Si suppone che l’attuale ciclo solare raggiunga un picco a un certo punto durante i prossimi 12 mesi, ma finora non ci sono segnali che l’attività solare stia rallentando. Infatti, il numero medio di macchie solari che abbiamo visto il mese scorso è stato il più alto che abbiamo visto dal 2001.

Il numero medio di macchie solari ha raggiunto quota 215,5 ad agosto, secondo il Solar Influences Data Analysis Center presso il Royal Observatory in Belgio. È il numero più alto da settembre-dicembre 2001.

Questo non doveva succedere.

# Le previsioni mancate degli scienziati

Credits: artesplorando.it

Gli scienziati avevano previsto che nel mese di agosto avremmo visto circa la metà delle macchie solari, il che indica che il massimo solare è imminente e potrebbe essere più attivo del previsto, provocando forse intense esplosioni solari ed espulsioni di massa coronale.
Negli ultimi due mesi il numero delle macchie solari è aumentato a un ritmo esponenziale .Speriamo che qui ci sia una tregua a settembre. Perché se non accadesse, potremmo assistere a tempeste geomagnetiche più violente come quelle avvenute a maggio.
Nel maggio 2024, la Terra ha sperimentato la sua tempesta geomagnetica più forte in oltre 20 anni, con aurore visibili molto più a sud del solito. Se un’altra grande macchia solare dovesse apparire intorno al periodo dell’equinozio di settembre, potrebbe portare a un evento simile o persino più forte.

Quando si verifica una tempesta geomagnetica di grandi dimensioni, le nostre vite possono subire sconvolgimenti in innumerevoli modi.

# Gli effetti delle tempeste geomagnetiche sulla nostra vita

Credits nataliacojocaruu IG – Isole Lofoten Aurora

A maggio, anche le attrezzature agricole sono state colpite in modo drammatico. (…). L’attività solare a cui abbiamo assistito è anche la ragione principale per cui quest’estate c’è stato così tanto caldo intenso. (…)
Ma, cosa ancora più importante, quando l’attività solare è molto intensa tende a verificarsi un’intensa attività sismica, ed è esattamente ciò che sta accadendo.
In particolare, molti esperti sono piuttosto allarmati per tutte le scosse che abbiamo visto ultimamente in California. (…) Negli ultimi 7 giorni si sono verificati più di 900 terremoti in California e Nevada. (…)

Il nostro pianeta sta diventando sempre più instabile e questo dovrebbe allarmarci profondamente tutti. Nel frattempo, anche i cieli sopra le nostre teste stanno diventando sempre più attivi. (…)
Un asteroide delle dimensioni di circa due campi da football è destinato a fare un avvicinamento ravvicinato alla Terra questo mese. Secondo il New York Post, l’asteroide largo 720 piedi denominato 2024 ON, passerà a circa 620.000 miglia dal nostro pianeta il 15 settembre. Sebbene questa distanza possa sembrare enorme, è notevolmente vicina in termini astronomici, equivalente a solo 2,6 volte la distanza tra il nostro pianeta e la Luna. Tuttavia, non rappresenta una minaccia per la Terra.
La buona notizia è che questa gigantesca roccia spaziale sicuramente ci mancherà.

Stanno accadendo così tante cose nei cieli sopra le nostre teste, ma la maggior parte della popolazione non ci fa caso.
Purtroppo è solo questione di tempo prima che accadano eventi importanti che nessuno di noi potrà ignorare.

Trad. estratto dell’articolo: Sun is doing something not supposed to do (Michael Snyder – theeconomiccollapseblog.com)

Continua la lettura con: La Frequenza di Schumann, il battito del pianeta

LA FENICE

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I locali più instagrammabili di Milano

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Credits milanofoodspirit - Officina coccktail bar

Sono colorati, moderni e con pietanze che sembrano quadri. Impossibile non fare una foto, perché a volte basta un click. 

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I locali più instagrammabili di Milano

#1 Casa El Carnicero. Quattro piani in stile liberty 

casa_elcarnicero IG

In viale Bianca Maria é l’ultimo nato nella famiglia di El Carnicero. Quattro piani ad alto tasso di instagrammabilità tra la cantina con saletta privata, mattoni a vista, lampade di design e una terrazza aperta nella bella stagione. Il tutto condito da pietanze a base di carne di altissima qualità.

#2 Sogni. Un nome una garanzia 

sognimilano IG

Non poteva che chiamarsi così questo locale in via San Calocero nel quartiere di Porta Genova. Un locale di 500 mq tra bar, ristorante con social table, una veranda con svariate piante e la gallery dedicata a chi desidera un ambiente più intimo e raccolto. Cucina italiana a base di pesce e drink list di tutto rispetto. 

#3 Officina Milano. La location d’altri tempi

Credits milanofoodspirit – Officina coccktail bar

In via Giovenale 7 zona Navigli, una location suggestiva dove fare un tuffo nel passato tra arredi vintage, divani in pelle dove godersi una serata relax o fare uno sfizioso brunch domenicale. Signature cocktails di alto livello da sorseggiare al tramonto o dopo cena. 

#4 Tripstillery. La microdistilleria in Porta Nuova 

tripstillery IG

Nella zona più avveniristica della città, Tripstillery è una microdistilleria specializzata in drink di eccellenza che spaziano da amari e gin prodotti in loco ad accurata selezione di vini e birre artigianali. La chicca? La possibilità di realizzare un proprio drink personalizzato accompagnato da gustosi piatti da condividere. In piazza Alvar Aalto.

#5 Roppongi. L’izakaya che ricrea i vicoli di Tokyo a Milano

danielabachrach IG – Interno Roppongi

Una vera e propria esperienza quella da Roppongi perché qui, al di là delle pietanze autenticamente giapponesi, sembra di essere in mezzo ai vicoli di Tokyo, stretti, affollati e pieni di profumi. Maniacale l’attenzione al dettaglio tra lanterne, insegne stradali e sticker. Piatti giapponesi da condividere e mille foto da scattare. 

#6 Penelope a casa. La casa dei vip in via Ripamonti

whosdaf IG – Penelope a casa

Frequentatissimo dai vip tipo Argentero, Stefano di Martino o sportivi come Leclerc e Maldini, il locale stupisce per gli elementi effetto wow come i lampadari in cristallo, i pavimenti a scacchi, soffitti a specchio, divanetti e alberelli zeppi di lucine. Iconico il drink di benvenuto: bollicine sovrastare da una spuma di zucchero filato. Click. 

#7 Terrazza Palestro. Il rooftop affacciato sul Parco Montanelli

Terrazza Palestro

In via Palestro al quarto piano del Centro Svizzero di Milano, una terrazza panoramica che ospita un cocktail bar e un ristorante ideale per una serata romantica, un pranzo di lavoro o un aperitivo. La vera chicca si rivela al tramonto quando è impossibile sottrarsi a una foto con le cime degli alberi del parco incorniciate dallo skyline milanese.

#8 A’Riccione terrazza 12. Il centro di Milano visto dall’alto

davidebertellini IG – A Riccione Terrazza 12

In via Durini, al nono e decimo piano del Brian & Barry Building. Una location molto conosciuta specialmente per i selfi al tramonto. Milano e il suo centro visti dall’alto sono un imperdibile spettacolo. E se ancora non basta, è sufficiente accedere al ristorante panoramico per godere di una cena gourmet a base di pesce.

#9 El&n London. Un mondo Rosa in Piazza Liberty

valentina.c57 IG – EL&N London Italia
Coloratissimo, sbarca a Milano da Londra con 2 insegne in piazza Liberty e in Gae Aulenti. Una sorta di paese delle meraviglie con fiori, divani in velluto, scritte al neon e un tripudio di tinte rosa. Un viaggio onirico che vale la pena di fotografare. 
 

#10 Unseen. Il locale futuristico in via Ronchi

Credits gaiacolombini IG – Unseen

Una location proiettata nel futuro tra luci soffuse, statue e proiezioni di immagini che rimandano al fumettistico mondo dei manga. Un cocktail bar originale con altrettanto originali e inusuali cocktails fatti di ricerca, sperimentazione e innovazione.

Continua la lettura con: I locali mitici che a Milano non ci sono più

ALESSANDRA GURRIERI

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Il derby delle ciclabili: meglio i cordoli o le strisce pitturate?

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Credits: @andreasacchi Cordoli pista Milano

Le piste ciclabili sono una delle principali fonti di discussione a Milano. Non solo: sono al centro anche del nuovo Codice della Strada che intende abolire le ciclabili solo “pitturate”.  Ma sono davvero peggiori di quelle con i cordoli?

Il derby delle CICLABILI: meglio i CORDOLI o le STRISCE pitturate?

# Due modi per delimitare le piste ciclabili

Due sono i modi più utilizzati per segnare la via della pista ciclabile, oltre ad una segnaletica verticale obbligatoria: i cordoli o le semplici strisce pitturate su strada, ma ad entrambi si trova una critica. Se i primi sono troppo invadenti e rischiano di essere presi dentro mettendo a rischio la sicurezza del ciclista, le seconde sono troppo poco visibili e quindi potrebbe capitare che gli automobilisti non si accorgano della pista ciclabile e la percorrono.

# Le strisce per terra no perché…

Credits: ilgazzettinometropolitano.it
pista ciclabile Milano

Sono proprio queste le critiche avanzate per le piste ciclabili milanesi. L’anno scorso i presidenti provinciali dell’Aci si erano espressi a proposito della “nuova” pista ciclabile di Porta Venezia definendola pericolosa e poco funzionale, dato che toglieva spazio alle auto. Si trattava di una pista ciclabile segnata solamente con delle strisce pitturate per terra che provocava la riduzione delle corsie per il traffico, una diminuzione dei parcheggi, una corsia dedicata al carico e scarico presente solo a tratti e parcheggi per disabili in seconda fila. In poche parole, si è creata una pista ciclabile poco sicura e si è andato a peggiorare tutto il resto.

# Cartelli e cordoli killer

Credits: benzinazero.wordpress.com
cordolo Milano

Ma è subito arrivata un’altra polemica. Perché se la soluzione al rendere la pista ciclabile più visibile è quella di creare dei cordoli che la delimitano, d’altro canto c’è chi lamenta che questi siano pericolosi. Andrea Sacchi parla di una sorta di “cartello killer” dopo la svolta a destra da Piazza Oberdan e si chiede chi possa essere il primo a scontrarsi contro questo delimitatore: un ciclista, uno in monopattino o un auto?

# Prima di criticare bisogna usare la terminologia corretta

Credits Andrea Cherchi – La ciclabile umana su viale Monza

E mentre il derby tra cordoli o strisce pitturate per terra è iniziato, c’è chi si attacca al giusto uso delle parole. Una corsia ciclabile, per definizione, è infatti segnalata con la sola segnaletica orizzontale. La pista ciclabile, invece, è un tratto di carreggiata separata dalla sezione carrabile da separazioni fisiche: cordoli, transenne, pali ecc. C’è chi quindi è contro le corsie ciclabili e chi contro le piste ciclabili.

Un attaccamento ai termini poco utile, ci sarebbe piuttosto da capire effettivamente quale sia il metodo di segnalazione più efficace, magari adattandolo allo spazio e al contesto.

Continua la lettura con: A rischio 80 chilometri di ciclabili a Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Quando Milano era la capitale dei paninari

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A tutti è sicuramente capitato di entrare in un negozio vintage e imbattersi in Piumini Moncler o Timberland vissute o stivali Durango, ma ci si è mai chiesti di quale moda hanno fatto parte?! Qualcuno si starà anche domandando perché i venditori di chioschetti ambulanti indossassero piumini sgargianti o calzature texane, ma nulla è ciò che sembra. Non si sta parlando degli ambulanti e tutto il resto ce lo spiega Gianluca Mura, meglio conosciuto come Lone Wolf.

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Quando Milano era la capitale dei paninari

La miglior risposta è la prima strofa della canzone L’ultimo dei Paninari di Ando Bass: “Sono un paninaro vengo da un’altra era. Quando non c’era facebook e l’amicizia era sincera. Eravamo razza urbana, una sorta di eroi, con le cinture El Charro sembravamo cowboy […]”.

Niente salamelle e hot dog (al massimo hamburger). Si tratta di una (sub)cultura giovanile nata nel 1980 a Milano e diffusasi poi in tutta Italia. Una moda autoctona, che volgendo uno sguardo al mondo dei Mods&Rockers e un altro a quello texano, ha fatto tendenza tra i ragazzi di scuole medie e superiori. In relazione alla ripresa economica di quegli anni, il “movimento” paninaro rifiuta gli aspetti angoscianti dell’esistenza e cerca di godersi la vita, con spensieratezza artefatta. L’habitus diviene animus e l’immagine si fa stendardo cangiante di un modo di vivere e pensare, all’insegna del consumismo, della vanità e del gusto per gli eccessi. D’obbligo la griffe e la sua autenticità per distinguersi: “il tarocco è anti-panozzo”.

# La divisa

Paninari davanti al Burghy di San Babila

Partiamo dall’origine del nome. Niente a che vedere con l’apertura del Burghy nel 1981, in Piazza San Babila (successiva mecca del fenomeno). È “Al Panino” di Piazza Liberty che si vedono i primi raduni di quei giovani abbronzati. Si dice che un giornalista del Corriere della Sera li battezzò in tal modo, prendendo spunto dal loro food preferito.

Un rigido codice modaiolo e un costoso guardaroba. I must have per la stagione invernale sono: cintura El Charro; bomber Moncler tra cui i primi verdi-oliva provenienti dalle basi militari di Livorno; giubbotti Levi’s col pelo; felpe Best Company; calzature Timberland; stivali Durango; jeans Levi’s (sopra le caviglie per mostrare le calze Burlington) e così via, verso l’ottimismo dei colori accesi e l’esagerazione degli accostamenti. Per la versione estiva: polo Lacoste; t-shirt Mistral; Converse All Star, Vans (senza lacci) o Nike Baffo Azzurro da Ritorno al futuro. Tra gli accessori: orologi Swatch; gli immancabili zaini Invicta; Ray Ban alla Top Gun e profumo Drakkar Noir. Una moda abbastanza unisex che per le donne aggiunge un fiocco Naj Oleari tra i capelli cotonati, toppe, borsa bauletto e profumo Chanel.

# Il gergo

Con l’affermarsi della moda, la nascita di gruppi e comitive. A ognuno la propria “base” con bar “Cattivello” e territorio di quartiere, ma senza oltrepassare la zona di confine delle Colonne di San Lorenzo. Vige una rigida gerarchia, il Gino di legno è il novellino, poi si diventa Gino, in seguito Missile e infine Paninaro semplice. Il capo è il ragazzo più disinvolto (e danaroso) ovvero il Gallo, questo può diventare Gran Gallo e raggiungere il top come Gran Gallo di Dio. Anche le ragazze sono “compagne galliche”, per loro vige lo stesso ordine e sono chiamate Preppy. La vita del Paninaro è la compagnia ed essendo un ribelle per definizione, come tutte le altre subculture, ha un rapporto conflittuale con il genitore. Quest’ultimo viene definito sapiens mentre arterio o matusa indica l’età matura.

Già a partire dai ruoli, si può intuire l’utilizzo di un linguaggio personalizzato. Espressioni gergali ormai d’uso comune e diffusione nazionale: sono fuori come un citofono, Faccio il week a Curma; maccheronici inglesismi Very original o Il mio boy; le triviali Andare in tilt o in para, Arpionare o Al Brucio-schizzare ecc. Il saluto gallico poteva essere Ave o Sereno (perché il paninaro è sempre spensierato) oppure Iao; Wild Boys esprime felicità.

# Una moda internazionale

A questo punto l’identikit del Paninaro dovrebbe essere più chiaro, ma la storia non finisce qui. In breve tempo, i paninari diventano fenomeno di costume acquistando una notorietà anche internazionale. Il merito è delle riviste e fumetti dedicati, tra cui Il Paninaro, che raggiunge una tiratura di 100.000 copie; delle parodie del comico Enzo Braschi a Drive In e dei Pet Shop Boys. Il gruppo britannico, a seguito di una visita nel centro di Milano e dopo aver ricevuto qualche critica (in realtà insulti), per aver indossato la mise paninara durante un concerto, nel 1986 incide il singolo Paninaro e porta la moda oltre confine. I paninari non amano la musica italiana, infatti l’inno era Wild Boys dei Duran Duran.

Nello stesso anno il movimento arriva anche nelle sale cinematografiche con una pellicola tratta dal libro Sposerò Simon Le Bon, della sedicenne milanese Clizia Gurrado. Italian Fast Food è stato un altro film italiano ispiratosi a questi giovani mentre i più recenti del 2010-11, direttamente dal web: “Il Ritorno dei Paninari” e il suo sequel, fanno intuire che il fenomeno è stato mantenuto o riportato in vita.

Per coloro che hanno “solo” seguito una moda paninara, la conclusione è stata nel 1989; per “chi invece è Paninaro di spirito, lo è per sempre”, ci dice Mura. Così dalle quattro principali compagnie del passato: Armiere, Nazareno, Manfredi e Paolino, con l’aiuto dei social network (sebbene criticati), si (ri)avvia la generazione dei Paninari 2.0 (e non degli ex-paninari). Paninari La Company, Bircide La Company, Paninari Uno Stile di Vita e Paninari SuperGruppo, sono le nuove identità; organizzano raduni nostalgici e creano anche progetti. 

Continua la lettura: Foto di Milano degli anni Ottanta

CLAUDIA BOCA

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Alle porte di Milano c’è uno dei «borghi più belli d’Italia»

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Ph. @marikapinto IG

Lungo le sponde del Naviglio e tra le viuzze del centro ci si ritrova in un’epoca antica. Andiamo alla scoperta di un borgo affascinante ai confini di Milano. Che molti milanesi non hanno mai visto. Foto cover: @marikapinto IG

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Alle porte di Milano c’è uno dei «borghi più belli d’Italia»

# Cassinetta di Lugagnano, «il borgo diviso in due»

Credits: ale_tropea IG – Cassinetta di Lugagnano

Il borgo non ha sempre avuto questo nome in quanto anticamente era diviso in due nuclei urbani: quello di Cassinetta e quello di Lugagnano. Situati sulle rive opposte del Naviglio Grande e collegati tra di loro da un ponte a schiena d’asino, il primo prende il nome dalla quattrocentesca Cassina Biraga mentre il secondo è di origine romana, con molta probabilità il nome deriva da Lucanianus. I primi documenti della sua esistenza risalgono agli inizi del 1200.

# Le “ville di delizia”

Credits paola.puricelli IG – Cassinetta di Lugagnano

Cassinetta di Lugagnano è famoso per le “ville di delizia”, uno dei motivi per cui è stato inserito nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia“. Queste ville erano le residenze nobiliari estive sul Naviglio costruite nel ‘700, appartenute alle più importanti famiglie milanesi: Trivulzio, Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini. Passeggiando lungo le sponde del Naviglio e tra le viuzze del centro si viene catapultati indietro nel tempo.

Credits: tripadvisor – Chiesa Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate

Da vedere anche la chiesa di origine quattrocentesca, rimaneggiata nel Settecento, di  Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate.

# Il percorso ciclabile e navigabile che conduce a Milano

Il borgo, abitato da meno di duemila abitanti, è raggiungibile anche in bicicletta da Milano, pedalando a fianco del Naviglio Grande partendo dalla Darsena, con il tratto che arriva a Cassinetta di Lugagnano  completamente immerso nel verde fino al vicino Castelletto di Cuggiono. Il percorso ciclabile fa parte di un anello di 200 km lungo il quale si snoda l’area del Parco cicloturistico dei Navigli.

Da qui si può anche partire per navigare il Naviglio, qui è presente l’attracco del battello, per ammirare un paesaggio ricco di scorci naturalistici e atmosfere romantiche o per andare direttamente a Milano.

 

Continua la lettura con: I segreti di CRESPI D’ADDA: Paradiso socialista o villaggio INFERNALE?

FABIO MARCOMIN

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La «Sabbiera»: il tram che percorre tutte le linee di Milano, l’unico senza passeggeri

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Credits ufficio stampa ATM - Dettaglio Sabbiera

L’unico tram senza passeggeri che percorre tutti i binari della città. Ecco la sua storia e il compito che svolge.

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La «Sabbiera»: il tram che percorre tutte le linee di Milano, l’unico senza passeggeri

# Il tram senza passeggeri che attraversa tutte le linee della città

Credits ufficio stampa Atm – tram Milano1928 o Carrelli

Non è un tram come tutti gli altri. Anche se dalle sembianze esterne può assomigliare alla mitica Milano28, la vettura tranviaria diventata a pieno titolo un simbolo della città al pari della michetta, dei ghisa e della madunina. 

Lei è la sabbiera, un tram particolare che non effettua servizio passeggeri. D’estate risposa e d’inverno percorre tutti i quasi 200 chilometri di binari della rete tranviaria meneghina. La sabbiera non calca nessuna delle 17 linee tranviarie urbane di Milano, o meglio, le attraversa tutte. 

# Da ottobre a marzo il “tram sabbiera” sparge sabbia sulle rotaie per evitare le perdite di attrito ruota-rotaia

Credits ufficio stampa ATM – Dettaglio Sabbiera

Il suo compito? Spargere sabbia. Fa come i bambini in spiaggia. O come Pollicino che lascia cadere briciole lungo il suo tragitto. Anche il tram della “serie 700” sparge, passando da un punto all’altro della città, della sabbia sulle rotaie. Nei mesi freddi, più o meno da ottobre a marzo, il freddo e l’umidità mettono a dura prova la tenuta della ruota nella gola del binario tranviario. La sabbia (di tipo siliceo, finissima e selezionata per le sue qualità meccaniche) aumenta l’aderenza dei tram in servizio, evitando quindi le perdite di attrito ruota-rotaia. 

# Cent’anni e non sentirli

Credits ufficio stampa Atm -Dettaglio vetture storiche serie 600

Sono semplici e affascinanti le sabbiere, con la loro polverosa e un po’ ammaccata livrea tono su tono, verde su verde. 

A tutti gli effetti sono i tram più datati circolanti a Milano, ancora più vecchi della storica Carrelli (o Milano28) che risale agli anni 1928-30. Le sabbiere hanno avuto origine dalla ricostruzione di alcuni esemplari di tram serie 600 costruiti nei primi anni ‘20 e danneggiati durante la Seconda guerra mondiale. Rimosse le sedute per passeggeri e “bigliettario”, le vetture negli anni Quaranta sono state ricostruite e equipaggiate internamente con tramogge e il relativo sistema elettropneumatico per spargere la sabbia. 

# In servizio ne sono rimaste solo sette

Credits ufficio stampa Atm – sabbiera deposito messina

Oggi ne sono rimaste poche. C’è la 704 con il classico colore bi-verde, c’è la 705 che è l’unica di color arancio ministeriale, ci sono la 706, 712 e 718 del deposito Baggio, la 713 al deposito Messina e la 719 al deposito Precotto. 

Rispetto a quelle originarie, solo queste sono ancora in servizio. Anno dopo anno il loro numero è diminuito, sono state progressivamente sostituite da moderni e meno affascinanti veicoli bimodali strada-rotaia, in grado di essere utilizzati anche per altre esigenze, come lo spazzamento neve o il traino vetture che necessitano soccorso. 

Continua la lettura con: Novità e Linee modificate: guida METRO, BUS e TRAM per le feste di S. AMBROEUS

LEONARDO MENEGHINO

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Il «Mostro Sirena», il «Dinosauro Lombarde», il «Mega-Scoiattolo Volante»: le creature mitiche di Milano

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Credits: https://www.naturamediterraneo.com/

Urbane ed esotiche, affascinanti e mostruose allo stesso tempo, sono le entità che si trovano a Milano, vediamo dove. 

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Il «Mostro Sirena», il «Dinosauro Lombarde», il «Mega-Scoiattolo Volante»: le creature mitiche di Milano

# Il mostro-sirena

Credits: https://www.naturamediterraneo.com/

Si tratta di un recente ritrovamento, avvenuto al Museo di Storia Naturale. Una creatura con testa e capelli umani, pinne di pesce e dotata di artigli, è stata ritrovata in un seminterrato del museo.
Non è la prima volta che la Sirena di Milano compare per alimentare la sua leggenda.

La cosa certa è che ha sempre abitato i seminterrati del Museo di Storia Naturale. Il primo ritrovamento risale agli anni ’80: fu rinvenuta nascosta in un’intercapedine dello scantinato e la comparsa della creatura non è mai stata accompagnata dalla documentazione.
Oltre all’aspetto, quindi, anche le origini della Sirena di Milano sono misteriose.

La sirena è grande circa 30 centimetri, ha capelli umani, artigli da uccello e pinne di pesce. L’aspetto decisamente inquietante ha spinto gli esperti ad andare più a fondo, per svelare il mistero della creatura ambrosiana: un attento esame radiografico ha stabilito che non si tratta di un antenato anfibio, risalente all’epoca in cui a Milano c’era il mare. In realtà è un clamoroso falso.

# Il dinosauro lombardo

Credits: https://www.radiolombardia.it/

Sempre al Museo di Storia naturale, questa volta all’esterno, fino a fine settembre sarà possibile ammirare la riproduzione in scala 1:1 di un Saltriovenator adulto, ricavato dal fossile ritrovato in una cava di Varese oramai 25 anni fa.
Si tratta di un tipico dinosauro lombardo, risultato poi essere il più grande dinosauro carnivoro del Giurassico. La riproduzione esposta nel giardino del Museo è di eccellente qualità, frutto del lavoro degli esperti museali e riproduce fedelmente le caratteristiche fisiche del Saltriovenator.

Il fossile ritrovato, appartiene alla Lombardia di 200 milioni di anni fa, in un periodo in cui si pensava che la Pianura Padana fosse sommersa dalle acque.
Ma invece degli anfibi, la natura ci restituisce i resti fossili di predatori terrestri, suggerendo di continuare a studiare, per risalire alle origini della nostra terra.

# Il gigantesco scoiattolo volante

Un parente strettissimo dello scoiattolo terrestre, più familiare e apprezzato da noi umani urbani, è esposto in un diorama sempre all’interno del Museo di Storia naturale che riproduce l’ambiente naturale dell’Asia in cui vive normalmente. È a tutti gli effetti uno scoiattolo, dotato però di membra tra le zampe che gli permettono di lanciarsi e planare a decine di metri di distanza, usato come fosse un paracadute.
È probabile che tutti gli spettacolari uomini volanti che hanno sfidato le leggi della natura e dell’uomo, abbiano tratto ispirazione da questa creatura che, grazie alla spinta naturale e alle sue capacità, è in grado di volare tra ostacoli e alberi, planando sulle sue prede e garantire continuità ed evoluzione alla propria specie.

# Uno dei più grandi fiori del mondo

Credits:
@inazzac IG

Finiamo la carrellata di creature mostruose, con un’escursione nel mondo vegetale, alla scoperta di un mastodontico fiore dalle caratteristiche molto particolari.
Si tratta della Rafflesia di Keith, allo stato attuale della conoscenza, uno dei più grandi di tutto il pianeta, con un diametro di 82 centimetri.
La Rafflesia è un fiore completamente privo di foglie, impiega diversi mesi a raggiungere le dimensioni adulte, per poi sfiorire e morire nel giro di pochi giorni.
La continuità della vita è data dall’impollinazione garantita da mosconi e insetti vari di cui, però, la Rafflesia si nutre e che attira a sé grazie ad una caratteristica unica: il cattivo odore, come di carne marcia.
Niente paura, la creatura milanese è una riproduzione e pertanto non si corre il rischio di sentire quel caratteristico olezzo. Anche lei si trova al Museo di Storia Naturale. 

 

Continua la lettura con: I locali più strani di Milano

LAURA LIONTI

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Milano capitale del crimine

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Credits Andrea Cherchi - Milano dall'alto di notte

Milano è in cima a molte classifiche. Di una di queste ne faremmo volentieri a meno. Questi i risultati dell’ultimo report pubblicato da il Sole 24 Ore che ha analizzato i dati forniti dalla banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. Vediamo la situazione nel dettaglio e il confronto con il resto d’Italia.

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Milano capitale del crimine

# Reati denunciati in Italia: in crescita per la prima volta dal 2013

wikipedia.org – Regioni italiane

Cresce il numero dei reati denunciati. Si tratta della prima volta dal 2013, come riportato da Il Sole 24 ore, che ha ottenuto in esclusiva le statistiche della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. Nel 2023 sono stati 2,34 milioni in tutta Italia, con un aumento del 3,8% sul 2022

# Milano prima per numero di reati per numero di abitanti: prima per furti, seconda per rapine e terza per violenze sessuali

Il Sole 24 ore – Classifica città per reati denunciati

Milano è maglia nera con 7.093 ogni 100mila residenti, un totale di 230.394, seguita da Roma con 6.071 denunce ogni 100mila, pari a 256.832, con una crescita rispettivamente del 2,4 e dell’11% rispetto al 2023. 

Milano è prima per numero di furti in rapporto alla popolazione, seconda per rapine, terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti.

# Il 15% dei reati d’Italia ha luogo a Roma e a Milano

La delittuosità si concentra nelle due principali città del nostro Paese: oltre il 15% dei reati è stato rilevato infatti a Milano e Roma. In terza posizione, dopo Milano e Roma, troviamo Firenze con 6.053 denunce ogni 100mila abitanti, pari a poco meno di 60mila, e al primo posto per denunce di rapina con boom di quelle in pubblica via rispetto a 2023: + 56%.

In quarta posizione c’è Rimini con 6.002 reati denunciati ogni 100mila abitanti, un dato influenzato soprattutto dal periodo estivo in cui la presenza di turisti è massiccia, poi Torino, Bologna e Prato. 

# Le città più “sicure”: Oristano, Potenza e Treviso

Il Sole 24 ore – Le città più sicure

La parte bassa della classifica è occupata da città più piccole, da nord a sud, con Oristano più “sicura” con 1.511 reati denunciati ogni 100mila abitanti. Troviamo poi Potenza, Treviso e Benevento rispettivamente con 1.935, 2.258 e 2.294. Per la Lombardia c’è Sondrio. 

Continua la lettura con: Le cose più importanti da fare a Milano entro la fine dell’anno

FABIO MARCOMIN

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San Siro sarà «il Colosseo di Milano»? Ringhierone, nuovi sport, arena supergreen…

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Qualunque cosa sarà lui, c’è una certezza: San Siro non morirà. Se il futuro dello Stadio Giuseppe Meazza non sarà il calcio si apriranno nuovi scenari. Idee e prospettive su cosa potrebbe diventare.

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San Siro sarà «il Colosseo di Milano»? Ringhierone, nuovi sport, arena supergreen…

# San Siro sarà il grande ringhierone di Milano? (Condominio del futuro)

Credits rentingmilan IG – Casa a ringhiera sui Navigli

Uno dei problemi della Milano di oggi: le case. Non solo: anche la diffusione di una logica esclusiva, di mondi chiusi, di divisione tra ricchi e poveri. E se San Siro costituisse una risposta a questo problema, diventando una struttura residenziale unica al mondo? Si potrebbe trasformare in un villaggio, con appartamenti, spazi comuni e servizi pubblici, tutti integrati all’interno e intorno all’attuale struttura dello stadio.

Basterebbe riconvertire l’infrastruttura esistente per ospitare centinaia di appartamenti i cui i balconi balconi a ringhiera, tipici di Milano, si affaccino sulla vecchia arena, mentre la parte centrale, l’ex-campo da gioco, potrebbe diventare un parco interno accessibile a residenti e cittadini, una sorta di cortile comune su larga scala.

Gli esempi in Europa ci sono: lo Stadio Brabazon, di Bristol, è stato (in parte) trasformato in una residenza e un’area di servizi pubblici. E per il parco si può prendere a riferimento Tempelhof, l’ex aeroporto di Berlino riconvertito a parco pubblico. Come realizzare questa progetto che che combini il comfort della vita in città con la sensazione di essere parte di una comunità?

  • Ristrutturazione interna: gli spalti potrebbero essere convertiti in strutture residenziali, con appartamenti di varie dimensioni, da monolocali a penthouse, affacciati sul vecchio campo da gioco.
  • Spazi comuni e servizi: l’area centrale del campo diventerebbe un vasto giardino, mentre gli spogliatoi e le aree tecniche dello stadio potrebbero ospitare servizi condivisi come centri fitness, sale eventi, coworking e persino negozi di quartiere.
  • Sostenibilità e innovazione: l’intero progetto sarebbe concepito all’insegna della sostenibilità, con pannelli solari, sistemi di raccolta dell’acqua piovana e materiali riciclati per la ristrutturazione, integrando la vocazione green della città con un approccio abitativo innovativo.

Leggi anche: Il lato SOCIAL delle CASE DI RINGHIERA: storia e curiosità di un’icona milanese

# Il calcio digitale del 3.000: San Siro ospiterà campionati e-sports?

Credits: www.vigamusacademy.com

Lo sport potrebbe rimanere il cuore pulsante dell’arena, sarebbe sufficiente riconvertire lo stadio in un polo futuristico per discipline sportive nuove e diverse: gli e-sports. Queste competizioni di videogiochi a livello professionale contano migliaia di atleti e milioni di spettatori in tutto il mondo e, nonostante siano online, i tornei sono disputati dal vivo in grandi arene.

Per trasformare San Siro in una sede di tornei eSports sarebbe necessario:

  • Installare di connessioni internet ultra veloci e affidabili lo streaming globale in tempo reale.
  • Posizionare Maxischermi LED, ad alta risoluzione, per permettere al pubblico di seguire le competizioni
  • Riconfigurare il campo da calcio per ospitare un palco modulare con postazioni per i giocatori e gli arbitri.

In più andrebbero installate aree interattive, zone relax e stand dove provare giochi nuovi. Tutto ciò renderebbe San Siro un punto di riferimento mondiale per eventi eSports, il cui mercato vanta, al 2023 un giro d’affari di giro d’affari di oltre 1,5 miliardi di dollari.

# Un Colosseo milanese: a San Siro vivranno alieni e antichi romani?

credits: @througheternitytours su IG

Abbiamo detto Colosseo di Milano? Allora lo sia davvero. Nello stadio potrebbe sorgere una cosa unica nel suo genere, un Città del Tempo, un luogo all’avanguardia dedicato alla ricreazione immersiva di ambienti storici e futuristici. Cosa servirebbe?

  • Quartieri temporali: suddividere lo stadio in zone distinte, ognuna progettata per rappresentare con precisione storica o visionaria un diverso periodo. Ipotizziamone tre: Roma Antica, con gladiatori e architettura dell’epoca, Città Rinascimentale, con botteghe artigiane e mercati, e Colonizzazione Spaziale, con simulazioni di colonie su Marte e città del futuro.
  • Tecnologia Immersiva e Interattiva: utilizzare la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) per permettere ai visitatori di interagire con gli ambienti, ricostruire battaglie storiche (facendo partecipare i visitatori) e permettere di esplorare città futuristiche o, perché no, persino interagire con intelligenze artificiali simulate.
  • Caffè e Ristoranti Tematici: integrare ristoranti e caffè nel contesto storico e futuristico, perché i visitatori possano gustare piatti a tema, arricchendo ulteriormente l’esperienza immersiva.

La Città del Tempo sarebbe un centro davvero innovativo ma anche, e soprattutto, educativo, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo e posizionare Milano come leader globale nell’esperienza culturale e tecnologica.

Leggi anche: Il COLOSSEO di Milano: il TERZO ANFITEATRO più GRANDE del MONDO

# San Siro 2.0, l’arena green darà energia a Milano?

Credits: green.it
Stockholm wood city

Seguendo l’esempio del Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, San Siro potrebbe diventare un simbolo europeo di eco-sostenibilità. Con tecnologie all’avanguardia per l’efficienza energetica e l’uso responsabile delle risorse renderebbe Milano la città leader nella transizione verde.

Si dovrebbe partire installando pannelli solari lungo il perimetro e sul tetto, lo stadio produrrebbe la propria energia, potrebbe divenire autosufficiente e, chissà, un giorno, potrebbe addirittura fornire energia alla città.

Il passo successivo sarebbe sarebbe creare un sistema di raccolta e riciclo dell’acqua piovana, che si potrebbe utilizzare per l’irrigazione di nuovi spazi verdi all’interno dell’arena, ma anche all’esterno e intorno.

Quindi il Quartiere San Siro avrebbe l’occasione di diventare un parco urbano, magari con aree per la coltivazione urbana e zone relax, e l’ormai ex stadio calcistico potrebbe divenire un punto di riferimento per la formazione di nuove generazioni di esperti in sostenibilità e green tech, con laboratori interattivi che coinvolgano i cittadini in prima persona.

Leggi anche: Il Colosseo Verde arriva finalmente alla luce? Annunciata la nuova data di fine lavori

Continua la lettura con: I trucchetti per vivere bene a Milano

MATTEO RESPINTI

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Nella periferia di Milano c’è un nuovo «Bosco Verticale»

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Credits milanosud.com - Progetto Torri Russoli

Quattro palazzi popolari nella periferia sud-ovest di Milano trasformati nel primo esempio di “Bosco Verticale” in periferia. Potrebbe diventare un modello pilota in Italia, in termini di sostenibilità, risparmio energetico, e contrasto al fenomeno dell’inquinamento. 

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Nella periferia di Milano c’è un nuovo «Bosco Verticale»

# Rinascono i quattro palazzi popolari di Romolo

Edifici di via Russoli

Una rinascita con una nuova veste per i quattro palazzi popolari dal civico 14 al 20 di via Franco Russoli, poco distanti dalla stazione di Romolo M2, alla periferia sud-ovest della città. Le facciate esterne erano state spogliate dall’amianto ormai dieci anni e da quel momento Aler non aveva più messo mano agli edifici a causa delle difficoltà economiche. I palazzi sono stati trasformati in un sorta di “Bosco Verticale”. Il progetto ha previsto il rivestimento delle facciate con scarti del riso e materiali esclusivamente naturali, pannelli solari sui tetti per l’acqua calda, piccoli alberi, orti e giardini condivisi.

# Gli interventi nei 187 appartamenti del complesso

In tutti i 187 appartamenti sono stati effettuati una serie di interventi che, insieme a quelli esterni, hanno contribuito a portarli alla classe energetica A. Nello specifico è stata eseguita:

  • la sostituzione dei serramenti e degli avvolgibili esistenti;
  • la rimozione delle cucine a gas, sostituite da piastre elettriche;
  • la sostituzione dei vecchi scaldabagni con un’unica centrale elettrica alimentata dal sole, con conseguente riduzione dei costi di riscaldamento e acqua calda per gli inquilini.

# Un investimento di 15 milioni di euro

milanosud.com – Progetto Torri Russoli

La conclusione dei lavori era prevista entro la fine del 2023, poi terminati nei primi mesi del 2024, con un investimento iniziale passato dagli iniziali 12 milioni ai 15 milioni di euro a consuntivo. Un intervento realizzato grazie al partenariato pubblico-privato tra Aler, A2A (che si è fatta carico delle spese per lo studio di fattibilità e la progettazione preliminare, esecutiva e definitiva dell’intervento ndr) e Wood Beton e all’impegno di Regione Lombardia per la copertura dei costi non ammissibili di circa 1 milione di euro.

internews – Rendering Palazzi via Russoli

# Come si presentano i nuovi edifici: pareti esterne rivestite in carta di riso, alberi, giardini e orti sui tetti, fotovoltaico per l’acqua calda sanitaria

aler – Via Russoli

Gli edifici sono stati rivestiti con un involucro edilizio “a cappotto” costituito da materiali naturali, scarti di riso provenienti dal Parco Agricolo Sud condensati in pannelli isolanti, un materiale naturale capace di isolare dal caldo in estate e dal freddo in inverno. I tetti sono stati isolati e ricoperti da giardini con spazi comuni per il relax e per eventi culturali ed orti condivisi per le coltivazioni con arnie e piccoli alberi da frutta.

lombardianotizie.online.it – Orti torri via Russoli

Il verde serve inoltre per raffrescare durante l’estate e abbassare le temperature in quartiere oltre a raccogliere e trattenere l’acqua piovana. È stata riqualificata la centrale termica, collegata alla rete di teleriscaldamento, è installato il fotovoltaico per l’acqua calda sanitaria. Potrebbe diventare un modello pilota in Italia, in termini di sostenibilità, risparmio energetico, e contrasto al fenomeno dell’inquinamento. 

 

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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Sulla passerella trasparente sospesa di Renzo Piano con vista su Milano: già parzialmente aperta, il progress sui lavori

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Ufficio stampa - Promenade_stazione

La futuristica stazione ferroviaria di Renzo Piano continua poco alla volta a prendere forma, grazie anche alle opere di demolizione di quella vecchia andate avanti tutta l’estate. Le caratteristiche della nuova stazione, gli ultimi aggiornamenti sui cantieri e quando dovrebbero concludersi.

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Sulla passerella trasparente sospesa di Renzo Piano con vista su Milano: già parzialmente aperta, il progress sui lavori

# Proseguono la demolizione della vecchia stazione e la costruzione di quella nuova

Sono partiti martedì 11 giugno i lavori di demolizione della vecchia stazione di piazza Primo Maggio a Sesto San Giovanni e sono proseguiti durante tutta l’estate arrivando a fondo scavo. Si può vedere lo stato del cantieri nelle immagini pubblicate sul proprio account facebook dall’Assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda alcuni giorni fa. Ora tutto è pronto per dare avvio alla costruzione del nuovo manufatto lato piazza Primo Maggio FS, mentre sono andati avanti i lavori per il completamento della nuova stazione lato Falck Unione – via Acciaierie e nello specifico la realizzazione di tettoie, parapetti e scalinate. In questi giorni sono in corso quelli per l’installazione degli ascensori nelle banchine

# L’apertura parziale della passerella a firma di Renzo Piano

Ufficio stampa Sesto San Giovanni – Nuova stazione ferroviaria

Nei primi giorni di giugno era stata nel frattempo aperta parzialmente la nuova stazione progettata da Renzo Piano Building Workshop (RPBW) e Ottavio Di Blasi & Partners, per consentire ai viaggiatori l’accesso alle banchine.

Ufficio Stampa Sesto – Foto vecchio edificio stazione ricoperto di amianto e ora demolito 

Il ritardo nell’apertura della futuristica passerella a scavalco sui binari sono stati dovuti principalmente al ritrovamento dell’amianto in un edificio facente parte della struttura esterna della vecchia stazione.

# La futuristica passerella trasparente connette due aree della città da sempre separate, con punto panoramico sul nuovo parco

Ufficio stampa – Promenade_stazione

La nuova stazione ferroviaria, che interscambia con l’attuale capolinea della M1, è stata sostanzialmente completata nella parte soprastante i binari. Il sottopasso preesistente è stato invece temporaneamente chiuso per essere riqualificato e riaperto a fine lavori, rinnovato, prolungato di circa 42 metri e collegato con il nuovo sistema di stazione.

La struttura si caratterizza per una passerella di vetro a scavalco della linea ferroviaria Milano-Monza della lunghezza di 90 metri per una larghezza di 18 metri e con connessioni alle banchine dei binari tramite scale coperte da pensiline. Sulla passerella ci saranno un bar e un paio di attività commerciali e sarà un punto panoramico sul nuovo Parco urbano Unione. 

# Prevista la riqualificazione della piazza antistante la stazione

Piazza Primo Maggio – Maps

Nel progetto della stazione è compresa anche la riqualificazione della piazza antistante, Piazza Primo Maggio, che prevede la realizzazione di una innovativa e tecnologica bici-stazione e piantumazione di circa 60 alberi della specie sophora japonica. 

# Fine lavori a dicembre 2025

Antonio Lamiranda Fb – Nuova stazione Sesto Fs

La conclusione dei lavori è programmata per dicembre 2025, qualche mese dopo rispetto al precedente cronoprogramma. La nuova stazione sarà completata anche nella parte interrata nella sua totalità e potrà essere utilizzata anche come cerniera tra la Sesto costruita e la nuova Sesto sulle ex aree Falck.

Continua la lettura con: Venezia-Mestre: in arrivo la nuova Stazione ultra-green d’Italia

FABIO MARCOMIN

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5 mostre settembrine da non perdere a Milano

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Munch il Grido interiore

La scena autunnale milanese si riempie di arte, attraverso cinque imperdibili mostre.

5 mostre settembrine da non perdere a Milano

#1 Triennale Milano. La mostra dedicata a Gae Aulenti

artribune.com – Mostra Gae Aulenti

Fino al 12 gennaio 2025, una mostra notevole tutta dedicata al genio di Gae Aulenti, una delle figure più rappresentative ed importanti dell’architettura e del design contemporanei. Disegni, grafica, progettazioni di interni, scenografie teatrali e tanto altro.

#2 Fabbrica del Vapore e la street art di Obey

Obey

È la prima grande esposizione italiana dedicata a Shepard Fairey, in arte Obey, ossia uno degli street artists più influenti al mondoFino al 24 ottobre sarà possibile immergersi in un viaggio visivo che ripercorre 35 anni di carriera attraverso le opere più rappresentative nonché numerose opere inedite.

#3 Palazzo Reale con Edward Munch

Munch il Grido interiore

Tra i massimi esponenti dell’ espressionismo, Edward Munch è forse l’artista che più di ogni altro è stato in grado di trasformare sofferenza e dolore in opere poetiche. Una imperdibile mostra monografica titolata “Munch il grido interiore”, che apre il 14 settembre esponendo più di 100 opere, in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua morte. 

#4 Museo Diocesano e la fotografia di Robert Capa

Robert Capa

Oltre 300 le opere ospitate al Museo Diocesano fino al 13 ottobre, per rendere omaggio al celebre foto reporter che ha immortalato i maggiori conflitti del XX secolo. Un artista passionale e coraggioso che spesso ha rischiato la vita pur di immortalare gli eventi più crudi e tristi del nostro recente passato. 

#5 Palazzo Reale ospita Picasso 

Picasso lo straniero

Sempre a Palazzo Reale dal 20 settembre si inaugura la mostra “Picasso lo straniero”.

Il titolo è motivato dal fatto che l’artista approdò a Parigi senza conoscere una parola di francese e dalla circostanza che si sentiva uno straniero in una città sconosciuta ma dove visse quasi tutta la vita. Più di 90 opere, lettere, video tutti dedicati ad un artista amato, odiato, controverso. 
 

Continua la lettura con: Le cose più importanti da fare a Milano entro la fine dell’anno

ALESSANDRA GURRIERI

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I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

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Vincenzina

In questi giorni, a Milano, cadono due anniversari, accomunati dall’unità di misura del mezzo secolo. Cinquant’anni fa, infatti, uscirono due opere d’arte, entrate nell’immaginario collettivo del mondo operaio della grande città, caratterizzato da impegno sociale, amore, tradimento, sofferenza e identificazione della propria vita nel lavoro.

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I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

# Il film e la canzone che hanno rappresentato Milano nel periodo delle lotte di classe degli anni ’70

wikipedia.org – Romanzo_popolare

Nell’autunno del 1974 uscì il film “Romanzo popolare”, di Mario Monicelli, in cui, al di là degli attori di prim’ordine, la vera protagonista è Milano, vista dalla parte del proletariato, indigeno e di quello rappresentato dai  “freschi” immigrati dal sud dell’Italia. La città meneghina è rappresentata con le lotte di classe degli anni ’70, con il concetto d’amore, ruvido e struggente, che faticava ad adeguarsi all’amore “libero” ed emancipato, che veniva pontificato nei salotti sinistrorsi e saccenti di una metropoli che, già allora, non si poteva permettere di viaggiare a due velocità.

L’altra opera d’arte, che compie i cinquant’anni, è la canzone “Vincenzina e la fabbrica” di Enzo Jannacci e Beppe Viola, che diventa la colonna sonora di “Romanzo popolare”, sovrapponendo alla toccante trama della pellicola, un’emozione coinvolgente, che eleva i tratti, volutamente patetici e ironici del film, a rappresentazione di uno spaccato della vita operaia milanese mai così vera e riconoscibile.

# Presenti tutti gli elementi fondamentali della commedia all’italiana

cineteca di Milano – Locandina Romanzo Popolare

Nella trama di “Romanzo popolare” ci sono i fondamentali della commedia all’italiana: l’amore e il matrimonio tra un signore di mezza età (Giulio Basletti, interpretato da Ugo Tognazzi) e una ragazza ancora minorenne (Vincenzina Rotunno, interpretata da Ornella Muti) proveniente dal Sud. La contrapposizione tra la mentalità e la parlata milanese e quella delle variopinte popolazioni dei “terruncelli” appena giunti dal “tacco”. C’è l’atmosfera acre degli anni settanta, delle lotte sindacali, dei fumi della fabbriche, che rappresentavano il periferico orizzonte visto dai piani alti dei palazzi del centro. Della commedia all’italiana c’è il tradimento, la disperazione del tradito e l’amicizia, eterna pomata lenitiva dei mali dell’anima. Ma, per essere “commedia”, ha bisogno dell’ironia che, grazie alla duttilità interpretativa di un Ugo Tognazzi, non solo non manca, ma nei momenti più drammatici e struggenti, ecco che l’attore cremonese tira fuori, quando meno te lo aspetti, il colpo di genio della battuta, diremmo comica, usata come valvola di decompressione emotiva, quasi a voler tutelare lo spettatore da emozioni troppo forti.

# La memoria della Milano canora e musicale protagonista al cinema

Le ricorrenze dei cinquant’anni di “Romanzo popolare” e di  “Vincenzina e la fabbrica”, sono anche la memoria di una Milano canora e musicale che entra nella Milano cinematografica creando un prodotto artistico unico, che ha scritto la storia della cultura meneghina e nazionale. Ma, quasi a voler esagerare in ridondanza, uno degli autori del brano che accompagna la pellicola di Monicelli, diventa egli stesso attore del film: è Beppe Viola, che interpreta il bigliettaio del cinema Abanella (davvero esistito), di via Bottelli, che nega a Vincenzina di entrare in sala perchè viene proiettato un film vietato ai minori di 18 anni e lei ne ha ancora 17. Ma c’è da sottolineare anche la presenza di Enzo Jannacci, come doppiatore di Pippo Starnazza. Eccolo lì, un altro milanese doc, proprio Starnazza (nel ruolo di Salvatore Armetta, amico di Giulio), che morirà neppure un anno dopo l’uscita del film.

# “Vincenzina e la fabbrica” è una canzone che parla di coraggio

Vincenzina

Nel 1980, in un’esibizione presso la Tv svizzera italiana, Enzo Jannacci introduceva così “Vincenzina e la fabbrica”: “è una canzone che parla di coraggio; la storia ci ha insegnato che il coraggio è quello eroico di Enrico Toti e di Napoleone (…) questa canzone, invece, vuole rappresentare un altro concetto di coraggio: quello di chi si alza tutte le mattine alle quattro, prende il treno e va a lavorare in fabbrica (…)”.

“Quel coraggio -prosegue Jannacci- non lo troviamo sui libri, quindi con questa canzone voglio rendere omaggio a tutte le Vincenzine che lavorano dentro una fabbrica”.

Così il brano, che diventerà uno degli inni della classe operaia, ci accompagna in quel virtuale viaggio a Milano, proposto dal film di Monicelli, che ci fa attraversare viale Gorizia, via dei Transiti, via Gramsci e via Maffi a Sesto San Giovanni, via Rubattino, fuori dalla Innocenti di Lambrate, via Guanella, Piazza Cinque Giornate e, nel desolante quanto speranzoso finale, nel paesaggio desertico di Quarto Oggiaro.

FABIO BUFFA 

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“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

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D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

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CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

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RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

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Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

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GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

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Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

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MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Metro: le estensioni e le nuove linee più desiderate dai milanesi

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ph. STVIOD

Tutti vorremmo avere una fermata sotto il portone o quantomeno il più vicino possibile a casa e anche i milanesi ci hanno lanciato le loro proposte.

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Metro: le estensioni e le nuove linee più desiderate dai milanesi

Fonte: http://markonomia.blogspot.com/

#1 M1 CAPOLINEA A LAINATE

“Perché non collegare anche la città di Rho? Sarebbe una sola fermata in più ma molto utile per gli abitanti!” oppure “farla arrivare fino ad Arese, Lainate.” 

#2 M2: ARRIVIAMO A MASATE

“Mancano tutti i paesi vicino a Gessate! A Basiano/Masate ad esempio avevano detto che sarebbe arrivata…. ma tante promesse in prossimità dei voti e poi più nulla.. Eppure questi paesi sono nella città metropolitana di Milano.” 

#3 SEPARIAMO RAMI M1

“E’ necessario anche separare ramo Bisceglie da M1 proseguendo per Pagano, Arco della Pace, Moscova, Turati, Palestro, Tricolore, Cinque Giornate, Porta Romana, Ripamonti. In questo modo si risolverebbe il problema delle frequenze ridotte sui rami della M1, tutta la prima circonvallazione (lato nord 94) e il tratto più congestionato della seconda circonvallazione (tram 9 lato est) sarebbero coperti anche da metro e si eviterebbero i 2 rami della M6.” 

#4 M6 DA SEMPIONE A RIPAMONTI 

“D’accordo fino a Palestro, poi farei un giro tra Città Studi e Lambrate/Feltre/MilanoDue recuperando il ramo Cologno della M2.
La M6 coprirebbe gli assi Sempione/Certosa e Ripamonti.” 

#5 COLLEGHIAMO LA FERROVIA CON PASSANTE A OVEST, DA ROMOLO A CERTOSA

“Basterebbe collegare la ferrovia con un passante ferroviario ad ovest che colleghi da Romolo a Certosa, ricreando in modo più efficiente la vecchia tratta ferroviaria, magari utilizzando porta Genova sotterranea e bypassandola com’era in origine. La tratta potrebbe venire utilizzata come circolare e capolinea a Romolo o San Cristoforo.” 

#6 FACCIAMO ANCHE LA LINEA M8

“Bisogna innanzitutto prolungare le metropolitane già esistenti a una distanza di 10-15 km da Milano. Il tragitto della M6 può andare bene, bisogna assolutamente fare sta benedetta Circe line (M7) esterna alla 90/91 in modo da non dovere andare in centro per cambiare. Perché questa fantomatica Circle line utilizzando le ferrovie da San Cristoforo a Rho non risolve il problema.
Direi che una M8 si potrebbe ancora fare, bisogna coprire lo scalo Farini e perché no fino al politecnico in Bovisa e dalla parte opposta toccare isola M5 gioia M2 e poi mandarla verso la zona del Niguarda che è scoperta anche lei. Poi farei delle metropolitane leggere (monorotaie) per i quartieri grandi di Milano tipo Cascina Merlata verso Molino Dorino M1, Santa Giulia verso Rogoredo M3.” 

#7 LA ZONA NORD HA BISOGNO DI ALTRE LINEE

“C’è anche gran parte della zona nord senza metropolitana come Bruzzano- Niguarda- Bovisasca.” 

#8 CIRCLE LINE AD OGNI COSTO

“È anni che lo penso, ma una vera circle Line come come a Londra che colleghi tutti i raggi, ovvero le linee ora esistenti che devono tutte come minimo essere portate alla tangenziale. La circle deve essere sul cerchio della tangenziale. Non occorre essere dei geni dei trasporti. Se non esiste la circle, tutti gli utenti devono passare dal centro, non è un caso che le linee esistenti sono spesso al collasso.”

#9 PIU’ LINEE NEL MUNICIPIO 5 

“Per assurdo il Municipio 5 di Milano ha solo una fermata di metropolitana. Perché non proseguire da Piazza Abbiategrasso fino al capolinea tram 3 (territorio di Milano) o proseguire diritto per Rozzano o Ospedale Humanitas?” 

 #10 M2 FINO A BINASCO 

“Allungherei alcune linee tipo la verde a Binasco” 

Leggi anche: METRO PROSSIMA FERMATA, quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana

Verso altre province e persino fuori regione

credit: discoradio.it

#11 A CREMA E LODI 

“Da san donato dovrebbero partire due tronconi uno verso Crema/Cremona l’altro verso Lodi.” 

#12 UNA PUNTATINA A PIACENZA

Ma un prolungamento fino a Piacenza qualche metrò? Noi di Lodi, Tavazzano, Melegnano cioé la zona “MILANO SUD”: niente prolungamenti ???” 

#13 BERGAMO, ARRIVIAMO!

“Serve una metropolitana che colleghi Bergamo A MILANO il trasporto su 4 ruote è al collasso sempre sulla A4.” 

#14 LA METROPOLITANA DELLA LOMBARDIA 

Bisognerebbe fare una metropolitana che colleghi tutte le provincie di Milano in modo che chi abita fuori può arrivare a Milano senza problemi!” 

#15 COME LONDRA E PARIGI 

“Le linee del metrò, alludendo alla grande Milano, 5 linee mi fanno ridere certe volte, questa città ne ha bisogno almeno 12 per collegare tutta la città Regione, o città Stato che si dica. A Parigi il metrò è presente qua e là, ci sono 16 linee di metrò, Londra ne ha 13 linee di metrò, di meno di Parigi, però a Londra ci sono tratte infinite, il metrò e presente in tutta la Grande Londra, quindi è molto estesa, viva la grande Milano.” 

#16 TUTTE LE METRO PORTANO A ROMA

“Ma una linea della metropolitana che dal Gallaratese colleghi Roma Termini no?” 

Continua la lettura con: la favola della metro rosa

FABIO MARCOMIN

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Il caso del curioso ponte fatto solamente di barche a due ore da Milano

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Credits: mantovauno.it

Ci troviamo a Torre dell’Oglio, una piccola frazione in provincia di Mantova, sorto sulle sponde dell’omonimo fiume. Proprio qui, è nato un ponte fuori dagli schemi per permettere di passare da una riva all’altra.

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Il caso del curioso ponte fatto solamente di barche a due ore da Milano

# La struttura galleggiante di Torre d’Oglio

Credits: gazzettadimantova.gelocal.it

All’interno del vasto perimetro del Parco Oglio Sud, si trova il ponte di Torre d’Oglio. La struttura, la quale viene attraversata anche dai veicoli, è un collegamento fatto di legno e adagiato su una serie di chiatte che galleggiano sul fiume. Si tratta quasi di un unicum in Italia e, per comprendere la sua esistenza, è necessario fare un salto indietro nel tempo.

# Dalla barca alle chiatte

Credits: @ghido78
(INSTG)

Fino al 1926, il fiume Oglio poteva essere attraversato soltanto salendo sopra un’imbarcazione, previo pagamento di una tariffa. Per far fronte al problema, già negli anni precedenti era nato il progetto di un ponte che sfruttasse le chiatte come appoggio, in modo da fornire un passaggio più diretto per tutti. Ciò fu reso possibile grazie alla nascita di un consorzio e all’unione delle forze di tutti i comuni limitrofi, interessati ad agevolare gli spostamenti. Il ponte attraversò anche la furia della Seconda Guerra Mondiale, finendo in parte distrutto da un bombardamento. Grazie all’impegno degli stessi cittadini, però, in un solo anno venne sistemato e messo nuovamente in funzione.

# Il ponte si adatta al livello dell’acqua

Negli anni ’70, il ponte passò di proprietà dal consorzio dei Comuni alla Provincia di Mantova. Inoltre, in passato il ponte necessitava di essere spostato e sistemato periodicamente, per assecondare il livello dell’acqua del fiume. Ora, grazie a lavori che lo hanno reso più moderno, ciò non è più necessario e il ponte si adatta autonomamente al nuovo livello. Una piccola perla di ingegneria che, senza dubbio, merita di essere attraversata e scoperta. Fonte: Bresciatoday.it

Continua a leggere con: Il PONTE SOSPESO più ALTO d’Europa si trova a due ore da MILANO

MATTEO GUARDABASSI

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I quartieri del mondo che si dovrebbero gemellare con quelli di Milano

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Uzupis - Ph. @Ali_casee

Nel 1961 il Comune di Milano firmò il primo accordo di gemellaggio con la città di San Paolo: da allora ne sono stati sottoscritti ben altri quattordici, facendo diventare la nostra città sempre più internazionale.

Così come succede altrove, perché non pensare a gemellaggi tra quartieri? Ecco le nostre 10 proposte di associazione tra i rioni milanesi e quelli di altre metropoli.

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I quartieri del mondo che si dovrebbero gemellare con quelli di Milano

#1 Bicocca – Studentsky Grand (Sofia)

gemellaggio tra quartieri

Entrambi i quartieri sono caratterizzati da una forte presenza di giovani dovuta ad una grande area dedicata a campus studentesco. Nella città bulgara, lo Studentsky Grand risulta una zona affollata e chiassosa, ma molto attraente per il divertimento giovanile.

#2 Bovisa – Uzupis (Vilnius)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Così come la Bovisa, anche il quartiere di Uzupis, a Vilnius, in Lituania, è la zona più bohemienne della città. Opere di street art decorano angoli e vie creando atmosfere uniche nel loro genere. Piccola curiosità: nel 1997 Uzupis proclamò la propria indipendenza dal resto della capitale. Sulla spinta di un gruppo di artisti nacque la Repubblica di Uzupis, che vanta ancora oggi una propria bandiera, un governo basato su un’originale Costituzione affissa sulla pubblica via, una moneta (l’Eurouz) e un esercito composto da dodici soldati che si esibiscono in strada come musicisti.

#3 Lambrate – Quartiere Praga (Varsavia)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

Definito “vivace ed emergente”, il Quartiere Praga della città polacca ha diversi punti in comune con Lambrate. Dai resti di fabbriche dismesse, tracce di una storia gloriosa nel boom economico degli anni ’50, ad una significativa operazione di riqualificazione urbana: a Lambrate è il caso del Design District, nel quartiere Praga ne è esempio il Koneser Centrum Praskie, un’ex fabbrica di vodka al centro di un’operazione immobiliare da centinaia di nuovi appartamenti. Ma anche numerose gallerie di design, studi di architettura, musei (imperdibili i due musei molto particolari del Quartiere Praga: il Neon Museum e il Czar PRL) popolano i due quartieri accomunati da una simile linea di sviluppo.

#4 Via Sammartini/viale Tunisia – Schoneberg (Berlino)

gemellaggio tra quartieri

Entrambi sono “quartieri dalle mille facce”: trasgressivi e sperimentali da un lato, vivaci, piacevoli per un aperitivo o un caffè dall’altro. Numerosi bar, bistrot, ristoranti etnici e locali per feste alla moda animano le vie di due rioni frequentati e molto apprezzati dalla comunità gay.

#5 Corso Sempione/Arco della Pace – Kolonaki (Atene)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gemellaggio è tra due quartieri molto “chic”: Corso Sempione e Kolonaki, la zona più elegante di Atene. I due quartieri sono accomunati anche da una posizione strategica, molto vicina ai punti più importanti della città.

#6 Brera – Schwabing (Monaco di Baviera)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Schwabing divenne famoso a fine 1800 come quartiere di artisti, scrittori e musicisti e soprattutto rivoluzionari. Ricco di locali e mansarde, poi adibite ad atelier, ospita inoltre un’università e un’Accademia di Belle Arti. Risulta inevitabile il gemellaggio con Brera.

#7 Forlanini – Aviatorilor (Bucarest)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrambi circondati da un’ampia area verde, i due quartieri sono anche sede di importanti scali ferroviari. L’atmosfera è il risultato di un costante connubio tra dimensione rurale e urbana.

#8 Montenapoleone/via della Spiga – Ginza (Tokyo)

gemellaggio tra quartieri

A Tokyo è il quartiere dell’eleganza e dello shopping più sfrenato. Ristoranti e caffè costosissimi aprono di fianco a negozi di marchi prestigiosi e catene di alto lusso. Un esempio di “Montenapo” del Giappone.

#9 Garibaldi/Repubblica – Abdun (Amman)

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

È un quartiere prevalentemente residenziale, considerato da molti il più ricco della città. Alcuni dei palazzi più costosi di tutta la Giordania sono infatti collocati in questa zona. È animato da numerosi ristoranti, caffè ed è molto popolare tra i giovani della città. Tante caratteristiche insomma che lo accomunano alla modernissima zona milanese di Garibaldi e Repubblica.

#10 Paolo Sarpi – Chinatown internazionali

gemellaggio tra quartieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È inevitabile infine la proposta di gemellaggio tra la nostra Paolo Sarpi e le varie Chinatown di tutto il mondo. Zone in cui ci si ritrova magicamente nel Paese del dragone, con la possibilità di testarne usi e costumi… Un fenomeno che diventerebbe ancora più interessante se coinvolgesse anche altre culture e Paesi: perché non creare a Milano un quartiere arabo o indiano?

Continua la lettura: Milano e le sue sorelle internazionali

LETIZIA DEHÒ

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Le cose che da persona del sud pensi di Milano e invece… non è così!

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Credits Andrea Cherchi - Uomo con ombrello arcobaleno

Nella redazione di milanocittastato.it i milanesi doc sono una minoranza. Molti vengono dal sud e tutti concordano con me che Milano è molto diversa dall’idea che ti eri fatto prima di venirci a vivere.
Ecco le 10 cose su cui siamo tutti d’accordo che da persona del sud pensi di Milano e invece non è così.

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Le cose che da persona del sud pensi di Milano e invece… non è così!

#1 Il milanese ha la puzza sotto il naso!

Scherzo al Dogui

«E invece ti accorgi che spesso quelli che se la tirano di più sono i milanesi non di Milano, come i romani o i meridionali che si sono trasferiti a Milano. Chissà, forse alcuni per il solo fatto di vivere a Milano si sentono arrivati.»

#2 Il milanese è chiuso!

Ugo Bologna, spaghetti a mezzanotte

«Invece non è così. Sono più aperti rispetto a come ti aspetti. E’ capitato più volte di chiedere un luogo e il milanese ti accompagna. Anche il vicino di casa: è gentile e molto più ospitale rispetto al Toscano che è chiusissimo.»

#3 La percezione delle distanze

Linea 91

«A Milano se tu chiedi dove si trova un posto che dista 500 metri, loro dicono che ti conviene aspettare l’autobus, sali qui scendi là. Sono convinti che sia una supermetropoli e sono un po’ pigri: corrono ma non camminano»

#4 Milano è triste!

«Anzi, è gioiosa, iperattiva

#5 Milano è brutta!

credits: IG @francesca.vertucio

«Invece è incantevole e ha un sacco di cose da vedere, di arte, di cultura, di ogni tipo”. Ed è bella anche con la nebbia: scopri che diventa più poetica, più romantica.»

#6 Milano ha un brutto clima!

surf all'idroscalo
surf all’idroscalo

«C’è gente che si attende che a Milano ci sia nebbia fino in centro tutti i giorni. Il clima non è così brutto. Il cielo non è così grigio, ci sono bellissime giornate di sole. Un classico di chi viene da fuori è: vedete vi ho portato il sole. Ma visto che lo dicono tutti significa che il bel tempo è molto frequente.»

#7 Pensi che non ci sia verde

Parco Sempione

«Invece poi trovi un sacco di verde e scopri che la percentuale di verde per abitante è superiore a molte altre città.»

#8 Pensi che a Milano siano milanesi

Credits: pressreader.com
Che bella giornata con Checco Zalone

«Invece scopri i milanesi sono una minoranza degli abitanti di Milano.»

#9 Pensi che siano razzisti con i meridionali

«In realtà scopri che spesso lo è il terrone trapiantato, che è più razzista contro i meridionali»

#10 Milano è caotica!

Credits Andrea Cherchi – Uomo con ombrello arcobaleno

«Non è così caotica come te l’aspetti. Pensi che sia tutto bloccato dal traffico invece non è così terribile».

Continua la lettura con: Che fine ha fatto il Grattacielo del Comune?

FABIO BICCARI

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